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Quando un comportamento è considerato un problema? È pericoloso per la persona, per altri o per l’ambiente (danno) Impedisce alla persona di apprendere abilità o di avere interazioni sociali (ostacolo) È inappropriato al contesto (stigma sociale) (Ianes 1992)

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Quando un comportamento è

considerato un problema?

• È pericoloso per la persona, per altri o per l’ambiente

(danno)

• Impedisce alla persona di apprendere abilità o di avere

interazioni sociali (ostacolo)

• È inappropriato al contesto (stigma sociale)

(Ianes 1992)

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… in sintesi

Il «comportamento problema» è spesso la

migliore strategia che il sistema ha elaborato per

affrontare una determinata situazione

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Come gestire un comportamento

problema?

• Procedure comportamentali d’insegnamento e di

decremento

• Interventi psicoeducativi positivi

• Storie Sociali

• Prevedibilità e strutturazione

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Per approfondire….

Richard M. Fox. «Tecniche base del metodo comportamentale»

D. Ianes, S. Cramerotti. « Comportamenti problema e alleanze psicoeducative »

Edward G. Carr. « Il problema di comportamento è un messaggio »

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Le storie sociali

OBIETTIVO: sviluppare le abilità di relazione e la

comprensione sociale

MODALITÀ: brevi racconti scritti specificamente per aiutare a

capire come è il mondo sociale e a imparare come ci si deve

comportare nei rapporti interpersonali (possono essere usate per

affrontare un numero infinito di tematiche)

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Punti fondamentali per scrivere una storia sociale

• fissare un obiettivo

• raccogliere informazioni

• scrivere il testo: in prima persona, a volte in terza;

precisione letteraria (le persone con autismo danno

un’interpretazione letteraria alla comunicazione)

• usare il supporto delle illustrazioni

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Come inventare nuove storie sociali?

Caroline Smith

«Storie sociali per

l’autismo»

Carol Gray «Il libro delle

storie sociali»

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Tutte le storie sociali riportate sono state sviluppate dalla

Dottoressa Valentina Bressan, Aosta

E presentate nel 2016

Nel corso di attività formative del Punto Formativo Autismo

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Esempio: « Luca e le cose perdute »

A volte capita che le persone perdano le cose che gli appartengono. Può

capitare di non trovare più una cosa che avevamo vicino. Quando una

persona perde una cosa può preoccuparsi e piangere. Anch’io quando

perdo qualcosa mi preoccupo e piango molto.

Quando perderò qualcosa a scuola potrò chiedere in prestito ad un

compagno o alla maestra e, a casa, chiedere alla mamma di

ricomprarla.

Se farò così la maestra e la mamma saranno contente e orgogliose di

me.

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A volte mi capita di

andare alle feste di

compleanno

Esempio: « Alle feste di compleanno »

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Alle feste di

compleanno i

bambini danno il

regalo al festeggiato.

Quando do un regalo

a qualcuno posso dire

«ecco un regalo per te»

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Di solito dopo aver dato il

regalo posso andare a

giocare. Posso giocare da sola

oppure posso chiedere a

qualcuno di giocare con me

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Dopo aver giocato vado a

mangiare la torta. Di solito

il festeggiato spegne le

candeline

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Quando si mangia io

cercherò di stare seduta a

tavola

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Di solito, quando tutti i

bambini hanno finito di

mangiare, il festeggiato apre

i regali. Io mi siedo sulla

sedia e apro il mio regalo

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Quando il festeggiato ha

finito di aprire i regali io

posso tornare a giocare

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Andare ai compleanni è

divertente. Io cercherò di

rispettare le regole e di

divertirmi

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ESEMPIO: Storia sociale «Al parco giochi»

A volte io, papà, mamma e mio fratello andiamo al parco giochi

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Al parco giochi io posso andare sullo scivolo. Se ci sono altri bambini in fila io aspetto. Se io spingo mamma si arrabbia

Al parco giochi io posso andare suldondolo. Se ci sono altri bambini ioaspetto. Se spingo mamma si arrabbia

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Al parco giochi io posso andaresull’altalena. Se ci sono altri bambini ioaspetto. Se spingo mamma si arrabbia

Al parco giochi io posso andare suldondolo. Se ci sono altri bambini ioaspetto. Se spingo mamma si arrabbia

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Al parco giochi io posso andare nelcampo da calcio a giocare a palla. Se ibambini giocano a calcio io vado agiocare a palla nel prato.

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Al parco giochi io posso andare inbagno. Se ci sono altri bambini in fila ioaspetto. Se spingo mamma si arrabbia

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A volte, dopo il parco giochi io, mamma, papà e Giuseppe andiamo a mangiare ilgelato. Se al parco giochi ho spinto i bambini, mamma è arrabbiata e io non mangio ilgelato

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ESEMPIO: storia sociale «la pipì»

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ESEMPIO: storia sociale «xx sale sul

pulmino»

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Il mattino per andare a scuola iosalgo sul pulmino

Il pulmino viene a prendermi a casa e mi porta a scuola

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Alcuni bambini della scuolaprimaria e della scuoladell’infanzia prendono il pulminoinsieme a me

Quando salgo sul pulmino, mi siedo vicino a Stefania, l’assistente

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Quando sono sul pulmino iocerco di stare seduto tranquillo eguardo il paesaggio. Ci sono tantecose belle da vedere!

Quando sono sul pulmino io devo tenere i piedi e le mani fermi: è molto importante!

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Quando il pulmino arriva a scuolaio rimango seduto e tutti gli altribambini scendono. Stefania,Sandrino ed io, ripartiamo perandare a prendere altri bambini

Quando il pulmino arriva a scuola, io aspetto che Sandrino e Stefania dicano: «Ora puoi scendere»

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Se io mi comporto bene, Sandrino e Stefania sono contenti e midanno una caramella

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Prevedibilità e strutturazione

Strutturare significa organizzare in modo preciso e dettagliato le attività e i

materiali da proporre, gli spazi di lavoro, i tempi di esecuzione e di riposo, così da

rendere chiaro ed evidente, e dunque comprensibile, ciò che si richiede al bambino.

Questa metodologia di lavoro limita i comportamenti problematici, spesso originati

dall’ansia di non sapere cosa fare, come e quando farlo, permette di superare le

limitazioni comunicative e sensoriali.

La strutturazione è RASSICURANTE…anche per noi!!

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Strutturazione temporale

• Creare agende visive: giornaliere, settimanali, mensili e

annuali

• Creare libretti adattati per spiegare le uscite didattiche

• Utilizzare i supporti creati con costanza e coerenza

• Strutturare a livello temporale tutti gli ambienti di vita del

bambino/ragazzo (lavorare in rete)

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Strutturazione temporale: esempi

Agenda visiva settimanale Agenda visiva mensile Agenda visiva annuale

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Strutturazione spaziale: perché?

Una persona con autismo tende a percepire lo spazio in modo differente dalle

persone normotipiche:

• la sua percezione delle distanze è distorta e non ha la possibilità di discriminare

gli stimoli utili da quelli non utili

• può avere bisogno di un aiuto per comprendere la funzione del luogo frequentato

e degli oggetti ivi presenti.

• non sempre si ha a disposizione una stanza esclusivamente dedicata al lavoro o

alla decompressione. In questi casi è possibile ricavare più zone di lavoro

all'interno della stessa stanza

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• prediligere luoghi di lavoro dai colori rilassanti e non eccitanti

• prediligere luoghi di lavoro silenziosi, lontano da fonti sonore

• usare un tono di voce calmo, rassicurante e senza alzare la voce

• comunicare con frasi semplici e chiare, di poche parole e direttive, concrete

• utilizzare un gioco o svolgere un'attività alla volta, al termine della quale si ripone

il materiale utilizzato prima di passare all'attività successiva, così da mantenere

l'ambiente il meno distraente possibile e più funzionale

È necessario strutturare il più possibile tutti gli ambienti a partire da: ambiente di

vita scolastica, ambienti riabilitativi e ambiente di casa includendo anche gli spazi

relax/contenimento/ decompressione.

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Strutturazione spaziale: come?

Nella prima fase posso usare foto, disegni, simboli, scritte per aiutare la persona a

comprendere la funzionalità di ogni singolo ambiente o oggetto

• Ambiente scolastico: strutturo il luogo di ingresso e uscita (armadietto,

attaccapanni, sacchetto delle ciabatte); l’aula (scomparto personale, il banco, il

materiale scolastico, i giocattoli); il bagno (water, lavandino, spazzolino da denti e

dentifricio); il refettorio (piatti/posate, menu); l’aula relax

• Ambiente domestico: i cassetti, gli armadi, gli scaffali devono essere organizzati con

i cartellini al fine di spiegare al bambino la loro funzione. È importante strutturare

un angolo per i compiti (sempre lo stesso) e un angolo relax

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Strutturazione spaziale nell’ambiente

di vita scolastica: esempi

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Strutturazione spaziale: come?La seconda fase è finalizzata all’apprendimento di ciò che si fa in ogni singolo

spazio e di come lo si realizza (procedure e acquisizione di autonomie):

• al momento dell'entrata, quando ci si sveste, si può mettere una striscia che mostri

le sequenze della svestizione

• in bagno si può utilizzare, attaccandola da qualche parte in modo che sia visibile,

una striscia che mostri come lavarsi le mani, come tirarsi su i pantaloni una volta

fatta pipì, etc.