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In gioco, con la votazione sulla «Previ- denza vecchiaia 2020», c’è il nostro futuro. Un futuro che ci riguarda tutte e tutti, gio- vani e meno giovani. La speranza di vita aumenta, mentre l’invecchiamento della società avanza. Affinché la previdenza vec- chiaia continui a rispondere alla mutazione sociale, una riforma è necessaria. Marina Carobbio, Consigliera nazionale e vicepresidente del PSS, spiega perché la votazione del 24 settembre sia veramente importante: Il livello delle rendite pensionistiche si sta già abbassando. In assenza di contromi- sure adeguate, chi andrà in pensione nei prossimi anni sarà in difficoltà poiché avrà delle rendite inferiori a quelle attuali. Molte casse pensione hanno già ridotto i tassi di conversione a cui va sommato l’au- mento dei contributi sul secondo pilastro. Va anche evidenziato che le rendite AVS non seguono l’evoluzione del costo della vita. In più nei prossimi 10-15 anni i cosid- detti “baby-boomer” andranno in pensione e questo causerà una difficoltà transitoria per l’AVS – e sottolineo transitoria – che dovrà rispondere al pensionamento di più persone. Con la «Previdenza 2020», le donne an- dranno in pensione a 65 anni: un tasto dolente. L’aumento dell’età di pensionamento delle donne è sicuramente l’aspetto più negativo della riforma. D’altro canto con questa ri- forma sono stati introdotti dei migliora- menti a vantaggio soprattutto delle donne. Oggi le rendite pensionistiche delle donne sono troppo basse: in materia di cassa pen- sione, le rendite delle donne sono del 63% inferiori a quelle degli uomini. Inoltre il 2° pilastro svantaggia chi lavora a tempo par- ziale, ovvero le donne, in proporzione molte di più a non lavorare a tempo pieno. La riforma introduce dei miglioramenti che andranno proprio a favore dei redditi medio-bassi e di chi lavora a tempo par- ziale: l’aumento della rendita annua di 840 franchi, rispettivamente fino a 2'700 fran- chi per le coppie, o ancora una migliore as- sicurazione del lavoro a tempo parziale per quanto riguarda la previdenza professio- nale. Globalmente la «Previdenza 2020» comporta un miglioramento per le donne, grazie all’aumento delle rendite AVS e una migliore previdenza professionale per chi non lavora a tempo pieno. Un esempio: chi ha un reddito annuale di 39'000 franchi vedrà il fatto di andare un anno dopo in pensione interamente compensato da que- sti miglioramenti. Se la riforma non dovesse passare, quale rischio corriamo? L’elemento centrale della riforma, al fine di garantire il livello delle rendite, è il raf- forzamento dell’AVS, ovvero l’assicura- zione sociale più solidale, più equa ed efficace. Infatti nel 1. Pilastro tutti pagano i contributi in base a quanto guadagnano, ma le rendite sono plafonate verso l’alto. Questo è il punto cruciale della votazione e la ragione dell’opposizione della destra e dei partiti borghesi alla riforma «Previ- denza 2020». La destra non vuole un raf- forzamento dell’AVS. I suoi piani prevedono di indebolire l’AVS puntando sull’individualizzazione della previdenza vecchiaia, in particolare sul terzo pilastro e i profitti che genera. È noto che la destra vuole portare l’età di pensionamento a 67 anni per tutte e tutti. Dire Sì alla «Previ- denza 2020» il 24 settembre è dunque fon- damentale per rafforzare l’AVS, garantire il livello delle rendite e impedire che la destra possa realizzare i suoi piani. David Marín UNA VOTAZIONE DECISIVA ps svizzero ps . ch numero 32, settembre 2017 Pubblicazione dei membri e simpatizzanti del PS Svizzero

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In gioco, con la votazione sulla «Previ-denza vecchiaia 2020», c’è il nostro futuro.Un futuro che ci riguarda tutte e tutti, gio-vani e meno giovani. La speranza di vitaaumenta, mentre l’invecchiamento dellasocietà avanza. Affinché la previdenza vec-chiaia continui a rispondere alla mutazionesociale, una riforma è necessaria.Marina Carobbio, Consigliera nazionale evicepresidente del PSS, spiega perché lavotazione del 24 settembre sia veramenteimportante:

Il livello delle rendite pensionistiche si stagià abbassando. In assenza di contromi-sure adeguate, chi andrà in pensione neiprossimi anni sarà in difficoltà poiché avràdelle rendite inferiori a quelle attuali.Molte casse pensione hanno già ridotto itassi di conversione a cui va sommato l’au-mento dei contributi sul secondo pilastro.Va anche evidenziato che le rendite AVSnon seguono l’evoluzione del costo della

vita. In più nei prossimi 10-15 anni i cosid-detti “baby-boomer” andranno in pensionee questo causerà una difficoltà transitoriaper l’AVS – e sottolineo transitoria – chedovrà rispondere al pensionamento di piùpersone.

Con la «Previdenza 2020», le donne an-dranno in pensione a 65 anni: un tastodolente.L’aumento dell’età di pensionamento delledonne è sicuramente l’aspetto più negativodella riforma. D’altro canto con questa ri-forma sono stati introdotti dei migliora-menti a vantaggio soprattutto delle donne.Oggi le rendite pensionistiche delle donnesono troppo basse: in materia di cassa pen-sione, le rendite delle donne sono del 63%inferiori a quelle degli uomini. Inoltre il 2°pilastro svantaggia chi lavora a tempo par-ziale, ovvero le donne, in proporzionemolte di più a non lavorare a tempo pieno.La riforma introduce dei miglioramenti che

andranno proprio a favore dei redditimedio-bassi e di chi lavora a tempo par-ziale: l’aumento della rendita annua di 840franchi, rispettivamente fino a 2'700 fran-chi per le coppie, o ancora una migliore as-sicurazione del lavoro a tempo parziale perquanto riguarda la previdenza professio-nale. Globalmente la «Previdenza 2020»comporta un miglioramento per le donne,grazie all’aumento delle rendite AVS e unamigliore previdenza professionale per chinon lavora a tempo pieno. Un esempio: chiha un reddito annuale di 39'000 franchivedrà il fatto di andare un anno dopo inpensione interamente compensato da que-sti miglioramenti.

Se la riforma non dovesse passare, qualerischio corriamo?L’elemento centrale della riforma, al finedi garantire il livello delle rendite, è il raf-forzamento dell’AVS, ovvero l’assicura-zione sociale più solidale, più equa edefficace. Infatti nel 1. Pilastro tutti paganoi contributi in base a quanto guadagnano,ma le rendite sono plafonate verso l’alto.Questo è il punto cruciale della votazionee la ragione dell’opposizione della destra edei partiti borghesi alla riforma «Previ-denza 2020». La destra non vuole un raf-forzamento dell’AVS. I suoi pianiprevedono di indebolire l’AVS puntandosull’individualizzazione della previdenzavecchiaia, in particolare sul terzo pilastroe i profitti che genera. È noto che la destravuole portare l’età di pensionamento a 67anni per tutte e tutti. Dire Sì alla «Previ-denza 2020» il 24 settembre è dunque fon-damentale per rafforzare l’AVS, garantire illivello delle rendite e impedire che la destrapossa realizzare i suoi piani.

David Marín

UNA VOTAZIONE DECISIVA

pssvizzero ps.chnumero 32, settembre 2017 Pubblicazione dei membri e simpatizzanti del PS Svizzero

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Per chi è già in pensione, ilprogetto della Previdenza vec-chiaia 2020 (PV2020), su di cuivoteremo il prossimo 24 set-tembre, potrebbe sembrare discarsa importanza. Oppure,visto che fra qualche anno do-vremo pagare un’imposta sulvalore aggiunto (IVA) un po’più alta, riflettere che neavremo dei costi senza avernebenefici in cambio.Non dobbiamo mai dimenticareil vero progetto borghese: pen-sione per tutti a 67 anni, dimi-nuzione delle rendite AVS, nonpiù adattate al rincaro e all’evo-luzione degli stipendi, e tasso diconversione per il secondo pila-stro deciso tecnicamente e nonpiù sottoposto a decisioni par-lamentari e popolari. Per i pensionati la PV2020 pre-senta dunque punti interes-santi: le regole per le renditeAVS rimangono invariate e iltasso di conversione per laCassa pensione rimane fissatoal valore attuale! Siamo an-cora lontani dall’obiettivo co-stituzionale (art. 113.2 a)secondo il quale «la previ-denza professionale, insiemecon l’assicurazione vecchiaia,

superstiti e invalidità, deverendere possibile l’adeguatacontinuazione del tenore divita abituale». Continueremodunque a lottare per l’obiet-tivo deciso da PS60+ di unarendita complessiva di almeno4000 franchi al mese. Per chi non è ancora in pen-sione, ma già avanti con glianni, la PV2020 presenta variaspetti positivi: dopo i 45 annic’è una garanzia delle renditedel secondo pilastro e dopo i58 anni la permanenza in unaCassa pensione anche se di-soccupati. Le possibilità di po-sticipare o anticipare la datadel pensionamento sono au-mentate con perdite minoriper l’anticipo. E per tutte etutti i futuri pensionati laPV2020 offre per la primavolta da più di 40 anni un au-mento delle rendite AVS (840franchi all’anno e tra 1680 e2712 franchi per le coppie, au-mentando dal 150% al 155% illimite per rendita doppia) emiglioramenti nel secondo pi-lastro per chi lavora a tempoparziale. Naturalmente l’aumento del-l’età di pensionamento delle

PREVIDENZA VECCHIAIA 2020

donne a 65 anni è un rospoduro da ingoiare: nonostantele proposte della sinistra, lagrande maggioranza del Par-lamento considera la cosa ac-quisita e non più in discus-sione.PS60+ pensa anche ai giovani:avranno per tutta la vita unadetrazione leggermente mag-giore dai loro stipendi. Maquesta percentuale vale ancheper gli stipendi alti, che rice-veranno la rendita AVS mas-sima: si tratta in fin dei contidi un’imposta sulla ricchezza!I contrari insistono volentierisul fatto che i giovani paganole pensioni dei vecchi: è vero!È il concetto dell’AVS: chi la-vora paga la rendita degli an-ziani; senza accumularecentinaia di miliardi di capi-tali, in mano al mondo finan-ziario. Per questo i borghesise la prendono così tanto: ilmiglioramento dell’AVS a sca-pito delle Casse pensioni vanella direzione opposte ai loropiani di liberalizzazione delpingue mercato delle pen-sioni.PS60+ ha deciso, come tutto ilPSS con il voto generale, disostenere la PV2020. È una ri-forma che, di fronte all’au-mento dell’età di pensiona-mento delle donne e alla ridu-zione del tasso di conver-sione, presenta tutta unaserie di aspetti positivi, il piùimportante dei quali è la sta-bilizzazione delle finanze perpiù di un decennio. Sventiamoi piani borghesi di smantella-mento dell’AVS e votiamo dueSì convinti!

Carlo Lepori,co-presidente di PS60+

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OPERAI

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Lo scorso 7 luglio, il Consi-gliere di Stato Norman Gobbi siè espresso in termini inaccet-tabili riguardo alle lavoratricie ai lavoratori della Naviga-zione Lago Maggiore che scio-peravano per rivendicare ipropri diritti. Invece di pro-nunciare delle parole degne diun uomo di Stato, dall’altodella sua carica istituzionale,ha pontificato: “Lo scioperoche sta interessando la navi-gazione sul Lago Maggiore stapalesando un modo di fare nonnostro, non svizzero». Da un Consigliere di Stato acapo delle Istituzioni ci si at-tende un’espressione radical-mente differente. Nelle paroledi Norman Gobbi la Storia nonè la restituzione fedele di fattirealmente accaduti, ma unsurrogato di storia a cui è

stata tolta la maiuscola pertravestirla come se fosse tale.Così la menzogna e l’inven-zione storica sono state spac-ciate sul mercato delleopinioni rispondendo a unpreciso disegno politico.La Storia dice che il 29 luglio1875 – allorquando nell’altaValle Leventina si costruiva lagalleria ferroviaria del SanGottardo – dei minatori insor-sero rivendicando delle mi-gliori condizioni di lavoro. AGöschenen fu allora indettouno sciopero, prontamentesoppresso nel sangue. Mori-rono quattro operai, fucilatidalla milizia mandata lì per im-porre la ripresa del lavoro. Non è vero che lo sciopero nonè un «nostro» modo di fare, epotremmo elencare innumere-voli esempi tra cui evidenzio lo

sciopero generale del 1918 equello delle Officine di Bellin-zona nel 2008 poiché hannoscritto la Storia. È invece vero che siamo staticostretti a constatare che –sebbene in altra forma e perfortuna senza le armi - ci siachi non ha mai smesso di spa-rare sugli operai.

Igor Righini, Presidente PS

ps.ch

TUTTI I LAVORATORI

È l’autore dell’iniziativa canto-nale volta a salvaguardare larete degli Uffici postali e i suoiposti di lavoro dal piano dismantellamento deciso dallaPosta. Le sorti del Serviziopubblico e dei suoi dipendenti,la precarizzazione cui sonoconfrontati i lavoratori sonomotivo di preoccupazione eimpegno per Ivo Durisch, Ca-pogruppo PS al Gran Consiglio.Visto il rischio di perdere degliulteriori posti di lavoro di qua-lità, e la conseguente neces-sità di mobilitazione, abbiamoraccolto un suo commento ri-guardo allo sciopero dei di-pendenti della NavigazioneLago Maggiore, concluso il 15luglio in seguito a un accordo.

Quale bilancio hai tratto dallosciopero dei dipendenti dellaNavigazione Lago Maggiore?Sono state sicuramente tresettimane intense. Sono statopresente fin dall’inizio e hocercato di seguire i lavoratorisu tutto il percorso. Il bilancio,da parte mia, è sicuramentepositivo perché ancora unavolta ho visto dei lavoratoridel servizio pubblico mobili-tarsi con uno sciopero per di-fendere le condizioni di lavorodei salariati.

La mobilitazione dei dipen-denti della NLM bacino sviz-zero può essere un esempioper gli altri lavoratori e lavo-ratrici?

Non è il primo sciopero di di-pendenti del settore del Servi-zio pubblico. Nel nostroCantone, le condizioni di la-voro si stanno degradando eloro giocano un ruolo impor-tante per far sentire la voce ditutti i lavoratori. L’hanno fattasentire anche questa volta edè ciò che stanno facendoanche i lavoratori delle Offi-cine di Bellinzona e i dipen-denti della Posta. Lecondizioni generali del lavorostanno peggiorando e i dipen-denti del Servizio pubblicostanno facendo di tutto per tu-telare i lavoratori nel loro in-sieme, quindi anche quellidegli altri settori.

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PS Svizzero, Spitalgasse 34, 3001 BernaGAB 3001 Berna

Editore:PS Svizzeroe Verein SP-Info Spitalgasse 34 3001 Berna - Tel. 031/3296969Fax 031/3296970

Redazione:Segreteria PS, Piazza Governo 4,6500 Bellinzona

Abbonamenti:Gratuito per i membri del PS, simpatizzanti e PD in Svizzera

Corrispondenza:[email protected]

Cambiamenti d’indirizzo:[email protected]

Inserzioni: PS Svizzero

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numero 32, settembre 2017

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«Noi chiediamo la riforma im-mediata del governo attualedel paese, conformemente allavolontà del popolo» recitava ilvolantino dell’11 novembre1918 che chiamava allo scio-pero generale. Fu indetto dalComitato di Olten che guidatodal Consigliere nazionale so-cialista Robert Grimm era di-ventato l’organo direttivodelle organizzazioni operaie. La miseria e il malcontento ge-nerato dalla guerra toccava inparticolar modo i lavoratori,confrontati alla penuria di vi-veri i cui prezzi raddoppiaronoin poco tempo. Solo una ri-stretta cerchia della popola-zione incamerò guadagnialtissimi, tratti dai profitti diguerra. Il Comitato di Olten presentòun programma economico eavanzò delle rivendicazionisindacali, sociali e politicheaccompagnate da minacce epreparativi di sciopero. Quando, l’11 novembre, fu in-

detto lo sciopero generale, fu-rono formulate delle rivendi-cazioni tra cui figuravano lasettimana lavorativa di 48 ore,l’aumento dei salari, l’introdu-zione dell’AVS, l’elezione pro-porzionale del Consiglio nazio-nale e il diritto di voto per ledonne. Delle rivendicazioni diventatenel tempo delle conquiste so-ciali e che oggi sono di note-vole attualità. L’AVS, introdotta 70 anni fa,oggi va rinforzata dicendo Sìalla Previdenza vecchiaia2020. L’aumento dei bassi sa-lari: è più che mai necessariointrodurre un minimo salarialelegale realmente dignitoso dialmeno 3'750 franchi. Il di-ritto di voto e di eleggibilità èstato concesso alle donne solonel 1971 e ad oggi non è an-cora stata ancora realizzatal’uguaglianza dei salari, ben-ché la parità sia iscritta nellaCostituzione dal 1995.Le rivendicazioni formulate

CONQUISTE SOCIALI

quasi cent’anni fa dal Consi-glio di Olten non vanno dateper scontate, benché ad alcunipossano sembrare un’evi-denza: l’AVS, il diritto di votodelle donne, la settimana lavo-rativa inferiore alle 48 orehanno implicato rivendica-zioni, battaglie e scioperi. Al-lora, quasi cent’anni fa, lagiustizia militare aprì dei pro-cedimenti contro 3500 per-sone, soprattutto ferrovieri,condannandone 147. Condan-nati a pene detentive ancheRobert Grimm, FriedrichSchneider e Fritz Platten delComitato di Olten così comeErnst Nobs, il primo Consi-gliere federale socialista,eletto il 15 novembre 1943. Una storia che ha quasi cen-t’anni, iscritta nella Storiasvizzera, a dimostrazione diquanto queste conquiste so-ciali siano preziose e di quantosia necessario rinforzarle pergarantirne la tutela.

David Marín