QUARANTA GIORNI DI LOTTA E DI PACEDI LOTTA E …...Martin Luther King, al vescovo Oscar Romero, a...

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PARROCCHIA BUON PASTORE, PARROCCHIA BUON PASTORE, PARROCCHIA BUON PASTORE, VIALE VIALE VIALE EINAUDI 2/A, BARI EINAUDI 2/A, BARI EINAUDI 2/A, BARI - www.baribuonpastore.it www.baribuonpastore.it www.baribuonpastore.it Febbraio 2008, n° 20 Febbraio 2008, n° 20 Febbraio 2008, n° 20 [email protected] [email protected] [email protected] 1 Chissà perchè il numero quaranta mi ha sempre affascina- to. Lo sto vivendo ancora una volta nella Quaresima di quest’anno. So bene il fondamento biblico e lo vivo con pienezza di impegno di vita, anche nel senso di “Resistenza e resa” come diceva D. Bonhoeffer. La resi- stenza è un obbligo e la resa un dovere, perchè non è una sconfitta, ma una presa d’atto dei propri limiti, come di quelli di un’epoca, di una situazione. Torno un istante sulle citazioni bibliche e poi passo ad un aneddoto. Qua- ranta i giorni del diluvio (Genesi, 7, 17 segg.); 40 gli anni degli ebrei nel deserto (Esodo); 40 i giorni di cammino di Elia verso l’Horeb (1Re, 19, 1 segg.); 40 i giorni del digiu- no di Gesù (Mt 4, 1 segg.). Ed ecco l’aneddoto che ci aiuta a vivere con impegno e serenità il nostro quotidiano. Un anziano rispondeva alle domande dei forestieri. Co- me è la gente che vive qui? gli chiese uno. Come sono le persone nel luogo da dove vie- ni? domandò l’anziano.- Un gruppo di egoisti e malvagi - replicò il giovane. Qui troverai la stessa cosa - aggiunse l’an- ziano. Che tipo di persone vivo- no in questo luogo? gli chiese un altro. Come sono le persone nel luogo da dove vieni? Rispose l’anziano. Gente magnifica, onesta, amichevole, ospitale. Mi spiace molto averli lasciati - continuò il viandante. Qui tro- verai la stessa cosa - rispose l’anzianoCiascuno porta nel suo cuore l’ambiente in cui vi- ve. Se hai un atteggiamento positivo, lo porterai con te e troverai ovunque la vera ric- chezza della vita.” I quaranta giorni passati da Ge- sù nel deserto sono esemplari per ogni discepolo. Tempo di raccoglimento e di rinunzia ricordato tante volte dai Vangeli. Ma Gesù non è solo, è con lo Spirito e così è pronto ad affrontare ogni “tentazione”. Ne sono elencate tre. La prima, possiamo definirla come quella della grettezza di ideali. Ad essa risponde la raccomandazione di S. Helder Camara ad adot- tare la famiglia umana: “Qualunque sia la tua condizione di vita, pensa a te e ai tuoi cari, ma non lasciarti imprigio- nare nell’angusta cerchia della tua famiglia. Una volta per tutte adotta la famiglia umana! Bada a non sentirti estra- neo in nessuna parte del mondo. Sii uomo in mezzo agli altri. Nessun problema di qualsiasi popolo ti sia indifferen- te. Vivi a scala mondiale o, meglio ancora, a scala univer- sale. Cancella dal tuo vocabolario le parole nemico, inimi- cizia, odio, risentimento, rancore... Nei tuoi pensieri, nei tuoi desideri e nelle tue azioni sforzati di essere, ma di essere veramente magnanimo!”. Alla seconda tentazione, quella dello sfidare Dio facendo da solo, rispon- derei con una considerazione del ca- techismo Continua a pag. 2 SOMMARIO Quaresima pag. 1-2 Dietrich Bonhoeffer pagg. 2-3 Pietro Scoppola pag. 3 XVI GMM pagg. 4-5 Progetto Agorà pag. 4 La TV con la testa pagg. 5-6 Il Gruppo “Nicodemo” pagg. 6-7 Un simpatico evento pag. 8 Quaresima e tradizioni pagg. 8-9 Momenti di festa pagg. 9-10 La chiacchierata pag. 11 A voi la penn@ pag. 12 QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI DI LOTTA E DI PACE DI LOTTA E DI PACE DI LOTTA E DI PACE DI LOTTA E DI PACE DI LOTTA E DI PACE DI LOTTA E DI PACE DI LOTTA E DI PACE DI LOTTA E DI PACE DI LOTTA E DI PACE DI LOTTA E DI PACE DI LOTTA E DI PACE DI LOTTA E DI PACE

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PARROCCHIA BUON PASTORE, PARROCCHIA BUON PASTORE, PARROCCHIA BUON PASTORE, VIALEVIALEVIALE EINAUDI 2/A, BARI EINAUDI 2/A, BARI EINAUDI 2/A, BARI --- www.baribuonpastore.it www.baribuonpastore.it www.baribuonpastore.it Febbraio 2008, n° 20Febbraio 2008, n° 20Febbraio 2008, n° 20

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Chissà perchè il numero quaranta mi ha sempre affascina-to. Lo sto vivendo ancora una volta nella Quaresima di quest’anno. So bene il fondamento biblico e lo vivo con pienezza di impegno di vita, anche nel senso di “Resistenza e resa” come diceva D. Bonhoeffer. La resi-stenza è un obbligo e la resa un dovere, perchè non è una sconfitta, ma una presa d’atto dei propri limiti, come di quelli di un’epoca, di una situazione. Torno un istante sulle citazioni bibliche e poi passo ad un aneddoto. Qua-ranta i giorni del diluvio (Genesi, 7, 17 segg.); 40 gli anni degli ebrei nel deserto (Esodo); 40 i giorni di cammino di Elia verso l’Horeb (1Re, 19, 1 segg.); 40 i giorni del digiu-no di Gesù (Mt 4, 1 segg.). Ed ecco l’aneddoto che ci aiuta a vivere con impegno e serenità il nostro quotidiano. “Un anziano rispondeva alle domande dei forestieri. Co-me è la gente che vive qui? gli chiese uno. Come sono le persone nel luogo da dove vie-ni? domandò l’anziano.- Un gruppo di egoisti e malvagi -replicò il giovane. Qui troverai la stessa cosa - aggiunse l’an-ziano. Che tipo di persone vivo-no in questo luogo? gli chiese un altro. Come sono le persone nel luogo da dove vieni? Rispose l’anziano. Gente magnifica, onesta, amichevole, ospitale. Mi spiace molto averli lasciati - continuò il viandante. Qui tro-verai la stessa cosa - rispose l’anziano…Ciascuno porta nel suo cuore l’ambiente in cui vi-ve. Se hai un atteggiamento positivo, lo porterai con te e troverai ovunque la vera ric-chezza della vita.” I quaranta giorni passati da Ge-sù nel deserto sono esemplari

per ogni discepolo. Tempo di raccoglimento e di rinunzia ricordato tante volte dai Vangeli. Ma Gesù non è solo, è con lo Spirito e così è pronto ad affrontare ogni “tentazione”. Ne sono elencate tre. La prima, possiamo definirla come quella della grettezza di ideali. Ad essa risponde la raccomandazione di S. Helder Camara ad adot-tare la famiglia umana: “Qualunque sia la tua condizione di vita, pensa a te e ai tuoi cari, ma non lasciarti imprigio-nare nell’angusta cerchia della tua famiglia. Una volta per tutte adotta la famiglia umana! Bada a non sentirti estra-neo in nessuna parte del mondo. Sii uomo in mezzo agli altri. Nessun problema di qualsiasi popolo ti sia indifferen-te. Vivi a scala mondiale o, meglio ancora, a scala univer-sale. Cancella dal tuo vocabolario le parole nemico, inimi-cizia, odio, risentimento, rancore... Nei tuoi pensieri, nei tuoi desideri e nelle tue azioni sforzati di essere, ma di essere veramente magnanimo!”.

Alla seconda tentazione, quella dello sfidare Dio facendo da solo, rispon-derei con una considerazione del ca-t e c h i s m o Continua a pag. 2

SOMMARIO Quaresima pag. 1-2 Dietrich Bonhoeffer pagg. 2-3 Pietro Scoppola pag. 3 XVI GMM pagg. 4-5 Progetto Agorà pag. 4 La TV con la testa pagg. 5-6 Il Gruppo “Nicodemo” pagg. 6-7 Un simpatico evento pag. 8 Quaresima e tradizioni pagg. 8-9 Momenti di festa pagg. 9-10 La chiacchierata pag. 11 A voi la penn@ pag. 12

QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI QUARANTA GIORNI

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d e g l i adulti: pur avendo la possibilità di combattere “nessun uomo potrebbe da solo, con le sue forze, uscire dal regno del peccato e della morte. Il Signore Gesù, crocifisso e risorto, ci comunica la potenza del Suo Spirito e spezza le catene che ci tengono prigionieri. Ci rigenera a nuova vita, come figli di Dio. Certo, anche dopo la rigenerazio-ne rimangono l’inclinazione interiore disordinata e l’influsso esteriore nega-tivo, ma questi non sono più irresistibi-li. Si deve ancora combattere, ma si può vincere” (CEI, La verità vi farà liberi, p 399). La terza tentazione è quella di creare un ordine diverso dal progetto di Dio

che è armonia, luce, è invertire l’ordi-ne della realtà con un progetto alter-nativo (da Adamo in poi), i cui risultati sono tragicamente sperimentabili nell’-esperienza quotidiana. Ed ecco il poeta che suggerisce il sentiero sicuro: “Ama, saluta la gente, dona, perdona, ama

ancora e saluta. Dai la mano, aiuta, comprendi, dimentica e ricorda solo il bene. E del bene degli altri godi e fai godere. Godi del nulla che hai, del po-co che basta, giorno dopo giorno: e pure quel poco –se necessario- dividi. E vai, di paese in paese e saluta, saluta tutti: il nero, l’olivastro e perfino il bianco. Canta il sogno del mondo: che tutti i paesi si contendano di averti generato” (David M. Turoldo). E come diceva S. Agostino: “Il mio cuore è irre-quieto fin quando non riposa in te”.

Don Fedele Sforza

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IN BARI A PALAZZO DEL FERRARESE “Dietrich Bonhoeffer – Il teologo che cospirò contro Hitler”

E’ questo il titolo di una bella mostra allestita presso la Sala Murat dal 16 gennaio al 2 febbraio 2008. Come illustra l’invito al pubblico, l’Università di Linz, insie-me ad altre associazioni culturali anche italiane, ha inteso dare voce ad uno dei maggiori rap-presentanti del ‘900, delineandone l’evoluzione del pensiero teologico attraverso scansioni fotografiche del-la giovinezza, della famiglia, degli studi, dell’ascesa delirante del parti-to nazista, ogni sequenza temporale sottolineata da aforismi o brani della produzione letteraria e poetica di Bonhoeffer. La mostra ha così pro-mosso e stimolato il desiderio di sapere di più della sua vita e del tempo in cui è vissuto. “Chiesa con-fessante”, “cristianesimo senza reli-gione”, “ecumenismo”, “resistenza al potere” sono snodi di un pensiero teologico di fede pura ed integra, altissima testimonianza in sé e av-vio per tante costruttive adesioni e/o critiche. In una delle tre serate che hanno accompagnato l’evento, a parlare di Bonhoeffer è stato Winfrid Pfannkuche, pastore della chiesa evangelica valdese. Dopo una sintesi biografica dalla nascita in una benestante famiglia luterana alla do-cenza universitaria e alla cospirazione contro Hitler sfocia-ta nell’impiccagione a Flossenburg, il relatore è partito dal tema della serata - “Perché ricordare Bonhoeffer?” - onde cogliere l’attualità del suo pensiero. Ha ricordato di essere nato come Bonhoeffer nell’Alta Slesia, di averne sentito parlare nei sermoni come nella dedicazione di chiese o

scuole, di essersi appassionato perciò a cercare la ragione di tale costante numeroso seguito e di averla trovata nella sua grandezza di pensiero e di vita, nella sequela di Cristo vissuta fino al martirio. Più che al “perché” il relatore ha

inteso rispondere al “per chi” ricorda-re Bonhoeffer e la risposta non può che essere una: per Cristo, parola del Dio incarnato. Il pensiero e il martirio del teologo ridettero dignità al Cristo nella Germania che gli voltava le spal-le, gli ridanno dignità oggi nel mondo che ancora gliele volta. Racconta Pfannkuche che ai suoi genitori chiese se sapessero o meno dei lager (e chi di noi non ha fatto la stessa domanda agli “attori” di quella immensa trage-dia?) ed essi gli risposero che spesso accadeva in quegli anni di passare in treno vicino ad Auchswitz e di incro-ciare quell’altro treno infernale, cari-co di “dannati”: subito chiudevano con le mani gli occhi ai bambini pre-senti affinché “non vedessero”. Una

realtà volutamente “ignorata” era, dunque, quella dei “tedeschi buoni” dell’epoca, che così, coi loro occhi chiusi, contribuirono a quella vera mostruosità che fu il silenzio in cambio dell’ordine e dell’ossequio alla legge. In quel tragico contesto, invece, forte della sua “etica della re-sponsabilità”, Bonhoeffer andò oltre le leggi e testimoniò che il credente risponde solo a Dio ponendosi alla sequela di Cristo, fino a donare la vita. Martire, nel suo significato etimologico, significa “colui che ricorda … e quindi può dare notizia, cioè il testimone”. Possiamo Continua a pag. 3

QUARANTA GIORNI DI LOTTA E DI PACEQUARANTA GIORNI DI LOTTA E DI PACEQUARANTA GIORNI DI LOTTA E DI PACEQUARANTA GIORNI DI LOTTA E DI PACEQUARANTA GIORNI DI LOTTA E DI PACEQUARANTA GIORNI DI LOTTA E DI PACEQUARANTA GIORNI DI LOTTA E DI PACEQUARANTA GIORNI DI LOTTA E DI PACEQUARANTA GIORNI DI LOTTA E DI PACEQUARANTA GIORNI DI LOTTA E DI PACEQUARANTA GIORNI DI LOTTA E DI PACEQUARANTA GIORNI DI LOTTA E DI PACE

allora rispondere anche al “perché” ricordare Bonhoeffer, tema originario della confe-renza: se ricordiamo oggi “colui che ricorda”, noi stessi diventiamo testimoni di Cristo e ne annunciamo la buona novella. Per chi ha e fa memoria del Cristo, le sue sofferen-ze non sono alle nostre spalle, ma sulle nostre spalle, nel dolore del mondo e degli ultimi e questo ci rende “responsabili” verso Dio delle nostre scelte e del mondo che prepariamo alle generazioni future. L’imperativo della memoria non è frutto di un’enfasi stori-ca visto che questa mostra, realizzata con la collaborazione di più Stati, è stata oggetto a Genova di attentati da parte di gruppi neonazisti. Bonhoeffer viene ricordato come uno dei dieci “testimoni”

della cristianità del secolo scorso con una sua statua nella facciata dell’Abbazia di Westminster insieme, fra gli altri, a Martin Luther King, al vescovo Oscar Romero, a San Massi-miliano Kolbe “in un ecumenismo del martirio più eloquen-te di qualsiasi dichiarazione”. La comunità di Bose lo ricorda nel calendario “Il libro dei Testimoni”, dedicato al martirologio ecumenico, il 9 aprile, giorno della sua morte.

Gabriella Violante

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LA STORIA E LA FEDE Ricordo di Pietro Scoppola

Il 25 ottobre 2007 è morto Pietro Scoppola. Era nato a Ro-ma il 14 dicembre 1926. Grande figura di intellettuale cre-dente, impegnato sui sentieri della fede e della storia, Pie-tro Scoppola ha attraversato da protagonista gli anni più recenti del secondo dopoguerra in Italia, esprimendo un cattolicesimo democratico di altissimo profilo. Ha insegnato Storia Contemporanea presso l’Università La Sapienza di Roma; Senatore della Repubblica dal 1983, è stato presi-dente nazionale della Rete dei Cittadini per l’Ulivo, vicino ai Popolari nella Margherita. Ha collaborato a numerosi quotidiani e dal 1974 al 1978 è stato redattore capo della prestigiosa rivista Il Mulino. Nell’ambito della ricerca storica, si è interessato al rapporto tra cattolici e modernità, tra cattolici e democrazia all’indomani della seconda guerra mondiale, a cominciare dal rapporto tra cattolici e Fascismo. Egli ben sotto-lineava l’apparente unità, in quei de-cenni, del mondo cattolico, che nella realtà esprimeva posizioni assai varie-gate: dal clericofascismo di tanti, all’-antifascismo di altri e all’afascismo dei più. In quel contesto Scoppola ha stu-diato e stimato la figura di Alcide De Gasperi, l’uomo che seppe resistere – non senza fatica e sofferenza – alle spinte che dal Vaticano e dagli Stati Uniti giungevano per una sostanziale fascistizzazione della politica italiana e del partito cattolico. Egli riteneva, invece, che l’unità politica dei cattolici fosse un dato storico non immutabile. Ha giudicato il caso Moro (rapimento e uccisione Marzo/Maggio 1978) un’occasione perduta per la società italiana di recuperare solidarietà e condivisione nell’affrontare in quelle circostanze i terroristi. E proprio lo spirito della con-divisione di responsabilità comuni ha ispirato il suo impegno in difesa della Costituzione e della Resistenza, intesa que-

st’ultima come straordinario momento di partecipazione, di solidarietà e di sofferenza di tutto il popolo italiano. Negli ultimi anni ha contribuito a rafforzare nelle giovani generazioni l’idea della laicità della politica e della cultu-ra, convinto che i cosiddetti principi non negoziabili agisco-no nelle coscienze e nella storia, e da questa vengono co-munque e sempre rimodellati. Alla morte di Papa Giovanni Paolo II ha denunciato la “Chiesa silente” – che parla con una sola voce, benché au-torevolissima:<< …che parlino i laici, che parlino i preti, che parlino i vescovi, che ci sia dibattito; che ci siano mani-festazioni dialettiche all’interno della Chiesa: l’importante

è che in qualche modo ci sia vita.>> Utilmente, e in queste settimane assai op-portunamente, di Pietro Scoppola si posso-no leggere:

• Crisi modernista e rinnovamento catto-lico in Italia, Il Mulino 1961

• Chiesa e Stato nella storia d’Italia, Laterza 1967

• La Chiesa e il Fascismo, Laterza 1971

• La proposta politica di De Gasperi, Il Mulino 1977

• Gli anni della Costituente fra politica e storia, 1980

• 25 aprile. Liberazione, Einaudi 1995

• La Costituzione contesa, Einaudi 1998

• La democrazia dei cristiani, Il Mulino 2005 La coscienza e il potere, Laterza 2007

Gina Cavone

Dietrich Bonhoeffer

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Lo scorso 11 febbraio ricorreva la XVI Giornata Mondiale del Malato (GMM). Quest'anno l'appuntamento ha assun-to un significato particolare, in quan-to è caduto nel 150° anniversario della prima apparizione della Beata Vergine Maria alla giovane Bernar-detta Soubirous di fronte alla grotta di Lourdes, come ha voluto sottoline-are il Santo Padre nel suo consueto messaggio per la GMM. E' stata dun-que una occasione tutta particolare per sottolineare il ruolo di Maria nel progetto salvifico e la realtà della malattia e della sofferenza nella vita dell’uomo. Come sempre, accanto al tema della lettera del pontefice vi è il tema suggerito dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), che vuole essere l'occasione per una riflessione ad ampio raggio nelle nostre diocesi e comunità cristiane riguardo alla realtà della sofferenza e alla condi-zione dei fratelli infermi. Particolarmente ricco di spunti è il

tema proposto quest'anno: La fami-glia nella realtà della malattia. Esso apre una riflessione su due grandi re-

altà presenti nella vita di ogni uomo: da una parte tutti noi viviamo in un contesto familiare che caratterizza la nostra esistenza e le nostre relazioni affettive più strette, dall'altra ciascu-no ha fatto e fa esperienza, più o me-no diretta, della malattia e della sof-ferenza. In particolare, la riflessione vuole concentrarsi sulle famiglie in cui sia presente un ammalato affetto da una patologia grave o cronica. In questa circostanza la famiglia, essen-do così vicina e legata all'ammalato, è investita in maniera diretta e più for-te dalle conseguenze affettive e assi-stenziali della malattia. Dal canto suo, la famiglia attraversa, nella no-stra società, una crisi sostanziale sen-za precedenti e manifesta spesso in-capacità a reagire alle tante difficoltà che la vita presenta. Si tratta, allora, dell'incontro di due diverse fragilità in un'unica realtà, che può dar luogo ad un reciproco sostegno, se i membri della famiglia riescono a rielaborarle a l la l uce d i

La famiglia nella realtà della malattiaLa famiglia nella realtà della malattiaLa famiglia nella realtà della malattiaLa famiglia nella realtà della malattia 11 febbraio 2008 11 febbraio 2008 11 febbraio 2008 11 febbraio 2008 –––– XVI Giornata Mondiale del Malato XVI Giornata Mondiale del Malato XVI Giornata Mondiale del Malato XVI Giornata Mondiale del Malato

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Dopo il Consiglio Pastorale Parroc-chiale dell’ 8dicembre scorso, in parrocchia si è svolto un intenso lavoro teso a recepire il progetto Agorà. La serie serrata di incontri dell’Equipe Giovani con la Segrete-ria del Consiglio Parrocchiale ed il nuovo incontro del Consiglio del 3 febbraio dimostrano una reale at-tenzione ed una chiara volontà di andare a fondo allo spirito del pro-getto e di realizzare azioni tangibi-li. Un aspetto è importante sottolinea-re, i giovani non dovranno essere “destinatari” di iniziative, perché ciò tradirebbe profondamente lo spirito del progetto! Si tratta piut-tosto di “lasciare” che essi diventi-no soggetti attivi e reali della Chie-sa e, nello specifico, della comunità del Buon Pastore. Paradigma di questa azione è il Co-me Io Vi Ho Amati; un paradigma,

direi, quasi irrealizzabile per i no-stri tempi, dove il fare più che l’a-scoltare prevale nelle relazioni, do-ve l’attenzione che dedichiamo ai nostri figli si misura con la quantità di cose che compriamo loro (e per le quali, per giunta, pretendiamo gratitudine!). Un percorso intriso di difficoltà sto-rico-culturali anche per la comunità “Buon Pastore”, perché, sia per i giovani sia per gli adulti, passa at-traverso la verifica di una volontà concreata di affrontare questo per-corso. Per gli adulti si tratta di “sentire” i giovani non come limite ma come soglia, dove la Chiesa , la comunità comincia veramente a vivere, di-smettendo atteggiamenti di preva-ricazione radicati nel subconscio. Per i giovani si tratta di prendere coscienza del fatto che gli atteggia-menti di soglia sono atteggiamenti

che non consentono di attingere “in abbondanza” al senso vero della vita. Nel concreto, si è avviata una ri-flessione sulla catechesi liturgica, luogo e tempo in cui la fede non dia sfoggio di se stessa ma si coniughi attraverso le nostre storie persona-li, attraverso le fragilità giovanili (e non solo) sempre più diffuse, attra-verso i bisogni e le domande di sen-so e di verità sempre più dolorosa-mente disattese. Siamo ancora agli albori, ma il per-corso di ripensamento si profila se-rio, concreto e di buona speranza!

Marilù Brescia

AGORA’: Camminiamo Insieme …

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11 febbraio 2008 11 febbraio 2008 11 febbraio 2008 11 febbraio 2008 –––– XVI Giornata Mondiale del Malato XVI Giornata Mondiale del Malato XVI Giornata Mondiale del Malato XVI Giornata Mondiale del Malato

u n a forte esperienza di amore e di dono di sé, oppure ad una amplificazione della fragilità nel caso in cui la realtà della malattia non trovi nella famiglia il pri-mo e più naturale luogo di cura. Nella nostra parrocchia abbiamo cele-brato la cosiddetta “Giornata Parroc-chiale del Malato” domenica 17 feb-braio. Quest'anno, per valorizzare ap-pieno gli spunti offerti dal 150° della memoria della Beata Maria Vergine di Lourdes e dal tema CEI, il Gruppo di Pastorale della Salute della nostra par-rocchia (costituito dai ministri straordi-nari della Santa Comunione e dai mem-bri del gruppo d'avanguardia del CVS della parrocchia) ha voluto organizzare delle iniziative per coinvolgere diretta-mente gli anziani e gli ammalati del nostro territorio e le loro famiglie. La principale è stata la Peregrinatio Ma-riae nelle case degli ammalati dall'11 al 15 febbraio. E' stato un modo per pre-gare con questo tradizionale culto ma-

riano insieme agli ammalati ed alle loro famiglie. A questa iniziativa hanno vo-luto partecipare anche i ragazzi della nostra parrocchia e i loro catechisti, sulla scia di un bel rapporto tra loro e gli anziani/ammalati del nostro territo-rio che li ha portati, negli ultimi due anni, a visitarli in occasioni di momenti forti dell'anno liturgico (ricordiamo le novene recitate con gli ammalati) o di ricorrenze particolari. Accanto a questa iniziativa, il Gruppo di Pastorale della Salute ha voluto dare un segnale forte anche alla comunità che frequenta la parrocchia, animando le S. Messe festive del 16/17 febbraio, allestendo una bacheca sul tema (anche questa con la determinante col-laborazione dei ragazzi), promuovendo la partecipazione al gruppo di preghie-ra che settimanalmente si ritrova in chiesa il mercoledì sera per pregare per i malati e sofferenti del nostro territo-rio. La celebrazione annuale della GMM ha

come scopo principale quello di sensibi-lizzare il Popolo di Dio – e, di conse-guenza, le molteplici istituzioni sanita-rie cattoliche e la stessa società civile – alla necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi e un adeguato supporto alle loro famiglie. La speranza che rimane ogni anno, al termine di questa giornata, è che le iniziative or-ganizzate per questa celebrazione non rimangano una esperienza limitata, ma possano essere lo strumento per educa-re noi stessi ad una maggiore sensibilità verso il mondo della malattia e della sofferenza che ci conduca a costrui-re rapporti più saldi con i fratelli infermi.

Gaetano Scioscia

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NNNNell’ambito degli incontri previsti

dalla nostra parrocchia su:” Chiesa-Mondo, a quarant’anni dalla Gaudiun et Spes “è stata molto apprezzata dai “pochi intimi” intervenuti la conversa-zione del dott.Giuseppe Antonelli, Pre-sidente del Comitato Regionale Puglia dell’Associazione di volontariato onlus Ai@rt , associazione di spettatori, che si propone varie iniziative nei confron-ti della gestione dei programmi televi-sivi. E’ forse oggi il campo di maggior im-patto con la crescita formativa dei nostri ragazzi e non solo. L’indubbio progresso che l’uso di questo mezzo ci ha dato (basti pensare all’unificazione del linguaggio, alla maggior compren-sione dei fenomeni sociali, culturali e politici, alla migliore conoscenza dei luoghi, abitudini, e tradizione dei po-poli) non deve farci dimenticare i peri-coli ed i danni che un uso errato di tale strumento può arrecare, non solo ai bambini ma anche alle persone più grandi. Quando si parla di pericoli e danni non

ci si riferisce solo alle evidenze etiche, al relativismo morale selvaggiamente imperante, ma, all’opposto, anche ai

pericoli della massificazione e stru-mentalizzazione delle coscienze.

Quando chi ci parla appare sul piccolo schermo con voce calda e suadente, manovrando con immagini,suoni e pa-role la nostra attenzione e la nostra immaginazione, accade come in pre-senza di un illusionista o ipnotizzatore, che apparentemente ci lascia liberi, ma che in realtà ci porta dove vuole lui, e non solo per farci comprare un detersivo o un automobile, ma per c r e a r e c o n s e n s o “artificiale”stimolando soprattutto le inclinazioni alla comodità, al successo, al potere, al denaro, facendo leva cer-tamente non sul senso di solidarietà, di amicizia, di attenzione agli altri che pure è presente nel nostro animo. Certamente il sistema Auditel favori-sce notevolmente tale situazione. La necessità di una vera e propria edu-cazione delle persone a comprendere, distinguere, giudicare ciò che ci propi-nano ogni giorno le immagini televisi-ve, deve essere un impegno serio di una comunità cristiana; ciò non solo per difendere i nostri bambini dalla violenza, ma anche per la tutela della l ibertà della

LA TV CON LA…TESTA!

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coscienza, perché questa si formi retta e giusta. La coscienza è il luogo dello Spirito e per noi cristiani, per ognuno di noi, il luogo inviolabile in cui lo Spirito Santo suggerisce, propone, invita, ammonisce, rimprovera. La Gaudium et spes al n.16 afferma: “La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità”. Nessuno può tentare di manipolarla, a nessuno è consenti-to, con martellamenti più o meno assillanti, usarla per sco-pi di parte, che siano economici o di potere politico-culturale. Dovremmo sentire il peso di questa “violenza” continua, che non solo è violenza “in” TV, ma è soprattutto violenza “della” TV. Dovremmo quindi saper reagire e ribellarci! Uno strumento utile a tale scopo può essere l’associazionismo degli utenti, ed è ciò che ci ha proposto il dott. Antonelli con l’adesione

alla associazione Ai@rt. Quest’ultima si è resa meritevole di varie iniziative e proposte per una consapevole utilizza-zione del mezzo televisivo e di pressione sugli organi politi-ci ed amministrativi, per il miglioramento della qualità dei programmi. L’appello più efficace dovrà comunque essere rivolto al senso di responsabilità che ognuno di noi eserciterà nei confronti di se stesso e della formazione culturale e mo-rale dei propri figli e nipoti, con una vigilanza discreta ma intelligente, costante e motivata.

Tommaso Fersini

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LA TV CON LA…TESTA!

Alla scoperta del Alla scoperta del Alla scoperta del Alla scoperta del Alla scoperta del Alla scoperta del Alla scoperta del Alla scoperta del Alla scoperta del Alla scoperta del Alla scoperta del Alla scoperta del

Gruppo NicodemoGruppo NicodemoGruppo NicodemoGruppo NicodemoGruppo NicodemoGruppo NicodemoGruppo NicodemoGruppo NicodemoGruppo NicodemoGruppo NicodemoGruppo NicodemoGruppo Nicodemo

Il fiore-simbolo della nostra comunità diventa sempre più bello, man mano che aumenta il numero di petali! Anche per questo numero siamo felici di aver avuto la possibilità di conoscere un’altra “aiuola” della nostra parrocchia. Ab-biamo curiosato nel gruppo “Nicodemo”, guidato da don Vittorio, che si incontra ogni martedì alle 9:30. In partico-lare, ci hanno parlato del gruppo Vincenzo Proto e Anna-maria Carnovale. Da chi è composto i l gruppo “Nicodemo”? Vincenzo Il gruppo “Nicodemo” è composto da persone anziane, pen-sionate o casalinghe che si incon-trano in parrocchia –Aula Paolo VI- di norma il martedì mattina di ogni settimana alle ore 9,30. È in vita da cinque anni ed è composto da una ventina di persone; è un gruppo molto valido culturalmente e affia-tato. Perchè si chiama “Nicodemo”? Annamaria Il gruppo prende il no-me dall’uomo che in Gv 3, 1 consul-ta Gesù, in Gv 7,50 lo difende di-nanzi ai Farisei e in Gv 19, 39 lo seppellisce. Vincenzo Nicodemo impegò un po’ di tempo per capire Gesù. Giovanni non dice se fosse diventato disce-polo di Gesù, ma dice che lo incon-trò per la prima volta di notte e gli chiese se Dio fosse con lui, perché compiva segni che nessun altro avrebbe potuto compiere (Gv 3, 1). Gesù allora gli rispose che soltanto “chi rinasce dall’alto” può entrare nel Regno di Dio. Il po-vero Nicodemo, stupito e perplesso, chiese come un uomo vecchio sarebbe potuto rinascere: “può forse entrare una seconda volta nel grembo della madre e rinascere?” (Gv 3,

4). Gesù, allora, manifestò la sua delusione e disse a Nico-demo: “Tu sei maestro in Israele e non sai queste co-se?” (Gv 3, 10). Come si svolgono gli incontri? V. Gli incontri sono caratterizzati da tematiche scelte e svolte con appropriate discussioni, guidate dal parroco, tenendo presente le indicazioni della Curia.

A. Sono previsti interventi dei par-tecipanti. Inoltre, una volta al mese il gruppo invita un testimone di ca-rità o di cultura per un “incontro speciale”. Ne ricordate qualcuno in partico-lare che vi ha colpito per la tema-tica o per la partecipazione? A. Particolarmente interessanti so-no stati gli incontri guidati da Nina Storelli e quello guidato da suor Carmen, in cui abbiamo ascoltato dei CD musicali; o anche l’incontro con Suor Marta che ci ha presentato la vita di Charles de Foucault, che aveva scelto di vivere con gli ultimi nel deserto. Ricordo anche i tre incontri con il prof. Micunco, con approfondimenti liturgici e culturali sulla Beata Suor Elia di S. Clemente o sulla mancata visita del Papa in occasione dell’apertura dell’anno accademico dell’Università “La Sa-

pienza” di Roma, così come l’incontro con una consacrata dell’Ordo Viduarum (Ordine delle Vedove). V. Hanno anche partecipato a questi incontri alcuni missio-nari, che hanno illustrato il loro intervento con l’ausilio di materiale fotografico, che mostra l’attività da loro svolta nel Terzo Mondo in favore di tante persone mancanti di tutto, specie bambini; anche

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Gruppi

“STELLE E

BENIAMINO”

GruppoGIOVANI-ADULTI

ORATORIO

Gruppo

NUBENDI

Gruppo

NICODEMO

Gruppi

“STELLE E

BENIAMINO”

GruppoGIOVANI-ADULTI

ORATORIO

Gruppo

NUBENDI

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p e r me sono stati interessanti i due inter-venti della sorella Nina Storelli, non vedente e con più di 92 anni di età, che ha portato la sua testimonianza di una lunga vita non sempre facile. Un’ultima riunione è stata di recente tenuta da una cittadina romena, Elena, laureata nel suo paese in teologia e laureanda in Italia nella stessa facoltà, restauratrice ed insegnante di religione nei licei di Romania, relativa alla preghiera orto-dossa raffrontata con quella cattolica. Ci sono anche delle attività extra-catechesi svolte da questo gruppo al-l’interno della comunità? V. Diverse e varie attività svolge il gruppo. Organizza incontri di vacanze annuali estive e non solo per i compo-nenti del gruppo, ma per tutta la comu-nità del Buon Pastore; organizza visite culturali della durata di un giorno (visita a Barletta del Museo De Nittis, visita al Castello Svevo per la esposizio-ne di Icone pregiate; visita al Santuario di Picciano e ai Sassi di Matera; visita ad alcuni comuni della provincia di Bari e Taranto per incontri con fratelli disa-bili). Alcuni componenti del gruppo si occupano il martedì pomeriggio di rice-vere i fratelli bisognosi, ai quali vengo-no distribuiti generi di conforto. Il grup-po, ancora, si è fatto carico di contri-buire alla pulizia dell’Aula Chiesa con un versamento mensile in denaro. Par-tecipa alle celebrazioni (S. Messa) occu-pandosi delle monizioni, delle letture dall’ambone, della raccolta delle offer-te. Sapreste dirmi un punto di forza e uno debole del vostro gruppo? V. Il gruppo partecipa alle iniziative che vengono assunte dalla comunità, per cui un punto di forza è l’impegno che, compatibilmente con la disponibilità di ciascuno, viene dato per la risoluzione dei problemi relativi all’attività parroc-chiale; ma, di contro, è un punto di debolezza la stessa disponibilità che viene a mancare a causa delle difficoltà causate dalla tarda età di molti. C’è ancora da dire che un punto debole per il gruppo è che appena tre persone di genere maschile sono presenti e parte-cipanti...Tutti gli altri componenti sono donne. Cosa pensate delle iniziative svolte in questa comunità? Quali iniziative, fra quelle mancanti organizzereste voi spontaneamente? V. Non credo che si possa dire molto riguardo le iniziative svolte nella comu-

nità, in quanto non tutte le iniziative vengono portate a conoscenza, quindi non possono essere oggetto di discussio-ne. A. Io organizzerei iniziative musicali-culturali e di serio approfondimento nella conoscenza di Gesù Cristo. Cosa pensate dei giovani di questa società? Che differenze ci sono rispet-to alla vostra giovinezza? Pensate che queste differenze siano causate da qualcosa in particolare? V. Si dice che oggi sia difficile rappor-tarsi con i giovani, soprattutto perché manca il colloquio tra figli e genitori. Forse ciò è vero, ma non del tutto. Spesso il colloquio tra i genitori ed i figli c’è, ma diventa controproducente quando i genitori non sempre si rendono conto che i figli non devono essere con-dizionati da scelte che non soddisfano i loro desideri e le loro aspettative; se un genitore, marito o moglie, è avvocato o

medico o imprenditore, e il figlio o la figlia sceglie una diversa attività, scop-pia il contrasto e le discussioni si susse-guono giorno dopo giorno, senza poter trovare una soluzione logica. Allora qual è il problema? Come risolverlo? A. Le differenze sono anche evidenti circa l’educazione al rispetto per sè, per gli altri, per l’ambiente e circa la superficialità nella formazione spiritua-le. Resta che queste differenze possono attenuarsi, impegnandosi! Sentite la presenza dei giovani in que-sta comunità? Pensate che ci siano sufficienti momenti d’incontro fra la “ c om u n i t à a d u l t a ” e q u e l l a “giovane”? Vi sentite arricchiti da questi momenti, o pensate che ancora ci sia molta strada da compiere nella condivisione? V. Nell’ambito dell’impegno della co-munità, è da considerare la preparazio-

ne di coloro che devono relazionarsi nei confronti dei giovani e nei rapporti tra “comunità adulti” e “comunità giova-ni”. In parrocchia si trovano a confronto ragazzi ai quali i catechisti dovrebbero fare delle catechesi basate sull’appren-dimento dei concetti fondamentali del-la fede. Gli insegnamenti contenuti nei Vangeli, le parabole e tutto quanto Ge-sù ha detto sono una cosa stupenda, forse alle volte difficili da comprende-re, per cui ridurre a mero insegnamento codesti concetti o le parabole non pro-duce attenzione da parte dei giovani. Se si potesse proporre, invece, all’at-tenzione dei giovani il contenuto di un insegnamento o di una parabola come il racconto di un fatto realmente accadu-to e vissuto, sul quale poter discutere ed esprimere le proprie opinioni forse diventerebbe un racconto più accessibi-le e, quindi più accettato e compreso. Condivisione, perciò, a tutti i livelli e, forse, più partecipazione. A. Direi che non ci sono sufficienti mo-menti di incontro tra gli adulti ed i gio-vani della nostra comunità. Bisogna pe-rò iniziare a camminare. Iniziare bene, con impegno e costanza e chi ben co-mincia... E l’auspicio di Annamaria si è subito concretizzato! Come avete potuto con-statare nell’articolo di Marilù, in questi tempi in particolare, tutta la nostra comunità sta rivolgendo lo sguardo al mondo giovanile, nell’ambito del pro-getto Agorà. Tutta la comunità desidera fortemente che questi due “polmoni” prendano a comunicare in maniera e-stesa e, armoniosamente, a collabora-re, ciascuno a suo modo (con l’espe-rienza gli uni, con le vivaci energie gli altri) sui tanti fronti che quotidiana-mente abbiamo modo di osservare, sia fuori sia dentro la parrocchia. È una sfida, per tutti, la creazione di questa rete di reciproco scambio tra due mon-di, entrambi fondamentali: nessuno si senta escluso!

Simone Scintilla Gabriella Violante

“Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo ma perchè il mondo si salvi

per mezzo di Lui” (Gesù e Nicodemo, Giovanni 3, 17)

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Il gruppo NicodemoIl gruppo NicodemoIl gruppo NicodemoIl gruppo NicodemoIl gruppo NicodemoIl gruppo NicodemoIl gruppo NicodemoIl gruppo NicodemoIl gruppo NicodemoIl gruppo NicodemoIl gruppo NicodemoIl gruppo Nicodemo

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Un simpatico evento per la nostra parrocchia e per la diocesi di Bari-Bitonto

27 Gennaio 2008: Giornata della pace.

In occasione della giornata della pace, i responsabili A.C.R. hanno organizzato un torneo di calcio per i piccoli di Azione Cattolica, coronato da un emozionante corteo a Modugno, di circa 1500 ragazzi. In piazza ab-biamo pregato, in collegamento con Roma per l’Angelus, insieme al nostro Papa, che al ter-mine ha incitato i ragazzi a non smettere mai di marciare per la pace nel mondo, e ha dato appuntamento a tutti gli “ACieRrini” d’Italia il 4 Maggio in piazza S. Pietro. È arrivato il momento della premiazione! Ed ecco che lo speaker annuncia il nome dell’o-spite d’onore: “niente popò di meno che” Francoise Gillet... per chi non lo sapesse è il portiere del Bari... Prima di conoscerlo non lo sapevo neanch’io... Un tripudio d’applausi... Centinaia di auto-grafi... E gli educatori, tra cui la nostra Ga-briella Ruggieri, improvvisatisi body guard cercavano di sottrarlo ai fans mentre, pazien-te e sorridente, Adriana aspettava il suo bel portiere! Una coppia affascinante! Ma com’è iniziata questa partita? Ve lo rac-conto: la fortuna ha voluto che Gillet e Adria-na arrivassero nel “campo” dei nubendi per la preparazio-

ne del loro matrimonio, che sarà celebrato il... non si può dire (ah ah ah); il furbetto Don Vittorio, famoso per il suo gergo sportivo, ha colto la palla al balzo e, cercando di

fare goal, ha riferito la bella notizia all’assi-stente diocesano di A.C.R. Don Giacomo, che da bravo libero non ha perso l’occasione, ha puntato i chiodini alle calcagna dello scattan-te Bruno, lo stratega dalle scarpette consu-mate ha passato la palla a me, ma non mi sono persa d’animo e con colpo ben assestato ho tirato la palla ad Adriana, che lesta l’ha fatta rimbalzare su Gillet, e senza indugio stavolta l’ha parata! Scherzi a parte, da per-sona sportiva e generosa qual è, ha accettato l’invito di buon grado. Importante è l’impegno e la testimonianza per la pace. Donarsi è buono e bello! Insomma, una splendida gara di solidarietà da non dimenticare. Grazie a Gillet... e per Gillet anche Don Vit-torio finalmente ha segnato un goal!

Mina Ressa

Dopo aver dato fuoco al fantoccio “Rocche”, simbolo del carnevale dei baresi, e aver fatto bisboccia fino a tardi, si chiude un periodo di gioco, di scherzi, di gioia con il marte-dì grasso e inizia, con il mercoledì delle ceneri un periodo di riflessione, meditazione, preghiera, digiuno, un periodo di silenzio: la Quaresima. Sì, proprio così, un periodo di quaranta giorni di silenzio. Oggi la differenza non si avver-te più in modo netto; non c’è molta differenza tra i giorni di carnevale e i giorni di Quaresima. Le televisioni e le ra-dio non cambiano minimamente i loro palinsesti e tutto sembra normale e “ordinario”. Una volta, invece, non era così, si percepiva anche esteriormente di essere entrati nel periodo forte dell’anno liturgico e pure i non credenti (pochi per la verità) avvertivano nettamente un cambia-mento nei modi e negli usi di vita quotidiana. Infatti, en-trati in Quaresima, venivano evitati tutti i rumori. Agli ani-mali da pascolo e ai cavalli venivano tolti i campanacci, i batacchi delle campane delle chiese venivano avvolti in stracci, perché nemmeno la forza del vento doveva far sen-tire il loro suono. Non venivano organizzate feste comuni-tarie e di famiglia, in quei giorni nemmeno ci si sposava. Anche la gastronomia subiva una metamorfosi, non si man-giavano più cibi grassi e venivano eliminati del tutto i dol-ci. Si usava mangiare poco e molto semplice: pasta condita con olio e formaggio, legumi, derivati di latticini, lamponi lessi conditi con olio, sale e pepe accompagnati da qualche pomodoro rosso al filo, molte verdure. Faceva eccezione solo il giorno di San Giuseppe, quando la tradizione voleva che le massaie si adoperassero per la realizzazione delle zeppole fritte guarnite con crema e amarena. In molte fa-

miglie, specialmente quando si avvicinava la settimana santa, venivano organizzati incontri di preghiera. Gli uomi-ni evitavano di incontrarsi per giocare a carte. I bimbi veni-vano redarguiti a non giocare in maniera chiassosa. Tutto assumeva un’aria dimessa. La domenica delle Palme, inve-ce, era un giorno di festa, ognuno cercava di procurarsi una palma, erano veramente pochi quelli che le compravano. I più, invece, le palme se le procuravano da soli. In verità erano i ragazzi che, in barba alle disposizioni comunali, asportavano le lunghe e larghe foglie dagli alberi di palme, poi le chiudevano in cantine buie per far si che diventasse-ro di colore giallo. Da queste foglie venivano realizzati i simboli che poi, benedetti, erano donati a parenti e amici. La palma, a Bari in particolare, assumeva un significato di pace. In quella domenica, infatti, chi aveva litigato o aveva serbato rancore verso un famigliare o un amico, procurata-si una palma, la donava alla persona offesa. Questi non poteva rifiutare o sottrarsi al gesto di pace e così ogni ini-micizia veniva superata. I fidanzati portavano alla propria innamorata la palma adornata con nastri colorati e fiori. La suocera del ragazzo, provvedeva la domenica di Pasqua a mandare al futuro genero un dolce particolare: “u peghe-rìdde”. Un dolce, appunto di zucchero e marzapane, raffi-gurante una pecora inginocchiata. Tutti questi simboli di pace erano di augurio e buon auspi-cio per la nuova coppia, per una vita coniugale serena e cristiana. Nella settimana santa il popolo praticava con più devozione tutte le pie pratiche, l’atmosfera di riflessione e di attesa diventava più forte. Le radio diffondevano solo musica classica e le televisioni

Quaresima e tradizioniQuaresima e tradizioniQuaresima e tradizioniQuaresima e tradizioni

Il portiere della squadra di calcio del Bari,

Jean-Francois Gillet

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trasmettevano film e do-cumentari su temi religiosi. Il tutto aveva compimento a mezzogiorno del sabato santo, allor-quando, con lo scoppio di alcune bombe a salve si decretava la fine del periodo della Quaresima. Allora agli animali venivano attaccati i campanacci, i tram riprendevano a suonare, le sirene degli opifici fi-schiavano a lungo, si lasciavano vola-re le colombe e gli uccelli tenuti sino ad allora nelle gabbie. Tutta la città respirava un’aria di festa. In-tanto le donne mostravano i dolci di Pasqua, in particolare le scarcelle, che portavano sulla pasta uova sode, tenute salde da strisce di pasta ed erano più apprezzate quante più uova contenessero. Le fidanzate in particolare, dal numero delle uova, capivano quanto fosse grande l’amo-

re del proprio fidanzato e la mamma, esprimendo la sua soddisfazione alle comari, soleva dire: “ng’ha pertate la

scarcèdde a quatte ove” (le ha portato una scarcella a quattro uova!).

Emanuele Battista

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Quaresima e tradizioniQuaresima e tradizioniQuaresima e tradizioniQuaresima e tradizioni

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Incominciamo con alcune foto

scattate in occasione del presepe vivente

allestito dai nostri ragazzi(28/12/07)...

I due gruppi ACR della nostra parrocchia a Modugno in occasione della giornata mondiale della pace

...e per finire, Ecco le foto della

Festa di carnevale in orato-rio!!!!!!

I RAGAZZI DELL’ORATORIO DIRETTI DAL REGISTA-COREOGRAFO GIANNI MASTROMARINO, OGNI SABATO PO-MERIGGIO DALLE 15:30 ALLE 17:30. SI STANNO PREPARANDO PER IL RECITAL “SCUGNIZZI”. LO SPERTTACOLO AN-DRÁ IN SCENA IL 13 APRILE, IL GIOR-NO DELLA FESTA DEL BUON PASTORE. TENETEVI LIBERI!!!

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ACCIPICCHIA QUANTI BATTESIMI DA DICEMBRE AD OGGI!!! IL 30 DICEMBRE 2007 SI SONO BATTEZZATI: GRETA RANIERI, CHRISTIAN MASTRANGELO, GABRIELE DOMENICO MININNI, ELEONORA REGI-NI, SABRINA DE ROSA E AMANDA STELLA LIGUO-RI. IL 13 GENNAIO 2008 IO E DARIA NITTI

MATTIA INT

INI

SALUTI A TUTTI DA NOI MINISTRANTI!!! DOMENICA 27 GENNAIO C’’É STATA LA VESTIZIONE DI SERGIO, DAVI-DE, ALFREDO E ANTONIO E IL 3 FEBBRAIO TUTTI INSIEME, ABBIA-MO FATTO UNA GITA AL SEMINARIO DI MOLFETTA DOVE è STATO “VESTITO” ANCHE FRANCESCO!!!

UDITE UDITE!!! CI SONO NOVITÁ IN AZIONE CATTOLICA!!! IL 20 GENNAIO SONO STATI ELETTI NUOVI CONSIGLIERI DEL-L’AZIONE CATTOLICA PARROCCHIALE: IO (TOMMASO FERSINI), GABRIELLA RUGGIERO, FRANCO CUCCOVILLO, ANTONIO CATE-RINO E MARILU’ BRESCIA. IL 31 GENNAIO IL NUOVO CONSIGLIO HA COPTATO COME ALTRI CONSIGLIERI GINA CAVONE, GIOVANNI LAMURAGLIA E CLAU-DIA CANALETTI E HA NOMINATO GINA CAVONE RESPONSABILE DE-GLI ADULTI , GABRIELLA RUGGERO RESPONSABILE ACR. IO SONO STATO PROPOSTO PRESIDENTE DI AZIONE CATTOLICA PARROC-CHIALE, NOMINA CHE DOVRÁ CONFERMARE L’ARCIVESCOVO. VOI CHE DITE, MI CONFERMA?

La parrocchia è famiglia di famiglie : sentiti appartenente e concorri alle spese fisse con quote mensi-li, secondo il tuo cuore. Per effettuare, invece, versamenti per una necessità specifica, serviti del CPP n° 15634702 intestato

alla Parrocchia Buon Pastore. (puoi trovarlo in parrocchia).

Avviso a cura del Consiglio Parrocchiale degli Affari Economici

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A VOI LA [email protected] VOI LA [email protected] VOI LA PENN@... A cura di Anna Maria Coclite

CCCCiao a tutti! Eccoci ancora per un nuovo numero di Voce nel Vento, ed eccoci allo spazio dedicato a voi e alle vostre lettere/mail. Ancora una volta vi ricordo che per motivi tecnici di impaginazione-riproduzione e distribuzione del giornale, per poter pubblicare in tempo le vostre comunicazioni dovreste farcele pervenire entro le due settimane precedenti all’uscita!!! Questa volta abbiamo ricevuto, assieme ad una e-mail di un mesetto fa che ci offre un’interessante comunicazione circa l’incontro sulla qualità dei mass-media tenutosi nell’ambito degli incontri Chiesa-Mondo organizzati qui in parrocchia (e di cui vi abbiamo parlato all’interno di questo numero) anche una poesia in dialetto salentino che ci è stata proposta dalla prof.ssa Rita D’Amelio, meglio conosciuta come “zia Rita”, che rin-graziamo di cuore!!! Buona lettura, e buona navigazione!

Non smettete di scriverci… Anna Maria

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VOCE NEL VENTOVOCE NEL VENTO Parrocchia Buon Pastore

[email protected]@[email protected] www.baribuonpastore.itwww.baribuonpastore.itwww.baribuonpastore.it

MAIL DEL 16/1/08MAIL DEL 16/1/08MAIL DEL 16/1/08MAIL DEL 16/1/08 Carissimi Don Vittorio e Angelo, Carissimi Don Vittorio e Angelo, Carissimi Don Vittorio e Angelo, Carissimi Don Vittorio e Angelo, vi comunico che sul sito vi comunico che sul sito vi comunico che sul sito vi comunico che sul sito www.aiart.orgwww.aiart.orgwww.aiart.orgwww.aiart.org è disponibile una sintesi dell'incontro tenuto pres- è disponibile una sintesi dell'incontro tenuto pres- è disponibile una sintesi dell'incontro tenuto pres- è disponibile una sintesi dell'incontro tenuto pres-so la vs. Parrocchia la settimana scorsa in tema di mass media.so la vs. Parrocchia la settimana scorsa in tema di mass media.so la vs. Parrocchia la settimana scorsa in tema di mass media.so la vs. Parrocchia la settimana scorsa in tema di mass media. Nel ringraziarvi per la cortese ospitalità vi allego link ove reperire il messaggio nonché Nel ringraziarvi per la cortese ospitalità vi allego link ove reperire il messaggio nonché Nel ringraziarvi per la cortese ospitalità vi allego link ove reperire il messaggio nonché Nel ringraziarvi per la cortese ospitalità vi allego link ove reperire il messaggio nonché leggere storia, obiettivi e attività dell'AIART.leggere storia, obiettivi e attività dell'AIART.leggere storia, obiettivi e attività dell'AIART.leggere storia, obiettivi e attività dell'AIART. Con i più sinceri auguri di proseguire nel vs. meritorio lavoro. Con i più sinceri auguri di proseguire nel vs. meritorio lavoro. Con i più sinceri auguri di proseguire nel vs. meritorio lavoro. Con i più sinceri auguri di proseguire nel vs. meritorio lavoro. Cordialmente Cordialmente Cordialmente Cordialmente Giuseppe Giuseppe Giuseppe Giuseppe Giuseppe Antonelli Giuseppe Antonelli Giuseppe Antonelli Giuseppe Antonelli Presidente AIART Puglia Presidente AIART Puglia Presidente AIART Puglia Presidente AIART Puglia <<Dal sito AIART PUGLIA <<Dal sito AIART PUGLIA <<Dal sito AIART PUGLIA <<Dal sito AIART PUGLIA ---- Convegno al Buon Pastore.doc>> Convegno al Buon Pastore.doc>> Convegno al Buon Pastore.doc>> Convegno al Buon Pastore.doc>> http://www.aiart.org/ita/web/news_item.asp?id_item=913 http://www.aiart.org/ita/web/news_item.asp?id_item=913 http://www.aiart.org/ita/web/news_item.asp?id_item=913 http://www.aiart.org/ita/web/news_item.asp?id_item=913

Nanti a lu crocefissuNanti a lu crocefissuNanti a lu crocefissuNanti a lu crocefissu

Quandu Te ‘uardu ‘nchiuàtu su ‘la cruce Quando Ti guardo inchiodato sulla croce

cu’ dha curuna, tuttu fraggellatu... con quella corona, tutto flagellato...

Sentu intru de mie comu na ‘uce, Sento dentro di me come una voce,

na ‘uce ca me dice: -Tie si’ statu-. una voce che mi dice: -Tu sei stato-. E ‘stu suspettu ca turmenta e strazia E questo sospetto che tormenta e strazia

Me llea ogne speranza quandu ‘egnu, Mi toglie ogni speranza quando vengo,

ca se T’aggiu cercare quarche ‘razia perchè se Ti cerco qualche grazia

dha ‘uce me ripete: -Nu’ si’ degnu-. quella voce mi ripete: -Non sei degno-. Sacciu ca è veru e pensu e mentre pensu So che è vero e penso e mentre penso

a li peccati de la vita mia, ai peccati della vita mia,

a tante cose fatte senza sensu, a tante cose fatte senza senso,

casciu chiangendu nanti a Ssignuria. Cado piangendo dinanzi a Te, o Signore. L’anima me la sentu chiù leggera L’anima la sento più leggera

e senza pparlu Te cercu perdunu, e senza parlare Ti chiedo perdono,

me pare comu sia ca dha preghiera mi sembra che quella preghiera

scancella li peccati a unu a unu. cancelli i peccati ad uno ad uno. Tandu nu’ me turmenta chiui dha ‘uce, Allora non mi dà più tormento quella voce

Te ‘uardu e sentu ca m’ha’ perdunatu. Ti guardo e sento che mi hai perdonato

Ma Ssignuria rumani su’ dha cruce Ma Tu, o Signore, rimani su quella croce

sacrificatu pe’ nu mundu ingratu. sacrificato per un mondo ingrato.

Arturo Leva (1918-1957)

REDAZIONE:REDAZIONE:REDAZIONE:

Anna Maria Coclite, Barbara Bortone, Anna Maria Coclite, Barbara Bortone, Anna Maria Coclite, Barbara Bortone, Chiara Fiore, Daniele Lapedota, Chiara Fiore, Daniele Lapedota, Chiara Fiore, Daniele Lapedota,

Denise De Scisciolo, Ester senior, Gabriella Denise De Scisciolo, Ester senior, Gabriella Denise De Scisciolo, Ester senior, Gabriella Violante, Gina Cavone, Mariella Loglisci, Violante, Gina Cavone, Mariella Loglisci, Violante, Gina Cavone, Mariella Loglisci,

Rocco Veronico, Simone ScintillaRocco Veronico, Simone ScintillaRocco Veronico, Simone Scintilla