Quadri di vetro. Introduzione di Paolo Vidali. 18,00- 20,00 Aula Magna Dibattito sulla situazione...

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Quadri di vetro. Introduzione di Paolo Vidali

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Quadri di vetro. Introduzione di Paolo Vidali

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18,00- 20,00  Aula MagnaDibattito sulla situazione della scuola oggi in Italia e in

Europa

Introduzione: Una scuola di vetro, Paolo Vidali Una cultura per la scuola, Paolo Possamai, direttore de

"Il Piccolo" di Trieste Una politica per la scuola , On. Daniela Sbrollini, Sen.

Paolo Franco Il documento degli insegnanti del "Quadri", Roberto

Plevano Il documento degli studenti del "Quadri", Carlo Saugo La scuola in numeri,  Beatrice Peruffo Dibattito Coordina Federica Niola

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Il vetro come Trasparenza Fragilità Passaggio e filtro tra un dentro e un

fuori Protezione

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La scuola è un mondo a parte ma non è una società chiusa, a ben vedere siamo una società

contro

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Viviamo nella scuola un quotidiano combattimento contro i disvalori dominanti:

non si vende niente, ma si regala tutto non c’è pubblicità, non c’è competizione, non c’è impegno in ragione della retribuzione

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Costruiamo una società in piccolo dove si propongono (quasi

esclusivamente) problemi che hanno una soluzione

dove i movimenti (del pensiero, dell’apprendimento) sono già definiti

eppure: Costruiamo un esperimento di società

diversa e migliore:

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Eticamente esigente: perché spinge a impegnarsi e a dare il meglio di sé

 Di uguali e di diversi, dove tutti hanno le stesse opportunità, e dove vale il merito ma non l’appartenenza

Legale: dove insegniamo a rispettare le regole, anche a cambiarle, ma mai a eluderle

Multiculturale: perché insegniamo non la cultura veneta, o italiana, ma la cultura dell’uomo, del meglio dell’umanità, il rispetto dei diritti universali dell’uomo e solo questo permette di accettare le nostre diversità

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che offre radici perché prende sul serio il tempo

nel passato: perché chi non sa darsi ragione di 3000 anni di storia umana, vive alla giornata (Goethe)

nel futuro: perché investiamo tutto quello che siamo e sappiamo per il futuro di giovani senza futuro

Vero una società più civile: abituiamo i nostri studenti a diventare cittadini

 

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Quando si coltiva un orto, si costruisce una sedia, si fonda una impresa, ciò che si fa è sotto gli occhi, si vede. E’ facile così.

Difficile è lavorare senza vedere ciò facciamo, senza cogliere davvero il frutto del nostro impegno.

Eppure lo facciamo lo stesso, e lo facciamo in ogni contesto, in ogni tipo di scuola, ad ogni latitudine

Per questo, anche se non sembra, anche se nessuno ce lo dice, siamo donne uomini e di speranza.