PROVINCIALE Disturbi dello Spettro Autistico AUTISMO Vicenza · AUTISMO Vicenza L’influenza dei...
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MIUR - Direzione Generale per il Veneto
Ufficio XIII - Ufficio Scolastico di VicenzaRete dei CTI - Centri Territoriali per l’Integrazione
della provincia di Vicenza
SPORTELLOPROVINCIALEAUTISMOVicenza
L’influenza dei pari negli apprendimenti
degli alunni con Disturbi dello Spettro Autistico
Munaro-Tonietto
Aosta 14-15 dicembre 2012
RISPOSTA ISTITUZIONALE ai BISOGNI
SPORTELLO PROVINCIALE AUTISMO
Supporto didattico e organizzativo alle scuole
FOCUS SPADare ad ogni STUDENTE con ASD la sua
SCUOLA di APPARTENENZA, la scuola del suo quartiere, del suo paese; una
SCUOLA che prende misura delle proprie disabilità e con fiducia, apertura e dialogo diventa più
COMPETENTE nell’ACCOGLIERLI
• OFFRIRE alle SCUOLE nelle LORO SEDI
• FORMAZIONE SPECIFICA a tutto il personale scolastico sul MODELLO di INTERVENTOPSICOEDUCATIVO
• SUPPORTO e CONSULENZA sull'ORGANIZZAZIONEDIDATTICA in sinergia con gli specialisti sanitari coinvolti nel progetto
• FORMAZIONE ALUNNI SCUOLE SUPERIORI adINDIRIZZO PSICOPEDAGOGICO-SOCIALE
AZIONI SPA (1)
AZIONI SPA (2)• ASCOLTARE, ORIENTARE i
GENITORI• COLLABORARE con
ASSOCIAZIONI ed ENTI del TERRITORIO
• RACCOGLIERE,DOCUMENTAREesperienze e materiali
SITO WEB
www.autismovicenza.it
FUNZIONAMENTO PERSONE con ASD
COM’ È la loro PERCEZIONE e INTERAZIONE con la REALTÀ CIRCOSTANTE
PER ORGANIZZARE e
ATTIVARE la MEDIAZIONE dei
PARI BISOGNA SAPERE
ISS LINEA GUIDA 21
“Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei
bambini e negli adolescenti”
www.autismovicenza.it
F84.0 AUTISMO INFANTILE
F84.2 SINDROMEdi RETT
mutazioni nel gene MECP2 situato sul
cromosoma X
F84.9 SINDROME NON SPECIFICATA DA ALTERAZIONE GLOBALE DELLO SVILUPPO PSICOLOGICO
SINDROMI DA ALTERAZIONE GLOBALE DELLO SVILUPPO PSICOLOGICO - ICD 10 – F84
F84.1 AUTISMO ATIPICO
F84.8 ALTRE SINDROMI DA ALTERAZIONE GLOBALE DELLO SVILUPPO PSICOLOGICO
F84.5 SINDROME di APERGER
AUTISMO
• SINDROME COMPORTAMENTALE causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato
• ESORDIO nei primi 3 ANNI di VITA
• Si configura come una sindrome PERMANENTEche accompagna alla persona nel suo ciclo di vita con gravità variabile da soggetto a soggetto
• Le caratteristiche del DEFICIT SOCIALE assumonoESPRESSIVITÀ VARIABILE nel TEMPO
CAUSE SCONOSCIUTE
DISTURBO dello SVILUPPO dovuto a una specifica ANOMALIA CEREBRALE, CAUSATA da un ERRORE GENETICO, da DEFICIT o da un DISTURBO CEREBRALE(U. Frith 1991)
FREQUENZA NEL TEMPO
• NON sembra presentare PREVALENZE GEOGRAFICHE e/o ETNICHE, in quanto è descritto in tutte le popolazioni del mondo, di ogni razza o ambiente sociale
• Anni 50 – 60 malattia rarissima
• Anni 90 malattia rara (4: 10.000)
• Nuovo millennio:
– Autismo 10-13 per 10.000; ASD 40-50 … ai 90 (paesi anglofoni) per 10.000
– Piemonte – Emilia Romagna 20-25 per 10.000
– USA 110 per 11.000
– Maschi : Femmine = 3,4 : 1
COMPROMISSIONE QUALITATIVA
INTERAZIONE SOCIALE
• COMPROMISSIONE nell’uso di diversi
COMPORTAMENTI NON VERBALI (sguardo diretto,
mimica, posture, …) che regolano l’interazione
sociale
• DIFFICOLTÀ di SVILUPPARE RELAZIONI con i
coetanei
• CARENZA di RECIPROCITÀ SOCIALE o EMOTIVA
COMPROMISSIONE QUALITATIVA
COMUNICAZIONE
• RITARDO o TOTALE MANCANZA dello
sviluppo del LINGUAGGIO PARLATO
• In soggetti con linguaggio adeguato,
COMPROMISSIONE della CAPACITÀ di
INIZIARE o SOSTENERE una CONVERSAZIONE
COMPROMISSIONE QUALITATIVA
COMUNICAZIONE
• USO STEREOTIPATO, RIPETITIVO e BIZZARRO
del LINGUAGGIO: gergolalia, ecolalia
immediata e ecolalia differita
• MANCANZA di GIOCHI di SIMULAZIONE e di
IMITAZIONE SOCIALE
• COMPRENSIONE LETTERALE del SIGNIFICATO
COMPROMISSIONE QUALITATIVA
COMPORTAMENTO, INTERESSI e ATTIVITÀRISTRETTI, RIPETITIVI e STEREOTIPATI
• Dedizione assorbente ad uno o più tipi di interessi
stereotipati e ristretti
• Sottomissione rigida ad inutili abitudini o rituali
specifici
• Manierismi motori stereotipati e ripetitivi
• Persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti
ULTERIORI COMPROMISSIONI e PARTICOLARITÀ
• Iperattività
• Disturbi del sonno e dell’alimentazione
• Epilessia
• Condotte auto- aggressive o etero - aggressive
• Risposte sproporzionate a stimoli uditivi, visivi o tattili
• Abilità particolari non sempre finalizzate (“isole di abilità”)
ALCUNE IPOTESI e TEORIE
IPOTESI NEUROPSICOLOGICHE
• Teoria Coerenza Centrale (Happè Frith)
• Teoria Funzioni Esecutive (Damasio)
• Teoria Socio-Affettiva
• Teoria Mente (Baron-Cohen)
• Teoria Neuroni Specchio (Rizzolati)
TEORIA COERENZA CENTRALE
Pablo Picasso: 1921, Tre Musikanter
… gli autistici appaiono incapaci di integrare informazioni a differenti livelli e di mettere insieme le parti di un tutto per interpretare la realtà e costruire livelli più alti di pensiero nel contesto… (Uta Frith, 1989)
J.G.T. VAN DALEN, 1995, AUTISM FROM WITHIN (HIGH FUNCTION)
• “Se, per esempio, mi trovo davanti un martello, in prima istanza io non vedo affatto un martello, ma solo pezzi senza alcun nesso tra di loro: un cubo di ferro e lì vicino un bastone di legno, che si trova a essere là per caso.
Poi mi colpisce il fatto che la presenza casuale degli oggetti di ferro e legno mi porti a percepire un tutto che ha l’aspetto di un martello.Il termine <<martello>> non mi viene in mente subito, ma affiora quando la percezione dell’oggetto si è sufficientemente stabilizzata. Alla fine, la funzione dello strumento mi diventa chiara quando mi rendo conto che questo tutto che percepisco, noto come <<martello>>, è usato dal falegname [...]
DEFICIT COERENZA CENTRALE
ALCUNI COMPORTAMENTI TIPICI ALUNNO ASD
• Difficoltà a comprendere e adeguarsi alle continue variabili della “routine” scolastica
• Ansia, ira, auto ed eteroagressività di fronte agli imprevisti e/o alla variazione di un elemento nell’ambiente (es. nuova disposizione banco) e nelle persone (es. profumo, taglio capelli)
• Difficoltà, disorientamento, rifiuto dei momenti di transizione e dei cambi di contesti di apprendimento
• Impossibilità o difficoltà (HF) a inserirsi nel gioco
• Per alcuni alunni abilità straordinarie (musicali, matematiche, grafico-pittoriche, …)
FUNZIONI ESECUTIVE
Insieme di PROCESSI PSICOLOGICI necessari per METTERE in ATTOCOMPORTAMENTI ADATTIVI e orientati VERSO OBIETTIVI FUTURI
Gilbert & Bugess, 2008
PROCESSI FUNZIONI ESECUTIVE
• Memoria di lavoro
• Attenzione sostenuta
• Attenzione selettiva
• Attenzione distribuita
• Shifting attentivo
• La pianificazione
• Il problem-solving
• L’ automonitoraggio e la rilevazione degli errori
• Controllo inibitorio
• Capacità decisionali
• Autoregolazione
DEFICIT FUNZIONI ESECUTIVE ASD
• Difficoltà a pianificare le azioni in modo adeguato in vista di un fine
• Incapacità ad adottare strategie flessibili, a comprendere e riparare gli errori, a generalizzare le esperienze
• Tendenza a “preservare”: un comportamento appreso tende a ripeterlo indipendentemente dalla situazione e dalle richieste ambientali
• Comparsa della sindrome da dipendenza ambientale cioè il soggetto non può fare a meno di usare un oggetto così come ha imparato a farlo
DEFICIT FUNZIONI ESECUTIVEALCUNI COMPORTAMENTI TIPICI ALUNNO ASD
• Incapacità o difficoltà a pianificare e memorizzare sequenze operative (svestirsi-vestirsi, preparare la cartella, eseguire gli step di un compito,…)
• Impossibilità di programmare le attività del tempo libero (ricreazione, transizioni, …)
• Rifiuto o difficoltà di adeguamento ad attività nuove e agli imprevisti (feste, uscite, …)
• Passività o auto e eteroagressività di fronte a problemi o disagi personali per la difficoltà di problem solving (comunicare stati fisici, soddisfare bisogni, …)
• Incuranza di fronte ai pericoli (mancanza di cognizione “causa-effetto”)
DEFICIT TEORIA della MENTE
Un individuo possiede una teoria della mente se è capace di attribuire stati mentali a se stesso e agli altri e di prevedere il comportamento sulla base di tali stati
DEBOLEZZA TEORIA della MENTE
ALCUNI COMPORTAMENTI TIPICI ALUNNO ASD
• Impossibilità o difficoltà di capire che il compagno è triste, felice, arrabbiato, “imbarazzato”
• Mancanza o difficoltà a capire che il compagno è stanco di ascoltare la solita elencazione di film famosi, di calciatori, di particolari storici…
• “Indifferenza”, scoppio di risata di fronte alla caduta e ferite di un compagno …
• Manca di comprensione di metafore, barzellette, scherzi … che coinvolgono gli alunni ad alto funzionamento-asperger in episodi di bullismo anche molto gravi
TEORIA SOCIO-AFFETTIVA
• Parte dal presupposto che l'essere umano nasce con una predisposizione innata ad interagire con l'altro … bisogno primario non inferito dalle esperienze, né condizionato o dettato da altri tipi di bisogni. E' un qualcosa che appartiene al corredo genetico (Hobson, 1993).
• Secondo la teoria socio-affettiva, pertanto, esisterebbe nell'autismo un'INNATA INCAPACITA’ di INTERAGIRE EMOZIONALMENTE CON L'ALTRO che determina di riflesso:
• l’incapacità di imparare a riconoscere gli stati mentali degli altri
• la compromissione dei processi di simbolizzazione• Il deficit del linguaggio• Il deficit della cognizione sociale
INTERSOGGETTIVITÀ
• L’INTERSOGGETTIVITÀ è caratterizzata principalmente dalla SINCRONIA che emerge in una relazione tra due persone.
• Il SISTEMA SENSORIO-MOTORIO è BIOLOGICAMENTE DETERMINATO per essere COORDINATO con l’ESPERIENZA di QUALCUN ALTRO in SENSOPARTECIPATORIO
INTERSOGGETTIVITÀ
• La SINCRONIA si basa sulla COMPRENSIONE delle AZIONIdegli ALTRI. La comprensione delle azioni degli altri avviene grazie al:
“MIRROR MECHANISM” (meccanismo a specchio)
“MIRROR MECHANISM” (meccanismo a specchio)
• MECCANISMO di RISONANZA in cui il SISTEMA MOTORIO dell’osservatore si attiva (attivazione dei neuroni a specchio) ogni volta che un appropriato stimolo visuale e/o acustico viene presentato
• NON IMPLICA obbligatoriamente la PRODUZIONE di un ESPLICITOMOVIMENTO
INTERSOGGETTIVITÀ PRIMARIA (0-9 m) EARLY IMITATIONS
• Una FORMA di INTERSOGGETTIVITÀ è l’ EARLY IMITATION (imitazione precoce) studiata primariamente negli uomini
• Il bambino piccolo riesce a imitare i gesti facciali fatti da un adulto: aprire la bocca, protrusione della lingua e delle labbra
• Caratteristiche:
– ATTENZIONE DIADICA
– PROTOCONVERSAZIONI – ALTERNANZA dei TURNI
– SINTONIZZAZIONE AFFETTIVA
EARLY IMITATIONS
INTERSOGGETTIVITÀ PRIMARIA (0-9 m) EARLY IMITATIONS
INTERSOGGETTIVITÀ SECONDARIA
UNDERSTANDING INTENTIONS (comprensione delle intenzioni): è la più importante nello sviluppo della capacità di interazione e condivisione dell’esperienza con gli altri
• Caratteristiche:
– ATTENZIONE TRIADICA
– INTENZIONE, ATTENZIONE, EMOZIONE CONGIUNTA
INTERSOGGETTIVITÀ SECONDARIAUNDERSTANDING INTENTIONS
INTERSOGGETTIVITÀ SECONDARIA
ATTENZIONE CONGIUNTA
Correlati comportamentali
• Alternare lo sguardo fra oggetto e l’altra persona
• Seguire con lo sguardo le indicazioni dell’altro
• Seguire lo sguardo dell’altro
• Indicare per mostrare/chiedere “cos’è?”
• Portare un oggetto all’altro per mostrarlo, per fare
qualcosa insieme
INTERSOGGETTIVITÀ SECONDARIA
EMOZIONE CONGIUNTA
Correlati comportamentali:
• Ridere, sorridere insieme per lo stesso motivo
• Emozionarsi al comportamento dell’altro
• Adattare il proprio comportamento all’emozione
dell’altro
• Esprimere emozioni nello scambio sociale
INTERSOGGETTIVITÀ ASD
• DEFICIT ELEMENTI INTERSOGGETTIVITÀ PRIMARIA e SECONDARIA ESSENZIALI per:
– COMUNICARE
– APPRENDERE
• DIFFICOLTÀ ASD: – contatto oculare (socio-affettiva)
– fissazione del dettaglio e non dell’esperienza recettiva ed espressivo-emotiva globale (deficit coerenza centrale, deficit teoria della mente)
– memoria procedurale (deficit funzioni esecutive)
TEORIA SOCIO-AFFETTIVA
ALCUNI COMPORTAMENTI TIPICI ALUNNO ASD
• Mancanza o difficoltà di contatto oculare con i compagni, insegnanti, di point dichiarativo …
• Assente o deficitaria attenzione, emozione, intenzione congiunta nelle relazioni e attività sociali previste per la classe
• Impossibilità o difficoltà di imitare comportamenti,
• Assente o personale modalità di entrare in relazione con chi gli sta accanto
• Mancanza o difficoltà di comunicare con i gesti, le parole con i compagni, …
OBIETTIVO PRIMARIO PEI
ATTIVARE e/o INCREMENTARE:
• il contatto oculare
• l’intenzione, l’attenzione congiunta e l’emozione congiunta
NEURONI SPECCHIO
Quando osserviamo un nostro simile fare una azione si attivano, nel nostro cervello, cellule che entrano in funzione quando siamo noi stessi a compiere quel gesto. Questa prospettiva si applica non solo al mondo delle azioni ma anche alle emozioni. Questo ha messo in luce come la reciprocità che ci lega all’altro sia una condizione naturale, pre-verbale e pre-razionale.
NEURONI SPECCHIO (specchi infranti)
ALCUNI COMPORTAMENTI TIPICI ALUNNO ASD
• Difficoltà e goffaggine a imitare i comportamenti dei compagni (attività motoria, laboratori, …)
• Mancanza di empatia verso insegnanti, compagni, …
L’INTERVENTO A SCUOLA
SE … OGNI STUDENTE è una PERSONA con desideri, esigenze e aspettative che ha il DIRITTO all’EDUCAZIONE.
SE … La diversità è una caratteristica di ogni forma di vita.
ALLORA … Uno STUDENTE DISABILE è un DIVERSA PERSONA non una persona diversa che ha DIRITTO perciò, come tutti, ad unaOFFERTA FORMATIVA PERSONALIZZATA.
ALUNNI CON ASD
CAPACITA’ COGNITIVE DIVERSE
BASSO FUNZIONAMENTO
• ritardo mentale medio grave
ALTO FUNZIONAMENTO – ASPERGER
• ritardo lieve, QI normale o superiore anche con straordinarie abilità
LINEE GUIDA PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICADEGLI ALUNNI CON DISABILITA’ (MIUR 2009)
Alcuni concetti importanti
• Disabilità interconnessa ai fattori contestuali--ICF
• Formazione tutto il personale scolastico
• Clima di classe
• Corresponsabilità educativa
• Strategie e metodologie … tutoring
• Famiglia fonte preziosa di informazioni
L’INTERVENTO A SCUOLA
Numerosi sono gli approcci, ma quello più accreditato è lo PSICOEDUCATIVO perché
• Dà ruolo primario alla famiglia
• Precoce
• Intensivo
• Globale
• Utilizza tecniche di educazione strutturata
• Ha matrice e tecniche cognitivo-comportamentali
L’INTERVENTO A SCUOLA
• Si basa sulla DIAGNOSI e OSSERVAZIONE e VALUTAZIONE delle CAPACITÀ del bambino (alunno)
• Attua una PROGRAMMAZIONE CONCRETAcon un INTERVENTO PERSONALIZZATO
• Promuove il PRINCIPIO di INDIPENDENZA
• FAMIGLIA preziosa FONTE di INFORMAZIONI
• Intervento SISTEMICO e SISTEMATICO
CREARE PAIRING
PAIRING indica quel processo di reciproco riconoscimento che spesso si attua quando due dispositivi Bluetooth vengono collegati. .. (Wikipedia)
CODICE CONDIVISO AUTORIZZAZIONE
TIPOLOGIA di APPROCCIO
APPROCCIO INTERATTIVO
Partire da:
• cosa piace all’alunno
• come e dove lui ama svolgere quell’attività, gioco,
STRUTTURARE PERSONALIZZANDO lo SPAZIO, il GIOCO e il TEMPO d’INTERAZIONE
VALORIZZARE INTERESSI
• Predisporre un elenco di attività, giochi, oggetti che gli interessano
• Utilizzare gli interessi come RINFORZI per MOTIVARLO alla RELAZIONE, all’APPRENDIMENTOanche quando il farlo gli costa un grande sforzo fisico e psichico
RINFORZOOGGETTO/AZIONE/PAROLA che mi
piace tanto e mi motiva a RIPETERE un gesto, un compito, una parola … e che opera un cambiamento in me
Dal concreto all’astratto:
• commestibile
• sensoriale
• concreto
• simbolico
• dinamico
• sociale
• informazionale
TIPOLOGIE RINFORZO
QUALITÀ RINFORZO
Il RINFORZO deve essere: IMMEDIATO al comportamento desideratoPERSONALIZZATO: es. insegnare i colori ADEGUATO il più possibile all’etàDIFFERENZIATO: tanto più il compito è impegnativo
tanto è più ciò che guadagno…RICALIBRATOSOSTITUITOVARIATOSOMMINISTRATO dall’estrinseco all’intrinseco
TEORIE INGENUE - OGGI
• “Prima il DOVERE e poi il PIACERE
TEORIA SCIENTIFICA
PRINCIPI di PREMARCK
1. un organismo ha differenti preferenze per l'esecuzione di differenti comportamenti
2. un organismo eseguirà un comportamento che occupa una posizione bassa nella gerarchia per acquistare l'opportunità di eseguire un comportamento preferito
ALTERNARE ATTIVITÀ “più IMPEGNATIVE” ad ALTRE “di INTERESSE”
COMPITO EDUCATIVO SCUOLA
“GARANTIRE ad OGNI ALUNNO, soprattutto se DISABILE, la formazione di una BUONA AUTOSTIMA e di quelle COMPETENZE, che una volta adulto, lo aiuteranno a integrarsi concretamente nel tessuto sociale, come le abilità di autonomia personale e l’avviamento al lavoro”
AUTISMO e AUTONOMIE PERSONALI, Carretto, Dibattista, Scalese, 2012
OBIETTIVO PRIMARIO
AUTODETERMINAZIONE (Deci e Ryan, 1985)
Per l’uomo scegliere è motivante.
L’AMBIENTE promuove AUTODETERMINAZIONE se soddisfa e promuove i tre bisogni psicologici fondamentali:
– Competenza: insegnargli a FAR DA SOLO, dargli la possibilità di IMPARARE DAI PROPRI ERRORI
– Autonomia: incentivare le sue SCELTE
– Relazione: promuovere la COMUNICAZIONEFUNZIONALE
OBIETTIVI PRIMARI SCUOLA
TUTTI GLI ALUNNI con DISABILITÀ, NELLA MISURA LORO POSSIBILE HANNO DIRITTO A:
• MANIFESTARE e PERSEGUIRE I PROPRI INTERESSI:
– potenziare le abilità comunicative, identificare ciò che è più gradito …
– insegnargli a scegliere, a essere autonomo in un compito usufruendo anche di supporti visivi, …
• ESSERE AUTONOMI dall’altro:
– promuovere le abilità utili ad affrontare la vita adulta
La strutturazione di spazio,tempo,
attività,comunicazione,
relazione-tutoring,nei Disturbi dello Spettro Autistico
Munaro-Tonietto
SPORTELLOPROVINCIALEAUTISMOVicenza
• Il progetto di ACCOGLIENZA
• La STRUTTURAZIONE
• DELLO SPAZIO
• DEL TEMPO
• La COMUNICAZIONE EFFICACE
• La DIDATTICA PERSONALIZZATA
• Il progetto RELAZIONE - TUTORING
LE AZIONI
• Il progetto di ACCOGLIENZA
• La STRUTTURAZIONE
• DELLO SPAZIO
• DEL TEMPO
• La COMUNICAZIONE EFFICACE
• La DIDATTICA PERSONALIZZATA
• Il progetto RELAZIONE - TUTORING
LE AZIONI
IL PROGETTO DI ACCOGLIENZA
Quando si accoglie un alunno con ASD nulla deve essere lasciato al ‘caso’.La progettazione iniziale può essere semplice, a volte essenziale, ma pensata su più livelli:
CONOSCERE
INCONTRARE e OSSERVARE
PREPARARE per ACCOGLIERE
IL PROGETTO DI ACCOGLIENZA
CONOSCERE
Autismo – Autismi
Colloqui con famiglia, insegnanti della scuola di provenienza, specialisti e operatori extrascuola
Documentazione : clinica e scolastica
Le prime informazioni
Cosa devo sapere dell’alunno• E’ verbale o non verbale/come comunica
• Ha atteggiamenti di autolesionismo o aggressivi verso gli altri
• Possiede ipersensibilità (5 sensi)
• Qual è il suo livello di tolleranza sociale
Cosa può aiutare a relazionarsi con lui• Quali sono i suoi interessi
• Cosa gli piace (fare, toccare, mangiare,)
• Quali sono le sue abilità
• Ha stereotipie? Quali?
• Qual è il suo livello cognitivo
• Qual è la sua modalità di apprendimento
CONOSCERE
INCONTRAREQuando è possibile è molto importante
incontrare l’alunno:
vederlo insieme alle
figure di riferimento
che lo conoscono di più
(familiari, insegnanti, operatori,…).
Osservare come loro agiscono e si relazionano a
lui.
LA STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO
A causa delle peculiaridifficoltà di comprensionel’alunno con ASD spesso non capisce autonomamente (nemmeno attraverso una spiegazione verbale),
le indicazioni, le regole, le funzioni ‘suggerite dall’ambiente ’.
LA STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO
L’ambiente di lavoro organizzato in spazi chiaramente delimitati e riconoscibiliconsente all’alunno di sapere con precisione ciò che ci si aspetta da lui in ogni luogo e in ogni momento.
LA STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO
E’ una risposta immediata alla domanda: «Dove?»
LA STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO
Ogni cosa al suo posto un posto per ogni cosa
LA STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO
LA STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO
LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO
La percezione del tempo che passa è difficile da comprendere per l’alunno con ASD.Il prima, il dopo, tra pocosono concetti e termini temporali astratti quindi invisibili.
LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO
E’ molto importante strutturare la giornata attraverso una scansione temporale resa visibile da dispositivi opportunamente creati per informare l’alunno su ciò che sta accadendo, ciò che è accaduto e che accadrà.
LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO
Dandogli indicazioni visive relative al tempo e alla durata gli diamo importanti certezze.Tutti questi dispositivi aumentano così la prevedibilità e il controllo della situazione, mentre diminuiscono l’incertezza che è spesso causa di ansia e di comportamenti problema.
LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO (BASSO FUNAZIONAMENTO)
MARTEDI’
LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO(MEDIO FUNZIONAMENTO)
LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO(ALTO FUNZIONAMENTO)
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
7.45-8.45 ARITMETICA GRAMMATICA ARITMETICA GRAMMATICA INGLESELABORATORIO
DISCIENZE
8.45-9.45 INGLESE MUSICA SCIENZE FRANCESE MUSICA GRAMMATICA
9.45-10.40 MOTORIA TESTI TECNOLOGIA ARTE ARTE TESTI
10.55-11.55 GEOMETRIA FRANCESE STORIA TESTI STORIA MOTORIA
11.55-12.45 GEOGRAFIA RELIGIONE INGLESE GEOMETRIA GEOGRAFIA TECNOLOGIA
LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO
E’ una risposta immediata alla domande: «Quando?»«Per quanto tempo?»
LA COMUNICAZIONE EFFICACE
Nelle persone con ASD vi è una compromissione qualitativa del linguaggio e della capacità di comunicare bisogni, richieste, sentimenti.Non per questo esse non hanno la necessità di esprimere, chiedere, rispondere.
LA COMUNICAZIONE EFFICACE
I comportamenti problema sono spesso la loro risposta a non sapersi esprimere in altro modo.
LA COMUNICAZIONE EFFICACE
Anche se ogni soggetto è unico, ci sono alcune indicazioni comuni da tenere bene in mente per comunicare con bambini/ragazzi con autismo.
Se ti relazioni con un bambino/
ragazzo con ASD salutalo, parlagli,
interagisci con lui cercando il
contatto oculare
LA COMUNICAZIONE EFFICACE
LA COMUNICAZIONE EFFICACE
Nel parlargli è meglio utilizzare poche parole chiare ed aspettare con pazienza la sua risposta.
A volte può serviredare l’alternativa tra 2 risposte (sì/no; bene/male;…)
Nella comunicazione con gli altri
e per la conoscenza dell’ambiente
può utilizzare le indicazioni verbali, ma
sono
indispensabili per lui
anche quelle VISIVE,
cioè con i disegni, foto
icone al posto delle parole.
LA COMUNICAZIONE EFFICACE
HO SETE
NON USARE DA SOLO
Devo fare pipì
HO FAME SONO STANCO
Ascensore
1 2 3 4 5
GIOCARE ALCOMPUTER
Ascoltare musica Leggere
GIOCARE CON LAPALLA
AULA LAVORO
AUDITORIUMTECNOLOGIA
LABORATORIO DI INFORMATICA
AUDITORIUMAULA LAVORO
LA DIDATTICA PERSONALIZZATA
Abbiamo già visto come la didattica deve
essere personalizzata fin dal primo giorno.
Attraverso l’osservazione quotidiana ogni
insegnante e operatore potranno
conoscere l’alunno in modo sempre più
preciso per effettuare delle
proposte didattico educative «su misura».
LA DIDATTICA PERSONALIZZATA
La personalizzazione avviene
relativamente a
obiettivi
tempi di svolgimento
attività proposte
LA DIDATTICA PERSONALIZZATA
Gli obiettivi possono essere di tipo cognitivo,
linguistico, motorio-prassico, per l’autonomia….
Il programma può quindi interessare
tutte le aree di funzionamento.
Ogni obiettivo va graduato e anche le relative
attività vanno frazionate in compiti più
semplici.
Tutte le attività, anche quelle ‘più semplici’
vanno insegnate nel tavolo vis à vis.
La personalizzazione dei tempi scolastici richiede flessibilità nell’organizzazione dell’ orario scolastico dell’alunno.
OSS
DOCENTE
ORELUNEDI’ MARTEDI’ MERCOLEDI’ GIOVEDI’ VENERDI’ SABATO
1 Aritmet.In classe
Attività
strutturata
30’
+
Attività
Con palla
in palestra
10’
Inglese in
classe
Schede
(Immagin
e parola)
+
Attività
piacevole
(pongo)
Francese
In classe
Lavoro
manuale
creativo
Scienze
in classe
Schede
30’
+
Attività
piacevole
(coloritura)
Tecnologia
Lavoro
Grafico e di
manualità
fine (libretto
con foto);
attività
relative alla
autonomia
Arte
Con la
classe 40’
+
(Laborator.
di musica
strumenti
Orff)
2 Storia
In classe
lav. Strutt
sequenze
temporali
40’
Laborat. di
musica:
ascolto
15’
Tecnol.
In lab. di
informat.
Con la
classe
Attività
didattica
interattiva
Scienze
motorie
con la
classe
(Autonomia
spogliatoio)
Percorso
strutturato
20’
+
Lavoro
individualiz.
relativo alla
autonom
Storia
In classe
Attività org.
Spazio-
temporale
Fino alle
ore 40’
Aula lavoro-
riposo 5’
Attività
multimed
al
Computer
30’+
Italiano
con la classe
LA DIDATTICA PERSONALIZZATA
LA DIDATTICA PERSONALIZZATA
Anche nel caso delle proposte
didattiche la strutturazione è
fondamentale : predisporre in modo
chiaro e ‘autoevidente’ il materiale
di lavoro significa rispondere
concretamente alla domanda:
«Che cosa?»
Risolvi le seguenti
addizioni:
23 + 4 =…………..
42 + 5 =…………..
50 + 6 =………….
12 + 8 =………..
65 + 2 =………….
Le attività sono pensate su misura per l’alunno e sulle sue capacità (ciò che sa fare) e potenzialità (capacità emergenti)
LA DIDATTICA PERSONALIZZATA
PREPARARE LA TAVOLA
LA DIDATTICA PERSONALIZZATA
STATO ARTE RICERCAL’influenza dei pari
negli apprendimenti degli STUDENTI
con Disturbi dello Spettro Autistico
Stato dell’arte della ricerca scientifica
internazionale
PEER TUTORINGCONSEGUENZE POSITIVE
• Blauvelt Harper et al. 2007
– I coetanei informati su cosa e come fare contribuiscono attivamente al programma d’intervento
– I pari sono più capaci degli adulti di favorire l’autonomia e indipendenza del compagno ASD
• Bass et al. 2007
– Migliora la generalizzazione delle competenze mediante l’insegnamento in situazioni naturali
– E’ idoneo per avviare, indurre e rafforzare le interazioni sociali
PEER TUTORINGCONSEGUENZE POSITIVE
• Chan et al. 2009
– E’ una strategia logica, pratica ed economica: il numero elevato di studenti a sviluppo tipico è da valorizzare come stimolo sociale perché permette il risparmio di risorse insegnanti e operatori
• Frederickson et al. 2010
– I genitori devono dare il consenso informato all’attività di formazione e alle registrazioni video
PEER TUTORINGCONSEGUENZE POSITIVE PMI
• Campbell 2004 et al.
– Prima che inizi l’inclusione è auspicabile un informazione precisa del funzionamento del compagno che migliora la disponibilità ad accogliere il compagno ASD, ricordando che è preferibile promuovere la formazione prima che l’alunno inizi la frequenza e in ogni successiva transazione
PEER TUTORING
– APPROCCIO COMPLESSO e ARTICOLATO che IMPLICA necessariamente un’ORGANIZZAZIONE PRECISA del lavoro, la DEFINIZIONE di un OBIETTIVO PRECISO e richiede una “STRUTTURA”, per quanto FLESSIBILE e APERTA
– Coinvolge:• un TUTOR, la persona che insegna attivamente
• un TUTEE, la persona che riceve l’insegnamento
(Keith Topping 1988)
STRUTTURAZIONE RELAZIONE
PEER TUTORING
Sottende CONDOTTE PROSOCIALI ATTIVE, cioè comportamenti finalizzati a beneficiare un’altra persona.
“ … quel comportamento che, senza la ricerca di ricompense esterne, favorisce altre persone, gruppi o fini sociali ed aumenta una probabilità di generare una reciprocità positiva di qualità e solidale nelle relazioni interpersonali o sociali conseguenti, salvaguardando l'identità, la creatività e l'iniziativa dei gruppi implicati.” (Roche, 1991)
PEER TUTORINGPerché un’azione di tutoring abbia
successo è di solito necessario ABBINARE CON CURA TUTOR e TUTEE*,fissare orari frequenti e regolari per le attività da svolgere in collaborazione, fornire una formazione nelle tecniche del lavoro e eventualmente i materiali, applicare un sistema di monitoraggio e di supervisione e se necessario di valutazione (Keith Topping 1988).
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PEER TUTORING• E’ un’OCCASIONE di CRESCITA UMANA e
formativa PER TUTTI: di reciproc-Azione, di “auto-mutuo-aiuto”
• E’ SPENDIBILE per tutti gli ALUNNI con disabilità, ma ANCHE per quelli in difficoltà a SVILUPPO REGOLARE
• FAVORISCE l’ASSUNZIONE di RESPONSABILITÀ da parte del gruppo classe di accoglienza (tutor)
PEER TUTORINGAMBIENTE - SCUOLA
• INFANZIA:
– è promosso dall’ADULTO che ATTIVA intenzionalmente per l’alunno con ASD CONTESTIdi APPRENDIMENTO basati su IMITAZIONE dei PARI
PEER TUTORINGAMBIENTE - SCUOLA
• PRIMARIA, SECONDARIA 1° e 2° GRADO:
– è promosso dall’ADULTO che PIANIFICA, ORGANIZZA e MONITORA le AZIONI deiPARI per il TUTEE
La normativa italiana specifica degli ultimi annisuggerisce che per raggiungere una dimensione inclusiva nella scuola è fondamentale:
Creare un clima di classe non competitivo, attivando esperienze di apprendimento collaborativo e cooperativo
Favorire il senso di appartenenza alla classe Costruire relazioni socio-affettive positiveProgrammare situazioni di tutoring come strategia e metodologia favorente
PRESUPPOSTI TEORICI DEL TUTORING
Il coinvolgimento dei pari deve tenere in considerazione i seguenti aspetti:
l’ordine scolastico di appartenenza: la formazione è appropriata all’età degli alunni, poiché a ogni età e ad ogni contesto corrispondono relazioni estremamente diverse
le caratteristiche personali dell’alunno: dal punto di vista delle sue peculiarità individuali, con i suoi punti deboli e i suoi punti di forza e con la sua unicità di soggetto con autismo.
IL COINVOLGIMENTO DEI COMPAGNI
Le caratteristiche cognitive e comportamentali dell’alunno con autismo rendono spesso complesso l'instaurarsi di rapporti interpersonalisignificativi spontanei.
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING
Sono gli adulti di riferimento che devono facilitare e sostenere le azioni dei compagni, formandoli eaccompagnandoli nel
loro ruolo di
compagni guida o tutor.
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING
E’ una modalità, una strategia educativa articolata e organizzata con l’obiettivo di
avvicinare tra loro i pari
attivare relazioni positive e gratuite
condividere esperienze durante le quali ci possa essere un passaggio di conoscenze da un tutor (soggetto che aiuta) ad un tutee(soggetto aiutato)
Cosa s’intende per tutoring?
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING
È importante
Definire gli obiettivi
Organizzare spazi e tempi
Visualizzare i “turni” per i tutor-tutee attraverso
• FOTO
• PAROLE
• NOMI
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING
È importante
Definire gli obiettivi
Organizzare spazi e tempi
Visualizzare i “turni” per i docenti e OSS
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING
PIANO SETTIMANALE ATTIVITÀ
1D LUNEDI’ MARTEDI’ MERCOLEDI’ GIOVEDI’ VENERDI’
8:10
CLASSE
(Italiano)
Ins. Spec,
CLASSE
(Matematica)
Ins. Spec,
CLASSE
(Geometria)
O.S.S.
PALESTRA
(Scienze Motorie)
Ins. Spec,
CLASSE
(Italiano)
O.S.S.
9.00
LABORATORIO Arte
(Arte)
Ins. Spec,
CLASSE
(Scienze)
Ins. Spec,
CLASSE
(Italiano)
O.S.S.
CLASSE
(Tecnologia)
Ins. Spec,
ATTIVITA’
INDIVIDUALIZZATA
(Italiano)
ASCOLTO- tutor
O.S.S.
10.00
LABORATORIO
(Arte)
Ins. Spec,
ATTIVITA’ INDIVIDUALIZZATA
COMPUTER
matematica - tutor
Ins. Spec,
USCITA ANTICIPATA PER
INTERVENTO
LOGOPEDICO
CLASSE
(Inglese)
Ins. Spec,
CLASSE
(Musica)
Ins. Spec,
10:30BAGNO ZONA NORD femmine
O.S.S.
10:40
Proseguo attività
Ins. Spec,
Proseguo attività
Ins. Spec,
Proseguo attività
Ins. Spec,
Proseguo attività
Ins. Spec,
10:55 Ricreazione
11.10
LABORATORIO
(Informatica)
O.S.S.
ATTIVITA’ INDIVIDUALIZZATA
ASCOLTO- tutor
O.S.S.
ATTIVITA’ INDIVIDUALIZZATA
Laboratorio CUCINA - tutor
O.S.S.
CLASSE
Ins. Spec,
12.05
ATTIVITA’ INDIVIDUALIZZATA
LETTURA - tutor
O.S.S.
CLASSE
(Tecnologia)
O.S.S.
CLASSE
(Matematica)
O.S.S.
ATTIVITA’
INDIVIDUALIZZATA
GIOCO SOCIALE - tutor
Ins. Spec,
UscitaLU-ME-VE ore 13:00
MA-GIO ore 12:30
È fondamentale un continuomonitoraggio quotidiano sulla classe e sul ragazzo.
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING
Attraverso il tutoring si attiva un continuo scambio relazionale che favorisce la socializzazione e stimola l’intersoggettivitàtra l’alunno con autismo e i suoi compagni di classe, ma anche viceversa.
La prossimità e l’imitazione incoraggiano l’incremento dell’autonomia e della comunicazione da parte dell’alunno.
IL TUTORING PER IL TUTEE
I tutor devono essere incoraggiati e orientati all’utilizzo degli approcci e delle strategie migliori.
I tutor sviluppano nel tempo abilità prosociali.
Il tutoring aiuta a mantenere un generale clima collaborativo nella classe.
IL TUTORING PER IL TUTOR
La classe come risorsa….
….una risorsa per la classe.
Nel tutoring
IL TUTORING
DA insegnanti motivati A insegnanti motivati GRAZIE per l'accoglienza e la pazienza
Marialuisa TONIETTOClaudia MUNARO
UST VICENZAUfficio Interventi Educativi 0444 251106
www.autismovicenza.it