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Provincia di Ravenna Piazza dei Caduti per la Libertà, 2 / 4 Provvedimento n. 391 Proponente: AMBIENTE E SUOLO Classificazione: 09-12 2006/62/0 del 10/09/2009 Oggetto: D.LGS 59/05 - L.R. 21/04 - MODIFICA NON SOSTANZIALE DELL'AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE N.684 DEL 22/10/2007 RILASCIATA ALLA DITTA CONSORZIO AGRARIO DI RAVENNA SOC. COOP. ARL PER L'IMPIANTO IPPC ESISTENTE DI TRATTAMENTO E TRASFORMAZIONE DI PRODOTTI DESTINATI ALLA FABBRICAZIONE DI PRODOTTI ALIMENTARI A PARTIRE DA MATERIE PRIME VEGETALI - (PUNTO 6.4 B2 DELL'ALL. I D.LGS 59/05) SITO IN COMUNE DI RAVENNA, VIA CLASSICANA, N.75 SETTORE AMBIENTE E SUOLO IL DIRIGENTE VISTO il provvedimento n.684 del 22/10/2007 con il quale é stata rilasciata l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) al sig. Cimatti Massimo in qualità di gestore della Ditta Consorzio Agrario di Ravenna Soc. Coop. arl, - avente sede legale e impianto in Comune di Ravenna, Via Classicana , n.75, ai sensi dell'art. 7, della Legge Regionale n. 21/2004 per l’impianto esistente di trattamento e trasformazione di prodotti destinati alla fabbricazione di prodotti alimentari a partire da materie prime vegetali - (Punto 6.4 B2 dell’All. I D.Lgs 59/05); RICHIAMATO il decreto legislativo 18 Febbraio 2005, n. 59 “Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento”; RICHIAMATI in particolare gli articoli: art. 3 “Principi generali dell’autorizzazione integrata ambientale”, art. 4 “Individuazione e utilizzo delle migliori tecniche disponibili”, art. 5 “Procedure ai fini del rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale”, art. 7 “Condizioni dell’autorizzazione integrata ambientale”, che disciplinano le condizioni per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (successivamente indicata con AIA), art.9 “Rinnovo e riesame”; VISTA la Legge Regionale n. 21 del 11 ottobre 2004 che attribuisce alle Province le funzioni amministrative relative al rilascio di AIA; RICHIAMATO il decreto legislativo 18 Febbraio 2005, n. 59 “Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento”; RICHIAMATI in particolare l’art.2 “Definizioni” e l’art.10 “Modifica degli impianti o variazione del gestore” del Decreto Legislativo n.59/2005; VISTA la Legge Regionale n. 21 del 11 ottobre 2004 che attribuisce alle Province le funzioni amministrative relative al rilascio di AIA; RICHIAMATA la circolare regionale del 01/08/2008 PG/2008/187404 avente per oggetto “Prevenzione e riduzione dell’inquinamento (IPPC) – Indicazioni per la gestione delle Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate ai sensi del D.Lgs 59/05 e della L.R. n. 21/04”, la quale fornisce gli strumenti per individuare le modifiche sostanziali e le modifiche non sostanziali delle AIA; VISTA l’istanza inoltrata dal Consorzio Agrario di Ravenna Soc. Coop. arl, avente sede legale e impianto in Comune di Ravenna, Via Classicana , n.75, in data 29/05/2009 e acquisita al

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Provincia di Ravenna Piazza dei Caduti per la Libertà, 2 / 4

Provvedimento n. 391 Proponente: AMBIENTE E SUOLO Classificazione: 09-12 2006/62/0

del 10/09/2009

Oggetto: D.LGS 59/05 - L.R. 21/04 - MODIFICA NON SOSTANZIALE DELL'AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE N.684 DEL 22/10/2007 RILASCIATA ALLA DITTA CONSORZIO AGRARIO DI RAVENNA SOC. COOP. ARL PER L'IMPIANTO IPPC ESISTENTE DI TRATTAMENTO E TRASFORMAZIONE DI PRODOTTI DESTINATI ALLA FABBRICAZIONE DI PRODOTTI ALIMENTARI A PARTIRE DA MATERIE PRIME VEGETALI - (PUNTO 6.4 B2 DELL'ALL. I D.LGS 59/05) SITO IN COMUNE DI RAVENNA, VIA CLASSICANA, N.75

SETTORE AMBIENTE E SUOLO

IL DIRIGENTE

VISTO il provvedimento n.684 del 22/10/2007 con il quale é stata rilasciata l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) al sig. Cimatti Massimo in qualità di gestore della Ditta Consorzio Agrario di Ravenna Soc. Coop. arl, - avente sede legale e impianto in Comune di Ravenna, Via Classicana , n.75, ai sensi dell'art. 7, della Legge Regionale n. 21/2004 per l’impianto esistente di trattamento e trasformazione di prodotti destinati alla fabbricazione di prodotti alimentari a partire da materie prime vegetali - (Punto 6.4 B2 dell’All. I D.Lgs 59/05);

RICHIAMATO il decreto legislativo 18 Febbraio 2005, n. 59 “Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento”;

RICHIAMATI in particolare gli articoli: art. 3 “Principi generali dell’autorizzazione integrata ambientale”, art. 4 “Individuazione e utilizzo delle migliori tecniche disponibili”, art. 5 “Procedure ai fini del rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale”, art. 7 “Condizioni dell’autorizzazione integrata ambientale”, che disciplinano le condizioni per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (successivamente indicata con AIA), art.9 “Rinnovo e riesame”;

VISTA la Legge Regionale n. 21 del 11 ottobre 2004 che attribuisce alle Province le funzioni amministrative relative al rilascio di AIA;

RICHIAMATO il decreto legislativo 18 Febbraio 2005, n. 59 “Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento”;

RICHIAMATI in particolare l’art.2 “Definizioni” e l’art.10 “Modifica degli impianti o variazione del gestore” del Decreto Legislativo n.59/2005;

VISTA la Legge Regionale n. 21 del 11 ottobre 2004 che attribuisce alle Province le funzioni amministrative relative al rilascio di AIA;

RICHIAMATA la circolare regionale del 01/08/2008 PG/2008/187404 avente per oggetto “Prevenzione e riduzione dell’inquinamento (IPPC) – Indicazioni per la gestione delle Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate ai sensi del D.Lgs 59/05 e della L.R. n. 21/04”, la quale fornisce gli strumenti per individuare le modifiche sostanziali e le modifiche non sostanziali delle AIA;

VISTA l’istanza inoltrata dal Consorzio Agrario di Ravenna Soc. Coop. arl, avente sede legale e impianto in Comune di Ravenna, Via Classicana , n.75, in data 29/05/2009 e acquisita al

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protocollo di questa Provincia con n. PG . 53566/2009, con la quale si richiede la modifica non sostanziale dell’AIA n.684 del 22/10/2007 relativamente all’assetto delle emissioni in atmosfera;

Dato atto che sulla base degli elementi e delle valutazioni e pareri sopracitati, l’impianto risponde alla condizioni minime di soddisfacimento dei principi della norma IPPC, salvo che la presente AIA sarà oggetto di riesame nei casi previsti all’art.9 - comma 4), del Decreto Legislativo n.59/2005 oltre alle modifiche sostanziali e alle verifiche sul Piano di Monitoraggio e controllo;

Dato atto altresì che la Ditta Consorzio Agrario di Ravenna Soc. Coop. arl non risulta registrata ai sensi del Regolamento (CE n.761/2001-EMAS), per cui, ai sensi dell’art.9 comma 3) del Dlgs n.59/05, la presente AIA ha validità di anni 5 (cinque) e precisamente al 21/10/2012.

SI informa che ai sensi dell’art. 13 del DLgs n.196/2003 il titolare dei dati personali è la Provincia di Ravenna, con sede in Piazza dei Caduti, n.2/4 e che il Responsabile del trattamento dei medesimi dati è il Dirigente del Settore Ambiente e Suolo – Dott. Stenio Naldi.

VISTO l’art.107, 5° comma del Decreto Legislativo 18 Agosto 2000, n.267;

VISTO l'art.4, comma 8, del regolamento di attribuzioni di competenze al Presidente della Provincia, alla Giunta Provinciale, ai Dirigenti e al Segretario Generale che stabilisce che: ...

"Ai dirigenti competono, in generale, nell'esercizio delle attribuzioni di competenza: il rilascio, la sospensione, la revoca, la riforma, le modifiche delle licenze, delle autorizzazioni e delle concessioni previste dalle leggi statali, regionali, dallo statuto e dai regolamenti";

SU proposta del Responsabile del procedimento:

DISPONE

1. Di considerare le modifiche proposte:

a. Modifica dell’assetto delle emissioni in atmosfera;

come MODIFICHE NON SOSTANZIALI dell’AIA;

2. di aggiornare l'Autorizzazione Integrata Ambientale, rilasciata ai sensi dell’art 10 della LR 21/04 alla Ditta Consorzio Agrario di Ravenna Soc. Coop. arl, avente sede legale e impianto in Comune di Ravenna, Via Classicana, n.75, relativamente all’assetto delle emissioni in atmosfera;

3. di subordinare la validità della presente AIA, con le relative condizioni e prescrizioni di cui agli allegati parte integrante del presente provvedimento, al rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni:

a. ai sensi di quanto previsto all’art. 5, commi 2 e 3 della L.R. n. 21/04 e all’art. 5, comma 14, del D.Lgs. n. 59/05, fatta salva la normativa di cui alla direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose e le disposizioni previste dalla relativa normativa nazionale di attuazione di cui al D.Lgs. n. 334/99 e s.m.i., il presente provvedimento sostituisce

l’Autorizzazione Integrata Ambientale AIA n. 684 del 22/10/2007.

4. l’impianto dovrà essere condotto con le modalità tecniche e prescrizioni e condizioni previste nel presente atto e nelle autorizzazioni settoriali sopracitate al punto 1) e riprese nell’ allegato “Condizioni dell’AIA”;

5. il presente provvedimento è comunque soggetto a riesame nei casi di seguito indicati:

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qualora si verifichi una delle condizioni previste dall’articolo 9, comma 4 del D.Lgs. 59/05 ;

qualora si verifichino modifiche sostanziali sull’assetto dell’impianto rispetto alle condizioni indicate nella domanda per l’impianto esistente;

sulla base del quadro informativo ottenuto a seguito dell’esame dei dati del piano di monitoraggio e controllo;

6. nel caso in cui intervengano variazioni nella titolarità della gestione dell’impianto, il vecchio gestore e il nuovo gestore ne danno comunicazione entro 30 giorni alla Provincia di Ravenna anche nelle forme dell’autocertificazione;

7. in caso di modifica degli impianti il gestore comunica alla Provincia di Ravenna, al Servizio Territoriale ARPA – Distretto di Ravenna ed al Comune di Ravenna, le modifiche progettate dell'impianto. Tali modifiche saranno valutate ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 59/05;

8. Il gestore è tenuto a presentare eventuale CONGUAGLIO alle spese istruttorie già versate così come previsto dalla Delibera di Giunta Regionale 11 Aprile 2005, n. 667 “Modalità per la determinazione da parte delle Province degli anticipi delle spese istruttorie per il rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)”, sostituita dalla Delibera di Giunta Regionale n. 1913 del 17/11/2008 “Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento (IPPC) – Recepimento del tariffario nazionale da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal D.Lgs. n. 59/2005” recante integrazioni e adeguamenti ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 9 del DM 24 aprile 2008, come corretta ed integrata dalla Delibera di Giunta Regionale n. 155 del 16/02/2009;

9. Di mantenere inalterata la scadenza dell’AIA al 21/10/2012 come indicato nel provvedimento n.684 del 22/10/2007;

Per il rinnovo della presente autorizzazione almeno sei mesi prima della scadenza il gestore deve inviare a questa Provincia una domanda, corredata da una relazione contenente un aggiornamento delle informazioni di cui all'articolo 5, comma 1 del D.Lgs. 59/05. Fino alla pronuncia in merito al rinnovo dell'autorità competente, il gestore continua l'attività sulla base della precedente autorizzazione integrata ambientale.

Il monitoraggio e il controllo delle condizioni dell’AIA sono esercitate dalla Provincia di Ravenna, ai sensi dell’art. 11 del D.Lgs. 59/05, avvalendosi del supporto tecnico, scientifico e analitico dell’ARPA, al fine di verificare la conformità dell’impianto alle condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione.

La Provincia, ove rilevi situazioni di non conformità alle condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione, procederà secondo quanto stabilito nell’atto stesso o nelle disposizioni previste dalla vigente normativa nazionale e regionale.

IL DIRIGENTE DEL SETTORE

DOTT.STENIO NALDI

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ALLEGATO

ALLEGATO A - SEZIONE INFORMATIVA

A1 - INFORMAZIONI SULL’IMPIANTO

L’attività della Ditta Consorzio Agrario di Ravenna consiste nel ricevimento della materia prima tramite autocarri e fossa di scarico, stoccaggio in silos o magazzini, macinazione, miscelazione, pellettizzazione e confezionamento in sacchi di carta e carico di prodotti finiti sfusi o confezionati. I camion in ingresso con sementi da lavorare, scaricano nelle fosse di scarico. Dalle due fosse di scarico il materiale tramite elevatori a tazze, attraverso 3 redler, viene stoccato nei sili. Dai sili il materiale viene fatto scendere nei bilancioni (piano terra) per il dosaggio: dalle bilance un altro elevatore a tazze riporta al 5° piano il materiale da lavorare. Tale elevatore è sotto aspirazione che genera un emissione in atmosfera e scarica il materiale pesato in due serbatoi (impianto A o B), da cui si comincia la lavorazione dei cereali con setacciatura, macinazione e trasporto per la destinazione finale. Il sistema è interamente sotto aspirazione (aspirazione generale A e B, E6, E13 ed E15), con l’esclusione del trasporto finale ai silos di destinazione, il cui sfiato non genera emissione in atmosfera ma avviene all’interno della stessa linea. Il controllo di tutti gli impianti avviene tramite quadro sinottico nella sala comandi del primo piano.

Materie prime utilizzate

Le materie prime utilizzate per la produzione di mangimi sono essenzialmente cereali, che compongono la base dei prodotti, con l’aggiunta di additivi che possono essere di tipo energetico (grassi, proteine) o di tipo medicale. L’approvvigionamento delle materie prime avviene tramite autotreni, nonostante si sia in area portuale: questo è dovuto al fatto che lo stabilimento non ha accessi diretti verso la banchina e buona parte delle materie prime proviene dalle province di Ravenna, Forlì – Cesena e Ferrara. La soia invece giunge via nave e effettua via autocarro solamente le ultime centinaia di metri.

FASI DI LAVORAZIONE

Estrusione

L’estrusione avviene comprimendo il prodotto tramite una coclea, in una piccola camera posta in testa all’estrusore (emissione E8, cuocitori estrusi), da dove il prodotto stesso esce attraverso i fori calibrati (boccole intercambiabili a seconda del tipo di materiale da estrudere), dopo essere stato riscaldato tramite iniezione diretta di vapore, per aumentare sia la fluidità che la temperatura. Per aumentare ulteriormente la fluidità, si aggiunge anche una piccola quantità di acqua, essendo quest’ultima molto indicata per rendere più compatto il prodotto finito. Le temperature di esercizio variano da 135°C a 165°C. Il vapore è iniettato in tre punti distinti. L’afflusso di vapore è regolato manualmente. La temperatura è rilevata attraverso display. La fase di estrusione dura circa 30 secondi. Il prodotto estruso si presenta caldo e umido (ca. 27%). Terminata l’estrusione si avvia automaticamente l’essiccazione del prodotto mediante aspirazione di aria calda e riduzione del tasso di umidità (emissione E10, raffreddamento estrusi). A fine processo l’umidità del prodotto è circa 13%. Tale valore è idoneo per una buona conservazione. Durante questa fase si ha un abbattimento della carica batterica e mimetica totale dovuto alle elevate temperature.

Cubettatura

Dalle fariniere in cui è stoccato il prodotto miscelato si passa alle 3 cubettatrici. Durante la fase di cubettatura il prodotto è riscaldato ad una temperatura di 60 – 80 °C per mezzo di una corrente di vapore per un tempo, che varia a seconda del prodotto, di 40 secondi circa.

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Terminata la cubettatura il prodotto caldo e umido passa attraverso il raffreddatore nel quale avviene l’aspirazione dell’aria calda e la riduzione del tasso di umidità (emissione E7) Terminato il raffreddamento il prodotto cubettato ha una temperatura ambiente ed un tasso di umidità di circa il 13%. Il controllo del corretto funzionamento delle cubettatrici si effettua mediante analisi di verifica sul prodotto cubettato. Le analisi consistono nella misurazione del tasso di umidità e nell’analisi della durabilità (capacità del prodotto di produrre polvere – farina quando si rompe). La misurazione dell’umidità è eseguita almeno una volta al giorno. Se si riscontrano valori di umidità non idonei si procede ad un nuovo ciclo di raffreddamento e all’individuazione della causa (pulizia aspiratori, manutenzione raffreddatore).

Gestione ed utilizzo additivi

Gli additivi utilizzati per la produzione di mangimi sono fondamentalmente di due tipi: 1. medicati (premiacele medicamentose) per la produzione di mangimi medicamentosi; 2. Additivi per la produzione di mangimi completi e complementari;

I medicati vengono ricevuti in sacchi e stoccati in via preliminare in un’area definita e recintata al piano terra; successivamente vengono trasportati tramite elevatore interno al 1° piano alla sala medicati per lo stoccaggio di preparazione. Dalla sala medicati avviene il dosaggio degli additivi manualmente tramite bilance e direttamente nei miscelatori. Gli additivi sono stoccati in cisterna dotata di vasca di contenimento

Prodotti finiti

I prodotti finiti, suddivisi per le specie animali, sono sempre solidi non polverulenti, infatti il trattamento di macinazione, trasporto selezione, schiacciamento, estrusione e pellettatura consente di ridurre al minimo nel prodotto finito la polverosità e quindi le emissioni diffuse da carico scarico dello stesso. Oltre a questo, una buona parte dei prodotti finiti, valutabile all’incirca al 50% del totale, è stata confezionata in sacchi, riducendo ancora il rischio derivante da emissioni diffuse di polveri.

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Schema approvvigionamento materie prime:

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Schema lavorazione:

A2 - ITER ISTRUTTORIO

Si dà atto che l’iter autorizzativo è stato effettuato nel rispetto dei passaggi procedurali fissati dalla vigente normativa regionale e nazionale secondo quanto indicato nelle premesse del presente provvedimento.

A3 AUTORIZZAZIONI SOSTITUITE

Elenco autorizzazioni settoriali sostituite:

Autorizzazione Integrata Ambientale AIA n. 684 del 22/10/2007-

B - SEZIONE FINANZIARIA La Ditta ha provveduto al versamento delle spese istruttorie pari a euro 2650,00 con versamento in data 29/05/2006, contestualmente alla presentazione della domanda AIA, dell’anticipo delle spese istruttorie per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale

conformemente a quanto previsto dall’Allegato I alla DGR n. 667/05.

Il CONGUAGLIO alle spese istruttorie per il rilascio dell’AIA è stato versato ai sensi della Delibera di Giunta Regionale n. 1913 del 17/11/2008 “Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento (IPPC) – Recepimento del tariffario nazionale da applicare in relazione

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alle istruttorie ed ai controlli previsti dal D.Lgs. n. 59/2005”, come corretta ed integrata dalla Delibera di Giunta Regionale n. 155 del 16/02/2009.

L’azienda ha provveduto a versare € 3.100,00 sul c/c 15520489 intestato all’Amministrazione Provinciale di Ravenna servizio Tesoreria, il giorno 20/07/2009. Relativamente alla documentazione presentata con nota PG 53566 del 29/05/2009 con la quale l’Azienda ha richiesto una modifica non sostanziale dell’AIA esistente, la Ditta ha provveduto altresì al versamento di un importo pari a € 2.000,00 per le spese istruttorie previste nel caso di modifica non sostanziale per l’aggiornamento dell’AIA già rilasciata, come stabilito dal Decreto Ministeriale 24 aprile 2008, allegato III, modificato ed aggiornato dalla DGR n. 1913 del 17/11/2008.

C - SEZIONE DI VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE

Le MTD individuate e adottate nell’impianto sono di seguito elencate:

BAT applicabilità sì/(no)

Perché NO Modalità di applicazione e note

BAT GENERALI Attivare un preciso programma di gestione ambientale (EMAS, ISO 14001 o aziendale ma basato sugli stessi principi dei modelli citati)

no non sussiste una esigenza in quanto i clienti principali sono allevamenti di cui nessuno è certificato.

Attivare un corrispondente programma di addestramento e sensibilizzazione del Personale

si a seguito dell'implementazione e

del monitoraggio previsto dall'all.5, saranno

programmati momenti formativi e informativi di

sensibilizzazione ambientale del personale.

Utilizzare un programma di manutenzione stabilito.

si Programmazione periodica con schede

conservate presso ufficio tecnico

Riduzione degli scarti e delle emissioni in fase di ricevimento delle materie prime e dei materiali

si Le uniche materie prime che possono generare

scarti in fase di ricezione sono gli additivi in sacchi, pertanto viene fatto una

raccolta differenziata delle tipologie di sacchi, con medicati e generici.

Riduzione dei consumi di acqua - Installazione di misuratori di acqua su ciascun comparto produttivo e/o su ciascuna macchina

no Non è possibile in quanto i consumi dello stabilimento sono: I° Caldaie a vapore II° servizi igienici

Riduzione dei consumi di acqua - Separazione delle acque di processo dalle altre

no non esistono acque di processo

Riduzione dei consumi di acqua - Riduzione del prelievo dall'esterno. Impianto di raffreddamento a torri evaporative

no Non siamo in possesso di impianti di questo tipo

Riduzione dei consumi di acqua - Riutilizzo delle acque di raffreddamento e delle acque delle pompe da vuoto

no Non siamo in possesso di impianti di questo tipo

Riduzione dei consumi di acqua - Eliminazione dei rubinetti a scorrimento e manutenzione di guarnizioni di tenuta in rubinetteria, servizi igienici, ecc.

si verranno installati nei servizi igienici alcuni erogatori a uomo presente (erogatore a tempo a pressione nei lavandini)

Riduzione dei consumi di acqua - Impiego di idropulitrici a pressione

sì Una è presente in stabilimento

Riduzione dei consumi di acqua - Applicare agli ugelli dell'acqua comandi a pistola

si Vi è un solo ugello dell’acqua ed è dotato di comando a pistola

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BAT applicabilità sì/(no)

Perché NO Modalità di applicazione e note

Riduzione dei consumi di acqua - Prima pulizia a secco degli impianti e applicazione alle caditoie sui pavimenti trappole amovibili per la separazione dei solidi

si Gli impianti vengono puliti a secco e la pulizia dei piazzali viene effettuata usando la motospazzatrice

Riduzione dei consumi di acqua - Progettazione e costruzione dei veicoli e delle attrezzature di carico e scarico in modo che siano facilmente pulibili

si tutti gli impianti vengono progettati ed utilizzati con pulizia a secco

Riduzione dei consumi di acqua - Riutilizzo delle acque provenienti dai depuratori per operazioni nelle quali non sia previsto l'uso di acqua potabile

no Non esistono depuratori

Riduzione dei consumi energetici. Miglioramento del rendimento delle centrali termiche

si Sono state sostituite due vecchie caldaie con una nuova

Riduzione dei consumi energetici. Coibentazioni delle tubazioni di trasporto di fluidi caldi e freddi

si Le tubazioni del vapore, dei grassi e oli sono coibentate

Riduzione dei consumi energetici. Demineralizzazione dell'acqua

si Esiste un impianto di trattamento acqua nel locale caldaie

Riduzione dei consumi energetici. Cogenerazione

no Non esistono gli spazi e le potenze necessari

Uso efficiente dell'energia elettrica. Impiego di motori ad alta efficienza

si I motori obsoleti vengono sostituiti di volta in volta con motori ad alta efficienza

Uso efficiente dell'energia elettrica. Rifasamento

si Sono presenti quadri di rifasamento

Uso efficiente dell'energia elettrica. Installazione di contatori su ciascun comparto produttivo e/o su ciascuna macchina

no Non vi è la necessità

Controllo delle emissioni gassose Sostituire combustibili liquidi con combustibili gassosi per il funzionamento degli impianti di generazione del calore

si I nostri impianti funzionano già a gas metano

Controllo delle emissioni gassose - Controllo in continuo dei parametri della combustione e del rendimento

si Vengono eseguite periodicamente il controllo fumi nelle caldaie

Controllo delle emissioni gassose - Riduzione dei rischi di emissione in atmosfera da parte di impianti frigoriferi che utilizzano ammoniaca (NH3 )

no Non ci sono impianti di ammoniaca

Abbattimento polveri mediante cicloni e multicicloni

si per la filtrazione di polveri grossolane e come pre-abbattitori vengono utilizzati dei cicloni

Abbattimento polveri mediante filtri a maniche

si Sono presenti numerosi impianti con filtri a maniche

Controllo del rumore - Utilizzo di un materiale multi-strato fonoassorbente per i muri interni dell'impianto

no Non esistono muri interni con materiale fonoassorbente

Controllo del rumore - Muri esterni costruiti con materiale amorfo ad alta densità

si I muri esterni sono in C.A.

Controllo del rumore - Riduzione dei livelli sonori all'interno dell'impianto

si Vengono effettuati controlli periodici in ottemperanza D.L. 277/91

Controllo del rumore - Piantumazione di alberi (almeno due filari non allineati) nell'area circostante all'impianto

no Siamo in ambito portuale e non vi sono possibilità di piantumazioni

Controllo del rumore - Riduzione del numero di finestre o utilizzo di infissi maggiormente isolanti (vetri a maggiore spessore, doppi vetri etc..)

si Il numero delle finestre è minimale

Controllo del rumore - Altri interventi si Porte di compartimentazione e teli fonoassorbenti

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BAT applicabilità sì/(no)

Perché NO Modalità di applicazione e note

Trattamenti di depurazione effluenti. Riduzione del carico di solidi e di colloidi al trattamento per mezzo di diverse tecniche. Prevenire la stagnazione di acqua, eliminare preventivamente i solidi sospesi attraverso l'uso di griglie, eliminare il grasso dall'acqua con appositi trattamenti meccanici, adoperare un flottatore, possibilmente con l'aggiunta di flocculanti, per l'ulteriore eliminazione dei solidi

no non esistono reflui produttivi

Trattamenti di depurazione effluenti liquidi. Riduzione dei consumi energetici per mezzo dell'utilizzo di una sezione di equalizzazione delle acque di scarico e del corretto dimensionamento dell'impianto di trattamento stesso

no non esistono reflui produttivi

Scelta della materia grezza no vengono utilizzate materie prime stagionali e quindi la qualità è legata all'andamento climatico

Valutazione e controllo dei rischi presentati dai prodotti chimici utilizzati nell' industria alimentare

si Nella valutazione dei rischi 626 e smi

Scelta di alternative valide nell'uso dei prodotti di disinfezione

Sì Tutte le procedure di disinfezione vengono date in appalto vincolato al rispetto di tutte le norme di legge

Scelta di alternative valide nell'uso di prodotti chelanti al fine di ridurre l'utilizzo di EDTA

no non viene utilizzato

Impiego di sistemi di lavaggio CIP no tutti i lavaggi sono a secco Traffico e movimentazione materiali si dalla ricezione delle

materie prime alla consegna dei prodotti finiti gli intermedi di lavorazione viaggiano con condotte automatiche all'interno degli impianti.

Gestione dei rifiuti - raccolta differenziata

si Vi sono appositi spazi e/o contenitori con relativo registro di carico scarico rifiuti

Gestione dei rifiuti - riduzione dei rifiuti da imballaggio anche per mezzo del loro riutilizzo o del loro riciclo

si Le pedane di legno vengono riutilizzate

Gestione dei rifiuti - accordi con i fornitori

si Vedi sopra

Gestione dei rifiuti - riduzione volumetrica dei rifiuti assimilabili agli urbani (RSAU) destinati allo smaltimento e degli imballaggi avviati a riciclaggio

si Vedi sopra

Gestione dei rifiuti - compattazione fanghi

NO Non è presente impianto depurazione

Suolo e acque sotterranee - gestione dei serbatoi fuori terra

si Ci sono dei bacini di contenimento per eventuali fuoriuscite di prodotto (additivi liquidi)

Suolo e acque sotterranee - gestione dei serbatoi interrati

si Esiste un serbatoio sotterraneo che viene monitorato

Suolo e acque sotterranee - gestione delle tubazioni

si vedi sopra

Suolo e acque sotterranee - adozione di solai impermeabili

si Tutti i solai sono impermeabili

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BAT applicabilità sì/(no)

Perché NO Modalità di applicazione e note

Gestione delle sostanze pericolose - buone pratiche di gestione

si

Trattamento arie esauste - deodorizzazione

NO Non vi sono lavorazioni che generino cattivi odori

Minimizzare le perdite di materia grezza vegetale nelle fasi di conferimento, scarico, stoccaggio e valutazione dell'idoneità

Sì Per minimizzare le perdite vi sono recuperi a fine linea di trasporto, il materiale filtrato viene interamente recuperato, mentre per esempio la fase di scarico materie prime avviene in area confinata su due lati, per limitare il trasporto all’esterno di materiale da parte del vento

Privilegiare i sistemi di pelatura a minor impatto ambientale

NO

Controllare l'efficacia dei sistemi di stoccaggio temporaneo e di confezionamento per evitare inutili perdite di prodotto

Sì Per i medicati viene effettuato un controllo giornaliero dell’effettivo utilizzo (verifica della rimanenza), per gli additivi e le altre materie viene effettuato un controllo approfondito mensile delle rimanenze e un controllo visivo giornaliero

Utilizzo di sistemi di raccolta meccanica al termine della lavorazione per evitare inutili perdite di prodotto

si Tutti gli impianti produttivi sono sotto aspirazione dotata di sistemi di abbattimento e raccolta delle polveri di prodotto catturato: vi è inoltre un sistema pneumatico di pulizia piani. All’esterno e nel magazzino sacchi viene utilizzata la motospazzatrice

Installare autoclavi di sterilizzazione con recupero di acqua calda e/o funzionanti a cestone rotante per ridurre i tempi di sterilizzazione e i consumi energetici

NO Non esistono sistemi di sterilizzazione

Installare torri evaporative per l'acqua di raffreddamento degli impianti di trattamento termico di stabilizzazione

NO Non vi sono impianti di raffreddamento

Installare torri evaporative per l'acqua di raffreddamento degli impianti di abbattimento dei vapori di concentrazione

NO Non vi sono impianti di raffreddamento

Installare condensatori a superficie negli evaporatori

NO Non vi sono evaporatori

D - PIANO DI ADEGUAMENTO E PROPOSTE VOLONTARIE AVANZATE DAL GESTORE PER IL MIGLIORAMENTO AMBIENTALE

Messa in opera di un sistema di gestione che, attraverso il piano di monitoraggio, manterrà costantemente controllato l’ aspetto ambientale dell’attività, con un report annuale che verrà trasmesso all’autorità competente con gli esiti dei controlli effettuati e le prestazioni ambientali dello stabilimento, costituisce un notevole miglioramento nella gestione ambientale dell’attività.

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Si intende installare nei servizi igienici degli erogatori per ridurre il consumo di acqua “civile”. Tale miglioramento si stima possa arrivare a qualche punto percentuale (1 – 2%). E’ stato inoltre completato il progetto della nuova rete fognaria a far data dal 31/12/2008.

In particolare il progetto prevede quanto segue:

gli scarichi delle acque di prima pioggia, nei rispettivi pozzetti ufficiali di prelevamento, dovranno rispettare i valori limiti di emissione previsti dalla Tabella 3 allegato 5 parte terza del D.Lgs n.152/06 per la ricerca dei seguenti parametri: pH, Azoto totale, Fosforo totale, COD, Solidi sospesi totali, idrocarburi totali;

la planimetria della rete fognaria - stato di progetto - costituirà parte integrante dell’autorizzazione.

i pozzetti ufficiali di prelevamento delle acque di prima pioggia, posti a valle del filtro, dovranno essere sempre resi accessibili agli organi di vigilanza, tramite gli opportuni interventi di manutenzione;

dovrà essere effettuata periodica manutenzione ai sistemi di trattamento delle acque reflue domestiche, al fine di mantenere efficiente il sistema di depurazione;

dovrà essere effettuata periodica manutenzione alle vasche di prima pioggia, in quanto svolgono anche il trattamento di decantazione e disoleazione e al filtro posto a valle delle stesse;

ad evento meteorico esaurito dovrà essere garantito lo scarico delle acque di prima pioggia in acque superficiali entro le 48-72 ore successive all’ultimo evento piovoso, così come previsto dalla DGR 286/05;

dovrà essere eseguito, con cadenza almeno annuale, un campionamento rappresentativo delle acque di prima pioggia scaricate che attesti la conformità alla Tabella 3 allegato 5 parte terza del D.Lgs n.152/06, per i parametri sopracitati. I certificati d’analisi, redatti a firma di tecnico abilitato, dovranno essere disponibili presso l’attività a disposizione degli organi di vigilanza;

le acque contenute nella vasca di raccolta e provenienti dall’attività di lavaggio automezzi dovranno essere smaltite come rifiuti secondo quanto previsto dal D.Lgs.n.152/06. In proposito le acque di lavaggio confluiscono in una vasca dedicata separata dalla rete fognaria e smaltite;

nell’ultimo pozzetto della rete fognaria dovrà essere previsto un sistema di intercettazione e chiusura prima dello scarico, al fine di evitare in casi di emergenza (sversamenti accidentali, incendi, ecc.) un potenziale scarico inquinante in acque superficiali (ricettore della rete fognaria pubblica bianca).

Al fine di valutare se il sistema per la gestione delle acque meteoriche di dilavamento è stato progettato e realizzato in conformità a quanto stabilito dalle DGR n.286/05 e n.1860/06, la ditta dovrà eseguire uno studio per la caratterizzazione qualitativa delle proprie acque meteoriche di dilavamento. Lo studio dovrà essere redatto sulla base delle risultanze analitiche di almeno tre campagne di campionamento di tre eventi meteorici distinti. A ogni evento meteorico dovranno essere campionate:

1. acque meteoriche in ingresso alla vasca di prima pioggia entro i primi 15 minuti dall’inizio della pioggia (caratterizzazione acqua meteorica in ingresso nel periodo definito di prima pioggia).

2. lo scarico delle acque di prima pioggia, nel pozzetto ufficiale di prelevamento, (attivato entro le 48-72 ore dalla fine dell’evento meteorico). In questo “periodo di scarico” la ditta dovrà eseguire 2 campionamenti dilazionati in base alla durata di scarico.

I parametri chimici attraverso i quali è possibile caratterizzare la qualità delle acque meteoriche di dilavamento, in relazione all’attività svolta, sono: pH, Azoto totale, Fosforo totale, COD, Solidi sospesi totali, idrocarburi totali.

Tale studio di caratterizzazione delle acque di prima pioggia dovrà essere presentato alla Provincia e all’ARPA inderogabilmente entro il 31/12/2009.

E – SEZIONE EMISSIONI (CONDIZIONI DI ESERCIZIO DELL’IMPIANTO)

E1 - CONDIZIONI GENERALI PER L’ESERCIZIO DELL’IMPIANTO

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EMISSIONI IN ATMOSFERA

Le emissioni convogliate presenti in stabilimento sono tutte a servizio delle lavorazioni, o come aspirazioni di trasporto pneumatico del materiale, o come operazioni di pulizia, essiccazione. Con l’esclusione delle caldaie, alimentate a metano e di bassa potenzialità (totale installato 3,5 MW), dell’essiccatoio previsto e della saldatura, tutte le altre emissioni sono dotate di sistemi di filtrazione atti a garantire il rispetto dei limiti di emissione ed al tempo stesso per recuperare il più possibile del materiale lavorato. I valori limite di emissione e le prescrizioni che la Ditta è tenuta a rispettare sono stati individuati sulla base dei criteri per l’autorizzazione e il controllo delle emissioni inquinanti in atmosfera approvati dal CRIAER e sulla base dei dati dichiarati dall’Azienda stessa. L’impianto deve essere condotto con modalità e mezzi tecnici atti ad evitare pericoli per l’ambiente ed il personale addetto. Nelle eventuali modifiche dell’impianto, il gestore deve preferire le scelte impiantistiche che permettano:

• di ottimizzare l’utilizzo delle risorse ambientali e dell’energia; • di ridurre la produzione di rifiuti, soprattutto pericolosi; • di ottimizzare i recuperi comunque intesi;

Limiti di emissione:

PUNTO DI EMISSIONE E1 – MACINATRICE MB1 “N” (F.T.)

Portata massima 10000

Nmc/h Altezza minima 7

m Sezione 0.112

m2

Durata 13

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 20

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E2 – RAFFREDDATORE PCM6 (3 C+F.T.)

Portata massima 36000

Nmc/h Altezza minima 3

m Sezione 0.59

m2 Durata 24

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 20

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E3 – MACINATRICE MB7 INFRANTO (C+F.T.)

Portata massima 8000

Nmc/h Altezza minima 7

m Sezione 0.16

m2 Durata 16

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 20

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E4 – PULIZIA PIANI (C)

Portata massima 2000

Nmc/h Altezza minima 3

m Sezione 0.07

m2 Durata saltuaria

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

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Polveri 50

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E5– MACINATRICI MB5 – MB6 (F.T.)

Portata massima 12000

Nmc/h

Altezza minima 22

m

Sezione 0.282

m2

Durata 24

h/g

Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 20

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E6– MACINATRICE MB2 – ASPIRAZIONE GENERALE A (F.T.)

Portata massima 12000

Nmc/h Altezza minima 17

m Sezione 0.282

m2 Durata 24

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 20

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E7– RAFFREDDATORE PCM 5 (C)

Portata massima 18000

Nmc/h Altezza minima 17

m Sezione 0.282

m2 Durata 16

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 50

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E8 – SCHIACCIATI INFRANTO (C+C)

Portata massima 24000

Nmc/h Altezza minima 33

m Sezione 0.78

m2 Durata 16

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 50

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E9– LAVORAZIONE VENTILATI (C+C)

Portata massima 9000

Nmc/h Altezza minima 33

m Sezione 0.6

m2 Durata 16

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 50

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E10– RAFFREDDAMENTO ESTRUSI (C)

Portata massima 20000

Nmc/h Altezza minima 22

m Sezione 0.282

m2 Durata 16

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 50

mg/Nmc

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PUNTO DI EMISSIONE E13 – ASPIRAZIONE GENERALE MATERIE PRIME (F.T.+F.T.)

Portata massima 24000

Nmc/h

Altezza minima 33

m

Sezione 0.4

m2

Durata 16

h/g

Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 20

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E15 – ASPIRAZIONE GENERALE B (F.T.)

Portata massima 12000

Nmc/h Altezza minima 27

m Sezione 0.158

m2 Durata 24

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 20

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E16 – CARICO PNEUMATICO E INTEGRATORI (F.T.)

Portata massima 4000

Nmc/h Altezza minima 27

m Sezione 0.07

m2 Durata 16

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 20

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E17 – FOSSA INTEGRATORI (F.T.)

Portata massima 1500

Nmc/h Altezza minima 3

m Sezione 0.049

m2 Durata 13

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 20

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E18 – SALDATURA

Portata massima 1500

Nmc/h Altezza minima 3

m Sezione 0.03

m2 Durata saltuaria

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 10

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E19 – INSACCO (F.T.) – NUOVO -

Portata massima 1000

Nmc/h Altezza minima 3

m Sezione 0.03

m2 Durata 16

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 20

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E20 – MACINATRICE MB1 - (F.T.) – NUOVO -

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Portata massima 10000

Nmc/h

Altezza minima 12

m

Sezione 0.12

m2

Durata 24

h/g

Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 20

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E21 – RAFFREDDATORE PC1 - (F.T.) – NUOVO -

Portata massima 32000

Nmc/h Altezza minima 33

m Sezione 0.95

m2 Durata 16

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 20

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E22 – CRILOCK MANGIMI FINITI – (F.T.) – NUOVO -

Portata massima 1000

Nmc/h Altezza minima 6

m Sezione 1.5

m2 Durata 24

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 20

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E23 – PREPULITORE - (F.T.) – NUOVO -

Portata massima 19000

Nmc/h Altezza minima 12

m Sezione 0.12

m2 Durata 24

h/g Temperatura 20

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 20

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E24 – ESSICCATOIO – NUOVO -

Portata massima 42000

Nmc/h Altezza minima 21

m Sezione 0.83

m2 Durata 24

h/g Temperatura 40

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 50

mg/Nmc NOx 350

mg/Nmc SOx 35

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E25 – ESSICCATOIO – NUOVO -

Portata massima 42000

Nmc/h Altezza minima 21

m Sezione 0.83

m2 Durata 24

h/g Temperatura 40

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 50

mg/Nmc NOx 350

mg/Nmc

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SOx 35

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E26 – ESSICCATOIO – NUOVO -

Portata massima 42000

Nmc/h

Altezza minima 21

m

Sezione 0.83

m2

Durata 24

h/g

Temperatura 40

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 50

mg/Nmc

NOx 350

mg/Nmc SOx 35

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E27 – GENERATORE DI VAPORE – NUOVO -

Portata massima 1000

Nmc/h Altezza minima 9

m Sezione 0.13

m2 Durata 24

h/g Temperatura 150

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 5

mg/Nmc NOx 350

mg/Nmc SOx 35

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E28 – GENERATORE DI VAPORE – NUOVO -

Portata massima 1800

Nmc/h Altezza minima 9

m Sezione 0.13

m2 Durata 24

h/g Temperatura 150

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 5

mg/Nmc NOx 350

mg/Nmc SOx 35

mg/Nmc

PUNTO DI EMISSIONE E29 – CALDAIA PER RISCALDAMENTO INGREDIENTI LIQUIDI – NUOVO -

Portata massima 300

Nmc/h Altezza minima 9

m Sezione 0.03

m2 Durata 24

h/g Temperatura 150

°C

Concentrazione massima ammessa di inquinanti :

Polveri 5

mg/Nmc NOx 350

mg/Nmc SOx 35

mg/Nmc

Prescrizioni :

1. Per i punti da E19 a E29, dovranno essere espletate le procedure di autocontrollo alla messa a regime.

2. Per la verifica del rispetto di tali limiti, dovranno essere utilizzati i metodi di prelievo e analisi e le strategie di campionamento adottati dall’U.N.I.CHIM. così come modificati con Decreto del 25.08.2000 e smi (rif. paragrafo F4 – Piano di Monitoraggio e controllo);

3. Per l’effettuazione delle verifiche è necessario che i condotti di adduzione e scarico degli impianti di abbattimento siano dotati di prese di misura posizionate e dimensionate in accordo con quanto specificatamente indicato nel manuale

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U.N.I.CHIM. M.U. 122 e smi (rif. paragrafo F4 – Piano di Monitoraggio e controllo);

4. Si indica quale termine ultimo per la messa a regime delle nuove emissioni da E19 a E29 il 31/12/2009.

5. Considerato che sulle emissioni indicate con E1, E2, E3, E5, E6, E12, E13, E15, E16, E17, E19, E20. E21, E22, E23 sono installati dei filtri a maniche, gli autocontrolli, per le polveri, possono essere sostituiti dalla installazione di pressostati differenziali

dotati di sistema di registrazione dati, atti alla verifica

del buon funzionamento dei filtri medesimi. I dati registrati sui pressostati dovranno essere annotati dall’Azienda sul registro con pagine numerate e bollate dal Servizio Territoriale ARPA Distretto di Ravenna e Faenza e firmato dal responsabile dell’impianto, a disposizione degli organi competenti.

6. Deve essere comunque rispettato quanto previsto nel paragrafo F – Piano di Monitoraggio – .

E2 - EMISSIONI DIFFUSE

Le emissioni diffuse provengono principalmente dalla fase di carico dei mangimi e dalla movimentazione nei piazzali. In proposito la Ditta é tenuta ad adottare tutti gli accorgimenti possibili atti a limitare la polverosità diffusa mediante spazzatrici.

E3 – APPROVVIGIONAMENTO IDRICO

Il prelievo delle acque avviene tramite acquedotto civile e utilizzato per i servizi igienici e tramite acquedotto industriale e utilizzato per la produzione di vapore a servizio della produzione per estrusi cubettati e per produrre acqua calda per il riscaldamento degli additivi liquidi.

E4 – SCARICHI IDRICI

Gli unici scarichi idrici derivanti dallo stabilimento di via Classicana 75 sono quelli dei servizi e quelle meteoriche. Lo scarico dei servizi igienici è dotato di filtro batterico e fossa imhoff, mentre i due scarichi di dilavamento delle acque meteoriche sono datati di idonee vasche di prima pioggia.

Contenimento scarichi idrici

Per il contenimento degli scarichi idrici, non essendoci scarichi produttivi, la misura di riduzione più efficace e già applicata sono le vasche di prima pioggia per ridurre il carico delle acque dilavanti i tetti ed i piazzali. Le acque in uscita dalle vasche di prima pioggia non possono essere scaricate direttamente in Candiano in quanto lo stabilimento non ha accesso alla banchina, per cui vengono convogliate nella canaletta presente sul lato sud verso la strada Classicana. E’ inoltre previsto, dopo il verificarsi degli eventi atmosferici, lo scarico della vasca: lo scarico avviene tramite l’utilizzo di autospurgo autorizzato al trattamento di tale liquame che diventa rifiuto liquido e quindi esula dalla normativa relativa alle acque di scarico. La vasca di prima pioggia attuale, della capacità di 52,5 metri cubi, adibita alla raccolta dei primi 4 mm di pioggia, verrà sostituita da 2 vasche della capacità di 30 ed una di 100 metri cubi: la prima raccoglierà i pluviali degli edifici di nuova costruzione ed esistenti, mentre la seconda sarà a servizio dei dilavamenti dei piazzali. Attualmente non è stato allacciato il collegamento con il depuratore e quindi quando la vasca presenta deposito a seguito di eventi atmosferici, le acque verranno asportate tramite azienda autorizzata.

Prescrizioni scarichi idrici

- le acque reflue industriali provenienti dal lavaggio con acqua degli automezzi aziendali sono raccolte in una vasca a tenuta della capacità di 30 mc per poi essere conferite ai sensi del D.L.vo n.152/2006 a ditte autorizzate per il trattamento;

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- le acque da scaricare sono costituite da acque reflue domestiche unite alle acque meteoriche di dilavamento di piazzali e tetti (dopo i primi 15 minuti di pioggia); le suddette acque vengono scaricate nella canaletta di via Classicana, bacino idrografico del Canale Candiano; - le acque di prima pioggia provenienti dal dilavamento dei piazzali e dei tetti sono raccolte in una vasca della capacità di 52 m2, dimensionata per contenere mediamente i primi 15 minuti di pioggia, per poi essere successivamente conferite ai sensi del D.L.vo n.22/97 a ditte autorizzate per il trattamento; - lo scarico finale deve essere conforme ai limiti di emissione indicati nella Tabella 3 dell'Allegato 5 del D.L.vo n.152/2006; - in ogni caso si deve provvedere a trattenere le acque meteoriche di dilavamenfo relative ai primi 15 minuti di pioggia. A tale riguardo la vasca di prima pioggia dovrà essere mantenuta costantemente vuota, tra un evento meteorico e l'altro, al fine di consentire il suo corretto funzionamento; - il pozzetto di ispezione deve essere idoneo al prelevamento di campioni delle acque reflue domestiche unite alle acque meteoriche di dilavamento (conforme alla normativa tecnica prevista in materia). Esso dovrà essere mantenuto costantemente accessibile, a disposizione degli organi di Vigilanza. Su di esso deve essere garantita una periodica attività di manutenzione e sorveglianza per mantenere una costante efficienza del sistema; - il pozzetto di prelievo ai fini del controllo della qualità dello scarico è indicato nella planimetria allegata al presente provvedimento; - ogni eventuale variazione strutturale che modifichi permanentemente il regime o la qualità degli scarichi dovrà essere comunicata a questa Provincia e all' ARPA; - nel caso si verifichino imprevisti tecnici che verifichino provvisoriamente il regime e la qualità degli scarichi, dovrà essere data comunicazione alla Provincia e alla Sezione Territoriale ARPA competente;

E5- GESTIONE RIFIUTI

I rifiuti provengono da attività di manutenzione e pulizia degli impianti costituiti da rottami ferrosi, olio esausto carta, cartone, soluzioni di lavaggio.

Rottame ferroso Cod. CER 170405 Olio esausto Cod. CER 130205 Carta e cartone Cod. CER 150101 Soluzioni acquose Cod. CER 120301 Scarti inutilizzabili Cod. CER 020304 Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti

Cod. CER 020305

E6 – ENERGIA

La produzione di mangimi necessita essenzialmente di energia elettrica per la movimentazione delle notevoli quantità di materia prima, per la macinazione, miscelazione e pulizia della stessa. L’energia termica è utilizzata invece per l’ottenimento di due particolari tipologie di mangimi: i cubettati e gli estrusi.

Produzione di energia

La produzione di energia è limitata alla generazione di vapore e calore tramite le tre caldaie alimentate a metano presenti in stabilimento:

PRODUZIONE

Energia termica

Fase/Reparto

potenza termica nominale

Produzione annua Ceduta a Terzi

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kWth

kWth

6 - Centrale termica C1

kW 1070 244.733

6 - Centrale termica C3

kW 2325 2.880.473

6 - Centrale termica C4

kW 153 75.821

2 – lavorazione kW 6000 * Totale

3548 3201028 0

Consumo di energia

Il fabbisogno di energia elettrica è elevato per le utenze degli impianti di trasporto, movimentazione interna e macinazione dei materiali cerealicoli, che assorbono, assieme al sistema di carico e scarico (fossa scarico cereali e stoccaggio in silos) il 90% del consumo totale di stabilimento. La quasi totalità del calore prodotto è utilizzato nella generazione di vapore per la produzione di estrusi e cubettati, mentre la restante quantità di calore, prodotta dalla caldaia piccola C4 viene utilizzata per il riscaldamento degli additivi liquidi (oli vegetali) prima del dosaggio nel mangime. Per quanto riguarda l’aumento di consumo energetico previsti a seguito dell’installazione dell’essiccatoio nuovo si prevede una crescita dei consumi di energia elettrica stimabili tra il 7 ed il 10% .

F - PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL’IMPIANTO

F) SEZIONE PIANO DI MONITORAGGIO DELL’IMPIANTO

F1) Finalità del monitoraggio Il monitoraggio è mirato principalmente a:

verifica del rispetto dei valori di emissione previsti dalla normativa ambientale vigente;

raccolta dati per la conoscenza del consumo di risorse e degli impatti ambientali dell’azienda inserita nel contesto territoriale in cui opera;

definire interventi di miglioramento delle prestazioni ambientali dell’impianto;

implementazione di procedure di carattere gestionale per rispondere alle esigenze di controllo e conoscenza degli impatti.

F2) Tipologia del monitoraggio E’ stata svolta un’analisi dell’impianto finalizzata alla stima dei livelli di rischio potenziale di inquinamento dell’ambiente. In base alle risultanze di queste stime si è definito il Piano di Monitoraggio aziendale che individua:

i parametri significativi dell’attività dell’azienda caratterizzanti le emissioni in atmosfera;

le frequenze dei monitoraggi;

i metodi di campionamento e analisi, nonché i riferimenti per la stima dell’incertezza del dato;

le comunicazioni degli esiti dei controlli e dei monitoraggi all’Autorità competente.

La documentazione presentata costituente il Piano di Monitoraggio è vincolante al fine della presentazione dei dati relativi alle attività, di seguito indicate per le singole matrici, monitorate. Qualsiasi variazione in relazione alle metodiche analitiche, strumentazione, modalità di rilevazione, ecc. dovranno essere tempestivamente comunicate all’Autorità competente e ad ARPA: tale comunicazione costituisce modifica del Piano di Monitoraggio. Tutte le verifiche analitiche e gestionali svolte in difformità a quanto previsto dalla presente AIA verranno considerate non accettabili e dovranno essere ripresentate nel rispetto di quanto sopraindicato.

F3) Prescrizioni generali

Il gestore deve attuare il presente Piano di Monitoraggio e Controllo rispettando, per i diversi parametri da controllare, frequenza, tipologia e modalità dei rilievi.

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Il gestore è tenuto a mantenere in efficienza i sistemi di misura relativi al presente Piano di Monitoraggio e Controllo, provvedendo periodicamente alla loro manutenzione e alla loro riparazione nel più breve tempo possibile.

ARPA effettuerà i controlli programmati dell’impianto rispettando la periodicità stabilita dal Piano di Controllo, paragrafo G.

ARPA può effettuare il controllo programmato in concomitanza allo svolgimento degli autocontrolli del gestore. A tal fine lo stesso dovrà comunicare via fax ad ARPA (Distretto territorialmente competente), con sufficiente anticipo, le date previste per gli autocontrolli/campionamenti riguardo le emissioni in atmosfera e il rumore.

Il gestore è tenuto alla compilazione del report annuale del Piano di Monitoraggio secondo le linee guida approvate con DGR n. 152 dell’11 febbraio 2008 e alla trasmissione dello stesso entro il 30 aprile di ogni anno alla Provincia di Ravenna, all’ARPA e al Comune di Ravenna.

F4 – MATRICE ARIA

Il Piano di Monitoraggio aziendale delle emissioni in atmosfera prevede le seguenti attività di monitoraggio e controllo:

Emissione Parametro Limite Frequenza Polveri 20 mg/Nmc annuale

E1,E2,E3, E5,E6, E13, E15,E16,E17, E19, E20, E21, E22, E23

E4, E7, E8,E9,E10, Polveri 50 mg/Nmc annuale

Polveri 10 mg/Nmc Registrazione mensile

consumi di filo per saldatura E18

Polveri 50 mg/Nmc annuale E27, E28, E29 NOx

SOx 350 mg/Nmc 35 mg/Nmc annuale

Polveri 50 mg/Nmc annuale E24, E25,E26 NOx

SOx 350 mg/Nmc 35 mg/Nmc annuale

Polveri 5 mg/Nmc annuale E24, E25,E26 NOx

SOx 350 mg/Nmc 35 mg/Nmc

annuale

Metodi di prelievo ed analisi

Per la verifica del rispetto dei limiti dovranno essere utilizzati i metodi di prelievo ed analisi e le strategie di campionamento dell’U.N.I.CHIM. così come modificati dal Decreto 25/08/2000 e smi. Per l’effettuazione delle verifiche è necessario che i condotti di adduzione e scarico degli impianti di abbattimento siano dotati di prese di misura, posizionate e dimensionate in accordo con quanto specificato dal manuale U.N.I.CHIM. M.U. 122 e smi. Le metodiche analitiche utilizzate sono le seguenti:

Parametro Metodica analitica Portata UNI 10169-2001 Temperatura UNI 10169-2001 NOx ISTISAN 98/2 DM 25-08-2000 o UNI 9970

o UNI 10878 o analizzatore celle elettrochimiche

SOx ISTISAN 98/2 DM 25-08-2000 o UNI 9970

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o UNI 10878 o analizzatore celle elettrochimiche

POLVERI UNI EN 13284-1 o UNI 10263

Per qualsiasi variazione delle metodiche analitiche, della strumentazione, delle modalità di rilevazione, ecc… si faccia riferimento al paragrafo successivo “Verifica di conformità e rispetto dei limiti”.

Accessibilità dei punti di prelievo

I sistemi di accesso degli operatori ai punti di prelievo e misura devono garantire il rispetto delle norme previste in materia di sicurezza ed igiene del lavoro (DPR 547/55, DPR 303/56, DPR 164/56, DLgs 626/94 e successive modifiche). L’azienda dovrà fornire tutte le informazioni sui pericoli e rischi specifici esistenti nell’ambiente in cui opererà il personale incaricato di eseguire prelievi e misure alle emissioni. L’azienda deve garantire l’adeguatezza di coperture, postazioni, piattaforme di lavoro e altri piani di transito sopraelevati, in relazione al carico massimo sopportabile. Le scale di accesso e la relativa postazione di lavoro devono consentire il trasporto e la manovra della strumentazione di prelievo e misura.

Il percorso di accesso alle postazioni di lavoro deve essere ben definito ed identificato nonché privo di buche, sporgenze pericolose o di materiali che ostacolino la circolazione. I lati aperti di piani di transito sopraelevati (tetti, terrazzi, passerelle, ecc.) devono essere dotati di parapetti normali a norma di legge. Le zone non calpestabili devono essere interdette al transito o rese sicure mediante coperture o passerelle adeguate.

I punti di prelievo collocati in quota devono essere accessibili mediante scale fisse a gradini oppure scale fisse a pioli: non sono considerate idonee scale portatili. Le scale fisse verticali a pioli devono essere dotate di gabbia di protezione con maglie di dimensioni adeguate ad impedire la caduta verso l’esterno. Nel caso di scale molto alte, il percorso deve essere suddiviso, mediante ripiani intermedi, in varie tratte di altezza non superiore a 8-9 m. Qualora si renda necessario il sollevamento di attrezzature al punto di prelievo, per i punti collocati in quota e raggiungibili mediante scale fisse verticali a pioli, la ditta deve mettere a disposizione degli operatori le seguenti strutture:

Quota superiore a 5 m sistema manuale di sollevamento delle apparecchiature utilizzate per i controlli (es: carrucola con fune idonea) provvista di idoneo sistema di blocco

Quota superiore a 15 m sistema di sollevamento elettrico (argano o verricello) provvisto di sistema frenante

La postazione di lavoro deve avere dimensioni, caratteristiche di resistenza e protezione verso il vuoto tali da garantire il normale movimento delle persone in condizioni di sicurezza. In particolare le piattaforme di lavoro devono essere dotate di: parapetto normale su tutti i lati, piano di calpestio orizzontale ed antisdrucciolo nonché di botola incernierata non asportabile (in caso di accesso dal basso) o cancelletto con sistema di chiusura (in caso di accesso laterale) per evitare cadute e possibilmente dotate di protezione contro gli agenti atmosferici. Per

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altezze non superiori a 5 m possono essere utilizzati ponti a torre su ruote costruiti secondo i requisiti previsti dalle normative vigenti e dotati di parapetto normale su tutti i lati.

Punto di prelievo: attrezzatura e collocazione

(riferimento metodi UNICHIM 422 – UNI 10169 – UNI EN 13284-1)

Ogni emissione deve essere numerata ed identificata univocamente con scritta indelebile in prossimità del punto di prelievo. I punti di prelievo devono essere collocati in tratti rettilinei di condotto a sezione regolare (circolare o rettangolare), preferibilmente verticali, lontano da ostacoli, curve o qualsiasi discontinuità che possa influenzare il moto dell’effluente. Per garantire la condizione di stazionarietà necessaria alla esecuzione delle misure e campionamenti, la collocazione del punto di prelievo deve rispettare le condizioni imposte dalle norme tecniche di riferimento (UNI 10169 e UNI EN 13284-1) ovvero almeno 5 diametri idraulici a valle ed almeno 2 diametri idraulici a monte di qualsiasi discontinuità. E’ facoltà dell’Autorità che esegue i controlli richiedere eventuali modifiche del punto di prelievo scelto qualora in fase di misura se ne riscontri la inadeguatezza. In funzione delle dimensioni del condotto devono essere previsti uno o più punti di prelievo. Il numero di punti di prelievo è stabilito sulla base della tabella seguente:

Condotti circolari Condotti rettangolari Diametro (metri) N° punti prelievo Lato minore (metri) N° punti prelievo

fino a 1m 1 Fino a 0,5m 1 al centro del lato da 1m a 2m 2 (posizionati a 90°) da 0,5m a 1m 2

superiore a 2m 3 (posizionati a 60°) superiore a 1m 3 al centro dei segmenti uguali in

cui è suddiviso il lato

Ogni punto di prelievo deve essere attrezzato con bocchettone di diametro interno da 3 pollici filettato internamente e deve sporgere per circa 50 mm dalla parete. I punti di prelievo devono essere collocati ad almeno 1 m di altezza rispetto al piano di calpestio della postazione di lavoro. Le prescrizioni tecniche in oggetto possono essere verificate da ARPA che ne può fissare i termini temporali di realizzazione. I camini devono essere comunque attrezzati per i prelievi anche nel caso di attività a ridotto inquinamento atmosferico che si avvalgono di autorizzazione generale.

Modalità operative Per la verifica dei limiti alle emissioni, fatte salve future determinazioni del Ministero dell’Ambiente, dovranno essere fornite diverse informazioni, oltre ai risultati degli autocontrolli; in particolare possono essere considerate ottimali le informazioni previste ed indicate dal Rapporto ISTISAN 91/41, punto 7 ovvero: • ditta, impianto, fase di processo, condizioni di marcia e caratteristiche dell’emissione; • data del controllo; • area della sezione di campionamento, temperatura, umidità e velocità dell’effluente; • portata volumetrica e percentuale di ossigeno; • metodo di campionamento ed analisi, durata del campionamento; • risultati della misura: sostanza determinata, concentrazione e unità di misura; • condizioni di normalizzazione dei risultati della misura. Tali informazioni possono essere anche riportate in documenti quali verbali di prelievo, schede di misura e campionamento alle emissioni, ecc. che vengono allegati ai rapporti di prova o ai rapporti tecnici, per i quali dovranno essere utilizzati gli specifici format di ritorno delle informazioni. I risultati dei controlli e la relativa relazione tecnica, previsti dal Piano di autocontrollo, devono essere tenuti a disposizione degli Enti di Controllo (Arpa, ecc).

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Tale relazione tecnica dovrà contenere le valutazioni in merito al rispetto o meno dei valori limite autorizzati con particolare riferimento agli interventi eseguiti a seguito dell’applicazione delle BAT.

Verifica di conformità e rispetto dei limiti.

Per ogni misura di inquinante e/o parametro di riferimento effettuata alle emissioni in atmosfera, sia in maniera continua che periodica, deve essere resa nota (dal laboratorio/sistema di misura) l’incertezza della misura con un coefficiente di copertura almeno pari a 2 volte la deviazione standard (P95%) del metodo utilizzato. Per la verifica delle caratteristiche delle emissioni autorizzate possono essere utilizzati:

a. metodi UNI/Unichim/UNI EN; b. metodi normati; c. metodi ufficiali (nazionali o internazionali) o pubblicati su autorevoli riviste

scientifiche. I metodi utilizzati alternativi e/o complementari ai metodi ufficiali devono avere un limite di rilevabilità complessivo che non ecceda il 10% del valore limite stabilito. I casi particolari di utilizzo di metodi con prestazioni superiori al 10% del limite devono essere preventivamente concordati con l’Autorità Competente ed ARPA. Qualora non fosse indicata l’incertezza della misura eseguita si prenderà in considerazione il valore assoluto della misura per il confronto con il limite stabilito.

I rapporti di prova relativi agli autocontrolli devono riportare insieme al valore del parametro analitico, al metodo utilizzato e alla relativa incertezza estesa (P95%) conformi, l’esito analitico e le condizioni di assetto dell’impianto durante l’esecuzione del rilievo, se pertinenti. Per quanto concerne i metodi presentati dal laboratorio di riferimento, si ribadisce che al momento della presentazione dei rapporti di prova, relativi a quanto previsto nel Piano di Monitoraggio, dovrà essere data evidenza dell’incertezza estesa associata al dato analitico. Si rammenta altresì che l’incertezza estesa deve essere compatibile con i coefficienti di variazione (Cv) di ripetibilità indicati nei Metodi ufficiali.

F5) MATRICE RIFIUTI I rifiuti dovranno essere gestiti secondo le buone tecniche, in particolare il loro stoccaggio non dovrà generare in nessun modo contaminazioni del suolo o delle acque in conformità a quanto previsto dalle procedure gestionali previste dalla MTD. La loro classificazione e la loro gestione dovrà avvenire secondo i criteri del D.Lgs 152/06, parte quarta, e successive modifiche ed integrazioni e nel rispetto di quanto prescritto nel paragrafo E.

F6 ) MATRICE ACQUA.

Prescrizioni scarichi idrici

- le acque reflue industriali provenienti dal lavaggio con acqua degli automezzi aziendali sono raccolte in una vasca a tenuta della capacità di 30 mc per poi essere conferite ai sensi del D.L.vo n.152/2006 a ditte autorizzate per il trattamento; - le acque da scaricare sono costituite da acque reflue domestiche unite alle acque meteoriche di dilavamento di piazzali e tetti (dopo i primi 15 minuti di pioggia); le suddette acque vengono scaricate nella canaletta di via Classicana, bacino idrografico del Canale Candiano; - le acque di prima pioggia provenienti dal dilavamento dei piazzali e dei tetti sono raccolte in una vasca della capacità di 52 m2, dimensionata per contenere mediamente i primi 15 minuti di pioggia, per poi essere successivamente conferite ai sensi del D.L.vo n.152/2006 e smi a ditte autorizzate per il trattamento; - lo scarico finale deve essere conforme ai limiti di emissione indicati nella Tabella 3 dell'Allegato 5 del D.L.vo n.152/2006; - in ogni caso si deve provvedere a trattenere le acque meteoriche di dilavamenfo relative ai primi 15 minuti di pioggia. A tale riguardo la vasca di prima pioggia dovrà essere mantenuta costantemente vuota, tra un evento meteorico e l'altro, al fine di consentire il suo corretto funzionamento; - il pozzetto di ispezione deve essere idoneo al prelevamento di campioni delle acque

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reflue domestiche unite alle acque meteoriche di dilavamento (conforme alla normativa tecnica prevista in materia). Esso dovrà essere mantenuto costantemente accessibile, a disposizione degli organi di Vigilanza. Su di esso deve essere garantita una periodica attività di manutenzione e sorveglianza per mantenere una costante efficienza del sistema; - il pozzetto di prelievo ai fini del controllo della qualità dello scarico è indicato nella planimetria allegata al presente provvedimento; - ogni eventuale variazione strutturale che modifichi permanentemente il regime o la qualità degli scarichi dovrà essere comunicata a questa Provincia e all' ARPA; - nel caso si verifichino imprevisti tecnici che verifichino provvisoriamente il regime e la qualità degli scarichi, dovrà essere data comunicazione alla Provincia e alla Sezione Territoriale ARPA competente;

G: PIANO DI CONTROLLO - ORGANO DI VIGILANZA (ARPA)

CICLI PRODUTTIVI

Verifica Ispettiva con periodicità ANNUALE per il controllo dell’applicazione di quanto previsto dal Piano di Monitoraggio.

SCARICHI IDRICI

Verifica Ispettiva con periodicità ANNUALE delle analisi effettuate

EMISSIONI IN ATMOSFERA

Verifica Ispettiva con periodicità ANNUALE per il controllo del registro degli autocontrolli delle emissioni in atmosfera.

EMISSIONI SONORE

Verifica Ispettiva con periodicità TRIENNALE per il controllo del piano di intervento e di misura che la ditta dovrà eseguire.

RIFIUTI

Verifica Ispettiva con periodicità ANNUALE per controllo dei registri di carico e scarico rifiuti.

La periodicità riportata è da ritenersi indicativa e comunque da valutarsi anche in base alle risultanze contenute nei report periodici che la ditta è tenuta a fornire, come da prescrizioni e da piano di monitoraggio, alla Provincia e all’Arpa.

Le spese occorrenti per le attività di controllo programmato da parte dell’Organo di Vigilanza (ARPA) previste nel Piano di Controllo dell’impianto, oltre alla verifica del Piano di Adeguamento, sono a carico del gestore e saranno determinate secondo quanto previsto nel Piano stesso. Il corrispettivo economico relativo al Piano di Controllo verrà valutato in base alle tariffe in corso di definizione a livello regionale per questa attività; in mancanza di tale riferimento, verrà utilizzato il tariffario delle prestazioni di ARPA Emilia-Romagna. Il corrispettivo economico delle determinazioni analitiche sarà valutato in base ai costi industriali relativi alle attività analitiche, mentre le altre attività verranno rendicontate in base alla tariffa oraria, secondo quanto definito dal Tariffario delle prestazioni di ARPA Emilia-Romagna.

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Il presente provvedimento è divenuto esecutivo il 10/09/2009, data di sottoscrizione dello stesso da parte del dirigente del settore/servizio ai sensi dell’articolo 10, comma 1, del regolamento di attribuzione di competenze.

Ravenna, lì 10/09/2009 IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO

..............................................................

ANNOTAZIONI DELLA SEGRETERIA GENERALE Si certifica:

- che il presente provvedimento è stato pubblicato in elenco all'albo pretorio della Provincia dal .............................................................................. al ..................................................................................... ;

- che contestualmente all'affissione all'albo lo stesso è stato comunicato in elenco al Presidente della Provincia, ai consiglieri capigruppo, al direttore generale, al segretario generale ai sensi dell’articolo 12 del regolamento di attribuzione di competenze.

Ravenna, lì IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO

..............................................................

AVVERTENZE

RICORSI GIURISDIZIONALI (articolo 14 del regolamento di attribuzione di competenze e funzioni a rilevanza esterna al presidente della

provincia, alla giunta provinciale, ai dirigenti, al direttore generale e al segretario generale)

Contro il provvedimento, gli interessati possono sempre proporre ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale competente, ai sensi della legge 6 dicembre 1971, n. 1034, entro il termine di 60 giorni dalla data di notificazione o di comunicazione o da quando l’interessato ne abbia avuto conoscenza.