Pulire Colorare Conservare - Studio Incorvaia · molto lentamente e grazie alla rea-zione con...

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Pulire Colorare Conservare

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Città di TorinoAssessorato all’Arredo e Decoro UrbanoAssessore Ilda Curti

V.D.G. Servizi Amministrativi e LegaliVice Direttore Generale Giuseppe Ferrari

Divisione Suolo Pubblico, Arredo Urbano, Integrazione ed InnovazioneDirettore Paolo Lubbia

Settore Arredo e Decoro Urbano – Urbanistica CommercialeDirigenteValter Cavallaro

Fondazione ContradaTorino OnlusDirettoreGermano Tagliasacchi

Pulire ColorareConservareLa tua guida per la manutenzione delle facciate

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Guida alla manutenzione delle facciatewww.comune.torino.it/decorourbano

a cura diLaura Socci

Coordinamento progettualeMariella Perletti

EditingLella Giugliardi

DesignDispari Design - www.dispari.net

Ufficio comunicazioneLella Giugliardi, Laura Socci

Ufficio ColoreGraziano Pelagatti, Marco Sartoris e Sara Lyla Mantica (Fondazione ContradaTorino)

StampaTipografia Ianni

Fotografie© Città di Torino - Settore Arredo e Decoro Urbano - Urbanistica Commerciale

Fotografie pag. 143, 145© Fondazione ContradaTorino

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IntonacoCom’è fatta la mia facciata?

L’intonaco, che oggi troviamo in commercionella versione tradizionale (a base di calce,cemento o premiscelato) e in quella moderna(premiscelato, plastico), è il metodo più anticoe diffuso per proteggere le murature in pietra oin mattoni e, fin dalle sue origini, assolve aduna duplice funzione: • protettiva: impedisce all’acqua di penetrare

nel muro e lascia evaporare quella trattenuta

• estetica: per il colore, l’aspetto e gli effettidecorativi che permette.

Queste funzioni possono essere mantenute inefficienza a lungo, se, nel corso degli anni, sieffettua una sorveglianza dell’edificio e unapuntuale programmazione della manutenzio-ne, così da evitare di dover operare ad un certopunto in modo più radicale e dispendioso.

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Intonaco tradizionaleGli intonaci tradizionali sono com-posti da un legante a base di calce,aerea o idraulica, acqua e inerti didiversa grandezza (sabbia, ghiaia,polvere di marmo, cocciopesto,pozzolana), che vengono utilizzatiin modo decrescente dall’internoverso l’esterno del paramento.Ogni tipo di intonaco ha un compor-tamento diverso in relazione allasua composizione e, generalmente,gli intonaci a base di cemento vannoadoperati con molta cautela sullemurature tradizionali, facendo accu-rate indagini sui materiali che lecompongono per evitare reazionichimiche e la formazione di sali.

Intonaci a base di calceaereaLa calce aerea è il prodotto dellacottura dei calcari più puri che,scaldati a 900°, si trasformano incalce viva; aggiungendo l’acquaalla calce viva raffreddata si ottienela calce spenta che genera a suavolta due diversi prodotti, a secon-da della quantità d’acqua e delletecniche utilizzate: il grassello dicalce, umido, o la calce idrata, inpolvere che si differenziano tra diloro per il volume di acqua conte-nuta e per la maggiore plasticità elavorabilità del grassello. Questo tipo di intonaco induriscemolto lentamente e grazie alla rea-zione con l’anidride carbonicapresente nell’aria, da cui la defini-zione di “calce aerea”. Le sue qualità principali sono:grandi plasticità, lavorabilità e tra-spirabilità, caratteristica,quest’ultima, che permette all’umi-dità interna di evaporarefacilmente; scarsa tendenza a for-mare efflorescenze; minoreresistenza meccanica, rispetto agliintonaci a base di calce idraulica.

Intonaci a base di calceidraulica naturale (con-traddistinti dalla siglaNHL)La calce idraulica naturale è otte-nuta dalla calcinazione(trattamento termico a temperatu-re elevate) dei calcari argillosi: lapresenza di argilla modifica le pro-prietà della calce che, a differenzadi quella aerea, indurisce anche acontatto con l’acqua o comunque inassenza di aria. Un intonaco a base di calce idrauli-ca naturale mantienecaratteristiche analoghe a quelle diun intonaco a base di calce aerea(lavorabilità, traspirabilità), mapresenta anche una buona resi-stenza meccanica e maggioredurata nel tempo.

Intonaci a base di calceidraulica (contraddistintidalla sigla HL)La calce idraulica è cosa ben diver-sa dalla calce idraulica naturale: siottiene infatti miscelando cementoPortland con materiale inerte,generalmente di tipo calcareo, eadditivi aeranti. Questi intonacisono poco adatti per gli interventidi restauro sull’edilizia storica per-ché il particolare tipo di legante,cioè il cemento Portland, ha com-portamenti chimico-fisici pococompatibili con gli intonaci preesi-stenti a base di calce aerea o calceidraulica naturale.

Intonaci a base di cementoIl cemento si ottiene per calcinazionea circa 1400° di una miscela di calca-re e argilla. A seconda delle relativequantità dei suoi componenti, generadue diversi tipi di intonaco:• Intonaco calce-cemento: dove il

legante è una miscela di calce ecemento Portland, con prevalen-za di calce;

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• Intonaco cemento-calce: dove illegante è una miscela di calce ecemento Portland, con prevalen-za di cemento.

Il cemento ha proprietà simili allacalce idraulica (HL) ma, rispetto aquesta, ha maggiori rapidità dipresa e resistenza meccanica e laproduzione industriale ne garanti-sce la qualità regolare e i minoricosti. A fronte di questi indubbivantaggi, gli intonaci a base dicemento presentano alcuni impor-tanti inconvenienti: tendono, infatti,a non consentire l'evaporazionedell'umidità contenuta nella mura-tura, con conseguenti rigonfiamentie rotture del rivestimento, sonopoco elastici e quindi maggiormen-te esposti alle fessurazioni.

Messa in operaLa pratica tradizionale prevede chel’intonaco sia realizzato in tre stratisuccessivi, chiamati rinzaffo, arric-cio e finitura, singolarmente noneccessivamente spessi , le cuirispettive superfici vengono resegrezze e scabrose per consentirel’aggrappo di uno strato sull’altro. • Rinzaffo: il primo strato, serve per

aggrappare l’intonaco al muro,risulta di aspetto ruvido/rugoso eviene talvolta inciso con la caz-zuola per favorire l’aderenza deglistrati successivi.

• Arriccio: il secondo strato, vienesteso sul rinzaffo ben asciugato,è più spesso e assicura l’imper-meabilizzazione del muro.

• Finitura: il terzo e ultimo strato,è più sottile dei precedenti eviene preparato con inerti moltofini, caratteristica essenziale perevitare le piccole crepe e le fes-surazioni; ha la funzione diproteggere e, eventualmente,decorare il muro.

Nel passato, infatti, non sempreveniva prevista la tinteggiatura del-l’intonaco ma, a volte, questo eralasciato a vista per far intravedereil colore della calce e degli inerti.Sull’esterno venivano poi realizzatisia i fondi sia gli ornati – cornici,lesene, fasce marcapiano, … -quando non erano realizzati inmateriale lapideo.

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Intonaco

Il muro deve essere preparatoprima di applicare l’intonaco,ovvero risanato dove necessiti,pulito dalla polvere e la superficie umidificata per consentire una migliore ade-renza dell’intonaco al muro, e durante l’applicazione nondeve fare né troppo freddo nétroppo caldo.

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Rinzaffo Arriccio Finitura

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Esempi di intonaco

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Ci sono altri modi di trattare lo

strato di finitura dell’intonaco,

che si ottengono tutti

lavorando la superficie prima

della completa asciugatura,

che cambia aspetto a seconda

della lavorazione: liscio sia alla

vista sia al tatto se si lavora

con il frattazzo,

pettinato o puntinato se si

interviene con un pettine

tracciando solchi paralleli o se

si lavora con la punta della

cazzuola, irregolare e

granuloso se viene spruzzato

con la cazzuola.

Utilizzate soprattutto nei

basamenti degli edifici, queste

lavorazioni richiamano l’effetto

della pietra, troviamo infatti

finiture a finto travertino, o

finiture più grezze ottenute

scagliando sulla superficie una

malta contenente ghiaia.

Intonaco

Esempi di rifiniture

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Graffito o sgraffitoIl graffito è un intonaco costituitoda due strati di colori differenti. Incidendo il primo strato ed aspor-tandolo secondo lo schemadecorativo previsto, compare quel-lo sottostante di colore diverso.

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Intonaco

Intonaco modernoDi pari passo al perfezionamentodelle tecniche tradizionali di mura-tura, soprattutto grazieall’industrializzazione della produ-zione dei blocchi in terra cotta e incemento e allo sviluppo del cemen-to armato, nel corso del XX secolosono stati messi a punto gli intona-ci premiscelati e plastici chepermettono di diminuire considere-volmente i costi di costruzionerispetto alle tecniche classiche.Questi prodotti assicurano le stes-se funzioni degli intonacitradizionali e, in alcune particolarisituazioni, possono essere applicatisu murature di edifici storici, dopoun’accurata indagine per identifica-re le eventuali incompatibilità tra imateriali.• Intonaci premiscelati: sono a

base sia di cemento sia di calce evengono prodotti industrialmentecon piccole quantità di additiviche ne migliorano la resa e nefacilitano la messa in opera. Conl’aggiunta di una quantità prede-terminata di acqua si ottiene unamiscela pronta all’uso. È consi-gliabile, prima della loro stesura,un’ indagine approfondita perdeterminare la natura dei mate-

riali preesistenti e lo stato delmuro, in quanto è sconsigliatal’applicazione di un intonaco abase di cemento su un intonacotradizionale: gli elementi costitu-tivi dei due prodotti, infatti,reagiscono chimicamente tra diloro formando efflorescenze sali-ne che provocano lo sfaldamentodell’intonaco. Si posano a spruz-zo in un solo strato omogeneodello spessore di circa 15 mm.

• Intonaci plastici: sono derivati dalpetrolio e, in quanto tali, vengonoanche chiamati organici. Nonsono intonaci in senso proprio,ma prodotti che formano unostrato coprente e non traspirante.Sono nati per rispondere all’esi-genza di realizzare rapidamenteuno strato decorativo su muri incemento armato, ma hanno l’in-conveniente di essereimpermeabili e di non permetterefacilmente la naturale traspira-zione, propria invecedell’intonaco tradizionale. Perevitare problemi di umidità dovutialla condensa, non bisogna per-tanto applicare questi prodotti sumateriali sensibili all’acqua. Sipresentano come pitture in pastae si applicano a spatola o a rullo.

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Mattoni a vistaCom’è fatta la mia facciata?

Il paramento edilizio più riconoscibile, diffuso econosciuto fin dall’antichità è il mattone avista. Il sistema costruttivo basato sul muroportante in mattoni ha origini antichissimetanto da comparire nelle prime forme di societàstanziali. Le pareti delle abitazioni venivano rea-lizzate in blocchi di argilla cruda mescolata,secondo le disponibilità, con paglia, sabbia,sterco e vari materiali organici. Il sistema sievolve prima con la definizione di forme paral-lelepipede in cui colare l'impasto e poicuocendone il contenuto. Le miscele sempre piùleggere, resistenti e durature unite alla facilitàdella riproduzione e alla maneggevolezza hannoreso il mattone l'insostituibile protagonista delcostruire.

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Il mattone è composto da unimpasto di acqua, argilla e sabbiache viene cotto in apposite fornaci.Le differenti argille ed i differentigradi di cottura conferiscono almattone altrettante sfumature cro-matiche. In genere il tono rosso piùscuro certifica una maggioredurezza mentre le tonalità più pal-lide testimoniano una minoreresistenza. Queste differenze val-gono in special modo per il passatoquando le fornaci erano di piccoledimensioni, spesso create per ilcantiere e poi abbandonate.

In questi casi i mattoni venivanoselezionati ed utilizzati in base alleloro caratteristiche: quelli più rossie resistenti per i muri portanti ed acontatto con l'esterno, quelli piùpallidi per i muri interni destinatiad essere intonacati. Il mattone si ècostantemente e incessantementeevoluto ma è ancora oggi utilizzatouniversalmente sia per le sue dotifunzionali sia per l'aspetto esteticomolto apprezzato. I mattoni vengono connessi tra lorocon una malta di allettamento for-mata da calce, sabbia e acqua.

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Mattoni a vista

Le malte di allettamento sono

parte integrante del muro

portante e della sua

resistenza. Nel passato erano

per lo più costituite da calci

idrauliche e calci forti

mescolate a sabbia di fiume e

acqua. In tempi più recenti, con

l'utilizzo del paramento in

mattoni come tamponamento,

si è fatto ampio uso di malta

cementizia con cemento

sempre mescolato con calce,

sabbia ed acqua. Tale malta è

più comunemente conosciuta

come “malta bastarda”.

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RivestimentoCom’è fatta la mia facciata?

A partire dagli anni ’50 le esigenze di ricostru-zione e la grande domanda di abitazioni dannoun forte impulso all’attività edile. L’uso diffusodel cemento armato favorisce la velocità di rea-lizzazione degli edifici e spinge a sperimentaresoluzioni decorative per i rivestimenti, quali letessere di mosaico, le piastrelle di klinker, imattoni paramano.A Torino, in particolare, è molto diffuso l’usodel mosaico e, soprattutto nelle aree di espan-sione degli anni ‘50 e ‘60, ne troviamo chepresentano disegni astratti o figurativi, sia sullefacciate sia sui balconi.Questi materiali di rivestimento non devonoessere, in fase di restauro, coperti da altri mate-riali quali intonaco o tinta. Gli interventiconsigliati sono di pulitura e ripristino delleparti danneggiate.

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MosaicoIl mosaico è composto da tes-sere, generalmente 2x2, inmateriale vetroso, queste tes-sere venivano prodotte in pastadi vetro modellata in stampi,con i bordi a 45° per garantireuna migliore tenuta sulla biac-ca (composto di cemento ecalce). Successivamente ven-gono impiegate pereconomicità tessere in mate-riale ceramico, molto menoresistenti e senza il taglio a45°, che non garantiscono unabuona tenuta nel tempo.Le tessere di mosaico vengonoincollate su fogli in produzione,per facilitare la messa inopera. Le superfici su cuivanno posizionate devonoessere uniformi, sull’intonacoancora fresco si stende unostrato di biacca e su questo siposano i fogli con le tessere,togliendo il foglio le tessererestano attaccate alla parete. A questo punto si stuccano igiunti fra le tessere, e si pro-cede ad un lavaggio pertogliere la biacca in eccesso.

KlinkerPiastrelle di materiale duro ecompatto, a base di argilla, asuperficie generalmente traslu-cida e di medie dimensioni,assumono queste caratteristi-che dal processo di cottura delprodotto. Le piastrelle vengonofornite con diverse finiture,lucide o opache, e in diversi for-mati.

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Grés porcellanatoLe lastre di grés porcellanato -granito ceramico -, sono com-poste da argille nobili, quarzi,feldspati e ossidi metallici cal-cinati, pressate a 450 kg/cm2 ecompletamente sinterizzate auna temperatura di 1200 °C, sipresentano compatte nellamassa. Infatti, le finiture este-tiche non sono conseguenza ditrattamenti o applicazionisuperficiali come smaltatura,serigrafia, doppia pressatura,trattamenti con sali, acidi oaltro... ma, al contrario, sonopresenti in tutto lo spessoredella lastra. 

ParamanoMattoni simili al mattone avista, prodotti in estrusione ecotti in modo uniforme, si pre-sentano in partite di coloreuniforme.Le finiture superficiali dei mat-toni paramano possono esseredi diverso genere: zigrinature,bucciature, rigature orizzontalio verticali, ecc. La posa dei mattoni paramanoè del tutto simile alla posa deinormali mattoni, si deve pre-stare molta attenzione allamalta e ai giunti, considerandol’effetto finale della facciata.

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Rivestimento

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Cemento avista, granigliae litocemento

Com’è fatta la mia facciata?

Il cemento naturale è un materiale conosciutofin dall’antichità, ottenuto dalla cottura ad altetemperature di calcari. Questo procedimento èoggi quasi totalmente sostituito dalla produzio-ne di cemento artificiale. Il cemento artificialeviene prodotto anch’esso dalla cottura ad eleva-te temperature di calcari, ma miscelatiall’argilla. Il procedimento e i forni sono similia quelli per la produzione della calce.

Le graniglie e i litocemento sono agglomeraticementizi nei quali vengono dispersi quarzo esabbia a granulometria accentuata. Dopo laposa in opera, in fase di presa, si presentanocon una superficie molto scabra e con un’im-magine molto compatta di “finta pietra”, graziealla presenza di questi inerti.

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CementoIl cemento è un legante idraulicoche, miscelato con acqua, assumeun aspetto plastico. Dal cemento si ottengono:• Malta cementizia: con l’aggiunta

di sabbia.

• Calcestruzzo: con l’aggiunta disabbia, ghiaia di diverse granulo-metrie e acqua, reagisce benealla compressione ma male allatrazione. È un materiale fluidoche può essere versato in ognitipo di stampo.

• Calcestruzzo armato: si ottienedal calcestruzzo quando si inclu-dono al suo interno dellearmature in ferro, procedimentoche consente di sommare labuona resistenza alla compres-sione propria del cemento allabuona resistenza alla trazionepropria del ferro.

L’introduzione del cemento artificia-le agli inizi dell‘800 e la suaassociazione con il ferro sta all’ori-gine dell’impulso all’utilizzo delcalcestruzzo armato nelle costru-zioni, dalla fine del 19° secolo. A seconda della scelta e del dosag-gio dei differenti materiali, siottengono calcestruzzi con diversecaratteristiche, sia strutturali siaestetiche, che possono essere modi-ficate anche con l’impiego diprodotti chimici coadiuvanti, cheagiscono sui tempi di presa e induri-mento, la fluidità, la compattezza esulla resistenza all’acqua e al gelo.Il calcestruzzo armato, oltre allaresistenza meccanica, offre ancheuna buona tenuta al fuoco: data lasua elevata densità, una parete incalcestruzzo presenta buone pre-stazioni termiche e acustiche. Perqueste qualità viene utilizzatocomunemente per le facciate. Puòessere rivestito o lasciato a vista,quando è a vista viene corrente-mente chiamato cemento a vista.La realizzazione in cantiere di ele-menti in calcestruzzo (cemento)armato si effettua attraverso lacolatura dell’impasto in stampi(casseri in legno) dove è sistematal’armatura in ferro.

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Il cemento presenta una

resistenza elevata, una buona

tenuta al fuoco e richiede poca

manutenzione.

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Dopo la presa e l’indurimento delcemento, i casseri vengono smontati.Le pareti in cemento possono esse-re prefabbricate in officina e questopermette una produzione seriale eminor lavoro in cantiere. La produ-zione di prefabbricati, modalitàutilizzata principalmente negli anni‘60 e ‘70, consente la realizzazionedi pezzi con forme complesse diffi-cili da realizzare in cantiere.Le pareti possono essere trattate insuperficie per ottenere effetti este-tici, il cemento destinato arimanere a vista può avere effetti disuperficie dati dal cassero o esserelavorato una volta liberato dal cas-sero. Nel primo caso è il cassero, olo stampo in prefabbricazione, cheda al cemento l’aspetto finale disuperficie, integrando in negativo ivuoti e i rilievi ricercati. Le parti piùcomplesse di ornato sono realizza-te invece a partire da stampi inlegno o in resina/gomma/silicone.Nella prefabbricazione si possono

anche disporre sul fondo dellostampo elementi di dimensionidiverse – ghiaia, pietrisco…- cheappariranno incastonati nel cemen-to quando si sforma.Nel caso di lavorazioni su parti giàsformate, i trattamenti sulla super-ficie sono eseguiti su cementofresco o poco indurito.Alcuni trattamenti chimici vengonoapplicati sulle superfici del casse-ro, prima della colatura delcemento, e agiscono ritardando lapresa in superficie, una volta toltodal cassero la superficie vienelavata via con l’acqua lasciando avista una superficie scabra.Il colore della parete è data dallacomposizione del cemento, grigio obianco, e dal tipo di sabbia.La tinta del cemento può esseremodificata aggiungendo pigmentiche lo colorano nella massa. Si puòcolorare in superficie con tintecoprenti o con velature che lo colo-rano senza coprirlo.

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...graniglia e litocemento

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Graniglia e litocementoLa realizzazione delle graniglie e deilitocemento nasce dall’esigenza didare carattere estetico ai rilievi conun materiale che, in qualche modo,imitasse la pietra e i suoi effetti dichiaro-scuro. La produzione di que-sta pietra artificiale si è protrattadall’inizio del ‘900 fino alla fine deglianni ‘50 e la sua diffusione è stataresa possibile dall’introduzione delcemento, che presenta la caratteri-stica di fare presa velocemente eper tutto lo spessore.Le qualità di durezza e durabilità neltempo assieme all’economicità direalizzazione, e all’aderenza ai canoniarchitettonici dell’epoca, ne giustifi-cano l’ampio successo ottenuto.Graniglie e litocemento caratterizza-no ampie zone della nostra città, SanDonato, Cit Turin, ampliamenti di Poverso corso Vittorio.

Considerata la diffusione nel tessutourbano torinese, è necessario proce-dere ad un recupero che non snaturiil manufatto, ma che lo valorizzi.Le parti in graniglia e litocementopossono essere realizzate in opera,in cantiere, o fuori cantiere. I manu-fatti, per la caratteristica durezzadei componenti, potevano ancheessere lavorati da scalpellini, conlavorazioni tipiche della pietra. Perfacilitare queste operazioni di finitu-ra, era consuetudine intervenireprima che il cemento giungesse allasua massima durezza.Un’altra variabile estetica, che rap-presentava un segreto per ognibottega, era costituita dalla colora-zione del cemento con pigmenti, infunzione dell’effetto che si volevaottenere.

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PietraCom’è fatta la mia facciata?

Le pietre da costruzione sono generalmentereperibili localmente e ciò rende gli edifici diffe-renti da una regione all’altra.Quelli costruiti fino alla metà del novecento uti-lizzavano pietre provenienti dalle cave delPiemonte o, più in generale, dalle cavedell’Italia nord occidentale. Le cave piemontesihanno oggi produzioni limitate, le più attivesono quelle collocate nel Novarese, nel VerbanoCusio Ossola dove si estraggono i graniti e quel-le dell’ambito di Luserna, Barge dove si estraelo gneiss, la nota Pietra di Luserna che rappre-senta la maggioranza della produzione.

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La pietra utilizzata nelle costruzio-ni viene posata in modo strutturalee come rivestimento ma, in ognicaso, viene mantenuta la riconosci-bilità della sua natura. Nellatradizione cittadina le pietre veni-vano apprezzate e adottate perrimanere sostanzialmente a vista:nella cultura del restauro attualec’è il tentativo e lo sforzo di recu-perare quanto più possibile questacaratteristica.

Le malteLa scelta della malta deve esserefatta in funzione della pietra, i muriantichi sono posati a secco, senzariempimento nei giunti, o con maltea base di calce, terra o cemento.Le malte a base di calce sono fre-quentemente utilizzate nellecostruzioni storiche, assorbonofacilmente l’acqua piovana, presen-tano una forte capillaritàcomparabile a quella delle pietre.

L’utilizzo di malte meno permeabi-li, a base di cemento, può influiresul comportamento delle pietreall’acqua.

Tipologia dei muri• Muri in pietra bugnata: i muri in

pietra sono realizzati con pietreestratte e tagliate appositamen-te, che vengono posateaccoppiandole, in modo tale chediano stabilità e rigidità al muro.Se la qualità della pietra e laregolarità del taglio lo consento-no, questi muri non vengonointonacati ma sono lasciati a vistae presentano giunti sottili.

• Muri in pietra: i muri possonoessere realizzati anche con pie-tre non lavorate e utilizzate comesono o soltanto sgrossate. Sonoposate direttamente o lavorate incantiere a seconda delle esigen-ze e i giunti in malta sono moltospessi, dovendo riempire glispazi irregolari fra le pietre. Inquesto caso il muro presenta una

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rigidità inferiore al muro con pie-tre regolari. Sovente vengonointonacati per meglio proteggerlidalla pioggia.

• Combinazione di più materiali:certi muri possono associare pie-tre tagliate regolari e pietreirregolari, le pietre bugnate for-mano cornici, pilastri, angoli,travi, elementi che sostengono lastruttura, le pietre irregolarisono utilizzate per riempire lepareti. La pietra può essereassociata anche al mattone.

Rivestimento in pietraUn muro che si presenti con pietredisposte regolarmente non ènecessariamente un muro in pietrastrutturale.In certi edifici storici i muri in mattonisono stati ricoperti con placche dipietra di circa 10 cm. di spessore, tal-volta scolpite, con solchi orizzontaliche simulano il giunto, linee continuee altre decorazioni di fantasiaNelle costruzioni più recenti i muriin cemento o in mattoni sono tal-volta ricoperti con lastre di pietrapiuttosto sottili che vengono fissateal muro tramite graffe o viti.

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Pietra

Uso decorativo della pietra

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Pittura mineralee pittura acrilica

Com’è fatta la mia facciata?

Prima dell’apparizione delle pitture a base orga-nica derivate dal petrolio, le pitture utilizzateper i muri esterni erano a base di minerali –calce e silicati.Questi prodotti possono essere applicati su sup-porti minerali, come gli intonaci tradizionali,non ancora ricoperti da pitture.Per l’applicazione su muri già tinteggiati biso-gna prima identificare la natura della pitturaesistente e, a seconda del risultato, si potrà tin-teggiare direttamente o si dovrà intervenire perrimuoverla.Il muro deve essere in buono stato prima diessere tinteggiato.

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Pitture mineraliLe pitture murali tradizionali sonoessenzialmente a base di calce osilicati, hanno una marcata funzio-ne decorativa e presentano diversivantaggi: durata del colore, spe-cialmente per le pitture ai silicati,permeabilità al vapore acqueo,contrasto alla formazione di muffee batteri, resistenza al fuoco.Le tinteggiature a calce hannocaratterizzato tutta la nostra tradi-zione cromatica dall’antichitàall’inizio del XX secolo, quando si èassistito ad un loro gradualeabbandono in favore di tecniche piùsemplici. Tuttavia, nell’interveniresu edifici storici è necessario utiliz-zare materiali coerenti,considerando che l’uso di adeguatiadditivi aumenta la facilità di posae durata della pittura a calce.

Composizione• Grassello: il calcare puro, cotto a

circa 900°, produce la calce vivache, mescolata all’acqua, formail grassello, o calce spenta, cheindurisce a contatto con l’anidri-de carbonica presente nell’aria.La calce pura, chiamata anchefiore di calce, è commercializzatain polvere o in pasta.

• Acqua di calce: l’acqua di calce siforma durante lo spegnimentodella calce viva ed affiora sullafossa di invecchiamento. Vienenormalmente decantata fino adottenere un liquido trasparente.Si utilizza nebulizzata per prepa-rare il muro alla pittura o perfissare, a termine lavori, le tintea calce.

• Latte di calce: per latte di calce siintende una sospensione di gras-sello prodotta da calce spenta inacqua da almeno un anno. Laquantità di grassello disperso inacqua è normalmente del 10%. Siutilizza nella composizione dellepitture a calce, come correttoredella densità delle malte, comeaggrappante spruzzato sugli stratidi intonaco, quando non è possibi-le lavorare fresco su fresco.

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Messa in operaTinte a calceLa coloritura a calce di un intonacotradizionale, può essere applicata asecco quando l’intonaco è comple-tamente asciutto o a fresco quandolo strato di finitura dell’intonaco èancora bagnato.• A secco: si bagna il muro con

acqua di calce prima dell’applica-zione della tinta che si stende inpiù mani diluite in latte di calce.

• A fresco: avviene una reazionechimica tra la tinta e i componen-ti dell’intonaco, dovuta all’azionedell’anidride carbonica. Questareazione, chiamata carbonatazio-ne, consente alla tinta di farecorpo unico con il supporto,aumentandone la durata neltempo. Si può applicare su muriin cemento o intonacati a cemen-to o a calce, ma si può applicaresu muri già dipinti solo se anchela vecchia pittura è a calce. È incompatibile con intonaci abase di gesso.

Tinte ai silicatiLe coloriture a base di silicati dipotassio sono state introdotte a finesecolo in Germania e rappresentanouna valida alternativa sia alle pittureacriliche sia a quelle a calce.La pittura ai silicati si applica susupporti minerali contenenti carbo-nato di calcio – cemento, intonaci acemento e a calce – il silicato rea-gisce a contatto con l’anidridecarbonica dell’aria e con i carbonatipresenti nell’intonaco, dando origi-ne a composti insolublili e quindinon aggredibili - silicato di calcio.

Tinte ai silossaniLe coloriture a base di silossanicombinano emulsioni acriliche conresine siliconiche, traendo daquesti componenti le caratteristi-che di idrorepellenza e di buonatraspirabilità.

ColoriIl latte di calce è solitamente bian-co, si ottiene il colore desideratocon l’aggiunta di pigmenti minerali.I pigmenti sono:• Polvere di sabbia per le tonalità

ocra, giallo, rosso

• Terre naturali o bruciate perbeige e marrone

Altre preparazioni sono a base diossidi o solfati per delle colorazionipiù vive:• Ferro per giallo, rosso, nero o

bruno

• Cromo, cobalto, solfato di rameper verde e blu.

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Sulle facciate possono essere

utilizzati più colori, con effetti

decorativi. La Città di Torino

attraverso il Piano del Colore

indica quali colori utilizzare e

come combinarli a seconda

della tipologia e dell’epoca

dell’edificio. La Città ha

realizzato una mazzetta con

i colori caratteristici

dell’architettura torinese.

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Pitture acrilicheL’introduzione del “bianco di tita-nio” - pigmento bianco ad elevatacopertura - nelle pitture murali hafavorito l’uso delle tinte acriliche,di origine organica in quanto deri-vate dal petrolio, la cuicaratteristica più evidente è di for-mare una pellicola aderente almuro, una sorta di colla, che nonpenetra nella struttura come inve-ce succede con le pitture minerali. Questo tipo di intervento presentasemplicità di applicazione, compat-tezza e omogeneità del colore. Percontro, nonostante vi siano in com-mercio prodotti pellicolaritraspiranti e resistenti all’acqua

piovana, in caso di perdita d’acquadall’interno della muratura lesuperfici così trattate si gonfiano esi distaccano dal muro. Inoltre l’ef-fetto complessivo, proprio perchémolto omogeneo, offre un’immagi-ne d’insieme piatta, togliendoquelle caratteristiche vibrazioni dicolore delle facciate storiche origi-nali o, comunque, trattate conpitture minerali.Per assicurare la durata negli anni,anche i rivestimenti pellicolaridevono essere scelti con accortez-za e cura, considerando parametricome l’esposizione al sole, allapioggia, lo stato del muro e la natu-ra delle superfici esistenti.

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Pulire, Colorare, ConservareLa tua guida alla manutenzione delle facciate

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Intervento conpittura acrilica

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ComposizioneLe pitture acriliche sono composteda una miscela di legante acrilico ovinilico, solvente e pigmenti. Lanatura del legante determina laclassificazione di tali pitture.Tutti i prodotti acrilici sono da trat-tare con attenzione sia durante lamessa in opera sia durante l’asciu-gatura perché, in queste fasi,vengono emessi alcuni compostivolatili che possono essere nocivialla salute.

Messa in operaI lavori di preparazione e finituradel fondo sono definiti in funzionedella natura del fondo stesso e deltipo di effetto finale che si vuoleottenere. Una volta preparato ilfondo, si può applicare uno stratointermedio che migliori l’aderenzadella tinta.Non è consigliato eseguire i lavori ditinteggiatura con temperature trop-po basse, inferiori a 5°C, né con unaelevata umidità, oltre che in casi diforte esposizione solare che potreb-be accelerare l’asciugatura.

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Intervento a calce

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