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Anno II Numero 3 - Luglio 2010 ISSN: 2038-3282

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Anno II - Numero 03 - Luglio 2010

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Anno II Numero 3 - Luglio 2010

ISSN: 2038-3282

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EDITORIALEQTimes: un anno dopodiStefaniaNirchi

Ospite Scientifico Prof.AntonioCocozza

Persone Organizzazioni Lavori. Esperienze innovative di comunicazione d’impresa e valorizzazione delle risorse umane

RUBRICHETRAMA

La valutazione nell’e-learningdiLauraPiroli

I blog tra finzione narrativa e vita vissuta: la ricerca sociale ai tempi del web 2.0diGianlucaZucca

SIPARIO

La rappresentazione del rapporto genitori-figli nel cartone animato. Parte seconda: la ricerca esplorativadiSavinaCellamare

Comprendere il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività.Parte prima: Il quadro sintomatologicodiAlessiaGiangregorio

Il metodo Feuerstein: una palestra per la mentediMariaLuisaBoninelli

L’Italia alle prese con il modello unico delle competenzediStefaniaNirchi

FEATURESRecensionea: “Formazione e-learning e percorsi modulari. La scrittura dei materiali didattici”diStefaniaCapogna

SPAZIO AImprenditori stranieri: protagonisti dell’economiadiPatriziaToss

Certificazione e Business ContinuityRiflessioni del Dott. Antonio Lucchini di SQS – Direzione ItaliadiDarioDeSantis

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QTimes:un anno dopo

di stefania nirchi

Siamo giunti con questo numero al primoannodivitadiQTimesWebmagazineilcuiscopo è quello di catturare l’attenzione inmodo particolare sulla ricerca scientifica,neivarisettorimultidisciplinaricheconno-tanogli ambitidi esplorazionedellanostraRivista.QTimes è un luogo aperto di condivisioneincuipoterriflettere,dapiùpuntidivistaeattraverso tempirapidiedottimavisibilità,risultati,attività,modidiessereedifaredeivari attori strategici che operano nell’am-bitodelletematichetrattate.E’statapensatacomespaziodipubblicazioneflessibile ed immediato anche attraverso lasceltadiunostilecomunicativoinweb2.0,volendo stimolare e catalizzare la condivi-sionedellerisorseedelleconoscenze.Nell’ultimo anno sono stati efficacementeampliati gli orizzonti di coinvolgimento,potendoannoverareimportanticontributidiscrittura provenienti da diverse Universitàitaliane. LaRivista inoltre tende ad esserericonosciuta come peculiare strumento dicomunicazionedavarieorganizzazioni ita-lianeedinternazionali.I dati rilevabili ad oggi restituiscono con-forto all’intuito iniziale avendo un semprecrescente numero di abbonati, tra soggettiprivatiedentipubblici,eunnumeromediodilettoridituttorispetto,attestabileinoltremillevisiteanumero.Alcune novità caratterizzano il passaggio

da questo numero a quello successivo: ilcodice ISSN (InternationalStandardSerialNumber),chesaràvisibilesullahomepagee sulla copertinan. 3 della rivista; l’inse-rimentonellaBancaDatiACNP (Catalogoitalianodeiperiodici); la richiestadi iscri-zione alDOAJ (Directory ofOpenAccessJournals ), che ci auguriamo vada a buonfine;l’averiniziatoacostituireuncomitatoscientificoedungruppodipeer-reviewer.Nonostantelafaticachecomportalaprepa-razionediogninumerocisentiamodipoterdirecheilbilanciodell’attivitàfinorasvoltaè certamente positivo, perché la notevolequalitàdegliarticolie/oricerchepubblicaterendono testimonianza di un fervore crea-tivocheanimailprogetto.Alla certezza di aver dunque contribuitoal dibattito scientifico in corso su alcunitemi importanti che caratterizzano il no-stro tempo, corrisponde la consapevolezzadi aver lavorato bene, come testimonia ilfervorechehamossoQTimesversogliam-bientiinternazionalineiqualiottienepresti-giosirisultaticheneesaltanolapresenzaedilvalorescientifico.Conquestospiritosalutiamoquestoannodiattivitàchesiamocertirappresenteràperilnostrogruppoun’opportunitàimportantedicrescita,tesaadampliareilquadrodiinte-ressi,soprattuttonellaprospettivadiricercadi un modello che trova nel lifelong lear-ningilsuocompletamento.

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persone organizzazioni Lavori.esperienze innovaTive di comunicazione d’impresae vaLorizzazione deLLe risorse umane

prof. antonio cocozzauniversità degli studi di roma Tre

1. persone, organizzazioni e lavori: il para-digma teorico di riferimentoIldialogonellagestionedeiprocessicomuni-cativi tra azienda e consumatori, semprepiùconsapevoli e responsabili, e il coinvolgi-mentoattivoelapartecipazionedellepersoneinunadeguatogovernodellerelazionilavora-tive,finalizzatoallavalorizzazionedellecom-petenzepossedute,rappresentanolabaseindi-spensabile di una politica innovativa per leimprese eticamente orientate e gli enti pub-blici virtuosi. Un processo fortemente dina-micochecoinvolgecontemporaneamenteper-sone, organizzazioni e lavori, nella loroaccezioneplurale,einunavisionesistemica,mamultidimensionale. In questo nuovo sce-nario, il volume si propone di analizzare e

comprendere l’iterazioneesistente tradiversifenomeniemergenti,quali l’evoluzionedelleculture e dei modelli organizzativi, la cre-scente pervasività dell’innovazione tecnolo-gicaelosviluppodellepolitichedihumanre-sourcesmanagement(Hrm)edicomunicazioned’impresa,semprepiùorientatiadunpositivocoinvolgimento degli stakeholder, alla lucedellacrescenteimportanzaassuntanelladeter-minazione delle politiche istituzionali edaziendalidelconcettodipersona,nelladimen-sione economico sociale e nellamolteplicitàdi ruolidi lavoratore,consumatoree fruitorediservizipubblicieprivati.Sitrattadiunpro-cessoevolutivoche,inquestiultimianni,havistonellerealtàitalianeedinternazionalipiùavanzateilsuperamentodiunapproccioisti-tuzionale,produttivo,comunicativoedimar-ketingorientatoalogicheuniformidicaratterecollettivo, generiche e indistinte, a favore diunarealeepiùmiratapersonalizzazionedellepolitiche, verso l’insieme degli stakeholderchediventanotitolarididirittiedoveri,nellasferadellacittadinanza,maancheattoriecor-responsabili nel raggiungimento di determi-natirisultatinelcampodeirapportiproduttivielavorativi.Inquestoquadro,l’assunzionediunparadigmateoricodiriferimentochemettealcentrolapersona,partedalriconoscimentodelruolofondamentalesvoltonondall’indivi-duo(astrattoegenerale),mapropriodallaper-sona, intesacomesoggettoconcreto (Sturzo,2005, p. 6) e particolare (Selznick, 1988, p.88), nella sua qualità esistenziale e nel suocontestostorico-socialeeculturale,costituitodachancesdivita,opzionielegature(Dahren-dorf,1988;1995)che,comesostengonoeffi-cacementeCesareoeVaccarini(2006,pp.22-23): «lo configura come soggetto unico,strutturalmenteapertoallarelazioneconl’al-tro… dotato di capacità creativa e di resi-stenza all’omologazione». In altri termini, ilmutamento in atto nel sistema economico esociale della flessibilità e della conoscenzaproponeilpassaggiodaunalogicapoliticoor-ganizzativa di tipo collettivo e indistinto, in

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cuiladomandaorientaicomportamenti,nontanto verso una generica “individualizza-zione”dellepolitiche,faseevolutivagiàsupe-ratanellerealtàpiùavanzate,mabensìversounaeffettivapersonalizzazionedellepoliticheorientate alla segmentazione della domanda,ovvero ad unamaggiore attenzione alla sin-gola persona. In quest’ottica, la persona (in-tesacomecollaboratore,consumatore,fruitorediservizi,titolaredidiritti)vieneconsiderataunattoreprotagonista,espressioneerisultatodiunapropriastoriasocialeeculturale,porta-torediunparticolaresistemadivaloriediunospecifico sistema di aspettative, che condi-ziona le proprie scelte personali, indirizzal’agireorganizzativoedeterminailsistemare-lazionaleecomunicativo.Lestesseorganizza-zionidilavorohannopersoillorocaratterediuniformità e omologazione ad una logica dionebestwayesisonoprofondamentemodifi-cate.Al posto deimodelli tradizionali estre-mamente rigidi, gerarchici e fortemente pre-scrittivi, come quello taylor-fordista eburocratico (Bonazzi, 1993b; 2002), si sonoaffermatiunapluralitàdimodellichesiispi-ranoadunpolimorfismoorganizzativoeadunpluralismo relazionale (Williamson, 1998;Womack,Jones,Ross,1991)oamodalitàditiporeticolare(Butera,1990;2001)odistret-tuale (Becattini, Rullani, 1993). L’impresa/organizzazione non è più considerata una“macchina”,maunorganismointelligente,alcuiinternoagisconopersoneconpropriestra-tegie/obiettivi e sistemi di valori, che non siautopercepiscecomesistemachiuso,mabensìunsistemaaperto,cheinteragisceinunaformadinamica e dialettica con il suo ambiente diriferimento, ed è capace di autoriprodursi inunalogicaautopoietica(Luhmann,1990;Co-cozza, 2006). Nelle pubbliche amministra-zionisiassisteadunaevoluzionedellaculturae dei modelli organizzativi (Cocozza, 2004;2006a),chepassanodaunalogicaburocratica,piramidaleecentralistica,orientataalrispettoformaledellanorma,aquelladitipotelocra-tico,chemiraalraggiungimentodiobiettivi,

puntaallaqualitàeallapersonalizzazionedeiservizi, in una dimensione strutturale retico-lare.Nellaprospettivainterpretativadell’evo-luzione di nuovi modelli organizzativi, altristudiosi, invece,introduconoapprocciteorici“cognitivi”,orientatiaconsiderarefondamen-taleilruolodellaculturadeisoggettinellage-stione dei processi di mutamento (Weick,1988;1997),o la lorocapacitàdi rappresen-tareleazioniorganizzativeinchiavedimeta-fora,sostituendoaddiritturailconcettodior-ganizzazioneconquellodi“immaginizzazione”(Morgan,1989).Inquestadirezione,Morgan(1986,p.158),definiscelaculturaorganizza-tiva come: «il processo di costruzione dellarealtàchepermetteallagentedivedereecon-cepirefattieazioni,oggetti,espressioniosi-tuazionispecificheinmodiparticolari.Questimodellidiconcettualizzazione rappresentanoanchelabasechedàsensoesignificatoalpro-priocomportamento».Mentre,sempreapro-positodelruolodellacultura,Smirchic(1983,p. 339) sostiene che: «le organizzazioni nonhannounaculturacomune,masonodellecul-ture,poichérappresentanouninsiemecondi-visodisignificati».L’organizzazione,dunque,vaintesacomeunsistemaindispensabileperraggiungere determinati obiettivi, all’internodelqualeagisconoessericulturalidotatidiunsistemadivalori,conunapropriastrategiaeunalogicadiazione,mapuòrappresentare,alcontempo,un limiteal raggiungimentodegliobiettivistessi.Unasituazionediquestotipo,apparentemente paradossale, si incontra siaquando lestrutture, le relazioni interorganiz-zativeeicompitidiventanotropporigidi,ge-rarchiciefortementepredeterminati(modellomeccanicooburocratico),quindi,incapacidicorrispondere alle sfide provenienti dall’am-biente, sia perché talvolta si incontrano pro-blemi,vincolioaddiritturaresistenzedapartedelle persone che la popolano nei confrontidell’introduzione di determinate norme chetendono a produrre cambiamenti. In questosenso,bisognaricordareunimportantemonitolanciatodaSelznick(1948,p.32),quandoso-

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stieneche:«noisiamoinevitabilmenteimpe-gnatinellamediazionedelle struttureumaneche sono indispensabili per i nostri scopi, echenellostessotemposifrappongonotranoiegliscopistessi».Nel tentativodiridefinireuna teoria e una metafora organizzativa di-versedaquelleclassiche,ascrivibilenell’am-bito del sistema culturale tipico dei sistemichiusi e dei modelli deterministici, al qualeappartengono lamacchina e l’orologio, pos-siamo ricordarechePopper (1984;2005)hafattoricorsoadunametaforadigrandeeffetto,quandoapropositodell’individuazionediunpossibilemodelloindeterministico,finisceperindividuarelenuvolecomenuovomodellodiriferimento. Una metafora/modello organiz-zativo basata su caratteristiche soggette adestrema indeterminatezza e imprevedibilità.Madopouna lungadisaminasuquestocon-cetto,condottoproprionellibroNuvoleeoro-logi. Ildeterminismo, la libertàe laraziona-lità,Popper(2005)precisache,essendotroppointerminato ilmodello interpretativo che as-sumelenuvolecomeparadigma,poichésog-gettoatroppevariabilicasuali,nellarielabo-razione opta per un nuovo modello: quellodella “bolla di sapone”.A questo propositochiarisceche(Popper,2005,p.58),«Labolladisaponeèpiùsimileadunorganismo,chelasciailsistema“aperto”eingradodireagirealleinfluenzeambientaliconunmetodocheèinsito,diciamocosì,nellasuaorganizzazione:labolladi saponesecolpitadaun raggiodicalore, assorbe calore (molto simile ad unaserra),ecosìl’ariaracchiusasiespanderà,te-nendo la bolla sospesa in aria». In questoschemadi ragionamentorisultaesseremoltochiarocheleprincipalivariabilicostitutivediun modello organizzativo determinista o diunasocietàfunzionalisticasonorappresentateessenzialmentedallacapacitàedallapossibi-lità di prevedere le dinamiche individuali esociali,dipredeterminareicomportamenti,inmodo tale da poter prevedere agevolmente irisultati.Ovviamente questo schema concet-tuale può funzionare efficacemente solo in

ambientiescenariestremamentestabiliepocointeressati da processi di innovazione. Perqueste ragioni sono modelli organizzativi esocietari preferiti da coloro (autori e opera-tori) che hanno dell’organizzazione una vi-sionestrumentale.Sitrattadicategorieanali-tiche molto importanti e assolutamentenecessarie per comprendere gli attuali pro-cessievolutividellesocietàedelleorganizza-zioni, poiché, come sostiene efficacementeBaldini(2005,p.5):«Perildeterministailfu-turononèaperto,machiuso,inquantoilfu-turodelmondoèimplicitoinogniistantedelsuopassato.Inaltreparole,essendoilfuturocompletamentedeterminatodaquelcheèac-caduto,nonsoloèprevedibile,maanchene-cessario.Nessunanostraazioneintenzionale,nessunnostroprogettovoltoainfluenzarlooadeterminarlo potràmaimodificarlo». Infatti,percomprenderepienamente l’ampiaportatadei fenomeni evolutivi in atto, è necessarioabbandonarel’ideadistabilità,adottareundi-versoquadroteoricoesplicativo,epassaredalconcettodicambiamento,intesocomevaria-zione di tipo quantitativo, a quello dimuta-mento, chepresupponeunavariazione siste-mica e qualitativa, a volte, come in questocaso,dievoluzionedellostessoparadigmain-terpretativodiriferimento.Allostessomodoillavorotradizionaletendeormaiadesseresu-perato,comespiegaLaRosanelsuoSociolo-giadei lavori (2002), si sperimentanonuoveforme di lavori più flessibili, maggiormenteorientatiall’innovazionetecnologicaeaiprin-cipidellaproduzionesnellaedellaqualitàto-tale,maancheanuoveesigenzeeaspettativedicaratterepersonale.Inmeritoalledinami-che e alle traiettorie della mobilità, comehannoefficacementeanalizzatorecentementeColasantoeZucchetti(2008),sisonodeline-atidifferentivoltidiquestocomplessofeno-menoche,peresseremegliocompresi,richie-donounavisionepluridimensionale.Infatti,inquestiultimianni,neimercatidel lavoro lo-calisisonosviluppatevarietipologiedimobi-lità,cheassumonocaratteristichespecifichee

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V i a M o n t e G i b e r t o , 1 0 3 - R O M A

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inparticolare:quelladelletransizioniprofes-sionalidaicomparti tradizionaliai lavoridel“nuovoterziario”;quellaprevalentementein-trasettoriale dei settori metalmeccanico edell’Information communication technology(Ict);quelladellecarrierelavorativedeigio-vani,laureatiediplomati,occupatineiservizieducativi, socio-assistenziali e del loisir;quella dei percorsi di inserimento lavorativosperimentatidaigiovanilaureati;quelladellaricercadipromozioneoccupazionaleesocialeda parte di migranti come attori economicitransnazionali. La forte dinamicità e la co-stante attenzione alle dinamiche dell’evolu-zionedeimercatidellavoro,acuisonosotto-postiigiovanilavoratoriflessibili,talvoltafapensarechequestipossanoessereaccomunatialla“metaforadeltrapezista”,nellaqualeiri-sultatidipendonodallapositivacombinazionediinnumerevolivariabili,nonsempreponde-rabili, controllabili e pianificabili. Insomma,sitrattadiprendereinconsiderazioneilavoriinunavisionepluraleeintuttelepossibiliva-riabili, relativeallemodalità formalie infor-mali,contempisemprepiùvariabilieincertinelladurata,cheproducononuovirapportitratuttiisoggetticheviinteragisconoenesono,in differente misura, protagonisti sulla basedellaloroculturapersonaleedellelorocom-petenzeprofessionalierelazionali.Delresto,nell’attuale societàdell’informazione edellaconoscenza,dovesonosemprepiùnecessariecompetenze adeguate volte a comprenderemeglioledinamicheglobali,perpotermettereincampoun’efficaceazionelocale,lepoliti-che attive nel campo dell’education (istru-zione, formazione e life long learning) sonodiventateormaiunfattoredisviluppostruttu-rale imprescindibile nel processo di moder-nizzazionedelPaese.Unprocessofinalizzatosia amigliorare il livellodi crescita civile eculturaledellapersonaedellecomunitàterri-toriali e nazionale, sia adottimizzare in unalogica sistemica l’interscambio concorren-ziale con i diversi Paesi competitors, quellitecnologicamente avanzati, ma anche quelli

piùaggressiviedirecenteindustrializzazione.Come insegna l’esperienza che possiamotrarredalleindaginiOcseedall’analisidelsi-stemafinlandese,comecasodibenchmarking(Cocozza,2008e),lemiglioriperformancedeisistemieducativinonsonocorrelate,enondi-pendonomeccanicamentedallaquantitàdiri-sorseimpiegate(l’ItaliapresentaunaspesainmediaconglialtriPaesiOcse,conrisultatidiapprendimento invece sotto la media), madalla qualità delle persone e dalla culturadell’autonomia,nonchédalgradodiresponsa-bilitàdapartedegliattoripresenteatuttiili-vellidelsistemastesso.IdatiOcseinduconoapensarecheoccorrecostruirelepremesseperun reale ed equilibrato sviluppo economicodellecomunitàlocalieterritoriali,impiegandoalmeglio ilpropriocapitalesociale,acui lascuola,ilsistemaformativoel’universitàcon-tribuisconoinmanierasostanzialeedinsosti-tuibile.Cosìcomeleprofondetrasformazionichehanno riguardatoe ancora interessano ilmondodelleimpresehannocertamenteunca-ratterestrutturaleehannocoinvoltoladimen-sionecollettiva,matendonoadincideresem-pre più soprattutto nell’ambito delladimensioneindividualeerelazionaledell’atti-vitàlavorativa.Infatti,comeèstatoautorevol-mente rilevato (Colasanto, Zucchetti, 2008;Gallino, 2001; 2007; 2009; La Rosa, 2002;Reyneri 2002; 2004; Magatti, Fullin, 2002;Chiarelloetal.,2004;Cocozza,2006a;2006c;2008a; 2008c; Cocozza, Liso, Neri, 2004;Sennet,1999;2006),talitrasformazionihannoprodotto un vero e proprio mutamento, inquantohannodatovita alle seguenti trasfor-mazioni:

a)siassisteaduna“pluralizzazione”deisigni-ficatiedegliatteggiamentineiconfrontidellavoro,siproduconounaseriedimutamentivoltiamodificarealcuniaspettidelsistemavalorialeerelazionaledellavoratore;

b)simodificailsensodellavorodipendente,e si mettono in evidenza due espressionidello stesso fenomeno: un’ampia ricerca

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diautonomiaprofessionaleeimprenditiva,maancheunasortadisfidaedipericolinonirrilevanti di possibili nuove dipendenze,rischi,insicurezzeedebolezze,soprattuttoaseguitodellerecentiriformedelmercatodellavoro;

c) la nuova regolazione del mercato del la-voro, a partire dal “pacchettoTreu”, finoalla legge 30/2003, pur non provocandoparticolari stravolgimenti nella quota dilavoro indipendente nel nostro Paese, ri-spettoallamediaeuropea,privilegiaformedilavorononstandard(atipico)ecreaunanuova situazione lavorativa che può rap-presentareperillavoratoreuna“trappola”insidiosaounapositiva“fasedipassaggiotransitoria”;

d) cambia il significato attribuito al lavoroperlaricercasemprepiùevidentedicon-tenutiedielementidicreativitàintrinsecanell’attivitàsvolta;

e)muta il rapporto tra tempo“oggettivo”dilavoroetempo“soggettivo”divita,conlaricercadisemprenuoveemiglioritransa-zionicherendanomenoasimmetricoque-storapporto;

f) i processi comunicativi, sostenutidall’estrema diffusione delle nuove tec-nologiedellacomunicazione(Ict),offronosconosciuti e inesplorati campi di intera-zionereticolari,epossibilicampidicoope-razionesenzaconfinipredefiniti.

Delresto,comeèstatogiàsostenuto(Cocozza,2006,p.105):«nelleimpresepiùinnovativeenellepubblicheamministrazionivirtuose,da-gliinizideglianniNovanta,sièandatasemprepiùdiffondendolaconsapevolezzatraglistu-diosieglioperatoricheil lavoratorerappre-sentaormaiunavariabilepreziosaenondeveesserepiùconsideratosoloun“costo”quantopiuttostounaveraepropriarisorsastrategica,sucuiinvestireesucuipotercontarealmenoallapari - a nostro avviso certamentedi più-chesulcontributofornitodalcapitalefinan-ziario o sull’apporto delle diverse tecnolo-

gie o dei sistemi tecnologici integrati».Unarisorsa da valorizzare, potenzialmente deci-siva per la sopravvivenza e la crescita delleimprese, fondamentale nell’acquisizione, nelmantenimentoenellosviluppodelvantaggiocompetitivo.Una risorsadanonprendere inesame,einquestoèchiaroilsuperamentodeltradizionaleparadigmadipianificazionedellerisorseumane,solonella faseattuativadellestrategieaziendali,mache,alcontrario,deveessere considerata già nella fase di elabora-zione delle strategie stesse. In questo nuovoparadigmadirezionale,lerelazionitralevariecomponentidel sistema sonoalmenodi tipobidirezionale,senontrasversalioaddiritturaastella,hannounanaturaevolutiva,nonde-terministicaenonfinalistica.Nelnuovosce-nario,dunque,lepolitichegestionaliaziendalisi confrontano con una sfida in un possibileterrenodiazionecomuneconlepersone,neiconcreti processi di interazione economica,organizzativaecomunicativa,nellaricercadicontemperaredueelementicritici:

a) l’affermazione di un sempre maggioregrado di autonomia, partecipazione e re-sponsabilitàpersonale;

b)lacreazionediformeistituzionaliinnovativedi coinvolgimento mirato e personalizzatofinalizzatealladeterminazionediunaposi-tivaperformanceaziendaleeistituzionale.

Inoltre, si potrebbe sostenere con Giddens(2006) che la forte dinamicità imposta dallerelazioni comunicative ed organizzative alleorganizzazioni innovative produce nel si-stema e nel suo rapporto con l’ambiente diriferimentouna continua ridefinizione, strut-turazionedellestessemodalitàdiinterazione,e contribuisce ricorsivamente a ridefinire ilproprio futuroequellodel sistemastesso.Aquesto proposito è utile ricordare cheun’ef-ficacepianificazionestrategicadellepoliticheinnovativegestionalinontendepiùaspiegareallepersone“cosadebbonofare”oqualicom-portamentiadottaree“comefare”, inbasea

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qualicompetenze,cosìcomeaccadenelleor-ganizzazionitradizionaliditipoburocraticootaylor-fordistefortementerigideeaccentrate,mapunta soprattutto amotivare sul “perchéfare” determinate cose ed assolvere a deter-minaticompitiproduttivi,organizzativioisti-tuzionali. Inaltri termini, riteniamosipossaaffermarechelanuovafrontieramanagerialedelle risorse umane, verso la quale si sonoormai incamminate leorganizzazionipiù in-novative,orientateaiprincipidilearningor-ganizationeditotalqualitymanagement,haormaisuperatol’eradellepoliticheorientateasostenerelasolaefficienza,caratterizzatadalpotenziamentodelknow-howedallaforma-zione delle competenze. Il nuovo orizzonteè proiettato sempre più verso la prospettivadell’efficacia, in cui svolgono un ruolo pri-mario il know-what, il sapere scientificonecessario a supportare la performance pro-fessionaleesoprattuttoilknow-whyelamo-tivazioneadagire,ilriconoscimentodisensonell’attività lavorativa svolta, il coinvolgi-mentoattivoelapartecipazioneconsapevolealladeterminazionedellestrategieorganizza-tive e produttive. In linea con questa impo-stazioneparadigmatica,avendogiàanalizzatoinquestiultimi anni in altra sede (Cocozza,2004;2005;2006a;2006c,2008c;Cocozza,Liso, Neri, 2004) le dimensioni teoriche econcettualidiquestaevoluzione,conquestolibrointendiamo,invece,fornireunadeguatopanorama esperienziale esplicativo di tipoqualitativo,nell’ambitodelqualesipossanoriscontrareelementiconcretiapplicatividelloschemateoricodiriferimentoscelto.Perque-staragione,gliundicisaggiraccoltiinquestovolumesipropongonodianalizzareunaseriedipoliticheedesperienzeavanzateedetica-menteorientate,inunalogicadicasiempiriciparticolarmente significativi, che potrebberoessere considerati dei casi di best practicesdi rilievo nazionale ed internazionale, nelcampodellagestionedeiprocessicomunica-tiviedorganizzativiedigovernodellenuoverelazionidilavoro.Inquestalogica,delineato

ilquadroscientificoeculturalediriferimento,nelqualesonostatielaborati isaggi, la lorodisamina sarà realizzata sulla base di unoschema unitario che si propone di raggiun-gere due obiettivi: inquadrare il fenomenooggettodellostudioedanalizzareilpercorsodi ricerca seguito dagli autori; prendere inconsiderazione alcuni spunti di riflessione,utiliperunpossibileapprofondimentoinsededidatticaeaccademica,maancheincontestioperativi. Una scelta metodologica che in-tendefornire,dunque,daunparte,unachiaveinterpretativa dello specifico quadro teoricodi riferimento, dall’altra, indicazioni sullepossibiliimplicazioniericaduteoperativechesipotrebberoincontrarenellaconcretarealtàquotidiana delle imprese innovative e dellepubbliche amministrazioni virtuose. L’espe-rienza italiana viene esaminata attraversol’analisi dell’evoluzione dei principali mo-delli applicativi operanti in diverse aziendeinnovative, come Telecom Italia, Sorgenia,Ternaeinpubblicheamministrazionipartico-larmentevirtuose,comel’AgenziadelTerri-toriodelMinisterodell’EconomiaedelleFi-nanze,l’AgenziaSpazialeItaliana,ilComunediReggioEmiliaeilConsorziodeiComuniTrentini, coronano la disamina dello studio,edannounospessoredicarattereinternazio-nale,icasidiimportantimultinazionalicomeAllergan,AmericanExpresseNokiaSiemensNetworks.Gliundicicontributiquipresentatisono stati inseriti nell’ambito di schemi in-terpretativifinalizzatiaspiegarel’evoluzionedeifenomenianalizzati,sullabaseditreprin-cipalichiavidilettura:

a) l’affermazione di un’efficace processo dicomunicazione d’impresa, connesso conl’elaborazionedi strategiedipienoedef-fettivocoinvolgimentodeglistakeholder;

b)losviluppodinuovimodelliorganizzativielavalorizzazionedellepersone;

c)lenuovesfideperl’innovazioneelaperso-nalizzazionedellepolitiche.

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La vaLuTazione neLL’e-Learning

diLaura piroli

Nellaformazioneon lineilconcettodiinterat-tivitàèunproblema/soluzione,asecondadeipuntidivista,dicrucialeimportanza.Infatti,siasesièpiùviciniallacorrenterazionalista-informazionista o quella sistemico-interazio-nistaocostruttivista-sociale1,èinnegabilechela rete sostituisce, nella formazione on line,il carattere comunicativo tradizionale e cioèilconfrontoverbalee/ononverbaleesistentedellaformazioneinpresenza.“Permolto tempounodegli aspetti conside-rati di maggiore criticità nell’ambito dellaformazione a distanza è stato rappresentatodalle difficoltà, dovute in particolare allascarsa disponibilità di tecnologie sufficien-temente avanzate, di predisporre, all’internodei percorsi di apprendimento, spazzi in cuiil soggetto fosse messo nella condizione di“praticare”gliapprendimenti.Conl’evolversidelle tecnologie,conil raffinarsidellemeto-dologiedelladidatticaedistanza, siègiuntiadunasituazioneincuièpossibilerealizzarevaricontestiincuiildiscentepuòesercitarsinell’applicazione concreta delle conoscentee delle competenze acquisite durante l’in-

terveto formativo.Queste attività hanno, sulpianodidattico, unaduplicevalenza: daunaparterappresentanoilterrenodipraticaincuilo studente passa dalla conoscenza teoricaall’applicazione concreta delle conoscenze;dall’altro costituiscono situazioni significa-tive per valutare le conoscenze apprese daldiscente.Interattività, in questo caso, significa fornireall’allievo la possibilità di interagire col si-stema per ottenere i feedback necessari allavalutazione e/o autovalutazione del propriolivellodiapprendimento.”2Lepiattaformeperl’e-learninghannocontri-buitoamodificarelemetodologiedelladidat-ticaon line permettendo l’interazione tragliiscrittiadunostessocorso.LadifferenzatralaFaDdiprimaesecondage-nerazioneelaFaDditerzagenerazioneconsi-ste,appunto,nell’elementorelazione.Quandosivalutauncorsoon line,èopportunoanchevalutarelacomponentecomunicazionaletraisoggetti.Unavalutazionequestachedeveri-guardareilcorsonelsuocomplesso,manonpuòinterferirenellavalutazionedegliappren-dimenti. Se l’opportunità dell’e-learning èquelladiapprenderesempreeinogniluogo,nonpossiamoporrecomeobiettivofondamen-taledellavalutazione“l’interazionesociale”,che seppur importante non è determinante;peraltronelle situazionidi apprendimento inpresenzalacollaborazionetrasoggetti,laca-pacitàdilavorarepergruppinonsempresonoprese in considerazione. Credo che nell’e-learning,quandosiparladivalutazione,oc-corre fare un’importante differenziazione travalutazione del sistema e valutazione degliapprendimenti(amenochenonsitrattidiuncorso che tra i suoi obiettivi dichiarati nonabbiaproprioquellodipromuovereatteggia-menticollaborativi).Daretroppaimportanza,troppaenfasiall’elementorelazionale(doveavoltecitroviamodifrontealrelazionare“perforza”)puòcostituireunerrore;senell’on linenonvalutiamociòche,invece,vienevalutatoinuncorsoinpresenza,midomandodovesia

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quell’uguaglianza nell’opportunità o meglionel poter offrire a soggetti con esigenze di-verseunaproposta formativa,per l’appunto,diversaperpotergenerare formazione,doveper formazione intendiamo formazione indi-vidualizzata, come avviene in quella in pre-senza.Eccodunque,ilveroelementosulqualesidovrebbebasarelavalutazione,sullarealepossibilitàdipersonalizzareseppuradistanzailpercorsoformativoedèaquestolivellochediventa importante la comunicazione tra do-centeeallievo.ComesuggerisconoBruschieErcole, infatti, “nella didatticaon line è ne-cessarioprestareattenzioneatuttelepossibiliformediinterventocheisoggettimettonoinattodurante la frequenzaal corso.È solo inquestomodo,infatti,chevièlapossibilitàdifornireunfeedbackaldiscentefacendolosen-tirenonsolocomeunnumero iscrittoadunpercorso,ma come un soggetto che interve-nendosulsistemacontribuisceamodificarlo.Ilgradoelaformadell’interventosonodun-que valutati affinché l’individuo possa com-prendere se i suoi interventi sono positivi esignificativiosenonlosono.”3Nell’on line è dunque evidente il ruolo chesvolgelacomunicazione,unruolochediventacentralesesivuolevalutarel’apprendimentoappresoerispendibileinaltricontesti,infatti“le uniche opportunità offerte al docente, divalutare lo studente non solo in termini dicontenutiassimilati,maanchedicompetenze,abilitàedatteggiamentiassuntiefattipropri,sono rappresentate dalla considerazione diquelleattivitàcheegli svolgeall’internode-glispazidestinatiallacomunicazione.Inessilostudentedimostralepropriecompetenzeinqualitàdie-learner,metteinattostrategiedilavoro di gruppo e collaborative, gestisce informa prevalentemente autonoma il proprioprocesso di apprendimento.Anche nella di-datticainaulaildocenteosservaglistudentinell’ambito delle dinamiche sociali che siproducono e riproducono durante le lezioni.Generalmente,però,tranneinsituazionispe-cifiche,ciònonèoggettodivalutazionesiste-

maticacomeaccadeinvecenell’ambitodellaformazioneon linedove,asecondadelledi-versesituazioni“sociali”sicostruisconostru-mentiappropriatiperl’analisielavalutazionedegliinterventiedelleattività.Nondeveper-tantostupirechevisianogriglieperlavalu-tazione dei dialoghi all’interno dei forum, onell’ambitodichat.Parlandodivalutazioneeautovalutazioneon linesiprendono,dunque,inconsiderazionenonsololeformepiùclas-sichedivalutazionedegliapprendimenti,maanchequellesituazioniincuiilsoggetto,in-teragendocon ilsistemadiapprendimentooconisoggetticoinvoltinell’azioneformativa,èpostonellacondizionediimpiegarequantoappreso.”4Nella formazione in presenza come nellaformazione on line, la differenziazione deipercorsi educativi caratterizza il modello diformazione, che deve essere innanzitutto ef-ficace.Un elemento che non si può sottovalutare èquellodellavalutazionesommativanell’e-le-arning.Lamaggiorpartedellaletteraturanonaffrontaquestoaspettodellavalutazionechepossiamodefinireconclusivodiunpercorsoequestoperché,laquasitotalitàdegliambienti(lepiattaforme)adibitiall’erogazionedeicorsion linenonhannoancoraelaboratostrategiedivalutazionesommativa.Questoperchétalevalutazione ha l’obiettivo di promuovere oarrestare il soggetto all’interno del percorsoformativo e nell’on line il riconoscimento ela certificazione dell’identità dello studentee la certificazione del risultato, attribuibileappunto a quel determinato studente e nonadaltri,èancoradifficile.Quandosiparladivalutazionenell’e-learning, occorre fareunadistinzionepreliminaretra lavalutazionedelprocessodi formazione (evaluation)e lava-lutazione degli apprendimenti (assessment).Concettiquesti,però,strettamentecorrelatieindivisibili in quanto, per poter effettuare lavalutazione del processo si devono valutarepreventivamente gli apprendimenti essendofondamentale nell’evaluation tener conto di

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tuttele“cause”chehannopermessol’azioneformativa, “Il processo valutativo o, se sivuole, l’atto del valutare, può a ogni effettoconsiderarsi comeunavera e propria opera-zionediattribuzionedivaloreafatti,eventi,oggettiesimili,inrelazioneagli“scopi”checolui che valuta intende perseguire.”5 Nellaformazione a distanza ritroviamo le stesseoperazioni che nella formazione in presenzasiamoabituatiadosservare6:

• chiarezzadellaprogettazionedidattica;• analisideibisogni;• obiettiviespliciti;• definizionedellerisorse;• definizionedelle strategiee tattichedidat-

tiche;• definizionedeicriteriestrumentidivalu-

tazione.

La più complessa articolazione dei corsi on line (diverse figure professionali, differentitipologiedistudentee l’utilizzodella tecno-logia) porta ad attribuire unmaggior rilievoadalcunecomponenticome:laqualitàefru-ibilitàdeimateriali,lapuntualitàdell’attivitàdi monitoraggio e la valutazione iniziale eformativadurantel’interocorso.L’azionedelvalutareperTrentinnonsignificasoloverifi-care la coerenza tra gli obiettivi dell’azioneformativa con l’intera progettazione dell’at-tività didattica, i contenuti e lametodologiaadottata,maancheavere lapossibilitàdi te-nere sotto controllo l’azione formativa nelsuosviluppoperpoterricalibrarel’interventoalfinediunrealeedefficaceprocessodiap-prendimento.7 Inquest’ottica ilprocessova-lutativodiventaunaveraepropriaazionediricerca. “La formazione a distanza costitui-sce una realtà estremamente complessa, perpoternevalutare tuttigliaspettiènecessariotenere conto della sua multidimensionalitàcombinando l’analisi di aspetti quantitativiequalitativi.Laverificadelprocessodi for-mazionepuòesserecondottaattraversol’im-piego di strumenti diversi; anzi l’assenza di

tutti i segnali paraverbali tipici della forma-zione in presenza rende auspicabile l’uso diunventaglioestesodimetodivalutativi.(…)Il primo “nucleo” della valutazione consistenel verificare le conoscenze e le abilità ap-presedagliallievialterminedelpercorsofor-mativoon line.Gliobiettivifinalidelcorso,comequelliparzialideisingolimoduli,ven-gonovalutati inmodopuntuale,comestabi-litoinsedediprogettazionedidattica.Lafles-sibilitàdellametodologiae-learningconsentedipersonalizzareleabilitàdaconseguire,ren-dendopossibileuncostantemonitoraggiofrai risultati attesi e quelli effettivi raggiunti.”8Èopportunoapprofondireildiscorsodeipre-requisiti necessari primadi intraprendereunpercorsodi formazioneon line, inquanto lecompetenze tecnologiche necessarie per ac-cedere alla fruizione di tali corsi costituisceunavariabiledateneresottocontrolloquandosimisuralavalenzadiunprogettodiforma-zionediquestotipo.Margottini9propone,ol-treallaverificadelle“conoscenzeeleabilitàappresedagli allievi al terminedel percorsoformativo”,unaseriedidimensionidasotto-porreavalutazionenellaformazioneon lineecioè:

Il grado di partecipazione dell’allievo alle di-scussioni on line e ai lavori di gruppo.Lapartecipazionepuò essere valutata sia daun punto di vista quantitativo (attraverso unsistemaditracciamentodeidatioffertodallepiattaforme)chequalitativo(attivitàpiùcom-plessachepuòessereaffidataaitutor).

Il progetto didatticoÈimportanteverificareilgradodicorrispon-denza tra obiettivi e procedure didattiche eil supportometodologico,èopportuno,cioè,“verificare che l’infrastruttura tecnologicaadottatasiaadeguataalmodellodidatticoealconseguimentodegliobiettiviprefissatie,vi-ceversa,cheilprogettodidatticosiastatode-clinatointerminifruibiliattraversoilsistemaon line”.

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L’organizzazione tecnicaTuttociòcheconcorreall’accessibilitàdiuncorso è sottoposto a valutazione al fine dimigliorare sia dal punto di vista organizza-tivocheamministrativolastrutturadelcorso(tempiemodidiiscrizione,frequenza,serviziofferti,ecc.).

La preparazione dei docenti e dei tutorLapreparazionedeidocentiedei tutornellaformazioneon lineassumeun’importanzano-tevoleacausadellesuespecifichecaratteristi-che.Ildocente/tutoroltreadunapreparazionecontenutistica deve: possedere competenzetecnologiche, aver avuto esperienza di corsidi formazione on line (possibilmente comefruitore), capacità interattive utilizzando leformedicomunicazionecaratterizzantilafor-mazioneon line - sincrone (chat, videocon-ferenze, ecc.) e asincrone (forum,messaggi-stica,ecc).

La chiarezza delle metodologie L’organizzazione modulare del corso, chedeve essere chiara onde evitare incertezza econfusionedapartedellostudente,èunaltroelementochedeveesserevalutato,inquantole scelte metodologiche, i compiti assegnatiaicorsisti, lecaratteristichee ibisognideglistessi devono perfettamente corrispondere.Se mancasse questa sinergia tra le parti, lariuscitadelcorso, la suaefficacia, sarebberomesseindiscussionecompletamente.

La personalizzazione del percorso formativoLacaratteristicapiùflessibilediuncorsoon lineèquelladellamodularitàepersonalizza-zionedegliapprendimenti.Ifruitoridelcorsodevonoepossonocreareilpropriopercorsodiapprendimentomedianteimodulichestruttu-rano imaterialichepossonoesserecollegatitraloroinmodoarbitrariodaldiscenteoeven-tualmenteassegnatidaltutor/docente,maco-munquesituatiinuncontestocheèquellore-lativoalsingolostudenteoalgruppo.

La qualità dei materiali didatticiLacuranellapredisposizionedeimaterialidi-datticiinuncorsoon linecostituisceunfattoredigranderilievorispettoaquellipredispostiinuncorsoinpresenzaequesto,nonperl’im-portanzacherivestono,chenaturalmenteèlastessa,maper il tempoche si impieganella costruzionedeglistessi.Èstatocalcolatoche,se per un’ora di lezione in presenza ne ser-vonotreoquattrodipreparazione,perun’oradicorsoon lineneoccorronoalmenoventi.

Il sistema di monitoraggioLe criticità che possono emergere devonoessereprontamente individuate,medianteunefficientesistemadimonitoraggiochegaran-tiscaallostudenteuncontinuosostegno(assi-stenzatecnicaedidattica).

Il sistema nel suo complesso È importante monitorare costantemente pro-blemi inerenti l’infrastruttura tecnologicaadottata,interminidifacilitàdiutilizzo,dief-ficaciadidatticaecomunicativa,dicongruenzatraobiettividichiaratieattivitàproposte.

Riprendendo il concetto più ampio di valu-tazione, essa viene definita come “l’atto (eal tempostesso laconseguenza)dell’attribu-zione di valore a qualcosa o qualcuno, a unfatto comeun evento o ad una o più nume-rose loro qualità”10. L’attribuzione di valoreavvieneconl’usodistrumentidivalutazionebendefiniti,chepermettonodimisurarel’in-tervento formativo.Ladocimologiahacom-piuto notevoli progressi, ed è proprio grazieaisuoicontributi teoricichepossiamocono-scere le strategie valutative adeguate all’e-learning.Leproblematichedellavalutazionedegli apprendimention line rispecchiano, inunacertamisura,quellepresenti inuncorsoin presenza. Infatti, è improduttivo pensarealla didattica in presenza come migliore diquella on line o viceversa, ma confrontarequeste due metodologie, attraverso le qualisiesplicailmomentoformativo,“ciaiutaad

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arginare la dannosa simbologia che aleggianelle interpretazionicomunidelladidatticaeciaiutaacapireperchéformazioneadistanzaeformazioneinpresenzasonocontemporane-amenteuguali ediverse.Uguali rispettoallefinalitàeallemeteperseguiteall’internodiunsistemadisensocapacediattuareunastrettarelazionetrasistemaepistemologicoesistemastrategico;diverserispettoaimezziutilizzatieallaformacheassumonoleconoscenzaneldiventare oggetto di insegnamento-appren-dimento. (…) E ancora, se le procedure diverifica adottate nella formazione a distanzapossono omeno avere influenza sui sistemivalutativitradizionali, introducendoelementidi oggettività con l’utilizzodi prove struttu-rate e annullando così elementi di disturbodovuti alla soggettività connaturata all’inte-razionediretta.Eviceversa,selemodalitàdivalutazione tradizionalipossonoa lorovoltainfluenzare la crescita delle pratiche valuta-tivedellaformazioneadistanza,suggerendostrade proprie alla ricerca pedagogica, sullacomunicazione didatticaon line e sulmoni-toraggio delle interazioni nelle comunità diapprendimento. Il senso del confronto ha insédellevalideimplicazioninelrisvegliareladinamicità e la natura dialogata delle azioniformative”11.ComeèstatoaffermatoancheGallianiponecomeprioritarionellaformazioneadistanzailproblemadellacomunicazioneevidenziandocomequestanellaformazioneinpresenzasiadeterminante per ricavare informazioni utiliall’adeguamento in tempo reale dell’offertaformativa, così deve esserlo anche nell’on line e questo è possibile grazie alle possi-bilità e attività di tracciamento insite nellapiattaforma: “con l’e-learning e la didatticaon lineaumentanolepossibilitàdiinterventointemporeale,poichéirisultatidellostudioindividualeedellavorodigrupposono“tra-sparenti” nella piattaforma tecnologica, cheregistra i testi, le chat, i forum, i materialimultimedialiprodotti.”12Tresonogliaspettichehannomaggiore im-

portanzarispettoallaformazioneinpresenza:ilmaterialedidattico,ilmonitoraggio,lavalu-tazioneformativa.131. La qualità del materiale: in un corso in

presenza il materiale può avere una fun-zione di supporto alla comunicazione di-rettatral’allievoeildocente.Leeventualicarenze presenti nel materiale didatticopossono essere colmate durante il corso,con la comunicazione in classe. La strut-turadiuncorsoon linenonprevedeque-stepossibilità,quindiicriteridichiarezza,comprensibilità, modularità, essenzialità,siimpongonocomeaspetticentraliequali-ficantidelcorso;

2. Il monitoraggio: i tempi emodi di inte-razione, l’intervallo temporale tra l’indi-viduazione di un problema e l’intervallocorrettivodeterminanolaqualitàdelmo-nitoraggio.Leretitelematicheconsentonodi eseguire operazioni di questo tipo intemporeale.L’attivitàdimonitoraggiori-chiedechecisiaunsistemadidocumenta-zioneedelaborazionedatiefficienti;idatiraccoltidevonoessereadeguatamenterac-colti,sintetizzati,visualizzati.

3. Valutazione formativa:haunanaturadina-micaeorientativa,aiutaildiscente,nelsuopercorso,sviluppandoconsapevolezzadelsuostatoedellapossibilitàdiorientamento.Nell’istruzioneon linelavalutazionefor-mativaassumeunruolofondamentale;sipuòdirecheunodeglielementichefaladifferenzaqualitativainuncorsoadistanzaèpropriolavalutazioneformativa.

“Questi tre elementi di sistema (qualità deimateriali,monitoraggioevalutazioneforma-tiva)nonsonodisgiuntibensìsonointegratialprocessodiapprendimentoefannocapoallafortedimensioneautovalutativaassuntadallostudente inserito in un processo formativo adistanza. Lo studio di materiali qualitativa-mente adeguati alla fruizione individuale siaccompagnaadunsistemadi feedback pro-mosso dall’assetto organizzativo e didattico

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chemiraadinviareinformazioniallostudenteearinforzarelacaricamotivazionale.Dall’in-terazione tra studente,materiali e sistemadimonitoraggio(cheprovvedeall’inviodimes-saggi compensativi di conferma), scaturisceuna valutazione formativa prettamente auto-valutativa,poichélostudentehalapossibilitàdi individuare i luoghi oscuri dell’apprendi-mentoedagiresudiessiperporvirimedio”.14

1.1 La letteratura contemporanea in merito alla valutazione della formazione on line Laletteraturacontemporaneasullavalutazionedella formazioneon line èmolto attenta allacomplessitàdelprocessoformativoeallane-cessitàdiintegrareapprocciqualitativiequan-titativi. Nel fare questo, però, occorrerebbenon dimenticare di mettere a fuoco ciò chedistinguequestotipodiformazionedaquellotradizionale, senza cedere alla tentazione diesprimeregiudiziinmeritoalvaloreoalla“su-premazia”dell’unosull’altro.Diseguitovengonoriportatealcuneconsidera-zionidialcuniricercatoriitalianienoninme-ritoallavalutazionedellaformazioneon line15,seguitedaalcunemiepersonaliriflessioni:Bocconi, MidoroeSarti,sostengonochesonogliambienti telematiciacaratterizzare,oggi,laformazioneadistanza;infattièladisponi-bilità di nuovi sistemi tecnologici a favorireuna comunicazione che è sempre più rapidae,comeavvienenegliambientidiformazionein presenza, sincrona. Questa facilitazionedellacomunicazionepermettealprocessodiinsegnamento-apprendimentochesisvolgeadistanza, di rompere i vincoli spazio-tempo-ralidellatradizionaleattivitàdiformazioneinpresenza;oltreallarotturadiquestivincoli,èopportuno ricordarecheuna formazionecheavviene attraverso il canale telematico com-portaedoffrel’utilizzodialtreformecomu-nicative.Formeche,alorovolta,favorisconoapprendimentiditipocooperativo.Nellafor-mazioneinretealcunielementiqualilacoo-perazioneel’interazionefungonodacollantetraeperipartecipanti.Gliautoriattribuiscono

allaformascrittadellacomunicazione,espli-cata attraverso uno scambio intenso dimes-saggi, grande importanza; infatti sostengonochelamessaggisticacheavvienetraicorsisticonsentelamemorizzazioneelaricostruzionedelprocessocollaborativochesiinstaura,for-nendodeglielementiperunarivisitazionedeimetodidiprogettazioneevalutazionedell’in-terventodidattico.Lamessaggisticacostitui-sce, dunque, una sorta di tracciamento circaledinamicherelazionaliesocialidegliappar-tenentialgruppo.Glielementichecontribui-sconoallaqualitàdiuncorsoinretesonoindi-viduatidagliautorineiseguentiambiti:

• icontributichevengonoprodottiinmodocollaborativodaicorsisti;

• lacomunicazionetraicorsisti;• icontenutideglielaboratideicorsistidurante

ledinamichediconfrontosutalunitemi.

Lavalutazionedellaqualitàdiunprocessodiinsegnamento-apprendimentoon line,secondogli autori, dipende dall’esame di tutti i mes-saggiedelaboratiprodottiduranteilcorso.Lo studio delle dinamiche all’interno di un gruppo dipende anche da altri fattori, infatti oltre all’importanza dei messaggi dobbiamo ricor-dare che un ambiente di apprendimento on line offre anche altre opportunità di comunicazione come le chat e la possibilità di utilizzare mate-riale sonoro e iconografico.Trinchero,nell’analizzareiproblemipiùsigni-ficativipervalutarelaqualitàdellaformazionea distanza, focalizza l’attenzione sugli attoriprimi di questo processo di insegnamento-apprendimento:ildocenteelostudente.Porreattenzioneaquesti“elementi”efocalizzare ilconcettodiformazionediqualitàpropriopar-tendodaiprotagonisti delprocessodi costru-zionediconoscenzeciimponedicoinvolgerel’ambientevirtualeetecnologicodoveavvienetale incontro e costruzione di nuovo sapere.Taliambientisono,secondol’autore,laclassevirtuale e il supporto tecnologico utilizzato.Comenella formazione inpresenza, anche, e

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forsesoprattuttoinquellaadistanza,èevidenteilruolocentraledellavalutazione:unavaluta-zionenonetichettanteedesclusivamentesom-mativa,maunavalutazione formativacapacediraccogliereinformazioniutiliperildocenteeper l’allievo.Trincherocoglienelmomentovalutativo l’occasione per il docente di potermonitorare l’andamento della classe virtuale,verificando l’avvenuto o mancato raggiungi-mentodegliobiettivi.Questeinformazionide-vonoessereaggiornatecostantementeperpoterprogettare interventidi recuperoopermettereuna nuova ri-progettazione della proposta di-dattica. La stessa esigenza del docente è av-vertita anche dall’allievo che necessita dellavalutazione, soprattutto in un contesto d’ap-prendimento a distanza per poter correggereprontamentegli errori commessio strutturareunnuovoprocessodiapprendimentosullabasedelleosservazioniricevute.L’interventoprontodeldocenteevita il formarsidi lacunechesenoncolmateintempo,rischianodidivenireundannopermanentenelprocessodiacquisizionediconoscenze.Oltrealdannoderivatodall’ac-quisizione di conoscenze sbagliate abbiamouna“perditaditempo”,tempovistocomeop-portunità di apprendimento. È molto impor-tanteperunostudentechesitrovaadappren-dereattraversotalemodalità,averemoltepliciopportunitàperrifletteresullepropriestrategied’apprendimento,ancherapportandoleaquelledi altri. Il confronto dei propri elaborati conquellidellacomunitàvirtuale,chenellapraticadidatticainpresenzaèunacostante,deveesseresempre sollecitato e reso costantemente pos-sibile nellamodalità a distanza; la riflessionepersonaleedigruppocircailproprioprocessod’apprendimentoèfondamentalequandol’am-biente d’apprendimento stesso è di caratteretelematico,cioèsenzavincolispazio-temporaliall’internodelcontestosocialeriprodottodalletecnologie.Èpropriol’attenzionechel’autoredimostraalprocessodidatticod‘insegnamento-apprendimentoeaifattoritecnologicichecon-traddistinguonolaqualitàdellaformazioneinrete,adenotarel’importanzadiquestotipodi

apprendimento.Inrealtàquestotipodiappren-dimentoèsiaunautoapprendimentoderivantedall’interazioneconimaterialieglistrumentimessiadisposizionedalcorsoon line,cheunapprendimento collaborativoprodottodall’in-terazioneedagliscambiconglialtriprotago-nistidelprocessoformativo(membridellaco-munitàvirtuale:insegnanti,tutor,studenti).Valutare la qualità dell’apprendimento in un ambiente telematico non può prescindere dal poter valutare la comunicazione che avviene in tale ambiente. Una comunicazione che av-viene tra i corsisti, tra i corsisti e il personale addetto alla formazione e tra i corsisti e i ma-teriali. Può apparire strano sostenere che ci sia comunicazione tra i corsisti e i materiali, ma nell’apprendimento in rete questa relazione è realmente dinamica e praticata. La formazione può effettivamente essere personalizzata senza comportare i rischi che si verificano quando ciò avviene in una formazione in presenza.

La collaborazione tra i corsisti è vista comel’elementofondamentalenellaformazioneon linedaTrentincheelencalecaratteristichedicuioccorre tenercontoquandosiprogettaepoisivalutataleprocesso:

• lasingolaritàdiognicorsista(competenzeiniziali,conoscenze,aspettative,ecc.);

• la partecipazione dei corsisti mediante imessaggi,siaintesicomescambioperfa-vorire l’interazione tra i partecipanti siacomeveicolodelleconoscenzeindividualiecondivisedeicorsisti;

• l’efficacia sia del supporto tecnologicosia del supporto offerto dai tutor e dagliesperti;

• la risposta dei corsisti rispetto allameto-dologia utilizzata nella progettazione delcorso;

• lasceltadeimaterialiutilizzatiinrelazioneaicontenutieagliobiettivicheilcorsoin-tendeconseguire;

• l’ambientediapprendimentonellesueva-riecomponenti:

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• facilità di utilizzo del supporto tec-nologico;

• contestodoveilcorsistasvolgel’atti-vitàdiformazione;

• eventualicomparazionitralapropostaoffertaattraverso l’utilizzodella tele-maticaesimilicorsisvoltiinpresenza.

Domenici riconosce nell’attività autovaluta-tivadegli studenti laveraoccasioneperpotervalutare le competenze strategiche acquisite ele competenze affettivo-motivazionali dell’ap-prendimento, pur considerando importante alfinediunaverificadellaqualitàdiunprocessod’apprendimentoon line,sialavalutazionedelleconoscenzepossedutedagli studenti sia la di-mensionerelazionale,collaborativaedicostru-zione sociale del sapere. La valutazione dellesuddettecompetenzecomportalaregolazioneeottimizzazionedeiprocessidiformazione,so-prattuttoladdoveessaavvieneadistanza.Ipro-cessidiautovalutazionesonodeterminantiperglistudentiiqualioperanoeinteragisconoinunsistemadiapprendimentodicaratterelaborato-riale e di matrice costruttivista.Autovalutarsiportaallaconsapevolezzadellepropriestrategiecognitive,relazionalieaffettivo-motivazionali,al fine di poterlemigliorare progressivamentecome sostengono anche Horton e La Marca.De Boer W. e Collis B. (2003) dell’universitàdi Twente (Netherlands) hanno approfonditoiltemadellaflessibilitànellaformazioneadi-stanza, una flessibilità che viene studiata neimoltepliciruolieaspetti:spazio,tempo,conte-nutiestrategiedidattiche.LostudiosotedescoEhlerssostienecheinuncorsodiapprendimentoadistanzaènecessarioraggiungereun livellomassimodiqualitàneitreelementichiavechecostituisconoappuntoquesto sistema complesso di formazione: nelprodotto,nellostudenteenellaproduzione.Inquestaotticaeglinonvedeconclusalaforma-zionedelcorsonelmomentodichiusura for-maledellostesso,maeglivalutalaqualitàdiuncorsoinbaseallericadutecheessohaavutonellavitadelfruitore.

La studiosa Poumay M. dell’Università diLiegi, ha elaborato una griglia per la valuta-zionedellaqualitàdellaformazioneadistanza.Nel predisporre questa griglia ha individuatotreareediricercaindicandoperognunadeglielementi precisi e puntuali capaci di rintrac-ciarepuntidiforzaodidebolezzaall’internodiunsistemadiapprendimentoon line:

AREA PEDAGOGICA: obiettivi, prere-quisitideipartecipanti,credibilità,validitàeaggiornamentodelsito,bisognideipar-tecipanti, contenuti, attività pedagogiche,valutazione,interattività.AREATECNICA:caratteristichedelsito,dellasuanavigabilitàedell’aspettografico,caratteristichedeiprodottimultimediali.AREA DELLA USABILITÀ: condizionid’uso,esistenzadiguide,dimenuon lineedispecificazionidifunzioni;prospettodeirisultati degli studenti, delle attività, deigruppi,ecc.

Khan B. H.sostienechelavalutazionenell’e-learning riguarda le persone, il processo e iprodotti.Inparticolareèopportunovalutarelaqualità deimateriali, della didattica, dell’assi-stenza,deiservizioffertieirisultatideglistu-denti.Questielementidevonoesserevalutatiinitinereeallafinedelpercorsodiformazione.Lavalutazionedi un ambientee-learning differi-scedaquelladell’ambienteclassetradizionale,essendo i corsi progettati, sviluppati, erogatieassistitidavarisoggetti; idocenti, inquestocaso, sono solo una parte dell’ambiente e-le-arning mentre, nella formazione in presenza,sono gli attori primi insieme agli studenti delsistema d’istruzione-insegnamento. Dunque,lavalutazionedeldocentenonpuòfornireunquadrocompletodell’ambientee-learningper-chél’organizzazionedellaformazionedipendeancheesoprattutto,dallaqualitàdellaprogetta-zione,dei servizidi supportoedall’efficienzadell’infrastruttura tecnologica. Nella valuta-zionedell’e-learningcomeambientediappren-dimento,sideveprestareattenzioneacomegli

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utentipercepisconoleprestazionicomplessivedeiservizierogati:sonoimportantileosserva-zionieifeedbackdeglistudentiinquantoforni-sconounquadroesattodell’ambienteancheseessiconosconosoltantolafasedierogazioneenonquelladiprogettazionedelcorso.16

1.2 La valutazione formativa e le tecniche di monitoraggio nell’e-learning Unabuonavalutazionedeveinsisteresulcarat-tereformativoeproattivoeinserirsiapiùlivellinei processi di apprendimento dell’allievo. Èimportantechesiaorganizzatainmododafa-vorireunatteggiamentopositivoneiconfrontidella materia trattata, penalizzando l’appren-dimentomeccanicoepremiandoquellosigni-ficativo.Affinchéquestoavvengaènecessarioindagarepreliminarmentesulleaspettativeesuibisogniformativideisingolicorsisti,inmododapoter risponderealle loroesigenzespecifi-che.Spesso lavalutazionevienevistadall’al-lievocomemezzopergiudicarelasuapersonaolesuecapacità,invecechecomeunmodoperconoscereipropripuntidiforzaeiproprilimiti,cheoffrelapossibilitàdimigliorarsi.Lavalu-tazionedevediventareparteintegrantedelper-corsoformativoenonesserepresentatacomefacente parte del solo momento conclusivo,finalizzata esclusivamente all’attribuzione divaloreaciòchesivuolerilevare.Èimportanteche ilcorsistapercepisca lavalutazionecomemomento di confronto e non comemomentodigiudizioechesiapredispostoaunrapportopositivoversoilconfrontoconicompagni,coni tutor,gliesperti e ildocente. L’e-learningrichiedeunaquantitàmaggiorediinterventiattiamonitorare le attività di apprendimento deisoggetti, per supplire all’impossibilità di usu-fruiredimomentidiosservazione sistematicadirettadapartedeldocentee/odeltutor.L’op-portunitàdimonitorareconfrequenza,costanteecontinua,l’apprendimentomediantefeedbackpermette di rafforzare l’attività formativa edeventualmente dà la possibilità al docente diricalibrareilsuointerventoealdiscente,nellostessotempo,diindividuareiprogressi,colmare

eventualilacunecircailsuoapprendimento.Lavalutazione formativanell’e-learning assume,dunque, un ruolo fondamentale, ma occorresempre tener presente che gli obiettivi di ve-rifica e le attività organizzate devono esserecongruenti congli obiettivi di apprendimentodichiaratiall’iniziodelmoduloodelcorso.Leprestazioni degli allievi possono essere valu-tate in diversimodi a seconda di chi compielavalutazione.Sipossonodistinguerediversetipologie: l’autovalutazione (self assessment),lavalutazionetrapari(peer assessment),l’ete-rovalutazione (teacher/tutor assessment) e lavalutazione di gruppo (group assessment).17“Lequattromodalitàdivalutazionenonsonoovviamentealternativetradiloro,mapossonoessereutilizzateinmodocombinato.Strumentidi valutazione pensati per l’autovalutazionepossonodiventarestrumentiefficaciancheperlavalutazionetrapari,equestipossonoessereutilizzatiancheperl’eterovalutazioneelava-lutazionedigruppo. (…)Sviluppareunasen-sibilità all’autovalutazione significa proprioquesto:abituarelostudentearenderelavalu-tazionedel proprio operato un elemento con-stantedelproprioagire.Lasistematicaautori-flessioneedautoanalisi,stimolatedastrumentieproceduredivalutazione,possonoportarelostudenteaunaprogressivaacquisizionedicon-sapevolezzadellestrategiecheloguidanonellesceltediprocesso,nell’otticadiunsuoempo-werment continuo e progressivo e di una suasempremaggioreautonomianellacostruzionedelproprioapprendimento”.18

L’autovalutazione (self assessment)Uno degli obiettivi del corso di formazionedovrebbe essere quello di sviluppare nell’al-lievo una certe sensibilità all’autovalutazione.Fornire cioè all’allievo gli strumenti utili pervalutareilpropriooperato,sviluppareinluilaconsapevolezza delle proprie capacità e delleproprie lacune. L’allievo dovrebbe rendersicontodasoloseèriuscitonelraggiungimentodell’obiettivooppuresehabisognodiinterventiulteriori,primadelgiudiziodeldocente.L’auto-

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valutazioneassumeunruolomoltoimportantenei processi di apprendimento in rete, tale darappresentareunveroeproprioobiettivodidat-tico.Lediversemodalitàdivalutazionepossonoessere utilizzate in modo combinato, quindil’usodell’unanonescludel’altra.Lasceltasaràdeterminatadaciòchemaggiormentesivuolesapereusufruendodeibeneficichesitraggonoconl’usodiognunadiessi.Cosìdapoteravereun quadro complesso e più ampio dell’interopianodivalutazione.

Valutazione tra pari (peer assessment)Questo tipo di valutazione avviene tra gli al-lievi che partecipano ad uno stesso corso diformazione.Ilraggiungimentodegliobiettividiapprendimentodiunodegliallievivienevalu-tatodaisuoicompagni,eluiallostessotempoha la possibilità di valutare il raggiungimentodegliobiettividiunodei suoipari.Talevalu-tazione avviene sulla base di criteri condivisidall’intero gruppo di apprendimento, esplicitie dati a priori. Ogni allievo ha la possibilitàdiconfrontarelepropriescelteestrategieconquelle fatte dai propri compagni, e acquisirenuove conoscenze affrontando il problemadadiversipuntidivista.L’ideadiesserevalutatodai propri compagni stimola l’allievo a pro-durreelaboratidiqualità,mentreilcompitodidovervalutareglialtrilospingeadunaparte-cipazioneattivanelgruppoinmododaesserepreparato ad assolvere tale compito. Il ruolodivalutatoreincrementailpropriosensodire-sponsabilitàperchél’allievoacquisiscelacon-sapevolezzadelpesodelpropriogiudizio.Unaltrodeivantaggidiquestavalutazioneèlegataalfattodiavveniretrapersonechecondividonosituazionisimili,pertantorisultapiùfacileva-lutaretuttigliaspettichesicuramentevalutatoriesterni potrebbero non cogliere, o potrebberocogliere in modo distorto. La valutazione trapari è particolarmente proficua quando non èpossibileformulareinmodooggettivoicriterivalutativi.Inquestaoccasioneilconfrontoconglielaboratideipropricompagni consentediparagonarel’interpretazionedeicriteridatadal

docenteconquellafornitadaipropripariediistauraredinamichepositiveperilprocessodiapprendimento.Lostudentepuòrendersicontodicomeunostessocriteriopossaesseresoddi-sfattoconrispostediverseeallargareilproprioquadroconoscitivorispettoallaquestionepostainesame.Infatti,attraversoilconfrontocriticoeriflessivoèpossibilefavorireladiffusionedibuone pratiche per la riuscita del processo diapprendimentodiognisingoloallievo.È,inol-tre,importantesaperecheidatioffertidallava-lutazione traparipossonoassumereunvaloremolto importante per la valutazione compiutadaltutor.Difronteatuttiivantaggivistinellavalutazionetraparipossiamocapirecomeque-staabbiaassuntounaparticolareimportanzaneiprocessidivalutazione.

Eterovalutazione (teacher/tutor assessment)Quandoèprevistalapresenzadiunsoggettodo-tatodisaperipiùapprofonditisuitemioggettodi valutazione, parleremo di eterovalutazione.Questo tipo di valutazione è compiuta solita-mentedaltutorepuòavveniresiainpresenzache a distanza comunicando tramite il com-puter.Unodeivantaggidiquestavalutazioneè ilsaperedapartedell’allievodellapresenzacostantedel tutor.L’ideadiavereunpuntodiriferimentoperlarisoluzionedeiproblemiaiutal’allievoasvolgereisuoicompiti. Ilcontinuosupportomotivazionaledapartedeltutorrisultaimportantissimoperaverelacaricaaproseguireilcorso,anchequandolecosenonvannocomedovrebberoel’allievoperdefiduciainsestesso.Iltutordapartesuahalapossibilitàdipoterri-tornaresullerisposteesaminateinprecedenza,discutendoconl’allievotramiteformedicollo-quioon line,perconoscereiragionamentisot-tesiadessieinterveniresenefossenecessario.Ilcaricodilavorodeltutorrendemoltoonerosadalpuntodivistaeconomicoquestotipodiva-lutazione. Infatti, tale strategia risulta efficacesoloquandoperognitutorvieneassegnatounnumerotrai15ei20studentienonpernumerisuperiori.Èdecisivoperlabuonriuscitadellavalutazione lo stile comunicativo assunto dal

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tutor.Mostrarsifreddoedistaccatonongiove-rebbeinnessunmodoaifinivalutativi,perchél’allievotenderebbeachiudersiperlapauradiessere giudicato. Relazionarsi con gli allieviin maniera più morbida invece offrirebbe aitutor lapossibilitàdipoterparlareediscuterecon loro più liberamente. La sua valutazionenon deve assumere la forma di una sentenzamadevesempreavereuncarattereformativo.Iltutordevesaperstimolareisuoiallievi,invi-tarliaproseguirenellavoroperraggiungeregliobiettiviprefissatianchedifronteadegliinsuc-cessi.Anzi,deveoffrire loroglistrumentipersaperligestire,riconoscendogliunaparteposi-tivainquantooccasionedicrescitaedimiglio-ramento.Iltutordeveconvincerel’allievocheirisultatidipendonodallesuescelteechepuòriuscireintuttiicompiticheglivengonopro-posti,prospettandopercorsicondifficoltàgra-dualiecercandodiporrel’enfasisuiprogressidaluiottenutinelleproveprecedenti.Orientaregli allievi verso strategie efficaci in relazioneagli obiettivi specifici èmolto importante peril tutor,mabisognaassolutamenteevitarechel’allievodiventi tutordipendente,perchéque-stodecreterebbeiltotaleinsuccessodell’azioneformativa. In quanto uno degli obiettivi delpercorsoformativoèproprioquellodirespon-sabilizzareerendereilpiùpossibileautonomol’allievonelprocessodiapprendimento.

Valutazione di gruppo (group assessment)Il gruppo di formazione valuta il raggiungi-mentodegliobiettivieiprocessimessiinattoperraggiungerlidapartediunsingoloallievoo dell’intero gruppo.Anche qui il singolo al-lievoèstimolatoafareunabellafiguradifronteall’interogruppodi formazione,mac’è ilpe-ricolodell’istaurarsididinamichenegativenelgruppo (leadership, sudditanza) oppure dellaformulazionedicritichenoncostruttiveesicu-ramentedemotivantipergli allievipiù timidi.Traivantaggidellavalutazionedigruppovièl’opportunitàdibeneficiaredipiùpuntidivistaedellepossibilidinamichepositivechenasconoall’internodelgruppo,dovelavalutazionepo-

stadaunodeivalutatoripuòfungeredastimoloaglialtrivalutatori.Inoltre,ogniallievoèchia-mato a sostenere un vero e proprio dibattitoscientifico con il gruppoper difendere il pro-prio lavoro, una situazione che viene favoritaperchépercepitacomeoccasionedicrescitaperognunodiloro.

note:1.L.Galliani,La scuola in rete,Bari,Laterza,2004,p.27.2.B.Bruschi,M.L.Ercole,Strategie per l’e-learning. Progettare e valutare la formazione online,Roma,Ca-rocci,2005,p.103.3.Ibidem,p.104.4.Ibidem,p.105.5.G.Domenici,Manuale della valutazione scolastica,Bari,Laterza,1993.6.M.Margottini,Formazione e-learning, teorie e mo-delli didattici per la scuola,Roma,MonoliteEditrice,2008,p.81.7.G.Trentin,Dalla formazione a distanza all’apprendi-mento in rete,Milano,FrancoAngeli,2001.8.M.Margottini,Formazione e-learning, teorie e mo-delli didattici per la scuola,Roma,MonoliteEditrice,2008,p.82.9.Ibidem,pp.86-88.10. G.Domenici, Manuale di valutazione scolastica,Roma-Bari,EditoriLaterza,2003,p.4.11.L.Galliani,R.Costa,Valutare l’e-learning,Lecce,PensaMultiMedia,2003,p.43.12.Ibidem,p.44.13.A.Calvani, M.Rotta,Fare formazione in internet. Manuale di didattica on line,Erikson,Trento2003,pp.264-265.14.L.Galliani,R.Costa,Valutare l’e-learning,Lecce,PensaMultiMedia,2003,p.45.15.Consultareilsitowww.cuoa.it/fondazione/metodo/netle/reportcapitolo6:Valutazione della qualità dell’e-learning,nellepp.122-124vengonoriportateleteoriediBocconi,MinoroeSarti,Trinchero,Trentin,DeBoerW.eCollisB.,Ehlers,PoumayM.16. H. Khan Badrul,E-learning: progettazione e ge-stione,Trento,Erickson,2004.17.R.Trinchero,Valutare l’apprendimento nell’e-lear-ning,TrentoEdizioniErickson,2006,pp.165-182.18.Ibidem,pp.181-182.

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i bLog Tra finzione narraTiva e viTa vissuTa: La ricerca sociaLe ai Tempi deL web 2.0 1

di gianfranco zucca

1. convergenze socio-tecniche nel web 2.0L’ascesadelwebsocialepuòesserelettacomeiltramontodialcunidualismicheavevanoca-ratterizzato lo sviluppodelle tecnologie infor-matiche.Alivellotecnico,conladiffusionedeisistemidiinstant messaging(Messenger,Goo-gleTalk)edeiSocialNetworkSitesgliutentipossonosegnalarelapropriapresenzaonlineecomunicare inmodo istantaneo con gli amicieconoscenticonnessiinquelmomento.Vienequindimenoladistinzionetramodalitàdico-municazione asincrone e sincrone. Il mutatoquadro di funzionamento delle tecnologie in-formatiche si esprime inunadiffusa tendenzaallasincronizzazionedeivaridispositiviinfor-matici.Unesempiointalsensosonoitelefonicellulari suiqualivengononotificati in temporeale e-mail, messaggi e commenti ricevutidall’utente.Anche ladistinzione tra testualeevisuale,tendeadesseresuperata.L’interfacciadelleprincipalipiattaformedelweb-sociale,purmantenendounabasetestualedannolapossibi-litàdisceglierefont,coloriesfondinonchédicaricare immagini, foto, animazioni,musicaefilmati.Lamultimedialitàèquindiun’altradellecifredistintivedelweb2.0.Accantoalleconver-genzediordinetecnico,èpossibileidentificareanche importanti cambiamenti rispetto all’uso

sociale delle tecnologie informatiche. Innan-zitutto, è sempre più difficile distinguere gliobiettivicomunicatividegliutenti.All’esigenzadientrareincontattoconpersonelontaneochenonsiconosconosiaffiancaanchelavolontàdiusareinternetperrealizzarevereeproprieper-formanceidentitarie:lehomepagepersonalisumyspaceofacebook,oppureunblogsonospaziespressivi dove l’immagine online viene con-tinuamene curata, aggiornata, integrata. Sottoquesto profilo, è indicativo come alcune sub-culturegiovanili tendanoad essereoggettodi“processiditeatralizzazione”[Liu2008].Sottoquesto profilo bisogna anche considerare chelapresenzaonline tende adiventaremultipla:ci sonoutenti chemanipolano la loro identitàdigitale attraverso diverse piattaforme e siti:gestisconounblogalqualemagarièassociataunapaginasumyspace,ounalibreriavirtualesuAnobii,una raccoltadi fotografiesuFlickroPicasaeunelencodilinksuDel.I.Cious.Inbreve, il profilo online di un individuo tendesemprepiùadessereunassemblaggiodidiversitassellimediali.Piùingenerale,lenuoveformedicomunicazionemediatadalcomputeroscil-lanotraunavolontàdi self-disclosure,ladispo-nibilitàariferireadaltri(spessosconosciuti)leproprie esperienze personali, ed un’esigenzadi self-presentation, intesa come processo dicostruzione del sé [Joinson 2005;Qian, Scott2007].Questicambiamentinellacostruzioneefruizionedelle tecnologie informatiche riman-danoallaquestionepiùgeneraledelrapportotraladimensioneonlineequellaoffline.Apartiredaglianninovanta-quandoantropologiedet-nografi cominciano ad interessarsi alla comu-nicazione mediata dal computer, cercando dicomprenderelaculturacreatasineiprimigruppion-line -sicominciaaconsiderare ilcontestosociale nel quale la comunicazione mediatadalcomputerprendevita,giungendoariaffer-marelaricchezzaespressivaesocialediquesteforme di comunicazione. Il contrasto con gliapproccicheavevanocaratterizzatoildecennioprecedente(ilmodellodegli“indicatorisocialiridotti”edellaSocial Identity De-Individualiza-

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tion 2 ènetto: lacomunicazioneviacomputerin alcuni casi può essere addirittura più riccadi quella faccia a faccia3. Tuttavia le analisidell’epoca-cheperaltrorappresentanoancoraunpuntodi riferimentoabbastanzadiffuso traglistudiosi -superandoildualismoonline-of-fline,risolvevanoilrapportoafavoredelladi-mensioneonline,proponendounavisionenellaqualeleinterazionimediate-mutuandoiltitolodiunvecchiolavorodiSherryTurkle,la“vitasulloschermo”-eranounfenomenoasestante,mentretuttoquellocheavvenivanella“vitare-ale”erasolounosfondo,uncontestochepo-teva aiutare a spiegare il comportamento on-line.Nell’ambitodelweb-sociale, il dualismofenomeno-contesto[Slater,2002;Orgad2005]sembranonesserepiùsostenibile.Moltisonoisegnalichespingonoanonaccettarelapreva-lenzadelladimensioneonlineo,quantomeno,occorre riconoscere che il rapporto tra vitasulloschermoevita realenonèstabile.Sonofrequentilesituazionicheevidenzianoilruolodelladimensioneofflinenellostrutturarelavitaonlinedegliindividui.Inordinesparso:lerela-zionisentimentalinategrazieaiservizidionline dating,ilsuccessocommercialedigruppimusi-caliindipendentiveicolatoattraversomyspace;ladiffusionedimovimentidiprotestagraziealtam tam dei blog, ecc.Quelli citati sono tuttifenomenineiquali ladimensioneonlineè in-scindibile da quanto avviene nella vita reale.Dopoannineiquali internet e le sueapplica-zionieranoconsideratiunanovità,oggilareteèun’esperienzadimassachecoinvolgequalchemiliardodipersone,dandolorolapossibilitàdiportaresulloschermoilpropriomondo.Èque-stalapiùimportanteconvergenzasocio-tecnicamessainmotodalweb-sociale.

2. il caso della blogosfera: articolazione e ca-ratteristicheGrazie allo sviluppo di piattaforme (nel casoitaliano“blogspot”e“splinder”)esoftwarespe-cifici (come “Wordpress”) che permettono aisingoliutentidi realizzare inpochipassaggi ilproprioweb-log,unnumero sempremaggiore

diutentidellareteinternettieneundiario online.Ilbloggingèunapraticachecoinvolgeunin-siememoltovariodiindividuiegruppi:teena-gerche raccontano lapropriavitaquotidiana,appassionatidimusica,cinemaearte,giornali-stieopinionistipolitici,espertidiinformatica,pubblicitàoaltri settoriprofessionali, attivistipoliticiecivici;maancheaziende,entilocali,giornali e riviste che sfruttano il format delweb-logper comunicare con lapropria clien-telaoilloropubblico.Difficilericondurretalevarietà all’interno di una classificazione cherenda conto delle diverse specificità: sia chesiguardialprofiloindividualedelbloggersiache si prendano in considerazione le sue in-tenzionicomunicativeècomplessotrovareunqualcheappiglioperdefinireinmodounivococosasimuoveall’internodellablogosfera.Unsostegno può essere trovato usando la defini-zionediblogformulatadaJanSchmidt[2007:1409]: “Weblogs, or “blogs”, are frequently updated websites where content (text, pictures, sound files, etc.) is posted on a regular basis and displayed in reverse chronological order. Readers often have the option to comment on any individual posting, which is identified by a unique URL. Through such comments and refe-rences to other online sources in the postings, as well as through links to favorite blogs in the sidebar (the “blogroll”), blogs form a cluste-red network of interconnected texts: the “blo-gosphere”.Schmidt coglie aspetti alquanto utili sotto ilprofilo analitico-descrittivo: frequenza d’ag-giornamento, multimedialità e reticolarità deicontenuti, interazione con i lettori tramite unmeccanismo di citazione univoco (“perma-link”),interconnessioneconaltriblog(tramiteunalistadipreferitidetta“blogroll”).Apartireda questi elementi è possibile elaborare unapropostadiclassificazionedeiweb-log.Nelloschema come segue, vengono individuati tretipidiblogsullabasedellecaratteristichedelblogger,deltipodicontenutidiffusi,dellafre-quenza d’aggiornamento, del livello d’intera-zionetrabloggerelettori.

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Tipologia dei blog:Blogger Istituzionale: EstensoreBlogger Professionale: DivulgatoreBlogger Individuale: Autore

Contenuto Istituzionale: PromozionaleContenuto Professionale: TecnicoContenuto Individuale: PersonaleFrequenza d’aggiornamento Istituzionale:ProgrammataFrequenza d’aggiornamento Professionale: CadenzataFrequenza d’aggiornamento Individuale:Libera

Interattività Istituzionale: BassaInterattività Professionale: MediaInterattività Individuale: Variabile

Ilprimo tipodiblogpuòesseredefinito isti-tuzionale.Ilbloggerèunestensoredeiconte-nuti pubblicati, spesso questa figura coincideconilcontent managerdelsitodicuiilblogèemanazioneoppure,nellesituazionipiùstrut-turate,questocompitoè svoltodaunafiguraprofessionalespecifica; icontenutisonoderi-vatidall’attivitàistituzionaleeoscillanotralapromozionediunnuovoprodottooservizioelenewssulleattivitàprogrammateoinviadisviluppo;lafrequenzad’aggiornamentoèpia-nificataconprecisione.L’interattivitàdiquestogeneredi blog è bassapoiché la fruizionediquesti contenuti risponde alle esigenze infor-mativedegliutenti che interagisconoesclusi-vamenteperchiederechiarimentirispettoalleinformazionidiffuse.Unsecondotipodiblogè denominato professionale. Il blogger è unesperto di uno specifico settore, un soggettogià operante in quell’ambito professionaleoppure un appassionato che con il tempo hamaturatouna forte competenza (questa situa-zioneèparticolarmentefrequentenell’ambitodellaprogrammazioneinformatica).Perquestepersoneilbloggingèun’occasioneperdivul-gareleproprieconoscenzeeconfrontarsiconaltriindividuiconiqualicondividonoglistessi

interessi. Chiaramente, i contenuti del diarioonline sono specialistici e molto tecnici. Lafrequenza d’aggiornamento è cadenzata, nelsenso che dipende dalla centralità dell’utentein quella determinata community professio-nale: utenti che hanno acquisito un maggiorprestigio tenderannoapubblicare ipropri in-terventi inmodo abbastanza regolare così damantenerevival’attenzionedeiproprilettoriedacontinuareadessereunpuntodiriferimentoperuncertopubblico[Johnsonet al.2007]:nelcasodiesperti,giornalistieopinionistiquestadinamica è abbastanza frequente.Questo ge-neredibloghaun livellodi interattivitàme-dio:ancheafrontediunabasedilettorimoltoampia, solo un parte interagisce direttamenteconilblogger;lacomplessitàdeitemitrattatipuòessereconsideratacomeunasogliad’ac-cesoall’interazionechenontuttiilettorisonoin grado di superare. Il terzo tipo di blog èquellopiùvicinoall’ideadeldiarioonline.Nelweb-logindividuale,ilbloggervaconsideratocome autore poiché non diffonde contenutiprodottidaaltrinédivulgaconoscenzedisci-plinari: i contenuti pubblicati sono personali,riguardanoesperienzedivita,opinioniepuntidivistasutemidiinteresse.Lafrequenzad’ag-giornamentodiquestiblogèlibera:puòesserequotidiana oppure diluita nel tempo, partico-larmente concentrata in alcuni periodi o spo-radica inaltri.Anche il livellodi interattivitàèmolto variabile: nel caso dei bloggermag-giormente impegnati inazionidinetworking,adognipostpossonocorrisponderenumerosicommenti e repliche [Stefanone, Yang Jang2007]4; tuttavia, alcuni blogger individualicontinuanolaloroattivitàancheinassenzadifeedbackdapartedeilettori(nonmancanopoiblogneiqualiicommentisonorariopressochéassenti).Dopoavermessoordinenellavarietàdiformeassuntedaiblog,diseguito,intendoconcentrarmisolosuiblogindividualipoiché,più degli altri due tipi esaminati, implicanoproblemi metodologici e etici che spingonoa riflettereconmaggioreattenzionesui limitidellaricercaqualitativaonline.

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Noncheiblogistituzionalieprofessionalinonabbianomotividi interesseperilricercatore5,tuttaviailbloggingpersonalepermettediarti-colareunariflessionepiùampia,ancorandoleconsiderazionimetodologichealdibattitosullasocialitàonline.

3. autorialità e narratività: due concetti per leggere i blogOnline quasi ogni interazione comunicativalasciaunatraccia,perlopiùsottoformadite-sto.Sottoquestoprofilo, ipostdeiblog rap-presentano una delle forme più compiute diinformazioninon sollecitate.Si trattadi testielaboratiad hoc, in risposta adunaesigenzacomunicativaesplicita:unpostvieneprodottopermanifestareilpuntodivistadell’autoresuundeterminatoargomento(pubblicooprivatoche sia),perpoi essere inserito inuna tramadilettureecommenti.Rispettoaquelliistitu-zionali e professionali, i web-log individualipresentanodicertounapiùriccavarietàdistiliecontenuti:sivadaldiariodiauto-analisialraccontodettagliatodelleesperienzeinalcunesferedellavita;dal resocontoquasigiornali-sticodellaquotidianitàadelaborazioninarra-tive più complesse, dove l’autore impersonapersonaggieraccontaleesperienzeproprieoaltruiinformatraslataometaforica.Ingene-rale, lepratichediblogging sembranoesseremoltodistantidall’immediatezzachecaratte-rizzalealtreformedicomunicazionemediatadalcomputer.Lacategoriadi“oralitàscritta”[Violi,Coppock1999],soventeapplicataallalinguadiinternet,nonsiattagliabeneaquelliche sono testimeditati e, inmolti casi, sonoilfruttodiunlavoroeditorialefattodistesuree revisioni. Inquesto senso,unpost èmoltopiùsimileadunae-mailcheadunoscambiodibattute inchatoadunmessaggio lasciatosuunabachecadimyspace.Èpurverocheitempie leattenzioni redazionalipossonova-riare da utente a utente: ci possono, difatti,essere individui che preferiscono “postare”leproprieimpressionidigetto,senzafiltrire-dazionalioppurebloggerchededicanomolto

tempoallarevisioneeriscritturadeiloroela-borati.Sottoquestoprofilo,bisognaperòno-tarechelastrutturastessadellepiattaformediservizioinvitaadunastesurapiùmeditata:unpostprimadivenirepubblicatopuòesserela-sciato inbozzaperuna successiva revisione;pubblicatoepoimodificatoinunsecondomo-mentoorimossodefinitivamentequaloranonrispondapiùalleesigenzedelsuoautore.Nonbisogna poi dimenticare che esistono formedibloggingpiùimmediateeveloci:servizidimicro-blogging come Twitter permettono dipubblicare online testi brevissimi, molto si-miliagli smsdei telefonimobili6.Daquesteconsiderazionisullecaratteristichedeipostsipossonotrarrealcuneindicazionigeneralicherisulterannoutilinell’indicarequalisonoi li-mitid’usodiquestogenereditesti.Unprimoelementoriguardal’autorialitàdeitesti.Anchese lo si è più volte ripetuto, occorre chiarireche il riferimento al blogger come autore vainteso in senso forte. Dire che i blog hannounadimensioneautorialenonsignifica,banal-mente,affermarecheilbloggerèresponsabilein prima persona di quello che scrive e delmodoincuiloscrive;bensì,implicailricono-scimentodellanarrativitàdeiblog7.Inpratica,unblognonènecessariamente,enonsolo,unresocontodiunmondovitale,maunraccontonelqualel’intreccioelatramadellastoriapos-sonodivergereinmodonotevole.Ellissiedi-gressioninarrativesonoduefunzionidelrac-contoparticolarmentefrequentineiblog:unostessoeventopuòessere raccontatoometten-donepartisostanzialie/oenfatizzandoneparti-colariminimi.Allostessomodo,anticipazioniedifferimentipossono renderedifficoltosa laricostruzionedellasuccessionetemporalede-gli eventi; oppure, l’autore può decidere diromperel’unitàdelpersonaggiocreandoalteregooantagonisti.Comesivede,unblogpiùche un diario assomiglia ad una complessamacchina narrativa: non a caso, negli ultimitempi, piùdi unblogger èpassato alla scrit-turaprofessionalepubblicandoromanzierac-conti.Verrebbedadirecheiblogsonomateria

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per critici letterari piuttosto che per studiosidiscienzesociali.Inpartequestaobiezioneècentrata:glistrumentidellateoriadelraccontorisultanoparticolarmenteutilinellostudiodeiblogpoichériesconoascomporrel’unitarietàdelracconto,evidenziandolivellidiletturacheunapproccioconcentratosuisolireferentilin-guisticinonpermetterebbe.Tuttavia,lacriticaletterariapiùavvedutahaimparatoadiffidaredaqualsiasiformaditestualismocherifiutadiconsiderarecosac’èaldilàdeimarginidellapagina.Ognicostruzionediscorsivahaunadi-mensioneextra-testuale:nonsipossonomet-teredaparte le condizioni di produzionedeltesto,proponendoneinterpretazioni“letterali”.All’attenzione per lemosse che l’autore usaper costruire il suo racconto, occorre affian-careunugualeinteresseperl’autorecomeat-toresocialechedecidediesprimerelapropriaagencyinuntesto,occorretenerecontodellasuacollocazionesociale,dellesueaspettativenonchédellaretedirelazioniedeivincoliaiqualideverispondere.Ilrimandoallenozionidiautorialitàenarrativitànonimplicaquindiunostudiodelblogcomegenereletterario,maè funzionale alla comprensione del bloggingcome pratica sociale che, per quanto stratifi-cata,puòesseredecodificatausandoadeguatistrumentid’indagine.

4. studiare i blog secondo una prospettiva realistaTirando le sommedi quanto argomentato si-nora, amio parere nello studio dei blog oc-correadottareunaprospettivarealista.Purri-conoscendone la componente di autorialità elaspiccatanarratività,bisognaprendereledi-stanzedalleteorieiper-costruttivistee/oiper-testualiste che arrivano a considerare i diarionlineesclusivamentecomefinzioninarrative.Inunbloglacomponentediself presentationèassociataaduncertogradodiself disclosure:la dimensione narrativa e finzionale, quindi,nonpuòesseredisgiuntadaquellabiografica,ilvissutodelblogger,perquanto trasfiguratodalracconto,èunterminediparagoneimpre-

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PRESIDENZAFederico Tedeschini Presidente OnorarioTeresa Serra Referente AccademicoFrancesco A. Caputo Fondatore e Presidente (legale rappresentante)Anna Cataleta Primo PresidenteLuca Di Fazio Vicepresidente

DIREZIONEDario De Santis Direttore Generale

L’"Istituto Etico per l’Osservazione e la Promozione degli Appalti", di seguito “Associazione”, è una organizzazione non profit ed ha come scopo quello di professionalizzare gli attori strategici che a vario titolo gravitano nell’alveo dei procedimenti ad evidenza pubblica rendendo, anche indirettamente, beneficio ai fruitori dei procedimenti medesimi.

Cattedra di Filosofia del diritto di Scienze Politiche di Roma “ La Sapienza”

Cattedra di Istituzione di diritto pubbli-co di Sociologia di Roma “La Sapienza”

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scindibileper lo studio sociologicodiquestaparticolare forma di comunicazione mediatadalcomputer.Interminipiùespliciti,ricono-scerelacontinuitàtraesperienzaonlineeof-fline significa tematizzare il blogging comepratica sociale in sensopieno: ilblog, intesocomeinsiemeditesti,èsoloilprodottofinaledell’azione.Ibloggersonoattorisocialiimpe-gnatinelladescrizioneerappresentazionedelpropriomondovitale,dedicanoaquestaatti-vità tempo reale, investono risorse cognitiveed emotive prese dalla loro vita quotidiana,hannoaspettativeebisognidiriconoscimentoconcreti;inbreve,iblogsonoprodottimediali,neiqualisisedimental’azionesociale.

note:1.Il presente saggio è una versione ridotta di una comu-nicazione presentata al convegno “Qualità del dato e ri-spetto della persona nella ricerca sociale e di marketing”, organizzato dall’Associazione Italiana di Sociologia – se-zione di Metodologia a Milano, presso l’Università Catto-lica del Sacro Cuore il 6-7-8 novembre 2008.2.Suldibattitoacavallotraglianniottantaenovantacfr.Paccagnella2000.3.Siveda,esempio,lostudiodiNancyBaym[2000]suunacommunitydiappassionatidisoapopera.4.Nonbisognadimenticarechetraleattivitàdelbloggerc’èanchelaletturadialtriblogeilcommentosuiblogamici.Inoltre,alcunipostpossonoessererealizzatiinri-spostaasollecitazioniricevuteneicommenti.5.Inquesticasil’acquisizionedeidatitestualipresentapro-blemilegatiallaquestionedeldirittod’autore,bastipensareallefortuneeditorialidimoltibloggerprofessionisti.6.Disponendodiunapparecchiotelefonicoabilitatoallanavigazionesuinternetèpossibileaggiornare ilpropriomicro-blogdirettamentedallatastieradeltelefono.7. La nozione di narratività, pietra angolare del mo-dellosemiotico-strutturalediGreimas[Greimas,Courtés1986],puòessereusataperanalizzarenonsoloraccontioralieletterari,maognitipodidiscorso.Senzaentrareneiformalismichecaratterizzanoquestotipodiapproc-cio,connarrativitàsiintendonolemossechel’“autore”utilizza per produrre il senso di ciò che sta dicendo.SecondoGreimas, il sensodi ogni affermazionehaunpreciso percorso generativo che può essere ricostruito

basandosi sulle disgiunzioni evidenziate dalle funzionigrammaticali,sintatticheenarrativepresentiinuntesto.

riferimenti bibliografici:BAYMN.K.Tune In, Log On:Soaps,fandomandOn-lineCommunity,ThousandOaks,Sage,2000;GREIMASA.J.,COURTÉSJ.É.,Semiotica. Diziona-rio ragionato della teoria del linguaggio,Firenze,LaCasaUsher,1986;JOHNSONT.J.,KAYEB.K.,RICHARDS.L.,WONGW.J. Every Blog Has Its Day: Politically-interested Internet Users’ Perceptions of Blog Credibility, in“Journal of Computer-Mediated Communication”, n.13,AnnoI,2007,pp.100-122;JOINSONA.N.,Internet Behaviour and the Design of Virtual Method,inC.Hine,ed.,“VirtualMethods.Is-suesinSocialResearchontheInternet”,Oxford,Berg,2005,pp.21-34;LIUH;Social Network Profiles as taste performancesin “Journal of Computer-Mediated Communication”,13,2008,pp.252-275;ORGAGS.,From Online to Offline and Back: Moving from Online to Offline Relationship with Research in-formants, inC.Hine,ed.,“VirtualMethods.IssuesinSocialResearchontheInternet”,Oxford,Berg,2005,pp.51-65;PACCAGNELLAL.,La comunicazione al computer. So-ciologia delle reti telematiche,Bologna,IlMulino,2000;QIANH.,SCOTTC.R.,Anonymity and Self-Disclosure on Weblogs, in“JournalofComputer-MediatedCom-munication”,n.12,AnnoIV,2007,pp.1428-1451;SCHMIDTJ.,Blogging Practices: An Analytical Fra-mework,in“JournalofComputer-MediatedCommuni-cation”,n.12,AnnoIV,2007,pp.1409-1427;SLATERD.,Social Relationship and Identity Online and Offline, in Lievrouw, L., Livingstone, S. (eds.),“TheHandbookofNewMedia”,London,Sage,2002,pp.533-546;STEFANONE M.A., YANG JANG C., Writing for Friends and Family: The Interpersonal Nature of Blogs,in“JournalofComputer-MediatedCommunica-tion”,n.13,AnnoI,2007,pp.123-140;VIOLIP.,COPPOCKP.,Conversazioni telematiche,inR.Galatolo,G.Pallotti,(acuradi),“Laconversazione.Un’introduzione allo studio dell’interazione orale”,Milano,RaffaelloCortinaEditore,1999,pp.319-364.

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La rappresenTazione deL rapporTo geniTori-figLi neL carTone animaTo. parTe seconda: La ricerca espLoraTiva

di savina cellamare

IntroduzioneLarappresentazioneapprossimativaeasistema-ticadellafamigliachesihanelcartoneanimatoelapercezionechegliadultihannodeicompitieducativiedellemodalitàpergestirlisollecital’attenzioneversol’analisideglieffettichelascarsaconsapevolezzadelledinamicheeduca-tive e della reciprocità delle interazioni fami-liariepiùingeneraleeducativepossonoaveresiasuigenitorisiasuifigli.Inquestocontributoci soffermeremo quindi su aspetti e problemidei processi educativi che si svolgono in fa-miglia, inpratica su tutto ciò chenel cartoneanimatorisultaassenteorappresentatoinmodofalsatoeparziale.

Metodologia d’indagine e strumenti di ricercaL’indagine, di tipo qualitativo, ha avuto ca-rattere esplorativo. Per la conduzione dell’in-dagine si è scelto di utilizzare due strumenticheper la loroflessibilitàpossono trovareun

impiegoopportunoinunlavorofondatosuunprocedimento di tipo induttivo: le griglie diosservazione,ocheck list, e l’intervista semi-strutturata. Le8check list hanno focalizzatoiseguentiaspetti:relazioniesostegnosociale,espressionedisentimenti,rinforziepunizioni,stili educativi, momenti di interazione intered intrafamiliare, vita sociale e politica, reli-gione/spiritualità,produzioneecomunicazionedimessaggi.Legriglie sono state applicate a150episodi,appartenentia46seriediversedicartoon(10sonodiproduzionegiapponese,15provengonodagliUSAe21sonoinvecerealiz-zatidaPaesieuropei),reperitiattraversolavi-deoregistrazionedipuntatetrasmessenell’arcodi una settimana di programmazione sui duemaggiorinetworkitaliani,ovveroletreretiRai(Rai1,Rai2,Rai3)eletreretiMediaset(Ca-nale5,Italia1,Rete4),indiversefasceorarie:mattina,oradipranzo,pomeriggio.Lamaggiorpartedeicartoniècollocataall’internodipro-grammicontenitore.Attraversolaregistrazionedeicartoonèstatoquindiricostruitounospac-cato di programmazione all’interno del qualeindividuareglieventidasottoporreacontrollo.Per la codifica delmateriale è stata costituitadaunaschedadidescrizionedegliepisodire-gistrati;inparticolareèstataannotatalanazio-nalità di produzione, allo scopo di vedere sequestapotesseessereconsiderataunavariabileincidente sul tipo di rappresentazione. Il se-condostrumentoutilizzato,cioèl’intervistase-mistrutturata,èstatosceltoinquantoparticolar-menteadatto“adefinirelanaturadelproblema,le variabili dipendenti e indipendenti in forzadellesuecaratteristiche,delleconseguenzedelsuo impegno e delle suemodalità diutilizza-zione” (Dautriat, 1995, p.18). L’intervista hamiratoaindagareleconvinzionichegliadultihannocirca lemodalitàeducativepiùefficacieasollecitareladescrizionedell’azioneeffet-tivamenteattuatapersondarelacoerenza,olapossibileincoerenza,traciòche“sisa”circaglistilieducativieleloroimplicazioninelrapportogenitore-figlio e ciò che effettivamente vienepoiattuatonellaquotidianità;ènoto,infatti,che

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nonsemprelaconoscenzasitraduceincompe-tenza,soprattuttoinambitiincuiilpesodelleprecomprensioniedelleinterazioniambientaliesercita un’azione particolarmente evidente epervasiva.Proprioperevidenziarequestapos-sibilediscrepanza,oltrealledomandedirettesuaspetti specifici, sono state inserite domandemediatedallapropostadisituazionieducativesullequaliriflettereeproporresoluzioni;espri-mersisusituazionicheriguardanoaltripuòfarsentire l’intervistato più distante dall’oggettodianalisienondirettamenteindagato,solleci-tando così l’espressione di idee più oggettiveemenoinficiatedallapreoccupazione,semprelatente anche quando l’intervistato collaboraspontaneamente,diessereoggettodigiudizio.Lecinquantaintervisitesonostateregistratesunastro e successivamente trascritte, secondola procedura tipicadellagrounded theory perl’individuazionedellecategoriedianalisi.L’in-dagineèstatacondottaconuncampionedesi-gnatodi50adulti,deiquali25genitorie25nongenitori,indipendentementedalfattodiessereconiugatiomeno.Questacomposizioneèstatasceltapervedereseequantolavariabile“espe-rienzaconcreta”potesseinfluiresu:• ilsistemadiconvinzionirelativealleprassi

educative;• l’influenzaattribuitaallafruizionetelevisiva

sulla rappresentazione che l’immaginariocollettivohadeirapportigenitore-figlio.

Levariabilirilevatesulcampionediintervistatisonostatel’età,ilsessoelacondizionedigeni-tore-nongenitore.L’etàmediadeigenitori,18deiqualidonnee7uomini,edi36anni;l’etàmediadelsottogruppodeinongenitori,15deiqualidonnee10uomini,edi25anni.

L’analisi dei cartoni animati: la famiglia che non c’èDall’analisidellevideoregistrazionisiriscontralapresenzadiunafiguraadultasoloin14seriesulle46trasmessenelperiododellarilevazioneein54degliepisodiregistratieanalizzati.Lapresenzadientrambiigenitorisiritrovasoloinpocheserie,equindiinunnumerolimitato

diepisodi,mentreèpiùfrequentelapresenzadiunsologenitore.Ciòtuttavianonimplicalarappresentazionediunafamigliamonoparen-tale,perchélapresenzadelgenitoreingenerenonècostantenellavitadelfigliomaèinter-rottadallamorteodaunpartenza,chegeneracomunqueunasensazionediabbandonoeunvissutodiluttonelgiovane,oppurecostituisceun ritornodopounperiododi assenzaanchemoltolungo.L’assenzadellafamigliasembratenere i bambini dei cartoni in equilibrio fraduepossibilità:esserepiccoliadultierientraretemporaneamente nella dimensione infantile.Letransazioniecologichecheaccompagnanolacrescitaelosviluppodiognisoggettosonodovute soprattutto a uno sradicamento vio-lento, abbandono omorte, che priva dei ge-nitori. Se per famiglia intendiamo un nucleoaggregativo che si qualifica come l’ambitoentrocuiuomoedonna si incontranoeden-tranoinrelazione,illuogodiorganizzazionedirelazionidiparentela,checonsentel’incontroinclusivoepacificoconl’altro,illuogoentrocui si genera la prole (le nuove generazioni)esidefiniscelasuaappartenenza,chenonri-guardasololacoppia(famiglianucleare,isoligenitoriefigli),machesiinseriscenellestirpi(i sistemi di parentela e plurigenerazionali),lostrumentoperl’inserimentodiquesticom-plessi intrecci in codici del sociale, normatisia per via giuridica positiva (la società) siapervia culturale-sacrale (Donati, 1999),pos-siamo allora dire che nel cartone animato lafamiglia,conicodiciassociativiecomunitarichelesonopropri,èscarsamentepresente.Diconseguenza l’interazione genitore-figlio hapocheoccasioniper essere rappresentata e sitrascurano anche quelle relazioni che, più ingenerale,costituisconoilbenesserefamiliare,einsostanzalafamigliastessa.Inaltriterminipossiamodirechenellarappresentazionedellafamiglianonsono soddisfatti idueordinidicondizioni, difficilmente separabili, che ren-dono possibile o favoriscono lo sviluppo af-fettivo:lecondizionipersonalielecondizioniambientali.Leprimesonocostituitedallapre-

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disposizioneavivereirapportiaffettiviconunalto indice di espansione affettiva,ovveroconunacertaintensitàdirapportoconmolteper-sone,oppuredallatendenzaaisolarsieacirco-scrivereleinterazioniconunnumerolimitatodi interlocutori; inquestocaso siparladiunindice di espansione affettiva basso. I fattoridiordineambientalesonomolteplicieriguar-danol’atteggiamentodiaccettazionedapartedei genitori e delle altre figure educanti, lacoerenzaeducativa,ilmodellosocialeoffertodagli adulti di riferimento, la ricchezza delleesperienze di interazione sociale sia in fami-gliasiaconicoetanei.Poichélafamigliaèunsistemaorganizzatodaadulti,sembrachespaziper avventure ed esperienze possano aprirsisolononavendogenitori; questa assenzaap-parecomelacondizionecherenderealizzabileuno sviluppo delle giovani generazioni im-prontatoallacreatività,allavivacità,controcuisischieraunmondoadultoperlopiùnormativo(comenelcasodellasignorinaRottenmeierin“Heidi”) al quale si puòopporre solo l’auto-ritàdiunaltroadulto,cherappresentalafiguragenitorialemanon è il genitore (la nonnadiClara,ilnonnoin“Heidi”).Inquantononge-nitore,questoadultolasciaalgiovanei“gradidilibertà”necessariperfareesperienzemaof-freancheunappoggiosicuramentedisponibileincasodinecessità(Pellitteri,2002).Tuttavia,il fatto che i genitori siano scarsamente rap-presentati nel cartone animato contrasta conquantomessoinlucedanumerosericerche,lequali hanno evidenziato come, nonostante ilfortedesideriodiindipendenzachelecaratte-rizza, legiovanigenerazioniassegninomoltaimportanzaallerelazioniconigenitoriefac-cianomolto affidamento sulla guida e il so-stegnoemotivochelafamigliapuòoffrire.Inassenzadi talesostegno,nelcartoneanimatoletransazioniecologichecheaccompagnanolacrescitaelosviluppodiognipersonasonodo-vuteeadeventitraumaticicheprovocanounosradicamentoviolentodallacondizioneprece-dente,comel’abbandonoolamortediunoodientrambiigenitori.

La rifocalizzazione dell’indagine: le figure adulte educantiSièquindidecisodimodificarel’osservazionerispettoall’ipotesi iniziale,cheprevedevaunafocalizzazione sulle interazioni genitori-figli,esonostatiosservatiimomentidiinterazionedeibambini/ragazziconlefigureadultedirife-rimento, rappresentateda unallenatore spor-tivo (la cui presenza costituisce un elementotipicamente caratterizzante la cultura giappo-nese,nelqualeèrintracciabileilrapportoSen-pai (anziano)-Kohai (giovane), oppure da unsoggettocheriproducelafiguragenitoriale,unnonnooun’istitutrice,comenelcasodelnonnodiHeidiedelleziadiPollyanna,machenonècomunqueungenitore.Lerappresentazionichesidannodiquestiruolinonsembranodifferen-ziarsi inbaseallanazionalitàdiproduzioneeintutteleseriericalcanofedelmenteglistereo-tipidiadultoeducatore,genitoreoaltro,tipicidelle società occidentali o occidentalizzate.Analizzando il tipodi relazioneedisostegnochevienerappresentanelcartoneanimatosihal’immaginediunmondoadultocheparlaconigiovanidandoperòprevalentementeordiniesgridando,duemodalitàcherimandanoall’ob-bedienzaeallasottomissionedapartedeibam-bini/ragazzi;lelororisposteaquestemodalitàdegliadultisonopocheeciòindicachevièunascarsa interazione e presumibilmente un rap-porto educativo improntato a direttività e au-toritarismo.Anchel’incoraggiamentoèspessolegato a situazioni competitive e quindi pococollegatoasituazionidiaiutooaespressionidipreoccupazioneperisentimentioglieventicheil bambino vive. La forma di comunicazionepiùfrequentementeattuatadall’adultoèinfattil’incitamento,cheinassenzadicomportamentiverbalidiaiutorimarcaladirettivitàeunidire-zionalità prevalente nella comunicazione conibambini.Lapartecipazionecondivisaamo-mentidigiocoo ludicièscarsamente rappre-sentata,nésièregistratalapresenzadiepisodiincuiadultoebambinopartecipanoadattivitàcomuni.Nel cartone animato l’espressione disentimenti, positivi o negativi, appare ovvia-

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menteaffidataaibambini/ragazziesoprattuttoattraversolamimicafacciale.Gliadultidelcar-toneanimatoconsolanoecoccolano,siapureconuna frequenzapiuttostobassa,maquesteespressionidiaffettoepartecipazioneaisenti-mentideipiccolinonsonoaccompagnatedavi-cinanzafisica;sonoadultichenonabbracciano,non baciano, non prendono permano, disap-provano frequentemente e ricorrono a formedipunizione,comeilnegarequalcosa,chepurnoncomprendendolaviolenzafisicanonsonoper questomeno lesive per lo sviluppo affet-tivo del bambino.Gli affetti appaiono quindipocoespressi;ilmodellodirapportoeducativooffertodaicartonianimatièquindicarentediqueglielementichesono“ilnostrosistemaco-municativo più arcaico. Le emozioni connet-tonononsololamenteeilcorpodiunsingoloindividuomaanchelementieicorpitraindivi-dui[…]Gliaffettisonoanchelostrumentocheconsentelapiùimmediatavalutazionecognitivadell’esperienza” (Argenteri, 2004), attraversocuisidefinisceciòcheperunsoggettoèbelloobrutto,piacevoleopiacevole,buonoocattivoealtroancora.L’espressioneneibambinidisen-timentiprevalentementenegativi,comerabbia,doloremanifestatoconilpianto,sembraappa-rirequasicomelogicaconseguenzadiunostiledirapportocaratterizzatodaunabassatonalitàaffettiva. Gli stili educativi sembrano esseretuttirappresentati,ebenchéprevalganolostileipercritico e lo stile autoritario nonmancanoesempidiinterazionebasatisull’autorevolezzae l’amorevolezzadell’adultoneiconfrontidelbambino,soprattuttoquandoilrapportoèconunnonnooconunafiguraparentalediversadaigenitori.Nell’analisidelleinterazionifamiliariinfattiimomentidiincontropiùfrequentisonocostituitidalparlareconifigli/nipoti,mentreat-tivitàcherichiedonounfarequalcosainsieme,comeguardarelaTV,provvedereallefaccendedomestiche,mangiareinsiemecompaionopo-che volte.Uscendo dal ristretto ambito fami-liareeallargandol’angolodiosservazioneallavitasocialeattraversolapartecipazioneepoli-tica,einsensolatoallavitacivileeassociativa,

sivedecometalepartecipazionesiarappresen-tatasoprattuttoattraversolapropostadifigureleaderall’internodiungruppo,inrelazioneadazioni finalizzate alla difesa dei propri diritti.Si tratta tuttavia di categorie che compaionosporadicamente, e quindi non possono essereconsiderate come proposte dimodelli di par-tecipazione sociale. È importante sottolinearecomequestecondotte,anchesepocofrequenti,sisvolgonotutteinsituazionidiinterazionetraparienoncoinvolgonopersoneadulte.Ancheperquantoriguardaaspettiriconducibiliaunatradizione religiosa, si osserva come gli indi-catori relativi a questa categoria siano ancorameno presenti della partecipazione politica eidentificabili a due soleoccasioni: la celebra-zionediunfuneraleodiunmatrimonio.Nonc’ètuttaviailriferimentoauncredoreligiosoidentificabile, indipendentemente dalla nazio-nalitàdiproduzionedelcartoneanimato.L’as-senzadiriferimentidiquestotipononsembraquindiimputabilealprevalerediunatradizioneorientale di tipo scintoista, come sostengonoalcuni autori (cfr Pellitteri, 2002), poiché nelnostrocampionediregistrazioneleseriedicar-tonianimatigiapponesinonsonoprevalentimarappresentanopocomenodiunterzodegliepi-sodianalizzati.

Due casi particolari: i “Simpson” e “Pingu”Nel complesso e variegato universo dei car-tonianimativièunaseriechecostituisceuncaso di grande interesse, potremmo dire unfatto di costume, poiché vi si rappresenta lafamiglia americana contemporanea; si trattadei“Simpson” lacuinotorietàhapresto tra-valicatoiconfiniamericaniperdiffondersiintutto ilmondo.Cisembraopportunofareuncenno,anchesebreve,suquestocartoonperlaportatainnovativachehaavutonellastoriadiquestogenerediproduzione.Ilcartone,cheèhaottenutounsuccessodicriticastrepitosoehavintonumerosipremi–traiqualiperben15volteilprestigiosoEmmyArward-lanciamessaggisullafamiglia,lasocietàeilsuosvi-luppo, e presenta i tabù della società ameri-

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canaconunsarcasmoeunairriverenzaacutiearguti,chenonrisparmianonessunruolofami-liareesociale.Ilnucleofondamentaledique-stafamiglia,chevivenellacittàimmaginariadiSpringfield,ècompostada:Homer,ilcapofamiglia, lavorasenza troppoimpegnocomeispettore alla sicurezza nella locale centralenucleare,unpo’stupido,piuttostofrustratoemolto ingordo, amaguardare laTV sdraiatosuldivano;Marge,lamadreamorosaeperbe-nista,contrariaallearmieallaviolenza, im-pegnataacercaredimantenerelaquietenellafamiglia;Bart,10anni,indisciplinatoespe-ricolatoprimogenito,frequentalaquartaele-mentare;Lisa,8anni,frequentaconsuccessolasecondaelementare,èlafigliaintelligentee incompresa che ama la scuola, studiare inbiblioteca, ascoltare il blues e suona il suosassofono; la bebe’Maggie, un anno di età,sempreintentaasucchiareilsuociucciotto,èmoltolegataaMargeemoltomenoaHomereaifratelli;allalorocompagniapreferiscelaTV. Intorno ai componenti della famiglia simuovonoiparenti:ilnonnoAbe–Abraham-padrediHomer,unpo’tonto,vivealCastellodi riposo.Oltre adHomerha avutoun altrofiglio, Herbert, ed ha recentemente scopertodi avere anche una figlia illegittima,Abbie;Patty e Selma, le sorelle gemelle maggioridiMarge, che vivono insieme nel residence

“LeZitelle”; sonomal sopportatedaHomerchesiriferiscealoroconepitetipococortesi;Jacqueline “Jackie”Bouvier , è lamadre diMarge,PattyeSelma;MonaSimpson,madrediHomer,èfuggitadicasaquandoilfiglioeraancorapiccoloperchéricercatadall’FBI;Her-bert Powell - fratellastro segreto di Homer,ricchissimoproprietariodellaPowellMotors,è statomandato in rovina daHomer, con ilqualeperòsirappacificainseguito;Abbie,lasorellastra di Homer che vive in Inghilterraconlamadre.NelcorollariodipersonaggicherientranonellestoriedeiSimpsonvisonoan-cheuncane,ungattoeuniguana.Lafamigliaè quindi rappresentata non come un nucleoa se stanteoavulsodal tempoedalla storiama come un sistema familiare contempora-neo,chevivein interazioneconaltrisistemisociali(ilmondodellavoro,lascuola,lesto-riepassateepresentideidiversipersonaggi).Altre due particolarità che sono presenti neiSimpsonedifferenzianoquestocartoondaglialtri comunemente trasmessi sonodatedallapresenza esplicita di riferimenti alla religio-sità e alla partecipazione politica. In meritoalla religiosità si ha un riferimento della fa-migliaaDioneimomentidicrisi.Dioèrap-presentatocomeunuomoenormedallabarbabianca,dicuinonsivedeilvolto.Lasuagran-dezzaèrimarcatadalnumerodelleditadelle

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maniedeipiedi,chesonocinque,mentreglialtripersonagginehannoquattro.Nonsipuòtuttaviadireche ipersonaggiesprimanounafede, anzi appaiono sostanzialmente scet-ticineiconfrontidellemaggiori religioni. InGiapponeanziiSimpsonsonostaticensuratiper la rappresentazione in chiave comica diiconeefiguresacre,tralequalil’imperatoreAkihito;l’ultimoepisodiononèstatoaffattotrasmesso. Per quanto riguarda la partecipa-zione politica questa è rinvenibile nella tra-sposizionedipersonaggipoliticinelcartoon.Lo stesso avviene per personaggi celebridellamusica; compaiono infattiBillClintonealtripolitici,comepureElvisPresleyeal-trimusicistiamericanifamosi;questarappre-sentazionisonoavolteomaggiavoltesatire.Molto diversa è invece la rappresentazionedella famiglia che si dà nella serie “Pingu”,di produzione svizzera, cheha avutograndesuccessointernazionale,sebbenenonlariso-nanzadeiSimpson.Ilnucleofamiliareècom-postodaPingu,dallasorellaminorePingaedai lorogenitori. IlmiglioreamicodiPinguèRobby,unafocacheapparemoltevolteneiprincipali episodi del cartone. Altri perso-naggicompaionooccasionalmentenellevariepuntate.Pingusicaratterizzaperlamancanzadiqualsiasidialogoverbale,diversamentedaiSimpsoncheusanounlinguaggiocontempo-raneo,conleespressionitipichedellaculturaoccidentale,nonscevrodaespressionigrevieallusive. I personaggi si esprimononel “lin-guaggio dei pinguini”, o “pinguinese”, fattodisuoni;ilcompitodirendereintellegibilelacomunicazioneèquindiaffidatoallamimica,omeglioallacomunicazioneanalogica.Que-stasceltaovviamenteèinfunzionedeltipodicontenutocheilprodottooffreedelmessag-giocheveicola;mancainfattidellapossibilitàdi esprimere negazioni, alternative, ipotesi,etc.,mancacioèdielementideldiscorsocome“ se…allora, o…o,non”etc. ed inoltre imessaggi analogici sono spessoambigui.Lascelta di un linguaggio che rispecchi questotipo di comunicazione è quindi adatta per

rappresentare scene di vita quotidiana conunostilepacato,chenonfaricorsoallasatira,comequellecontenuteneiSimpson,madovelarelazionefraipersonaggièunacostante.I dati dell’intervistaDall’analisi delle risposte alla domanda suqualesialostileeducativochegliadultiriten-gono più opportuno utilizzare con i bambini/ragazzisievidenziacomeentrambiisottocam-pioni–adultigenitorieadultinongenitori-ve-dano inunostileflessibile lamodalitàeduca-tiva migliore per promuovere lo sviluppoarmonicodellediversedimensioni–cognitiva,affettiva, emotiva, relazionale- inungiovane.Pergliadultiintervistati,infatti,questostile,inquanto caratterizzato dalla reciproca stima ecomprensione,favoriscelacreativitàdelbam-binoegliconsentedisvilupparequellacapacitàorganizzativachelorenderàgradualmentein-dipendente.Unelementodiriflessioneinteres-santeèdatodaalcunerispostechesottolineanocomel’adozionediunostileeducativononri-guardisololadiadegenitore-figliomarappre-sentiunasceltacheinfluiscesull’interazioneditutti i componenti il nucleo familiare, all’in-ternodelqualetutti,purnelladiversitàdeiruoli,contribuiscono all’educazione e alla forma-zionedeglialtri in funzionediunprogettodivita comune. Le eccezioni al sostanziale ac-cordo tra gli intervistati sulla preferibilità diunostileflessibilesonopocheetuttaviaèinte-ressantenotarleperchédifferenzianoilmododiconcettualizzareilrapportoeducativochepuòesservitraadultichevivonol’esperienzadellagenitorialitàeadultichenonhannoancoraspe-rimentatolacondizionedigenitore.Alcuninongenitori,infatti,colleganolostileflessibileallapermissivitàeall’autorevolezza,anchesenonesplicitanolecaratteristichediquestistili;nonindicano invecemai lo stileautoritario, cheèinvece ritenuto opportuno da alcuni genitori,anchesenoncomemodalitàdirapportopreva-lente.Perl’attuazionepraticadelmodelloedu-cativogliadultiritengonosiafondamentaleunostileeducativofondatosullacapacitàdidialogo

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esull’esempio,condizionifavorentilosviluppointellettivoemoraledeipiccoli.Isoggettiinter-vistatiritengonochegliambientieimomentidiinterazionepropiziperildialogotragenitoriefiglio siano legati soprattutto al tempo libero;altreoccasionidiinterazione,comeilgiocoincasa, i pasti, la condivisione di fatti accadutinell’ambitodomesticoofuori,ilfareicompitiinsieme,sonoscarsamenteindicati.Gliintervi-statisegnalanolanecessitàdiinsegnareunsi-stemadiregolechetuttaviasembraesserevistoinmodoalquantounidirezionale,cioèdalgeni-torealfiglio,piuttostochecomesistemadire-lazionecheimplicareciprocità.Potremmodireinaltriterminichel’ideadicontrattazioneedu-cativa,chesiarmonizzaconunostileeducativoflessibile,nonsembraesserediffusanelcam-pione di intervistati, i quali sembrano inveceindulgeresuuntipodicontrattazionecheim-plical’imposizionediregole,lacuiviolazioneha come costo della risposta l’erogazione diunapunizione;lasanzionepiùdiffusanelcam-pioneèildivietodiguardarelaTVodiutiliz-zare il computer. In questo caso sembra evi-dente come convinzioni educative di sensocomune culturalmente condivise permanganoaldilàdelriconoscimentoesplicitodellaprefe-ribilitàdiunmodus operandigenitorialeditipodemocratico.Sepergliaspettiappenaillustratinonvi sonodifferenze tra le risposte dai duesottocampioni, nell’analisi delle risposte rela-tiveaqualisianoifattorichepossonoostaco-lareildialogoinfamiglialeposizionidigeni-tori e non genitori si differenziano. Infatti,mentreigenitoriattribuisconoallafruizionete-levisiva e all’uso del computer la principalecausadiostacoloaldialogo,inongenitoriri-tengonocheloscambiocomunicativoinfami-glia sia intralciato soprattutto dalla mancatacondivisione di avvenimenti, categoria checomprende sia i fatti vissuti in famiglia e glieventi accaduti all’esterno; a questa mancatacondivisione il sottocampione attribuisce latendenzaattualeall’individualismo.È interes-santenotare comeall’internodiuncampionecircoscritto ben sette persone, distribuite nei

duesottocampioni,ritenganoilpastononcomeoccasione di vicinanza e di condivisione macomeunasituazioneincuigliadultisiconcen-tranosullelorovicendeescludendoipiùpiccolidaldialogo.Inmeritoaimodellidicondotta,aivalorieaicontenutichegliadultidovrebberotrasmettereaibambinivièunsostanzialeac-cordoall’internodelcampionesullarilevanzaattribuitaallatrasmissionedivaloricivili,mo-raliereligiosi;tuttaviainongenitoriritengonochetaletrasmissionesiacollegataall’esempiooffertodagliadultiinmisuramaggiorerispettoainongenitori.Èdanotarecomelarispostaaquestadomandasia stata spessoprecedutadaun “non so” e abbia richiesto la necessità daparte dell’intervistatore di approfondimenti.Questo potrebbe essere dovuto al fatto che ilriferimentoaivaloriritenutifondantiperlavitapersonaleecollettivaèpresentealivelloincon-sapevole,inquantoèacquisitonelproprioitereducativo-formativoedèculturalmenteconno-tato.D’altrocantolerispostegeneriche,rela-tive all’opportunità che gli adulti indirizzinol’educazione religiosa e la partecipazione so-cio-politicadeigiovani,confermanocomeque-stiaspettisianobenpocopresentinellarifles-sioneeducativadegliadultistessi,malgradoledichiarazionisullarilevanzadiquestopatrimo-nio di valori. L’educazione socio-politica inparticolare sembra essere messa intenzional-mente tra parentesi, in quanto le scelte inquest’ambito sono demandate ai bambiniquando avranno l’età adatta per scegliere.L’educazionereligiosaèritenutaimportanteinquantopartedellaculturaedell’educazionecheungenitoretrasmettealpropriofiglio,anchesequestidagrandepotràcambiareopinione.Tut-taviataleeducazionenonèconnotatainsensoconfessionaledallamaggiorpartedegliintervi-statimaèintesacomeilriconoscimentodiunaentità ulteriore orientata al bene. La precisa-zionecheivaloridevonoesseretrasmessi“masenza esaltarli”, lascia la sensazione che gliadultiabbianolatendenzaafornireindicazionilabilieaoffriremodellifluttuantie,ancheseapparentemente queste scelte educative sem-

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branoimprontatealrispettoperlalibertàd’opi-nionedelbambino,lolascinodifattopiùsolochelibero. Inmeritoaifattorichepossonopromuoverelariuscitadiunragazzosièchie-stoagliintervistatiqualeruolosvolgaopossasvolgerelacompetitivitàintalsenso.Lamag-giorpartedegliintervistatihaattribuitoaque-stofattoreunpesorilevantenellariuscitaindi-viduale;diversamenteleformedisolidarietàedicollaborazionesonoconsideratecomefattoridi promozione personale solo da tre soggetti.Lamaggiorpartedicolorochevalorizzanolacompetitività come elemento positivo precisache la competitività promuove la riuscitaquandoè“moderata”,cioènonoffendeodan-neggiaglialtri.Allarichiestadiapprofondirelarisposta e di precisaremeglio il proprio pen-siero,anchericorrendoadesempiconcreti,perdefinireiconfinidiunacompetitivitàmoderata,e quindi sana, gli intervistati non hanno ag-giuntoelementioargomentazionicheapportas-serovaloreaggiuntoalledefinizionigenerichegià fornite. È forse utile precisare, ai finidell’analisi, ilmotivoper cui tale domanda èstatainserita.Poichénelcorsodiincontrisemi-narialicondotticongruppidigenitori il temadellacompetitivitàèstatoripetutamentesolle-vatoeildiffondersididinamichecompetitivetra i bambini/ragazzi, sia a scuola sia in altriambienti(parco-giochi,incontridicatechismo,feste ecc.) è stato spesso imputato aimodellioffertidalletrasmissioniTV,einparticolaredaicartonianimati,sièvolutoapprofondirequalesiailmessaggioimplicitoe/oesplicitochegliadultitrasmettonoaibambinisulvaloredell’es-serecompetitiviequindisuqualemodelloedu-cativo possano poi inconsapevolmente adot-tare. La preferenza per uno stile di rapportoflessibile,improntatoaldialogo,dichiaratada-gli intervistati, sembra essere poco coerenteconunavisionedellacompetitivitàcomeele-mento costruttivo di sviluppo. Dalle annota-zionepreseamarginedelle interviste emergecomeilterminecompetitivitàsiaspessousatocome sinonimo di sfida. La precisazione noncostituisceunasottigliezzalessicaleperchéha

implicazioni importanti sul piano dello svi-luppopsicologicodiunbambino:lavalorizza-zione della sfida, se contenuta entro i livellidella sfidaottimale,èunelementodi stimoloall’esercizio della capacità creativa e di pro-blem solving; un eccesso di competitività in-veceèschiacciante,ancheperchéingeneresicollegaauneccessodivalutazioneedicritica(Goleman,1997).Ilfattochenonvisianodif-ferenze nella percezione che i due sottocam-pionihannocircailvaloreeducativodellacom-petitivitàindicaancoraunavoltailpesodiunatradizioneculturalechesolointempipiuttostorecentihainiziatoadaffermareilvaloredellacooperazioneedelloscambiocomespaziodiaffermazione personale e sociale. Poiché lafruizione televisiva è spesso additata comecausadiconflittualitàall’internodellafamigliasi è proposto agli intervistati di esprimere laloroopinionesucomedeigenitoridovrebberoopotrebberorisolvereunmomentodicriticitàdovutoal rifiutodelfigliodiuscireperché inTVstaperesseretrasmessoilsuocartoneani-matopreferito.Anche inquesto caso le solu-zionipropostedaiduesottocampionisonoso-stanzialmente concordanti, con una leggeraaccentuazionedellesoluzioniditipoautoritariodapartedeigenitori,ovverodapartedichihaesperienza concreta di situazioni comequellaprospetta. Si tratta tuttavia di una divergenzalieve, che conferma come l’assunzione di unruoloeducativoelasuagestionepraticasianoorientatedaconvinzionicheprecedonol’espe-rienza.Ènotodelrestocomesianoproprioleconvinzioniarenderelapraticaeducativaresi-stentealcambiamento,aldilàdelmutaredeicostumisociali.Nonèinfrequentechetrasmis-sionitelevisive,comeancheinformazionirepe-ribiliinsitiinternet,proponganoinformazionepseudo-scientificache,inquantoconfezionataperattrarreegenerareconsenso,avallatalicon-vinzioni, indipendentemente da ciò che la ri-cercascientificaafferma.Inlineaconlaprefe-ribilitàespressaperunostileeducativoflessibilegliintervistatihannogeneralmenteindicatoneldialogolostrumentoperrisolverelacontrover-

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siaconilbambino.Tuttavialeesplicitazioniaquestadichiarazionesembranointrodurrequal-cheelementodicontraddizionenellerisposte;infatti lo “spiegare i motivi per cui si deveusciresubito”èattuatosecondounalogicatipi-camenteadulta,chespessononècondivisadalbambino,perilqualelasoluzionediregistrareil cartone implica comunque una perdita, so-prattutto perché l’autoritarismo che echeggiasottoledichiarazioni-cheèstatocoltoeanno-tatodagli intervistatoriattraversoglielementinon verbali e meta verbali della comunica-zione-suscitainterrogativisulfattocheledeci-sioni siano condivise sulla base di una realecontrattazioneeducativa.Èindubbiocheledi-vergenzechesiaccendonotragenitoriefigliopossonoaveredeiriverberisulrapportodicop-piaacausadellaposizionefrequentementedi-versachequestiassumonorispettoaiproblemideifigli,unadiversitàlacuifunzionalitàall’in-ternodella famiglia ènotoriamenteunvalorequando non scivola sul terreno pericolosodell’incoerenza. Entrambi i sottocampioniesprimono l’esigenzache la soluzionealpro-blemasiaconcordatatraigenitoriechequestiesprimanounadecisionecomuneecoerente;èimportante che la discussione che può prece-derelapresadidecisionenonavvengainpre-senzadelfiglio, sia che si decidadi assecon-darneidesiderisiachesiadottinoaltresoluzioni(es.videoregistrare,uscireintempidiversi,im-porrealfigliodiuscireoaltro).Èinfattiricono-sciuto dalla maggior parte dei componenti ilcampione d’indagine che l’incoerenza educa-tiva interparentale può ingenerare disorienta-mentonelbambinoequindiènecessariocheigenitoritrovinounamediazioneperevitarecheilfiglioabbialapercezionedipotercontaresuunosolodeidue.Seleposizionideiduesotto-gruppi intervistati sugli stili educativi sonopiuttostoomogeneelapercezionechegliinter-vistatihannodellarappresentazionedelmondoadultonelcartoneanimatoèinvecepiùetero-genea;all’ideadiunmondoadultoviolentoeautoritario,chesfruttailbambinoperraggiun-gere scopipersonali, si contrappone laperce-

zionediunarappresentazionedell’adultocomebello,buonoebravo.Inalcuni–soprattuttoneinongenitori-viè l’ideacheicartonipropon-gano una rappresentazione estremizzata degliadulti,mentreperaltri–soprattuttogenitori-laTVrimandaun’immaginecherispecchialare-altà,caratterizzatadall’espressionediemozioniforti. Sono invecediverse le risposte alla do-manda su quale sia l’immagine dell’infanziache i cartoni animati rimandano; prevale neiduesottocampionil’ideacheilmondoinfantilerappresentato sia prevalentemente bello, conbambinicheveicolanosentimentipositivi.Al-cuni,anchesepochi,ritengonotuttaviachelarappresentazione offerta dai cartoni si falsatapoichéilbambinoèpresentatocomeuneroe,cheanchenellesituazionipiùavverseriesceadarrivareaunlietofinedellesuastoria.

ConclusioniLapresentazione dei dati emersi dalle analisiappenaeffettuatesembraconfermarecheilcar-toneanimato,cosìcomelealtreformedirap-presentazionemediatica(film,fictionecc.)nonproponemodellieducatiediinterazionenuoviné innovativimaformula ipropriprodottiat-tingendodallarealtàinmanierarispondenteainteressi di mercato, ricavandone immaginiche ricadono sull’immaginariocollettivocon-fermando l’esistente. Ad esempio la sostan-zialeassenzadelmodellooffertodalgenitorenel cartone animato può trovare un riscontronelle ricerche condotte in campo educativo,che denunciano un allentamento dei legamifamiliarieunaminoreesposizionedeigiovani–rispettoaquantoavvenivainpassato-amo-dellidicomportamentoediinterazionesocialeveicolatidaigenitori.Pernoncorrereilrischiodi cadere in poco costruttive posizioni di au-tocommiserazione,riteniamodidover leggeresialerispostedatedainostriadultisialeana-lisidegliepisodiregistratiallalucedellaparolaconsapevolezza,anostroavvisotermine-chiavesesivoglionoaffrontaregliargomentieduca-tivi nella prospettiva di una possibile educa-zione allagenitorialità, necessaria ad incidere

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positivamente e propositivamente sulla rela-zionegenitore-figlio.Comeènoto,numerosericerchehannomessoinlucecomeilsupportooffertodalla famigliasia fondamentaleper losviluppodiunbambino–edell’adultochesarà- resilient, ossia flessibile, che prima di tuttopossieda delle buone capacità sociali, sappiarispondereeinteragireconglialtri,siacapacediaccogliereilpuntodivistaaltruisenzarinun-ciareadaffermareilproprio,sappiaoccuparsidelprossimoesappiacomunicare,siacapacediunasanaironiaeautoironiaesappiainfinesuscitarerispostepositivenellepersonecheglistanno intorno (Ammanniti,1997; Csikszen-tmihalyi,Schneider,2002).Invirtùdiquantosièdetto–osiècercatodidire-,sipuòdedurrechelademonizzazionedellaTVedeiprodottichetrasmette,acominciaredaicartonianimati,èunmodoalquantosemplicisticodiaffrontarele problematiche che indubbiamente esistononell’interazionetragenitoriefigli(Detti,Ma-ragliano, 1992).Le teorie ingenue chehannoaccompagnato il diffondersi dei media, e in primislaTV,sonol’estensionediundisorien-tamento culturale e ideologico che interpretal’estensionealivellouniversaledeiflussiinfor-mativicomeunapresenzache,perlasuacapa-citàdicatturareconsensoedigarantireformediemancipazioneculturale,siconfiguracomepervasiva.IneffettilaTVeglialtrimedia,coniprodottichediffondonononcreanomeccani-smichedeterminanoedirigonoilprocessodicostruzionesocialedella realtà,négovernanoiprocessidi costruzionedelle relazioni inter-personali a livello più circoscritto, come nelsistema familiare. Questi strumenti, selezio-nando,commentandoericostruendoelementirealicontribuisconoalprocessodicostruzionedellarealtàsocialeincuiilsoggettoèinserito,malaricostruzionecheoffronoèattuatainbaseaciòchelaculturahagiàdefinitocomestereo-tipoecheèperciòprontaarecepire.LaTVin-fattinonèsolounmododiconoscereilmondomaèessastessaunmondo,unmondovirtualeenellostesso temporealeeconcretoenonèdiperseun’antagonistadellafamiglia,conun

potenzialedistruttivodella ricchezza affettivaerelazionalechelaconnotanooladovrebberoconnotare. Piuttosto che puntare il dito accu-satore su un capro espiatorio – meccanismotranquillizzanteeperciòstessoavviatosullachina pericolosa della deresponsabilizzazionepersonale - è opportuno pensare, o ripensare“… la televisione come ambiente ha il van-taggiodi rimettere ingioco la famiglia comesoggettoeducativo[…]Se[…]consideriamoil mezzo televisivo come un ambiente tecnolo-gico e simbolico in cui si agisce e ci si rela-zione con gli altri,essosirivelaperquellocheè:unaspeciediinterfacciatrailnostrospazioprivato,familiareedomestico,ealtrispazi,chepossonoaverealorovoltacaratterepubblicooprivato e che ci sarebbero altrimenti inacces-sibili.Leconseguenzediquestofattosonodigrande portata per l’esperienza familiare. Se,daunaparte,essosignificamettereadisposi-zionedellefamiglieunapotenzialitàdirisorse,di strumenti e di esperienze inimmaginabilisolocinquant’annifa,dall’altradàformaaunanuovasituazionedellerelazionifamiliari”(Ar-noldi,1999,p.174).Anchesenonnesonocon-sapevolilefamiglieusanolatelevisioneinmodidiversieunodeifattoricheinfluenzailmodoincuilefamiglieelaboranolatelevisioneèlanaturadellacomunicazioneinterpersonalechehaluogoinambitodomestico.Alcunericerchecondotteinambitoanglosassonehannoportatoall’identificazione,rispettoallacomunicazione,diduetipologiedifamiglie:lefamigliesocio-oriented e le famiglie concept-oriented. Leprimeadottanomodellidicomunicazionechavalorizzano il consenso, evitano il conflitto estimolanolapartecipazioneaisentimentialtrui;consumanomoltatelevisione,soprattuttodiin-trattenimento, utilizzandola come una risorsaambientale e socialeper facilitare la comuni-cazioneinterpersonaleelerelazioniinternealgruppo;laTvforniscequindilorounambientecomunicativononconflittuale,unabaseemo-tivaeinformativasullaqualeinnestarel’intera-zione familiare.Le famiglieconcept-orientedpreferiscono trasmissioni di tipo informativo,

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creano un ambiente comunicativo aperto alladiscussione, improntato al confronto tra ideediverseeall’argomentazionedialettica;questesottovalutanolaTvinquantorisorsasocialeene enfatizzano invece l’utilità per trasmetterevalori,facilitarel’accessoaesperienzeextra-domestiche,confrontareidee,ribadireiruolideisingolimembridellafamiglia,cheesercitasulmezzotelevisivouncontrollopiuttostorigido.Anche ladimensione temporaleèstatautiliz-zataperrealizzareunaclassificazionedellafa-migliacomefruitricidellaTVesuquestabasesonostateindividuateduetipologie:lefamigliepolicronicheequellemonocroniche.Leprimeridefinisconoilsistemadeglioraridifruizioneinbaseallaconduzioneparalleladialtreatti-vità;lesecondeseguonounacollocazionedegliorari rigida in lineacon lasequenzialitàdellealtreazioni.Nonesisteunostilepreferibilepoi-chéciascunodiessihapuntidiforzaedidebo-lezza,ancheseingenereunbuongovernodellafruizionetelevisivaèpositivamenteinfluenzatodall’apertura comunicativa e dall’espansivitàemotivachesihannonellafamiglia;inaltriter-mininonèlaTV,néilcartoneanimato,adeter-minarelerelazionifamiliari;puòessereperòilluogoincuiigenitoriesercitanolacapacitàdigarantireaifigliunospaziodiascoltoattivoediconfronto,accogliendoecondividendoleemozionieisentimentiprovatenellavisonediunprogramma.riferimenti bibliografici:AMMANITI M.,Crescere con i figli, Milano,Monda-dori,1997;ANDOLFI M.,Il padre ritrovato. Alla ricerca di nuove dimensioni paterne in una prospettiva sistemico-rela-zionale,Milano,FrancoAngeli,2001;ARGENTERIS.,Affetti, emozioni, passioni: dal con-flitto alla costruzione del senso,inSUSIF.,CIPRIANIR.,MEGHNAGID.,Le antinomie dell’educazione nel XXI secolo,Roma,Armando,2004,236-243;AROLDIP.,La meridiana elettronica. Tempo sociale e tempo televisivo,Milano,FrancoAngeli,1999;BRONFERBRENNER U., Ecologia dello sviluppo umano,Bologna,IlMulino,1986;

CALLARIGALLIM.,Antropologia culturale e pro-cessi educativi,Firenze,LaNuovaItalia,1993;CSIKSZENTMIHALYIM.,SCHNEIDERB.,Diven-tare adulti. Gli adolescenti e l’ingresso nel mondo del lavoro, Milano,RaffaelloCortina,2002;DAUTRIATH., Il Questionario,Milano,FrancoAn-geli,1995;DETTI E.,MARAGLIANOR.(acuradi),Pedagogie del piccolo schermo,Roma,EditoriRiuniti,1992;D’ODORICO L., L’osservazione del comportamento infantile,Milano,RaffaeleCortina,1990;DONATIP.(acuradi), Famiglia e società del benes-sere. Come costruire una società amica della famiglia. Le scelte e gli errori del welfare- state, Milano, SanPaolo,1999;DONATIP. (a cura di), Identità e varietà dell’essere famiglia,Milano,SanPaolo,2001;GOLEMAND.,Intelligenza Emotiva,Milano,Rizzoli,1997;GOTTAM J., Intelligenza emotiva per un figlio, Mi-lano,RCSLibri,1997;HORKEIMER M., Studi sull’autorità e la famiglia,Torino,Utet,1974;L’ABATEL.,Famiglia e contesti di vita. Una teoria dello sviluppo della personalità,Roma,Borla,1995;MANTOVANIS., La ricerca sul campo in educazione. I metodi qualitativi,Milano,Mondadori,1995;MARAGLIANO R., Manuale di didattica multime-diale,Roma-Bari,Laterza,1996;MELCHIORREV. (a cura di), La famiglia italiana. Vecchi e nuovi percorsi,Milano,SanPaolo,2000;MONTUSCHI F.,Vita affettiva e percorsi di intelli-genza,Brescia,LaScuola,1987;PELLITTERI M., Mazinga nostalgia. Storia, valori e linguaggi della Goldrake-generation, Roma,KingSaggi,2002,secondaed;POSTICC.,DEKETELEJ.M.,Osservare le situazioni educative: metodi osservativi nella ricerca e nelle va-lutazione,Torino,SEI,1993;SCABINI E., Psicologia sociale della famiglia. Svi-luppo dei legami e trasformazioni sociali,Torino,Bol-latiBoringhieri,1995;SPONCHIADOE.,Capire le famiglie,Roma,Carocci,2001;ZAMMUNERW.,Teorie e tecniche dell’intervista e del questionario,Bologna,IlMulino,1998.

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comprendere iL disTurbo da deficiT di aTTenzione/iperaTTiviTà.parTe prima: iL Quadro sinTomaToLogico

di alessia giangregorio

introduzioneGlistudisull’iperattivitàsonodocumentatidaun’ampiaeaccreditata letteraturascientifica,ancheditipodivulgativo.Questofarebbepen-sareaunaconoscenzadelproblemanoncir-coscrittaaglispecialistidelsettoremadiffusaanchetrachioperainambitosocio-educativoe scolastico.Tuttavia, nel lavoro sul campo,siriscontraavoltecometaleconoscenzasiaspessooffuscatadastereotipieluoghicomuni,cheproduconodistorsioninell’interpretazionedellemanifestazionipropriedeldisturbo,lettecomeespressionedi“maleducazione”.Certamente l’iperattività è un disturbo com-plesso e quindi la gestione delle dinamicheche lo caratterizzano, soprattutto quando simanifestanoincontesticollettivicomequelloscolastico, presenta notevoli problematicità.Può essere quindi utile esaminare le diversesfaccettature del disturbo e approfondirnela comprensione anche attraverso esempi dicasi reali. In considerazione dell’ampiezzadell’argomento viene proposta una serie dicontributi che, partendo da un quadro gene-rale rispettoalla sintomatologia, approfondi-rannogliaspettilegatialledifficoltàattentive,

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all’insorgenza dei sintomi secondari e alleloro implicazioni, all’eziologia e ai modelliinterpretativi,aipercorsidiParent TrainingediTeacher Training.

chi è il bambino con adHdIlDisturbo daDeficit diAttenzione/Iperatti-vitàèindicatoconlesigleDDAIoADHDasecondachesiscelgadiutilizzarel’acronimoitaliano o quello inglese diAttention Deficit and Hyperactivity Disorder;costituisceundi-sturboevolutivodell’autocontrollochedeter-minadifficoltàsianelconseguireunadeguatolivellodiacquisizionifunzionalealsuccessoscolasticoelavorativosianelraggiungerelaregolazione comportamentale necessaria aifini dell’adattamento e dell’inserimento so-ciale.Sipuòdirepertantochel’AHDsiponeacavallotraiDisturbidell’ApprendimentoeiDisturbidelComportamento.Nel bambino conADHD, a fronte di livelliintellettivinellanorma,sievidenzianomani-festazionidivivacitàedidisattenzioneecces-siviperintensitàefrequenza,talidainficiareilrendimentoscolasticoelaqualitàdellerela-zioniinterpersonali,finoalpossibilesviluppodiformedidisagiosociale.

definizione del disturbo e cluster sintoma-tologiciL’ADHD rappresenta una sindrome neurop-sichiatricacheesordiscenellaprima infanzia(cioèprimadeisetteanni) lacuifrequenzaèparticolarmenteelevatanelperiodoscolastico,tantocheidatiepidemiologiciriferisconova-lorichefannoipotizzarelapresenzadiunbam-binoconDAHDinogniclasse.Inparticolarequestodisturbosiriscontrapiùfrequentementeneimaschipiuttostochenellefemminile,conuna proporzione di circa 3:9 (Andreoli-Cas-sano-Rossi, 2007).Lemanifestazioni disfun-zionali a livello attentivo e comportamentaleemergono in diversi contesti; ad esempio acasa,ascuola,allavoro;aifinidelladiagnosivideveessereunacompromissioneinalmenoduediquestiambiti.Vatenutopresente,però,

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che il livello di malfunzionamento varia inbasealcontestoeallasituazionespecifica incuisitrovailbambino,ilqualeèsolitamentepiù problematico di fronte ad attività che ri-chiedonoattenzioneosforzomentaleprotrattiochemancanodiattrattivaenovità.Sinotainveceunadiminuzionedeisegnideldisturbo inambientinuovi,di fronteadatti-vità interessanti e stimolanti e in contesti incui sia possibile esercitare uno stretto con-trollo; questo elemento in particolare spiegalamaggiorefacilitàchesiincontranelgestirei soggetti conDDAI in situazioni di intera-zioneaduepiuttostocheinquelledigruppo.Unaltrofattorechefacilitailcontenimentooladiminuzionedellemanifestazioniiperattiveè dato dall’uso frequente di rinforzi positiviper premiare l’emissione di comportamentiappropriati(Giusti-Lupinacci,2000).Dal punto di vista sintomatologico l’ADHDècaratterizzatodallapresenzadiduedimen-sionipsicopatologiche,chetendonoaperma-nereinmodostabileequindiacronicizzarsideterminando conseguenti ripercussioni siasul piano degli apprendimenti sia su quellodell’adattamento sociale: la disattenzione el’iperattività/impulsività.Èinteressantenotareche i sintomidi iperattività edi impulsività,che saranno singolarmente trattati di seguitoperfavorirelacomprensionedegliaspetticor-relati, vengono considerati congiuntamente;siritieneinfattichecostituiscanonelloroin-sieme l’espressione di difficoltà nell’autore-golazionecomportamentale(Fedeli,2008).

Disattenzione La disattenzione sembra costituire il deficitprincipale del disturbo e si configura comeuna problematica particolarmente complessain quanto tende a permanere stabilmentenell’adolescenza e nell’età adulta e a com-portaredifficoltàinvalidantidalpuntodivistadell’apprendimento. Parlare di disattenzionesignifica inoltre parlare di mancanza di at-tenzione, un’abilità costituita da moltepliciprocessi ciascuno dei quali svolge funzioni

specifiche. Sarebbe quindi opportuno dedi-careall’argomentounmaggiorespaziodiap-profondimento per favorire la comprensionedelledimensionicheconcorronoastrutturarel’abilitàattentivaediconseguenzal’effettivaportata delle difficoltà che una sua compro-missione ai vari livelli può comportare neibambini con ADHD. Poiché questo argo-mentosaràtrattatodiffusamenteinunsucces-sivocontributo,inquestasedemilimitoadireche la disattenzione rappresenta l’incapacitàdiagireselettivamentesull’attivitàinmododainibirel’interferenzadistimoliestraneiocon-correnti. Di conseguenza la disattenzione simanifestanelladifficoltàaprestareattenzioneaiparticolari e aportarea termine i compitiintrapresiacausadirapidipassaggidaun’at-tività all’altra, nel fare errori di distrazione.Comporta, inoltre, problematiche a svolgereattivitàcherichiedonomaggioriabilitàorga-nizzative-eciòdeterminaanche la tendenzaad essere disordinati- e l’inclinazione a per-derefrequentementeoggetti,anchesignifica-tivi,oadimenticareattivitàimportanti.Nellesituazionidiinterazionesociale,infine,ladi-sattenzionesimanifestanellatendenzaanonascoltareglialtri,anoneseguireleistruzionichevengonodatee a cambiare spessoargo-mentodiconversazione.Atitoloesemplifica-tivoriportounostralciotrattodalprofilodiunbambinoconADHD:

“Luca ha otto anni e frequenta il terzoanno della scuola primaria. Mostra note-voli difficoltà dal punto di vista attentivoche richiedono una costante supervisionedellavorosvolto.Ilbambino,infatti,sidi-strae frequentemente lasciando le attivitàincompleteamotivoditempidiattenzionemoltobrevi.Fatica ad ascoltare le conse-gnecheènecessarioripeterepiùvolteeinmodo frazionato. Luca appare spesso as-sortoneipropripensieriesimostraattrattodaqualunquerumoreomovimento,anchedaquelliapparentementeirrilevanti,inter-rompendoperquestoleattivitàinatto”.

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Iperattività Il termine iperattività indica, un eccessonell’attivitàmotoriaoverbale,cherisultano,tral’altrononadeguateallecircostanzeeafi-nalistiche. Si tratta in questo caso della di-mensionechepiùdiognialtradeterminaseriostacoliallagestionedeibambini,soprattuttoconsiderando che può frequentemente asso-ciarsiadatteggiamentioppositivieaggressivi.Primadidescrivere le espressioni checarat-terizzanoilcomportamentoiperattivo,èbeneprecisare,a frontediun frequenteabusodeltermine,chel’irrequietezzamotoriagenerale,informamoderata,ètipicadeisoggettiinetàprescolareesiattenuaconlosviluppo,maèpropriolapresenzadiuneccessoeafinalismodelleazionicheconsentedidistinguereisog-getticonDDAIdaquellinormalmentevivaci.Nontuttiibambini,infatti,mostranolostessotipodiiperattività;questapuòesseredistintaintrelivellidiintensitàcrescente,quali:• l’irrequietezza,chesiriferisceprevalente-

menteadunsentimento,manoncomportauneccessonelmovimento;

• l’agitazionemotoria, che porta invece adunminorecontrollomotorio,palesatodaldondolare le gambe, picchiettare con leditaedaaltricomportamentidiquestaen-titàchenon richiedonoal soggettodiab-bandonareilpropriopostodurantelosvol-gimentodiuncompito;

• l’iperattivitàveraepropria(Fedeli,2006).Secondoalcunistudi isoggettiDDAIoc-cupanoquindiunaposizioneestremalungouncontinuumchevadalpolo“calmo-benorganizzato”alpolo“irrequieto-inattento”.Nello specifico l’iperattività può manife-starsi,adesempio,nelladifficoltàarestareseduti per il tempo necessario a svolgereleattivitàinmodotranquillo,nelcorrereesaltareinsituazioniincuiciòèfuoriluogo,neltoccarequalsiasicosa.Aquestemoda-litàsiunisceinoltreladifficoltàarispettarele regole, i tempi e gli spazi dei coetaneie la tendenza a parlare troppo e con unoscarsocontrollodeltonodivoce.

Le manifestazioni appena descritte pos-sono variare in base all’età e al livello disviluppo;solitamente,infatti,ibambinichemuovono i primi passi e quelli in età pre-scolaremostranoicomportamentiiperattivicon una frequenza e un’intensitàmaggioririspetto ai bambini in età scolare, fino ache,nell’adolescenzaenell’etàadulta, talimanifestazioni si trasformano in senso diirrequietezza e in difficoltà a dedicarsi adattività tranquille e sedentarie (Andreoli-Cassano-Rossi, 2007). È ancora il reportdelleosservazionicondotteconLucaaof-frirciunesempioconcretodelmodoincuiunsoggettoconADHDsicomportanell’in-terazioneconl’ambientescolastico:

“L’iperattivitàèparticolarmenteevidenteinLuca.Ilbambinoescespessodall’aula,anchesenzapermesso,epasseggiaocorreper il corridoio. La necessità di movi-mentoèavvertitainmodomoltointenso,tantochedurantel’esecuzionediuncom-pito,sièavvicinatoallamaestrachieden-doledipoterusciredicendo,conlemanigiunte,«ti pregodevogiocareunattimoper forza», palesando l’urgenza del bi-sognomotorio. In generale comunque sialzaspessodalpostoeseripresoreagisceaggressivamente,oppurepiangendoeac-cusandocon rabbia l’insegnantediaver-cela sempre con lui. L’iperattività com-portaanchechemoltospessoilbambinosia impegnato in giochi per nulla tran-quilli e si butti a terra provocandosi nu-merosilividi.LebracciadiLuca,infatti,nesonovisibilmentesegnateepresentanoanche i segni di numerose escoriazioniche il bambino stuzzica continuamente.Questicomportamentiacarattereautole-sionistacompaiono inparticolare inmo-mentidimaggiorestressenervosismo.Ilsuolinguaggio,inoltre,èparticolarmentecolorito, per cui è solito insultare anchepesantemente sia i compagni sia le inse-gnantiebestemmiare”.

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Impulsività L’impulsività rappresenta la tendenza a ri-spondereallestimolazioniinmodoeccessiva-mente rapido ma non adeguato. L’inadegua-tezzaèdatadalfattochetalireazioninonsonofruttodiunaprecedenteattivitàdi riflessioneesonospessoposteinessereinmodononin-tenzionale,percuipossonoprodursi reazioniinaspettate a stimoli apparentemente privi disignificato. L’impulsività si manifesta nellapresenzadiunostatodiimpazienza,nelladif-ficoltàacontrollarelepropriereazioni,aposti-ciparelegratificazioniearispettareilproprioturnoinsituazionidigiocoe/odiinterazionein gruppo, e nella tendenza ad interromperespessoglialtri,risultandofrequentementein-vadenti.Questisoggettisonoportati,inoltre,afarecommentiinappropriatierispondereconeccessiva velocità (a danno dell’appropria-tezzadellerispostedate),atoccareanchecosechenondovrebberotoccareeanonconsiderarelepossibiliconseguenzedelleloroazioni;pos-sonocosìesporsiapotenzialipericoli,comeadesempioattraversarelastradasenzaguardaresestannosopraggiungendodellemacchine.

Lemanifestazioni problematiche appena de-scrittefannocapoadiverseformediimpulsi-vità,chepossonoessereomenocompresentinelsoggettoolacuirilevanzapuòvariarenelcorsodellosviluppo:• l’impulsività comportamentale èdatadaun

agirenonguidatodaunprevioprocessodiriflessionepercui isoggettisiespongonofrequentementeasituazionipericolose;

• l’impulsività cognitiva, caratterizzata daunrepentinopassaggiodaun’ideaall’altrasenzachesipossaidentificaretralorol’esi-stenzadicollegamentidinessologici.Èlaragionepercuirisultaparticolarmentedif-ficileperquesti soggetti svolgere attivitàcherichiedonoilriordinodisequenze;

• l’impulsività emotiva, infine, simanifestanella forte difficoltà a sopportare eventifrustranti,anchedilieveentità,enellaten-denzaamostrarerepentinicambid’umore.Facciamoancoraunesempiodiquestotipodisituazione:

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“Per Luca la gestione delle frustrazionirisulta particolarmente difficoltosa. Adesempio, disturbato dalla presenza di unAssistente Educativo-Culturale (A.E.C.)diverso da quello normalmente presentenellasuaclasse,hareagitocolpendolara-gazzaalvoltononappenaquestasièav-vicinataelamentandosiapertamenteperilcambiamento”.

sottotipiLa presenza dei sintomi primari della disat-tenzione e dell’impulsività/iperattività puòvariaredasoggettoa soggetto,evidenziandol’esistenzadialcunisottotipidefinibili in re-lazioneall’areanellaqualesirilevaunamag-giore compromissione. Nel caso in cui lacompromissione si attesti prevalentemente alivellocognitivo/attentivosiparladiDisturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività con disat-tenzione predominante; sequesta si riferisceinvece al livello comportamento/iperattivitàsi può identificare unDisturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività con iperattività/im-pulsività predominanti. I cluster di sintomipossono però comparire anche congiunta-mente,dandoluogoalTipo Combinato,ossiaall’ADHDpuro.I tre sottotipimostranomanifestazioni pato-logichemoltodiversetraloro,ragionepercuila loro chiara identificazione rappresenta unelementodifondamentaleimportanzaperpo-terapprontareinterventiterapeutici,maancheprettamentedidattici,adeguati.Neconsegueunquadroparticolarmentecom-plessodatal’eterogeneitàdellemanifestazionipatologiche,percuiapparenecessarioappro-fondireisingolisottotipiperrilevarnelespe-cifiche.

• Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperatti-vità, Tipo Combinato:questosottotiporap-presentailDDAIpuroesimanifestanellamaggior parte dei bambini e degli adole-scenti che presentano il disturbo. Questisoggetti evidenziano sia manifestazioni

di disattenzione sia di iperattività/impul-sività.Secondo idati raccoltidaBarkley,lostudiosostatunitensechehasviluppatoilprogrammadiinterventomaggiormenteutilizzato nel NordAmerica, questo sot-totipo mostrerebbe soprattutto problemidi perseverazione nello svolgimento deicompiti e nell’inibizionedi stimoli irrile-vanti, nonché difficoltà ad elaborare ade-guatamente le informazionipresentinellamemoriadilavoro.Isoggetticherispondonoalsottotipocom-binato, così come a quello iperattivo-im-pulsivocheillustreròtrabreve,inoltreten-derebbero maggiormente ad opporsi allerichiestecheglivengonorivolte;possonoanchepresentare aggressività e«nel30%deicasiricevonounasecondadiagnosididisturbodellacondottaodidisturbooppo-sitivo-provocatorio» (Vio-Marzocchi-Of-fredi,2004,p.14).Attraversolasomministrazionediunabat-terianeuropsicologicaperindagarelefun-zioniesecutiveèstataevidenziatanelsot-totipocombinatolapresenza,diundeficitnell’inibizione comportamentale, che de-terminerebbe l’incapacità di interrompereun’attivitàinadeguata,anchenelmomentocuivienepercepitacometale.

• Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperatti-vità, Tipo con Disattenzione Predominate: nonostanteinumerosistudicompiuti,nonè ancora chiaro se sia possibile conside-rareilsottotipodisattentocomeun’auten-ticamanifestazionedelDDAIosequestosiconfiguricomeundisturboaséstante.I risultati dell’analisi fattoriale condottasudati relativiadosservazionicomporta-mentali hanno inoltre evidenziato la pre-senza in ambito scolastico di due tipi didifficoltàdiordineattentivo,definitecome“disattenzione-passività” e “persistenza-distraibilità”; ciò indica che il sottotipodisattentopotrebbeinglobaresoggetticoncaratteristiche psicologiche e comporta-mentalimoltodifferenti tra loro.Talidati

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sottolineano quindi l’effettiva necessitàdiulterioriricerchealriguardo.Glistudicondottifinoadoraevidenzianoilpreva-lere in questi soggetti di difficoltà nellaselezione,focalizzazioneemantenimentodell’attenzione, una scarsa accuratezza ecaoticità nell’elaborazione dell’informa-zione a causa di difficoltà di processa-mento.I bambini in cui prevale la disattenzionesembrerebbero essere maggiormente an-siosi,timidiesocialmenteritirati;sitrattadi soggetti tranquilli, gentili e affettuosi,macheapparentementesembranononap-plicarsi. Il fatto che manifestino minoriproblemidiaggressivitàe impulsività ri-spettoaicoetaneicondifficoltàriferibilialtipoiperattivo-impulsivoeaquellocom-binato (nel sottotipo disattento, infatti,l’irrequietezzamotoriaèridottaodeltuttoassente),determinaanchedelleminoridif-ficoltà dal punto di vista relazionale,maalcontempoquestocomportamentomenoinvasivopone spessoproblemidi indivi-duazionedeldisturbo.Talegeneredipro-blematiche, infine,nonsembraattenuarsiconl’etàenonemergonodifferenzetraiduesessi(Fabio,2004).Ibambinicherientranoinquestacatego-ria presentano un profilo in parte simileaquellodei soggetti conDisturbidiAp-prendimentopropriamentedetti-chesonodiagnosticatiquandoilsoggettoottiene,atest standardizzati, risultati significativa-mentealdi sottodiquelliprevistiper lasua età, inmerito alla lettura, al calcoloo all’espressione scritta- e manifestanouna presenzamaggiore di problematichescolasticherispettoaglialtrisottotipi,an-cheselericerchecondottenonhannomo-stratolapresenzadisostanzialidifferenzedalpuntodivistacognitivo.

I soggetti prevalentemente disattenti in-contrerebbero difficoltà soprattutto a li-vello della pianificazione e del set-shift,

misurati attraverso la somministrazionedelTestdellaTorrediLondradiKrikorianeconilTrialmarkingdiReitan;èapparsadeficitariaanchelacapacitàdicontrollarele interferenze, indagataattraverso il testdiStroop,benchéleanalisistatisticheab-bianomostrato che questo dato potrebbeessereattribuibileadundisturbodellalet-turapiuttostocheadunadifficoltànell’ini-bizionedelleinterferenze(Fedeli,2008).

• Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperat-tività, Tipo con Iperattività-Impulsività Predominati: comeper il sottotipodisat-tento, anche per quello iperattivo-impul-sivo vi sono delle incertezze in ambitoscientifico.Ildubbioinquestocasosiri-feriscealfattosequestosiaeffettivamentedifferentedalsottotipocombinatooppuresecostituiscaunafaseprecedenteall’esor-diodiquest’ultimo,lacuimanifestazionepotrebbe essere legata all’ingresso nellascuolaelementareequindiallamaggiorequantità di richieste avanzate ai bambinisiadalpuntodivistadell’impegnoscola-sticosiadalpuntodivistadelrispettodelleregoleall’internodiuncontestomaggior-mente strutturato. Il DDAI con iperatti-vità-impulsivitàpredominanti,comunque,viene diagnosticato prima del sottotipocombinato(cheèasuavoltadiagnosticatoprima del sottotipo disattento), probabil-mente a causa della maggior evidenzadei comportamenti-problema nella primainfanzia.Questi bambini, infatti,manife-stanoun’estremavivacitàedimpulsivitàevengonodescritticomeirrequietiedinpe-rennemovimento.Lelorodifficoltàrisie-donoessenzialmentenelnonriuscireacon-trollare i propri comportamenti, impulsiedemozioniattraversounmeccanismodiponderazioneedidiscernimento.Lema-nifestazioni del disturbo, in questo caso,tendonoidiminuireconl’età.L’incidenzaèmaggioreneimaschi,iqualipresentanoinoltreelevateproblematichedalpuntodivistasociale,associatefrequentementead

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altridisturbodellasferacomportamentalequaliilDisturboOppositivoProvocatorio(DOP)eilDisturbodellaCondotta(DC),chedeterminanoelevatitassidirifiutotrai pari, con conseguenti stati emozionalidi ansia, depressione e bassa autostima.Difrequente,inoltre,questisoggettisonoinseriti in contesti familiari svantaggiaticaratterizzati da conflittualità e disturbipsichiatricineigenitori.

La valutazione separata di disattenzione ediperattività/impulsività appare clinicamentenecessaria, in quanto ciascun tipo può pre-sentareunaprognosiedunarispostaterapeu-tica almeno parzialmente diversa dagli altri(Cornoldi,2001).È bene sottolineare, però, che sono statecompiutemoltepliciricercheperverificarelapresenzadei sottotipi all’internodelDDAI,siaalloscopodiprovareegiustificarelapro-postadiclassificazionefattadalDSM-IVsiaper individuare altri sottotipi differenti dalpunto di vista cognitivo-comportamentaleedeziologico,considerandoanchechequelliproposti dall’APA descrivono campionimoltoeterogeneiperquantoriguardalacom-presenzadialtridisturbi,ilbackground fami-liare,ildecorsoelarispostaallaterapia,eciòpotrebbefarpensareallanecessitàdioperareulteriorispecificazioni.I risultati di queste ricerche permettonoquindi di comprendere l’assenza in ambitoscientificodiunaposizioneunivocacircalecaratteristiche psicologiche dei sottotipi delDDAIedell’esigenza,pertanto,dicondurreulterioriricercheinmerito.

conclusioniComeabbiamovistolemanifestazioniprin-cipalideldisturbosonorappresentatedaclu-ster sintomatologicinotevolmentearticolati,lacuiinterazionedeterminacondizionipato-logichemoltodiversetraloro,cherichiedonointerventidifferenziatisiasulpianoterapeu-ticosiasottoilprofiloeducativo-didattico.

Occorreconsiderarechel’interazioneconunsoggetto con ADHD innesca nell’ambienteelevati livelli di stress psicosociale. Si puòcosìdeterminareunacondizionedimalesseregeneralechecoinvolgesiailsoggettosiaco-lorocheinteragisconoconlui,adultiopari.L’intervento su casi di iperattività è quindireso più complesso dalla necessità di agirenon solo sul soggetto problematico ma an-chesugliambientidivitaincuièinserito,erispettoaiqualipuòesercitareunafunzionedestabilizzante in assenza di programmi diinterventoadeguati sia sulpianosocio-rela-zionalesiasottoilprofilocognitivo.

riferimenti bibliografici:A.A. (a cura di), Il bambino iperattivo e disattento. Come riconoscerlo ed intervenire per aiutarlo,Milano,FrancoAngeli,2002;ANREOLIV.,CASSANOG.B.,ROSSIR.(acuradi),DSM-IV-TR Manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali. Text Revision [DSM-IV-TR Diagnostic andStatisticalManualofMentalDisorder,TextRevision,AmericanPsychiatricAssociation2000],Milano,Else-vierMasson,2007;CORNOLDIC.,Iperattivitàe autoregolazione cogni-tiva. Cosa può fare la scuola per il disturbo da deficit di attenzione/iperattività,Trento,Erickson2001;FABIOR.A.,L’attenzione. Fisiologia, patologie e in-terventi riabilitativi, Roma,FrancoAngeli,2004;FEDELI D., La sindrome di Pierino. Il controllo dell’iperattività, Firenze,Giunti,2006;FEDELID.,Il deficit di attenzione con iperattività,inCottiniL.,RosatiL.(acuradi),Per una didattica spe-ciale di qualità. Dalla conoscenza del deficit all’inter-vento inclusivo,Perugia,Morlacchi,2008,pp.173-194;GIUSTI L., LUPINACCI L., Il disturbo dell’iperat-tività. ADHD. Trattamenti dell’impulsività e della di-sattenzione nello sviluppo, in “QuadreniA.S.P.I.C.”,Roma,A.S.P.I.C.,2000;VIOC.,MARZOCCHIG.M.,OFFREDIF.,Il bambino con deficit di attenzione/iperattività. Diagnosi psicolo-gica e formazione dei genitori, Trento,Erickson.

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iL meTodo feuersTein: una paLesTra per La menTe

dimaria Luisa boninelli1

‘Se un bambino non riesce ad imparare, inse-gnagli tu un metodo con il quale, possa impa-rare ad imparare’.

LateoriadellaModificabilitàCognitivadelProf.reFeuerstein,sostienechel’intelligenzaconservalasuanaturaleplasticitàbenoltrel’etàdell’infanziaechetutti,diversamenteabili e non, possano essere messi in condi-zionediimpararedipiùemeglioseilnostroprocesso di apprendimento viene “ guidato”dallafiguradiunmediatore.

Lamediazionenondeveessereintesacomeunmeroesempliceaiutoperfarcomprendereunanozioneotrasmettereun’abilità,maforniscestrumentimentalidicaratterepiùgeneralechepotrannoessereapplicabiliadognisitua-zione.Dallateoriadellamodificabilitàcognitivaedallateoriadell’esperienzadiapprendimentomediatonasceunostrumento: il ProgrammadiArricchimentoStrumentale.Perpoterde-scrivereilPAS,lopossiamoimmaginarecomeungranquadernocompostodadiversetipolo-giedieserciziedirichieste,ciascunadellequalihaperòunqualcosa incomune: faresercitareilnostrocervello,attraversoparticolariragiona-menti.PerquestomotivopotremmodefinireilProgrammadiArricchimentoStrumentaleunasortadipalestraperlanostramente,doveteneresempreinallenamentoinnostrocervello.

Il ProgrammadiArricchimentoStrumentaleècompostoda14strumenticaratterizzatidaesercizicarta-matita,prividicontenuto,nelsensochenonpropongonodisciplinecurri-colarispecifiche.Puòesseresomministratoinmodo individuale, in piccolo gruppo etereo-geneo affinchè si possa garantire undialogoeducativosupiùfronti.

In tutti gli strumenti delMetodo Feuersteintroviamo presente ilmedesimo slogan “UnMomentoStoPensando..” e lamedesimafi-guradiunbambinochepensa.Ilsimbolochecompareinciascunstrumentoidentificalaca-ratteristicadellostesso.

L’applicatorepotràdecidereinbaseallarileva-zionedellefunzionicognitivecarenti,seequalestrumentoopaginadiessosianecessarioutiliz-zare,ancheseingeneresiutilizzaunasucces-sionedipresentazionegradualedellostrumento.(glistrumentidi IIe III livellopresentanounlivellodiastrazioneedicomplessivapiùaltori-spettoaglistrumentidiprimolivello).Glistru-menti del Programma di Arricchimento Stru-mentalesonoiseguentisuddivisiintrelivelli:

ILivello:• Organizzazionepunti• OrientamentoSpaziale• Confronti• Percezioneanalitica• IllustrazionioImmagini

IILivello:• Classificazioni• Relazionifamiliari• Relazionitemporali• OrientamentoSpazialeII• IstruzioniIIILivello:• RelazioniTransitive• ProgressioniNumeriche• Sillogismi• Sagome

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Durante l’attivitàdiEsperienza di apprendi-mento mediato, ilmediatoreaiuta ildiscentenella definizione del problema, nella piani-ficazione delle strategie, nella stimolazionedella discussione, non fornisce, però mai lasoluzione. I risultati che si possono ottenereattraverso il Programma di ArricchimentoStrumentale ricadono nella capacità di me-morizzare più dati, nell’utilizzare diversestrategie,nelriuscireafaredelleipotesi,nelselezionarelecosepiùimportantiperlariso-luzionediundeterminatoproblemaenelclas-sificare eorganizzare inmodocorretto.Taleelencorappresentasoloalcunideipuntifocalie di potenzialità delMetodo, non possiamonon ricordare le potenzialità del ProgrammadiArricchimentoStrumentaleinambitoemo-tivo-relazionale.All’internodiognistrumento,lacomplessitàdella richiesta va sempre man mano ad au-mentare, inmodo tale che lo studentepossaaccederealcompitoinunprocessodiprogres-sivaconsapevolezzaepadronanza.

Durante l’applicazione e l’esperienza di ap-prendimentomediato,l’applicatorerilevaqualisonolefunzionicognitivedeficitarieocarenti,fornisce feedback educativo-didattici affinchènoncisiafrustazionenell’apprendimento.

Ma, il Metodo Feuerstein, non si concludecerto con la presentazione e la risoluzionedellepaginedelProgrammadiArricchimentoStrumentale, fase fondamentaledelprocessocognitivo è il momento della “cristallizza-zione dell’apprendimento” o bridging doveil mediatore sollecita l’allievo nel trovaredeicollegamenti(tobridge:collegareconunponte)almaggiornumerodiambitipossibili.

Durante la fasedicristallizzazione, ilmedia-toresollecital’analisiel’individuazionedellestrategieutilizzate,inmodotalechel’allievopossaprendernemaggiorconsapevolezzaesiaccerta che ciò che ha appreso possa essereutilizzatoincontestidivitaquotidiana.

AttraversolaPedagogiadellaMediazione,gliallievi diventano maggiormente consapevolidellorpoprocessocognitivoedellaloroeduca-bilitàcognitiva:sucomesiimpara,qualisonogli errori chemaggiormente commettono, sucomeèpossibileevitarliocorreggerli.Diven-tanoprotagonistidellalorometacognizione.

Secondo Feuerstein l’essere umano apprendesecondoduemodalità: laprimalasiottieneat-traverso l’esposizionedirettaaglistimoli, lase-condaattraversolafiguradelmediatoreilqualesiaccertachesianopresentilecondizioniaffinchèpossarealizzarsiunprocessodiapprendimento.Durante l’applicazione delle pagine del Pro-grammadiArricchimentoStrumentale,ilmedia-toreseleziona,organizzaglistimolichevengonospontaneamenteprodottidall’ambienteeaiutailsoggettoineducazioneafocalizzarelasuaatten-zione,guidandolonelricercarelasoluzione.

Incampoeducativodidatticoquestoèfonda-mentale,nonsempredifattoglialunnisonoingradodiseguiretuttelenozionichevengonospiegate da parte degli insegnanti, l’esposi-zionedirettaatroppistimolidisciplinari,nonopportunamentemediati,potrebbeportareaduninsuccessoscolasticoediconseguenzaadunademotivazioneall’apprendimento.

Glistudenti,grazieall’esperienzadiapprendi-mentomediatosonoingradodiimparare,gra-zie allamediazionemetacognitivadelproprioinsegnante,riuscendocosi,adiventaremaggior-mente consapevoli e preparati nelladisciplinaattraversounapprendimentochenonèpiùditipomeccanicofinalizzatoalvotodellaverificamaunapprendimentosignificativo,autonomo,utilizzabileancheinaltricontestidivita.

nota autore:FormatriceedApplicatricealMetodoFeuersteinCentroStudiFeuersteinCentroInterateneoperlaricercadidatticaelaforma-zioneavanzata.FormatriceCentroStudiErickson

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Di particolare rilevanza sono attualmente le esperienze maturate dall’Archiplan nei settori dell’edilizia residenziale, manutenzione, gestione e censimento di patrimoni immobiliari pubblici e privati.In particolare, i settori in cui l'impresa opera sono:

• Costruzione, ristrutturazione e vendita di fabbricati civili, industriali, uffici e locali commerciali;• L'esecuzione di lavori edili di diversa natura;• L'installazione di impianti civili ed industriali;• La Gestione Immobiliare• La costruzione e la manutenzione su committenza di soggetti pubblici e privati.• Interventi di manutenzione su guasto, manutenzione programmata ordinaria e straordinaria (global service manutentivo).

In ogni settore l'impresa confeziona prodotti di qualità; le opere sono realizzate impiegando materiali di prima scelta e personale altamente qualificato.Poniamo particolare attenzione non soltanto nelle finiture ma anche nell'aspetto architettonico ed ambientale.

www.archiplan-srl.it

IMPRESA DI COSTRUZIONI

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53Anno II - Numero 3 - Aprile 2010

L’iTaLia aLLe prese con iL modeLLo unico deLLe compeTenze

distefania nirchi

1. un breve sguardo all’europaMarzo2000,questaladatadiavviodapartedelConsiglio europeo di Lisbonadiunpro-cessochevedeinsiemeStatimembrierispet-tivi sisteminazionali di istruzionee forma-zioneprofessionale.Sullabase,infatti,dellastringentenecessitàdifarfronteaiproblemiderivantidairepentinimutamentieconomici,sociali, tecnologici e dal costante bisognodi nuove competenze sul posto di lavoro, iPaesi europeidecidonodi comuneaccordo,di scommettere sullo sviluppo del sistemadiistruzioneeformazione,peraccrescereillivellodicompetitivitàdell’Europa.Daldia-logo aperto fra questi soggetti emergere unpanorama complesso emultiforme, caratte-rizzatodasignificativedifferenzefrasistemidi istruzione e formazione di livello nazio-naleeregionale,tantodarenderenecessariotradurre le linee di principio definite a Li-sbonainazioniconcrete.E’questalachiavediletturadellaDichiarazione di Copenaghendel30novembre2002,conlaquale,sottolasupervisione dei Ministri dell’Istruzione di31Paesieuropei, sifissanodellepriorità lacuiconcretezzasiravvisanegliobiettivipo-stialorofondamento,fraiquali:

• individuare un codice di riferimento co-mune per i sistemi di istruzione e forma-zione basatosugliesitidell’apprendimento;

• definireunapproccio comune per il trasfe-rimento dei risultati dell’apprendimento daunsistemadiistruzioneall’altro;

• migliorare laqualità deisistemidi istru-zioneeformazioneprofessionale;

• favorire lamobilitàe il lifelong learningattraverso la trasparenza di qualifiche ecompetenze;

• facilitarel’accessopersonalizzatodi tuttii cittadini ai percorsi di istruzione e for-mazionesuperioriattraversoilriconosci-mento e lavalidazione dell’apprendimento non formale e informale nonformal, infor-mal learning.

I lavori per la definizione di un approccio comune per il trasferimento dei risultati dell’apprendimento iniziano a partire dal2002,conlaprimaPropostadellaCommis-sioneeuropeasuunsistemaditrasferimentodicreditiperl’istruzioneelaformazionepro-fessionale (ECVET). L’European credit sy-stem for vocational education and training,dovrebbe permettere il passaggio e la capi-talizzazione degli esiti dell’insegnamento/apprendimentodauncontestodiformazionead un altro o di transizioni fra sistemi di-versi.Rispettoall’obiettivoqualità, nelDo-cumentodelConsiglio dell’Unione europea del maggio 2004 sulla garanzia della qualità in materia di istruzione e formazione profes-sionale gli Statimembri e la Commissionevengono sollecitati a favorire un quadrocomunedigaranziadellaqualità in temadiistruzioneeformazione,araccordareleatti-vitàalivellonazionaleeregionaletraiprin-cipali soggetti responsabilidell’istruzioneedella formazione professionale, a stimolarela realizzazione di reti cooperative per farconoscere oltre i confini nazionali le bestpracticesvoltedaidiversiPaesi.Infunzionedell’obiettivo trasparenza si punta l’atten-zioneall’adozionediunquadrounicoperlatrasparenza di titoli e competenze.L’idea èquelladiraccogliereinununicomodello,dalnome “marchio Europass”, i vari strumenti

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di trasparenza impiegati a livello europeo.Alivellonormativoquestoprocessoèsigil-latodallaDecisione n. 2241/2004delParla-mentoeuropeoedelConsiglio,conlaqualeviene istituito ilQuadro unico europeo per la trasparenza delle qualifiche e delle com-petenze: Europass.Perl’obiettivoriconosci-mento e validazione dell’apprendimento non formale e informale, è sempre il Consigliodell’Unioneeuropeadelmaggio2004ade-finireiPrincipi comuni europei concernenti l’individuazione e la convalida dell’appren-dimento non-formale e informale. Rispettoalla prospettiva di un codice di riferimento comune per il sistema di istruzione e for-mazione prendonocorpoleriflessionisuunquadrounicoeuropeo,chepermettadimet-tereinrelazioneecollocare,inunastrutturaa livelli, idiversi titoli (qualifiche,diplomi,certificatiecc.)rilasciatineiPaesimembri.Durante l’incontro tenuto a Bruxelles nel2005traiCapidigoverno,vienesostenutaeavviataunaconsultazionetragliStatimem-bri,perstabilirelediverseposizionirispettoalla possibilità di istituire un quadro unico.A conclusione dell’incontro, il 5 settembre2006 è stata presentata dalla CommissioneunaProposta di Raccomandazione sulla re-alizzazionedell’European qualification fra-mework per il lifelong learning (EQF), perpoiarrivarealladefinitivaRaccomandazione del gennaio 2008.In tutti i processi delineati, si inserisce ilcuoredelproblema,ovverol’istruzioneelaformazionepermanente.

2. L’eQfL’European qualification framework, rap-presenta una griglia di conversione e let-turachepone in relazioneecolloca, inunastrutturaaotto livelli, idiversi titoli (quali-fiche, diplomi, certificati ecc.) rilasciati neidiversiPaesimembrisullabasedeirisultatidell’apprendimento.IlQuadroeuropeodellequalificheedellecompetenze(EQF)èstatopensato e creato per fungere da codice co-

munedi riferimento, inmododaconsentireai diversi Paesi dell’Europa di rendere piùleggibiliiproprisisteminazionali.

Neldettagliogliobiettividell’EQFsono:• semplificare la comunicazione fra isog-

getti protagonisti dei processi di istru-zioneeformazionedeidiversiPaesi;

• permettere la traduzione,lacollocazionee la comparazione tra i diversi risultatidell’apprendimento, consentendo il pas-saggio e la spendibilità delle qualificheedellecompetenzeanchea livello tran-snazionale;

• facilitare il matching tra i bisogni mani-festatidalmercatodellavoroeleoppor-tunitàdiapprendimentoeformazioneneidiversiPaesi;

• sostenere i processi di validazione dell’apprendimentononformaleeinfor-male;

• fungere da riferimento comune per la qualità elosviluppodiistruzioneefor-mazione;

• contribuire allo sviluppo di qualifiche a livello settoriale, conuna funzionediorientamento;

• stimolare e guidare riforme e sviluppodinuovestrutturenazionalidiqualifica-zione.

3. verso un modello unico italianoL’Italia ha risposto alle richieste dell’Eu-ropa con l’avviamento, nel 2007, dei la-vori del Tavolo Unico per la costruzionedel sistema nazionale di standard minimiprofessionali, di certificazione e forma-tivi, promosso dal Ministero del Lavoro.L’obiettivoè statoquellodidefinireunsi-stema nazionale di standard, coerente conl’istituzionedelQuadroEuropeodelleQua-lifiche e delle competenze, EQF, facendodialogare Ministero della Pubblica Istru-zione,Ministerodell’UniversitàedellaRi-cerca,Regioni,ProvinceAutonomeePartisociali.ConlanotadelCapoDipartimento

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per l’Istruzione n. 1208 del 12/4/2010 ilMiurdanotacheèstatodiramatoildecretodelMinistron.9/2010con il quale è statoadottatoilmodellodicertificazionedeisa-periedellecompetenzeacquisitidaglistu-denti al termine dell’obbligo di istruzione,in lineacon le indicazionidell’Unioneeu-ropea sulla trasparenzadellecertificazioni.Ilmodellodicertificatoèadottatoapartiredal prossimo anno scolastico 2010/2011e sino all’entrata in vigore delle norme diarmonizzazione di tutte le certificazioniscolastiche (D.P.R. n.122/2009); è strut-turato in modo da rendere sintetica e tra-sparente la descrizione delle competenzedi base acquisite a conclusione del primobiennio della scuola secondaria superioree dei primi due anni dei percorsi di quali-fica professionale riguardanti soprattuttolinguaitaliana,storia,linguastraniera,ma-tematica, informatica e scienze. Le scuoleinteressate possono utilizzarlo, nella loroautonomia,sindalcorrenteannoscolastico.Unpianodiformazionecuratodall’IstitutoNazionale per la Valutazione del Sistemadi Istruzione e Formazione accompagneràl’attuazionediquestainnovazionedapartedelle istituzioni scolastiche, a partire dalladiffusione del Compendio delle prove divalutazione internazionali PISA-OCSE.Lacertificazioneèunostrumentoutilepersostenere e orientare gli studenti nel loropercorso di apprendimento sino al conse-guimento di un titolo di studio o, almeno,di una qualifica professionale di duratatriennale entro il diciottesimo anno di età.Il relativo modello è strutturato in mododarenderesinteticaetrasparenteladescri-zionedellecompetenzedibaseacquisiteaconclusionedelprimobienniodellascuolasecondaria superiore, con riferimento agliassi culturali che caratterizzano l’obbligodi istruzione (dei linguaggi; matematico;scientifico-tecnologico e storico-sociale),entroilquadrodiriferimentorappresentatodallecompetenzechiavedicittadinanza,in

linea con le indicazioni dell’Unione euro-pea, con particolare riferimento alQuadroEuropeodeititoliedellequalifiche(EQF).Nonostante la necessità di una certifica-zionericonosciutaespendibilealivelloeu-ropeo,èimportanteprecisareaqualelivellodell’EQFessacorrisponde.Nel modello adottato si ravvisano alcunecriticitàdifondo:• appare assente il riferimento al livello

della certificazione EQF al quale essocorrisponde, lasciandointravedere in talmodoelementidiincertezzacircalasuaspendibilitàinEuropa;

• restaapertoilproblemadellaomogeneitàdellecertificazioni,chepurinpresenzadiunmodellounico,afrontedellamancataunitarietàdeibienniinizialidellascuolasuperioreedellapossibilitàdiassolverel’obbligoancheneipercorsidiistruzionee formazione professionale regionali,perdediefficacia;

• presenteil terminecompetenze,macosìcome è intesa sembra una espressionepriva di contenuti, visto che il riordinodellascuolasecondariaèfondatosuunaconcezione nozionistica dei saperi e ri-mandaadunascuolachefafaticaastareal passo con le sfide e le impostazionidi una didattica attiva, in cui la labora-torietà rappresenta il cardine fondamen-tale, l’obiettivo da garantire in tutti gliordinidellascuolasecondariasuperiore.

Nonostantealloralanecessitàdiunacertifi-cazione, il rischiochesicontinuaacorrereèquellodiunascuolaa tutt’oggiancorainritardo,chenonriesceaprogredirerispettoall’Europa,macheanzitentadicombattereconleproprierisorseprofessionaligliarre-tramentichelavedonoprotagonistasolitariadegliultimianni.

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recensione a: “formazione e-Learning e percorsi moduLari. La scriTTura dei maTeriaLi didaTTici”1

distefania capogna2

Nonostante il computer e Internet abbianoradicalmentemodificatoilnostrosistemaso-ciale,economicoeproduttivo,èpossibileos-servareancoraunacertadifficoltàdeisistemieducativi (ai diversi livelli) a misurarsi conquesti nuovi strumenti di apprendimento. IllavorodiStefaniaNirchimira a restituire lesotterranee tendenze di cambiamento che siintravedononella scuola suquesto tema, siaattraverso la ricostruzione delle riflessioniteoriche ad esso connesse, sia attraverso lapresentazionediuncasodistudiodisignifi-cativo interesse: ilCorsodi studi inScienzedell’Educazione,chesisvolgeinmodalitàe-learning,natodaunaconvenzionetra l’Ate-neo di Roma Tre e la direzione ScolasticaRegionaleperilLaziostipulataperlarealiz-zazionediunprogettopilotacheprevedel’at-tivazionediuncorsodi laurea riservatoagliinsegnanti della scuolaprimaria, in servizio,che hanno precedentemente abbandonato gli

studi universitari. Il capitolo uno, L’E-lear-ning nell’era dell’apprendimento per tutta la vita,siapreconun’interessanteanalisiteoricavoltaadefinireipiùrilevantielementidirin-novamentointrodottidall’e-learning.Sitrattadiunariflessioneutileadelinearel’ambiguitàinsitanellostessoconcettodie-learningchespessoportaconsésignificativedifferenzein-terpretativeeriduzionistiche.L’interessedellastudiosaèancheorientatoadefinireipiùim-portanti tratti europeidellepoliticheper l’e-learning e la rilevanza che questo rinnovatomodo di concepire e progettare l’apprendi-mentopuòassolverenellaformazioneperma-nenteenellepolitichedisostegnoallifelong learning. Il capitolo due,Uguaglianza delle opportunità, si sofferma su un tema quantomaiattualeeproblematico,qualepuòesserequello dell’uguaglianza delle opportunità, inriferimento all’accesso alla rete e alle varie-gate opportunità di apprendimento da essarese possibili. La questione viene affrontataanche da una prospettiva filosofica a partiredaiconcettidiequitàeuguaglianzaanalizzatidaRawls.Lariflessioneattraversadunqueildibattitochevadall’analisideicriteridigiu-stizia,alconcettodiuguaglianzademocratica,per concludersi con l’illustrazione dell’am-bizioso concetto di uguaglianza teorizzatodaAmartya Sen, per il quale l’uguaglianzadeve basarsi sulla “qualità della vita”. Ap-proccionuovochericonosceilfattoreumanoqualeelementocentrale rispettoai fenomenieconomici, rinnovando per questa via l’ana-lisi sulle disuguaglianze e sulla globalizza-zione.Secondoquestaprospettivailconcettodi disuguaglianza deve confrontarsi con duediversi ostacoli: la sostanziale eterogeneitàdegliesseriumanielamolteplicitàdeipuntifocaliacui ladisuguaglianzapuòessereog-gettodivalutazione.Sengiungeariconoscerechelepersonenonsonoaffattoidenticheechevi sia un’assoluta diversità umana. Per que-stomotivo, l’eguaglianza in una sfera tendeacoesistereconl’affermazionedielementididisuguaglianza in altre sfere.Seguendoque-

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sta impostazione, per parlare di uguaglianzaoccorreporsiunduplicequesito:perchéegua-glianza?-uguaglianzadicosa?Il ragionamentodiSen, qui recuperatodallastudiosainriferimentoaltemadelleopportu-nità formative, si conclude con il riconosci-mento che l’eguaglianza di una determinatasocietà dipende dal suo grado di idoneità agarantire a ciascuno una serie di capabili-ties.Garantire,inaltritermini,l’acquisizionedi capacità e competenze fondamentali, os-sia un’adeguata qualità della vita. Obiettivoquantomaivicinoallamissionsocialericono-sciutaaisistemieducativi.Ilcapitolotre,For-mare attraverso la rete: la scrittura dei mate-riali didattici per l’E-learning,entranelvivodellaquestionesoffermandosi sul temadellaformazioneattraversolareteelascritturadeirelativimaterialididattici.Interessantequiilragionamentosvoltosullamodularità,laqualevienepresentatacomenuovametodologiadiprogettazioneperlareteconl’obiettivodiof-frire un “modello formativo alternativo checonsente di sviluppare interessi, attitudini,scelteedisostenereglistudentinelprocessodi acquisizione della capacità di auto dire-zione,guidandoliversounpercorsodicono-scenzanonpiùlinearemareticolare”3.Lastudiosasisoffermainoltresulmodoincuisimodificanogliattorieiruolidelladidatticaall’interno di ambienti di apprendimento e-learning.Uninteressantespaziodiriflessionevienededicatoall’oggettochepereccellenzarappresentailprocessodiinsegnamentotradi-zionalmenteinteso,iltesto.Essoinfattivieneariconfigurarsiconilsupportodeinuovistru-mentimultimediali;strumentichemodificanocompletamenteleregoledelgiocodandovitaaformetestualiditipodigitaledovescrittoreelettoredivengonomembrieprotagonistidelmedesimo percorso di scrittura. Questo per-corso di riflessione si conclude con l’analisidella scrittura dei materiali didattici per larete: il learning object, definito in manieraestremamente sintetica come “ogni singolooggettocheveicolainformazione”(testo,fil-

mato o animazione, presentazione, grafico,videolezione,seminarioinaulaeecc.).Con-siderando la rilevanza che il learning objectviene ad assumere nella formazione in rete,la studiosa si sofferma sui limiti connessiall’utilizzo di questi strumenti evidenziandounaseriediquestionichecontinuanoarima-nereapertecome,adesempio,lacomplessitàdell’indicizzazione;lagranularitàeccessivaelascarsaconsistenzadimetodologieeteoriechenesfruttinolepotenzialità.Unparticolareelementodiinteresseèdatodallariflessionesuunpossibileapprocciometodologicodaadot-tareneicorsiinmodalitàe-learning.Infatti,apartire dalla ricostruzione dell’esperienza delcorso di studi in Scienze dell’Educazione, inmodalitàFad, lastudiosaricostruisce lacom-plessitàdelpercorsoeisignificativiprocessidicambiamento che investono il quadro teoricodiriferimentoelarealizzazioneconcretadiunpercorsoformativodiquestotipoconriguardoa:scelteoperativecheguidanolaprogettazione,erogazione e gestione dei materiali didattici,mutamentodellerelazionitradocentiediscentie la risoluzione di problemi pratici. Il lavorooffre anche un’interessante riflessione criticasullepotenzialità e le criticitàdell’e-learning,

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ricordandoqualisianoilimitiegliostacoliallarealizzazionediununiversodelsapereapertoe condiviso, democraticamente impostato.Diquiilrichiamoailimitiancoraconnessialdi-gital divideintesotantocomeestensionedellaretetelematica,quantocomepersistenzadelledisuguaglianze culturali e sociali che ancorarisultano ampiamente diffuse tra ampie fascedellapopolazione.Illavoropresentainfineunaricca appendicededicata alla didatticamodu-larecomestrategiadiinterventoformativo.Inquestaappendicevienepresentatal’esperienzadiduescuolesecondariesuperioriitalianeillu-strandol’interoprocessodiricercaeirelativiesitidianalisi.L’obiettivodellaricerca,realiz-zatatrail2002eil2004èstatoquellodiveri-ficaregliesitiquali-quantitatividell’apprendi-mentoall’internodipercorsidiapprendimentoditipomodulare.

Perconcluderesipuòdirecheiltestosipre-senta come un richiamo ai sistemi educativieformativi,adognilivello(compresal’Uni-versità)aripensare lefinalitàe lemetodolo-gie in uso nella produzione e diffusione dinuova conoscenza. Conoscenza che semprepiùvieneveicolataattraversolarete,comeri-cordaancheCastells,creando ilpresuppostoper l’esclusione di soggetti, organizzazioni,comunitàeinteriterritori.

note:1S.Nirchi,Formazione E-learning e percorsi modu-lari. La scrittura dei materiali didattici,Roma,Aracne,2009.2Dottorediricercain“Sistemisociali,organizzativieanalisidellepolitichepubbliche”,Dipartimento Inno-vazioneeSocietà(D.I.eS.),UniversitàRomaSapienza.3S.Nirchi,op. cit.,Roma,Aracne,2009,p.70.

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imprendiTori sTranieri: proTagonisTi deLL’economia1

di patrizia Toss

“FestivaldelleCittàImprese, anche i cittadinistranieri protagonisti”, (http://immigration-flows.net/immigrationflows-al-pop-up-hub-di-rovereto/) questo è il titolo del dibattitoche ImmigrationFlows ha organizzato loscorso24aprileaRovereto(Trento).L’eventosièinseritoall’internodiunfestivalchevo-leva riflettere sulle prospettive di svilupposocio-economicodell’areadelnord-estItalia.Findalprimomomentocièsembratoilcon-testo adattoper proporreuna riflessione sulruolo che l’imprenditoria migrante ricoprenell’economia italiana. Il rapporto 2010 diUnioncamere,pubblicatodurante ilmesedimaggio,evidenzia,malgradolacrisi,un’ele-vatavitalitàimprenditorialediffusafraicit-tadinimigranti.Nonostante rispettoal2008sisiaregistratounrallentamentodelleiscri-zioni e un incremento delle cessazioni, nel2009sonostateoltre37milaleimpreseindi-viduali aperte in Italia da cittadini stranieriextracomunitari, portando così a circa250mila il numero totale delle imprese contitolarenatofuoridaiconfinidell’UnioneEu-

ropea(oltreil7%sultotaledelleaziende).Isettoridelcommercioedellecostruzionias-sorbonodasolicircail70%dell’imprendito-riastraniera,mentre lenazionalitàmaggior-mente rappresentate sono quelle cinese,marocchina ed albanese. La Lombardia siconferma essere la regione con il maggiornumero di imprenditori extracomunitari(circa 46mila imprese), mentre tra le pro-vincespiccaquelladiPrato,doveleaziendestraniere rappresentano il 32% del totaledelle imprese.Questodinamismo imprendi-toriale rappresenta chiaramente una volontàdi promozione sociale e di miglioramentodellacondizionelavorativadapartedeicitta-dini stranieri, imbrigliati in unmercato dellavoro che offre loro prevalentemente posi-zionimarginali emansionimanuali o pocospecializzate.Risulta,infatti,piùfacileperilavoratoristranierimigliorare lapropriapo-sizione economico-lavorativa mettendosi inproprio,piuttostocheattraversoillavorodi-pendente, dove si possono riscontrare variostacoli legati,adesempio,allacomplessitàdelriconoscimentodeititolidistudioconse-guitiall’esteroedellecompetenzeprofessio-nali pregresse o ad una scarsa conoscenzadella lingua italiana. Gli studi prodotti inquestosettoreoffronodiverseletturedelfe-nomeno,alcuniautori,comeIvanLight,ve-dononelpassaggioalmercatodellavoroin-dipendente la volontà di superare unasituazionedi svantaggio sociale e una realepossibilità di riscatto. I lavoratori stranieri,postidifronteadunasituazionedimobilitàbloccata, sembrano riuscire a trovare delleopportunità di promozione alternative, of-frendodellerispostealletrasformazionidelleeconomielocaliemettendoinattodellestra-tegie individuali di cambiamento.Altri stu-diosi, invece, come Emilio Reyneri, riten-gono che quest’imprenditoria non sia unsintomodisuccessoeconomicoesociale,maun’ulteriore espressione della precarizza-zionedegliimmigratinelmercatodellavoro,datochequesteattivitàimprenditorialisareb-

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beroconfinateperlopiùinsettorimarginali,caratterizzati da bassi salari e alto grado dirischio,comequellodell’ediliziaodelmer-catoambulante.Inoltresisottolineacomelasceltadimettersi inpropriopossaessere inrealtàuna scelta forzata,vista come l’unicapossibilitàpersuperaregliostacolidelmer-catodellavoroocomerispostaaprocessidiristrutturazione aziendale, che porta all’in-sorgere delle cosiddette “paraimprese”, cheprevedonoilmascheramentodiunlavorodi-pendentedietrol’aperturadipartitaIVA.En-trambe queste letture possono essere consi-derate in qualche modo valide. La visionepositiva del fenomeno trova conferma neidati sul basso tasso di cessazione delle im-prese,nonostantelacrisi,esuglieffettiposi-tivi per il tessuto socioeconomico in gene-rale. Non si può inoltre dimenticare che lostessocontestoeconomicolavorativoitalianoècaratterizzatodaunafortepresenzadipic-coleemedieimpreseecomeilricorsoalla-voro autonomo abbia rappresentato anchepermoltiitalianiuncanaledimobilitàlavo-rativa.Allostessomodopermoltiimmigratiesso rappresenta oggi lo sbocco principalepermiglioraredellapropriacondizioneoccu-pazionale.D’altrocantoleimpreseapertedacittadinistranierisonoperlopiùconcentrateinsettoriabbandonatidaglioperatoriitaliani,mentreinalcuneattivitàpiùregolamentateeredditizielapresenzadistranierièpiùlimi-tata.Così,adesempio,siriscontraunabuonapresenza di stranieri nel settore dei piccolitrasporti,mentre in quello dei taxi, che nelnostropaeseè fortemente regolamentato, laloropresenzaèquasinulla.Lasceltadelset-torediattivitàdapartedegliimprenditoriim-migratiègeneralmentecollegataalleprece-dentiesperienze lavorative,quasisempredilavorodipendente,inaltricasiinveceèilri-sultato di una precisa idea imprenditoriale,legata ad esempio all’emergere delle do-mandedi servizidapartedellapopolazioneimmigratastessa.Nellamaggioranzadeicasil’avviodell’impresaè il risultatodiunpro-

cesso lungo e non improvvisato, corrispon-denteadun’anzianitàmigratoria,adunaco-noscenza del territorio e del mercato dellavoro. Un’indagine condotta nel 2003sull’imprenditoriamigranteinLombardiahamessoinevidenzaquattropercorsiprincipalidiaccessoallavoroautonomodapartedicit-tadinistranieri.Ilprimolegatoall’esperienzaonthejobacquisitanelmedesimosettoretra-miteil lavorodipendente,ilsecondoimper-niato sullo sfruttamento delle risorse perso-nali(comeillivellodiistruzioneel’appoggiodella famiglia d’origine), il terzo legato altentativodi evitare i rischi dimarginalizza-zioneepersfuggireallatrappoladellavoronero(conlacreazionediparaimprese),infineil quarto come risposta ai mutamenti dellasocietà(adesempioilcambiamentodeigustie delle domande dei consumatori o l’emer-geredelledomandediservizidapartedellapopolazione immigrata).Questiquattroper-corsinonsiescludonofra loro,mapossonoanche coesisterenelle storiedei singoli im-prenditori. Un ulteriore fattore che può in-fluenzare i percorsi di imprenditorialitàmi-granteèquellodelleretietniche.Mentrenelcasodell’arrivoedellavorodipendente,essericoprono un ruolo fondamentale, nel casodell’imprenditoriasembraemergereunarela-zionepiùproblematicaedambivalente.En-trano infatti in gioco altri fattori rilevanticome le strategie individuali, la conoscenzadelmercatolocaleedicittadiniitaliani,illa-vorodipendentesvolto,leopportunitàoffertedalmercato.Laretesocialeelerisorseinfor-malifornitedalgruppodiappartenenzaten-donoadentrareingiocospecialmentequandol’attivitàsiavviaaconsolidamentooadam-pliamento,comeadesempionelcasodias-sunzione di dipendenti, che nella maggio-ranzadeicasivengonoreclutatitraimembridelpropriogrupponazionale.Inoltrelareteetnica subentra quando vengono amancarealcunerisorseimprenditorialiclassichecomead esempio i capitali da investire. Dall’ul-timorapporto“Finanzaecomportamentiim-

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prenditoriali nell’Italia multietnica”, realiz-zatodaUnioncamerenelnovembre2009,èemerso che “Oltre un quarto delle impresegestiteda immigratinonhamaiavuto rela-zioni con le banche, nemmeno attraversol’aperturadiuncontocorrente;daun’inda-gine diretta su un campione di queste im-prese,emergechemenodiunquintorichiedeprestitialsistemacreditizio,preferendol’au-tofinanziamentooilsostegnodiamiciepa-renti; cinesi ed africane le comunità chemeno si rivolgono agli istituti di credito.”Questidatimettonoinluceilrischiodiisola-mentoedemarginazionedegliimprenditoristranieri,infattisedaunlatolerisorseinfor-mali fornite dal gruppo di appartenenza ri-sultanospessofondamentalipergarantirelosviluppoelacompetitività,dall’altroemergeilrischiodell’insorgeredirapportidiecces-sivadipendenzaecontrolloall’internodellesingolecomunità.

note:1.Trattoda:www.ImmigrationFlows.net

riferimenti bibliografici:AMBROSINIM.eBOCCAGNIP.(acuradi),PRO-TAGONISTI INATTESI Lavoro autonomo e piccole imprese tra i lavoratori stranieri in Trentino,ProvinciaAutonomadiTrento,2004;AA.VV., I servizi agli immigrati del sistema Confar-tigianato Imprese: alcune esperienze del territorio,Roma,ConfartigianatoImprese,2008;CENTROSTUDIUNIONCAMERE(acuradi),Rap-portoUnioncamere2010.L’economia reale dal punto di osservazione delle Camere di commercio,Unionca-mere,2010;CHIESIA. eZUCCHETTIE. (a cura di), Immigrati imprenditori. Il contributo degli extracomunitari allo sviluppo della piccola impresa in Lombardia,Milano,Egea,2003;REYNERIE.,MINARDIE.eSCIDA’G.(acuradi),Im-migrati e lavoro in Italia,Milano,FrancoAngeli,1997;SINT(acuradi),Caratteristiche ed esigenze degli im-migrati imprenditori iscritti alla cciaa di Torino,To-rino,CCIAA,2008;UNIONCAMERE, Nomisma e Crif (a cura di), Fi-nanza e comportamenti imprenditoriali nell’Italia mul-tietnica,2009.

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cerTificazione e business conTinuiTyrifLessioni deL doTT. anTonio LuccHini di sQs – direzione iTaLia

didario de santis

NellasuggestivacornicediVilladegliAngeliinCastelGandolfo,inoccasionedelsemina-riosu“BusinessContinuity:strumentiestra-tegieperpianificareegarantire il successo”,abbiamoincontrato,inesclusiva,ilDott.An-tonio Lucchini, Direttore Italia SQS Asso-ciazioneSvizzeraperSistemidiQualitàediManagement promotore dell’evento, per ap-profondireinsiemealuitemiecaratteristichedell’organismocherappresentaedeivaloridicui è portatore.L’AssociazioneSvizzera perSistemi di Qualità e di Management (SQS)fondatanel1983,èunadelleprimeorganizza-zionialmondonelcampodellacertificazionedi sistemi di qualità e di gestione. Oggi, inSvizzera, è lapiù importanteorganizzazionenelsettoredelleattivitàdivalutazioneecer-tificazione.

Per comprendere la visione alla base delleazionidiSQS,attraversounoriginalecollo-quionellalobbydell’Hotel,abbiamolasciatoche lo stesso Lucchini, assistito dal Dott.GianluigiPezzulo,LeadAuditorSQS,cicon-ducessenellestanzedell’organizzazionesviz-zera illuminandoci sulle caratteristiche e suiprincipichelaconnotanonelpanoramadellaCertificazioneedelmanagementingenerale.

QT:allora dott. Lucchini, qual è la strate-gia di successo di sQs?Lucchini: La nostra strategia di successoè composta essenzialmente da due fattori:il primo, l’auditor come centro nevralgicodell’organizzazione, il quale presidia tuttaunaseriediprocessi,dalprimocontattoconilClienteallapresentazioneeredazionedell’of-ferta, fino all’erogazione della servizio. InquestomodoilnostroClientehalapossibilitàdivederesindasubitoilsuoprincipaleinter-locutore;ilsecondo,èl’approcciodicomple-mentarietàalCliente,gli siamomoltovicinisin dall’inizio cercando di stabilire, diretta-menteoindirettamente,unsolidorapportodipartnership.Per intenderci,non facciamouncambio di auditor su base annuale, ma cre-iamo un rapporto duraturo di fidelizzazioneteso a conosceremeglio il Cliente ed il suoambienteperpoteroffrire luiunverovaloreaggiunto.

QT:Quale il piano a breve per l’italia?Lucchini: Essenzialmente quello di accredi-tarci nel sistema istituzionale italiano comesoggettoadelevataprofessionalitàcheoperanell’ambitodellacertificazionedeisistemior-ganizzativi sualcuni standard internazionali,semprepiùrichiamaticomerequisitoecomemodellodallenormenazionali,comelaOH-SAS 18001 per la sicurezza e la 14001 perl’ambiente.Intalsensoinostriservizisonofi-nalizzatiadavvalorareleaziendeperrenderleaffidabilineiconfrontideipropristakeholdere per conferirgli una responsabile opportu-nitàdiessereconformieduratureneltempo,dandocontinuitàaipropriClienticonsempremaggioresuccesso.

QT: business continuity, strumento di dure-vole sostenibilità economica, quali le regole?Lucchini: Lapremessaalleregoleèl’ottimi-smo, l’imprenditore deve poter vedere il fu-turo.Ciòdettopuntol’attenzioneperòsuunaspetto che rispetto al passato èmolto cam-biato,emiriferiscoallecomplicazionicheci

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sonoogginelfareimpresa,vuoiperchéène-cessariounapproccioconunmondoglobale,quindidevisaperequattrolingue,deviavereunaretedirelazioniimportanti,nonpuoipiùfondareiltuobusinesssemplicementesulcon-toterzismo,madeviessereun’impresacapaceanchedigenerarepartnershipconilCliente.Mispiegomeglio:l’impresadeveesserepart-nerdelproprioClientenellamisuraincuiri-esceaprogettareilfuturoinsiemeadesso.Lapartecipazione attiva, comevariabile di suc-cesso,nell’assunzionedellescelteorganizza-tiveestrategiche.Quindibusinesscontinuityc’èquandoiprocessiorganizzatividiun’im-presasonoaposto,quandoilsistemagestio-naletendeadesserecertificabilesecondoglistandard diQualità,Ambiente eSicurezza equando l’organizzazione è capace di tesserestabilirelazioniconilproprioCliente.Ancheperunaquestioneditempo,occorreeliminarequantopiùlecomplicazionidirapporto,l’im-prenditorenonhailtempoelapossibilitàdistar dietro alle criticità ordinarie, una voltapoteva tranquillamente dire,ma si vado allafieraetornoindietro,facciolapianificazionedellaproduzioneedomanivadodalCliente,mioccupodistendereilcontratto,losconto,illistino,oggiètuttotroppocomplicatoeso-prattuttotroppoimmediato.Occorreagireconunvalidomodellodimanagementche tengacontoanchediquesto.

QT:crisi economica e certificazione, in che rapporto stanno?Lucchini:Lacrisieconomicahapuntoilmer-cato,econunacertaprospettivahalasciatoso-pravviveresoltantoleimpresechehannosaputoattrezzarsi.Oggi,purtroppo,inizianoasoffrireanche quest’ultime, anche se sono convintoche la certificazione sia sempre e comunqueunasseimportanteperun’aziendaindifficoltàchecercadegliinvestitorichecredanoinessa,specialmenteseinternazionali.Sel’aziendainquestioneèinordineconlemacchineinsicu-rezza, con gli operatori informati, senza san-zioni,conleautorizzazioni,riescecertamenteadesprimereun’immaginedigaranzia.Quindicredochelacertificazionedia,primaditutto,lacertezzachel’aziendaabbiaimpostatoilla-vorocondelleregolebendefinite,equestoèunaspettomoltoimportante.Ilmercatotendeadareperscontatocheun’aziendaseriaabbialacertificazioneepercoloroconnonlaposseg-gonosiprofilaunosvantaggiocompetitivogiànelle valutazioni preliminari che non va sot-tovalutato.La certificazione, stando a quantoemergedalnostroosservatorio,staprendendosemprepiùrilevanza.L’annoscorso,inpienacrisi, abbiamo fatturato più 8% e quest’annosiamopiù4%nelprimotrimestre.

QT: Quali sono i settori in crescita per la certificazione?Lucchini:Parlaredisettorimerceologiciincre-scitaforsenonrendeiltrendascendentedellacertificazione,inquantopiùcheanuovisettoricoinvolti,assistiamoadunasempremaggiorediffusione di alcune norme, ad esempioOH-SAS18001e14001, ilcuirichiamoespressoèormaifrequenteneldirittonazionale.Nell’ul-timotriennio,credochelanorma14001abbiarappresentatounpo’un“cavallodibattaglia”,oggilaOHSAS18001,chefissairequisitiperunsistemadigestioneatuteladellasicurezzaedellasalutedeilavoratorièinassolutolapiùattenzionata. Già queste due norme possonocoinvolgeretrasversalmentegranpartedeiset-torimerceologicidelletipologiediimpresa.

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pezzulo: In effetti, più che nuovi settoriparliamo di nuovi ambiti che, inizialmenteestranei al mondo della certificazione, oggimanifestano sempre crescente interesse neiconfronti dello standard in particolar modoISO9000.Pensiamoalmondodelleassicura-zioni,ilterziarioavanzatosoprattutto,quindiintuttelesueforme,dallaformazioneaiser-vizisiaprivatimasoprattuttopubblici.Quindicitroviamoinconcomitanzadell’eventoFO-RUMPA,viviamoinquestimesianchequellache è una riforma a livello nazionale che èquelladellariformaBrunettasullariorganiz-zazione, efficienza ed efficacia dei processianche nella pubblica amministrazione. Ciòcheormaidaannièarrivatoalsettoreprivatoiniziaadapprodareall’internodisettori,soloall’apparenza,distantidall’ambitodiapplica-zionema, di fatto,maggiormente sensibili aquesti principi. Stiamo lavorando per esserevalidamenteprontiadoperareinquestinuoviambiti,anziquestasfidaciappassiona.L’ori-ginedell’entedi certificazionepuòconferireun valore aggiunto per diversimotivi anchestorici; in Svizzera la certificazione ancorprima rispetto ad altri Paesi, ha interessatoaspetti e settori assolutamente innovativi.Pensiamo agli istituti scolastici che già davent’annihannoadottato lacertificazione, laPubblicaAmministrazione,specieneiservizisocio-sanitari-assistenziali.Possiamocontaresu un’esperienza matura, sul relativo knowhowesupuntualistrumentidimanagement,chesianoprontiareplicareconledovuteca-ratterizzazioni alle realtà italiane, con pron-tezza,preparazioneecompetitività.

QT: small business, il tessuto economico europeo. Quanto la certificazione può rita-gliarsi a questo target?Lucchini: Sul concetto di small business di-stinguerei due aspetti: piccola impresa nelsettoredellaproduzioneepiccolaimpresanelsettoredeiservizi.Piccolaimpresanelsettoredella produzione, mi riferisco ad imprese di5/10 persone, ha già il concetto di certifica-

zione, non fosse altro perché è dentro la fi-lieraproduttiva,equindiilclientelochiedealprimofornitore,ilprimofornitorealsecondo,ilsecondoalterzo.Lacertificazioneèrequisitodi fondo,diventacodicedi relazione.Piccolaimpresadialtrisettori,soprattuttonelterziariosonotantissime,nonhaancoraassuntoquestasensibilità.Amioavviso la ISO9001:2008èilpiùvalidomanualedimanagementchesiastatoprodotto ed anche il più sintetico. Inse-rendoillemmamanagementsuqualsiasimo-torediricercaweb,èiltemaconlapiùampiabibliografiaedconriferimentiaitemipiùva-riegati.Credoche la9001:2008, insiemealla9004,abbial’importantemeritodiaversinte-tizzatodelleregoledigestioneedibuonsenso,che possono essere applicate a tutti. Certo,quandoparliamodipiccolaimpresadiunpro-fessionista singolo, mi rendo conto che puòessereunaforzatura,anchesemiècapitatodiseguire degli studi di ingegneria costituiti daun solo professionista che sono certificati, eperessiilverovaloreaggiuntoèancherappre-sentatodalconfrontoconl’auditoralmenounavolta all’anno in cui si analizzano i processi,si osservano lemodalità concui è stato con-dottoilriesame,sianalizzalagestioneopera-tivadellepratiche,si tracciano ledirettricidiunefficacemonitoraggioedegliavanzamentidellepratiche,sicontrollanogliindicatori,an-cheeconomici. In sostanza si aiuta lamicroorganizzazioneaconiugareprincipidigestioneacriteridibuonsenso, iniziandodalserviziodell’auditor, e da questo punto di vista l’or-ganismo di certificazione deve avere il buonsensodiformareilpropriocorpodiauditoriinmodo tale che sappianodistinguere tra realtàerealtà.Un’impresadi5personedichimica,nonèun’impresadi5personechefapulizie,oun’impresadi5personechefaconsulenza,odiunostudiodiavvocati,eppuresempre5sono.

QT: pubblica amministrazione, in parti-colare enti locali, un settore ancora acerbo sul fronte della certificazione. come ritiene si possa accelerare?

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Lucchini:Partodaunapremessacheritengoallabasedellospiritodiapprocciodellacertifi-cazione.Credofermamente,edhoavutomododidirloapiùripreseanchenell’ultimoconve-gnodiCarpisullasicurezza,che lacertifica-zionenonpuòessereunobiettivo.Nonsiparteperchécisivuolecertificare,maperchécisivuoleorganizzare,sivuoleinformareunapro-priastrutturaadunsistemadiregolecondivisechepermettanodilavorareinprevenzioneedirendere sistematiche e ripetibili le prassi checonsentono all’organizzazione di essere effi-caceedefficiente.Inquest’otticadebboaffer-marechelaPubblicaAmministrazione,ancor-chélocale,nonpossaesimersidalconsiderarequesticoncetti,ancheperchéerogaunservizioalCittadino,cheinquantoClientequalificatonecessitadiunserviziopuntuale,preciso,affi-dabileedefficiente.Inuncontestointernazio-naleincuisiriduconolespesedegliapparatiistituzionaliepolitici,laPubblicaAmministra-zionehaildoveredifareefficienza,nonalco-stominoremaalcostogiusto.

QT: esistono strumenti rigorosi per por-tare un’impresa al successo nel tempo?Lucchini:Allabasec’èunvalore:occorrela-vorareconpassione.Piùcheconcentrarmisualcuniinparticolaredireichetuttiglistrumentisonovalidiusaticonbuonsenso.Credo,però,cheunavoltachevengasceltounostrumento,

bisogniconsiderare treaspetti:utilizzarloconmetodo,utilizzarlocondisciplinaeutilizzarloconrigore.Perchédistrumenticenesonove-ramentemoltiequitornailconcettodellabi-bliografia,si trovaveramentedi tutto. Il fattoveroècheunavoltacheiohosceltounmetodoeunostrumento,sequestovabene,devoappli-carloconrigoreecondisciplina,cioèdevoan-darefinoinfondo.Facciounpiccoloesempio,nelmondoautomotiveèbuonusoutilizzarelatecnicaFMEAchesostanzialmenteèuname-todicapreventivaperandareacapirenelmo-mento in cui funzionerà il prodotto o anchedurante il funzionamento del prodotto, qualipossanoessereleeventualicausediproblema-tiche.E’unmetodochevafattoconrigoreecherichiedesoprattuttodell’impegno,unme-todo,dellerisorseedunacondivisione.pezzulo:Perquantoriguardaglistrumentisi-curamenteunaspettochevamesso in luceèproprioilsistemadigestioneedimanagement,lo strumento per tradurre proprio le strategiedell’impresa in operatività e il rigore serveproprio a questo, perché da questo punto divistalacertificazione,anchedacomeèintesadaSQS,non èunpuntod’arrivo, bensì è unpercorsocontinuo,eglistrumentichevengonosceltieselezionatiperlagestionedelsistemaservonoperdarecontinuitàallestrategie.Ana-logamenteci sonoanchedegli altri strumentioperativi,voltiproprioadareilcontributoallacontinuitàd’impresa.Pensiamosoloalgrandeproblema del passaggio generazionale nelleimprese di famiglia, ci sono dati allarmantiin Italia di una percentuale troppo elevata dimortalitàdell’impresefamiliariallaterzagene-razione,ecipreoccupiamononsolodelladi-mensionedell’impresamadellasopravvivenzadellastessa.Ciòstaarappresentarel’esigenzadiapplicareunastrategiapiùalungotermine,attraverso degli strumenti rigorosi scientifici,cheevidentementel’imprenditorechehafon-datol’aziendanonpuògestireautonomamente.Lucchini:Unavoltasidiceva,equalcunoan-coraoggidice,“tuttinecessarinessunoindi-spensabile”.Assurdoperchéquandoinun’or-

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ganizzazionechehainvestitosuunapersona,addestrandola, informandola, consentendoleaccesso ed esperienza nella struttura, gene-randoreciprocamente legame interpersonale,condividendoconessalarealizzazionedila-vori,nelmomentocriticoincuisiassisteallasceltadiquellastessarisorsaperunpercorsoprofessionalediversononsipuòdire“vabehtu eri solo necessario non indispensabile”, èdistruttivo.E’l’uomochefal’impresa,sonoicollaboratorichefannoladifferenza.EdgardMorin disse: ”non abbiamo bisogno di testebenpiene,maditestebenfatte”.

QT: Tre perché ad una certificazione di qualità.Lucchini:Nedicounochenevaletre.Lacer-tificazioneèladirettaconseguenzadiunbuonprocessoorganizzativo.Ragionando insieme:supponiamocheiosiaunimprenditoreechevogliacertificarelamiaazienda,perchéilmer-catome lo richiede.Primadi farlomidovròrivolgereadunconsulente,almenocheiononsiaingradodifarveramentedasolo,chemiinizieràasupportarenell’implementazionediun sistema di gestione conforme alla norma9001:2008.Ilperchéverodellacertificazionerisiedeproprioinquestafase,ovveronell’atti-vitàpreliminareallacertificazione,incuiattra-versounaricognizionedituttiimieiprocessiinterniriescoadottimizzarnelelogichegestio-nalidibasesecondostandarddieccellenza.E’chiaro che a frontedi questa scelta ci siauncostocheoccorretrasformareininvestimento,ancheattraversolasceltadell’Entechepoicer-tificheràedassisteràilmiosistemagestionale.

QT:il ruolo dell’organismo di certificazione sQs nel rapporto con l’organizzazione?Lucchini: Parte della risposta risiede nellamissiondiunentedicertificazioneelanostraèlacapacitàdisostenereleimpresenellosvi-luppodelpropriobusinessenelrenderedura-turoilsuccessoneltempo.Lamissionesprimeindirizzievalorichedevonoesserecondivisida tutta la struttura. Ilmodello organizzativo

diSQSperilperseguimentodellapropriamis-sionruota intornoallaPersona.E’ laPersonacheva in contattocon ilCliente,quindiconl’impresa da certificare o che vuole approc-ciareaquestoprocesso,edèlastessaPersonachepoisioccuperàanchedelserviziodicerti-ficazione.SQSprevedechel’auditorsiailcen-trodituttoquestoprocesso.QuindiilClientechecercaSQStrovasindall’iniziounpartnerunico,unaPersona,dicuipuònell’immediatoapprezzarnelealtà,competenzaeprofessiona-lità.Ilvaloredelnostroorganismodicertifica-zioneèproprioquellodiaveredeiprofessioni-stichecimettonolafaccia,nelsensochesonoloroiprofessionistichesulcampovendonoilservizioedalorospettaildoverediformarsiall’interno delmodello organizzativo di SQSattraverso un addestramento continuo che licaratterizza. Per gli auditor ci sono almeno6 incontri all’anno in sede, per formazione eaggiornamentoprofessionale,acuisiaggiun-gonolemoltepliciattivitàdi iniziativaperso-nale,inautocontrolloeinautoformazione,chefannoilveroprofessionista.Pensiamochenelmomentoincuiio,imprenditore,aproleportedellamiaimpresaadunenteesterno,pretendo,esperocheciascunimprenditorelofaccia,disaperechiviene,diconoscerelaprofessiona-litàdichihodavanti,diessererassicuratosullacompetenza,diesserecertochepossopreten-dere,inquantoClientedell’organismodicerti-ficazione,diesseretempestivamenteinformatosulprocessodivalutazionedelmioSGQsindallasuapianificazione.Emispingoancoraol-tre:io,imprenditore,nonaccetteròmaiuncon-trattotriennaledaunmiofornitore,chetendeablindare cavillosamente il rapporto contrat-tuale, magari prevedendo sanzioni e penali.Devo essere messo nelle condizioni di sce-glieresenzaproblemi,voglioilmassimodellacompetenza, ilmassimodellaprofessionalità,ilmassimodellalibertà,perchévogliounpart-ner.Ilmiolegameconl’ente,finalizzatoadot-tenereemanteneresuccessoneltempo,devefondarsisullacomplementarietàdiintentiedirisultatienonsuunsemplicecontratto.

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Anno IINumero 3Luglio 2010

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