PSICOLOGIA | SCIENZE PSICHICHE | BENESSERE NATURALE ... · nesso con il mito, la religione e la...

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NUMERO 2 - MARZO 2013 LA RIVISTA DIGITALE DI ERBASACRA PSICOLOGIA | SCIENZE PSICHICHE | BENESSERE NATURALE | SPIRITUALITÀ | ARTE E CREATIVITÀ | FILOSOFIA Associazione Culturale per la Conoscenza e lo Studio di Discipline orientate al Benessere Psicofisico della Persona questa rivista è edita da: www.erbasacra.com www.quanticpublishing.com SPIRITUALITÀ Cucinare Zen MEDICINA NARRATIVA E COMFORT CARE NEGLI HOSPICE ONCOLOGICI RIVISTA GRATUITA NON PERIODICA NATUROPATIA Le Allergie Primaverili ARTE E CREATIVITÀ Rito ed Estetica TEATRO D E I TAROC CHI pe r u n’Ecolog ia della M ent e

Transcript of PSICOLOGIA | SCIENZE PSICHICHE | BENESSERE NATURALE ... · nesso con il mito, la religione e la...

NUMERO 2 - MARZO 2013

LA RIVISTA DIGITALE DI

ERBASACRA

PSICOLOGIA | SCIENZE PSICHICHE | BENESSERE NATURALE | SPIRITUALITÀ | ARTE E CREATIVITÀ | FILOSOFIA

Associazione Culturale per la Conoscenza e lo Studio diDiscipline orientate al Benessere Psicofisico della Persona

questa rivista è edita da:

www.erbasacra.com www.quanticpublishing.com

SPIRITUALITÀCucinare Zen

MEDICINA NARRATIVA E COMFORT CARE

NEGLI HOSPICE ONCOLOGICI

RIVISTA GRATUITA NON PERIODICA

NATUROPATIALe Allergie Primaverili

ARTE E CREATIVITÀRito ed Estetica

TEATRO DEI TAROCCHI

per un’Ecologia

della Mente

La Rivista Digitale di Erba SacraNumero 2 - Marzo 2013

Edito da Quantic Publishing

Direttore Editoriale:Sebastiano Arena

Autori:Francesco Pizzileo, Milena Campanella,

Ferdinando Alaimo, Rocco Carbone,

Gaetana Camagni, Monica Simonazzi,

Antonio Sbisà, Anna Fata, Rodolfo Saraò

Direzione e Redazione:Centro di Ricerca Erba Sacra

Viale Appio Claudio 289, 00174 ROMA

c.f. 97200750582, p.iva 07975281002

Tel.: 06.71546212

E-mail: [email protected]

Sito: www.erbasacra.com

Impaginazione e Grafica:Quantic Publishing

www.quanticpublishing.com

Foto in Copertina:“Greenwich” Copyright © 2013 Gessica Puglielli

Copyright © 2013 Erba Sacra

Pubblicazione non periodica

Riti ed Estetica

Arte e Creatività

Naturopatia: Le Allergie Primaverili

Benessere Naturale

Ayurveda, la Dieta Naturale per una Salute Perfetta

Cucinare Zen

Spiritualità

Scienze Psichiche

Educazione e Formazione

Psicologia | FilosofiaEducazione | Religione

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I corsi online di Erba Sacra

flessibili e interattivieconomici e di qualità

www.erbasacra.com/[email protected] Psicologica di “Le Cronache di Narnia”

Il Teatro dei Tarocchi per un’Ecologia della Mente

La Numerologia

Il Mio Incontro con SoulCollage®

Medicina Narrativa e Comfort Care

Scienze Psichiche

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ll Teatrodei Tarocchiper un’Ecologiadella Mente

di Ferdinando Alaimo

Alcuni anni fa esisteva in Germania, aMonaco di Baviera se non ricordomale, un teatrino dei Tarocchi. Era un

piccolo teatro “interattivo” dove c’era postosolo per qualche decina di spettatori. Sul pal-coscenico c’era semplicemente un tavolo for-nito di una sorta di lavagna luminosa ingrado di proiettare su di uno schermo quantoavveniva tra il cartomante ed uno qualsiasidegli spettatori che desiderasse entrare ingioco.Il cartomante non prediceva nulla, riportavaal presente ogni domanda sul futuro del con-sultante; lo riportava al qui e ora rispetto altema, alla problematica da cui scaturiva lasua domanda. Lo invitava ad estrarre dalmazzo una o più carte che rivelassero simbo-licamente le sue emozioni, il suo sentire ri-spetto ad un problema che l’intelletto,evidentemente, non era in grado di risolveree di cui rifiutava la responsabilità affidandosiad un oracolo.“Riguardo a questo problema che mi succe-

derà?”Questo è il comune approccio al cartomante,

si scarica su di lui la responsabilità di un re-sponso che si basa su alcuni significati pre-stabiliti attribuiti comunemente ai simboli.Una responsabilità che in questo caso il car-tomante restituiva invece immediatamenteal consultante invitandolo ad investigare quie ora sul suo sentire rispetto a quel temaspecchiandosi nei simboli delle carte da luiestratte.Lo invitava in tal modo a scoprire lui stessocosa significassero per lui quei simboli inbase alle emozioni, alle immagini, ed alle as-sociazioni da loro evocate; avendo modo cosìdi osservare la sua verità emozionale ri-spetto a quel problema; una verità che spessofa a pugni con le nostre convinzioni.

L’oracolo di questo teatrino, insomma, si at-teneva scrupolosamente al dettato dell’arche-tipo degli oracoli: l’Oracolo di Delfi, dovestava scritto: “conosci te stesso” adesso, nelpresente, non nel futuro.I risultati di questa sorta di radiografia e i

loro possibili sviluppi, venivano poi dramma-tizzati da un piccolo gruppo di attori improv-

visatori, con esiti spesso inaspettati e talvoltaesilaranti sia per il consultante che per gli spet-tatori che, rispecchiandosi in quelle vicende,potevano prendere coscienza di quanta parte dinoi stessi tendiamo a ignorare, una parte chevissuta inconsapevolmente determina un grannumero di quegli accadimenti che ci succedono“per caso”.Il teatro metteva così in scena non un taroccodivinatorio ma un tarocco intuitivo sulle pre-senti radici psichiche dei possibili casi futuridel consultante.Il dramma semiserio che ne sortiva offriva cosìa lui e a quanti per qualche aspetto potevanoriconoscersi in quello specchio, nello specchiosimbolico dei tarocchi, una possibilità di osser-vazione di se stessi e la conseguente possibilitàdi una libera scelta tra un futuro irresponsa-

bilmente casuale o responsabilmente causale.

L’e-book che ho pubblicato sul sito di ErbaSacra con il titolo di “Icone dell’anima” ed illibro da me realizzato per le Edizioni del Cer-chio della Luna dal titolo: “Tarocchi e Zodiaco– Archetipi del pensiero simbolico”, seguono lamedesima impostazione: questi due i sistemisimbolici sono qui considerati come un sistemadi specchi dove poter osservarci da una di-stanza sufficiente ad interrompere almeno perun attimo il sonno, l’ipnosi, l’identificazione adun solo punto di vista, così da restituirci qual-che libertà di scelta, un po’ di consapevolezzarelativamente a noi stessi e ai percorsi interioriche per via analogica ci collegano all’universomondo.

Cos’è un rito? Un rito, per usare le paroledi Antoine de Saint-Expéry in Il piccoloprincipe, “È quello che fa un giorno di-

verso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore.”Il rito è un insieme di atti stabiliti e condivisida tutti i partecipanti ed è strettamente con-nesso con il mito, la religione e la sfera delsacro.Tramite i rituali si celebrano le festività, maanche i momenti più cruciali del singolo e dellacollettività, come la nascita e la morte, il ma-trimonio e la guerra.Il rito serve a “preparare il cuore”. Sia cheabbia un fine sociale o che sia strettamentepersonale, il rito ha bisogno di una partecipa-

zione emotiva profonda, senza la quale cessa diesistere. Per questo nel rito è necessaria unacomponente estetica.

Il culto e la preghiera hanno sempre mante-nuto un intrinseco legame con la bellezza. Inmodi diversi, in ogni cultura e in ogni tempo, iriti sono stati celebrati facendo ricorso all’usosapiente di elementi artistici e naturali; tuttociò al fine di predisporre l’animo umano a rice-vere i maggiori benefici dal rito stesso, di ele-vare i partecipanti verso dimensioni superioria cui attingere per la loro crescita spirituale. La bellezza, in questo caso, non rappresenta unfattore semplicemente decorativo e di pura ap-

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Rito ed Esteticadi Milena Campanella

Arte e Creatività

Il Ruolo della Bellezza e delle Arti nei RitualiLa Numerologia

di Sebastiano Arena

Abbiamo finora visto i principali numeriche si ricavano dal nome e che dannoinformazioni sulle caratteristiche di

personalità di un individuo.Passiamo ora alla data di nascita: il princi-pale numero che si ricava è il Numero del De-stino: indica la ragione per la quale un certoindividuo è giunto sulla Terra, come si svilup-perà la sua esistenza, quale condotta è per luipiù opportuna ai fini di una vita equilibratae armoniosa. Dalla data di nascita si raccol-gono elementi che indicano in quale strada,in quale via il soggetto si trova a vivere. Egli,nascendo in un certo giorno, è come se fosseindirizzato a vivere una serie di avvenimentianziché altri; avvenimenti che si susseguonoe che per certi versi lo circondano, indipen-dentemente dalla sua volontà. Ogni individuo mantiene sempre la propriapossibilità di scelta, quella di agire in base alproprio libero arbitrio, di fare la scelta giustao sbagliata, ma lo farà attraverso un atteg-giamento interiore specifico, diverso da unaltro, come se si muovesse in un grande ca-nale preferenziale che lo porta verso conce-zioni dell’insieme diverse da quelle degli altrinumeri.Dalla data di nascita si ricavano poi informa-zioni sui Numeri Sfida, quegli elementi cheostacolano uno sviluppo ordinato della perso-nalità e del destino.I Numeri Sfida sono la chiave di lettura ditutti i numeri della personalità e del destino:- indicano la radice degli stress psicologici, fi-sici e mentali, le motivazioni dei nostri com-portamenti emotivi, il nostro approccio con la

vita e col destino- evidenziano gli aspetti e le qualità caratte-riali che ci contraddistinguono fin dall’infan-zia - identificano le abitudini e i comportamentinegativi che influenzano la nostra salute fi-sica e mentale- rivelano i rapporti familiari intercorsi nel-l’infanzia che esercitano un’influenza pro-fonda sulla personalità e il carattere.

Le altre preziosissime informazioni che si ri-cavano dalla data di nascita sono i cicli di vitadi ciascun individuo e le energie con le qualiinteragiamo in ciascun momento della nostraesistenza. Sono le informazioni più impor-tanti per la relazione di aiuto che può instau-rarsi tra il numerologo e la persona che a luisi rivolge.Infatti le categorie numerologiche che finoraabbiamo visto sono invariabili nel tempo(nome, cognome e data di nascita sono undato fisso): ciò che varia momento per mo-mento è il rapporto tra queste caratteristichee le energie specifiche di ogni periodo dellanostra vita. Ed è su questa dinamica che pos-siamo costruire la relazione di aiuto, un veroe proprio “counseling numerologico” di cuiparlerò nelle prossime uscite della rivista.Invito intanto i lettori a inviarmi commenti,richieste e esperienze alle quali io e gliesperti della Scuola di Scienze Psichiche diErba Sacra risponderemo volentieri.

Scienze PsichicheL’Angolo della NumerologiaL’Angolo della Numerologia

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parenza formale, ma costituisce l’elementofondante della celebrazione stessa. Il Bello,infatti, è uno degli attributi della Divinità, edè proprio attraverso la bellezza che il Sacropuò manifestarsi nella dimensione terrena. La bellezza sensibile è, dunque, il riflesso diuna bellezza superiore.

In tutte le religioni e in ogni cerimonia pa-gana, si è sempre prestata un’attenzione par-ticolare al luogo del culto e alla suaarchitettura, alla disposizione degli oggettisacri, agli aromi e agli incensi, alla musica eai canti di preghiere o invocazioni. Ogni cosa viene preparata in anticipo e pro-gettata nei minimi dettagli, al fine di coinvol-gere emotivamente tutti i partecipanti.Anche le vesti e gli ornamenti di chi officia ilrito o di chi assiste assumono un significatosimbolico e di appartenenza. L’architettura, la scultura, la pittura, la mu-sica, hanno da sempre rappresentato unaparte essenziale della cerimonia, poiché co-stituiscono un valido sostegno per la buonariuscita del rito stesso. Sia le arti che l’este-tica aiutano l’uomo ad elevarsi verso mondi

invisibili e immateriali, ad evocare e a sotto-lineare la grandezza dell’evento celebrato. Labellezza e il decoro del culto consentono ilpassaggio dalla contemplazione della bel-lezza terrena alla contemplazione della Bel-lezza Divina.

Proprio a sottolineare l’importanza che rive-ste l’arte nella religione, nel sito web del Va-ticano troviamo scritto quanto segue: “Fra lepiù nobili attività dell'ingegno umano sonoannoverate, a pieno diritto, le belle arti, so-prattutto l'arte religiosa e il suo vertice, l'artesacra. Esse, per loro natura, hanno relazionecon l'infinita bellezza divina che deve esserein qualche modo espressa dalle opere del-l'uomo, e sono tanto più orientate a Dio e al-l'incremento della sua lode e della sua gloria,in quanto nessun altro fine è stato loro asse-gnato se non quello di contribuire il più effi-cacemente possibile, con le loro opere, aindirizzare religiosamente le menti degli uo-mini a Dio.Per tali motivi la santa madre Chiesa hasempre favorito le belle arti, ed ha sempre ri-cercato il loro nobile servizio, specialmenteper far sì che le cose appartenenti al cultosacro splendessero veramente per dignità,decoro e bellezza, per significare e simboliz-zare le realtà soprannaturali.”

In epoca pre-cristiana, venivano celebratiriti pagani che sottolineavano l’unione del-l’uomo con il divino esaltando soprattutto labellezza della natura e del paesaggio. I luo-ghi di culto erano, oltre ai templi, le grotte, iboschi, le sorgenti… Gli oggetti e i fenomeninaturali erano considerati i simboli e la ma-nifestazione della divinità. Oltre agli Dei, og-getto di culto erano il Sole, la Luna, la MadreTerra e i vari elementi della natura. Le festività venivano scandite dal mutaredelle stagioni, dai solstizi e dagli equinozidel calendario astrologico. Anche in questocaso si utilizzavano abiti cerimoniali, monilie piccoli oggetti scolpiti, musica e danzesacre…ma la bellezza, più che attraversol’arte, si rifletteva tramite la Natura, consi-derata espressione della Divinità stessa.

Caratteristiche e componenti estet i-che del rito

Indipendentemente dal tipo di celebrazione

che viene svolta, vi sono solitamente degli ele-menti simbolici ed estetici che sono semprepresenti in ogni rito quali, ad esempio, candele,incensi, coppe e fiori; essi vanno opportuna-mente disposti su un apposito tappeto o telo dastendere a terra o su un tavolo. La fiammadella candela rappresenta l’elemento fuoco esimboleggia la luce interiore della nostraanima che si unisce alla Luce Divina; l’incenso

rappresental ’ e l e m e n t oaria, in gradodi purificare lanostra mente ei nostri pen-sieri; la coppacontiene il li-quido che rap-

presenta l’elemento acqua, capace di rinnovaree trasformare le nostre emozioni e sentimenti,per renderli sempre più in sintonia con l’AmoreDivino; il fiore, o una piantina in vaso, simbo-leggia l’elemento terra, cioè il nostro corpo fi-sico, la parte complementare dello spirito, checi ricorda la duplice natura umana e divina.L’elemento terra può anche essere rappresen-tato dalla presenza di cristalli o di cibo solidoda gustare durante la cerimonia, come nel casodell’ostia nella celebrazione eucaristica.Se decidiamo di celebrare un piccolo rito per fe-steggiare un evento o per raccoglierci in pre-ghiera possiamo aggiungere, oltre ai quattroelementi naturali, aria terra acqua e fuoco,anche elementi artistici quali immagini, scul-ture, abiti e gioielli, sottofondi musicali…Glistessi incensieri, i portacandele, i calici, o i por-tavasi, sono solitamente oggetti artistici di pre-gio e di buona fattura. Essi andrebbero sceltitutti con cura, lasciandoci guidare dalla bel-lezza delle loro forme e dall’armonia degli ac-costamenti dei vari elementi nel loro insieme. I colori utilizzati dovrebbero sottolineare l’in-

tento che sottende alla celebrazione del rito. Adesempio, si avrà una predominanza di bianconel caso si tratti di un rito di purificazione; diblu o di viola per i riti volti a favorire la medi-tazione; di rosso quando si vuole stimolarel’energia vitale o proteggere dalle malattie… Ilprofumo degli incensi, come i colori, varia a se-conda del rito: la lavanda, ad esempio, infondepace e scioglie i blocchi emotivi; la menta, in-vece, favorisce l’apertura mentale e la concen-trazione; il pino dona fiducia e forza interiore,mentre la rosa predispone all’amore e all’ami-cizia…La musica e le immagini, ugualmente, ver-ranno scelte per rafforzare l’intento celebratodurante il rito stesso.

L’esperienza estetica consente al nostro intel-

letto di risco-prire idee econcetti spiri-tuali dimenti-cati. Attraversoi sensi, infatti,il pensieroviene stimolatoe guidato versola verità, pas-sando gradualmente dal buio dell’ignoranzaalla Luce della Conoscenza.I riti hanno intenzionalmente un effetto sugge-stivo sui partecipanti: devono colpire l’immagi-nario, coinvolgere i sensi e risvegliare isentimenti dell’essere umano; ma, dietro al-l’atto esteriore, ai gesti, alle parole o agli orna-menti, si cela sempre l’intento di facilitare lapreghiera e la meditazione, di avvicinarel’uomo al divino. L’arte e la bellezza sensibile, infatti, non sonoaltro che il riflesso della Bellezza del mondo so-prasensibile, la dimensione spirituale da cuitutto proviene e scaturisce.

QUANTIC COMMUNICATIONS

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Ho incontrato SoulCollage® per “caso”,esattamente come tante cose impor-tanti della mia vita.

Era una sera di chiacchiere tra amiche e io par-lottavo con una di esse mentre un’altra avevainiziato a spiegare un suo progetto: organizzareun corso base di SoulCollage®, carte costruitecon figure ritagliate da riviste, giornali, foto-grafie, insomma immagini che ci col-pivano particolarmente epoi fatte “parlare” inmodo da ricavarneuna lettura introspet-tiva, un metodo ideatoe trasmesso da SeenaFrost ,terapeuta jun-ghiana.

No, non mi interessavapiù di tanto. Poi piccoli segnali hannorichiamato la mia atten-zione e così all’ultimo mo-mento ho dato la mia disponibilità, si è poiraggiunto il numero minimo e il corso è ini-ziato. Un gruppo di donne in cerchio, attorno ad untavolo, attente alle spiegazioni di Claudia, la“facilitatrice”. Ricordo benissimo la mia prima carta: ho presole immagini che catturavano la mia attenzione,le ho ritagliate per benino ed incollate sul car-

toncino di una misura prestabilita.

Mi sentivo come una bimba a scuola che fa icompiti, attenta a non sbagliare (cosa poi?) e afare tutto per benino (benino per chi? Rispettoa cosa?).

Ho guardato il mio elaborato e la primacosa che ho notato erano quelle

figure tagliate a quadratoo rettangolo, formegeometriche ben pre-

cise che mi lasciavanoun po’ perplessa, e

vabbè...

Si è poi passate alla let-tura , ciascuna di noi ha

“letto”- “fatto parlare” lapropria carta, una formu-

letta semplicissima per stac-care un po’ la mente e far

parlare l’inconscio, iniziaresempre le frasi con tre paroline

e…….incredibile!Quelle immagini parlavano di voce propria edil mio inconscio comunicava, eccome se comu-nicava! Io che, guardando quella carta, mi chiedevocosa avrebbe mai potuto dire, mi sono ritrovataa dar voce a immagini, le parole scorrevanosenza che io le pensassi, era già tutto dentro dime; una delle prime cose ad essermi rivelate è

Il mioincontro conSoulCollage®

di Monica Simonazzi

Arte e Creatività

Aromaterapia e Naturopatia Benessere Naturale

Naturopatia:Le AllergiePrimaverili

di Rocco Carbone

Con la primavera e con la fioritura dialcune piante (graminacee, parietaria,urticacee composite) e alberi (be-

tulla, cipresso, castagno, nocciolo, noce, olivo,pioppo, tiglio) si riproduco i pollini stagionaliche costituiscono i principali allergeni scate-nanti le sindromi di congiuntivite e rinite al-lergica. Queste sindromi si manifestano consintomi di congestione nasale, naso chiuso eche cola, lacrimazione, prurito al naso e agliocchi, persistenti colpi di tosse e starnuti ri-petuti.Quest'anno, i sintomi caratteristici delle al-lergie stagionali si avvertiranno in ritardato(marzo-aprile) per il freddo che ha ritardatoil processo di impollinazione, e che negli annipassati, si era verificato in anticipo a causadelle temperature piuttosto alte.La definizione di allergia risale per laprima volta al 1906, ed esprime l’ipersen-sibilità di un organismo nei confronti di so-stanze divaria natura (allergeni) con reazioni di tipoacuto o immediato che provocano un dannolocale o generale, mediato dal sistema immu-nitario (reazioni IgE mediate). Gli allergenipiù comuni sono i pollini che entrano

in contatto conl’organismo soprattutto attraverso l’ariarespirata, la polvere di casa, la forfora di ani-mali, gli alimenti, alcuni cosmetici, detersivie farmaci.In naturopatia si consiglia ai soggetti aller-gici di mantenere una corretta funzionalitàintestinale, infatti, lo sviluppo della CandidaAlbicans a livello intestinale è considerato unfattore di predisposizione verso i disturbiallergici: leproteasi acide prodotte dalla Candida costi-tuiscono i fattori allergenici responsabili.

Rimedi naturali e corretto sti le divita consigliato in naturopatia per iltrattamento dei disturbi causati dalleallergie ai pollini .

OMEOPATIA

Histaminum 9 CH granuli> ostruzione con prurito nasale, e/o arrossa-mento delle palpebreAllium cepa 9 CH granuli> rinorrea e/o lacrimazione non escoriante, ri-nite con naso rosso alato

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stata proprio di “uscire da quegli schemi” cosìsquadrati. Così è nata una secondacarta, poi una terza e infine ilmazzo prende forma e cre-sce. Alle carte fatte con imma-gini ritagliate sono seguitecarte con immagini e dise-gni miei, carte fitte fitte ecarte con il solo sfondo,carte fatte con un’inten-zione precisa o se-guendo le immagini chearrivano, lasciando libera la crea-tività di esprimersi e di esprimermi.È sempre una sorpresa la lettura, quante coseescono, suggerimenti, consigli, ricordi sepolti. Sì il SoulCollage® è davvero uno strumento in-credibile, per rilassarsi giocando con le imma-gini ritagliate e con disegni, tornando bambini,ma estremamente profondo se si ha il coraggiodi esplorare sé stessi con il desiderio di cono-scersi anche negli aspetti più bui che comun-que fanno parte della nostra natura umana. Carta dopo carta ecco emergere i tanti aspettidi me, il mio inconscio mi parla, mi ricorda, mi

fa riscoprire chi sono.

Questo incontro “ per caso” conil SoulCollage® è stato dav-vero importante e preziosonel mio percorso di crescitapersonale, strumento sem-plice e irrinunciabile.Il cammino prosegue edopo il primo incontro conClaudia ne segue unaltro: Mariabruna.

Mariabruna ha inse-gnato a me e ad altre “cammina-

trici” come prendere per mano chidesidera provare a cimentarsi con questo stru-mento di crescita personale e condurlo neiprimi passi, costruire gruppi nuovi , diffonderequesto bellissimo strumento. A poco a poco ci ritroviamo attorno a Maria-bruna che ci guida a scoprire nuove modalitàdi utilizzo del SoulCollage® per poi ritrasmet-terli a nostra volta, passo dopo passo.

"Viandante non c'è un cammino, la viasi fa con l'andare..."( A.Machado)

Sabadilla 9 CH granuli> rinorrea e/o lacrimazione escoriante, conprurito del velo palatinoEuphrasia 5 CH granuli> rinite vasomotoria e congiuntivite con sen-sazione di sabbia negli occhiUso: 5 granuli 1 o 2 volte al dì, nelle fasiacute ogni 1 o 2 ore fino al miglioramento deisintomi

Pollini omeopatizzati Mix Graminacee- Mix Composite - Mix Urticacee - MixAlberi - Mix Dermatofagoides> utili per desensibilizzare l’organismo e ri-durre la reattività individuale.Uso: 2/3 spruzzi sublinguali una volta al dìprima dell’insorgenza dei sintomi, nelle fasiacute fino a 3 volte al dì.

USO LOCALE

Congiuntivite allergicaEuphrasia 3 DH + Chamomilla 3 DHCollirio

Rinite allergicaMn + Cu oligoelementiin soluzione fisiologia e acqua marinaGocce o spray nasali

FITOTERAPIA

Elicriso> antistaminico antiallergico naturaleNoni> immunomodulatore, antiinfiammatirioadattogeno utile nelle rinite allergicaLiquirizia> immunomodulatore, inibitore del rilasciodi istaminaUso: Tintura madre (30-40 gocce, 2 o 3 volteal dì), o in estratto secco titolato in polveriper capsule secondo dichiarazioni d’uso delproduttore.

GEMMOTERAPIA

Ribes nigrum MG 1DH> agisce a livello della corteccia surrenale sti-molando la secrezione di cortisolo

Fagus sylvatica MG 1DH> impedisce la liberazione di istaminaUso: da 30 a 50 gtt 2 o 3 volte al dì.

ORGANOTERAPIA

Thymuline 7 CH globuliUso: 1 tubo dose ogni 7 giorni per 4 volte,l’ultimo dopo un meseMuqueuse rhino-pharyngee 4 CH fialeUso: 1 o 2 fiale sublinguale o per aerosol aldì.

OLIGOTERAPIA

Mn (Manganese), Mn Cu (Manganesee Rame), P (fosforo)> oligoelementi distesici, di terreno utilianche a scopo preventivoUso: 1 fiala sublinguale al giorno.

SALI DI SHÜSSLER

Natrum muriaticum D6> Blefariti, congiuntiviti e rinofaringiti contosse seccaUso: somministrare 1 o 2 compresse sublin-guali 2 o 3 volte al dì.

NUTRIZIONE IN NATUROPATIA

Durante il periodo primaverile per la preven-zione e la cura delle pollinosi si consiglia dievitare alimenti che scatenano la liberazionedi istamina: formaggio, birra, vino, cioccolato,patate,aringhe, tonno, ecc. Assumere integra-tori alimentari antiossidanti a base di: sele-nio, vitamina E, carotenoidi e flavonoidi,prima fra tutti la quercitina, che impedirebbeil rilascio di istamina da parte dei mastociti.

NOTE PER IL LETTORELe informazioni e i contenuti di queste schede costi-tuiscono un semplice materiale informativo sulle pos-sibilità di cure naturali e di rimedi naturali. Nonvogliono in alcun modo sostituirsi alla consultazione eprescrizione medica. I consigli e i rimedi trattati inqueste schede non devono essere applicati per un'au-tocura senza la preventiva ed adeguata consultazionedi un professionista della salute: farmacista o medico.

Benessere Naturale

Ayurveda,la DietaNaturale peruna SalutePerfetta

di Gaetana Camagni

Per gli antichi saggi dell’Ayurveda la primamedicina è un’ alimentazione sana e natu-rale che favorisca l’equilibrio dei Dosha at-

traverso l’uso dei sapori (Rasa = gusto, essenzadel cibo). La dietetica ayurvedica si basa su regole e prati-che “olistiche” antiche di millenni riferite aiDosha (bio-energie individuali) e agli alimenti.Essa si differenzia dalla scienza nutrizionale oc-cidentale soprattutto perché tiene conto delle ca-ratteristiche di ogni individuo in relazioneall’assunzione dei singoli alimenti per mantenerele proprie energie in equilibrio.Gli alimenti, freschi e naturali, sono creaturevive con delle caratteristiche (intelligenza cellu-lare) ben precise, come gli esseri umani. Consu-mati integri, non raffinati e non manipolatiindustrialmente, essi interagiscono con l’essereumano in modo quantico. Risvegliano cioè l’in-telligenza del sistema corpo-mente e favorisconoin questo modo il mantenimento della salute edel benessere.

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Le 3 Costituzioni

Secondo l’Ayurveda esistono 3 costituzionienergetiche di base (Dosha), formate dalla di-versa combinazione dei grandi cinque elementidella natura: terra, acqua, fuoco, aria ed etereche abitano l’universo e ogni organismo vi-vente.

VATA, corrisponde ad una tipologia nervosa, èformato da etere ed aria.

PITTA, tipologia emotiva, è la combinazionedell’energia del fuoco e dell’acqua.

KAPHA, tipologia flemmatica, è formato daterra ed acqua.

La Bio-Energia VATA Controlla la respirazione, la circolazione,l'escrezione, il sistema nervoso, i processi men-tali e la psiche. La persona Vata, nella qualeprevale l’elemento Vata, è asciutta ed esile, hala muscolatura poco sviluppata, la pelle seccae spesso rugosa, la carnagione scura. Il suosenso dominante è l’udito, seguito dal tatto.Molto dinamica, avventurosa, attiva, sempre inmovimento, ha tuttavia una vitalità che siesaurisce in tempi brevi. Ha il sonno leggero,spesso interrotto. Tratti psicologici: immagina-zione, sensibilità, spontaneità, apertura men-tale, allegria…

La Bio-Energia PITTA Regola l'assimilazione, la digestione, il metabo-lismo. La persona di tipo Pitta, ha il fuoco chearde in lei. È fisicamente di media corporatura,e ben proporzionata, la pelle umida e lentiggi-nosa, iper-sensibile al sole, con capelli sottili echiari. Il suo senso dominante è la vista. È una“buona forchetta”. Ama la cultura, le belle cose,ha un’intelligenza acuta, creativa, brillante concapacità di pensiero logico; ambiziosa e con unabuona memoria. Ha una personalità emotiva,iper-reattiva, spesso intollerante e conflittuale.

La Bio-Energia KAPHA Costruisce la struttura ossea, stabilizza, lubri-fica e attiva la difesa dei tessuti. La personatipo Kapha in cui predominano terra ed acqua,fisicamente tende a essere robusta e pesante,ha la pelle grassa e i capelli scuri e folti. Habuona resistenza fisica. I suoi sensi dominantisono il gusto, seguito dall’odorato. È tranquilla,

stabile, ordinata e regolare. È discreta, riser-vata e con poche ma buone amicizie. Ha un’in-telligenza lenta, è paziente e si arrabbiararamente. Ama dormire a lungo e non accettai cambiamenti.

La teoria ayurvedica dei sei sapori(Rasa)Secondo l’Ayurveda esistono 6 sapori a lorovolta formati dalle combinazioni energetichedei 5 elementi naturali Dolce: terra e acqua Acido: acqua e fuoco Salato: terra e fuoco Piccante: aria e fuocoAmaro: aria e spazio Astringente (aspro): aria e terra Ogni Dosha va nutrito e tenuto equilibrato congli alimenti che contengono i diversi sapori e ladieta quotidiana dovrebbe includerli tutti e 6per l’equilibrio bio-energetico.

Caratteristiche dei saporiIl sapore dolce (latticini, cereali, frutta dolce,patate dolci, finocchi, zucchero di canna…) ,promuove la crescita dei tessuti, calma lamente ed è in grado di ringiovanire, lubrifi-cando la pelle e l'organismo.Il sapore acido (agrumi, bacche, yogurt, aceto,vino, pomodori…) rinforza Agni, il "fuoco" dige-stivo, il potere metabolico.Il sapore amaro (caffè, cacao, cicoria, spinaci,catalogna, pompelmo, rabarbaro, verdure a fo-glia scura…) rimuove gli accumuli, le infiam-mazioni ed inoltre è depurativo.Il sapore astringente (miele, noci, mirtilli, me-lograno, rosmarino, salvia, curcuma, fruttaacerba…) favorisce la cicatrizzazione dei tessuti e l'assor-bimento di liquidi. Il sapore piccante (spezie, aglio, zenzero, rapa-nelli, prezzemolo…) usato con moderazione pu-rifica il sangue.Il sapore salato (sale, sottoaceti) stimola l’ap-petito e serve ad eliminare le rigidità articolari. Vata è tenuto in equilibrio dai gusti dolce,acido, salato.

Queste tipologie dovrebbero privilegiare cibicaldi e cotti, nutrienti, piacevoli e facilmente di-geribili (minestre di verdure e cereali), tisanecalde o tiepide. Si consiglia di mangiare a orariregolari e in un'atmosfera serena. I sapori daridurre o da evitare sono il piccante e l’amaro.

Pitta è bilanciato dai gusti dolce, amaro, astrin-gente. Dovrebbe consumare cibi freschi o tiepidi, pococonditi e poco cotti, tanta frutta e verdura fre-sche (lattuga, cetrioli, asparagi…) tisane elassi (yogurt diluito con acqua ed erbe aroma-tiche o spezie) rinfrescanti. Da evitare cibi sa-lati, piccanti e acidi, i grassi e tutti glistimolanti.

Kapha deve privilegiare i gusti amaro, pic-cante, astringente. Gli si consigliano cibi caldi e leggeri, speziati,cucinati al forno, arrostiti e grigliati, con po-chissimo olio e senza acqua. Le persone Kaphapossono saltare la colazione e bere il mattinosolo una tisana (per es. infusione di zenzero, li-mone e un pizzico di miele, dalle proprietà de-purative e dimagranti). I sapori da ridurre o daevitare sono in assoluto il dolce (con eccezionedel miele) e il salato.

Spezie e tisane per la saluteLa cucina ayurvedica usa dei mix di spezie permantenere l’equilibrio dei 3 Dosha. Oltre ad in-saporire i cibi, le spezie migliorano la dige-stione, stimolano il metabolismo, eliminano letossine, prevengono molti malesseri. Le spezie adatte a Vata sono dei mix a base dicumino, zenzero, curcuma, assafœtida, dalleproprietà digestive e calmanti. Le tisane Vatasi usano durante tutto l'anno per combattere ilnervosismo e lo stress e sono consigliate a tuttidurante la stagione Vata (autunno - inverno,con tempo freddo e ventoso).Le spezie per Pitta sono delle miscele di corian-dolo, finocchio, cumino, cardamomo, zenzero,curcuma, cannella, dalle proprietà rinfrescantied emollienti. I tè per Pitta hanno anche pro-prietà antiacide e sono raccomandati durantel'anno ma soprattutto durante i mesi caldidell’estate.Il tipo Kapha dovrebbe usare delle spezie sti-molanti a base di zenzero, pepe nero, curcuma,utili per accelerare il metabolismo lento di que-ste costituzioni. I tè per Kapha sono utili atutti durante la stagione Kapha (inverno-pri-mavera) quando il tempo è freddo e umido.

Tisana digestivaIngredienti per una tazza di acqua1/3 di cucchiaino da caffè di semi di cumino 1/3 di cucchiaino da caffè di semi di coriandolo1/3 di cucchiaino da caffè di semi di finocchio.

PreparazioneFar bollire l’acqua, aggiungere le spezie, spe-gnere il fuoco, coprire e lasciare in infusioneper 5 minuti. Bere dopo i pasti.

Esempi di menu per le 3 tipologie

Menu per VATA (sapori prevalenti: dolce, salato, acido)Colazione: Porridge d'avena, yogurt alla vani-glia, caffe d’orzo con zucchero di canna.Metà mattina: Lassi (yogurt diluito con aromadi rose) oppure spremuta di arance dolciPranzo: Pasta al sugo di pomodoro e basilico,oppure riso con verdure (asparagi, zucchine….), ricotta o carne bianca con contorno di ver-dure cotte (patate, carote, barbabietole, cor-netti…). Metà pomeriggio: Tè ayurvedicoCena: Zuppa di verdure o Dahl di lenticchierosa con riso basmati.

Menu per PITTA (sapori prevalenti: dolce, amaro, astringente)Colazione: Yogurt naturale con muesli, oppurelatte magro con cereali integraliMetà mattina: un frutto (mela, fragole, mirtilli,kiwi) Pranzo: Insalata belga al formaggio fresco, in-salata di farro con verdure miste (melanzane,radicchio, carciofi…), tisana rinfrescante PittaMetà pomeriggio: un sorbetto o gelato allafrutta (melone, mango, Cena: Minestra di farro o di orzo con verdure,carne bianca o pesce con verdure miste

Menu per KAPHA (sapori prevalenti: amaro, piccante, astrin-gente)Colazione: Caffè d'orzo con pane integrale emiele Metà mattina: Succo di mela o lassi (yogurt di-luito con spezie).Pranzo: Insalata di verdure crude, pollo allespezie, tisana speziataMetà pomeriggio: Tè ayurvedicoCena: Cous-cous di quinoa con verdure, mousseallo yogurt con frutta fresca

ALCUNE RICETTE

Riso basmatiRicetta per 4 persone 1 tazza di riso basmati 1716

3 tazze e mezzo d’acqua1 cucchiaio di olio extravergine ½ cucchiaino di semi di senape, ½ cucchiaino disemi di cumino1 cucchiaino di sale marino, ¼ di cucchiaino dipepe neroIn una casseruola di media grandezza scaldatel’olio ed aggiungete i semi di senape e di cumino.Quando i semi di senape scoppiettano aggiungetel’acqua, il riso ed il sale. Portate ad ebollizione.Coprite e riducete il fuoco al minimo, cuocendoper circa 15 minuti Aggiungete il pepe nero, mescolate e servite.Dal, zuppa di lenticchie rosse Ricetta per 4 persone 100 g di lenticchie (1 tazza), 3 tazze di acqua,Sale qb1 cucchiaino di curcuma in polvere, 1 cucchiainodi zenzero in polvere, ¼ cucchiaio di curry dolce 1 peperoncino verde (lungo e stretto) , 2 cucchiaid'olio, 1 cucchiaio di erba cipollina o di coriandolofresco tritatiLavate le lenticchie e scolatele. Mettete in pen-tola con l'acqua, la curcuma e lo zenzeroCuocete con coperchio per ca.15 min o fino aquando le lenticchie si sono ridotte.Assaggiare ed evtl. aggiungere acqua. Aggiun-gete il curry e il peperoncino tritato sottilmenteAggiustare il sale guarnite con erba cipollina fre-sca tritata o foglie di coriandolo fresco.

Insalata belga al formaggio fresco conspezie e mandorleRicetta per 4 persone 2 cespi di insalata belga200 gr di formaggio fresco (ricotta, formaggio dicapra fresco )un pezzetto di zenzero da grattugiare1 cucchiaio di zafferanosucco di mezzo limone30 gr di mandorle tritateerba cipollinasale e pepeAffettare sottilmente il cuore dell’insalata te-nendo da parte le foglie più grandiCondire con succo di limone per evitare che an-neriscanoIn una ciotola mescolare l’insalata tagliata sot-tilmente con il formaggio fresco, le zenzero grat-tugiato, di sale e pepe, lavorare il tutto fino adottenere un composto omogeneo.Distribuire il composto nel’incavo delle fogliegrandi.Disporre le foglie su u piatto di portata, decorare

con qualche mandorla intera e steli di erba cipol-lina.

Mousse allo yogurt con frutta fresca(kiwi, ananas, fragole o bacche..) Ricetta: 100 g di mascarpone cremoso ;150 g di yogurt naturale o alla vaniglia;zucchero a velo vanigliato (non c'è una dose pre-cisa, va assaggiato);frutta fresca o sciroppata, da tagliare tipo mace-donia (quando basta per una porzione)1-2 bicchieri di succo di mele; 30 g di zucchero grezzo;1 pezzetto di cannella;1 bacca di anice stellato;Preparazione:Mescolare il mascarpone con lo yogurt e lo zuc-chero vanigliato, amalgamare bene. Distribuire il composto nei bicchierini e tenere infrigo fino al momento di servire. Pulire e tagliare la frutta a pezzi , versare il succodi mele e lo zucchero grezzo in un pentolino,unire le spezie e scaldare, quando il fondo di-venta sciropposo aggiungere la frutta. Spegnere,eliminare le spezie, coprire la pentola con dellapellicola trasparente e far raffreddare, in questomodo si conservano tutti i profumi. Servire lamousse accompagnata dalla frutta, decorare confoglie di menta oppure con un bastoncino di can-nella. (Si può aggiungere anche della polvere dicannella)

Consigli ayurvedici per tuttiLa dieta equilibrata dovrebbe includere tutti i seisapori e una variazione continua degli alimenti. Evitare alimenti manipolati, conservati, addizio-nati e troppo raffinati. Consumare il pasto principale a mezzogiornoquando il fuoco digestivo Agni lavora al massimo. La sera si raccomanda un solo pasto ridotto e leg-gero da consumare almeno 3 ore prima di andarea letto.Durante i pasti è bene star seduti e calmi, ma-sticando lentamente ed evitando discussioni edemozioni negative.Alzarsi da tavola con ancora un poco di fame peravere una migliore digestione.Evitare di mangiare se non abbiamo digerito ilpasto precedente.Evitare le bevande ghiacciate che compromet-tono una buona digestione.

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SCUOLA DISCIENZE PSICHICHE

CORSO PROFESSIONALEdi SCIENZE PSICHICHE

Per la Formazione di Terapeuti Esoterici

Obiettivo della Scuola di Scienze Psichiche è di promuovere lo sviluppo della coscienza e della consa-pevolezza, attraverso un lavoro formativo che tenga conto e sviluppi le potenzialità umane, intellettuali,psicologiche, creative, fisiche e spirituali di ciascun allievo.Le principali materie di studio della Scuola sono Astrologia, Numerologia, Cabala, I Ching, Tarocchi dicui si analizzano tutti gli aspetti filosofici, storici e applicativi e si evidenziano le corrispondenze tra diesse e la loro correlazione con i corpi sottili e il sistema energetico della persona umana.

Titolo di Terapeuta Esotericoriconosciuto da ASPIN

Diploma di Operatore Olisticoriconosciuto da SIAF

Informazioni e [email protected]

Tel. 346 2179491 - 348 9634770

Presentazione, proposta formativa, modalità di iscrizione e di frequenza, tempi e costi sono nel sito

www.erbasacra.com

CucinareZen

di Anna Fata

Difficile trovare un’attività che sia cosìampiamente e profondamente metafo-rica e rappresentativa dell’esistenza. E

se concepiamo l’esistenza orientata secondo latradizione Zen – dove con Zen s’intende unacondizione di piena presenza, attenzione, con-sapevolezza, pur nella vacuità, come si verificanello stato meditativo – ci accorgiamo come lacura del dettaglio, la precisione millimetrica ecronometrica sono elementi imprescindi-bili per la creazione di un’operad’arte quale può essere quellaculinaria. Per certi versi, si può com-piere un paragone tra unapietanza e un mandala -dal sanscrito maṇḍala,letteralmente: «essenza»(maṇḍa) + «possedere» o«contenere» (la); tradottoanche come «cerchio-cir-conferenza» o «ciclo», sitratta di figure geometri-che variamente articolate eincastonate tra loro, raffigu-rate tramite sabbia colorata –in quanto elementi concreti, sacri,rituali, e simbolici al tempo stesso. L’elemento mentale svolge un ruolo incommen-surabile: pare che i mandala, in realtà, sianoconcepibili solo mentalmente. Allo stesso modo,il potere evocativo di una pietanza risulta evi-dente e ampiamente sfruttato, ad esempio,nelle pubblicità. Tuttavia anche nella nostraquotidianità è possibile rendersi conto quantodi frequente il cibo possa essere un’immaginementale, prima ancora che un atto di consumoe/o condivisione effettiva. Ma soprattutto, il

cibo immaginato non è mai quel che poi si ri-vela nel concreto. E lo stesso vale per l’interavita: quel che è, è stato, sarà, non è mai quelche si ricorda o quel che ci s’attende. La natura stessa si presenta in forma di man-dala e, spesso, anche noi stessi, come avevabrillantemente osservato Carl Gustav Jung,tendiamo, seppur inconsapevolmente, a ripro-durre queste raffigurazioni in ciò che facciamo,

ivi comprese le opere d’arte, come può es-sere un piatto d’alta cucina.

I mandala vengono anche ‘vis-suti’, nel senso che, per cele-

brarli ,vengono organizzatiriti, danze, di adulti e bam-bini. Il cibo, allo stessomodo, può essere una co-stante occasione, da unaparte per celebrare, dal-l’altra di essere celebrato.Notoriamente esistonopietanze che si cucinano e

si consumano in occasionedi alcune ricorrenze, così

come ce ne sono altre, più spe-cifiche a seconda della cultura,

del contesto, e dell’ambiente sociofamiliare che rappresentano in se

stesse una festa. Il mandala rappresenta ancheil tentativo di creare un ordine laddove regnail disordine, e di individuare un centro a cuifare riferimento e ritorno, per conseguire sta-bilità e radicamento. Esistono pietanze cherappresentano propriamente questa condi-zione: si può pensare alla massa informe dellefarine che, solo se assemblate e lavorate pro-priamente, possono dare vita a produzioni gu-stose e mirabili esteticamente. 21

OPERAAccademia Italiana

di Formazione Olistica

Opera, la prima scuola italiana online di formazione olistica, fondata da Erba Sacra, co-stituisce una proposta originale nel panorama italiano della formazione relativa alle di-scipline psicologiche, fisiche, creative e spirituali che si richiamano a una visione olisticadell’esistenza ed a un approccio globale e multidimensionale dell’essere umano.

Informazioni e iscrizioniwww.accademiaopera.it - [email protected]

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Spirito Coscienza

Energia

Diploma di Operatore Olistico riconosciuto da SIAF e ASPIN

È possibile iscriversi all'Accademia Opera in qualsiasi momento edè possibile concordare piano di studi e pagamenti personalizzati

SALUTE NATURALE | CRESCITA UMANA | SCIENZE PSICHICHE | PSICOLOGIA OLISTICA |SPIRITUALITà OLISTICA

Spiritualità

L’equilibrio, su un piano simbolico, nei man-dala si raggiunge con l’annullamento degli op-posti. Nelle pietanze culmina nella ricerca diun’armonia di sapori tale per cui nessuno pre-vale in modo troppo marcato sull’altro, ma inmodo tale da lasciare spazio ad ogni sfumaturaaromatica che si possa presentare. Può essereinteressante notare come nei mandala le figuregeometriche più ricorrenti sono il cerchio, cherappresenta lo spirito, e il quadrato, che raffi-gura la terra. Allo stesso modo, non deve esseredel tutto casuale che i piatti, le pentole, le pa-delle, sono prevalentemente di forma circolare,o al più ovale, quasi ad indicare il fatto che ilcontesto in cui s’inserisce il processo è pretta-mente spirituale. Il mandala rappresenta altempo stesso l’immagine della psiche di un in-dividuo, e dell’universo. Allo stesso modo, ognipietanza, nel piccolo, raffigura la Natura nelsuo complesso, pur in una rilettura personaledella singola persona che cucina. I mandala per poter essere realizzati richie-dono molto tempo, pazienza, precisione, cura.Allo stesso modo, anche le pietanze richiedonole medesime energie e risorse per la loro crea-

zione. La massima rappresentazione, forse,dell’intero processo esistenziale sta nel fattoche i mandala, dopo la loro realizzazione e ce-lebrazione, vengono distrutti, per indicare l’im-permanenza della vita, la caducità, la morte,ma anche e soprattutto la rinascita. Nelle cul-ture orientali, più che mai, la fine di qualsivo-glia processo viene fatta coincidere con unnuovo inizio. Il mandala, in fondo, secondo lavisione junghiana rappresenta un cerchio,l’eterno ritorno dell’esistenza. La stessa pie-tanza, accuratamente adornata e rifinita, a suavolta, viene immediatamente ag-gredita dalcommensale, oppure, in caso di cucina dome-stica, à la stessa cuoca, padrona di casa, che di-strugge il frutto del suo lavoro, sezionandoaccuratamente le parti, a partire dal piatto diportata, per i suoi commensali. Ma il cibo as-sunto, successivamente, diventa materiale peril sostentamento e l’edificazione cellulare di chil’assume. E il ciclo continua. Per approfondire:Anna Fata (2005), Il cibo come fonte di essere e ben-essere, ArmandoEdizioni, Roma.Anna Fata (2010), Lo zen e l’arte di cucinare, Edizioni Il Punto d’In-contro, Vicenza.

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Psicologia | Filosofia | Educazione | Religione

L’Educazionee la Formazione

di Antonio Sbisà

Che cosa sono l’educazione e la forma-zione? Nel senso comune, l’educazione ri-guarda la formazione dei bambini e dei

giovani. Viene pensata come riferita all’età evo-lutiva: è difficile che una persona adulta ritengadi continuare a farsi educare e ad educarsi. Unaltro senso dell’educazione riguarda invece ilcomportamento anche adulto: si tratta dellabuona educazione, una forma di educazione mo-rale e di educazione estetica,ispirate soprattutto al com-portamento relazionale e so-ciale. Si coltiva attraverso ilrispetto e l’eleganza, nellacura del corpo, dei vestiti,degli ambienti, nell’ascoltodell’altro e nella gentilezzaverso gli altri. Si esprimenella capacità di contenere leemozioni e nella capacità didialogare con gli altri. Si puòpoi anche riferire l’educa-zione alla formazione del ca-rattere e della personalità:una persona educata è una persona che sa con-trollarsi, sa porsi e raggiungere delle mete, sa vi-vere l’equilibrio fra le diverse esigenze della vita,segue un codice morale preciso. Una nota attimi-stica si accompagna ad una nota ritenuta neces-sariamente ed elegantemente repressiva. All’origine dei processi formativi contemporanei,l’educazione si distingeva fra l’educazione mo-rale-spirituale, nella famiglia e nelle chiese, lapreparazione al lavoro, e l’istruzione scolastica.Oggi si tende a riunificare il processo educativo

all’interno delle scuole e delle università, ma ilprogetto tende a fallire, perché queste istituzioninon riescono in realtà ad allontanarsi dalla sem-plice istruzione, e non si prendono cura della for-mazione del carattere e della persona,dell’educazione morale e spirituale. Questo suc-cede perché nelle scuole e nelle università si pro-cede attraverso la trasmissione razionale, mentrele altre formazioni utilizzano anche altre forme

di esperienza, come il lavorosul corpo, sullo spirito, sullacoscienza. Le istituzioni edu-cative hanno formato le per-sone esclusivamente ad unarazionalità retorica e teorica,sacrificando le dimensionicorporali, istintuali ed affet-tive, trascurando le capacitàdi fare, delegando alle istitu-zioni religiose le tematichemorali e spirituali.

Già Aristotele, pensandoalle istituzioni educative, ac-

cennava all’esigenza di rispettare e promuoveretre ordini di discipline:- teoretiche, destinate ad indagare sui fonda-menti ultimi della realtà e della scienza,- produttive, destinate alla maturazione di capa-cità operative a qualsiasi livello,- pratiche, destinate alla riflessione sul compor-tamento e sull’esperienza.È facile riconoscere in queste ultime disciplinepratiche l’educazione morale come guida alla sti-molazione ed alla riflessione sull’esperienza.

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a questo punto la funzione degli educatori.Se scelgono di adattare l’individuo al suostato di confluenza di direzioni esterne alsuo sviluppo personale, si prefigurano uncompito di puri trasmettitori di culture e po-teri. Se vogliono invece stimolare il processodi individualizzazione, devono frenare leformazioni esistenti e potenziare le tracce diautonomia personale.

Una manifestazione classica dell’influenzadelle formazioni sociali sull’individuo si hanei fenomeni di scissione e di frammenta-zione fra le componenti dell’essere umano: ilcorpo, le attitudini ricettive ed emozionali, laragione, la volontà e lo spirito. Si trascuranoil corpo e le emozioni, s’impedisce l’espe-rienza diretta, si privilegia un aspetto di ra-zionalità sociale, s’ignora la volontà, siabbandona lo spirito alle istituzioni religioseUna vera formazione globale ed autonomadell’individuo implicherebbe la maturazionee l’armonizzazione di queste realtà.Un filosofo come Marcuse aveva già da tempoindicato come caratteristica fondamentaledelle società occidentali la scissione fra laragione ed i sensi. Per vie diverse, Nietzschee Jung hanno indagato sulle finalità evolu-tive dell’uomo; hanno proposto una dimen-sione laica e dinamica della spiritualità,come tendenza ad espandere l’autorealizza-zione individuale verso il superamento di sestessi e verso la ricerca del Sé.

Vediamo lo scenario. L’urgenza sociale e pe-dagogica ha consigliato alle istituzioni laformulazione di progetti orientati alla pre-venzione ed alla cura della tossicodipen-denza, all’attenzione alla salute, al disagiorelazionale e ad altri aspetti. Ma queste pato-logie non possono essere attribuite unica-mente alle responsabilità individuali o alcaso. Le istituzioni sociali ed educative cer-cano di rimediare a qualcosa che loro stessehanno causato e continuano a provocare. Lepatologie emotive e relazionali, trovano laloro origine nelle scissioni che continuano adessere alla base della società e della scuola.Si tratta della contrapposizione storica fral’istruzione e l’educazione vera e propria, efra il mondo dell’appello alla ragione edalla conoscenza ed il mondo dell’esperienza,dell’affettività, dell’emotività, della creati-vità.

Il concetto fondamentale da tenere presenteriguarda il fatto che l’educazione vengaconsiderata come un intervento che possadurare tutta la vita, perché la vita viene in-tesa come possibile processo di crescita con-tinua. Si tratta di un concetto semprerivoluzionario, perché vorrebbe affermareche tutte le persone possano e debbano tra-scorrere la loro vita aumentando e colti-vando, raffinando, le loro capacità ed i lorotalenti, in ogni aspetto della persona e delleattività, in ogni relazione. Vedremo come in-vece le istituzioni, il lavoro, la sfera deirapporti affettivi, richiedano ancora dellepersone che si adattino al mondo del lavoroed ai codici morali delle istituzioni e delsistema sociale.

Definiamo meglio quindi il rapporto fral’educazione, la formazione, l’educazionemorale e la morale sociale.

In senso generale, la formazione indica ilprocesso di autoregolazione in cui si trovaimmerso un organismo vivente nel suo rap-porto con l’ambiente. L’organismo e l’uomonon rispondono soltanto meccanicamente ereattivamente agli stimoli ricevuti, ma espri-mono un potere di autorealizzazione cheparte dal comportamento della totalità tesaal controllo dell’ambiente. La natura e lasocietà non sono soltanto dei nomi adatti adindicare degli universali astratti, ma co-stituiscono esse stesse delle formazioni con-crete. La formazione indica il processo diautoregolazione in cui si trovano delle re-altà viventi che tendono ad espandersi, acontrollare l’ambiente, a lottare contro altriprocessi, ad integrare le realtà che via via siformano. Appare come il processo di una to-talità che si conserva e si sviluppa in condi-zioni sempre diverse. I condizionamentisono configurazioni di forze plasmatrici at-tive ed automatizzate dirette a limitare de-formare ed utilizzare per le proprie esigenzele potenzialità individuali.Un essere umano rappresenta una totalità inautonomo sviluppo: non una somma dicomponenti psicologiche indifferenti una al-l’altra, non un vaso che aspetta di essereriempito. L’individuo costituisce una globa-lità fondata su di un potere attivo di auto-regolazione; ciò significa che può comunque

difendersi dalle formazioni che lo domi-nano, può cercare e risvegliare le sue parti-colari motivazioni di crescita. Può iniziareun processo di liberazione, può avviarsiverso l’autorealizzazione. È anche possibileche l’individuo utilizzi il suo potere perriaffermare contesti che lo controllano, perobbedire a logiche estranee al suo sviluppo;può anche riuscire ad avere in questo modorealizzazioni parziali nel lavoro od in altrisettori della vita. Ma una persona può svi-luppare al massimo le potenzialità e puòrealizzarsi come individuo unico soltantoattraverso un processo di trasformazione. Un individuo rappresenta una realtà in svi-luppo, e questa si confronta prima di tuttocon le formazioni complessive presenti nellanatura e nella società. I condizionamentiesprimono configurazioni resistenti ed attiveche limitano e canalizzano le potenzialità.Abbiamo quindi la preesistenza, l’articola-zione spontanea e l’autonomia di diversiprocessi che precedono, accompagnano edesprimono l’esistenza dell’individuo.

Esistono i condizionamenti storici e so-ciali, esistono i condizionamenti psicologici,esistono le potenzialità ed i poteri di auto-motivazione e di autorealizzazione degli in-dividui. Rimane attuale la prospettivamarxista che riconosce la continuità storica,pure attraverso molteplici variazioni, dellesocietà fondate sulla divisione del lavoro esull’alienazione. In un altro modo, la psi-coanalisi dimostra come l’inconscio possacontenere complessi e problematiche checondizionano ed indirizzano la crescita .Dimostra come l’inconscio personale e l’in-conscio collettivo comprendano complessi eforze direttive che tendono a tradursi, perquanto riguarda il comportamento, in coa-zioni a ripetere, identificazioni, proiezioni,e così via. Le contraddizioni non rappre-sentano comunque un assoluto di negatività;possono sempre nascondere o stimolare li-velli di energia adatti ad essere liberati eriorganizzati in nuove unità formative.È importante qui riconoscere la possibilità ditradurre in ipotesi sperimentali il rapportofra l’intreccio delle formazioni che control-lano un individuo e la sua possibilità di se-guire percorsi che gli permettano dipotenziarsi come unità dinamica unica infase di autorealizzazione. Diventa complessa

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MedicinaNarrativa eComfort Carenegli HospiceOncologici

Sono noti da tempo gli effetti benefici de-rivanti dalla narrazione di ricordi au-tobiografici.

La rivisitazione della propria storia, soprat-tutto quando il proprio equilibrio esistenzialeè interrotto da una malattia, è dare sensonon tanto alla malattia quanto piuttosto allapropria vita.

Il malato, specie quello grave o in fase termi-nale, ha esperienza della sua patologia inmodo caotico, disordinato e contraddittorio;facilitargli la narrazione gli permette di in-trodurre un po’ di ordine nel caos e soprat-tutto di decidere lui quale ordine e fino a chepunto: nessuno ha il potere né il diritto, diriordinare il caos altrui. Per lui narrare la

propria sofferenza a qualcuno che lo accoglieè come un riordinare, ricomporre e curare lasofferenza stessa, spesso poi “a fine vita”, at-traverso la narrazione di sè, viene ravvivatoil colore dei ricordi e si affaccia il desiderio/bi-sogno di dare significato a quanto è accadutoe sta accadendo (A.Smorti). Se è vero chel’unica vita sopportabile è quella alla quale sidà senso, allora si comprende il tentativodell’individuo che nella malattia tanto più ri-cerca il senso di una prova che sconvolge epuò travolgere la propria esistenza. L’auto-narrazione ha radici autobiografiche,ripercorre personali percorsi affettivi e con-flittuali, ma sembra svolgere anche un’effi-cace funzione maieutico-terapeutica cheaiuta e facilita il paziente ad attraversare ildoloroso territorio della propria malattia(G.Bert). Chi ripercorre il proprio vissuto, permette asè stesso di intravedere nuove strade di con-sapevolezza e orizzonti che non si conosce-vano, spinge sè stesso a camminare verso uncambiamento e a cogliere la possibilità di unacatarsi liberatoria. Tutto ciò, dal punto divista psico-emozionale e relazionale, si confi-gura come un evento “apicale” nella malattiaoncologica più che in altre patologie, dunquecome un’esperienza totalizzante che crea unaprofonda spaccatura nella propria vita emanda in crisi valori e certezze; è come unospartiacque che modifica il fluire del tempo ene altera anche la percezione. Attualizzandoil passato il paziente ricrea quel continuumpercettivo dell’esperienza che l’evento malat-tia aveva alterato e questo lo aiuta ad usciredall’immobilismo poiché risveglia la fiducianelle propria capacità di reagire positiva-mente al momento difficile che sta attraver-sando.Nelle cure palliative e nell’assistenza in ho-spice, le narrazioni autobiografiche riferitedai pazienti e al racconto della loro espe-rienza di fine vita è una consuetudine in au-mento, quanto meno nei paesi anglosassoni.In Italia, le esperienze in tal senso sono an-cora poco numerose ma molto significative.

Per gli operatori di fine vita (medici, infer-mieri, assistenti sociali, volontari..), decifrareil codice comunicativo di un paziente con-sente da una parte l’acquisizione di un in-sight rispetto ai suoi valori, dall’altra lacomprensione di come egli affronta la soffe-renza, di come giunge a prendere decisioni,di cosa si aspetta, di ciò che è disposto a tol-lerare dalle cure. Se è vero che la narrazione della storia di vitaapre una breccia in un’esperienza personale,è pur vero che non è possibile comprendereun individuo senza capire i mondi di quellapersona e la rete di significati nei quali que-sta persona vive. Ogni storia è un caso unico e irripetibile(D.Demetrio) e narrarla è per il paziente unosforzo di attenzione e cura di sé, secondo unaprospettiva di costruzione e ri-costruzione delproprio vissuto.Quando si riesce a farsi cogliere dalla vastitàdella conoscenza e della curiosità verso lavita, anche nella malattia è possibile impa-rare a leggere “altro”. Essa può condurciverso un nuovo sè e in questo percorso, alcunistrumenti legati alla creatività e dell’interio-rità, possono aiutare a dilatare i confini. La sofferenza che genera la malattia com-porta nella nostra vita una frattura esisten-ziale, vengono messi in discussione gliequilibri raggiunti e trova spazio l’incognitadel futuro. Ne segue che, tra la soggettivitàpsichica del malato, il suo corpo, il suo mondovitale ed il sistema sociale, sono sempre inatto processi dinamici di interazione, processidi coglimento empatico di emozioni ed affettie processi di comunicazione simbolica, de-strutturanti e ristrutturanti il sistema cogni-tivo della persona, meglio di ogni singolapersona.Il racconto di sè ha bisogno dell’”Altro” cheascolti. Anche l’ascoltatore è infatti parte in-tegrante di questo processo di scambio comu-nicativo dinamico in cui chi riceve il raccontoè soggetto importante tanto quanto chi lo co-munica. Porsi in attento ascolto pone l’operatore di

di Francesco Paolo Pizzileo

Io ero un corpo, un corpo ammalato da guarire. E avevo un beldire, ma io sono anche una mente, forse sono anche uno spiritoe certo sono un cumulo di storie e di esperienze, di sentimenti,di pensieri ed emozioni che con la mia malattia hanno proba-bilmente avuto un sacco a che fare.“ ”Tiziano Terzani

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fine vita nella condizione di comprenderequali e quanti ostacoli ciascun paziente af-fronta, le necessità peculiari che sviluppa, ledifficoltà a volte gravi come anche le grandirisorse che ha – e ritrova - lungo il camminoper fare fronte alla malattia, ed inoltre i per-corsi più o meno accidentati in cui si è imbat-tuto in campo assistenziale. Il dialogo empatico con il malato consente dipar suo di migliorare la qualità dell’accompa-gnamento al morire in hospice e introducenelle procedure uno strumento per identifi-care i diversi bisogni del malato alla finedella vita. L’abilità degli operatori di essere presenti neiconfronti di un paziente sofferente è di per sépositivo; il malato può desiderare di discuteredel morire per alleviare le proprie paure e il“mettere la casa in ordine” e l’opportunità diuna narrarsi gli offre la possibilità di conte-stualizzare e riflettere sulla propria vita dan-dogli il tempo per accomiatarsi. Inparticolare, quando il sistema familiare vienecolpito dall’evento cancro, si bloccano le pos-sibilità evolutive della famiglia e viene cosìinfranta la narrativa famigliare nella dimen-sione soprattutto del futuro. La storia della famiglia diventa la storiadella malattia (M.White). Di conseguenza, èimportante dare ai familiari del paziente l'op-portunità di esprimere se stessi per sentirsisollevati, di esternare il proprio turbamento,il proprio dolore o le proprie colpe. Bisogna aiutarli a recuperare le fila di undialogo con il malato che si è spesso inter-rotto, ad uscire dal mondo del male. Anche senon si tratta della loro malattia, devono co-munque conviverci. Di qui l’importanza del supporto psico-emo-zionale e dei gruppi di narrazione guidata aiquali vi prendono parte i coniugi di malati dicancro, ma anche i loro genitori o i loro figli.Il denominatore comune tra i partecipanti èla malattia del proprio congiunto, di frontealla quale si sentono spesso prostrati e fru-strati, catapultati in un "mondo" che non co-noscono. La maggior parte delle volte pensare che ilproprio caro potrebbe morire li fa sentire incolpa, così, anche se la malattia avvicina, si

rinchiudono a riccio, celano il turbamento,non sanno rispondere a domande difficili, nonriescono a gestire gli sbalzi d'umore del ma-lato, di conseguenza insorgono nuovi pro-blemi di fronte ai quali si potrebbe provarespesso il desiderio di fuggire. Questa è la ra-gione per cui aiutare i familiari in un fran-gente che non sono preparati ad affrontare, ètanto importante quanto offrirlo al malato. Poichè l’uomo è tale dal principio alla fine,quanto detto assume valore anche per queibambini neonati condannati a morire per ma-lattie gravi ed incurabili ed ha rilevanzaquando a raccontare la malattia è la famigliadove la ferita da curare si estende lungo tuttoil corpo parentale. E. Parravicini dal 2006 sioccupa di diagnosi prenatali presso la Colum-bia University di New York, dove ha fondatoil primo hospice per bambini neonati venutial mondo troppo prematuri, affetti da sin-dromi letali o anomalie, che quasi sempre neimpediscono la sopravvivenza. Lo stesso annofurono presentati all’equipe medica di cui faparte due casi di gravidanze alquanto parti-colari: due giovani donne aspettavano cia-scuna un bimbo con trisomia 18, unapatologia incompatibile con la vita o compa-tibile con una vita molto breve. Ci fu un’ac-cesa discussione rispetto al fatto che questedonne non avevano voluto abortire per cuic’era il problema della gestione dei loro bimbialla nascita. La Parravicini si offrì di pren-dersi cura di loro alla nascita e decise di spe-rimentare la teoria della dottoressaC.Saunders, la cosiddetta comfort care. Dal2006 ad oggi la neonatologa italiana ha se-guito circa una cinquantina di bambini incondizioni terminali ed ha costruito attornoal bisogno delle donne e delle famiglie un con-testo medico, psicologico e sociale di alto li-vello, finalizzato a massimizzare il benesseredegli stessi neonati. Essere accolto, essere te-nuto al caldo, essere idratato e nutrito sono icapisaldi della comfort care, che mira a dareconforto e pone al centro i bisogni primari diogni bambino nato con problemi e destinatoad una breve esistenza. Èsignificativa la te-stimonianza di una giovane madre che, dopoaver partorito un neonato con malattia ter-minale ed averlo tenuto in braccio per tutta

la vita (solo sette ore), ha detto: “Grazie,così nella sua vita mio figlio ha cono-sciuto solo l’amore”. Condividere il mo-mento della narrazione  è di per sé unatto di cura in quanto restituisce al geni-tore la pienezza di senso del proprioruolo e l’opportunità di trasmetterel’esperienza e le competenze acquisitealle persone che si trovano investite daquesto genere di problemi. Tutto questoapproda infine al rinvenimento di datimolto importanti per gli operatori di finevita che attestano che un’azione di curaglobale ed efficace si nutre della fiduciae dell’arricchimento reciproco e procedeanche attraverso una buona narrazionedella malattia.

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Oltre la Storia:InterpretazionePsicologica di“Le Cronachedi Narnia”

di Rodolfo Saraò

così ed entrambi cercano di persuaderla daquesto intento. Jadis, che si mostra semprepiù autoritaria e violenta, ed ancora unavolta afferra Polly per i capelli costringendoi ragazzi a toccare gli anelli verdi.

INTERPRETAZIONEEcco il nostro passato diventare presente. Ipersonaggi sono gli stessi di allora, i luoghiidentici, tutto tornerà a vivere grazie alla no-stra attenzione partendo dalle stesse identi-che condizioni in cui lo abbiamo “lasciato”occupandoci di altro. La strega Jadis può es-sere associata alla parte “cattiva” che è innoi. A differenza di Zio Andrew qui troviamol’avidità, il potere coercitivo, il disprezzo deglialtri di origini più umili. Anche stavolta c’èstato il riconoscimento di una nostra parte“cattiva” e, a differenza di prima, troviamodei concetti molto più forti. Continuare ilviaggio sta cominciando a diventare durocome l’ammettere a sé stessi che ci sono que-ste parti così deprecabili anche in noi. Questocomporta una evidenza: una città interaCharn è stata sterminata a causa sua ossiatutte le persone che abbiamo “giudicato” conle caratteristiche di Jadis sono state da noiallontanate (quindi escluse dalla nostra at-tenzione nella vita quotidiana). Questanuova consapevolezza si traduce nel fatto chequello che ci appartiene, ma che avevamo ne-gato relegandolo nel nostro mondo interno(inconscio),adesso con il riconoscimento tor-nerà a far parte del nostro mondo cosciente.Jadis non ucciderà più nessuno, tutti gli abi-tanti di Charn sono ormai parte irrecupera-bile del nostro passato ma incontrerà personenuove e stavolta sarà diverso.

Il Nipote del MagoCapitolo VI - Cominciano i guai per Zio An-drew

SINTESIDi nuovo i due ragazzi si ritrovano nella Fo-resta di Mezzo, ma stavolta con loro c’è lastrega Jadis che subito inizia a sentirsi male.Nonostante questo riesce a toccare Digory eda farsi trasportare nuovamente nello studiodi zio Andrew da cui erano partiti. Lo zio ri-mane incantato della bellezza e della maesto-sità di Jadis. Questa chiede di vedere il magoche l’aveva portata lì ma alla vista di zio An-drew rimane delusa e gli dà del ciarlatano.Tuttavia inizia a dargli ordini (era la reginaa Charn quindi abituata a dominare e co-mandare). In questa dimensione natural-mente il suo atteggiamento non ha senso maAndrews esegue comunque intimorito dal-l’autorevolezza e dalla forza fisica dellastrega. Jadis non dà segno di ricordare delsuo passaggio nella Foresta di Mezzo ed igno-rando i due ragazzi inizi ad irritarsi per il ri-tardo del ritorno di Andrew. Zio Andrewinnamorato ed intimorito di Jadis cerca direndersi più presentabile nel tentativo difarla innamorare di lui così chiede dei soldialla sorella ed in quel mentre irrompe Jadisnella stessa stanza.

INTERPRETAZIONELa nostra consapevolezza della parte cattivaè adesso più ricca: oltre allo zio Andrew (cherappresenta inganno e paura) adesso c’èanche la strega Jadis (potere, disprezzo, avi-dità, arroganza). Nel passaggio nella Forestadi Mezzo la parte cattiva rappresentata daJadis “si sente male”, ossia in una dimen-sione più distante da quella inconscia(Charn) e da quella conscia (Londra) si affie-volisce l’enfasi e l’intensità di certe emozioniproprio perché viste da un’altra prospettiva.Ecco che Jadis non sopravviverebbe a lungoin quella realtà perché per esistere ha biso-gno di avversari e comunque di altre personeed emozioni a cui contrapporsi. Così, appena

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Il Nipote del MagoCapitolo V - La Parola Deplorevole

SINTESIDopo il frastuono un debole rumore da unlato della stanza dove la donna bellissima,che avevano prima notato, da statua diventaviva. Si alza e si guarda intorno nota i ra-gazzi e va loro incontro, chiede chi sia stato asciogliere l’incantesimo e rimane stupita cheDigory, un bambino “..neanche di sangueblu...” , potesse averlo fatto. Digory aggiungedi provenire da un altro mondo. Mentre la re-gina, questo è il rango nobiliare che la donnasi assume, realizza che Digory non è neancheun mago, si accorge che il palazzo in cui si

trovano sta crollando; così prende per manoentrambi ed escono dall’edificio . Digory ePolly, presi per mano, non possono toccaregli anelli per tornare alla Foresta di Mezzocosì giungono all’esterno dell’edificio trasci-nati dalla regina. La donna indica la città cheappare loro (Charn) immobile, nel silenzioanch’essa a causa di una battagli che ci fu tralei (Jadis è il suo nome) e la sorella. Jadisvinse la disputa grazie alla pronuncia di unaparola magica a cui nessuno sarebbe soprav-vissuto. Anche qui come per Andrew, Digoryrimane sbalordito della spietatezza della re-gina che merita più di essere appellata comestrega. Jadis vuole andare nel mondo da cuiprovengono i ragazzi convinta che fosse que-sta la loro intenzione. Naturalmente non è

giunta nella dimensione cosciente (Londra),Jadis di gran lunga più forte e grande comeparte cattiva soverchia Andrew. Questi è se-dotto dalla “bellezza” di qualcosa della suastessa tipologia ma sicuramente molto piùforte. Adesso la nostra consapevolezza dovràfare i conti con questa novità ossia affron-tare la gestione di nuove e forti parti cattivenel nostro quotidiano.

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