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PROVINCIA DEL MEDIO CAMPIDANO Assessorato all’Ambiente Appunti sul territorio 8 Domenico Ruiu Egidio Trainito piccola guida alla flora e alla fauna

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PROVINCIA DELMEDIOCAMPIDANO

Assessoratoall’Ambiente

Appuntisulterritorio

8Domenico RuiuEgidio Trainito

piccola

guidaalla florae alla fauna

La crescente consapevolezza dell’importanza della conservazionedella natura ha generato nuove curiosità, in particolar modo in etàscolare. Dall’esigenza di fornire nuovi strumenti e informazioniaggiornate e accessibili nasce il progetto “Appunti sul territorio”.Infatti, le azioni di sensibilizzazione ed educazione ambientale sonofinalità primarie nelle strategie, a differenti scale, di conservazionedella natura.Il progetto “Appunti sul territorio” della Provincia del MedioCampidano si prefigge di contribuire alla conoscenza degli habitatpiù rilevanti, utilizzando le specie carismatiche per far comprenderel’importanza della conservazione della Biodiversità.

L’Assessore all’Ambientedella Provincia del Medio CampidanoGiuseppe De Fanti

Questa pubblicazione rientra quale supporto didattico all’interno deiprogrammi di Educazione Ambientale del Nodo Provinciale IN.F.E.A.del Medio Campidano.

Collana “Appunti sul territorio” - Vol. 8© Provincia del Medio Campidano© per testi e immagini: D. Ruiu, E. TrainitoIdeazione: D. Ruiu, E. TrainitoGrafica: Egidio TrainitoTesti: D. Ruiu, E. TrainitoFoto: D. Ruiu, E. Trainito. La foto al centro a dx di pag 5 è di Marina Pala, lefoto di pag 11 sono di Renato Brotzu, le foto di pag 15 sono di MauroDoneddu.Coordinamento editoriale: Egidio TrainitoDicembre 2008

Appunti sul Medio Campidano

“Sono fortunati coloro che hanno imparato a vedere, fra le cose selvag-ge della natura, qualcosa da amare, qualcosa di cui meravigliarsi...”

Hugh B. Cott, 1940

La Conferenza Internazionale suAmbiente e Sviluppo di Rio de Janeiro,nel 1992, definì la biodiversità come lavariabilità fra tutti gli organismi viven-ti, inclusi quelli del sottosuolo e del-l’aria, gli ecosistemi acquatici, terrestrie marini e i complessi ecologici deiquali essi sono parte: essa comprendela diversità all'interno di specie, traspecie ed ecosistemi. Questa defi-nizione è stata adottata dalla Conven-zione delle Nazioni Unite sullaDiversità Biologica. L’Italia ha recepitosia la Convenzione di Rio de Janeiro del1992, sia la Direttiva “Habitat” dellaCommissione Europea del 1994 con irelativi allegati riguardanti gli habitat egli uccelli.Il valore della biodiversità di un deter-

minato territorio dipende dalla varietàdi ambienti che esso contiene e dal li-vello di conservazione degli equilibrinaturali all’interno di essi.Tra i compiti delle AmministrazioniProvinciali rientranomolte competenzea tutela della biodiversità. In particolarele Province sono competenti per l’indi-viduazione e la tutela di aree di partico-lare interesse naturalistico e per il con-trollo e la vigilanza della aree protetteche non siano gestite da enti autono-mi. Inoltre, le Province hanno compe-tenze di programmazione faunisticoambientale in relazione alle attivitàvenatorie, all’allevamento, alla cattura einanellamento, all’istituzione di centridi riproduzione e recupero di specie sel-vatiche.

La tutela della biodiversità

Per biodiversità si intende la diversità degli ambienti naturali edegli organismi viventi che li popolano

In alto, ungruppo difenicotteri

mentre si alzain volo dallasuperficie diuna laguna..

In basso, unafarfallaintenta

a suggereil nettaredai fiori diaglio rosa

Uccelli d’acqua

La folaga (Fulica atra) appartiene alla famiglia dei rallidi edè facilmente distinguibile per il piumaggio grigio antraci-te, il becco bianco e la placca frontale bianca. Vive semprelegata all’acqua dolce o salmastra. Nello Stagno diS.Giovanni in inverno se ne possono osservano diversecentinaia di esemplari.

Lo svasso maggiore (Podiceps cristatus) appartiene allafamiglia dei podicipediformi, uccelli caratterizzati dal collolungo e dalle zampe lobate collocate alla estremità poste-riore del corpo. E' il più grande degli svassi ed è presente,oltre che comemigratore svernante, anche con una impor-tante popolazione nidificante.

Folaga

Mestolone Airone guardabuoi

Airone cenerino Fenicottero

Svasso maggiore

Il mestolone (Anas clypeata) appartiene alla famiglia deglianatidi. Deve il nome al becco molto evidente a forma dipala. Il maschio ha il collo e la testa coloro verde cupo, ifianchi castani e il petto chiaro. La femmina è uniforme-mente grigia. E' un migratore regolare e trascorre l'inver-no negli stagni d’acqua dolce o poco salmastra.

Il guardabuoi (Bubulcus ibis) è un piccolo airone dal beccogiallo e zampe verdestre, che durante la riproduzione vira-no al rosso tenue. In Sardegna è nidificante e la sua popo-lazione è in continua espansione. Il nome deriva dall'abitu-dine di abbinarsi al bestiame al pascolo per catturare gliinsetti che gravitano intorno.

È un airone (Ardea cinerea) di grandi dimensioni con partisuperiori grigio cenere e inferiori biancastre. Becco lungo,appuntito e giallastro. E' presente tutto l'anno. In molteparti della Sardegna lo chiamavano perde zorronadas, perditempo, per la sua abitudine di osservare immobile i movi-menti delle prede (pesci, anfibi, rettili, piccoli mammiferi).

È un trampoliere (Phoenicopterus ruber) di grandi dimen-sioni, piumaggio chiaro con marcate sfumature rosa erosse, con la punta delle ali nere. Da sempre migratoresvernante, in Sardegna nidifica dal 1993. Preferisce gli sta-gni e le lagune ad alta salinità. In volo mette in risalto iforti contrasti cromatici e la silhouette slanciata.

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Ranuncolo d’acqua Tamerice

Salicornia Tifa

Cannuccia palustre Orchidea acquatica

Piante delle zone umide

La tamerice (Tamarix gallica) è un arbusto, anche a porta-mento arboreo, con tronco bruno-rossastro e rami sottili.Foglie squamiformi e verdastre. Fiori piccoli e raccolti, bian-chi o rosa pallido. Fiorisce da aprile a giugno. Molto comu-ne nelle zone umide, anche vicino al mare.

La salicornia (Arthrocnemum glaucum) è un arbusto tipicodelle zone umide salmastre. Rami molto articolati, conarticoli cilindrici e carnosi di colore rosa violaceo. Le fogliesono piccole e squamose. Fiori solo sui rami terminali apiccoli gruppi.

La tifa (Typha angustifolia) è una pianta erbacea perenne afusto eretto con foglie lineari, molto comune nelle zoneumide, stagni e canali. I fiori sono riuniti in infiorescenze diforma cilindrica, molto scuri. Fiorisce a maggio-giugno. Isemi piumosi vengono dispersi dal vento.

La cannuccia palustre (Phragmites australis) è molto comu-ne e diffusa nelle zone umide, lungo i corsi d'acqua e lecanalizzazioni. E' una pianta rizomatosa, perenne con fustieretti alti anche oltre i 2 metri. Le foglie sono lanceolate, ifiori formano una pannocchia dense ricca di piccole spigheviolacee. Fiorisce da giugno a ottobre.

L’orchidea acquatica (Orchis laxiflora è una pianta slancia-ta, anche 80 cm., con fiori vistosamente porpora-violaceimolto distanziati tra loro. Fiorisce da aprile a giugno. Lapresenza di questa orchidea è sempre legata all'acqua(zone paludose, praterie allagate, depressioni spesso inva-se dall'acqua).

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Il ranuncolo (Ranunculus aquatilis) è una pianta perennemolto comune nei ruscelli e nelle depressioni allagate,anche stagionali. Fiorisce a maggio- giugno formando dis-tese di piccoli fiori bianchi. Sono particolarmente spetta-colari le fioriture nei pauli della Giara, che vengono com-pletamente ricoperti di fiori bianchi.

Uccelli della costa

Gabbiano reale Gabbiano comune

Marangone dal ciuffo Cormorano

Piccione selvatico Falco pellegrino

È il gabbiano (Larus cachinnans) più grosso tra quelli chenidificano nel Mediterraneo. Ha iride, zampe e becco gialli.E' onnivoro, preda uova e pulcini di altre specie, ma anchedi piccoli mammiferi. La sua popolazione è cresciuta inmaniera spropositata a causa dell'abbondanza di cibo chetrova nelle discariche, che frequenta regolarmente.

Il gabbiano comune (Larus ridibundus) e molto più piccolorispetto al reale; nel periodo estivo ha un caratteristicocappuccio scuro, che schiarisce notevolmente durante l'in-verno. Olre alle zone umide, frequenta con assiduità icampi coltivati durante l'aratura per cibarsi dei lombrichi edegli insetti portati alla luce dall'aratro.

Il marangone (Phalacrocorax aristotelis) è sedentario enidificante lungo le scogliere precipiti, ha il piumaggionero ed un caratteristico ciuffo più sviluppato nel periodoriproduttivo. Pesca a grandi profondità pesci di piccole emedie dimensioni. Dopo ogni battuta di pesca asciuga ilpiumaggio stendendo le ali al vento e al sole.

Il cormorano (Phalacrocorax carbo) in Sardegna nidificasolo in piccole e isolate colonie. Ha il piumaggio scurolucente, con evidenti macchie chiare nel periodo nuziale.Pesca nelle acque basse degli stagni costieri. Sverna concontingenti molto numerosi, che possono arrecare proble-mi nelle lagune adibite a peschiera.

Il piccione selvatico (Columba livia) è il colombo più comu-ne lungo le falesie e le scogliere. Un evidente gropponebianco lo differenzia dalla più rara colombella.Nidifica nellefessure e negli anfratti ed èmolto prolifico (anche tre depo-sizioni all'anno).

E' il falcone (Falco peregrinus) tipico delle falesie dellacosta. Ha il corpo massiccio, le ali appuntite ed un piu-maggio grigio scuro sul dorso, con il petto chiaro e striato.Caccia solo uccelli al volo che abbatte con urti violentissi-mi al termine di picchiate alla velocità di anche 300 chilo-metri all'ora.

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Palma nana Euforbia arborea

Lentisco Ginepro coccolone

Posidonia Cistoseira

Piante delle zone costiere

La palma nana (Chamaerops humilis) è un importanterelitto della più calda era terziaria. Ha il fusto robusto confoglie sempre verdi, lanceolate e appuntite, disposte a ven-taglio. Infiorescenze a pannocchia. Predilige gli ambientidella costa, anche aridi e desolati.

L’euforbia arborea (Euphorbia dendroides) è un arbusto afoglie caduche, molto ramificate. Fusto robusto e rossa-stro. Conferisce una nota di colore al paesaggio virando dalverde-giallastro della fioritura (dicembre-gennaio) al gial-lo, rosso e ruggine delle foglie che appassiscono (maggio-giugno).

Il lentisco (Pistacia lentiscus) è un arbusto sempreverdemolto ramificato. Le piante vecchie assumono il porta-mento arboreo. I frutti, rossi e poi neri a maturazione, sonoappetiti da molti selvatici. In passato venivano raccolti eutilizzati per ricavarne olio sia per uso alimentare, sia comecombustibile per le lanterne.

Il ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus) è un arbusto oalbero sempre verde, con foglie aghiformi. Frutti verdi erossastri a maturità. Corteccia lamellata verticalmente,bruno scura. Il legno compatto e duro, resistente e incor-ruttibile emana un caratteristico odore ed è stato utilizza-to per diversi fini sin dai tempi remoti.

La posidonia (Posidonia oceanica è una piantamarina dota-ta di radici e di rizoma, con foglie lunghe fluttuanti. Il fruttomaturo ha la forma di un piccolo dattero. Forma vaste pra-terie, anche a bassa profondità, che contribuiscono a smor-zare le correnti proteggendo la costa dall'erosione. I suoidetriti si depositano in grandi accumuli sui litorali.

La cistoseira di riva (Cystoseira amentacea var. stricta) èun’alga bruna che forma talli arborescenti con una solidabase che aderisce alla roccia a livello di marea. È un’algaadattata a condizioni di forte idrodinamismo ed è un otti-mo indicatore di buona qualità delle acque marine. Èuna specie protetta.

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Uccelli della pianura

Pernice sarda Verdone

Saltimpalo Tortora dal collare

Merlo Cinciallegra

La pernice sarda (Alectoris barbara) in Italia è presentesolo in Sardegna, specie simbolo delle campagne aperte.Dorso marron, gola e petto grigio cenere con pettoralemarronmacchiettato, becco e zampe rossastre. Di abitudi-ni terricole si sposta prevalentemente camminando.Depone fino a 15 uova in una semplice buca sul terreno.

Il verdone (Chloris chloris) appartiene alla famiglia dei frin-gillidi. Prevalentemente sedentario, in inverno si unisce adaltre specie in migrazione. Il piumaggio è sui toni delverde, più brillante nel maschio, con evidenti macchie gial-le sulle ali. Granivoro, ha il becco conico, molto potente,. Ilcanto del maschio nel periodo nuziale è molto melodioso.

Il saltimpalo (Saxicola torquata). Nonostante le piccoledimensioni è molto vistoso per via del piumaggio scuro erossastro con chiazze chiare e per l'abitudine di stazionarein cima ai cespugli. E' comune nei pascoli cespugliati e lezone aperte. Canta spesso anche in periodo non riprodut-tivo, emettendo un verso secco ed aspro.

La tortora dal collare (Streptopelia decaocto) è una speciedi recente insediamento, localmente comune e abbondan-te, soprattutto in prossimità e all'interno di centri abitati.Si riconosce dalla tortora selvatica per il piumaggio unifor-memente grigio chiaro ed una evidente barra scura sottola nuca. Più covate all'anno con due pulcini per volta.

Il merlo (Turdus merula) è molto comune sia in campagnache nelle periferie urbane, dove nidifica regolarmente neigiardini. Facilmente riconoscibile per il piumaggio scurodegli adulti. Il maschio nel periodo nuziale è nero lucentecon il becco giallo vistoso ed emette un canto molto melo-dioso. Si nutre di bacche, frutti, insetti e lombrichi.

La cinciallegra (Parus major) è la più grossa delle cince,facilmente riconoscibile per il petto giallo negli adulti,testa e fascia pettorale nera. Preferisce gli ambienti albe-rati, sia in campagna che negli abitati. Una curiosità: è unodei pochi insettivori che si nutre regolarmente dei bruchidella processionaria.

Scornabecco Cisto rosa

Orchide papilionacea Ferula

Asfodelo Perastro

Piante della pianura

Lo scornabecco (Cistus salvifolius) è un arbusto anche di unmetro di altezza, molto ramificato con rami contorti epelosi. Foglie ovali pelose. Fiori bianchi, grandi. Insieme adaltri cisti ricopre pendii e pianure. Parzialmente brucato dacapre e pecore.

Il cisto rosa o rosola (Cistus incanus) è un arbusto ramoso,con foglie ovali pelose. Fioritura da marzo a giugno, petalicolor rosa intenso. Diffuso abbondantemente dal livellodel mare alla montagna. Il legno è comunemente utilizza-to come efficace esca per accendere il fuoco.

Chiamata anche cipressino (Orchis papilionacea) è un’or-chidea molto comune, fiorisce da marzo a giugno con fiorimolto vistosi di color porpora forte con nervature scure.Haanche una variante con fiori più grandi e con venature,chiamata Orchis papilionacea grandiflora.

La ferula (Ferula communis) è una pianta alta sino a 3metri, robusta e ramificata nella parte terminale. Fiori gial-li, molto vistosi, raggruppati in ombrelli. Abbondante negliincolti e nei pascoli. Può arrecare grave danno al bestiamese ingerita in grande quantità. Sulla ferula cresce un fungoparassita molto apprezzato (Pleurotus eryngii var.ferulae).

L’asfodelo (Asphodelus microcarpus) è una pianta perenne,fusto alto anche oltre un metro. Infiorescenze piramidalicon numerosi fiori bianchi. Diffuso nei terreni incolti, mag-giormente nelle aree degradate.

Il perastro (Pyrus amygdaliformis) è un arbusto o albero afoglie caduche, caratterizzante del paesaggio. Fiori bianchi,frutti globosi marron-scuro a maturazione, molto graditidal bestiame e da numerosi animali selvatici. Il legno colorbruno-rossastro, di buona lavorazione, è stato sempre uti-lizzato per lavori di intarsio

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Uccelli rapaci

Gheppio Poiana

Falco di palude Sparviero

Aquila del Bonelli Aquila reale

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Piccolo falco (Falco tinnunculus) bruno rossiccio; il maschioha la testa color cenere. Comune anche vicino agli abitati.Cattura insetti, piccoli rettili e micro mammiferi. Cacciaprevalentemente facendo lo “spirito santo”, cioè stando inimmobile, con ali e coda spalancate, per individuare leprede su cui si lascia cadere a foglia morta.

Rapace (Buteo buteo) di medie dimensione dal piumaggiobruno scuro sul dorso. Il colore del petto è molto variabile,sempre comunque con macchie scure. Caccia all'aspettostando immobile su qualche posatoio o facendo lo “spiritosanto”. Cattura rettili anche di grosse dimensioni, piccolimammiferi e nidiacei di altre specie.

Il falco di palude (Circus aeruginosus) appartiene alla fami-glia delle albanelle, rapaci tipici degli spazi aperti e dellezone palustri. Il falco di palude è presente sia come migra-tore che come nidificante. Il maschio ha un bel piumaggioscuro e grigio-cenere, la femmina è scura con macchiedorate sulla nuca e sulla gola.

E' il rapace (Accipiter nisus) del bosco. La femmina è moltopiù grossa del maschio, dorso castano e petto chiaro congocce scure. Il maschio ha vistose macchie ruggine sullagola e sul petto. Le ali larghe e la coda lunga consentonoallo sparviero un volo agile e veloce, caratteristica indi-spensabile per catturare piccoli uccelli dentro il bosco.

L’aquila del Bonelli (Hieraetus fasciatus) è uno dei rapaci piùrari d'Europa. Dorso marron con groppone bianco, pettochiaro picchettato, coda lunga con evidente fascia nera. E'un cacciatore efficace e cattura le prede sia a terra che involo. Sicuramente nidificante nell'area in passato,mancanoavvistamenti recenti che ne confermino la presenza.

L’aquila reale (Aquila chrysaetus) ha grandi dimensioni,piumaggio scuro con la nuca e il collo dorati, struttura pos-sente. E' il predatore per eccellenza e cattura prede anchedi grandi dimensioni (volpi, porcastri di cinghiale, giovanidi cervo e di muflone). Sicuramente nidificante in zona,alleva generalmente un solo pulcino all'anno.

Pleurotus eryngii Entoloma sinuatum

Boletus aereus Acrocybe cilindracea

Gyrophragmium dunalii Leccinum corsicum

Funghi

Nelle diverse lingue della Sardegna è conosciuto come“fungo di carne”. Abbondante e diffuso, cresce sulle radicidei cardi negli incolti e nei pascoli. Cappello di colore varia-bile sino al bruno scuro, carne bianca, soda con forte odorefungino. Di qualità eccellente è il fungo più apprezzato daisardi.

E' un fungomolto bello e appariscente, diffuso in autunnonei boschi di latifoglie. Capello grigio e biancastro, carnebianca con forte odore di farina. E' velenoso e può causaredisturbi gravi. In Francia è conosciuto come“le perfide”perl'aspetto allettante che può indurre alla raccolta e al con-sumo.

Un porcino eccellente, color bruno scuro, bronzeo, carnebianca, soda, fortemente odorosa e di gradevole gusto.Nelle annata di giusta piovosità è abbondante nei boschi dileccio, sia nel periodo estivo che autunnale. E' una speciemolto ricercata, di importanza economica locale in quantocommercializzato sia essiccato che invasato sott’olio.

Comunemente conosciuto come “piopparello”, cresce siasu ceppaie che come parassita sui pioppi vivi dopo pioggeabbondanti, sia in primavera che in autunno. La carne èbianca di gradevole odore e di buona qualità. In Sardegna,sconosciuto ai più, viene raccolto dagli estimatori chesanno apprezzare la sua qualità.

E' il fungo delle dune,molto comune dalla primavera all’in-verno sulle sabbie vicino al mare. Ha il cappello circolare edil gambo ricoperto diverse cinture anellari. Di nessun inte-resse gastronomico, conferma la notevole biodiversità degliambienti dunali ricchi di specie particolari.

Conosciuto come “il fungo del cisto” ha il capello brunoscuro e la carne compatta e giallastra che vira al rosa dopoil taglio. Molto comune nel periodo autunnale e invernalenelle località dove abbonda il cisto. E' un fungo commesti-bile, localmente anche molto apprezzato.

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Mammiferi

Donnola Martora

Volpe Riccio

Cinghiale Daino

La donnola (Mustela nivalis) ha corpo allungato e snellobruno scuro con petto bianco. Agile e irrequieta perlustra ilterritorio di caccia controllando ogni pertugio, con prefe-renza nelle ore crepuscolari. Caccia roditori, rettili, anfibi,piccoli uccelli. Aggressiva e determinata a volte catturaprede di dimensioni maggiori della sua.

La martora (Martes martes) è di dimensioni maggioririspetto alla donnola, ha la pelliccia marron scura con pet-torale giallo negli adulti. Arboricola, sul terreno si trova adisagio e procede a balzi. Fa razzia di uova e pulcini e cat-tura roditori, conigli e giovani di lepre. E' ghiotta di frutta,che prende dagli alberi, e, all'occasione, di miele.

La volpe (Vulpes vulpes) è l'unico canide selvatico presentein Sardegna. Corpo snello con muso affilato e orecchie apunta. Coda lunga e vaporosa. E' diffusa in ogni tipo diambiente, grazie all'eccezionale adattabilità che le con-sente di sfruttare ogni genere di alimento. Quando il ciboè abbondante riesce ad allevare anche 5 cuccioli.

Il riccio (Erinaceus europaeus) ha il corpo ricoperto da acu-lei pungenti, salvo il ventre. E' prevalentemente insettivoro,pur non disdegnando carne, ortaggi e frutta. Si difenderinchiudendosi a palla con gli aculei eretti. Preferisce glispazi aperti e ha abitudini notturne. Subisce gravi perditea causa degli investimenti stradali.

Il cinghiale (Sus scrofa) è un suide selvatico dal corpo tozzoricoperto da peli e setole robuste. E' attualmente uno deiselvatici più diffusi in Sardegna, nonostante sia oggetto dicaccia e bracconaggio per tutto l'anno. Deve la sua fortunaa rusticità, resistenza, prolificità e adattabilità ad ogni risor-sa alimentare.

Il daino (Dama dama) è un cervide con le corna palmate eil manto pomellato. In Sardegna è estinto allo stato natu-rale dalla seconda metà del secolo scorso. Attualmente èpresente in diverse località in seguito a successive reintro-duzioni. Una popolazione di un centinaio di esemplari viveall'interno del poligono militare di Capo Frasca.

Leccio Sughera

Corbezzolo Fillirea

Ipocisto Erica arborea

Piante del bosco

Il leccio (Quercus ilex) è albero con foglie coriacee e chio-ma densa verde scuro. Il tronco può raggiungere anche 30m di altezza e superare 2 m di diametro. Le ghiande sonoappetite dal bestiame e da molti animali selvatici; l'uomole utilizzava per ricavarne un surrogato del caffè e anchecome cibo cotto o torrefatto

La sughera (Quercus suber) è albero sempreverde con cor-teccia molto spessa e screpolata (sughero). Le ghiandesono ovali e allungate, gradite al bestiame. L'utilizzo delsughero per svariati usi è conosciuto sin da epoche anti-che. La prima estrazione viene effettuata quando la piantaha almeno 15 anni e in seguito viene ripetuta ogni 10-12.

Il corbezzolo (Arbutus unedo) è un arbusto, anche a porta-mento arboreo, sempreverde, con corteccia rossastra e sol-cata. Foglie verdi lucide e lanceolate, fiori a grappoli bian-chi e rosati. Frutti tondeggianti gialli, rossi a maturazione,di gradevole gusto. Pianta caratteristica della macchiamediterranea. E' mellifera e se ne ricava miele amaro.

La fillirea (Phillyrea latifolia) è un arbusto o piccolo alberosempreverde con foglie dentellate,molto gradite al bestia-me. I frutti, globosi e bluastri a maturità, sono ricercati dadiverse specie di uccelli. Il legno, duro e compatto, èapprezzato come legna da ardere, eccellente per i tradizio-nali forni familiari.

L’ipocisto (Cytinus ruber) è una pianta parassita delle radi-ci del cisto. Ha le foglie carnose, di colore rosso vivo e i fiorigiallo rosato. Fiorisce da aprile in poi e può formare dei veritappeti alla base del cisteto.

L’erica arborea (Erica arborea) è un arbusto sempreverde,può raggiungere anche 5/7 mt di altezza. Fiori bianco rosa-ti, di gradevole profumo. Legno rossastro, pesante e facil-mente spezzabile. E' un ottimo combustibile e veniva uti-lizzato per la produzione di un carbone a forte potere calo-rifero.

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Rettili e anfibi

Geco verrucoso Lucertola di Bedriaga

Algiroide nano

Rospo smeraldino

Lucertola campestre

Biacco

Il geco verrucoso (Hemidactylus turcicus) è specie ampia-mente diffusa in Sardegna. Specie di aree litoranee calde,ha abitudini notturne ma può essere attivo anche di gior-no. Lungo fino a circa 10 cm è un eccellente arrampicatore.Emette un grido lamentoso.

La lucertola di Bedriaga (Archaeolacerta bedriagae) è unaspecie esclusiva di Sardegna e Corsica: ha il corpo lungocirca 8 cm con la coda lunga circa il doppio. È una specietendenzialmente montana, ma si rinviene anche lungo lacosta. Ha il corpo appiattito verdastro o brunastro con reti-colatura chiara.

L’algiroide nano (Algyroides fitzingeri) è una specie esclusi-va di Sardegna e Corsica: ha il corpo lungo circa 4 cm conla coda lunga circa il doppio. È una specie dalle abitudinischive, difficile da osservare. La colorazione è in generescura sui toni del marrone, mentre le parti inferiori deimaschi possono essere giallastre o arancioni.

La lucertola campestre (Podarcis sicula) è una specie adampia diffusione mediterranea, ma vi sono popolazionianche in Portogallo e nel Nord America. In Sardegna alcu-ni autori considerano la sottospecie Podarcis sicula cettii.Attiva da febbraio a novembre, ma in condizioni di beltempo si può osservare anche negli altri mesi.

Il biacco (Hierophis viridiflavus) è una specie terricola ediurna. È il serpente più comune in Sardegna: può rag-giungere 2 metri di lunghezza. Veloce e agile cacciatore èestremamente aggressivo se catturato. Si ciba di lucertole,piccoli mammiferi, ma preda anche nidiacei di uccelli, altriserpenti e rane.

Il rospo smeraldino (Bufo viridis) è una specie principal-mente notturna,ma può essere attivo anche di giorno. Puòarrivare a 10 cm di lunghezza; le femmine sono più grandidei maschi. Ha una livrea inconfondibile con ampie mac-chie verdi spesso bordate di scuro. Spesso canta in gruppoemettendo un trillo. Si ciba di insetti.

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La sottospecie è endemica di Sardegna e Corsica. E' dellafamiglia Chrysomelidae. Lunga 7-10 mm, si ciba di piantee si trova solo nei mesi da maggio a luglio.

Della famigliaMeloidae, è stato introdotto in Sardegna nel1946 per la lotta biologica alle locustre, in quanto la larvasi nutre delle loro uova. L'adulto invece frequenta i fiori peril polline.

È una limaccia, cioè un mollusco polmonato privo dellaconchiglia. È distribuita solo in alcune isole Mediterranee,in particolare Sicilia, Elba, Malta e Sardegna

Chiamata volgarmente pavone, ha ampia diffusione intutta la regione paleartica: in Sardegna non è comune. Ibruchi mangiano le ortiche, l'adulto non si vede quasi maiprima di luglio.

Lehmannia melitensis Cantareus apertus

Argiope lobata Inachis io

Lachnaia italica occidentalis Mylabris variabilis

Invertebrati

Mollusco polmonato della famiglia delle Helicidae, èapprezzatissima in Sardegna dal punto di vista alimen-tare. Nel campidanese è chiamata tappada. E' visibilesolo dopo le piogge, altrimenti vive infossata nel terrenosoffice.

È uno dei ragni più grossi che si possono trovare inSardegna: il solo corpo può arrivare sino a 2,5 cm. Anche leragnatele sono talvolta di dimensioni notevoli. Specie cir-cummediterranea, vive in Africa del Nord, Europa meridio-nale e Medio Oriente.

OSSERVARE E RISPETTARE10 regole d’oro

1. La biodiversità o diversità delle forme bio-logiche è patrimonio del pianeta e deveessere conservata in quanto tale.2. Il benessere umano e la qualità della vitasono obiettivi prioritari che non possonoprescindere dal benessere dell’intero piane-ta e dalla conservazione della biodiversità.3. La natura, della quale fa pienamenteparte l’uomo, deve essere “tutelata” dallasua azione, perché egli ha la capacità didanneggiare, alterare e distruggere l’am-biente, le sue risorse e i suoi equilibri, ren-dendolo più povero e inospitale per sé e perle altre specie di viventi.4. Rispetta l’ambiente, la gente che ci vive e icoltivi: non dimenticare che i sentieri spessoaffiancano o attraversano proprietà private;ricordati di richiudere sempre i cancelli.5. Raccogli sempre i tuoi rifiuti, senza maiabbandonarli lungo il percorso, né tanto

meno nasconderli o appendere sacchetti diplastica agli alberi.6. Evita rumori molesti e schiamazzi,soprattutto quando ti muovi in ambientinaturali dove la presenza dell’uomo è occa-sionale.7. Non accendere fuochi e segnala pronta-mente eventuali incendi .8. Evita di danneggiare le piante e non rac-cogliere mai la flora protetta; non rac-cogliere né danneggiare i funghi che nonconosci e quelli velenosi.9. Se incontri animali selvatici, nonmolestarli e non dare loro cibo. Non soffer-marti in prossimità di tane e nidi, non farvolare gli uccelli in cova.10. Se incontri situazioni di degrado del-l’ambiente o di minaccia a specie animali ovegetali, segnalale agli organismi compe-tenti.

Provincia del Medio CampidanoAssessorato all’Ambiente

Via Paganini 22, 09025 Sanluri Tel. 0709356400 fax 0709356494www.provincia.mediocampidano.it

ARBUS

GONNOSFANADIGA

GUSPINIPABILLONIS

SANLURI

SAMASSI

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FURTEISEGARIU

SARDARA

GONNOSFANADIGA

VILLACIDRO

S.GAVINOMONREALE

COLLINASLUNAMATRONA

VILLAMAR

SIDDI

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PAULIARBAREIVILLANOVAFRANCA

USSARAMANNATURRI

LAS PLASSASBARUMINITUILI

GESTURISETZU

GENURI