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università delle tre età alessandria pubblicazione gratuita riservata ai soci dell’Università delle Tre Età di Alessandria a cura del laboratorio “Scuola di scrittura e giornalismo” Anno 1 - n. 2 - novembre 2007

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universitàdelle tre etàalessandria

pubblicazione gratuita riservata ai socidell’Università delle Tre Età di Alessandriaa cura del laboratorio “Scuola di scrittura e giornalismo”

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2007

SSoommmmaarriioo

3 I saluti del presidente

4 Vita in Unitre: la prolusione di Padre Sorgedi Orazio Messina

5 Vita in Unitre: chi ben comincia...di Francesco Allocco

6 Amico Libro di Lidia Gentili

7 I pensieri di Pinen: novembre di Ponziano Lucio Massara

8 Diritti e doveri: il diritto allo studio di Orazio Messina

9 Vita alessandrina: il concorso Pittaluga di Mariangela Ciceri

10 La pagina di poesia di Gianna Quattrocchio

11 Sport in Alessandria: la Canottieri Tanaro di Giuseppe Gallinotti

12 Amici a quattro zampe di Gianna Garrone

13 Il libro: Il sogno di mia madre di Lidia Gentili

14 Gioielli d’autunno: i funghi di Antonio Dalò

15 Narrazioni culinarie di Mariangela Ciceri

16 Uni...informa

Via Teresa Castellani, 315100 Alessandriatel. 0131.235500fax 0131.300000

[email protected]

Direttore:Mariangela Ciceri

Redazione:Marta ButtiniAntonio DalòAnita Desana

Milva Gaeta GalloGiuseppe GallinottiGiovanna Garrone

Lidia GentiliLucio Massara Ponziano

Orazio MessinaLuciana Mietta

Gianna QuattrocchioGiusy Ricagni

Lucia Scamuzzi

Progetto graficoe impaginazione:Mariateresa Allocco

Stampa:Litografia Viscardi

Via F. Santi, 5Alessandria

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Vita in Unitre

Siamo convinti che la nostra vita saràmigliore quando saremo sposati, quandoavremo un primo figlio o un secondo. Poici sentiamo frustrati perché i nostri figlisono troppo piccoli per fare questo oquello e pensiamo che le cose andrannomeglio quando saranno cresciuti. Inseguito siamo esasperati per il loro com-portamento da adolescenti. Siamo con-vinti che saremo più felici quando avran-no superata questa età. Pensiamo disentirci meglio quando il nostro partneravrà risolto i suoi problemi, quandocambieremo l’auto, quando faremo dellevacanze meravigliose, quando non sare-mo più costretti a lavorare e potremoiscriverci all’Unitre. Per tanto tempo hoavuto la sensazione che la mia vitasarebbe presto cominciata, la vera vita!Ma c’erano sempre ostacoli da superarestrada facendo, qualcosa di irrisolto, unaffare che richiedeva ancora tempo, deidebiti che non erano ancora stati regola-ti. In seguito la vita, la vera vita, sareb-be cominciata. Finalmente ho capito chequesti ostacoli erano la vita. Non c’èmezzo per essere felici, ma la felicità è ilmezzo!! Di conseguenza, gustate ogniistante della vostra vita e gustateloancora di più se lo potete dividere conuna persona cara e ricordatevi che iltempo non aspetta nessuno. Allorasmettete di aspettarvi tante cose e tantimomenti e decidete che non c’è momen-to migliore per essere felici che il

momento presente. La felicità e le gioiedella vita non sono delle mete ma unviaggio!! Qualche anno fa, alleParaolimpiadi di Seattle, nove atletinaturalmente o fisicamente disabili,erano pronti sulla linea di partenza dei100 metri. Allo sparo della pistola, ini-ziarono la gara, non tutti correndo, macon la voglia di vincere. In tre correva-no, un ragazzino cadde sulla pista, feceun paio di capriole e cominciò a piange-re, gli altri otto lo sentirono, rallentaro-no e si voltarono. Si fermarono e torna-rono indietro … ciascuno di loro. Unaragazza con la sindrome di Down sedet-te accanto a lui, cominciò a baciarlo echiese: “Adesso stai meglio?” Allora tuttie nove si abbracciarono e CAMMINARO-NO VERSO LA LINEA DEL TRAGUARDO.Tutti nello stadio si alzarono e gliapplausi andarono avanti per diversiminuti. Perchè? Perché dentro di noisappiamo che la cosa importante nellavita va oltre il vincere per se stessi. Lacosa importante in questa vita è aiutaregli altri a vincere, anche se comportarallentare e cambiare la nostra corsa emagari riusciremo a cambiare il nostrocuore e quello di qualcun altro. “Una candela non ci perde niente nel-l’accendere un’altra candela.”

da “La filosofia ai tempi di Internet”Il Presidente

Francesco Allocco

I Saluti del Presidente

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Vita in Unitre

“Ha parlato da Gesuita.” “E’ stato moltobravo.”Sono alcuni commenti, confusi tra festo-si saluti ed abbracci all’uscita dal Teatro,dopo la cerimonia di apertura dell’annoaccademico dell’Unitre. La prolusione èstata sviluppata da padre Sorge. Tema:“Gli interventi della Chiesa nel socio-politico: dovere o ingerenza?” Congesuitica abilità evidenzia il confine trala comunità ecclesiale e quella politica,cioè tra Stato e Chiesa (penso a Cavoure al suo celebre “libera Chiesa in liberoStato”). Confine talvolta oltrepassatoessendovi il vuoto assoluto da partedello stato laico. Ad esempio, cita ilruolo esercitato dalla Chiesa, con le sueistituzioni, a Palermo contro la mafia,padrona assoluta del campo, dopo leefferate uccisioni del Generale DallaChiesa e dei giudici. Lo testimonia fral’altro, il sacrificio estremo della vitasubito da don Puglisi che, animato dagrande fede, conduceva una appassio-nata lotta per sollevare i suoi parroc-chiani da un brutale degrado. Ricorda ilconcordato lateranense del 1984 chedichiara Chiesa e Stato sovrani nel loroambito con la prospettiva di porre inatto una reciproca collaborazione per ilbene comune. Con grande onestà intel-lettuale richiama anche momenti storiciin cui la Chiesa non ammetteva libertà distampa con relativa rottura del dialogocon lo Stato. Racconta come, negli anniquaranta, alle prime elezioni dopo ilfascismo , il Partito Comunista, rappre-sentato sulla scheda elettorale dall’im-magine di Garibaldi, inviava suoi rappre-sentanti presso ingenui elettori chesapeva contrari, con il compito di invi-tarli ad apporvi una croce sopra cancel-

lando, così facendo, il partito stesso.Altrettanto sulle porte delle chiese eranoappesi avvisi con perentori inviti a vota-re Democrazia Cristiana , pena peccatomortale e relativa scomunica. In un con-testo civile ben diverso, giustifica, anziritiene doveroso, l’atteggiamento tenutodalla Chiesa con i suoi insegnamenti, inoccasione del Referendum sul divorzio,sull’aborto e sulla fecondazione assisti-ta, senza, per questo, interferire con leleggi dello Stato laico e dei suoi rappre-sentanti. Prefigura, però, un diversomodo di operare (quale?) se il politico,l’insegnante o l’operatore sociale “viveda cristiano”. Tratta con raffinata mae-stria del Concilio Vaticano II°, di PapaGiovanni Paolo II° e rivendica il ruolodella Chiesa di praticare “formazione”come esattamente sta facendo in questasua esposizione. Personalmente,apprezzo molto la parte finale deldiscorso, quando pone l’accento, conchiarezza, su elevate problematicheaugurandosi un dialogo tra le culture enon una “contaminazione” termine chenon gli piace, preferendo imparare avivere uniti nel rispetto delle diversitàriconoscendo la ricchezza del pluralismoche aiuta a trovare ciò che accomuna inquanto esiste una grammatica etica chesi prefigge il Primato della Persona.

Orazio Messina

La prolusione di Padre Sorge

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Vita in Unitre

L’8 ottobre è una data che ricorderemotutti come la più grande apertura diAnno Accademico dalla fondazione, per-ché: - eravamo nella sala grande del TeatroComunale

- la sala era gremita di soci e simpatiz-zanti

- l’Oratore era un grande personaggio alivello internazionale

- l’argomento trattato era attualissimo.

L’anno è iniziato bene sotto i miglioriauspici. Il 9 ottobre il prof. NevioZanardi con la sua Orchestra GiovaniSolisti di Genova ci ha incantati conl’esecuzione de “Le quattro stagioni” diVivaldi: esecuzione perfetta ed integralecon la lettura dei sonetti scritti dalVivaldi stesso, una primizia bellissimaed una lettrice veramente capace.L’attività è proseguita, la sera dello stes-so giorno, con il primo incontro su“Dante e la Divina Commedia: ilParadiso.” alle ore 21 nella chiesa di S.Alessandro. Naturalmente mancavanosolo i Soci Unitre che di sera restano rin-tanati in casa… Che gioventù… brucia-ta!!

Il prof. Tiziano Rosi giovedì 11 ottobre ciha presentato un bellissimo documenta-rio sulla vita dell’acqua, con stupendipaesaggi di mari, monti, ghiacciai,uccelli e alberi di ogni tipo. A parlarcidell’Iliade non poteva che essere la prof.Maria Clotilde Bruno Ferraris. Membrodel nostro Consiglio Direttivo, accompa-gnata dal marito prof. Gigi Ferraris, pre-sidente del nostro Comitato Scientifico,lettore perfetto delle belle pagine omeri-che. Per la storia dell’arte, la pittura del‘900 il prof. Bertolotto ci ha coinvoltitutti nell’età delle avanguardie storicheed è riuscito a farmi comprendere eamare molti aspetti del futurismo anchequelle espressioni artistiche che a primavista non apprezzeremmo mai.Valentino Giuffrè, tecnico creativo, arti-sta dell’immagine reale e virtuale, il“nostro operatore video” ha preparatouna presentazione per la storia del gio-iello che potremo ammirare a boccaaperta giovedì 18 ottobre. La secondasettimana finirà con la lezione del prof.Giuseppe Grassano sulla LetteraturaItaliana sul mondo dei vinti trasferitinella piccola borghesia milanese. Fate uno sforzo per andare a sentire laLectura Dantis in S. Alessandro! Non vipentirete.Venerdì 12 ottobre, nel salone dellaTaglieria del Pelo, si sono riuniti i sociiscritti ai corsi di “Computer comeamico”: sono ben 116 (al momento) chesi cimenteranno nell’informatica! Auguridi buon lavoro!! I laboratori di Lingueproseguono la loro attività con tantoimpegno e docenti di ottima qualità cheporteranno i nostri Soci ad altezze inter-nazionali … vertiginose.

Chi ben comincia... avvenimenti deiprimi giorni del nostro anno

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Cultura

In Italia secondo unarecente indagine cisarebbero sei milionicirca di analfabeti,persone (12 italianisu 100) che nonsaprebbero né leg-gere, né scrivere. Aquesto dato vaaggiunto quello cheriguarda altri 20milioni di individui (il36,52%) che nonhanno titoli di studioe hanno frequentatola scuola solo finoalla quinta elemen-tare. Sono personecon scarse capacitàe competenze discrittura e letturache si collocano ai margini dell’analfabe-tismo. Ma come è possibile? Non eraforse l’Italia il paese di poeti, santi enaviganti? Probabilmente lo era quandola cultura dominante era quella orale epopolare e quindi poche persone fre-quentavano le scuole. La scolarizzazionedi massa degli anni 60’ e 70’ avrebbedovuto debellare per semprel’analfabetismo invece dall’analisi del-l’ultimo censimento Istat emerge che alivello territoriale, in nove regioni italia-ne (Basilicata, Calabria, Molise, Sicilia,Puglia, Abruzzo, Campania, Sardegna,Umbria) le persone senza titolo di studiosi attestano oltre la soglia d’allarmedell’8%. A livello mondiale in base aidati Ocse del 2004, l’Italia si colloca alterz’ultimo posto nella classifica dei 30paesi più istruiti, seguita solo dalPortogallo e dal Messico. Sono dati chedeclassano il paese e che rappresentano

il sintomo più vistosodi un deficit organicodi istruzione che lascuola non è ancorariuscita a colmare.L’analfabetismo dioggi ha due forme:quella “originaria”,presente soprattuttonella popolazioneanziana e quelladefinita di “ritorno”,tipica di molti giova-ni che non fanno unuso appropriatodella scrittura e dellalettura. Secondoalcuni esperti il pro-blema persisterebbeanche dopo l’uscitadal sistema formati-

vo causando una vera perdita del sape-re, come se il bagaglio delle conoscenzesi svuotasse alla stregua di un guscio dinoci. La motivazione è da ricercare nellaforte influenza della cosiddetta “culturadi massa” che propone miti con caratte-ristiche di linguaggio poco ortodosso.Inoltre i nuovi mezzi di comunicazione(sms, e-mail) impongono di strutturareil pensiero come un succedaneo allascrittura. C’è tristezza tra la gente dellamia generazione che ha sempre riserva-to un posto importante alla lettura e allascrittura. E’ un vero peccato che moltigiovani, oggi, rinuncino al privilegio dipoter scegliere tra le più belle opere chemille e più anni di letteratura ci hannotramandato. Detto questo, volete unconsiglio? Leggete, leggete, leggete. Unbuon libro è sempre un amico.

Lidia Gentili Dati Unla, Istat, Ocse

Amico Libro

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Pagine di storia: il racconto

I pensieri di Pinen:novembre

La terra, umida e fredda, copre i semigià cosparsi dalle laboriose mani dell’uo-mo, quei semi che lentamente germo-glieranno per i prossimi raccolti dopo lapausa invernale. La natura che pare dor-miente compie le metamorfosi chefanno parte della vita e che da sempre,si alternano con le stagioni. Novembre èun mese importante. La tradizione piùseguita in questo periodo dell’anno, ciconduce a commemorare i defunti e,come recarsi a una festa, passeggiamolungo i vialetti dei cimiteri in cerca diquei siti dove giacciono le persone che cifurono care. I fiori variopinti, adagiaticon cura, risaltano sui lucidi marmiaddobbati col silenzio rispettoso di cia-scun visitatore. Pinen conosce bene ilsuo tragitto: si sofferma davanti allatomba dei suoi genitori dove, con mutoraccoglimento, ripensa alla vita passata.Ricorda le carezze di sua madre e la pre-senza attiva di suo padre; ricorda la fan-ciullezza trascorsa in periodi molto lon-tani e diversi da quelli attuali. Le suedita scorrono lentamente accarezzandoteneramente le vecchie fotografie deisuoi cari. Parenti, amici, conoscenti,immortalati a quelle lapidi che identifica-no le date della vita e della morte,ricompaiono nelle sue memorie attra-verso i ricordi frastagliati nel tempo.Sono tante, tantissime le persone concui Pinen, a condiviso gli eventi dellavita e che, in questa importante circo-stanza tornano a far parte dei suoi pen-sieri, più che mai. A novembre, per chiama la natura è bello passeggiare sullealture dei colli quando il sole riflette ilsuo splendore fra le frasche degli alberi.I melograni sono maturi, come i cachi ele mele cotogne che, come ciondoli pen-

denti dai rami adornano il paesaggio. Icamini delle case rurali fumano e le aiesono quasi deserte. Il paiolo come anno-verato in una vecchia e cara poesia …,“borbotta”. Si mangia la polenta!

Quando gli eventi della vita vi privano diciò che avreste bisogno, rimangono “Ipensieri”. La fonte di questi è l’animadalla quale scaturiscono gratuitamente evoi, potete sceglierli, selezionarli, farlidiventare buoni o cattivi, esternarli congioia o con dolore. Pensate, nessunopuò interferire nei muti raccoglimentiche occupano lo spazio della vostramente, libera di accettarli e ricollocarli alloro posto senza far trapelare nulla diquanto avete pensato. I pensieri vi aiu-tano a ricordare, immaginare, sognare,sperare; vi trascinano nel tempo perrivivere i vostri istanti felici; vi ricordanoche siete stati bambini ed avete cono-sciuto le carezze di vostra Madre, laguida di un Padre, il percorso con i vostrifratelli, sorelle, amici. I pensieri nonhanno costo, non dovete neppure sfor-zarvi per cercarli: se siete inclini a farlo,potete renderli tangibili, trascriverli sulvostro diario. Forse riuscirete a trasmet-tere ai vostri figli le essenze di quelleradici che potranno propagarsi con iltempo.

P.L.M.

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Diritti & Doveri

E’ l’art. 34 della nostra Costituzione chesancisce il diritto e l’obbligo allo studioper tutti i cittadini senza distinzionealcuna. In poche righe sono dettateregole d’innegabile civiltà che qualifica-no una Nazione, soprattutto laddove sistabilisce con forza il diritto per i piùcapaci e meritevoli, se pur privi di possi-bilità economiche, di raggiungere i piùalti gradi di studio. Ciò è materia di affa-scinanti tematiche che generano conti-nue, analisi sociologiche. In questi gior-ni sull’onda dell’impatto mediatico per ilprogressivo aumento del prezzo dei libriscolastici e le possibili speculazioni adesso collegate, scaturisce, per quantopossibile, una riflessione sull’aspettospecifico e per nulla insignificante delcosto dell’istruzione. In realtà la que-stione dei libri si ripresenta puntualeogni anno e l’eco prettamente giornali-stico, dopo le annunciate ispezioni e gliimprobabili provvedimenti, lentamentesi smorza e tutto viene rimandato all’an-no successivo! Le spese per l’istruzione,invece, rimangono e si possono suddivi-dere in due grandi capitoli: quelle soste-nute dallo Stato e quelle che gravanosulle famiglie. Come recita l’art. 34“l’istruzione inferiore per almeno ottoanni è obbligatoria e gratuita”Pregevolissima enunciazione ma è effet-tivamente rispettata? Abbastanza nellescuole elementari, ma non in quelle

Medie inferiori. Va da sé che la colletti-vità deve farsi coscienziosamente e civil-mente carico delle risorse occorrenti, maè anche e soprattutto dovere di chiamministra, operare con la massimacompetenza e oculatezza, cose che evi-dentemente non marciano con il giustosincronismo. E superata la barriera del-l’istruzione obbligatoria, come provvedelo Stato ai più meritevoli? Manca unbuon sistema di borse di studio ed esistela difficile situazione degli studenti dota-ti, fatte salve alcune eccezioni. Le speseper l’istruzione sono a volte malamentegestite favorendo determinate classisociali ed eludendo in parte quanto det-tato dalla Costituzione. E le famiglie? Lastragrande maggioranza, quelle a medioreddito e a reddito medio basso, devonosottoporsi a pesanti sacrifici. Però …però … quanti di questi sacrifici sonospinti oltre misura da un mal interpreta-to consumismo e da un errato e smisu-rato spirito d’emulazione scaricato suibambini? (si pensi ai capi firmati).L’investimento sulla scuola è di capitalee primaria importanza perché dal suobuon esito dipende il futuro che rendepiù civile ed avanzato uno Stato moder-no. Tutti i cittadini devono vigilareattentamente affinché gli organismi chela democrazia mette a disposizione ope-rino sempre con competenza ed onestà.

Orazio Messina

Il diritto allo studio“La scuola è aperta a tutti:L’istruzione inferiore, impartita peralmeno otto anni, è obbligatoria egratuita. I capaci e i meritevolianche se privi di mezzi hanno dirit-to di raggiungere i gradi più altidegli studi. La Repubblica rendeeffettivo questo diritto con borse distudio, assegni alle famiglie ed altreprovvidenze, che devono essereattribuite per concorso.”

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Vita alessandrina

Il concorso PittalugaUna delle lezioni Unitre più seguite èsempre stata quella di musica.Inizialmente i corsi venivano curati daldott. Michele Pittaluga ed è proprio a luiche è dedicato un caro e affettuosoricordo attraverso questo articolo: unringraziamento doveroso per i momentimagici che ci ha regalato. La passionecon cui ci parlava delle note, delle “chic-che”, come lui le chiamava, che andavaa cercare nel suo meraviglioso mondomusicale colmo di dischi di ogni genere,creava in sala una intensa magia el’attenzione nostra era a livello di apnea.Un grazie sincero al maestro, per queimomenti indimenticabili. Il dott.Pittaluga ha lasciato la sua impronta conmolte iniziative musicali che ora portanoavanti i suoi figli: il testimone della con-tinuità. Tutti noi lo ricorderemo semprecome se fosse ancora qui.

Gianna Quattrocchio

Ci racconta come venne a suo padrel’idea di un concorso per chitarra?” –chiediamo a Marcello Pittaluga.“L’idea gli venne nel ’68 quando perl’ottavo centenario della fondazione diAlessandria, gli fu chiesto di parteciparecome organizzatore alle celebrazioniproponendo un evento musicale. La suaamicizia con Segovia e Diaz fu lo stimo-lo giusto per dare vita all’iniziativa chequest’anno è arrivata alla 40° manife-stazione.”

“Perché proprio la chitarra?”Nel periodo in cui fu preside dell’alloraliceo musicale Vivaldi, istituì una delleprime cattedre di chitarra classica delpaese, e nel ’71 si adoperò affinché lascuola divenisse conservatorio statale.

“Né lei, né le sue sorelle avete intrapre-so la carriera musicale, ma nonostantequesto vi siete impegnati perché il con-corso continuasse ad esistere.”Dopo la morte di nostro padre, abbiamovoluto che il suo lavoro non andasseperduto. Il concorso, che solo dal ’95,l’anno in cui è morto, porta il suo nomeè oggi conosciuto a livello mondiale. Ilnostro obbiettivo è quello di diffonderela cultura per la chitarra, sostenere inuovi talenti, dando loro la possibilità

di esprimersi all’interno di unamanifestazione di livello

elevato, sia per quantoconcerne i giurati chegli ospiti.

Ma.C.

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Poesia

Squillano nella notte le campanee sorge nel cuoreun acuto dolore.Son mille voci vicine e lontaneche languono nel nulla;ondeggia una betullamossa del ventomentre un lamentova … va …dove? … Chissa!?

Campane a nottesuonate a stormonunziate il ritornodell’anime carevicino all’altare,dove sale una precedove aleggia un sorriso,vicino alla casache muta mi fece,nello strazio improvviso.Suonate campane !!!!suonate.Portatealle case vicine e lontanele voci d’amoreche sanno placarel’eterno dolore; sotto ogni tettoil tributo d’affettoche ancora sperare fa il cuore.

Brillano nel cielo mille stellee passa nel cuoreun sogno incolore.Sono piccole, tremule, fiammelleche vagano nell’ariasimili a una plenaria.E ancora il vento, porta un lamento.Va … va …Dove? … Chissa?!? …

E il sogno incoloreDiventa realtàsi tinge d’azzurrolassù … nell’eternitàsvanisce il sussurrodelle campane a notte.Suonate … SuonateDin … don …

Gianna Quattrocchio

La notte delle anime vaganti

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Sport in Alessandria

La Canottieri TanaroSe un fore-stiero o unturista pas-sando, oggi,sul Ponted e l l aC i t t a d e l l avolgesse los g u a r d overso queltriste trattodel nostrofiume che vaal ponte dellaferrovia, nonpotrebbe maiimmaginare

quante belle giornate di svago e di sere-nità abbiano trascorso in tempi lontani,tanti nostri concittadini quando andava-no ad assieparsi sulle, allora, verdi rivedel fiume per assistere alle gare dicanottaggio organizzate dalla Società“Canottieri Tanaro”. La bella storia dellaSocietà cominciò negli ultimi annidell’800. Tutto nacque dalla passionesportiva di pochi intraprendenti giovani(Marona, Moglia e Pelissone)i quali pen-sarono di acquistare a Torino un barcacon la quale cominciarono a remare sulnostro fiume, sembra che i giovanottitrovandosi di fronte la barchetta tantodesiderata e dovendo ideare un nomenon esitarono a chiamarla con una paro-la del nostro dialetto: “tìchitla!” (più diun nome, è tutto un programma.) Lacosa incuriosì il cavaliere GiovanniBonicelli il quale fece costruire una barcasimile e con il suo interessamento inpoco tempo, iniziava sul Tanaro un ser-vizio noleggio di barche da passeggio. Igiovani sportivi alessandrini accolserocon molto favore la novità e in pochimesi fu necessario fondare una Società

Sportiva che potesse accoglierli tutti.Nacque così la “Canottieri” che da allorasi è sviluppata, pur attraverso crisi orga-nizzative, economiche e politiche ed haassunto con il tempo, una funzionesportiva e di aggregazione sociale note-vole nella storia della nostra città, man-tenendo un carattere elitario. Nel 1893 apochi anni dalla sua fondazione laSocietà era già in grado di organizzarecon successo regate internazionali con lapartecipazione di importanti società ita-liane e straniere. La Civica Amministra-zione espresse con una lettera la “suaammirazione per i vaghi trattenimenti, ifuochi artificiali e le regate moltoapprezzate dalla cittadinanza.” L’annodopo conquistò la sua prima vittoria alivello nazionale, con una yole a quattrocondotta da Bobbio, Moglia, Caldirola eFranza. L’affermarsi di nuovi sport dimassa, come il ciclismo e il calcio, neiquali la nostra Provincia produsse gran-di campioni creò, una crisi di adesione alcanottaggio. Subentrati nuovi dirigenti econ nuove iniziative (la realizzazione discuole e campi da tennis, lo svolgimen-to di numerose serate danzanti di bene-ficenza), rilanciarono l’immagine dellaCanottieri nelle aspettative dei giovani edegli Alessandrini. La bella storia sporti-va della Società si intreccia con le vicen-de storiche del nostro Paese, ma fu pro-prio nei periodi più tristi che la Canottieriscrisse le sue pagine più nobili divenen-do con la sua fede, un oasi di quiete e diristoro per feriti, orfani di guerra e pro-fughi. Penso si possa dire che nellamemoria e nell’immaginario collettivodei “mandrogni”, il nome della Canottierisia legato ad anni sereni e pieni di fidu-cia nel futuro.

Giuseppe Gallinotti

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Amici a quattro zampe

Milù - Barboncina dicolore grigio, dire che erabella è dire poco. Quandoi suoi padroni, miei amici,me la lasciavano perqualche giorno, io erofelice, lei non tanto e lodimostrava restando vici-na alla porta, preoccupa-ta di essere stata abban-donata. Figuriamoci, conl’amore che tutti nutriva-no per lei! Poi capiva e miveniva a cercare e cosìcominciava il nostroperiodo di convivenza,bellissimo e felice. Morìche aveva 16 anni elasciò un grande vuoto.Dopo qualche tempo il suo vuoto furiempito da Timmy, un bassotto. Conlui fu amore a prima vista. Quando suo-navo il campanello di casa capiva cheero io e allora cominciava ad abbaiare.Una volta entrata mi accompagnava allasedia, dove lo prendevo in braccio e lui,beatamente si godeva le meritate cocco-le. Un cane intelligente e austero matanto, tanto affettuoso. Ora riposa incampagna, vicino a Milù. Poi venneBirba, maltese, pelo bianco. E’ il cane dialcuni conoscenti e, quando vado a tro-varli per dimostrarmi la sua gioia, pren-de tutti i giochi e li mette ai miei piedi,segno di un amore incondizionato chesolo gli animali sanno dare. Lola è lamia ultima conoscenza, un’amicizia nataalla fermata dell’autobus, dove per laprima volta le ho fatto un complimento.Da allora quando mi vede, tira talmenteil guinzaglio da rischiare di mandare agambe all’aria la sua non più giovanepadrona, che, mi confidò un giorno, vive

solo per lei. La storia di Paco sarebbelunga e divertente, ma qui non possofare altro che riportarne alcuni episodi.Esso era uno spirito libero, un cane pro-fondamente amato dalla sua padronacon cui trascorreva buona parte dallagiornata, nel suo negozio da parrucchie-ra, accompagnando le clienti prima disparire. Durante le sue assenze passavail tempo con un “amico”, in giro per igiardinetti e Corso Roma, magariseguendo qualche “signorina” al guinza-glio. Paco lo si vedeva ovunque e quan-do doveva attraversare la strada, aspet-tava che il semaforo fosse verde! Unacautela che non fu sufficiente a rispar-miargli la vita. Paco morì investito dauna macchina ed anche lui ha lasciatoun grande vuoto. Se fossimo tutti piùattenti capiremmo quante cose questianimali ci possono dare anche se nonhanno avuto come noi, dal buon Dio, ildono della parola.

Gianna Garrone

Milu, Timmy, Birba, Lola e Paco

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Libri, musica, cinema, teatro

Il libro: Ilsogno di miamadre

A detta dei critici, Alice Munro è la piùimportante scrittrice canadese contempo-ranea, se non addirittura la migliore, perquanto riguarda i racconti in lingua ingle-se. Le sue storie parlano di donne e sonoviolente come possono essere violente lavita e la morte. “Il sogno di mia madre”che da il titolo alla raccolta di racconti,esorta ad annullare gli spazi fra situazionie culture diverse. Teatro in cui accadono ifatti è una villetta in legno, piccola madignitosa, situata nei pressi del lago diHuron. Qui vive la famiglia Kirkham:l’anziana madre, le figlie Ailsa e Jona, e inseguito arriverà anche Jill, la giovanissimanuora, moglie di George, unico figliomaschio. Egli è un giovane simpatico chelascia gli studi in legge per arruolarsi nel-l’aviazione e nel 1945, durante le ultimesettimane di guerra in Europa, muoreesplodendo con il suo velivolo. La moglieJill, incinta, ospite in casa Kirkham, è coltadalle doglie lo stesso giorno dei funerali,

mentre in casa si attardano i parenti, pro-dighi nel dispensare condoglianze, premu-re, consigli. Ma un evento così importantecome la nascita di una nuova vita, comepuò essere gestita in una situazione tantotragica? Nell’analisi di Alice Munro ci sonotutti i contorni possibili, partendo dal vis-suto della protagonista, Jill, cresciuta inorfanotrofio che nulla sapeva di come siviveva in famiglia. L’unico letto che avevaconosciuto era stato quello del dormitorio,dove le luci erano accese e spente ad orefisse. Eppure in quel triste contesto riescea frequentare il conservatorio, conoscereGeorge e sposarlo poco prima della suapartenza per la guerra. Ailsa èun’impiegata, puntigliosa e precisa, men-tre Jona, il brutto anatroccolo, fragile dinervi, lavora in una pasticceria fino allanascita della nipotina, quando prenderàun periodo di aspettativa e si occuperà dilei, in modo ossessivo, approfittando delladifficoltà della piccola di accettare il lattematerno. Alla fine sarà un sogno il porta-voce del dramma inespresso di Jill, maquesta è un’altra storia. Quello che avven-ne in quella caldissima giornata di luglio enella notte che segue, Jill non l’avrebbepiù dimenticato. Ricorda di essere statasvegliata il mattino seguente dalle urla diJona: “Assassina, assassina, hai uccisotua figlia!” Nella confusione generale odeun vagito, fruga sotto il divano e tocca unfagottino morbido e caldo: la sua bambi-na. Allora fa quello che non aveva maifatto prima, corre in cucina e le prepara ilbiberon.

Lidia Gentili

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Gioielli d’autunno

Uno dei maggiori divertimenti autunnaliper chi ama la campagna è andar perfunghi. Si parte all’alba quando il primosole mette in evidenza il loro colore, conil coltello a serramanico e provvisti dibastone per togliere le foglie ed evitareanimali pericolosi come le vipere. I fun-ghi raccolti vanno messi in panieri divimini sul cui fondo in precedenza ven-gono sistemati rami e foglie di castagnoper favorire la caduta della spore, (gliorgani di riproduzione situati nella parteinferiore del cappello), ed evitare la for-mazione di muffe (tossiche). I funghi sono organismi di varie dimen-sioni e colore e per l’assenza di clorofil-la nella loro struttura, crescono numero-si in zone boscose e prive disole. Quelli commestibili (ipo-calorici e moderatamentenutrienti) sono molto ambitinelle cucine, tuttavia il rischiodi lasciarsi ingannare dal-l’aspetto e raccogliere esem-plari velenosi, è sempre die-tro l’angolo, tanto più cheproprio quelli dalle tinte piùvistose e attraenti, sonoanche quelli più pericolosi e avolte, mortali.In caso di avvelenamentosono possibili tre tipi di intos-sicazione. La prima detta Lividica, dallasintomatologia precoce, simanifesta con nausea, doloriaddominali e qualche voltadisturbi nervosi. La seconda, Muscarinica, cheè raramente mortale, causasudorazione, bradicardia (ral-lentamento del battito cardia-co), miosi (restringimentodelle pupille).

I funghiL’intossicazione più grave è quellaFallinica, mortale nel 50% dei casi. I sin-tomi compaiono 10-12 ore dopol’ingestione e alla nausea, al vomito e aidolori addominali si accompagnanograve insufficienza epatica e cardiocirco-latoria. Proprio per questa ragione la raccoltadei funghi è regolamentata da unaLegge Regionale che prevede il rilasciodi un Patentino da esibirsi assieme ad undocumento di riconoscimento su richie-sta degli agenti di controllo, sia per iraccoglitori professionali, che per quellioccasionali conseguito solo dopo averepartecipato ad un corso formativo.

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Narrazioni culinarie

Cosa accadeva nelle cucine dei nostre nonne? Cosa mangiavano?Quali erano i piatti delle feste? Cosa si cucinava a Natale, aPasqua, per la festa del paese?Quali sapori, profumi, pietanze attivano i nostri ricordi? Come ècambiato attraverso gli anni il nostro modo di mangiare e qualiprodotti, un tempo in uso adesso non usiamo più?

Questa volta il ricordo non è legato alprofumo di una pietanza, ma ad unapersona. Lo incontravo e mi accorgevodi lui, seduto al bar davanti alla stazio-ne, solo una volta l’anno, quando anda-vo a trovare dei parenti. Basso di statu-ra, curvo e misterioso, vestiva con abitiscuri di fustagno, beveva vino nero enon si separava mai dal suo cane, unospinone grigio che dava poca confidenzaagli estranei. In paese lo chiamavano“l’uomo della nebbia” Perché? Chiesi unavolta. Qualcuno mi rispose che lavoravasolo di notte tra settembre e novembre,quando appunto iniziano e si infittisconole nebbie. Era un Trifolau, un raccoglito-re di tartufi.

Ma. C.

Crostini al tartufotartufi nerifiletti d’acciugaolio di oliva di frantoioagliosalepane carrè rotondo gocce di limone

Copro la padella di un velo d’olio dioliva, metto a friggere l’aglio dopo aver-lo schiacciato con il palmo della mano;lascio che prenda colore poi lo butto via.Tolgo per qualche istante la pentola dalfuoco e grattugio i tartufi. Prendo i filet-

ti d’acciuga, li pesto un po’, li aggiungoall’olio non più bollente, mescolo erimetto la padella sul fuoco dolcissimo,vi aggiungo i tartufi grattugiati e lascioche si riscaldino senza friggere aggiun-gendo se necessario un po’ di sale.

da “Il ricettario di Ugo Tognazzi”Fabbri Editore

La redazione aspett

a

le vostre ricette, sopr

attutto

quelle “legate” ai momenti

importanti della

vostra vita.

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Uni...informa

• venerdì 9 novembre 2007 ore 21.15 rassegna musicalecon Leonardo Sasso e i Ray Soul System - Bistagno- Teatro della Soms.

• venerdì 16 novembre 2007 ore 21.15 rassegna musicalecon la Paolo Bonfanti Band - Bistagno - Teatro dellaSoms.

• 12-17 novembre Settimana del BenesserePsicologico: in tutto il territorio piemontese sarà con-cesso a chiunque lo desideri, di confrontarsi gratuitamen-te con uno psicologo nella totale discrezione e rispettodelle norme deontologiche e professionali. L’elenco deiprofessionisti disponibili è reperibile sul sito dell’Ordinedegli Psicologi. (www.ordinepsicologi.piemonte.it) a parti-re dal 10 ottobre. Per informazioni è disponibile unnumero verde (800090163) attivo dal 15 ottobre al 15novembre dalle ore 9.00 alle ore 17.

Appuntamenti

La redazione attende contribu-ti dai soci, non superiori a unapagina e firmati, di cui se neriserva la pubblicazione com-patibilmente con le necessitàeditoriali.

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