Psicotronica

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Le Radiazioni del pensiero Cosa è la Psicotronica Tutto è unità Le onde di forma Le Apparecchiat ure I collegamenti strutturali Le Tavole Attive Test di prova OnLine Le basi storiche e scientifiche Bibliografia LA PSICOTRONICA E' L'AZIONE VERSO UN OBIETTIVO, CON IL SUPPORTO DI COLLEGAMENTI STRUTTURALI ED ENERGIA QUANTISTICA. La distanza fisica è irrilevante. Ciò che conta è la potenza dell'Energia Vitale impiegata e l'accuratezza dei Collegamenti Strutturali. Per comprendere i procedimenti psicotronici, dobbiamo prima studiare profondamente le caratteristiche dell'Energia Vitale e la natura dei Collegamenti Strutturali, passando poi ai modi per creare entrambi. Appreso ciò potremo compiere ogni atto con successo e vedremo la PSICOTRONICA sotto forma di scienza, coi suoi metodi, le sue teorie, la sua prassi invece di vederla come una cosa misteriosa e sfuggente. LA TEORIA QUANTISTICA : UNA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA E FILOSOFICA PASSATA SOTTO SILENZIO Le grandi rivoluzioni della scienza sono spesso seguite da sconvolgimenti in campo filosofico e sociale. Le tesi di Copernico, ad esempio, il quale sostenne che la Terra non occupava il centro dell’universo, innescarono un processo di sgretolamento di dogmi religiosi e filosofici che cambiarono profondamente la società europea degli inizi del Rinascimento. La teoria evoluzionistica di Darwin (secoli dopo), con la distruzione della credenza in uno stato biologico speciale degli esseri umani, produsse effetti simili. Le teorie di Einstein infine, con l’affermazione che "tutto è relativo", diedero una spallata definitiva ad un certo modo, "assolutistico", di intendere la scienza e la vita. Con questi presupposti, desta notevole stupore che la più grande rivoluzione scientifica di tutti i tempi sia

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Le Radiazioni del pensiero

Cosa è la Psicotronica

Tutto è unità

Le onde di forma

Le Apparecchiature

I collegamenti strutturali

Le Tavole Attive

Test di prova OnLine

Le basi storiche e scientifiche

Bibliografia

LA PSICOTRONICA E' L'AZIONE VERSO UN OBIETTIVO, CON IL SUPPORTO DI COLLEGAMENTI STRUTTURALI ED ENERGIA

QUANTISTICA.

La distanza fisica è irrilevante. Ciò che conta è la potenza dell'Energia Vitale impiegata e l'accuratezza dei Collegamenti Strutturali. Per comprendere i procedimenti psicotronici, dobbiamo prima studiare profondamente le caratteristiche dell'Energia Vitale e la natura dei Collegamenti Strutturali, passando poi ai modi per creare entrambi. Appreso ciò potremo compiere ogni atto con successo e vedremo la PSICOTRONICA sotto forma di scienza, coi suoi metodi, le sue teorie, la sua prassi invece di vederla come una cosa misteriosa e sfuggente.

LA TEORIA QUANTISTICA :

UNA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA E FILOSOFICA PASSATA SOTTO SILENZIO

Le grandi rivoluzioni della scienza sono spesso seguite da sconvolgimenti in campo filosofico e sociale. Le tesi di Copernico, ad esempio, il quale sostenne che la Terra non occupava il centro dell’universo, innescarono un processo di sgretolamento di dogmi religiosi e filosofici che cambiarono profondamente la società europea degli inizi del Rinascimento. La teoria evoluzionistica di Darwin (secoli dopo), con la distruzione della credenza in uno stato biologico speciale degli esseri umani, produsse effetti simili. Le teorie di Einstein infine, con l’affermazione che "tutto è relativo", diedero una spallata definitiva ad un certo modo, "assolutistico", di intendere la scienza e la vita. Con questi presupposti, desta notevole stupore che la più grande rivoluzione scientifica di tutti i tempi sia passata per lo più inosservata agli occhi del grosso pubblico. E questo non già perché le sue implicazioni abbiano scarso interesse, ma perché queste implicazioni sono talmente sconvolgenti da risultare quasi incredibili persino per gli stessi scienziati che le concepirono. La rivoluzione di cui si sta parlando si è consumata, nella sua fase più "cruenta", durante i primi trenta anni del ventesimo secolo ed è conosciuta col nome di Teoria Quantistica o Meccanica Quantistica.

Nata come tentativo di spiegare la fisica delle particelle elementari, la Teoria Quantistica in seguito crebbe sino ad incorporare gran parte della microfisica e parte della macrofisica. Oggi fra alterne vicende può dirsi (nella sua versione ortodossa) universalmente accettata.

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Sebbene attualmente nessuno dubiti della sua efficacia pratica ci sono ancora ampie schiere di studiosi che ne mettono in discussione le conseguenze, specie quando queste conseguenze vengono estese alla natura della realtà.

Fondamenti della meccanica quantistica :

- Non esiste una realtà obiettiva della materia, ma solo una realtà di volta in volta creata dalle "osservazioni" dell’uomo.

- Le dinamiche fondamentali del micromondo sono caratterizzate dall'acausalità.

- E’ possibile che, in determinate condizioni, la materia possa "comunicare a distanza" o possa "scaturire" dal nulla.

- Lo stato oggettivo della materia, è caratterizzato da una sovrapposizione di più stati.

La conclusione più sconvolgente che si può trarre da quanto sino ad ora affermato è senza dubbio quella che asserisce che la realtà è tale solo se è presente l’uomo con le sue "osservazioni" ; con i suoi esperimenti. A differenza delle precedenti rivoluzioni scientifiche, le quali avevano confinato l’umanità ai margini dell’universo, la Teoria Quantistica riporta l’uomo ("l’osservatore") al centro della scena. Alcuni eminenti scienziati si sono spinti a ipotizzare che la Teoria dei Quanti abbia perfino risolto l’enigma del rapporto tra Mente e Materia, asserendo che l’introduzione nei processi di misura quantistica dell’osservazione umana è un passo fondamentale per il costruirsi della realtà.

UN GRANDE DIBATTITO

Seppur fortemente avversata sin dal suo apparire (Einstein per manifestare la sua contrarietà arrivò a coniare la frase "Dio non gioca a dadi") la Meccanica Quantistica, è oggi universalmente accettata. Essa, oltre spiegare processi a livello microscopico come la stabilità dell’atomo o processi macroscopici come la superconduttività, ha ottenuto recenti eclatanti conferme sperimentali : si pensi alla diseguaglianza di Bell. Ciononostante il grado di diffidenza nei confronti di questa materia - sempre in bilico tra Fisica e Metafisica - è rimasto (come si diceva anche dianzi) alto. I suoi assunti, al limite dell’assurdo, mettono a dura prova le menti più aperte.

Anche nell’era dei computer superveloci, la Teoria Quantistica più che una scienza "accettata" si caratterizza per una scienza "subita". E sono soprattutto gli studiosi di microfisica, i quali ogni giorno hanno a che fare con i suoi assunti filosofici e con il suo formalismo matematico, che più soffrono questo stato di cose. Recentemente però, una agguerrita schiera

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di fisici, la cui punta di diamante è rappresentata dall’inglese S.Hawking, è riuscita a rovesciare la situazione, volgendo a loro favore proprio quelle "conseguenze" della Meccanica Quantistica che maggiormente rendevano perplessi i fisici atomici. In questo contesto Hawking crea una vera e propria disciplina scientifica ; la Cosmologia Quantistica, attraverso la quale molti misteri dell’universo trovano una razionale spiegazione. E questo, come detto, partendo proprio dagli assunti quantistici più "rivoluzionari". In questa nuova prospettiva trova coerente giustificazione la nascita della materia dal nulla.

La Fisica del Quanti, in effetti, prevede che in determinate condizioni la materia possa scaturire dal nulla. Questa non è fantascienza, ma scienza nel senso più alto del termine. E qui tornano alla mente le profetiche parole del grande W.Heisenberg quando affermava : "La più strana esperienza di quegli anni [1920 – 1930] fu che i paradossi della Teoria Quantistica non sparirono durante il processo di chiarificazione; al contrario, essi divennero ancora più marcati e più eccitanti ... ".

Sì, "eccitanti", è la parola giusta per definire il ventaglio di possibilità che allora si dischiudeva e che anche oggi può dischiudersi affrontando senza condizionamenti la Teoria dei Quanti.

Una nuova interpretazione del principio quantistico denominato "Probabilismo", ad esempio, deporrebbe a favore del libero arbitrio. Una lettura a trecentosessanta gradi della diseguaglianza di Bell (diseguaglianza che dimostra la possibilità di azioni a distanza) prova che l’universo non può più essere considerato una mera collezione di oggetti, ma una inseparabile rete di modelli di energia vibrante, nei quali nessun componente ha realtà indipendente dal tutto.

IL PROBABILISMO E L’ACAUSALITA’

All’inizio del ventesimo secolo, i fisici ritenevano che tutti i processi dell’universo fossero perfettamente calcolabili purché si avessero a disposizione dati di partenza sufficientemente precisi. Questa filosofia deterministica aveva preso le mosse due secoli prima quando Newton, con la sua legge di gravitazione universale, era riuscito a descrivere le orbite dei pianeti. In un sol colpo lo scienziato inglese aveva dimostrato che una mela che cade da un albero e un corpo celeste che si muove nello spazio, sono governati dalla stessa legge : l’universo ticchettava come un gigantesco orologio perfettamente regolato.

Ma in concomitanza con la fine dell’epoca vittoriana, quella presuntuosa sicurezza svanì ; avvenne nel momento in cui i fisici tentarono di applicare quelle leggi meccanicistiche al comportamento del mondo atomico. In quel minuscolo regno, gli eventi non fluiscono armonicamente e gradualmente con il tempo, ma si modificano in modo brusco e discontinuo. Gli atomi riescono ad assorbire o liberare energia solo in forma di pacchetti discreti chiamati Quanti (da qui il termine Meccanica Quantistica). A questo livello la natura non funziona più come una macchina, ma come un gioco di

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probabilità. Nei primi decenni del nostro secolo lo scienziato danese Niels Bohr scoprì che le particelle atomiche si comportavano in modo molto meno prevedibile che non gli oggetti ordinari come le matite o le palle da tennis. Le parole "sempre" e "mai", di cui si faceva largo uso per i processi del mondo macroscopico, dovettero essere rimpiazzate dai termini "spesso" e "raramente". Non si poteva dare più nulla per scontato.

Elementi come le orbite percorse dagli elettroni attorno al nucleo, non potevano più essere definite con precisione. Anche il "quid" che ad un certo punto induceva l’atomo radioattivo alla disintegrazione doveva sottostare alle leggi della probabilità.

Il fisico italiano Franco Selleri nel suo libro "La Causalità Impossibile" spiega bene la situazione e le conseguenze delle idee introdotte dalla Teoria dei Quanti. Egli scrive :

"Il problema che risulta molto naturale porsi è quello di capire le cause che determinano le differenti vite individuali dei neutroni [liberi]. Lo stesso problema si pone per ogni tipo di sistema instabile come atomi eccitati [...]. L’interpretazione di Copenhagen [quella della Meccanica Quantistica ortodossa] della teoria dei quanti non solo non fornisce alcuna conoscenza di queste cause, ma accetta esplicitamente una filosofia acausale secondo la quale ogni processo di disintegrazione di un sistema instabile ha una natura assolutamente spontanea che non ammette una spiegazione in termini causali. Secondo tale linea di pensiero il problema delle diverse vite individuali dei sistemi instabili dovrebbe necessariamente restare privo di risposta e dovrebbe anzi essere considerato un problema non scientifico".

IL PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE E LE FLUTTUAZIONI NEL VUOTO

Nel 1927 il fisico tedesco Werner Heisenberg scoprì che la natura probabilistica delle leggi della Meccanica Quantistica poneva grossi limiti al nostro grado di conoscenza di un sistema atomico. Normalmente ci si aspetta che lo stato di una microparticella in movimento (consideriamo ad esempio un elettrone in rotazione attorno al nucleo) sia caratterizzata completamente ricorrendo a due parametri : velocità e posizione. Heisenberg postulò invece, che a un certo livello queste quantità sarebbero dovute rimanere sempre indefinite. Tale limitazione prese il nome di Principio di Indeterminazione. Questo principio afferma che maggiore è l’accuratezza nel determinare la posizione di un particella, minore è la precisione con la quale si può accertarne la velocità e viceversa. Quando si pensa all’apparecchiatura necessaria per eseguire le misurazioni, questa indeterminazione risulta intuitiva. I dispositivi di rilevazione sono così grandi rispetto alle dimensioni di una particella che la misurazione di un parametro come la posizione è destinato a modificare anche la velocità. Occorre sottolineare però che le limitazioni in parola, non derivano solo dalla interazione tra mondo microscopico e mondo macroscopico, ma sono proprietà intrinseche della materia. In nessun senso si può ritenere che una microparticella possieda in un dato istante una posizione e una velocità.

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Queste sono, seguendo Heisenberg, caratteristiche incompatibili; quale delle due si manifesti con maggior precisione dipende solo dal tipo di misurazione che lo sperimentatore ("l’osservatore") decide di effettuare. E qui ci si imbatte nella più straordinaria novità introdotta dalla Fisica Quantistica ; ovvero la dipendenza della realtà obiettiva del mondo atomico (mondo che, non dimentichiamolo, è alla base di ogni cosa nell’universo) rispetto alle "scelte" effettuate da colui che si trova davanti all’apparecchiatura di misura. Se lo sperimentatore decide di rilevare la posizione di una particella questa cesserà (letteralmente) di "esistere" nella dimensione "velocità" e viceversa. Per gli scienziati adusi a concepire l’universo oggettivo della materia indipendentemente dall’uomo, oppure abituati a calcolare contemporaneamente e con precisione millimetrica velocità e posizioni dei più disparati oggetti, queste nuove idee rappresentano una vera e propria rivoluzione.

Oltre alla posizione e alla velocità delle particelle, il Principio di Indeterminazione di Heisenberg pone limiti anche alla misura simultanea di parametri come l’energia e il tempo. Questo comporta che per periodi brevissimi la legge di conservazione dell’energia subisce una sospensione. Nel mondo di tutti i giorni, materia ed energia non si creano e non si distruggono cambiano solo di stato. La benzina non si materializza nei nostri serbatoi, e quando si brucia un litro di carburante si finisce per ottenere una quantità di "energia" e di scorie che equivalgono esattamente a un litro di benzina. Ma su scala atomica, le cose non vanno così. Il piccolissimo grado di indeterminazione esistente tra i vari livelli di energia e tempo, provoca (per intervalli brevissimi), fluttuazioni nell’energia del sistema. Per tempi che si aggirano intorno al miliardesimo di trilionesimo di secondo un elettrone ed il suo compagno di antimateria - il positrone - possono emergere improvvisamente dal nulla, congiungersi e quindi svanire. Questa è più di una semplice ipotesi; gli effetti di questi comportamenti spontanei di creazione e annullamento sono stati misurati in laboratorio in preciso accordo col Principio di Indeterminazione. E non si creda che la fugace vita di queste particelle non abbia senso o conduca a nulla. Durante la loro breve esistenza questi singolari enti possono compiere una bella dose di lavoro ; si pensi all’attrazione e alla repulsione elettrica, ai processi legati alle le varie forme di magnetismo, ecc.

Questi inusuali eventi subatomici diedero ai fisici una nuova prospettiva per comprendere lo spazio vuoto. Per Heinz Pagels della Rockfeller University, il vuoto assomiglia alla superficie dell’oceano : "Immaginate di sorvolare l’oceano con un jet. Da quel punto di osservazione ottimale, la superficie sembra perfettamente uniforme e vuota. Ma voi sapete che se foste su una barca, vedreste enormi onde tutt’attorno. Così si comporta il vuoto. Su grandi distanze - ovvero le distanze che noi sperimentiamo come esseri umani - lo spazio ci appare completamente vuoto. Ma se potessimo analizzarlo da molto vicino vedremmo tutte le particelle quantistiche entrare e uscire dal nulla ".

I fisici chiamano queste particelle "fluttuazioni nel vuoto". Il concetto sembra sfidare il buonsenso ma è perfettamente valido nell’ambito della

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Meccanica Quantistica. "Non c’è punto più fondamentale di questo", ha scritto John Wheeler, "lo spazio vuoto non è vuoto. In realtà è la regione dove avvengono i fenomeni fisici più violenti".

LA DISEGUAGLIANZA DI BELL E LE "AZIONI A DISTANZA"

La diseguaglianza di Bell è una formulazione moderna di un famoso paradosso escogitato dai fisici Einstein-Podolsky-Rosen per dimostrare che la meccanica quantistica non poteva essere considerata una teoria esatta o quantomeno completa.

Sia il paradosso di Einstein e compagni (elaborato nel 1935) che la diseguaglianza di

Bell (formulata nel 1965), non poterono essere verificati sperimentalmente prima del 1982. Fu a partire da quell'anno infatti che Alain Aspect dell'Università di Parigi, approntò una serie di esperimenti i quali permisero di seguire l'evoluzione spazio-temporale di coppie di particelle emesse da un'unica sorgente e dirette verso rivelatori lontani.

Non è questa la sede per entrare in dettagli tecnici, qui basterà sottolineare che i risultati degli esperimenti del prof. Aspect provarono una notevolissima violazione della diseguaglianza di Bell e quindi indirettamente confermarono le tesi sostenute dai fisici quantistici.

Per spiegare la diseguaglianza di Bell occorre partire dalla definizione fisica di "localismo" o "realismo locale" ; è infatti sulla convinzione che il localismo non possa essere in alcun modo violato che, prima Einstein-Podolsky-Rosen, poi Bell, fondano i loro teoremi.

Si ha "localismo" quando due oggetti separati da grande distanza, esistono indipendentemente l'uno dall'altro, nel senso che l'azione compiuta su uno di essi non modifica in modo sensibile le proprietà oggettive dell'altro.

Ora, la fisica classica, così come la relatività einsteiniana, non contempla violazioni del "realismo locale" ; la meccanica quantistica invece, prevede ampie "deroghe" alla possibilità di influenze a distanza. Al riguardo leggiamo quanto scritto, mezzo secolo fa, da Niels Bohr :

"Tra due particelle [correlate] che si allontanano l'una all'altra nello spazio, esiste una forma di azione-comunicazione permanente. [...] Anche se due fotoni si trovassero su due diverse galassie continuerebbero pur sempre a rimanere un unico ente ..."

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Questa "azione-comunicazione" permanente tra le due microparticelle faceva infuriare Einstein. Chi non ricorda come uno degli assunti fondamentali delle sue teorie, oltre al localismo, prevedesse l'impossibilità di viaggiare o comunicare a velocità superiore quella della luce. Nel caso della coppia di particelle emesse da un'unica sorgente dell'esperimento di Aspect, la comunicazione risultava addirittura istantanea.

Per le sue dirompenti conseguenze, la diseguaglianza di Bell, per giudizio unanime di fisici ed epistemologi, rappresenta una delle tappe più inquietanti nell'intera storia del pensiero scientifico.

L'EFFETTO TUNNEL QUANTISTICO

Una interessante conseguenza del Principio di Indeterminazione di Heisenberg è il cosiddetto Effetto Tunnel.

Classicamente una particella può oltrepassare un ostacolo (o una barriera di potenziale) soltanto se possiede sufficiente energia. In campo umano una situazione simile può essere immaginata pensando ad un atleta impegnato in un salto in alto. Se dopo adeguata rincorsa, il nostro atleta sarà in grado di esprimere sufficiente energia, riuscirà ad oltrepassare l'asticella che fissa il limite superiore del salto, viceversa rovinerà contro di essa.

La situazione appena descritta non è vera in meccanica quantistica.

Il piccolissimo grado di indeterminazione esistente tra i vari livelli di energia e tempo, si traduce in rapidissime fluttuazioni dei sistemi microfisici. Per tempi che si aggirano intorno al miliardesimo di trilionesimo di secondo, un gruppo di elettroni può prendere a prestito dal "nulla" sufficiente energia e oltrepassare una barriera di potenziale altrimenti insuperabile. Il Principio di Indeterminazione vincola però la realizzazione di una tale transizione alla rapidissima restituzione dell'energia utilizzata nel prestito.

L'Effetto Tunnel quantistico ha validità universale ed è alla base di fenomeni quali il "tunneling elettronico" e la radioattività.

Il nucleo di un atomo è normalmente circondato da una "altissima barriera" che non permette ai neutroni e ai protoni di allontanarsi da esso. Nonostante ciò (specialmente nei minerali di Uranio e Radio) in seguito all'Effetto Tunnel, gli inquilini del nucleo, possono "scavarsi ampie gallerie" e lasciarsi alle spalle le barriere di potenziale rappresentate dall'attrazione nucleare, dando così vita al fenomeno della radioattività.

La figura sotto mostra l'evoluzione di un pacchetto di onde associate ad un gruppo di particelle (in microfisica ogni particella si muove sempre associata ad un'onda) che incontrano una barriera di potenziale. Questa barriera può essere, ad esempio, la giunzione di un diodo. Tali onde, pur

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essendo "sottodimensionate" rispetto all'altezza della barriera che devono oltrepassare, riescono, per Effetto Tunnel, a superarla agevolmente.

LA MECCANICA QUANTISTICA E IL PRINCIPIO

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DI CAUSA ED EFFETTO

Una delle conseguenze più rivoluzionarie della fisica quantistica è la modificazione del rapporto causa-effetto. La fisica classica è deterministica : dato A allora possiamo ottenere B. Una pallottola sparata contro una finestra manda sempre in frantumi i vetri. Su scala quantistica, ciò è solo "probabilmente vero" : la maggior parte delle particelle subatomiche della pallottola si scontra con le particelle subatomiche del vetro, ma un certo numero va altrove e la traiettoria di ciascuna delle particelle può essere prevista solo facendo appello alle leggi statistiche della probabilità e non a quelle di causa ed effetto.

Einstein fu profondamente turbato da questo aspetto della nuova fisica. "Dio non gioca a disse una volta, e affermò che il Principio di Indeterminazione anche se utile nella

pratica, non poteva rappresentare il rapporto fondamentale tra i livelli di conoscenza della realtà fisica.

Come scrisse al fisico Max Born : "Le teorie di Bohr sulla radiazione mi interessano moltissimo, tuttavia non vorrei essere costretto ad abbandonare la causalità stretta senza difenderla più tenacemente di quanto abbia fatto finora. Trovo assolutamente intollerabile l'idea che un elettrone esposto a radiazione scelga di sua spontanea volontà non soltanto il momento di "saltare", ma anche la direzione del "salto". In questo caso preferirei fare il croupier di casinò piuttosto che il fisico"

È stato dimostrato che i pensieri altro non sono che un frutto di comunicazioni a varie frequenze di onde fotoniche (biofotoni) che possono essere proiettati anche a distanze incredibili. I pensieri sono simili ai campi frequenziali ed elettromagnetici e sono frutto di un complesso meccanismo energetico legato alla particolare funzione "ricetrasmittente" del DNA di certe cellule, che sarei propenso a definire nervose. Questa funzione potrebbe influenzare a cascata altre cellule sia in maniera positiva, producendo un biometabolismo armonico ed equilibrato, sia in maniera negativa.

Ogni pensiero che abbracciamo, ogni fantasia che abbiamo per provare una qualche emozione, crea un sentimento nel nostro corpo che viene registrato nella nostra anima. Questo sentimento crea poi il presupposto per gli avvenimenti della nostra vita, perché attirerà a noi quelle circostanze che corrispondono al sentimento già registrato nella nostra anima ed esse lo ricreano. I nostri "pensieri" sono arbitri della nostra salute o della nostra malattia, essendo essi, in un certo senso, il frutto di emissioni di particolari e spesso delicate onde radianti.

L'attività del nostro cervello e dei nostri pensieri genera onde pensiero.

Quando le vibrazioni diventano di una certa intensità, potenza e persistenza diventano forme pensiero, che iniziano a lavorare e

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interagire con il nostro campo energetico.

Le onde pensiero possono modificare l'energia sottile, la materia, possono influire sui nostri stati d'animo, emotivo e alla fine possono modificare anche la nostra salute.

Sulla base delle Forme Pensiero (FP), studiate fin dal 1900 circa, si sviluppano e collegano tutti i concetti energetici legati a:

- legge di attrazione

- pensiero positivo

- molti aspetti legati all'agopuntura e alla medicina cinese

- gli effetti karmici legati al pensiero e ai comportamenti verso gli altri

- agli studi sull'energia aurica umana e ai colori fotografati e identificati

Alcuni concetti vengono menzionati e spiegati ad esempio da Givaudan nei suoi libri.

 LE ONDE del PENSIERO di William Walker Atkinson

In genere vediamo quello che stiamo cercando.Come un sasso lanciato in acqua, il Pensiero produce increspature e onde che si propagano lungo il grande Oceano del Pensiero. C'è una differenza, comunque: le onde sull'acqua si muovono su un solo livello in tutte le direzioni, mentre le onde del pensiero muovono in tutte le direzioni da un centro comune, proprio come i raggi che irradiano dal sole.

Proprio come qui sulla terra siamo circondati da un grande mare d'aria, allo stesso modo siamo circondati da un grande mare della Mente. Le onde del nostro pensiero si propagano attraverso questo vasto etere mentale, estendendosi, comunque, in ogni direzione, come ho spiegato, diminuendo in qualche modo la loro intensità, in base alla distanza attraversata, a causa della frizione causata dalle onde che entrano in contatto con il grande corpo della Mente che ci circonda da ogni lato.

Tali onde del pensiero posseggono altre qualità che le differenziano da quelle sull'acqua. Hanno la capacità di riprodursi. In questo senso somigliano più alle onde sonore che a quelle sull'acqua.

Proprio come la nota di un violino farà vibrare e “cantare” un bicchiere di vetro sottile, allo stesso modo un pensiero energico tenderà a risvegliare vibrazioni simili nelle menti inclini a riceverle.

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Molti dei “pensieri randagi” che giungono fino a noi non sono altro che riflessi o risposte a pensieri energici inviati da qualcun altro. Ma a meno che la nostra mente non sia incline a riceverli, probabilmente il pensiero non ci influenzerà.

Se facciamo pensieri importanti la nostra mente acquisisce un tema principale che corrisponde al tipo di pensiero che abbiamo fatto. E una volta che questo tema si sarà insediato saremo pronti a catturare le vibrazioni di altre menti orientate verso lo stesso pensiero.

D'altro canto, prendiamo pure l'abitudine di fare pensieri opposti e presto echeggeremo il basso ordine di pensiero evocato dalle menti di migliaia di persone che fanno gli stessi pensieri.

Noi siamo in larga parte ciò che pensiamo; l'equilibrio è rappresentato dal tipo di suggestione e di pensiero altrui che ci ha raggiunto in due possibili modi: direttamente, attraverso suggestioni verbali, oppure telepaticamente per mezzo di tali onde del pensiero.

Comunque la nostra attitudine mentale generale determina il tipo di onde del pensiero che riceviamo dagli altri, così come quelle emesse da noi stessi. Riceviamo soltanto quei pensieri che sono in armonia con la nostra attitudine mentale generale, mentre i pensieri in disarmonia con essa ci influenzano molto poco, in quanto non risvegliano in noi alcuna risposta.

È improbabile che chi crede fermamente in se stesso e mantiene un'attitudine mentale forte e positiva, fatta di fiducia e determinazione venga influenzato dai pensieri negativi e avversi di scoraggiamento e sconfitta emanati dalle menti di persone in cui predominano queste ultime sensazioni.

In modo analogo, se tali pensieri negativi raggiungono qualcuno la cui attitudine mentale impostata su una nota bassa, rafforzano questo stato e aggiungono carne al fuoco che ne consuma l'energia, o se preferite questa metafora, servono a estinguere il fuoco della sua energia e attività.

Noi attraiamo verso di noi i pensieri altrui dello stesso ordine. Colui che pensa al successo entrerà con tutta probabilità in sintonia con menti altrui dai pensieri analoghi; ed essi si aiuteranno a vicenda. Colui che consente alla propria mente di indugiare su pensieri di sconfitta si avvicinerà alle menti di altre persone “sconfitte” - e ciascuno contribuirà a scoraggiare ulteriormente l'altro.

Chi pensa che tutto è male vedrà solo male ed entrerà in contatto con persone che sembreranno dimostrare la sua teoria. Mentre colui che cerca il buono in tutto e tutti attrarrà con ogni probabilità cose e persone rispondenti a tale pensiero. In genere vediamo quello che stiamo cercando.

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Comprenderete meglio questa idea se pensate allo strumento senza fili di Marconi, che riceve le vibrazioni esclusivamente dallo strumento mittente che è stato programmato per farlo, mentre altri telegrammi attraversano l'aria delle vicinanze senza influenzarlo.

La stessa Legge vale per le operazioni del Pensiero. Riceviamo soltanto ciò che corrisponde al nostro atteggiamento mentale.

Se siamo scoraggiati possiamo essere certi di essere caduti in una nota negativa e di essere stati influenzati non soltanto dai nostri pensieri, ma di aver ricevuto anche i pensieri deprimenti dello stesso ordine, emanati continuamente dalle menti degli sfortunati che non hanno ancora appreso la Legge dell'Attrazione del Mondo del Pensiero.

E quando in certe occasioni ci sentiamo energici e pieni di entusiasmo, con quale velocità avvertiamo l'influenza dei pensieri coraggiosi, audaci, energici, positivi emanati dagli essere viventi della terra!

Ce ne accorgiamo subito quando abbiamo un contatto fisico con delle persone e avvertiamo le loro vibrazioni, deprimenti o corroboranti, a seconda del caso. Ma la stessa Legge opera a distanza, sebbene in maniera minore.

La Mente ha molte tonalità, che vanno dalla nota alta più positiva alla nota bassa più negativa, con molte altre in mezzo, la cui intensità varia a seconda della loro rispettiva distanza dal polo positivo o da quello negativo.

Fonte: La Straordinaria Forza di Attrazione dei Nostri Pensieri - Thought Vibration, Bis Edizioni

Una spiegazione fisica della mente.

Considerato tutto ciò, è legittimo chiedersi se lo studio scientifico della mente umana possa trovare risposte valide in termini di fisica fondamentale piuttosto che nei tradizionali termini materialistici.Fino ad oggi nessuno ha mai tentato un serio approccio fisico allo studio della mente: essa è considerata un'entità secondaria (rispetto alle entità fisiche fondamentali), riscontrata solo in organismi complessi come l'uomo o gli animali, e pertanto di esclusiva pertinenza delle scienze biologiche. Ma alcuni fisici, in seguito allo sviluppo della meccanica quantistica, hanno iniziato a chiedersi se la questione della mente possa avere relazioni con la fisica moderna, e questo per almeno due motivi:1) il principio di indeterminazione (Heisenberg, 1927) sembra permettere un piccolo margine per un "libero arbitrio" della natura;2) alcuni aspetti paradossali ma verificati della meccanica quantistica sembrerebbero richiedere l'esistenza di una "consapevolezza" nei fenomeni subatomici, o comunque richiedono un riesame del concetto

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di "oggettività" e del ruolo dell'osservatore cosciente nei fenomeni fisici (Bell, 1966; Aspect ed altri, 1982; Mandel, Chiao ed altri, 1991).D'altra parte una spiegazione fisica della coscienza deve pur esistere, se non si vuole ricadere in una concezione metafisica che separi la mente dal resto del mondo. Ebbene, oggi sappiamo che l'attività mentale è dovuta a processi chimici e fisici che avvengono nel cervello e nel sistema nervoso, a livello molecolare, atomico e probabilmente anche subatomico, cioè a livelli descritti dalla meccanica quantistica [le ragioni per cui è lecito ipotizzare che il processo del pensiero cosciente sia un processo quantistico sono riportate nelle note finali, con gli opportuni riferimenti]. 

 L’uomo si sente separato dagli altri, dalla natura e persino dalla vita. Sentirsi separati è tuttavia un’illusione umana, in verità questa separazione non esiste affatto. E’ una sensazione che nasce dal pensiero razionale (di testa). Il pensiero di cuore non conosce sentimento di separazione. Questo ci fa capire quanto abbiamo isolato la testa dal cuore.

Non esiste alcuna separazione tra gli esseri umani, tra l’essere umano e la natura, tra gli eventi, qualunque sia la distanza tra di loro !

In altre parole, ogni parte dell’universo contiene le informazioni sul tutto. Ogni persona dispone di tutta la conoscenza del cosmo, dispone di onniscienza ! Nel DNA di ogni cellula è contenuto il tutto.

Nel cosmo non esiste separazione, ma unità. Questa è la realtà ! In questa conoscenza sta la soluzione di tutti i nostri problemi.

Sai Baba dice: “L’individuo e l’universo sono la stessa cosa, così come l’onda è il mare. L’immergervisi dà pienezza. Nell’immergersi in esso, l’ego si dissolve; tutti i simboli e i segni dell’individualità, come nome, forma, casta, colore, credo, nazionalità, chiesa, setta, diritti e doveri conseguenti, svaniscono. Per tali individui, che si sono liberati della ristrettezza dell’individualità, l’unico compito è il perfezionamento dell’umanità, il benessere del mondo e la diffusione dell’amore. Anche senza che essi agiscano, lo stato di beatitudine in cui si trovano spanderà beatitudine sul mondo. L’amore è tutto; l’amore è di tutti”.

Tutte le onde elettromagnetiche, tra cui le onde cosmiche, le onde sonore, fino alle energie più sottili, comprese quelle emesse dall'attività cerebrale (onde P o pensiero) ed altre, non tutte misurabili da strumentazioni scientifiche, sono anche "onde di forma". Queste, come dice la parola, sono prodotte dalla specifica forma di tutti i corpi, di tutti gli oggetti, dalle forme geometriche, dai disegni, dai simboli.Tutto ciò che è, si tratti di materia, energia o informazione, ha forma. Tutto ciò che ha forma è anche "onda di forma". La materia non emette solo le radiazioni conosciute, ma anche una vibrazione dovuta alla sua forma, la rifrazione angolare che è alla base di ogni emissione

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vibratoria, e che è stata battezzata “emissione ad onde di forma”, termine oggi usato comunemente da tutti i radiestesisti. La lunghezza d’onda delle onde di forma è infinitesimale, dell’ordine degli angstrom, molto vicina a quella delle cellule.

vedi forme d'onda

                        

Tutto ciò che esiste nell'universo emette onde, energia, vibrazioni, e dato che le frequenze delle vibrazioni vengono espresse matematicamente, i numeri possono venire considerati l'espressione sintetica delle vibrazioni cosmiche. Ogni numero rappresenta un principio della "legge universale". Ad ogni realtà corrisponde un numero, attraverso i numeri si può fare la ricerca della realtà corrispondente e riequilibrare eventuali squilibri della stessa. Nei primi quattro numeri sono concentrati tutti i principi fondamentali dell'universo e dalla somma o dalla moltiplicazione di questi quattro numeri derivano tutti gli altri.Tutto l'esistente e tutte le energie possiedono la propria corrispondenza numerica.Siccome le malattie o le disarmonie si instaurano, secondo i concetti energetici orientali, come conseguenza di alterazioni del flusso (blocchi) tra le energie della terra (Yin) e le energie del cielo (Yang), alcuni ricercatori asseriscono che queste alterazioni possono essere normalizzate tramite i numeri corrispondenti che per il cielo sono 9,9,9,9,9,9,9,9,5, mentre per la terra sono 9,5,5,5,5.

Sono molti i circuiti grafici e le forme geometriche usati dall'uomo. Il loro utilizzo

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è certamente molto antico e tanti di essi sono stati trovati come incisioni rupestri di civiltà appartenenti a paesi e continenti molto lontani fra loro, come l'Africa, l'Asia, il Nordamerica, il Sudamerica, l'Oceania e l'Europa. Molte di queste incisioni e dì queste raffigurazioni sono state trovate là dove sorgevano luoghi di potere temporale o spirituale. Impresse sulle rocce, sulle pareti, sui pavimenti, sui soffitti, sia all' interno che all'esterno delle costruzioni, ma comunque sempre c: dimensioni specifiche, dislocate e orientate in punti particolari. Nulla veniva lasciato al caso, mentre l'approssimazione e l'impreparazione odierna hanno portato ad attribuire a queste forme geometriche soltanto una funzione decorativa, senza considerare che esse, invece, avevano scopi ben definiti. Le camere circolari aperte sono sempre state elementi importanti dell'architettura antica. Nelle costruzioni sumeriche, egizie, arabe, nordafricane, in quelle atlantidee sarde, in quelle spagnole, in quelle delle regioni nordiche e, in particolare, nelle zone di civiltà celtica (ad esempio le strutture megalitiche di Stonehenge in Inghilterra), nelle costruzioni sudamericane e nordamericane, sono sempre presenti queste "camere di risonanza". L'apertura di queste camere veniva orientata, a seconda dell'uso a cui erano destinate, principalmente a nord-est o a nord-ovest. Forme simili ritroviamo anche nelle strutture nuragiche, nei pozzi sacri e nelle tombe dei giganti" della Sardegna, nei megaliti degli indiani del Nordamerica, nei luoghi di culto islamici del deserto nordafricano e dell'Eurasia;- un circuito molto importante per le civiltà dei millenni passati è dato dalla figura formata da quattro rombi concentrici, o "losanga". Orientata verso nord questa figura sarebbe capace di trasmettere un potente e coerente campo V(vitale che a sua volta influisce su campi V lontani. Molto potente è la losanga di Herrinx, dal nome del grande studioso e ricercatore che ne ha compreso e perfezionato l'uso, e che è stata studiata anche da altri, tra cui Aubrey Westlake. Le losanghe si trovano in incisioni, disegni e strutture di tutto il mondo. Tra le civiltà antiche che ne hanno fatto uso ricordiamo quella dei papua del Pacifico, che le utilizzavano come strumento di potere, capace di evocare la "voce del tuono". Essa consisteva in una losanga di legno durissimo o di metallo, con un filo attaccato ad uno dei vertici: lo strumento veniva fatto ruotare vorticosamente fino a quando cominciava a emettere un particolare suono, simile al rombo del tuono. Losanghe come cristallo a forma romoidale, come diamante tagliato a navetta: in una forma sono contenute tutte le vibrazioni dell'universo, ciascun raggio di luce emesso da questa forma corrisponde a una sostanza, a un'energia, a un'informazione. In epoca recente, grazie al microscopio a effetto tunnel realizzato dall'IBM di Zurigo, si è potuta evidenzíare la geometria di un atomo di silicio. Il sílicio è, tra le sostanze presenti sulla crosta terrestre, quella che ha le maggiori capacità ríce-trasmíssíve, e per tale motivo viene usata nei

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più sofisticati sistemi di ricetrasmissione. La geometria del silicio vista al microscopio corrisponde esattamente a una losanga; - una forma capace di trasmettere campi V è la "stella", composta da un decagono e da un ottagono ìnsieme;- le "croci" sono altre forme potenti, e tra queste la croce celtica in particolare, che è stata studiata in modo approfondito da Westlake. Ogni angolo è un incrocio di onde di forma, dentro il circuito c'è un'infinità di onde di forma corrispondenti a infinite sostanze relative ad esse;- un circuito interessante è il "captatore-emettitore di magnetismo animale", capace di stimolare la rigenerazione cellulare ed energetica;- altri cìrcuitì sono: ìl cìrcuìto "grum" capace di bloccare campi P di disturbo; il circuito " disimpregnatore" , in grado di disimpregnare soggetti od oggetti carichi di campi P o V destabilizzanti (quest'ultimo circuito, contrariamente agli altri, non è soggetto a orientamento ): lo "scudo dì Servranx", costituito da seì esagoni concentrìci con azione di protezione sui campi P e V; il circuito "braida", che protegge da campi P e campi V destabilizzanti; il "circuito-caricatore" per caricare testimoni indiretti (fitoterapici, organoterapici o minerali-terapeutici);' "l'eptagono", composto da 21 eptagoni concentrici, per creare e potenziare testimoni diretti e indiretti;' il "decagono", circuito potenziatore ed amplificatore per eccellenza; ulteriori forme utilizzate sono, ad esempio, quelle relative "all'anello dell'immunità" egiziano, che protegge da campi P e campi V disturbanti;- una forma molto usata in epoche lontane è quella che si ritrova nel pavimento della basilica paleocristiana della natività di Betlemme. A questo progetto, curiosamente, corrisponde il circuito "griglia di Buchter" o "Peggoty", capace di intervenire sull'apparato scheletrico e su quello muscolare.Tanti circuiti elettrici ed elettronici normalmente utilizzati dall'industria sono nati dalla conoscenza, dallo studio e dalle sperimentazioni scientifiche di antichi circuiti. Quelli che maggiormente conosciamo sono il rombo e il cerchio. É da mettere in evidenza che la losanga di Herrinx, il più potente tra gli antichi circuiti trasmettitori, ha la stessa forma della prima antenna radio utilizzata da Guglielmo Marconi, ed ugualmente i condensatori usati fino ai tempi d'oggi hanno la stessa forma a cerchi concentrici delle antiche camere rituali.Il disegno è più potente dell'oggetto che rappresenta, poiché, essendo più semplice, presenta meno difetti. Per tale motivo, in questiultimi anni, sia l'industria elettronica aerospaziale che l'elettronica fine hanno sostituito con successo i vecchi circuiti stampati con una nuova generazione di circuiti costituiti da semplici disegni serigrafati, oltre che del percorso conduttore, anche dei componenti elettronici: transistor, diodi, triodi, condensatori ecc.

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Ci sono quattro forze che causano, formano e regolano le funzioni dì tutte le sostanze. Alcuni esperimenti hanno dimostrato, in maniera lampante, il comportamento di tali forze formative fondamentali. La crescita delle piante, ad esempio, è causata dall'azione delle forze eteriche che sono incorporate in esse. Quando la pianta è esaurita oppure va in putrefazione, queste forze vengono liberate e possono contribuire a ridare nuovamente la forma e le funzioni dell'organismo in cui esse erano incorporate (tutto è cenere e ritornerà cenere, dalla cenere si eleva ù fuoco, dalla cenere ritorna la vita).Esiste una metodica molto semplice per mezzo della quale queste forze formative delle piante possono essere liberate e rese manifeste, ed è la cosiddetta " dinamolisi capillare". Si prende del succo o della linfa di una pianta e la si diluisce. Su di un piatto si mette un foglio di carta da filtro, quindi il succo viene fatto espandere attraverso uno stoppino sul foglio di carta filtrante. Aggiungendo un additivo chimico specifico, il foglio di carta viene trattato in modo che sia visibile il comportamento del liquido che si espande. Normalmente il liquido dovrebbe espandersi in maniera circolare intorno allo stoppino, ma invece si espande creando forme complesse molto simili alla pianta di origine.C'è dunque una prova che piante della stessa specie producono forme o modelli similari e che il modello prodotto è molto sensibile al tipo di fertilizzante immesso nel terreno in cui la pianta è cresciuta.Un altro metodo per indagare le forze organizzative e formative degli organismi viventi è quello di aggiungere alcune gocce delsucco della pianta che si vuole studiare, oppure qualche preparato biologico, in una soluzione, per esempio, di cloruro di rame al 5 o al 10 %, che si cristallizza in presenza di particolari condizioni standard. Il modello di cristallizzazione viene così a prendere una caratteristica forma correlata alla natura dell'additivo biologico. Un terzo metodo, basato sui processi formativi, è stato sviluppato per indagare le qualità dell'acqua. Una goccia di acqua distillata viene fatta cadere su un piatto contenente l'acqua che si vuole esaminare e alla quale è stata aggiunta una piccola quantità di glicerina, che serve a percepire il comportamento della goccia in esame. Quando la goccia si espande, si vede che il modello che si viene a formare è in qualche modo correlato alla qualità dell'acqua. Per esempio, l'acqua di un fiume che scorre lontano da una grande città ha dimostrato di avere un modello molto differente da quello dell'acqua presa da un fiume che scorre vicino a una grande città.Un'interpretazione di questo esperimento potrebbe essere la seguente: le forme che assumono le gocce d'acqua quando si espandono potrebbero essere decifrate come la dimostrazione di "etere di luce irradiante" (forza formatrice primaria) e di "etere chimico". Cosicché l'acqua pura che scorre lontano dalle

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città dimostra di avere l'influenza marcata dell'etere di luce, mentre l'acqua scaricata dalle città è dominata dall'attività dell'etere chimico.