Quale rappresentanza dei manager? · le esigenze locali ed immediate e quelle di più ampio ordine...

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NUMERO 2 - FEBBRAIO 2018 - ANNO LXXI Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 24/12/2003 n. 353 (convertito in Legge 27/2/2004 n. 46) Art. 1, comma 1. Pubbl. inf. 45% DCB/Milano - euro 1,03 (abbonamento annuo euro 15,00). Quale rappresentanza dei manager?

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NUMERO 2 - FEBBRAIO 2018 - ANNO LXXI

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Quale rappresentanza dei manager?

DI 1DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

Romano AmbrogiPresidente ALDAI-Federmanager

DITORIALEe

Ecologia e Management

La globalizzazione e lo sviluppo di economie emergenti in al-tre aree del mondo hanno determinato nella vecchia Europa e nel nostro Paese (dal punto di vista delle statistiche demogra-fiche uno dei più vecchi) una spinta rapida (e difficilmente pre-vedibile nei suoi effetti) al cambiamento e allo sconvolgimen-to di schemi che hanno costituito fino ad oggi un riferimento della cultura manageriale.Una riflessione sul ruolo del manager, che Federmanager e la CIDA hanno avviato, anche se stenta a trovare una forma strut-turata di svolgimento, può trovare utili analogie nel paragone con gli strumenti di analisi che alcune discipline scientifiche hanno elaborato per interpretare sistemi complessi come gli ecosistemi.Il sistema economico, analogamente alle foreste, al mare o alle colonie di formiche, è un sistema adattativo nel quale feno-meni e comportamenti locali possono ripercuotersi a cascata e imporre una forma diversa di organizzazione all’intero com-plesso. Data questa premessa, autorevoli studi1 hanno dimo-strato che le teorie tradizionali del management, che presup-pongono che il sistema aziendale sia pienamente controllabile e predicibile, ora sono inadeguate per affrontare le sfide poste dalla gestione del business attuale.In un sistema adattativo complesso, gli eventi locali e le inte-razioni tra agenti eterogenei (nel caso di un'impresa i dipen-denti e le unità organizzative), riformulano il sistema con una serie di processi a cascata che possiamo definire “emergenza”. Ne consegue che la cultura di una azienda è determinata dai comportamenti e dalle interazioni di chi ci lavora (dalle loro azioni e parole, dalle loro relazioni reciproche), molto più che dalle declaratorie della proprietà o dei manager. A differenza dei processi produttivi di fabbrica, che possono essere inge-gnerizzati e scalati con processi gerarchici, la cultura aziendale non può essere controllata direttamente e meccanicamente dai manager. Essi hanno però il delicato compito di influen-zarla positivamente con il loro stesso comportamento che for-nisce un esempio, oppure progettando sistemi incentivanti di buone pratiche, empiricamente emerse. Per esempio, aziende con una cultura ostile alla diversità tro-vano difficoltà a modificarla, perché l’avversione alla diversità non origina da una singola sorgente individuabile e controlla-bile, ma da convincimenti impliciti, attese e comportamenti di tutti coloro che ci lavorano. Interventi diretti, del tutto plausi-

bili, come corsi obbligatori sulla diversità e programmi di pro-mozione strutturati restano spesso senza effetti. Si dimostra infatti che le iniziative top-down di questo tipo, in cui regole e obbligatorietà frustrano la necessaria autonomia dei lavoratori e provocano reazioni negative, spesso depotenziano l’obietti-vo iniziale.Molti esempi stanno dimostrando che un management “mec-canicistico” basato sulla previsione di andamenti lineari e rela-zioni causa-effetto dirette, che ignorano effetti di ordine più elevato, sopprime l’apprendimento adattativo perché mini-mizza la tolleranza alle oscillazioni ed alle deviazioni dal pro-cesso prescritto. Ciò non toglie che una pratica gestione azien-dale debba essere basata su solide basi e strumenti di analisi e supporto alle decisioni. Come le scienze della meteorologia e del clima hanno progredito, con indubbi vantaggi nella ca-pacità predittiva grazie all’adozione di statistiche e di modelli probabilistici che hanno sostituito l’approccio deterministi-co, così anche le previsioni di sviluppo di capitali “venture” si baseranno sempre più su strumenti statistici. Analogamente la teoria del controllo ad agenti permette di interpretare ed utilizzare l’esperienza derivata da processi locali per inferire i possibili output a livelli e scale superiori.Aggiungo un’ultima analogia ecologica per illustrare questo trend di evoluzione del pensiero manageriale, che ritengo molto fruttuoso. Quando si è dimostrato che gli incendi spon-tanei controllati possono essere un fattore positivo nello svi-luppo e mantenimento delle foreste, gli interventi di gestione sono evoluti dallo spegnimento di qualunque focolaio alla attenta sorveglianza e contenimento degli eventi di minore entità, diminuendo i casi di incendi incontenibili di vaste pro-porzioni. Nel mondo del business questo può significare che episodi locali di insuccesso, che comportano costi nel breve, sono peraltro essenziali per la vitalità del successo aziendale complessivo. Ciò significa una aumentata sensibilità dei mana-ger alla gestione delle relazioni tra livelli diversi delle aziende e dei propri partners strategici.Concludo questa “provocazione”, che meriterà un più ampio sviluppo nel dibattito aperto sul ruolo del manager nell’indu-stria contemporanea, con l’auspicio che, anche nella gestione di un sistema adattativo complesso come ALDAI, dai livelli di organizzazione dei servizi agli associati, fino alla gestione delle relazioni con gli stakeholders, si possa trovare un equilibrio tra le esigenze locali ed immediate e quelle di più ampio ordine sociale che guidano lo sviluppo delle nostre aziende e dell’in-tero Paese. ■

1) Reeves M., Levin S., Ueda D. 2016: The Biology of Corporate Survival. Harvard Business Review.

Viviamo tempi complessi e complicati: la posizione del manager non regge senza il talento “naturale” di adattarsi con flessibilità ad un ecosistema in rapida transizione.

(P) merito e talentodonnein arrivo

DI 3DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

ommarioSNUMERO 2 - FEBBRAIO 2018 - ANNO LXXI

EDITORIALE 1 Ecologia e Management Romano Ambrogi

FOCUS 4 Quale rappresentanza dei manager? Franco Del Vecchio

INDUSTRIA 6 Nuove prospettive per l'industria Roberto Nava

MANAGEMENT 8 Giappone: con Hitachi Italia i manager sfidano la crisi Giuliana Gagliardi

NOTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO10 Nuovo sito ALDAI e introduzione del voto telematico

ECONOMIA 12 Compro e pago in Bitcoin: la criptomoneta di un futuro che è già presente Chiara Tiraboschi

ASPETTI LEGALI 14 Risoluzione del rapporto di lavoro: due aspetti rilevanti Agostino D'Arco

SERVIZI AGLI ASSOCIATI16 Convenzioni formative 2018 Silvia Romagnoli

18 Convenzione Assocaaf 2018

20 ALDAI Young Cosa faccio dopo il diploma? Servizio Comunicazione ALDAI-Federmanager

29 Il tutoring a supporto del cambiamento Giancarlo Puppi

30 Albo dei Tutor

FORMAZIONE32 I giovani tra ricerca e futuro! Oscar Eliantonio

PREVIDENZA36 Nessun dorma... Mario Giambone

OPINIONI38 Quando dare i numeri diventa una necessità Giuseppe Colombi

40 Il suicidio dei giornali Franco Abruzzo

FOCUS

Rappresentanza manageriale

ASSISTENZA SANITARIA42 Salute e informazione Luciano De Stefani

CULTURA E TEMPO LIBERO44 Albrecht Dürer e il Rinascimento fra Germania e Italia Silvia Bolzoni

46 I libri del mese • Invidiavan le farfalle • Expandy

47 Sui Bitcoin (o meglio, sulle criptovalute) Gruppo Cultura ALDAI

INSERTO PREVIDENZA

a centro rivista21 Ventuno modi di andare in pensione nel 2018 Salvatore Martorelli

DI4 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

DIMENSIONE

SINDACALE

DIMENSIONE

DI MOVIMENTO

DIMENSIONEASSOCIATIVA

DIMENSIONE

ISTITUZIONALE

RAPPRESENTANZAMANAGERIALE

e Associazioni dei dirigenti sono nate nel dopoguerra per dare identità e ruolo sociale alla catego-ria, difenderne e tutelarne i diritti, sviluppare i servizi per il welfare e

contribuire in modo organico alla rico-struzione del Paese. Oggi, come allora, ci aspettiamo dagli organi di rappresentanza molteplici ri-sultati. Però dopo 70 anni è cambiato il contesto economico, sociale e di or-

ganizzazione del lavoro, con profonde implicazioni sui profili manageriali che richiedono un ruolo di rappresentanza più moderno, allineato alle aspettative dei manager di oggi e domani. Nella recente intervista al magazine “Senzafiltro” Franco Tatò, manager di spicco Olivetti ed Enel, con grande espe-rienza internazionale, così commenta il contesto nostrano: “Fare il manager in Italia è un lavoro difficilissimo perché per decidere ogni cosa occorre superare una marea di ostacoli e, se non sei un grande atleta

delle imprese, non ce la puoi fare. Osta-coli giuridici, sindacali, norme di sicu-rezza, cavilli fiscali. Negli altri Paesi non è così e, infatti, gli italiani all’este-ro sono veri e propri fulmini". Quindi in Italia è necessario fare molto di più del “minimo sindacale”: per valo-rizzare il ruolo, promuovere la compe-titività, sostenere il riconoscimento del merito, assicurare il rispetto del diritto messo in dubbio dall’interpretazione di 157mila leggi rispetto alle tremila del Regno Unito. Insomma un impegno straordinario per contribuire all’am-

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OCUS - RAPPRESENTANZA MANAGERIALE

In un contesto sempre più complesso e in evoluzione è necessario un confronto con gli associati per capire le aspettative, cioè cosa si aspettano dalle Organizzazioni di rappresentanza della categoria.

Quale rappresentanzadei manager?Franco Del Vecchio Segretario CIDA Lombardia - [email protected]

DI 5DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

OCUS - RAPPRESENTANZA MANAGERIALE

modernamento del Paese, superando ideologie, preconcetti e affermarne i va-lori nel contesto globale.

Quanto pesano i manager in Italia?I manager e professional in attività e i pensionati costituiscono il 3% della po-polazione, pari a due milioni di italiani su 60. Secondo i dati Istat i dirigenti in attività nel privato sono 106mila e nel pubblico 296mila ai quali si aggiungo-no 435mila quadri superiori e apicali per un totale di 836mila manager attivi ai quali aggiungere i professional. Con-siderando anche oltre un milione di manager pensionati il totale raggiunge appunto i due milioni. Una componente numericamente non marginale che con-tribuisce significativamente alla gene-razione di valore, e a pagare imposte e contributi. Il 30% dell’Irpef è a carico dei manager, che rappresentano il 3% della popolazione secondo l’elaborazione del rapporto Itinerari Previdenziali su dati Istat.

Quale Organizzazione di rappresentanza?La rappresentanza dei manager è orga-nizzata su tre livelli.

Il primo livello è costituito dall’Associa-zione di categoria nel territorio, alla qua-le l’associato versa la quota associativa e dalla quale riceve i servizi. Nel territorio operano Associazioni per i diversi setto-ri: industria, terziario, sanità, etc. Merita ricordare il principio di solidarietà che caratterizza e sostiene le Associazioni; infatti le cariche elettive delle Associa-zioni territoriali Federmanager non sono remunerate, così come le Commissioni e i Gruppi di Lavoro che generano valore percepito senza utilizzare un euro delle quote associative, impiegate per eroga-re i servizi.

Il secondo livello è identificato dalle Federazioni nazionali che rappresenta-no i manager delle specifiche categorie: Federmanager per i dirigenti industria; Manageritalia per i dirigenti del terziario e commercio; CIMO per i medici; ed altre per specifici settori del privato e pubblico.

Il terzo livello è costituito dalla CIDA – Confederazione Italiana dei Dirigenti e delle Alte professionalità – alla quale

aderiscono dodici Federazioni del ma-nagement privato e pubblico italiano.

Il ruolo responsabile della dirigenza ne ha sempre caratterizzato la rappre-sentanza, associando alle attività stret-tamente sindacali, nei confronti delle organizzazioni datoriali e delle istituzio-ni, ad esempio per quanto riguarda la previdenza, le iniziative per la valoriz-zazione del ruolo e dell’immagine, i Fondi sanitari integrativi, previdenziali e formativi, i servizi per lo sviluppo delle competenze. I manager hanno inoltre la responsabilità di esercitare un ruolo so-ciale propositivo e costruttivo nei con-fronti della politica e della società civile. Cercando di razionalizzare le diverse attività e ruoli delle organizzazioni di rappresentanza manageriale possiamo considerare quattro dimensioni.

1. La dimensione sindacale La prima dimensione che legittima il

ruolo di rappresentanza nei rapporti con le parti datoriali: Confindustria e Confapi nel rinnovo del contratto di lavoro. Tale dimensione è svolta da Federmanager sulle indicazioni della base, sintetizzate dalle Associazioni territoriali. Fanno parte della dimen-sione sindacale i servizi delle Asso-ciazioni territoriali in difesa e tutela dei manager.

2. La dimensione associativa Che esprime attraverso il senso di

appartenenza, i valori comuni, il networking, la vita associativa, i ser-vizi di welfare e professionali che giustificano da soli il valore della quota associativa. I servizi agli as-sociati intendono dare risposte alle necessità negli aspetti professionali, come l’orientamento, il tutoring, gli approfondimenti in specifiche tema-tiche per la crescita manageriale, ma anche risposte alle richieste di tipo personale e familiare, il pagamento delle tasse, la gestione dei collabora-tori familiari, l’orientamento dei gio-vani, etc.

3. La dimensione istituzionale Cioè la capacità di produrre idee e

progettualità nel dialogo verso le istituzioni, la politica, gli stakehol-ders di riferimento per dare legitti-mità al ruolo economico della clas-

se dirigente del Paese che svolge la fondamentale azione di declinare le politiche economiche, del lavoro, fi-scali, previdenziali e sociali del Paese. Dimensione svolta prevalentemente dalla Confederazione CIDA in siner-gia con le Associazione delle dodici Federazioni aderenti.

4. La dimensione di movimento Cioè la capacità di esprimere idee e

progetti nell’interesse più ampio del-la collettività del Paese su temi tra-sversali che vanno oltre la rappresen-tanza del nostro ruolo professionale ed economico. Esprimere questa di-mensione associativa vuol dire creare credibilità e reputazione verso la col-lettività del Paese. Vuol dire essere ri-conosciuti quale soggetto sociale che si rende disponibile per dare il pro-prio contributo sui grandi temi sociali del Paese. Vuol dire anche esprimere all’occorrenza una capacità di mobi-litazione, in tutte le forme possibili, per sostenere l’innovazione sociale del Paese. Questa quarta dimensione è svolta dall’insieme delle Federazio-ni ed Associazioni manageriali con il coordinamento CIDA.

Quali sono le aspettative dei manager? Su quali dimensioni dedicare maggiori risorse? Quali organizzazioni di rappre-sentanza e sinergie sviluppare in pro-spettiva, nell’interesse della categoria e del Paese? Queste le domande alle quali i Presidenti delle Associazioni manage-riali cercano di dare risposta. Domande che le diverse Federazioni del manage-ment hanno iniziato a chiedere agli as-sociati con indagini specifiche per rap-presentare in modo inequivocabile la percezione degli associati. Spero che queste poche righe abbia-no contribuito a chiarire cosa fanno le Organizzazioni di rappresentanza dei manager. Quando riceverai l’invito a partecipare all’indagine spero vorrai contribuire con le tue indicazioni per permettere alle Associazioni di orien-tare meglio l’impegno a favore dei manager. Organizzeremo in primavera a Milano un grande evento CIDA al quale saran-no chiamati a raccolta i colleghi per un confronto sul ruolo della rappresentan-za manageriale e per innescare il rinasci-mento del Paese. ■

DI6 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

NDUSTRIAi

Cluster di imprese, filiere di eccellenza e valorizzazione del Capitale Umano per scongiurare la deindustrializzazione del sistema Italia

Nuove prospettive per l'industria

Roberto Nava Bain & Company

industria si dimostra ancora una volta il motore dell’eco-nomia italiana, consolidando la settima posizione mondia-le e una crescita negli ultimi

mesi quasi doppia rispetto al Pil. Nono-stante il recupero dell’ultimo triennio abbia ridotto parzialmente la violenta caduta registrata nelle due recessioni, l’indice della produzione industriale nel 2017 è però ancora inferiore rispetto ai livelli pre-crisi. Come evitare che questa perdita di capacità produttiva italiana si traduca in un fenomeno strutturale e che trasformi in maniera permanente il nostro paesaggio industriale? Le condizioni a contorno non appaiono

favorevoli. Un gigantesco debito pubbli-co; un quadro normativo non uniforme tra le regioni e poco chiaro nei rapporti stato-regione; una sindrome Nimby (not in my backyard) che impedisce de-facto gli investimenti in nuove infrastrutture; una opposizione ideologica al settore estrattivo, che ha progressivamente ri-dotto sia la quota di produzione nazio-nale sia gli investimenti, gli occupati e le relative entrate fiscali; infine, le vicende TAP e Ilva, che rappresentano dei veri case study della difficoltà e dell’incertez-za di investire e fare impresa oggi in Ita-lia. In altre parole, si è ridotta la consape-volezza della centralità dell’industria e dei suoi due fattori produttivi: il capitale tecnologico e il capitale umano. Soprat-tutto in un contesto internazionale in cui l’investimento in innovazione è la risor-

sa chiave per differenziarsi, ottimizzare i costi e massimizzare la competitività della nostra offerta. L’obiettivo è sicuramente ambizioso: un’industria ad alto valore aggiunto, trainata da poli tecnologici d’eccellenza con competenze ed esperienze di livello internazionale, che non sia soggetta al rischio di offshoring, ma al contrario at-tragga investimenti esteri. La strada da percorrere è lunga, però. Lo Skills Strategy Diagnostic Report dell’OECD ha evidenziato il gap fra l’Ita-lia e i principali Paesi industrializzati: una diagnosi che ci fornisce una fotografia impietosa del nostro sistema, caratteriz-zato da un numero di laureati inferiore ai Paesi nostri concorrenti, dalla mancanza di competenze lavorative specialistiche, così dette “task-based skills”, e da un for-

l’

DI 7DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

NDUSTRIAite disallineamento tra offerta e doman-da di competenze. Il Paese è specializ-zato in molti settori tecnologicamente avanzati, dalla meccanica e all’impianti-stica, ma rischia di esaurire le competen-ze specialistiche che ne garantiscano il mantenimento e lo sviluppo nel tempo.Le priorità degli interventi di politica in-dustriale, finanziaria e fiscale – associa-ti a nuove modalità di informazione e confronto pubblico sui temi più rilevan- ti – devono essere lo sviluppo delle com-petenze e il sostegno delle eccellenze nazionali. Ma anche il sistema imprendi-toriale può fare la propria parte, ponen-dosi alcuni obiettivi irrinunciabili:

Intensificare i rapporti tra domanda e offerta di competenze: le imprese e le università devono collaborare per creare competenze in linea con le ri-chieste attuali e future del mercato. In particolar modo le università hanno un ruolo centrale nel promuovere pro-grammi di formazione adeguati con la stessa rapidità con la quale mutano gli scenari di riferimento. A ciò si aggiun-ge centralità degli istituti tecnici e del-le scuole professionali nel formare pro-fili di diplomati in linea con le esigenze dell’industria, anche sfruttando l’al-ternanza scuola-lavoro come doppio veicolo di formazione. Molte aziende hanno sviluppato rapporti one-to-one con istituti di eccellenza, ma si auspica un intervento sistemico, per ridurre il mismatch tra esigenze del mercato e offerta di diplomati. Il Piano Naziona-le Impresa 4.0 lanciato dal Governo è un esempio virtuoso e va in questa direzione: agevolazioni fiscali per le aziende che investono in formazione, sviluppo di 4-5 centri di competenze in grado di educare 200mila studenti in dieci anni, finanziamento di 1.400 dottorati specialistici e potenziamento degli istituti tecnici.

Attuare modelli di formazione per-manente: la qualità del proprio capita-le umano va continuamente manute-nuta e aggiornata, affinché il vantaggio competitivo da esso rappresentato rimanga inalterato. Per raggiungere questo obiettivo le aziende devono in-centivare i processi di trasferimento della conoscenza e disegnare percorsi di sviluppo alternati a momenti di for-

mazione, con l’obiettivo di garantire un portafoglio competenze complessivo coerente con le richieste del mercato finale. Nel definire la strategia di forma-zione le risorse umane non possono sottovalutare un aspetto oggi diventa-to incontrovertibile: il ciclo di vita delle competenze è molto più breve e, con molta probabilità, metà dei profili pro-fessionali attuali scompariranno entro dieci anni. In tema di formazione, an-che le associazioni possono giocare un ruolo importante, potendo accedere ad un ampio portafoglio di esperienze e mettendo a fattor comune le migliori best practice sviluppate.

Ripensare il modello di gestione del talento e di trasferimento inter-ge-nerazionale delle competenze: va colmato il gap culturale con le pre-cedenti generazioni e disegnata una nuova strategia di gestione delle risor-se. Per motivare e trattenere i migliori talenti, le aziende devono imparare a disegnare e pianificare dei percorsi di formazione su misura, che prevedano incontri di mentoring con figure senior e continuo sostegno nelle sfide perso-nali e professionali. In breve una ge-stione ad alto valore aggiunto di tutta la filiera delle risorse umane, dal loro ingresso fino all’uscita. Va promosso un ambiente di lavoro basato sui va-lori della diversità, della meritocrazia e della multi-etnicità, dedicando parti-colare attenzione alle esigenze dei di-pendenti donne e delle famiglie e ga-rantendo uguali possibilità di carriera a chi usufruisce di misure di flessibilità, quali smartworking o part-time. L’inve-stimento in soluzioni digitali permette inoltre di massimizzare il contributo delle risorse senior, aumentandone il raggio d’azione e la produttività, e fornisce l’opportunità di consolidare e codificare il know-how aziendale, ren-dendolo accessibile e fruibile da un’in-tera generazione di giovani talenti.

Ricercare la cooperazione aziendale per capitalizzare il know-how diffu-so, attraverso cluster di imprese: il frammentato tessuto industriale italia-no può vantare un patrimonio distri-buito di competenze di primo livello, che può essere capitalizzato al meglio all’interno di un ecosistema basato sul-

la mutua collaborazione e supporto. Solo facendo rete è possibile raggiun-gere una massa critica sufficiente e un mix di know-how tale da realizzare una via italiana allo sviluppo tecnologico e industriale, in un contesto internazio-nale estremamente mutevole e com-petitivo.

Rilanciare i distretti industriali d’ec-cellenza, anche come palestre di talenti: proprio i distretti industriali – vittime negli ultimi anni di critiche in merito all’inadeguatezza di fronte alla sfida della globalizzazione – conti-nuano a rappresentare il lato migliore del nostro sistema produttivo, dove il fatturato è tornato ai livelli del 2008. Questi poli d’eccellenza – se rigenerati da una politica di investimenti più de-cisa e selettiva – possono sviluppare un mercato domestico di dimensioni tali da diventare un'efficace palestra di talenti e innescare circoli virtuosi di formazione, generazione di indot-to e attrazione di nuove competen-ze. La filiera italiana dell’Oil&Gas è un chiaro esempio. Si è sviluppata ed è diventata leader globale grazie ad un sistema di collaborazione che altri Pae-si ci invidiano: forti sinergie tra impre-se, contrattisti, società di ingegneria, produttori di componenti e mondo accademico, rese possibili inizialmen-te da una robusta domanda interna. In questo contesto aziende come Eni hanno rappresentato delle vere e pro-prie palestre per generazioni di tec-nici e manager ed hanno permesso di sviluppare un indotto robusto ed estremamente sofisticato. Un sistema molto efficiente, che ha permesso di “importare” la domanda di altri Paesi e di godere indirettamente dei tassi di crescita a due cifre di alcune geografie.

È evidente come la concorrenza tra si-stemi-Paese avvenga sempre di più su due piani: verso il mercato di sbocco (i clienti) e verso gli investitori (il capitale). Poter offrire ad investitori stranieri l’ac-cesso ad un capitale umano che non ha confronti e la connessione con un siste-ma industriale efficiente, governato da regole chiare e stabili farà la differenza e permetterà di attrarre capitali e rinforza-re il circolo virtuoso che in passato ci ha visto vincenti. ■

DI8 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

ANAGEMENTmGiappone: con Hitachi Italia i manager sfidano la crisiGiuliana Gagliardi Collaboratrice del Corriere della Sera - Economia

l Giappone vince la sfida alla cre-scita e vuole rendere le città ita-

liane smart e super efficienti. Progetti ambiziosi, ma realistici, che Hitachi – co-losso giapponese della tecnologia – ha presentato al recente Forum di Milano. Un traguardo da raggiungere entro il 2020 con una crescita, sul mercato italia-no, del 25% dei ricavi, che significa 1,5 miliardi di euro. Chiave del successo il Social Innovation Business che, come afferma il presidente e Ceo di Hitachi Toshiaki Higashihara, fa dell’Italia “Il mercato chiave per la crescita della nostra azienda in Europa”. Nel vecchio continente Hitachi possie-de 194 società e 21mila dipendenti, di cui 5.000 nel nostro Paese. One Hitachi, che rappresenta il totale delle realtà del gruppo in Italia, comprende 12 settori ed è presente in 14 regioni con una cre-scita dei ricavi, nel 2016, del 34%. Cre-scita che si traduce in investimenti per l’innovazione, la formazione e un'enor-me capacità di tradurre l’attività di R&S in applicazioni brevettate, con ben 254 brevetti in portafoglio. Un terreno di lavoro molto appetibile per i nostri manager che, oggi più che mai, sono apprezzati e richiesti dalle im-prese giapponesi dislocate nel mondo.

Cosa rappresenta, tutto questo, per i nostri manager impegnati a fianco di quelli giapponesi? Lo chiediamo a Lorena Dellagiovanna, Country Manager Italy, Hitachi EuropeEntrare a far parte del gruppo ha signifi-cato, per molti manager, la possibilità di venire in contatto con nuove modalità di gestione e nuove possibilità di carriera. Ma è stato necessario imparare a comu-nicare e a costruire rapporti con colle-

ghi che appartengono ad altre culture. Ogni anno promuoviamo, all’interno del gruppo, un contest a livello interna-zionale, “Inspiration of the Year Global Award” per il progetto che incarna al meglio i valori del gruppo: collabora-zione, impegno e dedizione nel trovare nuove soluzioni alle sfide della società.Lo scorso anno il premio è andato a Hita-chi Rail Italy per un progetto che ha visto lavorare – gomito a gomito – i tecnici e il management italiani con quelli giappo-nesi per la realizzazione di una tecnolo-gia destinata a migliorare le prestazioni dei treni regionali con notevole rispar-mio energetico e di tempo. Sul fronte dei trasporti in Italia, la tec-nologia giapponese si impone come maggiore fornitore delle nuove flotte di treni regionali, con una commessa di 4 miliardi di euro. Nel 2019 entreranno in servizio i nuovi Caravaggio/Rock ad alta velocità, con una capienza di 656 pas-seggeri in cinque carrozze dotate dei più moderni optional.La carta vincente del settore arriva nel

2015 con l’acquisizione del Gruppo Hita-chi della maggioranza del capitale socia-le di Ansaldo STS e di Ansaldo Breda, che prenderà il nome Hitachi Rail Italia, i cui prodotti rappresentano i massimi livelli di ingegneria applicata ai trasporti con design invidiati dalle principali società di trasporti urbani al mondo.

Cosa chiedete ai manager italiani che lavorano a stretto contatto con quelli giapponesi?Sincerità e spirito pionieristico, onestà e trasparenza, ma anche la volontà di evitare un conflitto aperto e aggressivo a favore di una risoluzione costruttiva. Il processo decisionale non è top-down, ma si basa sul creare consenso tra le per-sone coinvolte nella decisione. La base è l’analisi della situazione, la previsione dei diversi scenari in modo da arrivare preparati a gestire le emergenze.La sfida giapponese all’innovazione e all’occupazione di manager altamen-te qualificati, passerà – in un futuro già iniziato – attraverso l’era dell’IoT, the In-ternet of Things, ovvero l’industria 4.0 che, entro il 2020, vedrà la presenza sul Pianeta di 4,4 miliardi di individui nei soli centri urbani. Le città devono diventare Smart per garantire la sopravvivenza di un numero di persone così elevato. L’Italia ha dato il via a progetti pilota con il 51% delle municipalità di media gran-dezza per trasformarle in Smart City. Tutto questo richiede, al momento, un investimento di 1,5 trilioni di euro. Ottime opportunità di carriera per i ma-nager italiani specializzati nel settore sa-nitario. Hitachi Medical Systems è, oggi, leader di mercato per i sistemi MRI (Ma-gnetic Resonance Imaging) aperti, di cui ha installato già 7.000 sistemi in tutto il mondo.La società ha avviato collaborazioni con numerosi ospedali italiani, fra cui il Po-

i

Lorena Dellagiovanna.

ANAGEMENTmliclinico Paolo Giaccone di Palermo, per pubblicazioni sulle tecnologie di fusione fra ultrasuoni e MRI. Per la prima vol-ta in Italia è arrivato il robot umanoide EMIEW3, in grado di assistere ammalati e portatori di handicap. Il robot è già operativo all’aeroporto Haneda di Tokyo dove “lavora” come guida per passeggeri che necessitano di assistenza. EMIEW3 è un perfetto poliglotta e, forse a breve, lo incontreremo nei nostri centri commer-ciali, stazioni od ospedali.

Per i nostri manager è indispensa-bile un periodo di formazione in Giappone?Non è previsto un periodo obbligatorio di formazione in Giappone. Abbiamo programmi a livello mondiale ed euro-peo di formazione, che coinvolgono di-versi business, mirati a creare coesione fra le diverse culture e i vari settori.

Che requisiti deve avere un mana-ger italiano per sfondare e far car-

riera in una multinazionale nippo-nica?Per costruire un percorso di carriera è molto importante guadagnare la fiducia, e la fiducia si guadagna con il tempo. Ol-tre a questo, senza dubbio, l’affidabilità, la pazienza e la perseveranza sono doti che devono completare la professionali-tà richiesta. Può tornare utile avere buo-ne capacità di mediazione e diplomazia (doti rare in un manager italiano: n.d.r.).

Parliamo di futuri scenari del lavoro per i quadri dirigenti. Azzardiamo una previsione in Europa: Lei come

vede le opportunità occupazionali per i nostri manager?Hitachi ha dimostrato di voler ampliare la sua presenza in Italia. Non possiamo ignorare gli sviluppi tecnologici che, nell’ambito dell’intelligenza artificiale e della robotica, stiamo portando avanti. È importante veicolare un messaggio forte in questo senso: la digitalizzazio-ne dell’industria non deve significare un taglio della forza lavoro, ma un’op-portunità per sviluppare nuove profes-sioni e trasformare quelle esistenti in un’ottica socialmente responsabile per le aziende. ■

La sfida giapponese all’innovazione e all’occupazione di manager altamente qualificati, passerà – in un futuro già iniziato – attraverso

l’era dell’IoT, the Internet of Things

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Offerta soggetta a disponibilità, non cumulabile con altre offerte e promozioni e valida fino al 9/12/2018, escluso feste di Pasqua, Ferragosto e periodo di chiusura.

Non solo i colori, che richiamano al network Federmanager: abbiamo notevolmente potenziato l’uso dei “banner” per promuovere gli eventi e le principali notizie legate alla realtà manageriale.

Sulla homepage, oltre all’accesso ai canali social e alla rivista digitale Dirigenti Industria, sono riportate le consuete voci di menù: dai servizi, alle informazioni sulla quota e le modalità di iscrizione, fino alle convenzioni e agli eventi.

Vogliamo rendere l’esperienza utente più immediata e funzionale e tenere gli associati sempre aggiornati sui servizi e le attività dell'Associazione.

Confidiamo sia di tuo gradimento!Con l’occasione ti ricordiamo di seguire anche le pagine dei canali social di ALDAI-Federmanger costantemente aggiornati con notizie legate alla vita associativa e approfondimenti importanti per la categoria.

Il sito di ALDAI è completamente rinnovato: da gennaio infatti www.aldai.it dispone di una nuova veste grafica

www.aldai.it

Se hai modificato i tuoi dati o indirizzo e-mail comunicacelo! Manda una mail a [email protected]

o entra nell’area MyFeder, ci aiuterai a rimanere sempre collegati con te.

Registrazione agli Eventi: nuova modalità

1) Collegarsi al sito www.aldai.it

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4b) Compilare i campi obbligatori È importante inserire un account di posta elettronica valido per ricevere la conferma di registrazione

4c) Inserire il flag (✔) in basso a sinistra Leggi qui Paragrafo “Dati forniti ………”

4d) Confermare col bottone verde la partecipazione

INTRODUZIONE DEL VOTO TELEMATICO Elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo,

Collegio dei Revisori dei Conti e Collegio dei Probiviri ALDAI

Negli ultimi numeri della rivista, Vi ab-biamo anticipato un’importante novità che riguarda la nostra Associazione: la possibilità di votare anche telematica-mente per il rinnovo delle cariche sociali ALDAI, come previsto dallo Statuto.Vogliamo anche in questa occasione sen-sibilizzare tutti gli iscritti ad aggiornare l’indirizzo e-mail e i propri dati di con-tatto attraverso l’area riservata MyFe-der del sito www.aldai.it o scrivendo ad [email protected]

Nella seconda metà di febbraio invieremo a tutti gli iscritti la mail tramite cui espri-

mere la preferenza per il voto telematico e confermare/modificare l’account di posta elettronica che utilizzeremo per spedire il link contenente le schede di votazione. Ovviamente i soci che non sceglieranno esplicitamente di votare telematicamen-te o che non dispongono di un indirizzo e-mail potranno continuare ad utilizzare la scheda cartacea con le consuete mo-dalità.

Ricordiamo che le votazioni per il rin-novo delle cariche sociali ALDAI si svol-geranno indicativamente a partire dalla seconda metà di marzo 2018.

DI12 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

CONOMIAeCompro e pago in Bitcoin: la criptomoneta di un futuro che è già presente

uando si parla dei più preziosi metalli del mondo, il pensiero ricorre immediatamente all’o-ro, moneta di scambio per se-coli tra i popoli e simbolo per

eccellenza della ricchezza nell’immagi-nario collettivo, tanto da aver spinto la saggezza popolare a coniare espressioni come “vale più dell’oro” o “vale tanto oro quanto pesa”.Gli ultimi mesi del 2017 hanno però visto l’ascesa apparentemente inarrestabile di un’altra moneta (seppur virtuale) che sta superando tutti i record e vale essa stes-sa più dell’oro: il Bitcoin. Ne hanno parlato dapprima articoli tec-

nici orientati alla sicurezza informatica, a seguire i mercati e infine il boom della stampa. La criptovaluta, perché di que-sto si tratta, si è così imposta diventando un vero trend topic nelle ricerche sui prin-cipali motori di ricerca, Google in testa. Il Bitcoin infatti è soltanto la punta di un iceberg che comprende altre criptovalu-te in forte ascesa, tra cui Ether, Litecoin e Ripple.Pur non parlando di monete, né di ban-conote fisiche, il numero delle aziende, di attività fatte di cemento e mattoni come ristoranti, case, uffici e società, ma anche di singoli cittadini e servizi online tra i più conosciuti sta aumentando sen-sibilmente giorno dopo giorno. Ne è un esempio concreto la cosiddetta “Bitcoin Valley”, in Trentino, dove ogni cosa, dal-

la pizza ai servizi, è pagabile con la crip-tovaluta. Il termine “Bitcoin” è la prima realizzazione di un concetto chiamato "cryptocurrency". Questa espressione fu coniata e descritta per la prima volta nel 1998 da Wei Dai nella mailing list cypher-punk, “suggerendo l'idea di una nuova forma di denaro che usa la crittografia per controllare la sua creazione e le tran-sazioni, piuttosto che un'autorità centra-le“ (*fonte www.bitcoin.org).Fu però nel 2009 che fu virtualmente coniato il Bitcoin, creato da una identità ignota e misteriosa, nota con lo pseudo-nimo di Satoshi Nakamoto. Si tratta di una moneta non materiale e non ricono-sciuta legalmente in nessuno Stato, ma che permette di comprare cose e beni assolutamente reali e concreti. L’assenza

qChiara Tiraboschi Giornalista e Responsabile Servizio Comunicazione e Marketing ALDAI

DI 13DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

CONOMIAedelle banche o di altri organismi. Basan-dosi unicamente sul consenso completo di tutti gli utenti, si è di fatto davanti ad un sistema che si governa da solo, open source e decentralizzato, dove nessuno di fatto ha la possibilità di prenderne il controllo.Le transazioni avvengono in maniera as-solutamente trasparente su un libro ma-stro pubblico, aperto al controllo di tutti, chiamato “Blockchain”, aperto sì ma sen-za la possibilità da parte di alcuno né di modificarlo né di ripudiare o disconosce-re transazioni effettuate. A tal proposito, ogni utente può verificare la validità di ogni transazione e a sua volta “la validità di ogni transazione è protetta da firme digitali che corrispondono all'indirizzo del mittente, permettendo così a tutti di avere pieno controllo sui Bitcoin inviati dai loro indirizzi”.*Chiunque può accedere ai propri bitcoin attraverso una normale applicazione che l’utente installa sui propri dispositivi mo-bile, o attraverso un programma sul per-sonal computer ed è sempre attraverso un’applicazione portafoglio scaricabile sul proprio cellulare e tablet che è pos-sibile effettuare i pagamenti, inserendo l’importo e l’indirizzo del destinatario, ca-ratterizzato da 34 caratteri alfanumerici.I bitcoin si possono generare attraver-so un’operazione che si chiama mining, (dall’inglese “estrazione”, che richiama volutamente all’operazione per ricavare oro dalle miniere), ma anche compra-re scambiandoli con l’euro, in Rete o in sportelli fisici sempre più presenti. Esi-ste tuttavia un limite di bitcoin coniabili,

deciso in fase di creazione della moneta, un tetto massimo che è stato fissato a 21 milioni. La moneta digitale ha quindi un valore perché ha in tutto e per tutto le stesse caratteristiche del denaro, il suo prezzo è determinato come per le azio-ni dalla logica della “domanda e offerta”: quando cresce la domanda, il valore sale, viceversa scende quando la domanda di-minuisce. In considerazione soprattutto di questo, non è quindi poi così lontano il paragone con il metallo più prezioso per eccellenza, vale a dire l’oro. Basti anche pensare che molti investitori lo stanno abbandonando per puntare sulla mone-ta virtuale: dall’inizio dello scorso anno la criptovaluta è cresciuta del 1800%: se a gennaio 2017 valeva infatti 100 dollari, al momento in cui sto scrivendo questo articolo (dicembre 2017) sta viaggiando poco sopra i 19.000 dollari. Questa crip-tovaluta segue comunque le continue oscillazioni di mercato.Per molti i Bitcoin stanno vivendo una bolla speculativa, in considerazione della loro volatilità e del fatto che oramai è og-getto dell’attenzione di persone comuni attirate da guadagni astronomici, mentre per altri, e non sono pochi, rappresenta-no una vera e propria rivoluzione liberale, grazie alla libertà di pagamento e a fattori quali la sicurezza e il controllo. Altri sotto-lineano invece l’impatto ecologico dell’o-perazione di mining, che prevede l’uso di quantità enormi di energia elettrica da parte dei data center preposti.Le posizioni sono contrastanti e nette. Come a dire, “non è tutto Bitcoin quel che luccica…”. ■

di intermediari o di enti di certificazione è alla base del concetto di criptovaluta. Questa forma di denaro digitale infatti consente un sistema di pagamento che non prevede né banche né istituti di con-trollo: il protocollo peer to peer permette di effettuare transazioni pubbliche, sicu-re e non ripudiabili grazie all’algoritmo matematico. Stiamo parlando di un si-stema che si basa sul fatto che le perso-ne, utilizzando il Bitcoin come moneta, hanno la possibilità di scambiarsi merci e di riceverne altre in contropartita, senza alcuna autorità centrale o intermediari.La partecipazione è assolutamente open, aperta a chiunque: il Bitcoin è di tutti e di nessuno e questo, come già det-to, spiega perché la criptomoneta non ri-chieda il controllo o la gestione da parte

Andamento del valore del Bitcoin nel 2017 (fino a novembre). A fine 2017 la criptovaluta ha perso circa il 40% del suo valore massimo storico.

DI14 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

SPETTI LEGALIaRisoluzione del rapporto di lavoro: due aspetti rilevantiCorte di Cassazione Sentenza n. 23503 del 9 ottobre 2017

Agostino D'Arco Avvocato e Consigliere ALDAI

Rifiuto di ricevere lacomunicazione di licenziamento nella sede di lavoro

Il fattoIl dirigente viene licenziato per ristrut-turazione aziendale e per mancanza di altre posizioni dirigenziali da ricoprire (licenziamento oggettivo). Il provvedi-mento, prima di essergli comunicato per iscritto, gli viene letto dal rappresentan-te dell'azienda nella sede di lavoro, ma il dirigente si rifiuta di ritirare la lettera, adducendo poi in causa, di non avere al-cun obbligo di ricevere la comunicazio-ne di licenziamento in azienda. Si rivol-ge quindi all'autorità giudiziaria perché venga dichiarata l'inefficacia del licen-ziamento verbale/orale effettuato con la semplice lettura in sua presenza.Il caso non è isolato. È sempre più fre-quente che il datore di lavoro ricorra alla lettura preventiva del provvedimento d'espulsione ed invii successivamente la comunicazione al domicilio dell'inte-ressato, se non altro per neutralizzare gli effetti di qualsiasi evento sospen-sivo (malattia, infortunio, ecc.) che do-vesse intervenire fra la data della lettura del licenziamento e quella dell'arrivo del provvedimento al domicilio dell'in-teressato. Esaminiamo cosa succede se il dirigente si rifiuta di ritirare la lettera di licenziamento di cui ha dato lettura il rappresentante dell'Azienda.La Cassazione con sentenza 9 ottobre 2017 n. 23503 ha affermato che il rifiu-

to di ricevere una comunicazione nella sede di lavoro "equivale a ricezione ef-fettiva" della stessa. La Suprema Corte rileva che da tempo in giurisprudenza è stato affermato che anche "nell'am-bito del diritto sostanziale il rifiuto del destinatario di un atto unilaterale ricet-tizio di ricevere l'atto stesso non esclude che la comunicazione debba ritenersi regolarmente avvenuta" (Cassazione n. 12571/1999).In relazione al rapporto di lavoro, in par-ticolare "si è configurato in linea di mas-sima l'obbligo del lavoratore di ricevere comunicazioni, anche formali, sul posto di lavoro, in dipendenza dal potere di-rettivo e disciplinare al quale egli è sot-toposto (Cassazione n. 7620/2001).La Corte richiama altre due sentenze di Cassazione del 2008 e 2009 che ribadi-scono il principio secondo cui il rifiuto del destinatario di ricevere l'atto di li-cenziamento non può risolversi a danno dell'obbligato e sfuggire alla regola della presunzione della conoscenza dell'atto desumibile dall'Art. 1335 Codice Civile.

La motivazione per ristrutturazione aziendale e per mancanza di altre posizioni deve corrispondere alla realtà effettiva ed essere provata dal datore di lavoroQuanto alla motivazione del licenzia-mento per ristrutturazione aziendale, la Corte Suprema, dopo avere premesso che "per consolidato insegnamento del-la Corte stessa, il rapporto di lavoro del dirigente non è assoggettato alle norme limitative dei licenziamenti individuali di cui alla legge n. 604/1966 e la nozione di giustificatezza del licenziamento del dirigente non coincide con quella di giu-stificato motivo di licenziamento con-templata dalla stessa legge; che per al-

Il rifiuto di ricevere una comunicazione nella sede di lavoro equivale

a ricezione effettiva della stessa

La mancanza di altre posizioni deve

corrispondere alla realtà effettiva ed essere provata dal datore

di lavoro

trettanto consolidato insegnamento in caso di licenziamento del dirigente per esigenze di ristrutturazione aziendale, è esclusa la possibilità del repechage in quanto incompatibile con la posizione dirigenziale del lavoratore, puntualizza che la concreta giustificazione addot-ta nel provvedimento di licenziamento deve corrispondere alla realtà effettiva e che l'impossibilità di assegnare al di-rigente altro incarico dirigenziale, ovve-ro di impiegare il dirigente in posizioni dirigenziali per le quale costui avesse maturato specifiche competenze, deve essere integralmente provata dal datore di lavoro". Nella fattispecie in esame la circostanza dell'assenza di altre posizioni dirigenzia-li, che potessero essere ricoperte, non è stata provata, per cui il licenziamento è stato dichiarato ingiustificato e l'azienda condannata a pagare l'indennità supple-mentare nella misura massima. ■

Dal 2003 ci dedichiamo al tuo sorriso e alla tua salute

Nell’edizione digitale

www.dirigentindustria.itwww.dirigentisenior.itè disponibile la versione integrale

della Sentenza

Lo Studio Dentistico Sorriso & Salute è un ambulatorio polispecialistico odontostomatologicoall’avanguardia che opera a Monza dal 2003. Il nostro centro si occupa di estetica del sorriso, ortodonzia fissa e mobile ed invisibile tramite mascherine, impianti endossei, riabilitazione protesica, radiologia endorale, prevenzione dentale, chirurgia orale e pedodonzia.

La struttura sanitaria odontoiatrica è aperta ai pazienti nei seguenti giorni e orari: Lun • Mar • Mer • Giov • Ven dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 19.00Si riceve per appuntamento

Il nostro studio è una delle strutture sanitarie odontoiatriche di riferimento del FASIIl tuo tempo è prezioso. Della procedura di rimborso se ne occupa lo studio.

Via Gaslini, 1 - MonzaTel. 039.2022489www.sorrisoesalute.itDirettore Sanitario Dott. S. Paduano

Dal 2003 ci dedichiamo al tuo sorriso e alla tua salute

STUDIO DENTISTICOSORRISO & SALUTE

AL MOMENTO DI ANDARE IN STAMPA

La percentuale provvisoria di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l'anno 2017, con decorrenza 1° gennaio 2018, è determinata in misura pari all’1,1%.A seguito dell’emanazione del citato Decreto, l’Inps ha pubblicato la relativa circolare n. 186/2017. Con la suddetta circolare l’Istituto conferma che la rivalutazione delle pensioni viene effettuata secondo i criteri indicati dall’art. 34 della legge n. 448/1998.

A decorrere dal 1° gennaio 2018 vengono altresì modificati i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia per le lavoratrici dipendenti del settore privato. Nulla cambia per l’accesso alla pensione anticipata per cui restano necessari, quindi, 42 anni e 10 mesi di contri-buti per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

FASCE DA A Indice del coefficiente di perequazione da attribuire

Fino a 3 volte il trattamento minino Inps € 0,00 € 1.505,67 100%Oltre 3 e fino a 4 volte € 1.505,68 € 2.007,56 95%Oltre 4 e fino a 5 volte € 2.007,57 € 2.509,45 75%Oltre 5 e fino a 6 volte € 2.509,46 € 3.011,34 50%Oltre 6 volte € 3.011,34 45%

Nell’edizione digitale

www.dirigentisenior.itè disponibile la Circolare Inps n. 186

del 21 dicembre 2017

Perequazione delle pensioni 2018

DI16 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

ERVIZI AGLI ASSOCIATIs

Oggi, le sfide poste alle imprese e ai dirigenti dalla competizione globale, all’innovazione tecnologica e dalla complessità sociale rendono indispensabile favorire un costante sviluppo delle competenze ed una cultura manageriale coerente con le specificità del sistema produttivo nazionale e preparata ad affrontate rapidamente i cambiamenti. ALDAI è consapevole che la valorizzazione professionale delle risorse umane rivesta un’importanza strategica sia come fattore di crescita e sviluppo economico per l’impresa sia sotto il profilo etico-sociale.Assume quindi una rilevanza determinante sostenere efficaci iniziative per la formazione manageriale per fornire percorsi di elevato profilo customizzati in base ai target professionali. In quest’ottica, ALDAI ha stipulato accordi con Business School leader sul territorio nel settore della formazione per offrire ai propri iscritti l’opportunità di accedere a programmi di aggiornamento professionale e progetti formativi a condizioni agevolate.

DETTAGLI ALLA PAGINA SEGUENTE

Convenzioni formative ALDAI 2018Silvia Romagnoli Servizio Orientamento e Formazione ALDAI

DI 17DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

ERVIZI AGLI ASSOCIATIs

Tutta l’offerta formativa SDA Bocconi Executive 2017/2018 con un’agevolazione del 10% rivolta esclusivamente ai soci ALDAI.

Per consultare l’offerta formativa: www.sdabocconi.it/aldai

Referente: Barbara Boccato

L’offerta formativa MIP è a disposizione degli associati ALDAI e dei loro figli e/o nipoti con agevolazioni sulla quota di iscrizione.

Sconto 15% sui corsi Management Academy del MIP per gli associati ALDAI.

Sconto 10% sui corsi Management Academy e sui Master specialistici, Executive MBA ed MBA per figli e nipoti dei soci.

Per visionare l’offerta formativa MIP: http://www.mip.polimi.it/it/offerta-formativa/management-academy

Per informazioni ed adesioni: [email protected] indicando nell’oggetto “Iscrizione ALDAI”

Referente: Maria Chiara Falsaperla

Master di specializzazione e corsi di formazione, percorsi MBA, Executive 24 e Master 24 con Diploma realizzati da Il Sole 24 Ore con agevolazioni esclusive per i soci ALDAI ed i loro figli e nipoti.

MASTER DI SPECIALIZZAZIONE/CORSI DI FORMAZIONE  • sconto del 20% sulla quota di iscrizione per ogni

partecipante rispetto al prezzo pubblicato

MBA, EXECUTIVE24 e MASTER 24 con DIPLOMA  • sconto del 10% sulla quota di iscrizione dei Master

Executive24 ed MBA per ogni partecipante rispetto al prezzo pubblicato;

• sconto del 15% sulla quota di iscrizione di Master24 per ogni partecipante rispetto al prezzo pubblicato.

Per consultare l’offerta formativa: http://www.bs.ilsole24ore.com/

Referente: Arianna Piantanida

Percorsi formativi specificamente customizzati sul target dirigenziale con un'agevolazione del 30% rivolta esclusivamente ai soci ALDAI ed ai loro figli e nipoti.

Per informazioni e adesioni: http://www.assetmgmt.it/it/made-to-learn

Referente: Massimo Gasparini

Tutti i percorsi formativi a catalogo realizzati da Fondazione Istud avranno un’agevolazione del 30% rivolta ai soci ALDAI ed ai loro figli e nipoti.

Per consultare l’offerta formativa: http://www.istud.it/istud_imprese/catalogo.aspx

Per informazione e iscrizioni: [email protected]

Referente: Monica Zanetti

Nell'ambito dei servizi offerti alla categoria anche quest'anno l'ALDAI metterà a disposizione la qualificata assistenza di Asso-caaf, con particolare riferimento alla compilazione del Model-lo 730 e del Modello Redditi PF Base e Quadri Aggiuntivi.

Ricordiamo che per poter usufruire della convenzione in que-stione è necessario comunicare in fase di prenotazione dell’appuntamento l’appartenenza all’ALDAI e, in fase di in-contro, presentare la tessera di iscrizione in corso di vali-dità (o l’evidenza dal versamento della quota associativa). Il mancato rispetto di queste due semplici accortezze, non ren-derà possibile l’applicazione delle tariffe agevolate.La convenzione si intende estesa anche al coniuge.

Dal punto di vista logistico/organizzativo confermiamo che anche per il 2018 ALDAI metterà a disposizione degli iscritti la propria sede di via Larga 31 per l’elaborazione del Model-lo 730.

Inoltre sono a disposizione sportelli dedicati in esclusiva agli iscritti ALDAI nelle sedi:❚ Milano - piazza Diaz 6❚ Milano - via Cagliero 17❚ Milano – via Palestrina 6 (NUOVA SEDE)❚ Monza - via Damiano Chiesa 4 (presso Assolombarda Con-

findustria Milano Monza e Brianza, Presidio di Monza e Brianza).

Si ricorda che con la riforma normativa entrata in vigore nel 2015, le responsabilità del Caf sono aumentate. Se da un lato, è stato messo a disposizione al contribuente il modello precompilato online, dall’altro al Caf è stato posto l’obbligo di verifica anche dei dati in esso contenuti.Assocaaf ha scelto di avvalersi, come ulteriore strumento di verifica, del modello precompilato messo a disposizione dell’Agenzia dell’Entrate, ove possibile. Tuttavia si ricorda che, a maggior tutela del contribuente, utilizzando il canale Caf, quest’ultimo è obbligato a verificare tutti i documenti relativi agli oneri (e a quanto soggetto al vi-sto di conformità) che si vogliono inserire nel modello 730 e

ne ha la diretta responsabilità, sia in fase di inserimento in di-chiarazione, sia in fase di controllo o di contestazione da parte dell’Amministrazione Finanziaria (facendosi carico anche del-la eventuale sanzione economica erogata). Differentemente, chi opta per confermare o modificare online (in autonomia) il modello 730 precompilato messo a dispo-sizione dall’Agenzia dell’Entrate (non avvalendosi dell’ausilio del Caf ) è tenuto a risponderne direttamente e a verificare personalmente l’eventuale correttezza delle contestazioni ri-cevute, spesso dovendosi recare di persona presso gli uffici dell’Amministrazione Finanziaria.

ERVIZI AGLI ASSOCIATIs

Le tariffe 2018 comprensive di Iva

Perché scegliere Assocaaf

Prima parte

CONTROLLO MODELLO 730Con la rielaborazione della dichiarazione, già impostata integral-mente dal contribuente, verificando solo che quanto scritto nei quadri soggetti al visto di conformità, sia adeguatamente supportato da documenti giustificativi: – dichiarazione singola euro 35,00– dichiarazione congiunta euro 65,00.

COMPILAZIONE DEL MODELLO REDDITI PFDenominazione corrispondente all'ex Modello Unico Persone Fisiche. Per il contribuente che:• non ha un sostituto d’imposta che sia tenuto ad effettuare il congua-

glio nel 2018 e non ha percepito redditi di lavoro dipendente, redditi di pensione e/o altri redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente nel 2017;

• non è residente in Italia nel 2017 e/o nel 2018;• deve presentare la dichiarazione per conto di contribuenti deceduti.– dichiarazione euro 80,00 (anziché 100,00).

COMPILAZIONE DEI QUADRI RW, RM, RTCon i documenti forniti dal contribuente:– sconto minimo del 15% su preventivi personalizzati,

in funzione delle singole casistiche. Esempio: in caso di un immobile estero (quadro RW) euro 40,00 (anziché 50,00).

COMPILAZIONE MODELLO 730Con i documenti forniti dal contribuente e la soluzione dei quesiti e problemi fiscali posti: – dichiarazione singola euro 55,00 (anziché 65,00)– dichiarazione congiunta euro 100,00 (anziché 130,00).COMPILAZIONE MODELLO 730 COMPLESSO COMPILAZIONE MODELLO 730 COMPLESSORientrano in questa tipologia di compilazione una o più delle seguenti casistiche e i soci che si trovano nelle condizioni in-dicate sono invitati a comunicarlo preventivamente in fase di prenotazione dell'appuntamento, affinché sia possibile piani-ficare il tempo necessario da dedicare alla valutazione e alla gestione di queste situazioni particolari:• inserimento di dati derivanti da successione;• redditi esteri;• credito di imposta per redditi esteri;• variazioni dei canoni di locazione e/o per canoni non per-

cepiti;• inserimento ex-novo di spese pluriennali per il recupero del

patrimonio edilizio e/o risparmio energetico relative agli anni precedenti.

– dichiarazione singola euro 65,00 (anziché 75,00)– dichiarazione congiunta euro 120,00 (anziché 150,00).

Convenzione Assocaaf 2018

Assistenza fiscale

SEDI ASSOCAAF COMUNE TELEFONO E-MAIL* piazza A. Diaz 6 (5º piano scala A) 20123 Milano 02/58436896 [email protected]* via Cagliero 17 20125 Milano 02/45470456 [email protected]* via Palestrina 6 (NUOVA SEDE) 20124 Milano 02/97070511 [email protected] via Damiano Chiesa 4 (c/o Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza - Presidio di Monza e Brianza)

20900 Monza 039/3638260 [email protected]

ALTRE SEDI ASSOCAAF CONVENZIONATE COMUNE TELEFONO E-MAIL via A. Salaino 12 20144 Milano 02/485371 [email protected]* via G.B. Pirelli 30 20124 Milano 02/49528670 [email protected]* via G. Frua 16 20146 Milano 02/48193232 [email protected] viale Isonzo 16 20135 Milano 02/5516309 [email protected] via Prina 24 20900 Monza 039/2320076 [email protected] corso Europa 161 - 3° piano 20017 Rho 02/9308776 [email protected]* Presso le sedi Assocaaf contrassegnate con asterisco è possibile fissare appuntamenti anche per il sabato mattina. Il sabato è riservato

esclusivamente per il servizio di compilazione del Modello 730 e non al servizio di controllo.

ERVIZI AGLI ASSOCIATIs

Come e dove si fissa l'appuntamento?

La delega per Assocaaf

Appuntamento presso la sede ALDAI: rivolgersi esclusivamente al numero 02/58.43.68.96: l'agenda degli appunta- menti è curata dalla sede centrale Assocaaf di piazza Diaz 6. La postazione, nella sede ALDAI, sarà attiva dal 16 aprile fino al 15 giugno 2018 nelle giornate di martedì, mercoledì e giovedì.

Appuntamento presso una delle sedi Assocaaf: telefonare ai numeri riportati in tabella.

Il dirigente che intende aderire per la prima volta alla Convenzione Assocaaf deve conferire apposita delega ad accedere alla propria dichiarazione dei redditi precompilata, messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. La delega deve essere compilata per ogni contribuente (in caso di dichiarazione congiunta per entrambi i coniugi) e consegnata in busta chiusa presso la sede ALDAI o presso la Sede Assocaaf contattata oppure trasmessa alla casella di posta

elettronica [email protected] (indicando la sede Assocaaf prescelta), almeno 20 giorni prima dell’appuntamento per la compilazione del modello 730, unitamente a copia del documento d’identità e copia del Prospetto di Liquidazione del modello 730 2016 (redditi 2015) o del modello Unico 2016 (redditi 2015) o indicazione se non presentata nel 2016 dichiarazione dei redditi.

Solo per i soci ALDAI che aderiscono alla Convenzione Assocaaf per la prima volta: la delega è scaricabile nel sito www.aldai.it

Riportiamo una breve descrizione delle due modalità di servizio 730, per fornire qualche elemento in più per effettuare la scelta più idonea, affinché il contribuente possa ottenere il giusto riscontro alle sue aspettative.

Nel caso in cui l’iscritto ALDAI che ha prenotato il servizio di controllo ma che, in fase di appuntamento per l’elaborazione del modello, preferisce avere maggiore assistenza, è data la possibilità, qualora lo volesse, di passare al servizio di compilazione. All’iscritto ALDAI è fornita gratuitamente l’acquisizione telematica della CU dell’INPS (indipendentemente dal servizio 730 scel-to), se richiesta preventivamente.

Come scegliere la tipologia di servizio 730

SERVIZIO DI CONTROLLO DEL MODELLO PRECOMPILATO DAL CLIENTE SERVIZIO DI COMPILAZIONE INTEGRALE DEL CAF

Il servizio prevede che il contribuente compili interamente il modello 730, in modo dettagliato e preciso. Il contribuente deve avere le conoscenze necessarie per compilare il modello 730.

Il servizio prevede che il contribuente fornisca i documenti ad Assocaaf per compilare il modello 730. Il contribuente non ha necessità di avere le conoscenze per compilare il modello 730.

Il servizio non prevede consulenza ma semplicemente il controllo che quanto scritto nei quadri C-D-E-F-G venga correttamente documentato.

Il servizio prevede la consulenza alla compilazione del modello 730, scegliendo eventualmente la soluzione più favorevole per il contribuente.

L’inserimento di eventuale documentazione dimenticata o trovata in un secondo momento, non è incluso nel servizio (esempio: fattura medica trovata successivamente all’appuntamento).

L’inserimento di eventuale documentazione dimenticata o trovata in un secondo momento, è incluso nel servizio (esempio: fattura medica trovata successivamente all’appuntamento).

I quadri relativi ai carichi di famiglia, ai terreni ed ai fabbricati, in quanto non soggetti al visto di conformità, devono essere indicati completamente dal contribuente e non sono soggetti al controllo, né alla consulenza di Assocaaf.

I quadri relativi ai carichi di famiglia, ai terreni ed ai fabbricati, anche se non soggetti al visto di conformità, se richiesto, sono controllati da Assocaaf (in base agli elementi forniti dal contribuente).

DI20 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

Torna nel 2018 l’iniziativa di orientamento alla scelta post diploma valevole ai fini dell’Alternanza Scuola-Lavoro

Le iniziative ALDAI dedicate ai giovani, figli e nipoti dei soci, sono diventate un appuntamento atteso all’interno dei servizi e delle attività che l’Associazione pianifica ed organizza ogni anno per i propri iscritti.

Questo corso di orientamento alla scelta post-diploma, riservato agli studenti delle scuole superiori, è valido ai fini dell’Alternanza Scuola-Lavoro ai sensi della L.107/2015 ed è rivolto a figli e nipoti di nostri soci che si troveranno di fronte alla scelta di capire quale strada voler intraprendere dopo la scuole superiori.

Il percorso, tenuto interamente da docenti professionisti di Randstad, prevede tre tappe concentrate sulle seguenti tematiche: l’orientamento attitudinale; l’orientamento alla scelta post–diploma e al mercato del

lavoro; l’orientamento di trasferibilità.

Novità dell'ultima edizione sono la somministrazione di test attitudinali, l'utilizzo consapevole dei social network e le loro potenzialità legate al mondo professionale.A lato tutte le informazioni per partecipare al corso di orientamento alla scelta post diploma che si terrà nel pros-simo mese di marzo.

A cura del Servizio Comunicazione [email protected]

Gli incontri si terranno in ALDAI, via Larga 31,dalle ore 15,00 alle ore 17,00

nei giorni di:

MARZO 2018 mercoledì 7 venerdì 9 mercoledì 14

Le aule prevedono un minimo di 7 partecipanti.

Il costo a persona per l’intero percorso è di 97,60 euro Iva compresa

Qualora interessati, confermare a: [email protected] il 21 febbraio 2018

Sarete contattati per le informazioni in merito alle modalità di partecipazione e di pagamento. Il corso è rivolto ai figli e ai nipoti dei dirigenti associati ed eventualmente, in caso di richiesta specifica, anche ai loro compagni di scuola interessati all’iniziativa.

Cosa faccio dopo il diploma?

ERVIZI AGLI ASSOCIATIs

NUOVO CORSO

2018

Le numerose possibilità di pensionamento sono dimostrazione della creatività legislativa, non sempre finalizzata a semplificare le regole e dare certezza del diritto. Se non trovate fra le 21 possibili opzioni il modo di andare in pensione, cercate almeno di capire quale pista possa essere più facilmente percorribile e fate l’elenco delle iniziative per raggiungere il traguardo. Per ridurre i dubbi, prenotate un incontro in ALDAI per verificare insieme le iniziative utili per arrivare prima al risultato.

Lo scorso anno, proprio in questi giorni, la nostra rivista pubblicò un articolo dal titolo “Diciassette modi

per andare in pensione” nel quale erano fornite tutte le informazioni indispensabili per verificare se fosse o meno possibile accedere al pensionamento anticipato o per vecchiaia con qualche anno di anticipo rispetto alle normali decorrenze.L’articolo ha avuto, osservando il numero dei lettori, un buon successo - sicuramente non per le capacità di chi lo ha scritto né per il fascino dell’argomento - motivato dalla voglia del lettore di trovare nel testo un filo di Arianna per arrivare alla pensione il più presto possibile.

Riproponiamo allora lo stesso vademecum che illustra le diverse opportunità di pensionamento di vecchiaia o anticipato, anche alla luce delle novità (poche a dire il vero) contenute nella Legge di Bilancio per il 2018 appena approvata in Parlamento. I “Diciassette modi per andare in pensione” sono, però, divenuti ventuno; ne avevamo infatti tralasciati alcuni.Come già detto in precedenza, il vademecum non può esaurire tutte le casistiche possibili, che potranno, invece, essere analizzate, con completezza, per i singoli casi, dai funzionari e dai consulenti del Servizio Sindacale dell’ALDAI.

DI 21DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

NSERTO PREVIDENZAi

modi per andarein pensione nel 2018

Salvatore MartorelliGiornalista - Consulente Previdenziale

DA STACCARE E CONSERVARE

21

DI22 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

1 Pensione di vecchiaia nel sistema retributivoÈ il pensionamento “tipo”, valido per chi poteva far va-lere almeno un contributo accreditato prima del 1996. Richiede il raggiungimento congiunto di due requisiti, quello anagrafico e quello contributivo. Mentre il requi-sito contributivo, salvo qualche particolare eccezione, è fissato in 20 anni di versamenti, pari a 1040 settimane, quello anagrafico, nell’anno 2018, è stabilito, senza più alcuna differenza tra uomini e donne e tra “autonomi” o dipendenti, in 66 anni e 7 mesi.Una volta raggiunti ambedue i requisiti si può andare in pensione dal mese successivo. Si deve cessare l’attività da lavoro dipendente e la pensione è calcolata con il sistema retributivo o misto, a seconda se si fossero rag-giunti o meno entro la fine del 1995, 18 anni di contributi accreditati.

2 Pensione di vecchiaia nel sistema contributivo

È il tipo di pensione che riguarda coloro che non posso-no far valere neppure un contributo prima del 1° gennaio del 1996. Come per la pensione di vecchiaia del sistema retributivo, occorre anche qui, maturare congiuntamen-te i 20 anni di versamento e l’età pensionabile che è fis-sata, senza più alcuna differenza tra uomini e donne e tra “autonomi” o dipendenti, in 66 e 7 mesi. Ma c’è un’altra condizione: per i soli destinatari del sistema contributivo puro, l'accesso a pensione è consentito soltanto qualora, in aggiunta ai suddetti requisiti anagrafici e contributivi, risulti soddisfatta anche la condizione dell'importo della pensione che deve essere pari ad almeno 1,5 volte l'as-segno sociale (circa 679 euro). Se non si hanno 20 anni di versamento oppure la pensione maturata è inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale si va in pensione a 70 anni e 7 mesi e con soli 5 anni di contributi. Il calcolo della pensio-ne è fatto con il sistema contributivo.

3 Pensione di vecchiaia in regime di totalizzazione

Chi ha periodi accreditati in diverse gestioni previdenziali (Inps, ex Inpdap, Casse per i liberi professionisti, ecc.…) può ottenere un unico trattamento pensionistico, chia-mato "pensione di vecchiaia in totalizzazione". Occorre avere almeno 20 anni complessivi di versamenti ed aver compiuto, nel 2018, almeno 65 anni e 7 mesi di età ma, una volta raggiunti ambedue i requisiti, la decorrenza della pensione è fissata dal 19° mese successivo. Il cal-colo della pensione è, di norma, effettuato con le regole

del sistema contributivo. Salvo particolari casi, il “cumulo contributivo” - di cui parleremo più avanti - ha reso assai poco appetibile questo tipo di trattamento pensionistico.

4 Pensione di vecchiaia in totalizzazione con Paesi esteri

Chi ha versamenti previdenziali in Paesi dell’Unione Eu-ropea o in quelli che hanno sottoscritto convenzioni con l’Italia, per ottenere la pensione di vecchiaia, beneficia di un riconoscimento gratuito del lavoro svolto nei Paesi esteri. C’è, però, un’importante peculiarità: il periodo di lavoro all’estero viene valutato esclusivamente ai fini del diritto alla pensione, e non per determinarne l’importo. Ciò significa che, per esempio, se un lavoratore è stato assicurato in Germania per 3 anni di lavoro svolti come dipendente e ha in più 17 anni di contributi in Italia, una volta compiuta l’età pensionabile dei 66 anni e 7 mesi, matura regolarmente la pensione di vecchiaia, avendo cumulato 20 anni di contributi, tutto compreso. La pen-sione “in pagamento” sarà però determinata soltanto con i 17 anni versati in Italia, mentre la Germania riconoscerà la quota corrispondente ai 3 anni secondo le norme in-terne del Paese e al compimento dell’età pensionabile vigente in Germania. Per quanto attiene al sistema di calcolo, i contributi esteri valgono anche per stabilire il metodo di calcolo da applicare: retributivo, misto o con-tributivo.

5 Pensione di vecchiaia per le lavoratrici dipendenti nate nel 1952

Il comma 15 bis dell’articolo 24 della Legge 214/2011 (cioè la Riforma Fornero) prevede una agevolazione per le lavoratrici dipendenti nate da aprile a dicembre del 1952 e che possono far valere, al 31 dicembre del 2012, almeno 20 anni di versamenti. In questi casi la pensione di vecchiaia si matura con uno “sconto” rispetto alla nor-male età pensionabile ovvero a 64 anni e 7 mesi di età. La pensione è calcolata con il sistema retributivo o misto, a seconda se si fossero raggiunti o meno entro la fine del 1995, 18 anni di contributi accreditati. Inizialmente que-sta deroga era riservata solo a chi era al lavoro, come di-pendente alla data del 28 dicembre del 2011. Successiva-mente, però, la deroga è stata ampliata ed ha riguardato anche le lavoratrici dipendenti del settore privato che al 28 dicembre 2011 fossero prive di occupazione, avessero avviato attività di lavoro autonomo oppure fossero dive-nute, nel frattempo, dipendenti del settore pubblico, a condizione, però, che avessero maturato i 20 anni di ver-samento con i soli contributi versati come dipendente del settore privato.

NSERTO PREVIDENZAi

DI 23DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

6 Pensione di vecchiaia in regime di “cumulo”

La Legge 228/2012, aggiornata con le disposizioni conte-nute nella Legge di Bilancio per il 2017 (è la n. 232/2016), ha previsto un’ulteriore possibilità di mettere insieme la contribuzione “frammentata” ovvero quella versata in più gestioni assicurative. Il “cumulo contributivo” (è que-sto il termine tecnico utilizzato per contraddistinguere questa opportunità) consente ai lavoratori iscritti pres-so due o più forme di assicurazione obbligatoria per in-validità, vecchiaia e superstiti dei lavoratori dipendenti e degli autonomi, a quelli iscritti alla Gestione Separata oppure alle forme sostitutive ed esclusive della medesi-ma nonché, dal 2017, alle Casse di Previdenza dei liberi professionisti di cumulare tutti i periodi non coincidenti ai fini del conseguimento della pensione di vecchiaia.È necessario aver compiuto l’età pensionabile, occorrono 20 anni complessivi di versamenti e non è più richiesta la condizione di non aver raggiunto il requisito contributi-vo in nessuno dei Fondi interessati. La pensione è calco-lata con il meccanismo del “pro quota” ovvero il metodo secondo il quale ognuna delle Gestioni interessate liqui-da la parte di propria competenza con le regole specifi-che della Gestione.Le cose si modificano se, per maturare il diritto alla pensione di vecchiaia, concorrono i contributi versati in una Cassa di Previdenza dei Liberi Professionisti. In questo caso se i requisiti per la prestazione di vecchiaia nella Cassa Professionale sono superiori a quelli vigenti nell'Inps (o negli altri Fondi pubblici), quest’ultimo ero-gherà subito la propria quota mentre per quella matura-ta nella Cassa Professionale occorrerà attendere i requisi-ti anagrafici e contributivi per la prestazione di vecchiaia previsti dall'ordinamento della Cassa in questione. La pensione sarà comunque unica sebbene composta da distinte quote di pensione a seconda del numero degli enti previdenziali interessati.

7 Pensione di vecchiaia per i lavoratori invalidi in misura non inferiore all’80%

I lavoratori dipendenti che sono riconosciuti dall’INPS (non vale il giudizio delle Commissioni ASL formulato per il riconoscimento dell’invalidità civile, ma serve quello dei sanitari dell’Inps) in misura almeno pari all’80% van-no in pensione di vecchiaia – se in possesso di almeno 20 anni di contributi – a 60 anni e 7 mesi di età (55 anni e 7 mesi le donne). La pensione decorre dal 13° mese successivo al raggiungimento dei requisiti. La pensione è calcolata con il sistema retributivo o misto, a seconda se si fossero raggiunti o meno entro la fine del 1995, 18 anni di contributi accreditati.

8 Pensione di vecchiaia per i lavoratori non vedenti

I lavoratori non vedenti accedono alla pensione di vec-chiaia con 20 anni di contributi e, rispettivamente per uomini e donne, a 55 anni 7 mesi e 50 anni e 7 mesi di età. La pensione decorre dal 13° mese successivo al rag-giungimento dei requisiti. La pensione è calcolata con il sistema retributivo o misto, a seconda se si fossero raggiunti o meno entro la fine del 1995, 18 anni di contributi accreditati.

9 Anticipo pensionistico (A.PE.) volontario

Nonostante sia trascorso più di un anno dall’entrata in vigore della legge n. 232/2016 e siano passati già alcu-ni mesi dall’approvazione del decreto applicativo tarda ad avviarsi "l’Ape” volontaria ovvero l’Anticipo finanzia-rio a garanzia pensionistica attuato con prestiti, erogati, attraverso l'Inps, da parte di banche e assicurazioni, che dovranno poi essere restituiti dagli interessati, una volta conseguita la pensione, in 20 anni. Mancano, infatti, ancora sia le convenzioni con gli Istitu-ti di credito e le Assicurazioni che dovranno anticipare questi trattamenti sia indicazioni certe sui tassi da appli-care al prestito e sul costo della polizza assicurativa da stipulare. Ricordiamo che si tratta di un progetto di natu-ra sperimentale che consente dal 1° maggio 2017 e fino al 31 dicembre 2019 ai lavoratori che hanno raggiunto almeno i 63 anni di età di andare in anticipo in pensione. Ulteriori requisiti sono quello di essere a non più di 3 anni e 7 mesi al perfezionamento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia e di poter far valere almeno 20 anni di contributi. In pratica, accedendo all’A.PE, si otterrà, mensilmente e per 12 mesi, sino al raggiungimento dell'età per la pen-sione di vecchiaia una somma, rapportata all'importo della futura pensione ed esente da imposizione fiscale. L’importo anticipato dovrà essere restituito, a partire dal-la data di pensionamento, sino al completo rimborso del capitale e degli interessi alle banche che hanno fornito la "provvista" per l'anticipo.

10 Anticipo pensionistico (A.PE.) sociale

In attesa di raggiungere il diritto alla pensione di vec-chiaia chi si trova in particolari condizioni (disoccupato con ammortizzatori sociali scaduti da più di 3 mesi, in-valido oltre il 74%, chi assiste familiari conviventi entro il secondo grado gravemente handicappati, chi è addetto

NSERTO PREVIDENZAi

DI24 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

a lavoro faticosi) può ottenere l’A.PE sociale. Si tratta di una indennità che è erogata dallo Stato e non dal settore bancario. Come per l’A.PE volontario, l’A.PE sociale è sta-ta prevista in via sperimentale dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2018, salvo una sua eventuale prosecuzione. Può accedere all’A.PE sociale chi ha compiuto i 63 anni di età ed ha almeno 30 anni di versamenti (36 anni per gli addetti ai lavori faticosi).L’indennità è pari all’importo della rata mensile della pen-sione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione ma non può, in ogni caso, superare l’importo massimo mensile di 1.500 euro; non è soggetta, infine, a rivaluta-zione ed è erogata per 12 mesi all’anno.

11 RITAPer dare una risposta alla richiesta di flessibilità in uscita verso la pensione senza gravare sulle casse dello Stato la Legge 232/2016 ha introdotto la RITA (è l’acronimo di Rendita Integrativa Temporanea Anticipata) che con-sente l'erogazione di un reddito in attesa di raggiungere l'età pensionabile. A differenza dell'A.PE volontario, che è in un prestito bancario da restituire con una trattenuta ventennale sulla pensione e dall'A.PE sociale, la RITA ricorre al capi-tale accumulato dal lavoratore nei Fondi di previdenza complementare. Questa somma, in sostanza, può essere riscossa in anticipo (sia parzialmente sia totalmente a se-conda delle esigenze dell'iscritto) sotto forma di rendi-ta mensile in attesa che il lavoratore maturi il diritto alla pensione pubblica obbligatoria.Anche la RITA non ha visto ancora l’avvio ed il motivo del ritardo consiste nell’aver subordinato la concessio-ne della rendita alla certificazione da parte dell'Inps dei requisiti per l'A.PE volontario. La mancata attuazione di quest'ultima misura ha sostanzialmente decretato l'im-possibilità di accedere anche alla RITA.Potranno accedere alla RITA dal 1° gennaio 2018 due ca-tegorie di soggetti: a) i lavoratori che cessino l’attività lavorativa e maturino

l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia entro i 5 anni successivi, a condizione che possano far valere un requisito contributivo complessivo di almeno 20 anni di versamenti nel Fondo di previdenza obbligatoria;

b) lavoratori che sono inoccupati da più di 24 mesi e che maturino l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia entro i 10 anni successivi. 

12 Pensione supplementareÈ una prestazione erogata a domanda a chi è titolare di una pensione di un Fondo diverso dall’Inps ed ha anche

contributi versati all’Inps o alla cosiddetta Gestione Se-parata. La legge 1338 del 1962 riconosce, infatti, a chi non ha raggiunto un numero di contributi necessari per il dirit-to ad una pensione "autonoma", e che è titolare di altra pensione diretta erogata altro Ente (Inpdap o altro Fondo obbligatorio), la possibilità di chiedere il riconoscimento di una pensione.Le uniche condizioni richieste per ottenere queste "mi-cro-pensioni" sono quelle di aver compiuto l’età pen-sionabile per vecchiaia e di essere già titolare di un altro trattamento pensionistico. Il caso più frequente in cui si ha diritto ad una pensione supplementare è quello che riguarda chi, già pensiona-to, ha anche versamenti fatti alla Gestione Separata Inps, non sufficienti, però, a maturare il diritto ad una pensio-ne autonoma.

13 Pensione anticipata nel sistema retributivo

Non è cambiato nulla per questa prestazione rispetto alle regole in vigore lo scorso anno. È la prestazione che si raggiunge, indipendentemente dall’età anagrafica, quando di possono far valere, nel 2018, 42 anni e 10 mesi di contributi (conta tutta la contribuzione) per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Il requisito contributivo crescerà nel tempo così come si incrementerà nel tempo l’aspettativa di vita. La pensione decorre dal mese successivo al raggiungi-mento del requisito contributivo e a condizione che si sia cessata l’attività lavorativa. La pensione è calcolata con il sistema retributivo o misto, a seconda se si fossero rag-giunti o meno entro la fine del 1995, 18 anni di contributi accreditati.

14 Pensione anticipata per i lavoratori precoci

Secondo le norme introdotte dalla Legge di Bilancio 2017 i lavoratori “precoci”, ovvero coloro che possono far valere almeno un anno di contributi da lavoro effettivo prima dei 19 anni di età, possono accedere al pensiona-mento anticipato con un requisito contributivo ridotto a 41 anni (in luogo di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne). L’opportunità riguarda, però, solo alcune categorie di lavoratori quali i disoccupati con ammortizzatori sociali scaduti da più di 3 mesi, gli invalidi oltre il 74%, chi assiste familiari conviventi entro il secondo grado gravemente handicappati e gli addetti a lavori faticosi esplicitamente indicati nella legge.

NSERTO PREVIDENZAi

DI 25DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

15 Pensione anticipata nel sistema retributivo con il cumulo delle contribuzioni

È stata la novità del 2017 e lo sarà ancor di più nel 2018, visto il fatto che le circolari che consentono di avvalersi di questa opportunità sono state emanate negli ultimi mesi dello scorso anno! Per effetto di quanto previsto dalla Legge n. 232/2016 chi ha versamenti in più gestio-ni (Inps, Gestione Separata, Inpdap, Casse Professionali, ecc.) può accedere alla pensione anticipata se, somman-do i diversi “spezzoni” raggiunge, rispettivamente per uomini e donne, i 42 anni e 10 mesi e i 41 anni e 10 mesi di versamenti. Ad esempio, un professionista che può vantare 10 anni di lavoro in una cassa professionale ed al-tri 35 anni di contributi da lavoro dipendente potrà som-marli, se non coincidenti temporalmente, al fine di uscire con la pensione anticipata avendo superato il requisito minimo di 42 anni e 10 mesi di contribuzione previsto dalla normativa Fornero.Come abbiamo già accennato per la pensione di vecchia-ia in regime di “cumulo” il calcolo della prestazione è fat-to in questo modo. Ogni gestione per la parte di propria competenza, determina il trattamento pro quota in rap-porto ai rispettivi periodi di iscrizione maturati, secondo le regole di calcolo previste da ciascun ordinamento e sulla base delle rispettive retribuzioni di riferimento.

16 Pensione di anzianità in regime di totalizzazione

Per maturare il diritto la pensione di anzianità in regime di totalizzazione è indispensabile poter far valere, sen-za alcun requisito anagrafico, un'anzianità contributiva complessiva di almeno 40 anni e 10 mesi di contributi escludendo, però, dal computo i contributi figurativi per disoccupazione e malattia. Così come per la pensione di vecchiaia in totalizzazione anche in questo caso per rag-giungere il requisito contributivo si sommano solo i perio-di di contribuzione non coincidenti versati nelle diverse gestioni. Ulteriore condizione richiesta per accedere alla pensione di anzianità in totalizzazione è quello di poter anche far valere requisiti, diversi da quell’anzianità contri-butiva, eventualmente previsti dai rispettivi ordinamen-ti degli Istituti previdenziali presso cui sono stati versati i contributi da totalizzare (ad esempio la cessazione del rapporto di lavoro dipendente, la cancellazione dall’albo professionale, ecc.). Per quanto attiene alla decorrenza della prestazione, la pensione di anzianità in totalizzazio-ne è soggetta al rispetto della “finestra mobile”; in pratica la prestazione scatta dal 21° mese successivo a quello nel quale è stato raggiunto il requisito contributivo. Il calcolo della prestazione è fatto con il sistema contributivo.

17 Pensione anticipata in totalizzazione estera

Come per la pensione di vecchiaia in regime di totalizza-zione estera, chi ha versato, oltre che in Italia, contributi in uno dei Paesi dell’Unione Europea o in uno Stato este-ro convenzionato con l’Italia, può ottenere la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi e 41 anni e 10 mesi, ri-spettivamente per uomini e donne, sommando i versa-menti italiani con quelli esteri. Anche in questo caso la quota di pensione pagata dall’Inps sarà determinata in base ai versamenti fatti nel nostro Paese mentre quella estera sarà calcolata secondo le regole del Paese estero.

18 Pensione di anzianità con “l’Opzione Donna”

Si tratta della possibilità, introdotta dalla Legge 243/2004, che consente alle lavoratrici dipendenti ed autonome di anticipare l'uscita di diversi anni rispetto alle regole or-dinarie, accedendo alla “vecchia” pensione di anzianità.Il requisito per avvalersi di questa opportunità è quello di poter far valere, entro il 31 dicembre del 2015, 57 anni di età (elevati a 58 anni per chi ha contributi versati come artigiana o commerciante) e 35 anni di contributi, esclusi quelli per disoccupazione o malattia.L’anticipazione, però, comporta l’accettazione di un as-segno pensionistico interamente calcolato con il sistema contributivo. Per questa tipologia di prestazione resta in vigore la cosiddetta finestra mobile secondo la quale l'assegno viene erogato dopo 12 mesi dalla maturazione dei predetti requisiti per le dipendenti e 18 mesi per le autonome.

19 Pensione anticipata per i dipendenti che avrebbero maturato entro il 2012 i requisiti “ante Fornero”

Una disciplina particolare è prevista per i lavoratori di-pendenti del settore privato che avrebbero maturato i requisiti per la pensione di anzianità nel 2012 con quota 96, visto che in quell’anno avrebbero raggiunto i 35 anni di contributi e 61 di età o 36 anni di contributi e 60 di età. Si tratta di un correttivo, analogo a quello previsto per le lavoratrici dipendenti nate nel 1952, che consente agli interessati di accedere alla pensione a 64 anni e 7 mesi di età.L’esempio tipico è quello di un lavoratore dipendente che ha compiuto, a giugno del 2012, 61 anni di età e che, in pari data, ha maturato le “fatidiche” 1820 settimane di contribuzione. Con le “vecchie” regole” egli avrebbe po-

NSERTO PREVIDENZAi

DI26 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

tuto ottenere la pensione di anzianità a luglio del 2013. Con una deroga particolare, che - è bene precisarlo - non riguarda né i dipendenti pubblici né i lavoratori autono-mi, chi è nelle condizioni che abbiamo prima elencato potrà ottenere la pensione dal mese successivo al com-pimento dei 64 anni di età. Come abbiamo già detto a proposito della pensione di vecchiaia per le donne nate nel 1952, questa deroga era riservata solo a chi era al lavoro sotto terzi alla data del 28 dicembre 2011. Successivamente, però, la deroga è stata ampliata ed ha riguardato anche chi al 28 dicembre 2011 fosse privo di occupazione, avesse avviato attività di lavoro autonomo oppure fosse divenuto, nel frattem-po, dipendente pubblico, a condizione, però, avessero maturato i 35/36 anni di versamento con i soli contributi versati come dipendente del settore privato.

20 Pensione anticipata a 63 anni e 7 mesi per gli iscritti alla Gestione Separata

Chi ha contributi nella Gestione Separata ha a disposi-zione un particolare strumento normativo per ottenere la pensione di vecchiaia in questa gestione – compren-siva anche dei versamenti fatti come dipendente o au-tonomo – al compimento dei 63 anni di età, a cui vanno aggiunti gli incrementi per il crescere dell’aspettativa di vita.Si tratta della facoltà di computo, riconosciuta dall’art. 3 del Decreto ministeriale n. 282/1996, e dalla Circola-re Inps 184/2015 che può essere esercitata da chi può far valere, in aggiunta a versamenti fatti nella Gestione Separata, anche periodi contributivi versati come dipen-dente oppure lavoratore autonomo (artigiano, commer-ciante, coltivatore diretto). In tale ipotesi possono essere accentrati nella Gestione Separata tutti i contributi accreditati in favore dell’inte-ressato.A differenza della totalizzazione, il computo può essere esercitato solo da quei lavoratori in possesso dei requisiti per l'esercizio dell'opzione al calcolo contributivo, vale a dire: non più di 18 anni di versamenti al 31 dicembre 1995; almeno 20 anni complessivi di versamenti almeno 5 anni di contributi versati dopo il 1995 uno o più contributi mensili accreditati nella Gestione

Separata, anche accavallati con altra tipologia di versa-menti.

Attraverso il computo nella Gestione Separata, è possibi-le conseguire il diritto alla pensione secondo la normati-va prevista dalla Legge 214/2011 per i soggetti iscritti dal 1° gennaio 1996 alla Gestione Separata. In pratica il lavo-

ratore può accedere nel 2018 alla pensione di vecchiaia a 63 anni e 7 mesi di età unitamente a 20 anni di contributi a condizione che l'importo pensionistico sia superiore a 2,8 volte l'importo dell'assegno sociale (che per il 2018 è di 1.268,40 euro). La pensione così ottenuta è liquidata nell’ambito della Gestione Separata e, di conseguenza calcolata interamente con il sistema contributivo.

21 ISO pensione (esodo dei lavoratori anziani)

È una particolare forma di anticipo della pensione intro-dotta (mirabile dictu) dal Ministro Fornero con la Legge n. 92/2012. È la possibilità che viene data ai “lavoratori an-ziani”, dipendenti da aziende che occupano mediamente più di 15 dipendenti, di anticipare, sino ad un massimo di sette anni rispetto all’età pensionabile in vigore o al rag-giungimento del requisito contributivo per la pensione anticipata, il conseguimento del trattamento pensioni-stico. Bisogna rispettare alcune condizioni: preliminarmente l’azienda deve sottoscrivere un ac-

cordo con le organizzazioni sindacali finalizzato alla gestione degli esuberi. Una volta sottoscritto l'accordo quadro i lavoratori sono liberi o meno di aderire all’ISO pensione; l'azienda deve corrispondere, con oneri interamente a

suo carico, un assegno ai lavoratori di importo equiva-lente alla pensione (da qui il nome di ISO pensione) per l'intero periodo di anticipo, sino al perfezionamento dei requisiti per il pensionamento. L'azienda dovrà versare, oltre all'assegno, anche la relativa copertura contribu-tiva (cioè la contribuzione prevista), utile a garantire ai lavoratori la copertura pensionistica fino al raggiun-gimento del diritto alla pensione definitiva. In questo modo il lavoratore non avrà alcuna penalizzazione sulla pensione futura. Al lavoratore spetta un assegno eco-nomico, della durata massima di 7 anni (il termine di 4 è stato “allungato” a 7 dalla Legge di Bilancio per il 2018), che lo accompagnerà alla pensione di vecchiaia.

L’importo è pari a quello del trattamento pensionistico che spetterebbe al lavoratore al momento di accesso all’ISO pensione. Viene ovviamente esclusa la contribu-zione che il datore di lavoro si impegna a versare per il periodo di anticipo. L'assegno sarà, quindi, sempre di importo leggermente inferiore all'importo di pensione che il lavoratore percepirà alla cessazione dell'assegno in quanto mancante della contribuzione versata successi-vamente. La prestazione è soggetta, inoltre, a tassazione ordinaria. Di fatto è uno strumento utilizzato solo da grandi azien-de interessate a procedure di ristrutturazione e di ridu-zione di personale. ■

NSERTO PREVIDENZAi

Rinnoviamo l’invito a tutti gli iscritti ad aggiornare l’indirizzo e-mail e i propri dati di contatto attraverso l’area riservata MyFeder del sitowww.aldai.it

oppure scrivendo ad [email protected]

Quote associative 2018• euro 240,00 - dirigenti in servizio• euro 120,00 - dirigenti in pensione• euro 112,00 - dirigenti in pensione ante 1988

• euro 180,00 - quadri superiori• euro 114,00 - quadri apicali

Un segnale di solidarietà nei confronti dei colleghi che hanno perso il lavoro: ALDAI dimezza la quota associativa (€ 120,00) dei dirigenti inoccupati che autocertificano un reddito del 2017 inferiore a € 50.000 (modello scaricabile dal sito).

Euro 30,00 contributo una tantum per chi si iscrive per la prima volta.

È compresa nella quota la rivista mensile Dirigenti Industria in edizione cartacea e digitale.

• Servizio sindacale• Assistenza sanitaria integrativa• Consulenza previdenziale e fiscale• Network professionale• Orientamento e formazione manageriale• Valorizzazione delle competenze

Rinnovo quota associativa 2018

Termine di pagamento: 28 febbraio 2018• bollettino di c/c postale;

• bonifico bancario: IBAN IT50Z0335901600100000129106 indicando nella causale cognome, nome e numero di tessera o data di nascita;

• addebito diretto in conto - mandato per addebito diretto SEPA (modello scaricabile dal sito ALDAI).

• delega aziendale (modello scaricabile dal sito ALDAI).

area riservata Codice Utente: codice Federmanager Password: codice fiscale al primo accesso

DI 29DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

ERVIZI AGLI ASSOCIATIsIl tutoring a supporto del cambiamentoUn concreto aiuto a una dirigente che ha posto nel suo obiettivo il miglior bilanciamento della vita professionale e personaleGiancarlo Puppi Tutor e Socio ALDAI

o raccolto con piacere l’in-vito del Coordinatore del Gruppo di Tutoring ALDAI, di raccontare una mia espe-rienza di tutor a favore di

una collega (operante nella funzione HR di un importante gruppo internaziona-le) che si è rivolta ad ALDAI durante le fasi precedenti la risoluzione consensua-le del suo rapporto di lavoro.Francesca (questo è il nome di fantasia che userò per riferirmi a Lei), esperta di gestione delle risorse umane in ambiti internazionali e nazionali, ha desidera-to utilizzare il servizio di tutoring ALDAI come strumento per evitare scelte sba-gliate nel suo percorso professionale e per lavorare su se stessa rinforzando le sue positività (come persona e profes-sionista) e intervenendo sulle aree da migliorare.

Cercava qualcuno (un tutor) che la aiu-tasse in questo percorso e la mettesse in condizioni di rispondere a domande alle quali solo lei poteva dare risposte utili per costruire il suo nuovo futuro.Francesca, dopo le fasi iniziali di com-prensione del metodo di tutoring (fon-damentale per capire i confini del tuto-ring rispetto ad altri strumenti/supporti/metodologie disponibili) si è subito im-pegnata a descriversi individuando le opportunità non colte nelle passate esperienze e definendo le sue aspettati-ve per il futuro.In maniera molto naturale (aiutata dal continuo ping-pong di domande a lei ri-volte e di risposte che lei dava ed a cui seguivano nuove domande che l’aiuta-vano a contestualizzare il suo modo di

operare nelle diverse situazioni lavora-tive) Francesca è riuscita a costruire un proprio obiettivo basato su un chiaro processo di cambiamento (personale e professionale).

Dopo alcune sessioni Francesca ha defi-nito i seguenti aspetti fondamentali del suo obiettivo: svolgere un ruolo nella funzione HR

che le permettesse di bilanciare la vita professionale con quella personale (una particolare esigenza di Francesca era quella di stare vicina al figlio di po-chi anni); aumentare le sue esperienze nella fun-

zione HR, operando in contesti meno strutturati rispetto a quelli delle mul-tinazionali ma con maggiori spazi di azione ed autonomia; accettare sfide da business diversi da

quelli vissuti (settore industriale) per potersi confrontare come HR con situa-zioni e competenze nuove e stimolanti; utilizzare i sei mesi che le rimanevano

da trascorrere in azienda per aumenta-re il suo personale stile di leadership/comunicazione/motivazione per es-sere attrezzata in modo migliore alle nuove sfide che si proponeva.

Francesca si è lasciata bene con la sua azienda ed i suoi collaboratori hanno notato il mantenimento di un forte suo impegno professionale anche negli ulti-mi mesi di lavoro. Sono rimasti piacevolmente sorpresi di come Francesca sia riuscita a coinvolger-li, energizzarli e motivarli nei progetti da lei diretti sino agli ultimi giorni del suo lavoro nella multinazionale.Ora Francesca opera in un settore con-nesso con il fashion. È un contesto nuo-vo, esigente e meno prevedibile nelle

dinamiche rispetto al precedente. Ma questo nuovo incarico (assunta come dirigente a tempo determinato, ha visto il suo contratto trasformato a tempo in-determinato) le dà quell’energia che lei cercava. Francesca ha presentato la sua esperienza di tutoring anche in una ses-sione organizzata in ALDAI.

Questi i suoi principali feedback sul suo percorso di tutoring: non mi ha fatto perdere la bussola nel

momento più difficile! mi ha permesso di definire gli obiettivi

professionali a breve e medio periodo; mi ha permesso di sfruttare il periodo

in azienda al massimo per lavorare sui miei punti deboli; ha rafforzato la mia identità manage-

riale grazie all'ascolto attivo e all'accet-tazione senza giudizio di una persona proveniente da una consolidata espe-rienza HR.

L’esperienza di Francesca (basata sul gio-care d’anticipo, sul definire con attenzio-ne come costruire il futuro senza rinne-gare le positività delle esperienze fatte che stavano giungendo al termine) può forse aiutare qualche altro collega a pro-gettare con anticipo il proprio modello di cambiamento impegnandosi – come ha fatto Francesca con successo – nella sua realizzazione. ■

h

Il servizio di tutoring ALDAI per evitare scelte sbagliate nel percorso

professionale e lavorare su se stessi rinforzando

le positività

DI30 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

ALDAI propone il Tutoring, attività gratuita rivolta ai dirigenti associati, in servizio ed inoccupati, realizzata attraverso colloqui individuali con un dirigente Senior, iscritto all'Albo dei Tutor ALDAI con una pluriennale esperienza dirigenziale che ha vissuto ed affrontato analoghe problematiche.

ALBO DEI TUTOR ALDAI

Esperienza Professionale: VenditeSettore: ICTTipologia Azienda: Grande Azienda

Guido Mannino

Esperienza Professionale: Commerciale, Servizi di Reti, Acquisizione SocietàSettore: ITTipologia Azienda: Multinazionale, PMI Servizi

Emilio Locatelli

Esperienza Professionale: Operation, Approvvigionamenti, LogisticaSettore: Energia, Ambiente, Impiantistica, Trasporti, ServiziTipologia Azienda: Multinazionale, Nazionale

Renato Garbarini

Esperienza Professionale: Direttore Marketing, Direttore Commerciale, DG, AD Consulenza Direzionale ed a Senior Industry Advisor per il Progetto TAM della EBDR (Banca Europea di Ricostruzione e Sviluppo)Settore: ICT, Business Forms e Gas & OilTipologia Azienda: Multinazionale

Sergio Francolini

Esperienza Professionale: Marketing Commerciale, DGSettore: FarmaceuticoTipologia Azienda: Multinazionale, Media

Giancarlo Civita

Esperienza Professionale: Amministrazione Finanza e ControlloSettore: Chimico, Ambiente, MetalmeccanicoTipologia Azienda: PMI e Grandi Aziende Italiane

Giorgio Arnera

DI 31DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

Esperienza Professionale: Marketing, Vendite, Trade MarketingSettore: Largo Consumo, Alimentare, Lusso, Beni Semidurevoli IndustrialiTipologia Azienda: Multinazionale americana e Imprenditoriale italiana

Elena Toffetti

Esperienza Professionale: Projet Manager, Controllo Investimenti e Progettista di Infrastrutture portualiSettore: Chimico, Energia, Società di ProgettazioneTipologia Azienda: Multinazionale

Claudio Scapaticci

Esperienza Professionale: DG - Gestione Sedi e Infrastrutture, Direzione Business UnitSettore: ITTipologia Azienda: Multinazionale

Giuseppe Ruscitti

Esperienza professionale: Amministrazione, Finanza e Controllo e Business Process ReengineeringSettore: Consulenza Strategica, Largo Consumo Alimentare, Elettronica, Studi professionaliTipologia azienda: Multinazionale americana e Imprenditoriale italiana

Ornella Ragazzo

Esperienza Professionale: Risorse Umane ed Organizzazione a Livello GlobaleSettore: Energia, MetalmeccanicoTipologia Azienda: Multinazionale

Giancarlo Puppi

Esperienza Professionale: Sviluppo Farmaceutico, Qualità, Comunicazione InternaSettore: FarmaceuticoTipologia Azienda: Multinazionale

Jacopo Parini

Esperienza Professionale: Organizzazione Aziendale, Business Planning, Project MNGT, Controllo di Gestione, FinanzaSettore: Telecomunicazioni, Siderurgia, Trasporti Aerei, Servizi, Editoria, CreditoTipologia Azienda: Grande, Media e Piccola

Ernesto Minotti

Esperienza Professionale: Direttore GeneraleSettore: EditoriaTipologia Azienda: Multinazionale

Valter Migliorini

DI32 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

ORMAZIONE

I giovani tra ricerca e futuro!La ventisettesima Borsa di studio Giacomo Bonaiuti premia ancora una volta due giovani donne con interessi nella ricercaOscar EliantonioSocio ALDAI

o scorso 6 novembre 2017 si è te-nuta in ALDAI la consueta cerimo-nia di consegna della Borsa di stu-dio “Giacomo Bonaiuti“. Di anno in anno l’importanza di

questa Borsa di studio acquista una giu-sta ed ulteriore risonanza a testimonian-za del successo che ha avuto nell’ambito accademico della Laurea in Chimica in tutte le sue specializzazioni, a partire dal primo vincitore del 1991: Gilberto Nini, per giungere alle due vincitrici del 2017.Quest’anno il numero dei candidati è stato notevolmente elevato: 36, prove-nienti da tutte le Università lombarde dove si tengono corsi accademici atti-nenti alla Chimica. La Commissione va-lutatrice ha avuto il piacere di esaminare le 36 candidature trovandole quasi tutte di alto profilo ed estremamente interes-santi. Dopo questo primo esame la Com-missione ha redatto una short list di otto nomi di studenti meritevoli di attenzio-

ne, sia dal punto scolastico sia da quello del contesto familiare. Gli studenti sono stati ascoltati anche tramite video-con-ferenza per facilitarne l’audizione per motivazioni diverse e al termine di que-sto lavoro i membri della Commissione sono stati unanimi nella proclamazione delle due vincitrici che hanno ricevuto il giusto riconoscimento dai promotori della Borsa di studio.Come è noto una Borsa di studio è finan-ziata da ALDAI, mentre l’altra è finan-ziata direttamente dai figli di Giacomo Bonaiuti e dal GSE (Gruppo Seniores Edison) nella cui azienda ha lavorato per tutta la sua vita Giacomo Bonaiuti, che riuscì a laurearsi in ingegneria chimica proprio per merito delle Borse di studio conquistate nella sua vita di lavoro e di studio. Silvana Menapace, Vice Presidente di ALDAI, ha fatto gli onori di casa ricor-dando come il filo conduttore di questa bella manifestazione ospitata da sem-pre dall’ALDAI sta nell’impegno dell’As-sociazione in materia di formazione e di

raccordo con l’Università. Questo pre-supposto fa sì che sia la nostra Società sia i giovani hanno davanti un futuro brillante che darà loro tante soddisfazio-ni. L’ALDAI vuole guardare in avanti, alle future generazioni, ai giovani di talento e di elevato livello, ai dirigenti del futuro; soggetti da non abbandonare alle sole leggi del mercato, ma da incentivare al massimo, nei limiti del possibile.

E proprio Raffaele Bonaiuti ha voluto ricordare i criteri fondanti di questa Bor-sa di studio, istituita ormai oltre venti-cinque anni fa in memoria di suo padre, Giacomo Bonaiuti, dirigente Montedi-son; i figli alla morte del padre hanno vo-luto colmare questo senso di gratitudine a chi aveva aiutato il padre istituendone una analoga, che premiasse gli studenti di Chimica e di Ingegneria Chimica. Al babbo piaceva la chimica ed era rima-sto dispiaciuto come questa fosse stata messa sotto accusa dall’opinione pub-blica. Il babbo avrebbe gradito molto questo riconoscimento a studenti che ri-

lRosario Ferrante premia Gessica Barocco. Marta Stuchi premia Felicia Campo.

DI 33DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

ORMAZIONE

escono ad ottenere risultati brillanti no-nostante le condizioni economiche non altrettanto floride. E questo è il senso di quanto finora fatto in tutti questi anni di premiazioni. Memore di quanto detto in anni passati da alcuni colleghi di Giaco-mo Bonaiuti, Raffaele a voluto ricordare il babbo per la sua umanità, la sua com-petenza professionale e l’attenzione per la persona, di qualunque livello profes-sionale fosse.

Interviene a questo punto Domenico Albanese, professore, in rappresentan-za della Società Chimica Italiana che rappresenta i 4.000 associati della sezio-ne lombarda che propone momenti di riflessione con un Convegno sui Nuovi Orientamenti della Chimica e sostiene e sponsorizza i Giochi della Chimica riser-vati agli studenti della Scuola seconda-ria di 2° grado (scuole superiori).Ha poi voluto stigmatizzare alcuni atteg-giamenti non consoni con la sostenibilità ambientale e alimentare come l’uso scor-retto degli antibiotici per l’alimentazione animale, del glifosato l’erbicida totale (non selettivo) attualmente più usato in agricoltura e dell’olio di palma un grasso di origine vegetale che per le sue caratte-ristiche può essere paragonato al burro ed è per questo che viene utilizzato nella maggior parte dei prodotti da forno e, ahimè, anche negli alimenti per l’infanzia e nel latte formulato per i neonati. Questi sono purtroppo gli esempi che nuoccio-no alla Chimica e alla sua corretta utiliz-zazione nel mondo produttivo.

A questo punto seguono i due interven-ti che focalizzano l’impegno dei giovani al mondo del lavoro prendendo spunto dal progetto nazionale sull’Alternanza Scuola-Lavoro.Il primo è testimoniato da Elisa Zonca, giovane donna manager di Randstad che ci dice della sua passione per il tema molto attuale della donna al lavoro. Ha cambiato ben otto aziende ottenendo qualificazioni difficili da spendere subito ma importanti per il lavoro successivo. Ha fatto anche l’insegnante di Business English in Università, tornando da dove era partita in Randstad, qui riceve l’inca-rico di creare la Divisione Youth@Work - HR solutions che orienta e prepara i gio-vani al mercato del lavoro in modi diver-si sia da sola sia in collaborazione con altri operatori del territorio come Fonda-

zioni, Associazioni e Imprese aziendali con la promozione simultanea di tutti gli interessi e, in particolare, di chi in questo contesto, può avere maggiori difficoltà a orientarsi e a inserirsi in un mercato del lavoro sempre più complesso e multi sfaccettato.

Il secondo è testimoniato da ALDAI che qui è rappresentata da Francesco Din-do, responsabile locale dell’Associazio-ne VISES-Federmanager, nelle sue atti-vità a favore dei giovani. L’impegno per i giovani e la scuola si traduce nel dare alla scuola conoscenze e al mondo del lavoro competenze nell’attività di Alter-nanza Scuola-Lavoro.Il progetto prevede la creazione di una mini-impresa reale: dall’ideazione alla realizzazione, con un piano esecutivo messo a punto da JA Italia.

Nell’anno scolastico 2016/2017 sono stati seguiti: 9 istituti e 12 mini imprese seguite dai

tutor ALDAI con 250 studenti e 20.000 ore di ASL.

Nell’anno scolastico 2017/2018 saran-no seguiti: 23 istituti e 40 mini imprese in Lombar-

dia, con 800 studenti e 80.000 ore di ASL; grazie alla raccolta Fondi Federmana-

ger verrà diffuso anche nelle scuole superiori delle zone terremotate.

Intervengono ora alcuni giovani premia-ti negli anni passati.Cominciamo con Davide Sala (premiato nel 2012) e laureatosi in Scienze e Tec-nologie Farmaceutiche, che ha scelto di lavorare nel mondo farmaceutico nell’a-rea commerciale e che ha spronato le giovani premiate a responsabilizzarsi in tutto ciò che faranno.Marta Stucchi laureatasi in Chimica In-dustriale nel 2013, dopo una esperien-za in Grecia ha fatto il dottorato in Italia, per poi volare in Canada al Politecnico di Montréal per un anno di post-dotto-rato. Ora ha scelto di rientrare in Italia come ricercatrice in Università a Milano. Tutto ciò è estremamente arricchente! In Canada va tutto bene, il livello retributi-vo è molto più alto che in Italia, inoltre vogliono e stimano i giovani ricercatori italiani. Ha incitato i presenti a sostenere la Ricerca!Veniamo al terzo ospite: Rosario Fer-rante premiato nel 2003. Rosario lavora in Eni nel Drilling & Production come interfaccia supervisore delle piattafor-me petrolifere: gli piace in particolare affrontare e risolvere le problematiche del sito per poi portarle agli esperti dell’R&D.

ANNO

199119921993199419951996199719981999200020012002200320042005200620072008200920102011201220132014201520162017

Gilberto NINIAlberto ORNAGHIGilberto NINI Celia ABURTO CHAVARRIAMarco LARICCIAMarco LARICCIAAngela RINALDI Roberto FACINCANI Barbara CHIAROLINI Mara SADA Arianna CAROLIPaolo AROSIO Rosario FERRANTEPalma FEDELI Serena CAROSSO Serena CAROSSO Andrea PELLEGRINO Elena GHILARDI Davide Carlo VILLA He ZHANGWEIClaudia GUANCISusanna BERNARDIFabrizio FUSIFrancesco PINOMatteo Carlo QUATTRINISofia CAPELLIGessica BAROCCO

Paolo GABALDI Paolo GABALDI Fabiano IACONO Andrea SPANÒ Stefania ASSONI Fedele TILOCCA Andrea INVERNIZZI Francesca ZAVARISE Silvia GEMME Federica CAPPA Marco PERSICO

Davide SALAMarta STUCCHIAlessandro POMAAlessandro POMALaura MARINOFelicia CAMPO

VINCITORI

Albo d'oro

DI34 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

ORMAZIONE

«È passata una giornata e pian piano riesco a realizzare ciò che è successo, ancora non mi sembra vero!

Vorrei innanzitutto ringraziare nuovamente sia Lei, sia tutta l'ALDAI, vorrei ringraziarvi non solo per la Borsa di studio, ma anche per il pomeriggio che mi avete dato modo di trascorrere. È stato un momento ricco di emozioni, sono rimasta molto colpita da tutti gli interventi fatti, ma soprattutto mi sono emozionata quando ho avuto modo di conoscere nel dettaglio la storia che si cela dietro questo premio e quindi sentirla parlare di suo padre Giacomo Bonaiuti. Tutto ciò mi ha resa ancora più onorata di aver vinto questo premio, penso che l'aver creato delle Borse di studio volte a dare un aiuto agli studenti di chimica a raggiungere i loro obiettivi sia un gesto estremamente nobile, sono contenta che sia rivolta agli studenti di chimica; questa materia è spesso ostica ma se studiata a fondo mostra mille sfaccettature e tutto il fascino che in un primo impatto nasconde.Sono stati utili e interessanti anche gli interventi volti a spiegare i progetti e le attività che l'Associazione Dirigenti svolge nei confronti dei giovani, ero a conoscenza dell'associazione ma non di queste attività che personalmente ritengo davvero molto utili: io in primis ho frequentato un liceo e penso che la realtà aziendale e tutto ciò che c'è alla base del "mondo del lavoro" siano concetti molto lontani per un adolescente, soprattutto liceale, e che la scuola da sola non riesca a fornire informazioni riguardanti il funzionamento di questo tipo di realtà. Ritengo pertanto ottima l'idea di un confronto tra tutor aziendali e studenti, soprattutto se c'è un risvolto, non solo teorico, ma pratico che permetta ai ragazzi di "toccare con mano" la realtà di cui lì si vuole mettere a conoscenza. Credo che questo sistema li aiuti a porsi degli obiettivi e a riflettere con cognizione di causa su ciò che vorrebbero diventare in futuro.

Un momento che ho avuto e avrò sempre a cuore è stato quello in cui i precedenti vincitori della Borsa di studio hanno raccontato la loro esperienza, quello di cui si occupano ora, che obiettivi sono stati in grado di raggiungere e soprattutto in che modo questo premio ha contribuito a renderli ciò che oggi sono. Questo momento mi ha riempita di gioia ma soprattutto di motivazione: sapere che sono partiti come me, come dei semplici studenti universitari e ora hanno raggiunto gli obiettivi che si sono prefissati lavorando sodo, muovendosi per imparare nuove lingue, cercando di adattarsi alle situazioni e anche ai problemi che si sono trovati davanti mi ha fatta molto riflettere, mi ha resa motivata, piena di voglia di continuare ad apprendere concetti, di studiare, di apprezzare il mio ambito di studio sempre di più superando scoraggiamenti e difficoltà che mi si presentano e mi si presenteranno, perché spero che un giorno potrò anche io raccontare esperienze simili a quelle che ho avuto modo di ascoltare, ai futuri vincitori delle Borse di studio. Credo che non ci sia un modo per esprimere a parole di quanto sono riconoscente per questo premio, quanto lo sono per essermi sentita apprezzata per quello che faccio e per quelli che sono i miei obiettivi, questo premio è un grande aiuto per poterli raggiungere. Se non c'è un modo per esprimere gratitudine a parole, credo che il modo migliore per farlo sia quello di continuare a lavorare duramente, sfruttando al meglio le possibilità che mi avete offerto, continuare a lavorare in vista dei miei obiettivi, non fermandomi davanti agli ostacoli nella speranza che un giorno potrò rendervi in parte orgogliosi dei risultati che riuscirò ad ottenere. È stata una giornata che difficilmente dimenticherò. Ci vediamo alla prossima premiazione, sarò curiosa di conoscere i vincitori che anche quest'anno selezionerete. 

Grazie, di cuore. Gessica Barocco»

Ed ora siamo alle due premiate 2018, due giovani donne che dimostrano il loro grande entusiasmo per la chimica in tutte le sue accezioni e che ancora una volta dimostrano come le donne, il ge-nere femminile è molto importante per il nostro futuro.

Felicia Campo studentessa di Chimi-ca e Tecnologie Farmaceutiche presso l’Università di Pavia si è già laureata con 110/110 e lode. Proveniente dalla provin-cia di Messina ha dovuto sacrificarsi per la lontananza da casa. Ha dovuto subito affrontare e vincere una Borsa di studio ISU per vivere nel Collegio Golgi di Pavia. Brillante il suo corso di studi: ora vede per il suo futuro l’iscrizione ad un Master sul-lo Sviluppo dei Farmaci in azienda. Felicia viene premiata da Marta Stucchi.

Gessica Barocco è anche lei studentes-sa di Chimica e Tecnologie Farmaceuti-che ma presso l’Università di Milano ed

è vicina al traguardo, mancandole ormai solo due esami. Ha deciso di sviluppare la sua tesi di laurea all’estero. Giovane di Romano di Lombardia in provincia di Brescia, ha fatto la pendolare per studia-re a Milano; aveva fatto anche il test di ammissione alla Facoltà di Medicina vin-cendolo, ma decidendo poi di dedicarsi alla chimica. È volontaria educatrice di adolescenti nell’oratorio della sua città ed è anche appassionata di arrampicata sportiva. Gessica viene premiata da Ro-sario Ferrante.E ricordiamo cosa ebbe a dire tempo fa la professoressa Fiorenza Viani del Po-litecnico di Milano, contenta nel vedere

questa “bella gioventù” (parole testuali), che rettifica l’immagine spesso deteriore della nostra gioventù offerta dai mez-zi di informazione che sono permeati di molto pessimismo: è vero che la crisi è pesante e generalizzata, ma esistono molte persone brillanti e motivate dalla realizzazione dei loro sogni che meritano la nostra attenzione e il nostro plauso.

Qualche giorno dopo la premiazione, una delle due giovani premiate, Gessica Barocco, ha indirizzato una significativa lettera a Raffaele Bonaiuti, che la Dire-zione ALDAI e la Redazione di Dirigenti Industria hanno deciso di pubblicare. ■

Due giovani donne che dimostrano il loro grande entusiasmo per la chimica in tutte le sue accezioni

DI 35DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

Gli appalti di costruzione, impianti e infrastrutture: gestione cantiere e avanzamentiA cura di ANIMPMilano, 27-28 febbraio 2018Il corso è rivolto ai Contractors, alle Società di Costruzione e alle Imprese appaltatrici medie e grandi che desiderano acquisire o ampliare la conoscenza di base dell’amministrazione e gestione degli appalti di costruzione.Il corso è rivolto alle seguenti figure professionali:• Project Manager• Engineering Discipline Leader• Engineering Manager• Project Engineer• Project Control (Planning and cost control Engineer)• PMI-Procurement Offices• Addetti di Project Control• Addetti Uffici Acquisti delle PMI

Corso professionale sul project management (ipma competence baseline)A cura di ANIMPMilano, 1° Modulo: 1-2-3 marzo 2018 2° Modulo: 15-16-17 marzo 2018Il corso è destinato a persone che operano nei settori industriali, nei servizi e negli enti pubblici (quali manifatturiero, telecomunicazioni, informatico, impiantistico, infrastrutture, banche, assicurazioni, sanità, pubblica amministrazione,..) e che hanno qualche conoscenza dei concetti su cui si fonda la “Gestione per Progetto” acquisita tramite lo studio teorico e/o la partecipazione attiva, operando all’interno di team di lavoro, alla realizzazione di un progetto.Il corso fornisce a ciascun partecipante, qualora fosse interessato alla Certificazione professionale di Project Manager secondo la metodologia IPMA, le conoscenze di base sulle quali si articola la Certificazione ANIMP-IPMA (Italian Certification Body).

Elementi di contrattualistica nazionale e internazionale, analisi dei rischi e percorsi negozialiA cura di ANIMPMilano, 6-7 marzo 2018Il corso è rivolto a tutte le funzioni aziendali decisionali e operative preposte alle fasi di stesura del contratto, dell’offerta, degli acquisti, del lavoro in cantiere e della gestione finanziaria:Uffici interessati:• contract management/administration• legali• commerciali di vendita e procurement• finanza

Corsi di Formazione ANIMPfebbraio-marzo 2018

Per ulteriori informazioni o per ricevere il depliant informativo del corso rivolgersi alla

Segreteria Corsi ANIMP (Manuela Corbetta)dalle ore 9.00 alle ore 13.00

Tel. 02.6710.0740 ext 7 - Fax 02.6707.1785e-mail: [email protected]

oppure consultare il sito www.animp.italla voce FORMAZIONE.

La partecipazione ai corsi ANIMP prevede l’assegnazione di CREDITI FORMATIVI da parte dell’Ordine degli Ingegneri

Comunichiamo che, su nostra richiesta, la Direzione ANIMP ci ha confermato

che ai Soci ALDAI che si iscriveranno ai corsi promossi dall’ANIMP

a titolo individuale verranno concesse le stesse agevolazioni praticate ai loro iscritti.

I controlli aziendali: l’utilizzo efficace dei dati disponibili per il controllo di gestione A cura di ANIMPMilano, 8-9 marzo 2018Il corso è rivolto alle seguenti figure professionali:

La gestione documentale aziendale e di progetto A cura di ANIMPMilano, 13-14 marzo 2018Il corso è rivolto a coloro che in ambito aziendale operano per progetti:

• Manager• Amministratori d’azienda• Responsabili amministrativi• Responsabili Controllo di

Gestione• Responsabili Controllo

Progetti

• Project Manager• Project Control Coordinator• Cost Controller• Planning Engineer• Team operanti a progetto

• Direzione Aziendale• Project Manager• Construction Manager• Responsabili Officina• Responsabili dei Servizi di

Ingegneria

• Acquisti• Project Engineer• Project Control

DI36 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

REVIDENZApNessun dorma……così invocava Calaf il principe ignoto, prima del sorgere del sole!...

Mario Giambone Presidente Comitato Pensionati e Consigliere ALDAI

il monito che cerchiamo di se-guire in ogni riunione del Co-

mitato Pensionati ALDAI e che cerchia-mo anche di testimoniare nei confronti dei numerosi colleghi che manifestano le loro inquietudini ed insoddisfazioni. Nel corso delle molteplici riunioni svol-te nel corso del precedente triennio, gli argomenti attinenti alle vicende della previdenza hanno avuto la massima at-tenzione, sfociate anche in molteplici occasioni promosse proprio allo scopo di poter prevenire o valutare validi mo-tivi per contrastare gli insistenti tentati-vi di attacco scomposto ai percettori di redditi da pensione medi o medio alti. Noi appartenenti a Federmanager, di cui ALDAI per la sua consistenza numerica ne è la maggiore Associazione, lo pensia-mo da tempo e cerchiamo di continuare a sostenerlo anche confortati dal nume-ro di colleghi che rappresentiamo, per cui il continuare a farlo è un “must” che sentiamo di dover continuare a svolgere! Naturalmente questo è quanto viene discusso, con ormai frequenza mensile, relativamente alla vexata quaestio che ri-guarda la previdenza, ma non solo quel-la che dovrebbe indurre a parlarne con rispetto ed ossequio... bensì all’insieme ad essa riferito nel coacervo, farraginoso e complesso universo delle fake news, alimentate da novelli intenditori ed im-provvisati aspiranti a seggi parlamen-tari, e che trovano motivo di interesse a divulgare e diffondere pretesti che riguardano immaginarie pensioni d’o-ro, ipotetici privilegi, senza evidenziare diritti legittimamente acquisiti ma facil-mente ignorati e calpestabili.È doveroso ritornare su questo argo-mento per una corretta informazione ed anche per dare sostegno alle nostre

numerose istanze, che sono state affron-tate e discusse anche nell’ultima Assise tenutasi a Milano il 15 dicembre 2017, ampiamente partecipata, cui è seguita una propositiva riunione voluta dal no-stro Comitato, allo scopo di dar seguito e sostanza a quanto discusso. Tale op-portunità è stata indetta presso la no-stra sede successivamente alla pausa natalizia, il 9 gennaio dell’anno “nascen-te” proprio per dar corso, con la dovuta continuità e voce, alle numerose e persi-stenti “inquietudini” che ci permangono e per definire un piano d’azione, per riaf-fermare i valori del Merito e del Diritto.La partecipazione e le testimonianze espresse in quest’ultimo raduno, anche dalle diverse Associazioni delle provin-ce lombarde, invitate a condividere gli obiettivi che vanno perseguiti, hanno offerto un ampio ed animato confronto, come occasione allargata alle differenti valutazioni esprimibili. La grande neces-sità sentita al nostro interno è quella di vedere affermato uno dei principi cui va ancorato la vera essenza della Categoria cui apparteniamo ed al quale ci sentia-mo legati; aver svolto ruoli di responsa-bilità, fortemente mantenuti anche da

abnegazione a sostenerne i rischi e le re-sponsabilità che tali ruoli hanno richie-sto, devono quindi spingerci a perseve-rare e riaffermare valori come il merito ed il rispetto delle leggi. Principi questi, senza i quali non è ipotizzabile persegui-re una realtà che non tenga conto della stabilità delle regole, su cui si fonda la trasparenza e la legalità. Senza di esse non c’è futuro, sviluppo, speranze, da offrire alle nuove generazioni quali im-pegni da affrontare e per i quali essere anche in grado di svolgerli.Come era previsto, lo svolgimento di quest’ultima occasione di incontro, il cui obiettivo essenziale è stato quello di individuare in maniera fattibile, azio-ni reali da mettere in campo, ha visto uno svolgimento corretto, nel senso del rispetto dei ruoli da ciascuno condot-to, ma particolarmente “vivace” nella quantità e nella modalità, da perseguire. Lo stato d’animo attualmente sentito dalla maggior parte dei colleghi, da noi rappresentati, è giunto ad un ultimo sta-dio di tolleranza e pazienza. Si richiede un passo deciso verso il perseguimento di un riconoscimento fattivo da parte di quella politica dalla quale ci si attende

è

REVIDENZApdi avere chiari indirizzi da perseguire e segnali di fiducia in quelli che devono esser obiettivi di crescita, fiducia nell’in-traprendere, senza nutrire timori di “di-scontinuità” ad ogni sorgere del sole! Essenzialmente si attende che il “Nostro Sistema” ci deve rappresentare in manie-ra più consistente e realistica, deve tene-re conto su opportunità da far emergere sollecitamente ed indirizzate a differenti destinatari quali: Politica - Media - Isti-tuzioni; con differenti approcci, meglio attinenti ai singoli “settori”. Politica: non essere troppo attendista

in funzione dei possibili esiti e sviluppi, derivanti dagli esiti elettorati, cioè non far passare il mese di marzo! Media: mirare verso stampa, TV na-

zionale: difesa dell’immagine del ma-nager, quale portatore di valori a so-stegno del Paese; chiara separazione tra previdenza e assistenza; la fiscalità sostenuta da categorie come la nostra, sia in servizio che non, è preponderan-te rispetto alla generalità, contributiva; qualificare le pensioni d’oro… sparan-do nel mucchio! Le chiare distorsioni delle verità… vanno confutate subito da parte del Vertice Federale smenten-dole e diffidandole.

Istituzioni: stringere opportune inte-se ed alleanze con: categorie, con le medesime credenzialità; sostenendo e sviluppando il senso che ci distingue nello stile e mentalità manageriali.

Quanto su esposto in maniera didattica, riassume il reale sentire delle testimo-nianze ricondotte ad una consistente realtà rappresentata nel nostro Associa-zionismo e che si attende dal Vertice Fe-derale una conferma, comportamentale coerente e tempestiva. Le possibilità collaborative, ulteriormente avanzate riguardano una fattibile partecipazione da parte del “territorio”, specie quello

numericamente rappresentativo come quello lombardo, riguardanti la possi-bilità di costituire dei “centri di opinioni” composti da colleghi disponibili a pre-stare le necessarie e dovute attenzione allo “scenario” quotidiano offerto dalle differenti fonti, che adducano pregiudi-zio ed insinuazioni a detrimento dell’im-magine della Categoria. L’invocazione elevata a “gran voce” è quella di rivendi-care dalla Rappresentatività una costan-te azione rivolta alla qualificazione di un ruolo che per, valore, esperienza ed affidabilità, deve essere ritenuta come un fattore positivo a vantaggio dell’im-magine nazionale. ■

Il Gruppo Seniores Edison (GSE) e l’Associazione Lombarda Dirigenti di Aziende Industriali (ALDAI)bandiscono un concorso per l’assegnazione di due Borse di studio intitolate a:

“Ing. Giacomo Bonaiuti”Le Borse di studio, finanziate dalla famiglia Bonaiuti, da GSE e da ALDAI,sono del valore di euro 4.000 ciascuna.

28a Borsa di studio “Ing. Giacomo Bonaiuti”BANDO DI CONCORSO 2018

Possono candidarsi alla Borsa di studio gli studenti iscritti all’anno accademico 2017-2018 alla facoltà di Chimica, Chimica Industriale, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Ingegneria Chimica presso le Università della Regione Lombardia. Il Regolamento completo è stato pubblicato a pagina 27 della rivista di gennaio 2018 ed è consultabile e scaricabile dal sito www.aldai.it. Si ricorda ai partecipanti che la domanda di ammissione al concorso deve essere redatta in carta semplice completa di indirizzo, recapito telefonico ed informatico. La documentazione deve pervenire entro il giorno 15 maggio 2018, con il consenso al trattamento dei dati personali secondo il D. Lgs. 196/03.

LA PREMIAZIONE SI TERRÀ NEL MESE DI NOVEMBRE 2018Inviare la documentazione a: ALDAI - Gabriella Canuti - Borsa di studio “ing. Giacomo Bonaiuti” via Larga 31 - 20122 Milano - indirizzo e-mail: [email protected]

Bando completo a pagina 27 - Dirigenti Industria - gennaio 2018

DI38 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

PINIONIo

Quando dare i numeri diventa una necessitàLe cifre hanno una loro forza autonoma, contrapposta al fumo degli approcci ideologici

Giuseppe Colombi Consigliere ALDAI-Federmanager

Da dove partirePrendiamola alla lontana: si dice che il nostro Paese sia largamente egemoniz-zato dai giuristi e che soffriremmo di una mancanza di approccio scientifico; un ministro della pubblica istruzione di un tempo, magari sconsiderato ma almeno laureato, disse che gli studenti del liceo classico mancavano di “manualità”.Forse, più che incolpare un sistema di pubblica istruzione le cui radici gentiliane non impedivano eccellenti risultati anche a livello scientifico, ci sarebbe da pren-dersela con la tendenza nazionale alla teatralità gesticolante ed alla dissezione del capello, di cui è paradigma l’antica tradizione giudiziaria del Mezzogiorno.Con queste basi culturali, non ci si può stupire che quantificare i fenomeni pri-ma di discuterne, l’approccio pragma-tico caro ad alcuni ma non a tutti fra

gli ingegneri, sia così poco diffuso. Se a questo si uniscono la crescente com-plessità di tutte le questioni, la sciatteria e la fretta con cui esse vengono affronta-te in perenne ritardo, la malafede di mol-ti che “tengono famiglia”, ecco spiegata la fatica dei tempi presenti.Di qui bisogna partire anche nell’affron-tare due questioni che riguardano assai da vicino tutti noi dirigenti, passati ed attuali, e dalle quali dipende la soprav-vivenza stessa della nostra associazione sindacale: le pensioni ed il contratto.

Dirigenti: “pensioni d’oro”?Nel mese di dicembre 2017, in un’in-teressante colonnina sul Corriere della Sera, il professor Alberto Brambilla ha evidenziato con chiarezza come la pura gestione pensionistica dell’Inps sia in at-tivo per una trentina di miliardi all’anno: a poche pagine di distanza, sullo stesso

numero del giornale, un altro articolo giungeva a conclusioni opposte dalla solita lettura impropria dei dati “europei”, cioè gli stessi dati usati da Brambilla, ma letti per aggregazioni tendenziose.Distinguere dove finisca l’informazione parziale e dove cominci la vera e pro-pria malafede interpretativa non è faci-le: talvolta le basi analitiche sembrano cambiare a caso e il raffronto dei dati è spesso arduo.Così le “pensioni d’oro” dei dirigenti sono nel mirino. Nei fatti, la dirigenza industriale italiana, quando anche abbia goduto di molti vantaggi previdenziali del passato, riceve oggi trattamenti pen-sionistici che si situano in maggioranza tra i tremila ed i quattromila euro netti mensili. Ovvero tra quarantamila e poco più di cinquantamila euro netti annui. Le cifre dell’Inps, che comprendono tutte le pensioni dei dirigenti, anzianità,

DI 39DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

PINIONIovecchiaia, superstiti e quant’altro, sono mediamente addirittura più basse. Pos-siamo dire che si tratti di pensioni d’oro? Stiamo parlando della categoria che si trova al vertice del mondo del lavoro. Vogliamo parlare dei trattamenti di quie-scenza di altri soggetti, privati e pub-blici? O dei costi diretti ed indiretti del sistema politico allargato, in cui, secon-do uno studio di qualche anno fa (UIL, “I costi della politica”, dicembre 2013), una casta di almeno trecentomila privi-legiati (per non definirli parassiti), che con le famiglie diventano un milioncino di persone, dissipa una cifra nell’ordine dei venticinque miliardi all’anno?Pur nella difficoltà di disporre di cifre attendibili, utilizzando il dato più accre-ditato, si può dire che su un monte pen-sioni complessivo che viaggia attorno ai 220 miliardi annui, tutte le pensioni lorde dei dirigenti ammontano a meno di sette miliardi all’anno (per circa 130mila pen-sionati), cifra della quale rientra nelle cas-se statali ben più di un terzo di sola Irpef. Insomma: se qualcuno volesse fare cassa con le nostre cosiddette “pensioni d’oro”, rimarrebbe deluso: di “trippa per gatti“ proprio non ce n’è per nessuno.In compenso i nostri trattamenti non ven-gono aggiornati da lustri, grazie a “contri-buti di solidarietà” e ad imbrogli nella ri-valutazione che sono indegni di un Paese che si vorrebbe “patria del diritto”.D’altra parte, sappiamo quale sia la no-stra “colpa” storica: ci eravamo dati un sistema previdenziale privato che for-se avremmo dovuto curare di più, se il nostro patrimonio immobiliare veniva gestito poco meglio delle case popola-ri, ed abbiamo fatto appena in tempo a confluire nel mare grande dell’Inps, con buona pace delle sbrodolate sulla “ma-nagerialità” delle istituzioni di categoria.Trascorsi tanti anni, ora però basta: non è più il caso di essere trattati da sfrut-tatori, quando se facessimo il ricalcolo contributivo delle nostre pensioni ot-terremmo un risultato non difforme da quanto riceviamo.

Il rinnovo del CCNL DirigentiUgualmente, venendo ai colleghi in ser-vizio, si pone la questione del rinnovo del contratto.Qui siamo davvero al paradosso: la cifra complessiva delle retribuzioni dirigen-

ziali si aggira sui dieci miliardi all’anno: è una goccia nel mare retributivo com-plessivo. Ma questo non impedisce a Confindustria di considerare il rinnovo del contratto dei dirigenti come una partita “politica” da affidare ai più feroci negoziatori, da “vincere” ad ogni costo, magari solo per dimostrare le loro capa-cità a quelle aziende che sono già uscite dall’organizzazione datoriale. Confindustria sembra non aver ancora metabolizzato un concetto, come su Di-rigenti Industria si scrisse qualche anno fa: che “Simul stabunt, simul cadent”. Ov-vero che, distrutta la dirigenza, non è che anche loro staranno proprio in sa-lute.In più circostanze abbiamo lamentato la povertà dell’ultimo risultato del 2014: di rimando, da parte dei colleghi protago-nisti di quella negoziazione, ci sono sta-te scagliate le peggiori accuse di estre-mismo ed irresponsabilità e in difesa di quel risultato sono state scritte cose inverosimili, sino al ridicolo.Anche in quel caso, le cifre più signifi-cative inerenti al rinnovo contrattuale sono state accuratamente celate nella nostra stessa organizzazione, in questo assolutamente concorde con la parte confindustriale.Oggi scopriamo che il mantenimento del sistema del doppio trattamento mi-nimo di garanzia sarebbe stato un costo irrisorio e che l’obiettivo di procedere ad un “rinnovo a costo zero”, era tutto poli-tico, servendo appunto semplicemente a segnare “la vittoria” dei più sanfedisti tra i negoziatori datoriali, personaggi di cui è auspicabile ed utile l’esclusione da future discussioni contrattuali.Dirigenti nuovi non ne sono stati fatti in numero maggiore, come si sperava di fronte ai sacrifici retributivi, e l’unico risultato certo che si è ottenuto è stato quello di abbassare ulteriormente tra i colleghi più giovani la percezione del sindacato manageriale come soggetto importante per la difesa della categoria.

Un preoccupato sguardo al futuro prossimoLe prime avvisaglie del rinnovo 2018 non sono certo rassicuranti: l’imposta-zione e le persone stesse che sono state centrali nella scorsa tornata negoziale rimangono ancora attivissime nell’orien-tare in modo analogo anche i contenuti

della negoziazione futura. Dobbiamo dirci con chiarezza che è ora di cambiare e che, in nome dei tanto conclamati rico-noscimenti del merito e managerialità, per il pessimo risultato conseguito que-sti nostri personaggi vanno ringraziati e rimandati a casa.Per di più, detto che la trattativa si deve fare a partire da numeri certi, è necessa-rio lasciare fuori dalla nostra delegazio-ne i molti maggiorenti locali, capi del personale, finti dirigenti attivi, consulen-ti a cachet ed altri soggetti impropri, per così dire in evidente conflitto “culturale” con la trattativa. Un professionista quarantenne che giun-ga alla dirigenza dovrebbe essere messo nella condizione di dedicare totalmente le proprie energie al suo lavoro, liberato da una condizione di precarietà ed insi-curezza che lo faccia “dormire preoccu-pato”. Non è questo lo stress positivo che può migliorarne i risultati.Un segnale di discontinuità è necessa-rio, anche per rimotivare i molti colleghi giovani che ormai spesso considerano il passaggio alla dirigenza più un salto nel buio che una promozione. Dire che un dirigente è di partenza un professionista che vale una retribuzione annua lorda superiore ai settantamila euro annui e che dopo sei anni di per-manenza nel ruolo è ragionevole che la sua retribuzione si sia elevata di almeno diecimila euro annui non è elemento ca-pace di pregiudicare i bilanci di nessuna impresa, nemmeno la più piccola e fa-miliare, che peraltro di solito di dirigenti non ne nomina comunque.E sarebbe necessarissimo invece a quel-la buona metà della categoria che, nelle aziende medio-grandi rimaste, vede nel contratto l’unica opportunità di difesa professionale di fronte a cambi di stra-tegia, di cordata, di proprietà internazio-nale, che fanno del dirigente una “foglia al vento” del mercato.E questo è tanto più vero di fronte al cre-scente numero di quadri che superano largamente questa retribuzione, in tota-le spregio della condizione dirigenziale. Se qualcuno viene nominato dirigente, non si capisce perché dovrebbe perce-pire un salario inferiore a quello di altri lavoratori che dirigenti non sono.La decadenza di un Paese si misura an-che da questo, e ci si lasci dire, è davvero ora di cambiare strada. ■

DI40 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

Pensioni, perequazione e Corte Costituzionale

Il suicidio dei giornali

al 2011 in poi è andato in scena il suicidio dei quo-tidiani che, per servilismo verso il potere, giocano e lavorano contro i loro lettori

(fedeli) dai capelli grigi e non scrivono (per viltà) che le sentenze della Corte Costituzionale non possono violare i di-ritti fondamentali dei cittadini in nome dell'articolo 81 della Carta fondamenta-

le sul pareggio di bilancio. Ieri hanno fat-to finta di nulla, quando il Governo Ren-zi/Padoan con una legge retroattiva (il DL 65/15) ha disapplicato un giudicato costituzionale, quello che ha cancellato il blocco della perequazione (sentenza 70/2015 della Corte Costituzionale del-la Repubblica Italiana) con queste pa-role solenni: "Risultano intaccati i diritti fondamentali connessi al rapporto previ-denziale, fondati su inequivocabili para-metri costituzionali: la proporzionalità del trattamento di quiescenza, inteso quale

retribuzione differita e l’adeguatezza. Quest’ultimo è da intendersi quale espres-sione certa, anche se non esplicita, del principio di solidarietà di cui all’art. 2 Cost. e al contempo attuazione del principio di eguaglianza sostanziale di cui all’art. 3, secondo comma, Cost. La norma censura-ta è, pertanto, costituzionalmente illegitti-ma nei termini esposti”. Signori direttori, abbiate coraggio. In quella primavera di tre anni fa dovevate ricordare al Governo e ai leader politici che le sentenze si applicano a favore di

d

PINIONIo

Franco Abruzzo Consigliere nazionale Ordine dei Giornalisti e già Presidente per 18 anni dell'Ordine della Lombardia. Portavoce del Mil. (*)

Negli ultimi anni i cittadini anziani hanno subito una rapina a mano armata da parte dello Stato: nessuno ne parla. Ma i quotidiani sanno che pescano i loro lettori essenzialmente tra quei 20 milioni di pensionati colpiti dalle politiche punitive dei Governi Monti, Letta e Renzi?

DI 41DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

tutti i cittadini e non di una parte di essi, che il maltolto andava restituito anche a rate, ma andava restituito. I cittadini anziani hanno subito una rapina a mano armata da parte dello Stato. 

Non si scherza sulle parole Giustizia e Uguaglianza di trattamentoSui fogli si leggevano queste amenità: “Il Governo potrebbe decidere di non rim-borsare tutti, ma solo i pensionati con gli assegni più bassi, limitando così il costo dell’operazione”; “Il Governo potrebbe escludere gli assegni più ricchi”; “Ipotesi blocco sopra 2.300 euro”. Ma non mancò un titolo dettato dal buon senso: “Il Go-verno pagherà a rate” sul presupposto che l’erario ha risparmiato 4,8 miliardi (così dice l’Avvocatura dello Stato senti-to il Ministero dell’Economia) su un arco di due anni (2012 e 2013) e che, quindi, restituirà il maltolto in due anni. Invece non è accaduto nulla. Il Gover-no non può eludere una sentenza della Consulta e non può sorvolare sulla can-cellazione della "legge Fornero" nella parte in cui bloccava la perequazione (= rivalutazione periodica degli assegni). Le norme retroattive del Governo Ren-zi/Padoan sono un rimedio aberrante quando escludono una parte dei cittadi-ni dai benefici di una pronuncia fatta in nome del Popolo Italiano. L’Uguaglianza è una parola magica del-la nostra Carta fondamentale. Ignorare una sentenza o applicarla parzialmen-te significa incamminarsi su un binario che porta alla fine dello stato di diritto, favorendo un'altra visione, quella della ragion di Stato. Le vendite dei giornali nel frattempo sono crollate (da cinque milioni al gior-no di dieci anni fa a tre milioni circa con ricavi pubblicitari dimezzati). I lettori stabili sono i cittadini dai 55 anni in sù, mentre i giovani utilizzano Internet, cel-lulari e tablet per tenersi informati, non disdegnando notiziari radio e televisivi.

I partiti devono dare risposte chiare ai pensionatiI partiti, in vista del voto del 4 marzo, come dice Roberto Weber, fondatore della società di sondaggi Ixé, devono trovare un "elemento di rassicurazione,

(*) Francesco ("Franco") Abruzzo, giornalista professionista dal 3 febbraio 1963, già in forza per lunghi anni a Il Giorno e a Il Sole 24 Ore, dal 9 ottobre 2017 consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, dal marzo 2016 Sindaco dell'Inpgi, dal 2007 portavoce prima del Movimento "Giornalisti per la Costituzione" e poi del MIL (Movimento Informazione e Libertà), dal novembre 2013 al 25 ottobre 2017 Presidente dell’Unpit (Unione Nazionale Pensionati per l’Italia), dal giugno 1986 al settembre 2017 Consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia (di cui è stato Presidente per 18 anni, dal 1989 al 2007), nel 1978 tra i fondatori di "Stampa democratica" con Walter Tobagi e Massimo Fini, olim consigliere dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti e olim docente universitario a contratto di Diritto dell’Informazione e Storia del Giornalismo.  cell. 3461454018 – Redazione: tel./fax 02.2484456 – skype: fabruzzo39 e-mail: [email protected][email protected]

PINIONIodi policies mirate, di un richiamo simboli-co, che vadano al cuore di quell'elettorato 'anziano' che costituisce il baricentro e il prezioso discrimine del consenso politico in Italia". Solo i direttori dei quotidiani e dei periodici non hanno capito che i 20 milioni di pensionati e di persone vicine alla pensione sono l'elemento decisivo delle elezioni e delle vendite in edicola o per posta delle singole testate giorna-listiche.Il più recente silenzio dei giornali riguar-da un fatto che potrebbe rivelarsi decisi-vo per il futuro (povero) dei cittadini dai 55 anni in sù. Parlamentari e "professo-ri" improvvisati e impreparati nel luglio scorso hanno tentato – come ha scritto Alberto Brambilla, Presidente di Itinerari Previdenziali – di cambiare l'articolo 38 della Costituzione per espropriare, can-cellando il merito, gli assegni di chi ha versato per anni contributi d'oro e paga-to le tasse. Otto milioni di pensionati sul totale di 16,2 sono già a carico della col-lettività. Ma nei palazzi romani ignorano questo dato. Il 50% degli italiani dichiara redditi pari a zero come fossimo un Paese in via di sviluppo. L'assistenza costa 100 miliardi, cresce a tassi del 5,9% l'anno e ormai vale il 60% del totale delle pensioni vere in pagamento. I giornali tacciono: non raccontano che una parte del Parlamen-to vuole ridurre il reddito e la qualità

della vita di chi ha i capelli argentati. Gli anziani hanno cominciato a comprende-re il gioco dei giornaloni e lentamente se ne stanno staccando passando ai tablet di basso costo di fabbricazione cinese. È  un primo segnale, che potrebbe de-terminare la fine della carta stampata in Italia. Secondo i calcoli di Philip Meyer, studioso dell'editoria americana, l'ul-tima sgualcita copia su carta del "New York Times" sarà acquistata nell'aprile del 2043. La crisi di vendite che affligge i quotidiani da una ventina d'anni lascia pensare che la previsione sia realistica, se non addirittura ottimistica. Ma questa data potrebbe subire un'anticipazione significativa grazie alle nuove sofisticate tecnologie, che sfornano tablet a basso costo, e al disinteresse degli anziani in-difesi di fronte alla violenza della politica e all'odio sociale scatenato dal mondo sindacale con la scusa di difendere i gio-vani senza lavoro, come se la colpa del-la disoccupazione fosse da addebitare agli anziani stessi. Perché non ricavare i miliardi utili al "reddito di cittadinanza" da una lotta finalmente serrata e spie-tata alla evasione fiscale? Anche questo argomento riguarda la sovranità della Repubblica da tutelare anche sotto l'a-spetto delle entrate tributarie. Intanto cominciamo con il chiamare "ladri" co-loro che vengono definiti graziosamen-te "furbetti del 730". ■

È meglio che i giornali si preparino a un futuro in cui i ricavi della carta stampata saranno pari a zero. Così il CEO del New York Times che nel novembre 2017

ipotizza l’uscita in edicola solo la domenica. È la più recente profezia sul futuro dei giornali,

drammatica come quella di Meyer

DI42 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

SSISTENZA SANITARIAaSalute e informazioneLuciano De Stefani Presidente Commissione Studi e Consigliere ALDAI-Federmanager

ssere informati ci permette di prevenire situazioni critiche

che, potenzialmente, possono anche di-venire fatali.Di questa esigenza la Commissione Studi e Progetti si è fatta carico con ar-ticoli, l’ultimo nella rivista di novembre 2017, “Il telefonino, il tuo salvavita” a fir-ma di Carlo Geri (nostro socio e specia-lista digitale di Medici Volontari Italiani), ed eventi come quello del 29 gennaio 2018 a cura del nostro Gruppo VDS e di VISES (la Onlus di Federmanager) con la partecipazione dei Presidenti di Fasi ed Assidai, che della Prevenzione hanno fatto una priorità.Abbiamo in programma, con la collabo-razione di VISES, un corso sull’uso dei defibrillatori, uno strumento salvavita, già molto diffuso nel territorio, che è in grado di affrontare problemi cardiaci e che richiede delle conoscenze sul suo uso non particolarmente gravose o spe-cialistiche.Su quest’ultimo argomento stiamo stu-diando un'app per cellulari che indivi-dua il defibrillatore più vicino. Colpi-

scono le disgrazie provocate dall'ictus, come la storia seguente, e può essere utile saper riconoscere rapidamente un danno cerebrale.

«...Durante una grigliata Federica cade. Qualcuno vuole chiamare l'ambulanza ma Federica rialzandosi dice di essere inciampata con le scarpe nuove. Sicco-me era pallida e tremante la aiutammo a rialzarsi. Federica trascorse il resto della serata serena ed in allegria. Il marito di Federica mi telefonò la sera stessa dicendomi che aveva sua moglie in ospedale. Verso le 23.00 mi richiama e mi dice che Federica è deceduta. Fede-rica ha avuto un ictus cerebrale durante la grigliata.Se gli amici avessero saputo riconoscere i segni di un ictus, Federica sarebbe an-cora viva. La maggior parte delle perso-ne non muore immediatamente. Basta un minuto per leggere il seguito.Un neurologo sostiene che se si riesce ad intervenire entro tre ore dall'attac-co si può facilmente porvi rimedio. La questione è riconoscere per tempo l’ictus!!! Riuscire a diagnosticarlo e por-tare il paziente entro tre ore in terapia. Cosa che non è facile.Nei prossimi quattro punti vi sono le in-

dicazioni per riconoscere se qualcuno ha avuto un ictus cerebrale: chiedete alla persona di sorridere (non

ce la farà); chiedete alla persona di pronunciare

una frase completa (esempio: oggi è una bella giornata) e non ce la farà; chiedete alla persona di alzare le brac-

cia (non ce la farà o ci riuscirà solo par-zialmente); chiedete alla persona di mostrarvi la

lingua (se la lingua è gonfia o la muove solo lateralmente è un segno di allar-me).

Nel caso si verifichino uno o più dei sopracitati punti chiamate immediata-mente il pronto soccorso. Descrivete i sintomi della persona per telefono».

Noi non siamo medici ma, per la mag-gior parte ingegneri, e quindi il nostro obiettivo è solo di raccogliere le infor-mazioni che possono essere utili ai no-stri soci e fare in modo che le possano conoscere.Chi ha tempo e voglia di tenersi informa-to, non solo sulla salute, può partecipare alle riunioni dei diversi Gruppi di Lavo-ro oppure, per richiedere informazioni, mandarci una e-mail a:[email protected]

e

VORREI INVIARE UN TESTO ALLA REDAZIONE DI "DIRIGENTI INDUSTRIA"...

1) Quale formato è idoneo? Formato word (.doc)2) Quante battute compongono una pagina della

rivista? 3.500 battute spazi compresi3) Come si contano eventuali occhielli, box e

immagini da inserire nel testo? Se sono previsti occhielli, box, immagini e

foto il numero delle battute va ridotto in modo proporzionale

Per l’ottimizzazione dei tempi e per non creare disguidi nell’iter della lavorazione tecnica della rivista invitiamo cortesemente ad inviare alla Redazione i testi in versione definitiva. Il titolo

fornito dall’Autore può essere modificato dalla redazione per uniformità, come lunghezza e stile, ai titoli degli altri articoli della rivista.

ILLUSTRAZIONILe immagini non devono essere inserite nel documento Word di testo, bensì inviate separatamente in file ad alta risoluzione per la stampa. Formato per le immagini: JPG, TIFF, PDF alta risoluzione.

PER ULTERIORI CHIARIMENTIGabriella Canuti, Segreteria di Redazionevia Larga, 31 - 20122 MilanoTel. 02.58376.237Fax 02.5830.7557 e-mail: [email protected]

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LETTERE E ARTICOLI FIRMATI IMPEGNANO TUTTA E SOLA LA RESPONSABILITÀ DEGLI AUTORI E NON RISPECCHIANO NECESSARIAMENTE L'OPINIONE DELL'ALDAI.GLI ARTICOLI SONO PUBBLICATI A TITOLO GRATUITO.

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Chi siamo e che cosa facciamoL’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali) con circa 16.000 iscritti è il maggiore tra i Sindacati territoriali che fanno capo alla Federa-zione Nazionale (FEDERMANAGER). Al fine di perseguire i propri scopi istituzio-nali di tutela e promozione dell’immagine e del ruolo dei dirigenti industriali, l’As-sociazione si occupa delle problematiche collettive e individuali della categoria, nelle situazioni più diverse, offrendo servizi nei vari settori agli iscritti quale che sia la loro condizione: dirigenti in servizio, inoccupati, in pensione o che svolgono attività di tipo professionale. Tra i vari servizi, prestati gratuitamente, ricordiamo: il Servizio Sindacale rivolto a fornire ai dirigenti iscritti supporto

ed assistenza nell’ambito di tutte le problematiche relative all’instaurazione, svolgimento e cessazione del rapporto di lavoro nonché ad aspetti di carattere fiscale e previdenziale; il Servizio FASI/ASSIDAI fornisce consulenze relative alla gestione dei

rapporti con i Fondi. Tramite delega e accesso prioritario ai Fondi, provvede alla gestione ed all’invio online delle richieste di prestazioni con notevole

riduzione dei tempi di liquidazione. Fornisce informazioni sulle norme statutarie e regolamentari di Fasi ed Assidai e sulle posizioni anagrafiche e contributive dell’iscritto; Servizio Orientamento e Formazione a supporto dei dirigenti interessati

alla valorizzazione del cv ed al potenziamento del networking (Multibrand), ai percorsi formativi di riqualificazione (Fondirigenti) ed alla partecipazione ad iniziative per favorire la propria employabiliy. Servizio Tutoring: a disposizione degli iscritti ed erogato volontaristicamente

da colleghi Senior certificati per il supporto e l’analisi delle criticità manageriali.

Ricordiamo infine le convenzioni sanitarie, commerciali e formative, le ini- ziative di carattere culturale (organizzazione di conferenze, convegni, corsi, concerti, visite guidate) e ricreativo tendenti a favorire l’aggregazione tra i soci (viaggi). Di tutti i servizi riportiamo le necessarie indicazioni per poter stabilire gli opportuni contatti.

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SEGRETERIA CIDA LOMBARDIAFranco Del Vecchio - [email protected]

ULTURA E TEMPO LIBEROc

DI44 DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2018

Albrecht Dürer e il Rinascimento fra Germania e Italia

uesta volta partiamo dalla fine della storia. Partiamo da quel 1528 che vide spegner-si il più grande artista e teori-co dell’arte che la Germania

avesse avuto fino ad allora e che rimase tale ancora per molti anni a venire. Perché la grandezza di Dürer, al contra-rio di tanti altri, venne riconosciuta da subito, lui ancora in vita, dai contempo-ranei e nessuno meglio del suo migliore amico, Willibald Pirckheimer, seppe tra-mandare la fama giustamente meritata, facendo incidere sulla lapide quelle po-che parole che lo consacrarono defini-tivamente al regno dei Grandi: “Ciò che di mortale fu di Albrecht Dürer riposa in questa tomba”. Personaggio dalle mille sfaccettature e interessi, poliedrico nella realizzazione del suo pensiero che poteva declinarsi con colori, bulini o parole, nell’ultima parte della sua vita si dedicò a scrivere trattati d’arte e matematica per dimo-strare che il buon artista non era solo un mero artigiano, ma necessitava di un solido bagaglio culturale, tecnico e filo-sofico. Nobilitare la figura dell’artista e renderlo appieno un uomo in grado di confrontarsi con il suo tempo fu quindi una delle sue missioni, condivisa con l’amico Pirckheimer, storico e filologo, figura di spicco nella Norimberga del tempo, fucina di talenti per la Germa-nia, che vedeva all’opera altri due pitto-ri, Hans Baldung Grien e Lucas Cranach. Furono questi tre artisti a portare dav-vero la cultura tedesca in Europa. Nonostante la differenza di credo re-ligioso, dopo la conversione di Dürer alla dottrina Luterana e il ritorno inve-ce di Pirckheimer in seno alla Chiesa di Roma, i due continuarono a scriversi, a scambiarsi idee ed opinioni in un clima

culturale che non poteva essere limita-to dalle diatribe allora imperversanti in Europa. Da poco più di dieci anni Lutero aveva scatenato l’inferno della lotta reli-giosa che avrebbe insanguinato il conti-nente per più d’un secolo, ma i sentori e i movimenti riformati serpeggiavano da ben prima.Lo stesso Dürer ne era ben consapevole, osservatore attento delle vicende poli-

qSilvia Bolzoni

Il cavaliere, il diavolo e la morte.

tiche e sociali del suo tempo, prima di quel fatidico 1517 che vide il cattolice-simo spaccarsi nuovamente e per sem-pre. Nel 1513 aveva licenziato una delle sue stampe più celebri: “Il cavaliere, il diavolo e la morte”. L’incisione a bulino mostra un cavaliere che avanza sicuro, protetto dalla sua armatura di fede, in una gola rocciosa abitata dai più grandi nemici dell’uomo: si è già lasciato alle

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spalle il demonio, inciso nell’aspetto di animale fantastico e cornuto, e nemme-no degna di uno sguardo la morte che tenta di spaventarlo poggiando sulla criniera del cavallo una clessidra a mo-nito della vita rimastagli. Tra le infinite interpretazioni dell’opera, in molti vi hanno scorto anche la crisi del Cattoli-cesimo, insidiato dalle lusinghe del po-tere e della ricchezza. L’abilità dell’incisore si mostra nei detta-gli naturalistici, nella ricchezza dei parti-colari, nella resa atmosferica del secon-do piano, che lascia la città, lontana sul picco, come avvolta da un velo di neb-bia. Erasmo considerava Dürer persino superiore al mitico pittore greco Apelle poiché quest’ultimo era aiutato dai co-lori laddove il suo contemporaneo, con il solo uso delle linee riusciva a conferire ombre, luci e profondità ai suoi disegni. Non mancava mai di apporre la sua fir-ma: il celebre monogramma con le ini-ziali A e D, importante per Dürer come legittimazione dell’individualità dell’ar-tista, sarà sia uno dei dettagli che lo renderanno tanto riconoscibile quanto falsificato. Ancor più dell’incisione del cavaliere, il suo autoritratto del 1500 come “Salva-tor mundi” creò tante polemiche tra le fila del clero, che videro un atto di ar-roganza in quel suo ritrarsi così simile a Cristo. Il pittore voleva invece mostrare come tutti gli uomini potessero, anzi, somigliassero al figlio di Dio fatto uomo, anticipando quei sentimenti di contatto diretto con la divinità, di dialogo perso-

L'incontro si terrà in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milanogiovedì 15 marzo 2018 alle ore 17,00

Per prenotazioni vedi box a pagina 47.

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Festa del Rosario.

nale con Dio che saranno alla base pro-prio della Riforma protestante.Il celebre autoritratto apre le porte all’a-nalisi dell’attività pittorica che Dürer protrasse fino alla fine della propria carriera, anche se – come ebbe modo di dire lui stesso – l’arte grafica era più affine alla sua personalità, più parteci-pe della natura del suo pensiero e alla base della storia del suo essere artista: il padre infatti era orafo, da lui apprese i primi rudimenti all’arte dell’incisione, e il periodo di apprendistato presso la bottega del più importante stampatore di Norimberga, Wolgemuth, si “incise” a sua volta nella personalità artistica di Albrecht. Ma la sete di conoscenza e la curiosi-tà non potevano trattenerlo dal con-frontarsi con la grande pittura, quella fiamminga e soprattutto quella italia-na, dopo i viaggi che intraprese tra gli anni ’90 del Quattrocento e il primo de-cennio del secolo successivo. In questi viaggi, soprattutto durante il soggiorno veneziano, gli si aprì un mondo ancora

ignoto agli artisti d’oltralpe, quello della classicità, dell’umanesimo italiano, dove miti ed eroi sembravano tornati vivi.Non si potrebbe spiegare altrimenti un quadro come la “Festa del Rosario”, di-pinto per la chiesa di San Bartolomeo a Rialto nel 1506, durante il secondo viaggio in Italia. La pala, commissiona-ta dalle confraternite di mercanti delle città tedesche, rappresenta bene il mo-mento in cui due delle maggiori scuole europee si fondono nell’opera di uno solo. Assorbì le suggestioni dell’arte ve-neta nella composizione monumentale e piramidale con il trono della Vergine al centro, rielaborazione di modelli già di Giovanni Bellini, e le fuse con il lumino-so cromatismo nordico, una luce quasi abbagliante che permette di indagare l’accurata resa dei dettagli e delle fisio-nomie, veri e propri ritratti. Il grande merito di Dürer dunque, come Uomo del Rinascimento, fu proprio questo: unire due tradizioni lontane e rinnovarle, voler essere italiano, rima-nendo tedesco. ■

Salvator mundi.

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Bruno LonganesiINVIDIAVAN LE FARFALLELe stranezze della Grande Guerra 1914-1918 Montedit Pagine 338 - euro 16,00

Dario FranceschiEXPANDYUn manager tra economia, finanza e famiglia. Edizioni EtimpresaPagine 206 - euro14,00

[Nota di regia - Ndr: Sullo sfondo si vede una fotografia virata al color sep-pia, quasi un dagherrotipo, con due si-gnorine sui cinquant’anni, anziane per quei tempi].

[Voce narrante]: Zia Grazia e zia Vittoria. Così erano chiamate nella famiglia di una mia cugina acquisita, di Pordenone. Ma se qualcuno si fosse presa la briga di controllare le carte di identi-tà avrebbe scoperto che il vero nome della prima non era Gra-zia, ma Disgrazia. Disgrazia e Vittoria sono come due parentesi, che evidenziano un determinato periodo della Prima Guerra Mondiale, quello, di circa un anno, che intercorre tra Caporetto e Vittorio Veneto. [Ndr: Sullo sfondo compare la copertina del libro che sarà presentato, mentre la Voce narrante continua a descrivere]: Il libro, l’ennesimo, di Bruno Longanesi, non si limita, però, a parlare del solo periodo finale della Guerra, ma disegna un affresco di tutti i tre anni e mezzo che videro i nostri soldati combattere sul confine orientale dell’Italia del tempo. Bruno si affida ad un’invenzione: quella di un pellegrinaggio con amici “che li porterà [Ndr: Sullo sfondo compaiono foto di come si presentano ora le trincee di cent’anni fa] nei meandri tortuosi e nei dedali intricati delle trincee della Grande Guerra”. Ma le invenzioni non finiscono qui. Longanesi divide il volume in tre parti: la prima, che occupa le prime 30 pagine, è dedicata all’introduzione alla guerra e l’ultima, di sei pagine, descrive

Le cronache giornaliere sono piene di notizie che riportano avvenimenti di carattere economico e finanziario,

spesso miscelate in un enorme pastone dal quale è difficile separare l’una cosa: l’economia, dall’altra: la finanza. Entram-be sprofondate nell’immenso brodo dei mercati e della globa-lizzazione. Eppure, gli uni e l’altra, sono il risultato dell’uomo

il dopoguerra. In mezzo, la massima parte del libro raccoglie ventisei domande, che Longanesi mette in bocca ai parteci-panti al pellegrinaggio. È un metodo che qualcuno potrebbe definire didascalico, ma che la prosa dell’autore trasforma in una brillante descrizione.[Ndr: In sottofondo sarà opportuno mandare in onda la Caval-cata delle Valchirie, mentre] le domande si susseguono incal-zanti e Longanesi dedica non più di una decina di pagine a cia-scuna risposta: Si parte da “Era evitabile la guerra?” e si arriva a “Cosa significa la vittoria di Vittorio Veneto?” passando, ad esem-pio, per “Fu una guerra diversa da quelle precedenti?”, “La ritirata di Caporetto fu veramente una sconfitta?”. [Ndr: A questo punto la musica cessa bruscamente, mentre la Voce narrante diventa stentorea e proclama:]. Sentirete le risposte, quando ci sarà la presentazione di "Invidiavan… an… an le farfalle… le… le".Venghino Signore e Signori in ALDAI - Sala Viscontea - a scopri-re cosa significa il numero AIII118? [Ndr: Di seguito vengono proiettate: una foto di una macchina d’epoca …] chi fu il primo ad entrare in Gorizia liberata [Ndr: una cartolina d’epoca del-la città …] ma Enrico Toti lanciò veramente la famosa stam-pella? [Ndr: la famosa tavola di Beltrame dalla Domenica del Corriere …]. Perché “Firmato” Diaz non riusciva a trovare Vit-torio Veneto sulle mappe dello Stato maggiore? [Ndr: chiude la proiezione di sfondo la sequenza, tratta dal film “Il Grande Paese”, della scazzottata tra Gregory Peck e Charlton Heston, allorquando ambedue i contendenti sono ormai stremati ed il primo vince all’ultimo pugno].

in azione, che in questo caso si identifica con quell’essere noto come manager. Ma quell’essere che nell’immaginario collet-tivo suscita diffidenza, se non repulsione, è pur sempre un uomo fatto di carne e ossa, di vizi e virtù, di vittorie e scon-fitte, quell’insieme di dotazioni inestricabile che lo svelano essere del tutto simile a quell’altra umanità, quella, per così dire, comune, implicata nell’agire quotidiano. Il libro narra le vicende di uno di questi soggetti fotografato nella sua azione giornaliera. Il serrato accadere degli avvenimenti mette in ri-salto del protagonista due ritratti: il manager efficiente che, alle prese con la sua coscienza, guida la filiale italiana di una multinazionale francese immersa nella commistione fra eco-nomia, finanza e politica, e l’uomo con i suoi doveri familiari che non riescono a combinarsi in armonia, come lui vorrebbe, con i doveri di dirigente. La vicenda si svolge nel corso di poco

I libri del meseRECENSIONE CON PRESENTAZIONE • GDL CULTURA ALDAI

La presentazione del libro si terrà in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milanomartedì 13 marzo 2018 alle ore 17,30

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meno di dodici mesi ed è scandita da nove riunioni generali che segnano, la caduta prima e il ritorno poi, del favore del Gruppo per il manager italiano e la sua organizzazione. Nel percorso emerge la crescente crisi coniugale e il montare del-la solitudine. Ma se dallo stato di difficoltà con il Gruppo ne esce vincitore, altrettanto non avviene per la seconda crisi, dove le doti di uomo-impresa non sono sufficienti. Neppure la volontà è sufficiente per ottenere il risultato sperato; non basta neppure abbandonare i panni abituali di manager e rivestire per un giorno, un giorno soltanto, quelli del disim-pegno e della leggerezza. Il romanzo offre un secondo pia-no di lettura. Nel raccontare la vicenda umana del manager protagonista, lo scritto presenta sullo sfondo la realtà dell’im-presa industriale del nuovo millennio. Il punto di osservazio-ne di tale contesto è posto nella posizione privilegiata di chi

è attore fra i principali di quel mondo. Dalla sua postazione interna all’impresa, il manager affronta gli accadimenti con l’approccio pragmatico di colui che deve garantire il risultato che il ruolo gli impone, facendo uso dell’efficienza che ha in dotazione. Senza la pretesa di salire sulla cattedra di politica economica; senza assumere una posizione di giudizio della politica sociale, il romanzo mette in risalto sullo sfondo gli effetti del dilagare della finanza e dei suoi intrecci. Esiti che finiscono per porre in secondo piano le logiche economiche dell’industria produttrice di beni e servizi con il conseguente impatto negativo sul cosiddetto “mercato del lavoro”. Se ne ri-cava così un’immaginaria contrapposizione fra mercati: l’uno, impersonale, imperscrutabile, volatile e fatto di carta; l’altro, fatto di persone in carne ed ossa, visibile, misurabile e fatto di oggetti maneggiabili.

Nell’edizione digitale

www.dirigentindustria.itwww.dirigentisenior.it

è disponibile la versione integrale dell'articolo.

Non cercatelo nel sommario, ma consultate la home page.

Sui Bitcoin (o meglio, sulle criptovalute)Sono numerose queste valute digitali e ancora di più se ne aggiungeranno seguendo l’esempio del Venezuela. Ma, quando si parla di Bitcoin, a cosa si allude? Ultimamente ce lo hanno chiesto in molti in ALDAI. Saremmo stati in grado di scrivere qualcosa, data l’abbon-dante letteratura che si trova in Internet, ma questa sem-plicistica strada non c’è piaciuta. Abbiamo preferito rivol-gerci a Fabrizio Pezzani, professore ordinario di Economia Aziendale all'Università Bocconi, il quale non solo ha ac-cettato di venire in ALDAI per tenere un incontro dal titolo "Bitcoin - la sconcertante illusione di una ricchezza facile", ma ci ha fatto il dono di un articolo in anteprima in Italia, dato che il testo inglese apparirà a breve su di una prestigiosa Rivista di Economia degli USA. L’articolo è bello, ma troppo lungo per l’edizione cartacea di Dirigenti Industria. Lo troverete pertanto nell’edizione digitale del mese di mar-zo 2018.

Gruppo Cultura - Sottogruppo Cultura Finanziaria

L'incontro si terrà in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milano lunedì 12 marzo 2018 alle ore 17,30

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Per prenotazioni vedi box sottostante.

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QUESTO NUMERO È STATO CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 22 GENNAIO 2018

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HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERORomano Ambrogi, Franco Del Vecchio, Roberto Nava, Giuliana Gagliardi, Chiara Tiraboschi, Agostino D'Arco, Silvia Romagnoli, Elisa Radice, Giancarlo Puppi, Oscar Eliantonio, Mario Giambone, Giuseppe Colombi, Franco Abruzzo, Luciano De Stefani, Silvia Bolzoni, Salvatore Martorelli

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