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Quaderni di MEYKHANE V (2015) http://meykhane.altervista.org/ ISSN 2283-3072 Fereidoon Salimian Florilegio da Sussurro sul lobo del mondo a cura di Graziella Ciampa 1. Presentazione. Nel centro storico di Padova si allunga una stretta strada acciottolata con portici sui due lati, sotto cui si affacciano come guardiani le entrate di antiche case nobiliari venete, che custodiscono gelosamente insospettati cortili e giardini visibili ogni tanto solo sbirciando prima che i portoni ti si chiudano davanti agli occhi curiosi e ammirati. In questa antica via c’è una bottega artigianale, è lì da sempre, da sempre per me, la ricordo infatti fin dai miei primi anni padovani. Ed un giorno dell’estate scorsa, dopo che per anni ci ero passata davanti a piedi, in bici, in macchina, sotto il solleone o cercando di non scivolare sul ghiaccio, con la mente leggera o il cuore pesante, per la prima volta ci sono entrata nella piccola bottega. Ero accompagnata dalla mia maestra di acquarello, la pittrice iraniana Nahid Khaleghpour che da sempre ci lavora assieme al marito Fereidoon – Feri - Salimian, poeta, scrittore e regista nel suo Paese. Mi avevano chiesto di tradurre le poesie di Feri. Ho accettato, pur consapevole che, come dice Josif Brodskij, “ .. la Poesia è già traduzione. Traduzione di verità metafisiche in linguaggio terrestre”. Ho accettato guidata dalla leggerezza che, assieme all’entusiasmo, da sempre mi guida verso le nuove esperienze. Non so se si possa parlare di vera e propria traduzione, non conosco infatti la lingua persiana. Posso dire che si è trattato più di un ‘trasporto’ di parole.

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Quaderni di MEYKHANE V (2015)http://meykhane.altervista.org/ ISSN 2283-3072

Fereidoon Salimian

Florilegio da Sussurro sul lobo del mondo a cura di Graziella Ciampa

1. Presentazione. Nel centro storico di Padova si allunga una stretta strada acciottolata con portici sui due lati, sotto cui si affacciano come guardiani le entrate di antiche case nobiliari venete, che custodiscono gelosamente insospettati cortili e giardini visibili ogni tanto solo sbirciando prima che i portoni ti si chiudano davanti agli occhi curiosi e ammirati.In questa antica via c’è una bottega artigianale, è lì da sempre, da sempre per me, la ricordo infatti fin dai miei primi anni padovani.Ed un giorno dell’estate scorsa, dopo che per anni ci ero passata davanti a piedi, in bici, in macchina, sotto il solleone o cercando di non scivolare sul ghiaccio, con la mente leggera o il cuore pesante, per la prima volta ci sono entrata nella piccola bottega. Ero accompagnata dalla mia maestra di acquarello, la pittrice iraniana Nahid Khaleghpour che da sempre ci lavora assieme al marito Fereidoon – Feri - Salimian, poeta, scrittore e regista nel suo Paese. Mi avevano chiesto di tradurre le poesie di Feri. Ho accettato, pur consapevole che, come dice Josif Brodskij, “ .. la Poesia è già traduzione. Traduzione di verità metafisiche in linguaggio terrestre”. Ho accettato guidata dalla leggerezza che, assieme all’entusiasmo, da sempre mi guida verso le nuove esperienze.Non so se si possa parlare di vera e propria traduzione, non conosco infatti la lingua persiana. Possodire che si è trattato più di un ‘trasporto’ di parole.

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E’ iniziato così un periodo di ascolto, di silenzi, di ricerca di parole ad occhi chiusi, di domande, di immaginazione, di frustrazioni, di scoperta di significati. Un periodo fatto di racconti, di storie trasmesse nei secoli, di tradizioni, di valori. E’ stato pensiero che via via si ritirava in un angolino per lasciare posto alle immagini, a suoni di una lingua sconosciuta, a tanto color ocra, tanto giallo, viola, tanta natura, tanta luce. E’ stata nostalgia immensa. E in quella bottega, bevendo lentamente il caldo e profumato tè persiano, calmando il mio respiro moderno nella lentezza dei gesti di Feri, il tempo perdeva spessore e tutto il mondo oltre la vetrina polverosa sfumava i suoi contorni. E’ stata riscoperta della mia lingua, di molte parole che sottratte alla consuetudine del quotidiano, riscoprivo nei suoni e nel significato. La traduzione è sacrificio. L’antichissima lingua persiana, per sua natura immagignifica e poetica, ha reso il sacrificio ancora più grande, e faticosa la ricerca di parole adeguate.Penso agli aggettivi che si fanno sostantivi come in: Notturnità, dove ‘Notturno’ non bastava ad esprimere quell’impulso che prende chi viene rapito dall’atmosfera della notte, chi riesce a scrivere,a dipingere o a mettere piede fuori casa solo dopo la mezzanotte, chi vive una ‘senza tempità’; o al nostro ‘rorido’ in Essere cantato per dire del termine persiano che potremmo coniare come ‘bagnanità’, intendendo l’immensa tristezza sofferta da chi ha la camicia intrisa delle proprie lacrime.In Sul nome della mia poesia e in Brigante della parola è presente l’espressione frequente nella quotidianità della lingua persiana di: ‘… sulla lunghezza e larghezza di …’ indicando con un linguaggio preso dalla geometria, la metafora della misurazione dell’esperienza.Ne Il pane troviamo ‘… ma non ti avevo trovato così spezzato …’ , è qui uno spezzarsi come coluiil quale dopo lunghe ed eroiche battaglie si arrende, sconfitto, al nemico.E’ la rappresentazione del corpo umano come un albero, presente nella cultura persiana, che spiega la descrizione delle dita come ‘rami o ‘rametti’ che troviamo in Il più grande desiderio e in Ai piedi della torre della città.Fin dall’antichità il numero 7 viene considerato un numero magico. Il cuore innamorato merita di essere trafitto da sette spade. Navigare per i sette mari alla ricerca della Verità. Per il sufismo, sette ilivelli da attraversare per arrivare alla Consapevolezza. Con: ‘Avere sette cieli sopra di noi’ che troviamo in La lettera, si intende tutta l’altezza del cielo, tutto il percorso cioè per raggiungere la Purezza.Nella poesia Convivere con la perdita troviamo: ‘ … La lanterna sulla soglia nel ricadere del suomanico non ha avuto dubbio … ‘. Si descrive qui, con una bella immagine assai presente nel linguaggio della lingua persiana, il movimento che porta anche il più forte degli uomini a soccombere sotto un colpo durissimo.Sempre in Convivere con la perdita leggiamo: ‘ … le donne apprestano la barca degli uomini perla vela nera …’. In Iran quando due innamorati si devono separare per un lungo periodo, si scambiano dei fazzoletti come pegno d’amore. In questa poesia però le donne preparano la vela neradel lutto, perché sanno che i loro uomini se li prenderà la Morte.Già nell’antica Persia l’aprirsi del bavero della camicia era considerato positivo segno di ribellione, di orgoglio, di adesione al cambiamento, di voglia di vivere. Nella poesia I venditori, il capo si china a nascondere il bavero della camicia, aperto e rivelatore.Colorare un’emozione. In Rimanenza di vita, il ‘silenzio viola’ è viola come il silenzio che segueal rimaner soli dopo aver preso un gran pugno in faccia e non aver reagito. Il poeta Fereidoon Salimian in una sua poesia non presente in questa raccolta, colora di giallo la tristezza dello stupore,di grigio la tristezza della perdita e di ocra la tristezza del rimpianto.

Vi consegno il frutto di questi mesi di lavoro, che ho svolto, con la più grande attenzione a rendere massima l’aderenza e la fedeltà all’anima delle poesie tradotte.

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Questa scelta di 10 poesie è tratta dalla raccolta di Fereidoon Salimian, Sussurro sul lobo del mondo, uscito a Padova nel 2014. Per la stesura definitiva di questa raccolta di poesie abbiamo chiesto il contributo di amici poeti e letterati, che con suggerimenti, correzioni e proposte ci hanno dato un prezioso aiuto.

Un ringraziamento sincero a: Daniela Antonello, Francesco Celi, Angelo Fiocchi, Sascinca Gorghinpour, Nahid Khaleghpour, Silvia Pianura

2. Versioni italiane (a cura di Graziella Ciampa)

Essere cantato

In un batter d’occhioho visto che l’universo privo di animaemaciato ed impaurito crea l’animama sbocciato in immensa meravigliaLacrime sono corse tra i dentiperché gli occhi sono ormai inariditie il nodo in gola è divenuto bilia

…. Allora le parole si sono allineate come siepiper far sì che le mie mani facciano una poesia dalla loro essenza

La fronte della terra si posa sul petto dell’albaPrima di rivedere le parolemi accorgo che anch’io sono già parola

…. Allora quel momento ho scoperto:non io facevo poesiache le lacrime corse tra i dentitutta la nottefacevano poesia della mia camicia rorida

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Sull’arco teso

Il mondo di noi due mia piccola caraè un arco infinito di colore scuro scuroIn un piccolo scorcio di questo arcoogni tanto sorge un chiaroree i miei occhila cui esistenza è di per sé un miracolonel tuo sguardo pieno d’incantosi tranquillizzano

Noi duein un arco scuro infinitotesi sulla corda e … veniamo scoccatiE l’infinità mia piccola cara non ha centroche in questa decentralitàovunque saremo lanciatiancora saremo nel centro dell’universoe questo mia piccola cara è altrove dall’accadimento

Che io siaChe tu siaChe sia quel chiarore ogni tantoDall’inquietudine dei miei occhinella tranquillità del tuo sguardosi crei un angolo sicuroE questo mia piccola cara non è poco

Il gioco della luce e del suono

Il mondo?Il mondo ebbroè una volta sotto cui passa il ventoche nel suo tiraggio ingobbitofa correre se stesso

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Lo spazio?Lo spazio viventeE’ una cornamusaChe con l’accenno di un soffioTrova voceE con un cenno della manodiviene musica

Il tempo?Il tempo svuotatoE’ un patto sbiadito e impolveratoCoperto da luci inglobate

Bada!In questa triade di ebbrezza, esistenza e vuotodi chi prendi il posto e perché?Ai piedi di chi canti e perché?

Finché sulla curva prismatica dell’atmosferail passaggio di spazio e tempocon uno scuotimento diviene suono, musica e coloreAll’occhio!Che in questo gioco scherzoso di luci e suoninon vada perduto il tuo canto

Due cerimonie in un giorno

Il cerimoniere addolorato aveva orchestrato dignitosamentela cerimonia funebrecon una fila di candele coloratecon incensi profumatie camicie nere stirate di frescoNoi non abbiamo pianto colui che se ne è andatoNeanche abbiamo sospirato al suo ricordoCon ossequio abbiamo portato le nostre condoglianzeNel ritornoavevamo le mani in tasca e le spalle curveNoi avevamo la nostra mestiziaLa mestizia della nostra esistenza

Tornando a casaci siamo imbattuti nel fidanzamento della figlia del vicinoPiovevaLe sedie in affitto erano rimaste in giardino

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La pioggia sgocciolava dagli angoli dei tavolisotto il porticoNon si vedevano orme di balloLe labbra non cantate erano serrateGli anziani in silenzio pensavano al buon presagio della pioggiaRispettosamente abbiamo sorrisoAbbiamo battuto lentamente l’allegria nelle nostre maniOssequiosamente abbiamo fatto gli auguriNel ritornoavevamo le mani in tasca e le spalle curveNoi avevamo la nostra mestiziaLa mestizia della nostra esistenza

Siamo giunti a casaNella penombra della stanzaognuno di noi è strisciato verso un angoloE ci siamo coperti con i nostri vestiti fradiciper non guardarci in facciaNoi abbiamo la nostra mestiziaLa mestizia della nostra esistenza

Immigrati

Tra gli oggetti della nostra casaun dubbio accanito aveva fatto tanaLe tazze erano di decoroe non ci evocavano l’idea del tèLe sedie vuoteerano prive dell’anima del sedersiLa mente del tavolo era vacante di colloquioe si faceva vedere bellosolo se coperto da una tovaglia più bella.

Sembra che tu abbia chiamato: vieni accendiamo la luce!E con allegria hai battuto le maniNon sapeviinnocentemente non sapeviche noi da anni siamo abituati al buioe la luce abbaglia i nostri occhiMi sembra di aver sentito: vieni facciamo un disegno!e con allegria hai battuto le maniIl mio cristallino nodo alla gola da una piccola altezza è stato infrantoperché tu credevi

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innocentemente credeviche noi eravamo arrivati a casae che ancora potevamo come in quegli annigiocare con le matite coloratee che potevamo come su muri fradicicoprire i nostri ammuffiti ricordicon le figure di ruscello, casa e sole

Tu non hai saputoinnocentemente non hai saputoche ci eravamo già perduti tra gli oggetti della casae disperatamentecercavamo le nostre mani e i nostri sguardiSembra che tu avessi dimenticatoche io avevo rubato me da me stesso nel tuo sguardoSembra che tu avessi pensatoinnocentemente pensatoche ormai le nostre mani erano già arrivate a casa

Io ad appuntire le matite colorate senza sostaTu ad allinearle con diligenzaaffinché in questa unione vagheggiamoinnocentemente vagheggiamodi essere nella nostra casae la tazza è per bere il tée la sedia per sedersie il tavolo un ponte per far passare parole e sguardiE che si può accendere la luceE che si può disegnare il sogno sulla carta.

E’ domenicaIo sorveglio le tue maniTu ti proteggi nei miei occhiaffinché in questo gioco crepuscolare vagheggiamoche da sempre siamo stati nella nostra casaInnocentemente vagheggiamoche la sciagurafin dall’inizio non sia mai accaduta

Viandanti

Viaggiamo sempresenza essere alla ricerca di un’oasi

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Con l’uno e l’altro prendiamo il tè all’imbruniresenza vederne il vapore nello sguardo degli altriIngurgitiamo la freschezza della fruttasenza averla colta dall’altezza dell’alberoCamminiamosenza pensiero al camminoE prima di sedercigià sappiamo che saremo ostaggio della televisioneCosa fanno di noi!?Cosa facciamo di noi!?Noi siamo viviPerché non essere innamorati?

In coda al panificio siamo svegliIl nostro risveglio peròinvece che con la lucidità della presenzalo mischiamo con tremore, agitazione e premuraDopo il levare della tovagliail nostro sonno si gira e si rigira nell’incubosenza sapere prima di cenareche i nostri sogni potevano passare dal prisma dei nostri sguardiCosa fanno di noi!?Casa facciamo di noi!?Noi siamo svegliPerché non essere innamorati?

Sotto la carezza delle dita della pioggiavivere nell’angoscia dell’alluvionePrestare la presenza della vitaal mordersi della lingua della morteNel viaggio e nella permanenzala tazza del tè in manoNella morbidezza del sonno e nel calore del risvegliointrecciati nella seta del sogno e nella ripugnanza dell’incuboSotto il sole, accomodati all’ombracomunqueo andiamoo veniamo portatiFinché veniamo finiti.Noi siamoPerché non essere uniti?Cosa fanno di noi!?Cosa facciamo di noi!?Noi viandantiPerché non essere innamorati?

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Brigante della parola

Ho letto in un libro, che un affamato in un pomeriggio di un giorno festivoaveva rubato da una bibliotecala vostra storiala vostra storia e quella dei vostri padriSull’angusto vicolo e sulla lunghezza e larghezza delle strade della vostra città ho letto.Ancora ho lettoSulle panchine dei parchi ho lettotanto ho letto

Scongiurando che non accada a voiSul giaciglio di cenere Nel risucchio dell’orco E nella bocca della tempesta ho letto.

…. E ogni tanto ho scrittoQuando me lo permetteva la cornice stretta della voglia.Mettendo in fila con pignoleria i colori mischiati delle parolein modo che la bellezza della vista dal vostro balcone si riflettesse sulla ringhiera

Dico la veritàun giorno ho sentitoche le parole dei miei scrittierano rubate dal piatto metà vuoto dei miei figliE un pudore rosso si è aggiunto a tutto questo.

Ho scritto poco molto pococome un impauritoche scrive la sua pallida e umile difesaal crepuscolo di un tribunale che ha già scritto la sentenza

Mi spiego meglioMentre il mal di testa martellava nell’insicurezzae fra le righe biancheun’angoscia accanita mi seguiva con un randellobrigantavo le parole adattedalle palme della tovaglia con quattro angoli ricamaticon uno sguardo dubbioso e bagnato.

Insomma ho letto a lungo la vostra storiaHo scritto pocoDel mio passato ho scritto poco molto poco perché con pudore rosato pensavo con paurache una ad unale parole birichine e discolenella distanza della coda dal panificio fino alle palme della tovagliale avevo rubate dalla tasca del buio

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Nella notte senza sogni

Il mondo è nato nella notte senza sognie generato da se stessoIl mondo autogeneratoè nato in una notte senza sognie questo nascere non è stato fatto apposta come pensi tu.

L’uomo è nato circondato da sogniCosì dentro di sé e inconsapevole di sénon potendo vivere senza sogni.

Da noi stessi siamo scappati nell’azzurro del fiume e nel verde della giunglaIncantati siamo evasi nella durezza della montagna e cedevolezza del desertoDisincantati siamo tornati a noi stessiE ci siamo accortiche non siamo altro che morbidezza di un sognoE cosìnella notte senza sognil’uomo è totalmente diventato sogno.

Nessuna stella è transumataNon è cascato il cieloE’ bastato lo scontro dell’uomo con l’uomoaffinché nel mondotutto ciò che era realtà sia diventato ricordoe la notte sia stata svuotata dal sognoE così tu sei svuotato da meE così io sono nascosto a te.

Affinché il mondo senza sognogeneri di nuovo se stessoe l’uomo-sognoricominci se stesso in un altro modoil nostro capo chinodeve accontentarsi di un ricordo

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Sulla nostra somiglianza

Nessuno assomiglia a nessunoIl tuo sguardonon è simile a nessun altroHo sentito addiritturache clandestini in cerca di lavoroall’aeroporto di Tokyo vengono identificati dallo sguardo

Nessuno assomiglia a nessunoIl mio sorrisonon è simile a nessun altroHo sentito addiritturache il sorriso dei cercatori di lavoroa Wall Streetviene misurato con un raggio speciale

Fino a ieriforse noi avremmo potutostrusciare i polpastrellisulla ruvidezza del cemento dei nostri rapportiMettere in vendita le nostre mani-mercea più della realtà del loro valoreMa ieri notte, per tutta la nottata ha piovutoIo prima che le nuvole nere coprissero il cielotutto questo l’avevo detto

Le vie d’uscita sono chiuseIo tutto questo l’avevo dettoChe le vie e le orme non rimangono per sempreHai visto che la pioggia alluvionante di ieri notteha cancellato tutte le tracce e le vie che solcavano la faccia della terra sono state spianate!?

Le vie d’uscita sono chiuseE noi siamo soli. Soli, soliNessuno può assomigliare a nessunoIl nostro sguardo e il nostro sorrisonon si assomiglianoTu in un contratto non detto fissi gli occhi su di meper avermi in esclusiva

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La fissità del tuo sguardo non assomiglia a nessun’altraIo in un contratto non scritto sorrido verso di teperché tu per sempre mi appartengaIl mio sorriso non assomiglia a nessun altroNessuno assomiglia a nessunoe noi siamo soli. Soli, soli

Le vie d’uscita sono chiuseLa pioggia alluvionante di ieri notteha cancellato tutte le ormee le vie che solcavano la faccia della terra sono state spianatePrima che le nuvole nere coprissero il cielotutto questo io l’avevo dettoTu non vuoi crederloperché stanco e disperato hai dormito per tutta la notte e non hai vistoche le vie d’uscita sono state chiusee che l’alluvione ha cancellato le ormee le vie che solcavano la faccia della terra sono state spianateper farci restare soli con la nostra esistenza. Soli, soli

Nessuno assomiglia a nessunoE serrarsi dentro di séè permanere d’angosciaIn attesa del solesolo il tuo sguardomi sottrae inquietudineSolo il mio sorrisofa sconto al tuo sentimento d’insicurezza…. E così, solo cosìla nostra esistenza in solitudinediventa tollerabile

Guardami!Il tuo sguardonon assomiglia a nessun altro sguardo

L’icona del signor X

Qualche tempo fa il signor Xcon mano pulita e stilografica scorrevole ha siglato il digiuno economicoLa sera quando è tornato a casaha risposto col sorriso al saluto delle governanti

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Lui è molto ossequiosoHa accarezzato sua moglieLui è molto rispettoso delle regole della famigliaHa preso in braccio e baciato suo figlioLui come un buon padre è attento all’educazione dei figli

La scorsa settimana in un Parlamento pulitocon mano pulitaha fatto cadere nell’urna un foglio pulito e piegatoe ha votato per far volare bombardieri puliti Al crepuscolo quando è tornato a casacon guanti puliti ha annaffiatotutti i vasi fioriti della casaLui ama i fiori e le piante

Anni fa quando indossava la divisa militareschiacciando con dito pulito il bottone del computer pulitofaceva alzare in volo missili intelligenti e pulitiE tornando a casanon dimenticava maidi chiedere al suo autista notizie della famigliae di complimentarsi per la sua uniforme pulitaLui non passa distratto accanto ad ogni atto pulito

Il signor X abita nei dintorniin una villa pulita con un giardino grande e pulitoLa disciplina del signor X è esemplareLui occupa varie caricheHa una gamba nel ministerouna mano nella Banca Commerciale Mondialee una testa nel ParlamentoLui è molto scrupolosoE non dimentica vestiti puliti e sorrisoin nessuna intervista

Il signor Xnon tollera le facce insanguinateNeanche le case distrutteNemmeno i bambini di colore affamatiEvita di ascoltare spiacevoli notizie alla televisionee trascorre il suo tempo di riposoad ascoltare musica classicaE passa i suoi giorni festivia giocare a golf nell’aria pulita fuori cittàLui ha un’indole delicata

Ma nonostante tutto ciòLui ha le mani imbrattateMolto imbrattate

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3. versioni originali in persiano (farsi)

سروده شدن

تا کله چرخاندم

دیدم که جهان بی جان ... جان می سازد

تکیده و ترسیده

اما شکفته در شگفتی بی پایان

اشکم از لی دندان ها جاری شد

چرا که دیگر نه چشم به کار می آمد از خشکی

نه بغض تیله – تیله شده در نای

پس کلمات چون صف شمشاد ها ردیف شدند ...

تا دست های من از عصاره ی آنان شعری بسازد

سپیده

پیشانی بر کمرگاه زمین سائید

پیش از آنکه بر کلمات درنگرم

دیدم که خود به تمامی کلم گشته ام

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پس آنگاه دریافتم ...

نه من شعر می سروده ام

که اشک های جاری از بن دندان ها

تمام شب

خیسی پیراهن من را می سروده اند.

بر زه

جهان هر دو ما عزیزک من

کمانی ست بی انتها ... به رنگ تیره ی تیره

در گوشه ی خردی از این کمان

گاه – گاه نوری می تابد

و چشمان من

در اعجاز نگاه تو آرام می گیرد

ما هر دو

بر کمان تیره ی بی انتهایی

به زه کشیده و ... پرتاب می شویم

و بی انتهایی را عزیزک من ... کانونی نیست

که در این بی کانونی ...

به هر کجا که متوقف شویم

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باز هم در کانون جهانیم

و این عزیزک من

از حادثه آنسوتراست

باشم

باشی

باشد که نورک گاه – گاهی

از بیقراری چشمان من

در آرامش نگاه تو ... کنجی امن بسازد

و این عزیزک من

آنسو تر از همه جاست

بازی نور و صدا

جهان ؟

جهان مست سراچه ی باد است

که در کمانه ی وزش خویش ... خویش می پوید

مکان ؟

مکان هست نی انبانه ای ست

که با فشاره ی فوتی

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به صدا در می آید

و با اشاره ی دستی

صدا...ش رنگ می شود

زمان ؟

زمان رست بنچاق رنگپریده ای ست خاک ور

به پوششی از نور های مچاله و درهم

زینهار!

در این ثلثه ی مست و هست و رست

به جای که می مانی ... برای چه

به پای که می خوانی ... برای چه

منشور این مکان و زمان ... در جهان

اگر بر انحنای فضا

به پشنگی

صدا و رنگ و رنگ می شود

هشدار!

تا در این شوخ – شنگی نور ها و صدا ها

آواز تو

در این سراچه

بر کمانه ی باد

گم نشود.

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دو مراسم در یک روز

در مراسم ختم

صاحب عزا آبروداری کرده بود

با ردیف شمع های رنگی

در تزئین حلوا های معطر

و پیراهن های اطو خورده ی سیاه

ما نه گریستیم بر آن که رفته بود

نه آه کشیدیم بر یاد مانده هایش

مبادی آداب تسلیتی گفتیم

در بازگشت

دست های مان در جیب و شانه های مان آویخته بود

ما اندوه خود را داشتیم

اندوه هستی خود را

سر راه

به عقد کنان دختر همسایه سر زدیم

باران گرفته بود

صندلی های اجاره ای در حیاط مانده بودند

و باران از گوشه ی میز ها می چکید

زیر سقف ایوان

رد پای رقص دیده نمی شد

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لب های آواز نخوانده بر هم بودند

و سالخوردگان در سکوت به شگون باران می اندیشیدند

محترمانه شکر خندی زدیم

شادی را آهسته به دست هامان کوبیدیم

و مبادی آداب تبریکی گفتیم

در بازگشت

دست های مان در جیب و شانه های مان آویخته بود

ما اندوه خود را داشتیم

اندوه هستی خود را

به خانه رسیدیم

در نیمه تاریکی اتاق

هر یک به گوشه ای خزیدیم

و خود را

در اندیشه ی خیسی رخت های مان پوشاندیم

تا به صورت هم نگاه نکنیم

ما اندوه خود را داریم

اندوه هستی خود را.

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مهاجران

در لبلی اشیاء خانه مان

تردیدی سمج لنه کرده بود

فنجان ها زینتی بودند

و دیدن شان چای را به خاطر نمی آورد

بر صندلی های خالی روح نشستگی نبود

و تنها از آن زیبا می نمود

که با رومیزی پوشانده شود

انگار صدا زدی ... بیا چراغ روشن کنیم

و از شادی دست به دست نشاندی

نمی دانستی ... معصومانه نمی دانستی

که ما سال هاست به تاریکی خو کرده ایم

و روشنائی چشمان مان را می زند

انگر شنیدم ... بیا نقاشی کنیم

و از شادی دست به دست نشاندی

بلور بغضم در ارتفاعی حقیر شکست

چرا که تو باور داشتی ... معصومانه باور داشتی

که به مقصد رسیده ایم

و باز می توانیم مثل آن سال ها

با مداد رنگی هامان بازی کنیم

و نمناکی خاطره هامان را

که بر دیوار ها طبله کرده اند

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با نقش جوی و خانه و خورشید بپوشانیم

تو ندانستی ... معصومانه ندانستی

که ما از پیش

در لبلی اشیاء خانه گم شده بودیم

و نومیدانه

به دنبال نگاه ها و دست های همدیگر می گشتیم

انگار به خاطر نداشتی

که من در نگاه تو خود را از یاد برده بودم

انگار پنداشته بودی ... معصومانه پنداشته بودی

که دیگر دست های ما به خانه رسیده اند

من بی وقفه مداد ها را بتراشم ...

تو با وسواس رنگ هاشان را کنار هم بچینی

تا در تردید این همبستگی

خیال کنیم ... معصومانه خیال کنیم

که در خانه ی خود هستیم

و فنجان برای نوشیدن چای است

و صندلی برای نشستن

و میز برای پل زدن کلم ها و نگاه ها

که چراغ را می توان روشن کرد

و رویا را می شود روی کاغذ نقش زد

یکشنبه است ... عصر یکشنبه

من دست های تو را می پایم

تو چشم های مرا می پویی

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تا در ناگزیری این بازی

خیال کنیم

که همیشه در خانه بوده ایم

خیال کنیم ... معصومانه خیال کنیم

که حادثه

از پیش

رخ نکرده است.

مسافران

همیشه سفر می کنیم

بی آنکه به جستجوی بادیه ای باشیم

با این و آن در رخوت عصرانه چای می نوشیم

بی آنکه انعکاس بخار را در نگاه شان یافته باشیم

میوه ها را در خیسی طراوت شان می بلعیم

بی آنکه از بلندای درختی شان چیده باشیم

راه می رویم

بی آنکه به رفتن بیندیشیم

به گروگان تله ویزیون رفته ایم

با ما چه می کنند

با خود چه می کنیم

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ما زنده ایم ... چرا عاشق نباشیم

در صف نانوائی بیداریم

بیداری مان را اما

به جای روشنای حضور به لرزه و تشنج و تعجیل می آمیزیم

و سفره که جمع شد

خواب مان به کابوس غلت و واغلت می گذرد

بی آنکه بدانیم پیش از صرف شام

رویا هامان می توانستند از منشور نگاه های مان بگذرند

با ما چه می کنند

با خود چه می کنیم

ما بیداریم ... چرا عاشق نباشیم

زیر نوازش انگشت های باران

در اضطراب سیل زیستن

حضور هستن را

به دندان قروچه ی مرگ سپردن

در سفر و در حضر

لیوان چای گرم به دست

در نرمای خواب و گرمای بیداری

تنیده در حریر رویا و چنش کابوس

زیر آفتاب ... لمیده به سایه

در هر حال

یا می رویم ... یا رفته می شویم

ما هستیم

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چرا یگانه نباشیم

با ما چه می کنند

با خود چه می کنیم

ما رونده ایم ... چرا عاشق نباشیم

راه زدن بر کلم

خواندم

لی کتابی که گرسنه ای در عصر یک روز تعطیل

از کتابخانه ای زبوده بود

سرگذشت شمایان را خواندم

سرگذشت شما و پدران تان را

در باریکی کوچه ها و طول و عرض خیابان های شهرتان

خواندم

خواندم

روی نیمکت گردشگاه ها خواندم

بسیار خواندم

دور از جان شما بر بستر خاکستر

نیز در تنوره ی دیو و دهانه ی توفان خواندم

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و گاه نوشتم ...

هرگاه که قاب تنگ حوصله دست داد

یعنی کلمات را به وسواسی از رنگ های درهم و برهم

ردیف کردم

آنگونه که از تماشاگه ایوان تان به طارمی

خطوطی زیبا به نظر آیند

راستش را بگویم

یک روز احساس کردم

که حروف نوشته هایم را

از بشقاب نیمه خالی فرزندان می ربایم

و شرمی قرمز بر این همه افزوده شد

کم نوشتم ... خیلی کم

طوری که انگار ترسخورده ای

دفاعیات محقرانه ی پریده رنگش را

در غروب دادگاهی با حکم از پیش تعیین شده می نویسد

روشن تر بگویم

در حالیکه درد سر امانم را در نا امنی می برید

و لبلی سفید سطور

تشویشی سمج با تخماق پا در پی ام نهاده بود

حروف متحد الشکل را

از کف سفره ای

که چهار گوشه اش

از مشتکوب باسمه ای ... نقش بوته داشت

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با نگاهی مردد و خیس راه می زدم

خلصه کنم

بدین گونه بسیار خواندم سرگذشت شمایان را

کم نوشتم

از سرگذشت ما و پدران مان کم نوشتم

– چرا که به آزرمی صورتی فکر می کردم

حروف موذی و بازیگوشی را در فراری

دانه – دانه و هول کرده

در فاصله ی صف نانوائی تا بوته – نقش های سفره مان

از جیب تاریکی ربوده ام.

در شب بی رؤیا

جهان در شب بی رویا زاده شد

و زاینده اش خود بود

جهان خود زای درونزا

در شب بی رویا زاده شد

و در این زایش

تعمدی از آن گونه که پنداری نبود

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ما از خود به آبی رودخانه و سبزی جنگل گریختیم

بی خود به سختی کوهساران و نرمگونی صحرا در شدیم

با خود اما به خویش باز گشته و دیدیم

که جز نرمایش رویایی نیستیم

و بدین گونه

در شب بی رویا

انسان خود به تمامی رویا شد

نه ستاره ای کوچید

نه آسمان به زمین آمد

تنها به ستیزه در آمد انسان با انسان

پس در جهان

هر آنچه حقیقت می نمود ... خاطره ای گشت

و شب از رویا تهی شد

و بدین سان تو از من تهی شدی

و بدین سان من از تو نهان گشتم

تا جهان بی رویا

از نو خود را بزاید

و انسان – رویا

به دیگر سان خود را بیاغازد

سر به زیری ما

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باید به خاطره ای بسنده کند.

از شباهت های ما

کسی شبیه کسی نیست

نگاه تو

به نگاه هیچکس نمی ماند

حتی شنیده ام

که جویندگان خارجی کار را در فرودگاه توکیو

از طریق نگاه شناسائی می کنند

کسی شبیه کسی نیست

لبخند من

به لبخند هیچکس نمی ماند

حتی شنیده ام

که لبخند جویندگان کار را در وال استریت

با اشعه ی مخصوصی اندازه می کنند

شاید

ما می توانستیم تا دیروز

با سایش نرم – نرم انگشت های مان بر زبری سمنت رابطه ها

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کالی دست های مان را

به نرخی بال تر از حقیقت خود بفروشیم

اما دیشب ... تمام دیشب آسمان بارید

من این را

پیش از آنکه ابرهای سیاه آسمان را بپوشانند ... گفته بودم

راه های خروج بسته اند

من پیش از این گفته بودم

که راه ها و رد پاها برای همیشه نمی مانند

دیدی که بارش بی تعجیل دیشب

همه ی رد ها را شست

و راه ها

همه بر صورت خاک صاف شدند !؟

راه های خروج بسته اند

و ما تنهائیم ... تنها ... تنها

هیچکس نمی تواند شبیه کسی باشد

نگاه و لبخند ما شبیه یکدیگر نیست

تو تنها در قرارداد های ناگفته به من خیره می شوی

تا امتیاز با تو بودن را به انحصار خود درآوری

خیرگی تو به هیچکس نمی ماند

من تنها در قرارداد های نا نوشته به تو لبخند می زنم

تا تو را برای همیشه از آن خود کنم

لبخند من به هیچکس نمی ماند

کسی شبیه کسی نیست

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و ما تنهائیم ... تنها ... تنها

راه های خروج بسته اند

بارش دیشب در اصرار بی تعجیل خود

همه ی رد پا ها را شسته است

و راه ها

همه بر صورت خاک ... صاف شده اند

من این را

پیش از آنکه ابر های سیاه آسمان را بپوشانند ... گفته بودم

تو نمی خواهی باور کنی

چرا که تمام شب را

خسته و نومید خوابیده بودی

و ندیدی

که چگونه راه های خروج بسته شدند

و هاشور باران رد ها را شست

و راه ها

همه بر صورت خاک ... صاف شدند

تا ما با هستی خود تنها بمانیم ... تنها ... تنها

کسی شبیه کسی نیست

و خود را در خود بستن

ادامه ی تشویش است

در انتظار آفتاب

تنها نگاه بیقرار تو ... اضطراب مرا می کاهد

تنها لبخند بی توقع من

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احساس نا امنی را به تو تخفیف می دهد

و بدینگونه ... تنها بدینگونه ...

هستی ما در تنهائی مان

از جذبه ای خالصانه تحمل پذیر می شود

صبح شده

آسمان صاف و هوا روشن است

نگاهم کن

نگاه تو

مثل نگاه هیچکس نیست.

شمایل آقای ایکس

چندی پیش آقای ایکس

طرح ریاضت اقتصادی را

با دستی تمیز و خودنویسی روان امضاء کرد

شب که به خانه برگشت

سلم خدمتکاران را با لبخند پاسخ گفت

او بسیار مبادی آداب است

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و همسرش را نوازش کرد

او به ضوابط خانوادگی بسیار پایبند است

بعد کودکش را در آغوش گرفت و بوسید

او به تربیت فرزندان مانند پدری خوب توجه دارد

هفته ی پیش در پارلمانی تمیز

با دستی تمیز

کاغذ تا شده ای را به صندوق انداخت

و به پرواز بمب افکن های تمیز رای داد

عصر که به خانه برگشت

همه ی گلدان های خانه را آب داد

او به گل ها و گیاهان عشق می ورزد

سالها پیش که لباس نظامی بر تن داشت

با فشردن انگشتی تمیز بر تکمه ی رایانه ای تمیز

موشک های هوشمند تمیز را به پرواز در می آورد

و در راه بازگشت به خانه

هرگز فراموش نمی کرد

که احوال خانواده ی راننده اش را بپرسد

و او را به خاطر تمیزی اونیفرمش

مورد تفقد و تمجید قرار دهد

او از کنار هیچ کار تمیزی بی اعتنا نمی گذرد

آقای ایکس همین نزدیکی ها سکنا دارد

در ویلیی تمیز با باغچه ای بزرگ و تمیز

دیسیپلین او مثال زدنیست

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و در چند جا کار می کند

پایی در وزارتخانه دارد

دستی در بانک تجارت جهانی

و سری در پارلمان

بسیار کوشاست

و در هیچ مصاحبه ای

لباس تمیز و لبخند را فراموش نمی کند

آقای ایکس

طاقت دیدن جنازه های جزغاله شده را ندارد

همچنین تاب دیدن خانه های ویران شده

نیز کودکان گرسنه ی رنگین پوست

و اوقات استراحت خود را

با شنیدن موسیقی کلسیک می گذراند

او روحیه ای لطیف دارد

با اینهمه

دست های آقای ایکس آلوده اند ... بسیار آلوده.

ده شعر ... برگرفته از مجموعه "زمزمه در بناگوش جهان"

برگردانده شده به زبان ایتالیایی

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