Quale futuro per l’autonomia regionale? · rità costituiscono un pericoloso detona-tore,...

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Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione Direttore Responsabile: giuseppe Saluppo VimarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobasso redazione tel: 0874.484486 email: [email protected] www.gazzettamolisana.com E-mail: [email protected] anno i - n° 0 mercoledì 28 dicembre 2016 L’Oscar del giorno lo assegniamo a Carmelo Parpiglia. Il consigliere regionale con delega allo Sport, è riuscito a portare all’attenzione del Consiglio una specifica legge fina- lizzata alla pratica sportiva. Final- mente, la Regione Molise si è dotata di una nuova legge dopo anni di assenza legislativa. Carmelo Parpiglia IL NOSTRO TAPIRO Il Tapiro del giorno lo assegniamo a Francesco Pilone. Consigliere comu- nale alla grillo parlante di Pinocchio: protesta contro tutto e tutti, opponen- dosi anche alla sua ombra. Peccato che i suoi stessi alleati di minoranza disertano le sue iniziative, chiaman- dosi fuori. Ci vuole altro. Non basta urlare per farsi sentire. Francesco Pilone Quell’identità di popolo spezzata L’Ardire di Giuseppe Saluppo I n Consiglio regionale, è rimbalzato il tema dell'autonomia regionale ca- dendo ieri la ricorrenza della pubbli- cazione, sulla Gazzetta ufficiale, del provvedimento di riconoscimento del Molise come regione autonoma. Quanto resta dell’insegnamento storico della grande battaglia Parlamentare, condotta negli anni cinquanta e nei primi anni ses- santa dai nostri rappresentanti in Parla- mento? Persone di conclamata qualificazione politica e culturale ( cito per tutti gli onorevoli La Penna, Sedati, Sammartino, Colitto, Camposarcuno, Vecchiarelli e tanti altri), che riuscirono a far prevalere lo spessore storico dei valori identitari delle popolazioni molisane: va- lori che convinsero l’intero Parlamento Italiano a deliberare a favore del ricono- scimento del Molise come Regione auto- noma. A conquistare tale orientamento favorevole del Parlamento non fu certo l’impegno a creare ” un’isola felice “ (anche perché di isole felici sul nostro pia- neta credo non ne esistano!), bensì il rico- noscimento della identità di un popolo, che aveva specifiche e profonde connota- zioni socio-economiche e culturali, non reperibili nelle realtà territoriali limitrofe. Consiglierei a molti di coloro della poli- tica molisana di oggi di recarsi per qual- che minuto in ritiro spirituale sulle tombe dei Padri storici del Molise e di rivolgere alla loro memoria le più vive scuse per la distruzione sistematica delle conquiste raggiunte e delle strutture realizzate e per le infelici esternazioni del ridimensiona- mento regionale che si cerca di diffondere e che, pur presentate come innocue espressioni di libertà di pensiero, in ve- rità costituiscono un pericoloso detona- tore, distruttivo della identità di popolo del Molise. Così, come di andare a rileggere il primo e unico Piano di sviluppo regionale, dell'onorevole Florindo D'Aimmo, che ha caratterizzato le tappe di crescita del Mo- lise. Quindi, ripensare l'ossatura istituzio- nale regionale e rilanciare la proposta della seconda autonomia. Ripartendo dalla valorizzazione dell'unica, vera, ri- sorsa quale l'acqua che vale, economica- mente, un rinnovato piano di sviluppo. Riusciranno i nostri eroi? IL NOSTRO OSCAR Ieri, la candelina dei 53 anni di vita La Regione intitola la sede a Florindo D’Aimmo Va ripensata l’ossatura regionale Seguici anche Su Facebook e twitter Servizio a pag.3 L’Autostrada non si farà ma il Consiglio resta in piedi Il consiglio d’amministrazione della Società Autostrada del Molise è ancora in vita, nonostante intorno al 2014 avesse progettato lo sciogli- mento anticipato della Società che però non c’è stato perché i soci (Anas e Regione Molise) hanno rinviato la decisione, “nelle more che si effettuino gli opportuni approfondimenti”. pagina 5 IL FATTO www.gazzettamolisana.com Quale futuro per l’autonomia regionale?

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Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazioneDirettore Responsabile: giuseppe SaluppoVimarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobassoredazione tel: 0874.484486email: [email protected]

www.gazzettamolisana.com

E-mail: [email protected]

anno i - n° 0 mercoledì 28 dicembre 2016

L’Oscar del giorno lo assegniamoa Carmelo Parpiglia. Il consigliereregionale con delega allo Sport, èriuscito a portare all’attenzione delConsiglio una specifica legge fina-lizzata alla pratica sportiva. Final-mente, la Regione Molise si èdotata di una nuova legge dopoanni di assenza legislativa.

Carmelo Parpiglia

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Il Tapiro del giorno lo assegniamo aFrancesco Pilone. Consigliere comu-nale alla grillo parlante di Pinocchio:protesta contro tutto e tutti, opponen-dosi anche alla sua ombra. Peccatoche i suoi stessi alleati di minoranzadisertano le sue iniziative, chiaman-dosi fuori. Ci vuole altro. Non bastaurlare per farsi sentire.

Francesco Pilone

Quell’identità

di popolo spezzata

L’Ardire

di Giuseppe Saluppo

In Consiglio regionale, è rimbalzatoil tema dell'autonomia regionale ca-dendo ieri la ricorrenza della pubbli-cazione, sulla Gazzetta ufficiale, del

provvedimento di riconoscimento delMolise come regione autonoma. Quantoresta dell’insegnamento storico dellagrande battaglia Parlamentare, condottanegli anni cinquanta e nei primi anni ses-santa dai nostri rappresentanti in Parla-mento? Persone di conclamataqualificazione politica e culturale ( citoper tutti gli onorevoli La Penna, Sedati,Sammartino, Colitto, Camposarcuno,Vecchiarelli e tanti altri), che riuscirono afar prevalere lo spessore storico dei valoriidentitari delle popolazioni molisane: va-lori che convinsero l’intero ParlamentoItaliano a deliberare a favore del ricono-scimento del Molise come Regione auto-noma. A conquistare tale orientamentofavorevole del Parlamento non fu certol’impegno a creare ” un’isola felice “(anche perché di isole felici sul nostro pia-neta credo non ne esistano!), bensì il rico-noscimento della identità di un popolo,che aveva specifiche e profonde connota-zioni socio-economiche e culturali, nonreperibili nelle realtà territoriali limitrofe.Consiglierei a molti di coloro della poli-tica molisana di oggi di recarsi per qual-che minuto in ritiro spirituale sulle tombedei Padri storici del Molise e di rivolgerealla loro memoria le più vive scuse per ladistruzione sistematica delle conquisteraggiunte e delle strutture realizzate e perle infelici esternazioni del ridimensiona-mento regionale che si cerca di diffonderee che, pur presentate come innocueespressioni di libertà di pensiero, in ve-rità costituiscono un pericoloso detona-tore, distruttivo della identità di popolo delMolise. Così, come di andare a rileggere ilprimo e unico Piano di sviluppo regionale,dell'onorevole Florindo D'Aimmo, che hacaratterizzato le tappe di crescita del Mo-lise. Quindi, ripensare l'ossatura istituzio-nale regionale e rilanciare la propostadella seconda autonomia. Ripartendodalla valorizzazione dell'unica, vera, ri-sorsa quale l'acqua che vale, economica-mente, un rinnovato piano di sviluppo.Riusciranno i nostri eroi?

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Ieri, la candelina dei 53 anni di vitaLa Regione intitola la sede

a Florindo D’AimmoVa ripensata l’ossatura regionale

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Servizio a pag.3

L’Autostrada non si faràma il Consiglio resta in piedi

Il consiglio d’amministrazione della Società Autostrada del Molise èancora in vita, nonostante intorno al 2014 avesse progettato lo sciogli-mento anticipato della Società che però non c’è stato perché i soci(Anas e Regione Molise) hanno rinviato la decisione, “nelle more chesi effettuino gli opportuni approfondimenti”.

pagina 5IL FATTO

www.gazzettamolisana.com

Quale futuroper l’autonomiaregionale?

di Giuseppe Saluppo

La burocrazia è una metastasidella politica. Il potere degliapparati non è altro che unapalla messa al piede di chivuole mettersi in cammino,esplorare nuovi territori, sco-prire nuove prospettive. Noi,invece, in questo Molise ve-diamo lo sfilare di commissarida tutte le parti. Dalla sanità,all'industria e via dicendo. Lìproliferano uomini senza con-senso, che sfruttano i ruoli chequalcun altro gli ha dato. Im-penitenti che hanno l’unicoobiettivo di difendere l’ordinecostituito, l’unica àncora chepuò ancora garantire il loro pic-colo potere, i loro piccoli inte-ressi, le loro piccole rendite diposizione. La politica, quellavera, deve avere la forza di cac-ciare via tutti i burocrati. I loroconsigli non sono mai genuini,non sono mai spassionati, nonsono mai sinceri. E soprattuttomai disinteressati. Perché par-lano sempre con lingua bifor-cuta. Così dei tanti soloni chein questi giorni si affannano aripetere che il Molise deve spa-rire perchè è una regione senzasenso. La politica vera, invece,dovrebbe avere il coraggio di

essere spietata nei confronti dichi ci vuole schiacciare. Ildramma è che ci troviamo di-nanzi ad una politica di Caca-sotto. Ammantano di modera-zione, di equilibrio e diprudenza il loro desiderio piùprofondo: che tutto rimangauguale, che tutto rimanga im-mobile, che tutto si conservi ineterno. Azzeccagarbugli. Avvo-cati di se stessi che proteggonouno stipendio, un conto inbanca, una casa, una macchinacon autista. Che proteggono iloro piccoli poteri, unti di fa-vori e compromessi. A chi im-porta che viene cancellatal'identità di un popolo? A chiimporta che potrebbe essererasa al suolo la sanità pubblica?Le elezioni regionali sono alleporte. Chi, oggi, vuole fare lastoria di questa terra, chi aspiraa diventare protagonista del fu-turo, chi vuole davvero bene aquesto Molise deve tenere allalarga ogni tipo di burocrazia ecacciare i mercanti dal tempio.Deve partire all’avventura:senza paura, senza zavorre. Esenza scartoffie. Non è tempodei cacasotto. Non è tempo de-gli azzeccagarbugli. È tempo dipolitica.

di Paolo Di Laura Frattura

Oggi, in occasione dei 53 anni di Autonomiadella nostra Regione, istituzionalizziamoun’altra intitolazione che dovevamo alla sto-ria di tutto il Molise. Questo Palazzo, la sededell’Assemblea legislativa regionale, è “Pa-lazzo D’Aimmo”, in ricordo e in onore di Flo-rindo D’Aimmo. Un privilegio, un privilegiodavvero, voltarci indietro e trovare alle nostrespalle personaggi di tale levatura politica, in-tellettuale, culturale e umana.Con questa giornata rimarchiamo il rispettoche dobbiamo a quell’insegnamento attuale,a quella progettualità amministrativa che cihanno consentito di diventare quello chesiamo. Con onore ed emozione celebriamo lamemoria di un uomo illuminato, simbolo dirigore, sobrietà e vicinanza ai cittadini. Em-blema da tutti riconosciuto di assoluta lungi-miranza. E a quella lungimiranza guardiamo per supe-rare le difficoltà che incontriamo ogni giorno.E come allora, ancora oggi, tutti uniti, mag-

gioranza e minoranza, per la difesa comunedella nostra identità, della nostra regione, lacui storia è una storia importante. Una storiache appartiene a ciascuno di noi. Appartiene a chi ne è stato protagonista allora,appartiene a chi la vive adesso. Diamo forzaalla storia della nostra Autonomia, 53 anni.Continuiamo a costruire per garantire oppor-tunità lavorative, per riqualificare i servizi es-senziali. Sanità, trasporti, istruzione egiustizia sono diritti di tutti i nostri cittadini.Possiamo scegliere di assicurarli e qualificarlida soli, ma sicuramente riuscire a farlo in-sieme significa altro, uniti e diretti verso que-sto unico obiettivo. Possiamo costruire nel solco del buon esem-pio dei nostri padri fondatori. È straordinarioil ricordo di quest’Aula di personaggi comel’onorevole Sedati, l’onorevole Lapenna,l’onorevole Petrocelli, l’onorevole Marraf-fino, il presidente Veneziale e mi fermo quiperché rischierei di dimenticarne tanti, forsetroppi. Tutti loro come Florindo D’Aimmo,una guida, la nostra guida.

Politico di spessore, FlorindoD’Aimmo. Giusto e doveroso tribu-targli l’intitolazione della sede delConsiglio regionale del Molise. Diquel Molise che aveva compresoall’interno del primo e unico Pianodi sviluppo che ne ha garantito l’il-luminata crescita fino al traguardodella Cattolica. Alla sua scomparsa,al pari di altre figure politichedell’epoca che quell’autonomia so-gnarono, vollerono e conquista-rono, il debuto di parvenue chehanno finito con il dilapidare quelpatrimonio di idee, di strategie, diprogrammi, di azioni. Finendo conil distruggere, anche, quanto co-struito nei febbrili anni di crescitadella regione. Felicissimi per lamanifestazione di intitolazione. Losaremmo ancora di più, però, sequalcuno riprendesse quegli argo-menti, tornasse a rialzare quelleinsegne ideali, supportasse la ne-cessità dell’identità di questa gentee di questa terra. I discorsi, i rico-noscimenti, i tributi sono necessarima nacessario, però, è seguirel’esempio e le idealità che furonodell’uomo politico

D’Aimmo. Lesue intuizioni, isuoi valoriespressi e quellirimasti ine-spressi. Di ri-pensare l’auto-nomia e comer i c o s t r u i r l a .Questo sarebbeil passaggio de-terminante e piùsignificativo.

di Vincenzo Cotugno*

Oggi è una giornata importante perla nostra regione e per il Consiglio

regionale del Molise che mionoro di presiedere. Cele-

briamo due eventi cherichiamano forte

l’orgoglio di es-sere molisani, ricordando atutti noi i tantitraguardi rag-giunti e le stra-o r d i n a r i equalità umane e

politiche di unaclasse dirigente

che ha fatto di que-sta terra una delle venti

regioni d’Italia. Mi riferiscoinnanzitutto all’evento del 27 di-

cembre, che oggi celebriamo conparticolare intensità: l’anniversariodell’autonomia regionale del Mo-lise. L’altro evento che oggi cele-briamo, è l’intitolazione ufficialedella sede del Consiglio regionaledel Molise all’On. FlorindoD’Aimmo. Due momenti di gran-dissima importanza tra loro inti-

mamente legati, e non soltantodalle circostanze storiche che benconosciamo. Con la legge costitu-zionale n. 3 del 27 dicembre 1963sono stati definitivamente ricono-sciuti al nostro territorio dignità eautonomia sancendo, dopo ben 15anni, la nascita della ventesima re-gione italiana, il Molise. Il ricono-scimento dell’autonomia regionalesignifica unità, partecipazione, condivisione, solidarietà. Autono-mia che non è….un codice norma-tivo ne’ un “mercanteggiamento”ma è un sogno collettivo che sirealizza Un sogno che noi ab-biamo ereditato e che abbiamo ildovere di difendere per garantirealle future generazioni pari dignitàe opportunità. I due eventi che stiamo per cele-brare, trovano il loro punto di sin-tesi: essi ci ricordano che è esistitoe che esiste un Molise che non siarrende, un Molise capace di affer-mare le sue ragioni, capace di farvalere la propria storia….la pro-pria identità attraverso una classepolitica lungimirante e determi-nata. E’ questo il Molise in cuisono cresciuto, questi gli uomini

che io ho ammirato da ragazzo,quando mi affacciavo al mondodell’impresa e poi alla politica, conla trepidazione di chi sa di doversiconfrontare con esempi illustri, macon la certezza di avere grandi op-portunità… Erano anni segnati dagrandi ambizioni, tutti eravamoconquistati dalla voglia di fare, dicostruire un mondo nuovo, favo-rendo l’innovazione e la sperimen-tazione in tutti gli ambitieconomici e culturali. Sono statianni di grande entusiasmo, entu-siasmo che ha animato le nostresperanze e le nostre azioni, e ci hasostenuti nelle difficoltà fino acreare quello che siamo oggi. Caro Paolo è questa la vera sfida !Dare ai nostri giovani le stesse op-portunità che altri hanno dato a noiLo dobbiamo a Fabrizia, la gio-vane figlia di Sulmona morta aBerlino e a tutti quei ragazzi moli-sani che negli ultimi anni sono staticostretti a migrare…Abbiamo bi-sogno di un nuovo inizio, di nuoveprospettive, ma anche di mag-giore forza e coesione. *Presidente del Consiglio regio-

nale del Molise

La sede intitolata a D’Aimmo

Nessuno ne segue l’esempio

La scomparsadell’istituzionesignificherebbeperdere i fondi Uee per la sanitàÈ quello che si vuole?

L’autonomiava difesae rilanciata

53 anni fa la nascita della Regione

una fase di sviluppo e, poi,

le difficoltà ultime.

un progetto per la seconda autonomia

focus

La riconoscenza.

“Ricordare per rimarcarela crescita avuta negli anni”

Parlare di piano regionale di svi-luppo e ricordare non il primo, mal’unico vero piano regionale disviluppo di questa Regione, è stra-ordinariamente attuale con tuttal’attenzione data giustamente al-l’innovazione in agricoltura e allarealizzazione delle infrastrutture.L’unico vero disegno di sviluppoindustriale, del quale ancora oggigodiamo i frutti. Nel ricordo diquesta nostra straordinaria guida,Florindo D’Aimmo, non pos-siamo che chiudere l’interventoimpegnandoci nel valore della pa-rola “insieme”, maggioranza eminoranza, non più opposizione,perché questo progetto si portiavanti ancora una volta uniti.

Proprioa D’Aimmova ascrittoil primo e unicoPianoregionale di sviluppo

Il rilancio. Per Vincenzo cotugno, occorre restituire

forza all’idea del Molise come regione autonoma

“Un sogno collettivo”

328 dicembre 2016

TAagliolto

228 dicembre 2016

TAagliolto

“L’intitolazione della sede del Consiglio regionale all’onorevole FlorindoD’Aimmo è un atto dovuto arrivato, forse, anche con un po’ di ritardo inquanto si tratta di un riconoscimento meritato ad un uomo che più di tuttiha incarnato l’essenza di questa regione”. Così, Michele Iorio. “Così, sericordiamo il 63° anno della nascita del Molise con la sua autonomia, nonsi può non ricordare chi dal ’70 lo ha costruito dal nulla. Un’azione chesolo uomini capaci potevano compiere.Uno sviluppo basato sulla valo-rizzazione delle risorse umane ma anche delle risorse territoriali. La miasperanza è che i momenti di riflessione sul passato siano la base per ri-flettere ed individuare la strada migliore del futuro del Molise, troppospesso visto da questo Stato come un fardello.

Iorio: “Il Molise non è un fardello”

428 dicembre 2016

TAagliolto

Egregio signor sindaco,Passando per la villetta in via Ugo Pe-trella, ho notato molte assi di panchinedivelte dai soliti noti e sprezzantementelasciate a terra.Il disprezzo non nasce solo da quei me-nomati che hanno commesso l’atto in-fame, ma anche da tutti coloro chepassano davanti allo scempio come seniente fosse e dall’amministrazione co-munale che non si preoccupa neanchedi rimuoverle.Campobasso sembra aver subito unbombardamento per il suo livello di de-grado determinato dal vandalismo ur-bano, in un silenzio ed un’impunità chespaventano.Non capisco che cosa si aspetti ad ema-nare quelle ordinanze atte a creare quel

sistema di regole e sanzioni che possanodistogliere questi disadattati dalle lorogesta, così come non capisco che cosasi aspetti a prendere iniziative collettiveche facciano riappropriare la cittadi-nanza del vero significato delle cose,della differenza tra Decoro e Degrado,in una società come la nostra che tendea relativizzare tutto.Se lo ricordi, signor sindaco: il livellodi decoro e di vivibilità di una città sonodirettamente proporzionali allo spiritod’iniziativa di chi la abita.Chissà che il 2017 le porti consiglio,dopo mesi di mancato ascolto delleistanze di chi vuole semplicemente unacittà normale.CordialmenteMaria Carmela Mastrantuono

La Frazione di S. Stefano datempo immemorabile ha saputoassegnarsi una sorta di autono-mia amministrativa che l’haresa largamente “indipendente”dai servizi comunali del capo-luogo. Gli abitanti sanno prov-vedere a loro stessi e a ciò che aloro davvero torna utile e indi-spensabile. Il primo marzo del1383, con queste qualità, sep-pero far fronte anche adun’inattesa evenienza e meri-tarsi la menzione nei libri distoria: la morte in quella con-trada del Conte Amedeo VI diSavoia (il Conte Verde). Maiavrebbero immaginato, però, diarrivare al Terzo millennio,oltre la prima decade del ventu-nesimo secolo, per lamentare lasaturazione del piccolo cimiteroe vedersi ripetutamente ignoratidall’amministrazione di Cam-pobasso. Mai avrebbero imma-ginato che anche la sollecitata eripetuta esigenza di collegarsicon Castropignano, alla spondaopposta del Biferno, mercé unpiccolo raccordo sulla fondoValle Rivolo, risolvendo cosìun’esigenza di mobilità e di si-curezza in caso di eventi cala-mitosi che dovessero richiedere

l’evacuazione, sarebbe rimastalettera morta. Ma il danno piùgrave e inaccettabile, per inop-portunità e irragionevolezza, èil ritardo con cui da parte del-l’amministrazione comunale diCampobasso si sta prendendo inconsiderazione la richiesta diampliare il cimitero della Fra-zione e creare nuovi loculi. Unaesigenza legata al ciclo dellavita, cui nessuno che abbia unminimo di sensibilità e di re-

sponsabilità amministrativa puòignorare, e tantomeno disatten-dere.Il servizio cimiteriale è un pub-blico servizio. Purtroppo loignora la sempre più distratta erancorosa amministrazione delCapoluogo, corrompendo col-pevolmente e irrazionalmente ilrapporto con la storica Frazionesottraendole, in questa circo-stanza, la piena funzionalità delcimitero. Indifferente, l’ammi-

nistrazione di Palazzo san Gior-gio, anche alla piena e imme-diata disponibilità del suolonecessario all’ampliamento del-l’area cimiteriale. E’ già acca-duto; le tumulazioni al cimiterodel capoluogo si risolvono in unaggravio di spesa e in una“mortificante” costrizione percoloro che, onorando la memo-ria dei propri cari, debbonosobbarcarsi chilometri di stradaper la particolare esigenza.

Come sia stato possibile che lagestione del territorio campo-bassano in cui, lo ribadiamo, lapresenza e il ruolo della Fra-zione di S. Stefano sono testi-monianza storica e valoresocio/economico e culturale dirilievo, oltre che radicata dimo-strazione di autonomia, debbasubire restrizioni così evidentie per taluni aspetti avvilenti,non trova spiegazione logica,ed obbliga a prendere atto chela ragionevolezza e l’opportu-nità amministrative sono sem-pre più rare e messe in atto.Stesse valutazioni anche per ilmancato collegamento stradaleche liberebbe S. Stefano versola fondo Valle Biferno, verso icentri della sponda opposta delFiume, verso la strada a scorri-mento veloce per Termoli. Laconcomitanza che vede il sin-daco di Campobasso, AntonioBattista essere anche presidentedella Provincia, avrebbe potutoessere un punto di vantaggioper risolvere entrambi i pro-blemi, ma alla resa dei continon è stato.

Dardo

Morire a S. Stefano ed esseresepolti a Campobasso

Gli abitanti chiedono invano l’ampliamento del cimitero e il collegamento con la Fondo Valle del Biferno

La foto testimonia il dissesto, presenteda mesi, lungo la strada che conduce aCampobasso, un tratto danneggiato e pe-ricoloso per gli automobilisti, anche per-ché poco segnalato”. Lo torna asegnalare il sindaco di Bonefro, Gio-vanni Montagano. “Le principali arterieprovinciali del nostro territorio sono inuna condizione generale di scarsa manu-tenzione, presentano numerose frane,oltre ad un manto danneggiato e consu-mato, sul quale si deve intervenire al più

presto. È assente anche adeguata segna-letica orizzontale e verticale, creandonon pochi problemi nelle giornate dinebbia e cattivo tempo. Sono forti i di-sagi per i cittadini, obbligati a muoversiper lavoro ma anche per le necessità piùstringenti, come quelle di natura ospeda-liera. Chiedo una risposta che non si puòpiù attendere, attraverso la riparazionedelle frane, il rifacimento del manto stra-dale, la sistemazione di adeguata segna-letica”

Mai avrebbero immaginato di arrivare al Terzo millennio, oltre la prima decade del ventunesimo secolo, per lamentare la saturazione del piccolo cimitero e vedersi ripetutamente ignorati dall’amministrazione di Campobasso

Caro Battista, vede il degrado? Della strada, non frega a nessuno?

528 dicembre 2016

TAagliolto

di Carmelo Parpiglia

Dopo la Legge sulla diffusione e utilizzo dei

defibrillatori semiautomatici e quella di con-

trasto al gioco d’azzardo patologico, il Con-

siglio regionale del Molise ha licenziato oggi

un altro importante provvedimento del quale

sono stato promotore: quello in materia di

diffusione della pratica sportiva”. La Legge

sullo Sport è stata approvata all’unanimità.

“Si tratta della prima normativa che definisce

tutti gli aspetti del settore, dalla diffusione

delle diverse discipline all’organizzazione di

manifestazioni, al gioco di squadra con gli

altri Enti, dal Coni, all’Ufficio Scolastico Re-

gionale, al Miur, all’Università, al Comitato

Paralimpico che si interessa di disabilità. In

questo senso è una giornata storica per lo

sport regionale. Tutti hanno contribuito al

buon esito dell’iniziativa legislativa nel suo

iter. Ringrazio la Giunta, il Consiglio e la re-

latrice Angela Fusco Perrella. Anche oggi,

abbiamo provveduto a emendare alcuni arti-

coli, al fine di rendere il provvedimento più

efficace e rispondente alle istanze di tutti gli

addetti ai lavori” ha aggiunto Parpiglia - Da

uomo di sport prima ancora che amministra-

tore, sono contento che in questa legge si

possano dare risposte concrete alle tante ri-

chieste pervenute dalle associazioni spor-

tive”. La Legge sulla ‘pratica sportiva’

si caratterizza per alcuni aspetti innovativi:

la Regione è finalmente in prima linea nella

programmazione del settore, nell’organizza-

zione degli eventi di portata nazionale e in-

ternazionale; nella sua capacità di proporre

campagne di comunicazione (lotta al doping,

indirizzi per un corretto stile di vita, ecc.);

lo sviluppo del turismo sportivo attraverso le

manifestazioni realizzate sul territorio regio-

nale, con ricadute importanti sul piano eco-

nomico e dell’immagine delle nostre piccole

e grandi comunità; la diffusione più capil-

lare dello sport all’interno delle scuole,

dando anche nuovo vigore ai Giochi Spor-

tivi Studenteschi in modo che possano di-

ventare il primo accesso dei nostri ragazzi

allo sport competitivo; l’istituzionalizza-

zione della Giornata dello Sport per ricono-

scere e valorizzare il talento sportivo, anche

attraverso bonus economici; l’Istituzione

del Comitato tecnico regionale dello Sport

con compiti di programmazione, monito-

raggio, ricerca e organizzazione della Gior-

nata regionale dello Sport; un rapporto

ancora più stretto con il Comitato Paralim-

pico regionale per rafforzare l’azione nel

campo della disabilità; la previsione di con-

venzioni con interlocutori istituzionali e so-

ciali, comprese le parrocchie, per

promuovere i concetti di prevenzione e in-

clusione. La Legge – riprende il consi-

gliere Parpiglia – centra alcuni aspetti a me

molto cari che fanno riferimento ai valori

dello sport e a tutte le declinazioni che esso

si porta dietro, dall’aspetto sociale e saluti-

stico, a quello formativo e – conclude - della

valorizzazione del nostro territorio attraverso

iniziative sportive di qualità.

Una legge per lo sport

Il consiglio d’amministrazione

della Società Autostrada del Mo-

lise è ancora in vita, nonostante

intorno al 2014 avesse progettato

lo scioglimento anticipato della

Società che però non c’è stato

perché i soci (Anas e Regione

Molise) hanno rinviato la deci-

sione, “nelle more che si effet-

tuino gli opportuni

approfondimenti”. Come tutti gli

approfondimenti che riguardano

realtà complesse, intrecciate di

interessi e valutazioni non sempre

collimanti e tantomeno opportuni,

sono ancora da approfondire. Per

cui Autostrade del Molise, nono-

stante la Regione il 22 dicembre

2014, con la deliberazione 706

abbia provveduto alla riprogram-

mazione dell’importo di 200 mi-

lioni di euro avuti dal Cipe il 3

agosto 2011 per realizzare l’opera

stradale che avrebbe dovuto libe-

rare il Molise dalle tenaglie del-

l’isolamento e collegarlo alla

grande rete autostradale italiana,

è ancora nel novero delle società

partecipate dalla Regione: una

compagnia squinternata, perfetto

emblema dello squinternamento

politico e amministrativo del-

l’Ente. Gli atti formali dicono che

la Società Autostrade Molise è

ancora in vita, ma sostanzial-

mente è stata depauperata del fine

per cui era nata e, soprattutto, del

finanziamento di cui era stata gra-

tificata dal Cipe. I duecentomi-

lioni di euro sono stati

riprogrammati e riproposti preva-

lentemente in chiave localistica,

cioè in favore della viabilità in-

terna e, decurtati del 15 per cento,

riassegnati nell’ambito della pro-

grammazione 2014-2020. Opera-

zione tra l’altro che non ha

trovato applicazione. Per cui, la

“procedura dismissoria dell’Au-

tostrada del Molise” resta ancora

subordinata “a possibili soprav-

venienze strategiche e/o pro-

grammatorie” (Sic!). Una Società

quindi nel mezzo del guado in

cui, peraltro, permangono anche

la Società Gestione agroalimen-

tare molisana (Gam) spa e la So-

cietà Zuccherificio del Molise

spa. Ebbene, pur essendo nel

guado, non avendo risolta la pro-

pria esistenza e la propria mis-

sione, il consiglio d’amministra-

zione ha dovuto adeguare lo sta-

tuto societario alle disposizioni

del decreto legislativo del 19 ago-

sto 2016 numero 175, cosa che ha

fatto nella seduta del 25.11.2016,

e di cui la giunta regionale ha

preso atto a sua volta il 15 dicem-

bre con la deliberazione 581. La

storia di questa Società partico-

larmente invisa al governo regio-

nale di centrosinistra in misura

pari a tutte le altre società parte-

cipate dalla Regione, sull’assunto

che il capitale pubblico debba es-

sere estraneo alle attività produt-

tive (salvo poi il Governo

Gentiloni mettere in bilancio 20

miliardi di euro per il Monte dei

Paschi di Siena!), ha avuto inizio

nel 2003 con la presa d’atto del

progetto preliminare denominato

“Itinerario S. Vittore – Termoli

con la diramazione per Foggia”

redatto dall’Anas e presentato alla

Regione Molise il 14 aprile di

quell’anno; quindi, con la costitu-

zione di una Società comparteci-

pata pariteticamente da Anas spa

e dalla Regione Molise, denomi-

nata “Autostrada del Molise spa”,

con capitale sociale di 3.000.000

di euro, con all’oggetto il compi-

mento e l’esercizio di tutte le fun-

zioni ed i poteri ad essa (Società)

trasferiti dal ministro delle Infra-

strutture, al fine di realizzare e ge-

stire le infrastrutture autostradali,

con particolare riguardo all’Auto-

strada A14-A1 - tratta

Termoli/San Vittore. Dal 2009

fino al

2013 il progetto è rimasto valido

e le risorse per realizzarlo dispo-

nibili. Con l’avvento di Frattura

sia il progetto che le risorse sono

stati riveduti e (s)corretti. La di-

sarticolazione del Molise dal

2013 ad oggi è stata impietosa.

Autostrada del Molise è l’em-

blema dell’incertezza che av-

volge e stravolge l’operato

politico e amministrativo della

Regione; la riorganizzazione

della rete ospedaliera e della sa-

nità regionale è il dato più in-

quietante per la vita e la salute dei

molisani, e il Molise senza colle-

gamenti esterni, con la viabilità

interna massacrata dalle frane,

dagli smottamenti e dalla perma-

nente e irrisolta pericolosità. E in

più, il primato delle circa tre ore

per raggiungere Roma, attraverso

l’imbuto di Venafro.

Dardo

La Società Autostrada del Molise è ancora in vita: emblema dell’incertezzache avvolge e stravolge l’operato politicoe amministrativo della Regione

Paradosso

Nel mezzo del guado, non avendo risolta la propria esistenza e la propria missione, costrettaad aggiornare lo statuto: per farne cosa?

428 dicembre 2016

TAagliolto

di Franco Spina*

*Per molti la giornata del Natale rappre sentauna festa e una speranza, non sarà così per ilavoratori di molte aziende molisane dei set-tori commercio, e multi servizi. Tante sonole criticità e tante le negatività che incom-bono sulle imprese e sui lavoratori molisani. Il Natale rappresenta nell’immaginario col-lettivo la festa più importante per le famiglie,un giorno da trascorrere accanto ai propri af-fetti rendendo felici i bambini.La crisi ha stravolto tutto, migliaia sono lefamiglie che non potranno garantire la giustaserenità ai propri cari, tanti i lavoratori chetrascorreranno questo Natale come fosse ungiorno qualunque, costretti a pensare non inprospettiva ma a come affrontare la giornata.Tanti i lavoratori privati della propria dignitàdi padri, madri, costretti a negare un regalo aipropri bambini.In Molise ci sono al momento circa 10milacassintegrati e lavoratori posti in mobilità siaordinaria che in deroga a cui non è dato sa-pere se dal prossimo 1 gennaio 2014 saràpossibile beneficiare ancora di un minimo disussidio per vivere. È triste pensare che inquesto Paese (l’Italia) ormai sia tutto rela-tivo, pieno di incertezze e senza una pro-grammazione che consenta di conoscere conun minimo di anticipo cosa possa succederein materia di ammortizzatori sociali per il2014 sperando per il meglio .Ma accanto a queste persone, vi sono tantialtri disoccupati giovani e meno giovani acui non è concesso nemmeno la speranza. Igiovani dovrebbero rappresentare una scom-messa per tutti e invece si continua a con-sentire silenti, una fuoriuscita del sapere dalnostro Paese senza batter ciglio. Spesso i la-voratori cinquantenni che perdono il lavoro

sono definitivamente costretti alla dispera-zione, troppo giovani per la pensione, troppovecchi per lavorare. Di queste persone ci sidimentica in fretta in un Paese preso dalle in-finite discussioni su chi sia meglio di chi, sucosa ciascuno vorrebbe fare per il lavoro,salvo poi continuare a vivere aspettando ildomani e continuando ad assistere a chiu-sure di aziende accompagnate da una poli-tica sull’aumento della tassazione sul lavoroe del costo della vita.I settori del commercio e dei servizi hannorappresentato in passato una valida alterna-tiva per la ricollocazione di lavoratori gio-vani e meno giovani provenienti da settoriproduttivi in crisi, oggi nemmeno questo ri-sulta più vero, molte sono le aziende delcommercio chiuse e molte quelle soggette aprocedure di liquidazione, non solo i piccolima anche i grandi gruppi soffrono pesante-mente la crisi, consentendoci di dire che que-sto è un settore in recessione profonda.Le ultime iniziative poste in essere dallascrivente Organizzazione Sindacale comequella di ratificare accordi con aziende delsettore al fine di garantire anche ai lavoratorimeno fortunati di ottenere sconti sulla spesa,dimostrano quanto sia duro il momento sto-rico che viviamo. Molte sono le aziende che ormai non rispet-tano nemmeno i tempi di pagamento delleretribuzioni costringendo anche chi lavora adover fare miracoli per garantire le necessitàfamiliari, in questi giorni mancano all’ap-pello retribuzioni e tredicesime che non fa-ranno trascorrere buone feste ai lavoratoricomplicando ancora di più il già fragile equi-librio del diritto al lavoro e alla retribuzione.Diventa secondario per molti percepire il sa-

lario a distanza anche di tre mesi rispetto allapossibilità di lavorare, si scarica sul lavorola sfrenata corsa al ribasso degli appalti, icommittenti spesso pubblici scaricano sui la-voratori i loro tagli pretendendo le stesse pre-stazioni di lavoro, ciò accade anche esoprattutto in Molise.Esattorie con 70 lavoratori senza reddito dasettembre; Molise Dati con 50 lavoratori inattesa di sapere il proprio futuro; il centrocommerciale San Nicola con la chiusura dimolte attività tra cui Carrefour ed altri ne-gozi per un totale di posti di lavoro persi paria 120; la Codisal con 19 lavoratori fermi; laManutencoop (ex Lsu pulizie delle scuole)con 80 lavoratori a rischio occupazione apartire dal 1 gennaio prossimo; i lavoratoridella cooperativa Copat, che lavora presso labiblioteca Albino, a rischio poiché mancanole risorse provinciali. Queste sono solo al-cune delle situazioni di criticità che il Mo-

lise e i settori commercio e servizi vivono almomento.È proprio da queste considerazioni che laFILCAMS CGIL auspica un 2014 necessa-riamente votato alla ricerca di nuovo lavoroe mantenimento di quello esistente. La classepolitica si dovrebbe interrogare sul grave di-sagio sociale presente anche in Molise. Èvero che veniamo da un decennio di man-cata programmazione e di mancato utilizzocorretto delle risorse a noi destinate come ifondi comunitari, quasi nulla però è cam-biato in questi 8 mesi di nuova amministra-zione regionale e questo non è un belmessaggio. Serve una vera e univoca provadi maturità per tutti a partire dalla classe di-rigente, non c’è più tempo, bisogna agiresenza se e senza ma!La grande occasione della programmazionePsr 2014-2020 deve essere sfruttata a pieno,noi riteniamo si debba procedere nella co-struzione di filiere integrate con il territorio.Turismo e agroalimentare sono i settori sucui scommettere, creare una agenzia unicaper la promozione del “Made in Molise”partendo dalle professionalità di tanti opera-tori già specializzati che abbiamo e che oggisono disoccupati. Ridare la speranza e re-cuperare la fiducia del popolo molisano è lasola cosa che ci può evitare una tensione so-ciale senza precedenti che potrebbe sfociarein rabbia popolare senza controllo e controtutti.Ma siamo a Natale e ci accingiamo a vivereun nuovo anno, noi riteniamo che non sipossa perdere la speranza di vivere un fu-turo più sereno, tanti auguri a tutti da partedella FILCAMS CGIL Molise.

*Segretario Filcams Cgil

Lavoro in Molise, troppe criticità

Sarà nello Statuto comunale ilNo della città di Campobassoalla droga, al gioco d’azzardoe all’uso smodato di alcol.Crediamo sia la prima realtàurbana italiana ad assumereun così forte e deciso contra-sto ai peggiori fenomeni cheminano la società civile e cor-rompono soprattutto la co-scienza e la salute deigiovani. Un esempio apprez-zabile e positivo di responsa-bilità da tradurre incomportamento e cultura, in-terdicendo ogni forma e mes-saggio in conflitto con talefondamento. Il Consiglio co-munale nel corso della sedutadi ieri ha approvato all’unani-mità lo schema di delibera-zione proposto dal consiglierecomunale, capogruppo del-

l’Udc, a Palazzo san Giorgio,Michele Ambrosio. Campo-basso è dunque il primo co-

mune d’Italia a fissare nellapropria “carta” costituzionaleil principio di città “No

D.A.G.” a sostegno di tutte leazione di contrasto ai feno-meni di dipendenza patolo-

gica (tra cui droga, alcol egioco) e della loro preven-zione, in sinergia con gli altriprotagonisti della società ci-vile. Una pagina importanteper il capoluogo di regione,che si propone alle altre am-ministrazioni comunali delMolise, impegnato semprepiù nell’adozione di provve-dimenti amministrativi idoneie coerenti ai percorsi di re-sponsabilizzazione, in primis,nelle scuole e nelle campagnedi sensibilizzazione e di coin-volgimento delle famiglienella promozione di stili divita depurati delle scoriedella droga, dell’alcol e delgioco d’azzardo. Una cittàmoralmente pulita, in attesache lo sia anche concreta-mente.

Inserito nella statuto comunale il Noalla droga, all’alcol e al gioco d’azzardo

Approvata all’unanimità la proposta del capogruppo dell’Udc Michele Ambrosio