Quale integrazione? Il punto di vista degli allievi ... · Io non potevo andare nelle altre scuole,...

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Sessione 1 Gli adolescenti stranieri nel sistema di istruzione e formazione professionale della Provincia di Torino Quale integrazione? Il punto di vista degli allievi stranieri e delle agenzie formative di Mariagrazia Santagati 30 novembre 2011 Convegno “ Formazione chance d’integrazione”– Auditorium Provincia di Torino – c.so Inghilterra 7 1

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Sessione 1Gli adolescenti stranieri nel sistema di istruzione e formazione

professionale della Provincia di Torino

Quale integrazione? Il punto di vista degli allievi stranieri e

delle agenzie formativedi Mariagrazia Santagati

30 novembre 2011 Convegno “ Formazione chance d’integrazione” –Auditorium Provincia di Torino – c.so Inghilterra 7

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Indice

• Una premessa necessaria– Interpretazioni di percorsi e politiche formative

• Un’indagine in Provincia di Torino – Adolescenti stranieri nel sistema di istruzione e

formazione professionale (IeFP)

• Alcuni risultati della ricerca– Formazione chance di integrazione?

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Punti di vista sull’integrazione

Il rapporto formazione - migrazione

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Percorsi dei giovani stranieri

Vincoli e condizionamenti

– Figli illegittimi, generazione del sacrificio, generazione involontaria, giovani tra due mondi, non-giovani

– Simili e differenti

– Generazione strategica, giovani attivi, risorsa per lo sviluppo della coesione sociale, nuovi cittadini

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Politiche per l’integrazione in Europa

– Questioni ereditate dal dibattito statunitense• formazione di una nuova underclass, assimilazione discendente in

posizioni subalterne, specificità etniche

– Attenzione all’integrazione più che all’assimilazione

– Comparazione dei percorsi di inserimento degli stranieri nelle principali istituzioni delle società d’accoglienza

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Politiche formative di fronte all’immigrazione

– Complementarietà integrazione degli allievi stranieri - scambio interculturale nei saperi, nelle relazioni (MPI, 2007)

– Diversità come situazione normale, evitando lo spreco dei talenti con una perdita sociale, culturale ed economica

– Attuazione di misure educative per l’espressione del potenziale degli alunni stranieri, al fine di creare cittadini integrati e di successo (CCE, 2008)

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In Italia : riflessioni e politiche- Intreccio tra integrazione socio-economica e assimilazione culturale

- Problema sociale dell’integrazione e questione soggettiva della costruzione dell’identità/cittadinanza

- Assenza di un paradigma interpretativo condiviso e di una riflessione scientifica sistematica

- Politiche educative italiane deboli (MIPEX, 2011): implementazione di misure specifiche per gli allievi stranieri, gruppo problematico di cui non si colgono le opportunità offerte (es. patrimonio linguistico-culturale)

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Adolescenti stranieri e formazione professionale

In cerca di cittadinanza

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Alcuni datiA.s. 2009/10 - Italia

– Il 7,1% dei 14-18enni (207.643)– Il 5,3% degli studenti delle sec. II grado (143.224)– Il 15% nella IeFP (circa 22.000)

Provincia di Torino– Il 9,7% dei 14-18enni (9.623)– Il 9,3% degli studenti delle sec. II grado (7.164)– Il 15% degli allievi nei corsi annuali e di qualifica finanziati con i

bandi diritto dovere e obbligo di istruzione e formazione professionale (circa un migliaio di iscritti)

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Un’esperienza formativa ambivalente

Nodi

- difficoltà di orientamento e canalizzazione formativa, ritardo, misconoscimento del percorso pregresso, riduzione di progetti/aspettative, ripetenze, minori opportunità di terminare e proseguire gli studi, ecc.

- Potenzialità

- Maggiore senso di responsabilità e del dovere nello studio, fiducia nell’istruzione, benessere e soddisfazione, uso strategico delle differenze, spiccata vocazione professionale, ottimismo verso il futuro, ecc.

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La IeFP tra canalizzazione e promozione degli stranieri

– Un sistema in costruzione– Progetto per modernizzare, diversificare e integrare il

sistema formativo, proponendo accanto al canale dell’istruzione un secondo ed equivalente percorso

– Passaggio da ambito di segregazione di allievi multiproblematici a laboratorio in cui si costruiscono chance per l’inserimento professionale e la cittadinanza sociale

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Un’indagine in Provincia di Torino

Una collaborazione interistituzionale

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Focus sugli allievi stranieri nel sistema di IeFP della Provincia

di Torino

- Incidenza percentuale del 15,2% - Utenza prevalentemente maschile (71,6%) - 52 nazionalità presenti (Romania, Marocco, Perù, Albania, Cina)- Il 77% proviene da Est Europa (46,9%) e Nord Africa (30,1%)- Percentuale di promossi/qualificati simile tra italiani e stranieri - Concentrazione elevata di allievi stranieri in specifici centri

formativi- Presenza numerosa nei corsi biennali e annuali- …e nei corsi per operatore meccanico ed elettrico; servizi

all’impresa, ristorativi, trattamenti estetici

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Ipotesi di ricerca

Allievi stranieri IeFP

- L’utenza straniera è un fattore dinamico e scatenante della trasformazione della IeFP

- A sua volta, la IeFP costituisce una chance di integrazione

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Oggetto di indagine

- Percorsi e scelte formative degli adolescenti stranieri inseriti in corsi annuali e di qualifica finanziati con i bandi diritto dovere e obbligo di istruzione e formazione professionale

- Pratiche messe in campo dalle agenzie formative per gestire le trasformazioni conseguenti all’ingresso di allievi stranieri

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Un percorso di ricerca partecipato

- Assegno di ricerca dell’Università di Torino

- Indagine pluriennale - Università degli Studi di Torino, Assessorato al Lavoro del Comune di

Torino, Assessorato alla Solidarietà sociale della Provincia di Torino, Servizio Formazione Professionale della Provincia di Torino

- Coinvolgimento delle reti di agenzie operanti sul territorio, del “Gruppo provinciale per la formazione professionale dei migranti” (collaborazione nelle fasi di ricerca, seminari e occasioni di riflessione, formazione, focus group, ecc.)

- Scambio continuo fra i livelli della ricerca, delle pratiche e delle politiche

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Fasi e metodologie- 2006-2008

- Metodologia qualitativa per l’analisi della domanda formativa- 28 interviste semi-strutturate con testimoni privilegiati e adulti

significativi - 64 con giovani stranieri (14-18 anni) frequentanti la IeFP

- 2008-2010- Metodologia quantitativa per l’analisi dell’offerta formativa

- Questionario compilato dai referenti dei centri formativi per due a.f. consecutivi

- Ricognizione sulle prassi sviluppate in differenti aree di intervento

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Alcuni risultati dell’indagine

Offerta formativa e domanda di formazione

dei giovani stranieri

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Un modello di analisi per l’integrazione formativa

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Personale Relazionale IstituzionaleEsperienza migratoria Relazioni con i pari Caratteristiche

istituzione formativa

Esperienza familiare Relazioni insegnanti Gestione passaggi cruciali dei percorsi

formativi

Esperienza scolastica Relazioni con altri adulti del contesto

formativo

Interventi specifici per gli studenti stranieri

Appartenenze Benessere relazionale Iniziative a favore di tutti gli studenti

La dimensione individuale dell’integrazione

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Valore e significato dell’esperienza migratoria

- Evento della migrazione, discontinuità biografica, percorsi formativi non standard

Frequento il Ctp e la formazione professionale… è stato difficile perché prima sono arrivata come una muta, non so niente e adesso un po’. Prima esco, vedo la gente che parla, io passo e non capisco niente. Ma cosa faccio qua? (Perù, F).

Avevo già finito le medie nel mio paese, poi le ho rifatte qui. Ho dovuto imparare la lingua italiana e poi per fare la media ho iniziato a fare questa formazione. Il passaggio alla scuola italiana è stata una cosa un po’ particolare, come quello che studiavo prima nel mio paese, ma dovevo parlare la lingua italiana (Senegal, M)

Fino in terza elementare sono stato in Marocco, poi fino in seconda media in Costa d’Avorio, poi sono venuto in Italia dalla terza media. Quando sono venuto qua, mi sono trasferito in terza media… normale, come gli altri. Meno male (Marocco, M).

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La scelta della formazione professionale

- Necessità, obbligo, passione

La scuola dura solo tre anni e poi mio figlio va subito a lavorare. La vita a Torino è faticosa, spediamo tutto quello che guadagniamo… e poi noi siamo in sei, lavora solo mio marito (madre).

Io non potevo andare nelle altre scuole, perché sono in Italia da poco tempo, ho cominciato questa scuola per imparare l’italiano in fretta. Non ho trovato un’altra scuola (Afghanistan, M).

Ho scelto questa scuola perché mi piace fare questo lavoro, la parrucchiera (Romania, F).Ho scelto questa strada perché mi piaceva il tornitore, ho detto: “Lo faccio”, così per lavorare (Marocco, M).

- Reversibilità delle scelte formative e maggiori opzioni/alternative

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L’influenza dell’esperienza familiare

- Svalutazione delle risorse culturali, fattore di specifico svantaggio- Ethos del successo, significati positivi e fiducia nella formazione

Mia madre ha studiato qualcosa tipo biologia o chimica, mio padre per fare il meccanico. Mio padre qua fa il meccanico d’auto e vuole mettersi in proprio, mia madre lavora in un bar. Adesso sta prendendo di nuovo il diploma, perché qua il suo non vale e vuole di nuovo fare il lavoro che c’entri con i suoi studi (Romania, M).

Mia madre mi ha aiutato a imparare l’italiano, quando sono arrivato in Italia… aveva il dizionario e mi diceva delle parole e io le scrivevo su un foglio e poi le dovevo studiare e imparare (Romania, M).

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Il bilancio dell’esperienza formativa

- Soddisfazione per i contenuti teorico-pratici e risultati positivi

Alle medie non riuscivo a stare al passo con i miei compagni, facevo sempre le cose un po’ più facili, agli stranieri davano i compiti diversi. Invece qua faccio tutto uguale agli altri, poi non dico che sono la prima della classe, però non sono proprio l’ultima (Marocco, F).

Non per vantarmi, però qua vado bene. Fino a qua posso dire che andavo male: alle medie ho passato l’esame con sufficiente, qua a volte riesco a prendere i massimi voti (Romania, F).

Nelle verifiche e nelle materie in generale non vado male. Quasi tutti me lo dicono che se metto un po’ di voglia, posso anche essere la prima della classe (Marocco, F).

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Funzioni della formazione- Tutela dei propri diritti, garanzia dallo sfruttamento sul lavoro

Senza una qualifica o un diploma, secondo me, vengo solo sfruttato. Comunque non potrei mai fare il salto di qualità, magari un giorno aprire un’officina per conto mio e capire meglio le cose (Romania, M).

Il corso serve per trovare un posto di lavoro, per imparare, per avere una qualifica, un domani ti può aiutare, non è come uno che non c’ha niente, che va a lavorare da manovale. La qualifica è un pezzo di carta, però ti fa entrare almeno, ti fa conoscere il mondo del lavoro, le soluzioni per iniziare, le basi. Poi uno deve essere bravo (Marocco, M).

- Strumento di promozione sociale

I miei mi dicono studia, che se non studi non puoi fare niente e quindi se non studio non trovo lavoro. Per cui mi dicono meglio studiare, così ti trovi un posto, una sedia…Soprattutto mio padre mi dice “guarda io come faccio, faccio il meccanico, tutto il giorno alzato, anche quando fa caldo. Meglio studiare” (Marocco, F).

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Aspettative per il futuro- Aspirazione ad un “buon lavoro”

Un buon lavoro è un posto dove ti trovi bene con il tuo capo, con i colleghi e ti piace quello che fai… un posto dove non sei sfruttato al massimo, che non ti trattano da schiavo (Romania, M).

Un buon lavoro non ti comanda nessuno, sei libero, fai quello che vuoi, lavori ma non ti comanda nessuno, autonomo (Marocco, M).

Un buon lavoro è essere regolare fisso in fabbrica. Nel senso che senza contratto se una fabbrica è in crisi ti manda via, invece quando sei fisso in quella fabbrica non ti possono mandare via (Marocco, M).

È un buon lavoro se non sei costretta a fare quel lavoro, un lavoro che ho scelto io, mi piace farlo e ho un buono stipendio (Marocco, F).

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Cittadini attraverso il lavoro- Assenza di esperienze dirette di discriminazione

Non ho ancora esperienza di lavoro, non ho ancora cercato un lavoro, in cui ad esempio vado da un datore di lavoro e dico: “Buongiorno, sono rumeno, cerco lavoro”, poi lui mi dice: “No, non voglio rumeni in questa azienda”, non mi sono mai trovato in questa situazione, non so che dire. Non mi preoccupo affatto (Romania, M).Dipende dal datore di lavoro, se gli dà fastidio che non sono italiana e sono straniera. Dei problemi potrebbero esserci perché non tutti sono d’accordo con gli stranieri, però ci sono anche brave persone, che non dicono niente, che non fa differenza se io sono straniera o italiana. Sono tranquilla sapendo che il mio lavoro lo so fare bene (Romania, F).

- Responsabilità, partecipazione e cittadinanza: il lavoro come fattore di riconoscimento, inclusione e miglioramento sociale

Per me il lavoro vuol dire guadagnare soldi, diventare un cittadino onesto, lavori come tutti gli altri, paghi le tasse. Lo vedo come un risultato importante per la mia vita (Romania, M).Essere un buon cittadino: non lavorare in nero (Romania, M).

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La dimensione relazionale dell’integrazione

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Relazioni con i compagni• Incomprensioni iniziali tra soggetti con scarse competenze linguistiche• Dinamiche conflittuali tipicamente adolescenziali, ma a volte

connotate etnicamente• Questioni di genere • Rapporti di forza tra gruppi etnici• Condivisione di esperienze pratiche, collaborazione nei laboratori e nei

lavori di gruppo

Io non ho mai avuto problemi, magari si litiga con i compagni, ma dire che noi siamo stranieri e loro italiani mai. Mai. Io sono tre anni che sono rappresentante di classe e non ho mai avuto nessun tipo di problema. E come rappresentante di classe magari se tu capisci qualcosa che inizia a non andare bene, anche magari uno scherzo, una battuta di troppo, lo dici subito. E dici guardate ragazzi che così iniziate a offendere, non fate battute direttamente su di noi, sentendo tutte queste cose al telegiornale (Romania, F).

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Relazioni con i docenti• Atteggiamento universalistico• Attenzione a ciascun allievo• Accompagnamento personale • Supporto individuale e verifica costante del processo di

apprendimento• Relazione educativa gratificante, riferimenti affettivi

Con i professori mi trovo bene perché si fanno capire. Ti spiegano bene, nell’altra scuola dettavano tu dovevi scrivere e studiare, non ti facevano capire troppo, qua capisci tutto o quasi se stai attento capisci (Romania, M).

Alle medie alcuni professori ti aiutavano, ti stavano dietro però non erano come qua. Qua non è che c’è un professore per ognuno di noi, però quando hai qualche problema, lo ripeto perché è una cosa che è successa a me, anche non a livello scolastico ma anche personale, in quel momento passi un brutto periodo, hai sempre qualcuno che ti ascolta, che ha tanta pazienza (Romania, F).

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La dimensione istituzionale dell’integrazione

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Caratteristiche dei centri di formazione professionale

• Strategie consolidate con soggetti svantaggiati o con bisogno di sostegno• Operatori qualificati e motivati, con diverse funzioni (insegnamento,

coordinamento, tutoraggio, orientamento, progettazione, ecc.)• Radicamento sul territorio e reti esterne consolidate (scuole, mondo del

lavoro, servizi, ecc.)• Scambio di buone prassi, strumenti, materiali tra agenzie formative • Collaborazione su progetti sperimentali

• Questione etnica non tematizzata: in evidenza difficoltà linguistiche e comunicative

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Aree di intervento

Riadattamento di prassi tipiche della IeFP in risposta ai bisogni specifici degli allievi, secondo le modalità consuete di personalizzazione della relazione formativa (accompagnamento, tutoring, alternanza scuola-lavoro, percorsi personalizzati)

Aree di intervento (circa i ¾ degli enti)

- Relazioni con le famiglie straniere, sostegno all’apprendimento, interventi su discriminazioni e pregiudizi, insegnamento dell’italiano, accoglienza, didattica interculturale

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Strategie didattiche

Strategie formative specifiche per gli allievi stranieri (attivate da circa ¼ degli enti)

- Corsi di italiano autofinanziati e/o finanziati da enti esterni, offerta di attività extra di sostegno allo studio, protocolli di accoglienza

Strategie individuali dei docenti (diffuse in più della metà degli enti)

- Facilitazione dell’apprendimento (sintesi, esempi, schemi, ecc.), piani di intervento concordati (per sostegno, metodo, valutazione, ecc.), utilizzo di internet per la ricerca di materiali e strumenti

- Personale motivato e attento (vocazione educativa, competenze e sensibilità interculturale)

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Snodi cruciali: accessoOrientamento- Limitata applicazione alle specificità degli stranieri - Ridotta attenzione al percorso pregresso degli allievi- “Buon orientamento”: accompagnare il giovane e la sua famiglia a considerare i

vari aspetti della scelta scolastica, da quelli legati all’inserimento nel mercato del lavoro a quelli relativi alle propensioni dell’allievo

Accoglienza- Attenzione alla questione linguistica e ai bisogni specifici degli allievi- Verso un modello standard per l’insegnamento dell’italiano come lingua

seconda: la prospettiva della certificazione- Attenzione sia ai contenuti dell’apprendimento sia al benessere relazionale

Relazione istituzione formativa – famiglia immigrata- Patto formativo, al di là delle modalità ordinarie di raccordo

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Snodi cruciali: uscita

- Preparare e accompagnare alla partecipazione attiva al mercato del lavoro: questione giovanile

- Rispondere ai bisogni informativi (ricerca lavoro, colloquio di lavoro, curriculum, settori lavorativi, competenze, sindacato, sicurezza, ecc.)

- Modalità principale di accompagnamento per tutti gli allievi: stage/tirocini (reciproca conoscenza, tra stranieri e autoctoni in una dinamicanecessariamente interculturale)

- Altre modalità: moduli sulla ricerca del lavoro, sportelli informativi e servizi di orientamento , accompagnamento individuale (sostegno informale, spontaneo, ecc.)

- Centralità di accompagnamento competente, svolto dagli enti di formazione, capaci con la propria rete di contatti personali e di rapporti con le imprese, di facilitare l’ingresso nel mercato lavorativo

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Esempi di prassi

• Colloqui con adolescente e genitori• Orientamento presso CTP• Diffusione guida plurilingue Tutti a scuola• Accertamento delle competenze in italiano L2• Laboratori di lingua italiana per neoarrivati• Materiali per l’insegnamento dell’italiano L2• Laboratori di educazione alla cittadinanza• Materiali e strumenti didattici per l’educazione alla cittadinanza• Formazione dei docenti

• Formazione linguistica, al lavoro e alla cittadinanza

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La proposta formativaIniziative a favore di tutti gli studenti• Misure di personalizzazione; orientamento, accoglienza,

accompagnamento; recuperi e approfondimenti; didattica laboratoriale, tutoraggio; stage, orientamento professionale, accompagnamento al lavoro

Funzioni principali• Incremento capitale sociale• Aumento delle risorse culturali• Sviluppo capacità relazionali• Tutela e promozione nei contesti lavorativi

• Valorizzazione delle differenze ai fini della professionalizzazione• Laboratorio di convivenza interetnica

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Per una prima conclusione…

- Formazione professionale chance di integrazione?

- Allievi stranieri chance per il sistema di istruzione e formazione professionale?

- Raccomandazioni per le politiche

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