Quali presupposti per garantire il successo formativo? isp. Giovanna Criscione E la terra di mezzo....

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quali presupposti per garantire il successo formativo? “ isp. Giovanna Criscione E’ la terra di mezzo . “E’ un’area mitica, la Giovinezza, il cui segreto deve essere riconosciuto e riconsegnato ai giovani,che lo vivono comunque, ma un po’ alla cieca, perché è stata sottratta la mappa che occorre rintracciare, ricomponendo i pezzi spesso incodificabili dei comporta menti giovanili” (Galimberti, L’ospite inquietante)

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“quali presupposti per garantire il successo formativo? “ isp. Giovanna Criscione

E’ la terra di mezzo.

“E’ un’area mitica, la Giovinezza, il cui segreto deve essere riconosciuto e riconsegnato ai giovani,che lo vivono comunque, ma un po’ alla cieca, perché è stata sottratta la mappa che occorre rintracciare, ricomponendo i pezzi spesso incodificabili dei comporta menti giovanili” (Galimberti, L’ospite inquietante)

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Una crescita basata su:– Innovazione– Istruzione– Società digitale

Innalzare la qualità generale di tutti i livelli di istruzione e formazione nell’U.E, combinando sia eccellenza sia equità, promuovendo la mobilità degli studenti e dei tirocinanti e migliorando l’occupazione dei giovani

Oggi si parla a livello europeo di “rifondazione della scuola”o di “Riforma complessiva della scuola” in relazione alle sfide che i nuovi scenari pongono sul piano sociale, culturale e tecnologico e alla necessità di formare persone capaci di affrontare i grandi problemi della contemporaneità.

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Dati statistici• quasi il 20% della popolazione UE (96 milioni) è di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Nel 2050 i giovani saranno probabilmente il 15% circa.

• 1 su 7 lascia la scuola presto e con qualifiche solo di base • anche prima della crisi attuale, oltre il 15% era disoccupato (il doppio della popolazione totale)

• circa il 20% dei giovani in Europa è a rischio di povertà

Agenzia nazionale giovani 2012

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FONDAZIONE AGNELLI 2011

12% degli alunni arriva in terza media con un incidente di percorso

15% degli studenti liceali, 30% degli studenti dei tecnici, 45% degli studenti dei professionali denunciano un disagio scolastico

DATI OCSE 26% dei quindicenni non ha una competenza di

comprensione dei testi

Chi se ne deve occupare a livello scolastico?

La scuola superiore

Ma anche la scuola precedente nella sua organizzazione

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Studi OCSE 2010

Quali elementi invarianti comuni condivisi tra più paesi relativi all’ambiente di apprendimento influenzano il successo formativo e l’acquisizione delle competenze?

L’atteggiamento dei docenti e degli studenti nei confronti dell’apprendimento

Il clima disciplinare della classe La relazione tra insegnante-studente La capacità del docente nello stimolare la motivazione Il ruolo, il coinvolgimento e le aspettative dei genitori

rispetto al processo formativo e alla scuola La leadership educativa espressa dal dirigente

scolastico

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Gardner sostiene che esistono aspetti imprescindibili affinché un soggetto possa affrontare con successo il futuro:

La padronanza delle conoscenze La capacità di sintesi (capacità di integrare idee e conoscenze di

diverse aree disciplinari in un insieme coerente) Creatività (capacità di affrontare con nuove soluzioni i

problemi) Coscienza etica Da questi presupposti derivano 5 ingredienti per una persona

di successo: l’autostima l’autonomia una solida rete di affetti un lavoro soddisfacente la possibilità di contribuire al successo altrui (solidarietà)

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DIRETTIVA MINISTERIALE 27.12.2012 “strumenti di intervento per alunni con BES e l’organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”

L’area dello svantaggio socio-economico, linguistico, culturale compresi gli alunni con potenziali intellettivi non ottimali è molto ampia e necessita una attenzione speciale.

Ogni alunno con continuità o soltanto per determinati periodi, può manifestare BES (Bisogni Educativi Speciali) rientranti nell’ampia area dello svantaggio.

Le scuole elaborano per questi alunni percorsi individualizzati attraverso piani personalizzati che servano come strumento di lavoro in itinere per i docenti e abbiano la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate.

Le scuole possono avvalersi degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della legge 170/2010.

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Il nuovo paradigma pedagogico di pensiero e di azione si basa sulla definizione di nuove mappe cognitive capaci di orientare/ri-orientare gli apprendimenti , dove l’educazione al successo deve essere una continua, intenzionale riorganizzazione dell’esperienza e il pensiero problematizzante lo strumento per educare la mente degli alunni ad elaborare soluzioni inedite attraverso processi di scoperta.

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QUALI PRESUPPOSTI PER PROMUOVERE IL SUCCESSO

FORMATIVO

Se analizziamo la scuola possiamo rilevare che vi sono dei fattori che possono garantire il successo formativo e fattori che sono frenanti se non opponenti. Raffaele Simone nel suo libro “La terza fase” sostiene che la scuola è oggi “Metodologicamente lenta”in quanto non rispondente agli interessi e ai bisogni deigiovani.

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Il successo formativo ha subito una evoluzione nel tempo: si è passati da una concezione di scuola meramente alfabetizzatrice ad una scuola che mette al centro l’individuo. Successo formativo deve essere inteso come piena valorizzazione delle potenzialità di ogni singolo alunno, come riuscita personale, raggiungimento dei propri obiettivi, autorealizzazione. (personalizzazione)

La scuola deve conoscere il soggetto, infatti l’Identità Competente individuale riguarda le competenze scolastiche ed extrascolastiche presenti in ogni alunno, le strategie di apprendimento, gli stili cognitivi, le motivazioni, le passioni, gli hobby, le piccole specialità …(profilo pedagogico).

Se non c’è una adeguata attenzione ai ritmi e alle modalità di app.to degli allievi si finisce con il diventare molto ripetitivi e poco “economici” e il privilegiare la trasmissività.

Sarebbe opportuno predisporre una check-list elaborata con il concorso degli studenti da tenere a disposizione in aula, che elenchi le esperienze e gli interessi di ciascun alunno (uso degli strumenti digitali,viaggi, musica, sport, hobby, letture, amicizie, lingue, saperi…)

Centralità della persona e del suo percorso di vita anche oltre l’esperienza scolastica.

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Le cause sono riferibili fondamentalmente a :

differenze tra codici e sistemi simbolici impiegati dall’alunno nel contesto familiare ed extrascolastico rispetto a quelli che caratterizzano la scuola

diversità tra procedure di gestione mentale di chi insegna e di chi impara

difficoltà che può avere un alunno a gestire in modo integrato il proprio apprendere in rapporto alla propria identità e storia

Quando non si tiene conto del profilo pedagogico del soggetto si causa insuccesso scolastico dovuto alla dicotomia tra soggetto che apprende e scuola che insegna.

(De La Garanderie)

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Ne consegue: Una scarsa comprensione dei processi di apprendimento da

parte sia dei docenti che degli alunni stessi. Se uno studente riceve una domanda troppo disarmonizzata

rispetto al suo stile di prestazione sarà in difficoltà nel produrre la prestazione richiesta.

Se un insegnante riceve una risposta disarmonizzata al proprio profilo pedagogico sarà portato a considerarla poco efficace e a valutarla di conseguenza.

Se un insegnante non conosce la strategia di apprendimento di uno studente farà fatica ad insegnare, se uno studente non conosce le strategie di insegnamento di un insegnante farà fatica o non potrà apprendere.

E’ indispensabile prestare attenzione alle modalità di studio di uno studente, alle sue strategie di esecuzione di compiti o consegne e alle strategie di apprendimento che utilizza

Necessita personalizzare ed individualizzare i percorsi di app.to

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Altro elemento di cui tener conto riguarda le pre-conoscenze, i concetti, le informazioni, gli schemi, le strategie, cioè tutto quello che avviene prima dei nuovi apprendimenti e che i soggetti già padroneggiano, tutto funziona da filtro rispetto alle nuove conoscenze.

L’apprendimento è facilitato quando la conoscenza già esistente è attivata come base per una nuova conoscenza (AUSUBEL) e quest’ultima viene integrata e assimilata nelle conoscenze dell’allievo.

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un percorso positivo nel 2° grado dipende in misura non lieve dalla qualità delle tappe precedenti , dalla continuità fra ordini diversi, da ciò che il ragazzo ha appreso, da un orientamento formativo.

Necessita un impianto epistemologico e culturale comune fra scuole, con un curricolo verticale progressivo verso i saperi organizzati, ove a cambiare non è solo la consistenza dei sistemi simbolico-culturali sottesi ad ogni disciplina, ma la natura della mediazione didattica, il riferimento ad una comune base esperenziale, percettiva, motoria, che nella prospettiva verticale si evolve fino alle forme di rappresentazione , simbolizzazione, padronanza di codici formali, astrazione.

E’ importante valorizzare simbolicamente i momenti di passaggio.

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Cosa fare?

Conoscere il soggetto che abbiamo davanti a noi mediante:

Ridare senso alle sue esperienze extra-scolastiche e scolastiche

Comprensione da parte del docente delle procedure di gestione mentale proprie e degli alunni .

Accompagnamento alla Costruzione della identità dell’allievo.

Tale processo può avvenire soltanto in una dimensione GRUPPALE/CONTESTUALE (rapporto adulto-alunno, alunno-alunno)

Una persona da sola non può ricostruire un adeguato senso di AUTOEFFICACIA

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2°Ricomporre la frammentazione dei saperi

Nelle scienze sociali si sta affermando sempre di più l’attenzione alla totalità contro la povertà dei modelli riduzionistici e atomistici. Ciò comporta, in campo educativo, il superamento del dualismo teoria e pratica e della riduzione dell’apprendimento alla sequenza delle unità di conoscenze e abilità disciplinari.Il tutto è compreso nelle parti e le parti rimandano necessariamente al tutto senza discontinuità tra conoscenze e competenzeI saperi scolastici ,frazionati in particelle, separati, ci rendono incapaci di cogliere ciò che è tessuto insieme, cioè, secondo il significato originario del termine, il complesso….(Morin)

Unificare ciò che è diviso, frammentato, isolato è

una sfida educativa ineludibile; senso della scuola è ricomporre la frammentazione delle

informazioni e dei saperi, filtrare e interconnettere

molteplici esperienze diversificate ed

eterogenee.

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Ruolo dei docenti: dare significato e senso alle esperienze nella loro globalità

La frammentazione delle esperienze, delle informazioni e dei saperi è il maggiore ostacolo alla formulazione e alla comprensione dei problemi.

La scuola deve perseguire l’integrazione reciproca fra i saperi e fra le esperienze per favorire una conoscenza complessa e multidimensionale all’altezza della complessità e della multidimensionalità degli oggetti da conoscere e dei problemi da affrontare nel mondo d’oggi.

La scuola deve sviluppare la capacità di sintesi (capacità di integrare idee e conoscenze di diverse aree disciplinari in un insieme coerente: Gardner))

Rafforzare la trasversalità e le interconnessioni fra i saperi.

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3° presupposto per promuovere il successo formativo3°

Apprendimento basato su problemi e compiti di realtà e didattica per competenze spendibili nella vita

La prospettiva di un sapere agganciato ai contesti di realtà richiama la centralità dei processi nello sviluppo della competenza, ovvero quell’insieme di operazioni che consentono all’individuo di mobilitare i propri saperi per affrontare un determinato compito di realtà. Il richiamo ai contesti ci rinvia ad una prospettiva di sapere situato, per cui si deve avere la capacità di adattare la propria azione alle condizioni contestuali in cui ci si trova.

Le dimensioni processuali della competenza tendono a travalicare le singole discipline e a riproporsi nei diversi campi del sapere.

Didattica per competenze vuol dire usare conoscenze e abilità in modo consapevole in situazioni esperenziali,affrontando compiti di realtà. Da un sapere astratto non rapportato a contesti specifici ad un sapere riferito ad un determinato contesto operativo in cui agire.

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Apprendimento basato su problemi e compiti di realtà e didattica per competenze spendibili nella vita

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Dewey sottolineava l’importanza di una didattica basata su esperienze significative per incrementare la motivazione e l’apprendimento. il continuum esperenziale permetteva allo studente di crescere.

Platone: per apprendere bisogna emozionarsi

Platone: per apprendere bisogna emozionarsi

La base emotiva, trascurata nei sistemi di istruzione moderni,

è essenziale per ottenere un buon risultato e un’autonomia nell’apprendimento.

Emozione, interesse e curiosità verso apprendimenti Significativi sono le forze che permettono allo

allo studente di apprendere in maniera naturale spinto da unaMotivazione intrinseca.

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Considerare i saperi come risorsa da mobilitare, materia viva da mettere in relazione con le esperienze di vita e i problemi che la realtà poneLavorare per situazioni problema (approccio esplorativo, di ricerca aperta, con riferimenti a contesti reali, operativi). Didattica laboratoriale significativa, proponendo situazioni problema da affrontare attivando processi euristici.Condividere progetti formativi con i propri allievi (contrattualità formativa, condivisione di senso dell’attività didattica).Adottare una pianificazione flessibile (l’aggancio ai problemi di realtà richiede un approccio strategico alla progettazione da impostare e adattare in corso d’opera)Praticare l’autovalutazione dell’apprendimento (strumento metacognitivo per il soggetto che apprende).Interessare e motivare l’alunno, rendendo l’insegnamento significativo e con un senso, non distaccato dalla realtà

3° Come agganciare la scuola alla vita? Come orientare la propria

azione verso un app.to profondo e capace di trasferirsi alle situazioni di realtà, un app.to che non smarrisca mai il

collegamento con l’esperienza reale del soggetto che apprende?

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Ci si chiede oggi “cosa significa insegnare? E promuovere apprendimento?”“Resiste l’antica separazione tra insegnamento e apprendimento, stentano a passare le idee di ambiente di app.to, di relazione educativa, di valore formativo delle discipline, di motivazione e coinvolgimento degli allievi, di valutazione formativa (G.Cerini)

4° Ripensare la didattica in un ambiente di apprendimento significativo.

Dal monitoraggio-sondaggio del novembre 2011 sulle Indicazioni per il curricolo alla domanda “qual è la pratica didattica più diffusa nella tua scuola?”Il 76% degli insegnanti della scuola media di 1° grado ha risposto “Lezione frontale”.

la flessibilità, la diversità degli approcci metodologico-didattici e l’impiego delle tecnologie permettono lo sviluppo di una “bio-diversità educativa” entro la quale ogni studente, in base alle proprie caratteristiche e attitudini, trova la propria “nicchia educativa ecologica” in grado di alimentare e sostenere al meglio le sue esigenze.

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L’acquisizione dei saperi richiede un uso flessibile degli spazi a partire dalla stessa aula scolastica, ma anche la disponibilità di luoghi attrezzati che facilitino approcci operativi alla conoscenza per le scienze, la tecnologia, le lingue comunitarie , la produzione musicale, il teatro…L’ambiente fisico non è neutro: la sua struttura, conformazione, qualità e predisposizione didattica equivalgono al terzo insegnante.Tanto la differenziazione dell’insegnamento quanto il lavoro cooperativo richiedono un ambiente fisico adatto. (ambiente-aula a più aree di lavoro, dove vi sono configurazioni di arredi funzionali ai lavori di gruppo, al lavoro di coppia e individuale, alla discussione, all’attività laboratoriale, che puntano su attività diverse in contemporanea)Nei percorsi formativi di gruppo e personalizzati gli studenti, in base alle proprie caratteristiche e aspirazioni, seguono la loro strada con l’aiuto di guide (Ins., adulti, esperti e pari..)

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RICERCA INDIRE in tre scuole europee (Danimarca, Olanda e Svezia) sull’architettura degli spazi interni ed esterni che favoriscono l’introduzione di nuovi modelli organizzativi della didattica e degli apprendimenti:

Classe/aula polifunzionale per l’alternarsi delle diverse attività e fasi di lavoro

Spazio di esplorazione per un approccio laboratoriale

Agorà/auditorium/aula magna Spazio individuale (ambiente in cui si sviluppa

un personale percorso di app.to in sintonia con i propri tempi e ritmi, svolgere ricerche, confronto individuale con i docenti…)

Spazio informale, spazio “pausa” per attività non strutturate..)

Lo spazio a più dimensioni è dinamico, in grado di favorire l’app.to, il ruolo attivo e la responsabilizzazione del discente fino al successo formativo.

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USO DI TECNOLOGIE PER INSEGNARE, COOPERARE, APPRENDERE

Nei paesi in cui i computer, i tablet e internet sono una realtà di tutti i giorni all’interno della classe, l’app.to è basato sui problemi o sulle “sfide”. Quest’ultima è una metodologia sviluppata dalla APPLE con alcuni insegnanti americani: agli studenti è chiesto di affrontare una sfida reale, gli studenti divisi in gruppi dovranno individuare le possibili soluzioni, analizzando le principali informazioni, conoscenze e dati attraverso percorsi e attività mediate dal docente proponendo alla fine soluzioni creative.

L’uso delle tecnologie non estemporaneo è per i nativi digitali di per sé un elemento motivante, in quanto si innesta su un sistema emozionale-comunicativo per loro del tutto naturale.

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Una delle otto competenze chiave è la competenza digitale Si riconosce la trasversalità disciplinare della tecnologia con

particolare riferimento ai linguaggi multimediali e internet Presenza pervasiva di nuove tecnologie digitali, di nuove forme

di comunicazione (i social network) dei linguaggi multimediali. (dopo i nativi digitali arriva la screen generation).

solo una sicura padronanza di strumenti personali di lettura, comprensione, analisi consentirà di non essere travolti dall’ estasi della comunicazione, dal caleidoscopio della multimedialità.

Non è solo un problema di contatto e di utilizzo delle nuove tecnologie, ma di consapevolezza delle nuove regole di produzione, trasmissione e conservazione di conoscenza e degli inevitabili risvolti sui processi cognitivi ed emozionali.

L’introduzione di nuovi stili cognitivi, a cominciare da quelli introdotti dai mass media, unitamente alla diminuzione di motivazione allo studio degli studenti, ha fatto emergere la necessità di una didattica attenta a questi media in cui il ragazzo ha un ruolo attivo e da protagonista.

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“Presi nella rete: la mente ai tempi del web” (Raffaele Simone)

Se alla scuola spetta il compito di formare persone capaci di affrontare la realtà, bisogna tener conto dei fattori che oggi hanno trasformato i modi di produrre, conservare, interpretare, trasmettere e rielaborare le conoscenze, e dei fattori che sviluppano le competenze, come l’esplosione delle nuove tecnologie dell’informazione.

Raffaele Simone nel suo ultimo libro “Presi nella rete: la mente ai tempi del web” esamina i cambiamenti che la mediasfera produce nella mente, una rivoluzione inavvertita, ma vasta e penetrante.

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5° Autoanalisi di istituto

Autoanalisi come controllo dell’efficacia dei percorsi e delle metodologie differenziate per il successo formativo.come la scuola si attrezza, quali obiettivi deve perseguire quali traguardi da conseguire per garantire il successo formativo? L’Autovalutazione ha la funzione di introdurre modalità riflessive sull’intera organizzazione dell’offerta educativa e didattica della scuola, per svilupparne l’efficacia, anche attraverso dati di rendicontazione sociale o emergenti da valutazioni esterne per elaborare piani di miglioramentoL’autovalutazione consiste nel valutare criticamente il proprio operato, assumendosi la responsabilità di decidere cosa vada migliorato per ritrovare il senso e l’identità dell’istituzione verso il perseguimento del successo formativo per tutti gli alunni.

L’ autovalutazione costituisce:

un feedback sulle azioni intraprese

una revisione delle proprie scelte

il punto di partenza per qualsiasi azione di controllo sociale.

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costruzione di un’idea condivisa di qualità e assunzione di

responsabilità da parte di tutti gli operatori scolastici dell’istituto.

COSA FA LA SCUOLA PER GARANTIRE IL SUCCESSO FORMATIVO?

• Valutazione del POF• Valutazione del contesto di socializzazione: dell’organizzazione delle pratiche educative e didattiche degli stili educativi dei docenti del modello comunicativo offerto dalla scuola

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• AUTOANALISI: costituisce un momento di natura tecnica relativo alla descrizione della situazione esistente mediante attività di rilevazione/misurazione (raccolta dei dati utili alla valutazione) delle variabili implicate nell’attività formativa.

AUTODIAGNOSI: riflessione complessiva e qualitativa sui risultati ottenuti tramite le misurazioni (punti forti e punti deboli) riguarda la lettura interpretativa dei dati che da’ origine alle azioni di miglioramento

AZIONI DI MIGLIORAMENTO , possibili rimedi per sanare le debolezze e le iniziative da intraprendere per rafforzare i punti di forza.

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•Attività di orientamento investe il processo di crescita della persona per tutto l’arco della vita e consiste nella capacità di scelta, di consapevolezza delle proprie potenzialità, nella capacità di ragionare in modo critico per progettare la propria vita e il proprio futuro. (orientamento formativo)•Promuovere in tutti gli studenti una educazione alle scelte scolastiche e professionali e un sostegno all’impatto con nuovi cicli di studio nella logica della continuità formativa.•Coordinare le azioni di orientamento delle scuole per garantire agli studenti in difficoltà e a rischio di dispersione un’attività di sostegno e di aiuto personalizzato con finalità di prevenzione dell’insuccesso e di accompagnamento nel percorso fino all’acquisizione di un titolo di studio.•Favorire l’educazione alla progettualità personale che non coincide immediatamente con situazioni di scelta ma ne crea i presupposti necessari.

Attività di orientamento

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Attività di orientamento in ingresso durante il percorso formativo e in uscita mediante incontri con i genitori e allievi, docenti dell’ordine di scuola precedente e successivo, rappresentanti del territorio, visita alla scuola e ai laboratori, attività o laboratori di collegamento, iniziative comuni con le altre scuole. La scuola, gli allievi e i genitori stipulano un patto formativo in base al quale:i docenti si impegnano a far conoscere agli allievi:Gli obiettivi didattici ed educativi del curricoloIl percorso per raggiungerliLe fasi,i tempi, i metodi tipici della disciplinaL’offerta formativa di ogni docenteGli strumenti di verifica e i criteri di valutazione

Attività di orientamento

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7° presupposto: professionalità dell’educatore: etica della responsabilità

Questo inquadramento epistemologico avvalora un’idea di costruzione delle competenze in cui l’agire del docente deve essere improntato all’etica della responsabilità e all’etica della cura nelle relazioni.

Responsabilità: rispondere di qualcosa a qualcuno anche delle conseguenze delle proprie azioni.

“cura” intesa come atteggiamento psicologico con cui qualcuno si rivolge a qualcosa o a qualcun altro con grande impegno e attenzione .

La cura è una relazione

La caratteristica dell’etica della responsabilità e della cura è l’asimmetria, l’assenza di reciprocità . “Siamo responsabili nei confronti di qualcosa che dipende da noi per il suo stesso esistere, di qualcosa di estremamente fragile e di indifeso”.

Hans Jonas: ”il principio di responsabilità: un’etica per la civiltà tecnologica”.

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Il ruolo dell’educatore è ETICO, e ha un compito di avviare alla socializzazione con PERMESSI E LIMITI discussi e spiegati (I ragazzi sono subissati di sollecitazioni che spingono a volere tutto e subito)

Se viene meno la regola esterna i giovani non sono abituati ad AUTOGESTIRSI, per cui è l’adulto che deve dare il limite tra DIPENDENZA e INDIPENDENZA.

(gli adolescenti il NO se lo aspettano e il divieto lo vogliono)

Dare il giusto equilibrio tra diritti e doveri, saper responsabilizzare e rendere autonomi, dove l’adulto è un punto di riferimento, un supporto diretto e indiretto, capace di dare al ragazzo segnali precisi decodificabili, ai quali può adattarsi o opporsi, ma di cui non può farne a meno (ancoraggio, impalcatura di sostegno).

Docenti motivati, preparati, attenti alle specificità dei ragazzi e dei gruppi, rispettosi di ogni ragazzo, modello coerente: un fattore di qualità per un ambiente educativo di apprendimento accogliente, sicuro, ben organizzato, che suscita fiducia negli alunni, nei genitori e nella comunità.

Linee di indirizzo del 22 novembre 2012:“partecipazione dei genitori e corresponsabilità

educativa”.

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Umberto Galimberti: “l’ospite inquietante”

“I giovani oggi stanno male perché un ospite inquietante, il nichilismo,si aggira tra loro,penetra nei loro sentimenti,confonde i loro pensieri,cancella prospettive e orizzonti,intristisce le passioni … Le famiglie si allarmano, la scuola non sa piu’ cosa fare, solo il mercato si interessa di loro per condurli sulla via del divertimento e del consumo. Inefficaci appaiono i rimedi della nostra cultura. Che fare? Si può mettere alla porta l’ospite inquietante? Si, se sapremo insegnare ai giovani l’”arte del vivere” che consiste nel riconoscere le proprie capacità e nell’esplicitarle e vederle fiorire secondo misura.”