Psicologia sociale dei gruppi -...

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Psicologia Sociale dei gruppi DOCENTE Prof. DOCENTE Prof. Fridanna Fridanna Maricchiolo Maricchiolo RICEVIMENTO Luned RICEVIMENTO Luned ì ì , 12 , 12 - - 13, Via dei Mille 23, stanza 17 ( 13, Via dei Mille 23, stanza 17 ( II II piano) piano) MAIL MAIL fridanna.maricchiolo fridanna.maricchiolo @uniroma3.it @uniroma3.it Contattare la docente SOLO attraverso Contattare la docente SOLO attraverso email email istituzionale di istituzionale di Uniroma3 Uniroma3 CORSO da 6 CREDITI 36 ORE di lezione

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Psicologia Sociale dei gruppi

DOCENTE Prof. DOCENTE Prof. FridannaFridanna MaricchioloMaricchiolo

RICEVIMENTO LunedRICEVIMENTO Lunedìì, 12, 12--13, Via dei Mille 23, stanza 17 (13, Via dei Mille 23, stanza 17 (IIII piano)piano)

MAIL MAIL [email protected]@uniroma3.it

Contattare la docente SOLO attraverso Contattare la docente SOLO attraverso emailemail istituzionale di istituzionale di Uniroma3Uniroma3

CORSO da 6 CREDITI36 ORE di lezione

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Lezioni: giorni, orari e luogo

PERIODOPERIODO

lunedì Aula 4 PIImercoledì Aula 9 PT

lunedì Aula 4 PIImercoledì Aula 9 PT

1818

ORARIOORARIO

SEDEp.zza della Repubblica

SEDEp.zza della Repubblica

LEZIONILEZIONI

lunedì 15-17mercoledì 13-15

lunedì 15-17mercoledì 13-15

10/10 - 12/1210/10 - 12/12

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Programma del corso

•• Il corso offre una sintetica panoramica sui concetti teorici delIl corso offre una sintetica panoramica sui concetti teorici della la psicologia sociale applicata ai processi di gruppopsicologia sociale applicata ai processi di gruppo

•• Verranno approfondite nozioni teoriche e metodologiche di analisVerranno approfondite nozioni teoriche e metodologiche di analisi, i, dello studio dei processi di gruppodello studio dei processi di gruppo

•• Tra gli argomenti principali:Tra gli argomenti principali:–– Lo studio dei gruppi nella prospettiva della psicologia sociale.Lo studio dei gruppi nella prospettiva della psicologia sociale.–– Ruoli, norme, status e funzioni nei gruppi. Ruoli, norme, status e funzioni nei gruppi. –– I fenomeni delle dinamiche di gruppo. I fenomeni delle dinamiche di gruppo. –– Potere e leadership. Potere e leadership. –– LL’’interazione nei gruppi e tra i gruppi sociali. interazione nei gruppi e tra i gruppi sociali. –– Relazioni interRelazioni inter--gruppi e categorizzazione sociale. gruppi e categorizzazione sociale. –– La comunicazione e i processi di influenza sociale nei gruppi. La comunicazione e i processi di influenza sociale nei gruppi. –– Comunicazione non verbale.Comunicazione non verbale.

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ManualeBROWN. Psicologia sociale dei gruppi, Il Mulino, Bologna

Libri di testo

MonografiaBONAIUTO, MARICCHIOLO. Comunicazione non verbale. Seconda Edizione. 2009. Carocci Editore, Roma.

Un articolo di ricerca (in inglese) a scelta tra un elenco che verràcomunicato dal docente sul sito

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MODALITA’ D’ESAME

•• Prenotazione OBBLIGATORIAPrenotazione OBBLIGATORIASTAMPARE LA RICEVUTA DELLA PRENOTAZIONESTAMPARE LA RICEVUTA DELLA PRENOTAZIONE

•• Esame orale sui due testi dEsame orale sui due testi d’’esame e lesame e l’’articoloarticolo

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Cos’è la psicologia sociale?

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“Scientific study of how the thought, feeling and behavior of individuals are influenced by the actual, imagined or implied presence of other humanbeings" (G. Allport, 1954)

Una definizione

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• G. Allport ha definito la Psicologia Sociale:

– “Lo studio scientifico delle modalità attraverso cui i pensieri, i sentimenti , e i comportamenti degli individuisono influenzati dalla presenza, reale o immaginata, di altre persone.”

• Scientifico• Pensieri, sentimenti e comportamenti• Individui• Presenza di altre persone

Una definizione

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La presenza di altre persone, le conoscenze e le opinioni che ci trasmettono, i nostri sentimenti nei confronti dei gruppi a cui apparteniamo, sono tutti elementi che ci influenzano profondamente attraverso i “processi sociali”, indipendentemente dal fatto che siamo soli o in compagnia.

Anche percezioni, ricordi, emozioni, motivazioni esercitano una grande influenza attraverso i “processi cognitivi” (percettivi, interpretativi, valutativi).

I processi sociali e cognitivi non sono separati, sono anzi strettamente connessi.

Cos’è la psicologia sociale?

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La psicologia sociale studia l’interazione sociale• L’inizio di un nuovo corso• Un colloquio di lavoro• Un appuntamento galante• Una riunione• Un incontro tra amici• Sono tutte occasioni di interazione (agenti e osservatori)

Interazione sociale

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• Nei contesti d’interazione sociale le altre persone ci osservano, influenzano i nostri sentimenti e il nostro comportamento.

• Noi, in genere, cerchiamo di essere all’altezza, di proporre una buona impressione, di cooperare, etc.

• Ma siamo influenzati dalle nostre motivazioni e sentimenti nel valutare gli altri che interagiscono con noi

Interazione sociale

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• I processi sociali sono dunque i modi in cui i nostri pensieri,

sentimenti, il nostro comportamento sono influenzati dalle persone

con cui interagiamo, dai gruppi di appartenenza, dagli aspetti culturali trasmessi con l’educazione, etc…

• I processi cognitivi sono invece i modi in cui percezioni, ricordi,

emozioni guidano la nostra comprensione del mondo.

Interazione sociale e processi cognitivi

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In ultima istanza, l’obiettivo della “psicologia sociale” èquello di comprendere le cause del comportamento sociale delle persone.

Molteplicità di variabili potenzialmente influenti

- Elementi personali (atteggiamenti, valori, motivazioni, etc.)

- Comportamenti e caratteristiche delle altre persone

- Variabili ambientali

- Variabili socio-culturali

- Aspetti di tipo biologico

L’obiettivo della Psicologia sociale

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Livelli di spiegazione in psicologia sociale

Doise (1982) ha individuato quattro diversi livelli in cui lo studio della psicologia si colloca a seconda della natura delle variabili coinvolte nella ricerca:

• il livello intraindividuale• il livello intragruppo• il livello intergruppo• il livello collettivo

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Il livello intraindividuale: studia le modalità con cui l’individuo analizza la realtà e costruisce un’immagine del mondo sociale che lo circonda, sceglie determinati comportamenti.

Il livello intragruppo: analizza le dinamiche interpersonali tra piùsoggetti che fanno parte di un medesimo gruppo (es. processi di conformismo, devianza, comunicazione e leadership).

Il livello intergruppo: studia le relazioni esistenti tra gruppi sociali differenti (in-group – out-group).

Il livello collettivo: prende in considerazione i processi sociali legati al contesto culturale e storico in cui gli individui si trovano ad operare.

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Livelli di spiegazione in psicologia sociale

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• 1890 -- 1947.

• Equazione di Lewin :

C= f (P, A)

Kurt Kurt LewinLewin

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Stanley Stanley MilgramMilgram

• 1933 -- 1984

• Gli esperimenti di Milgram sull’ obbedienza

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MuzaferMuzafer SherifSherif

• 1906 – 1988

• Gli esperimenti di Robber’s Cave: interdipendenza e cooperazione

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Henry Henry TajfelTajfel

• 1919 -- 1982

• La Teoria dell’ Identità Sociale e le relazioni intergruppi

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Come si è evoluta la psicologia sociale?

Nel corso del XX secolo la psicologia sociale ha ma ntenuto la convinzione che l’individuo fosse un essere pensante , capace di generare ragionamenti valutazioni e inferenze.

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Tra gli anni ’50 e ‘60 studiosi come Festinger con la sua teoria della dissonanza cognitiva [1957] e Heider [1958] autore della teoria dell’equilibrio propongono una concezione dell’uomo come ricercatore di coerenza teso a cogliere l’equilibrio, da un lato, tra le credenze che possiede, dall’altro, tra il proprio sistema di credenze ed i propri comportamenti.

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A partire dagli anni ’70 si afferma una nuova prosp ettiva che propone una concezione dell’individuo inteso non più come ri cercatore di coerenza, ma come uno scienziato ingenuo (teorie naive )

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Psicologia Sociale e teorie naive

• La psicologia sociale spesso può essere simile al senso comune, perchécerca di spiegare comportamenti quotidiani su cui ogni giorno noi cerchiamo di dare una spiegazione o su cui pensiamo di riuscire a fare delle previsioni.

• Eppure i risultati delle ricerche molto spesso sono distanti da quello che ci farebbe rispondere il senso comune

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Psicologia Sociale e teorie naive

• Supponete che una persona autorevole chieda ad un uno studente di somministrare delle scosse elettriche di forte entità: che percentuale di soggetti arriverà a fornire il massimo dell’intensità? a) 8% b) 22% c) 65%

• Se date ad un bambino una ricompensa dopo che ha fatto un’attività che giàgli piace fare, quell’attività poi gli piacerà: a) di più b) di meno c) come prima

• La ripetizione di esposizione ad uno stimolo (persona, canzone, poster) lo faràpiacere: a) di più b) di meno c) come prima

• Se chiedi un favore ad una persona, a quella persona piacerai: a) di più b) di meno c) come prima

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Negli ultimi decenni, ci si è resi conto che l’individuo, avendo a disposizione limitate risorse cognitive, deve ricorrere a delle strategie di elaborazione delle informazioni, le cosiddetteeuristiche, che gli consentono di risparmiare tempo e sforzi e, contemporaneamente, di ottenere delle informazioni sufficientemente attendibili su quanto sta accadendo attorno a lui

Processi automatici vs. processi deliberativi

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Fino a che punto siamo consapevoli dei nostri pensieri?

Non tutta l’attività della mente umana viene svolta in maniera consapevole. Compiti routinari (ad esempio, la lettura di un breve messaggio) possono essere attuati in maniera automa tica con un carico attentivo bassissimo.

I processi controllati, al contrario, presuppongono il controllo flessibile,intenzionale dell’individuo e sono vincolati alla quantità di attenzione attivata al momento (Bargh, 1989).

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Molti comportamenti sono di natura automatica

• Spesso nascono come comportamenti più deliberativi e si evolvono nell’arco del tempo come automatici (es. guida automobile)

• Sono efficienti (nel senso di poche energie spese), poco controllabili, veloci, autonomi, non trasparenti (senza conoscenza dei processi sottostanti), non intenzionali

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Anche nell’elaborazione dell’informazione sociale facciamo ricorso a processi dicategorizzazione o giudizio sociale che vengono, in buona parte, attivati in maniera automatica, cioè indipendentemente dalla nostra consapevolezza

Meccanismi alla base di stereotipi e pregiudizi

Non sempre portano a comportamenti automatici (discriminatori )

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Con quali modalità procede la psicologia sociale?

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Essa si avvale del METODO SCIENTIFICO che si articola nelle seguenti tappe:• formulazione della teoria• esplicitazione delle ipotesi• raccolta dei dati empirici• analisi dei dati• confronto tra risultati ottenuti e ipotesi• eventuale riformulazione della teoria

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Che cos’è una teoria scientifica?

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Ciò che conferisce ad una teoria il carattere di scientificità consiste nellapossibilità della stessa di essere confutata

Un insieme di leggi espresse in una forma sinteticae sistematicache si basano su osservazioni e vengono mantenute come vere fino a quando non sono smentite da evidenze contrarie

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Affinché un’ipotesi possa essere sottoposta a verifica empirica essa deve essereoperazionalizzata, ossia trasformata in un’operazione empiricamente osservabile

L’OPERAZIONALIZZAZIONE consiste quindi nel trasformare dei concetti teorici in variabili, cioè in entità rilevabili e mis urabili

A partire dalla teoria sono formulate le ipotesi di ricerca

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Come si misurano gli atteggiamenti?

• Atteggiamenti– Costrutti non osservabili– Inferibili da alcuni indicatori (risposte esplicite e

comportamenti)

• affermazioni favorevoli o sfavorevoli all’oggetto studiato su cui i soggetti devono indicare il grado di accordo o disaccordo

• Azioni che manifestano favore o sfavore nei riguardi dell’oggetto di studio

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Le risposte della Psicologia Sociale Le risposte della Psicologia Sociale

• Tendono a enfatizzare la A nell’ equazione di Lewin• Sono probabilistiche• Sono condizionali: “Dipende”• Sono spesso controintuitive

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La formazione delle impressioni

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Solomon Asch (1946): modello configurazionale nella formazione delle impressioniLe persone sono concepite come unità psicologiche e le diverse informazioni sono ricondotte ad un nucleo interpretativo unificante

•Esperimento: I soggetti leggevano una lista di aggettivi relativi ad un individuo. Veniva chiesto loro di valutare questo ipotetico individuo

•Intelligente, abile, lavoratore, freddo, risoluto, pratico, prudente = •persona calcolatrice, arrivista

•Intelligente, abile, lavoratore, caldo, risoluto, pratico, prudente =• persona affabile, generosa

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Effetto primacy:

– I primi tratti pecepiti sono più influenti perché sono quelli che attivano e formano la configurazione globale dell’impressione

– Quando una lista inizia con tratti positivi, i tratti negativi sono interpretati meno negativamente.

– Questo non avviene se gli stessi tratti negativi vengono presentati all’inizio

•Processo di elaborazione top down: effetto dovuto al calo di attenzione

•Processo di elaborazione bottom up: richiede sforzo maggiore di elaborazione rispetto a quello top down

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Ruolo della motivazione nel processo di elaborazione

Esempio: Impressione verso uno sconosciuto• Inizialmente sono utilizzate informazioni categoriali (sesso,

età…): impressione quasi automatica, poco sforzo e attenzione. Elaborazione di tipo Top Down: dall’unità agli elementi

• Se la persona diviene rilevante per il raggiungimento di uno scopo: elaborazione più profonda e maggiore sforzo. Elaborazione di tipo Bottom up: attenzione alle informazioni individuali

__________________________Processo basato su informazioni di

appartenenza categoriale (top down )

Processo basato su informazioni individuali

(bottom up)

I due processi possono essere agli estremi di un continuum (Fiske e Neuberg, 1990)

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Impressioni degli altri come elementi di scambio co municativoTre modalità per conoscere gli altri:

• Osservazione diretta del comportamento • Ascoltare ciò che gli altri dicono di loro stessi• Avere informazioni da terzi = formazione della reputazione

Che cosa è la reputazione?“Giudizio formulato da una comunità su un individuo in particolare che generalmente, ma non necessariamente, appartiene alla comunità stessa”(Emler, 1994)- Forma di conoscenza sociale mediata dall’esperienza altrui- Prende il via dalla formazione delle impressioni e si costruisce nella comunicazione

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Perché un individuo abbia una reputazione è necessario che:• Faccia parte di una comunità come membro stabile• I membri scambino, nelle conversazioni, informazioni sui suoi comportamenti e

qualità• I membri siano inseriti in una rete che colleghi chi non si conosce per via direttaA che cosa serve la reputazione?• Assicura gli scambi comunicativi: coordina gli sforzi degli individui• Controllo sociale: limita l’accesso alle interazioni a persone potenzialmente

dannose• Promuove autocontrollo: l’individuo ha interesse ad avere una reputazione

positiva per avere accesso agli scambi comunicativi

Di conseguenza: l’individuo agisce attivamente e consapevolmente nella costruzionedella propria reputazione

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Percepire le persone e i gruppiI processi che sono alla base della percezione degli individui e della percezione dei gruppi sono gli stessi?

Hamilton e Sherman hanno mostrato che le persone percepiscono un certo livello di unità (entitativity) anche nel caso dei gruppi sociali

Che cos’è l’ entitativity?Percezione che un aggregato abbia natura di entità fornita da una sorta di confine (Campel, 1958). I fattori che creano la percezione di entitativity :

– Somiglianza o prossimità fra gli elementi dell’insieme– Organizzazione reciproca– Interdipendenza– Aspettative di comportamenti congruenti

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Gruppi ad alta entitativity(membri di un club esclusivo)

come nella formazione delle impressioni individuali le informazioni sono integrate in una rappresentazione ben organizzata (top-down):

– Danno luogo a inferenze immediate e spontanee sulle caratteristiche dei membri

– Danno luogo a maggiori aspettative di coerenza – Danno luogo a spiegazioni di tipo causale per comportamenti

congruenti con le aspettative

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Gruppi a bassa entitativity (clienti di un negozio)

Come nella formazione delle impressioni basate sulle categorie, le informazioni sono rievocate dalla memoria (memory based) e le eventuali incongruenze fra le informazioni non creano problemi di ricomposizione (bottom up)

Conclusioni:

A parità di aspettative circa l’unitarietà degli individui o dei gruppi i processi per la formazione delle impressioni sono gli stessi

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Psicologia sociale dei gruppi

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I temi della psicologia sociale dei gruppiI temi della psicologia sociale dei gruppi

1. Descrizione di gruppo

2. L’interazione nei gruppi

3. Le relazioni fra i gruppi sociali

4. L’influenza sociale

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I temi della psicologia sociale dei gruppiI temi della psicologia sociale dei gruppi

Descrizione di gruppo• Storia dello studio dei gruppi

• Tipi di gruppo

• Definizioni di gruppo

• Individuo vs. Gruppo

L’interazione nei gruppi• Struttura del gruppo: status, ruoli,

norme

• La comunicazione nel gruppo

• Processi di gruppo: potere, leadership

• Decisioni nei gruppi

Le relazioni fra i gruppi

• Comportamenti intergruppi

• Identità sociale

• Categorizzazione sociale

• Discriminazione intergruppi: stereotipi e pregiudizi

L’influenza sociale• Conformismo e influenza della

maggioranza

• Genesi del cambiamento sociale: influenza minoritaria

• Condiscendenza e conversione

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1. Descrizione di gruppo1. Descrizione di gruppo

• Storia dello studio dei gruppi

• Tipi di gruppo

• Definizioni di gruppo

• Individuo vs. Gruppo

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2. 2. LL’’ interazione nei gruppiinterazione nei gruppi

• Struttura del gruppo

• Sistema di status

• I ruoli

• Le norme di gruppo

• La comunicazione nel gruppo

• Processi di gruppo

• Il potere nel gruppo

• La leadership: stile di leadership e funzioni

• Decisioni nei gruppi

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3. 3. Le relazioni fra i gruppi sociali Le relazioni fra i gruppi sociali

• Comportamenti intergruppi

• Identità sociale

• Categorizzazione sociale

• Discriminazione intergruppi: stereotipi e pregiudizi

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5353

4. 4. LL’’influenza sociale influenza sociale

• Conformismo e influenza della maggioranza

• Genesi del cambiamento sociale: influenza minoritaria

• Condiscendenza e conversione

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5454

I gruppi sociali

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5555

Approcci allo studio dei gruppiApprocci allo studio dei gruppi

•• AntropologicoAntropologico

•• EtologicoEtologico

•• SociologicoSociologico

�� PsicanaliticoPsicanalitico

�� PsicodrammaticoPsicodrammatico

�� PsicosocialePsicosociale

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5656

Psicologia sociale dei gruppi: breve storiaPsicologia sociale dei gruppi: breve storia

-- IndividualisticaIndividualistica es. es. Social Social CognitionCognition

2 prospettive2 prospettive ((HoggHogg & & VaughanVaughan, 1995):, 1995):

(le persone si comportano allo stesso modo sia in gruppo che (le persone si comportano allo stesso modo sia in gruppo che da sole; i processi di gruppo sono processi interpersonali che da sole; i processi di gruppo sono processi interpersonali che occorrono tra un certo numero di individui)occorrono tra un certo numero di individui)

-- CollettivisticaCollettivistica es. es. Rappresentazioni SocialiRappresentazioni Sociali

(il comportamento delle persone nei gruppi (il comportamento delle persone nei gruppi èè influenzato influenzato da processi sociali che emergono nei gruppi e da essi si da processi sociali che emergono nei gruppi e da essi si originano)originano)

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5757

•• Nascita dellNascita dell’’interesse verso lo studio dei gruppi: USA, anni interesse verso lo studio dei gruppi: USA, anni ’’3030

•• 2 tipi di fenomeni promotori di interesse: 2 tipi di fenomeni promotori di interesse:

-- eventi storici di natura politicoeventi storici di natura politico--economica (crollo della Borsa di economica (crollo della Borsa di WallWall--StreetStreet, , avvento dei regimi totalitari in Europa)avvento dei regimi totalitari in Europa)

-- incidenza dei incidenza dei ““fattori umanifattori umani”” nel mondo della produzione; importanza gruppi di nel mondo della produzione; importanza gruppi di lavoro per il comportamento individuale (studi di E. lavoro per il comportamento individuale (studi di E. MayoMayo negli stabilimenti negli stabilimenti HawthorneHawthorne))

Psicologia sociale dei gruppi: breve storiaPsicologia sociale dei gruppi: breve storia

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5858

•• Il Il ““Centro di Ricerca per le Dinamiche di GruppoCentro di Ricerca per le Dinamiche di Gruppo”” di K. di K. LewinLewin: il : il gruppo come totalitgruppo come totalitàà dinamica con caratteristiche diverse dalla dinamica con caratteristiche diverse dalla semplice somma dei componenti. semplice somma dei componenti.

““Le proprietLe proprietàà delldell’’acqua sono qualcosa di diverso dalla acqua sono qualcosa di diverso dalla sempicesempice somma di somma di proprietproprietàà di 2 molecole ddi 2 molecole d’’idrogeno e una di ossigenoidrogeno e una di ossigeno”” ((AschAsch, 1952), 1952)

•• Anni Anni ’’60: l60: l’’interesse della interesse della ΨΨ socialesociale per lo studio dei gruppi si sposta per lo studio dei gruppi si sposta in in EuropaEuropa

Es.: S. Es.: S. MoscoviciMoscovici, l, l’’influenza minoritaria; H. influenza minoritaria; H. TajfelTajfel, identit, identitàà sociale e sociale e relazioni intergruppirelazioni intergruppi

Psicologia sociale dei gruppi: breve storiaPsicologia sociale dei gruppi: breve storia

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5959

InIn sociologiasociologia,, si opera una distinzione tra i concetti di:si opera una distinzione tra i concetti di:

-- Gruppo socialeGruppo sociale:: numero limitato di individui che interagiscono con regolaritnumero limitato di individui che interagiscono con regolaritàà

Esempio:Esempio: una famiglia, un circolo sportivouna famiglia, un circolo sportivo

-- Aggregato: Aggregato: insieme di individui che si trovano nello stesso luogo e allo stinsieme di individui che si trovano nello stesso luogo e allo stesso esso momento, senza condividere un legame precisomomento, senza condividere un legame preciso

Esempio:Esempio: gli spettatori in una sala cinematograficagli spettatori in una sala cinematografica

-- Categoria sociale: Categoria sociale: raggruppamento statistico; insieme di individui che hanno raggruppamento statistico; insieme di individui che hanno una caratteristica comuneuna caratteristica comune

Esempio:Esempio: le donne; i vegetarianile donne; i vegetariani

Tipi di gruppo Tipi di gruppo -- sociologiasociologia

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6060

•• Piccoli gruppiPiccoli gruppi vs.vs. Grandi gruppiGrandi gruppi(detti anche (detti anche ““ristrettiristretti””)) (detti anche (detti anche ““estesiestesi””))

•• Gruppi primariGruppi primari vs.vs. Gruppi secondariGruppi secondari(es. Famiglia)(es. Famiglia) (es. (es. teamteam aziendale)aziendale)

•• Gruppi formaliGruppi formali vs.vs. Gruppi informaliGruppi informali(es. Associazioni)(es. Associazioni) (es. gruppo di amici)(es. gruppo di amici)

•• Gruppi strumentaliGruppi strumentali vs.vs. Gruppi espressiviGruppi espressivi(orientati allo scopo)(orientati allo scopo) (orient. emozionale)(orient. emozionale)

•• Gruppi artificialiGruppi artificiali vs.vs. Gruppi naturaliGruppi naturali(creati ad hoc)(creati ad hoc) (pre(pre--esistenti)esistenti)

Alcune dicotomieAlcune dicotomie

Tipi di gruppo Tipi di gruppo -- ΨΨ socialesociale

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6161

Che cosChe cos’è’è un gruppo? Definizioni un gruppo? Definizioni -- II

•• 1) Il fattore critico 1) Il fattore critico èè ll’’esperienza di un esperienza di un destino comunedestino comune ((LewinLewin, 1948; , 1948; Campbell, 1958; Rabbie & Horowitz, 1988)Campbell, 1958; Rabbie & Horowitz, 1988)

•• 2) La cosa fondamentale 2) La cosa fondamentale èè ll’’esistenza di una esistenza di una struttura sociale formale o struttura sociale formale o implicitaimplicita , espressa solitamente attraverso relazioni di status o di ruolo, espressa solitamente attraverso relazioni di status o di ruolo((SherifSherif & & SherifSherif, 1969), 1969)

•• 3) E3) E’’ necessario che vi sia una necessario che vi sia una interazione faccia a facciainterazione faccia a faccia tra i membritra i membri((BalesBales, 1950; , 1950; HomansHomans, 1950), 1950)

La seconda e la terza definizione possono essere applicate solo La seconda e la terza definizione possono essere applicate solo a gruppi di a gruppi di piccole dimensioni (massimo 20 membri)piccole dimensioni (massimo 20 membri)

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6262

Che cosChe cos’è’è un gruppo? Definizioni un gruppo? Definizioni -- IIII

•• 4) Un gruppo esiste quando due o pi4) Un gruppo esiste quando due o piùù individui percepiscono se stessi individui percepiscono se stessi come membri della come membri della medesima categoria socialemedesima categoria sociale (Turner, 1982)(Turner, 1982)

•• 5) 5) Un gruppo esiste quando Un gruppo esiste quando due o pidue o piùù individuiindividui definiscono se stessi definiscono se stessi come membricome membri e quando e quando la sua esistenza la sua esistenza èè riconosciuta da almeno riconosciuta da almeno unun’’altra personaaltra persona, intendendo per , intendendo per ““altra personaaltra persona”” un singolo individuo o un singolo individuo o un gruppo di persone che non si definiscono membri di quel gruppun gruppo di persone che non si definiscono membri di quel gruppo o ((BrownBrown, 2000), 2000)

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6363

Individuo vs. Gruppo - I

Un gruppo può essere considerato la somma dei suoi individui?

Secondo Allport (1924) non esiste una psicologia dei gruppi che non sia fondamentalmente ed interamente una psicologia degli individui.

Questo va nella posizione contraria di chi sostiene che, invece, possa esistere una “mente di gruppo”che induce a fare azioni che, altrimenti, i singoli individui non compierebbero mai (come nel caso delle folle).

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6464

Secondo Allport questa mancanza di consapevolezza dei singoli individui non può essere sottoposta a una verifica empirica: non è possibile osservare la “mente di gruppo” distintamente dagli individui che lo compongono.

Effettivamente, il concetto di “mente di gruppo”rischia di sfociare in qualcosa di astratto e metafisico

Ma, nella sua definizione, Allport riconduce i fenomeni gruppali a processi psicologici individuali (e quindi si ferma a un livello interpersonale: prospettiva individualistica)

Individuo vs. Gruppo - II

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6565

Il concetto di “mente di gruppo” è stato ripreso e sviluppato in modo più completo da altri autori come Mead (1934), Sherif (1936), Asch (1952) e Lewin (1952): tutti questi autori sottolineano come la relazione tra i membri di un gruppo caratterizzi un gruppo sociale.

Quindi il gruppo emerge dalla percezione che le persone hanno di se stesse come membri di una entità sociale e dalle relazioni che intercorrono all’interno di tale entità

Individuo vs. Gruppo - III

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6666

Il continuum interpersonale -intergruppi - ICome è possibile distinguere il comportamento

interpersonale dal comportamento di gruppo?

Secondo Tajfel (1978) ci sono tre criteri:

1) La presenza o assenza di almeno due categorie sociali identificabili in modo non ambiguo: Es.: uomo/donna

2) Il grado di variabilità (basso/alto) negli atteggiamenti o nel comportamento dei membri di un gruppo: èuniforme nei comportamenti intergruppi, è gestito dalle differenze individuali nei comportamenti interpersonali: Es. i tifosi

3) Il grado di variabilità del comportamento degli individui nei confronti dei membri di altri gruppi

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6767

Le polarità intergruppi – interpersonale (Tajfel)

Comportamento sociale

Comportamento intergruppi

L’interazione è determinata dall’appartenenza ai vari gruppi e dalle relazioni tra loro

Comportamento interpersonale

L’interazione dipende dagli individui, dalle caratteristiche personali e dalle relazioni interpersonali

Il continuum interpersonale -intergruppi - II

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Che cosa può favorire lo spostamento sull’asse ipotizzato da Tajfel?

Secondo Turner (1982) è necessario fare riferimento al concetto di “sé” e ai cambiamenti nel suo funzionamento.

Per Turner il concetto di sé è formato da:1) identità personale: le auto-descrizioni basate su

caratteristiche individuali: “sono un amante dell’arte”

2) identità sociale: le auto-descrizioni basate in termini di appartenenza a categorie; “sono un tifoso del Milan”

Il continuum interpersonale -intergruppi - III

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6969

Come afferma Turner, nel definirsi come membri di un particolare gruppo gli individui si stabilizza un’associazione tra se stessi e i vari attributi/norme comuni che si sperimenta nel far parte di quel gruppo : questo porta ai comportamenti uniformi che caratterizzano i gruppi

Spesso vediamo i membri di altri gruppi in modi stereotipati, e percepiamo noi stessi come relativamente simili con gli altri membri del nostro gruppo

Il continuum interpersonale -intergruppi - IV

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La differenziazione tra il comportamento interpersonale e il comportamento di gruppo può dipendere dal numero di persone coinvolte?

Ad esempio: tra un uomo e una donna oppure tra 2 contradaioli di Siena l’interazione è interpersonale o di gruppo?

Quello che caratterizza l’interazione come comportamento di gruppo è l’uniformità nelle azioni degli individui che lascia supporre che questi interagiscano in base alla loro appartenenza a un gruppo piuttosto che in base alle loro caratteristiche personali.

Il continuum interpersonale -intergruppi - V

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La distinzione interpersonale–intergruppi è un continuum

Ognuno di noi fa parte di più gruppi, ma si porta dietro una propria storia personale.

Viceversa, anche gli scambi interpersonali possono contenere stereotipi inter-gruppi

Questo, ovviamente, complica molto lo studio di questo tipo di processi

Il continuum interpersonale -intergruppi - VI

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Il comportamento interpersonale si basa sull’analisi delle differenze tra le persone (differenze individuali, di atteggiamento etc.), ma il comportamento di gruppo si basa sull’analisi delle uniformità tra individui

Per cui raramente è utile applicare teorie sul comportamento interpersonale a contesti di gruppo

Non bastano dunque le teorie individualiste ma sono necessarie teorie della psicologia sociale specifiche dei comportamenti di gruppo

Il continuum interpersonale -intergruppi - VI

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Il comportamento collettivo: la folla come gruppo - I

Il comportamento delle folle, oltre agli psicologi, ha affascinato la fantasia di scrittori e artisti in genere.

In un primo momento il comportamento delle persone nei contesti di folla veniva spiegato come una regressione a modalità di condotta primitive e istintive (Le Bon, 1895): il fatto di trovarsi in un contesto che garantisca anonimato, la possibilità di essere contagiati e suggestionati, determinano una perdita di razionalità e di identità nei singoli, creando quella che si chiama“mente di gruppo”.

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Teoria della “deindividuazione” Zimbardo (1969) ha costruito un modello secondo il quale anonimato , responsabilitàdiffusa e ampiezza del gruppo conducono alla perdita di identità e a una minore preoccupazione per la valutazione sociale. Il comportamento delle persone, non più soggetto al controllo sociale e personale, regredisce diventando impulsivo e irrazionale = deindividuazione.

Verifiche empiriche: esperimenti di laboratorio

Zimbardo (1969) V.D.: durata media delle scariche elettricheV.I.: grado di deindividuazione (manipolato)

Jaffe e Yinon (1979) V.D.: intensità media delle scariche elettricheV.I.: individui vs. gruppi di 3 persone

Il comportamento collettivo: la folla come gruppo - II

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Il comportamento collettivo: la folla come gruppo - III

Risultati che disconfermano la teoria di ZimbardoDiener (1976): l’anonimato, l’appartenenza a un gruppo riduce l’aggressivitàJohnson e Downing (1979): l’effetto di mediazione delle norme situazionali rilevanti (indossare l’uniforme da infermiera in condizioni deindividuate fa diminuire il livello di scariche somministrate)

Ad ogni modo, la teoria della deindividuazione pone un’enfasi eccessiva sulle conseguenze negative dell’appartenenza al gruppo, che in molti casi, può invece favorire il comportamento pro-sociale

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Secondo Diener (1980) l’elemento chiave nel comportamento degli individui nelle folle è la perdita dell’autoconsapevolezza

I fattori che caratterizzano le folle quali l’anonimato, la coesione, l’aumento di attivazione, fanno sì che l’attenzione si sposti verso l’esterno piuttosto che verso se stessi.

Questa teoria non esclude di per sé il comportamento prosociale: quello che conta sono gli stimoli presenti nell’ambiente.

Che cosa accomuna la teoria di Zimbardo con quella di Diener?

Entrambe sottolineano come in situazioni di folla il comportamento tenda a divenire privo di regole: si ha una perdita di identità con una conseguente perdita di autocontrollo.

Il comportamento collettivo: la folla come gruppo - IV

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Nella prospettiva intergruppi, in una folla è quasi sempre coinvolto più di un gruppo: Il comportamento delle folle èquindi un comportamento intergruppi

E’ dunque più lecito parlare di acquisizione di una nuova identità (dall’identità personale all’identità sociale) piuttosto che di anonimato o perdita dell’identità e il comportamento risulta più influenzato dall’appartenenza al gruppo piuttosto che da fattori personali o ambientaliAnche la comunicazione via PC favorisce il processo di deindividuazione (Siegel

et al., 1986; Rutter, 1987): Ricerca di Spears et al., (1990): il contenuto degli scambi via rete dipendono dal grado di importanza attribuito all’identità di gruppo dai membri della rete.

Il comportamento collettivo: la folla come gruppo - V

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In conclusione:

Il comportamento degli individui sembra essere regolatoanche nelle situazioni di folla, anche se i processi psicologicisoggiacenti ai meccanismi di regolazione sono di ordine diverso da quelli “individuali”.

Sembra che le folle si prefiggano bersagli o scopi specifici, sulla base dell’identificazione con una particolare categoria sociale.

La prospettiva intergruppi mette l’accento sull’esistenza di un gruppo “altro”, che chiamiamo outgroup che è fondamentale in ciò che accade.

Raramente un gruppo esiste isolato e le relazioni con gli altri gruppi ci permettono di analizzare quello che accade all’interno del gruppo stesso

Il comportamento collettivo: la folla come gruppo - VI

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Struttura dei gruppi

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Struttura del gruppo Struttura del gruppo

•• Diventare membri di un gruppoDiventare membri di un gruppo

•• Differenziazione dei ruoliDifferenziazione dei ruoli

•• Sistema di status Sistema di status

•• Norme di gruppoNorme di gruppo

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Immaginiamo di dover entrare a far parte di un qualsiasi gruppo.Immaginiamo di dover entrare a far parte di un qualsiasi gruppo. Qual Qual èè la la sensazione immediata che possiamo provare?sensazione immediata che possiamo provare?

Si tratta sicuramente di una Si tratta sicuramente di una sensazione di ansiasensazione di ansia. Questa sensazione . Questa sensazione èèindipendente dallindipendente dall’’etetàà e dal tipo di gruppo in cui stiamo per entrare.e dal tipo di gruppo in cui stiamo per entrare.

Da che cosa può derivare questa sensazione?Da che cosa può derivare questa sensazione?

Può essere definita come Può essere definita come ““paura dellpaura dell’’ignotoignoto”” . .

E questa potrebbe essere una causa. Ma ci sono anche altri proceE questa potrebbe essere una causa. Ma ci sono anche altri processi, tentativi ssi, tentativi di di ridurre lridurre l’’incertezzaincertezza di una situazione nuovadi una situazione nuova

Diventare membri di un gruppo Diventare membri di un gruppo -- II

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Modello di Modello di LevineLevine e e MorelandMoreland (1994)(1994)definito come definito come ““modello temporale della socializzazione al gruppomodello temporale della socializzazione al gruppo””, , attribuisce unattribuisce un’’importanza particolare alla importanza particolare alla reciprocitreciprocitàà delldell’’individuo e del individuo e del gruppo, nel senso che non gruppo, nel senso che non èè solamente lsolamente l’’individuo a dover affrontare dei individuo a dover affrontare dei cambiamenti quando entra a far parte di un gruppo; anche il grupcambiamenti quando entra a far parte di un gruppo; anche il gruppo, infatti, po, infatti, deve adattarsi ai suoi nuovi membri.deve adattarsi ai suoi nuovi membri.

Tra i fenomeni discussi dagli autori:Tra i fenomeni discussi dagli autori:•• La ricognizione inizialeLa ricognizione iniziale•• I cambiamenti nel concetto di sI cambiamenti nel concetto di séé quando si entra a far parte di un gruppoquando si entra a far parte di un gruppo•• Il processo di iniziazione al gruppo Il processo di iniziazione al gruppo

Diventare membri di un gruppo Diventare membri di un gruppo -- IIII

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La ricognizione iniziale del gruppoLa ricognizione iniziale del gruppo

ÈÈ il processo che si compie quando si deve scegliere il gruppo (oil processo che si compie quando si deve scegliere il gruppo (o i gruppi) di i gruppi) di cui potremmo entrare a far parte.cui potremmo entrare a far parte.

Questo a prescindere dallQuesto a prescindere dall’’appartenenza a gruppi che sono prescritti e che, appartenenza a gruppi che sono prescritti e che, quindi, non possono essere scelti (sesso, classe sociale, etc.)quindi, non possono essere scelti (sesso, classe sociale, etc.)

Quali sono i criteri con cui viene scelto un gruppo piuttosto chQuali sono i criteri con cui viene scelto un gruppo piuttosto che un altro?e un altro?

Secondo Secondo LevineLevine e e MorelandMoreland (1994) la scelta avviene in base a un criterio di (1994) la scelta avviene in base a un criterio di massimizzazione dei propri vantaggimassimizzazione dei propri vantaggi e e minimizzazione dei costiminimizzazione dei costi: : valutazione costi/beneficivalutazione costi/benefici(Teoria dello (Teoria dello ““scambio socialescambio sociale””: : HomansHomans, 1950), 1950)

Il criterio Il criterio èè, quindi, che cosa può fare il gruppo per noi e che cosa il grup, quindi, che cosa può fare il gruppo per noi e che cosa il gruppo si po si aspetta da noi in cambioaspetta da noi in cambio

Diventare membri di un gruppo Diventare membri di un gruppo -- IIIIII

8383

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Quali sono i fattori che determinano la percezione individuale dQuali sono i fattori che determinano la percezione individuale dei costi/benefici ei costi/benefici associata allassociata all’’entrata in un determinato gruppo?entrata in un determinato gruppo?

Secondo Secondo PavelchackPavelchack, , MorelandMoreland e e LevineLevine (1986) la maggior parte di informazioni (1986) la maggior parte di informazioni deriva dalle nostre deriva dalle nostre esperienze precedenti con altri gruppiesperienze precedenti con altri gruppi..

Verifica empirica: ricerca degli autori con studenti universitarVerifica empirica: ricerca degli autori con studenti universitari. i. Focus: relazione tra 1) grado di importanza e soddisfazione dellFocus: relazione tra 1) grado di importanza e soddisfazione dell’’appartenenza a appartenenza a

gruppi durante la scuola; 2) grado di intensitgruppi durante la scuola; 2) grado di intensitàà con cui si persegue con cui si persegue ll’’appartenenza a gruppi appartenenza a gruppi ““universitariuniversitari””

Risultati: relazione positiva Risultati: relazione positiva significativasignificativa, ma , ma deboledebole

Secondo Secondo HoggHogg (1992), un fattore rilevante nella scelta (1992), un fattore rilevante nella scelta èè la la percezione di percezione di similitudine con il membro ideale similitudine con il membro ideale (tipico, rappresentativo) del gruppo: una (tipico, rappresentativo) del gruppo: una minore discrepanza permette di preferire un gruppo piuttosto cheminore discrepanza permette di preferire un gruppo piuttosto che un altro. un altro.

Diventare membri di un gruppo Diventare membri di un gruppo -- IVIV

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I cambiamenti nel concetto di sI cambiamenti nel concetto di s éé

Una delle prime Una delle prime conseguenzeconseguenze del divenire membri di un gruppo consiste in una del divenire membri di un gruppo consiste in una ridefinizioneridefinizione di ciò che siamo, ciodi ciò che siamo, cioèè un un cambiamento nel modo in cui vediamo cambiamento nel modo in cui vediamo noi stessinoi stessi..

Nel campo della psicologia del lavoro, soprattutto per predire iNel campo della psicologia del lavoro, soprattutto per predire il l ““commitmentcommitment””(investimento) degli impiegati verso la propria organizzazione, (investimento) degli impiegati verso la propria organizzazione, viene viene somministrato uno strumento somministrato uno strumento (ideato da (ideato da KhunKhun e e McPartlandMcPartland,1954),1954) in cui si esplora la in cui si esplora la definizione di sdefinizione di séé attraverso la domanda attraverso la domanda ““Chi sono ioChi sono io””? Le ? Le persone possono dare un massimo di 20 risposte.persone possono dare un massimo di 20 risposte.Nella ricerca di questi autori, la maggior parte dei partecipantNella ricerca di questi autori, la maggior parte dei partecipanti diede pii diede piùù del 50% del 50% di risposte di risposte ““gruppaligruppali””..

Diventare membri di un gruppo Diventare membri di un gruppo -- VV

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MorelandMoreland (1985)(1985) trovò che i nuovi membri di un gruppo tendono a categorizzarsi trovò che i nuovi membri di un gruppo tendono a categorizzarsi e ad e ad essere categorizzati come essere categorizzati come ““nuovinuovi”” rispetto ai rispetto ai ““vecchivecchi””. Questo processo di . Questo processo di ridefinizione di sridefinizione di séé influisce sul comportamento: i influisce sul comportamento: i ““nuovinuovi”” tendono a tendono a interagireinteragiremaggiormente con gli altri maggiormente con gli altri ““nuovinuovi””..

La ridefinizione di sLa ridefinizione di séé che avviene nellche avviene nell’’entrare in un gruppo può avere implicazioni entrare in un gruppo può avere implicazioni anche a livello dellanche a livello dell’’autostimaautostima..

Un determinato Un determinato valore o prestigiovalore o prestigio associato al gruppo deve necessariamente associato al gruppo deve necessariamente riflettersi anche sul concetto che abbiamo di noi stessi; se intriflettersi anche sul concetto che abbiamo di noi stessi; se interiorizziamo le eriorizziamo le nostre appartenenze ai gruppi come parte del nostro concetto di nostre appartenenze ai gruppi come parte del nostro concetto di sséé, il successo , il successo o il fallimento di un gruppo tendono ad alzare o abbassare i livo il fallimento di un gruppo tendono ad alzare o abbassare i livelli di elli di autostima e autostima e autovalutazione personaleautovalutazione personale..

Diventare membri di un gruppo Diventare membri di un gruppo -- VIVI

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LL’’ iniziazione del gruppoiniziazione del gruppo

Abbiamo visto che significato possa avere entrare in un gruppo, Abbiamo visto che significato possa avere entrare in un gruppo, i cambiamenti che i cambiamenti che questo ingresso provoca nel questo ingresso provoca nel sséé. Proviamo adesso ad analizzare quale possa . Proviamo adesso ad analizzare quale possa essere la essere la risposta del gruppo risposta del gruppo quando dei nuovi membri si apprestano ad quando dei nuovi membri si apprestano ad entrare.entrare.

Può accadere, ad esempio, che lPuò accadere, ad esempio, che l’’ingresso di un nuovo membro sia teatro di ingresso di un nuovo membro sia teatro di cerimonie ritualicerimonie rituali, soprattutto nei gruppi stabili o formali (, soprattutto nei gruppi stabili o formali (MorelandMoreland e e LevineLevine, , 1982). 1982).

Questo tipo di rituali e cerimonie possono essere favorevoli al Questo tipo di rituali e cerimonie possono essere favorevoli al nuovo membro.......nuovo membro.......ma possono esserci anche esperienze altamente spiacevoli, doloroma possono esserci anche esperienze altamente spiacevoli, dolorose o se o

imbarazzanti. imbarazzanti.

Diventare membri di un gruppo Diventare membri di un gruppo -- VIIVII

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Gli eventi di Gli eventi di iniziazione spiacevoliiniziazione spiacevoli, osservabili in alcuni riti religiosi, possono essere , osservabili in alcuni riti religiosi, possono essere a livello psicologico o fisico (come la circoncisione o il provoa livello psicologico o fisico (come la circoncisione o il provocare dolore fisico); care dolore fisico); sono tendenzialmente utilizzati per sottolineare transizioni di sono tendenzialmente utilizzati per sottolineare transizioni di status o ruolo status o ruolo allall’’interno di un gruppo.interno di un gruppo.

Altri esempi di gruppi che possono avere riti di iniziazioni spiAltri esempi di gruppi che possono avere riti di iniziazioni spiacevoli: gruppi militari, acevoli: gruppi militari, associazioni universitarie. associazioni universitarie.

Qual Qual èè il il sensosenso di queste iniziazioni? Perchdi queste iniziazioni? Perchéé ll’’entrata di un nuovo membro deve entrata di un nuovo membro deve essere sottolineata cosessere sottolineata cosìì tanto?tanto?

Diventare membri di un gruppo Diventare membri di un gruppo -- VIIIVIII

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Esistono diverse Esistono diverse spiegazionispiegazioni possibili:possibili:

•• Le cerimonie svolgono una Le cerimonie svolgono una funzione simbolica funzione simbolica sia per il nuovo (sia per il nuovo (facilitano il facilitano il processo di transizione dellprocesso di transizione dell’’identitidentitàà) che per il gruppo (che può sentire il ) che per il gruppo (che può sentire il bisogno di simboli per bisogno di simboli per definire i suoi confini e sottolineare il carattere distintivo definire i suoi confini e sottolineare il carattere distintivo del gruppo rispetto agli altridel gruppo rispetto agli altri): divise, segni caratteristici, etc.): divise, segni caratteristici, etc.

•• Le iniziazioni servono come una specie di Le iniziazioni servono come una specie di ““tirociniotirocinio”” per il nuovo, proprio per per il nuovo, proprio per indirizzarlo verso lindirizzarlo verso l’’apprendimento degli standard normativi del gruppo.apprendimento degli standard normativi del gruppo.

•• Le cerimonie hanno la funzione di suscitare la Le cerimonie hanno la funzione di suscitare la lealtlealtàà del nuovo membro (e, in del nuovo membro (e, in questo caso, si fa riferimento in modo particolare solo alle conquesto caso, si fa riferimento in modo particolare solo alle condizioni favorevoli dizioni favorevoli di iniziazione).di iniziazione).

Diventare membri di un gruppo Diventare membri di un gruppo -- IXIX

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E qual E qual èè il senso delle esperienze decisamente negative e spiacevoli?il senso delle esperienze decisamente negative e spiacevoli?

Una spiegazione plausibile (ma un poUna spiegazione plausibile (ma un po’’ complessa) complessa) èè stata fornita da stata fornita da AronsonAronson e e MillsMills (1959) sulla base di quella che (1959) sulla base di quella che èè la Teoria della la Teoria della dissonanza cognitivadissonanza cognitiva di di FestingerFestinger (1957).(1957).

Secondo Secondo AronsonAronson e e MillsMills èè raro che lraro che l’’esperienza della vita di gruppo sia totalmente esperienza della vita di gruppo sia totalmente positiva. E questo può indebolire la coesione del gruppo. Lpositiva. E questo può indebolire la coesione del gruppo. L’’iniziazione iniziazione spiacevole spiacevole èè ciò che può contrastare la perdita della coesione. ciò che può contrastare la perdita della coesione.

Questo perchQuesto perchéé avere una esperienza negativa allavere una esperienza negativa all’’ingresso non può essere ingresso non può essere compatibile con la scoperta che alcuni aspetti del gruppo non socompatibile con la scoperta che alcuni aspetti del gruppo non sono come no come avevamo pensato allavevamo pensato all’’inizio.inizio.

Diventare membri di un gruppo Diventare membri di un gruppo -- XX

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La percezione di incoerenza o dissonanza, a livello psicologico,La percezione di incoerenza o dissonanza, a livello psicologico, èè spiacevole e gli spiacevole e gli individui cercano di ridurla.individui cercano di ridurla.

Quindi una via per ridurre la dissonanza iniziale Quindi una via per ridurre la dissonanza iniziale èè quella di migliorare la valutazione quella di migliorare la valutazione del proprio gruppo. Il pensiero tipico che può essere sotteso a del proprio gruppo. Il pensiero tipico che può essere sotteso a un processo un processo simile può essere:simile può essere:

““Se ho fatto tutto questo per diventare membro del gruppo, vuol dSe ho fatto tutto questo per diventare membro del gruppo, vuol dire che deve ire che deve essere veramente importante per meessere veramente importante per me””. .

In pratica, piIn pratica, piùù ll’’ingresso ingresso èè difficile, pidifficile, piùù il gruppo sembreril gruppo sembreràà attraente.attraente.

Gli studi in merito hanno dimostrato che, effettivamente, lGli studi in merito hanno dimostrato che, effettivamente, l’’iniziazione difficoltosa o iniziazione difficoltosa o spiacevole rende il gruppo pispiacevole rende il gruppo piùù attraente, può servire per esaltarne la attraente, può servire per esaltarne la lealtlealtàà e la e la coesionecoesione..

Se sia il meccanismo di riduzione della dissonanza o qualche altSe sia il meccanismo di riduzione della dissonanza o qualche altro tipo di ro tipo di processoprocesso…… questo questo èè ancora in fase di studio e discussioneancora in fase di studio e discussione

Diventare membri di un gruppo Diventare membri di un gruppo -- XIXI

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Gli aspetti strutturali dei gruppi Gli aspetti strutturali dei gruppi -- II

Abbiamo analizzato i processi attraverso cui avviene lAbbiamo analizzato i processi attraverso cui avviene l’’entrata di un nuovo entrata di un nuovo membro in un gruppo. Adesso iniziamo ad analizzare quelli che somembro in un gruppo. Adesso iniziamo ad analizzare quelli che sono gli no gli aspetti strutturali dei gruppi. aspetti strutturali dei gruppi.

•• Gli Gli aspetti strutturaliaspetti strutturali indicano le cose che mostrano una certa stabilitindicano le cose che mostrano una certa stabilitàà..

•• Possiamo dire che gli aspetti strutturali del gruppo sono la Possiamo dire che gli aspetti strutturali del gruppo sono la cornicecornice entro cui entro cui avvengono i processi di gruppo. avvengono i processi di gruppo.

•• Che cosa Che cosa èè la la struttura di un gruppostruttura di un gruppo??

SherifSherif e e SherifSherif (1969) la definiscono come (1969) la definiscono come ““una rete interdipendente di ruoli e una rete interdipendente di ruoli e status gerarchicistatus gerarchici””

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Gli aspetti strutturali dei gruppi Gli aspetti strutturali dei gruppi -- IIII

Qual Qual èè la definizione di la definizione di ““statusstatus”” e e ““ruoloruolo””??

•• Prima di tutto lo status e il ruolo non si riferiscono a un membPrima di tutto lo status e il ruolo non si riferiscono a un membro in particolare, ro in particolare, ma alla ma alla posizioneposizione che questo occupa allche questo occupa all’’interno del gruppo.interno del gruppo.

•• Quello che Quello che differenziadifferenzia lo status dal ruolo lo status dal ruolo èè il il valorevalore: ruoli diversi possono : ruoli diversi possono avere un valore simile, ma questo non accade per lo status, per avere un valore simile, ma questo non accade per lo status, per cui a cui a posizioni di status diverse sono associati valori diversi. posizioni di status diverse sono associati valori diversi.

•• Chi ha la posizione di status di valore superiore in un gruppo Chi ha la posizione di status di valore superiore in un gruppo èè considerato il considerato il leader.leader.

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La differenziazione di ruolo La differenziazione di ruolo -- II

•• CosCos’è’è il il ““ruoloruolo””? ? ÈÈ un insieme di un insieme di aspettative condivise aspettative condivise circa il modo in cui dovrebbe comportarsi circa il modo in cui dovrebbe comportarsi una persona che occupa una certa posizione in un gruppo.una persona che occupa una certa posizione in un gruppo.

•• La differenziazione di ruolo La differenziazione di ruolo èè quindi legata alla differenza di aspettative associate quindi legata alla differenza di aspettative associate a ciascun membro alla ciascun membro all’’interno del gruppointerno del gruppo

•• Esistono ruoli stabiliti formalmente (es. quelli lavorativi o scEsistono ruoli stabiliti formalmente (es. quelli lavorativi o scolastici) e olastici) e informalmente (informalmente (es. studio di es. studio di SherifSherif e coll., 1961, su un campo estivo di ragazzie coll., 1961, su un campo estivo di ragazzi).).

•• Esistono gruppi in cui può essere inizialmente difficile evidenzEsistono gruppi in cui può essere inizialmente difficile evidenziare i iare i confiniconfini tra un tra un ruolo e un altro. Tuttavia sembra sempre possibile identificare ruolo e un altro. Tuttavia sembra sempre possibile identificare la la differenziazione differenziazione dei ruoli dei ruoli anche in gruppi apparentemente non strutturati (es. gruppi di aanche in gruppi apparentemente non strutturati (es. gruppi di amici).mici).

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La differenziazione di ruolo La differenziazione di ruolo -- IIIIaa

•• Un sistema di ruoli ha origine nella cultura o subcultura di rifUn sistema di ruoli ha origine nella cultura o subcultura di riferimento, che si erimento, che si caratterizza per uno specifico patrimonio di caratterizza per uno specifico patrimonio di valori, ideologie e rappresentazioni valori, ideologie e rappresentazioni condivisecondivise

•• Ricerca di Ricerca di ZimbardoZimbardo e coll. (1972): la e coll. (1972): la ““Stanford Stanford PrisonPrison””

•• I risultati di questo esperimento sono andati molto al di lI risultati di questo esperimento sono andati molto al di làà delle previsioni degli delle previsioni degli sperimentatori, dimostrandosi particolarmente drammatici. sperimentatori, dimostrandosi particolarmente drammatici.

•• Secondo Secondo ZimbardoZimbardo, la prigione finta, nell'esperienza psicologica vissuta dai , la prigione finta, nell'esperienza psicologica vissuta dai soggetti di entrambi i gruppi, era diventata una prigione vera.soggetti di entrambi i gruppi, era diventata una prigione vera.

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La differenziazione di ruolo La differenziazione di ruolo -- IIIIbb

•• Secondo Secondo BronfenbrennerBronfenbrenner (1979), le reazioni osservate durante l(1979), le reazioni osservate durante l’’esperimento della esperimento della Stanford Stanford PrisonPrison non sono dovute a caratteristiche di personalitnon sono dovute a caratteristiche di personalitàà, ma piuttosto a , ma piuttosto a modelli di risposta specifici modelli di risposta specifici di ruoli e istituzioni particolari della societdi ruoli e istituzioni particolari della societàà americana: i americana: i comportamenti relativi ai ruoli di comportamenti relativi ai ruoli di ““guardiaguardia”” e e ““carceratocarcerato”” sono legittimati da sono legittimati da 2 2 istituzioniistituzioni: il sistema carcerario esistente e l: il sistema carcerario esistente e l’’universituniversitàà (acquiescenza alle istruzioni (acquiescenza alle istruzioni dello sperimentatore dello sperimentatore ““universitariouniversitario”” in quanto studenti)in quanto studenti)

•• Assumere una funzione di controllo sugli altri nell'ambito di unAssumere una funzione di controllo sugli altri nell'ambito di una a istituzioneistituzione come come quella del carcere, assumere cioquella del carcere, assumere cioèè un un ruoloruolo istituzionale, induce ad assumere le istituzionale, induce ad assumere le normenorme e le e le regoleregole dell'istituzione come unico valore a cui il comportamento deve dell'istituzione come unico valore a cui il comportamento deve adeguarsiadeguarsi

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•• Uno dei primi studi sulla differenziazione di ruolo Uno dei primi studi sulla differenziazione di ruolo èè quello di quello di SlaterSlater (1955).(1955).Risultato: distinzione tra Risultato: distinzione tra ““specializzazione al compitospecializzazione al compito”” e e ““specializzazione specializzazione sociosocio--emozionaleemozionale””, associate ai comportamenti rispettivamente , associate ai comportamenti rispettivamente strumentalistrumentalieded espressiviespressivi evidenziati da evidenziati da BalesBales. .

•• Differenze di ruolo importanti sono quelle presenti nel gruppo Differenze di ruolo importanti sono quelle presenti nel gruppo ““famigliafamiglia””. . ParsonsParsons e e BalesBales (1956) evidenziarono una maggiore efficienza e coesione (1956) evidenziarono una maggiore efficienza e coesione nelle famiglie in cui i ruoli erano nelle famiglie in cui i ruoli erano altamente specializzati altamente specializzati e distinti secondo le e distinti secondo le linee di genere (ai padri il ruolo strumentale, alle madri quelllinee di genere (ai padri il ruolo strumentale, alle madri quello espressivo).o espressivo).

La differenziazione di ruolo La differenziazione di ruolo -- IIIIII

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La differenziazione di ruolo La differenziazione di ruolo -- IVIV

LimitiLimiti della teoria di della teoria di ParsonsParsons e e BalesBales

•• ÈÈ basata sullbasata sull’’assunzione che le attivitassunzione che le attivitàà legate al compito e quelle sociolegate al compito e quelle socio--emozionali siano sempre emozionali siano sempre incompatibiliincompatibili. Questo si . Questo si èè dimostrato non vero, per dimostrato non vero, per cui cui èè possibile affermare che uno stesso individuo possa svolgere entpossibile affermare che uno stesso individuo possa svolgere entrambi rambi i ruoli.i ruoli.

•• I compiti I compiti strumentalistrumentali familiari possono essere sia quelli culturalmente definiti familiari possono essere sia quelli culturalmente definiti come come ““maschilimaschili”” (manutenzione e piccole riparazioni domestiche) sia quelli (manutenzione e piccole riparazioni domestiche) sia quelli definiti come definiti come ““femminilifemminili”” (cucinare)(cucinare)

Inoltre la relazione tra differenziazione e coesione familiare nInoltre la relazione tra differenziazione e coesione familiare non on èè chiarachiara

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La differenziazione di ruolo La differenziazione di ruolo -- VV

•• EE’’ forse probabile che le strutture di ruoli forse probabile che le strutture di ruoli troppo rigide troppo rigide creino problemi e creino problemi e limiti in diverse tipologie di gruppi.limiti in diverse tipologie di gruppi.

•• Ad es., nei gruppi di lavoro, una differenziazione rigida può imAd es., nei gruppi di lavoro, una differenziazione rigida può impedire pedire ll’’adattamento al adattamento al cambiamentocambiamento..

•• Resta il fatto che, in ogni tipo di gruppo, una differenziazioneResta il fatto che, in ogni tipo di gruppo, una differenziazione tra i ruoli tra i ruoli sembra avere una importanza sembra avere una importanza necessaria alla vita stessa del grupponecessaria alla vita stessa del gruppo..

Ma questo perchMa questo perchéé??

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La differenziazione di ruolo La differenziazione di ruolo -- VIVI

FUNZIONI DEL RUOLOFUNZIONI DEL RUOLO

•• La differenziazione tra ruoli aiuta la La differenziazione tra ruoli aiuta la divisione dei compiti e del lavoro divisione dei compiti e del lavoro e, e, quindi, agevola il quindi, agevola il conseguimento dello scopo conseguimento dello scopo del gruppo. Questo può portare del gruppo. Questo può portare a dire che, in taluni casi, la differenziazione a dire che, in taluni casi, la differenziazione èè contestocontesto--specificaspecifica..

•• I ruoli portano I ruoli portano ordineordine nellnell’’esistenza del gruppo; da ruoli diversi abbiamo esistenza del gruppo; da ruoli diversi abbiamo aspettativeaspettative diverse e anche noi stessi ci relazioniamo in modo differente.diverse e anche noi stessi ci relazioniamo in modo differente.

•• I ruoli sono parte della I ruoli sono parte della definizionedefinizione che diamo di noi nel gruppo e della che diamo di noi nel gruppo e della consapevolezzaconsapevolezza di ciò che siamo. Detto in altri modi, il ruolo contribuisce a di ciò che siamo. Detto in altri modi, il ruolo contribuisce a formare la nostra formare la nostra identitidentitàà, quando , quando èè definito.definito.

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La differenziazione di ruolo La differenziazione di ruolo -- VIIVII

•• A che cosa dunque serve una divisione in ruoli?A che cosa dunque serve una divisione in ruoli?

•• Permette Permette una vita di gruppo una vita di gruppo prevedibileprevedibile e e ordinataordinata; ; èè funzionale alla funzionale alla soddisfazionesoddisfazione e alla e alla coesionecoesione di gruppo (di gruppo (BrownBrown, 1988), 1988)

•• In quasi tutti i gruppi sono identificabili i seguenti 3 ruoli:In quasi tutti i gruppi sono identificabili i seguenti 3 ruoli:

-- leaderleader

-- ““nuovo arrivatonuovo arrivato””

-- ““capro espiatoriocapro espiatorio””

•• Secondo Wells(1980) il Secondo Wells(1980) il ““capro espiatoriocapro espiatorio”” ha una funzione ha una funzione ““protettivaprotettiva”” del del gruppo, in quanto permette agli altri membri di gruppo, in quanto permette agli altri membri di proiettareproiettare le parti negative le parti negative delldell’’immagine di simmagine di séé..

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Conflitti legati al ruoloConflitti legati al ruolo

•• Conflitti prevedibili legati allConflitti prevedibili legati all’’assegnazioneassegnazione di ruoli determinati a di ruoli determinati a determinate personedeterminate persone

•• Conflitti a Conflitti a livello personalelivello personale::•• IncompatibilitIncompatibilitàà fra ruolo giocato nel gruppo ed altri ruoli fra ruolo giocato nel gruppo ed altri ruoli

socialisociali•• Assenza di motivazione Assenza di motivazione a sostenere il ruoloa sostenere il ruolo

•• Conflitti aConflitti a livello di gruppolivello di gruppo::•• Assenza di accordo nel gruppo rispetto alla Assenza di accordo nel gruppo rispetto alla personapersona che che

ricopre un determinato ruoloricopre un determinato ruolo•• Assenza di accordo rispetto al Assenza di accordo rispetto al modomodo in cui un ruolo viene in cui un ruolo viene

interpretatointerpretato

La differenziazione di ruolo La differenziazione di ruolo -- VIIIVIII

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Conflitti legati al ruoloConflitti legati al ruolo

•• Jackson e Jackson e SchulerSchuler (1985):(1985): i conflitti di ruolo nei i conflitti di ruolo nei gruppi di lavoro gruppi di lavoro comportano un aumento della comportano un aumento della tensionetensione e un e un decremento di decremento di produttivitproduttivitàà

•• Possibile soluzione:Possibile soluzione:

•• InnovazioneInnovazione e e transazioni di ruolotransazioni di ruolo

•• benchbenchéé a volte il passaggio da un ruolo a un altro può a volte il passaggio da un ruolo a un altro può essere fonte di ulteriori conflitti (essere fonte di ulteriori conflitti (MorelandMoreland e e LevineLevine, , 1984)1984)

La differenziazione di ruolo La differenziazione di ruolo -- IXIX

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Il sistema di status Il sistema di status -- II

•• Legata alla struttura dei ruoli, allLegata alla struttura dei ruoli, all’’interno di un gruppo interno di un gruppo èè possibile evidenziare possibile evidenziare una una gerarchia di statusgerarchia di status..

•• Ma che cosa Ma che cosa èè esattamente lo status?esattamente lo status?

•• Lo status si riferisce alla Lo status si riferisce alla posizioneposizione occupata dalloccupata dall’’individuo nel gruppo, individuo nel gruppo, unitamente alla unitamente alla valutazione valutazione di tale posizione in una scala di prestigio di tale posizione in una scala di prestigio ((ScilligoScilligo, 1973), 1973)

–– Il sistema di status Il sistema di status èè il pattern generale di il pattern generale di influenza socialeinfluenza sociale fra i fra i membri di un gruppo (membri di un gruppo (LevineLevine e e MorelandMoreland, 1990), 1990)

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Il sistema di status Il sistema di status -- IIII

•• Uno Uno status elevato status elevato èè rivelato da due indicatori fondamentali:rivelato da due indicatori fondamentali:

•• Tendenza a Tendenza a promuovere iniziativepromuovere iniziative (idee ed attivit(idee ed attivitàà)) che che vengono continuate dal resto del gruppo (vengono continuate dal resto del gruppo (BalesBales, 1950; , 1950; SherifSherif e e SherifSherif, 1964)., 1964).

•• Consenso sulla valutazione del prestigioConsenso sulla valutazione del prestigio connesso alla connesso alla posizione dellposizione dell’’individuo nel gruppo (individuo nel gruppo (BrownBrown, 1988), 1988), ,

valutazione o classificazione positiva da parte degli altri nel valutazione o classificazione positiva da parte degli altri nel gruppo (gruppo (HomansHomans, 1950)., 1950).

Indicatori altamente correlati tra loro, ma distintiIndicatori altamente correlati tra loro, ma distinti

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Il sistema di status Il sistema di status -- IIIIII

•• Ci sono stati molti studi che hanno confermato lCi sono stati molti studi che hanno confermato l’’esistenza di gerarchie esistenza di gerarchie di status anche nei gruppi informali (di status anche nei gruppi informali (es. studio di es. studio di SherifSherif e e SherifSherif, , 1964, sulle bande di adolescenti1964, sulle bande di adolescenti).).

–– Misura: classificare i membri in base alla Misura: classificare i membri in base alla capacitcapacitàà di prendere di prendere iniziativa efficaceiniziativa efficace nelle attivitnelle attivitàà di gruppodi gruppo

–– Correlazioni alte tra risposte date dai Correlazioni alte tra risposte date dai membrimembri del gruppo e da del gruppo e da osservatori osservatori esterniesterni

–– BasseBasse correlazioni tra queste classificazioni e la correlazioni tra queste classificazioni e la popolaritpopolaritàà dei dei membri (distinzione tra efficacia nel compito e preferenza)membri (distinzione tra efficacia nel compito e preferenza)

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Il sistema di status Il sistema di status -- IVIV

•• La definizione di status rimanda a delle unitLa definizione di status rimanda a delle unitàà strutturali solitamente strutturali solitamente definite come definite come statichestatiche (mentre i ruoli sono considerati la parte (mentre i ruoli sono considerati la parte dinamica, perchdinamica, perchéé legati agli obiettivi)legati agli obiettivi)

•• Tuttavia anche le gerarchie di status possono essere Tuttavia anche le gerarchie di status possono essere mutevoli, mutevoli, possono modificarsi con: possono modificarsi con:

–– ll’’ingresso o lingresso o l’’uscita di membri del gruppo uscita di membri del gruppo

–– il cambiamento del contesto o conflitto intergruppiil cambiamento del contesto o conflitto intergruppi

–– Il cambiamento degli interessi, attivitIl cambiamento degli interessi, attivitàà o scopi del gruppoo scopi del gruppo

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Il sistema di status Il sistema di status -- IVIV

A che cosa servono le gerarchie di status?A che cosa servono le gerarchie di status?

•• Soddisfano un bisogno di Soddisfano un bisogno di prevedibilitprevedibilitàà e ordinee ordine (in questo caso le (in questo caso le aspettativeaspettative sono di sono di competenzacompetenza piuttosto che sul tipo di comportamento) piuttosto che sul tipo di comportamento)

•• Questo facilita lQuesto facilita l’’assegnazioneassegnazione dei compitidei compiti, la , la stabilitstabilitàà del gruppo e del gruppo e ll’’efficacia nel raggiungimento degli scopiefficacia nel raggiungimento degli scopi

•• A volte, può portare verso quella che viene chiamata come A volte, può portare verso quella che viene chiamata come ““la la profezia profezia che si autoche si auto--avveraavvera””: le persone si : le persone si adeguano al livelloadeguano al livello che ci si attende che ci si attende benchbenchéé le loro capacitle loro capacitàà possono essere superiori o inferiori.possono essere superiori o inferiori.–– Lo status influenza quindi il comportamento delle personeLo status influenza quindi il comportamento delle persone

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Il sistema di status Il sistema di status -- VV

•• Come si produce un sistema di status?Come si produce un sistema di status?

•• Due spiegazioni teoriche:Due spiegazioni teoriche:

•• Corrente etologicaCorrente etologica ((MazurMazur, 1985) , 1985)

•• Teoria degli Teoria degli ““stati di aspettativastati di aspettativa””

(Berger (Berger etet al., 1980; Berger e al., 1980; Berger e ZelditchZelditch, 1985), 1985)

•• Secondo la Secondo la corrente etologicacorrente etologica, l, l’’assegnazione di status avviene in base ad assegnazione di status avviene in base ad una distinzione iniziale fra ipotetici una distinzione iniziale fra ipotetici ““vincitorivincitori”” e e ““perdentiperdenti””, effettuata valutando , effettuata valutando la forza di ciascuno a partire da caratteristiche quali statura,la forza di ciascuno a partire da caratteristiche quali statura, muscolatura, muscolatura, espressione facciale.espressione facciale.

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Il sistema di status Il sistema di status -- VIVI

•• La La teoria degli stati di aspettativateoria degli stati di aspettativa fornisce una spiegazione fornisce una spiegazione delldell’’influenza influenza dello status sul comportamentodello status sul comportamento..

Secondo questa teoria, quando un gruppo Secondo questa teoria, quando un gruppo èè impegnato in un compito, nella impegnato in un compito, nella maggior parte dei casi i suoi membri hanno gimaggior parte dei casi i suoi membri hanno giàà sviluppato o sviluppano sviluppato o sviluppano rapidamente rapidamente aspettative sulle abilitaspettative sulle abilitàà di prestazione di prestazione dei loro compagni.dei loro compagni.

I membri di status piI membri di status piùù elevato avviano le attivitelevato avviano le attivitàà, sono considerati pi, sono considerati piùù influenti; influenti; inoltre, sono considerati piinoltre, sono considerati piùù competenti anche in altri settoricompetenti anche in altri settori, anche se non , anche se non èèrealmente cosrealmente cosìì ((““effetto aloneeffetto alone””))

Questo fa sQuesto fa sìì che lche l’’iniziale gerarchia di status venga iniziale gerarchia di status venga rinforzatarinforzata e e amplificataamplificatacircolarmente.circolarmente.

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Il sistema di status Il sistema di status -- VIIVII

•• Secondo la Secondo la teoria degli stati di aspettativateoria degli stati di aspettativa, , èè possibile fare delle inferenze possibile fare delle inferenze sulle prestazioni anche sulla base di sulle prestazioni anche sulla base di tratti tratti ““esterioriesteriori”” quali la razza e il quali la razza e il genere, per effetto degli genere, per effetto degli stereotipi culturali stereotipi culturali ad essi associatiad essi associati

•• La diversa percezione di razza e genere nellLa diversa percezione di razza e genere nell’’evoluzione culturale può evoluzione culturale può contribuire a collocare le persone in modo diverso allcontribuire a collocare le persone in modo diverso all’’interno della struttura interno della struttura del gruppo.del gruppo.

•• Soprattutto per quanto riguarda le differenze di status tra i seSoprattutto per quanto riguarda le differenze di status tra i sessi, esse si ssi, esse si stanno (seppur lentamente) riducendo e, quindi, nel lungo terminstanno (seppur lentamente) riducendo e, quindi, nel lungo termine e èèpossibile ipotizzare che possano scomparire.possibile ipotizzare che possano scomparire.

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Il sistema di status Il sistema di status -- VIIIVIII

•• Metodi di studio dello statusMetodi di studio dello status

•• Raccolta delle valutazioni dei membri del gruppoRaccolta delle valutazioni dei membri del gruppo::

•• Ciascun appartenente al gruppo valuta gli altri in termini di Ciascun appartenente al gruppo valuta gli altri in termini di popolaritpopolaritàà, influenza, competenza, influenza, competenza

•• Come evidenziato da Come evidenziato da SherifSherif (1948) esiste una maggiore (1948) esiste una maggiore concordanza rispetto alle valutazioni dei livelli estremi della concordanza rispetto alle valutazioni dei livelli estremi della struttura gerarchicastruttura gerarchica

•• Osservazione dei comportamenti verbali e non verbaliOsservazione dei comportamenti verbali e non verbali•• Le persone con status elevato interagiscono piLe persone con status elevato interagiscono piùù frequentemente con gli altri frequentemente con gli altri

membri, dunquemembri, dunque–– Maggiori interventi: fMaggiori interventi: frequente presa di turno, turni di parola pirequente presa di turno, turni di parola piùù

lunghi, critiche, comandi, interruzioni frequenti degli interloclunghi, critiche, comandi, interruzioni frequenti degli interlocutori utori –– Maggiori ricezioni di turni: rMaggiori ricezioni di turni: ricevono un maggior numero di icevono un maggior numero di

comunicazionicomunicazioni da parte degli altri membrida parte degli altri membri

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Indicatori Indicatori non verbalinon verbali di status elevato di status elevato

•• ApparenzaApparenza (abbigliamento, accessori, status (abbigliamento, accessori, status symbolsymbol))

•• Maggiori Maggiori contatti fisici contatti fisici attivi, utilizzo di maggior spazio personale:attivi, utilizzo di maggior spazio personale:

–– movimenti verticalimovimenti verticali

–– movimenti orizzontalimovimenti orizzontali

–– ""intrusioniintrusioni" fisiche (contatti, puntamenti) " fisiche (contatti, puntamenti)

•• Posture (asse dominanza/subordinazione) piPosture (asse dominanza/subordinazione) piùù aperteaperte, , rilassaterilassate e e eretteerette

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Indicatori Indicatori non verbalinon verbali di status elevato di status elevato

•• Maggior numero di Maggior numero di sguardisguardi rivolti allrivolti all’’interlocutore mentre si parla interlocutore mentre si parla rispetto a quando si ascolta (alto rispetto a quando si ascolta (alto visualvisual ratioratio))

•• Migliore espressivitMigliore espressivitàà verbale e non verbale:verbale e non verbale:

–– Maggiori Maggiori gestigesti connessi al discorso (contenuto e struttura)connessi al discorso (contenuto e struttura)

–– Maggior congruenza tra comunicazione verbale e non verbale Maggior congruenza tra comunicazione verbale e non verbale nellnell’’espressione oraleespressione orale (mimica, intonazione, velocit(mimica, intonazione, velocitàà e ritmo e ritmo dd’’eloquio, articolazione chiara delle parole, voce ferma assenza eloquio, articolazione chiara delle parole, voce ferma assenza di esitazioni e di errori)di esitazioni e di errori)

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Le norme di gruppoLe norme di gruppo

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Le norme di gruppo Le norme di gruppo -- II

•• Ogni gruppo possiede una sua peculiaritOgni gruppo possiede una sua peculiaritàà che lo distingue dagli altri. Si può che lo distingue dagli altri. Si può sicuramente dire che ogni gruppo sia sicuramente dire che ogni gruppo sia unicounico. .

•• Da che cosa Da che cosa èè data questa unicitdata questa unicitàà??

Da sistemi di norme diversi che producono Da sistemi di norme diversi che producono valorivalori e e atteggiamentiatteggiamenti diversi. diversi. Questi sistemi di norme caratterizzano qualsiasi tipologia di grQuesti sistemi di norme caratterizzano qualsiasi tipologia di gruppo, formale uppo, formale o informale. o informale.

•• LL’’interesse della ricerca si interesse della ricerca si èè focalizzato sui fattori coinvolti nellfocalizzato sui fattori coinvolti nell’’acquisizioneacquisizione, , interiorizzazioneinteriorizzazione e e svilupposviluppo delle norme da parte di un gruppodelle norme da parte di un gruppo

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�� Le nome costituiscono Le nome costituiscono scale di valoriscale di valori che definiscono le che definiscono le aspettative condiviseaspettative condiviserispetto al modo in cui dovrebbero comportarsi i membri del gruprispetto al modo in cui dovrebbero comportarsi i membri del gruppo (po (LevineLevine e e MorelandMoreland, 1990); riguardano un , 1990); riguardano un set di regole di comportamenti e opinioni set di regole di comportamenti e opinioni cui ci si cui ci si aspetta che i membri si uniforminoaspetta che i membri si uniformino

�� Permettono di definire la Permettono di definire la ““latitudinelatitudine”” entro la quale sono accettate le differenze entro la quale sono accettate le differenze individualiindividuali

�� Non hanno lo stesso Non hanno lo stesso carattere di obbligatorietcarattere di obbligatorietàà per tutti i membri: per tutti i membri: le persone di le persone di status elevato sono pistatus elevato sono piùù vincolate alle norme centralivincolate alle norme centrali

Esempi di Esempi di ““normenorme””: il : il ““looklook”” che caratterizza determinati gruppiche caratterizza determinati gruppi

Le norme di gruppo Le norme di gruppo -- IIII

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Le norme di gruppo Le norme di gruppo -- IIIIII

... sono ... sono ““scale di valoriscale di valori”” che definiscono una serie di atteggiamenti e comportamenti che definiscono una serie di atteggiamenti e comportamenti accettabili (e inaccettabili) per i membri di una certa unitaccettabili (e inaccettabili) per i membri di una certa unitàà socialesociale”” ((SherifSherif e e SherifSherif, , 1969)1969)

... sono ... sono ““aspettative condiviseaspettative condivise”” circa il modo in cui dovrebbero comportarsi i membri circa il modo in cui dovrebbero comportarsi i membri di un gruppo di un gruppo ((LevineLevine e e MorelandMoreland, 1990), 1990)

In altre parole, le norme sono In altre parole, le norme sono regoleregole che riguardano il che riguardano il ““come gli individui si come gli individui si dovrebbero comportaredovrebbero comportare”” e sono la base delle aspettative reciproche tra i e sono la base delle aspettative reciproche tra i membri del gruppo.membri del gruppo.

•• Che cosa succede a chi non rispetta le norme?Che cosa succede a chi non rispetta le norme?�� I devianti I devianti ricevono piricevono piùù comunicazioni; questo stato termina quando essi si riavvicinanocomunicazioni; questo stato termina quando essi si riavvicinano alle alle

opinioni della maggioranza. Se invece persistono nella posizioneopinioni della maggioranza. Se invece persistono nella posizione assunta, il gruppo finisce per assunta, il gruppo finisce per abbandonarli a se stessiabbandonarli a se stessi

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Le norme di gruppo Le norme di gruppo -- IVIV

•• Le norme possono essere...Le norme possono essere...

-- esplicite, esplicite, come nei gruppi formali e nelle organizzazioni: regolamento scricome nei gruppi formali e nelle organizzazioni: regolamento scritto tto che sancisce ciò che che sancisce ciò che èè permesso e ciò che permesso e ciò che èè proibitoproibito

-- impliciteimplicite, non espresse direttamente, ma ugualmente sanzionatorie, non espresse direttamente, ma ugualmente sanzionatorie

•• Si possono distinguere...Si possono distinguere...

-- norme centralinorme centrali: si riferiscono a questioni che comportano conseguenze per il : si riferiscono a questioni che comportano conseguenze per il gruppo; i casi di devianza sono duramente sanzionati gruppo; i casi di devianza sono duramente sanzionati (es.: discipline di partito, (es.: discipline di partito, disobbedienza negli ambienti militari e religiosi)disobbedienza negli ambienti militari e religiosi)

+ il gruppo + il gruppo èè coeso, + la reazione dei membri coeso, + la reazione dei membri èè unitaria unitaria in caso di in caso di devianza di un membrodevianza di un membro

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Le norme di gruppo Le norme di gruppo -- VV

-- norme periferichenorme periferiche: riguardano questioni considerate dal gruppo come : riguardano questioni considerate dal gruppo come marginali al proprio schema di comportamento marginali al proprio schema di comportamento (es.: hobby privati dei membri) (es.: hobby privati dei membri)

I membri di I membri di basso status basso status sono sanzionati con + frequenza rispetto ai sono sanzionati con + frequenza rispetto ai ““superiorisuperiori””se violano le se violano le norme periferichenorme periferiche

•• I membri di I membri di status elevato status elevato sono ancora + obbligati degli altri a seguire le sono ancora + obbligati degli altri a seguire le norme norme centrali centrali (in quanto da esse dipende la sopravvivenza del gruppo e del lor(in quanto da esse dipende la sopravvivenza del gruppo e del loro o potere al suo interno), mentre sono + liberi di non aderire o adpotere al suo interno), mentre sono + liberi di non aderire o addirittura cambiare dirittura cambiare le norme periferiche (ciò spesso non le norme periferiche (ciò spesso non èè concesso agli altri membri;concesso agli altri membri; es.: es.:

puntualitpuntualitàà agli appuntamentiagli appuntamenti))

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Le norme di gruppo Le norme di gruppo -- VIVI

•• OppOpp (1982) distingue 3 tipi di norme, che sottintendono origini div(1982) distingue 3 tipi di norme, che sottintendono origini diverse....erse....

-- norme istituzionalinorme istituzionali: sono imposte da autorit: sono imposte da autoritàà esterne o dal leader (quindi esterne o dal leader (quindi ““calano dallcalano dall’’altoalto””))

-- norme volontarienorme volontarie: nascono dalle negoziazioni tra i membri allo scopo di : nascono dalle negoziazioni tra i membri allo scopo di risolvere i conflittirisolvere i conflitti

-- norme evolutivenorme evolutive: si producono quando i comportamenti che soddisfano un : si producono quando i comportamenti che soddisfano un membro vengono appresi anche dagli altri, che li diffondono nel membro vengono appresi anche dagli altri, che li diffondono nel resto del resto del gruppo, fino a diventare successivamente prescrizionigruppo, fino a diventare successivamente prescrizioni

Es.: convivenza di studenti in un appartamentoEs.: convivenza di studenti in un appartamento

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Acquisizione e sviluppo delle norme Acquisizione e sviluppo delle norme -- II

Studi condotti in college americani sul modo in cui le norme venStudi condotti in college americani sul modo in cui le norme vengono acquisite gono acquisite dai nuovi membri:dai nuovi membri:

•• NewcombNewcomb (1961): (1961): in un college dalle norme in un college dalle norme ““progressisteprogressiste”” che accoglie studenti di famiglie che accoglie studenti di famiglie ““conservatriciconservatrici””, gli studenti agli ultimi anni preferiscono il candidato (alla , gli studenti agli ultimi anni preferiscono il candidato (alla presidenza USA) presidenza USA) progressista in misura significativamente maggiore dei studenti progressista in misura significativamente maggiore dei studenti dei primi annidei primi anni

•• SiegelSiegel e e SiegelSiegel, 1975: , 1975: ModalitModalitàà della della VIVI: Confronto tra una casa dello studente gestita in maniera progr: Confronto tra una casa dello studente gestita in maniera progressista ed una essista ed una

pipiùù tradizionale tradizionale Disegno longitudinaleDisegno longitudinale ((prepre, post) , post) -- 2 rilevazioni: ad inizio anno, ossia all2 rilevazioni: ad inizio anno, ossia all’’entrata nellentrata nell’’alloggio alloggio

((prepre); e a fine anno (post)); e a fine anno (post)Misura entro i soggettiMisura entro i soggetti (= VD): grado di autoritarismo(= VD): grado di autoritarismoRisultatoRisultato: diminuzione significativa del grado di autoritarismo tra il : diminuzione significativa del grado di autoritarismo tra il prepre e il post, ma solo negli e il post, ma solo negli

studenti inquilini dellstudenti inquilini dell’’alloggio alloggio ““progressistaprogressista””, mentre gli altri restano invariati, mentre gli altri restano invariati

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Acquisizione e sviluppo delle norme Acquisizione e sviluppo delle norme -- IIII

•• Studi sul comportamento dei bambini allStudi sul comportamento dei bambini all’’ingresso della ingresso della scuola materna scuola materna ((McGrewMcGrew, 1972; , 1972; FeldbaumFeldbaum etet al., 1980)al., 1980) mostrano che esiste una prima fase in cui mostrano che esiste una prima fase in cui i i bambini osservano bambini osservano giocare gli altri, come se tentassero di capire quali siano le giocare gli altri, come se tentassero di capire quali siano le ““regole di baseregole di base”” prima di entrare a fare parte del gruppoprima di entrare a fare parte del gruppo

•• Altri studi sullo stesso target Altri studi sullo stesso target ((MereiMerei, 1949; , 1949; PutallazPutallaz, , GottmanGottman, 1981), 1981) evidenziano che, evidenziano che, nellnell’’ammissione come membri di un nuovo gruppo, i bambini piammissione come membri di un nuovo gruppo, i bambini piùù popolari o popolari o i i leader sono quelli che allleader sono quelli che all’’inizio sanno adeguarsi alle norme preinizio sanno adeguarsi alle norme pre--esistenti esistenti (strategia (strategia ““attendistaattendista””), mentre quelli che tentano subito di mettersi in mostra o ), mentre quelli che tentano subito di mettersi in mostra o di apportare variazioni (strategia di apportare variazioni (strategia ““interventistainterventista””) sono poco accettati.) sono poco accettati.

•• Anche negli studi sulle strategie di conquista della leadership Anche negli studi sulle strategie di conquista della leadership negli adulti negli adulti ((HollanderHollander, 1960),, 1960), il conformismo iniziale alle norme del gruppo risulta vincenteil conformismo iniziale alle norme del gruppo risulta vincente..

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Funzioni delle norme Funzioni delle norme -- II

La costruzione delle norme di gruppo assolve ad almeno La costruzione delle norme di gruppo assolve ad almeno 4 funzioni (4 funzioni (CartwrightCartwright e e ZanderZander, 1968) ..., 1968) ...

•• Avanzamento del gruppoAvanzamento del gruppo: le norme, ad esempio : le norme, ad esempio le pressioni verso lle pressioni verso l’’uniformituniformitàà,, sono sono necessarie affinchnecessarie affinchéé il gruppo raggiunga i suoi obiettiviil gruppo raggiunga i suoi obiettivi

•• Mantenimento del gruppoMantenimento del gruppo: le norme: le norme , come ad esempio le richieste per incontri , come ad esempio le richieste per incontri regolari,regolari, preservano il gruppo dallpreservano il gruppo dall’’estinzioneestinzione

•• Costruzione della realtCostruzione della realtàà socialesociale: sviluppo di una : sviluppo di una concezione comune della realtconcezione comune della realtàà che che serve come riferimento, soprattutto nellserve come riferimento, soprattutto nell’’interpretazione di situazioni ambigue interpretazione di situazioni ambigue per per ll’’autovalutazione individualeautovalutazione individuale

–– Definizione delle relazioni con lDefinizione delle relazioni con l’’ambiente socialeambiente sociale: consenso sulle relazioni : consenso sulle relazioni con gli altri gruppi che costituiscono lcon gli altri gruppi che costituiscono l’’ambiente esterno ambiente esterno e stabilire quali e stabilire quali gruppi siano gruppi siano ““alleatialleati”” o o ““nemicinemici””

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Funzioni delle norme Funzioni delle norme -- IIII

Quali possono essere le funzioni che svolgono le norme a Quali possono essere le funzioni che svolgono le norme a livello individualelivello individuale??

•• Sono strutture di riferimento tramite le quali Sono strutture di riferimento tramite le quali èè possibile interpretare il mondopossibile interpretare il mondo

•• Sono una serie di costrutti a cui sono associati valori che servSono una serie di costrutti a cui sono associati valori che servono per dare ono per dare ordine e prevedibilitordine e prevedibilitàà a quello che ci circondaa quello che ci circonda

•• Permettono, inoltre, di capire come possiamo comportarci in una Permettono, inoltre, di capire come possiamo comportarci in una situazione situazione nuova o ambiguanuova o ambigua

Esempio: lEsempio: l’’esperimento di esperimento di SherifSherif (1936) sull(1936) sull’’effetto effetto autocineticoautocinetico: dalla : dalla ““norma individualenorma individuale”” alla alla ““norma di grupponorma di gruppo””

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Funzioni delle norme Funzioni delle norme -- IIIIII

Quali sono, invece, le funzioni che svolgono le norme a Quali sono, invece, le funzioni che svolgono le norme a livello socialelivello sociale??

•• Regolano Regolano ll’’esistenza socialeesistenza sociale e, di conseguenza, aiutano a coordinare le e, di conseguenza, aiutano a coordinare le attivitattivitàà dei membri del gruppo dei membri del gruppo

•• Le norme, inoltre, sono legate agli Le norme, inoltre, sono legate agli scopi del grupposcopi del gruppo; una volta stabilito ; una volta stabilito ll’’obiettivo, le norme servono per orientare i membri del gruppo veobiettivo, le norme servono per orientare i membri del gruppo verso il suo rso il suo raggiungimentoraggiungimento

•• Possono servire per Possono servire per migliorare lmigliorare l’’identitidentitàà del gruppodel gruppo (questo (questo èè soprattutto il soprattutto il caso delle norme gergali o di abbigliamento)caso delle norme gergali o di abbigliamento)

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Variazioni delle norme Variazioni delle norme -- II

•• Ogni norma ha una sua Ogni norma ha una sua ““ampiezza di accettazioneampiezza di accettazione”” ((SherifSherif e e SherifSherif, 1969): la , 1969): la gamma di comportamenti gamma di comportamenti ““accettabiliaccettabili”” può essere pipuò essere piùù o meno ristretta a o meno ristretta a seconda dellaseconda della normanorma (+ o (+ o –– saliente per lsaliente per l’’esistenza del gruppo) e della esistenza del gruppo) e della posizione del membro allposizione del membro all’’interno del gruppointerno del gruppo (+ o (+ o –– status)status)

•• Dunque, lDunque, l’’accettabilitaccettabilitàà dei comportamenti varia a seconda dei comportamenti varia a seconda delldell’’importanza delle importanza delle questioniquestioni a cui le norme si riferiscono; la tolleranza a cui le norme si riferiscono; la tolleranza èè inversamente inversamente proporzionale allproporzionale all’’importanza. importanza.

•• EE’’ importante anche la importante anche la posizioneposizione che gli individui hanno nel gruppo: solitamente, che gli individui hanno nel gruppo: solitamente, i membri di status superiore hanno la possibiliti membri di status superiore hanno la possibilitàà di deviare in misura maggiore di deviare in misura maggiore rispetto ai subordinati. Questo, però, non vale per le attivitrispetto ai subordinati. Questo, però, non vale per le attivitàà fondamentali del fondamentali del gruppo e nelle relazioni con lgruppo e nelle relazioni con l’’outgroupoutgroup (si deve essere membri (si deve essere membri ““modellomodello””) )

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Variazioni delle norme Variazioni delle norme -- IIII

•• Un altro fattore da prendere in considerazione Un altro fattore da prendere in considerazione èè quello temporale: quello temporale: le norme possono le norme possono variare a seconda delle diverse circostanze che il gruppo deve avariare a seconda delle diverse circostanze che il gruppo deve affrontareffrontare

Ricerca sulla variazione delle norme di gestione in unRicerca sulla variazione delle norme di gestione in un’’azienda (azienda (CochCoch e e FrenchFrench, 1948): , 1948): èè un esempio un esempio di come un cambiamento a livello interdi come un cambiamento a livello inter--gruppi ha un effetto gruppi ha un effetto intraintra--gruppogruppo

Due gruppi partecipano al programma di cambiamento, un altro vieDue gruppi partecipano al programma di cambiamento, un altro viene solo informato.ne solo informato.

RisultatiRisultati: :

1. aumento della produzione solo nei gruppi coinvolti;1. aumento della produzione solo nei gruppi coinvolti;

2. le norme dei gruppi coinvolti divergevano di circa il 50% ris2. le norme dei gruppi coinvolti divergevano di circa il 50% rispetto al gruppo non coinvoltopetto al gruppo non coinvolto

•• Ad ogni modo, non tutte le norme sono soggette a cambiamenti: esAd ogni modo, non tutte le norme sono soggette a cambiamenti: esistono delle istono delle norme norme gruppaligruppali stabilistabili, riferite soprattutto ad abitudini e tradizioni. , riferite soprattutto ad abitudini e tradizioni.

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Potere e leadership nel gruppoPotere e leadership nel gruppo

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Il potere nel gruppoIl potere nel gruppo

• Ruoli, status e norme mettono in evidenza che i membri possono essere centrali o periferici

• I rapporti di dominanza-sottomissione sono aspetti strutturali del gruppo, ma anche processuali

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Il potere nel gruppo

• Definizioni

– Capacità di influenzare o di controllare altre persone (Levine e Moreland, 1990).

– Secondo French e Raven (1959), il potere costituisce una influenza potenziale di O su P (French e Raven, 1959)

• E’ necessario tenere in considerazione

– nella realtà, il potere raramente deriva da un’unica fonte;

– le relazioni fra O e P sono caratterizzate da molte variabili, ciascuna delle quali può essere una base di potere.

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Forme del potere (French e Raven, 1959)

– Il potere di ricompensa: si basa sull’abilità di O di dare o promettere ricompense, materiali o simboliche, a P. Aumenta con l’ampiezza delle ricompense.

– Il potere coercitivo: la base del potere è nella minaccia o attuazione di sanzioni punitive di O su P.

– Il potere legittimo: P ha interiorizzato norme che stabiliscono che O ha il diritto legittimo di influenzare P, ad esempio in base a una designazione sociale (elezioni).

Questi tipi di potere possono indurre al conformismo esteriore, ma non adesione autentica del “dominato” rispetto al “dominatore”

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Forme del potere (French e Raven, 1959)

– Il potere d’esempio: o potere di riferimento, si basa sull’identificazione di P con O. Può dipendere dal prestigio di O. Spesso inconsapevole per P.

– Il potere di competenza: P ritiene O un esperto in un determinato ambito, ed ha fiducia che O dica la verità. Può essere limitato ad un’area specifica

Questi tipi di potere possono indurre alla conversione autentica da parte del “dominato” rispetto al “dominatore”

Critiche: la tipologia di French e Raven non considera né i rapporti economici, né le motivazioni di chi accetta la fonte di influenza (es. processi persuasivi, controllo delle informazioni…)

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• Il leader è colui che:- ha lo status più elevato all’interno di un gruppo- propone idee e attività- influenza i membri del gruppo fino a modificare il loro comportamento.

• Influenza non sempre è sinonimo di potere: persuasione vs. acquiescenza

• Influenza sociale e potere sono processi alternativi di modificazione del comportamento altrui

• L’influenza è un tratto distintivo del leader

Leadership - I

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• Ma visto che l’influenza sociale è un processo reciproco, si può dire in modo più specifico che il leader è colui che può influenzare gli altri membri del gruppo più di quanto sia influenzato lui stesso.

• Sono molti i modi tramite cui un leader può emergere: elezione, nomina, usurpazione, emergere spontaneo.

• Quali sono i motivi che rendono alcune persone in grado di influenzare gli altri?

Leadership - I

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Teorie che hanno cercato di rispondere al quesito:• Teorie della personalità (Stogdill, 1974): grande uomo, leader naturale• Teorie del Comportamento del leader (Bales e Slater, 1955): stili di

leadership• Approccio situazionale (Argyle e Little, 1972): natura del compito,

competenze diverse• Modello della contingenza (Fiedler, 1964): corrispondenza tra stile e

controllo della situazione• Modelli transazionali: relazione bidirezionale di influenza tra leader e

membri– Credito idiosincratico (Hollander, 1982): conformità iniziale alle norme,

scelta del gruppo, competenza, identificazione

Leadership - I

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Teorie della personalità

• Molte teorie sulla leadership tendono a definire i leader come individui chehanno determinate caratteristiche di personalità che li rendono diversi dalla gente comune.

• In realtà, se pensiamo ai “grandi” leader, ci si rende conto che possono essere persone estremamente diverse l’una dall’altra, per cui gli aggettivi con cui vengono definiti sono abbastanza vaghi: “carisma” e “genio” sono i piùaccreditati e i più utilizzati per cercare di spiegare il successo di questi individui.

• Non si è mai trovato un riscontro empirico forte che spiegasse il successo del leader in questi termini.

Leadership - II

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• Una rassegna di vari studi (Stogdill, 1974) ha evidenziato che gli unici trattialmeno in parte attendibili e correlati con il leader sono che questi individui sono “un po’ più intelligenti, sicuri di sé, dominanti, socievoli e orientati verso la riuscita degli altri”.

• In opposizione alla teoria sui tratti di personalità, ci sono studiosi (ad es., Bales, 1950; Sherif et al., 1961) per cui i leader più efficienti sono quelli che riescono a guidare il gruppo verso i propri obiettivi. Questo implica che in momenti e contesti diversi, qualcun altro può emergere come leader (studi: cambio di obiettivo, cambio di leader).

• Anche l’approccio situazionale, però, non riesce a spiegare bene quali fattori sono implicati nell’emersione di un leader

Leadership - III

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• Dal momento che i tratti di personalità non giustificano il potere del leader, si èiniziato a pensare che il successo di questi individui potesse derivare dal loro stile di comportamento (Lippit e White, 1943).

• Secondo Lippit e White, il leader avrebbe la funzione di creare un clima sociale nel gruppo: lo stato d’animo e l’efficienza del gruppo dipenderebbero proprio dalla natura del clima prodotto.

Esperimento con bambini frequentanti il dopo-scuola. Analisi di 3 modalità di comportamento del leader:- autocratica (direttiva e distante del gruppo, orientamento al compito)- democratica (coinvolgimento del gruppo, scelta dei compagni) - permissiva (gruppo libero, intervento minimo del leader)

Leadership - IV

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Le 3 persone addestrate ad agire come leader restavano 7 settimane nello stesso gruppo, poi cambiavano due volte gruppo e stile di comportamento.

Dunque, qualsiasi effetto osservato nei gruppi poteva essere attribuito allo stile di comportamento e non alla personalità.

Risultati:

- l’approccio democratico era il preferito da parte dei membri dei gruppi

- l’atmosfera dei gruppi “democratici” era + amichevole, centrata sul gruppo e discretamente orientata al compito

Leadership - V

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- i membri dei gruppi “autocratici” erano + aggressivi e dipendenti dal leader (in assenza del leader, i membri smettevano di lavorare) e più egocentrici

- i leader “permissivi” suscitavano molte richieste di informazioni ed erano nel complesso graditi, ma i gruppi tendevano a giocare piuttosto che a lavorare

-- produttivitproduttivit àà: gli “autocratici” sono i + alti, ma solo se è presente il leader, nei “permissivi” aumenta quando non c’é il leader, i “democratici” sono poco influenzati dalla presenza/assenza del leader

Gli autori approvarono lo stile democratico per autonomia, morale, efficienza complessiva

Leadership - VI

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• La teoria sulla leadership di Bales (1950), attraverso l’analisi dei ruoli identifica due specializzazioni: una legata al compito e una socio-emozionale.

• Bales e Slater (1955) distinguono due tipi di funzioni del leader:- leader socio-emozionale: presta attenzione ai sentimenti dei membri del gruppo; è teso ad assicurare armonia nel gruppo- leader centrato sul compito: concentrato sulla realizzazione del compito e sull’organizzazione del lavoro di gruppo

• Secondo i due studiosi, i due ruoli sono complementari e difficilmente possono essere svolti dalla stessa persona

• Lo specialista del compito è colui che viene percepito come “meglio attrezzato”per aiutare il gruppo nell’esecuzione del compito.

Leadership - VII

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• Da un punto di vista comportamentale, questi individui partecipano di più alle attività del gruppo e il loro comportamento si concentra nelle categoriedell’interazione relativa al compito (forniscono idee, opinioni, soluzioni)

• Confrontando la teoria di Bales con quella di Lippit e White, emerge che la dicotomia di Bales (compito/socio-emozionale) è simile alla distinzione di Lippit e White tra leader autocratico e leader democratico.

• Anche altri studiosi (Fleishman, 1973; Stogdill, 1974) hanno fornito evidenze empiriche su questa dicotomia all’interno di un programma di ricerca dell’Ohio State University.

Furono valutati il comportamento e l’efficienza del leader attraverso valutazioni fornite da alcuni membri di gruppi di militari e industriali nei confronti dei loro leader. Le valutazioni evidenziavano 2 caratteristiche principali: 1) l’interesse a dare origine a una struttura; 2) la considerazione degli altri.

Leadership - VIII

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• La differenza con la teoria di Bales è che i ricercatori dell’OSU vedono le 2 dimensioni come indipendenti, mentre per Bales sono due estremi di un continuum.

• Quindi, statisticamente, Bales si sarebbe aspettato fattori inversamente correlati, mentre il gruppo dell’OSU ha mostrato tramite analisi fattoriali che essi sono ortogonali (e quindi un leader potrebbe avere valutazioni elevate in entrambi i fattori).

• Dunque, secondo il gruppo OSU il leader migliore é l’individuo che viene valutato sopra la media in entrambi gli attributi: leader capace di organizzare le attività del gruppo, ma sensibile a opinioni e sentimenti dei membri.

Leadership - IX

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• Alcune ricerche interculturali (Smiths et al., 1989) hanno confermato la dicotomia di Bales, ma le specifiche condotte associate ai 2 stili variavano da cultura a cultura (occidentale vs. orientale)

• L’ approccio “situazionista”, invece, si fonda sull’idea che in situazioni diverse il leader deve assolvere funzioni diverse. Tale ruolo può quindi essere assunto da diversi membri del gruppo, caso per caso

• Esperimento di Carter e Nixon (1949): variando il tipo di compito, persone diverse emergevano come leader

• Fattori situazionali collegati all’emergere di un leader: natura del compito, presenza nel gruppo di un membro con esperienza di leader, grandezza del gruppo, stabilità ambientale.

Leadership - X

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• Critiche all’approccio “situazionista”:

- trascura troppo le caratteristiche delle persone con ruoli di leader

- la definizione della situazione (centrata sulle richieste relative al compito) èriduttiva e considera poco elementi importanti come la storia, la struttura, le risorse del gruppo

• In anni recenti alcuni studiosi hanno anche ripreso il concetto di “carisma”, concepito in termini di una caratteristica di una relazione particolare tra il leader e i seguaci, più che di un tratto di personalità (Bass, 1985).

• Il leader carismatico infonde al gruppo qualche forma di ispirazione che trascende gli obiettivi “normali” di prestazione e promuove l’impegno nell’interesse collettivo

Leadership - XI

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• Bass chiama questo stile “trasformazionale”. Secondo Bass lo stile trasformazionale è efficace in ogni occasione, ma particolarmente quando c’è una crisi o un cambiamento. Ma può essere utile anche in situazioni stabili; ed è percepita come molto efficace dai membri

• Quali possono essere i limiti di questa teoria?- le ricerche di Bass sono prevalentemente correlazionali, per cui non è possibile fare inferenze sulle relazioni causa-effetto.- le correlazioni potrebbero riflettere le teorie ingenue dei membri del gruppo sull’identità e le caratteristiche del leader di successo.

Leadership - XII

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• Leadership “trasformazionale”

- Offre una visione significativa e positiva della realtà- Presta attenzione individuale alle persone, ai loro bisogni, desideri, atteggiamenti- Promuove apprendimento- Incoraggia l’azione creativa, la risoluzione dei problemi, il coinvolgimento- Comunica aspettative di elevata prestazione- Sviluppa energie, propositi, progetti di innovazione

Leadership - XIII

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• Altri studi (Howell e Frost, 1989) hanno dimostrato l’utilità di una leadership trasformazionale e carismatica, in quanto:- stimola maggiormente la prestazione del gruppo- sembra che il leader carismatico tenga maggiormente fede ai propri impegni (studi longitudinali).

Il carisma resta pur sempre il prodotto di una relazione tra leader e membri

• Resta comunque che il fatto che nella teoria della leadership carismatica c’èuna certa indeterminatezza dei fattori implicati (quali sono gli ingredienti che creano il “carisma” nella relazione leader-gruppo?) e il concetto rischia di essere circolare (solo a posteriori si può verificare se il leader è “carismatico”oppure no).

Leadership - XIV

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Modello della contingenza (Fiedler, 1965)• Fiedler (1965) rilevò che l’approccio degli stili di comportamento non spiegava

perché in taluni casi erano + efficienti le leadership orientate al compito, in altri le leadership socio-emozionali

• Approccio interazionista: l’efficienza del leader dipende dalla corrispondenza fra stile adottato e controllo della situazione

• Stile di leadership misurato mediante punteggio LPC (Least Preferred Co-worker): descrizione su scale bipolari (collaborativo / non collaborativo; amichevole / ostile…) del collaboratore con cui la persona trova più difficile lavorare (il meno preferito) da parte di aspiranti leader- Alto Lpc = leader centrato sulle relazioni- Basso Lpc = leader centrato sul compito

Leadership - XV

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• Il punteggio LPC rispecchia per Fiedler una caratteristica di personalitàrelativamente stabile nelle diverse situazioni e nel tempo.

• 3 dimensioni (dalla + alla – importante) che determinano la favorevolezza o meno della situazione per il leader:1. Qualità dei legami leader-membri2. Livello di struttura del compito (es.: chiarezza delle procedure per il raggiungimento dello scopo)3. Potere del leader (es.: grado di controllo di sanzioni e premi, formalizzazione della ledership)

• Valutando ogni situazione di leadership come alta o bassa rispetto a questi 3 fattori, derivano 8 combinazioni di favorevolezza (2X2X2)

Leadership - XVI

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• Se la situazione è molto favorevole (positiva per tutti e 3 i fattori), i leader non hanno bisogno di sprecare tempo preoccupandosi del morale dei membri del gruppo e hanno mezzi e potere per essere direttivi

• Se la situazione è molto sfavorevole (negativa per tutti e 3 i fattori), accade che i leader non abbiano niente da perdere ad essere autocratici

• A livelli intermedi, il leader può compensare un compito mal definito o uno scarso potere con uno stile orientato alla relazione

Leadership - XVII

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• Una meta-analisi di 178 studi (Strube e Garcia, 1981) conferma sostanzialmente la validità del modello di Fiedler, individuando comunque degli aspetti critici riguardo la sua completezza.

• Nonostante ciò, il modello della contingenza ha sollevato alcunecontroversie.

• Innanzi tutto, il modello implica che lo stile del leader non venga influenzato dalle circostanze e che, di conseguenza, sia “dato” e non immutabile. Ciò si basa su una definizione di personalità basata sui tratti che considera gli individui coerenti nel tempo e nelle situazioni. La facilità con cui gli individui possono essere addestrati ad agire un determinato stile (es.: Lippit e White, 1943) sembra contraddire la presenza di tratti stabili e invarianti.

Leadership - XVIII

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• Inoltre, nella realtà delle organizzazioni lavorative, gli individui vengono formati in modo specifico per “interpretare” il ruolo di leader in una certa maniera.

• Un’altra prova contro la stabilità dei tratti è fornita da Rice (1978), che ha riportato un’attendibilità test-retest relativamente modesta della scala LPC

• Un’altra critica riguarda l’ordine degli 8 tipi di situazioni, che per Fiedlerrappresentano un continuum ordinato di favorevolezza dove ogni ottante (combinazione delle 3 dimensioni) è ugualmente distante dal successivo. Ma l’ordine dei 3 fattori situazionali era stato stabilito in modo arbitrario da Fiedler e, cambiandone l’ordine gerarchico, cambia il continuum tra le 8 combinazioni e, dunque, cambia l’ordine di ampiezza di correlazione tra LPC ed efficacia.

Leadership - XIX

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• Singh e coll. (1979) hanno inoltre rilevato che l’ordine di importanza dei 3 fattori nel determinare la favorevolezza della situazione è diverso da quello prescritto da Fiedler: su 4 studi, solo in 2 il legame leader-membri era considerato il + importante, mentre negli altri 2 il + importante era il grado di potere, il quale complessivamente è emerso come il + importante in assoluto.

• Un ulteriore limite riguarda il fatto che ogni leader può essere categorizzato solo in modo dicotomico (alto vs. basso LPC) : l’applicazione in campo formativo del modello scarta ca. il 20% di punteggi (cioè gli intermedi, né alti, né bassi). Quanto sarebbero stati efficaci?

Leadership - XX

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• Il punto base della teoria di Fiedler, vede la prestazione del leader come contingente alla situazione.

• Esistono altri due modelli che valutano gli aspetti contingenti della leadership:

- il modello della “leadership situazionale” (SLT) di Hersey e Blanchard(1993)

- Il modello della “contingenza” di Vroom e Yetton (1973)

Leadership - XXI

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• Secondo il modello della “leadershIp situazionale” (Hersey e Blanchard, 1993) i leader devono adattare il loro stile alla “prontezza” dei membri del gruppo ad affrontare il compito.

• Per “prontezza” gli autori intendono una combinazione di capacità, disponibilità e sicurezza dei membri nell’affrontare un dato compito.

• Se gli individui sono poco motivati e poco abili, il grado di prontezza è basso, e il leader dovrebbe avere un approccio orientato al compito.

• Se gli individui sono motivati e sicuri, il grado di prontezza è alto, e il leader avrà un approccio meno orientato al compito perché può e deve delegarecompiti al gruppo (qui non si parla di un cambiamento in senso socio-emozionale).

Leadership - XXII

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• A livelli medi di prontezza, il leader dovrebbe avere un orientamento prevalentemente socio-emozionale (che è comunque considerato indipendente dal grado di orientamento al compito)

• Somiglianze e differenze con la teoria di Fiedler:

Per entrambe l’efficacia della leadership dipende dall’integrazione tra il leader e la situazione, ma…

- per la STL i leader devono avere le capacità di adattare il comportamento al cambiamento dei contesti, mentre per

Fiedler lo stile di leadership è relativamente stabile- per la STL sono salienti la motivazione e la competenza dei membri e c’è

maggiore attenzione alla relazione tra essi e il leader, mentre per Fiedler la relazione tra membri e gruppo è solo un aspetto della situazione utile per identificare lo stile di leadership più efficace

Leadership - XXIII

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• Il modello della “leadership situazionale” è molto utilizzato in ambito formativonei contesti organizzativi, ma ha avuto ad oggi scarse verifiche empiriche. Una delle poche (Vecchio, 1987) non ha confermato la validità del modello.

• Il modello della “contingenza” di Vroom e Yetton (1973).prende in considerazione solo l’aspetto della decisione nel gruppo e cerca di definire il processo al quale si dovrebbe richiamare il leader in diversi contesti di decisione.

• In altre parole, il modello cerca di definire “il grado di consultazione e di partecipazione di gruppo che il leader dovrebbe incoraggiare per giungere alle decisioni più efficaci”.

Leadership - XXIV

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• Nel modello della “contingenza” la scelta del processo migliore (cioèquello che produce una decisione efficace) dipende dalla natura del compito di decisione.

• Gli autori inizialmente ipotizzarono l’esistenza di 7 attributi che consentirebbero al leader di scegliere tra 5 processi decisionali (dal + “autocratico” al + “democratico”)

– Es. tentare di arrivare a una decisione senza consultare i membri del gruppo (+ autocratica)

– Es. cercare la partecipazione del gruppo per arrivare a una decisione consensuale (+ democratica)

Leadership - XXV

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• Gli attributi sono sotto forma di valutazioni condizionali a cascata e che prendono la forma di un diagramma di flusso. Sono, quindi, valutati attraverso domande.

Es.: attributo “importanza della qualità della decisione”.Quanto conta prendere la decisione giusta?Domande a cui rispondere “sì” o “no” portando a una sequenza processuale.Alla fine si giunge all’indicazione sui processi consigliati di decisione, che alla fine viene confrontata con il processo realmente utilizzato per verificare se il leader ha aderito o meno alle prescrizioni del modello.

Leadership - XXV

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• Il leader (o l’aspirante tale) risponde alle domande circa i attributi in sequenza, così da sapere quali sono i processi decisionali consigliati per quella situazione.

• Il punto di forza del modello è dato dalla possibilità di avere uno schema(vademecum) che orienti il leader.

• La verifica empirica della validità del modello fornisce prove a favore, ma anche alcuni problemi (ad es., il processo + “partecipativo” è risultato + efficace, a prescindere dalle situazioni)

Leadership - XXVI

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• In realtà le “indicazioni” hanno alcuni limiti, in quanto l’adesione alle prescrizioni non garantisce l’efficacia e l’accettazione sociale di una decisione.

• Una versione + complessa del modello (Vroom e Jago, 1988) prevede 12 attributi e alternative di risposta tipo Likert (in luogo delle dicotomiche), rendendo il modello stesso meno “maneggevole” al fine di migliorarne il potere predittivo dell’efficacia del leader

Leadership - XXVII

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• La leadership come processo

• Dinamica processuale: il leader può influenzare i membri del gruppo, e questi ultimi possono influenzare, con le loro aspettative e le loro richieste, il leader stesso. È perciò riconosciuto un ruolo più attivo dei membri del gruppo

• Ricerca di Merei (1949) in una scuola materna. Bambini più grandi, introdotti in un gruppo esistente, divennero leader solo se prima di introdurre innovazioni di gioco furono capaci di adattarsi alle norme, al comportamento ed alle “tradizioni” del gruppo esistente.

Leadership - XXVIII

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• Nella Teoria della Leadership di Hollander (1978),la sequenza di adesione iniziale alle norme del gruppo e di successiva introduzione di idee nuoveriveste un ruolo centrale

• Viene introdotta la nozione di “credibilità idiosincratica”, che il leader deve conquistare nei contatti iniziali con il gruppo

• 4 fonti di legittimità che favoriscono la “credibilità” del L:

- conformità iniziale alle norme di gruppo

- essere stato scelto dal gruppo

- competenza rispetto agli scopi del gruppo

- identificazione con il gruppo

Leadership - XXIX

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• La controparte dell’identificazione del leader con il gruppo è rappresentata dalla percezione del leader come rappresentante o membro prototipico del gruppo.Secondo Hogg (1996) questo aspetto svolge un ruolo importante nel momento in cui il leader deve essere accettato dal gruppo, soprattutto in contesti intergruppi.

• Connesso alla legittimazione è il modo in cui il leader esercita la sua autorità nel gruppo (Tyler e Lind, 1992).Secondo questi studiosi il leader può...- sforzarsi di acquisire risultati positivi ed equi per i membri del gruppo (criteri di giustizia distributiva)- sottolineare la correttezza delle procedure utilizzate per distribuire i redditi (criteri di giustizia procedurale)

Leadership - XXX

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• Il rispetto dei due criteri permette al leader di conquistare il gruppo; se le procedure sono percepite come imparziali, il gruppo è maggiormente disposto ad accettare un leader anche se non dà loro qualcosa che aspettavano da tempo.

• È importante sottolineare che gli effetti che entrambi i criteri di giustizia esercitano sono dipendenti dal contesto in cui hanno luogo, in particolare se è intra-gruppo o inter-gruppi.

Leadership - XXXI

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• Situazione sperimentale di Platow et al. (1997) in cui i leader distribuivano somme di denaro.

2 variabili manipolate:- tipo di distribuzione (equa/non-equa)

- contesti (intra-/inter-gruppi)

Misura: grado di approvazione del leader dai membriRisultati: i leader equi ricevevano + approvazione dei non-equi, ma l’effetto era minore nel contesto inter-gruppi. Ma il dato più importante èche in alcuni contesti inter-gruppi, il leader che era poco equo nei confronti dell’altro gruppo era + approvato di quello che era equo.

Leadership - XXXII

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Riassunto dei principali approcci allo studio della leadership

• Approccio dei “tratti di personalità”

• Approccio degli “stili di comportamento” (Bales, Lippit & White, Bass)

• Approccio “situazionista” (Carter & Wright)

• Approccio “interazionista” (Fiedler, Hersy & Blanchard, Vroom & Yetton)

• Approccio “transazionale” (Hollander, Tyler & Lindon)

Leadership - XXXIV

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Ruoli, relazioni e processi nel gruppo

• Potere = potenzialità di influenzare l’altro• Dominanza = rapporto con la persona influenzata• Controllo = comportamento di chi ha potere• Status alto = posizione ricoperta da chi ha maggior controllo• Leadership = status più alto nel gruppo

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Comunicazione nei gruppi

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Comunicazione nei gruppi - I

• La comunicazione è uno degli elementi costitutivi di un gruppo in quanto implica uno “scambio di significati”, che determinano una finalità e atteggiamenti comuni, la coesione gruppale, le relazioni interpersonali, gli accordi o i disaccordi, la collaborazione o la competizione (Flament, 1965)

• Tutti i processi di gruppo (es. coesione, cooperazione/competizione, influenza sociale, devianza, polarizzazione) hanno a che fare con la comunicazione

• Il fenomeno della “discussione”: un rito di comunicazione che riunisce i membri di un gruppo in un luogo idoneo secondo regole prescritte (Moscovici e Doise, 1991)

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Comunicazione nei gruppi - II

• La discussione è il contesto privilegiato sia per l’emersione del conflitto, sia per la ricerca del consenso

• Come sosteneva Festinger (1950), la costruzione di una realtà sociale condivisa all’interno del gruppo avviene tramite gli scambi comunicazionali diidee e opinioni

• Una discussione di gruppo può essere influenzata da...- tipo di atmosfera (calda/fredda)

- grado di spontaneità (spontanea/vincolata)

- tipo di partecipazione (consensuale/normalizzata)

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Comunicazione nei gruppi - III

• L’atmosfera della discussione e gli scambi comunicativi sono influenzati dagli attributi del setting fisico-spaziale: grandezza della stanza, arredi, aspetto globale del luogo (familiare, solenne, asettico, ecc.), lay-out, disposizione di sedie e tavolo

• Alcuni studi mostrano come sia gli aspetti fisico-spaziali + “micro” (sedersi in cerchio vs. sedersi allineati), sia i + “macro” (stessa disposizione “micro”, ma in differenti contesti) creano differenze di atmosfera che si ripercuotono nei processi che avvengono nel gruppo

• Il grado di spontaneità di una discussione è legato alla presenza o meno di vincoli temporali o procedurali: + la discussione è spontanea, + si verificano partecipazione diffusa di tutti i membri e fenomeni di influenza sociale

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Comunicazione nei gruppi - IV

• Partecipazione “consensuale” vs. “normalizzata”

- nella p. consensuale tutti i membri del gruppo possono dire la loro senza preoccupazioni di status e senza vantaggi per la maggioranza (rispetto alle minoranze)

- nella p. normalizzata le possibilità di accedere alla discussione sono “regolamentate” dalla gerarchia di status

• Nelle discussioni a p. consensuale gli scambi sono accesi, c’è alto coinvolgimentodei membri, emergono punti di vista divergenti e conflitti

• Nelle discussioni a p. normalizzata gli scambi sono ordinati, non emergono punti di vista conflittuali, i membri di status basso (o di una minoranza) non contraddicono i membri di status alto (o la maggioranza), il coinvolgimento dei membri è scarso, le decisioni sono + scontate e determinate dalla leadership

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Comunicazione nei gruppi - V

Tre principali oggetti di studio sulla comunicazione nei gruppi:

• Festinger (1950) e Schachter (1951): analizzano i processi comunicativi in rapporto ad altri fenomeni di gruppo.Esempio: studi sulle comunicazioni (persuasive) verso i devianti x ristabilire la coesione gruppale

• Bales et al. (1951): studiano le strutture di comunicazione nei gruppi di discussione; evidenziano che la quantità di comunicazioni date e ricevute riproduce la gerarchia di statusEsempio: in una struttura centralizzata il leader riceve e trasmette piùcomunicazioni di tutti

• Bavelas (1950) e Leavitt (1951): propongono un modello di descrizione delle reti di comunicazione che riprende l’idea lewiniana di rappresentazione del campo psicologico mediante mappe topologiche

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Comunicazione nei gruppi - VI

• È Flament (1965) che concettualizza la distinzione tra

rete di comunicazione e struttura di comunicazione

La rete di comunicazione è l’insieme di “canali” presenti in un gruppo, i quali rendono possibile il passaggio di informazioni

La struttura di comunicazione è invece l’insieme di comunicazioni che si sono effettivamente scambiate all’interno di un gruppo

• In altre parole, la rete è una “possibilità” di comunicazione, laddove la strutturaè una “realtà” di comunicazione

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Reti di comunicazione - I

• Se pensiamo che i membri di un gruppo sono in relazione tra di loro attraverso dei legami di comunicazione, è possibile comprendere quali possano essere gli effetti sul gruppo di reti di comunicazione differenti.

• Secondo Bavelas (1950) e Leavitt (1951) la cosa più importante non è il grado di vicinanza fisica tra i membri, ma piuttosto l’organizzazione topologica dei legami e per questo hanno operazionalizzato indici quantitativi per mezzo dei quali è possibile descrivere diversi tipi di reti

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Reti di comunicazione - II

• Situazione sperimentale di Leavitt (1951)

Gruppo di 5 persone sedute ad un tavolo e separate da pannelli: è possibile comunicare solo tramite messaggi scritti. Il passaggio dei messaggi è controllato dallo sperimentatore, che tiene aperte (o chiuse) le finestrelle dei pannelli.

Verifica dell’effetto di 4 tipi di rete (= VI) su un compito di individuazione di un simbolo comune tra i 5 cartoncini (1 ciascuno) dato ai partecipanti.

Misure rilevate (= VD):

- rapidità temporale

- concisione (numero di comunicazioni scambiate)

- precisione (grado di correttezza della decisione)

- morale del gruppo (grado di soddisfazione individuale verso il lavoro svolto)

- grado di popolarità di ogni membro (tramite indici sociometrici)

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I 4 tipi di reti di comunicazione studiati da Leavitt (1951)

A = rete centralizzata o ruota

B = rete a Y

C = rete a catena

D = rete decentralizzata o cerchio

A B C D

Reti di comunicazione - III

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Reti di comunicazione - IV

• Due indici quantitativi per descrivere i diversi tipi di rete:

– Indice di “distanza” = numero minimo di legami di comunicazione che un individuo deve “attraversare” per comunicare con un altro

– Indice di “centralità” = la misura in cui un flusso di informazioni nel gruppo è centralizzato in una persona oppure distribuito tra i membri

• Indice di “centralità”... + elevato = ruota- elevato = cerchio

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Reti di comunicazione - V

Risultati

• Rete + centralizzata (ruota) = + rapidità + concisione

+ precisione, ma - morale.

Il + popolare è il membro in posizione centrale, che ha

anche il + alto morale (mentre i membri più periferici

hanno il morale + basso)

• Rete + decentralizzata (cerchio) = - rapidità - concisione

- precisione, ma + morale, che è anche simile tra i

membri.

Nessuno emerge come + popolare di altri

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Reti di comunicazione - VI

• Studi successivi (es.: Shaw, 1964) hanno mostrato che in realtà questi risultati si hanno per compiti semplici, mentre per compiti più complessi (problemi logico-matematici, discussioni, ecc.) le reti centralizzate sono – rapide e –precise delle reti decentralizzate.

Questo perchè...

- il leader delle reti centralizzate sono sottoposti a un sovraccarico cognitivo, mentre nella reti decentralizzate c’è una maggiore distribuzione del carico

- il morale + alto tra i membri delle reti decentralizzate si traduce in una + alta motivazione al lavoro e, quindi, ciascun membro desidera fornire il proprioapporto all’esecuzione del compito

• Dunque, la natura del compito modera la relazione tra tipo di rete e prestazione del gruppo

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Reti di comunicazione - VII

• Riassumendo, il tipo di rete di comunicazione influenza...

- l’efficienza di gruppo nella risoluzione di compiti

� La natura del compito è una variabile fondamentale: i gruppi centralizzati risolvono più rapidamente compiti semplici, i gruppi decentralizzati i compiti complessi

- la soddisfazione o il morale dei membri del gruppo

� Nelle reti decentralizzate il morale medio del gruppo è piùelevato; nelle reti centralizzate la persona in posizione centrale è più soddisfatta.

• Critiche:

Questi risultati, ottenuti con studi di laboratorio, sono poco applicabili alla complessità dei gruppi naturali

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Valutazione di sé eConfronto sociale

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Valutazione di sé e confronto sociale - I

• Le norme e i ruoli nonché le differenze di status ci aiutano a conoscere e valutare noi stessi

• Ma come valutiamo noi stessi?

Teoria del confronto sociale (Festinger, 1954) dinamiche di gruppo

Secondo Festinger esiste una motivazione umana universale che ci spinge a valutare le nostre opinioni e le nostre capacità.

Questa affermazione si basa sulla convinzione che sarebbe difficile (se non impossibile) vivere senza un modo che ci permetta di valutare le nostre capacità.

Esempi: la guida dell’auto o le scelte della scuola e della professione

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Valutazione di sé e confronto sociale - II

• Come possiamo ricavare questo tipo di conoscenza?

Il modo più ovvio è quello di trovare degli strumenti oggettivi di valutazione (es.: capacità atletiche), ma spesso essi non sono disponibili.

Dunque, dobbiamo ricorrere all’aiuto di “altri ” per ottenere informazioni sulle nostre capacità: anche le misure oggettive sono rapportate a quelle ottenute da altri.

Ma chi sono gli “altri” con cui deve avvenire questo tipo di confronto?

Chiaramente non possono essere “altri” generici, ma individui che sono simili a noi, altrimenti non potremmo ricavare molte informazioni.

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Valutazione di sé e confronto sociale - III

• Il fatto di poterci confrontare con nostri “simili” ci permette di fare previsioni e guidarci verso i nostri possibili risultati

• A questo punto è più facile comprendere l’importanza della gerarchia di status: dà ai membri del gruppo una classificazione delle competenze su vari attributi e permette, quindi, di scegliere “altri” confrontabili al fine della valutazione del sé.

• L’ipotesi della somiglianza di Festinger sembra di tipo circolare: scopro le capacità di un altro individuo in modo tale da poter fare inferenze sulle MIE capacità;ma se sappiamo già che quella persona è simile a noi, qual è il senso del confronto?

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Valutazione di sé e confronto sociale - IV

• Secondo Goethals e Darley (1977) cerchiamo altri simili a noi “in attributi che sono in relazione con la capacità che ci interessa”.

Esempio: si cerca il confronto con persone della propria età, sesso, etc.

• Quindi la posizione di status nel gruppo funziona da “attributo associato”generale: deduciamo la nostra competenza in un determinato campoconfrontandoci con qualcuno di status simile al nostro in tale campo.

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Valutazione di sé e confronto sociale - IV

• Questi confronti su attributi comportano alcuni svantaggi

Es. Studio di Major (1994):• I soggetti svolgevano compiti diversi per cui ricevevano una retribuzione

• Alla fine si chiedeva di quale gruppo volessero conoscere la retribuzione media (così da poter fare un confronto con la propria)

• Il 63% sceglieva come termine di confronto la paga media di retribuzione del proprio sesso nel proprio stesso compito (sono il 21% sceglieva la media di retribuzione dei due sessi nello stesso compito)

• Le persone percepivano il genere come variabile pertinente al principio di equità retributiva

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Valutazione di sé e confronto sociale - V

Quali conseguenze può avere a livello affettivo il confronto sociale?

� Prima di tutto le conseguenze del confronto ricadono sull’autostima.

E’ ovvio che la nostra autostima aumenta quando facciamo bene qualche cosa.

Questo potrebbe portare a pensare che si debba ricercare il confronto solo con i membri del gruppo che hanno una posizione inferiore alla nostra per evitare un esito spiacevole che abbasserebbe la nostra autostima.

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Valutazione di sé e confronto sociale - VI

Ma la nostra presupposta superiorità, quando facciamo un confronto con persone gerarchicamente inferiori a noi, funziona solamente se possiamo assumere un loro impegno nella prova pari al nostro.

Inoltre, se l’esito del confronto non fosse a nostro favore, l’inferenza di inferiorità risulterebbe molto più evidente (e quindi dannosa) che non quella che deriva da un confronto con un superiore.

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• Secondo Festinger (1954) il valore “occidentale” della “prestazione migliore”spinge gli individui a tentare di superare i risultati degli altri. Questo è dato da una “pulsione verso l’alto” che ha 2 effetti sulle relazioni di status:

1. Porta instabilità nel gruppo in quanto i membri del gruppo sono portati a competere per la posizione

2. Determina la tendenza a fare confronti con le persone di posizione piùelevata al fine di migliorare la propria.

Valutazione di sé e confronto sociale - VII

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Alcuni studi confermano che i confronti avvengono con i membri del gruppo percepiti come leggermente migliori di noi (e quindi molto “somiglianti”; es. un gradino più in alto in una graduatoria)

• Questo è vero però quando si ha conoscenza della gamma delle capacità del gruppo.

• Wheeler e coll. (1969) hanno visto che, se non si conosce la gamma, la maggioranza vuole conoscere in primis il punteggio migliore, poi il punteggio peggiore.

• Esistono anche occasioni in cui c’è proprio una tendenza a confrontarsi verso il basso: una di queste è il caso in cui le persone si trovino in circostanze negative (il conforto di sapere che c’è chi sta peggio di noi…)

Valutazione di sé e confronto sociale - VIII

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• Secondo Wills (1991) il confronto verso il basso è funzionale alla salvaguardia di un’autostima minacciata. Le prove empiriche a sostegno di questa tesi sono contraddittorie (es. pazienti con cancro al seno vs. disabili).

• Viceversa, Taylor e Lobel (1989) sostengono che, anche in situazioni difficili, il confronto può volgersi verso l’alto:

il confronto verso il basso rafforza il sé di persone che si sentono minacciate solo in superficie, mentre quello verso l’alto può dare speranza e prospettive di miglioramento (“anche io come loro, un giorno…”).

Valutazione di sé e confronto sociale - IX

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Quali sono gli effetti del confronto sociale sulla prestazione effettiva degli individui?

• Secondo Festinger (1954) gli individui hanno la tendenza a migliorare la loro prestazione soprattutto in rapporto a coloro che sono simili o immediatamente superiori a loro.

• Diversi studi confermano che all’interno di un gruppo il miglioramento complessivo dei risultati è legato principalmente ad un aumento della prestazione dei membri più deboli; mentre c’è un peggioramento in caso di membri molto simili o troppo diversi tra loro.

Valutazione di sé e confronto sociale - X

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• Pur riconoscendo l’importanza del confronto sociale per spiegare il processo di valutazione di sé, Albert (1977) sottolinea anche l’importanza del confronto temporale, ovvero il confronto della propria prestazione attuale con quella passata o futura.

• Il confronto temporale può essere + usato se i confronti sociali generano esiti sfavorevoli per il sé (es. Gibbons et al., 1994: gli studenti universitari + “abili”usano + confronto sociale, i – abili + confronto temporale)

• Ricerche hanno mostrato che i confronti sociali prevalgono tra adolescenti e adulti, mentre quelli temporali prevalgono tra bambini e anziani

Valutazione di sé e confronto sociale - XI

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• In altri casi le persone possono utilizzare come elemento di confronto qualche standard astratto, seguendo un orientamento “autonomo” (Hinkle e Brown, 1990)

• Ad ogni modo, la teoria del confronto sociale ha almeno altri 3 punti deboli:

1. trascura (anzi, Festinger la ritiene una cosa molto improbabile) la possibilitàche i confronti possano coinvolgere anche i membri di altri gruppi di status differente

2. ritiene che i processi di confronto sociale siano generali, dunque simili in tutti gli individui; in realtà, alcuni studi mostrano differenze intercategoriali e interpersonali (es.: alcune persone sono più interessate di altre a ottenere informazioni che possono derivare dal confronto sociale)

Valutazione di sé e confronto sociale - XII

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3. Afferma l’intenzionalità dei processi di confronto sociale, secondo una strategia che permette di ricavare le informazioni + utili per l’autovalutazione e trascurare altri possibili confronti meno informativi.

Alcuni studiosi (Gilbert et al., 1995) hanno invece mostrato che i confronti avvengono in modo meno consapevolmente “controllato” e con chi capita (il confronto viene automaticamente annullato nel caso in cui si riveli inappropriato per la nostra autovalutazione).

Valutazione di sé e confronto sociale - XIII

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Produttività di gruppo

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Produttività di gruppo - I

• Già dai primissimi studi condotti in laboratorio si cercava di valutare se e in che modo la presenza di altri influenzasse la prestazione individuale.

• Esperimento di Triplett (1898) con bambini 9-12 anniCompito: avvolgere mulinelli di canne di pesca. Condizioni: 1. da soli, 2. in situazione competitiva Risultato: tendenza dei soggetti a lavorare più velocemente se si trovavano in una situazione competitiva piuttosto che individuale.

• Allport (1924) replicò la procedura di Triplett, togliendo però l’elemento competitivo nella condizione “sociale”. Compiti: semplici (moltiplicazioni, cancellazioni di vocali) e complessi (sviluppo di contro-argomentazioni logiche) Risultato: la presenza di altri migliorava la prestazione nei compiti semplici, ma la peggioravanei compiti complessi

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Produttività di gruppo - II

• Il miglioramento nella prestazione indotto dalla presenza di altre persone è un fenomeno definito “facilitazione sociale”

• L’effetto moderatore della natura del compito sulla relazione tra condizione di svolgimento del compito (solitaria vs. sociale) e prestazione è stato confermato in oltre 200 esperimenti (Bond e Titus, 1983)

• Zajonc (1965) ha tentato di spiegare questa differenza, osservando che anche nel mondo animale avvengono cose simili.

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Produttività di gruppo - III

• Secondo Zajonc la presenza di altri membri fa aumentare il livello di attivazione ( o pulsazione, secondo schemi di risposte adattive) a predisporre l’organismo all’azione, in linea con la teoria classica dell’apprendimento(Spence, 1956), secondo la quale l’attivazione aumenta il manifestarsi di riposte apprese o abituali, ma limita la probabilità di risposte nuove o non apprese in modo adeguato.

• Dunque, anche per gli esseri umani, i compiti semplici mettono in gioco solo poche attività consolidate (per cui l’attivazione facilita la prestazione), mentre quelli complessi necessitano di strategie cognitive più complesse (per cui l’attivazione ostacola la prestazione).

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Produttività di gruppo - IV

Presenza Attivazione Compito faciledegli altri fisiologica

Compito difficile

• Altri studiosi hanno tentato di dare spiegazioni più complesse dei motivi per cui la presenza degli altri induce l’aumento dell’attivazione fisiologica

• Secondo Cottrell (1972) l’attivazione può essere connessa con la preoccupazione di essere valutati dagli altri.

_

+

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Produttività di gruppo - V

• Secondo Guerin e Innes (1982) l’attivazione deriverebbe dalla difficoltà di controllare un individuo della stessa specie potenzialmente imprevedibile.

• Secondo Baron (1986) l’attivazione dipenderebbe dal fatto che l’animale deve fare attenzione contemporaneamente al compito e all’altro membro.

• Ad ogni modo, che cosa rende questo approccio abbastanza riduttivo per quanto riguarda gli esseri umani?

• ...non tiene in considerazione i processi cognitivi, di attenzione e neppure il significato sociale e psicologico della presenza dell’”altro”.

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Produttività di gruppo - VI

• Secondo Sanna (1992) un elemento-chiave è costituito dal processo di “confronto sociale”, per cui la prestazione in un dato compito è determinata in modo congiunto da:- aspettative su di sé

- valutazione di sé in relazione agli altri.

• Dunque, i compiti più semplici avranno maggiori aspettative di riuscitaamplificate dal confronto sociale e, viceversa, i compiti più difficili avranno aspettative di riuscita minori, ulteriormente abbassate nelle situazioni di confronto con gli altri.

• Quindi, il livello di aspettativa di riuscita (derivante dal confronto sociale) influisce sulla prestazione

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Produttività di gruppo - VII

• La ricerca sulle prestazioni di gruppo ha posto fin dal suo inizio diversi problemi, primo tra tutti quello di riuscire a confrontare le prestazioni degli individui con quelle dei gruppi.

• La letteratura di ricerca presenta diversi tipi di confronti:- confronti diretti tra la prestazione di individui isolati e prestazione di un gruppo (il che porta sempre a rilevare che un gruppo ha prestazioni migliori degli individui)- confronti tra la combinazione di prestazioni di individui isolati, come se fossero un “gruppo”, e prestazioni di un gruppo reale che interagisce (ossia: confronto tra gruppi “statistici” e gruppi reali)- confronti tra le prestazioni dei membri migliori dei gruppi statistici e prestazioni di un gruppo reale

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Produttività di gruppo - VIII

• Molte ricerche hanno utilizzato come misura la soluzione a problemi di logica.Nel complesso, i gruppi “reali” ottengono risultati superiori all’individuo “medio”, ma inferiori ai gruppi “statistici” (e soprattutto rispetto ai loro soggetti “migliori”)

• Nel caso di compiti che richiedono capacità di pensiero divergente, ossia creatività e immaginazione (ad es. il brainstorming: Osborn, 1957), il risultato emerso da una ricerca (Taylor et al., 1958) è contro-intuitivo: si è evidenziata una prestazione nettamente migliore dei gruppi statistici rispetto a quelli reali. Dunque, questa tecnica sembrerebbe più utile se eseguita prima in privato, usando il gruppo come luogo di discussione a posteriori per combinare e valutare le idee prodotte dai singoli

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Produttività di gruppo - IX

• Quello che emerge dalla valutazione di questi studi è una situazione abbastanza confusa.

• Un tentativo di dare ordine è stato fatto da Steiner (1972) con la sua teoria dei processi e della produttività di gruppo.

• Secondo Steiner la prestazione osservata di un gruppo è determinata da:- le richieste del compito (quello che serve per il suo svolgimento)

- le risorse del gruppo

- il processo per mezzo del quale il gruppo interagisce per risolvere il compito

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Produttività di gruppo - X

• In merito alla natura del compito, Steiner individua alcune dimensioni in accordo alle quali ciascun compito può essere classificato come:

• divisibile (in sottocompiti svolti da singoli individui) o unitario (che può essere svolto solo in toto dal gruppo)

• massimizzante (per cui si deve raggiungere una quantità o velocità massime) oppure ottimizzante (per cui si deve avere corrispondenza con qualche standard predeterminato)

• additivo (i contributi sono semplicemente aggregati), disgiuntivo (selezione del miglior contributo), congiuntivo (tutti devono terminare il compito) o discrezionale (i gruppi possono decidere come eseguire il compito).

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Produttività di gruppo - XI

• Steiner definisce “produttività potenziale” la condizione ideale per cui le risorse del gruppo corrispondono esattamente alle richieste del compito.

• La produttività potenziale dipende dalla natura del compito: - per i compiti additivi, basta sommare i contributi individuali massimi.

- per i compiti disgiuntivi, la produttività potenziale è equivalente alla probabilitàche nel gruppo ci sia qualcuno in grado di risolvere il compito.

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Produttività di gruppo - XII

• Secondo Steiner, la produttività effettiva di un gruppo non può raggiungere quella potenziale, in quanto i gruppi non sono in grado di usare al massimo le loro risorse. Le perdite di produttività sarebbero dovute a processi imperfettiche impediscono ai gruppi di sfruttare al massimo le proprie potenzialità.

• Dunque l’equazione di Steiner è:Produttività Effettiva = Produttività Potenziale – Perdite dovute a processi imperfetti

• Questi processi imperfetti possono essere dovuti a:- problemi di coordinamento, magari dettati dalla problematica del condividere spazi con altre persone; - dinamiche sociali quali il confronto sociale, che può portare anche a percepire l’imbarazzo nel sentirsi valutati.

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Produttività di gruppo - XIII

• Steiner (1972) prende in considerazione anche fattori motivazionali: quando gli individui sono in gruppo non si impegnano allo stesso modo di quando sono da soli

• Latanè e coll. (1979) trovarono risultati analoghi e definirono questadiminuzione di impegno come “social loafing” (“inerzia sociale”), spiegabile sulla base della “dispersione” tra i membri della fonte d’influenza degli esperimenti, cioè le istruzioni dello sperimentatore, che hanno invece un’influenza massima nella situazione di coppia sperimentatore-partecipante

• Dunque, più grande è il gruppo, più l’influenza è dispersa tra i membri e quindi diminuisce per ogni singolo membro.

• Secondo questa teoria, dunque, lo sforzo all’interno di un gruppo non può mai superare quello che si può esprimere individualmente.

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Produttività di gruppo - XIV

• Un’analisi di 78 studi di confronto tra situazioni di lavoro individuale e lavoro collettivo (Karau e Williams, 1993) mostra che nell’80% dei casi è presente il social loafing.

• La stessa analisi mostra però che in alcune condizioni il social loafing non compare, ma piuttosto si manifesta il fenomeno opposto, il “social labouring”(“laboriosità sociale”)

• I fattori che favoriscono il social labouring sembrano essere: - l’importanza del compito - la salienza del gruppo agli occhi dei membri- l’eventualità per il gruppo di essere valutato

• È quindi possibile ipotizzare anche l’esistenza di “guadagni di processo” (Shaw, 1976), dunque il gruppo potrebbe superare la sua prestazione potenziale nel caso in cui i “guadagni di processo” sopravanzino le perdite di processo

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Produttività di gruppo - XV

• Sia Steiner che Latané esprimono una concezione abbastanza individualisticadella produttività in contesti gruppali

• Steiner usa la prestazione di un individuo isolato come termine di confronto per misurare la condotta nel gruppo

• Latané concepisce l’individuo come “economizzatore di sforzo”, ossia intento a investire il minimo per raggiungere un livello sufficiente di prestazione di gruppo

• Le motivazioni e gli incentivi individuali sono certamente importanti per alcuni compiti di gruppo, ma non si può trascurare l’importanza del gruppo come entità capace di produrre sia motivazioni ai membri, sia schemi cognitivi non prevedibili a livello individuale.

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Produttività di gruppo - XVI

• Le ricerche che hanno fornito evidenze sulle “perdite” nella produttività di gruppo hanno utilizzato compiti troppo semplici o, comunque, non coinvolgenti per i partecipanti, ed erano compiti additivi o massimizzanti.

• Alcuni studi (es.: Lorge e Solomon, 1955; Shaw e Ashton, 1976) hanno evidenziato dei vantaggi del gruppo rispetto ai singoli in compiti che costituivano una sfida per il gruppo e richiedevano l’integrazione dei singoli contributi: i membri del gruppo tendono a facilitare la prestazione reciproca

• Se i membri percepiscono che la prestazione delle persone che collaborano con loro è meno brillante della propria possono essere motivati a superare il proprio sforzo individuale per compensare (nel caso di un compito percepito come significativo).

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Produttività di gruppo - XVII

• Quando in un gruppo ci sono dei membri percepiti come “poco abili” e deve avvenire un processo di compensazione in quanto il compito è importante per il gruppo, è il membro “più abile” a impegnarsi maggiormente (Williams e Karau, 1991).

• Può anche essere che sia la prestazione del membro “meno abile” a migliorare, raggiungendo un livello simile a quello degli altri compagni, forse secondo un processo di confronto sociale (Stroebe et al., 1996).

• Questo è vero nella misura in cui le differenze non sono troppo grandi: se c’èuna disomogeneità o una omogeneità troppo grande, la probabilità che avvenga un simile effetto diminuisce.

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Produttività di gruppo - XVIII

• Se è vero che, grazie ad attività cooperative significative, la prestazione dei membri più deboli può migliorare, è chiaro come questo possa avere delle ripercussioni in campo educativo (ad es. persone con difficoltà di apprendimento).

• E’ importante notare il fatto che i gruppi di laboratorio usati per queste ricerche erano semplici aggregati artificiali di persone, in cui non vi era la possibilità di rendere saliente l’identificazione.

• Secondo la prospettiva teorica dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1986), l’appartenenza a un gruppo significativo dà alle persone una parte importante legata alla concezione di sé, della propria identità e del proprio valore.

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Produttività di gruppo - XIX

• E’ chiaro che un gruppo psicologicamente importante per un individuo motiverà i suoi membri a fare sì che la prestazione in diversi compiti migliori, anche al fine di mantenere uno status prestigioso o di migliorare quello esistente.

• Le ricerche effettuate in merito (Harkins e Szymansky, 1989) hanno utilizzato una procedura sperimentale che consisteva nel rendere saliente l’identità di gruppo magari attraverso un ipotetico confronto intergruppi, alla luce della teoria sull’identità sociale.

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Produttività di gruppo - XX

• A sostegno degli effetti positivi dell’identificazione sociale sulla prestazione, sono state condotte altre ricerche come quelle di Worchel e colleghi (1998) i quali hanno messo a confronto gruppi impegnati in un compito abbastanza banale (la costruzione di catene di carta) rendendo saliente, nei gruppi sperimentali, l’identificazione con il gruppo.

• I risultati evidenziarono un aumento della prestazione individuale a sostegno del gruppo.

• Questo è ovviamente in contrasto con le previsioni fatte sulla base dei modelli individualistici.

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Produttività di gruppo - XXI

• Per quanto riguarda la verifica interculturale di questi risultati sono state evidenziate differenze tra culture collettiviste e individualiste: i cali di prestazione, nelle prime sono, chiaramente, un evento eccezionale. Nelle culture collettiviste, infatti, c’è un forte attaccamento ai gruppi cui gli individui appartengono.

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Processi di presa di decisione nei gruppi

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Decisioni di gruppo

• La decisione di gruppo è una forma di prestazione di gruppo• Secondo i modelli matematici: un gruppo arriverà alla risposta corretta se

almeno due membri sono in grado di farlo (uno la trova e un altro la riconosce)

• Non sempre però i gruppi devono prendere decisioni su risposte corrette (oggettivamente verificabili) o risultati migliori

• Spesso devono confrontare opinioni e giudizi e arrivare a un’unica valutazione (es. scelta di un candidato a nuovo membro)

• Studi sulla relazione tra opinione individuale e valutazione consensuale espressa dal gruppo

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Decisioni nei gruppi

– Secondo il senso comune, i gruppi sono luogo di ricerca del compromesso: sono perciò poco efficaci nella presa di decisioni

– Effetto di normalizzazione (Sherif,1935): le risposte di gruppo in una prova di giudizio tendono a concentrarsi attorno alla media dei giudizi individuali

– Stoner (1961), sulla base di evidenze empiriche inattese, propone una posizione molto diversa: le decisioni prese in gruppo sono decisamente più rischiose delle decisioni che i singoli prenderebbero individualmente

– Decisione rischiosa = decisione in cui si mette in gioco qualcosa di acquisito, rischiando di perderlo , in vista dell’ottenimento di qualcosa di molto più rilevante

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Metodologia utilizzata da Stoner

Esempio di problema usato da Stoner:

Il capitano di una squadra universitaria di calcio, negli ultimi secondi di una partita, giocata contro i più accaniti tra gli avversari dell’istituto, ha la possibilità di scegliere fra due tecniche di gioco: una che quasi certamente porterebbe al pareggio e l’altra che in caso di successo porterebbe ad una vittoria completa ma, in caso di insuccesso, alla totale disfatta

Richiesta del compito: valutare la probabilità minima di riuscita considerata accettabile nel consigliare al personaggio principale della situazione di scegliere l’alternativa più rischiosa

Subito dopo,formazione di gruppi e decisione di gruppo

Decisione individuale

Nuova decisione individuale dopo alcune settimane

Tre fasi:

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12 gruppi su 13 modificarono la decisione iniziale presa individualmente, verso un maggior rischio.Come interpretare questo spostamento nelle decisioni di gruppo verso la direzione rischiosa?

• Diffusione della responsabilità: discutendo con altri, un individuo si sente meno direttamente responsabile (Wallach, Kogan e Bem, 1964). Tuttavia, la stessa interpretazione era stata in precedenza avanzata per spiegare perché i gruppi appaiono conservatori nelle loro decisioni

• Familiarità: la discussione di gruppo aumenta la familiarità dei singoli rispetto a problemi delicati

• “Rischio come valore”: nel corso della discussione di gruppo, diventa saliente un valore proprio della cultura americana, ossia l’apprezzamento per chi sa correre dei rischi (Brown, 1965)

Risultati ottenuti da Stoner

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Limiti riscontrati alla teoria di Stoner

• Effetto “storia”: E’ possibile costruire storie che spingono a scelte orientate verso la cautela invece che verso il rischio

• Ogni storia utilizzata mostra uno spostamento di intensità e direzione caratteristico

• E’ possibile prevedere la direzione e l’intensità dello spostamento a partire dal pattern dei giudizi ottenuto nella fase di decisione individuale. Dopo la discussione di gruppo:

– gli item con punteggio iniziale in favore del rischio mostrano uno spostamento consistente verso il rischio;

– gli item con punteggio iniziale in favore della cautela mostrano invece uno spostamento consistente verso la cautela

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Effetto polarizzazione• Moscovici e Zavalloni (1969): Gli effetti della discussione di gruppo sono limitati

alle situazioni di assunzioni di rischio? O sono in rapporto ad un processo psicologico più ampio?

• Replica dello studio di Stoner, utilizzando un tradizionale questionario di atteggiamenti invece di dilemmi alla Stoner.

• Risultato: gli atteggiamenti del gruppo sono più estremi di quelli dei singoli individui che ne fanno parte.

• L’estremizzazione non è indifferenziata

• Polarizzazione degli atteggiamenti = incremento dato dal gruppo ad un orientamento già presente nei singoli componenti

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Polarizzazione• Dubbi sul processo di polarizzazione evidenziato in questi studi:• Studi basati su gruppi ad hoc di laboratorio e le soluzioni erano ipotetiche

(non coinvolgevano personalmente i membri o il gruppo)• In gruppi di lavoro reali invece la decisione del gruppo è simile alle

valutazioni medie degli individui• In gruppi di valutazione reali invece è più polarizzata• Di solito i gruppi reali già strutturati sono più conservatori nelle decisioni• Probabilmente la polarizzazione si verifica negli stadi iniziali del gruppo o se

si affronta un problema nuovo• La polarizzazione è comunque un fenomeno importante e si è cercato di

conoscerne i processi sottostanti

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Polarizzazione

• Le spiegazioni fornite al fenomeno della polarizzazione sono tre: la teoria del confronto sociale, la teoria degli argomenti persuasivi e la teoria dell’identitàsociale.

Polarizzazione tramite confronto sociale

• Il fenomeno di polarizzazione viene spiegato a partire dalla teoria del confronto sociale di Festinger (1954), ripresa da Sender e Baron (1977).

• Secondo questi autori, il fenomeno avviene in quanto a ogni argomento di discussione vengono assegnati dei valori sociali che, congiuntamente, faranno preferire un risultato a un altro.

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Polarizzazione

• In altre parole, c’è una specie di competizione tra i membri del gruppo ai fini di sostenere le opinioni che sono socialmente più desiderabili per migliorare la propria immagine.

• La discussione di gruppo mette in risalto tali valori e può accadere che qualche membro scopra che la propria percezione iniziale di essere gli unici portatori di tali valori non era corretta (scoperta che avviene osservando altri soggetti che approvano posizioni che sono ancora più vicine al polo socialmente valorizzato rispetto al loro)

• Affinché questo accada, è necessario che le posizioni dei membri del gruppo siano note a tutti.

• Secondo alcuni studi (ad es. Teger e Puitt, 1967; Myers, 1978) può bastare la semplice conoscenza delle opinioni degli altri (effetto “esposizione”) per produrre la polarizzazione, il ché sminuisce il ruolo della discussione.

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Polarizzazione

• Effettivamente questo è vero, anche se la polarizzazione dopo la discussione è più forte rispetto alla polarizzazione per semplice conoscenza.

• Ulteriori studi hanno dimostrato che più il valore sottostante al fenomeno viene reso esplicito, più lo spostamento verso il polo valutato positivamente è ampio (Baron e Roper, 1976).

Polarizzazione tramite persuasione

• La prima spiegazione si focalizza sulla relazione tra i membri, mentre il contenuto dell’argomento è irrilevante ai fini dello svilupparsi del fenomeno di polarizzazione.

• Secondo questo approccio, invece, è proprio il contenuto persuasorio del messaggio a provocare polarizzazione

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Polarizzazione

• La discussione di gruppo promuoverebbe la scoperta di ulteriori argomentisoprattutto nella direzione della posizione media dei membri, e dunque i membri sposterebbero verso l’estremo di tale direzione il proprio punto di vista, come previsto dal fenomeno di polarizzazione.

• Burnstein e Vinokur (1973; 1977) hanno dimostrato con alcuni esperimenti la validità di questo approccio e tentarono anche di invalidare quello basato sul confronto sociale.

• Si tentò di dimostrare questo sostenendo che se la cosa importante è il contenuto persuasivo della discussione, il fenomeno debba aver luogo anche in quando i membri non possono inferire le opinioni degli altri; se l’argomento non è persuasivo, poco importa che i membri inferiscano le opinioni degli altri.

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Polarizzazione

• Se le ricerche condotte dal Burnestein e Vinkour hanno confermato quasi totalmente le ipotesi in merito al fenomeno, ulteriori studi non hanno evidenziato molti risultati a favore della polarizzazione mediante persuasione, ma sembrano risentire i modo più marcato degli effetti provocati dal conoscere le opinioni degli altri.

• Ci sono anche dei dubbi riguardo il fatto che siano argomentazioni “nuove” a creare in modo più diretto il fenomeno di polarizzazione, ma osservazioni effettuate anche in campo lavorativo sembrano andare in un’altra direzione.

• Infatti, sembra che i gruppi si concentrino sulle informazioni che hanno in comune piuttosto che su quelle non condivise o “nascoste” (Stasser et al., 1989; Stasser e Steward, 1992).

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Polarizzazione

Polarizzazione tramite differenziazione intergruppi

• Se la teoria sugli argomenti persuasivi fosse vera in modo assoluto, vorrebbe poter dire che la fonte da cui proviene la discussione non ha importanza.

• Questo sembra un po’ improbabile se si pensa alla realtà quotidiana.• Il terzo approccio prende in considerazione un punto totalmente diverso

dai primi due e prende in considerazione l’identificazione sociale e la teoria dell’autocategorizzazione di Turner (1987).

• Facendo riferimento a questa teoria, un gruppo subisce il fenomeno di polarizzazione in quanto i membri si adeguano al proprio in-group e alla posizione prototipica che detta le norme gruppali.

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Polarizzazione

• Il fenomeno sarà ancora più evidente nel caso in cui un gruppo si confronti con un altro: ci sarà una maggiore necessità di distinguersi dall’out-group e, quindi, una maggiore polarizzazione.

• Makie e Cooper (1984) evidenziarono cambiamenti di atteggiamenti dopo aver ascoltato le discussioni dell’ingroup piuttosto che dell’outgroup (e, quindi, dopo questo ascolto nel caso dell’out-group, non veniva evidenziato il fenomeno di polarizzazione).

• Successivi esperimenti di Makie (1986), evidenziarono che questo avviene anche quando non c’è un confronto intergruppi: basta che ci siano individui “esterni”.

• Che conclusioni possono essere fatte riguardo questi tre approcci?

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Polarizzazione

• Tutti e tre sono presenti nei processi di presa di decisione dei gruppi: la prevalenza di uno sull’altro sembra essere situazionale.

Quando una è più efficace dell’altra?

• La teoria del confronto sociale spiega meglio la polarizzazione nel caso in cui ci sono poche occasioni di scambio e di discussione, ma ècomunque possibile avere informazioni riguardo un modo di comportamento socialmente adeguato

• La teoria degli argomenti persuasivi sembra essere efficace nel caso in cui non si abbiano molte informazioni sugli altri membri del gruppo

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Polarizzazione

• La teoria della polarizzazione come differenziazione intergruppi sembra avere maggiore forza nel caso in cui si abbiano informazioni sulla struttura normativa del gruppo, e sia resa saliente l’appartenenza a “quel” gruppo, il ché porta gli individui a spostarsi in quanto l’appartenenza al gruppo ha un ruolo fondamentale nella costruzione dell’identità sociale.

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Processi decisionali di gruppo

• Riuscire a valutare la qualità delle decisioni prodotte da un gruppo non è una cosa semplice: non esiste una misura che ci permetta di stabilire quanto il risultato sia buono o giusto.

• Janis (1982) ha tentato, allora, di fare una valutazione di qualità del processo decisionale che è alla base della decisione raggiunta dal gruppo.

• Analizzando, tramite ricerca di archivio, alcune decisioni che erano state prese negli USA tra il ‘40 e l’‘80 su tematiche di politica estera, arrivò a formulare 5 punti centrali nel caso in cui i risultati dei gruppi non erano stati positivi e, quindi, gli americani erano stati danneggiati.

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“Group think ” (Janis, 1972)• Cosa succede quando nei gruppi il conflitto è totalmente assente?• Analisi di decisioni “disastrose” prese da gruppi di esperti: ad es., il tentativo

americano di invadere Cuba nel 1961

– Caratteristiche del processo decisionale

• Forte coesione di gruppo• Isolamento del gruppo rispetto a informazioni esterne• Pressione a decidere in tempi brevissimi

• Quasi sempre, presenza di un leader molto direttivo

– Conseguenze:

• Forti pressioni alla ricerca dell’accordo; autocensura; fiducia nella “moralità interna” del gruppo

• Percezione di unanimità; decisione disastrosa, “imperfetta ”

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Pensiero di gruppo

• Il pensiero di gruppo può provocare diversi effetti:

- pressioni sui devianti, implicite o esplicite- illusioni di essere un gruppo che raggiunge decisioni in modo unanime e, quindi, corretto- formazione di stereotipi negativi sull’out-group

• Ci sono diversi fattori che, comunque, possono intervenire nei processi decisionali e portare a una decisione più o meno buona.

• La possibilità che il leader assuma un ruolo meno direttivo e più apertoverso punti di vista divergenti e critici, secondo Janis, permette di procedere in un modo migliore verso una decisione, diminuendo anche la possibilità di sbagliare.

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Critiche alla ricerca di Janis

• Esclusiva centratura sui processi psico-sociali a scapito dei fattori sociali e politici.

• Inoltre, la ricerca di archivio non permette spesso di avere una visione obiettiva degli eventi.

• Un’altra critica viene fatta a proposito della coesione del gruppo: in altre ricerche il pensiero di gruppo emerge maggiormente in gruppi poco coesi (Tetlock et al., 1992; Peterson et al., 1998; Flowers, 1977).

• Dalle successive ricerche emerge in modo particolare che non è la coesione quanto piuttosto lo stile direttivo adottato dal leader: uno stile più aperto e democratico permette al gruppo di produrre più soluzioni.

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Processi decisionali

• Sembra, quindi, che possano essere delineate delle linee guida per permettere ai gruppi di decidere in modo migliore:- non demandare le decisioni a un individuo singolo: la divisione del lavorosembra assumere un valore essenziale anche nei processi decisionali.

- integrare le idee dei membri al fine di superare stereotipi e pregiudizi

- scegliere uno stile di leadership adeguato alla situazione- adottare la coesione come sintomo di sicurezza e non come risultato di conformismo- far sì che le informazioni vengano condivise e che non restino nascoste, patrimonio solo di chi già le conosce.

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Influenza sociale nei gruppi

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Influenza sociale - I

• Che cosa indica la presenza di norme in un gruppo?

Una certa uniformità degli atteggiamenti e/o nei comportamenti dei membri di un gruppo.

• Sembra che gli individui, non appena si trovano in situazioni collettive, sono disponibili a conformarsi alla maggioranza abbandonando le credenze e le opinioni personali.

http://www.youtube.com/watch?v=ge6wmDfsHXA

• Come viene spiegato il conformismo?

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Influenza sociale - II

• Il caposaldo è costituito dalla teoria del confronto sociale di Festinger: non si confrontano solo le proprie capacità con quelle degli altri individui, ma anche l’esattezza delle nostre credenze.

Il consenso sociale è la chiave che ci permette di percepire che la nostra visione è corretta, e quindi il conformarsi al resto del gruppo avrebbe questa funzione.

• Per molti anni i fenomeni di influenza sociale nei gruppi sono stati sinonimo di conformismo nei confronti della maggioranza.

Più di recente, partendo dagli studi di Moscovici, è divenuta oggetto di studio anche l’influenza delle minoranze nel produrre cambiamenti di opinioni nella maggioranza.

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Il potere della maggioranza - I

• Il conformismo e la pressione delle maggioranze sono evidenti nella vita di tutti i giorni.Ci sono diversi fattori che possono influire su questo processo, tra esse le relazioni di status, la personalità degli individui coinvolti e la complessità del compito che deve affrontare il gruppo.

• Gli esperimenti di Asch (1955; 1956) sul conformismo, considerati come pietre miliari della psicologia sociale (dei gruppi) hanno cercato di tenere sotto controllo questi fattori

• Procedura: reclutamento di partecipanti a un presunto esperimento su giudizi percettivi

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Il potere della maggioranza - II

• Contesto: stanza dove il partecipante arriva e si siede insieme ad altri (che in realtà sono “confederati”)

• Compito: identificare quale di tre linee verticali è uguale ad una linea-target e rispondere a turno ad alta voce

• Situazione sperimentale: dalla terza prova, i “confederati” danno tutti la stessa risposta sbagliata per i 2/3 delle prove

• http://www.youtube.com/watch?v=iRh5qy09nNw

• Risultati: nelle prove “a risposta sbagliata”, i ¾ dei soggetti “ingenui” si conformarono all’errore almeno una volta.La percentuale di risposte sbagliate in tali prove è stata di circa il 36 %

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Il potere della maggioranza - III

• In una condizione di controllo, in cui i partecipanti fornivano le risposte da soli, la percentuale di errore era tendente a 0.

• La natura non ambigua e la facilità del compito (era palese quali fossero le risposte esatte) mette in luce che le persone tendono a negare l’evidenza per conformarsi alla maggioranza

• Sulla base di successive interviste con i partecipanti, Asch concluse che la percezione sbagliata di una cosa evidentemente vera (come la differenza di lunghezza delle linee) per alcuni individui potrebbe derivare da una scarsa fiducia nei propri giudizi, mentre altri si conformano solo per non essere diversi.

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Il potere della maggioranza - IV

• Questi risultati porterebbero a distinguere due tipi di conformismo:

1. Un conformismo che implica un cambiamento percettivo o cognitivo

2. Un conformismo del tipo “andare con gli altri”, che è condiscendenza a livello di comportamento o pubblica

• Il primo tipo di conformismo caratterizzava i soggetti dell’esperimento di Sherif (1936) sull’effetto autocinetico (la norma di gruppo persisteva anche quando l’individuo veniva posto alla prova da solo)

• Il secondo tipo caratterizza maggiormente gli esperimenti di Asch

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Il potere della maggioranza - V

• In esperimenti successivi sono stati cambiati alcuni aspetti in modo da esplorarne gli effetti sul conformismo alla pressione della maggioranza.

• Un primo fattore esplorato fu l’ampiezza della maggioranza (costituita dai “confederati”).

Emerse che…

- con un solo complice il conformismo è trascurabile- aumentando il numero di complici aumenta anche il conformismo, fino ad una certa soglia numerica (intorno a 5-6 coll., poi resta invariato)- risultato inatteso: con 15 collaboratori si otteneva un conformismo leggermente inferiore a quello che veniva provocato da 4 collaboratori (un esperimento che non è stato più replicato).

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Il potere della maggioranza - VI

• In generale, quindi, si parla di una correlazione diretta ma non molto marcata tra conformismo e dimensione della maggioranza.

• Una ulteriore variante introdotta fu quella di spezzare il consenso prodotto dalla maggioranza dei complici.- quando ad affrontare la maggioranza dei complice c’erano 2 soggetti ingenui, il conformismo diminuiva (risposte errate: 10% circa).- aggiungendo un complice che fornisce la risposta corretta, il conformismo scende ancora (risposte errate: 5% circa).

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Il potere della maggioranza - VII

• Questi risultati sono dovuti alla rottura dell’unanimità, più che alla presenza di un alleato.

• Questo fu dimostrato addestrando il complice a fornire risposte diverse dalla maggioranza, sia come “via di mezzo”, sia ancora più sbagliate: in entrambi i casi c’è riduzione di conformismo, soprattutto nel secondo caso.

• Importanza del dissenso per ridurre il conformismo

• I risultati di questi esperimenti si sono dimostrati stabili nelle repliche e in altri contesti culturali (maggiore conformismo nelle culture collettiviste vs individualiste)

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Il potere della maggioranza - VIII

• Quanto dimostrato con gli esperimenti sembra accadere anche nella vita reale: la forza della pressione sociale produce atteggiamenti e comportamenti allineati alla maggioranza, non solo su aspetti secondari (argomenti “meno importanti” come moda, musica, ecc.), ma anche su aspetti che riguardano i valori fondamentali.

• Negli esperimenti di Milgram (1964; 1965), la presenza di altri (complici) induceva i soggetti “ingenui” a seguire le loro istigazioni, sia quelle pro-sociali, sia quelle anti-sociali, in termini di intensità di scosse elettriche fornite ad altri individui.

• Ma perché in una situazione gruppale gli individui si conformano e le risposte dei membri di un gruppo risultano uniformi?

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Il potere della maggioranza - IX

• Secondo Festinger (1950) esistono due processi che spiegano perché gli individui subiscano le pressioni della maggioranza.

1. Costruzione sociale della realtà. Questo processo nasce dall’importanza di verificare le nostre credenze e le nostre teorie con cui agiamo e interpretiamo gli eventi sociali.Non avendo possibilità di misurarne oggettivamente la correttezza, ricorriamo al confronto con gli altri; il fatto che gli altri siano in accordo con noi ci rassicura. Tali pressioni aumentano nel caso di situazioni nuove o ambigue, poichémancano elementi oggettivi che guidino le nostre credenze (ad es.: l’effetto autocinetico).Il consenso sociale ha più valore quando le nostre decisioni hanno conseguenze importanti.

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Il potere della maggioranza - X

2. La presenza di uno scopo di gruppo importante.Se il gruppo ha uno scopo definito e importante e il raggiungimento di questo dipende dall’unione delle forze dei membri, ci sarà una tendenza all’uniformarsi. Chiaramente ci deve essere un accordo sullo scopo e sui mezzi per raggiungerlo.

• Lewin (1965) ha dimostrato invece che l’esistenza di un obiettivo nuovo nel gruppo è capace di produrre un cambiamento di atteggiamento nei membri di un gruppo. Deve, comunque, sussistere una condizione: che il gruppo eserciti una certa attrazione iniziale sui suoi membri. Più i membri sono considerati “importanti”, più il gruppo sarà coeso e incline al conformismo.

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Il potere della maggioranza - XI

• Ad ogni modo, il conformismo emerso negli esperimenti di Asch non èspiegabile sulla base dei 2 processi ipotizzati da Festinger: in quel caso non c’era una situazione ambigua (che avrebbe favorito l’ancoraggio a una costruzione sociale condivisa) e non c’era uno scopo di gruppo (ma solo individui che rispondevano sulla base delle risposte della maggioranza)

• Deutsch e Gerard (1955) proposero allora una ulteriore spiegazione al conformismo ,che chiamarono “influenza normativa”, in opposizione all’“influenza informativa” postulata da Festinger.

Influenza informativa: la forza che spinge un individuo isolato ad accettare le informazioni degli altri come prova circa la realtàInfluenza normativa: la forza che spinge un soggetto, in quanto membro di un gruppo, a rispondere alle attese positive di uno o più membri del proprio gruppo

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Il potere della maggioranza - XII

• L’influenza normativa si basa sul fatto che, se non nutriamo simpatia per chi non è in accordo con noi, possiamo prevedere che gli altri possano provare antipatia nei nostri confronti se le nostre opinioni sono troppo differenti dalle loro.

• Dunque, ci si conforma per apparire “simpatici”.

• In virtù di questa teoria, il conformismo dovrebbe diminuire se le opinioni vengono espresse in privato.

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Il potere della maggioranza - XIII

• Ricerca di Deutch e Gerard (1955): impianto sperimentale simile a quello usato daAsch con alcune varianti

Condizioni sperimentali1. uguale a quella di Asch (3 complici che rispondevano sbagliato)2. uguale a quella di Asch, ma i soggetti non si vedevano e le risposte erano quindi “anonime”3. introduzione di uno scopo di gruppo: il miglior gruppo avrebbe ricevuto un premio4., 5. e 6. tre condizioni di “compromissione” (2 di impegno “privato”, 1 di impegno “pubblico”): scrivere le risposte prima di conoscere quelle degli altri e di fornire le proprie (ufficiali)

In tutte le condizioni, in metà prove i soggetti rispondevano quando gli stimoli erano “scomparsi” (maggiore ambiguità del compito)

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Il potere della maggioranza - XIV

Risultati

- la proporzione di errori (= grado di conformismo) + alta è nella condizione “scopo di gruppo” (è dunque dimostrata l’ipotesi 2 di Festinger)

- la proporzione di errori aumenta se le risposte sono date quando gli stimoli non sono più presenti (situazione + ambigua, quindi è dimostrata l’ipotesi 1 di Festinger)

- la proporzione di errori diminuisce nella condizione di anonimato (in virtù del venir meno del “bisogno di accettazione”) - la proporzione di errori + bassa si ha nelle situazioni di “compromissione” (scrivere prima la risposta), ma, anche nei casi di chiarezza della situazione e di anonimato, il grado di conformismo non era praticamente nullo come nella condizione di controllo di Asch (probabile influenza “residua” della presenza dei complici).

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Il potere della maggioranza - XV

• Turner (1987, 1991) ha fornito una spiegazione diversa per cercare di risolvere questo problema: secondo questo studioso, l’appartenere a un gruppo fornisce agli individui una identità sociale, tramite la categorizzazione di sé stessi come membri e la conseguente associazione di sé alle norme e agli attributi percepiti del gruppo.

• In altre parole, avviene un “adattamento” cognitivo di se stessi con le caratteristiche percepite del gruppo (l’“auto-stereotipo”) che spiegherebbe il conformismo.

• Tra le condizioni di anonimato o compromissione di Deutsch e Gerard e la condizione di controllo di Asch il risultato è differente perché nel 1°caso i soggetti credevano di far parte dello stesso gruppo (= studenti), contrariamente all’esperimento di Asch.

• Questo tipo in influenza è stato definito da Turner come “influenza informativa referente”.

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Il potere della maggioranza - XVI

• Questo dovrebbe suggerire che gli individui percepiscano maggiormente la pressione che deriva dal proprio gruppo (in-group) piuttosto che quella di un gruppo “altro” (out-group).

• Alcuni esperimenti condotti su gruppi di studenti universitari (Abrams et al., 1990) hanno confermato questa ipotesi.

• Sono state, inoltre, condotte molte ricerche in prospettiva evolutiva che hanno mostrato un picco nella tendenza al conformismo nella prima adolescenza: la pressione del gruppo dei pari

• Anche la socializzazione di genere provoca una pressione alla conformità, fin da bambini, quando lo stare con compagni dello stesso sesso ha la funzione di sviluppare l’identità di genere (che implica un insieme di comportamenti e atteggiamenti accettabili per le norme del gruppo dello stesso sesso)

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Il potere della maggioranza - XVII

• Molto spesso la maggioranza interviene in maniera diretta per esercitare pressioni su coloro che manifestano opinioni diverse, cioè che “deviano”dall’opinione prevalente.

• Festinger (1950) riteneva che i membri della maggioranza in un gruppo rivolgono la maggior parte degli scambi comunicativi ai membri con opinioni devianti al fine di “persuaderli” a cambiare opinione.

• Maggiore è la distanza di posizione della minoranza, maggiore è la frequenza di comunicazioni da essa ricevuti.

• Nel caso in cui gli scambi non abbiano effetto (e quindi nel caso in cui la minoranza non cambi opinione), i membri della maggioranza rifiutano i devianti attraverso manifestazioni di antipatia o, in casi estremi, escludendolidal gruppo.

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Il potere della maggioranza - XVIII

• Schachter (1951) testò la veridicità di questa ipotesi attraverso un impianto sperimentale che prevedeva gruppi di discussione di studenti che dovevano risolvere un problema di relazioni familiari

Nei gruppi di 8-9 persone erano presenti 3 “confederati”, ciascuno con un ruolo specifico:- il “deviante”, che assumeva una posizione deviante quando un opinione del gruppo cominciava ad emergere - lo “slider”, che era deviante all’inizio, ma poi si allineava gradualmente- il “mode”, che si adeguava al gruppo fin dall’inizio

Risultati: il deviante ha totalizzato un numero di scambi ricevuti + alto degli altri, ma nella prima fase lo slider ha totalizzato un risultato simile (per poi essere quasi ignorato), mentre il modenon ha ricevuto alcuna attenzione

I dati sociometrici raccolti sulle preferenze per i vari membri del gruppo dimostrano che i devianti sono anche quelli che ricevono il punteggio + basso

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Il potere della maggioranza - XIX

• Un vasto studio interculturale condotto dallo stesso studioso e da alcuni colleghi (Schachter et al., 1954) ha confermato la scarsa popolarità dei devianti all’interno del gruppo in varie culture.

• Ulteriori studi (Mann, 1980) hanno dimostrato una correlazione forte tra tendenza all’uniformità e rifiuto del deviante.

• Alcune ricerche hanno mostrato che il grado di tolleranza ai devianti dipende anche dalla fase in cui è il gruppo: è + basso sia nelle prime fasi, quando il gruppo sta costruendo una sua identità e coesione (Worcher etal.,1991), sia in prossimità della presa di decisione (Kruglanski e Webster, 1991), in quanto rallentano e minacciano il raggiungimento dello scopo

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Il potere della maggioranza - XX

• I fenomeni di devianza sono inoltre + tollerati nei gruppi più aperti rispetto ai gruppi più chiusi

• Un elemento importante in appoggio al deviante è quello di poter contare su un sostegno sociale all’interno del gruppo, il ché può rompere la tendenza all’uniformità (come successo anche negli studi di Asch)

• Un risultato sorprendente dello studio interculturale di Schatcher et al. (1954) fu che, su 95 gruppi utilizzati, ci furono ben 26 gruppi che cambiarono opinione adeguandosi al deviante.

• Sembra, dunque, che possano esistere condizioni in cui una minoranza deviante riesce ad avere influenza sulla maggioranza. INFLUENZA MINORITARIA

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Influenza minoritariaInfluenza minoritaria

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LL’’influenza delle minoranze influenza delle minoranze -- II

•• Secondo le ipotesi prodotte dalla teoria di Secondo le ipotesi prodotte dalla teoria di FestingerFestinger, l, l’’influenza sociale influenza sociale sarebbe un sarebbe un processo unidirezionaleprocesso unidirezionale (l(l’’individuo subisce le pressioni del individuo subisce le pressioni del gruppo).gruppo).

•• In realtIn realtàà, secondo , secondo MoscoviciMoscovici (1976) NON (1976) NON èè esattamente un processo di tipo esattamente un processo di tipo unidirezionale.unidirezionale.

•• MoscoviciMoscovici parte ponendosi la questione di come i gruppi possano parte ponendosi la questione di come i gruppi possano cambiarecambiare(nel senso di valori e norme) se tendono sempre all(nel senso di valori e norme) se tendono sempre all’’uniformituniformitàà (come (come sostiene sostiene FestingerFestinger).).

•• La risposta dei sostenitori del processo unidirezionale La risposta dei sostenitori del processo unidirezionale èè che i che i gruppi gruppi cambianocambiano rispondendo a rispondendo a circostanze esternecircostanze esterne nuove.nuove.

268268

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LL’’influenza delle minoranze influenza delle minoranze -- IIII

•• Questo però non spiega Questo però non spiega esempi storici di cambiamentoesempi storici di cambiamento, ad esempio, nella , ad esempio, nella comunitcomunitàà scientifica come quello prodotto dalla teoria dellscientifica come quello prodotto dalla teoria dell’’evoluzione di Darwin evoluzione di Darwin (1859) che, tra l(1859) che, tra l’’altro, non era ritenuto un personaggio con una personalitaltro, non era ritenuto un personaggio con una personalitàà““carismaticacarismatica”” ed era malvisto dalla comunited era malvisto dalla comunitàà scientifica dellscientifica dell’’epoca.epoca.

•• MoscoviciMoscovici ipotizza che la cosa fondamentale, in un caso come questo, ipotizza che la cosa fondamentale, in un caso come questo, èè stata stata la la strategia di promozionestrategia di promozione della teoria: undella teoria: un’’ affermazione continua e costanteaffermazione continua e costantedella sua validitdella sua validitàà anche di fronte ad attacchi continui.anche di fronte ad attacchi continui.

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LL’’influenza delle minoranze influenza delle minoranze -- IIII

•• La La minoranzaminoranza riesce ad avere effetti perchriesce ad avere effetti perchéé, secondo , secondo MoscoviciMoscovici, in ogni , in ogni gruppo esistono gruppo esistono divisioni latentidivisioni latenti. . I I deviantidevianti agirebbero proprio rendendo agirebbero proprio rendendo espliciteesplicite queste queste divisionidivisioni consentendo consentendo ll’’emergere di emergere di nuove normenuove norme a partire dal a partire dal conflittoconflitto..

http://www.youtube.com/http://www.youtube.com/watchwatch?v=If?v=If--LfgnTUlULfgnTUlU

http://www.youtube.com/http://www.youtube.com/watchwatch?v=UULh1C8R8yk?v=UULh1C8R8yk

http://www.youtube.com/http://www.youtube.com/watchwatch?v=gRfh7vrKXts?v=gRfh7vrKXts

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LL’’influenza delle minoranze influenza delle minoranze -- IIIIII

•• Per fornire prove empiriche di questa posizione, Per fornire prove empiriche di questa posizione, MoscoviciMoscovici etet al. (1969) hanno al. (1969) hanno condotto alcuni esperimenti, modificando la procedura sperimentacondotto alcuni esperimenti, modificando la procedura sperimentale di le di AschAsch: : utilizzo di una utilizzo di una maggioranzamaggioranza composta da soggetti composta da soggetti ingenuiingenui e di una e di una minoranza minoranza di complicidi complici dello sperimentatoredello sperimentatore

•• In luogo della valutazione della percezione dellIn luogo della valutazione della percezione dell’’uguaglianza o differenza di uguaglianza o differenza di linee, il compito consisteva nella linee, il compito consisteva nella valutazione del colorevalutazione del colore di alcune diapositive di di alcune diapositive di colore blu.colore blu.

•• I risultati hanno dimostrato che esiste una I risultati hanno dimostrato che esiste una minoranza devianteminoranza deviante (bench(benchééminima) che influenza la maggioranza riuscendo a minima) che influenza la maggioranza riuscendo a modificaremodificare non solo il non solo il comportamento manifestocomportamento manifesto (quindi il comportamento pubblico), ma anche la (quindi il comportamento pubblico), ma anche la cognizionecognizione dei membri.dei membri.

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LL’’influenza delle minoranze influenza delle minoranze -- IVIV

•• Le ricerche sullLe ricerche sull’’influenza sociale delle minoranze mostrano che la influenza sociale delle minoranze mostrano che la minoranzaminoranzasembra avere sembra avere effetti marcatieffetti marcati in senso indiretto, cioin senso indiretto, cioèè::

-- a distanza di qualche a distanza di qualche tempotempo

-- su dimensioni dellsu dimensioni dell’’atteggiamento o del comportamento connesse a quelle atteggiamento o del comportamento connesse a quelle espresse dalla fonte di influenza ma espresse dalla fonte di influenza ma non necessariamente coincidenti con non necessariamente coincidenti con esseesse..

•• Questo potrebbe dipendere dal fatto che le minoranze agiscono coQuesto potrebbe dipendere dal fatto che le minoranze agiscono come me catalizzatoricatalizzatori di cambiamento provocando ldi cambiamento provocando l’’insorgenza di insorgenza di conflitto cognitivoconflitto cognitivonella maggioranza.nella maggioranza.

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LL’’influenza delle minoranze influenza delle minoranze -- VV

•• Oppure può essere anche che la Oppure può essere anche che la dissonanza cognitivadissonanza cognitiva creata dalla minoranza creata dalla minoranza abbia bisogno di tempo per essere risolta e che, quindi il abbia bisogno di tempo per essere risolta e che, quindi il cambiamentocambiamento si si realizza solo in modo realizza solo in modo ““occultoocculto””..

•• Dunque, sembra che il potere della Dunque, sembra che il potere della maggioranzamaggioranza abbia abbia effetti immediatieffetti immediati, , mentre quello della mentre quello della minoranzaminoranza richiede richiede pipiùù tempotempo..

•• EE’’ stato analizzato anche il caso in cui si discuta di stato analizzato anche il caso in cui si discuta di due temidue temi di cui il secondo di cui il secondo risulta poco connesso con il primo (che risulta poco connesso con il primo (che èè la questione principale del la questione principale del messaggio della minoranza). messaggio della minoranza). LL’’ipotesi, testata attraverso diversi esperimenti (Alvaro e ipotesi, testata attraverso diversi esperimenti (Alvaro e CranoCrano, 1997), , 1997), èè che che le le minoranzeminoranze abbiano la capacitabbiano la capacitàà di di stimolare riflessionistimolare riflessioni su tematiche che sono su tematiche che sono oggetto di discussioneoggetto di discussione..

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LL’’influenza delle minoranze influenza delle minoranze -- VIVI

•• Questo può portare allo sviluppo di Questo può portare allo sviluppo di argomentazioni contrarieargomentazioni contrarie al messaggio al messaggio della della minoranzaminoranza che difficilmente hanno rilevanza rispetto a temi diversi e cheche difficilmente hanno rilevanza rispetto a temi diversi e che, , pertanto, sono suscettibili di cambiamento rispetto a questi tempertanto, sono suscettibili di cambiamento rispetto a questi temi (debolmente i (debolmente connessi) e non a quello focale. connessi) e non a quello focale.

•• Questo Questo èè stato il pilastro di una stato il pilastro di una tecnica di persuasionetecnica di persuasione: trovare un : trovare un tema tema debolmente connesso alla questione focaledebolmente connesso alla questione focale e concentrare la propaganda su e concentrare la propaganda su questo. La maggioranza opporrquesto. La maggioranza opporràà resistenza su questo argomento ma si può resistenza su questo argomento ma si può trasformare la mentalittrasformare la mentalitàà rispetto alla questione cruciale. rispetto alla questione cruciale.

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LL’’influenza delle minoranze influenza delle minoranze -- VIIVII

•• MoscoviciMoscovici ha definito gli ha definito gli attributi salientiattributi salienti che una minoranza deve possedere che una minoranza deve possedere per influenzare e persuadere la maggioranza:per influenzare e persuadere la maggioranza:

•• consistenzaconsistenza ((coerenzacoerenza e tenacia, in senso sia sincronico e tenacia, in senso sia sincronico –– fra i fra i membrimembri della della minoranza minoranza –– sia diacronico sia diacronico –– nel corso del nel corso del tempotempo))

•• autonomiaautonomia ((indipendenzaindipendenza da legami esterni)da legami esterni)

•• investimentoinvestimento ((coinvolgimentocoinvolgimento e disposizione al sacrificio)e disposizione al sacrificio)

•• flessibilitflessibilit àà (stile di (stile di negoziazionenegoziazione ““apertoaperto”” e non dogmatico)e non dogmatico)

•• equitequit àà (guardare a posizioni diverse con (guardare a posizioni diverse con imparzialitimparzialitàà))

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LL’’influenza delle minoranze influenza delle minoranze -- VIIIVIII

•• Una metaUna meta--analisi su circa 100 studi (Wood analisi su circa 100 studi (Wood etet al., 1994) dimostra che, pur al., 1994) dimostra che, pur avendo unavendo un’’influenza minore della maggioranza, le influenza minore della maggioranza, le minoranzeminoranze hanno un hanno un effetto effetto persuasivopersuasivo se confrontate con condizioni in cui sono assenti fonti di inflse confrontate con condizioni in cui sono assenti fonti di influenzauenza

•• EE’’ possibile quindi sostenere che la minoranza ha un effetto sul gpossibile quindi sostenere che la minoranza ha un effetto sul gruppo, anche ruppo, anche se se restano predominantirestano predominanti gli effetti della gli effetti della maggioranzamaggioranza (fatta eccezione per le (fatta eccezione per le misure indirette).misure indirette).

•• Questo cambia la teoria proposta da Questo cambia la teoria proposta da FestingerFestinger che vede lche vede l’’influenza come influenza come processo monodirezionale: gli individui processo monodirezionale: gli individui deviantidevianti possono, infatti, essere possono, infatti, essere considerati come considerati come bersaglibersagli e come e come fonti di persuasionefonti di persuasione..

•• Ad ogni modo, in molti casi lAd ogni modo, in molti casi l’’influenza delle minoranze influenza delle minoranze èè limitata.limitata.

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LL’’influenza delle minoranze influenza delle minoranze -- IXIX

•• Le Le risposte negativerisposte negative rivolte dalla maggioranza alla minoranza deviante rivolte dalla maggioranza alla minoranza deviante comprendono:comprendono:

•• rifiuto esplicito e totalerifiuto esplicito e totale ((““il deviante dice il il deviante dice il falsofalso””))

•• rifiuto parzialerifiuto parziale (si pensa che il deviante dica il vero, ma (si pensa che il deviante dica il vero, ma èè meglio meglio non non parlarne pubblicamenteparlarne pubblicamente))

•• disconfermadisconferma (apparente (apparente indifferenzaindifferenza, il deviante , il deviante èè ignorato per ignorato per neutralizzarlo)neutralizzarlo)

•• ridicolizzazioneridicolizzazione

•• naturalizzazionenaturalizzazione (attribuzione della posizione deviante a (attribuzione della posizione deviante a cause cause endemicheendemiche ““naturalinaturali”” delldell’’individuo: individuo: “è“è paranoicoparanoico””, , “è“è comunistacomunista””))

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LL’’influenza delle minoranze influenza delle minoranze -- XX

Quali possono essere le Quali possono essere le causecause per cui una minoranza fallisce?per cui una minoranza fallisce?

•• LL’’intensitintensitàà di di investimento personale della maggioranza investimento personale della maggioranza nel mantenimento nel mantenimento della propria visione. Quando le questioni non sono importanti, della propria visione. Quando le questioni non sono importanti, sembra che la sembra che la maggioranza abbia meno interesse e che, quindi, sia pimaggioranza abbia meno interesse e che, quindi, sia piùù disposta a fare disposta a fare concessioni alla minoranza.concessioni alla minoranza.

•• Alcune minoranze hanno effetto a differenza di altre a causa delAlcune minoranze hanno effetto a differenza di altre a causa del clima di clima di opinione opinione prevalente nel gruppo (o nella cultura) coinvolto. Se si avvisaprevalente nel gruppo (o nella cultura) coinvolto. Se si avvisano no sostegni al sostegni al cambiamentocambiamento, una minoranza che esprima questa visione contro , una minoranza che esprima questa visione contro una maggioranza che vi si oppone, può avere piuna maggioranza che vi si oppone, può avere piùù successo.successo.

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LL’’influenza delle minoranze influenza delle minoranze -- XIXI

•• Gli individui che esprimono una posizione di minoranza, oltre adGli individui che esprimono una posizione di minoranza, oltre ad essere in essere in disaccordo con la maggioranza, vengono categorizzati come disaccordo con la maggioranza, vengono categorizzati come outout--groupgroup..

•• Secondo la teoria dellSecondo la teoria dell’’autocategorizzazioneautocategorizzazione (Turner, 1991) le persone (Turner, 1991) le persone gravitano attorno a coloro che fanno parte del proprio gravitano attorno a coloro che fanno parte del proprio inin--groupgroup (e (e particolarmente attorno a coloro che sono membri tipici) e si particolarmente attorno a coloro che sono membri tipici) e si discostano discostano dalldall’’outout--groupgroup..

•• Questo ragionamento si può applicare anche allQuesto ragionamento si può applicare anche all’’influenza delle minoranze (nel influenza delle minoranze (nel senso di subire lsenso di subire l’’influenza di minoranze che riteniamo appartenere alla influenza di minoranze che riteniamo appartenere alla nostra nostra stessa categoriastessa categoria))

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LL’’influenza delle minoranze influenza delle minoranze -- XIIXII

•• I risultati di vari studi sembrano dimostrare che sono i messaggI risultati di vari studi sembrano dimostrare che sono i messaggi che i che provengono dallprovengono dall’’inin--groupgroup a a modificare gli atteggiamentimodificare gli atteggiamenti..

•• Anche in questo caso, la maggioranza esercita gli effetti immedAnche in questo caso, la maggioranza esercita gli effetti immediati mentre gli iati mentre gli effettieffetti dei messaggi della dei messaggi della minoranzaminoranza si manifestano si manifestano dopo qualche tempodopo qualche tempo..

•• Se lSe l’’opinione minoritaria opinione minoritaria èè in una posizione deviante e poco rappresentativa in una posizione deviante e poco rappresentativa delldell’’outout--groupgroup talvolta può essere pitalvolta può essere piùù efficace, cosefficace, cosìì come può accadere che come può accadere che membri di un membri di un outout--groupgroup possano essere possano essere ricategorizzatiricategorizzati come come inin--groupgrouptemporaneamente (magari per una specifica questione)temporaneamente (magari per una specifica questione)

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Influenza maggioritaria vs. minoritaria Influenza maggioritaria vs. minoritaria -- II

I processi psicologici soggiacenti allI processi psicologici soggiacenti all’’influenza maggioritaria e minoritaria sono gli influenza maggioritaria e minoritaria sono gli stessi?stessi?

•• Secondo Secondo MoscoviciMoscovici (1976) tra le due forme di influenza esistono (1976) tra le due forme di influenza esistono differenze differenze qualitativequalitative, sia nei , sia nei fattorifattori che le originano, sia negli che le originano, sia negli effettieffetti che producono. che producono. Dunque, sono ipotizzati 2 Dunque, sono ipotizzati 2 diversi processidiversi processi di influenza.di influenza.

•• Esistono poi teorie Esistono poi teorie ““monomono--fattorialifattoriali”” (es.: (es.: LatanLatanèè e e WolfWolf, 1981) secondo cui le , 1981) secondo cui le differenze tra le due forme di influenza sono differenze di graddifferenze tra le due forme di influenza sono differenze di grado e sono guidate o e sono guidate dagli dagli stessi processi stessi processi di fondo.di fondo.

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Influenza maggioritaria vs. minoritaria Influenza maggioritaria vs. minoritaria -- IIII

•• La visione La visione ““dualeduale”” sostiene che il conformismo provocato dalle sostiene che il conformismo provocato dalle maggioranzemaggioranze èèprima di tutto un fenomeno pubblico (prima di tutto un fenomeno pubblico (““compiacenzacompiacenza””: dipendenza sociale o : dipendenza sociale o informazione sulla validitinformazione sulla validitàà delle proprie credenze), mentre quello che delle proprie credenze), mentre quello che esercitano le esercitano le minoranzeminoranze portano a cambiamenti privati (portano a cambiamenti privati (““conversioneconversione””, dovuta , dovuta ai conflitti e alla ristrutturazione cognitiva prodotta dalle idai conflitti e alla ristrutturazione cognitiva prodotta dalle idee devianti)ee devianti)

•• Dunque, secondo la visione Dunque, secondo la visione ““dualeduale””......-- ll’’influenza maggioritaria porta a influenza maggioritaria porta a condiscendenzacondiscendenza, cio, cioèè::

-- un cambiamento a livello manifesto (sociale)un cambiamento a livello manifesto (sociale)-- raramente a un cambiamento a livello profondoraramente a un cambiamento a livello profondo

-- ll’’influenza minoritaria porta a influenza minoritaria porta a conversioneconversione, cio, cioèè::

-- un cambiamento a livello latente un cambiamento a livello latente -- qualche volta a un cambiamento a livello manifestoqualche volta a un cambiamento a livello manifesto

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Influenza maggioritaria vs. minoritaria Influenza maggioritaria vs. minoritaria -- VIVI

•• Ad ogni modo, secondo la visione Ad ogni modo, secondo la visione ““dualeduale””, la maggioranza e la minoranza , la maggioranza e la minoranza esercitano unesercitano un’’influenza che innesca influenza che innesca reazioni socioreazioni socio--cognitive diversecognitive diverse. L. L’’influenza influenza minoritaria si traduce in cambiamento interiorizzato (minoritaria si traduce in cambiamento interiorizzato (““privatoprivato””), mentre quella ), mentre quella maggioritaria si traduce in unmaggioritaria si traduce in un’’adesione di facciata (adesione di facciata (““pubblicapubblica””).).

•• Altre ricerche (es. De Altre ricerche (es. De VriesVries etet al., 1996) hanno invece riportato che la modifica al., 1996) hanno invece riportato che la modifica di un atteggiamento di un atteggiamento èè maggiore nellmaggiore nell’’influenza maggioritaria, sia sulla questione influenza maggioritaria, sia sulla questione principale, sia su una questione collegata. principale, sia su una questione collegata.

•• Comunque, alcuni (es. Comunque, alcuni (es. NemethNemeth, 1986) ritengono che l, 1986) ritengono che l’’influenza della minoranza influenza della minoranza agisca su agisca su modalitmodalitàà di pensiero differenti di pensiero differenti da quelle della maggioranza, nel senso da quelle della maggioranza, nel senso che la prima produce un che la prima produce un pensiero + divergente pensiero + divergente e creativo, mentre la seconda e creativo, mentre la seconda produce un pensiero + convergente e focalizzato.produce un pensiero + convergente e focalizzato.

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Influenza maggioritaria vs. minoritaria Influenza maggioritaria vs. minoritaria -- VIIVII

•• Per quanto riguarda la teoria Per quanto riguarda la teoria ““monomono--fattorialefattoriale”” ((LatanLatanèè e e WolfWolf, 1981) la , 1981) la differenza tra influenza maggioritaria e minoritaria risiede neldifferenza tra influenza maggioritaria e minoritaria risiede nel fatto che nella fatto che nella prima il prima il numero di fonti di influenzanumero di fonti di influenza èè maggiore rispetto alla seconda.maggiore rispetto alla seconda.

•• La teoria di riferimento sostiene infatti che La teoria di riferimento sostiene infatti che ll’’impatto degli stimoli sociali impatto degli stimoli sociali aumenta in base al loro numeroaumenta in base al loro numero, ma con un, ma con un’’accelerazione negativa (simile a accelerazione negativa (simile a quanto riscontrato con la manipolazione dellquanto riscontrato con la manipolazione dell’’ampiezza della maggioranza negli ampiezza della maggioranza negli esperimenti di esperimenti di AschAsch) )

•• Anche se Anche se èè difficile sostenere la presenza di una demarcazione netta tra ldifficile sostenere la presenza di una demarcazione netta tra le due e due modalitmodalitàà, sembra che le , sembra che le differenze qualitative differenze qualitative che le distinguono sul piano che le distinguono sul piano degli antecedenti e degli effetti supportino una distinzione teodegli antecedenti e degli effetti supportino una distinzione teorica tra di esserica tra di esse

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Conflitto Conflitto intraintra--gruppogruppo -- II

•• La maggior parte dei La maggior parte dei conflitticonflitti allall’’interno dei gruppi sono da ricondurre alla interno dei gruppi sono da ricondurre alla dinamica delle influenze maggioritaria e minoritariadinamica delle influenze maggioritaria e minoritaria

•• I conflitti I conflitti intraintra--gruppogruppo possono avere possono avere conseguenzeconseguenze... ... -- negativenegative (ostilit(ostilitàà interpersonali, prestazioni scarse, disintegrazione del interpersonali, prestazioni scarse, disintegrazione del gruppo)gruppo)

oppureoppure-- positivepositive (aumento di creativit(aumento di creativitàà nel nel problemproblem solvingsolving, soluzione di ordine e , soluzione di ordine e qualitqualitàà superiore che soddisfano tutti i membri)superiore che soddisfano tutti i membri)

•• Solitamente i gruppi vedono il conflitto come una Solitamente i gruppi vedono il conflitto come una minacciaminaccia sia al sia al raggiungimento dello scopo, sia allraggiungimento dello scopo, sia all’’armonia e alla coesione del gruppo stesso, armonia e alla coesione del gruppo stesso, con conseguenti perdite di morale e motivazione, e virata verso con conseguenti perdite di morale e motivazione, e virata verso interessi interessi ““personalipersonali””

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Conflitto Conflitto intraintra--gruppogruppo -- IIII

•• Le strategie di Le strategie di evitamentoevitamento del conflittodel conflitto messe in atto nei gruppi possono messe in atto nei gruppi possono risolversi in un effetto boomerang: lrisolversi in un effetto boomerang: l’’appiattimento delle posizioni e la appiattimento delle posizioni e la repressione delle contrarietrepressione delle contrarietàà possono provocare il disinvestimento o, possono provocare il disinvestimento o, addirittura, laddirittura, l’’abbandono da parte di alcuni membri.abbandono da parte di alcuni membri.

•• I conflitti dovuti a una divergenza dI conflitti dovuti a una divergenza d’’opinioni possono essere evitate tramite il opinioni possono essere evitate tramite il ““controllo del pensierocontrollo del pensiero””, sia proprio sia degli altri membri (, sia proprio sia degli altri membri (LevineLevine e e Thompson, 1996)Thompson, 1996)

•• Il Il controllo del proprio pensierocontrollo del proprio pensiero si esprime in 2 modi:si esprime in 2 modi:-- tenersi per stenersi per séé le proprie opinioni le proprie opinioni in caso esse siano divergenti da quelle in caso esse siano divergenti da quelle maggioritarie (e quindi minacciose per lmaggioritarie (e quindi minacciose per l’’unione del gruppo) unione del gruppo) -- modificare le proprie opinioni modificare le proprie opinioni nella direzione di quelle maggioritarienella direzione di quelle maggioritarie

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Conflitto Conflitto intraintra--gruppogruppo -- IIIIII

•• Il Il controllo e la manipolazione del pensiero degli altricontrollo e la manipolazione del pensiero degli altri si esprimono tramite:si esprimono tramite:

-- controllocontrollo dei comportamenti verbali (porre vincoli sui contenuti e sui tedei comportamenti verbali (porre vincoli sui contenuti e sui tempi)mpi)

-- introduzione di regole decisionali di tipo introduzione di regole decisionali di tipo autoritarioautoritario

-- interpretazioni interpretazioni ““distortedistorte”” dei disaccordi per dei disaccordi per sminuirnesminuirne ll’’importanza e quindi importanza e quindi ridurne il potenziale disgreganteridurne il potenziale disgregante

-- adozione di adozione di compromessicompromessi

•• La ricerca del La ricerca del compromessocompromesso èè definita da definita da MoscoviciMoscovici (1976) (1976) ““normalizzazionenormalizzazione””, , un processo di mutua influenza tra i membri per raggiungere una un processo di mutua influenza tra i membri per raggiungere una posizione posizione media accettabile per tuttimedia accettabile per tutti

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Conflitto Conflitto intraintra--gruppogruppo -- IVIV

•• Il processo di Il processo di normalizzazionenormalizzazione avviene quando la posta in gioco non avviene quando la posta in gioco non èè saliente saliente per i membri, che quindi sono motivati ad evitare il conflitto eper i membri, che quindi sono motivati ad evitare il conflitto e a a negoziarenegoziare sulle sulle rispettive posizioni, mediante reciproche concessionirispettive posizioni, mediante reciproche concessioni

•• Secondo Secondo MoscoviciMoscovici e e DoiseDoise (1991) la propensione al (1991) la propensione al compromessocompromesso èènegativamentenegativamente associata a una presa di decisione di associata a una presa di decisione di qualitqualitàà e/o innovativa: il e/o innovativa: il raggiungimento di un raggiungimento di un consenso reale e autentico consenso reale e autentico viene infatti ottenuto solo con viene infatti ottenuto solo con il il confronto acceso confronto acceso tra le varie posizioni attraverso la discussione e, tra le varie posizioni attraverso la discussione e, eventualmente, il conflittoeventualmente, il conflitto

•• Anche altri (Anche altri (JohnsonJohnson e e JohnsonJohnson, 1989) sottolineano l, 1989) sottolineano l’’importanza della importanza della ““controversiacontroversia”” come situazione di come situazione di apprendimentoapprendimento

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Conflitto Conflitto intraintra--gruppogruppo -- VV

•• Gli scambi di opinioni tra i membri provocherebbero Gli scambi di opinioni tra i membri provocherebbero dapprima incertezza e dapprima incertezza e conflittoconflitto, ma successivamente subentrerebbero nuove , ma successivamente subentrerebbero nuove curiositcuriositàà conoscitive conoscitive e e un aumento della capacitun aumento della capacitàà di di adottare la prospettiva delladottare la prospettiva dell’’altroaltro..Questo porta sia ad una Questo porta sia ad una riconcettualizzazionericoncettualizzazione del problema per arrivare ad del problema per arrivare ad una soluzione comune, sia ad un aumento di positivituna soluzione comune, sia ad un aumento di positivitàà delle relazioni tra i delle relazioni tra i membri.membri.

•• Alcuni studi condotti con bambini (es. Alcuni studi condotti con bambini (es. DoiseDoise e e MugnyMugny, 1984) hanno messo in , 1984) hanno messo in luce lluce l’’importanza del manifestarsi del importanza del manifestarsi del conflitto socioconflitto socio--cognitivocognitivo, che produce , che produce scambi comunicativi in grado di scambi comunicativi in grado di ristrutturareristrutturare le modalitle modalitàà di di soluzionesoluzione di un di un problema problema gruppalegruppale..In questi casi, la soluzione non In questi casi, la soluzione non èè il frutto di un imitazione o di un il frutto di un imitazione o di un compromesso, ma piuttosto il risultato della costruzione di compromesso, ma piuttosto il risultato della costruzione di nuove conoscenze nuove conoscenze derivate derivate dalldall’’interazione socialeinterazione sociale

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Conflitto Conflitto intraintra--gruppogruppo -- VIVI

•• Dunque, lDunque, l’’evitamentoevitamento del conflitto sembra avere pidel conflitto sembra avere piùù svantaggi che vantaggi per svantaggi che vantaggi per i membri di un gruppo. i membri di un gruppo.

•• Ad ogni modo, Ad ogni modo, èè anche da considerare la natura del conflitto, che può essere anche da considerare la natura del conflitto, che può essere distruttiva o costruttiva (distruttiva o costruttiva (DeutschDeutsch,1969) ,1969)

•• Il Il conflitto distruttivoconflitto distruttivo èè caratterizzato da un graduale incremento e allargamento caratterizzato da un graduale incremento e allargamento della della conflittualitconflittualitàà, fino al punto che essa permane anche quando vengano , fino al punto che essa permane anche quando vengano rimosse o dimenticate le iniziali cause scatenantirimosse o dimenticate le iniziali cause scatenanti

•• Il Il conflitto costruttivoconflitto costruttivo èè caratterizzato invece dallcaratterizzato invece dall’’impegno dei membri in impegno dei membri in direzione di una direzione di una riconsiderazionericonsiderazione della situazione in senso cooperativo, della situazione in senso cooperativo, ricostruttivo e di una reciproca soddisfazione. ricostruttivo e di una reciproca soddisfazione.

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Conflitto Conflitto intraintra--gruppogruppo -- VIIVII

Quando il conflitto Quando il conflitto èè gigiàà emerso, spesso i gruppi mettono in atto strategie di emerso, spesso i gruppi mettono in atto strategie di riduzione del conflittoriduzione del conflitto, per riportare l, per riportare l’’armonia e raggiungere lo scopo senza armonia e raggiungere lo scopo senza ostacoli.ostacoli.

•• La riduzione del conflitto può manifestarsi nei seguenti modi:La riduzione del conflitto può manifestarsi nei seguenti modi:

-- la la maggioranzamaggioranza imponeimpone la sua visione e isola (o espelle) i deviantila sua visione e isola (o espelle) i devianti

-- la la minoranza impone minoranza impone la propria visione e la maggioranza si la propria visione e la maggioranza si ““adattaadatta””

-- fenomeni di fenomeni di negoziazionenegoziazione in cui, a partire da posizioni divergenti, cin cui, a partire da posizioni divergenti, c’è’è uno uno scambioscambio di informazioni e comunicazioni tra le posizioni per raggiungerdi informazioni e comunicazioni tra le posizioni per raggiungere una e una decisione consensuale che soddisfi tuttidecisione consensuale che soddisfi tutti

-- votazionivotazioni, mediante un criterio condiviso che soddisfi tutti i membri, mediante un criterio condiviso che soddisfi tutti i membri

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I processi scismatici I processi scismatici -- II

CosCos’è’è uno uno ““scismascisma””??

•• Il termine Il termine ““scismascisma”” si riferisce al processo di si riferisce al processo di divisionedivisione di un gruppo in di un gruppo in sottogruppisottogruppi e alla e alla secessionesecessione finale di almeno uno dei sottogruppi del gruppo finale di almeno uno dei sottogruppi del gruppo originario (Sani e originario (Sani e ReicherReicher, 1998) , 1998)

•• WorchelWorchel etet al. (1991) sostengono che la nascita di un nuovo gruppo da uno al. (1991) sostengono che la nascita di un nuovo gruppo da uno precedentemente esistente avviene dopo un periodo di precedentemente esistente avviene dopo un periodo di malcontentomalcontento di alcuni di alcuni membri e un successivo evento scatenante, che genera il distaccomembri e un successivo evento scatenante, che genera il distacco..

•• Secondo Sani e Secondo Sani e ReicherReicher (1998) ciascuna fazione ritiene che l(1998) ciascuna fazione ritiene che l’’altra (o le altre) altra (o le altre) stia stia violandoviolando ll’’essenza (ossia gli aspetti centrali alla base dellessenza (ossia gli aspetti centrali alla base dell’’esistenza del esistenza del gruppo) gruppo) delldell’’identitidentitàà del gruppodel gruppo..

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I processi scismatici I processi scismatici -- IIII

•• A questo punto si arrestano i processi di negoziazione tra le paA questo punto si arrestano i processi di negoziazione tra le parti e il conflitto rti e il conflitto intraintra--gruppogruppo diviene diviene irrisolvibileirrisolvibile, dunque avviene lo scisma., dunque avviene lo scisma.

•• Studio sulla scissione del PCI in PDS e RC (Sani e Studio sulla scissione del PCI in PDS e RC (Sani e ReicherReicher, 1998), 1998)

MetodoMetodo: interviste a militanti e leader di PDS e RC sulle rappresentaz: interviste a militanti e leader di PDS e RC sulle rappresentazioni riguardo a PCI, PDS ioni riguardo a PCI, PDS e RC.e RC.

Analisi del contenuto delle interviste.Analisi del contenuto delle interviste.

RisultatiRisultati

Rappresentazioni del PCIRappresentazioni del PCI::

-- argomentazioni argomentazioni comunicomuni ai 2 gruppiai 2 gruppi

(es. (es. ““Il PCI era comunista ma non acritico nei confronti dellIl PCI era comunista ma non acritico nei confronti dell’’URSSURSS””))

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I processi scismatici I processi scismatici -- IIIIII

-- argomentazioni argomentazioni unilateraliunilaterali

(es. PDS: (es. PDS: ““Il PCI era pluralistaIl PCI era pluralista””, , ““Il PCI era indebolito dal purismo ideologicoIl PCI era indebolito dal purismo ideologico””; es. RC ; es. RC ““Il PCI Il PCI era un partito di classeera un partito di classe””))

-- argomentazioni argomentazioni asimmetricheasimmetriche

(es. PDS (es. PDS ““Il PCI era diviso in fazioni pragmatiche e dogmaticheIl PCI era diviso in fazioni pragmatiche e dogmatiche””; ;

es. RC es. RC ““Il PCI era diviso in fazioni comuniste e nonIl PCI era diviso in fazioni comuniste e non--comunistecomuniste””))

Rappresentazioni del PDSRappresentazioni del PDS

Sono solo asimmetriche (es. PDS Sono solo asimmetriche (es. PDS ““Il PDS Il PDS èè unun’’efficace forza nuova della sinistraefficace forza nuova della sinistra””; es. RC ; es. RC ““Il Il PDS PDS èè una forza politica liberale non di sinistrauna forza politica liberale non di sinistra””))

Rappresentazioni di RCRappresentazioni di RC

Sono solo asimmetriche (es. PDS Sono solo asimmetriche (es. PDS ““RC RC èè anacronistica e dogmaticaanacronistica e dogmatica””; es. RC ; es. RC ““RCRC èè il partito il partito che capisce che si possono aiutare le classi lavoratrici solo coche capisce che si possono aiutare le classi lavoratrici solo combattendo il capitalismombattendo il capitalismo””))

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I processi scismatici I processi scismatici -- IVIV

•• Secondo gli autori dello studio, lSecondo gli autori dello studio, l’’analisi delle argomentazioni mostra che analisi delle argomentazioni mostra che ciascuno dei 2 sottogruppi vedeva la posizione dellciascuno dei 2 sottogruppi vedeva la posizione dell’’altro come incoerente altro come incoerente rispetto alla natura e allrispetto alla natura e all’’identitidentitàà del PCIdel PCI..

Con lCon l’’apertura del dibattito sul cambiamento di simbolo e nome del parapertura del dibattito sul cambiamento di simbolo e nome del partito tito ((““evento scatenanteevento scatenante””) e la successiva trasformazione da PCI a PDS viene ) e la successiva trasformazione da PCI a PDS viene avallata dalla maggioranza, avviene il avallata dalla maggioranza, avviene il processo scismatico processo scismatico della minoranza, della minoranza, che va a costituire un nuovo gruppo.che va a costituire un nuovo gruppo.

•• Sani (1998) individua alcune condizioni necessarie Sani (1998) individua alcune condizioni necessarie perchperchèè avvenga un scisma:avvenga un scisma:

-- percezione di percezione di minaccia allminaccia all’’identitidentitàà di gruppodi gruppo

-- percezione di percezione di mancanza di mancanza di ““entitativitentitativitàà”” del gruppodel gruppo

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I processi scismatici I processi scismatici -- VV

-- accentuazione delle accentuazione delle differenze tra sottogruppidifferenze tra sottogruppi e delle e delle somiglianze entro il somiglianze entro il proprio sottogruppoproprio sottogruppo ((ingroupingroup--outgroupoutgroup))

-- impermeabilitimpermeabilitàà allall’’influenza socialeinfluenza sociale delldell’’altro sottogruppoaltro sottogruppo

-- simmetria rispetto allsimmetria rispetto all’’attribuzione di attribuzione di ““sovversivosovversivo”” allall’’altro sottogruppoaltro sottogruppo

•• LL’’accadere di un processo scismatico dipende anche dalle accadere di un processo scismatico dipende anche dalle relazioni di statusrelazioni di statustra le fazioni e dal tra le fazioni e dal contesto sociale intercontesto sociale inter--gruppigruppi di riferimento: ad es. lo scisma di riferimento: ad es. lo scisma del PCI del PCI èè spiegabile solo se si tiene conto anche della crisi del comunisspiegabile solo se si tiene conto anche della crisi del comunismo a mo a livello internazionale (caduta del muro, crisi delllivello internazionale (caduta del muro, crisi dell’’URSS, ecc.)URSS, ecc.)

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I processi scismatici I processi scismatici -- VIVI

•• A differenza dellA differenza dell’’uscita individuale da un gruppo (quando i livelli di impegno deluscita individuale da un gruppo (quando i livelli di impegno delgruppo e dellgruppo e dell’’individuo scendono sottoindividuo scendono sotto--soglia, cfr. soglia, cfr. LevineLevine e e MorelandMoreland, 1994), , 1994), nello scisma lnello scisma l’’uscita dal gruppo uscita dal gruppo èè operata da un sottogruppo di membri, operata da un sottogruppo di membri, dunque in dunque in una situazione una situazione intraintra--gruppogruppo si verificano dinamiche di si verificano dinamiche di relazione relazione interinter--gruppigruppi..

•• La scarsa attenzione mostrata dalla psicologia sociale ai proceLa scarsa attenzione mostrata dalla psicologia sociale ai processi scismatici ssi scismatici èèdovuta probabilmente alla difficoltdovuta probabilmente alla difficoltàà di studio di tali processi, difficilmente di studio di tali processi, difficilmente riproducibili in situazioni sperimentali di laboratorioriproducibili in situazioni sperimentali di laboratorio

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Relazioni intergruppiRelazioni intergruppi

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•• AllAll’’interno della psicologia sociale attuale, e in particolare dellainterno della psicologia sociale attuale, e in particolare della psicologia psicologia sociale europea, la Teoria dellsociale europea, la Teoria dell’’IdentitIdentitàà Sociale (Sociale (Social Social IdentityIdentity TheoryTheory, SIT, SIT::TajfelTajfel, 1978, 1981; , 1978, 1981; TajfelTajfel e Turner, 1979, 1986) e i suoi sviluppi successivi, e Turner, 1979, 1986) e i suoi sviluppi successivi, come la Teoria della come la Teoria della AutoAuto--categorizzazionecategorizzazione o Categorizzazione del So Categorizzazione del Séé ((SelfSelfCategorisationCategorisation TheoryTheory, SCT, SCT: Turner, 1985; Turner : Turner, 1985; Turner etet al. 1987), rappresentano al. 1987), rappresentano uno dei paradigmi teorici ed empirici dominanti. uno dei paradigmi teorici ed empirici dominanti.

•• La SIT e la SCT hanno avuto un considerevole impatto sulla ricerLa SIT e la SCT hanno avuto un considerevole impatto sulla ricerca in ca in psicologia sociale negli ultimi due decenni. psicologia sociale negli ultimi due decenni.

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- II

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•• Il contributo della SIT e della SCT Il contributo della SIT e della SCT èè stato particolarmente rilevante soprattutto stato particolarmente rilevante soprattutto per ciò che concerne la comprensione dei per ciò che concerne la comprensione dei processi cognitivi e motivazionali processi cognitivi e motivazionali che regolano il che regolano il comportamentocomportamento degli individui nei gruppi e le relazioni tra i degli individui nei gruppi e le relazioni tra i gruppi allgruppi all’’interno delle strutture sociali, e piinterno delle strutture sociali, e piùù in generale per ciò che riguarda il in generale per ciò che riguarda il complesso sistema di complesso sistema di relazioni tra individui, gruppi e societrelazioni tra individui, gruppi e societàà, che rappresenta , che rappresenta in un ultima analisi il focus centrale della psicologia sociale in un ultima analisi il focus centrale della psicologia sociale stessa come stessa come disciplina (disciplina (AbramsAbrams e e HoggHogg, 1990; , 1990; BrownBrown, 2000; , 2000; CapozzaCapozza e e BrownBrown, 2000)., 2000).

•• Attraverso il processo di Attraverso il processo di autocategorizzazioneautocategorizzazione noi scegliamo di noi scegliamo di appartenereappartenere a a determinati gruppi piuttosto che ad altri. determinati gruppi piuttosto che ad altri.

Identità sociale e relazioni inter-gruppi - II

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•• LL’’identitidentitàà sociale sociale èè concettualizzata come il concettualizzata come il legame psicologico tra il slegame psicologico tra il séé e il e il collettivo collettivo che emerge attraverso il processo psicologico di categorizzazionche emerge attraverso il processo psicologico di categorizzazione. e.

•• Come afferma Come afferma TajfelTajfel (1978), l(1978), l’’identitidentitàà sociale sociale èè ““la parte del concetto di sla parte del concetto di sééindividuale che deriva dalla consapevolezza di essere individuale che deriva dalla consapevolezza di essere membro di un gruppo membro di un gruppo sociale (o pisociale (o piùù gruppi) con i gruppi) con i valorivalori e il e il significato emotivo significato emotivo che comporta questa che comporta questa appartenenzaappartenenza””

•• Dal momento che lDal momento che l’’identitidentitàà sociale sociale èè parte del concetto che lparte del concetto che l’’individuo ha di sindividuo ha di séécome membro di un determinato gruppo, lcome membro di un determinato gruppo, l’’osservazione che se ne ricava può osservazione che se ne ricava può essere senza dubbio che essere senza dubbio che èè meglio avere una meglio avere una visione dellvisione dell’’inin--groupgroup positivapositiva..

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- IIIIII

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•• TTeoria delleoria dell’’IdentitIdentitàà Sociale (Sociale (TajfelTajfel, 1978), 1978)

Punti salienti:Punti salienti:

–– Il confronto intergruppi attiva negli appartenenti un Il confronto intergruppi attiva negli appartenenti un bisogno di bisogno di specificitspecificitàà positivapositiva del proprio gruppo rispetto alldel proprio gruppo rispetto all’’outout--groupgroup..

–– Attraverso il raggiungimento di tale specificitAttraverso il raggiungimento di tale specificitàà positiva, il gruppo positiva, il gruppo contribuisce a fornire ai suoi membri uncontribuisce a fornire ai suoi membri un’’identitidentitàà sociale positivasociale positiva

IdentitIdentitàà socialesociale: l: l’’insieme degli aspetti del concetto di sinsieme degli aspetti del concetto di séé che che derivano dallderivano dall’’appartenenza ad un gruppoappartenenza ad un gruppo

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- IVIV

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•• Competizione sociale:Competizione sociale: il il conflitto fra gruppi conflitto fra gruppi può essere la conseguenza di una può essere la conseguenza di una competizione non solo per risorse materiali, ma anche di una comcompetizione non solo per risorse materiali, ma anche di una competizione per petizione per il prestigioil prestigio

•• Tre processi fondamentaliTre processi fondamentali in gioco nella competizione sociale:in gioco nella competizione sociale:

–– la categorizzazione sociale:la categorizzazione sociale: permette di costruire una permette di costruire una rappresentazione rappresentazione semplificatasemplificata del mondo sociale che comporta del mondo sociale che comporta unun’’accentuazioneaccentuazione delle differenze fra categorie e una delle differenze fra categorie e una riduzioneriduzionedelle differenze alldelle differenze all’’interno di ciascuna categoriainterno di ciascuna categoria

–– ll’’identificazione sociale:identificazione sociale: definizione di sdefinizione di séé delle persone come delle persone come membrimembri di un gruppodi un gruppo

–– il confronto sociale:il confronto sociale: permette di determinare il valore relativo dei permette di determinare il valore relativo dei gruppi rispetto a dimensioni di confronto rilevanti, in riferimegruppi rispetto a dimensioni di confronto rilevanti, in riferimento alle nto alle quali raggiungere o mantenere una quali raggiungere o mantenere una specificitspecificitàà positiva del gruppo positiva del gruppo di appartenenzadi appartenenza

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- VV

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•• Teoria della Categorizzazione di STeoria della Categorizzazione di Séé (Turner (Turner etet al., 1987)al., 1987)

Obiettivo:Obiettivo: spiegare gli antecedenti e le conseguenze della spiegare gli antecedenti e le conseguenze della formazione formazione psicologica di un gruppopsicologica di un gruppo, partendo dal processo cognitivo di categorizzazione, partendo dal processo cognitivo di categorizzazione

•• Differenze fra teoria della Categorizzazione di SDifferenze fra teoria della Categorizzazione di Séé (SCT) e teoria dell(SCT) e teoria dell’’IdentitIdentitààSociale (SIT):Sociale (SIT):

-- la SIT considera lla SIT considera l’’identitidentitàà sociale come un aspetto di Ssociale come un aspetto di Séé derivante derivante dalldall’’appartenenza di gruppo; per lappartenenza di gruppo; per l’’SCT essa costituisce un livello di SCT essa costituisce un livello di astrazioneastrazionedella rappresentazione cognitiva del sdella rappresentazione cognitiva del séé

•• la SIT distingue fra agire nei termini del Sla SIT distingue fra agire nei termini del Séé ed agire nei termini del gruppo; la ed agire nei termini del gruppo; la SCT considera comportamento individuale e di gruppo come un agirSCT considera comportamento individuale e di gruppo come un agire nei e nei termini del Stermini del Séé, un S, un Séé che opera a diversi livelli di astrazioneche opera a diversi livelli di astrazione

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- VIVI

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•• Tre livelli fondamentali di categorizzazione di sTre livelli fondamentali di categorizzazione di séé::

–– livello sovraordinato: Slivello sovraordinato: Séé come essere umano (come essere umano (identitidentitàà umanaumana))–– livello intermedio: Slivello intermedio: Séé come membro di un gruppo (come membro di un gruppo (identitidentitàà

socialesociale))–– livello subordinato: Slivello subordinato: Séé come individuo unico (come individuo unico (identitidentitàà personalepersonale))

•• Conseguenze della categorizzazione di sConseguenze della categorizzazione di séé a livello a livello intermediointermedio::

–– accentuazioneaccentuazione del carattere del carattere prototipicoprototipico e e stereotipicostereotipico del gruppodel gruppo–– depersonalizzazionedepersonalizzazione della percezione di sdella percezione di séé, che comporta un , che comporta un

incremento della incremento della somiglianzasomiglianza percepita fra spercepita fra séé ed i membri del ed i membri del proprio gruppoproprio gruppo

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- VIIVII

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•• Quali categorie sociali saranno salienti in una determinata situQuali categorie sociali saranno salienti in una determinata situazione?azione?

–– Modello Modello ““AccessibilitAccessibilitàà per per FitFit”” ((corrispondenzacorrispondenza):): la la categorizzazione sociale utilizzata sarcategorizzazione sociale utilizzata saràà quella che massimizza quella che massimizza ll’’interazione fra accessibilitinterazione fra accessibilitàà della categoria (rispetto alle della categoria (rispetto alle intenzioni presenti ed allintenzioni presenti ed all’’esperienza passata) e la corrispondenza esperienza passata) e la corrispondenza fra stimoli e specificazioni categorialifra stimoli e specificazioni categoriali

–– Principio del Principio del metacontrastometacontrasto:: la categorizzazione saliente sarla categorizzazione saliente sarààquella che minimizza le differenze quella che minimizza le differenze intracategorialiintracategoriali e massimizza le e massimizza le differenze intercategorialidifferenze intercategoriali

•• Critiche:Critiche: èè difficile predire con esattezza quale categorizzazione di sdifficile predire con esattezza quale categorizzazione di séé sarsarààsaliente in contesti in cui le categorizzazioni possibili sono nsaliente in contesti in cui le categorizzazioni possibili sono numerose (umerose (HoggHogg e e McGartyMcGarty, 1990), 1990)

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- VIIIVIII

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•• Secondo Secondo TajfelTajfel e Turner (1986), confrontando il mio con altri gruppi ne e Turner (1986), confrontando il mio con altri gruppi ne stabilisco il stabilisco il prestigioprestigio che, secondo la teoria, avrche, secondo la teoria, avràà conseguenze anche sulla mia conseguenze anche sulla mia stessa stessa autostimaautostima (equivalente della (equivalente della teoria del confronto teoria del confronto sociale di sociale di FestingerFestinger a a livello di gruppi) livello di gruppi)

•• CC’è’è, quindi, una , quindi, una ricercaricerca diretta al fine di valutare diretta al fine di valutare positivamentepositivamente il mio il mio inin--groupgroup..

•• Quello che accade quando si ha un Quello che accade quando si ha un confronto intergruppi confronto intergruppi èè la possibilitla possibilitàà che che emergano confronti di tipo emergano confronti di tipo discriminantediscriminante e di e di biasbias a favore del proprio a favore del proprio inin--groupgroup..

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- IXIX

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•• Un altro processo che si può verificare Un altro processo che si può verificare èè quello della quello della ricategorizzazionericategorizzazione, , quando un precedente quando un precedente outout--groupgroup viene inserito nellviene inserito nell’’inin--groupgroup in in contrapposizione ad un altro contrapposizione ad un altro outgroupoutgroup (ad es.: film (ad es.: film ““Niente da dichiarareNiente da dichiarare””))

•• I I gruppi gruppi ““realireali”” pipiùù osservati per studiare i processi di identitosservati per studiare i processi di identitàà sociale e il sociale e il biasbiasverso lverso l’’ingroupingroup sono i gruppi di sono i gruppi di lavorolavoro..

•• I primi risultati degli studi effettuati sui gruppi lavorativi I primi risultati degli studi effettuati sui gruppi lavorativi BrownBrown, 1978; , 1978; vanvanKnippbergKnippberg e e vanvan OersOers, 1984) hanno dimostrato che il perseguire una , 1984) hanno dimostrato che il perseguire una distintivitdistintivitàà positiva positiva avviene in modo diverso e seconda dei diversi contesti in avviene in modo diverso e seconda dei diversi contesti in cui si effettua il confronto intergruppi.cui si effettua il confronto intergruppi.

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- XX

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•• I gruppiI gruppi usano i diversi usano i diversi linguaggilinguaggi o i diversi o i diversi dialettidialetti per distinguersi (il dialetto per distinguersi (il dialetto rimanda a un particolare gruppo rimanda a un particolare gruppo etnicoetnico e, quindi, anche alla nostra identite, quindi, anche alla nostra identitààsociale) e comunicare in un certo modo con lsociale) e comunicare in un certo modo con l’’outout--groupgroup. Inoltre, il . Inoltre, il linguaggiolinguaggiopuò servire può servire per esprimere il pregiudizio per esprimere il pregiudizio di un gruppo nei confronti di altri.di un gruppo nei confronti di altri.

•• Secondo Giles Secondo Giles etet al. (1981) la al. (1981) la differenziazione linguisticadifferenziazione linguistica può servire nei casi può servire nei casi in cui lin cui l’’identitidentitàà èè in in pericolopericolo (caso in cui, ad esempio, si commenta o insulta un (caso in cui, ad esempio, si commenta o insulta un membro dellmembro dell’’outout--groupgroup nel linguaggio dellnel linguaggio dell’’inin--groupgroup). ).

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- XIXI

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•• Anche la descrizione del comportamento altrui può essere diversaAnche la descrizione del comportamento altrui può essere diversa a seconda a seconda se lse l’’oggetto oggetto èè un membro dellun membro dell’’inin--groupgroup o un membro dello un membro dell’’outout--groupgroup ((es. es. LinguisticLinguistic CategoryCategory ModelModel).).

•• La discriminazione linguistica sembra avere la funzione di manteLa discriminazione linguistica sembra avere la funzione di mantenere una nere una immagine positiva dellimmagine positiva dell’’inin--groupgroup (e quindi di protezione dell(e quindi di protezione dell’’identitidentitàà): comunque ): comunque il pregiudizio linguistico sembra essere favorito anche da altriil pregiudizio linguistico sembra essere favorito anche da altri fattori quali le fattori quali le diverse diverse aspettative aspettative inin--groupgroup//outout--groupgroup e la preferenza per le associazioni di e la preferenza per le associazioni di valori positive con lvalori positive con l’’inin--groupgroup e le l’’allontanamento di valori negativi associati allontanamento di valori negativi associati allall’’outout--groupgroup..

•• I gruppi sociali non hanno tutti lo stesso I gruppi sociali non hanno tutti lo stesso statusstatus; quello che accade da parte dei ; quello che accade da parte dei gruppi di gruppi di status e potere inferiorestatus e potere inferiore, , èè una ricerca di una una ricerca di una distinzione positivadistinzione positiva

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- XIIXII

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•• I gruppi di status elevato hanno una posizione di I gruppi di status elevato hanno una posizione di superioritsuperioritàà rispetto ad altri rispetto ad altri gruppi che sono presenti nella societgruppi che sono presenti nella societàà. Questa superiorit. Questa superioritàà èè data dalldata dall’’occupare occupare posizioni privilegiate e dirigenziali nella societposizioni privilegiate e dirigenziali nella societàà..

•• Questo implica che i membri che appartengono a questi gruppi, haQuesto implica che i membri che appartengono a questi gruppi, hanno una nno una percezione di spercezione di séé tendenzialmente positivatendenzialmente positiva..

•• Con i gruppi di status elevato, il confronto avviene in quanto iCon i gruppi di status elevato, il confronto avviene in quanto i membri membri continuano a continuano a marcare la superioritmarcare la superioritàà del proprio del proprio inin--groupgroup, molto pi, molto piùù di quanto di quanto non facciano i gruppi di status inferiore (non facciano i gruppi di status inferiore (MullenMullen, , BrownBrown e Smith, 1992).e Smith, 1992).

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- XIIIXIII

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•• La La differenziazione intergruppidifferenziazione intergruppi, inoltre, sembra assolvere , inoltre, sembra assolvere funzionifunzioni diverse. diverse.

•• Per i gruppi di Per i gruppi di status superiorestatus superiore, la differenziazione può servire a , la differenziazione può servire a mantenere la mantenere la propria posizione dominantepropria posizione dominante..

•• Per i gruppi di Per i gruppi di status similestatus simile, può servire per , può servire per differenziarsidifferenziarsi. Questa ultima . Questa ultima ipotesi non ha avuto molto sostegno dai dati empirici; infatti, ipotesi non ha avuto molto sostegno dai dati empirici; infatti, alcune ricerche alcune ricerche ((BrownBrown e e AbramsAbrams, 1986) hanno evidenziato una predisposizione maggiore , 1986) hanno evidenziato una predisposizione maggiore verso gruppi con atteggiamenti simili a quelli dellverso gruppi con atteggiamenti simili a quelli dell’’inin--groupgroup..

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- XIVXIV

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•• Inoltre si evidenziava un Inoltre si evidenziava un biasbias moderatomoderato nei confronti dellnei confronti dell’’inin--groupgroup quando i quando i soggetti credono di rapportarsi a un gruppo di soggetti credono di rapportarsi a un gruppo di status simile status simile al loro.al loro.

•• Quello che accade dopo aver attraversato una certa soglia di somQuello che accade dopo aver attraversato una certa soglia di somiglianza, iglianza, èè la la percezione di una percezione di una minacciaminaccia che deriva dalla che deriva dalla vicinanza psicologica dellvicinanza psicologica dell’’outout--groupgroup; questo porta a un aumento del ; questo porta a un aumento del biasbias a favore della favore dell’’inin--groupgroup..

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- XVXV

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•• Per quanto riguarda i gruppi di Per quanto riguarda i gruppi di status inferiorestatus inferiore, secondo la teoria dell, secondo la teoria dell’’identitidentitààsociale, la necessitsociale, la necessitàà di ovviare a uno svantaggio sociale porterdi ovviare a uno svantaggio sociale porteràà a una serie di a una serie di confronti che potrebbero avere un esito negativo (ed essere quinconfronti che potrebbero avere un esito negativo (ed essere quindi deleteri per di deleteri per ll’’autostima). autostima).

•• Quello che può accadere in questi casi Quello che può accadere in questi casi èè ll’’abbandonoabbandono del del proprio gruppo proprio gruppo per per passare a uno di status superiore (passare a uno di status superiore (TajfelTajfel e Turner, 1986).e Turner, 1986).

•• Questo, però Questo, però èè difficiledifficile prima di tutto quando lprima di tutto quando l’’appartenenza a un gruppo non appartenenza a un gruppo non si si èè scelta, ma scelta, ma èè ascrittaascritta (per esempio, etnia o genere); in secondo luogo, può (per esempio, etnia o genere); in secondo luogo, può accadere che esista un accadere che esista un forte attaccamentoforte attaccamento con il proprio gruppo che ne con il proprio gruppo che ne impedisce limpedisce l’’abbandono.abbandono.

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- XVIXVI

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•• Nel caso in cui uscire dal gruppo Nel caso in cui uscire dal gruppo èè impossibileimpossibile, le strategie possono essere , le strategie possono essere diverse: diverse:

-- circoscrivere i circoscrivere i confronti solo verso gruppi di status simili confronti solo verso gruppi di status simili o, addirittura, o, addirittura, inferioriinferiori(che può portare a una (che può portare a una distintivitdistintivitàà ““pipiùù positivapositiva”” per lper l’’inin--groupgroup))

-- cercare cercare dimensioni valoriali diverse di confronto dimensioni valoriali diverse di confronto (ad es., i gruppi di (ad es., i gruppi di contestazione giovanile)contestazione giovanile)

•• Quando i gruppi di status inferiore non riescono a immaginarsi dQuando i gruppi di status inferiore non riescono a immaginarsi delle elle alternative, il confronto con un gruppo superiore non avverralternative, il confronto con un gruppo superiore non avverràà. Questo . Questo contribuisce a mantenere delle situazioni sociali in cui prevalgcontribuisce a mantenere delle situazioni sociali in cui prevalgono ingiustizie.ono ingiustizie.

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- XVIIXVII

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•• Secondo Secondo TajferTajfer e Turner (1986) esistono e Turner (1986) esistono tre fattori tre fattori che sembrano incoraggiare che sembrano incoraggiare lo sviluppo delle lo sviluppo delle alternative cognitive alternative cognitive che possono portare al che possono portare al confrontoconfronto con con gruppi di gruppi di status superiorestatus superiore::

1.1. La presenza di La presenza di confini relativamente valicabili confini relativamente valicabili tra i gruppitra i gruppi

2.2. La presenza di La presenza di differenze di status relativamente instabilidifferenze di status relativamente instabili

3.3. La percezione dellLa percezione dell’’illegittimitillegittimitàà di queste di queste differenzedifferenze e delle dell’’inequitinequitàà dei dei principiprincipi su su cui si reggono.cui si reggono.

•• In situazioni di In situazioni di consapevolezza di ingiustizia consapevolezza di ingiustizia nei confronti del proprio gruppo, nei confronti del proprio gruppo, quello che può accadere quello che può accadere èè una forma una forma collettiva di protestacollettiva di protesta: questo accade sia : questo accade sia in gruppi di status alto, che in gruppi di status basso.in gruppi di status alto, che in gruppi di status basso.

IdentitIdentitàà sociale e relazioni intersociale e relazioni inter--gruppi gruppi -- XVIIIXVIII

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•• Una delle principali caratteristiche del comportamento intergrupUna delle principali caratteristiche del comportamento intergruppi pi èè quella di quella di percepirsi reciprocamente in percepirsi reciprocamente in termini categorialitermini categoriali come membri di uno o picome membri di uno o piùùgruppi. gruppi.

•• A che cosa serve questa A che cosa serve questa tendenza allatendenza alla categorizzazione socialecategorizzazione sociale? ? Una risposta generale Una risposta generale èè che la categorizzazione che la categorizzazione èè un modo indispensabile con un modo indispensabile con cui cui semplifichiamosemplifichiamo e ordiniamo il mondo.e ordiniamo il mondo.

•• Riconducendo gli stimoli (fisici e sociali) a categorie basate sRiconducendo gli stimoli (fisici e sociali) a categorie basate su u somiglianze e somiglianze e differenzedifferenze, possiamo affrontare gli eventi in modo + efficiente e adeguato, possiamo affrontare gli eventi in modo + efficiente e adeguato alla alla nostra (limitata) capacitnostra (limitata) capacitàà cognitiva. cognitiva.

•• In altre parole, il processo di categorizzazione ha una valenza In altre parole, il processo di categorizzazione ha una valenza di di sopravvivenzasopravvivenzaper la specie umana.per la specie umana.

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- II

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•• Il processo di categorizzazione ha punti di contatto con il Il processo di categorizzazione ha punti di contatto con il pensiero scientificopensiero scientifico, , che usa sistemi di classificazione per che usa sistemi di classificazione per ridurre la complessitridurre la complessitàà degli oggetti di degli oggetti di studio ad un numero gestibile di categorie. studio ad un numero gestibile di categorie.

•• La categorizzazione La categorizzazione èè, inoltre, alla base di processi vitali quali la , inoltre, alla base di processi vitali quali la comunicazionecomunicazione: il sistema linguistico : il sistema linguistico èè quello che ci permette di riferirci a classi quello che ci permette di riferirci a classi di oggetti e persone senza la necessitdi oggetti e persone senza la necessitàà di descrizioni minuziosedi descrizioni minuziose

•• Se la categorizzazione ha lo scopo di dare ordine, Se la categorizzazione ha lo scopo di dare ordine, èè necessario che le necessario che le categoriecategoriesiano siano ben distinguibili ben distinguibili coscosìì come gli oggetti e le persone che ne fanno parte; come gli oggetti e le persone che ne fanno parte; dobbiamo riuscire a capire subito chi appartiene o meno a una cadobbiamo riuscire a capire subito chi appartiene o meno a una categoria.tegoria.

•• Gordon Gordon AllportAllport (1954) nella sua opera sul pregiudizio afferma: (1954) nella sua opera sul pregiudizio afferma: ““Le categorie Le categorie sono nomi che tagliano a fette il mondo socialesono nomi che tagliano a fette il mondo sociale””

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- IIII

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•• Il primo a fare esperimenti su questo aspetto fu Campbell (1957)Il primo a fare esperimenti su questo aspetto fu Campbell (1957) che, che, attraverso un semplice esperimento, riuscattraverso un semplice esperimento, riuscìì a dimostrare che a dimostrare che la la categorizzazione aumenta il contrastocategorizzazione aumenta il contrasto..

•• Esperimento delle sillabe senza sensoEsperimento delle sillabe senza senso::

•• compito soggetticompito soggetti: memorizzare la collocazione spaziale di sillabe senza senso : memorizzare la collocazione spaziale di sillabe senza senso presentate su una linea orizzontale sempre nella stessa posizionpresentate su una linea orizzontale sempre nella stessa posizione.e.

•• stimolistimoli: :

–– sillabe aventi la sillabe aventi la ee come lettera centrale collocati sulla sinistracome lettera centrale collocati sulla sinistra

–– sillabe aventi la sillabe aventi la xx come lettera finale collocati sulla destracome lettera finale collocati sulla destra

–– sillabe casuali al centrosillabe casuali al centro

•• risultatirisultati: errori nel ricordare la posizione delle sillabe al centro. I s: errori nel ricordare la posizione delle sillabe al centro. I soggetti tendevano oggetti tendevano a separare con precisione la posizione spaziale delle 2 categoria separare con precisione la posizione spaziale delle 2 categorie di stimoli.e di stimoli.

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- IIIIII

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•• TajfelTajfel (1959) riprese questa conclusione e da qui sviluppò due ipotesi(1959) riprese questa conclusione e da qui sviluppò due ipotesi::

1.1. Se imponiamo categorie esistenti a una serie di stimoli (fisiciSe imponiamo categorie esistenti a una serie di stimoli (fisici o sociali) il o sociali) il risultato sarrisultato saràà un un rafforzamento delle differenze rafforzamento delle differenze tra le categorie.tra le categorie.

2.2. Le differenze interne a ogni categoria di attenuerannoLe differenze interne a ogni categoria di attenueranno

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- IIIIII

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•• Queste due ipotesi sono state verificate attraverso diversi espeQueste due ipotesi sono state verificate attraverso diversi esperimenti (rimenti (TajfelTajfel e e WilkesWilkes, 1963; , 1963; DoiseDoise, 1976; , 1976; EiserEiser, 1971; Mc , 1971; Mc GartyGarty e Penny, 1988).e Penny, 1988).

•• A che cosa può servire questo processo? A che cosa può servire questo processo? Permette di Permette di rafforzare le differenze tra gruppi rafforzare le differenze tra gruppi diversi e di diversi e di ridurre le differenze ridurre le differenze allall’’interno del proprio gruppointerno del proprio gruppo, in modo da facilitare cognitivamente il processo , in modo da facilitare cognitivamente il processo di risposta (che sardi risposta (che saràà diverso a seconda se il ricevente diverso a seconda se il ricevente èè nellnell’’inin--groupgroup o nello nell’’outout--groupgroup).).

•• Da cosa dipende lDa cosa dipende l’’uso di una specifica categorizzazione piuttosto che di altre uso di una specifica categorizzazione piuttosto che di altre possibili?possibili?Secondo Secondo BrunerBruner (1957) le persone usano le categorie pi(1957) le persone usano le categorie piùù ““accessibiliaccessibili”” e pie piùù““integrateintegrate”” con la situazione attuale.con la situazione attuale.

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- IVIV

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•• Secondo Campbell (1958) esistono tre fattori con cui gli Secondo Campbell (1958) esistono tre fattori con cui gli individui vengono individui vengono percepiti come percepiti come ““gruppigruppi””. Questi fattori sono:. Questi fattori sono:

1.1. di natura fisica: la di natura fisica: la prossimitprossimitàà (l(l’’essere fisicamente vicini).essere fisicamente vicini).

2.2. di natura sociodi natura socio--culturale: la culturale: la somiglianzasomiglianza (il condividere caratteristiche comuni (il condividere caratteristiche comuni quali linguaggio, stile di vestiario, ecc.)quali linguaggio, stile di vestiario, ecc.)

3.3. di natura psicologica: il di natura psicologica: il destino comunedestino comune (il fare qualcosa assieme o avere (il fare qualcosa assieme o avere esperienze simili)esperienze simili)

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- VV

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•• Non tutte le categorie sono Non tutte le categorie sono equivalentiequivalenti da un punto di vista psicologico: non da un punto di vista psicologico: non apparteniamo a tutte le categorie.apparteniamo a tutte le categorie.

•• Secondo la Secondo la teoria dellteoria dell’’autocategorizzazioneautocategorizzazione, la categoria che verr, la categoria che verrààprobabilmente adottata nel caso specifico probabilmente adottata nel caso specifico èè quella che quella che minimizzaminimizza la differenza la differenza tra stra séé e il membro tipico della categoria di appartenenza e e il membro tipico della categoria di appartenenza e massimizzamassimizza la la differenza tra il membro differenza tra il membro prototipicoprototipico delldell’’inin--groupgroup e il membro e il membro prototipicoprototipicodelldell’’outout--groupgroup..

•• Questo principio può essere rappresentato da un rapporto definitQuesto principio può essere rappresentato da un rapporto definito o ““rapporto di rapporto di metacontrastometacontrasto””..

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- VIVI

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Rapporto di Metacontrasto

=

Differenza inter-categoriale media

Differenza media tra sé e un altro membro dell’in-group

È una formula situazionale, per cui basta che diventi saliente una diversa identità di gruppo per cambiare il rapporto di metacontrasto

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- VIIVII

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Integrazione categorialeIntegrazione categoriale

•• Campbell (1958) parla di Campbell (1958) parla di entitativitentitativitàà percepitapercepita per indicare il fenomeno per cui per indicare il fenomeno per cui la percezione di un insieme di persone come membri di uno stessola percezione di un insieme di persone come membri di uno stesso gruppo gruppo dipende dal modo in cui esse stanno in rapporto ldipende dal modo in cui esse stanno in rapporto l’’una con luna con l’’altraaltra

•• LL’’entitativitentitativitàà, per Campbell, ha in s, per Campbell, ha in séé i tre criteri di prossimiti tre criteri di prossimitàà, somiglianza e , somiglianza e destino comunedestino comune

•• Un altro fattore che influenza la scelta delle categorie Un altro fattore che influenza la scelta delle categorie èè la la distintivitdistintivitàà degli degli stimolistimoli: sembra, infatti, che per tale motivo le minoranze numeriche si: sembra, infatti, che per tale motivo le minoranze numeriche siamo amo fonte di attenzione per le maggioranze (fonte di attenzione per le maggioranze (KanterKanter, 1977; Taylor, 1981), 1977; Taylor, 1981)

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- VIIIVIII

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AccessibilitAccessibilitàà categorialecategoriale

•• Oltre alle proprietOltre alle proprietàà dello stimolo, deve essere presa in considerazione a quello dello stimolo, deve essere presa in considerazione a quello che ognuno porta nella situazione.che ognuno porta nella situazione.

•• Questo facilita o ostacola la Questo facilita o ostacola la facilitfacilitàà o la difficolto la difficoltàà di accesso di accesso alle categorie.alle categorie.

•• Viene riconosciuta lViene riconosciuta l’’importanza di importanza di tre fattoritre fattori::

1.1. La natura degli La natura degli eventi immediatamente precedentieventi immediatamente precedenti (per cui (per cui èè probabile che, se probabile che, se accade qualche evento che porta a una categorizzazione, accade qualche evento che porta a una categorizzazione, èè possibile che gli possibile che gli eventi successivi vengano interpretati alla luce di queste categeventi successivi vengano interpretati alla luce di queste categorie. Questo orie. Questo fenomeno fenomeno èè conosciuto come effetto di conosciuto come effetto di primingpriming))

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- IXIX

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2.2. La La disposizione personaledisposizione personale delldell’’osservatore e losservatore e l’’influenza che questa esercita influenza che questa esercita sulla tendenza a utilizzare certe categorie piuttosto che altresulla tendenza a utilizzare certe categorie piuttosto che altre

3.3. Il Il compitocompito o lo l’’obiettivo attuale della persona che effettua la categorizzazioneobiettivo attuale della persona che effettua la categorizzazione

PRIMINGPRIMING = = attivazione categoriale (spesso al di fuori della attivazione categoriale (spesso al di fuori della nostra nostra consapevolezza) provocata da uno consapevolezza) provocata da uno stimolo preliminarestimolo preliminare

•• Il Il primingpriming viene utilizzato spesso per stimolare una determinata viene utilizzato spesso per stimolare una determinata categorizzazione anche a livello subliminalecategorizzazione anche a livello subliminale

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XX

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Esempio degli effetti del Esempio degli effetti del primingpriming su risposte valutativesu risposte valutative

•• Effetto della presentazione preliminare di aggettivi e simboli, Effetto della presentazione preliminare di aggettivi e simboli, tra cui alcuni evocatori della tra cui alcuni evocatori della categoria categoria ““malato mentalemalato mentale””, sul ricordo e la valutazione di una persona descritta in una b, sul ricordo e la valutazione di una persona descritta in una breve reve storia (storia (SkowronskiSkowronski etet al., 1993) al., 1993)

RisultatiRisultati: Il gruppo di SS esposti alla presentazione preliminare ricorda: Il gruppo di SS esposti alla presentazione preliminare ricordava un numero maggiore va un numero maggiore di di caratteristiche stereotipiche caratteristiche stereotipiche della persona descritta e ne dava una valutazione + negativadella persona descritta e ne dava una valutazione + negativa

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XIXI

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•• In realtIn realtàà, studi effettuati successivamente sugli effetti di , studi effettuati successivamente sugli effetti di primingpriming sulla sulla categorizzazione, suggeriscono lcategorizzazione, suggeriscono l’’eventualiteventualitàà di prendere in considerazione di prendere in considerazione aspetti che dipendono da fattori relativi alla aspetti che dipendono da fattori relativi alla disposizione personale del disposizione personale del soggettosoggetto. .

•• Ad esempio, uno studio (Devine,1989) che mostrava come il Ad esempio, uno studio (Devine,1989) che mostrava come il primingprimingprovocasse provocasse categorizzazioni categorizzazioni ““etnicheetniche”” in base a stereotipi negativiin base a stereotipi negativi, non aveva , non aveva tenuto conto del livello di tenuto conto del livello di pregiudizio iniziale pregiudizio iniziale dei soggetti (dei soggetti (LeporeLepore e e BrownBrown, , 1997).1997).

•• Alcune categorizzazioni hanno una Alcune categorizzazioni hanno una maggiore accessibilitmaggiore accessibilitàà per alcuni, ad per alcuni, ad esempio quelle di natura esempio quelle di natura ““etnicaetnica”” sono in varie situazioni le + accessibili per sono in varie situazioni le + accessibili per coloro che hanno coloro che hanno pregiudizi pregiudizi ““etnicietnici””. .

•• Il tipo di categorizzazione può anche variare a seconda delle Il tipo di categorizzazione può anche variare a seconda delle richieste del richieste del compitocompito..

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XIIXII

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•• Se la categorizzazione Se la categorizzazione èè un processo cosun processo cosìì importante per gli individui, importante per gli individui, dovremmo aspettarci che possa esistere anche nei dovremmo aspettarci che possa esistere anche nei bambinibambini..

•• In effetti, sembra che i bambini siano sensibili alle In effetti, sembra che i bambini siano sensibili alle divisione degli divisione degli stimoli presenti nellstimoli presenti nell’’ambienteambiente che li circonda fin dalla piche li circonda fin dalla piùù tenera ettenera etàà

•• Sembra, inoltre, che non sia un processo rigido di catalogazioneSembra, inoltre, che non sia un processo rigido di catalogazione, ma , ma che che risenta del contesto risenta del contesto peculiare in cui si trovano i bambini.peculiare in cui si trovano i bambini.

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XIIIXIII

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•• Alcuni studi condotti su Alcuni studi condotti su bambini americanibambini americani da Horowitz e Horowitz (1938), da Horowitz e Horowitz (1938), hanno dimostrato che esistono delle hanno dimostrato che esistono delle categorie picategorie piùù o meno salienti nel mondo o meno salienti nel mondo infantileinfantile..

•• La categoria piLa categoria piùù saliente era quella dellsaliente era quella dell’’appartenenzaappartenenza etnicaetnica (bianco(bianco--nero), nero), seguita dal seguita dal generegenere (maschio(maschio--femmina) e dallo femmina) e dallo status sociostatus socio--economicoeconomico. .

•• Anche se questi risultati sono stati riscontrati anche in altri Anche se questi risultati sono stati riscontrati anche in altri contesti culturali, contesti culturali, una ricerca condotta una ricerca condotta DaveyDavey (1983) (1983)

•• I compiti che, di solito, vengono presentati ai bambini, consistI compiti che, di solito, vengono presentati ai bambini, consistono in semplici ono in semplici raggruppamenti di fotografie raggruppamenti di fotografie con soggetti che variano per con soggetti che variano per sessosesso, , etniaetnia, et, etàà, , abbigliamento.abbigliamento.

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XIVXIV

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•• DaveyDavey introdusse un introdusse un nuovo criterionuovo criterio: chiese ai bambini : chiese ai bambini chi giocherebbe insieme chi giocherebbe insieme con chicon chi..

•• Questo nuovo criterio fece sQuesto nuovo criterio fece sìì che fosse che fosse pipiùù saliente il generesaliente il genere delldell’’appartenenza appartenenza etnica.etnica.

•• I risultati mostrano una I risultati mostrano una maggiore accessibilitmaggiore accessibilitàà della categorizzazione di genere della categorizzazione di genere rispetto a quella etnica se rispetto a quella etnica se èè saliente saliente la dimensionela dimensione ““comportamento di giococomportamento di gioco””

•• Sono state, inoltre, effettuate numerose ricerche in contesti coSono state, inoltre, effettuate numerose ricerche in contesti con diverse n diverse minoranze etniche ed minoranze etniche ed èè emerso che emerso che la salienza delle categorie nei bambini la salienza delle categorie nei bambini èècontestocontesto--dipendente dipendente ((BennetBennet, , etet al., 1991)al., 1991)

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XVXV

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•• A questo punto, i ricercatori hanno iniziato a chiedersi se bastA questo punto, i ricercatori hanno iniziato a chiedersi se basti la i la categorizzazione di un individuo in un gruppo a far emergere la categorizzazione di un individuo in un gruppo a far emergere la discriminazione intergruppidiscriminazione intergruppi..

•• EE’’ facile, infatti, evidenziare dei facile, infatti, evidenziare dei pregiudizi a favore dellpregiudizi a favore dell’’ingroupingroup..

•• Ad analizzare questo problema per primi furono Rabbie e HorowitzAd analizzare questo problema per primi furono Rabbie e Horowitz (1969).(1969).

•• Tramite alcuni semplici esperimenti basati su ricompense, emerseTramite alcuni semplici esperimenti basati su ricompense, emersechiaramente un chiaramente un favoritismo nei confronti dellfavoritismo nei confronti dell’’inin--groupgroup piuttosto che dellpiuttosto che dell’’outout--groupgroup anche quando i membri di un gruppo anche quando i membri di un gruppo non si conoscononon si conoscono; basta che sia ; basta che sia nota lnota l’’appartenenza a quel determinato gruppo per favorirlo.appartenenza a quel determinato gruppo per favorirlo.

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XVIXVI

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•• Ricerca di Rabbie ed Ricerca di Rabbie ed HorwitzHorwitz (1969): (1969): quali sono le quali sono le condizioni minime sufficienti condizioni minime sufficienti a generare discriminazione intergruppi?a generare discriminazione intergruppi?

Procedura sperimentale:Procedura sperimentale: divisione di scolari estranei fra loro in Blu e Verdi, seguita odivisione di scolari estranei fra loro in Blu e Verdi, seguita o meno da meno da unun’’esperienza di destino comune di gruppo (informazione di ricompenesperienza di destino comune di gruppo (informazione di ricompensa o nonsa o non--ricompensa vs. ricompensa vs. nessuna informazione). Ai soggetti era chiesto di nessuna informazione). Ai soggetti era chiesto di valutarevalutare i membri delli membri dell’’inin--groupgroup e delle dell’’outout--groupgroup rispetto ad alcune caratteristiche quali rispetto ad alcune caratteristiche quali cordialitcordialitàà, sincerit, sinceritàà eccecc..

Risultati:Risultati: ll’’esperienza di un esperienza di un destino comune destino comune (condizione di interdipendenza), positivo o (condizione di interdipendenza), positivo o negativo, negativo, èè la condizione necessaria e sufficiente per osservare la condizione necessaria e sufficiente per osservare favoritismo verso il gruppo di favoritismo verso il gruppo di appartenenzaappartenenza

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XVIIXVII

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•• RRicerca di icerca di TajfelTajfel, , BilligBillig, , BundyBundy e e FlamentFlament (1971): (1971): basta labasta la semplice semplice categorizzazione in gruppicategorizzazione in gruppi, in assenza di conflitti oggettivi di interessi o di , in assenza di conflitti oggettivi di interessi o di interdipendenza del destino, per provocare favoritismo verso linterdipendenza del destino, per provocare favoritismo verso l’’inin--groupgroup? ?

Paradigma sperimentale dei Paradigma sperimentale dei ““gruppi minimigruppi minimi””

–– divisione dei partecipanti in divisione dei partecipanti in due gruppi due gruppi su base su base arbitrariaarbitraria

–– assenza di interazioni faccia a facciaassenza di interazioni faccia a faccia

–– anonimatoanonimato di tutti i membri dei gruppidi tutti i membri dei gruppi

–– assenza di interesse personale nelle risposte dei soggettiassenza di interesse personale nelle risposte dei soggetti

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XVIIIXVIII

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Compito sperimentale:Compito sperimentale:

Distribuzione di risorse ad un membro dellDistribuzione di risorse ad un membro dell’’inin--groupgroup e delle dell’’outout--groupgroup mediantemediante matricimatrici,, strutturate in strutturate in modo tale per cui ad una certa somma per il membro dellmodo tale per cui ad una certa somma per il membro dell’’inin--groupgroup ne corrisponde unne corrisponde un’’altra per il altra per il membro dellmembro dell’’outout--groupgroup

Strategie di scelta possibili:Strategie di scelta possibili:

-- Massimo profitto comune:Massimo profitto comune: scelta della casella corrispondente alla somma piscelta della casella corrispondente alla somma piùù alta da alta da ““estorcereestorcere”” allo sperimentatoreallo sperimentatore

-- Massimo profitto per il gruppo di appartenenza:Massimo profitto per il gruppo di appartenenza: massimo punteggio per il membro del gruppo massimo punteggio per il membro del gruppo di appartenenzadi appartenenza

-- Massima differenza a favore del gruppo di appartenenza:Massima differenza a favore del gruppo di appartenenza: scelta che scelta che massimizza la differenza massimizza la differenza anche se questo implica un anche se questo implica un guadagno relativamente minore guadagno relativamente minore rispetto a quello massimo possibilerispetto a quello massimo possibile

-- EquitEquitàà:: punteggi uguali o simili per i due destinataripunteggi uguali o simili per i due destinatari

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XIXXIX

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RisultatiRisultati::

–– preponderanza di scelte di preponderanza di scelte di massimo profitto massimo profitto e soprattutto di e soprattutto di massima massima differenza a favore delldifferenza a favore dell’’inin--groupgroup

–– rilevanza della scelta di rilevanza della scelta di equitequitàà

•• ConclusioniConclusioni::

la categorizzazione sociale di per sla categorizzazione sociale di per séé èè sufficiente per produrre discriminazione sufficiente per produrre discriminazione intergruppiintergruppi

•• Secondo Secondo TajfelTajfel etet al. (1971) le scelte dei partecipanti riflettono un al. (1971) le scelte dei partecipanti riflettono un compromesso fra due norme socialicompromesso fra due norme sociali: una : una norma di equitnorma di equitàà ed una ed una norma norma centrata sul primato del proprio gruppocentrata sul primato del proprio gruppo, in base alla quale , in base alla quale èè ““appropriatoappropriato””favorire i membri del proprio gruppo a discapito di gruppi esterfavorire i membri del proprio gruppo a discapito di gruppi esternini

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XXXX

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•• IlIl paradigma dei gruppi minimiparadigma dei gruppi minimi ha ricevuto grande successo, accompagnato da ha ricevuto grande successo, accompagnato da una serie di una serie di critichecritiche (interpretazione focalizzata + sulla norma dell(interpretazione focalizzata + sulla norma dell’’inin--groupgroupbiasbias che sulla norma dellche sulla norma dell’’equitequitàà, mancanza di validit, mancanza di validitàà esterna ed ecologica del esterna ed ecologica del paradigma, specificitparadigma, specificitàà delldell’’interesse economico, ecc.)interesse economico, ecc.)

•• Per esempio, quando si tratta di ricevere ricompense emerge un mPer esempio, quando si tratta di ricevere ricompense emerge un maggiore aggiore favoritismo favoritismo inin--groupgroup rispetto a quando si tratta di rispetto a quando si tratta di sottrarresottrarre denaro o denaro o dare uno dare uno stimolo stimolo ““negativonegativo”” allall’’inin--groupgroup o allo all’’outout--groupgroup: in quest: in quest’’ultimo caso il ultimo caso il favoritismofavoritismoinin--groupgroup ha livelli ha livelli inferioriinferiori ((HewstoneHewstone etet al., 1981)al., 1981)

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XXIXXI

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•• Secondo Rabbie Secondo Rabbie etet al. (1989) anche i risultati dei al. (1989) anche i risultati dei ““gruppi minimigruppi minimi”” possono possono essere spiegati alla luce di una essere spiegati alla luce di una percezione di interdipendenza del destinopercezione di interdipendenza del destino, , basata sulla basata sulla credenza che i membri di ciascun gruppo tenderanno a favorirsi credenza che i membri di ciascun gruppo tenderanno a favorirsi tra lorotra loro..

•• Dunque, secondo questa interpretazione, avallata da alcuni studiDunque, secondo questa interpretazione, avallata da alcuni studi, il favoritismo , il favoritismo inin--groupgroup èè da attribuire alla da attribuire alla salvaguardia di un interesse personale salvaguardia di un interesse personale (massimizzazione del proprio utile): se la (massimizzazione del proprio utile): se la fontefonte di ricompensa (o nondi ricompensa (o non--ricompensa) ricompensa) èè ll’’outout--groupgroup (= interdipendenza con i membri dell(= interdipendenza con i membri dell’’outout--groupgroup), ), allora allora diminuisce il favoritismo diminuisce il favoritismo inin--groupgroup e in alcuni casi si ha e in alcuni casi si ha favoritismo verso favoritismo verso ll’’outout--groupgroup (Rabbie (Rabbie etet al., 1989)al., 1989)

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XXIIXXII

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•• Ad ogni modo, altre ricerche (Ad ogni modo, altre ricerche (GagnonGagnon e e BourhisBourhis, 1996) mostrano che anche , 1996) mostrano che anche quando non cquando non c’è’è alcuna condizione di interdipendenza possibile (ad es.: alcuna condizione di interdipendenza possibile (ad es.: soggetti ricompensati a prescindere dalle scelte degli altri memsoggetti ricompensati a prescindere dalle scelte degli altri membri bri inin--groupgroup e e outout--groupgroup) esiste qualche forma di ) esiste qualche forma di favoritismo favoritismo inin--groupgroup (e quindi di (e quindi di discriminazione interdiscriminazione inter--gruppigruppi))

•• Dunque, la Dunque, la percezione di interdipendenza sembra incrementare la percezione di interdipendenza sembra incrementare la discriminazione interdiscriminazione inter--gruppigruppi, ma , ma nonnon sembra sembra necessarianecessaria per provocare questo per provocare questo tipo di rispostatipo di risposta

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XXIIIXXIII

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•• Un altro aspetto focale della categorizzazione sociale Un altro aspetto focale della categorizzazione sociale èè la la percezione di percezione di omogeneitomogeneitàà delldell’’outout--groupgroup: i membri dell: i membri dell’’outout--groupgroup tendono ad essere percepiti tendono ad essere percepiti in modo piin modo piùù omogeneo rispetto ai membri dellomogeneo rispetto ai membri dell’’inin--groupgroup..

•• Una prima ipotesi Una prima ipotesi èè che questo effetto percettivo nasca dalla che questo effetto percettivo nasca dalla differenza di differenza di quantitquantitàà di informazioni di informazioni che ha lche ha l’’osservatore rispetto ai due (o piosservatore rispetto ai due (o piùù) gruppi ) gruppi ((LinvilleLinville etet al., 1989).al., 1989).

•• Una seconda ipotesi sostiene lUna seconda ipotesi sostiene l’’importanza della natura della categoria: importanza della natura della categoria: ll’’inin--groupgroup èè percepito come pipercepito come piùù variabile variabile e articolato perche articolato perchéé, come concetto, , come concetto, èè pipiùùimportante e importante e ““concretoconcreto”” in quanto contiene il sin quanto contiene il séé

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XXIVXXIV

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•• La prima ipotesi non ha avuto supporto dai dati empirici. InoltrLa prima ipotesi non ha avuto supporto dai dati empirici. Inoltre, anche usando e, anche usando il paradigma dei il paradigma dei gruppi minimi gruppi minimi di di TajfelTajfel (in cui praticamente non si hanno (in cui praticamente non si hanno informazioni sui gruppi) si può osservare linformazioni sui gruppi) si può osservare l’’effetto di percezione di effetto di percezione di omogeneitomogeneitààdelldell’’outout--groupgroup..

•• EE’’ da sottolineare, comunque, che lda sottolineare, comunque, che l’’outout--groupgroup non non èè necessariamente sempre necessariamente sempre percepito come eterogeneo. Uno dei fattori pipercepito come eterogeneo. Uno dei fattori piùù importanti che influisce sulla importanti che influisce sulla percezione di omogeneitpercezione di omogeneitàà èè la dimensione relativa del gruppola dimensione relativa del gruppo (Simon e (Simon e BrownBrown, , 1987). 1987).

•• EE’’ stato dimostrato, infatti, che quando lstato dimostrato, infatti, che quando l’’inin--groupgroup èè minoritariominoritario, possa avvertire , possa avvertire il bisogno di il bisogno di difendere la propria identitdifendere la propria identitàà dal gruppo di maggioranzadal gruppo di maggioranza: questo : questo capovolge la situazione precedentemente descritta. capovolge la situazione precedentemente descritta.

La categorizzazione sociale La categorizzazione sociale -- XXVXXV

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- II

•• Come si può definire il Come si può definire il pregiudiziopregiudizio??

...il mantenimento o l...il mantenimento o l’’espressione di espressione di atteggiamenti dispregiativiatteggiamenti dispregiativi, emozioni , emozioni negative o condotte negative o condotte discriminatoriediscriminatorie nei confronti di membri di un nei confronti di membri di un gruppo gruppo esternoesterno; tali fenomeni sono motivati dall; tali fenomeni sono motivati dall’’appartenenza di questi membri al appartenenza di questi membri al gruppo esterno (gruppo esterno (BrownBrown, 1995)., 1995).

•• Teoria della frustrazioneTeoria della frustrazione--aggressivitaggressivitàà ((DollardDollard etet al., 1939): la presenza di un al., 1939): la presenza di un comportamento aggressivo presuppone sempre lcomportamento aggressivo presuppone sempre l’’esistenza di esistenza di frustrazionefrustrazione, , coscosìì come lcome l’’esistenza di frustrazione porta sempre a un comportamento esistenza di frustrazione porta sempre a un comportamento aggressivo aggressivo

•• Dato che spesso lDato che spesso l’’aggressivitaggressivitàà non può essere rivolta alla vera fonte della non può essere rivolta alla vera fonte della frustrazione, allora viene frustrazione, allora viene ““spostataspostata”” su unsu un’’altroaltro obiettivoobiettivo (ad esempio: un (ad esempio: un gruppo di minoranzagruppo di minoranza).).

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- IIII

•• Esempi Esempi ““storicistorici”” (1): (1): DollardDollard etet al., 1939al., 1939

frustrazioni causate dal crollo dellfrustrazioni causate dal crollo dell’’economia tedescaeconomia tedesca

popolaritpopolaritàà delle idee antisemite di Hitlerdelle idee antisemite di Hitler

•• Esempi Esempi ““storicistorici”” (2): (2): HovlandHovland e Sears, 1940e Sears, 1940

fase di recessione economica (= alto prezzo del cotone)fase di recessione economica (= alto prezzo del cotone)

numero di neri linciatinumero di neri linciati

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- IIIIII

•• Esperimento in un campo estivo per giovani di Miller e Esperimento in un campo estivo per giovani di Miller e BugelskiBugelski (1948):(1948): la la frustrazionefrustrazione per i vincoli posti dai responsabili del campo viene per i vincoli posti dai responsabili del campo viene ““sfogatasfogata”” verso verso due due gruppi minoritarigruppi minoritari (= aumento atteggiamenti negativi), mentre un gruppo di (= aumento atteggiamenti negativi), mentre un gruppo di controllo (che non sperimenta la frustrazione) non mostra tale acontrollo (che non sperimenta la frustrazione) non mostra tale aumento. umento.

•• Punti di debolezza Punti di debolezza della teoria della frustrazionedella teoria della frustrazione--aggressivitaggressivitàà: :

-- quale gruppo (o individuo) sarquale gruppo (o individuo) saràà scelto come capro espiatorio?scelto come capro espiatorio?

-- la frustrazione non la frustrazione non èè nnéé necessaria nnecessaria néé sufficiente a provocare lsufficiente a provocare l’’aggressivitaggressivitàà((BerkowitzBerkowitz, 1962; , 1962; BanduraBandura, 1973), 1973)

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- IVIV

•• Teoria della frustrazioneTeoria della frustrazione--aggressivitaggressivitàà rivisitata da rivisitata da BerkowitzBerkowitz (1962; 1989):(1962; 1989):

-- il il gruppogruppo (o individuo) scelto come capro espiatorio (o individuo) scelto come capro espiatorio èè stato stato gigiàà in passato in passato fonte di conflittofonte di conflitto o antipatiao antipatia

-- la la frustrazionefrustrazione non non èè causata semplicemente dallcausata semplicemente dall’’interferenza interferenza ““oggettivaoggettiva”” con con una risposta diretta allo scopo, ma anche da un una risposta diretta allo scopo, ma anche da un ostacolo alla soddisfazione ostacolo alla soddisfazione delle aspettative delle aspettative degli individuidegli individui

-- la la frustrazionefrustrazione èè solo una delle possibili esperienze spiacevoli che provocano solo una delle possibili esperienze spiacevoli che provocano aggressivitaggressivitàà negli individui: anche altri negli individui: anche altri ““eventi avversieventi avversi”” (es.: percezione di (es.: percezione di doloredolore, calore, freddo) possono favorire l, calore, freddo) possono favorire l’’aggressivitaggressivitàà (es.: le rivolte popolari (es.: le rivolte popolari sono + probabili con alti livelli di sono + probabili con alti livelli di calorecalore e umidite umiditàà))

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- VV

•• LimitiLimiti delldell’’approccio approccio ““frustrazionefrustrazione--aggressivitaggressività”à”::

-- èè un un approccio individualisticoapproccio individualistico in quanto...in quanto...

* presuppone che un* presuppone che un’’esplosione di esplosione di scontentoscontento accade in accade in quanto i quanto i membri di una membri di una follafolla sperimentino nello stesso sperimentino nello stesso istante uno istante uno stato emotivo stato emotivo negativonegativo che viene poi che viene poi ““scaricatoscaricato”” da tutti verso lo da tutti verso lo stesso bersagliostesso bersaglio

* il * il pregiudiziopregiudizio èè visto come un fenomeno visto come un fenomeno irrazionaleirrazionale dovuto dovuto allall’’aggregazione di stati emotivi individuali, aggregazione di stati emotivi individuali, dunque non ci sarebbe una dunque non ci sarebbe una premeditazione verso uno premeditazione verso uno specifico gruppo esternospecifico gruppo esterno

-- non non èè in grado di spiegare i in grado di spiegare i comportamenti positivicomportamenti positivi (amicizia e cooperazione) (amicizia e cooperazione) tra i gruppitra i gruppi, in quanto , in quanto ll’’assenzaassenza di frustrazione implica solo ldi frustrazione implica solo l’’assenza di assenza di aggressivitaggressivitàà, non l, non l’’eventuale spinta a eventuale spinta a collaborarecollaborare

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- VIVI

•• Teoria della Teoria della ““deprivazione relativadeprivazione relativa”” ((RuncimanRunciman, 1966):, 1966):

-- le persone manifestano scontento quando percepiscono una le persone manifestano scontento quando percepiscono una discrepanzadiscrepanza tra tra quanto quanto hannohanno e quanto ritengono di e quanto ritengono di dover averedover avere (scarto tra (scarto tra aspettative e aspettative e risultatirisultati: + : + èè alta, + alta, + èè la probabilitla probabilitàà di scontento)di scontento)

•• RuncimanRunciman (1966) distingue tra:(1966) distingue tra:

-- deprivazione deprivazione ““egoisticaegoistica”” (insoddisfazione rispetto ad (insoddisfazione rispetto ad aspettative personaliaspettative personali) )

-- deprivazione deprivazione ““collettivacollettiva”” (insoddisfazione rispetto alla deprivazione del (insoddisfazione rispetto alla deprivazione del proprio proprio gruppogruppo rispetto a uno standard desiderato)rispetto a uno standard desiderato)

•• Misurazione della deprivazione relativa: differenza di punteggioMisurazione della deprivazione relativa: differenza di punteggio tra tra soddisfazionesoddisfazione verso la propria verso la propria vita realevita reale e e aspettativaaspettativa verso la verso la vita vita ““idealeideale””((CantrilCantril, 1965), 1965)

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- VIIVII

•• Le ricerche di Le ricerche di GurrGurr, 1970 (correlazione tra deprivazione relativa e , 1970 (correlazione tra deprivazione relativa e tumulti in varie nazionitumulti in varie nazioni) e di Crawford e ) e di Crawford e NaditchNaditch, 1970 (correlazione tra , 1970 (correlazione tra deprivazione relativa e deprivazione relativa e atteggiamenti verso Potere Neroatteggiamenti verso Potere Nero e le e le sommosse dei neri a Detroit) forniscono evidenze empiriche a favsommosse dei neri a Detroit) forniscono evidenze empiriche a favore ore di questa teoria.di questa teoria.

•• Cosa determina le aspettative degli individui?Cosa determina le aspettative degli individui?

Un fattore importante Un fattore importante èè ll’’esperienza passataesperienza passata

•• Secondo Secondo DaviesDavies (1969) (1969) èè pipiùù probabile che le probabile che le rivolterivolte avvengano non avvengano non dopo una deprivazione prolungata, ma dopo un periodo di dopo una deprivazione prolungata, ma dopo un periodo di prosperitprosperitààrelativarelativa (= (= aumento di aspettativeaumento di aspettative verso il futuro) che ha ricevuto un verso il futuro) che ha ricevuto un brusco frenobrusco freno

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- VIIIVIII

•• DaviesDavies sostiene infatti che le + famose sostiene infatti che le + famose rivolte rivolte ““storichestoriche”” (rivoluzioni francese e (rivoluzioni francese e russa, guerra civile americana, avvento del nazismo in Germania)russa, guerra civile americana, avvento del nazismo in Germania) sono state sono state precedute da precedute da 2020--30 anni di prosperit30 anni di prosperitàà, prima di un , prima di un brusco arrestobrusco arresto sociosocio--economico.economico.

•• La tesi di La tesi di DaviesDavies èè stata confermata solo in partestata confermata solo in parte

•• Un altro fattore ipotizzato come antecedente lUn altro fattore ipotizzato come antecedente l’’aspettativa aspettativa èè il il contatto con altri contatto con altri gruppigruppi

•• Alcuni studi mostrano che il Alcuni studi mostrano che il pregiudizio interpregiudizio inter--gruppigruppi èè legato alla legato alla deprivazione deprivazione ““collettivacollettiva””, non a quella egoistica, non a quella egoistica””(es.: sostegno dei neri a Potere Nero, sostegno dei francofoni a(es.: sostegno dei neri a Potere Nero, sostegno dei francofoni agli gli indipendentisti del Quindipendentisti del Quéébec)bec)

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- IXIX

•• PiPiùù recentemente sono stati portati almeno recentemente sono stati portati almeno 4 ulteriori elementi in grado di 4 ulteriori elementi in grado di migliorare il modello di predizione dello scontento sociale sullmigliorare il modello di predizione dello scontento sociale sulla base della a base della deprivazione relativadeprivazione relativa

1.1. il ruolo dellil ruolo dell’’identificazione di gruppoidentificazione di gruppo: una forte identificazione dei membri : una forte identificazione dei membri sembra sembra favorirefavorire la la percezionepercezione di di deprivazione deprivazione ““collettivacollettiva”” che porta allche porta all’’azione di azione di gruppogruppo

2.2. la credenza dei membri che la protesta di gruppo possa la credenza dei membri che la protesta di gruppo possa favorire il favorire il cambiamento socialecambiamento sociale

3.3. la natura dellla natura dell’’ingiustizia che provoca la percezione di deprivazione relativa: ingiustizia che provoca la percezione di deprivazione relativa: la la percezione di percezione di unun’’ingiustizia ingiustizia ““distributivadistributiva”” ((inequitinequitàà di distribuzione) sembra di distribuzione) sembra --potente nel provocare deprivazione relativa rispetto a potente nel provocare deprivazione relativa rispetto a unun’’ingiustizia ingiustizia ““proceduraleprocedurale”” ((inequitinequitàà di metodo)di metodo)

4.4. il il termine di confrontotermine di confronto scelto (ossia il gruppo oggetto di paragone)scelto (ossia il gruppo oggetto di paragone)

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XIXI

•• DallDall’’analisi delle analisi delle cause psicocause psico--socialisociali dello scontento sociale in termini di dello scontento sociale in termini di deprivazione allo studio del deprivazione allo studio del conflittoconflitto tra interessi tra interessi gruppaligruppali: la : la teoria del conflitto teoria del conflitto realistico di realistico di SherifSherif (1967)(1967)

•• Gli atteggiamenti e il comportamento interGli atteggiamenti e il comportamento inter--gruppi tenderanno a riflettere gli gruppi tenderanno a riflettere gli interessi oggettiviinteressi oggettivi di ciascun gruppo nel di ciascun gruppo nel confrontoconfronto con gli altri gruppi: se tali con gli altri gruppi: se tali interessi interessi gruppaligruppali sono in sono in conflittoconflitto, aumenta , aumenta la competitivitla competitivitàà (e l(e l’’ostilitostilitàà) ) interinter--gruppigruppi, se invece gli interessi coincidono, aumenta lo sforzo collabor, se invece gli interessi coincidono, aumenta lo sforzo collaborativo ativo ((SherifSherif, 1967), 1967)

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•• In quali condizioni si genera animositIn quali condizioni si genera animositàà fra i gruppi?fra i gruppi?ÈÈ necessario considerare le necessario considerare le conseguenzeconseguenze delldell’’appartenenzaappartenenza di gruppo di gruppo sugli sugli individuiindividui ((SherifSherif etet al., 1961)al., 1961)

•• Le ricerche dei Le ricerche dei ““campi estivicampi estivi”” ((SherifSherif e e SherifSherif, 1953; , 1953; SherifSherif etet al., 1955; 1961)al., 1955; 1961)

PartecipantiPartecipanti:: adolescentiadolescenti americani, non consapevoli di partecipare ad una americani, non consapevoli di partecipare ad una ricerca, che trascorrevano due settimane in un ricerca, che trascorrevano due settimane in un campo estivocampo estivo diretto da diretto da SherifSherife collaboratorie collaboratori

ProceduraProcedura:: introduzione di introduzione di diverse fasidiverse fasi, nel corso delle quali i ricercatori , nel corso delle quali i ricercatori concentravano lconcentravano l’’attenzione su aspetti diversi del gruppo e del attenzione su aspetti diversi del gruppo e del comportamento comportamento intergruppiintergruppi

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XIIXII

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-- Fase IFase I: le attivit: le attivitàà riguardavano riguardavano tutti i partecipantitutti i partecipanti

-- Fase IIFase II: dopo una settimana, : dopo una settimana, divisione in due gruppi distintidivisione in due gruppi distinti, , Rossi Rossi e e Blu, apparentemente al , apparentemente al fine di organizzare le attivitfine di organizzare le attivitàà del campodel campo

** Separazione degli amici piSeparazione degli amici piùù stretti. Fine delle attivitstretti. Fine delle attivitàà comunicomuni

* * Evoluzione delle abitudini e delle gerarchie Evoluzione delle abitudini e delle gerarchie intraintra--gruppigruppi

-- Fase IIIFase III: introduzione di : introduzione di competizione fra i due gruppicompetizione fra i due gruppi

** Rapido Rapido deterioramento delle relazioni interdeterioramento delle relazioni inter--gruppigruppi, caratterizzate , caratterizzate da da ostilitostilitàà e e formazione di formazione di stereotipi negativistereotipi negativi delldell’’altro gruppoaltro gruppo

** Forte Forte coesione allcoesione all’’internointerno di ciascun gruppodi ciascun gruppo

** Le tensioni interLe tensioni inter--gruppi non cessavano nemmeno gruppi non cessavano nemmeno al termine delle al termine delle situazioni situazioni competitivecompetitive

-- Fase IVFase IV: introduzione di uno : introduzione di uno scopo sovraordinatoscopo sovraordinato per i due gruppiper i due gruppi

** Diminuzione dellDiminuzione dell’’ostilitostilitàà e della tensione fra i gruppie della tensione fra i gruppi

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XIIIXIII

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•• Cosa ci dicono le ricerche dei Cosa ci dicono le ricerche dei ““campi estivicampi estivi””? ?

–– i risultati sono interpretabili sulla base di i risultati sono interpretabili sulla base di dinamiche interdinamiche inter--gruppigruppi e e non di dinamiche internon di dinamiche inter--personali o personali o intraintra--personalipersonali

–– il il conflitto di interessiconflitto di interessi, anche rappresentato da giochi competitivi, , anche rappresentato da giochi competitivi, èèallall’’origine del origine del conflitto interconflitto inter--gruppigruppi

–– il il gruppo premiatogruppo premiato mostra maggiore favoritismo per il proprio mostra maggiore favoritismo per il proprio gruppo (gruppo (““inin--groupgroup biasbias””) e ) e discredito delldiscredito dell’’outout--groupgroup rispetto al rispetto al gruppo non premiato, contraddicendo la teoria della frustrazionegruppo non premiato, contraddicendo la teoria della frustrazione--aggressivitaggressivitàà

–– scopi scopi sovraordinatisovraordinati conducono a conducono a cooperazionecooperazione fra gruppifra gruppi

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XIVXIV

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•• I risultati delle ricerche dei I risultati delle ricerche dei ““campi estivicampi estivi”” (in particolare il fenomeno dell(in particolare il fenomeno dell’’inin--groupgroup biasbias) hanno ) hanno ricevuto confermaricevuto conferma anche da altri studi sperimentalianche da altri studi sperimentali

•• Studio di Studio di BlackBlack e e MoutonMouton (1962):(1962): 24 coppie di gruppi (48 gruppi) che 24 coppie di gruppi (48 gruppi) che competono per la risoluzione di un problema organizzativo.competono per la risoluzione di un problema organizzativo. RisultatiRisultati: 46 gruppi : 46 gruppi valutano meglio la soluzione del proprio gruppo, 2 danno un giudvalutano meglio la soluzione del proprio gruppo, 2 danno un giudizio di paritizio di paritàà, , nessun gruppo valuta la soluzione dellnessun gruppo valuta la soluzione dell’’altro gruppo come migliorealtro gruppo come migliore

•• Indagine etnografica di Indagine etnografica di BrewerBrewer e Campbell (1976) su 30 gruppi tribali delle Campbell (1976) su 30 gruppi tribali dell’’Africa Africa orientaleorientale: la valutazione dell: la valutazione dell’’inin--groupgroup e di vari e di vari outout--groupgroup sulla base di diversi sulla base di diversi indici mostra indici mostra unun’’inin--groupgroup biasbias + + accentuatoaccentuato nel confronto con i gruppi + nel confronto con i gruppi + vicinivicini(forse per una maggiore competizione su (forse per una maggiore competizione su risorse comunirisorse comuni, es. film , es. film Niente da Niente da dichiararedichiarare))

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XVXV

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•• La faziositLa faziositàà in direzione del proprio in direzione del proprio inin--groupgroup (e i suoi (e i suoi ““prodottiprodotti””) rispetto all) rispetto all’’outout--groupgroup, in caso di competizione o conflitto di interessi, , in caso di competizione o conflitto di interessi, èè facilmente riscontrabile facilmente riscontrabile anche negli anche negli eventi socioeventi socio--politici storicipolitici storici e di attualite di attualitàà

•• Secondo Secondo SherifSherif (1967), in linea con i risultati delle sue ricerche, la (1967), in linea con i risultati delle sue ricerche, la riduzione del riduzione del conflittoconflitto e le l’’induzione di induzione di sforzi cooperativisforzi cooperativi èè possibile solo con la presenza di possibile solo con la presenza di scopi scopi sovraordinatisovraordinati, cio, cioèè scopi desiderati da entrambi i gruppi il cui scopi desiderati da entrambi i gruppi il cui raggiungimentoraggiungimento non non èè possibile con il solo impegno del proprio gruppopossibile con il solo impegno del proprio gruppo

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XVIXVI

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•• Alcuni studi (Alcuni studi (RyenRyen e Kahn, 1975; Turner, 1981; e Kahn, 1975; Turner, 1981; BrownBrown e Adams, 1986) e Adams, 1986) mostrano che, dopo che i gruppi hanno vissuto mostrano che, dopo che i gruppi hanno vissuto situazioni cooperativesituazioni cooperative, , diminuisce il favoritismodiminuisce il favoritismo per lper l’’inin--groupgroup, pur , pur senza scompariresenza scomparire del tuttodel tutto

•• Altri studi hanno individuato dei Altri studi hanno individuato dei limitilimiti nella strategia degli nella strategia degli scopi scopi sovraordinatisovraordinati

•• Ad es., un punto importante sembra essere Ad es., un punto importante sembra essere ll’’esitoesito degli sforzi cooperatividegli sforzi cooperativi

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XVIIXVII

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•• Esperimento di Esperimento di WorchelWorchel etet al. (1977): coppie di gruppi lavorano insieme su un al. (1977): coppie di gruppi lavorano insieme su un compito con esiti positivi oppure negativicompito con esiti positivi oppure negativi

-- I fase I fase prepre--provaprova: alcuni gruppi lavorano in : alcuni gruppi lavorano in competizionecompetizione, altri in , altri in cooperazionecooperazione, altri ancora in , altri ancora in indipendenzaindipendenza

Risultati della rilevazione Risultati della rilevazione prepre--: :

* atteggiamenti verso l* atteggiamenti verso l’’outout--groupgroup + + negativinegativi nei gruppi che hanno lavorato in nei gruppi che hanno lavorato in competizionecompetizione, , -- negativinegativinei gruppi che hanno lavorato in nei gruppi che hanno lavorato in cooperazionecooperazione, , intermediintermedi negli altrinegli altri; viceversa per il favoritismo ; viceversa per il favoritismo verso lverso l’’inin--groupgroup

* * maggior coesionemaggior coesione nei gruppi che hanno lavorato in nei gruppi che hanno lavorato in competizionecompetizione

-- II fase prova: II fase prova: esiti esiti positivipositivi o o negativinegativi

Risultati della rilevazione postRisultati della rilevazione post--: :

* a prescindere dall* a prescindere dall’’esito, esito, stabilitstabilitàà del favoritismo del favoritismo inin--groupgroup e miglioramento delle miglioramento dell’’atteggiamento verso atteggiamento verso ll’’outout--groupgroup in in tutti i gruppitutti i gruppi, , eccettoeccetto quelli che avevano avuto quelli che avevano avuto esito negativoesito negativo nella prova e nella I fase nella prova e nella I fase avevano lavorato in avevano lavorato in competizionecompetizione

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XVIIIXVIII

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•• Altri studi suggeriscono che gli Altri studi suggeriscono che gli scopi scopi sovraordinatisovraordinati sono efficaci nel promuovere sono efficaci nel promuovere atteggiamenti positivi verso latteggiamenti positivi verso l’’outout--groupgroup soprattutto se ciascun gruppo soprattutto se ciascun gruppo mantienemantieneparte della sua parte della sua identitidentitàà di gruppodi gruppo nellnell’’attivitattivitàà congiunta (ad es., in termini di congiunta (ad es., in termini di distinguibilitdistinguibilitàà del contributodel contributo del proprio gruppo) del proprio gruppo)

•• Limiti della teoria del conflitto realistico Limiti della teoria del conflitto realistico nello spiegare le relazioni internello spiegare le relazioni inter--gruppi:gruppi:

-- il favoritismo per lil favoritismo per l’’inin--groupgroup e gli atteggiamenti negativi verso le gli atteggiamenti negativi verso l’’outout--groupgroup non non scompaionoscompaiono con la cooperazionecon la cooperazione

-- nonnon sempre sempre èè necessarionecessario un un conflitto esplicitoconflitto esplicito di interessi per produrre di interessi per produrre favoritismo per lfavoritismo per l’’inin--groupgroup e atteggiamenti negativi verso le atteggiamenti negativi verso l’’outout--groupgroup

-- il focus il focus èè solo sui conflitti solo sui conflitti ““realireali””, mentre non , mentre non èè contemplata lcontemplata l’’importanza del importanza del conflitto percepitoconflitto percepito (importanza delle (importanza delle credenze del gruppocredenze del gruppo) o della competizione ) o della competizione rispetto a rispetto a beni intangibilibeni intangibili (ad es. il (ad es. il prestigio socialeprestigio sociale))

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XIXXIX

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•• Come si può definire il concetto di Come si può definire il concetto di stereotipostereotipo??

In linea generale, possiamo affermare che uno stereotipo In linea generale, possiamo affermare che uno stereotipo èè dato dalle dato dalle inferenzeinferenze, dalle , dalle immagini mentaliimmagini mentali che abbiamo quando che abbiamo quando richiamiamorichiamiamo una certa una certa categoriacategoria. .

•• Nel processo di categorizzazione con cui ordiniamo e semplifichiNel processo di categorizzazione con cui ordiniamo e semplifichiamo la realtamo la realtàà, , le persone vengono inserite in categorie; il le persone vengono inserite in categorie; il contenutocontenuto di queste di queste categoriecategorie èècostituito, appunto, dagli costituito, appunto, dagli stereotipistereotipi..

Gli stereotipi Gli stereotipi -- II

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•• TajfelTajfel (1981): gli stereotipi costituiscono (1981): gli stereotipi costituiscono prodottiprodotti peculiari del peculiari del processo processo cognitivo di categorizzazionecognitivo di categorizzazione. .

•• Gli Gli stereotipi socialistereotipi sociali hanno le seguenti hanno le seguenti caratteristichecaratteristiche::

–– vengono vengono condivisicondivisi da molte persone allda molte persone all’’interno di gruppi o interno di gruppi o istituzioni socialiistituzioni sociali

–– costituiscono costituiscono immagini semplificateimmagini semplificate al massimo di una categoria al massimo di una categoria sociale, unsociale, un’’istituzione o un eventoistituzione o un evento

–– consentono la consentono la spiegazione di eventi complessispiegazione di eventi complessi, la , la giustificazionegiustificazione di di azioniazioni progettate o commesse verso altri gruppi; permettono la progettate o commesse verso altri gruppi; permettono la differenziazione positivadifferenziazione positiva del proprio gruppo rispetto agli altri gruppidel proprio gruppo rispetto agli altri gruppi

Gli stereotipi Gli stereotipi -- IIII

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Distinzione concettuale fra stereotipo e pregiudizioDistinzione concettuale fra stereotipo e pregiudizio

–– stereotipo sociale =stereotipo sociale = immagine semplificata di una categoria immagine semplificata di una categoria di persone o un evento, condivisa nei tratti essenziali da di persone o un evento, condivisa nei tratti essenziali da molte persone; molte persone; si accompagnasi accompagna in genere al in genere al pregiudiziopregiudizio

–– pregiudizio =pregiudizio = giudizio o opinione giudizio o opinione a prioria priori, in genere con , in genere con connotazione connotazione negativanegativa, verso persone, gruppi o altri oggetti , verso persone, gruppi o altri oggetti sociali salientisociali salienti

Gli stereotipi Gli stereotipi -- IIIIII

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•• Secondo Secondo BrownBrown (2000) esistono (2000) esistono tre fattoritre fattori connessi agli aspetti sociali degli connessi agli aspetti sociali degli stereotipi che, quindi hanno a che fare con la relazione intergrstereotipi che, quindi hanno a che fare con la relazione intergruppi.uppi.

1.1. le credenze le credenze legittimantilegittimanti2.2. le le aspettativeaspettative3.3. le profezie che si le profezie che si autoavveranoautoavverano

Gli stereotipi come Gli stereotipi come ““ credenze legittimanticredenze legittimanti ””

•• Che Che funzionefunzione hanno gli stereotipi?hanno gli stereotipi?...servono per semplificare e ordinare la realt...servono per semplificare e ordinare la realtàà percepita. percepita.

•• In alcuni casi, sono la In alcuni casi, sono la ““giustificazione ideologicagiustificazione ideologica”” per alcuni eventi sociali.per alcuni eventi sociali.•• Gli stereotipi di gruppo, generalmente, sono Gli stereotipi di gruppo, generalmente, sono condivisicondivisi dai membri dello dai membri dello stesso stesso

gruppogruppo o della stessa societo della stessa societàà

Gli stereotipi Gli stereotipi -- IVIV

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•• Questo Questo èè evidente confrontando gli stereotipi di gruppi o societevidente confrontando gli stereotipi di gruppi o societàà. Se lo . Se lo stereotipo fosse individuale, sarebbe possibile osservare una sestereotipo fosse individuale, sarebbe possibile osservare una serie di rie di credenze credenze stereotipichestereotipiche che varia da persona a persona, mentre in realtche varia da persona a persona, mentre in realtàà la maggior la maggior parte di tali credenze parte di tali credenze (per es. stereotipi di genere o (per es. stereotipi di genere o ““etnicietnici””)) sono sono condivisi da condivisi da ampie maggioranzeampie maggioranze..

•• Gli stereotipi, inoltre, sono soggetti a Gli stereotipi, inoltre, sono soggetti a cambiamenticambiamenti quando si quando si modificano le modificano le relazioni intergruppirelazioni intergruppi (es., attribuzioni stereotipiche negative al nemico in caso (es., attribuzioni stereotipiche negative al nemico in caso di conflitto: percezione di conflitto: percezione ““occidentaleoccidentale”” degli arabi).degli arabi).

•• A volte sono A volte sono aspetti della realtaspetti della realtàà sociale ed economica a far sociale ed economica a far nascerenascere degli degli stereotipi; questi, benchstereotipi; questi, benchéé spesso spesso non verinon veri, vengono utilizzati per , vengono utilizzati per legittimarelegittimare il il mantenimento delle mantenimento delle disuguaglianzedisuguaglianze (es. percezione stereotipa negativa degli (es. percezione stereotipa negativa degli extracomunitari: extracomunitari: ““poco di buonopoco di buono””, , ““tolgono il lavoro ai localitolgono il lavoro ai locali””, , ““socialmente socialmente pericolosipericolosi””).).

Gli stereotipi Gli stereotipi -- VV

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•• Vari studi mostrano come, sulla base della Vari studi mostrano come, sulla base della sola appartenenza categorialesola appartenenza categoriale degli degli individui, vengono individui, vengono inferiteinferite e associate altre e associate altre caratteristichecaratteristiche che fanno parte che fanno parte delldell’’immagineimmagine stereotipastereotipa di quella categoria di quella categoria

Gli stereotipi come Gli stereotipi come ““ aspettativeaspettative ””

•• Gli stereotipi possono agire Gli stereotipi possono agire influenzando le aspettativeinfluenzando le aspettative e le valutazioni e le valutazioni delldell’’osservatore riguardo il gruppo, o di un suo membroosservatore riguardo il gruppo, o di un suo membro

•• Le valutazioni, in generale, vengono influenzate sia dalle Le valutazioni, in generale, vengono influenzate sia dalle informazioni generaliinformazioni generaliche si hanno su un individuo, sia dalle che si hanno su un individuo, sia dalle aspettativeaspettative create dallo create dallo stereotipostereotipo (ad (ad es. les. l’’appartenenza ad una o allappartenenza ad una o all’’altra classe sociale può influenzare la altra classe sociale può influenzare la valutazione valutazione accademicaaccademica).).

Gli stereotipi Gli stereotipi -- VIVI

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•• Ci sono casi in cui le persone non usano gli Ci sono casi in cui le persone non usano gli stereotipistereotipi senza riflettere, ma senza riflettere, ma piuttosto li utilizzano come piuttosto li utilizzano come ipotesiipotesi da da sottoporre a verificasottoporre a verifica, quindi possono , quindi possono essere confermate o smentite dalla realtessere confermate o smentite dalla realtàà dei fatti (dei fatti (DarleyDarley e e GrossGross, 1983)., 1983).

•• Questo, in veritQuesto, in veritàà, non accade molto spesso: la tendenza generale , non accade molto spesso: la tendenza generale èè quella di quella di considerare le informazioni che confermano le aspettativeconsiderare le informazioni che confermano le aspettative e a e a sottostimare le sottostimare le informazioni incongruenti con esseinformazioni incongruenti con esse..

•• Alcune ricerche (Hamilton e Rose, 1980) hanno dimostrato che gliAlcune ricerche (Hamilton e Rose, 1980) hanno dimostrato che gli stereotipi stereotipi influenzanoinfluenzano anche la anche la memoria del passatomemoria del passato (si ricordano maggiormente le (si ricordano maggiormente le associazioni piassociazioni piùù stereotipe)stereotipe)

Gli stereotipi Gli stereotipi -- VIIVII

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•• Ad es., uno studio di Hamilton e Rose (1980) mostra che il termiAd es., uno studio di Hamilton e Rose (1980) mostra che il termine ne ““attraenteattraente””èè + ricordato in associazione alla categoria + ricordato in associazione alla categoria ““hostesshostess”” piuttosto che alla piuttosto che alla categoria categoria ““venditorevenditore””..

•• Le aspettative verso i diversi gruppi fanno riferimento al Le aspettative verso i diversi gruppi fanno riferimento al sistema di valori sistema di valori delldell’’osservatoreosservatore: all: all’’inin--groupgroup sono di solito associati molti tratti positivi e pochi sono di solito associati molti tratti positivi e pochi tratti negativi, mentre la percezione delltratti negativi, mentre la percezione dell’’outout--groupgroup èè inversa (anche se inversa (anche se ll’’associazione di tratti associazione di tratti èè + debole)+ debole)

•• Le aspettative stereotipe possono talvolta operare in modo Le aspettative stereotipe possono talvolta operare in modo automaticoautomatico, al di , al di fuori della consapevolezza dellfuori della consapevolezza dell’’individuo (individuo (PerduePerdue etet al., 1990)al., 1990)

Gli stereotipi Gli stereotipi -- VIIIVIII

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Gli stereotipi come Gli stereotipi come ““ profezie che si profezie che si autoavveranoautoavverano ””

•• Il processo di Il processo di stereotipizzazionestereotipizzazione èè bidirezionalebidirezionale, nel senso che ogni soggetto , nel senso che ogni soggetto (o gruppo) ha un determinato (o gruppo) ha un determinato stereotipostereotipo nei confronti di un nei confronti di un ““oggettooggetto”” che che non non èèstaticostatico, ma , ma reattivoreattivo..

•• La La reazionereazione delldell’’oggetto, paradossalmente, oggetto, paradossalmente, rinforzarinforza lo stereotipo, creando la lo stereotipo, creando la situazione cosiddetta di situazione cosiddetta di ““profezia che si profezia che si autoavveraautoavvera””..

•• Se penso che una Se penso che una donnadonna non sia in grado di fare un determinato lavoro non sia in grado di fare un determinato lavoro prettamente maschile in quanto la categoria viene stereotipata cprettamente maschile in quanto la categoria viene stereotipata come ome ““troppo troppo emotivaemotiva””, molto probabilmente accadr, molto probabilmente accadràà che i membri di questa si possano che i membri di questa si possano irritareirritare. L. L’’irritazione irritazione èè percepita come dimostrazione di percepita come dimostrazione di emotivitemotivitàà...e lo ...e lo stereotipo viene chiaramente stereotipo viene chiaramente rinforzatorinforzato. .

Gli stereotipi Gli stereotipi -- IXIX

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•• Il processo, anche in questo caso, può essere Il processo, anche in questo caso, può essere automaticoautomatico. . Es. studio di Es. studio di BarghBarghsullsull’’attivazione subliminare dello stereotipo; studi sulle scuole: asattivazione subliminare dello stereotipo; studi sulle scuole: aspettative delle pettative delle insegnantiinsegnanti

•• In tutte le ricerche, di laboratorio o sul campo, colui che inneIn tutte le ricerche, di laboratorio o sul campo, colui che innesca la profezia che si sca la profezia che si autoavveraautoavvera èè sempre la sempre la persona che manifesta lo stereotipopersona che manifesta lo stereotipo (cio(cioèè èè questa che questa che provocaprovoca con uncon un’’azione azione il comportamento confermativoil comportamento confermativo della persona bersaglio). della persona bersaglio).

•• Può accadere anche che se le persone che sono oggetto di un pregPuò accadere anche che se le persone che sono oggetto di un pregiudizio ne iudizio ne sono sono consapevoliconsapevoli possano percepire quella che viene definita come possano percepire quella che viene definita come ““minaccia minaccia stereotipastereotipa”” innescandoinnescando la la profezia che si profezia che si autoavveraautoavvera ((SteeleSteele e e AronsonAronson, 1995). , 1995).

•• Praticamente, lo Praticamente, lo stereotipo viene interiorizzatostereotipo viene interiorizzato nella concezione che una persona nella concezione che una persona ha di sha di séé in quanto membro di quella categoria in quanto membro di quella categoria ((eses: prestazioni degli studenti neri ai : prestazioni degli studenti neri ai test accademici).test accademici).

Gli stereotipi Gli stereotipi -- XX

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- II

•• Come si può definire il Come si può definire il pregiudiziopregiudizio??

...il mantenimento o l...il mantenimento o l’’espressione di atteggiamenti dispregiativi, emozioni espressione di atteggiamenti dispregiativi, emozioni negative o condotte discriminatorie nei confronti di membri di unegative o condotte discriminatorie nei confronti di membri di un gruppo n gruppo esterno; tali fenomeni sono motivati dallesterno; tali fenomeni sono motivati dall’’appartenenza di questi membri al appartenenza di questi membri al gruppo esterno (gruppo esterno (BrownBrown, 1995)., 1995).

•• Teoria della frustrazioneTeoria della frustrazione--aggressivitaggressivitàà ((DollardDollard etet al., 1939): la presenza di un al., 1939): la presenza di un comportamento aggressivo presuppone sempre lcomportamento aggressivo presuppone sempre l’’esistenza di esistenza di frustrazionefrustrazione, , coscosìì come lcome l’’esistenza di frustrazione porta sempre a un comportamento esistenza di frustrazione porta sempre a un comportamento aggressivo aggressivo

•• Dato che spesso lDato che spesso l’’aggressivitaggressivitàà non può essere rivolta alla vera fonte della non può essere rivolta alla vera fonte della frustrazione, allora viene frustrazione, allora viene ““spostataspostata”” su unsu un’’altroaltro obiettivoobiettivo (ad esempio: un (ad esempio: un gruppo di minoranzagruppo di minoranza).).

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- IIII

•• Esempi Esempi ““storicistorici”” (1): (1): DollardDollard etet al., 1939al., 1939

frustrazioni causate dal crollo dellfrustrazioni causate dal crollo dell’’economia tedescaeconomia tedesca

popolaritpopolaritàà delle idee antisemite di Hitlerdelle idee antisemite di Hitler

•• Esempi Esempi ““storicistorici”” (2): (2): HovlandHovland e Sears, 1940e Sears, 1940

fase di recessione economica (= alto prezzo del cotone)fase di recessione economica (= alto prezzo del cotone)

numero di neri linciatinumero di neri linciati

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- IIIIII

•• Esperimento in un campo estivo per giovani di Miller e Esperimento in un campo estivo per giovani di Miller e BugelskiBugelski (1948):(1948): la la frustrazione per i vincoli posti dai responsabili del campo vienfrustrazione per i vincoli posti dai responsabili del campo viene e ““sfogatasfogata”” verso verso due gruppi minoritari (= aumento atteggiamenti negativi), mentredue gruppi minoritari (= aumento atteggiamenti negativi), mentre un gruppo di un gruppo di controllo (che non sperimenta la frustrazione) non mostra tale acontrollo (che non sperimenta la frustrazione) non mostra tale aumento. umento.

•• Punti di debolezza Punti di debolezza della teoria della frustrazionedella teoria della frustrazione--aggressivitaggressivitàà: :

-- quale gruppo (o individuo) sarquale gruppo (o individuo) saràà scelto come capro espiatorio?scelto come capro espiatorio?

-- la frustrazione non la frustrazione non èè nnéé necessaria nnecessaria néé sufficiente a provocare lsufficiente a provocare l’’aggressivitaggressivitàà((BerkowitzBerkowitz, 1962; , 1962; BanduraBandura, 1973), 1973)

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- IVIV

•• Teoria della frustrazioneTeoria della frustrazione--aggressivitaggressivitàà rivisitata da rivisitata da BerkowitzBerkowitz (1962; 1989):(1962; 1989):

-- il il gruppogruppo (o individuo) scelto come capro espiatorio (o individuo) scelto come capro espiatorio èè stato stato gigiàà in passato in passato fonte di conflittofonte di conflitto o antipatiao antipatia

-- la la frustrazionefrustrazione non non èè causata semplicemente dallcausata semplicemente dall’’interferenza interferenza ““oggettivaoggettiva”” con con una risposta diretta allo scopo, ma anche da un una risposta diretta allo scopo, ma anche da un ostacolo alla soddisfazione ostacolo alla soddisfazione delle aspettative degli individuidelle aspettative degli individui

-- la la frustrazionefrustrazione èè solo una delle possibili esperienze spiacevoli che provocano solo una delle possibili esperienze spiacevoli che provocano aggressivitaggressivitàà negli individui: anche altri negli individui: anche altri ““eventi avversieventi avversi”” (es.: percezione di (es.: percezione di dolore, calore, freddo) possono favorire ldolore, calore, freddo) possono favorire l’’aggressivitaggressivitàà (es.: le rivolte popolari (es.: le rivolte popolari sono + probabili con alti livelli di calore e umiditsono + probabili con alti livelli di calore e umiditàà))

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- VV

•• Limiti dellLimiti dell’’approccio approccio ““frustrazionefrustrazione--aggressivitaggressività”à”::

-- èè un un approccio individualisticoapproccio individualistico in quanto...in quanto...

* presuppone che un* presuppone che un’’esplosione di scontento accade in esplosione di scontento accade in quanto i quanto i membri di una folla sperimentino nello stesso membri di una folla sperimentino nello stesso istante uno stato emotivo istante uno stato emotivo negativo che viene poi negativo che viene poi ““scaricatoscaricato”” da tutti verso lo stesso bersaglioda tutti verso lo stesso bersaglio

* il pregiudizio * il pregiudizio èè visto come un fenomeno irrazionale visto come un fenomeno irrazionale dovuto dovuto allall’’aggregazione di stati emotivi individuali, aggregazione di stati emotivi individuali, dunque non ci sarebbe una dunque non ci sarebbe una premeditatazionepremeditatazione verso uno verso uno specifico gruppo esternospecifico gruppo esterno

-- non non èè in grado di spiegare i in grado di spiegare i comportamenti positivicomportamenti positivi (amicizia e cooperazione) (amicizia e cooperazione) tra i gruppi, in quanto ltra i gruppi, in quanto l’’assenza di frustrazione implica solo lassenza di frustrazione implica solo l’’assenza di assenza di aggressivitaggressivitàà, non l, non l’’eventuale spinta a collaborareeventuale spinta a collaborare

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- VIVI

•• Teoria della Teoria della ““deprivazione relativadeprivazione relativa”” ((RuncimanRunciman, 1966; , 1966; GurrGurr, 1970):, 1970):

-- le persone manifestano scontento quando percepiscono una discreple persone manifestano scontento quando percepiscono una discrepanza tra anza tra quanto hanno e quanto ritengono di dover avere (scarto tra aspetquanto hanno e quanto ritengono di dover avere (scarto tra aspettative e tative e risultati: + risultati: + èè alto, + alto, + èè la probabilitla probabilitàà di scontento)di scontento)

•• RuncimanRunciman (1966) distingue tra:(1966) distingue tra:

-- deprivazione deprivazione ““egoisticaegoistica”” (insoddisfazione rispetto ad aspettative personali) (insoddisfazione rispetto ad aspettative personali)

-- deprivazione deprivazione ““collettivacollettiva”” (insoddisfazione rispetto alla deprivazione del proprio (insoddisfazione rispetto alla deprivazione del proprio gruppo rispetto a uno standard desiderato)gruppo rispetto a uno standard desiderato)

•• Misurazione della deprivazione relativa: differenza di punteggioMisurazione della deprivazione relativa: differenza di punteggio tra tra soddisfazione verso la propria vita reale e aspettativa verso lasoddisfazione verso la propria vita reale e aspettativa verso la vita vita ““idealeideale””((CantrilCantril, 1965), 1965)

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- VIIVII

•• Le ricerche di Le ricerche di GurrGurr, 1970 (correlazione tra deprivazione relativa e tumulti in , 1970 (correlazione tra deprivazione relativa e tumulti in varie nazioni) e di Crawford e varie nazioni) e di Crawford e NaditchNaditch, 1970 (correlazione tra deprivazione , 1970 (correlazione tra deprivazione relativa e atteggiamenti verso Potere Nero e le sommosse dei nerrelativa e atteggiamenti verso Potere Nero e le sommosse dei neri a Detroit) i a Detroit) forniscono evidenze empiriche a favore di questa teoria.forniscono evidenze empiriche a favore di questa teoria.

•• Cosa determina le aspettative degli individui?Cosa determina le aspettative degli individui?

Un fattore importante Un fattore importante èè ll’’esperienza passataesperienza passata

•• Secondo Secondo DaviesDavies (1969) (1969) èè + probabile che le rivolte avvengano non dopo una + probabile che le rivolte avvengano non dopo una deprivazione prolungata, ma dopo un periodo di prosperitdeprivazione prolungata, ma dopo un periodo di prosperitàà relativa (= aumento relativa (= aumento di aspettative verso il futuro) che ha ricevuto un brusco freno di aspettative verso il futuro) che ha ricevuto un brusco freno

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- VIIIVIII

•• DaviesDavies sostiene infatti che le + famose rivolte sostiene infatti che le + famose rivolte ““storichestoriche”” (rivoluzioni francese e (rivoluzioni francese e russa, guerra civile americana, avvento del nazismo in Germania)russa, guerra civile americana, avvento del nazismo in Germania) sono state sono state precedute da 20precedute da 20--30 anni di prosperit30 anni di prosperitàà, prima di un brusco arresto socio, prima di un brusco arresto socio--economico.economico.

•• La tesi di La tesi di DaviesDavies èè stata confermata solo in partestata confermata solo in parte

•• Un altro fattore ipotizzato come antecedente lUn altro fattore ipotizzato come antecedente l’’aspettativa aspettativa èè il il contatto con altri contatto con altri gruppigruppi

•• Alcuni studi mostrano che il pregiudizio interAlcuni studi mostrano che il pregiudizio inter--gruppi gruppi èè legato alla deprivazione legato alla deprivazione ““collettivacollettiva””, non a quella egoistica, non a quella egoistica””(es.: sostegno dei neri a Potere Nero, sostegno dei francofoni a(es.: sostegno dei neri a Potere Nero, sostegno dei francofoni agli gli indipendentisti del Quindipendentisti del Quéébec)bec)

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- IXIX

•• Ma Ma èè la percezione di deprivazione la percezione di deprivazione ““collettivacollettiva”” che provoca il sostegno alla che provoca il sostegno alla ribellione oppure ribellione oppure èè la partecipazione ad azioni collettive che favorisce la la partecipazione ad azioni collettive che favorisce la percezione di deprivazione?percezione di deprivazione?

•• Alcune ricerche sembrano dimostrare che la direzione della relazAlcune ricerche sembrano dimostrare che la direzione della relazione ione èè quella quella propugnata dalla teoria della deprivazione relativapropugnata dalla teoria della deprivazione relativa

•• PiPiùù recentemente sono stati portati almeno recentemente sono stati portati almeno 4 ulteriori elementi in grado di 4 ulteriori elementi in grado di migliorare il modello di predizione dello scontento sociale sullmigliorare il modello di predizione dello scontento sociale sulla base della a base della deprivazione relativadeprivazione relativa

1.1. il ruolo dellil ruolo dell’’identificazione di gruppoidentificazione di gruppo: una forte identificazione dei membri : una forte identificazione dei membri sembra favorire la percezione di deprivazione sembra favorire la percezione di deprivazione ““collettivacollettiva”” che porta allche porta all’’azione di azione di gruppogruppo

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XX

2.2. la credenza dei membri che la protesta di gruppo possa favorire la credenza dei membri che la protesta di gruppo possa favorire il il cambiamento socialecambiamento sociale

3.3. la natura dellla natura dell’’ingiustizia che provoca la percezione di deprivazione relativa: ingiustizia che provoca la percezione di deprivazione relativa: la la percezione di unpercezione di un’’ingiustizia ingiustizia ““distributivadistributiva”” ((inequitinequitàà di distribuzione) sembra di distribuzione) sembra --potente nel provocare deprivazione relativa rispetto a unpotente nel provocare deprivazione relativa rispetto a un’’ingiustizia ingiustizia ““proceduraleprocedurale”” ((inequitinequitàà di metodo)di metodo)

4.4. il termine di confronto scelto (ossia il gruppo oggetto di paragil termine di confronto scelto (ossia il gruppo oggetto di paragone)one)

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Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XIXI

•• DallDall’’analisi delle cause psicoanalisi delle cause psico--sociali dello scontento sociale in termini di sociali dello scontento sociale in termini di deprivazione allo studio del conflitto tra interessi deprivazione allo studio del conflitto tra interessi gruppaligruppali: la : la teoria del conflitto teoria del conflitto realistico di realistico di SherifSherif (1967)(1967)

•• Gli atteggiamenti e il comportamento interGli atteggiamenti e il comportamento inter--gruppi tenderanno a riflettere gli gruppi tenderanno a riflettere gli interessi oggettivi di ciascun gruppo nel confronto con gli altrinteressi oggettivi di ciascun gruppo nel confronto con gli altri gruppi: se tali i gruppi: se tali interessi interessi gruppaligruppali sono in conflitto, aumenta la competitivitsono in conflitto, aumenta la competitivitàà (e l(e l’’ostilitostilitàà) inter) inter--gruppi, se invece gli interessi coincidono, aumenta lo sforzo cogruppi, se invece gli interessi coincidono, aumenta lo sforzo collaborativo llaborativo ((SherifSherif, 1967), 1967)

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•• In quali condizioni si genera animositIn quali condizioni si genera animositàà fra i gruppi?fra i gruppi?I fenomeni interI fenomeni inter--gruppi non possono essere spiegati invocando gruppi non possono essere spiegati invocando esclusivamente problemi di personalitesclusivamente problemi di personalitàà o frustrazioni individuali. o frustrazioni individuali. ÈÈ necessario necessario considerare le conseguenze dellconsiderare le conseguenze dell’’appartenenza di gruppo sugli individui (appartenenza di gruppo sugli individui (SherifSherifetet al., 1961)al., 1961)

•• Le ricerche dei Le ricerche dei ““campi estivicampi estivi”” ((SherifSherif e e SherifSherif, 1953; , 1953; SherifSherif etet al., 1955; 1961)al., 1955; 1961)

Partecipanti:Partecipanti: adolescenti americani, non consapevoli di partecipare ad una ricadolescenti americani, non consapevoli di partecipare ad una ricerca, che erca, che trascorrevano due settimane in un campo estivo diretto da trascorrevano due settimane in un campo estivo diretto da SherifSherif e collaboratorie collaboratori

Procedura:Procedura: introduzione di diverse fasi, nel corso delle quali i ricercatointroduzione di diverse fasi, nel corso delle quali i ricercatori concentravano ri concentravano ll’’attenzione su aspetti diversi del gruppo e del comportamento intattenzione su aspetti diversi del gruppo e del comportamento intergruppiergruppi

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XIIXII

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-- Fase IFase I: : le attivitle attivitàà riguardavano tutti i partecipantiriguardavano tutti i partecipanti

-- Fase IIFase II: dopo una settimana, : dopo una settimana, divisione in due gruppi distintidivisione in due gruppi distinti, , Rossi Rossi e e BluBlu, apparentemente al , apparentemente al fine di organizzare le attivitfine di organizzare le attivitàà del campodel campo

** Separazione degli amici piSeparazione degli amici piùù stretti. Fine delle attivitstretti. Fine delle attivitàà comunicomuni

* * Evoluzione delle abitudini e delle gerarchie Evoluzione delle abitudini e delle gerarchie intraintra--gruppigruppi

-- Fase IIIFase III: : introduzione di competizione fra i due gruppiintroduzione di competizione fra i due gruppi

** Rapido deterioramento delle relazioni interRapido deterioramento delle relazioni inter--gruppi, caratterizzate gruppi, caratterizzate da ostilitda ostilitàà e e formazione di stereotipi negativi dellformazione di stereotipi negativi dell’’altro gruppoaltro gruppo

** Forte coesione allForte coesione all’’interno di ciascun gruppointerno di ciascun gruppo

** Le tensioni interLe tensioni inter--gruppi non cessavano nemmeno al termine delle gruppi non cessavano nemmeno al termine delle situazioni situazioni competitivecompetitive

-- Fase IVFase IV: : introduzione di uno scopo sovraordinatointroduzione di uno scopo sovraordinato per i due gruppiper i due gruppi

** Diminuzione dellDiminuzione dell’’ostilitostilitàà e della tensione fra i gruppie della tensione fra i gruppi

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XIIIXIII

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•• Cosa ci dicono le ricerche dei Cosa ci dicono le ricerche dei ““campi estivicampi estivi””? ?

–– i risultati sono interpretabili sulla base di dinamiche interi risultati sono interpretabili sulla base di dinamiche inter--gruppi e gruppi e non di dinamiche internon di dinamiche inter--personali o personali o intraintra--personalipersonali

–– il conflitto di interessi, anche rappresentato da giochi competiil conflitto di interessi, anche rappresentato da giochi competitivi, tivi, èèallall’’origine del conflitto interorigine del conflitto inter--gruppigruppi

–– scopi competitivi conducono a conflitto interscopi competitivi conducono a conflitto inter--gruppigruppi

–– il gruppo premiato mostra maggiore favoritismo per il proprio il gruppo premiato mostra maggiore favoritismo per il proprio gruppo (gruppo (““inin--groupgroup biasbias””) e ) e discredito delldiscredito dell’’outout--groupgroup rispetto al rispetto al gruppo non premiato, contraddicendo la teoria della frustrazionegruppo non premiato, contraddicendo la teoria della frustrazione--aggressivitaggressivitàà

–– scopi scopi sovraordinatisovraordinati conducono a cooperazione fra gruppiconducono a cooperazione fra gruppi

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XIVXIV

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•• I risultati delle ricerche dei I risultati delle ricerche dei ““campi estivicampi estivi”” (in particolare il fenomeno dell(in particolare il fenomeno dell’’inin--groupgroup biasbias) hanno ricevuto conferma anche da altri studi sperimentali) hanno ricevuto conferma anche da altri studi sperimentali

•• Studio di Studio di BlackBlack e e MoutonMouton (1962):(1962): 24 coppie di gruppi che competono per la 24 coppie di gruppi che competono per la risoluzione di un problema organizzativo.risoluzione di un problema organizzativo. RisultatiRisultati: 46 gruppi valutano meglio la : 46 gruppi valutano meglio la soluzione del proprio gruppo, 2 danno un giudizio di paritsoluzione del proprio gruppo, 2 danno un giudizio di paritàà, nessun gruppo , nessun gruppo valuta la soluzione dellvaluta la soluzione dell’’altro gruppo come migliorealtro gruppo come migliore

•• Indagine etnografica di Indagine etnografica di BrewerBrewer e Campbell (1976) su 30 gruppi tribali delle Campbell (1976) su 30 gruppi tribali dell’’Africa Africa orientaleorientale: la valutazione dell: la valutazione dell’’inin--groupgroup e di vari e di vari outout--groupgroup sulla base di diversi sulla base di diversi indici mostra unindici mostra un’’inin--groupgroup biasbias + accentuato nel confronto con i gruppi + vicini + accentuato nel confronto con i gruppi + vicini (forse per una maggiore competizione su risorse comuni)(forse per una maggiore competizione su risorse comuni)

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XVXV

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•• La faziositLa faziositàà in direzione del proprio in direzione del proprio inin--groupgroup (e i suoi (e i suoi ““prodottiprodotti””) rispetto all) rispetto all’’outout--groupgroup, in caso di competizione o conflitto di interessi, , in caso di competizione o conflitto di interessi, èè facilmente riscontrabile facilmente riscontrabile anche negli eventi socioanche negli eventi socio--politici storici e di attualitpolitici storici e di attualitàà

•• Secondo Secondo SherifSherif (1967), in linea con i risultati delle sue ricerche, la riduzio(1967), in linea con i risultati delle sue ricerche, la riduzione del ne del conflitto e lconflitto e l’’induzione di sforzi cooperativi induzione di sforzi cooperativi èè possibile solo con la presenza di possibile solo con la presenza di scopi scopi sovraordinatisovraordinati, cio, cioèè scopi desiderati da entrambi i gruppi il cui scopi desiderati da entrambi i gruppi il cui raggiungimento non raggiungimento non èè possibile con il solo impegno del proprio gruppopossibile con il solo impegno del proprio gruppo

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XVIXVI

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•• Alcuni studi (Alcuni studi (RyenRyen e Kahn, 1975; Turner, 1981; e Kahn, 1975; Turner, 1981; BrownBrown e Adams, 1986) e Adams, 1986) mostrano che, dopo che i gruppi hanno vissuto situazioni cooperamostrano che, dopo che i gruppi hanno vissuto situazioni cooperative, tive, diminuisce il favoritismo per ldiminuisce il favoritismo per l’’inin--groupgroup, pur senza scomparire del tutto, pur senza scomparire del tutto

•• Altri studi hanno individuato dei limiti nella strategia degli sAltri studi hanno individuato dei limiti nella strategia degli scopi copi sovraordinatisovraordinati

•• Ad es., un punto importante sembra essere lAd es., un punto importante sembra essere l’’esito degli sforzi cooperativiesito degli sforzi cooperativi

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XVIIXVII

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•• Esperimento di Esperimento di WorchelWorchel etet al. (1977): coppie di gruppi lavorano insieme su un al. (1977): coppie di gruppi lavorano insieme su un compito con esiti positivi oppure negativicompito con esiti positivi oppure negativi

-- I fase I fase prepre--provaprova: alcuni gruppi lavorano in competizione, altri in cooperazione,: alcuni gruppi lavorano in competizione, altri in cooperazione, altri ancora in altri ancora in indipendenzaindipendenza

Risultati della rilevazione Risultati della rilevazione prepre--: :

* atteggiamenti verso l* atteggiamenti verso l’’outout--groupgroup + negativi nei gruppi che hanno lavorato in competizione, + negativi nei gruppi che hanno lavorato in competizione, -- negativi negativi nei gruppi che hanno lavorato in cooperazione, intermedi negli anei gruppi che hanno lavorato in cooperazione, intermedi negli altri; viceversa per il favoritismo ltri; viceversa per il favoritismo verso lverso l’’inin--groupgroup

* maggior coesione nei gruppi che hanno lavorato in competizione* maggior coesione nei gruppi che hanno lavorato in competizione

-- II fase: provaII fase: prova

Risultati della rilevazione postRisultati della rilevazione post--: :

* a prescindere dall* a prescindere dall’’esito, stabilitesito, stabilitàà del favoritismo del favoritismo inin--groupgroup e miglioramento delle miglioramento dell’’atteggiamento verso atteggiamento verso ll’’outout--groupgroup in tutti i gruppi, eccetto quelli che avevano avuto esito negatin tutti i gruppi, eccetto quelli che avevano avuto esito negativo nella prova e nella I fase ivo nella prova e nella I fase avevano lavorato in competizioneavevano lavorato in competizione

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XVIIIXVIII

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•• Altri studi suggeriscono che gli scopi Altri studi suggeriscono che gli scopi sovraordinatisovraordinati sono efficaci nel promuovere sono efficaci nel promuovere atteggiamenti positivi verso latteggiamenti positivi verso l’’outout--groupgroup soprattutto se ciascun gruppo mantiene soprattutto se ciascun gruppo mantiene parte della sua identitparte della sua identitàà di gruppo nelldi gruppo nell’’attivitattivitàà congiunta (ad es., in termini di congiunta (ad es., in termini di distinguibilitdistinguibilitàà del contributo del proprio gruppo) del contributo del proprio gruppo)

•• Limiti della teoria del conflitto realistico Limiti della teoria del conflitto realistico nello spiegare le relazioni internello spiegare le relazioni inter--gruppi:gruppi:

-- il favoritismo per lil favoritismo per l’’inin--groupgroup e gli atteggiamenti negativi verso le gli atteggiamenti negativi verso l’’outout--groupgroup non non scompaiono con la cooperazionescompaiono con la cooperazione

-- non sempre non sempre èè necessario un conflitto esplicito di interessi per produrre necessario un conflitto esplicito di interessi per produrre favoritismo per lfavoritismo per l’’inin--groupgroup e atteggiamenti negativi verso le atteggiamenti negativi verso l’’outout--groupgroup

-- il focus il focus èè solo sui conflitti solo sui conflitti ““realireali””, mentre non , mentre non èè contemplata lcontemplata l’’importanza del importanza del conflitto percepito (importanza delle credenze del gruppo) o delconflitto percepito (importanza delle credenze del gruppo) o della competizione la competizione rispetto a beni intangibili (ad es. il prestigio sociale)rispetto a beni intangibili (ad es. il prestigio sociale)

Conflitto interConflitto inter--gruppi gruppi -- XIXXIX

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•• Come si può definire il concetto di Come si può definire il concetto di stereotipostereotipo??

In linea generale, possiamo affermare che uno stereotipo In linea generale, possiamo affermare che uno stereotipo èè dato dalle dato dalle inferenze, dalla immagini mentali che abbiamo quando richiamiamoinferenze, dalla immagini mentali che abbiamo quando richiamiamo una certa una certa categoria. categoria.

•• Nel processo di categorizzazione con cui ordiniamo e semplifichiNel processo di categorizzazione con cui ordiniamo e semplifichiamo la realtamo la realtàà, , le persone vengono inserite in categorie; il contenuto di questele persone vengono inserite in categorie; il contenuto di queste categorie categorie èècostituito, appunto, dagli stereotipi.costituito, appunto, dagli stereotipi.

Gli stereotipi Gli stereotipi -- II

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•• TajfelTajfel (1981): gli stereotipi costituiscono prodotti peculiari del pro(1981): gli stereotipi costituiscono prodotti peculiari del processo cesso cognitivo di categorizzazione. cognitivo di categorizzazione.

•• Gli Gli stereotipi socialistereotipi sociali hanno le seguenti caratteristiche:hanno le seguenti caratteristiche:

–– vengono condivisi da molte persone allvengono condivisi da molte persone all’’interno di gruppi o interno di gruppi o istituzioni socialiistituzioni sociali

–– costituiscono immagini semplificate al massimo di una categoria costituiscono immagini semplificate al massimo di una categoria sociale, unsociale, un’’istituzione o un eventoistituzione o un evento

–– consentono la spiegazione di eventi complessi, la giustificazionconsentono la spiegazione di eventi complessi, la giustificazione di e di azioni progettate o commesse verso altri gruppi; permettono la azioni progettate o commesse verso altri gruppi; permettono la differenziazione positiva del proprio gruppo rispetto agli altridifferenziazione positiva del proprio gruppo rispetto agli altri gruppigruppi

Gli stereotipi Gli stereotipi -- IIII

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Distinzione concettuale fra stereotipo e pregiudizioDistinzione concettuale fra stereotipo e pregiudizio

–– stereotipo sociale =stereotipo sociale = immagine semplificata di una categoria immagine semplificata di una categoria di persone o un evento, condivisa nei tratti essenziali da di persone o un evento, condivisa nei tratti essenziali da molte persone; si accompagna in genere al pregiudiziomolte persone; si accompagna in genere al pregiudizio

–– pregiudizio =pregiudizio = giudizio o opinione a priori, in genere con giudizio o opinione a priori, in genere con connotazione negativa, verso persone, gruppi o altri oggetti connotazione negativa, verso persone, gruppi o altri oggetti sociali salientisociali salienti

Gli stereotipi Gli stereotipi -- IIIIII

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•• Secondo Secondo BrownBrown (2000) esistono tre fattori connessi agli aspetti sociali degli(2000) esistono tre fattori connessi agli aspetti sociali deglistereotipi che, quindi hanno a che fare con la relazione intergrstereotipi che, quindi hanno a che fare con la relazione intergruppi.uppi.

1.1. le credenze legittimantile credenze legittimanti2.2. le aspettative le aspettative 3.3. le profezie che si le profezie che si autoavveranoautoavverano

Gli stereotipi come Gli stereotipi come ““ credenze legittimanticredenze legittimanti ””

•• Che funzione hanno gli stereotipi?Che funzione hanno gli stereotipi?...servono per semplificare e ordinare la realt...servono per semplificare e ordinare la realtàà percepita. percepita.

•• In alcuni casi, sono la In alcuni casi, sono la ““giustificazione ideologicagiustificazione ideologica”” per alcuni eventi sociali.per alcuni eventi sociali.•• Gli stereotipi di gruppo, generalmente, sono condivisi dai membrGli stereotipi di gruppo, generalmente, sono condivisi dai membri dello stesso i dello stesso

gruppo o della stessa societgruppo o della stessa societàà

Gli stereotipi Gli stereotipi -- IVIV

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•• Questo Questo èè evidente confrontando gli stereotipi di gruppi o societevidente confrontando gli stereotipi di gruppi o societàà. Se lo . Se lo stereotipo fosse individuale, sarebbe possibile osservare una sestereotipo fosse individuale, sarebbe possibile osservare una serie di rie di credenze credenze stereotipichestereotipiche che varia da persona a persona, mentre in realtche varia da persona a persona, mentre in realtàà la maggior la maggior parte di tali credenze parte di tali credenze (per es. stereotipi di genere o (per es. stereotipi di genere o ““etnicietnici””)) sono condivisi da sono condivisi da ampie maggioranze.ampie maggioranze.

•• Gli stereotipi, inoltre, sono soggetti a cambiamenti quando si mGli stereotipi, inoltre, sono soggetti a cambiamenti quando si modificano le odificano le relazioni intergruppi relazioni intergruppi (es., attribuzioni stereotipiche negative al nemico in caso (es., attribuzioni stereotipiche negative al nemico in caso di conflitto: percezione di conflitto: percezione ““occidentaleoccidentale”” degli arabi).degli arabi).

•• A volte sono aspetti della realtA volte sono aspetti della realtàà sociale ed economica a far nascere degli sociale ed economica a far nascere degli stereotipi; questi, benchstereotipi; questi, benchéé spesso non veri, vengono utilizzati per legittimare il spesso non veri, vengono utilizzati per legittimare il mantenimento delle disuguaglianze mantenimento delle disuguaglianze (es. percezione stereotipa negativa degli (es. percezione stereotipa negativa degli extracomunitari: extracomunitari: ““poco di buonopoco di buono””, , ““tolgono il lavoro ai localitolgono il lavoro ai locali””, , ““socialmente socialmente pericolosipericolosi””).).

Gli stereotipi Gli stereotipi -- VV

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•• Vari studi mostrano come, sulla base della sola appartenenza catVari studi mostrano come, sulla base della sola appartenenza categoriale degli egoriale degli individui, vengono inferite e associate altre caratteristiche chindividui, vengono inferite e associate altre caratteristiche che fanno parte e fanno parte delldell’’immagine stereotipa di quella categoria immagine stereotipa di quella categoria

Gli stereotipi come Gli stereotipi come ““ aspettativeaspettative ””

•• Gli stereotipi possono agire influenzando le aspettative e le vaGli stereotipi possono agire influenzando le aspettative e le valutazioni lutazioni delldell’’osservatore riguardo il gruppo, o di un suo membroosservatore riguardo il gruppo, o di un suo membro

•• Le valutazioni, in generale, vengono influenzate sia dalle inforLe valutazioni, in generale, vengono influenzate sia dalle informazioni generali mazioni generali che si hanno su un individuo, sia dalle che si hanno su un individuo, sia dalle aspettativeaspettative create dallo stereotipo create dallo stereotipo (ad (ad es. les. l’’appartenenza ad una o allappartenenza ad una o all’’altra classe sociale può influenzare la altra classe sociale può influenzare la valutazione accademica).valutazione accademica).

Gli stereotipi Gli stereotipi -- VIVI

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•• Ci sono casi in cui le persone non usano gli stereotipi senza rCi sono casi in cui le persone non usano gli stereotipi senza riflettere, ma iflettere, ma piuttosto li utilizzano come ipotesi da sottoporre a verifica, qpiuttosto li utilizzano come ipotesi da sottoporre a verifica, quindi possono uindi possono essere confermate o smentite dalla realtessere confermate o smentite dalla realtàà dei fatti (dei fatti (DarleyDarley e e GrossGross, 1983)., 1983).

•• Questo, in veritQuesto, in veritàà, non accade molto spesso: la tendenza generale , non accade molto spesso: la tendenza generale èè quella di quella di considerare le informazioni che confermano le aspettative e a soconsiderare le informazioni che confermano le aspettative e a sottostimare le ttostimare le informazioni incongruenti con esse.informazioni incongruenti con esse.

•• Alcune ricerche (Hamilton e Rose, 1980) hanno dimostrato che gliAlcune ricerche (Hamilton e Rose, 1980) hanno dimostrato che gli stereotipi stereotipi influenzano anche la memoria del passato (si ricordano maggiormeinfluenzano anche la memoria del passato (si ricordano maggiormente le nte le associazioni piassociazioni piùù stereotipe)stereotipe)

Gli stereotipi Gli stereotipi -- VIIVII

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•• Ad es., uno studio di Hamilton e Rose (1980) mostra che il termiAd es., uno studio di Hamilton e Rose (1980) mostra che il termine ne ““attraenteattraente””èè + ricordato in associazione alla categoria + ricordato in associazione alla categoria ““hostesshostess”” piuttosto che alla piuttosto che alla categoria categoria ““venditorevenditore””..

•• Le aspettative verso i diversi gruppi fanno riferimento al sisteLe aspettative verso i diversi gruppi fanno riferimento al sistema di valori ma di valori delldell’’osservatore: allosservatore: all’’inin--groupgroup sono di solito associati molti tratti positivi e pochi sono di solito associati molti tratti positivi e pochi tratti negativi, mentre la percezione delltratti negativi, mentre la percezione dell’’outout--groupgroup èè inversa (anche se inversa (anche se ll’’associazione di tratti associazione di tratti èè + debole)+ debole)

•• Le aspettative stereotipe possono talvolta operare in modo automLe aspettative stereotipe possono talvolta operare in modo automatico, al di atico, al di fuori della consapevolezza dellfuori della consapevolezza dell’’individuo (individuo (PerduePerdue etet al., 1990)al., 1990)

Gli stereotipi Gli stereotipi -- VIIIVIII

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Gli stereotipi come Gli stereotipi come ““ profezie che si profezie che si autoavveranoautoavverano ””

•• Il processo di Il processo di stereotipizzazionestereotipizzazione èè bidirezionale, nel senso che ogni soggetto bidirezionale, nel senso che ogni soggetto (o gruppo) ha un determinato stereotipo nei confronti di un (o gruppo) ha un determinato stereotipo nei confronti di un ““oggettooggetto”” che non che non èèstatico, ma reattivo.statico, ma reattivo.

•• La reazione dellLa reazione dell’’oggetto, paradossalmente, rinforza lo stereotipo, creando la oggetto, paradossalmente, rinforza lo stereotipo, creando la situazione cosiddetta di situazione cosiddetta di ““profezia che si profezia che si autoavveraautoavvera””..

•• Se penso che una donna non sia in grado di fare un determinato lSe penso che una donna non sia in grado di fare un determinato lavoro avoro prettamente maschile in quanto la categoria viene stereotipata cprettamente maschile in quanto la categoria viene stereotipata come ome ““troppo troppo emotivaemotiva””, molto probabilmente accadr, molto probabilmente accadràà che i membri di questa si possano che i membri di questa si possano irritare. Lirritare. L’’irritazione irritazione èè percepita come dimostrazione di emotivitpercepita come dimostrazione di emotivitàà...e lo ...e lo stereotipo viene chiaramente rinforzato. stereotipo viene chiaramente rinforzato.

Gli stereotipi Gli stereotipi -- IXIX

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•• Il processo, anche in questo caso, può essere automatico.Il processo, anche in questo caso, può essere automatico.

•• In tutte le ricerche, di laboratorio o sul campo, colui che inneIn tutte le ricerche, di laboratorio o sul campo, colui che innesca la profezia che si sca la profezia che si autoavveraautoavvera èè sempre la persona che manifesta lo stereotipo (ciosempre la persona che manifesta lo stereotipo (cioèè èè questa che questa che provoca con unprovoca con un’’azione il comportamento confermativo della persona bersaglio).azione il comportamento confermativo della persona bersaglio).

•• Quello che accade Quello che accade èè che se le persone che sono oggetto di un pregiudizio ne che se le persone che sono oggetto di un pregiudizio ne sono consapevoli possano percepire quella che viene definita comsono consapevoli possano percepire quella che viene definita come e ““minaccia minaccia stereotipastereotipa”” innescando la profezia che si innescando la profezia che si autoavveraautoavvera ((SteeleSteele e e AronsonAronson, 1995). , 1995).

•• Praticamente, lo stereotipo viene interiorizzato nella concezionPraticamente, lo stereotipo viene interiorizzato nella concezione che una persona e che una persona di sdi séé in quanto membro di quella categoria in quanto membro di quella categoria ((eses: prestazioni degli studenti neri ai : prestazioni degli studenti neri ai test accademici).test accademici).

Gli stereotipi Gli stereotipi -- XX