CLASSICA - Fedeltà del Suono · 2019-02-15 · Beethoven: Complete String Quartets Volume 6...

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FDS 248 ▼ CLASSICA DISCHI • a cura della Redazione76

Registrato dal vivo presso l’Auditorium Parco della Mu-sica di Roma. Antonio Pappano, che ha studiato piano-forte e direzione d’orchestra, ha ben presto attiratol’attenzione di Daniel Barenboim, diventando il suo assi-stente al Festival di Bayreuth. Dopo aver lavorato a Bar-cellona e Francoforte, ha fatto il suo debutto al DenNorske Opera di Oslo nel 1987, dove divenne direttoremusicale nel 1990. Dal 1992 al 2002 Pappano è stato di-rettore musicale di La Monnaie, la Belgian Royal OperaHouse. Nel 2002, è stato nominato direttore musicaledella Royal Opera House, Covent Garden, Londra, e loresterà fino al 2017. Pappano è stato anche direttore ospiteprincipale della Israel Philharmonic Orchestra e nel 2005è diventato direttore musicale dell’Orchestra dell’Acca-demia Nazionale di Santa Cecilia.Pappano è stato nominato cavaliere nel 2012 ed è statoanche nominato Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine alMerito d’Italia.ICA Classics presenta le prime registrazioni di Pappanoalla direzione di due delle sinfonie più famose di Schu-mann, la N. 2 in Do maggiore op. 61 e la N. 4 in Re minoreop. 120. La Sinfonia N. 2 fu abbozzata da Schumann nel1845, ma il suo completamento fu a lungo ritardato da unesaurimento nervoso che colpì il grande compositore ro-mantico tedesco, e che qualche anno più tardi sfociò in

una vera epropria insta-bilità men-tale. Iltravaglio per-sonale diS c h u m a n nriaffiora con-t inuamentedalle notedella SinfonaN. 2, una lottapersonale che evoca Beethoven, mentre la tremenda ener-gia che pervade l’opera ricorda Schubert. La Sinfonia N.4 è stata composto nel 1841, ma rivista nel 1851 (la ver-sione qui presentata) e si compone di quattro movimenticontinui, una vera novità per quei tempi.Pappano dirige la sua Orchestra dell’Accademia Nazio-nale di Santa Cecilia con tutta la straordinaria energia chesempre lo caratterizza, portando in evidenza tutta la bel-lezza degli archi e l’intensità dei fiati dell’orchestra. Inquesta registrazione sono presenti tutte le peculiarità di-stintive della direzione di Pappano: grande finezza e curadel dettaglio, che rendono al meglio le luci e le ombre diogni opera.

Schumann:. Symphonies Nos 2 & 4Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Antonio PappanoSinfonia N. 2 in Do maggiore, op. 61Sinfonia N. 4 in Re minore, Op. 120CD ICA Classics ICAC5139

F e l i xMendel-ssohn èstato unodei bam-bini pro-digio piùstraordi-n a r i a -

mente eccellenti che la musica occidentale abbia maiconosciuto. Le doti di Mendelssohn erano, decisamente,di un altro mondo; nella storia dell’ossessione della so-cietà occidentale per la precocità musicale, Mendelssohndetiene il posto d’onore. Considerate le registrazioni pre-senti in questo disco: la Sonata in Fa maggiore fu com-posta nel 1820, quando Mendelssohn era solo unbambino di undici anni. Quando compose la Sonata inFa minore, op. 4, nel 1824, ne aveva quindici. Il fram-mento incompiuto della Sonata in Re minore seguiràl’anno successivo. È solo la seconda delle grandi sonatequi registrate, in Fa maggiore per violino, che è cronolo-gicamente “diversa”, essendo stata scritta quando Men-delssohn aveva ventinove anni.Naturalmente, quando si tratta di casi di compositori en-fant prodige, vengono spesso sollevate questioni di poco

conto. Dopotutto, è veramente importante per l’ascolta-tore che età avesse Mendelssohn quando ha scritto la suaprimo Sonata per violino? La maturità anagrafica può inqualche modo avere avuto un peso in termini di stile mu-sicale? Il nostro apprezzamento dei primi lavori di Men-delssohn sarebbe stato diverso se fossero state scrittequando il compositore aveva trentacinque anni?La musica di Mendelssohn è stata, in molti casi, oggettodi giudizi severi; persino il critico musicale Donald Fran-cis Tovey, in altri casi assai sobrio ed equilibrato, ebbe adefinire Mendelssohn “uno dei casi più strani della storiadella musica”. Ricco e ben educato, viaggiò moltol’adulto Mendelssohn, e certamente non assomigliava af-fatto al ritratto dell’artista romantico tormentato, ango-sciato e anti-sociale.Salutata come “deliziosamente esuberante” dal BaltimoreSun, la violinista Madeline Adkins si è affermata comeugualmente a suo agio in tutti gli ambiti: performance dasolista, musica da camera e orchestrale. Madeline haun’affinità sorprendente con Mendelssohn e l’uscita diquesto disco celebra anche il suo nuovo incarico di primoviolino della Utah Symphony. Il co-fondatore della casadiscografica TwoPianists, Luis Magalhães, si dimostra unpartner abile e all’altezza del compito nella navigazioneattraverso la complessità della precocità di Mendelssohn.

Mendelssohn: Violin and Piano SonatasMadeline Adkins (violino) e Luis Magalhães (pianoforte)Mendelssohn: Sonata per violino in Fa maggiore (1838)Sonata per violino in Fa minore op. 4Sonata per violino in Re minore (1825 - frammento)Sonata per violino in Fa maggiore (1820)CD Two Pianists TP1039329

77CLASSICA DISCHI ▼ FDS 248

Questa registrazione presenta uno dei primi e uno degliultimi lavori di Beethoven, che forniscono informazionisullo sviluppo sorprendente del grande genio musicale.L’Opera 18 si compone di sei quartetti per archi e fu com-posta tra il 1798 e il 1800; il Quartetto per archi n. 13 in Sibemolle maggiore, op. 130 fu invece completato nel no-vembre del 1825.Entrambi i pezzi rivelano come Beethoven incorporassela musica popolare nelle sue opere; in tutti gli altri aspetti,gli stili di questi due quartetti d’archi non potrebbero es-sere più diversi.Il Quartetto in La maggiore occupa una posizione di ri-lievo per due ordini di motivi: primo perché è parte di uncorpus (i sei Quartetti dell’op. 18) e va letto in quanto tale,secondo per le relazioni che intercorrono tra quest’operae la produzione coeva. Tra la fine del Settecento ed i pri-missimi anni dell’Ottocento, infatti, la composizione diquartetti a Vienna si era molto intensificata, soprattuttograzie a Haydn e Mozart che, insieme a Beethoven, ave-vano stabilito uno standard verso cui solo pochi musici-sti potevano spingersi. Il quartetto era divenuto ungenere al quale ogni compositore doveva pagare il pro-prio tributo se voleva essere considerato nel mondo di al-lora.Nel caso delle opere qui registrate, il focus è sulla musicapopolare e la sua integrazione nella musica d’arte: untema centrale ricorrente per i compositori del “classici-smo viennese”, che assicurava una più ampia accessibi-lità di pubblico alla loro musica. Le variazioni su un tema

semplice nel-l’Andante delQuartetto n. 5op. 18 rappre-sentano uncaso classicodi aperturaverso la mu-sica popolare,così come la“Alla danzatedesca” alla fine del Quartetto n. 13 op. 130, dove il ritmoe il carattere della buona, vecchia danza tedesca è alie-nata a tal punto che sembra apparire come un flebile ri-cordo, più che come una danza attuale.In tutti gli altri aspetti, tuttavia, gli stili di queste duequartetti sono assai diversi. “Chi non ricorda l’entusia-smo creato dalle sue prime sinfonie, le sonate, i quartetti”,scrisse un contemporaneo poco dopo la morte di Beetho-ven. “Tutti gli appassionati di musica sono stati felici ditrovare, a così breve distanza dalla morte di Mozart, unuomo che aveva promesso di non rimpiangerne la man-canza. Ma, ahimè, sebbene a poco a poco, ma inesorabil-mente, si allontanò dal suo percorso iniziale, insistendosu uno stile di taglio innovativo, che però lo fece finirealla deriva”. Oggi, questo andare “alla deriva” è consi-derata la più affascinante opera tarda nella storia dellamusica, da vivere qui in una interpretazione appassio-nata e raffinata da parte del Quartetto di Cremona.

Beethoven: Complete String Quartets Volume 6Quartetto di CremonaBeethoven: Quartetto per archi N. 5 in La maggiore, op. 18Quartetto per archi N. 13 in Si bemolle maggiore, op. 130CD Audite AUDITE92685

MiloslavKabeláčc o m -pletò lap r i m adelle sueotto sin-fonie aPraga al-l ’ in iz iodel 1942,s o l op o c h im e s ip r i m ache Bo-

huslav Martinů, negli Stati Uniti, affrontasse la sua operapiù importante, la Sinfonia n ° 1, per Serge Koussevitzkye la Boston Symphony Orchestra. In quegli anni, Kabeláčera gravemente afflitto dalle conseguenze dell’occupa-zione nazista: a causa del suo rifiuto di divorziare dallamoglie ebrea, perse il lavoro alla radio, la sua musica fuvietata, e la sua vita era in uno stato di pericolo perma-nente. Questa atmosfera di malinconia traspare in modochiaro alle note della sua Sinfonia n 1. L’euforia dopo lafine della seconda guerra mondiale fu molto breve: due

anni e mezzo più tardi stava vivendo una dittatura op-pressiva simile, questa volta comunista. Kabeláč composeciascuna delle sue sinfonie per strumentazioni diverse,più volte ispirandosi a temi biblici. La maggior parte deipezzi sono stati presentati per la prima volta dalla CzechPhilharmonic, diretta da Karel Ančerl, il più appassionatosostenitore della musica Kabeláč di tutto il mondo. Lasinfonia finale, “Antifone”, è stata scritta appositamenteper un concerto dello straordinario ensemble Les Percus-sions de Strasbourg, che si tenne presso la Chiesa di SanPaolo a Strasburgo, per il quale Kabeláč creò il celebreciclo delle Otto Invenzioni; la premiere si tenne nel giugnodel 1971 all’interno di un concerto-tributo, “Hommage àMiloslav Kabeláč”, in cui si suonava esclusivamente lasua musica e che, purtroppo, ebbe luogo senza la pre-senza del compositore, in quanto egli non riuscì ad otte-nere il permesso di viaggiare in Occidente. Al pari diBohuslav Martinů, Miloslav Kabeláč è stato senza dub-bio il più grande sinfonista ceco del Ventesimo secolo. Laprima registrazione completa delle sue sinfonie, realiz-zata dalla Radio Prague Symphony Orchestra, diretta daMarko Ivanović, offre all’ascoltatore la possibilità di potergodere della profondità pura dell’opera sinfonica di Ka-beláč. Quella che qui proponiamo è la prima registra-zione integrale delle sinfonie di Miloslav Kabeláč, unaporta verso nuovi paesaggi musicali.

Miloslav Kabeláč: Complete Symphonies4 CD Supraphon: SU42022

FDS 248 ▼ IL DISCO DEL MESE • di Mauro Bragagna78

Quando i Beastie Boys erano il più irriverente deigruppi rap americani, non passò inosservataun’intervista nella quale dichiaravano il loro

amore per un musicista apparentemente agli antipodidal loro mondo. Paul Simon. Perché, mentre gli altri can-tautori battevano sempre le stesse strade andando sul si-curo, quel piccolo grande uomo girava il mondo alla ri-cerca di suoni autentici, quando ancora non si parlava diWorld Music e le contaminazioni erano considerate ma-teria da antropologi. Paul Simon riusciva a farcele sem-brare familiari raggiungendo risultati notevoli ed a voltenotevolissimi, culminati nel capolavoro Graceland (1986).Un tributo alla musica africanache fece scalpore per la sua bel-lezza e scandalo perché Simonviolò l’embargo culturale sancitodalle Nazioni Unite, registran-dolo in Sudafrica. Polemiche giu-ste o strumentali? La risposta stanella partecipazione al succes-sivo tour di musicisti anti-apar-theid come Hugh Masekela e Mi-riam Makeba. A 74 Simon nonha ancora smesso di sperimen-tare. Dopo la parentesi folk-rockdi So Beautiful or So What(2011), per Stranger to Strangerha snidato dalla pensione il pro-duttore Roy Halee, quello deigiorni magici con Art Garfunkel,che ha dovuto farsi spiegarecome si registrano i dischi oggidìe come funziona Pro Tools. Paulnon lo ha cercato per ripercor-rere Via della Nostalgia, ma perché aveva bisogno di unamico che lo supportasse in un progetto a dir poco ardito,soprattutto dal punto di vista dei suoni. Alla riscoperta diun pioniere della musica del Novecento come HarryPartch, un innovatore che sosteneva che in un’ottava cisono 43 toni, non 12. La sua musica era quindi caratte-rizzata da singolari scale microtonali, eseguite da stru-menti inventati e realizzati dallo stesso Partch, un Leo-nardo che amava definirsi “un carpentiere prestato allamusica”. Per poter utilizzare le “Cloud Chamber Bowls”e il “Chromelodeon” Simon si è quindi rivolto alla Mon-tclair State University, dove sono custodite come vestigiadi una civiltà ormai scomparsa. Grazie all’autore di TheSound of Silence questo patrimonio torna alla luce, e ca-piamo ancora una volta l’ammirazione dei Beastie Boys.Un intellettuale della canzone, dunque? Non solo, perchéin tre tracce ha un ruolo essenziale un artista toscano se-gnalatogli dal figlio, Cristiano Crisci in arte Clap! Clap!,protagonista della scena dance elettronica. Detta così lamusica di Stranger to Stranger si annuncia come un pro-babile pasticcio di strumenti esoterici e ritmi commerciali.

Ed invece il gusto che ne esce è strano ma gradevole,come lo zenzero aggiunto al succo di mela. E poi ci sonostrumenti indiani e peruviani, un gigante della batteriacome Jack DeJohnette, un arrangiatore neo classico raffi-nato come Nico Muhly, le voci di Bobby McFerrin e quellecampionate del Golden Gate Quartet. I testi sono interes-santi come ci si aspetta da Paul Simon, e passano dagli in-cubi ritmati sulla violenza dell’uomo lupo (The Were-wolf) a metafore divertenti come Wristband, che raccontadi una rockstar che per fumare una sigaretta all’aperto ri-mane chiusa fuori dai camerini, e rischia di non tenere ilconcerto perché il buttafuori non la lascia entrare: non ha

il braccialetto giusto. The River-bank l’ha scritta pensando ad uninsegnante ucciso nel 2012 du-rante il massacro della SandyHook Elementary School, ed èinfluenzata anche da una visitaad un ospedale di reduci, a Wa-shington. Più cupa di Guccini,ma l’originale pulsione ritmicala rende sostenibile quasi comeuna pop-song, anche sesghemba. Musicalmente non èl’album consigliabile a chi ama ilPaul Simon “cantautore” più cheil maestro di ritmo, ma in Stran-ger to Stranger c’è tanta di quellaricerca da far sfigurare tutti i suoicoetanei, si chiamino Bob Dylano Eric Clapton, e la maggiorparte delle giovani promesse.L’unica pecca è che New York isMy Home, il duetto con Dion, è

presente solo nella deluxe edition in cd. La più bella can-zone dedicata a New York dai tempi di Empire Stare ofMind di Jay-Z e Alicia Keys non può essere un “bonus”.

Il suono di Stranger to Stranger è stato messo a punto alloSterling Sound, masterizzato da Greg Calbi mentre il vi-nile è “tagliato” da Ray Janos. Si “entra” nella musica conpiù facilità, rispetto al cd, anche se la stampa non è parti-colarmente silenziosa, il che fa pensare che con un ap-proccio più audiophile si poteva fare ancora di più. Labase comunque c’è, eccome. La voce di Paul Simon èsempre inconfondibile, e pur essendo perfettamente in-tellegibile riesce a non sovrastare mai gli strumenti, de-mocratica come l’autore. Assente il codice per il dow-nload. BUONO

LP Concord Records 088807239781

IL DISCO DEL MESE

PAUL SIMON“STRANGER TO STRANGER”

80 FDS 248 ▼ ROCK E I SUOI FRATELLI AUDIOFILI • di Mauro Bragagna

Red Hot Chili Peppers “The Getaway”

2 LP Warner Bros. 9362- 49201-6

I fan dei Red Hot Chili Peppers sono un po’confusi. Da Blood Sugar Sex Magic (1991) inpoi c’è sempre stato Rick Rubin a prendersi curadella loro band preferita. I dischi pubblicati neidecenni successivi non sono sempre stati a quellivello, è sottinteso, ma dopo l’uscita di Jack Fru-sciante dal gruppo è questo il momento più de-licato della loro storia. L’arrivederci a Rubin erastato annunciato insieme alla presenza di ospi-ti come Elton John e Paul McCartney, lontanianni luce dall’universo funk e urbano dellaband. In The Getaway troviamo soltanto Elton,che suona il piano in Sick Rose e ha portato consé l’inseparabile paroliere Bernie Taupin. Bastaed avanza per dare un’idea del cambiamento.Considerato che il produttore è Danger Mou-se e il mixaggio è a cura di Nigel Godrich (Ra-diohead), la recensione potrebbe essere sosti-tuita dalla lettura dei crediti. È l’album menotirato della loro discografia, o se preferite il piùpop. Se si è affezionati al classico sound del RedHot Chili Peppers, The Getaway non può nondeludere. Ma la realtà è un po’ più articolata:preso atto che l’energia non si trova al marketcinese e il tempo scorre implacabile, cercare dicambiare pelle – ricoperta di tatuaggi troppoaggressivi - potrebbe essere una scelta intelli-gente. Danger Mouse ha fatto cose egregie coni Black Keys, Norah Jones e nell’omaggio al ci-nema e alle musiche italiane di Rome. Il suo in-tervento è invasivo come quando è ispirato, nonsi limita a stare dietro la console come ha fat-to con l’ultimo album degli U2. Ha trasformatoil funk-rock dei Red Hot Chili Peppers in un art-rock orecchiabile e potenzialmente affasci-nante, ancora da decifrare. Un lavoro degno del-l’Italia di Conte, posto che gli schemi e lo spi-rito di squadra sono fondamentali. Ma non ba-stano, se i giocatori alla fine sbagliano ripetu-tamente i calci di rigore, come Kiedis e com-pagni.

Il mastering è di Stephen Marcussen e la regi-strazione è digitale, ma a seconda del suppor-to il suono cambia radicalmente. Asfittico ecompresso nel cd, il misuratore di dinamica in-dica uno sconsolante DR 5, mentre nel vinile rie-sce a respirare piuttosto bene, come sembra in-dicare un ben più accattivante DR 11. La di-namica è molto ma non dice tutto, definizionee contrasto lasciano comunque a desiderare. Nelvinile, doppio e un po’ leggero, manca il codiceper il download. DISCRETO

Dopo quarantacinque anni ha detto addio aCrosby, Stills, Nash & Young, a Crosby, Stills &Nash, a Crosby & Nash. Uno stop definitivo,pare di capire, perché con l’inseparabile Cro-sby ha proprio litigato. Peccato, perché l’in-treccio delle loro voci è sempre stato incante-vole, basta pensare a come hanno impreziosi-to Fanfare di Jonathan Wilson o On an Islanddi David Gilmour. Nash non è considerato unartista al livello dei suoi ingombranti compa-gni di viaggio, ma è stato fondamentale nel dareequilibrio alle varie formazioni. E con la sua leg-gerezza venata di Utopia ha scritto canzoni in-dimenticabili come Our House, Marrakech Ex-press, Teach Your Children, Chicago… Da so-lista non è stato uno stakanovista, sei dischi inmezzo secolo, e il precedente ha già quattordicianni. Il folk-rock di This Path Tonight non puòe non vuole stupire ma ha qualcosa da rac-contare. Graham sta divorziando dalla moglieSusan dopo 38 anni, ed è già ripartito con unanuova storia d’amore, a settantaquattro anni,come accade nei film di Woody Allen. Si è ap-poggiato a Shane Fontayne, già collaboratoredi Crosby, Stills & Nash, di Jackson Browne eBruce Springsteen, e in un mese hanno scrittouna ventina di canzoni, e le hanno registrate insoli otto giorni. Sull’album ne sono rimaste die-ci. Oltre alle sue emozioni ci racconta lo sgo-mento per l’andamento del mondo, è ancora unhippie nel cuore, e ad un certo punto si chie-de che ne è stato di all you need is love.Già, chene è stato? Ma la sua voce ispira come semprefiducia e ottimismo, anche se i tempi della Guer-ra del Vietnam sembrano felici, rispetto al di-sastro attuale.

La registrazione è digitale, ma secondo Grahamcon i convertitori più evoluti si può ottenere unsuono appagante e completo come il miglioranalogico. Effettivamente siamo su ottimi livelli.Dettaglio, dinamica, banda passante ed im-magine del vinile sono convincenti, e il micro-contrasto rende la musica piacevolmente live.In un quadro ampiamente positivo dobbiamoevidenziare un accenno di asciuttezza di trop-po, tutto qua. II mastering è del sempre sia lo-dato Bernie Grundman. BUONO/OTTIMO

Graham Nash“This Path Tonight”

LP+ Download Blue Castel Records BCR4516-5

Mudcrutch“2”

LP Reprise Records 9362 – 49208 – 2g

Mentre Bruce Springsteen riempie San Sirocome se fosse un piccolo club, i Mudcrutch diTom Petty stanno concludendo il loro tour ame-ricano e 2 fatica a trovare spazi adeguati in Eu-ropa. È uscito un po’ in sordina, anche se nonha nulla da invidiare, per usare un eufemismo,agli ultimi album del Boss e neppure agli ulti-mi lavori di Tom Petty & the Heartbreakers,come Mojo e Hypnotic Eye. I Mudcrutchsono stati la sua prima formazione, fra il 1970ed il 1975, poi con il tastierista Benmont Tenche il chitarrista Mike Campbell ha formato gliHeartbreakers. Randall Marsh e Tom Leadon,rimasti esclusi dalla nuova band, hanno pas-sato la vita rosicando. Almeno fino al 2008,quando Tom Petty ha romanticamente decisodi rimettere insieme la sua prima band realiz-zando Mudcrutch. Dopo otto anni è arrivatoil seguito, 2, che porta con sé ottime referenzeanche se nessuno si è spremuto le meningi nel-la scelta dei titoli dei dischi. “Non mi sono maidivertito tanto come quando ho registrato il se-condo album dei Mudcrutch”, ha dichiaratoPetty, e oggi capiamo il perché. Non solo la suavoce è miracolosamente intatta, caso più uni-co che raro fra i rocker “classici”, ma anchel’ispirazione è tornata a livelli di eccellenza. L’ar-monica a bocca ispira quasi inevitabilmente ma-linconia e ricordi struggenti, ma in Trailer tra-bocca energia positiva, dopo quarant’anniPetty è ancora in prima linea con l’accento su-dista di chi è nato a Gainesville, Florida, fra chi-tarre elettriche ed alligatori. Il suono è semprerock ma più country oriented, rispetto agli He-artbreakers, e questa immersione nelle radici,un po’ alla Traveling Wilburys, sembra av-vantaggiare la musica. Tom ha scritto sette can-zoni, mentre le altre quattro sono firmate unaciascuna dagli altri membri della band (Mar-shall, Leadon, Tench, Campbell). Uno splendidoesempio di democrazia, ma se avesse fatto il Pu-tin avremmo fra le mani uno dei suoi dischi mi-gliori in assoluto. Ma forse non si sarebbe di-vertito così tanto.

Copertina apribile, una stampa artistica inomaggio, un bel vinile 180 grammi realizzatocon cura. Soprattutto, un bellissimo suonorock’n’roll, che rimanda ai tempi in cui il cavalloritratto nella stampa era un mezzo di traspor-to importante e i dischi si ascoltavano poten-do alzare il volume. Anche con 2 lo si può fare,se avete l’accortezza di lasciar perdere il cd cheè invece piuttosto compresso, oltre ad esserevenduto quasi allo stesso prezzo del disco nero.Peccato per la mancanza del codice per ildownload, ma ci consoliamo con il masteringdi Chris Bellman. BUONO

ROCK E I SUOI FRATELLI AUDIOFILI ▼ FDS 248 81

Stefano Bollani “Napoli Trip”

CD Decca Records 0602547951588

Come il Dustin Hoffman di tanti anni fa, chenon sbagliava mai un film, anche Stefano Bol-lani non sbaglia un disco. Anche se il suo eclet-tismo mette sulla difensiva i puristi del jazz, chenon amano veder mescolare plebe e nobiltà, emette talvolta in imbarazzo il pubblico gene-ralista, che ne apprezza la vena istrionica mafatica a seguirne le evoluzioni musicali. Bolla-ni ha deciso di vivere in una sorta di terra dinessuno, rompendo le convenzioni, e a noi pia-ce anche per questo. Dopo la rivisitazionedell’universo musicale di Frank Zappa (SheikYer Zappa) e l’omaggio a quello strumento dia-bolicamente piacevole che è il Fender Rhodes(Arrivano gli alieni), ci sorprende con qualcosadi imprevisto ed imprevedibile. Un omaggio aNapoli. Anzi, un trip napoletano. Con alcunecomposizioni nuove di zecca che si alternanoalle cover. L’amato Carosone di Caravan Petrol,il Pino Daniele di Putesse Essere Allero, nonglissando neppure su titoli inflazionati come ‘OSole Mio e Reginella. Solo che il mandolino losuona un brasiliano come Hamilton De Hol-landa, il dj e produttore norvegese Jan Bang gio-ca con l’elettronica, la batteria è assegnata aManu Katchè ed un polistrumentista come Da-niele Sepe, il meno prevedibile dei musicisti na-poletani, evoca la tradizione partenopea e poila trafigge amorevolmente come piacerebbe alMarchese de Sade. Il risultato è qualcosa chesfugge ad ogni definizione, alternando i mo-menti giocosi (allegro ma non troppo, per dir-la con Bruno Bozzetto) al dramma che incrociala commedia nell’unico pezzo cantato, Guap-paria 2000, scritta del napoletano LorenzoHengeller e cantata da Stefano: “Napoli, è comeuna deriva esotica/Se solo si trovasse in Svizze-ra/farebbe invidia anche all’America/Napoli, per-versione geopolitica/Se Ulisse fosse nato al Vome-ro/Tu non saresti la sua Itaca…”. Bollani se nevanta: dopo aver realizzato un disco su FrankZappa senza chitarra, un disco di musica na-poletana senza voce napoletana.

Stefano non è ancora stato informato che il mer-cato ha virato verso la “magia dell’analogico”,e si permette di mettere in evidenza la scrittaDDD, come ai tempi in cui il cd era il nuovo ar-rivato pieno di speranze. Registrato e mixatoda Roberto Lioli alla Casa del Jazz, masteriz-zato da Stefano Cappelli. Se il digitale fosse tut-to così, quello audiofilo sarebbe un popolo mol-to più felice. BUONO/OTTIMO

Si è presentato come una speranza del nuovocountry, proponendo una musica adulta che loha fatto paragonare a Waylon Jennings. Me-tamodern Sounds in Country Music è stato ap-plaudito dal New York Times e da David Let-terman, “American Songwriter” lo ha indica-to come disco dell’anno 2014. Fra le novetracce che compongono A Sailor’s Guide toEarth, però, solo Sea Stories conferma l’ap-proccio degli album precedenti, mentre rac-conta con asciuttezza neo-realista la sua espe-rienza triennale nella marina militare. Sturgillha indicato What’s Going On di Marvin Gayecome principale fonte di ispirazione, e non eraun bluff. C’è molto soul, in queste canzoni,come è suggerito dalla presenza degli ab-bronzatissimi Dap-Kings. E All Around Yousembra arrivare dagli anni d’oro di Otis e Are-tha. L’album è immaginato come una raccoltadi lettere inviate da un marinaio lontano dacasa: benvenuto al mondo, figlio mio. Non è dettoche sarai l’ultimo, ma sicuramente rimarrai il pri-mo… l’incipit de Welcome to Earth. Se il ca-polavoro di Marvin aveva sullo sfondo leguerre e i conflitti sociali degli Anni Sessanta,Sturgill racconta lo smarrimento e le missionidi pace dei giorni nostri, mettendo in guardiadal finto patriottismo e dalle chiamate alle armi(Call to Arms). Un disco brillante e politico, rac-contato da chi le cose le ha vissute in prima per-sona e non per sentito dire. Voce, stentorea, maapproccio virilmente esistenzialista. Final-mente qualcosa di nuovo e di forte, dagli Sta-ti Uniti. Sturgill non si offenderà certo se l’al-bum verrà ricordato anche per l’incredibile co-ver de In Bloom dei Nirvana. La sua voce nonè disperata come quella di Kurt Cobain, ma lasteel guitar, gli archi ed i fiati scavano a fondocome e di più di una chitarra elettrica distor-ta. Interpretazione sublime, siamo dalle partidi Elvis e Sinatra. Il 2016 si sta rivelando unanno grandioso per la musica, come non ac-cadeva da tempo.

La copertina marinaresca e curata riporta unaraccomandazione vecchio stile: to be played atmaximum volume. Sì, d’accordo, ma allora po-tevate comprimerlo un po’ meno. Non è regi-strato male in assoluto, i dettagli ci sono tuttima certo non siamo ai livelli di Mudcrutch oGraham Nash. La delusione per una tecnicanon all’altezza della musica è stemperata dal-la comodità, acquistando il vinile il cd è offer-to come bonus. DISCRETO

Sturgill Simpson “A Sailor’s Guide to Earth”

LP+ CD Atlantic Recording Corporation

Paul McCartney “Pure”

4 CD Concord Music Group 8 88072 38699 0

I primi di luglio Paul McCartney ha passato al-cuni giorni di relax lungo la costiera amalfita-na. Ottima scelta, non esistono solo le Baleari,come pensano le stelle del calcio. Cosa c’è dimeglio di un bel gelato, con il caldo? E Maccasi è messo in coda per un cono, ad Amalfi, manessuno lo ha riconosciuto. Nemmeno un sel-fie, gli hanno chiesto. In rete queste immaginiun po’ tristi si sono diffuse con un certo com-piacimento, ma preferiamo un’altra foto, quel-la che sta sulla copertina di Pure, scattata dal-la moglie Linda Eastman. Lo riprende con labarba che coltivava quando i Beatles erano alcrepuscolo e la sua carriera solista si annunciavainarrestabile. Non è andata così, e da solo o coni Wings non è riuscito a mettere insieme un al-bum a livello dei Fab Four, anche se ha sfiora-to il capolavoro con Band On The Run e Un-plugged, che però era un live. Pure è nato conun fine preciso. Mettere insieme delle canzoniche possano risultare piacevoli da ascoltare inmacchina, o in una festa con gli amici. La sca-letta prevede 39 canzoni nel cd doppio, 41 nelvinile quadruplo. 69 nel cd quadruplo. La scel-ta l’ha effettuata lo stesso Paul, ma pare incre-dibile che nella versione estesa si siano 5 can-zoni dall’ultimo New, 8 da Flaming Pie, e nes-suna da Flowers in The Dirt, l’album della col-laborazione con Elvis Costello, che gli aveva fat-to ricordare il modo di lavorare con John Len-non. Mistero. La qualità di questa raccolta è co-munque tale da farne il primo disco di PaulMcCartney da possedere, se di lui non si ha nul-la. Non c’è tutto ma c’è molto, dalla romanti-ca My Love a Ebony and Ivory con Stevie Won-der, dal tema di 007 Live and Let Die a Let MeRoll It, la risposta alle critiche di John Lennonche lo accusava di non avere spessore, da so-lista. E Paul gli rispondeva lasciamela suonare.Già. Burt Bacharach, Brian Wilson e Phil Spec-tor sono i giganti della canzone pop, ma di-menticarsi del Baronetto sarebbe un errore im-perdonabile.

45 anni di carriera solista non sono una baz-zecola, la qualità non può ovviamente essereomogenea. Prendiamo atto che si sono fatte lecose per bene, senza umiliare come spesso ac-cade chi si “accontenta” del cd. Quello qua-druplo è curatissimo nella confezione, non èparticolarmente compresso e si porta via peruna trentina di euro. Se scegliete il box in vi-nile quadruplo (con 41 pezzi invece che 69) glieuro richiesti sono un’ottantina, ma i dischisono stampati con cura e il suono è leggermentemigliore rispetto al cd. Un affare, se vi piaccionole silly love song. BUONO

18 agosto Forte dei Marmi,Villa Betelli21 agosto Ostuni, CavaAnfiteatro San Giovanni30 agosto Verona, TeatroRomano11 settembre Sesto SanGiovanni (MI), Carro-ponte Patty PravoProseguono gli appunta-menti con Eccomi Tour diPatty Pravo che, dopo iltrionfo delle date primave-rili nei teatri, sarà impe-gnata in tournée per tuttal’estate. Un successo chenon stupisce data la classee la grinta dell’artista che -con cinquant’anni di car-riera, oltre cento milioni dicopie vendute, numerosiriconoscimenti nazionali einternazionali - non smettedi emozionare il pubblico edi mettersi in gioco, comeha dimostrato con la fortu-nata partecipazione al Fe-stival di Saremo con ilbrano Cieli Immensi primoestratto dal nuovo albumdi inediti Eccomi. Sono fe-lice – dice Patty Pravo –della scaletta scelta perquesto tour, abbiamo scelto

i pezzi da eseguire conestrema cura, certi di dare achi viene ai concerti dueore di buona musica, emo-zioni, divertimento e em-patia. In programma, ac-canto alla sanremese CieliImmensi ed ai brani dell’al-bum Eccomi non manche-ranno le sue hit – da PazzaIdea a E dimmi che non vuoimorire, passando per Pen-siero Stupendo, Il vento e lerose e Unisono. Sul palcocon Patty Pravo una banddi sei musicisti: MicheleLombardi alle tastiere epiano, Lucio Fasino albasso, Andrea Fontana allabatteria, Stefano Cerisioli eIvan Geronazzo alle chi-tarre, Gabriele Bolognesi aifiati. Direttore musicale earrangiatore del Tour ilMaestro Giovanni Bosca-riol.

19 agosto, Marina di Pie-trasanta (LU), Teatro LaVersilianaTony Hadley: da Sinatraagli Spandau Balletcon Gerardo Di LellaSwing OrchestraTony Hadley, frontman de-

gli Spandau Ballet, e la Ge-rardo Di Lella Swing Or-chestra, hanno dato vita aduna straordinaria collabo-razione in occasione delMemorial concert dedicatoad uno dei più grandi can-tanti americani di tutti itempi, Frank Sinatra, in oc-casione della ricorrenza deicento anni dalla sua nascita(12 dicembre 1915).Un’idea originalissima: lavoce inconfondibile di unadelle band inglesi piùamate nel mondo, capacedi cambiare registro (dalpop al soul fino ad arrivareallo swing, come in questaoccasione) che si cimentaper la prima volta con il re-pertorio importante, pre-stigioso di The Voice.Diciotto brani leggendariproposti dal vivo come maiprima, per ricordare un’ar-tista dalla voce e dallo stileinconfondibile, indenne almutamento delle variemode musicali: Frankie èrimasto sempre legato alsuo repertorio diventandoun vero e proprio idolo intutto il mondo, celebratogià in vita dai colleghi piùfamosi (si ricordano i duealbum Duets all’inizio de-gli anni ’90, in cui proposei suoi successi in duetto,appunto, con  Bono Vox,Stevie Wonder, BarbraStreisand, ed altri grandidella scena internazionale).Ma anche dopo la suascomparsa alcuni dei piùgrandi artisti internazionali

gli hanno reso omaggio, traquesti Michael Bublé, Ge-orge Michael, passandoper Rod Steward, RobbieWilliams e Harry ConnickJr.Ora celebra il grande croo-ner anche Tony Hadley, lavoce di Gold, True, I’ll flyfor you, With Pride, e di tuttele hit degli Spandau Ballet,la band che, più di ogni al-tra, resta icona della scenanew romantic mondiale ecapace di proporsi con ungrande live anche que-st’anno (clamoroso il suc-cesso dei concerti tenuti inItalia tra la primavera el’estate scorse).L’Orchestra riproporrà l’at-mosfera originale deibrani, eseguendo le parti-ture trascritte nel rispettototale delle registrazionistoriche, offrendo ancheuno spunto interessanteper valorizzare i numerosiarrangiatori che, nel corsodegli anni, hanno contri-buito al successo delgrande Frank Sinatra: daFly Me To The Moon a ForOnce In My Life e That’s life;da Come Fly With Me a TheBest Is Yet To Come e TheLady Is A Tramp. Non man-cheranno My Way, NewYork, New York e I’ve GotYou Under My Skin.

20 agosto, Salò (BS),Piazza della VittoriaFabrizio BossoEsce l’album Duke, il tri-buto di Fabrizio Bosso a

82 FDS 248 ▼ APPUNTAMENTI D’ASCOLTO • a cura della Redazione

Rassegna di concerti ed eventi di tutti i generi musicali per lasciare, una volta tanto, l’impianto spento. O, quantomeno, in stand-by...

83APPUNTAMENTI D’ASCOLTO ▼ FDS 248

Duke Ellington. Il trombet-tista jazz torinese  si con-fronta con il repertorio diuno dei più grandi compo-sitori dell’intero novecento.Gli arrangiamenti, del tuttonuovi, degli standard del“Duca” sono a cura diPaolo Silvestri. Mentre latromba di Fabrizio Bosso èaccompagnata dal suoquartetto composto da Ju-lian Oliver Mazzariello(pianoforte), Luca Ale-manno (contrabbasso), Ni-cola Angelucci (batteria)più la sezione fiati: Fer-nando Brusco e ClaudioCorvini (tromba), MarioCorvini (trombone), GianniOddi (sax alto), Marco Gui-dolotti (sax baritono) e Mi-chele Polga (sax tenore esoprano).

20 agosto, Jesolo (VE),Piazza AuroraJames Senese & NapoliCentrale.

James Senese, fondatore diuno dei gruppi più origi-nali della scena settantianaitaliana, uno dei più grandisassofonisti viventi, conti-nua il suo viaggio con i Na-poli Centrale, oggi formatida Fredy Malfi alla batteriae cori, Gigi De Rienzo albasso ed Ernesto Vitolo alletastiere. Il 29 aprile è uscitoil nuovo album “’O San-ghe”. Franco Del Prete, lostorico batterista di NapoliCentrale, che ha collabo-rato ad alcuni dei testi del

disco e ha partecipato in al-cune delle tracce, sarà an-che presentecome guest durante il tour.“Perché ’O Sanghe? Perchérispecchia tutto il doloredella gente che soffre per-ché senza casa, senza la-voro, senza amore, senzapresente e futuro”: così Ja-mes Senese presenta il suonuovo album in studio, ’OSanghe realizzato insiemeai Napoli Centrale. Il discovede la voce di James Se-nese per la prima voltasotto i riflettori, ad inter-pretare i dieci brani in essocontenuti. Nel disco suo-nano i musicisti con cui l’exbraccio destro di Pino Da-niele collabora da anni: Er-nesto Vitolo alle tastiere,Gigi De Rienzo al basso(suoi gli arrangiamenti e laproduzione artistica del-l’album), Fredy Malfi allabatteria. Da segnalare lapresenza, dopo oltre ven-t’anni, di Franco Del Prete,lo storico batterista dei Na-poli Centrale, che ha colla-borato ad alcuni testi e suo-nato in parte delle canzoni.

24 agosto Zafferana Etnea(CT) Anfiteatro Comunale3 settembre Sesto SanGiovanni (MI), Carro-ponte5 settembre Prato, PiazzaDuomo24 settembre Cesena, Ca-risportElio e le Storie TeseNe è passato di tempo da‘83 l’anno per te, il concorsodi Radio Poster che inco-ronò vincitori a pari meritocon un altro i giovanissimiEelST. Trentadue annidopo, gli allori di Radio

Poster sono poco più di unricordo; non è pensabiledormirci sopra. Da questaconsiderazione nasce lanuova provocatoria inizia-tiva by Elio e le Storie Tese,il Piccoli Energumeni Tour.Obiettivo del Piccoli Ener-gumeni Tour (PET) è darespettacolo in grandi spazicome palasport, arene e fe-stival all’aperto, per rag-giungere più spettatori inun colpo solo. Al contrariodei concerti nei teatri (per iquali sono necessarie una odue rappresentazioni percittà), nei Cafè chantant(10-50 rappresentazioni percittà) o nelle case di singolie coppie (migliaia di con-certi per città), la scena mu-sicale del palasport riservavantaggi. Fra tutti: agliEelST tocca fare meno con-certi e c’è più tempo da de-dicare alle proprie attivitàprofessionali. Attività pro-fessionali di membri e col-laboratori degli EelST ag-giornate al 1 dicembre2015: credere negli esseriumani che hanno il corag-gio di essere umani (Elio);automodellismo di pregio(Cesareo); telecronismo dibaseball (Faso); moto datrial (Christian Meyer); gio-chini sul telefono (RoccoTanica); microsaldature(Jantoman); gorgheggi(Paola Folli); ridere conti-nuamente (Vittorio Co-sma); progettare edifici(arch. Mangoni). Altri van-taggi del mondo palasport:se viene tanta gente, si sim-patizza; se viene pocagente, stanno comodi. Alcontrario di quelli che de-buttano col tour ad esem-pio a Gorizia (inventandosi

che sono molto legati a Go-rizia mentre in realtà de-vono ancora rodare lo spet-tacolo e sperano che aigoriziani vada bene tutto),il PET comincerà a Milanoe Roma, due città conside-rate altrettanto valide inItalia. Visto che come rò-dano gli spettacoli gliEelST pochi altri li ròdano,è ragionevole credere chegià i primi due spettacolisaranno un meccanismooliato e perfetto. E ove maiil meccanismo si raffinasseulteriormente cammin fa-cendo, che bello sarebbeconcludere il tour a Goriziainvece di iniziarvelo, allafaccia di chi ha sempreguardato alla confluenzadelle valli d’Isonzo e Vi-pacco come ad un non-luogo, ad una sorta di di-scarica culturale che nonmerita un concerto de-cente.

27 agosto Sanremo (IM),Teatro AristonNicola Piovani: La musicaè pericolosa

Rossano Baldini: TastiereMarina Cesari: Sax/Clari-nettoPasquale Filastò: Violon-cello/ChitarraIvan Gambini:Batteria/percussioniMarco Loddo: Contrab-bassoNicola Piovani: PianoforteLa musica è pericolosa è unracconto musicale, narratodagli strumenti che agi-scono in scena – piano-forte, contrabbasso, per-cussioni, sassofono,clarinetto, chitarra, violon-cello, fisarmonica. A scan-dire le stazioni di questoviaggio musicale in libertà,Nicola Piovani racconta alpubblico il senso di questifrastagliati percorsi chel’hanno portato a fiancheg-giare il lavoro di De André,

84 FDS 248 ▼ APPUNTAMENTI D’ASCOLTO

di Fellini, di Magni, di re-gisti spagnoli, francesi,olandesi, per teatro, ci-nema, televisione, cantantistrumentisti, alternandol’esecuzione di brani tea-tralmente inediti a nuoveversioni di brani più noti,riarrangiati per l’occasione.Nel racconto teatrale la pa-rola arriva dove la musicanon può arrivare, ma, so-prattutto, la musica la fa dapadrona là dove la parolanon sa e non può arrivare.I video di scena integranoil racconto con immagini difilm, di spettacoli e, so-prattutto, immagini che ar-tisti come Luzzati e Ma-nara hanno dedicatoall’opera musicale di Pio-vani.

28 agosto, Roma, Audito-rium Parco della MusicaJohn Carpenter

Il leggendario compositoree regista horror John Car-penter, autore di capola-vori assoluti del cinemacome Distretto 13 – Le bri-gate della morte (1976) Hal-loween (1978), La Cosa(1982), 1997: Fuga da NewYork (1981), Christine, LaMacchina Infernale (1983),Essi Vivono (1988), GrossoGuaio A China Town (1986)e Il Seme Della Follia (1994),che ha firmato come registae come autore delle co-lonne sonore, suonerà dalvivo le sue composizioninella Sala Santa Cecilia del-l’Auditorium Parco dellaMusica. Halloween 2014: ilmondo arriva a conoscereun’altra faccia di John Car-

penter, un’altra fase dellasua carriera. Esce infattiVortex, il primo singoloestratto da Lost Themes, ov-vero la sua prima releasediscografica ufficiale, cherimette Carpenter al centrodelle discussioni più im-portanti sull’intersezionetra musica e cinematogra-fia: la sua influenza sul-l’arte del creare colonne so-nore nel modo piùpersonale, suggestivo e ta-gliente possibile è sempli-cemente fondamentale. Lareazione di pubblico e cri-tica all’uscita di Lost The-mes che, per la prima volta,si basa su materiale maiutilizzato nei suoi film è in-fatti eccezionale e da Va-nity Fair a Rolling Stone,dal Wall Street Journal alLos Angeles Times, dalGuardian al New York Ti-mes fioccano articoli entu-

siastici e copertine dedicateal Maestro. E’ un successodi vendite oltre ogni aspet-tativa (fra i primi 200 al-bum venduti sia nelle clas-sifiche americane che inquelle inglesi), e The LostThemes diventa una dellerelease di maggior suc-cesso nella storia ormaiquasi decennale della labelSacred Bones. Un successocosì impetuoso da costrin-gere John Carpenter ad unpasso inizialmente inaspet-tato (e mai prima speri-mentato): suonare la suamusica dal vivo. Ecco chequindi il 2016 divental’anno non solo di Lost The-mes II (ovvero un sequel, inpieno spirito carpente-

riano), album costruitocome il suo predecessorecon l’aiuto sia del figlioCody Carpenter che del fi-glioccio Daniel Davies, maanche dell’esordio in tour.Per Lost Themes II, i tre au-tori hanno potuto lavorareinsieme e nella stessa cittàseppur dovendo compri-mere i tempi all’inverosi-mile per i rispettivi impe-gni. Una situazione percerti versi paragonabileagli esordi di John Carpen-ter come regista, con film(diventati poi assoluti clas-sici) girati nel minor tempopossibile per riuscire astare dentro ai bassi budgetproduttivi a disposizione.Il risultato è un lavorocoeso e compatto ma altempo stesso dallo spettrosonoro più ampio: adesempio più chitarre, acu-stiche ed elettriche, ad in-terpolarsi in mezzo alle in-confondibili trame di synthdi Carpenter, o anche lineeritmiche più espressive edinamiche. Materialepronto ad essere reinter-pretato su un palco, met-tendo però ovviamente inscaletta anche i momentimigliori di Lost Themes cosìcome un’affilata ed accu-rata selezione delle imma-gini dei suoi film e le co-lonne sonore più famose,come ad esempio il nototema della saga di Hallo-ween, 1997: Fuga da NewYork e Grosso guaio a China-town.

Dall’1 al 4 settembre Tre-viso, Area DoganaHome FestivalIl festival trevigiano, allasua settima edizione, ri-

parte da Editors, 2Ma-nyDjs, Pendulum, MaxGazzè, Enter Shikari,Salmo e Alborosie.Home Festival conta più dicinque palchi ed ospita un-dici aree spettacolo, cento-sessanta concerti che spa-ziano dagli artisti piùaffermati alle nuove ten-denze musicali, è unevento unico nel suo ge-nere, che si propone comefestival a tutto tondo.Quattro giorni di Musica,ma anche di Arte e Sport: èuna Casa che dà spazio allearti figurative, al cinema edalla letteratura. Di partico-lare rilievo la collabora-zione avviata nel 2013 conMichelangelo Pistoletto,celebre artista performa-tivo e scultore italiano, sto-rico Maestro dell’Arte po-vera, che ha portato allamanifestazione un pro-getto relativo al suo TerzoParadiso. Segno del grandelegame tra gli eventi ita-liani la collaborazione conil Treviso Comic Book Fe-stival ed il gemellaggio conil festival della letteraturadi Ivrea La Grande Inva-sione. Una Casa costruitamattone per mattone neglianni e che oggi è realtà percinquecento volontari coin-volti, oltre ottanta aziendeche lavorano con Home,trenta associazioni attive,ottantamila persone pre-senti da tutte le regioni ita-liane ma anche da più disei nazioni.Il programma1 settembre: Editors, 2ma-nydjs, I Ministri, I Cani,Selton, Recondite, Dardust,Yakamoto Kotzuga, JackJaselli, Inude, Tunga XXL,

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John Canoe, The Jacques,Go March, Kiol, Vettori2 settembre: Prodigy, Al-borosie & The ShengenClan, Pendulum djset &Verse, Dub FX, Teatro degliOrrori, Modestep, AprèsLa Classe, Rumatera,Drum and Bass chiama Ita-lia w/ Dj Ferro & Mc Deffeat Sismino, Vittoria andthe Hyde Park.3 settembre: Martin Gar-rix, Fabri Fibra, Eagles OfDeath Metal, Salmo, EnterShikari, Ilario Alicante,While She Sleeps, Gemi-taiz, Fred de Palma, BrunoBellissimo, Iononsonoun-cane, Machweo, AckeejuiceRockers, Indian wells, Co-lors Splash Italy’s LargestPaint Party4 settembre: Vinicio Ca-possela, Max Gazzè, Du-bioza Kolektiv, EspanaCirco Este, Landlord, Holiil festival dei colori, Coez,Ghali, Izi, I Rio, Be Forest,Damien Mcfly, ChristianEffe, Funkasin street band.

3 e 4 settembre, Muggia(TS), Piazza MarconiMuggia Jazz Festival 2016- X Edizione

Torna Muggia Jazz Festi-val, la tradizionale duegiorni che ogni anno tra-sforma la città istrovenetanella capitale italiana deljazz. Ad aprire l’edizionedel decimo anniversariosarà Ray Gelato A granderichiesta, tornerà ancheMassimo Faraò, già ammi-rato in riviera l’anno pas-sato, in versione inedita.

Ray Gelato, amatissimo inItalia – è stato protagonistaa varie edizioni di UmbriaJazz, l’ultima nel 2014 –deve la sua prima in-fluenza musicale al padre,un aviatore americano che,trasferitosi a Londra, portòcon sé una vasta collezionedi grandi album. Il giovaneGelato entrò così in con-tatto con la musica diSammy Davis, Dean Mar-tin, Bill Haley e più tardiLouis Jordan e LouisPrima, che avrebbero for-temente influenzato la mu-sica di Ray. Nel 1979 presein mano il suo primo saxtenore e iniziò a confron-tarsi con la musica di Cole-man Hawkins, LesterYoung, Illinois Jacquet, BenWebster, e proprio in quelperiodo diede vita alla suaprima band. Il 1982 vide lanascita dei The BrothersChevalier con MauriceChevalier, band che in ap-pena sette anni divenneuna delle beniamine dellascena club londinese. Ilgrande successo ottenutonel Regno Unito aprì leporte a importanti tour inEuropa e in Giappone. Nel1988 Ray appare nel filminglese Scandal dove cantae suona il sax. Nello stessoanno fonda la band RayGelato and the Giant Jive,prototipo di quella che sa-rebbe stata la sua band dimaggior successo. In breveil neonato gruppo viene in-vitato in alcuni dei più im-portanti teatri e festival delmondo, come la CarnegieHall e il Nice Jazz Festival.Nel 1994, dopo aver fir-mato la colonna sonora deltelefilm della BBC No Ba-nanas, fonda The Ray Ge-lato Giants, band con laquale si esibisce ancoraoggi. Ray guadagna unagrande popolarità interna-zionale nel 1998, quandoappare in uno spot per laLevis Dockers con la rein-terpretazione del classicodi Renato Carosone TuVuo’ Fa l’Americano. Nel2000 trova il tempo per fareun altro cameo cinemato-

grafico con la sua appari-zione nel film di Jude LawEnigma, dove natural-mente suona il sax. Nel2001 con i suoi Giants apreil concerto di Robbie Wil-liams alla Royal AlbertHall di Londra, l’annodopo suona al matrimoniodi Paul McCartney, per poiesibirsi all’hotel Ritz diLondra davanti alla Re-gina. L’estate 2004 ha vistoRay protagonista sui pal-chi di tutta Europa, in par-ticolare resta memorabilela sua 10 giorni al Festivaldi Umbria Jazz in Italia.Nel Regno Unito, Ray e laband si esibiscono nellospettacolo BBC Proms in thePark di fronte a un pub-blico entusiasta di oltre40.000 persone a HydePark. Negli anni successiviil gruppo ha collezionatotour, esibizioni nei più im-portanti teatri del mondoe partecipazioni televisive.Una serie di successi checontinua con l’uscita del-l’ultimo disco Wonderful –The Lost Italian Songbook,uscito nel febbraio 2013.Massimo Faraò, più voltedefinito “il più nero deipianisti italiani”, nasce aGenova il 16 maggio 1965.Studia pianoforte con ilMaestro Flavio Crivelli ecomincia a collaborare coni musicisti locali, special-mente con il bassista PieroLeveratto. Nel 1993 è invi-tato per la prima volta ne-gli Stati Uniti a suonare conRed Holloway e AlbertTootie Heath con cui tienemolti concerti sulla costaoccidentale. Nel 1994 firmaun contratto discograficocon la Monad Records diNew York e torna negliStati Uniti come direttoremusicale del gruppo dellacantante Shawnn Monteirocomposto da Keter Betts eBobby Durham.E’ l’ideatore e direttore deiseminari internazionali Welove Jazz e Gospel che sitengono a Genova dal 1993e divenuti ormai uno deglieventi più importanti inEuropa e non solo.

Ha fatto parte per diversitour europei del quintettodi Nat Adderley, formatoda Antonio Hart, WalterBooker e Jimmy CobbDal 2001 fa parte del nuovoquartetto di Archie SheppJust in Time Quartet in-sieme a Wayne Dockery eBobby Durham. Nel no-vembre 2004 suona inGiappone presentando isuoi cd diventati best sel-lers.

3 settembre, Stintino (SS),Piazza dei CadutiGinevra di Marco

Esiste nel panorama ita-liano una voce femminileunica, non riconducibilealle interpreti “classiche”della canzone nazionale, nélegata al modello delle“rockeuse”. Qualcuno laconosce come controcantodi Giovanni Lindo Ferrettinei C.S.I. prima, nei PGRpoi. Qualcun altro l’avràvista in tour con MaxGazzé. Qualcun altro an-cora si ricorderà del suobell’esordio, Trama tenue,che vinse anche la Targadel Premio Tenco del 2000come migliore operaprima. È Donna Ginevra ilnuovo album di  GinevraDi Marco, in passato notasoprattutto per la sua mili-tanza nei CSI e nei PGR,dove la sua voce accompa-gnava quella di GiovanniLindo Ferretti. Undicibrani, tra i quali un sirtakie una villanella napoletana.“La musica popolare è ‘la’matrice”, afferma la can-tante. “A me è caduta ad-dosso, io mi ci sono tuffatadentro e penso che sia at-tuale”. Il materiale checompone questo lavoro èstato scelto con cura, eguarda alla tradizione nelsenso più lato del termine:confluiscono in “Donna Gi-

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nevra” canzoni antiche emeno antiche, toscane,campane, napoletane,come albanesi, cubane, bre-toni, villanelle ed episodidi cantautorato più tradi-zionali. Il tutto è riletto allaluce della sensibilità e del-l’espressività vocale di Gi-nevra.

6 settembre Prato, PiazzaDuomoAir

Il 10 giugno è uscito il loronuovo disco Twenyears,un’antologia composta dadue dischi, che racchiude iloro brani più celebri, col-laborazioni inedite e per-sino registrazioni live. In-ventori del French Touch,gli AIR (al secolo NicolasGodin e Jean-Benoit Dun-ckel) si sono formati a Ver-sailles nel 1995. Professoredi matematica uno, con unbackground più classicol’altro, i due decidono diunire le rispettive ambi-zioni musicali e artistichenel progetto AIR (rigorosa-mente tutto maiuscolo),acronimo di Amour, Ima-gination, Rêve. Amore, Im-maginazione, Sogno, esat-tamente quello che la loromusica da oltre un venten-nio rappresenta per i mol-tissimi fans.Nel 1998 esce il pluripre-miato Moon Safari, e con ilsingolo Sexy Boy, gli Airscalano immediatamente leclassifiche di tutto ilmondo, attestandosi comeuna delle band più in-fluenti del panorama elet-tronico e non solo. Dal ’99vengono scoperti dalla re-gista Sofia Coppola per cuicompongono la colonnasonora de Il giardino dellevergini suicide e poi per Lostin Translation che ha con-

sacrato il talento di ScarlettJohansson.

7, 9 e 16 settembre, Mon-calieri (TO)Ritmika Free Music Festi-val XX edizione

Ritmika si prepara anchequest’anno ad animare ilritorno dalle vacanze e a fe-steggiare un importantetraguardo: vent’anni digrande musica gratuita.Il festival nell’edizione delventennale si dividerà tradue sedi: una più avveniri-stica, il 45° Nord Entertain-ment Center di Via Posti-glione, una piùunderground, la Piazza delMercato, sempre a Monca-lieri. Tre gli appuntamentiche confermano il marchiodi fabbrica del Festival, co-niugare la grande musicaad ingresso gratuito conun’offerta musicale tra-sversale.Si parte il 7 settembre con illive di J-Ax e Fedez, duegenerazioni a confronto re-duci dal successo del sin-golo Vorrei ma non posto,preludio al lavoro in uscitaa gennaio 2017. Il 9 settem-bre un’icona della musicaleggera italiana AntonelloVenditti. Il 16 settembre lafesta di chiusura del festi-val e del tour dei vent’annidi carriera dei Subsonica,una grande festa con tantiospiti e sorprese.

7 settembre Sesto SanGiovanni (MI), Carro-ponteIosonouncaneIosonouncane incominciaall’indomani di Mano aiPulsanti, unico e postumoalbum dei sardi Adharma,di fatto la prima opera so-lista del tastierista, multi-strumentista e cantante Ja-copo Incani, o comunqueun suo preludio che già nemostra la personalità.Quando vara a tutti gli ef-fetti il suo personale pro-getto, con l’Ep omonimoIosonouncane (2010), Incanistupisce per gli sfregi ico-noclasti delle canzonetteretrò, tutto a base di loop ecampionamenti (Il famosogoal di mano), pastiche dan-zanti creati sui puri versivocali cacofonici, marcettee invettive strepitate caoti-che (Grandi magazzini pia-nura), ballate un po’ robo-tiche e un po’ clownesche(Summer On A Spiaggia Af-follata, ben più di una an-swer-song alla Solitary Beachdi Battiato), persino ritmirotolanti che prendonoispirazione da Jon Hassell(Torino pausa pranzo), epure brani lunghi (i 10 mi-nuti di La macarena suRoma, una sorta di remixafro-samba di un flussoalla Lucio Dalla, attorniatodi campioni parlati). Il sin-golo Le sirene di Luglio(2012) è un’altra creazionedelle sue, un remixdrum’n’bass caotico di unaballata sentimentale. Apoco più di un anno dal-l’uscita di Die, senza dub-bio uno dei migliori albumitaliani del 2015, Iosonoun-

cane darà vita a un nuovotour in cui risuonerà i branidel suo repertorio con unaband di eccezione. Il tour sichiamerà Mandria, dall’ul-tima traccia di Die. Un ti-tolo che vuole essere unproclama d’intenti dopo iltour in solitaria. Quella cheaccompagnerà Iosonoun-cane sarà una compagined’eccezione, formata da Si-mone Cavina (Junkfood,Ottone Pesante) alla batte-ria e alle percussioni, Fran-cesco Bolognini (Cut) allepercussioni e all’elettro-nica, Andrea Rovacchi (Ju-lie’s Haircut) ai sintetizza-tori, Serena Locci (già neldisco e nel tour acustico)alla voce femminile, Ioso-nouncane alle chitarre, al-l’elettronica e alla voce. Incabina di regia Bruno Ger-mano, già principale re-sponsabile dei comandi neiprecedenti tour di Ioso-nouncane.

10 settembre Verona, Tea-tro RomanoMarillion

Tornano in Italia, perun’unica esibizione, i Ma-rillion, colonne del Pro-gressive Rock di sempre.Trent’anni di carriera e mi-lioni di album venduti intutto il mondo hanno reso iMarillion una delle bandpiù amate nella storia delrock: il loro suono è tal-mente riconoscibile, sofi-sticato e immediato altempo stesso, da portarliormai oltre le proprie ori-gini romantico-sinfoniche;per loro bisogna parlare diun vero e proprio MarillionSound, come capita a pochiartisti. La scelta di tornare a

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suonare in Italia all’indo-mani della pubblicazionedi F.E.A.R., diciottesimo al-bum in studio (uscita uffi-ciale mondiale il 9 settem-bre 2016) è un omaggiospeciale al nostro paese.Reso ancora più impor-tante da un’assenza diquasi quattro anni dall’ul-tima apparizione nella no-stra penisola (doppio sold-out a Milano). In concertoproporranno i loro classicipiù amati e, probabil-mente, alcuni brani diF.E.A.R. (acronimo di FuckEveryone And Run) perquesto unico e fantasticoevento.

14 settembre Verona,ArenaCharles Aznavour

Una sola ed esclusiva dataitaliana, un concerto im-perdibile che lo vedrà pro-tagonista, per la primavolta in assoluto, nella sug-gestiva cornice dell’anfi-teatro Arena di Verona il 14settembre 2016.Cantautore, attore, diplo-matico impegnato, alla so-glia dei novantadue anniAznavour non smette distupire. Con la sua voce in-confondibile, tanto da me-ritare il soprannome diCharles Aznavoice, ha in-cantato milioni di spetta-tori in novantaquattropaesi, portando in scenaun  repertorio impressio-nate di più di mille canzonie quasi trecento album.Sono numeri da record e,

nonostante Aznavour pre-ferisca all’appellativo starquello più composto di ar-tigiano, i risultati sono ec-cezionali: tre milioni di di-schi venduti nel mondo eottanta film all’attivo. Per-ché Aznavour non ènient’altro che un uomocon una classe folle, unaprofessionalità indiscuti-bile, una volontà feroce eun artista dalla penna im-battibile che osserva ilmondo con gli occhi di unragazzino [Paris March].Nato a Parigi nel 1924 daimmigrati di origine ar-mena, Shahnour Vaghi-nagh Aznavourian, in arteCharles Aznavour, debuttòa teatro come attore diprosa. Nel dopoguerra,grazie a Edith Piaf che lo

portò in tournée in Franciae negli Stati Uniti, si misein luce come cantautore.Ma il riconoscimento mon-diale arrivò nel 1956 al-l’Olympia di Parigi con lacanzone Sur ma vie: unostrepitoso successo che glipermise di entrare nellastoria degli chansonnierfrancesi. Il fatto che Azna-vour canti in sette linguegli ha consentito di esibirsiin tutto il mondo dive-nendo ovunque famosis-simo. Si è esibito alla Car-negie Hall e nei maggioriteatri del mondo, duet-tando con star internazio-nali come Nana Mou-skouri, Liza Minnelli,Sumiva Moreno, CompaySegundo, Céline Dion e, in

Italia, con Mia Martini eLaura Pausini. In Italia,inoltre, per quasi tutte leversioni italiane delle suecanzoni ha collaborato conil grande autore e paroliereGiorgio Calabrese, recente-mente scomparso. Al-l’estero le sue canzoni sonostate spesso reinterpretateda numerosi artisti comeElton John, Bob Dylan,Sting, Placido Domingo,Céline Dion, Julio Iglesias,Edith Piaf, Liza Minnelli,Sammy Davis Jr, Ray Char-les, Elvis Costello e moltis-simi altri. Il suo impegnocome cantautore non gliimpedisce di battersi dasempre per la causa ar-mena, con un’intensa atti-vità diplomatica che gli èvalsa la nomina di Amba-sciatore d’Armenia in Sviz-zera. Settant’anni di lungae onorata carriera che loportano nel 2016 a regalarsiun nuovo tour internazio-nale. Dopo il tutto esauritodi Amsterdam, Dubai ePraga sarà la volta di An-twerp, Osaka, Tokyo, Bar-cellona, Marbella, Trélazé,Monaco e poi Verona, il 14settembre. Un concertoepico, intimo e generosoperché l’artista francese,per questa sua prima voltaall’Arena, desidera cele-brare il grande amore pro-fessionale e personale cheda sempre lo lega all’Italia.Immancabili i successi disempre come Tous les vi-sages de l’amour, cantatada Aznavour in quattro lin-gue (italiano, inglese, spa-gnolo e tedesco) e ampia-mente reinterpretata danumerosi artisti comeLaura Pausini (celebre lasua Uguale a lei), La Bo-

hème, Com’è triste Venezia,Ed io tra di voi (reinterpre-tata anche da Franco Bat-tiato) e moltissimi altri.

Dal 14 al 18 Settembre,MilanoLinecheck Music Meetingand FestivalLinecheck torna a Milanodal 14 al 18 settembre 2016,arricchendosi di una se-zione “live” e  proponen-dosi come Music Meetingand Festival, dopo la primaedizione del 2015 che hasorpreso tutti per l’inte-resse degli oltre 1.000 dele-gati e la ricchezza di conte-nuti.In uno scenario globale infortissima espansione, so-prattutto per quanto ri-guarda la musica dal vivo,Linecheck - Music Meetingand Festival aspira a sti-molare anche in Italia losviluppo di un settore chegrazie a occasioni di  con-fronto, approfondimento,networking e a un’offertamusicale più ampia e tra-sversale, può diventareuno dei comparti trainantidella ripresa economica eculturale. Linecheck vedequindi in cinque giorni so-vrapporsi due programmidistinti: uno rivolto agli ad-detti ai lavori o agli  aspi-ranti tali e un altro apertoal pubblico di music lovers.Il Music Meeting, che sisvolge all’interno del Tea-tro Franco Parenti, pro-pone trenta incontri per ap-profondire i vari  temi cheinteressano tutta la filieramusicale, tra musica dalvivo, festival, discografia,nuove tecnologie, comuni-cazione e marketing deglieventi grazie alle testimo-

88 FDS 248 ▼ APPUNTAMENTI D’ASCOLTO

nianze di grandi player in-ternazionali e protagoni-sti  assoluti dell’industriaitaliana.Il Music Festival si tiene trail Teatro Franco Parenti eun circuito di live club cherendono oggi Milano l’in-discussa capitale italianadell’intrattenimento. Il programma musicale,che si arricchirà fino all’ul-timo di ospiti nazionali einternazionali, proponecontenuti trasversali all’in-terno del panorama dellemusiche pop attuali.Tra i primi ospiti confer-mati spiccano il duo Mo-ritz Von Oswald & Gian-luca Petrella conl’anteprima mondialedi un progetto inedito, DJKoze e Red Axes (live),headliner dell’evento dichiusura Discouverture, ilive in data unica italianadi The Tallest Man onEarth e Dave HarringtonGroup, e la performanceaudiovisiva di Chassol.

E ancora c’è spazio permolti appuntamenti spe-ciali, come la Live Paradepromossa dal circuito Kee-pOn, veri e propri awardsitaliani della musica dalvivo, sotto gli occhi deiprincipali promoter euro-pei del circuito Koen o l’an-teprima degli Awards, or-ganizzati dal circuitoItalian Quality Music Fe-stivals che premiano lenuove  produzioni soprat-tutto in ambito elettronicoe sperimentale. Il pro-gramma si completerà conoltre venti party e concertidisseminati in tutta la cittàdi Milano, trasformandoquella di Linecheck in unavera e propria music weekcittadina di rilevanza in-ternazionale.

19 settembre Verona,ArenaAmiche in ArenaL’Arena di Verona ospitaAmiche in Arena, un con-certo evento ideato da Lo-

redana Bertè con la dire-zione artistica di FiorellaMannoia. Una serata unica,tutta al femminile, controil femminicidio e la vio-lenza sulle donne. Per por-tare ancora una volta l’at-tenzione su questo temache troppe volte ritornanelle pagine di cronaca. Unconcerto evento affinchéquesto non accada mai più.Le donne sono persone chemeritano di affermare ipropri desideri e la proprialibertà, senza che qualcunopossa decidere al postoloro e arrivi alla violenza eall’annientamento fisico.All’evento parteciperannoAlessandra Amoroso,Elisa, Emma, Irene Grandi,Noemi, Paola Turci, NinaZilli, Elodie (primi nomiconfermati), che si avvi-cenderanno sul palcodell’Arena con le padronedi casa Loredana Bertè eFiorella Mannoia. In que-sto concerto da non per-dere le più belle voci della

musica italiana si esibi-ranno sulle note dei suc-cessi di quarant’anni distraordinaria carriera diLoredana Bertè, raccolti inAmici non ne ho... ma amichesì! e molte altre canzoni. Ladirezione artistica di Ami-che in Arena è di FiorellaMannoia, che ha prodottoanche il disco Amici non neho... ma amiche sì! Un pro-getto discografico tutto alfemminile unico nel suogenere con una straordina-ria accoglienza di critica edi pubblico. L’album uscitoa marzo (in occasione deiquarant’anni di carriera diLoredana Bertè) ha dimo-strato ancora una volta chequando le donne si uni-scono per un progetto co-mune fanno la differenza.

PREMESSA DOVEROSA)Prima di immergerci nella letturadella presentazione dei grandiosi al-bum in scaletta, è necessario farechiarezza riguardo le riedizioni in vi-nile della musica del passato.È bene precisare fin da subito che nonbastano i fatidici centottanta grammiperché un Long Playing possa fre-giarsi del titolo “Audiophile Gra-de”, ci vuole ben altro! Oggi i negozi online traboccano di LPdi tutti i generi, di tutti i pesi e le di-mensioni, freschi di pressa, ma spes-so di bassa qualità tecnica, nonostanteil loro prezzo non sia proprio conte-nuto. Ovviamente parlo per espe-rienza personale. Mi è infatti capita-to di acquistare ristampe, spinto an-che delle lodi sperticate lette sui so-cial, da parte di alcuni nuovi e (ahi-mè) vecchi appassionati, ritrovan-domi poi con un discone malfatto giàdalla copertina e dal suono molto de-ludente.Oggi, teoricamente, ognuno di noipotrebbe spedire un file presso mol-te delle stamperie in giro per il mon-do, per ottenere uno stock di suoi bei180 grammi di cui vantarsi. Ma è poicosì facile ottenere un LP di indiscu-tibile qualità? Certamente no! Allo-ra qual è la differenza fra un disco distampa ordinaria ed uno “AudiophileGrade”?Vediamo subito: le etichette audio-phile (ad es. Speakers Corner, Ana-logue Productions, MFSL etc. ) ot-tengono i master originali, delle pri-me generazioni (quando questi sianodisponibili) direttamente dalle caseeditrici proprietarie, per impiegarli suconsolle coeve dei nastri stessi. Infattii grandi registratori dell’epoca, i tor-ni d’incisione, i banchi di regia ven-gono revisionati da cima a fondo, ag-giornati nella componentistica e,quando necessario, anche nel pro-getto. Naturalmente i processi di conser-vazione della qualità d’origine non siesauriscono con un “tagliando” alleelettroniche, tutta la filiera è mania-

calmente, costantemente controllataaffinché ogni passaggio preservi il piùpossibile intatto il suono del ma-ster: si riutilizza il tipo di equalizza-zione adottata in origine (qualche vol-ta però è impossibile risalirvi); sipone massima cura nel taglio dellelacche e nella creazione delle matri-ci negative per la pressa e si scegliela massima qualità del vinile per lostampo finale (la Classic Recordsutilizzava un vinile brevettato de-nominato “Quiex - Super Vinyl Pro-file). Ma ancora non basta: le presse im-piegate dalle case audiofile (ad es.Pallas in Germania, Record Techno-logy in California o la Toyo Kasey inGiappone) vengono controllate e ta-rate minuziosamente durante tutto ilprocesso di stampa fino a quandoogni singolo disco prodotto non cor-risponda allo standard prefissato ov-vero: spessore del materiale plasticouniforme su tutta la superficie del di-sco e solchi della profondità e lar-ghezza prevista in fase di incisionedelle lacche.Come si può facilmente immaginarela somma di tutti i suddetti accorgi-menti portano il prodotto finale ad unlivello di qualità inattuabile da tuttoil resto dei ri-stampatori ordinari.Ecco il perché dell’incredibile suonodelle ristampe audiofile e del loroprezzo.Ma andiamo a cominciare... sipario!

AA.VV. – Two Countries One Heart(LP Music Direct – Velut Luna –H2001 – VLLP 06)La Velut Luna per celebrare i suoi pri-mi venti anni di carriera ha posto inatto un progetto molto ambizioso:onorare la sua attività artistica attra-verso un significativo gemellaggioculturale fra Italia e Stati Unitid’America. La scelta del partner ov-viamente non è casuale, perché ènegli USA che Velut Luna esporta conmaggiore successo la propria musi-ca, attraverso il sitowww.hdtracks.com, che ha sede in

quella New York tanto cara al patronMarco Lincetto.

In scaletta abbiamo due brani classi-ci: Fanfare For The Common Man, diAaron Copland e Intermezzo da Ca-valleria Rusticana, di Pietro Mascagni;due brani inediti, appositamentescritti per questo evento: Il Chiodo eConsequence. Il resto dell’album èricco di brani classici italiani ed ame-ricani ma questi lascio che li scopriateda soli. Tutto quello che posso dire èche la performance delle cantanti èqualcosa di sbalorditivo. Conoscogià molto bene le grandi doti canoredi Cheryl Porter, dunque ciò che hoascoltato è stato una riconferma: unabellissima voce usata secondo unatecnica raffinatissima ed utilizzatasolo al fine di entrare nel testo e nel-l’emozione della canzone per megliointerpretarla e porgerla a noi ascol-tatori. E poi c’è Rosella Caporale... beh,sono rimasto sconvolto anche da lei,che non conoscevo abbastanza. Ed ècosì che la musica italiana è stata rap-presentata nel miglior modo possi-bile, del resto quale talento affianca-re a quello di Cheryl Porter? La no-stra Rosella, benché sia anche leiuna performer molto dotata e tecni-camente ineccepibile interpreta il re-pertorio scelto con contagioso tra-sporto.Ultima ma non ultima l’Orchestra delConservatorio Cesare Pollini di Pa-dova: compagine fluida, espressiva e

90 FDS 248 ▼ LP AUDIOPHILE • di Antonio Scanferlato

La buona musica che fa suonare bene l’impianto... anzi no, la grande Musica che tocca l’anima.

I dischi che presento questo mese sono tutti ai massimi livelli artistici e tutti, tranne uno, ai mas-simi livelli tecnici. Ma l’elevato livello tecnico di un disco serve a “dimostrare” gli impianti o adavvicinare il più possibile l’ascoltatore alle emozioni provate dall’artista?

coinvolgente.In questo album ogni brano è magi-stralmente eseguito ed artisticamen-te sentito. So bene che “il bravo pre-sentatore” non dovrebbe mostraremai le proprie emozioni in una re-censione ma... ascoltando questo di-sco, nonostante il caldo, i brividicorrono lungo tutto il corpo, ogni vol-ta.

Tutto quello che posso dire del suono diquesto LP è che è il migliore della mia col-lezione (circa 5000 titoli). Fermo restandoil suono correttissimo in ogni parametro,l’eccellenza assoluta viene estrinsecata at-traverso il dettaglio che è molto spinto mamai fuori dal contesto musicale, in par-ticolare delle voci. E poi la scena acusti-ca, la dinamica impareggiabile tantoche gli acuti delle cantanti sono qualco-sa di inaudito: emozione allo stato puro. Eccezionale.

The Gil Evans Orchestra – Plays TheMusic of Jimi Hendrix (LP RCA –Speakers Corner CPL1-0667)

Tutto era pronto per le sessioni, conlo stesso Jimi Hendrix alla chitarraelettrica, ma... questi lasciò il suo cor-po prima che ciò potesse avvenire,purtroppo.Quattro anni dopo, il pianista, ar-rangiatore e direttore d’orchestra GilEvans decise di riprendere in manoil materiale, tra l’altro già prontoper essere eseguito, lo riarrangiò perla sua orchestra di diciannove ele-menti e fra il 1974 ed il ‘75, presso loStudio B della RCA di New York City,avvennero le sedute di registrazioneche portarono a questo disco. In realtà Evans non riuscì mai ad in-contrare Hendrix di persona ma lo co-nosceva molto bene grazie alla suamusica: aveva tutti i suoi dischi uf-ficiali ed anche tutti suoi bootleg. Di lui ammirava il modo suonare la

chitarra e di cantare e di essere poe-ta come di un qualcosa di inscindi-bile: un tutt’uno artistico, originale edincredibilmente innovativo nel fee-ling, nella tecnica e nella potenza del-l’impatto emotivo risultante.All’età di sessantadue anni, Gil, sfi-dò sé stesso e... ne venne fuori un ca-polavoro!In effetti questo album fu qualcosa ditotalmente nuovo e formalmente di-verso dalla musica di Jimi, perché,come lo stesso direttore afferma: <<Il problema principale è l’infles-sione, cioè il riprodurla corretta-mente, essa è una sorta di codice per-sonale. A volte è necessario cambia-re l’inflessione o il modello ritmicoper far funzionare una canzone perun ensemble così grande. È come nar-rare una storia: cerco di tenere Jimisempre nei miei pensieri quandoscrivo gli arrangiamenti>>. Questo album prende le mosse dal-le attitudini Blues della musica diHendrix inserendola in un contestostilistico Jazz Rock, che nulla toglie al-l’anima delle composizioni origina-li, anzi ne esalta il carattere spiritua-le. Gli arrangiamenti, neanche a dirlo,sono brillanti e raffinati ma conser-vano tutta la carica energetica dellamusica originaria.Ho sempre creduto che questa “in-terpretazione” fosse roba per fighet-tima mi sbagliavo. In realtà questo al-bum non è altro che il miglior tribu-to che un grande personaggio dellascena musicale statunitense potesseregalare ad giovane, grande artista,suo contemporaneo. Album consigliato a chi possiedegià tutto ma anche a chi non haniente di Jimi Hendrix, genio dellamusica moderna.

Succede ogni volta: guardo la data di pub-blicazione del disco e non mi aspetto nul-la di speciale. Poi la musica comincia e...mi sento un po’ stupido, come in questocaso, per aver pensato che alla RCA diNYC, nel 1974, non usassero tecniche diripresa allo stato dell’arte, valide ancoroggi.Ogni strumento è rappresentato in modoveritiero in ogni aspetto: timbro, dina-mica, collocazione spaziale e tutto l’in-sieme è riproposto in modo semplicementecorretto, talmente corretto da non trovarcinulla di strano tanto ogni cosa è al pro-prio posto. Se proprio devo sottolineare una carat-teristica di questa registrazione è che ilsingolo strumento non è descritto in

modo spinto come accade per alcune re-gistrazioni digitali attuali, ma esso con-serva un calore, un certo tipo rotondità,oserei dire ergonomica, ‘sì da risultareestremamente godibile, sapido e maistucchevole.Ottimo.

Bill Evans – The Bill Evans Album(LP Columbia C30855)

The Bill Evans Album, pubblicato nel1971, fu premiato con due GrammyAwards: “il miglior solo jazz” e la“miglior performance Jazz”.E c’è una novità, Bill Evans registraper la prima volta la sua musica alpianoforte elettrico: il Fender RhodesPiano, per la precisione. In questo album troviamo Eddie Go-mez al contrabbasso e Marty Morellalla batteria.Sulle prime non ho rilevato grandidifferenze prestazionali rispetto al“vecchio” trio con Motian e LaFaro,il dialogo con gli altri strumenti (in-terplay) è comunque a livelli fanta-stici. Ho riascoltato i vecchi dischiper rendermi conto che... è pur sem-pre Bill Evans l’Artista! È vero, ad al-cuni il famoso album Waltz For Deb-by può sembrare più magico ed ispi-rato ma c’è da considerare due cose:quello appena citato è parte di unconcerto da vivo, dunque con moltopiù pathos; Bill ora ha dieci lunghianni di più sulle spalle non solo a li-vello di esperienza ma anche di sof-ferenza e dunque di carico umano,non poco per un’artista. The Bill Evans Album si ascolta tuttod’un fiato e dispiace quando anche ilsecondo lato cessa di emettere suoni,perché il silenzio appare come un ba-ratro colmabile solo con altre note.Ma quelle sue note. La nuova ver-sione di Waltz For Debby ci mostraquanto l’animo di Bill sia cambiato.Se nella prima edizione quello stes-

91LP AUDIOPHILE ▼ FDS 248

92 FDS 248 ▼ LP AUDIOPHILE

so valzer appariva leggero e quasigiocoso ora l’intro di piano ci rivelatutto il dramma di cui è capace.Quello che troviamo in questo discoè un trio molto maturo, tecnicamen-te imbattibile, con Evans ai massimivertici espressivi.“The Bill Evans Album” mi ha con-vinto sin da subito perché è imme-diatamente entrato in circolo nel san-gue, come un buon whisky singlemalt, come la voce di un caro amicoche non sentivamo da tempo, propriocome chi non ha altro modo di espri-me l’amore se non attraverso la Mu-sica.

È bello mettere un disco, correre a sedersiprima che la musica che cominci, aspet-tando di decifrare (tecnicamente) il “nuo-vo” suono ascoltato. In alcuni casi, però,ci si siede e ci si dimentica di tutto nel-lo stesso istante in cui i suoni pervado-no la stanza. Il perché è presto detto: tut-to è come deve essere! Voglio dire... il pia-noforte è Il Pianoforte! Il contrabbasso èIl Contrabbasso! La batteria è La Batte-ria! Questa situazione non si verificaspesso (anzi...) ma quando succede ti ri-trovi a goderti lo spettacolo del pianoSteinway grancoda al centro della stan-za e gli altri strumenti dietro, ognuno bencollocato ed individuabile al proprio po-sto e tu, ascoltatore, non fai altro che go-derti la Musica, così, semplicemente!Ottimo.

Dire Straits – Love Over Gold (LPWarner Bros. 47772-1)

Love Over Gold è il disco numeroquattro ed è ormai un classico delPop, del Rock ed è amato anche da-gli audiofili. Infatti non mi dilun-gherò nel descriverlo perché in unmodo o nell’altro lo conoscono tutti(o quasi... ), perciò ne darò solo qual-che breve cenno. I Dire Straits stupirono i fans perché

questo fu qualcosa di davvero di-verso da tutto ciò che lo aveva pre-ceduto. Fino a “Making Movies” alcentro della scena era stato illuminatoil virtuosismo del band leader, MarkKnopfler, col suono particolarissi-mo della sua Stratocaster, nonostan-te l’inaspettato ingresso di un ta-stierista, nella formazione. Ora inveceè la partitura a tenere banco. Il primo brano: Telegraph Road, è unaottima suite di quattordici minuti emezzo! Molto suggestivo anche Pri-vate Investigations, secondo ed ultimobrano del lato A, specie per le dina-miche “a sorpresa”. Il lato B deludeun po’, pare che qui la vena creativadel gruppo si sia un po’ impantana-ta, perché i tre brani proposti nonsono all’altezza creativa dei primidue, benché non si possano definir-li esattamente dei riempitivi.

Possiedo una buona stampa inglese e laristampa audiofila che vi sto presentan-do. Il master originale fu curato da BobLudwig, forse il più grande esperto di ma-stering in ambito Pop e Rock: Who, LedZeppelin, Rush, Leonard Cohen, DavidBowie, Lou Reed e molti altri Big hannousufruito dei suoi preziosi servigi. Il re-mastering, invece, è stato curato da Ber-nie Grundman, presso il suo studio. Il vi-nile è vergine, pesa i canonici 180 gram-mi ed è sontuosamente confezionato.Esso appare dritto e lucidissimo, sul piat-to gira perfettamente centrato e lo stilosul solco non produce nessun rumore. Poila musica comincia e... qualcosa non va...io ricordavo un suono meno ovattato, piùagile e più dinamico. Così comincia ladanza dei confronti. In questo ci sono piùbassi e qualche dettaglio è meglio de-scritto. Ma l’originale, specie in Priva-te Investigations ti dà “la botta” dina-mica che manca alla ristampa. Alla fine del confronto concludo che: senon è la mia singola copia ad esibire unsuono poco emozionante meglio rivolgersiad una buona stampa dell’epoca. Nel-l’usato vanno benissimo le tedesche, leamericane ed ancora meglio le inglesi maa patto di trovarne una in condizioni dav-vero decenti. Sufficiente.

Maceo Parker – Life On PlanetGroove (2LP Minor Music 1023)Chi diavolo è Maceo Parker? Oh, luiè stato l’alto sassofonista di JamesBrown, di George Clinton e di Prin-ce. Dotatissimo improvvisatore anchein ambito Fusion e raffinato Jazzista.Ora è il capo formazione in una fan-

tastica Funk Band.Il live è un estratto da una serie diconcerti tenutisi presso lo Stadtgar-ten Restaurant a Colonia, il 5, 6 e 7Marzo 1992.

Siamo in presenza di un caso nonmolto frequente: ottima musica, suo-nata divinamente e con un carico digroove da coinvolgere il mondo in-tero! La musica è Funk allo stato puroanzi no, c’è qualche contaminazioneFusione e Jazz. I brani sono in parteoriginali, a firma dello stesso Parker,ed in parte degli standard: I FeelGood, Georgia On My Mind. Comunque... è il Groove, strillato incopertina ad impossessarsi del corpoe dell’anima dell’ascoltatore, colgroove non si scherza: prima batti ilpiede, poi anche il corpo comincia amuoversi ed infine la testa segue il rit-mo ed il cuore trova il proprio sin-cronismo con i ritmi sincopati. Se siete fra gli audiofili che accendonol’impianto per ascoltare quei dischiche suonano benissimo ma una notaogni quarto d’ora in bici, che poi sie-te costretti a spegnere tutto per nonaddormentarvi, state lontani da LifeOn Planet Groove, potrebbe sconvol-gere il vostro metabolismo! Se vole-te invece “arrischiarvi” a provarecalde emozioni... beh osate! Forse nonve ne pentirete!

Il CD lo portate via per un tozzo di panema suona metallico. Al confronto col vi-nile, ovvio.I due dischi sono di peso standard (120gr.) perfettamente planari, silenziosi emusicalissimi. Il primo parametro che unbuon disco di questo genere deve rispet-tare è il basso: l’articolazione, l’intelli-gibilità e la dinamica devono essere ri-spettati, altrimenti si perde il 50% del-la musica. E qui ci siamo pienamente den-tro! Comunque le voci e gli strumentisono ottimi, persino la scena acustica èstata ricreata perfettamente. Incredibile!Buono/Ottimo.

93di Francesco Peluso • JAZZ DISCHI ▼ FDS 248

CONCATO, BOSSO, MAZZARIELLO“Non smetto di ascoltarti”

WARNER MUSIC 5054197069628

“Non smetto di ascoltarti” è un lavoro cheaffonda le sue radici nell’amore per lamusica d’autore di Fabio Concato, pie-namente condiviso con i talentuosi par-tner: Fabrizio Bosso e Julian OliverMazzariello. Dopo due anni di concertiin giro per l’Italia con lo spettacolo “Can-zoni”, Concato, Bosso e Mazzariellohanno dato vita ad un disco dal tratto de-cisamente lirico, raffinato e suadente chesi muove nella tradizione musicale ita-liana e che, senza snaturarne l’originaleforma, dona ad ogni singola strutturauna garbata veste jazz. Lo scintillio tim-brico della tromba di Bosso e il personalelessico pianistico di Mazzariello, peraltro già in duo con una partecipazionedi Concato in “Gigi” nell’album “Tan-dem”, conferma i suoi perfetti equilibri inun disco ben bilanciato tra amarcord e li-bera improvvisazione. Quattordici can-zoni si succedono con leggera sobrietàtinteggiate dall’inconfondibile voce diFabio Concato e dal vibrante binomiotromba-pianoforte, nel ripercorrere al-cune canzoni a firma di Lucio Dalla,Francesco De Gregori, Sergio Endrigo,Enzo Jannacci, Mogol, Nino Buonocore elo stesso Concato, attraverso talune rivi-sitazioni tanto chiaroscurali, quanto inti-mistiche. Pertanto, dalla toccante“Nessuno al mondo” allo scherzoso para-dosso de “L’Armando”, dalla latineg-giante “Rosalina” alla sottile ironia di“Domenica bestiale”, dalla bellissima “Ioche amo solo te” alla struggente chiusuradi “Scrivimi”, il disco scivola via nel suorincorrersi di canzoni d’autore con queltratto elegante che solo tre maestri diquesto calibro sarebbero stati in grado direalizzare.

Qualità artistica 8 Qualità tecnica 8,5

Più che un disco “Fun Slow Ride” è unadichiarazione di intenti, o meglio, unvero e proprio manifesto di un collettivoche vuole offrire la personale testimo-nianza del potere unificante della mu-sica. In tal senso, i Fun Slow Ride hannonel loro DNA, sia uno spirito di condivi-sione e di unità, sia una spiccata sensibi-lità nel denunciare la responsabilità chenoi tutti abbiamo, quali cittadini delmondo, verso le future generazioni. Can-zoni come “Green Doctor”, “Let The Chil-dren”, “Say No” e “Who Am I?” ne sonouna chiara dimostrazione. Ai Fun SlowRide, poi, si aggiungono alcuni dei can-tanti e musicisti più interessanti dellascena internazionale in una comune col-laborazione dagli ampi orizzonti. Ed èproprio in questo spirito d’assieme cheprende forma il progetto: ciascuna can-zone vede la partecipazione di un talen-tuoso vocalist. Joanna Teters, AlanHampton, Sachal Vasandani e Joy Dra-gland apportano il personale contributocon splendide performance vocali regi-strate negli studi di Brooklyn. Inoltre,Ben Sidran appare in veste di “filosofo”nel brano “Let The Children”, mentreMosè Patrou rivisita la leggendaria “IShot The Sheriff”. Le voci di Ainé e GretaPanettieri arricchiscono il cast, alla stre-gua di Gegè Telesforo che fa capolino innumerosi brani con i suoi assolo scat,come nella “The Great C. T.” (dedicata aClark Terry). Insomma, un disco dal-l’anima funky ma dai contorni smussati,con un approccio tanto contemporaneo,quanto rispettoso della tradizione e chelascia trasparire l’intimità del piccolo stu-dio di registrazione con le sue mille siga-rette e il gusto del buon vino.

Qualità artistica 7,5 Qualità tecnica 8

FUN SLOW RIDE“Fun Slow Ride”

SAM PRODUCTIONS SAM 9039

MAX IONATA TRIO“Rewind”

JANDO M./VIA VENETO JAZZ VVJ 109

Considerato a buona ragione fra i mag-giori sassofonisti della scena italiana edeuropea, Max Ionata propone con “Re-wind” un nuovo capitolo della sua già co-spicua discografia che lo vede affiancatonell’occasione da Alberto Gurrisi all’or-gano Hammond e Frits Landesbergenalla batteria e vibrafono. Impegnato inquesti anni in significative collaborazionicon noti artisti del panorama musicaleitaliano (Mario Biondi, Sergio Camma-riere, Ornella Vanoni) e molte presenzein dischi di altri leader, con “Rewind”Max Ionata ritorna a guidare un suo triodalla connotazione bassless e pianoless.Tenor sax, organo e batteria sono i prota-gonisti di una piccola e coesa formazioneche si articola in modo egregio fra i me-andri di un jazz tanto dinamico, quantolegato al suo verbo afroamericano. Novetracce per ritornare sui propri passi, ov-vero, suonare la propria musica (sei dellenove sono a sua firma) ed altro, come ilbrano d’apertura “At vic’s” di Frits Lan-desbergen, “Chovendo na roseira” di An-tonio Carlos Jobim e “Amsterdam afterdark” di George Coleman. Un disco di ot-tima fattura in cui l’incontro fra sasso-fono ed organo è ben sostenuto dallatensione ritmica della batteria, spaziandoda alcune tracce blues all’amato Hardbop, in un fluire di coinvolgenti e can-gianti atmosfere. Le sei composizioni ori-ginali di Ionata sgorgano da sentitiomaggi, fra cui si segnalano “Drum” nelricordo del trombettista Marco Tambu-rini, “Bob’s Mood” ispirata alla cifra stili-stica di Bob Mintzer e “North Sea”dedicata ai paesaggi del Nord Europa, asuggello di un lavoro tanto coerente,quanto didascalico.

Qualità artistica 8,5 Qualità tecnica 8,5

94 FDS 248 ▼ Le Oasi d’Ascolto • Hemiolia Records • a cura della Redazione

La Hemiolia Records vantaben due sedi: una a Savio,in provincia di Ravenna,dove si trova lo studio di re-gistrazione e l’altra a Peru-gia. Quest’ultima è la sedeprincipale che si sviluppa in500 mq, dove tutto appareperfettamente studiato ecurato, a seconda delle di-verse funzionalità, e dovel’amore per la musica e pergli artisti è il biglietto da vi-

sita che ti accoglie già al-l’ingresso. E’ difficile sintetizzare eraccontare dettagliatamen-te un’attività così comples-sa da un punto di vista tec-nologico, e così variegata intermini di prodotti e servi-zi offerti. L’attenzione per il prodottofinale è tale che il processoproduttivo sia votato alla“qualità totale”, essendotutte le fasi strettamenteconnesse le une alle altre. “Per realizzare prodotti d’ec-cellenza non basta migliorarecontinuamente i processi pro-duttivi in ogni dettaglio, maoccorre anche saper recepire edelaborare i consigli e i sugge-rimenti che di volta in volta i

clienti offrono, basandosi sul-la loro esperienza diretta.” Il Sig. Claudio Valeri che ciha accolti con disponibilitàe una giustificata, ma pa-cata, fierezza, sintetizza cosìil lavoro certosino e appas-sionato che svolge da anniinsieme al suo staff. Dinamicità e grande pas-sione sono il cardine di tut-ta la produzione Hemiolia,seguiti da un’ottima orga-nizzazione e una grandefiducia nella comunicazio-ne a trecentosessanta gradi. Comunicazione intesa comeoperazioni marketing epubbliche relazioni in pri-mis, ma anche e soprattut-to come comunicazioneaziendale, ovvero quella

forma più sottile di comu-nicazione tra le persone chelavorano e “respirano”l’ambiente in cui sono chia-mate a dare il meglio. La struttura è arredata eallestita contemplando ildettame della piacevolezza,prediligendo linee sobrie ecolori caldi, solleticandocosì la sensazione della fa-miliarità: l’area relax e lazona ristoro se occupano gliultimi posti su una valuta-zione prettamente tecnicadella sede, sono però le spiedi un approccio aperto ecreativo, e dicono molto sulcome si lavora. L’amore perla musica ha incontratoquello per l’arte, o meglioper un’altra arte, quella pit-

HEMIOLIA RECORDSLA RIVINCITA DEL NASTRO

Questo mese abbiamo fatto pochi kilometri rispetto alla sede della nostra redazione, e siamo andati nel nostro capoluogo diregione a visitare e conoscere gli animatori e creatori della Hemiolia Records, in quel di Perugia appunto. Pochi chilometri checi hanno però permesso di venire a contatto con una realtà di assoluto rilievo nel panorama della registrazione professionalesu nastro.

95HEMIOLIA RECORDS ▼ FDS 248

torica, al punto che i vari lo-cali di questa sede umbraospitano una sorta di mo-stra permanente dell’artistaSerena Colombo. Il tema delle circa quarantaopere è la musica, campeg-giano infatti volti di artistigià passati alla storia comedi alcuni che hanno colla-borato con la Hemiolia.

LA PRODUZIONELa produzione Hemiolia èricca di titoli, artisti, e si ag-giorna regolarmente gra-zie anche al lavoro continuodi ricerca. Gli Hemiolia Ma-ster Tapes sono catalogati inquattro collezioni che ab-biamo chiesto di commen-tare agli addetti ai lavori:Studio Reference MasterTape, Gold Collection, Sil-ver Collection, e R3 Collec-tion. Gli Studio ReferenceMaster Tape rappresenta-no, in termini di controllodegli apparati e dell’am-biente di ripresa, la nostramassima espressione tec-nica e si basano su regi-strazioni effettuate esclusi-vamente nello studio di Sa-vio, in Provincia di Raven-na, in Italia. “Acquistare unoStudio Reference Master TapeHemiolia significa venire inpossesso di un oggetto esclu-sivo, allo stato dell’arte, e cheha la pretesa di voler rappre-sentare un riferimento nel suosettore di appartenenza.”La Gold Collection è lacollezione di punta degliHemiolia Master Tapes eraccoglie opere provenien-ti da registrazioni effettua-te prevalentemente in am-bienti naturali.“In un titolo appartenentealla collezione Gold avretesempre la certezza di trovareun’espressione di contenutimusicali, artistici e tecnicid’eccellenza, qualsiasi sia il ge-

nere musicale d’appartenen-za.” La Silver Collection in-vece è stata concepita prin-cipalmente per dare spa-zio e visibilità ad Artistiemergenti o comunquepoco noti al grande pubbli-co ma contraddistinti daindubbie qualità e grandetalento. “In questa collezioneè possibile trovare opere pro-venienti da registrazioni ef-fettuate tanto in ambienti na-turali quanto in studio e il po-tenziale tecnico che esprimia-mo nella loro produzione èsempre il medesimo che con-traddistingue le opere dellacategoria superiore.”La collezione R3 è comple-tamente dedicata alla mu-sica live ed è frutto di unospecifico progetto studiatoin collaborazione con il Ri-comincio da Tre, un noto lo-cale che si trova in Italia, inProvincia di Perugia, nelquale si esibiscono setti-manalmente importanti ar-tisti del panorama jazzisti-co nazionale e internazio-nale.“All’interno del locale è stataallestita una regia fissa per laregistrazione analogica deiconcerti in modalità live stereomix e quello che ne derivasono Master Tapes dal grandeimpatto emozionale che sol-tanto la ripresa live, se pur tal-volta con i suoi piccoli difettio “sporcature” connaturatiall’evento, è in grado di rega-lare e che cerchiamo sempre dicatturare nel modo più natu-rale possibile per non alterar-ne i valori.”E per quanti avessero vo-luto essere con noi quelgiorno a Perugia, ecco unabreve gallery fotografica.

La sala produzione è senzadubbio il fiore all’occhiello del-la struttura, e anche quella piùimportante; è qui che si rea-lizzano i master tape.

Vengono utilizzati 16 regi-stratori Telefunken M15A inlinea e due Studer A80 VUcome sorgenti della catena diduplicazione, progettata e mes-sa a punto in diversi anni di la-voro per ottenere copie di di-stribuzione praticamente in-distinguibili dal master sor-gente.

La sala d’ascolto non potevamancare! In Hemiolia hannoriservato un’ampia area alla li-stening room, spazio utilizza-to per di più dagli artisti stes-si che hanno la necessità di ria-scoltare le proprie esecuzioninel modo più coerente possi-bile. Come da manuale la salaè stata completamente tratta-ta acusticamente, grazie al-l’utilizzo di numerosi modulie trappole acustiche, mentre leMain Monitor, elemento a dirpoco centrale dell’impiantosono un progetto del semprestimato e amico Ing. Aloia.

L’accogliente sala riunioni,sempre “colorata” ad arte,dove si tengono soprattutto gliincontri legati al progetto “He-miolia Life”. Un progetto che consta nellacreazione di eventi mirati alcoinvolgimento degli artisti,alla promozione delle attivitàHemiolia, e soprattutto allosviluppo di un calendario diincontri tematici con esperti divari settori, siano essi tecniciche culturali.

Hemiolia RecordsVia Curtatone e Montanara, 23 - 06132 - Perugia (PG)

Via Sila, 9 - 48015 Savio (RA)W www.hemioliarecords.comE [email protected]

96 FDS 248 ▼ ANNUNCI COMPRO/VENDO

Vendo lettore CD Pioneer PD94,1200 Euro, ottica sostituita nel2007, assolutamente perfetto; in-vio foto a richiesta. Massimo. [email protected] – Cel.3316010954

Vendo woofer Ciare Sica 18Sound diametro 20 30cm 38cm46cm per uso sub o sistemi multi-via.vendo tweetter Fostex, drivera nastro Stage Accompany e Bey-ma, bidriver Bms. Vendo inoltreamplificatori da revisionare LEMda incasso nelle casse da400+400W su 8ohm con DSP in-terno e finali XJ fet alimentazionetoroide. Vendo pochi pezzi, pre-feribilmente consegna a mano.Francesco. [email protected] – Tel.3207688032

Vendo i seguenti numeri di Co-struire HiFi: n. 68 (01/2004), n. 71(04/2004), dal n. 92 al 104 (dal10/2006 al 11/2007), n. dal 111 al200 (dal 7-8/2008 al 12/2015).Chiedo 1 Euro a numero, 10 Europer un anno intero (11 o 12 nu-meri, dipende dall’annata). Prefe-rirei il ritiro a mano, ma se voletespedisco a carico vostro. Marco.Cermenate (CO)[email protected] – Tel.3474911599

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tenza biwiring, lunghezza 3+3metri. Cavi di segnale Mit Oracle2.1 con connessioni rca, lunghez-za 2 metri. Cavi di segnale WHI-TE GOLD REF. SUBLIMIS PI-gre-co MK II con connessioni rca,lunghezza 1 metro. CD Naim CDS seconda versionecon imballi e istruzioni. FinaleAudio Research VS 110, imballo.Piedistalli Music Tools modelloTool One. Tavolino Rata Tolyte.Cavi di segnale Dissanayake conconnessioni rca e lunghezza 1metro. Andrea [email protected]

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Vendo: coppia di diffusori arti-gianali, monovia + subwoofer.Altoparlanti: gamma estesaE.J.Jordan JX92S (cono in allumi-nio) in cassa chiusa 6 Dmc di for-ma asimmetrica; woofer Focal11V7511 in bass reflex 55 Dmc ac-cordato 26 Hz. Costruzione di al-tissima qualità, cassa woofer inmultistrato di betulla 21 mm construttura interna di rinforzo, cas-sa alti in MDF 30 mm, impiallac-ciatura in vero noce. Richiedono biamplificazione, ta-glio consigliato 150-200 Hz. Effi-cienza media (woofer 87-88 dB,medioalto 85-86 dB), timbrica na-turale e coerente grazie all’assen-za di crossover in gamma medio-alta, bassi estesissimi e puliti. Invio fotografie a richiesta. Ven-do, anche separatamente, coppiacasse woofer 300 Euro, satelliti200 Euro, tutto insieme 450 Euro.Giancarlo. [email protected]– Tel. 3348579346

Vendo i seguenti amplificatori:Normende pa 991 a 80 Euro, Phi-lips 22 rh 590 a 80 Euro, Technicssu 7100 a 80 Euro; inoltre, sintoPhilips rh 694 a 100 Euro; prezzitrattabili. Quasi tutti gli apparec-chi sono in ottime condizioniestetiche, e perfettamente funzio-nanti (posso fornire foto su ri-chiesta). Giuseppe. [email protected] – Tel. 3290159536

Vendo diffusori Triangle Magel-lan concerto SW 2. numero serieMCSW 032.Diffusore Hi-End top di gammadella francese Triangle. Se inte-ressati disponibile ad ascolti sen-za impegno su Milano. Grandeoccasione, vendo per trasloco. Fe-derico. [email protected] - Tel.039 9054902

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Vendo i seguenti ampli vintage:Grundig V30 a 150 Euro, Grun-dig SV85 a 150 Euro, MarantzPM410 a150 Euro, DenonPMA250 a 100 Euro, GodwuinA400 a 100 Euro, giradischi Te-chnics SL-1310 a 250 Euro, giradi-schi Sanyo TP240 a 80 Euro. Ven-do sintonizzatore vintage THEVOICE OF MUSIC 1497-1 a 100Euro, sintonizzatore + amplifica-tore vintage LUXOR 5001-5002 a500 Euro, reg bobine SABATG664 a 100 Euro, pre finaleAMC CVT1030a CVT2030a a 800Euro. Giuseppe. [email protected] - Tel. 0331 240631

Vendo New Audio Frontiers Su-preme 300b Special Edition, stu-pendo finale stereo 2x20 wattclasse a ancora in garanzia e inperfette condizioni a causa trasfe-rimento in abitazione purtropposenza spazio per l’ascolto Gian-carlo. [email protected] -Tel. 348 4380953

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Mark 2500 funzionamento 110volt (ho il trasformatore) 350 wattper canale 1.200,00 Euro. Finaledi potenza SAE 2401 250 watt percanale, funzionamento 220 volt,800 Euro. Preamplificatore SAEMark1M 600 Euro. Equalizzatoreparametrico SAE 1800 400 Euro.Tutto in buono stato. Pietro [email protected] - Tel. 3400864077

Vendo Sugden a21 series 2 conscheda phono a 950 Euro; lettorecd Sugden cd 21 series 2 a 700Euro; diffusori Proac studio 118 a1050 Euro; se in blocco sconto 10per cento e regalo cavi Van DenHul. Sergio - [email protected] Tel. 338 9142726

Vendo finale Krell KSA 80B, otti-mo stato, con imballo originale,revisionato da Audioplus nel2013, a 2200 Euro. Vendo finalePrimare A30.2 ottimo stato senzaimballo a 750 Euro. Disponibileper prova di ascolto a Milano.Paolo - [email protected] -Tel. 3473772911

Vendo diffusori pavimento Ca-stle Severn 2se. Ottime condizio-ni con imballi originali. 2 vie,h81x21x21 13kg. Imp. 8 ohm.Sen. 89. Pot. 15 110. Freq.45 20kg.MADE U.K. Consegna mano Mi-lano città. No permute. Euro 700.- Gaspare [email protected] - Tel.3393636483

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MODALITÀ DI INSERIMENTO PICCOLI ANNUNCIGli annunci del mercato dell’usato possono essere inviati solo attraverso il mo-

dulo elettronico della pagina “INSERISCI ANNUNCI” presente sui siti:

www.fedeltadelsuno.net e www.costruirehifi.net. Potranno essere pubblicati sia

su Fedeltà del Suono che su Costruire Hi-Fi, oltre che sui rispettivi Siti internet alla

pagina Comprovendo. Si prega di compilare tutti i campi. Il servizio è gratuito.

98 FDS 248 ▼ ANNUNCI COMPRO/VENDO

da 1mt € 100, cavo digitale ArtMonolite € 200, lettore c’è MA-RANTZ cd5005 € 140, sintoamplivintage Marantz model 4300 €600, pre phono Audionix adn-3 €400. - Paolo - Tel. 3939421661 [email protected]

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A Milano e provincia propongonoto cavo della Systems and Ma-gic Modello Goldwire. Si tratta della prima versione ilcui prezzo di listino era di 230Euro. Io lo propongo alla metà(115 Euro) + eventuale spedizio-ne. La lunghezza è 1,5 mt ovveroquella standard. No imballo. Se-gnalo che ho disponibilità anchedi un secondo cavo uguale aquello anzidetto a pari condizio-ni. Dispongo di un terzo cavodella lunghezza custom di 2,5 mt. Questo cavo è l’ultima versione,quindi terminato con le ultimeschuko ed è provvisto di imballo.Il listino è di 255 Euro per 1,5 mt+ 60 Euro per il metro aggiunti-vo, per un totale di 315 Euro.Vendo anche questo alla metà,quindi 155 Euro. Contatti in forma privata (comeda regolamento) ma anche mes-saggi veloci mediante What-sApp. No permute. Giacomo - [email protected] – Tel. 3495515717

Vendo Accuphase, C-222 pream-plificatore a 900 Euro, Ray Lum-ley M-100 coppia amplificatori avalvole a 1.200 Euro, NakamichiRX-202 unidirectional auto cas-sette reverse 400 Euro, etc. Componenti quasi nuovi, imbal-lati per 25 anni, non ho più im-balli originali, senza manuali. Bruno - [email protected] -Tel. 3491202661