Qualche criterio di esistenza per soluzioni di un sistema di equazioni differenziali

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RENDICONTI DEL CIRCOLO MATEMATICODI PALERMO Serie II, Tomo XXVIII (1979), pp. 115-133 QUALCHE CRITERIO DI ESISTENZA PER SOLUZIONI DI UN SISTEMA DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI LUCIANO CARBONE We give some solution existence and uniqueness theorems for the Volterra type equations systems (1) and (6). Si indichi con I l'intervallo [0, 1] e si consideri il seguente problema mo- dello d'esistenza di soluzioni. (A) Siano I e g due ]unzioni continue e limitate da 1Rx X 1Ry X TR. X TRy a ~; determinure una coppia di tunzioni (u, v) definite su P e continue tali che per ogni (x, y) E P: (1) u(x,y) = f f(t,y,u(t,y), v(t,y))dt, o Y v (X, y) = . f g (X, "r U (X, "r V (X, "~))d'c. o Tramite una serie di ricerche (Ciliberto [4], Fiorenza [6], [7], Walter [14], Zitarosa [15]. Si rinvia a Walter [13] per una bibliografia sull'argomento e per altri approcci al problema (A)) si b pervenuti a stabilire come condizioni sufficienti per la risolubilith del problema (A) le seguenti: che l'equazione: x (2) u(x) --/[(t,y,u(t), v(t))dt V xEI, 0 ammetta una ed una sola soluzione comunque si fissi la funzione continua v;

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RENDICONTI DEL CIRCOLO MATEMATICO DI PALERMO Serie II, Tomo XXVIII (1979), pp. 115-133

Q U A L C H E C R I T E R I O DI E S I S T E N Z A P E R S O L U Z I O N I

DI U N SISTEMA DI E Q U A Z I O N I D I F F E R E N Z I A L I

LUCIANO CARBONE

We give some solution existence and uniqueness theorems for the Volterra type equations systems (1) and (6).

Si indichi con I l'intervallo [0, 1] e si consideri il seguente problema �9 mo- dello �9 d'esistenza di soluzioni.

(A) Siano I e g due ]unzioni continue e limitate da 1Rx X 1Ry X TR. X TRy a ~ ; determinure una coppia di tunzioni (u, v) definite su P e continue tali che per ogni (x, y) E P:

(1)

u(x,y) = f f(t,y,u(t,y), v(t,y))dt, o

Y

v (X, y) = . f g (X, "r U (X, "r V (X, "~)) d'c. o

Tramite una serie di ricerche (Ciliberto [4], Fiorenza [6], [7], Walter [14], Zitarosa [15]. Si rinvia a Walter [13] per una bibliografia sull'argomento e per altri approcci al problema (A)) si b pervenuti a stabilire come condizioni sufficienti per la risolubilith del problema (A) le seguenti:

che l'equazione:

x

(2) u(x) - - / [ ( t , y , u ( t ) , v(t))dt V xEI , 0

ammetta una ed una sola soluzione comunque si fissi la funzione continua v;

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116 LOCI,~O cAm)Ol~

che l'equazione: Y

v (y) = t g (x, -~, u ('0, v (~:)) dx V y E t, (3) 0

ammetta una ed una sola soluzione comunque si fissi la funzione continua u;

che per ogni successione {un} di funzioni continue ed equilimitate l'equa- zione:

y

(4) v (y) = l i m j g (x,-~, un ('0, v ('0) dz V y E 1 n 6

ammetta al pitl una sola soluzione.

Quest'ultima condizione ~ una condizione tipica per il problema (A) (cf ad es. Fiorenza [5], [6]). La diremo, seguendo Fiorenza, unicith uni/orme.

Un primo risultato di questa nota (paragrafo 1) consisto nel provare l'esi stenza di soluzioni per il problema (A) sostituendo, nel quadro precedente d ipotesi, l'unicith uniforme con opportune condizioni di monotonia su f e g. Pii precisamente si prova chese [ ~ crescente (risp. decrescente) in v e g ~ crescent(

(risp. decrescente) in u, esistono allora due coppie di funzioni (u , , v,) e (u*, v* (risp. (u , , v*) e (u*, v,)) tali che risolvono il problema (A) e per ogni altra solu zione (u, v) del problema (A) si ha:

(5) u, <_ u ___ u* v, _ v < v*.

Viene poi provato un cdterio di unicit~t supponendo verificata, oltre all ipotesi di monotonia su f e g, una opportuna ipotesi di Nagumo unilaterale.

Si osserva infine che qualora alle ipotesi di decrescenza su I e g si aggiung l'ulteriore condizione / = g , il problema (A) ammette una sola soluzione (par, grafo 2).

I1 problem~t (A) ammette la seguente versione in ipotesi di tipo Carath& dory per / e g.

(B) Siano f e g due [unzioni da 1Rx >( IRy X ~, , X 1Rv a 1R misurabili rispetj a (x, y), continue rispetto a (u, v), tall che per quasi ogni (x, y), per ogni (u, v)

It(x,y,u,v)[ < M(x,y), [g(x,y,u,v)[ < M(x,y),

ove M ~ una /unzione sommabile su P. Determinare una coppia di funzioni (u, v) definite su F, con u contim rispetto ad x e misurabile rispetto a y, v continua rispetto a y e misurabi rispetto a x tali che la prima equazione delle (1) sia verificata per q.o. in 1 per ogni x in I e la seconda equazione delIe (1) sia verificata per q. x in l per ogni y in L

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Analogamente a quanto fatto per il problema (A) sono state stabilite (cf. Arnese [1], Bruno [2], Deimling [5], Santagati [11]) come condizioni di riso- lubilith del problema (B) l'esistenza e l'unicith della soluzione dell'equazione (2) per ogni funzione sommabile v e per ogni y in 1 - - N con N insieme di mi- sum nulla indipendente da v, dell'equazione (3) per ogni funzione sommabile u e per ogni x in I - - M con M insieme di misura nuUa indipendente da u, l'uni- citer della soluzione dell'equazione (4) per ogni successione {u,} di funzioni equisommabili e per ogni x in I - - P con P insieme di misura nulla indipendente dalla successione { u,}.

In un secondo risultato (paragrafo 3) di questa nota si stabilisce come con- dizione sufficiente per la risolubilith del problema (B) la sola ipotesi di cre- scenza (risp. decrescenza) di f rispetto a v e d i g rispetto ad u.

Altri risultati di esistenza per il problema (B) ottenuti tramite tecniche di monotonia sono contenuti in [5], ove si suppone c h e f e g siano crescenti nella coppia (u, v). Ancora a [51 rinviamo per una vasta bibliografia suI problema (B).

Nel paragrafo 4, adattando opportunamente le tecniche introdotte nei para- graft 1 e 3, si studia it seguente problema (, modello ~.

(C) Siano f e g due funzioni continue e limitate da N ~ X ~ y X i ~ u X ~ v a 1R, ~z e ~ due [unzioni derivabili con continuitd e crescenti su I tali che:

max ~z _< 1; max 9 --< 1; ,t' (0). 9' (0) < 1, cz (0) = 9 (0) = 0, I 1

e infine l 'equazione: (x, ,t (x)) = (9 (Y), Y) ammet ta l'unica soluzione x = y = O. Determinate una soluzione (u, v) del sistema:

x

u (x, y) = I f (t, y, u (t, y), v (t, y)) dt - - 9" (Y)" v (9 (Y), Y),

(6) Y

v (x,y) = f e(x, ~, u (x, x), v(x, ~>)d,~ - ~z' (x). u (x, cz(x)) r

V (x,y) EA----{(w,z): 9 (z) --< w --< 1, cz(w)_<z_< 1}.

Questo problema nel caso in cui f coincide con g, con condizioni al con- torno pbh generali, b stato introdotto da Goursat [8] e studiato fra gli altri da Guglielmino ~9J, Stampacchia EI2], in opportune ipotesi di lipschitzianith per la f, da Kisynski [10] in ipotesi di tipo Osgood. La coppia di soluzioni (u, v) determinata & in questi casi costituita da funzioni continue.

Viene qui provato che se f risulta decrescente in v e g in u, allora esistono due topple di soluzioni (u , , v*) e (u*, v.) del problema (C) tali the u , e u* (risp. v, e v*) sono continue in x (risp. in y) e rispettivamente semicontinue

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1 18 LUCL*NO C~Ot~

infedormente e superiormente in y (risp. in x) e se (u, v) b una qualsiasi solu- zione continua del problema (C), allora la (5) ~ verificata.

Ricordiamo infine che se f coincide con g it sistema (1) equivale al seguente problema di Darboux:

zxy = f (x, y, zy, zx) z(x,O) = z(O,y) = c,

per ogni (x, y) E F con c E 111,

e il sistema (6) al seguente problema di Goursat:

z~y = l (x, y, zy, z~) z (x, ~ (x)) = z (~ (y), y) = c,

per ogni (x, y) 6 A con c E 1R.

1 . - Cominciamo col richiamare alcuni noti lemmi sulle diseguaglianze inte- grali (cf. per es. [13]).

LEMMA 1.1. Siano 91 e 92 due applicazioni da 1Rx X 1Rw in 1R misurabili in

x e continue in w tall che per q.o. x: 91 (x, w) <__ 92 (x, w) per ogni w e

[ r (x, w) I < M (x), I r (x, w) [ <__ M (x) per ogni w,

ove M ~ una ]unzione sommabile.

Siano w~ e w2 le uniche soluzioni delle equazioni ( i= 1, 2): X

w , ( x ) = wi(t))dt + a, u

Xo

ove xo E I e a E 1R ; allora :

wl (x) <_ We (x) v x E l , x >__ xo.

LEMMA 1.2 Siano ao un numero reale, xo un elemento di 1, q~ un'applicazio-

ne da 1Rx )K ~ w a 1R misurabile in x, continua in w, tali che l'equazione :

X

w (x) = f ~ (t, XO

w(t ) )d t + ao V x E l ,

ammette una ed una sola soluzione w.

Siano an una successione di numeri reali convergente ad ao, x~ una succes-

sione in I convergente verso xo, q~, una successione di applicazioni da ~x X ~ w

a ~ misurabili in x e continue in w, equimaggiorate per q.o. x da una funzione

sommabile M, convergente per q.o. x uniformente rispetto it w verso 9.

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QUALCHE CRITERIO DI ESISTENZA PER SOLUZIONI DI UN 6ISTEMA, ECC. I 1 9

Allora ogni successione { w, } di soluzioni delle equazioni :

X

w. (x) = j r (t, w. (t)) dt + an V x E 1, Xtl

converge uni[ormemente verso w su I.

Indichiamo con Cx(P) risp. Cr(12)) lo spazio delle funzioni v da 1 a 1R continue in x (risp. y) e misurabili in y (risp. x), tali c h e l a seminorma:

(7)

llvl]=/maxxE, Iv(x'y)ldY"

II v II =fmax I v(x,y)ldx) (lisp. i yE/

finita. In esso identificheremo poi due funzioni vl e v2 se per q.o. y (risp. x):

v~ (x, y) = v2 (x, y) per ogni x (risp. y).

Con tale identificazione la seminorma definita in (7) diviene una norma. Si pub allora mostrare che Cx (15) (risp. Cy (15)) ~ uno spazio di Banach (cf. [5], lemma 2.1).

Diremo poi che v~ _<_ v2 in Cx(F) (risp. Cr(P)) , se per q.o. y (risp. x):

vl (x, y) _< v2 (x, y) per ogni x (risp. y).

Le funzioni ] e g da 1Rx X1R~ X1R,, X1Rv a �9 soddisfino le ipotesi di cui in (B). lndichiamo allora con T~ (risp. 7"2) la trasformazione, the ad ogni coppia (u, v) di funzioni in C~ (12) x Cy (F) associa la funzione w in Cx (/2) (risp. Cy (/2)) deft- nita per q.o. y (risp. x) dalla relazione:

(8) x

w (x, y) = f [ (t, y, u (t, y), v (t, y)) dt V x E 1, 0

Y

(lisp. w (x, y) = f g (x, .~, u (x, , O, v (x, .O) d~ V y E I). 0

1~ facile vedere che TI (risp. T2) ~ un'applicazione continua da C~ (12)• (12) a C~ (12) (risp. Cy (F)).

Il problema (B) equivale owiamente a risolvere il sistema:

u : T l ( u , v ) , v = T 2 ( u , v ) .

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1 2 0 LUCIANO CARBONE

L'equazione (2) (risp. (3)) ammetta una ed una sola soluzione per ogni funzione v (risp. u) sommabile, e per ogni y (risp. x) in I - - N con N insieme di misura nulla indipendente da v (risp. u). Si consideri per ogni v E Cy (/2) (risp. u E Cx (/2)) l'equazione:

(9) u E Cx (/2) : u = T1 (u, v), (risp. v E Cy (12) : v = T2 (u, v)),

e si indichi con 01 (risp. 02) l'applicazione, che ad ogni v in C r (/2) (risp. u E C~ (F)) associa l'unica soluzione (quando esiste) della (9).

Vale allora il:

LEMMA 1.3. L'applicazione 01 (risp. 02) ~ delinita su tutto Cr(/2) (risp. Cx (F)) ed ~ continua.

DIMOSTRAZIONE. Sia v in C~ (12). Indichiamo per q.o. y con u (y) la funzione continua soluzione (unica) deU'equazione:

(10) x

= f f ( t ,y , ~t(g)(t), v (t ,y))dt 0

Si ponga ora per q.o. y u (x, y) = u (y) (x) V x E I.

v x E l .

Occorre provare che u a x fissato ~ misurabile rispetto a y, ma cib segue subito dal teorema 1.4 di [5].

Per provare la confinuith di 01 si osservi che se v~ converge a v in C r (/2) allora (passando eventualmente a sottosuccessioni) per q.o. x in I :

lira v~ (x, y) = v (x, y) per ogni y.

D'altro canto per q.o. y si pub supporre che, uniformemente in x:

lim 01 (v~) (x, y) = u (y) (x).

Passando al limite nell'equazione:

x

0. (v.> (x, y> = f l (,, r, 0. (t, y>. (,. y)) dt. 0

Grazie al lemma 1.2 si ha subito che u (y) veritica la (10) e dunque, per q.o.

y, ~ (y) (x) = 01 (v) (x, y). Poich~:

!

I 01 (v~) (x, r) ) <- f M (t, y) dt, 0

si ha subito che 0t (v,) converge a 01 (v) in Cx(/2).

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QUALCHE CRITERIO DI ESISTENZA PER SOLUZIONI DI UN sISTEMA, ECC. 121

Denotiamo con 0 l'applicazione da Cy(F) in Cy (F) definita tramite la relazione:

0 (v) = 02 (01 (v)).

I~ facile verificare che una coppia (u, v) risolve il problema (B), s e e solo se v=O (v) e u___ 01 (v). Indicheremo pertanto con Fe l'insieme delle soluzioni del problema (B) (e anche, qualora non vi sia arnbiguith, del problerna (A)).

Vale iI seguente:

LEMMA 1.4. S i a f crescente (risp. decrescente) in v e g crescente (risp. decre-

scente) in u.

Le equazioni (2) e (3) ammettano una ed una sola soluzione rispettiva-

mente per ogni v e per ogni u [unzioni sommabili su 1, per ogni y e per ogni

x in I - - N con N insieme di misura nulla indipendente da u e v. A l lora i l pro-

blema (B) ammette due soluzioni (u , , v , ) e (u*, v*) (risp. (u . , v*) e (u*, v,))

tali che per ogni (u, v) E Fo sussiste la (5).

DtMOSl~AZIO~. Si tratta di provare che l'applicazione 0 b dotata di punti fissi.

Cominciamo col supporre c h e f sia crescente in v e g crescente in u. In tal caso le applicazioni 0~ e 02, grazie al lemma 1.1. risultano entrambe cre- scenti. Di conseguenza 0 come loro composizione risulta crescente. Grazie al lemma 1.3 sia 01 che 02 sono continue e quindi tale risulta anche 0. Definiamo

per ricorrenza la successione {v-*-}C Cy(F) nel seguente modo:

Y

f : (11) v~ (x,y) = M ( x , ~ ) d ~ , v-* = O( ,_ , ) . o

Poichd v~* <v0* e 0 b crescente, la successione Iv.*} ~ decrescente. Essa inoltre b costituita da funzioni che per q.o. x sono equilimitate ed equicontinue rispetto a y. Ne segue che { v.* } converge per q.o. x verso una funzione v* con- tinua rispetto a y. Inoltre v*, come limite di funzioni misurabili, b misurabile rispetto a x.

Poichd infine per q.o. x in 1:

I

I v (x,y) I m a x yE l

o

si ha che v* E C r (F) e che v.* converge a v* in Cy (F). Poichd 0 b continua, dalle

(11) si deduce subito che v* b punto fisso di 0.

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122 LUCIAIqO CA.RBOHE

Analogamente potto:

Y

f n n--| o -- M(x,~l)da q, = O(v, ), (11") v , = v ,

si prova c h e l a successione v , converge verso una funzione v, in Cy (F) the punto fisso di 0.

Per provare la (5) poniamo u* = 01 (v*) e u, = 01 (v,) e sia (u, v) in Fe. Dalle relazioni: v~ <_v<_v~, v = 0 (v), dalla crescenza di 0, dalla (11) e (11")

si ricava subito : v,<_v<_v*, da cui per la crescenza di 01, si ottiene u , <u<__u*. Supponiamo ora J decrescente in v e g decrescente in u. Le applicazioni

01 e 02 risultano ora decrescenti e continue e quindi 0 come loro composizione risulta ancora crescente e continua.

Applicando il procedimento precedente si costruiscono due punti fissi per 0, v* e v~,. Poniamo ora u,=01 (v*) e u*=01 (v,). Utilizzando questa volta la decrescenza di 01, la (5) ~ di immediata verifica.

I1 lemma ~ cosi completamente provato.

TEOREMA 1. 5. S i a ] crescente (risp. decrescente) in u e g crescente (risp. decrescente) in v.

Le equazioni (2) e (3) ammettano una ed una sola soluzione rispettivamente per ogni u e per ogni v funzioni sommabili su L Allora il problema (A) am- mette due soluzioni (tt , , v.) e (u*, v*) (risp. (u, , v*) e (u*, v,) tali che per ogni (u, v)E Fe sussiste la (5).

DIMOSTRAZIONE. Limitiamoci al caso in cui f �9 g risultano entrambe cre- scenti e a provare l'esistenza della soluzione (u*, v*). Vogliamo pertanto pro- varo the la soluzione (u*, v*) del problema (B), la cui esistenza ~ assicurata dal lenama 1.2, ammette una rappresentante costituita da funzioni continue, ehe soddisfano la prima delle equazioni (1) per ogni y e la seconda delle (1) per ogni x. Poniamo:

M -_ sup( I / I + Igl + 1).

�9 tramite neUa (11), M ( x , y ) coincidente con M e si defmisca: u n Si scelga, la posizione:

@ un = 01(v.*).

La successione Iv,*} ~ costituita da funzioni continue in y uniformemente rispetto ad x ed n, equilimitate. Grazie al lemma 1.2, v* risulta essere continua in x. La successione Ivy} inoltre converge decrescendo verso v* per ogni x, uni- formemente rispetto a y. La funzione v* sar~t pertanto continua in y e semi-

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continua superiormente in x. Considerazioni analoghe (invertendo i ruoli di x e y) valgono per la successione {u~} e la sua funzione limite u * = 01(v*).

Si osservi infine che le relazioni:

x

* x f u* (t,y), v* (t,y))dt. u . - l ( ' Y ) = ] i f 'Y ' . -1 .-1 0

Y

v~ (x.y)= f g(x.~.~_, (x.~). v'(x.~))d~. 0

sono soddisfatte per ogni (x, y) in /2. I~ possibile adlora passare in esse al limite per ogni (x, y) e si pub subito dedurre che (u*, v*) soddisfa le equazioni (1) per ogni (x, y). Rimane dunque da provare solo che u* e v* sono continue. Provia- mo ad esempio che u* ~ continua. Basterb. verificarne la continuith rispetto a y. Sia y. una successione convergente verso Y0.

Per le proprieth di convergenza di v si ha uniformemente rispetto al varia- re di (x, u) su di un insieme limitato:

lirn ] (x, y . , u, v* (x, y.)) = ] (x, y0, u, v* (x, Y0)). t l

Poich6 l'equazione (2) ammette una sola soluzione, dad lemma 1.2 segue subito che lim u* (x, y.) = u* (x, Y0)-

L'asserto 6 cost provato.

2 . - Vale la:

PROPOSIZIONE 2.1. Se f ~ crescente (risp. decrescente) in v e g ~ crescente

(risp. decrescente) in u e inoltre:

kl k2 f (x, y, u~ , vl) - f (x, y, u2, v2) < x ( u . - u 2 ) + -~- I v l - v , I.

per u1>u2 e v l>v2 (risp. u l>u2 e v l<v2) , e:

k3 k~ g (x, y, ul, vl) -- g (x, y, u2, v2) _< -X- I ul--u21 --I- ~ - (vl--v2),

per ul>__u2 e v l>v2 (risp. u l<u2 e vl>_v2), con 0_<k l+k2<l . 0_<k3+k4<l ,

allora il s is tema (A) ammet te una ed una sola soluzione.

DIMOSII~AZIONE. Poich6 sono soddisfatte le ipotesi del criterio di unicit~ di Nagumo, le equazioni (2) e (3) ammettono una sola soluzione. Pub dunque essere applicato il teorema 1.5.

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124 LUCIANO CARBONE

Baster~t allora provare the u* = u , e v * = v , .

Limitiamoci al caso in cui f e g sono entrambe crescenti. Si osservi the :

(u* - -u , ) (0, y) = (v*- -v , ) (x, 0) = 0.

Poniamo :

w (x; y) = (u* (x, y) - u , (x, y)) / x,

z (x, y) = (v* (x. y) -- v , (x, y)) / y.

Si ha subito:

w (x, y) = ~ X (tt*--t/,) (~y, y) = f (~y, y, u*(~y, y), v* (~y, y)) --

-- f ( ~ y , y , u , (~y,y) , V , ( ~ y , y)).

Di conseguenza, si ha uniformemente rispetto a y:

l im w (x, y) = O. x--~)

Analogamente si prova che, uniformemente rispetto ad x:

l i m z ( x , y) -- O.

Si ha inoltre:

Siano

X X kl/ k2/z ,. w (x, y) ___ ~ w (t, y) dt +

0 0

y) dr,

y y

- y . I -~- z (x, .Oa~. 0 0

M 1 - - m a x w M 2 = m a x z . p

Si supponga per assurdo che 0 < M r e M z < M ~ .

Poich6 w non pub essere identicamente eguale a M~, detto (x0, Y0) un punto di massimo si ha:

MI < klMl + k~Ml ---- Ml ,

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QUALCHE CRITERIO DI ESISTENZA PER SOLUZIONI DI UN ~SISTEMA, ECC. 1 2 5

e cib ~ assurdo; dunque Mt = 0 e u* = u . , v* ----- v , . Analogamente si ragiona se 0 < M 2 e M t < M 2.

PROPOSIZIONE 2.2. Si supponga che J coincida con g e che essa sia decre- scente neIla coppia (u, v) allora il sistema (A) ammette una ed una sola soluzione.

DIMOSTRAZIONE. Le equazioni (2) e (3) ammettono una sola soluzione in virtu della decrescenza della L grazie ad un noto criterio di unicith. Pub allora applicarsi il teorema 1.5.

Si ponga:

si ha dalla (1):

Z (x, y) = f u * (x, t) dt; 0

Zxy (x, y) = J(x, y, u* (X, y), v , (x , y)),

e quindi tenendo conto delle condizioni al bordo e ancora della (1):

y x

Zx = v , , f U* (x, t) dt : . f v , ('~, y) d-c. 0 0

Analogamente si ricava:

y x

0 0

Poichd u* > u , e v* > v , si pub subito concludere chc:

U * = U , e v * = v , .

3.- Applicando il lemma 1.4 e utilizzando un opportuno proccdimcnto di approssimazione possiamo provare il:

TEOREMA 3.1. S i a f crescente (risp. decrescente) in v e g crescente (risp. decrescente) in u, allora il problema (B) ammette due soluzioni (u*, v,) e (v , , v*) (risp. (u*, v,) e (u , , v*)) tali che se (u, v) E Fo vale la (5).

DIMOSTRAZlONE. Supponiamo ad esempio c h e / e g siano crescenti e pro- viamo l'esistenza della coppia (u*, v*).

Siano Jm e gm duo successioni di funzioni da 1Rx X ]Ry ~( 1g~ X 1Rv in ~ mi- surabili in (x, y) e lipschitziane in (u, v) tali che, per ogni m, fm risulta crescente rispctto a v e gm rispetto a u, convergenti in decrescenza rispettivamente verso J e g per q.o. (x, y) uniformemente al variare di (u, v) su insiemi limitati, equi-

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126 LUCI NO CArOm

limitate da 2 (M (x, y)+ l). Successioni di questo tipo possono essere ottenute, ad esempio, regolarizzando f e g rispetto alia variabile (u, v).

Osserviamo esplicitamente che ogni coppia (]m. g,,) soddisfa le ipotesi del lemma 1.4.

Indichiamo con T~' (risp. T~') l'applicazione associata a lm (risp. gin) tra- mite la (8).

I~ facile provare the se (u', v m) converge a (u, v) in Cx (/2)XCy (/2) allora:

(12) lira T~" (u m, v") = Ti (u, v) i = 1, 2.

In effetfi posto:

fm(X, y, um(x,y), v"(x,w))-- f(x,y,u(x,y,v(x,y))= Wm(X,y),

si tratta di provare che:

I

lim fa, m 0

Per q.o. y si ha:

x

m a x I fw,.(t,y)dtl = O.

x ( : ! 0

x 1

max t f wm(t,Y)t, dtl <-- f l xEl

o 0

I

w,,(t,y)ldt < 4 f (M(t,y) + Ddt, o

---- 0;

e dunque ~ sufficiente provare che per q.o. y:

1

0

ma cib ~ ovvio in quanto per q.o. y:

I w,. (x, y) I < 4 (M (x, y) + 1) per q.o. x,

e passando eventualmente a sottosuccessioni, per q.o. y si ha:

lira w,, (x, y) = 0 per q .o .x .

Indichiamo ora con 0~ (risp. 0~') l'applicazione crescente v E Cy (/2) (risp. u E Cx (/2)) associa l'unica soluzione u in C~ (/2) (risp. C, (/2)) di:

o t rn u = T 1 (u, v) (risp. v -- T~ (u, v)).

Si osservi che:

r a t i t 0~ (v) < 0~ -1 (v) (risp. 0 2 (v) < 0~ -1 (v)).

che ad ogni v in

Page 13: Qualche criterio di esistenza per soluzioni di un sistema di equazioni differenziali

Q U A L C H E C R I T E R I O D I E S I S T E N Z A P E R S O L U Z I O N I D I U N S I S T E M A , E C C . 127

m Si indichi con 0" l'applicazione composta 0m= 0~ �9 0t �9 Essa risulta, per ogni m, crescente, mentre:

0" (v) < 0 "- l (v) per ogni v in C r (F)-

n -m nel seguente modo: Definiamo per ricorrenza le successioni doppie v m e u~

(13)

Y -m / mln v, (x,y) = M(x,"c)d'r v, : 0m(v~_,),

0

" m m " -m Un = 0, (Vn).

Si ha subito che:

--In - - - - m - - m + l v. >~vT+,, v. >~v . ,

- - m - m - m --m.4- I t/,, ~ t/.+ 1, U~ :>/U~ .

Si osservi che per ogni m a l divergere di n:

m 41, (14) lim (u , , v~) = (u~, vm), n

ove (u~, v~) ~ la soluzione del problema (B) relativa alle funzioni [,~ e gin, la

cui esistenza ~ assicurata dal lemma 1.4. La successione v : (risp. u~) grazie alia (13) ~ decrescente rispetto ad m e costituita da Iunzioni, a x (risp. y) fis-

x

nella y (risp. x) ed equimaggiorate da 2 / (1 q - M (x, "0)d-~. sato equicontinue 0

Si ha dunque che v : (risp. u : ) converge verso una funzione v* (risp. u*) in C r (F) (risp. C~ (F)).

- - m

Dalle (13) segue che la successione v, (risp. - " u, converge in Cy (/r) (risp. C,(/z)) al divergere di (m,n) verso v* (risp. u*). Dalla (12) e dalla (14) si de- duce allora che:

lira T~' (u~, vT) = Ti (//*, V*) i = 1,2, ira,n)

e dalla (14):

lim T~' (uT, vT) = lira lim T~' (uT, v•) i = 1,2, (m,n) ,n n

m - - n l lira lira T~ (u . , v~') = lim u,~ = u*,

n m

lira lira T, (u~, v~) = lim v~ = m N tPi

Page 14: Qualche criterio di esistenza per soluzioni di un sistema di equazioni differenziali

128

vio in quanto:

v = 0 ( v ) < 0 "~ (v) ,

nl u = 01 (v) <__ 0, (u),

LUCIANO CARBONE

Non resta da provare che se (u, v)E Fe allora u _< u*, v < v* ma cib ~ ov-

- / r l

m - m u_<O, ( v o ) ;

trl di conseguenza per la crescenza di 0" e di 0~ si ha:

v < v" , u < uT, per ogni (m, n).

La dimostrazione ~ co~ completata.

4 . - In questo paragrafo ci proponiamo di studiare tramite le tecniche messe a punto nei paragrafi 1 e 3, opportunamente adattate, il problema (C). Ritcrremo percib soddisfatte sempre le ipotesi di cui in (C). A tale scopo occorre introdurre qualche nuova definizione.

Indichiamo con p u n vettore di componenti (pl ,p2) tali che : 0 < p ; _ 1 i = 1,2, con •p l'insieme ~ f)([0,01 ] X [0, p2]); ~ coincide con ~ e pertanto sar~ denotato pitt brevemente con 4. Poniamo poi:

K 1 ( t ) = m a x ~'(x); K z ( 0 = m a x l 3 ' ( x ) tE[0 ,1 ] . xEI0,tl xEi0,tl

Per brevitb, sostituiremo alle dizioni ,~ semicontinuo inferiormente ~ e ~, se- micontinuo superiormente ~ quelle di s.c.i, e s.c.s.

Denoteremo con Stx (Ap) ed S' x (ao) (risp. S t, (ae), ~ (z~.o)) l'insieme delle

funrioni su ~, continue nella x (risp. y) e rispettivamente semicontinu~ inferior- mente e superiormente nella y (risp. x) e limitate.

Le equazioni :

X

u(x) = f t(t,y,u(t), w(t))dt + a VxEl, ~0

(15)

Y

v = f g (x, v + b V y E 1, Y0

ammettano una ed una sola soluzione comunque si fissino rispettivamente x0 in 1, a in I~, w funzione misurabile e y0 in 1, b in 1R, z funzione misurabile.

S i a m una funzione s.c.i. (risp. s.c.s), n una funzione s.c.s. (risp. s.c.i.), en- trambr limitate.

Page 15: Qualche criterio di esistenza per soluzioni di un sistema di equazioni differenziali

QUALCHE CRITERIO DI EsISTENZA PER SOLUZIONI DI UN SISTEMA, ECC. 129

Indichiamo con 01 l'applicazione che ad ogni v E ~ (Ap) (risp. St (As)) asso- cia la soluzione u in S~x (Ap) (risp. S ~. (As)) della equazione:

x

(16) u(x , y ) = / f ( t , y , u ( t , y ) , v ( t , y ) )d t - ~ ' ( y ) . v (~(y ) , y ) + re(y),

V (x,y) EAp,

e con 02 l'applicazione che ad ogni u in S", (Ap) (risp. S~ (As)) associa la soluzione v in ~ (A~) (risp. Sty (Ap)) dell'equazione:

Y

(17) v(x ,y ) = f g(x, '~,u(x, 'O, v (x , 'O)dz -- a ' ( x ) .u (x , cz(x)) + n(x), a~x)

V (x,y) E Ap.

Utilizzando il lemma 1.2, si vede facilmente che 0t e 02 risultano ben definite. Indichiamo infine con 0 l'applicazione 02" 01 e con F0 l'insieme dei suoi

punti fissi limitati. I~ facile verificare che una coppia (u, v)ES ~. (As)• S~ (As) (risp. S~ (A~) • S ~ (A~)) di funzioni limitate i~ una soluzione del sistema (16), (17), y

s e e solo se v E Fee u=01 (v). Di conseguenza indicheremo con F0 anche l'insie- me delle coppie (u, v) che risolvono il sistema (16), (17), costituite da funzioni limitate.

LEMMA 4.1. S i a [ decrescente in v e g decrescente in u. Le equazioni (15) ammettano una ed una sola soluzione e risulti infine :

KI (pO" K2 (02) < 1.

Allora il sistema (16), (17) ammette una soluziorte (u,, v*) (risp. (u*, v,)) con

u, ES](AQ), v*ES~(AQ) (risp. u*ES~(Ao), v, ES~(AQ)) tale che se (u,v)EFo

allora vale la (5).

DIMOSTRAZIONE. Poniamo: M = sup Itl + sup Igl + sup Iml + sup Inl, e ancora:

2M(1 + K l ( p 0 ) + I (risp. v o*= - - v 0.). v~ = 1--Kl(pl).K2(p2)

Poich6 01 e 02 risultano decrescenti, 0 6 crescente e inoltre:

,It. 0 ( v ~ ) _< v 0

e ancora se (u, v)E Fe, allora:

'~ > v, 01 (vD < u ( 1 8 ) v 0 _ _ _ _

(risp. O(v ~ _> v~,),

0 < v, 0, (v~ ) > u). (risp. v ~ _

Limitiamoci a costruire la coppia (u. , v*) potendosi procedere in modo aria- logo per la costruzione di (u*, v,).

Page 16: Qualche criterio di esistenza per soluzioni di un sistema di equazioni differenziali

130 LUC~NOC~Om

Poniamo, per ogni n:

(19) v~'= 0(~-1), u.

La successione {v~ } b decrescente limitata, converge per ogni x uniforme-

mente in y verso una funzione v*(x,y) in ~(Ap); la successione {u~} ~ cre-

scente limitata e converge per ogni y uniformemente in x verso una funzionc

u , (x, y) in S ~ (Ap). Passando al limite nella equazione: $

X

U~-' (x. y) = f ~ (t. u~ -t (t. y). pL, ( t. y)) at - ~' ( y) v L l (~ (y). y) + m (y). Oty)

per ogni y e nell'eqnazione:

X

41" X n--1 V, (x, y) = f g ( , ~, u. (x, ~). v'~ (x, ~)) & - e ' (x) u ; - ' (x, e (x)) + n (x), alx)

per ogni x, rasserto ~ provato.

La (5) discende subito dalla (18), dalla dccrcscenza di 01, dalla crescenza

di 0 e daUa (19).

Siano ora (m~,n~) i=1,2 due coppie di funzioni. Indichiamo con(u~,v~) l (risp. u~*, v.)) i=1,2 le soluzioni del sistema (16), (17) con m=ml, n=nl e

m=m~, n=n,, la cui esistenza ~ assicurata dal lemma prcccdcntc. Vale allora

il seguentc Icmma di dimostrazione immexliata.

LEMMA 4.2. Se ml >__ m2, nl < n2, allom:

U. ~ U . , Y 2

I

Adottando un procedimento utilizzato in [9] possiamo ora eliminate nello studio del problema (C), la condizione KI(OI)'Kz(02)< 1 che dava al lemma 4.1 il carattere d 'un criterio d'esistenza locale.

LI~MMA 4.3. S i a f decrescente in v e g decrescente in u e le equazioni (15)

ammettano una ed una sola soluzione. Allora il probIema (C) ammette due solu-

zioni (u , , v*), (u*, v,) con

u. ~ s; (a), u* ~ s: (a), v. ~ s~' (a), v* ~ s;(a),

tali che se (u, v) ~ una soluzione continua di (C), la (5) ~ verificata.

Page 17: Qualche criterio di esistenza per soluzioni di un sistema di equazioni differenziali

QUALCHE CRITERIO DI ESISTENZA PER SOLUZIONI DI UN SISTEMA, ECC. 131

DIMOSTRAZIONE. Indichiamo con C1 �9 C2 i grafici di a e [3. 1~ possibile co- struire (cf. [ 12]) una curva continua crescent~ di equazione y = y (x) con "1' (0) = 0 tale che, dettone C3 il grafico, si ha C3--{(0,0)}cA.

Poich6 ~'(0).[3"(0)<1, esiste un numero reale positivo ~ tale che:

K, (p0).K~ (p0)< 1.

Sia R0=[0, a0] • [0, b0] un rettangolo con i vertici sugli assi, nell'origine, su 6"3 contenuto in [0, 90] 5. Detta ~; la distanza tra C3 e le parti di C~ e C2 non interne a R0, sia ~, un numero reale positivo tale che in ogni intervallo di am- piezza minore di L, l'oscillazione di ~ e [3 sia minore di ~; sia "~<k un numero tale che in ogni intervallo di ampiezza minore di ,~ l'oscillazione di y sia mi- nore di k. Sia R1 = [0, al] • [0, bl] un rettangolo a vertici sugli assi, nell'origine, su Ca la cui dimensione a~ superi a0 per meno di -~. Prolungando i lati di R0, R~--Ro risulta decomposto in tre rettangoli RL~,RL~ e RL2 tali c h e l a curva

C, ha intersezione vuota con R~,, e RL3 e la curva C2 con RL2, RL3

Limitiamoci a costruire la soluzione (tt. , v*). I1 lemma 4.1 permette di definire su R0 una soluzione o (u~,, v o ) che soddisfa

la (5). Vogliamo prolungarla su tutto R~.

Mostriamo come cib ~ possibile, ad esempio su RL~. Allo stesso modo si pub procedere su RL3 e cib fatto, infine, su RL2.

Come estensione su RL~ sceglieremo la soluzione (u. , v*) del sistema:

x

f ~ u (x, y) = ~ (t, y, u (t, y), v (t, y)) dt + u~ (ao, y), ao

(20) Y

v (x, y) = f g (x, x, u (x, x), v (X, "r d'c -- ~' (x). u (x, a (x)),

per ogni ( x , y )ERL~NA. esistente per il lemma 4.1. Indicheremo questa solu-

zione con (u~,, v~). Poniamo ora, per ogni (u,v)EFe, u(ao,y)=u~ (ao,y) e indichiamo con

( u , , v 2 ) l a soluzione fomita dal lemma 4.1 per il sistema (20), ove si rim- o u~ (ao, y). piazzi u . (ao,y) tramite

Per il lemma 4.1: u~ e ancora, su R1.1:

< /4, V~ > V. U~ ~

Per il lemma 4.2: I < 2 .It-

/ 2 ~ _ _ U l . , V ~ > " V z ,

�9 dunque la (5) 5 verificata.

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1 3 2 LUCIAIqO CARBOIqE

1~ facile provare che l'estensione a R1 di (u , , v*) appartiene a S~(A~)• S] (A~), con p=(a~,bl) , e verifica il sistema (16), (17) con m(y)=n(x)=O.

Con un numero finito di iterazioni del procedimento si ottiene il prolun- gamento a /~ N A, ove /~ ~ il massimo rettangolo in /z i cui vertici giacciono nell'origine, sugli assi e su C3. 1~ facile allora prolungare a tutto 12N A, utiliz-

zando ancora il lemma 4.1. Dal lemma 4.3 si pub dedurre, adattando opportunamente il procedimen-

to utilizzato nel paragrafo 3, il seguente:

TEOREMA 4.4. Sia] decrescente in v, g decrescente in u, allora il problema

(C) ammette due soluzioni (it,, v*) e (u*, v,) con

j ~ t s u, eS (A), u*eS , v, v*eS;(A)

tall da verificare la (5) per ogni soluzione continua (u, v).

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Pervenuto n 30 settembte 1976

Scuola Normale Superiore Piazza dei Cavalierh 7 - 56100 Pisa