Quadrimestrale di Cultura, Finanza, Economia, Identità e ... · 44 GLI AuToRI DI quESTo NumERo 54...

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Intervista al Procuratore Generale della Corte dei Conti Quadrimestrale di Cultura, Finanza, Economia, Identità e Valori 100 anni con Don Rizzo Anno 2 - N. 2 - Aprile 2012 - Luglio 2012 - Registrazione n. 336 del 20 Dicembre 2010. Distribuzione gratuita Anno 2 - N. 2 - Aprile 2012 - Luglio 2012 - Registrazione n. 336 del 20 Dicembre 2010. Distribuzione gratuita

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Intervista al Procuratore Generale della Corte dei Conti

Quadrimestrale di Cultura, Finanza, Economia, Identit e Valori

100 annicon Don Rizzo

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Periodico QUAdriMeSTrALedi iNForMAZioNe deLLABANcA doN riZZoAnno 2, n. 2, Aprile 2012 - Luglio 2012

DIRETTORE RESPONSABILEAntonio prof. Fundar

COMITATO DI DIREZIONEGiuseppe dott. Mistretta Presidente Banca don rizzoCarmelo dott. Guido direttore Generale Banca don rizzoEnzo dott. Nuzzo Vice Presidente Banca don rizzoAntonio prof. Fundar direttore responsabilePasquale prof. Hamel responsabile comitato ScientificoSalvatore dott. Cartuccio Ufficio marketing Banca don rizzo

REDAZIONEUfficio marketing e comunicazioneVia Stefano Polizzi, 13, 91011 Alcamo (Tp)

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LETTERA APERTADEL PRESIDENTE 4 ComE NASCE uN EvENTo P.L.A.S. 20LETTERA APERTADEL DIRETToRE GENERALE

SCoPELLo: uNA boRGATADALTRI TEmPI5 21

PRoGRAmmA JESSICALEuRoPA CoN 150 mILIoNI DI EuRo PER PRoGETTI LEGATI ALLENERGIA

uNA bELLEzzA SCoNoSCIuTA:IL moNTE INICI6 22

INTERvISTA AL DoTT. CoPPoLA, PRoCuRAToRE GENERALE DELLA CoRTE DEI CoNTI DELLA SICILIA

CASTELLAmmARE DA GuSTARE8 24EmILIA LIPARI,LA TRADIzIoNE DI fAmIGLIA,IL Suo AmoRE PER LA bANCA

SoADI, GIovANE AzIENDA, NEL CAmPo DEL CAff IN CIALDE10 26

CASTELLAmmARE DEL GoLfouNA LEGGENDA SEmPRE ATTuALE

RICAmI E SfILATI TRADIzIoNALI SICILIANI REALIzzATI A mANoDA ENzA bARoNE E DALLA SuA boTTEGA

12 28Lo zINGARo: uNA NATuRAChE PARLA ALLuomo

AGESP E LA mIGLIoRE GESTIoNE DEI RIfIuTI14 30

EmILIA LIPARI,LA TRADIzIoNE DI fAmIGLIA,IL Suo AmoRE PER LA bANCA

Lo zINGARo: uNA NATuRAChE PARLA ALLuomo10 14

LA mACChINA DEL TEmPoNEI LoCALI DEL CASTELLoARAbo-NoRmANNo DI CASTELLAmmARE DEL GoLfo

LA DA.SCA AzIENDA LEADER NEL RISPETTo AmbIENTALE16 32

IL RESTAuRo DEL CRoCIfISSoIN SuGhERo

LA STRAoRDINARIAPoESIA DI LILIANA PATTI18 34

SOMMARIO

TuRI SImETI:SuPERfICI vERSo AmbIENTI

SCRIvERE IL fuTuRo.CoSTITuITA LASSoCIAzIoNE DEI SoCI GIovANI bCC DoN RIzzo

36 42

SOMMARIO

TuRI SImETI:SuPERfICI vERSo AmbIENTI 36 bANCA DI CREDITo CooPERATIvo GIuSEPPE ToNIoLo DI GENzANo 48uNA vITA DA bANCARI 38 ComE mETTERE A vALoRELE AREE PRoTETTE DEL

TRAPANESE49

Lo SPREADComE INDICAToRE DI CRISI

SoRRI-DENTI PER SEmPRE39 50LA fILIALE DI CASTELLAmmARE DEL GoLfo NEL TERRIToRIo

100 ANNI CoN DoN RIzzo40 51SCRIvERE IL fuTuRoCoSTITuITA LASSoCIAzIoNE DEI SoCI GIovANI bCC DoN RIzzo

LA CERImoNIA ALLA foNDAzIoNE oRESTIADI DI GIbELLINA42 53

LACCESSo AL CREDIToAGLI STuDENTI

GLI AuToRI DI quESTo NumERo44 54I muTuI PRImA CASAPER I GIovANI 44LE INIzIATIvE DELLA bANCADoN RIzzo NELLAmbIToDELLA CooPERAzIoNE

46IL CREDITo CooPERATIvo:DIffERENTE PER GENESI 47

Lettera apertadel PresidenteAnche il 2012 si caratterizza per il fatto di essere un anno difficile, dal punto di vista economico, finanziario e sociale, mettendo a dura prova le nostre comunit locali.

I recenti dati forniti da Banca dItalia ci mostrano, infatti, un paese che non riesce ad uscire dalla grave crisi che ha colpito indistintamente tutte le regioni della nazione.

La recessione che stiamo affrontando, comunque, non soltanto quella dei mercati in senso stretto, ma anche legata al basso livello di fiducia verso lintero sistema creditizio da parte delle comunit, i veri anelli deboli di tale crisi.

In qualit di Presidente di una BCC, ritengo che le banche che operano nelle comunit locali abbiano un ruolo di rilievo per la crescita economica e della societ civile. La conoscenza del territorio, la vicinanza agli operatori economici consentono di abbattere i costi connessi con la valutazione del merito creditizio e con la gestione degli affidamenti. Si rende in questo modo

possibile laccesso ai finanziamenti bancari da parte di categorie di clientela che altrimenti ne resterebbero escluse.

Nel nostro Paese limportanza dellarticolazione a livello locale del sistema creditizio risulta accentuata dalla struttura produttiva delleconomia, caratterizzata da una presenza rilevante delle imprese di dimensione medio-piccola; in alcune aree esse rappresentano il segmento pi dinamico dellattivit economica.

In questo contesto il Credito Cooperativo ha accompagnato e assecondato i mutamenti strutturali delleconomia italiana, rimanendone al tempo stesso profondamente influenzato.

Nel corso degli anni si rafforzato il collegamento tra le istituzioni finanziarie cooperative e le realt produttive locali; si arricchito il contenuto dellattivit bancaria svolta. Siffatta evoluzione intervenuta in un quadro di coerenza e continuit con la funzione originaria pensata dai promotori delle prime casse rurali; non ha alterato gli obiettivi della salvaguardia e della valorizzazione della finalit mutualistica, della prospettiva localistica, dei princpi etici e solidaristici.

Lessere radicati nei mercati locali, vicini alle esigenze della clientela minore, inclini a instaurare relazioni di lungo periodo, forti del controllo sociale esercitato nella comunit locale, impegnati a vivificare i princpi mutualistici, costituisce per una Banca di Credito Cooperativo un fattore di vantaggio competitivo.

in questo quadro di riferimento che occorre valutare la capacit delle BCC di sostenere e sviluppare il rapporto con le piccole e medie imprese agevolandone la cooperazione stessa.

Ne risulterebbe accresciuta la solidit delle economie locali.

4 Banca Don Rizzo

Giuseppe MistrettaPresidente Banca Don Rizzo

Lettera aperta del Direttore GeneraleQuesto quinto numero della rivista dedica al territorio di Castellammare del Golfo la copertina e lapprofondimento per fare conoscere i territori in cui opera la nostra Banca.

Castellammare un territorio di impareggiabile bellezza che, negli ultimi anni, sta conoscendo uno sviluppo turistico estremamente sostenuto, portato avanti in modo compatibile con lambiente circostante.

Si , finalmente, cominciato a comprendere quanto il rispetto per lambiente, correttamente utilizzato, possa essere fonte di crescita di ricchezza e di benessere per i propri abitanti.

Ci che ancora va ricercato con impegno e costanza di azioni e su cui anche la nostra Banca sta puntando, la capacit di sfruttare al massimo le diverse ricchezze dei territori, mettendole in rete e sfruttandone le molteplici peculiarit.

Lagricoltura di qualit, caratteristica dei nostri territori, dovrebbe essere strettamente coniugata alle zone a pi spiccata vocazione turistica, creando, in tal modo, un trait dunion in tutto il territorio, caratterizzandolo non soltanto per il suo patrimonio culturale e paessagistico, ma anche per il proprio potenziale attrattivo e leccellenza della propria offerta.

Pertanto, dobbiamo continuare a lavorare, affinch, la cultura del fare rete, attraverso i diversi nodi che legano le differenti realt che arricchiscono i nostri territori, possa diventare un fatto consolidato e riconosciuto per tutti.

La somma dei diversi talenti che possediamo superiore in termini di valore alle offerte che ogni singolo soggetto pu dare.

Parliamo di processi culturali lunghi ai quali va prestata continua attenzione; bisogna lavorare sul lungo periodo, con una azione intensa sulle giovani generazioni ma, allo stesso tempo, bisogna incidere nellimmediato con la costruzione di occasioni di incontro e di confronto.

Abbiamo una importante missione da compiere e adeguate energie e risorse per affrontarla.

Continuando a sostenerci, gli uni con gli altri, con la consapevolezza che riusciremo nei nostri intenti, lavorando con il contributo di tutti, potremo di certo ottenere benefici diffusi e non pi particolari.

5Banca Don Rizzo N. 2 2012

Carmelo GuidoDirettore Generale Banca Don Rizzo

Il progetto legalit

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LA TRADIZIONE E LINNOVAZIONE

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taLa Banca Europea per gli Investimenti ha dedicato alla regione Sicilia il programma JESSICA, acronimo di Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas, che mette a disposizione 150 milioni di euro per progetti legati allenergia.Un progetto importante sottoscritto in presenza dei rappresentanti della Regione Siciliana e della Federazione Siciliana delle BCC, che concorre a rafforzare il ruolo del mondo del Credito Cooperativo, quale volano per lo sviluppo del territorio. Liniziativa Jessica Sicilia si rivolge a societ di capitali, private o miste pubblico-private, ma anche ad altre istituzioni locali: Comuni, Province, Universit, Aziende ospedaliere e sanitarie, strutture fieristiche, mercati agroalimentari ed Enti pubblici anche consorziati con societ ed istituzioni dipendenti o controllate dallamministrazione comunale o regionale. Le aree di intervento sono quelle dellenergia rinnovabile (fotovoltaico e solare termico), della cogenerazione e trigenerazione, della rete pubblica di amministrazione comunale, dellefficienza energetica nelledilizia e dei trasporti, in particolare la metanizzazione del parco auto pubblico.I progetti finanziati dovranno essere capaci di produrre ricchezza, facendo tornare capitali al fondo in modo da dar vita ad un circolo virtuoso gi nel medio termine. Le caratteristiche di questi progetti sono dunque autosostenibilit, bancabilit e capacit di generare entrate.

Programma JESSICALEuropa con 150 milioni di euro per progetti legati allenergia

di Laura Tolino

Banca Don RizzoBanca Don Rizzo

La galassia del credito cooperativo

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Iccrea BancaImpresa, quale soggetto gestore del fondo, con il supporto della Banca Europea per gli Investimenti e con la collaborazione di BIT S.p.A. e SINLOC S.p.A. nel ruolo di consulenti strategici, ha tenuto in questi ultimi mesi un tour in varie citt siciliane, cui hanno aderito numerosi rappresentanti della pubblica amministrazione e dellimprenditoria locale, lultimo dei quali si svolto a Palermo lo scorso 21 giugno con la partecipazione della Banca Don Rizzo.

Il progetto JESSICA una valida opportunit da cogliere per le aziende e le amministrazioni del nostro territorio e per avere maggiori indicazioni sulle progettualit da sviluppare, utilizzando i fondi regionali strutturali messi a disposizione, possibile contattare i colleghi di Iccrea BancaImpresa, nelle persone di: MarcoRocchi([email protected]) Project Manager Finanza Straordinaria

NicolCusimano([email protected]) Gestore Centro Impresa Sud

Gruppo bancario IccreaIl Gruppo bancario Iccrea riunisce le aziende che forniscono alle Banche di Credito Cooperativo un sistema di offerta competitivo, predisposto per i loro 6 milioni di clienti. Iccrea Holding S.p.A. la Capogruppo, e controlla le societ che offrono prodotti e servizi per loperativit delle BCC (segmento Institutional) e la loro clientela di elezione: piccole e medie imprese (segmento Corporate) e famiglie (segmento Retail). Iccrea Holding altres membro dellUNICO Banking Group, lassociazione con sede a Bruxelles e che riunisce le principali banche cooperative europee.

Iccrea BancaImpresa - la Banca corporate del Credito Cooperativo - offre consulenza, servizi e soluzioni finanziarie alle PMI. Presidia tutte le aree del leasing mobiliare: strumentale, auto, targato industriale e nautico. Con il leasing immobiliare ed i finanziamenti sostiene i progetti di crescita delle imprese, anche agricole, ed assiste gli imprenditori con i servizi e la consulenza nel campo della finanza straordinaria e, nel comparto estero, con attivit di sostegno allimport/export ed allinternazionalizzazione. Attraverso le controllate BCC Factoring e BCC Lease mette a disposizione factoring e leasing operativo e canale fornitori. Completa lofferta con i derivati di copertura, i servizi assicurativi e le agevolazioni.

Al 31.12.2011 operavano in Italia 412 Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali, con 4.411 sportelli. Hanno una presenza diretta in 2.704 Comuni e 101 Province. In 554 Comuni rappresentano lunica realt bancaria. Alla stessa data la raccolta diretta di sistema era di 152,2 miliardi di euro (+0,9% annuo) mentre gli impieghi ammontavano a 139,9 miliardi di euro (+3,2% annuo). Il patrimonio di 19,7 miliardi di euro (+3%).

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LA TRADIZIONE E LINNOVAZIONE

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ta Accolgo volentieri la richiesta fattami di rilasciare unintervista sul tema della legalit. La cosa mi particolarmente gradita perch richiestami da una rivista curata dalla Banca Don Rizzo che ha le sue radici e la sua sede legale nella stessa citt che mi ha data i natali, la bellissima Alcamo, ai cui operosi, ingegnosi ed infaticabili cittadini va tutta la mia stima ed il mio incondizionato affetto.Con queste parole il Procuratore generale della Corte dei Conti Coppola, d il suo saluto alla rivista della Banca Don Rizzo.Quanto difficile essere oggi uomo di giustizia, quanto importante garantire esempi buoni di legalit e di giustizia, e quanto difficile agire sulle coscienze delle nuove generazioni per cambiare stili e comportamenti di una Italia troppo sovente caratterizzata da malaffare e corruzione?Lo abbiamo chiesto, grazie allaiuto delle strumentalit informatiche, al procuratore Coppola, una istituzione di tutto rispetto, simbolo di impegno civico e di buona giustizia.

Intervista al Dott. Coppola, Procuratore Generale della Corte dei Conti della Sicilia

di Antonio Fundar

Il progetto legalit

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Cosa si intende in generale per legalit?La legalit la conformit alla legge di atti o comportamenti. Il principio di legalit, sta ad indicare, in particolare, il primato della legge, e cio la soggezione dei soggetti alle leggi nel porre in essere i propri comportamenti. Diceva Ulpiano, giureconsulto dellantica Roma, che la legalit si pu riassumere in tre principi: 1) honeste vivere (vivere onestamente), alterum non laedere (non danneggiare gli altri), suum cuique tribuere (dare a ciascuno il suo). Se ciascuno di noi applicasse questi principi, il problema della legalit nemmeno si porrebbe; in pratica non ci sarebbe bisogno n di Giudici, n di Tribunali. Purtroppo ci non avviene, e la Giustizia lo strumento attraverso cui vengono puniti i comportamenti illegali.

Visto che ci sono Giudici diversi (Ordinari, amministrativi, militari, tributari), ci vuol dire che esistono diverse forme di legalit?No, la legalit una sola, ma si divide in tanti rami. Si pensi alla legalit come ad un ampia strada divisa in tante corsie. Parimenti unica la Giustizia, anche se divisa tra diversi Giudici con distinte competenze. NellambitodellaMagistratura,coluichepromuovelaGiustiziasichiamaPubblicoMinistero.ViunPubblicoMinistero penale che persegue i reati comuni, vi quello Militare che persegue i reati commessi daimilitari,eviilPubblicoMinisterodellaCortedeiContiche persegue i comportamenti che danneggiano il pubblico Erario. Nellambito di questultimo rientra il mio Ufficio.

Cosa il Pubblico Erario?Il Pubblico Erario costituito dai soldi versati dai contribuenti; sono i nostri soldi pagati attraverso i tributi (imposte e tasse). Si badi bene, siamo tutti contribuenti, nessuno escluso. Anche il neonato un contribuente, anche lultimo dei poveri un contribuente. Perch quando il genitore del primo compra il latte per lallattamento o il povero compra il frugale pane, entrambi diventano contribuenti, perch su quel latte esuquelpane,senzaaccorgersene,paganolIVA,cheappunto unimposta.

Allora siamo tutti interessati a come viene speso il Pubblico Erario?Certamente; e la Corte dei Conti preposta a vigilare perch i vari Sindaci, i vari Amministratori e i vari Dirigenti provinciali, regionali e statali operino avendo ben presente che ogni euro che spendono non lo escono dalle proprie tasche, ma da quello dei cittadini, con la conseguenza che, se si evitassero spese inutili, potrebbero essere pagate minori imposte. E di questi tempi il problema non di poco conto.

Cosa succede quando viene rilevato uno spreco di denaro pubblico?Se si tratta di reato, per esempio il Dirigente Comunale che chiede una tangente per fare un atto del proprio Ufficio, scatta la sanzione penale. Ma spessissimo icosiddetti colletti bianchi sono molto abili, riescono a districarsi tra le maglie del codice penale, ma pur non commettendo reato danneggiano ugualmente il Pubblico Erario. Si pensi, come spesso accade, ai vari contributi dati a bizzarre associazioni dagli scopi pi improbabili e non certo rientranti tra le finalit pubbliche o si pensi alle assunzioni di dipendenti o di consulenti o di esperti di cui non si ha affatto bisogno.Al riguardo, le notizie di cronaca che ci segnalano episodi sempre pi frequenti di mala amministrazione a tutti i livelli ed in quasi tutti i settori. Quando frequentavo lUniversit, in diritto penale, si studiava un particolare tipo di reato contro la Pubblica Amministrazione, si chiamava peculato per distrazione. Era il reato delle persone intelligenti, non dei cosiddetti ladri da pagliaio. Intendo dire che chi si mette in tasca soldi della Pubblica Amministrazione commette il reato di peculato detto appropriativo, ma un reato che denota scarsa intelligenza. C, infatti, un modo pi raffinato e subdolo per far sparire i soldi della Pubblica Amministrazione: basta fare pagamenti non a s stesso, ma ad amici, a terzi insomma, per scopi che non rientrano tra le finalit pubbliche. Questo il peculato per distrazione. Solo che il peculato per distrazione non costituisce pi reato, essendo stato abrogato da circa venti anni.

Allora cosa succede se per esempio, come detto prima, viene dato un contributo ad una associazioni i cui scopi non rientranti strettamente tra le finalit pubbliche o cosa succede quando si assumono dipendenti o consulenti o esperti di cui non si ha bisogno?Succede che, se il fatto viene portato a conoscenza della Corte dei Conti, il responsabile dello spreco del denaro pubblico viene rinviato a giudizio e, se condannato, costretto a pagare di tasca propria quanto indebitamente speso.MidicevatempofaunDirigentechelorohannopi paura della Corte dei Conti che li colpisce nel portafoglio, che del Giudice penale che li colpisce nella libert personale, visto che in carcere ormai ci vanno in pochi e, quando ci vanno, ci restano per poco tempo.

Quale linsegnamento che si pu dare ai giovani?Ai giovani va spiegato che vanno osservate le tre regole di Ulpiano, che ho prima ricordato, e che, ove riscontrino episodi di spreco di denaro pubblico, non esitino a farne denuncia, perch si tratta del loro denaro e di quello dei loro genitori e, quindi, la denuncia non solo un dovere civico, ma corrisponde al proprio personale interesse, in quanto meno sprechi vogliono dire meno imposte e meno tasse.

99Banca Don Rizzo N. 2 2012Banca Don Rizzo

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LA TRADIZIONE E LINNOVAZIONE

Rubrica: Conosciamo il CDA della Banca Don Rizzo

Emilia Lipari,la tradizione di famiglia,il suo amore per la Banca

di Francesco Gianno

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Emilia Lipari nasce ad Alcamo nel 1971. Consegue il diploma di Laurea in Giurisprudenza, presso lUniversit Statale diMilanoesvolge,aMilano, lasuaprimapratica legale.Dal2001esercita laprofessioneforensepressolOrdinedegli Avvocati di Palermo, nellambito del diritto civile, bancario e societario. Nel 2010 apre, a Palermo, lo Studio Legale Politeama, con due colleghe, con le quali collabora. Nel maggio del 2011, stata eletta componente del Consiglio di Amministrazione della Banca Don Rizzo di Alcamo. Dallottobre del 2011, membro del Consiglio Direttivo Nazionale dellAssociazione IDEE, Associazione delle Donne del Credito Cooperativo. amante del mare ed appassionata di vela, di arte e di musica. Labbiamo voluta conoscere meglio.

Consigliere, lei una donna ed giovane. Una grande responsabilit per chi ha alle spalle una tradizione familiare di attenzione al mondo finanziario e a questa Banca in particolare. Quale apporto Emilia Lipari dar al CdA di cui fa parte? vero, la mia famiglia ha un forte legame con la Banca Don Rizzo. Mio padre stato direttore generale dellaBanca per circa 25 anni. Anchio avverto, dunque, un legame molto forte e particolare con questo Istituto di credito, che frequento da quando ero una bambina. La nomina ad amministratore mi da ora lopportunit di conoscere pi approfonditamente le regole che governano la banca e la sua organizzazione interna e ringrazio per questo il Consiglio che mi ha proposto ed i soci che mi hanno votato. per anche una grande responsabilit, tenuto conto, peraltro, che la Banca cresciuta in questi anni ed il mondo finanziario e quello creditizio, insieme alle norme che li regolano, sono molto cambiati rispetto al passato e sono in continua e rapida evoluzione. mia intenzione, comunque, contribuire al meglio al governo della Banca, apportando tutte le conoscenze che ho acquisito negli anni di professione legale. Non credo che, in s, il fatto di essere donna determini differenze nel mio ruolo rispetto agli altri amministratori, anche se vero che il modo di vedere ed affrontare le cose, da parte di una donna, sia spesso caratterizzato da un approccio ed una sensibilit diversi, in particolare con riferimento alle tematiche sociali e culturali.Un mio apporto specifico, proprio in quanto donna, invece, potr certamente derivare alla Banca dallesperienza come rappresentante della Don Rizzo nellambito del Consiglio Direttivo Nazionale di iDEE, Associazione delle Donne del Credito Cooperativo, Associazione volontaria e senza scopo di lucro, che

si propone lobiettivo di promuovere e valorizzare il contributo delle donne del credito cooperativo attraverso lo scambio di valori, conoscenze e informazioni, per rafforzare e valorizzare la presenza femminile nella gestione del sistema del Credito Cooperativo e nellimpresa.LAssociazione si propone, inoltre, di rafforzare la vicinanza delle BCC alle comunit locali. Il Consiglio Direttivo composto da 11 membri, esponenti donne di altre BCC italiane, di Iccrea Banca Impresa, di Federcasse ed Agrileasing. , pertanto, una importante occasione di incontro, confronto e condivisione, oltre che di arricchimento personale e professionale, che servir a me personalmente e, certamente, anche alla Banca.

In un momento di forte crisi finanziaria, quale scelte consiglierebbe al CdA della Don Rizzo e cosa differenzier queste da quelle fatte da un qualsiasi istituto finanziario e di credito?Credo che il Consiglio di amministrazione debba continuare ad operare con grande senso di responsabilit e prudenza in particolare nellerogazione del credito, senza, per, perdere di vista i principi di mutualit che contraddistinguono le Banche di Credito cooperativo, quali banche del territorio, rispetto agli altri Istituti di credito. Bisogna mantenere ferma lattenzione alle comunit locali dove la Banca opera, sostenendo leconomia reale, le piccole e medie imprese e le famiglie, e questo tanto pi importante nel periodo di grande crisi economica e di disorientamento che stiamo attraversando. Credo che la Banca Don Rizzo possa avere un importante ruolo nel sostegno e nel rilancio delleconomia locale, promuovendo la crescita del territorio, finanziando le iniziative di impresa, anche giovanili, che valgono e che hanno

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LA TRADIZIONE E LINNOVAZIONE

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sostenibilit sul mercato oltre che la capacit di crescere autonomamente una volta ottenuta la spinta iniziale. In questo il nostro Consiglio di Amministrazione gode di una maggiore possibilit di analizzare il valore e delle iniziative grazie alla conoscenza diretta dei soggetti che operano sul territorio, rispetto a quanto accade negli Istituti di credito pi grandi.Cosa ha la Don Rizzo, ancora, della sua secolare tradizione cooperativa?Lattenzione costante alle necessit finanziarie dei soci ed alle iniziative economiche da questi intraprese, favorendoli nelle operazioni e nei servizi di banca. La Banca Don Rizzo, inoltre, ha continuato a mantenere vivi i valori del credito cooperativo, ponendo tra i propri obiettivi anche quello di coltivare e valorizzare gli aspetti sociali, mutualistici e culturali insiti nella tradizione del credito cooperativo e che costituiscono i valori fondamentali che hanno ispirato il nostro fondatore, Don Giuseppe Rizzo, e che rappresentano i principi cardini del nostro statuto.

Cosa suggerisce ai giovani che vogliono fare impresa e come la Banca Don Rizzo sta vicino a loro?Per fare impresa oggi, tanto pi in Sicilia, ci vuole molta passione e spirito di sacrificio, soprattutto allinizio della propria attivit, ed anche un po di coraggio! La situazione economica in cui viviamo, infatti, non certamente

facile, sia per la crisi che stiamo attraversando, sia a causa del veloce processo di globalizzazione che ha avuto forti ripercussioni sulle medie e piccole imprese. Il nostro sistema burocratico e la forte imposizione fiscale, inoltre,nonaiutanolimpresa.Maesistonoambitiincuiancora si pu crescere, in cui la diversit e la particolarit, unite a forte passione e professionalit, continuano ad essere elementi trainanti e coinvolgenti, che possono condurre al successo di una iniziativa economica. Credo, pertanto, sia importante avere buone idee, che abbiano possibilit di concreta attuazione, da portare avanti con forza e determinazione. La Banca Don Rizzo da sempre vicina ai giovani. Questanno in particolare ha intrapreso una serie di importanti iniziative, volte, da un lato, a garantire la possibilit di accedere al credito in modo agevolato e, daltra parte, a consentire lacquisizione nei giovani di una sempre maggiore consapevolezza delle possibilit di lavoro offerte dal territorio, e questo attraverso lorganizzazione di convegni, seminari corsi di formazione e di management dimpresa per i giovani con operatori esperti. stata, inoltre, da poco, inaugurata lAssociazione dei Soci Giovani della Banca Don Rizzo, con lobiettivo di fornire opportunit di crescita formativa, professionale e culturale per i giovani, anche attraverso il confronto con il mondo imprenditoriale, istituzionale e sociale del nostro territorio.

Un impegno, una scommessaSicuramente un grande impegno. La scommessa da vincere, credo, sia quella di continuare ad operare al meglio, incrementando le potenzialit ed eliminando le criticit, cos da superare, con successo, il momento di crisi che ha investito lintero sistema bancario italiano ed internazionale.

Guardando dallalto dei cieli la Sicilia, un giorno, Dio pens che le bellezze naturali, che aveva elargito a questa terra fossero poca cosa; necessitava creare un luogo ameno, che dalla montagna si protendesse, degradando, fino al mare, un luogo, che fosse quasi sul mare, simile ad una grande scogliera lunga e prominente, che riuscisse ad ergersi dallacqua salata per essere ammirata, goduta ed abitata.Pens di fornire tale luogo di un clima mite; pens, altres, che allesterno si dilatasse verso il grande golfo aperto sul Tirreno e allinterno fosse un via di comunicazione e di passaggio per i pellegrini cha da Palermo si spostavano versoTrapani,Erice,SegestaeMazara.E fu cos che cre Castellammare del GolfoSe una tale leggenda fosse vera, potremmo, orgogliosamente, affermare che la cittadina ha origini divine. Certamente non cos.Ma lorgoglio deve, obbligatoriamente, sussistere.Quando si parla di Castellammare per la sua storia, per i rimandi fantastici che la caratterizzano, per lattualit, che la connota.Un richiamo storico, che si rif a Tucidide, evidenzia che, nella zona in cui sorge lodierna Castellammare, cera una notevole e fiorente attivit socio-culturale.

Era allora lantico porto di Segesta e il grande scrittore Cicerone la ricorda con il nome di Emporium Segestanorum ovvero porto dei Segestani, attestante la condizione di floridezza socio-culturale in cui si trovava la nostra cittadina. A circa sei chilometri, sorgevano, e ci sono ancora le Terme Segestane, frequentate dai pi illustri personaggi del mondo antico, tra cui Ercole, Enea, Cicerone, etc. Nei secoli successivi lo sviluppo di Castellammare si intreccia con quello dei Romani per tutta la durata dellimpero fino alMedio Evo e, successivamente, con gli Arabi, che,come si dice ancora, misiru a peri di varvaru Segesta e si impadronirono del suo porto, dove costruirono una fortezza o Castello a mare, denominato Al Madarig, cio I Gradini, quella scala per la quale, ancora oggi dallaViaReFedericosiscendeallaMarina.Dopo gli Arabi, il castello a Mare continu adingrandirsi con i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi.Versoil1300Castellammareerailpiimportanteportogranario e la sua costa era fornita di grandi serbatoi di grano per il carico delle navi. Dalle grotte di Petrolo fino alla via degli Archi, anche oggi, nel sottosuolo, potremmo trovare degli antichi depositi di grano.

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LA TRADIZIONE E LINNOVAZIONE

Il territorio: la nostra storia, le nostre citt, i personaggi

Castellammare del GolfoUna leggenda sempre attuale

di Maria Antonietta Macr

Banca Don RizzoBanca Don Rizzo

Successivamente, in seguito al decreto strappato dalle rivali Palermo e Trapani a Re Federico che le proibiva il carico granario, Castellammare si dedic alla produzione vinicola e riusc ad avere unimportante marineria, soprattutto, di velieri, che trasportavano vino nei porti di Anzio, Fiumicino, Civitavecchia, Livorno, etc. dove si trasferirono molte famiglie di castellammaresi. ben chiaro che lazione socio cultrale copre un arco temporale di tremila anni di storia, di cui oggi rimane poca cosa, tracce di un antico splendore, che, forse, non si ripeter pi.Restano, per, ancora indelebili le narrazioni mitiche su Castellammare come quella del fiume Crimiso. Narra la leggenda che Laomedonte, re di Troia, fece uccidere Finodamante un nobile concittadino, che lo aveva in odio con tutti i figli maschi, risparmiando invece le figliole che, fuggendo, approdarono alla foce del fiume Crimiso, oggi San Bartolomeo. Crimiso si innamor di una delle fanciulle, esattamente Egesta e, per starle vicino, si tramut in cane. Tante furono le effusioni tra i due che, dopo poco tempo, Egesta si accorse di aspettare un bambino. Nacque, cos, Aceste, che, divenuto grande, fond una citt nei pressi del Crimiso, che chiam, in onore alla madre, Egesta, la Segesta tanto nota.Il Crimiso il fiume, che prende il suo corso dalle acque provenienti dal Caldo, tra nubi di vapori, sciabordio di brevissimi flutti, con acque caldissime, verdazzurre, e che, scorrendo lento e tortuoso tra sinistre altissime pareti di roccia a strapiombo, savviava allabbraccio del mare, nellampio golfo, dopo avere confuso le sue correnti con quelle di un altro gelido fiume, il Freddo.Il fiume Caldo nasce dal monte Busecchio, dietro Calatafimi; il fiume Freddo dalla gola di Sorice, dietro Alcamo.Oggi il letto del fiume ha una larghezza molto limitata ed invaso da una fitta vegetazione di burda e cannizzoli, piante palustri completamente inutili.Cos le acque del Crimiso, un tempo limpide e trasparenti, sono gialle, limacciose, stagnanti e la sua corrente impetuosa diventata inesistente, forse senza quellalone di mistero e di suggestione che tanto dominava intorno.Tuttaltro che tramontato invece il fascino del Castello, che si erge dal mare quasi a sfidare i secoli, testimone muto di millenni di storia intessuta di vicende ed avvenimenti.Le terrazze mostrano una bellezza antica, un incantevole paesaggio, quasi pittorico, appena uscito dallabile mano del suo creatore, che lascia abbracciare con lo sguardo le antiche case dei pescatori, ora abilmente trasformate in alberghetti, ristoranti, bar, il tutto dominato dallazzurro, dal sapore salino delle acque, dallodore penetrante del mare, che inebria ed incanta e seduce.Le ampie sale del castello, ora incredibilmente mutate in sale conferenze e mostre, richiamano al visitatore le feritoie baluginanti, le romantiche bifore, e lartistica scala a chiocciola che, come dice Diego Buccellato

Galatioto, par si sollevi dalle acque.Non si pu parlare del Castello e dimenticare la Vasca della Regina, dove tra il cancelletto e gli scalini che suscitano ancora curiosit e tra il buio e la fuliggine dei ricordi che non sono noti, i ragazzi, ancora oggi, si scambiano effusioni e dolcezze.La leggenda finisce, intorno corrono muri alti di cemento, che proteggono il Castello e la strada, ove puntualmente il visitatore, dinverno, corre in auto, quasi rispondendo ad un arcano richiamo e, destate, passeggia, instancabilmente, testimone di una bellezza ineguagliata.Pi oltre i vicoli, ricchi di folclore, la Via dellArco, ove la luce del sole si smorza in lievi colori, e poi Vicolo Timpa come un balcone sul mare aperto e langolo della Maronna di lAgnuni e il ponte levatoio sospeso tra due mari, in uno sfondo tutto azzurro, ed archi e scalette che portano gi alla Cala.Questa Castellammare, questo il suo fascino, queste le bellezzeOggi dominano case su case, palazzi, villette,che la fanno dilatare verso la periferia che porta direttamente alla Vaccheria o a Calatafimi Segesta.Ma sempre l, illungo Corso Garibaldi, inesorabilmente, interrotto dalle tante stradine, che lo tagliano e dai Quattro Canti, importante crocevia per giungere alla Villa Margherita o in Via Marconi.Da una parte la montagna; dallaltra il mare.Il nuovo e lantico in una fusione affascinante, che solo Castellammare sa dare.

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Lo Zingaro: una naturache parla alluomo

di Maria Antonietta Macr

Sentieri lunghi,stretti, accidentati, in cui si inerpicano pendii, creste, valloni, discese e salite; rocce aspre e maestose, che si lasciano scorgere dai rami degli alberi e degli arbusti, mentre gi si sente il mugghiare del mare, accompagnato dal vento di maestrale; poderosi pulvini deuphorbia e palmette sontuose, cespugli selvaggiamente intricati di rosmarino, che rendono difficoltoso il cammino. Silenzio intorno, qui e l interrotto dal fruscio dei cespugli e dal cinguettio di qualche uccello che pare salutare. Tutto selvaggio, ma maestoso; tutto naturale, ma imponente.Suggestione, meraviglia, magnificenza: questo Lo Zingaro.Questa la prima Riserva Orientata Siciliana nata con la legge regionale N 98 del 1981; a salvarla il movimento ambientalista, che, con una vivacissima marcia di protesta, lott contro la costruzione di una strada litoranea, che avrebbe dovuto ricongiungere SanVito Lo Capo e Scopello, una strada, che sarebbe stata sicuramenteunaggressionealtrattodicosta,quellocompreso,cio,tralaCalaMazzodiSciaccaelaTonnarelladellUzzo.MagnificacorniceaffacciatasullaparteoccidentaledelGolfodiCastellammare,laRiservadelloZingarosiestendepercirca7chilometrinellapenisoladiSanVitoloCapo,chesiaffacciasulTirreno,traCastellammaredelGolfoe Trapani ed ingloba un tratto di costa assolutamente incontaminata, con calette e strapiombi suggestivi, che attirano i visitatori provenienti da ogni parte del mondo.Duelepossibilitdipercorso,checonsentonodiaccedereallariserva,quellodaNord,versanteSanVitoequelloche si snoda a Sud-Est, da Scopello, pi agevole e meglio attrezzato dal punto di vista ricettivo.Unica nel suo genere; unica per la presenza di siti particolarmente importanti dal punto di vista naturalistico e per il notevolissimo valore paesaggistico, la riserva terra vergine, che si difende ed difesa dallaggressione umana

mantenendo inalterato il suo volto; come se il tempo si fosse fermato tra gli anfratti e i folti cespugli che offrono, in compenso uno spettacolo inusuale: alberi di alloro, la malva, il cappero, il carrubo, loleastro, e poi il frassino, il lentisco, lagave, la palma nana; sembra che in questangolo di paradiso siano state catalogate circa 700 specie di cui 20 endemiche o rare. Un discorso a s meritano i fiori, dalle peonie e violacciocche ai ranuncoli, ai giaggioli e poi la leggiadria delle eriche, dei garofani, le antemidi in un tripudio di colori ed odori, che esibiscono tutta la loro bellezza.Lo Zingaro fauna, per lesistenza di una molteplicit di uccelli,ben39speciechenidificanonellevarienicchieecologiche; una avifauna non trascurabile costituita dal corvo imperiale,il passero solitario, la coturnice, le cornacchie e le gazze, il falco pellegrino, le poiane. E poi conigli, ricci, istrici Una quantit ricca, che sottende lesistenza di una connotazione climatica particolare, mai riscontrata in nessun altro tratto della costa siciliana.Lo Zingaro mare, ora turchino, ora celeste, cangiante verso il blu, il ceruleo, sempre cristallino e limpido, sempre trasparente e terso, inimitabile irrinunciabile con i suoi innumerevoli promontori, con gli scogli bassi e gli antri sottomarini, con le piccole spiagge di ciottolo

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o di sabbie, un incanto che alla sera ti inebria, quando la luna si specchia nellacqua e lascia intravedere il luccichio delle onde leggermente increspate. Un mare che lambisce poderosamente le bianchissime rocce in un gioco di silenzi e di dolcezze, che evocano un tempo lontano.La Riserva anche archeologia, a testimoniarlo sono gli studi nella grotta dellUzzo, in cui sono stati rinvenuti scheletri e corredi funerari utili per la comprensione della civilt mediterranea, ma anche storia per le tracce di capanne abitate da pastori durante il periodo dello svernamento prima della transumanza.Un paesaggio, lo Zingaro che vuol dire aria tersa, che richiama la montagna scabra, aspra, difficile, inospitale, che sa di vento, quel vento che, se soffia, sembra qui cantare armonie mai ascoltate.Ma esso stesso armonia, quandodona al visitatorele sue bellezze e ne esige rispetto, quando elargisce i suoi profumi, che non regala, quando i rumori parlano e dicono suoni infiniti. pace, che riempie lanima e la mente; ricchezza, che allarga il cuore, stanchezza, che parla alluomo delluomo. natura, che sa di natura. lo Zingaro.

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LA TRADIZIONE E LINNOVAZIONE

La macchina del tempo nei locali del Castello arabo-normanno di Castellammare del GolfoIl Museo etno-antropologico Annalisa Buccellato

di Filippo Nobile

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Entrare oggi in un museo della civilt contadina come entrare in una macchina del tempo che ci conduce nei secoli passati, in un luogo lontano dove recuperare la propria ricchezza culturale attraverso un patrimonio di testimonianze che rievocano lo spirito dellepoca, un ventaglio di sensazioni profonde, odori e immagini.Siamo nei locali del Castello arabo-normanno di Castellammare del Golfo dove, da oltre dieci anni, ha sedeilMuseoetno-antropologicoAnnalisaBuccellatoedove ci accoglie il prof. Giuseppe Buccellato, presidente dellAssociazione che lo gestisce. A lui abbiamo chiesto di farci da guida in questo breve viaggio nel tempo.Il museo organizzato in piccole aree espositive a tema che occupano sette sale del castello, fra cui le stalle, il granaio e larmeria, esordisce il nostro cicerone, mentre ci mostra le prime collezioni di radio, giornali, riviste, telefoni, macchine fotografiche, cineprese e grammofoni, esposti allingresso, che timidamente sembrano volere annunciare lesplosione della comunicazione di massa del nostro tempo. Le varie sezioni riguardano i seguenti temi: la scrittura, le immagini e i suoni; il frumento, il pane e la pasta; la terra e il lavoro; la vite e il vino; il latte, il formaggio e la ricotta; il frassino e la manna; il miele e le api; le trame e gli intrecci; i pesi e le misure; i ricami, i pizzi e i merletti; gli arredi e le suppellettili; le arti e i mestieri.

Professore Buccellato, quanti sono i reperti esposti nel museo?Glioggettichecompongonolaraccoltasonooltre3.000,tutti catalogati secondo i dettami della Sovrintendenza aiMonumentieBelleArtietuttiprovenientidallaSiciliaoccidentale.

La nostra visita si svolge fra uninfinit di oggetti piccoli e grandi, ormai scomparsi, che accendono la nostra curiosit. Ci imbattiamo in un telaio del 1863; unprezioso mulino in pietra a trazione animale, anchesso ottocentesco, che forniva una farina forse non molto raffinata ma preziosa per soddisfare il fabbisogno di unintera fattoria; un corredino finemente ricamato, del 1905; una collezione di oltre trecento antiche scatole di latta pazientemente raccolte da Enzo Navarra; due abiti da sposa, della fine dell800; un prezioso mantice in legno e cuoio del 700; un carretto siciliano dei primi del 900. Mentre proseguiamo il nostro giro, notiamo chelallestimento permette quasi sempre allo spettatore di fruire in maniera adeguata dei pezzi esposti, che sono collocati alla giusta altezza e godono di unefficace illuminazione sia artificiale che naturale. Notiamo anche il fascino delle piccole finestre presenti in tutte le sale dei piani superiori del Castello, che, offrendo una suggestiva vista sul lungomare col frastuono delle auto e dei motorini, creano anche una sorta di controcanto rispetto allatmosfera del museo che stiamo vivendo e richiamano il visitatore alla curiosa relazione fra passato e presente.Le sale sotterranee con i muri in pietra viva, che ospitano i mestieri, non godono del beneficio della luce naturale, ma non per questo sono meno affascinanti. Qui troviamo strumenti di lavoro e manufatti di mestieri ormai scomparsi, come quello del carradore con i suoi sofisticati attrezzi per costruire e riparare carri e carrozze; quello del conciapiatti con il suo rudimentale trapano a corda per forare i cocci che poi cuciva col ferro filato, il fabbricante di campane e campanacci con i suoi stampi, martelli, pinze, tenaglie e crogioli per ramare, dai quali usciva il suono armonico che accompagnava le mandrie.

Tradizioni a Castellammare del Golfo

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Parliamo ora del target di riferimento: a chi si rivolge il Museo?In particolare ai giovani che, percorrendo le sale espositive, hanno modo di ammirare oggetti frutto della creativit delle passate generazioni, di cui nemmeno lontanamente sospettavano lesistenza. Ma anche ilpubblico meno giovane vi pu trovare molteplici spunti dinteresse e questo riguarda non solo gli studiosi della civilt contadina, ma anche la gente comune e soprattutto i numerosi turisti che ogni anno scelgono i nostri luoghi per trascorrervi le vacanze, ai quali si vuole offrire, oltre al godimento delle bellezze naturali, anche una pi ampia conoscenza storico-culturale del territorio.

Lillustrazione degli oggetti affidata, oltre che alla esposizione in sezioni tematiche, anche alle didascalie in lingua italiana e in dialetto siciliano.

Quali strumenti promozionali sono usati per far conoscere il museo?Intanto, gli strumenti usuali, come un sito internet interattivo www.annalisabuccellato.it e depliant illustrativi. Poi, tre anni fa abbiamo avviato una rassegna chiamata Il Museo racconta dedicata ogni anno a un temasempre diverso che prevede un programma di convegni, spettacoli musicali, concerti, degustazioni, mostre fotografiche, laboratori live, visite guidate allinterno del museo, balli popolari, e soprattutto, portando in piazza gli oggetti inerenti, proponiamo delle rivisitazioni storiche di antiche tecniche, infine expo di produttori e operatori del territorio che hanno un legame col tema trattato.

La prima edizione Di Pane in pasta, la seconda Il Latte e ilMiele,hannoriscossoungrandesuccesso.

Quali sono i prossimi obiettivi?Questanno abbiamo avviato un progetto per le scuole, La scuola visita il museo, nel quale sono previste visite guidate e laboratori didattici dedicati ad alcune attivit, dando lopportunit ai ragazzi di utilizzare direttamente gli attrezzi tradizionali impiegati nel passato.

Criticit?In primo luogo, la difficolt di coprire le spese con le entrate. Lobiettivo pi importante sarebbe quello di fare camminare il museo con le sue gambe, ma allo stato attuale ci appare complicato. E poi, una scarsa attenzione degli Enti pubblici nei confronti delle attivit culturali.

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LA TRADIZIONE E LINNOVAZIONE

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Il restauro del Crocifissoin sughero

di Elena Vetere

Quando nel 2008, mi fu commissionato, dalla Banca Don Rizzo, il restauro del Crocifisso ottocentesco della ChiesaMadrediCastellammaredelGolfo, rimasimoltoperplessa perch non conoscendo ancora lopera se non sommariamente, ero convinta che forse la priorit andava ad altre opere sicuramente pi pregevoli e in condizioni conservative peggiori.Mabenprestoecongrandestuporedovettiricredermi.Dopo i primi saggi stratigrafici, mi accorsi che il colore originale si trovava sotto quattro strati di colore e due di stucco. Fu una gioia quando scoprimmo che il perizoma mal pitturato, in realt era in oro zecchino e la scoperta ancora pi significativa fu la decorazione ad estofado ancora intatta sulla parte retrostante del perizoma. Questa particolare tecnica fu importata dagli spagnoli nel 500 e usata fino alla seconda met del seicento. Infatti gi questo primo particolare mi indusse a pensare che il crocifisso fosse molto pi antico. La pulitura della scultura stata fatta completamente a bisturi poich, vista la delicatezza del manufatto si preferito limitare luso di solventi che potevano risultare troppo aggressivi. In realt rimuovendo le sovrastrutture aggiunte negli anni, anche lanatomia risultata modificata con accenti significativi nella drammatizzazione espressiva e nella plasticit scultorea. A questo punto la convinzione che il Crocifisso risalga alla fine del cinquecento diventata una certezza. Malaspettopiinteressantedituttalopera,latecnicacostruttiva. La scultura, a grandezza duomo, scolpita nel sughero, con una tecnica a tutto tondo che prevede inserti di sughero modellati e assemblati da chiodi di incannucciate, una tecnica che nella nostra cultura non

trova riscontri. Infatti nellItalia del sud le uniche opere in sughero, conosciute, sono quelle presepi ali con statuette della grandezza di 60 cm al massimo. E non vi alcun riscontro con la statuaria trapanese del legno, tela e colla, dove il sughero usato solo come riempimento. A questo punto le nostre ricerche si sono estese e spostandoci in Toscana, abbiamo visto che le uniche analogie le ritroviamo solo in due crocifissi, attribuiti rispettivamentealVerrocchioealPollaiolo.Daquilaricercasulla provenienza dellopera. Il crocifisso fu donato ai Padri Carmelitani da una famiglia di origini alcamesi, trasferitasi a Firenze. Quindi, non difficile pensare che lopera fu commissionata ad un artista toscano. Il crocifisso fu anche vittima di un incendio, infatti sono stati ritrovati segni dei danni subiti e le mani, unici elementi scolpiti in legno, sono sicuramente postume. La complessit e limportanza dellopera meriterebbe sicuramente studi pi approfonditi e sarebbe auspicabile lintervento di storici dellarte per far luce su unopera unica nel suo genere.Il restauro stato molto complesso e la D.L svolta dal Dott. Bartolomeo Figuccio, funzionario della Soprintendenza di Trapani, stato un momento di confronto molto utile al fine della corretta riuscita del lavoro.La reintegrazione pittorica stata fatta con una tecnica riconoscibile, il puntinato, che permette una lettura completa dellopera senza alterarne loriginalit.Oggi il Crocifisso troneggia in tutta la sua maestosit sullaltare Maggiore della Madrice di Castellammaree grazie allintervento della Banca Don Rizzo stato possibile restituire al pubblico godimento unopera di grande valore artistico e religioso.

Particolare del volto dopo la pulitura Particolare del volto stuccato Particolare del volto a fine lavoro

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considerazionechenellavicinaSanVitoLoCapocuisiamocollegati dalla splendida Riserva Naturale Orientata dello ZingaroafinesettembrecelebranoilCousCousFest.Ven-ne ripresa unidea della socia Rosanna Fasulo che qualche anno prima aveva pensato ad una qualche manifestazione che avesse come scenario naturale il centro storico di Ca-stellammare con le sue caratteristiche scalinate che furono allorigine della definizione araba data alla cittadina del gol-foAlMadarig(lescale).LideavennetrasformatainprogettodallasociaMariaTese presentato alla Regione Siciliana, Assessorato al Turismo, da questi valutato positivamente ed inserito fra le manife-stazioni direttamente promosse e di conseguenza finanzia-to anche se parzialmente.Ai ragazzi di Z.E.P. (Zero Euro Production) che affiancano, da allora, lattivit della Pro Loco fu affidato, infine, lincarico di realizzare la manifestazione cosa che hanno sin qui mirabil-mente fatto nelle 5 edizioni precedenti.Fu subito un grande successo forse anche per il particolare momento storico in cui fu realizzata la prima edizione, ma le successive hanno solo confermato la bont delliniziativa. Oggi P.L.A.S. per il consenso e lenorme successo ricevu-to fra le manifestazioni al vaglio della Regione Siciliana per essere inclusa fra le manifestazioni di grande richiamo, direttamente promosse e di conseguenza annualmente finanziate. Ci auguriamo che ci possa avvenire al pi pre-sto anche perch i costi di realizzazione sono sempre pi onerosi e non facilmente sostenibili. A tale proposito un sentito ringraziamento va rivolto alla Banca di Credito Co-operativo Don Rizzo, che sin dal primo anno ha sostenuto le attivit promosse dalla nostra Associazione.

Come nasce un evento P.L.A.S.Per le Antiche Scale

di Nello DAnna

LAssociazione Turistica Pro Loco di Castellammare che mi onoro di rappresentare sin dalla propria costituzione avve-nuta nel giugno del 2005, nasce su iniziativa di alcuni vo-lenterosi privati, professionisti ed operatori nel settore del turismo e sulla spinta dellallora Assessore al Turismo, che aveva palesemente espresso la necessit di poter contare sulla collaborazione di qualcuno che affiancasse lammini-strazione Comunale nella promozione del territorio, nella valorizzazione delle realt e delle potenzialit naturalisti-che, storiche,turistiche ed enogastronomiche.Daltronde le finalit che si prefiggono le Pro Loco sono proprio quelle della promozione del territorio.Nellanno 2007, in uno dei periodi pi bui della storia pi recente di Castellammare, per lo scioglimento dellAmmi-nistrazione e del Consiglio comunale, la Associazione turi-stica Pro Loco sorta appena 2 anni prima, si assunse lonere, in sostituzione dellAmministrazione, di mettere in cantiere una serie di iniziative al fine di rendere quanto pi grade-vole il soggiorno nella splendida cittadina, cos ricca di bel-lezze naturali, ai tanti turisti e visitatori che, nella stagione estiva, ci onorano della loro presenza.Essendo state accantonate dalla Commissione Prefettizia quelle manifestazioni che lAmministrazione Comunale annualmente si faceva carico di promuovere e finanziare, (fra queste particolarmente suggestiva la Rievocazione Sto-rica), si cominci a lavorare su una manifestazione a carat-tere artistico culturale, che coinvolgesse la citt ed i suoi ospiti, che richiamasse linteresse dellintera provincia e che allo stesso tempo nel tentativo di destagionalizzare venisse realizzata in un periodo che non ricadesse in pieno agosto, e cos fu scelta la seconda settimana di settembre anche in

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LA TRADIZIONE E LINNOVAZIONE

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pizzerie, bar, alberghi e bazar, senza perdere il suo fascino, senza grandi clamori. Nel borgo tutto a misura duomo, di sentimenti e di amore per la vita.Certo se fosse rimasto incontaminato, se fosse stato risparmiato dalla mano delluomo che ha dato vita a processi di edificazione, forse avrebbe meglio rivelato la sua natura selvaggia e guardinga.MaguardingoScopello lo,comunque, lesuestradinecon grandi ciottoli, quelle viuzze che scendono degradando, gli scaloni e i gradini, le basse case che si arrampicano le une sulle altre sono lespressione di un paese che vuole restare inalterato.Nel baglio, poi, i tanti negozietti, che stimolano il turista, le sedie dei bar e i tavoli dei vari esercizi di ristorazione non sembrano disturbare il borgo, che, al di l, oltre labitato, solenne, maestoso, originale, con le sue terrazze che quasi conducono gi, gi fino al mare.Scopello appartiene alla natura, appartiene al mare, appartiene a chi lo conosce, a chi lo sente intimamene suo.I faraglioni appaiono come giganti che si ergono dal mare; gli innumerevoli scogli tanto scivolosi con la leggera coperta di alghe che regala loro unintensa colorazione verdastra, sembrano insidie silenti per il nuotatore distratto, ma regalano ancoraggi formidabili per chi vuole avere un diretto rapporto con il mare.E un rapporto Scopello lo chiede in termini di salvaguardia delle sue mura, di difesa delle sue coste, di ossequio verso la sua natura.

Scopello: una borgatadaltri tempi

di Maurizio Aiello

Tra le bellezze che costituiscono il territorio di Castellammare del Golfo dobbiamo annoverare Scopello.Si tratta di un antico borgo, che alle origini, dallalto di una collina, dominava lo splendido golfo di Castellammare. Se facessimo un viaggio nella memoria delluomo e della natura, scopriremmo che Scopello affonda le sue radici lontano nel tempo.Gi nel III secolo a.C., nelle sue vicinanze, sorgeva il villaggio di Cetaria, i cui abitanti erano abili pescatori. Della sua esistenza, nel periodo arabo, ne parla un testo di Yqt, in cui viene chiamato Usqubul. Scoupellos appare in un documento del 1097 e trae origine dai faraglioni o dagli scogli. Gli abitanti di Scopello si dedicavano abilmente anche alla pesca del tonno. Questa loro bravura ha origini arabe. Infatti gli Arabi, nelMedioevo, quando siinsediarono in Sicilia, costruirono le tonnare, come quella diScopello.Miseroinoperaunsistemadiretifisse,perlapesca del tonno, che prese il nome di tonnara.Essi avevano notato che il tonno, in prossimit della costa, se incontrava un ostacolo, non tornava indietro, ma girava intorno. Allora pensarono di escogitare un sistema di camere, costituite da reti fisse, poste in mare, in modo tale che i tonni, proseguendo, andavano a finire nellultima grande camera, dove i tonnaroti laspettavano per arpionarli e issarli nelle barche.La tonnara di Scopello era un piccolo villaggio, incastonato inunanaturarigogliosa,dovealloggiavano37tonnaroti.Questo locale si chiamava vicaria. Era l che abitava per tutto il periodo della pesca (da aprile a giugno) la ciurma, mentre il raisi, che stava con la propria famiglia, in una casa a parte, era il capo della tonnara. Egli dava ordini ai tonnaroti, durante le operazioni della pesca, a suon di fischi. Questi pescatori, per rendere pi accettabile il loro duro lavoro, cantavano antiche canzoni, dette cialome.Maritorniamoalnostrocentrodigravit:Scopello.Questo pittoresco borgo marino, oggi, meta di molti turisti, si pu definire la porta della Riserva dello Zingaro. Il turista, per, non passa da Scopello, si ferma per godere la sua atmosfera di altri tempi. Nella piazzetta scopre subito una fontana con abbeveratoio, retaggio di una fiorente pastorizia. Se, attraverso la porta ad arco, si inoltra nel baglio, che era un real sito borbonico, dove ancora si notano le tracce di una residenza secondaria di caccia del re Ferdinando, prova una sensazione strana, come se si ritornasse a ritroso negli anni, gustando larchitettura sobria e modesta degli ambienti circostanti e dello spazio centrale, dominato da una pianta secolare.Destate il borgo si anima, prende vita con i suoi ristoranti,

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LA TRADIZIONE E LINNOVAZIONE

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di Frasassi, o alle dieci pi belle grotte italiane come quelle dellAquila, di Frosinone, di Castellana, ricche e pullulanti di stalattiti, stalagmiti, laghetti e cascate oltre ai drappeggi di calcite e alle bizzarre forme di erosione delle volte. doveroso intanto una precisazione: bisogna parlare di gruppodelMonteInici,costituitodallomonimomontepi alto, dalla punta pi bassa che Pizzo Teleffio, e da Pizzo Niviere e da Pizzo Stagnone che si protende dominando Castallammare, quattro vette dunque, in cui si possono riconoscere diversi aspetti morfologici che danno origine a litologie variegate, dalle terrazze calcarenitiche di Scopello alla conformazione ciottolosica di Guidaloca, allarenile sabbioso della spiaggia.La litologia muta poi quando si lascia Castellammare e ci si imbatte in un paesaggio ora con pareti scoscese, ora con tratti a faglie o altre con fenomeni di dolomitizzazione. Il tutto accompagnato da una flora diversificata figlia di un clima temperato che d vita a piante come la palma nana, i frassini, i fiordalisi, i giaggioli, il croco, fino alla

Una bellezza sconosciuta:il Monte Inici

di Maria Antonietta Macr

Le bellezze di Castellammare del Golfo sono indiscutibili; incontestabile il patrimonio paesaggistico che essa offre al visitatore; notevole il fascino che promana dalle sue spiagge, dalle calette, dagli anfratti, dagli angoli sperduti e silenti che racchiudono una storia, un evento, una fantasia anche; misterioso il suo monte, il monte Inici per lappunto, che si staglia inesorabile verso il golfo sovrastandolo con la sua imperiosit, quasi come un gigante che esige rispetto e considerazione. A ben guardare, come dice Tot Sammataro, MonteInici merita tanta attenzione, esso uno scrigno ricolmo di preziosi gioielli,come la sua struttura geologica e levoluzione genetica delle sue cavit, la flora che lo ricopre e gli insediamenti o le loro tracce che segnano il tempo della sua et produttiva.Il cuore di monte Inici ricco, splendido come un diamante di grande caratura, come un astro che brilla oltre le sue possibilit; le sue cavit possono considerarsi, senza tema di smentite,pari alle Cuevas del Drag diPalmadiMaiorca,allegrottediNettuno,aquelle

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vasta gamma delle orchidee, delle ofridi.MalacavitdelMonteInici, il tesoropi inesploratoe unico nel suo genere, con aggregazioni calcitiche estese la cui bellezza inenarrabile.Nella parte meridionale della vetta si ergono le scarpate strapiombanti che lasciano intravvedere due grotte, dalle quali ci si immette in due cavit: lAbisso del Cavallo, detto pure dellEremita e lAbisso dei Cocci.La loro origine geologica probabilmente dovuta al ununica strutturazione carsica e gli abissi si saranno formati grazie al drenaggio delle acque superficiali nellinterno carbonatico.La prima grotta che deve il nome anche alla presenza di un eremita che vi ha abitato per lungo tempo in totale solitudine, si estende per circa 4 chilometri con un dislivellodi300metricontre ingressiavariequote,hala sua peculiarit nelle conformazioni a cupola. Veree proprie volte che si sono formate dallaccumulo a guisa di stalattiti di guano dei pipistrelli, trasformato dalle acque sulfuree in carbonato apatite. Un effetto suggestivo quello che ne deriva per tale grotta che oggi viene anche chiamata Grotta dello Spirito o grotta di Brando e che risulta ancora pi suggestiva se si tiene conto che non un ecosistema marino n tantomeno collinare. un contesto tipicamente montano che lascia chiaramente intuire la presenza di popolazioni le quali si sono spinte verso lalto forse per sfuggire al pericolo incombente del mare o forse per liberarsi dalloppressione di altre popolazioni vicineAltra incredibile suggestione offre Labisso dei Cocci, cos definito proprio per lincredibile quantit di cocci che sono stati rilevati. Ha unestensione di circa 2 chilometri, unaprofonditmassimadi300metriesisviluppaperlopi in orizzontale.Leffetto scenografico unico: spazi stretti che si allargano per poi stringersi e dilatarsi in una continua alternanza che consente di vedere cortine stalattitiche, stalagmitiche e candelabri per immettere ancora in saloni le cui concrezioni assumono colorazioni variopinte, ora bianche, ora gialle che sfumano nellocra, nel rosso ruggine fino a divenire rosa. Colonne formatesi dallunione di stalagmiti e stalattiti in una sorta di bacio il cui effetto e strabiliante, e poi cannule e poi ancora pisoliti e ancora vele. E i laghetti il cui brillio incanta e il silenzio che suggestiona, rapisce, avvolge quasi fosse un omaggio a tanta bellezza.Regalo di madre natura queste grotte, ma anche regalo di Castellammare la cui posizione tra il monte ed il mare espressione di una generosit per i suoi abitanti, per i visitatoti, per gli studiosi, per quegli speleologi armati di passione e sacrificio che hanno scoperto tutto questo. Regalo di un tempo che fu e che resta inesorabilmente vivo nel nostro presente.

Basti solamente pensare alle varie dominazioni che ha subito lungo la sua millenaria storia, finestra sul Tirreno e punto dapprodo degli Elimi e, poi, dei Romani. Come non nominare poi i normanni e gli Svevi, che per lungo tempo decantarono le meraviglie ed i colori incontaminati di questo territorio. facile, dunque, scorgere edifici frutto dei dettami di uno stile eclettico che non ha mai abbandonato lamore per il mare, quello da vivere, da far vivere e quello da gustare. Una lunga storia alle spalle, che la gente di Castellammare non dimentica e di cui pu andare fiera. Sono proprio le persone che completano il quadro di questo incantevole porticciolo, prima peschereccio ed ora turistico, quasi del tutto.Solari, come la propria terra, disponibili e con il sorriso sulle labbra, tipico delle zone del sud legate al mare, alle navi che approdano e a quelle che partono.Gente estroversa, con la quale anche conversare ti mette di buon umore. Provate ora a miscelare questi ingredienti, shakerate per bene e avrete Castellammare del Golfo di oggi. Luogo ideale per le vostre vacanze da sogno. Marecristallino, tradizionidelpassatoancoravive,genteraggiante e disponibile. Insomma, gente di mare per vivere il mare.Gente splendida come i docenti corsisti di questo corso che hanno dentro, visibilmente ancorato, quanto di meglio questa terra stata ed , con la sua storia ma, pi ancora, con la devozione alla tradizione che non deve e non pu scomparire.Un mare da gustare nella sua pienezza nei suoi tantissimi ristoranti. Uno pi suggestivo dellaltro e tutti davvero capaci di lasciar scorrere, dentro, i profumi e i sapori, di una terra squisitamente e volutamente affascinante. Li vogliamo ricordare, senza far torto a nessuno: Antiche scale, in Corso Bernardo Mattarella, angolovillacomunale,inViamedici,7/9.IltitolaredelristoranteAntiche Scale, il Signor Giacomo Giordano, ha saputo valorizzare la tradizione gastronomica locale grazie allutilizzo giornaliero di prodotti tipici rigorosamente freschi. Il ristorante mette a disposizione dei clienti una buona scelta di piatti e prodotti tipici della tradizione gastronomica locale. Un servizio particolarmente attivo e veloce, una struttura davvero accogliente e una gestione che vi far sentire fin da subito a casa di amici. Tra le specialit: Polpette di sarde a beccafico, Cappuccetti fritti, Ostriche gratinate, Cozze gratinate, Uova di tonno, Pasta con finocchietto e sarde, Linguine con gambero rosso. Lo Chef consiglia: Spaghetti con uovo di tonno e gambero rosso, Busiate con spada e melanzane, Pappardelle al sugo di cinghiale, Linguine allastice, pescato del giorno;

Castellammare da gustare di Filippo Nobile

Qualunque sia lappellativo che diate in dono a questa terra, lei vi dar ospitalit con il suo sole splendente, la natura incorrotta, costellata di riserve marine e non solo, e le sue coste da sogno, sfiorate da un Tirreno sempre pi azzurro e sempre pi intenso.Sembra, ovunque tu sia visitatore o residente, di essere sul mare, se si sollevano gli occhi, contemplando le nuvole che galoppano velocemente tra la terra verdeggiante di limoni, arance, ulivi e viti, ed il mare spumeggiante quando il vento lo increspa. La costa di Castellammare del Golfo una terra di miraggi, vuoi anche per il sole cocente, e perch deliziosamente esposta ai venti che linebriano dodor di mare e di pesce fresco; una terra fantastica la nostra Castellammare; piena di dolcezza la sua marina ancora visibilmente ancorata ad una pesca che non vuole e non deve morire; resta nel mio ricordo pi come un viaggio immaginario che come un vero permanervi, questo viaggio compiuto con i corsisti del PON; un viaggio spesso astatico, quando guardo i gabbiani che si lasciano trasportare tra terra e mare.Natura, arte, cultura e tradizione si fondono l, dove basta buttare un occhio ad oriente e sentire le isole Eolie, visibili solo quando laria si sta gonfiando di pioggia, e con laltro scorgere la sempreverde macchia mediterranea, proprio lungolafasciacostiera,traAlcamoeSanVitoLoCapo,propriolungo il tratto che ci lascia ancora sognare: Scopello con la sua tonnara ed i suoi monumentali faraglioni e lo Zingaro, riserva incontaminata, dove regna, tra il silenzio del mare e quello della terra, un mondo che non deve scomparire. Possiamo considerare il golfo di Castellammare come una sub-regione della Sicilia, poich le tradizioni culturali e lattaccamento alla storia, ben si distanziano dal resto della regione, rendendola unica nel suo genere e tutta da scoprire.

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LA TRADIZIONE E LINNOVAZIONE

Tradizioni a Castellammare del Golfo

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la Trattoria dallo Zio Andrea si mangia bene, in Piazza Petrolo, 16; la Trattoria Geronimo, in Via GuglielmoMarconi, 121, il Ristorante La Muciara, in Via Don LuigiSturzo 12; la Trattoria Scopello, in localit Scopello, a pochi metri dai magnifici faraglioni; Egesta Mare, inViafiume, a due passi da largo Petrolo, adagiato su di una pittoresca scalinata, tra piante e odori inebrianti, durante le serateestive,tel.092430409,cel.3336832208,3939482183(ilristoranteEgestaMareoffreallasuaclientelaunavastascelta di ricette siciliane di pesce preparate secondo le pi antiche tradizioni. il posto ideale per pranzare o cenare immersi in una silenziosa piazzetta a due passi dal centro storico e dalla marina di Castellammare. Tra i piatti pi prelibati: Letto di caponata con capucetti, Involtino di spada con rucola, Arancia con tonno agrodolce, Cocktail digambero,Insalatadimare,Millefogliealragdipesce,Busiata scampi in salsa di pistacchio, Pesce fresco in bellavista, Gambero arrosto); il Ristorante La Cambusa, di antiche tradizioni, lungo la costeggiate del porticciolo turistico, in via Don Leonardo Zangara, 67, 0924 30155(location molto attraente, dai tavoli a sedere si pu avere una vista del porto turistico di Castellammare del Golfo, dista circa 20 metri dal mare. In estate il locale frequentato da tantissimi turisti che apprezzano la qualit del cibo e dei prodotti del ristorante. Il pesce fresco mostrato in una vetrina dinnanzi al locale, viene pescato in zona cosi da essere veramente fresco e di ottima qualit. Con oltre quindici anni di storia, La Cambusa il luogo ideale per chi intende degustare delle ottime proposte a base di pesce appena pescato. Il ristorante ubicato in un luogo incantevole, immerso in un suggestivo scenario che si affaccia direttamente sul mare, un luogo tanto bello quanto i piatti proposti, curati nella presentazione come solo pochi sanno fare. festival di sapori e di colori che si fondono per regalarvi momenti di straordinario relax. Tra i piati tipici lantipasto della Cambusa con prodotti pescati al momento in base al pescato del giorno, il Cous cous di pesce, le Busiate di pasta fresca del Golfo, pescato del giorno in bellavista, zuppe di pesce fresco, cartoccio di pesce fresco); il Ristorante Pizzeria Baida, in Contrada Castello Di Baida,tel.092438029;ilRistorantePosidonia, inViaDonZangara,13;Dallo Zio Andrea, inViaSantAntonino,cel.3930666323; il Ristorante LaTerrazza, inViaMarcoPolo,a Scopello, tel. 0924 541198; Il Ristorantino del Mons, in Via Vittor Pisani 2, angolo Piazza Petrolo, a due passida una incantevole e suggestiva cala, tel. 0924 531031(ristorantino a gestione familiare ubicato nelle immediate vicinanze del mare, propone una vasta scelta di specialit a base di pesce. Lattenzione rivolta soprattutto alla freschezza del pescato e alla selezione degli ingredienti. Consigliati i primi di pasta fresca e molto casalinghi i dolci); il New Salvinius, inViaDonLuigiZangara, 69, tel. 092430185;ilristoranteLa Campana,inViaDelMacello12,inprossimit del Pub Silos, dunque, in Piazza Largo Petrolo, tel.092430606;La Darsena, in Contrada Spiaggia Plaia 1, tel.092430999;La Nuova Lampara Piccola, in Contrada

SpiaggiaPlaia,17,tel.092431440;ilRistorante Pizzeria La Duchessa,inViaDuchessa34,tel.092434900;AnticaBracediGaspareBeninati,inViaFrancescoCrispi,tel.092431770;LApprodo, inViaDonLuigiZangara85, tel.092431525;La TimpadiCusumanoFrancesco,inViaArcipreteMilitelli8, tel. 0924 31316; Lo Zingaro, in Contrada Grotticelli Scopello, tel.0924541324; Il Mulino di Scopello, in Ctr. Scopello 7, a pochi passi dal centro storico del piccolo borgo e con vista mozzafiato sul golfo di Castellammare, tel. 0924 541336 (la cucina dai profumi marinari e daitocchi originali offre specialit tipiche siciliane, come la pasta con i finocchi e sarde e piatti che racchiudono i moderni valori nutrizionali che spaziano dalle busiate di cernia e ricciola agli agrumi di sicilia, alla caponata di pesce spada, al tonno fresco, i gamberoni, il cous cous di pesce, fino ad arrivare alla specialit di carne ai ferri con Angus. E chiaramente come vuole la tradizione dolciaria siciliana il cannolo che il ristorante il Mulino proponecon una cialda al cacao molto croccante ricoperta con la ricotta fresca, la cioccolata calda e accompagnato da una composta di marmellata darance); Il Patio, affascinante ristoranteinviadonLeonardoZangara,53,allaCalaMarina,sullo splendido e caratteristico porto di Castellammare delGolfo,tel.092435110ecel.3332339294(dipregioilcouscous di pesce alla trapanese, il couscous con gamberi e patate in cestino croccante, il couscous alla pantesca, il couscous con ortaggi dorati, pistacchi di Bronte, capperi ed erbetta cipollina servito in abbinamento con marsala vergine, couscous mamma Africa con zuppa di verdure dolci, patate, verza e montone; e, poi, le zuppe marinare, come la zuppa di vongole, limpepata di cozze al limone, la zuppa di frutti di mare e crostacei, la zuppa ricca di pesce e crostacei; e, poi, i primi: ghiotta daragosta, spaghetto spezzato in zuppa daragosta alla marettimara, riso gattopardo, riso carnaroli al sugo nero di seppia con sorbetto tiepido di gambero rosa e ricci in cascata, risottino mare chiaro, marinara bianca con frutti di mare e asparagi di mare, ravioli di granchio al sugo di crostacei, spaghetti con ricci di mare, tagliolino alla carbonara di gamberi con bottarga di tonno rosso, busiate con carciofi e pescatrice, spaghetti con vongole e pomodorini, busiate con macco di fave e cozze, casarecce alle uova di san Pietro, con pistacchi e basilico, busiatino alla maccusa, con pesto alle mandorle, gamberi e melanzana tunisina, gnocchi croccanti al forno, con guanciale, formaggi freschi e pistacchi di Bronte, anelletti in barca di melanzane, al sugo di pomodorini e basilico con tuma gratinata, busiata al pesto trapanese, con patate e melanzane fritte; profumati i secondi di pesce: tasca di pesce spada alle mandorle con sughetto al pomodorino e basilico, tagliata di tonno con doratura di erbette e mandorle sul letto di verdure e germogli, calamari muttunati di couscous e olive con sughetto allisolana, tranciotto di cernia al sale grosso, fritto ricco di paranza, grigliata mista, trancio di pesce spada alla brace, gamberonirossidiMazaraallabrace,pescatodelgiorno,aragoste e astici delle Egadi).

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Tradizioni a Castellammare del Golfo

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IL NOSTRO IMPEGNO

Medaglie

Il progetto dei fratelli Domenico e Vito Sottile si proposto di creare unazienda che sappia interpretare le esigenze del mercato moderno e seguire le dinamiche evolutive, in un settore quello del caff, in cui avevano maturato, precedentemente, anni di esperienza.Allinterno dellazienda ciascuno di loro ha seguito le proprie naturali inclinazioni, Domenico Sottile si occupa della produzione, Vito Sottile delladistribuzione e commercializzazione.Secondo vari studi di settore, le proposte arrivate sul mercato del caff porzionato, supportate da adeguata informazione e distribuzione, hanno ottenuto ottimo gradimento da parte dei consumatori.La Soadi nasce dalla passione per il caff di ottima qualit, che per molti legato allespresso del bar, ma il cambiamento, il progresso e linnovazione ci permettono di eseguire in maniera semplice, un perfetto espresso in casa propria ha commentato Domenico Sottile.

Soadi, giovane azienda, nel campo del caff in cialdeLa passione per linnovazione e la soddisfazione del cliente

di Giuseppe Butera

La Soadi nasce solo un anno fa, quando inizia il suo lungo viaggio nel mondo del Caff di qualit, diventando subito, con le sue miscele, un punto di riferimento per tantissime catene di distribuzioni, supermercati, bar e pasticcerie e famiglie siciliane e non solo.Una delizia in tazzina, un Espresso che rende la degustazione del Caff unesperienza unica; la missione che accompagna, fin dallinizio, questa giovanissima azienda. Linstancabile ricerca per realizzare la sua idea di Caff Espresso eccellente nel tempo diventata per questi giovani imprenditori una vera e propria filosofia aziendale; un metodo di lavoro efficace per ottenere la qualit speciale delle miscele.La Soadi, unazienda emergente operante nel settore del caff monoporzionato, nello specifico delle cialde, avente sede a Castellammare del Golfo, che distribuisce e commercializza sia nel settore della grande distribuzione organizzata sia negli hotels, ristoranti (HORECA) di buona parte della Sicilia.

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Il caff Soadi, viene prodotto in cialde di carta filtro ed una volta inserito nella macchina per il caff, premendo semplicemente il tasto dellerogazione, lespresso pronto. Si verifica un fenomeno che potremmo paragonare ad una rivoluzione che risponde alle nuove esigenze dei consumatori.Secondo una ricerca svolta nel 2011, vi stato un calo nel consumo di caff al bar ed un progressivo aumento del caff monoporzione soprattutto di quelloconrapportoqualit/prezzopivantaggioso.Lidea di consentire, a chiunque, esperto o meno, di farsi un buon caff il punto di svolta, unito dal fatto che un sistema pulito, infatti, permette di non sporcare durante lesecuzione.Seppure legati, affettivamente, alla caffettiera, lecito pensare a disponibilit verso il cambiamento delle proprie abitudini con la macchina per caff, che in maniera veloce, bastano pochi secondi, ti permette di eseguire un espresso come al bar. I due giovani imprenditori della Soadi amano linnovazione e desiderano che tutti possano avere una macchina per espresso in cialde e seguire linarrestabile passo del progresso, come successo con altri elettrodomestici a suo tempo.Detto cos sembrerebbe un discorso legato solo al ricavo cio pi macchine - maggiori guadagni, in realt vi un pensiero filantropico alla base, poich il progresso reale quando consente ad ogni uomo di usufruire della tecnologia, come pure di poter avere il meglio.La giovane Soadi attenta anche al tema dellecologia, infatti, la cialda in carta filtro pu essere smaltita nellorganico, per quanto riguarda linvolucro esterno, sta vagliando altre possibilit che preservino il prodotto, riducendo limpatto ambientale.La Soadi si propone come obiettivi per il futuro: lincremento del mercato e della visibilit nel territorio, risultati che solo il cliente permette di raggiungere,

attraverso una politica aziendale fondata sulla crescita qualitativa costante, unita al mantenimento di prezzi competitivi.Lazienda acquista con particolare cura la materia prima, facendo in modo di adoperare sempre il meglio sia come tipologie di caff che come materiale dimballaggio, scegliendo solo made in Italy certificato, perch la qualit del prodotto e la soddisfazione del cliente ripagano sempre il produttore.La formulazione della miscela stato un passo molto travagliato, che ha richiesto molta pazienza e conoscenza del microcosmo caff, ma alla fine ha permesso di creare, un espresso corposo, ricco di crema e dal gusto intenso, corrispondendo cos ai canoniidealihaprecisatoVitoSottile.Lazienda, continua la ricerca ed i controlli qualitativi, lassaggio e la catalogazione di nuovi caff, con il duplice obiettivo di creare nuove miscele e di perfezionare quelle gi esistenti, al fine di arricchire le caratteristiche aromatiche e il gourmet organolettico del prodotto finito. Le cialde sono prodotte da un impianto industriale che aspirato il caff tostato, lo macina, poi lo veicola nelle vasche e lo pressa tra due fogli di carta filtro, non appena inserito nella busta di carta plastica viene insufflato un gas che ne allunga lemivita e ne preserva laroma fino allapertura.Come tutti sapete stiamo attraversando un momento difficile, poich la crisi riguarda ciascuno di noi, coinvolge ogni settore ed stato difficile mettersi in gioco proprio adesso. Dobbiamo dare merito, alla banca Don Rizzo lunico istituto di credito, che ci ha supportato, nella fase delicata dello start up, credendo nel nostro progetto e nella nostra azienda.Con questo inciso i due giovani imprenditori ringraziano Banca Don Rizzo per aver scommesso sulla loro idea imprenditoriale e per aver ritenuto Soadi un cliente privilegiato.

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IL NOSTRO IMPEGNO

Medaglie

che venivano date in affidamento (se non addirittura vendute dalla famiglia stessa, per troppa miseria) a qualche famiglia nobile, o ricca, che in cambio di vitto e alloggio, le impiegava per tutta la vita alla realizzazione del corredo della propria figlia.Ma come raccogliere in ununica soluzione, secoli distoria ricamati tra le dita di centinaia di donne che la storia lhanno fatta!Come raccontare lo stato danimo di donne che mentre ricamavano, versavano su quei minuscoli punti di rete le loro gioie, le loro angosce, le loro piccole e femminili confidenze, i loro dolori.E mentre sfilavano davanti agli occhi anni di guerre, di lotte, di sacrifici, a volte di miseria, le donne di Castellammare del Golfo, sono state sempre l, sedute davanti alla porta di casa mentre la lieve e profumata brezza di maggio scompigliava, come una tenera carezza, i loro capelli raccolti in una elaborata treccia che contornava il viso, riverse sui loro telai finch lultimo raggio di sole spariva dietro le case, o mentre lultima goccia di cera di una candela si consumava a tarda sera, dopolAveMaria.

Ricami e sfilati tradizionali siciliani realizzati a mano da Enza Barone e dalla sua bottegaUn buon ricamo fatto con l`ago, il filo e molta pazienza

di Federico Alesi

Larte del ricamo una delle pi antiche assieme a quella della pittura dalla quale, nei secoli, le donne hanno spesso preso spunto per i loro lavori ricamati. Lorigine del ricamo vero e proprio, pare sia stato loriente, dove venivano commissionate stoffe e manti, tessuti ricamati con ori e sete preziose. Per quanto riguarda, invece, la nostra isola, la Sicilia, un grosso centro di ricamo nacque e si svilupp a Palermo, tra il mille ed il milleduecento, in particolare sotto la dominazione Normanna di Federico II, culturalmente e storicamente conosciuto come un grande mecenate dellarte.Dalla Sicilia, nei successivi secoli dello scorso millennio, il ricamo trov terreno fertile nelle Fiandre, a Firenze, a GenovaeaVenezia,divenendounatradizioneartisticasino ancora ai nostri giorni. Ci si chiesto molto spesso, dove andassero a finire tutti i lavori fatti con il ricamo, ad esempio tende, coperte, lenzuola, asciugamani ed altro, lavori che richiedevano anni, e sui quali le fanciulle molto spesso invecchiavano. Proprio riguardo alle fanciulle, doveroso aprire una parentesi, dicendo che per la maggior parte, si trattava di giovani orfane ospiti presso qualche orfanotrofio, oppure di giovani

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vero, adesso basta spegnere o accendere un interruttore per avere tutta la luce che si vuole, basta mettersi comodi davanti ad un computer e comprare tutto quello che si vuole potendo scegliere tra i prodotti che si vendono in tutto il mondo. tutto cambiato, tutto frutto del progresso, tutto tecnologicamente evoluto. Siamo tecnologicamente evoluti.MairicamidiCastellammaredelGolfono!!!Iricamidelterzo millennio sono fatti allo stesso modo di quelli del secondo e del primo millennio.FIGGHIA NTA FASCIA TILA NTA CASCIA(quando nasce una figlia femmina, devi avere pronto il corredo nella cassa)E ci riferiamo alle donne della bottega Arte del Ricamo di Enza Barone, sita nel centralissimo corso Garibaldi e meta quotidiana di centinaia di turisti affascinati dalloriginalit del suo ricamo e dalla laboriosit delle sue ricamatrici. Tutto, ancora, scrupolosamente eseguito a mano. Una bottega che, negli anni, divenuta una veraepropria scuola, concorsi specialistici aMarsala,PalermoeMessina.Arte del Ricamo nasce nel 2000, proprio a Castellammare del Golfo, da una idea, coltivata da piccola, di Enza Barone, larte in mano sin da giovanissima et, grazie alla maestria, mai venuta meno, della madre Enza.Ho iniziato a ricamare, grazie a mia madre, a 6 anni. A 14 anni il ricamo diventato il mio lavoro. Disegnavo la biancheria e la ricamavo. A 25 anni ho cominciato a studiare marketing e ho lavorato 5 anni in una prestigiosa azienda ricamatrice del Nord. Mi chiesi? Ma perchimportare dal Nord ci che realizziamo noi meridionali l. Perch non iniziare a creare noi occupazione in questo settore? Da questa considerazione nasce Arte del Ricamo. Pochissimo capitale investito e tanta voglia di emergere.Ora la bottega conta numerosi artisti, realizza corsi in tutta la Sicilia, esporta in tutto il mondo, ha fondato una associazione, Ago e svago, presieduta da Enza Barone che tiene unite tute le ricamatrici formatesi in questa scuola e che desiderano andare oltre il semplice piacere e far conoscere i filati in tutto il mondo.La bottega Arte del ricamo vuole essere un angolo dove abili ricamatrici espongono coordinati artistici ricamati esclusivamente a mano nel rispetto dellantica tradizione riportata ai nostri tempi tramite tecniche tramandate da madre in figlia.Nellattuale epoca dove la modernizzazione dilaga si sente lesigenza di riscoprire antiche arti che sono rimaste radicate nella nostra cultura.Proprio per questa esigenza vengono proposti lavori che permettono di riscoprire e valorizzare attraverso la manualit, la creativit e fantasia antichi mestieri artigianali che altrimenti andrebbero persi.La creazione e lesecuzione dei lavori indirizzata a soddisfare la clientela personalizzando, secondo le

esigenze, la scelta dei tessuti, il tipo di ricamo, i disegni da realizzare sul tessuto e le dimensioni.Per noi risulta particolarmente importante uno scambio di informazioni ed esigenze con il cliente, in modo da eseguire un lavoro di alta qualit e rispondente alle aspettative. La nostra biancheria, i nostri tendaggi, i nostri corredini e corredi lasciano esterrefatti anche i clienti pi esigenti. La perfezione la nostra scelta professionale ribadisce Enza Barone. Creare un piacere infinito.Enza Barone il sogno che si realizza, la passione che si concretizza, la mano sapiente che seduce con la sua impareggiabile creativit e bravura.

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IL NOSTRO IMPEGNO

Agesp e la migliore gestione dei rifiutiUnazienda con una storia decennale ed un impegno serio

di Filippo Nobile

Medaglie

Se ci fosse lOscar del risparmio ambientale, Agesp spa sarebbe candidata per la miglior gestione dei rifiuti. Dietro ai Comuni pi ricicloni di Sicilia c proprio Agesp. In tema di raccolta differenziata azienda vanta dei veri e propri primati nellIsola.Svolge il servizio a Calatafimi-Segesta dove si raggiunta una percentuale di raccolta differenziata del 67% nel 2010 e nella zona del Calatino, nei comuni di Vizzini con il 64% circa eMilitelloVal di Catania conil 53% circa (dati raggiunti in pocopi di un anno esenza sfigurare rispetto ai comuni del nord dove la differenziata si fa da oltre 10 anni). La Agesp spa opera dal 1971 nel settore dellecologia e dellambiente ed stata fra le prime aziende in Sicilia ad entrare nel settore dei servizi pubblici di igiene ambientale (a dicembre di questanno compie 40 anni di attivit).

Agesp svolge la propria attivit con particolare riguardo ai servizi di raccolta e smaltimento rifiuti, raccolta differenziata, gestione discariche ed impianti di selezione e riciclaggio, pulizie, deratizzazione e disinfestazione, gestione di Centri Comunali di raccolta e stazioni di trasferenza rifiuti, nonch bonifiche di siti e beni contenenti amianto. La crescente domanda di servizi ambientali e le innumerevoli opportunit offerte dal settore - dice uno dei titolari dellazienda Gregorio Bongiorno - hanno permesso alla Agesp spa grazie al suo know how di incrementare le proprie attivit, crescendo notevolmente di dimensione. Oggi, infatti, laziendacontaunfatturatodiquasi15milionidieuro,unorganicodicirca300unit,serveunapopolazione di circa 200.000 abitanti ed ha un parco mezzi di circa 200 autocarri. Agesp svolge attualmente le proprie attivit principalmente nellambito della Regione Sicilia ma, da qualche anno, anche presente in Emilia Romagna, Piemonte, Liguria e Sardegna. Lazienda negli anni ha diversificato sia in termini territoriali che di offerta di servizi, in particolare negli ultimi mesi ha avviato con successo lattivit di bonifica di amianto organizzando e strutturandosi con personale altamente qualificato e con atrezzature e mezzi adeguati. Le strategie di sviluppo dellimpresa - continua Bongiorno - per i prossimi anni, prevedono di continuare a crescere nel campo dei servizi di igiene ambientale in Comuni sia della Sicilia che del resto di Italia, ma anche di avviare nuove iniziative nel campo degli impianti di smaltimento e riciclaggio dei rifiuti differenziati nonch in altri settore sempre dei servizi pubblici. Lazienda certificata per il sistema di qualit ISO 9001, per il sistema di gestione ambientale ISO 14001 nonch del sistema di sicurezza dei lavoratori OHSAS 18001. fra leprimeaziendedelsettoreadessersidotataModellodiOrganizzazione,GestioneeControlloexD.Lgs.231/01nonchdelcodiceetico.LaziendagestitadaifratelliGregorio,36anni,eSilviaBongiornodi32anni,imprenditoridisecondagenerazioneche dopo avere completato i propri studi universitari fuori regione hanno deciso di ritornare in Sicilia e

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continuare con grande coraggio e sacrificio lattivit di famiglia. Gregorio negli anni si dedicato allattivit di sindacato delle imprese in Confindustria dove in passato ha svolto il ruolo di presidente dei Giovani Industriali a Trapani ed attualmente ricopre il ruolo di vicepresidente vicario in Confindustria Trapani nonch anche componente di Giunta in Confindustria Sicilia. LAgesp spa azienda operante nel campo dei servizi di Igiene Ambientale e nella raccolta e smaltimento rifiuti a dicembre dello scorso anno ha raggiunto forse uno dei suoi pi importanti traguardi aziendali, difatti ha compiuto i suoi primi 40 anni di attivit operando dal 1971 nel settore dellecologia e dellambiente, ( stata infatti fra le prime aziende in Sicilia ad entrare nel settore dei servizi pubblici di igiene ambientale).Un traguardo dice Gregorio Bongiorno che premia tutti coloro che in questi anni hanno contribuito con il proprio lavoro e con grande senso di abnegazion