Quale formazione per i nuovi archivisti?

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QUALE FORMAZIONE PER I NUOVI ARCHIVISTI? PIERLUIGI FELICIATI Università di Macerata Bari, 15 marzo 2016 Professione archivista

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QUALE FORMAZIONE PER I NUOVI ARCHIVISTI?

PIERLUIGI FELICIATIUniversità di Macerata

Bari, 15 marzo 2016

Professione archivista

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Non sono esperto di profili didattici e di certificazioni professionali, ma ho attraversato (da archivista) diversi contesti: frequentatore di archivi, archivista, coordinatore di progetti ICT, ricercatore e docente universitario cross-sector

Preparandomi per questo convegno sono partito da una domanda: dal 1982, ovvero da quando ho messo per la prima volta piede in un archivio, a oggi quanto e come è cambiato il profilo degli archivi e (conseguentemente) le esigenze formative degli archivisti?

COMPETENZE E CONTESTI

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• Sarei orientato infatti a valutaare prima di tutto la dinamica delle esigenze degli archivi, per poi mettere a fuoco le competenze degli archivisti e i conseguenti requisiti formativi

• Se è la società che produce, gestisce, seleziona, conserva e rende accessibili gli archivi, l’analisi della società (della comunità di eredità, cfr. Convenzione di Faro) è indispensabile per assestare, rendere più credibile e rafforzare il ruolo che vi ricopriamo

• Detto questo, proverò ugualmente a partire dalla formazione

COMPETENZE E CONTESTI

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Dal censimento della professione curato dall’ANAI due anni fa risultava questo quadro di eccellenza sulla formazione dei 1394 archivisti che hanno risposto: Laurea triennale 26,97% Laurea vecchio ordinamento 64,41% Laurea magistrale 25,32 % Diploma APD 63,06 % Scuola speciale archivisti e bibliotecari 8,68 % Master 1° livello 13,77 % Master 2° livello 5,95 % Dottorato 11,04 %

UN’INSTANTANEA DEL 2014

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LA DISTRIBUZIONE GENERAZIONALE DEL CAMPIONE

Un campione abbastanza giovane , quasi il 50% aveva meno di 40 anni

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Un quadro che stride con la realtà occupazionale Su 1394 archivisti

832 (60%) guadagnano meno di 15 mila € lordi

510 (36%) guadagnano tra i 15 e i 50 mila € lordi

Questo dato va interpretato anche considerando altre caratteristiche dell’ampio campione

FORMAZIONE PERIL GIUSTO REDDITO?

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LO SPACCATO PROFESSIONALE

• 550 lavoratori dipendenti

• 315 liberi professionisti, 184 disoccupati e 327 altro (?)

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LA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA

Squilbrio del campione oppure della professione?

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SOCI ANAI?

trasversalità professionali e associazionistiche vecchie o nuove?

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• Corsi di laurea triennale della classe L-1, Beni Culturali oppure L-42 in Storia (in prevalenza)

• Corsi di laurea magistrale della classe LM-5, Archivistica e biblioteconomia (curriculum per archivisti) o LM-84 in Storia

• 17 Scuole APD degli archivi di Stato + la (unica) Scuola speciale della Sapienza + la Scuola Vaticana

• 2 Master di I livello per formare archivisti informatici, esperti in digitalizzazione e/o responsabili della conservazione

• 1 Master di II livello in archivistica, biblioteconomia e codicologia

• Corsi/seminari di ANAI + altre associazioni e enti

L’ATTUALE OFFERTA FORMATIVA

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L’ARCHIVISTA DIGITALE

L'art. 5, comma 3 del DPCM 3/12/2013 prevede che le pubbliche amministrazioni realizzino i propri processi di conservazione all’interno della propria struttura organizzativa o affidandoli a conservatori accreditati, pubblici o privati

La circolare AGID 10 aprile 2014, n. 65 specifica che per ottenere l’accreditamento , i conservatori devono dimostrare l’affidabilità organizzativa, tecnica e finanziaria, ma anche utilizzare personale dotato di conoscenze ed esperienza specifica nei settori della gestione documentale, della conservazione digitale e della sicurezza informatica

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IL RESPONSABILE DELLA CONSERVAZIONE

Il Responsabile del servizio di conservazione è la figura a cui fanno capo tutte le attività del processo conservativo digitale: «definisce e attua le politiche complessive del sistema di conservazione e ne governa la gestione con piena responsabilità ed autonomia» (art. 6, comma 5 del DPCM 3/12/2013).

Dovrebbe quindi avere un profilo professionale di tipo manageriale, con conoscenze specifiche nel settore della conservazione digitale

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IL RESPONSABILE DELLA CONSERVAZIONE

Nelle specifiche dell’AgID, il ruolo del Responsabile del servizio di conservazione può essere svolto da un laureato (in qualsiasi classe di laurea) con esperienza di almeno 5 anni nel ruolo , oppure, in assenza di laurea , con esperienza in ruolo analogo di almeno 8 anni .

Non sarebbe opportuna una maggiore caratterizzazione del profilo , richiedendo almeno, oltre all’esperienza, un percorso formativo specialistico? (S. Pigliapoco)

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L’ARCHIVISTA DIGITALE

Per i soggetti conservatori accreditati , l'AgID richiede che ci siano in organico queste figure professionali :

• Responsabile per la sicurezza dei sistemi di conservazione

• Responsabile dei sistemi informativi per la conservazione

• Responsabile dello sviluppo e della manutenzione del sistema di conservazione

per cui è richiesta la laurea in discipline scientifiche con 3 anni di esperienza nel ruolo o, in assenza di laurea , un’esperienza di almeno 5 anni in ruolo analogo

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L’ARCHIVISTA DIGITALE

Nel documento dell’AgID, per ciò che concerne altri aspetti importanti quali la verifica e conservazione nel tempo del valore giuridico delle firme, la garanzia di riservatezza dei documenti conservati e la stipula di contratti di servizio, è previsto solo il

• Responsabile del trattamento dei dati personali

per il quale è richiesta una laurea (in qualsiasi classe) con esperienza di almeno 3 anni nel ruolo oppure, in assenza di laurea , un’esperienza in ruolo analogo di almeno 5 anni

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L’ARCHIVISTA DIGITALE

Infine, per garantire lo svolgimento delle funzioni effettivamente archivistiche (registrazione, classificazione, fascicolazione, flussi documentali, gestione dei metadati, versamento, selezione, gestione accesso e valorizzazione) l’AgID richiede ai conservatori accreditati la presenza in organico di una figura professionale specifica:

• Responsabile della funzione archivistica di conservazione

per il quale è richiesta una laurea magistrale in archivistica + esperienza di almeno 2 anni nel ruolo, oppure una laurea diversa con percorsi di formazione specialistica nel settore + esperienza di almeno 3 anni nel ruolo, oppure una laurea qualsiasi con esperienza di almeno 5 anni

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L'ARCHIVIO come SERVIZIO CULTURALE

Passando dall’archivio in formazione all’archivio come servizio culturale, per ragionare sui requisiti di formazione degli addetti vale la pena considerare differenti contesti:

•Archivi di Stato e sezioni•Ministero degli esteri e organi costituzionali•Archivi storici comunali (ma quanti aperti al pubblico?) •Archivi storici di enti territoriali (regioni, province, ...)•Fondazioni, istituti storici, istituzioni ed enti di cultura, banche, enti religiosi, privati•Biblioteche, Musei e Centri di documentazione che conservano fondi archivistici•Altri servizi

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L'ARCHIVIO SERVIZIO CULTURALE

Quali sono i requisiti per garantire servizi di qualità per l’accesso agli archivi storici?

•Apertura periodica garantita e sala di studio confortevole•Accoglienza informata e mediazione culturale•Strumenti di ricerca aggiornati e di qualità che coprano tutto il patrimonio (almeno a livello guida, meglio almeno con inventari sommari)•Servizi di riproduzione e assistenza alla riproduzione con mezzi propri•Attività di promozione, valorizzazione e cooperazione culturale di livello territoriale, nazionale e internazionale•Servizi di comunicazione e interazione in rete

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L'ARCHIVIO SERVIZIO CULTURALE

Un interessante riferimento per il nostro ragionamento è la carta delle professioni museali ICOM del 2008, che parte dai servizi per individuare i requisiti professionali:

•Ambito 1 : ricerca, cura e gestione delle collezioni (conservatore, catalogatore, registrar, restauratore)•Ambito 2 : servizi e rapporti con il pubblico (accoglienza, custodia, servizi educativi, biblioteca, …)•Ambito 3 : amministrativo, finanziario, gestionale e delle relazioni pubbliche (gestione, ufficio stampa e relazioni pubbliche, fund raising, promozione, marketing, sito web, …)•Ambito 4 : strutture e sicurezza (allestimenti espositivi, impianti e reti, safety & security)

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GLI AMBITI PROFESSIONALI PER L'ARCHIVIO COME SERVIZIO CULTURALE

1. CURA DEGLI ARCHIVI• Preservation, riordino, descrizione, gestione selezione e acquisizioni

2. MEDIAZIONE CULTURALE• Sala studio on-site & on-line, guide, consulenza diretta e a distanza,

servizi didattici, pubblicazioni, esposizioni, biblioteca

3. MANAGEMENT & STRUTTURE• coordinamento u.o. e personale, budget, safety & security, relazioni

pubbliche, analisi feedback utenza, strategie di sviluppo e R&D, fund raising, comunicazione, sito web, promozione

4. RISORSE DIGITALI• HW & SW, cooperazione applicativa e dei contenuti, riproduzioni, gestione

risorse, valutazione qualità servizi ICT, sviluppo

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QUALCHE CONSIDERAZIONE (1)

IL MUTARE DEI CONTESTI PROFESSIONALIOltre al modello di rete di istituti di concentrazione cui siamo abituati

da più di un secolo, dobbiamo considerare altri contesti per il servizio archivistico storico: archivi in istituti non specializzati, poli culturali che uniscono servizi diversi, archivi speciali (fotografici, grafici, cartografici) e – presto? – la gestione degli archivi digitali

HARD SKILLS e SOFT SKILLSOltre alle capacità e competenze tecniche e specialistiche, gestire un servizio

archivistico culturale richiede sempre più nettamente competenze trasversali di pianificazione e organizzazione, mediazione, problem solving, ascolto di visioni differenti, flessibilità e adattabilità ai cambiamenti. Gli archivisti non possono fare tutto (quindi devono saper delegare ) e al tempo stesso devono essere più aperti ai cambiamenti

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QUALCHE CONSIDERAZIONE (2)

ARCHIVISTI VS. INFOMATICI VS. AMMINISTRATIVI? La trasversalità dei requisiti dei servizi archivistici, sia per gli archivi in

formazione che per quelli storici, richiede cooperazione e scambio di competenze , non professioni chiuse e in competizione. Un’attività di lobbying concertata tra comunità professionali diverse è più efficace di rivendicazioni di dettaglio. Per esempio, una visione trasversale delle esigenze di formazione (MiUR e MiBACT) potrebbe essere più efficace

INTERSETTORIALITA’Una questione antica e mai risolta è quella del dialogo tra archivisti,

bibliotecari, documentalisti, professionisti dell’informazione. L’intersettorialità sarà sempre più inevitabile (digital curator, ma anche mediatore culturale digitale)

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COME AFFRONTARE QUESTO QUADRO

LA FORMAZIONE PER GLI ARCHIVIL’offerta formativa deve preparare professionisti degli archivi in grado

di muoversi con efficacia e flessibilità , sia in un istituto archivistico che in contesti diversi . Le competenze digitali (= di information science) sono un requisito trasversale necessario per ogni professione del presente, servono solo specializzazioni per riproduzione, descrizione e produzione di archivi in digitale. Comunque, non solo gli archivisti devono formare gli archivisti .

UN OSSERVATORIO SULLA PROFESSIONEL’ANAI deve rendere operativo un servizio efficace e tempestivo che

raccolga, elabori e diffonda dati sul mutevole contesto professionale , per contribuire a delineare strategie per la professione basate su dati affidabili e aggiornati

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GRAZIE DELL’ATTENZIONE!

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