Quacquaraqua

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http://www.specchia.it/testo-1.asp?Progr=1773#.UeZxgc9dDWs.cleansave Page 1 of 2 Jul 17, 2013 04:31:43AM MDT Clicca per ingrandire QUACQUARAQUA www.specchia.it Inaugurazione: Sabato 13 luglio 2013 ore 20.00 Date: Dal 13 luglio al 13 agosto 2013 Orario: dalle 10.30 alle 13,00 - dalle 18.00 alle 24 Ingresso libero Presentazione: Antonietta Fulvio Allestimento: Arch. Stefania Branca Coordinamento: Il Raggio Verde Contatti: Cell. 329 2370646 Website: degiovanniluigi.com ilraggioverdesrl.it - [email protected] Quacquaraqu Certi della loro erudizione, i saputi, sputano le loro verit con fare sicuro affermandone oggi una sempre diversa o arricchita rispetto a quella sostenuta ieri. Hanno leggiucchiato, senza troppa attenzione per i contenuti, o sentito sprazzi di notizie, anche pruriginose, che spacciano per oggettive e giuste. Si pavoneggiano, aggiungendo di volta in volta nuovi particolari, perch hanno sentito o percepito dei frammenti di voci qua e l. Frequentemente carpiscono idee, che poi spacciano come proprie, il pi delle volte appiccicate, mancando lo spirito creativo e lideazione che d anima ai pensieri e alle cose. Le idee, di cui si appropriano i quacquaraqu, sono monche e riescono a sorprendere il pubblico solo per poco, in quanto, non hanno un successivo sviluppo e coerente continuit. Qualche volta riescono ad avere il seguito di persone che, anche in buona fede, prestano attenzione, e per questo vanno col petto in fuori e hanno laria dessere molto importanti. I quacquaraqu parlano sul nulla convinti di essere scaltri ma, ad ascoltarli, si capisce subito che rappresentano solo la vuotezza mentale e che possono discorrere solo di pettegolezzi, di sentito dire, di cose mai approfondite. Frasi fatte, respirate e rinforzate nei gruppi chiusi, danno il senso della loro cultura e della mancanza di ricerca dellideativo, del giusto e del bello. Sinfastidiscono quando qualcuno osa confutare linconsistenza contenutistica delle cose di cui parlano e continuano a pavoneggiarsi con giri di parole che giustificano solo lignoranza: la mancanza di sostanza interiore che possa sostenerli al di fuori delle nozioni che danno loro certezze. Questi sono i quacquaraqu che mi lasciano tutte le volte con un dubbio ci sono o ci fanno? Luigi De Giovanni in otto opere ha voluto raccontare il vuoto chiacchiericcio e fare un omaggio a Leonardo Sciascia che, nel libro Il giorno della civetta, divise gli uomini in categorie, sistemando nellultima proprio i quacquaraqu, persone che, secondo lautore, <<dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere>>. Lartista ha colto lo spunto e usando gli strumenti della pittura, ha trovato idee e sensazioni materializzando le angosce e le ferite che causa il pantano dei pettegolezzi sino a renderlo concreto nel colore che tinge in monocromo una tela di denuncia, diventata metafora del fango sputato inutilmente. Gocciolamenti, spruzzi, macchie essenziali, nelle opere in mostra, realizzate di getto, esprimono la rabbia istintiva del gesto pittorico che si manifesta, anche, mettendo in primo piano la parola, linea guida, quacquaraqu. Nellopera malinconia in bianco su sfondo rosa gocciolamenti di calce, tracce di tinteggiatura di pareti dabitazione, si rapprendono in una grande e densa macchia screpolata come se si fossero manifestati i segni del disfacimento degli ideali e dei sogni colpiti dagli schizzi melmosi. Uno sfondo rosato, traccia di speranza, contrasta con i sicuri segni bruni che esaltano il significato della cupa malinconia dellopera che riporta ai piccoli paesi, humus che fermenta il genio ispirato, che fa avvertire sensazioni di disagio, di mancata accettazione delluomo per quello che e non per quello che dovrebbe essere secondo i quacquaraqu benpensanti. Trama del racconto pittorico la tristezza dellanimo, colpito dalle maldicenze, che si palesa nei dipinti denunciando la superficialit dei quacquaraqu che trasformano in schizzi di fango appiccicoso, che viene scagliato addosso alle persone per annullarle per allontanarle dal loro posto, anche sociale. Le gestuali macchie esprimono la cattiveria diventata tormento, mentre ripetere sulle tele la scritta quacquaraqu una catarsi liberatoria che denuncia limmobilit mentale di chi non sa rendersi conto del significato delle ferite che infligge. Una tela gialla, che si anima di allegra vitalit e della gioia di ricominciare nel bianco in esplosione, diventa la speranza che si afferma nellopera dove da uno sfondo bruno di tela grezza, in cui si addensano macchie spesse di colore bianco, c la memoria delle persone che riescono a sfuggire al chiacchiericcio: al limo che le aveva circondate e ferite. Nelle opere in mostra si percepiscono le sensazioni di animi offesi e la stoltezza dei quacquaraqu: che potranno continuare con il loro impegno sparlando ed enunciando sproloqui su persone, cose o argomenti. I quacquaraqu sono rappresentati, con sagace ironia, in un omaggio a Leonardo Sciascia che con poche parole riusciva a donarci il clima di un paese dove anche le pareti delle case mormorano. Lartista con una metafora d spunto ai loro futuri discorsi.

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Inaugurazione: Sabato 13 luglio 2013 ore 20.00Date: Dal 13 luglio al 13 agosto 2013Orario: dalle 10.30 alle 13,00 - dalle 18.00 alle 24Ingresso liberoPresentazione: Antonietta FulvioAllestimento: Arch. Stefania BrancaCoordinamento: Il Raggio VerdeContatti: Cell. 329 2370646Website: degiovanniluigi.com

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QuacquaraquCerti della loro erudizione, i saputi, sputano le loro verit confare sicuro affermandone oggi una sempre diversa o arricchitarispetto a quella sostenuta ieri. Hanno leggiucchiato, senzatroppa attenzione per i contenuti, o sentito sprazzi di notizie,

anche pruriginose, che spacciano per oggettive e giuste. Si pavoneggiano, aggiungendo di volta in volta nuovi particolari, perch hanno sentitoo percepito dei frammenti di voci qua e l. Frequentemente carpiscono idee, che poi spacciano come proprie, il pi delle volte appiccicate,mancando lo spirito creativo e lideazione che d anima ai pensieri e alle cose. Le idee, di cui si appropriano i quacquaraqu, sono monche eriescono a sorprendere il pubblico solo per poco, in quanto, non hanno un successivo sviluppo e coerente continuit. Qualche volta riesconoad avere il seguito di persone che, anche in buona fede, prestano attenzione, e per questo vanno col petto in fuori e hanno laria desseremolto importanti.

I quacquaraqu parlano sul nulla convinti di essere scaltri ma, ad ascoltarli, si capisce subito che rappresentano solo la vuotezza mentale eche possono discorrere solo di pettegolezzi, di sentito dire, di cose mai approfondite. Frasi fatte, respirate e rinforzate nei gruppi chiusi,danno il senso della loro cultura e della mancanza di ricerca dellideativo, del giusto e del bello.

Sinfastidiscono quando qualcuno osa confutare linconsistenza contenutistica delle cose di cui parlano e continuano a pavoneggiarsi con giridi parole che giustificano solo lignoranza: la mancanza di sostanza interiore che possa sostenerli al di fuori delle nozioni che danno lorocertezze. Questi sono i quacquaraqu che mi lasciano tutte le volte con un dubbio ci sono o ci fanno?

Luigi De Giovanni in otto opere ha voluto raccontare il vuoto chiacchiericcio e fare un omaggio a Leonardo Sciascia che, nel libro Il giornodella civetta, divise gli uomini in categorie, sistemando nellultima proprio i quacquaraqu, persone che, secondo lautore, <<dovrebbero viverecome le anatre nelle pozzanghere>>. Lartista ha colto lo spunto e usando gli strumenti della pittura, ha trovato idee e sensazionimaterializzando le angosce e le ferite che causa il pantano dei pettegolezzi sino a renderlo concreto nel colore che tinge in monocromo unatela di denuncia, diventata metafora del fango sputato inutilmente. Gocciolamenti, spruzzi, macchie essenziali, nelle opere in mostra,realizzate di getto, esprimono la rabbia istintiva del gesto pittorico che si manifesta, anche, mettendo in primo piano la parola, linea guida,quacquaraqu.

Nellopera malinconia in bianco su sfondo rosa gocciolamenti di calce, tracce di tinteggiatura di pareti dabitazione, si rapprendono in unagrande e densa macchia screpolata come se si fossero manifestati i segni del disfacimento degli ideali e dei sogni colpiti dagli schizzimelmosi. Uno sfondo rosato, traccia di speranza, contrasta con i sicuri segni bruni che esaltano il significato della cupa malinconia delloperache riporta ai piccoli paesi, humus che fermenta il genio ispirato, che fa avvertire sensazioni di disagio, di mancata accettazione delluomo perquello che e non per quello che dovrebbe essere secondo i quacquaraqu benpensanti.

Trama del racconto pittorico la tristezza dellanimo, colpito dalle maldicenze, che si palesa nei dipinti denunciando la superficialit deiquacquaraqu che trasformano in schizzi di fango appiccicoso, che viene scagliato addosso alle persone per annullarle per allontanarle dalloro posto, anche sociale. Le gestuali macchie esprimono la cattiveria diventata tormento, mentre ripetere sulle tele la scritta quacquaraqu una catarsi liberatoria che denuncia limmobilit mentale di chi non sa rendersi conto del significato delle ferite che infligge. Una tela gialla, chesi anima di allegra vitalit e della gioia di ricominciare nel bianco in esplosione, diventa la speranza che si afferma nellopera dove da unosfondo bruno di tela grezza, in cui si addensano macchie spesse di colore bianco, c la memoria delle persone che riescono a sfuggire alchiacchiericcio: al limo che le aveva circondate e ferite.

Nelle opere in mostra si percepiscono le sensazioni di animi offesi e la stoltezza dei quacquaraqu: che potranno continuare con il loroimpegno sparlando ed enunciando sproloqui su persone, cose o argomenti.I quacquaraqu sono rappresentati, con sagace ironia, in un omaggio a Leonardo Sciascia che con poche parole riusciva a donarci il clima diun paese dove anche le pareti delle case mormorano.Lartista con una metafora d spunto ai loro futuri discorsi.

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Fonte Notizia: Federica Murgia 

Data: 28/06/2013;      Notizia Letta: 1360 volte.

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