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PROVINCIA DI MANTOVA CONSIGLIO PROVINCIALE DEL 15.3.2010

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PROVINCIA DI MANTOVA

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CONSIGLIO PROVINCIALE

DEL 15 MARZO 2010

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Sessione Ordinaria Seduta del 15 marzo 2010

L’anno duemiladieci il giorno 15 del mese di marzo alle ore 16,00 in Mantova nella

sala consiliare, convocato dalla Presidente del Consiglio Dr.ssa Laura Pradella,

nelle forme di legge, si è riunito il Consiglio Provinciale di Mantova con la

partecipazione del Segretario Generale Dr.ssa Francesca Santostefano per la

trattazione del seguente ordine del giorno:

Comunicazioni della Presidente del Consiglio Comunicazioni del Presidente

1)- Bilancio di Previsione 2010 e allegati, corredato dal Bilancio Pluriennale 2010-2012 e dalla Relazione Previsionale e Programmatica 2010-2012 – Approvazione

2)- Raccomandazione presentata dal Capogruppo Comunisti Sinistra Popolare Monica Perugini al Bilancio di Previsione 2010

3)- Convezione tra la Provincia di Mantova, il Comune di Mantova e l’Istituto di Storia Contemporanea

4)- Ordine del Giorno presentato dal Consigliere PD Carlo Beduschi, relativa a canoni regionali per piccole derivazioni di acque sotterranee (pozzi)

5)- Ordine del Giorno presentato dalla Presidente del Consiglio Laura Pradella e dalle Consigliere Monica perugini, Maria Fadda, Bruna Lovatti e Anna Bonini, sul tema dell’interruzione volontaria di gravidanza attraverso la somministrazione della pillola RU 486

6)- Ordine del Giorno presentato dal Capogruppo Comunisti Sinistra Popolare Monica Perugini, relativo al mantenimento dei siti produttivi e industriali mantovani nel territorio italiano

7)- Ordine del Giorno presentato dal Capogruppo 8 marzo Maria Fadda, a favore del diritto alla libertà di espressione religiosa della Comunità Baha’i in Iran

8)- Interrogazione presentata dal Consigliere PDL Paolo Papazzoni, in merito agli accertamenti degli organi giudiziari competenti, sulla corrispondenza all’autorizzato del combustibile CDR utilizzato nel ciclo routinario di produzione di energia dalla Ditta Sama

9)- Interrogazione presentata dal Capogruppo Comunisti Sinistra Popolare Monica Perugini, in merito alla vendita di un’area denominata “Collina Bunker” da parte del Comune di Volta Mantovana a soggetto privato

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10)- Interrogazione presentata dal Capogruppo Lega Nord Padania Giovanni Fava, in merito all’esternazione del Capo di Gabinetto Mario Iridile, dell’intenzione di dedicarsi professionalmente all’Università di Mantova

11)- Interrogazione presentata dal Capogruppo Lega Nord Padania Giovanni Fava, in merito alla segnaletica stradale del tratto di strada di competenza provinciale dell’abitato del Comune di Bigarello

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La seduta si apre con l’appello nominale del Segretario Generale

Pradella Laura Presente Fontanili Maurizio Presente Beduschi Alessandro Assente Beduschi Carlo Presente Bernardelli Ottorino Assente Bonini Anna Presente Brioni Fiorenza Assente Caramaschi Giacomo Presente Carra Marco Presente Fadda Maria Presente Fainozzi Massimo Presente Falchetti Mauro Assente Fava Giovanni Presente Forattini Enrico Presente Formizzi Anselmo Presente Lotti Gianni Presente Lamagni Roberto Assente Lovatti Bruna Presente Mantovanelli Giovanni Assente Morselli Beniamino Presente Papazzoni Paolo Assente Pavani Roberto Presente Perugini Monica Assente Rossi Giovanni Presente Roveda Candido Assente Sodano Nicola Assente Tinazzi Severino Presente Zampriolo Marco Assente Zanazzi Paolo Presente Zangobbi Giovanni Presente Zuin Enos Presente Risultano assenti giustificati i Consiglieri: Beduschi A., Falchetti. Constatato che l’Assemblea è in numero legale per validamente deliberare, viene

dichiarata aperta la seduta.

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1) Bilancio di Previsione 2010 e allegati, corredato dal Bilancio Pluriennale

2010-2012 e dalla Relazione Previsionale e Programmatica 2010-2012 –

Approvazione

Premesso che ai sensi dell’art. 151 del D. Lgs. n. 267/2000 il termine per l'approvazione del bilancio di previsione 2010 è previsto per il 31.12.2009;

Visto con decreto del Ministero dell’interno del 17.12.2009, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 301 del 29.12.2009, è stato differito al 30.04.2010 il termine per l’approvazione del Bilancio di Previsione per l’anno 2010; Visto lo schema di Bilancio di previsione per l’esercizio 2010 corredato dallo schema di Bilancio Pluriennale 2010-2012 e dalla Relazione Previsionale e Programmatica 2010-2012 – unitamente agli allegati previsti dall’art. 152 del Tuel e dalla vigente normativa - predisposti ai sensi dell’art. 174 del D. Lgs. n. 267/2000 ed approvati dalla Giunta Provinciale con deliberazione n. 18 del 18.02.2010;

Precisato che lo schema di Bilancio di Previsione 2010, lo schema di Bilancio Pluriennale 2010-2012 e la Relazione Previsionale e Programmatica 2010-2012, unitamente agli allegati e alla relazione del Collegio dei Revisori, sono stati presentati ai sensi dell’art. 10 del Regolamento di Contabilità dell’Ente al Consiglio Provinciale in data 26.02.2010; con nota del Presidente della Provincia del 26.02.2010, prot. n. 10/9113 sono stati precisati i documenti consegnati e quelli messi a disposizione dei Consiglieri; Rilevato che il Bilancio di Previsione per l’esercizio 2010 è stato redatto osservando i principi stabiliti dall’art. 151, commi 1, 2 e 3, del già citato D. Lgs. n. 267/2000;

Rilevato che il Bilancio Pluriennale 2010-2012, conforme alle disposizioni dell’art. 171 del D. Lgs. n. 267/2000, costituisce il quadro delle risorse finanziarie per spese correnti consolidate e di sviluppo, nonché di investimento che si prevedono di impegnare nel triennio ed individua per le ultime il ricorso al mercato finanziario distintamente per ognuno degli anni considerati;

Dato atto che gli stanziamenti previsti nel Bilancio Pluriennale 2010-2012 per il primo anno coincidono con quelli di competenza del bilancio annuale, hanno carattere autorizzatorio e costituiscono limite agli impegni di spesa;

Rilevato che la Relazione Previsionale e Programmatica 2010-2012, conforme agli schemi approvati con DPR n. 326 del 03.08.1998, con l’allegato Programma Triennale dei Lavori Pubblici, definisce gli obiettivi generali dell’Amministrazione oltre a specificare i programmi attraverso i quali si intendono raggiungere tali obiettivi, divenendo uno strumento di programmazione gestionale e finanziaria al quale dovrà informarsi, anche sulla base del successivo piano esecutivo di

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gestione (PEG), l’attività dei dirigenti e titolari di Posizione Organizzativa responsabili dei programmi;

Visto il parere del Collegio dei Revisori sullo schema di Bilancio di Previsione 2010 e suoi allegati, ai sensi dell’art. 239 del D. Lgs. n. 267/2000; Visto che, ai sensi del comma 169 – art. 1 – della legge 27/12/2006 n. 296 (Legge Finanziaria 2007), restano confermate anche per il 2010, per esigenze di bilancio, le aliquote già in vigore nel 2009 relativamente ai seguenti tributi provinciali: - Addizionale Provinciale sui Consumi di Energia Elettrica, per la quale si applicherà anche per il 2010 l’aliquota di 0,01140 euro per ogni kwh di consumo per qualsiasi uso in locali e luoghi diversi dalle abitazioni;

- Imposta Provinciale di Trascrizione, per la quale si applicherà anche per il 2010 l’aumento del 20% sulle tariffe di cui al D.M. Finanze n. 435/98;

- Tributo Provinciale per l’Esercizio delle Funzioni di Tutela e Igiene dell’Ambiente, per il quale si applicheranno le aliquote approvate con Deliberazione di Giunta Provinciale n. 16 adottata in data 07.02.2008 avente ad oggetto “Linee Guida per l’Applicazione del Tributo Ambientale”;

Vista la delibera di Consiglio Provinciale n. 8 dell’ 11.03.2008 di modifica del Regolamento Provinciale delle tariffe per l’applicazione del canone di occupazione di spazi e di aree pubbliche (COSAP);

Visto il Programma Triennale dei LL.PP. 2010-2012, allegato sub 1) alla relazione previsionale programmatica 2010-2012 redatto dal Dirigente del Settore Patrimonio, provveditorato e contratti, dott.ssa Gloria Vanz; Dato atto che:

- ai sensi dell’art. 128 del D.Lgs. n. 163/2006 e s.m.i. e del Decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti 09.06.2005 nonché in ottemperanza a quanto previsto nella “Procedura organizzativa per la formulazione del Programma

Triennale ed Elenco Annuale”, esaminata dalla Giunta Provinciale nella seduta del 24.09.2008, lo schema del Programma Triennale LL.PP. 2010/2012, con l’Elenco Annuale dei Lavori da realizzare nel primo anno, è stato redatto a cura del Dirigente del Settore Patrimonio, Provveditorato, Contratti, Manutenzione Infrastrutture Viabilità, individuato quale referente per la procedura in questione ed accreditato per tale funzione presso l’apposito sito Internet predisposto dalla Regione Lombardia;

- il Programma Triennale dei LL.PP. 2010/2012, adottato con deliberazione di Giunta Provinciale n. 169 del 05.11.2009, è stato affisso per 60 gg. consecutivi nell’Albo Pretorio della Provincia, pubblicato per la stessa durata di tempo sul sito INTERNET della Provincia di Mantova, nonché inviato a tutti i 70 Comuni

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della provincia di Mantova ed alle principali Associazioni di categoria; - durante i 60 giorni di pubblicazione sono pervenute osservazioni da parte dei seguenti enti: a) Comune di Viadana: - rileva che non è stato inserito nel Programma Triennale dei LL.PP. 2010/2012 l’intervento di sistemazione dell’incrocio di Via Codisotto sulla S.P. n. 57;

- chiede che in sede di progettazione degli interventi di manutenzione stradale 2010 si preveda un idoneo intervento di manutenzione della struttura del ponte sul Po tra Viadana e Boretto;

b) Comune di Solferino: - chiede che venga valutata l’ipotesi di classificare come strada provinciale la strada comunale denominata “Cà Morino” in virtù del fatto che la stessa costituisce una bretella di collegamento tra la ex S.S. n. 236 “Goitese” e la S.P. n. 12 “Solferino-Castiglione delle Stiviere” e lambisce aree interessate dal Piano cave, trovandosi pertanto ad essere oggetto di significativi flussi di mezzi pesanti di trasporto del materiale cavato;

- chiede inoltre che si provveda all’allargamento di detta strada Cà Morino allo scopo di renderla adeguata al flusso di traffico esistente, provvedendo inoltre alla riqualificazione, mediante la realizzazione di una rotatoria, dell’attuale intersezione a raso non canalizzata tra la stessa Cà Morino e la S.P. n. 12;

c) Comune di Castelbelforte chiede che vengano inserite nel Programma Triennale dei LL.PP. 2010/2012: - la realizzazione di una rondò in sostituzione dell’attuale incrocio a raso con canalizzazioni in intersezione tra la S.P. 25 e la ex S.S. n. 349, dando la propria disponibilità ad acquisire una porzione di terreno attiguo all’incrocio per facilitare la realizzazione dell’opera;

- la rettifica di una serie di curve, già causa di ripetuti incidenti di varia entità, presenti sulla S.P. n. 25 oltre l’abitato di Castelbelforte in direzione Roncolevà di Trevenzuolo (VR) e che inoltre venga realizzato un più generale intervento di allargamento di tutta l’arteria;

- un generale intervento di ripresa della bitumatura del manto stradale della S.P. n. 26 “Castelbelforte-Erbè, notevolmente ammalorati;

Considerato che:

- il rispetto del patto di stabilità costituisce un obbligo di legge, cui devono necessariamente attenersi il Bilancio di Previsione 2010 e il Bilancio Pluriennale 2010/2012 della Provincia, di cui il Programma Triennale dei LL.PP. 2010/2012 ed il relativo Elenco Annuale dei Lavori 2010 costituiscono un allegato;

- risulta pertanto necessario approvare uno schema di Programma Triennale dei LL.PP. 2010/2012 che sia compatibile con le previsioni del Bilancio 2010 e del Bilancio pluriennale 2010/2012;

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Dato atto che: - alla luce di quanto argomentato e al fine di garantire la sostenibilità della spesa rispetto agli equilibri di bilancio, si è provveduto ad eliminare il più possibile il ricorso al credito, quale fonte di finanziamento delle opere pubbliche ricomprese nel Programma, sostituendolo con le risorse derivanti dal Piano delle Alienazioni Immobiliari ex art. 58 del D.L. n. 112/2008, costituente allegato del Bilancio di Previsione 2010 e contenente l’elenco dei beni immobili di proprietà provinciale suscettibili di alienazione o dismissione in quanto non più strumentali all’esercizio di funzioni istituzionali;

- per il finanziamento della realizzazione del capannone in acciaio nel porto di Valdaro, è stato previsto il ricorso all’istituto del Leasing Immobiliare Pubblico previsto dall’art. 160 bis del D. Lgs. n. 163/2006 e s.m.i., quale strumento alternativo di finanziamento;

- non si è proceduto alla compilazione della quarta scheda-tipo del Triennale in quanto non vi sono immobili da trasferire ex art. 19 – comma 5 ter della L. n. 109/1994, ora sostituito dall’art. 53, comma 6 del D. Lgs. n. 163/2006;

- sono state compilate due schede “Tabella Riassuntiva Viabilità e Trasporti” e “Tabella Riassuntiva Edilizia”, ulteriori rispetto a quelle previste dal Decreto Ministeriale 09.06.2005, al fine di consentire una lettura più dettagliata delle opere inserite nel Triennale, dei loro eventuali spostamenti da una annualità all’altra e delle relative modalità di finanziamento;

- nella stesura del Programma Triennale sono stati rispettati i criteri di priorità, previsti dall’art. 14, comma 3 della L. n. 109/1994, ora sostituito dall’art. 128, comma 3 del D. Lgs. n. 163/2006 il quale prevede “Il Programma Triennale

deve prevedere un ordine di priorità. Nell’ambito di tale ordine sono comunque

da ritenere prioritari i lavori di manutenzione, di recupero del patrimonio

esistente, di completamento dei lavori già iniziati, i progetti esecutivi approvati,

nonché gli interventi per i quali ricorra la possibilità di finanziamento con

capitale privato maggioritario; - per quanto attiene ai progetti stradali inseriti nel Programma Triennale, sono stati rispettati gli indirizzi contenuti nella D.G. n. 257 del 31.07.2002, (che impongono di considerare i flussi di traffico, la pericolosità e l’incidentalità delle strade, la compartecipazione economica dei Comuni e la disponibilità a modificare i propri strumenti urbanistici, eventualmente favorendo il coinvolgimento di privati nel finanziamento degli interventi, la realizzazione o il potenziamento di piste ciclopedonali);

Ritenuto, in merito alle osservazioni presentate dai Comuni al Programma Triennale dei LL.PP. 2010/2012, di precisare quanto segue: - il contributo di euro 300.000,00 a carico della Provincia per la sistemazione dell’incrocio di Via Codisotto sulla S.P. n. 57 è stato inserito in sede di adozione del Programma Triennale dei LL.PP. 2010/2012 tra i contributi previsti nell’annualità 2011 sotto la dicitura “Contributo al Comune di Viadana

per realizzazione rotatoria loc. Buzzoletto”. Non compare nelle altre schede del Programma in quanto ente realizzatore dell’intervento in questione sarà il

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Comune di Viadana e non la Provincia di Mantova; - tutti gli altri interventi richiesti dai Comuni non possono essere inseriti nel Programma a causa della necessità di rispettare le regole del patto di stabilità e le compatibilità di bilancio, che già hanno ridotto in maniera sensibile alcuni stanziamenti come ad es. quelli destinati alle manutenzioni stradali ed hanno imposto la soppressione o lo slittamento di alcuni progetti in precedenza già inseriti nella programmazione provinciale. Sarà comunque cura dell’Amministrazione intervenire, nell’ambito dell’appalto annuale di manutenzione straordinaria sulle strade provinciali, sulle situazioni di maggior degrado segnalate dai Comuni, compatibilmente alle risorse assegnate ed alle priorità dettate dalle effettive situazioni manutentive caratterizzanti l’intera rete viaria provinciale. In particolare, per quanto attiene alla S.P. 26 “Castelbelforte -

Erbe”, si precisa che per la strada in questione verranno previsti, nel progetto delle manutenzioni straordinarie 2010, interventi di fresatura e rifacimento del manto di usura per un tratto di circa 400 m (dal km 0+000 al km 0+400) e precisamente dal centro abitato di Castelbelforte (incrocio con la S.P. n. 25 ) verso Erbè;

Visto, altresì, che nella Relazione Previsionale e Programmatica 2010/ 2012 sono allegati in apposita sezione : - il Piano delle valorizzazioni e delle dismissioni dei beni immobili non strumentali all’esercizio delle funzioni istituzionali dell’ente (art. 58 del Decreto legge n. 112 del 25.06.2008, convertito dalla Legge 06.08.2008 n. 133) il cui elenco è stato approvato con deliberazione della Giunta Provinciale n. 17 del 18.02.2010 – allegato sub 2), come rettificato dalla Giunta provinciale nella seduta del 11.03.2010 con deliberazione di Giunta Provinciale n.35, relativamente al rigo 67 della tabella allegata, dando atto che tale rettifica non ha comportato alcuna variazione nei dati finanziari;

- il programma degli incarichi di collaborazione autonoma (Legge 24.12.2007, n. 244 e successive modificazioni) – allegato sub 3);

- il programma triennale dei fabbisogni di personale (art. 39 della legge 27.12.1997, n. 449 e successive modificazioni) approvato con deliberazione di Giunta Provinciale n. 103 del 19.06.2008, gli indirizzi in materia di programmazione del fabbisogno di personale a tempo indeterminato approvati con deliberazione n. 195 del 23.12.2009 e gli ulteriori indirizzi in materia di programmazione occupazionale 2010-2012 approvati con deliberazione di Giunta Provinciale n. 10 del 04.02.2010 – allegato sub 4);

- il piano triennale di contenimento delle spese ex art. 2, commi 594-599 della legge 24/12/2007, n. 244) redatto dal Dirigente del Settore Patrimonio, Provveditorato, Contratti e Manutenzione Infrastrutture Viabilità – allegato

sub 5); - la certificazione dei parametri obiettivi per le Province ai fini dell’accertamento della condizione di ente strutturalmente deficitario allegato al consuntivo 2008 allegato sub 6);

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Considerato che ai sensi dell’art. 3, comma 56 della legge 24.12.2007, n. 244 come sostituito dall’art. 46, comma 3, del D.L. n. 112/2008 convertito nella legge n. 133/2008, che prevede che “….il limite massimo della spesa annua per incarichi di collaborazione è fissato nel bilancio preventivo degli enti territoriali.”, in base al programma degli incarichi allegato alla relazione previsionale e programmatica 2010/2012 sub 3), il limite massimo della spesa per incarichi di collaborazione per il 2010 è determinato nell’importo di euro 300.231,06;

Visto l’art. 1, comma 169, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Legge Finanziaria 2007), che dispone che le deliberazioni con le quali vengono approvate le tariffe e le aliquote relative ai tributi locali hanno effetto dal primo gennaio dell’anno di riferimento anche se approvate successivamente all’inizio dell’esercizio purché entro il termine fissato dalle norme statali per la deliberazione del bilancio di previsione e che in caso di mancata approvazione entro il suddetto termine, le tariffe e le aliquote si intendono prorogate di anno in anno; Richiamato l’art. 77-bis, comma 30, del D.L. n. 112/2008, convertito, con modificazioni dall’art. 1, comma 1, della Legge n. 133/2008, in base al quale “resta

confermata per il triennio 2009-2011, ovvero sino all’attuazione del federalismo

fiscale se precedente all’anno 2011, la sospensione del potere degli enti locali di

deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali, delle aliquote ovvero delle

maggiorazioni di aliquote di tributi ad essi attribuiti con legge dello Stato, di cui

all’art. 1, comma 7, del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, convertito, con

modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 126, fatta eccezione per gli aumenti

relativi alla tassa sui rifiuti solidi urbani (TARSU)”; Dato atto che con nota del 27.02.2009, prot. n. 11470/09, è stato chiesto al Ministero dell’Economia e delle Finanze se costituisce violazione della citata norma l’adozione anche per l’anno 2010 del “Progetto tributo” a seguito del quale alcuni Comuni della Provincia di Mantova, appartenenti ad una determinata fascia di aliquota, verrebbero classificati in una fascia di aliquota più alta; a tale quesito il Ministero ha risposto con nota prot. n. 26579/09 del 09.12.2009 (nostro prot. n. 67891/09 del 18.12.2009) che per l’anno 2010 ove in sede di realizzazione del cosiddetto “Progetto tributo” si rendesse necessario procedere all’aumento dell’aliquota applicata nei confronti di alcuni comuni, non si può escludere l’insorgere di un contrasto con la norma che sospende il potere degli enti locali di deliberare aumenti dei tributi e delle addizionali, atteso che l’unico tributo rispetto al quale gli enti locali possono deliberare un aumento è la TARSU; Visto l'art. 151 comma 3 del D.Lgs. n. 267/2000; Visto l’art. 2, comma 231 della legge Finanziaria 2010 che prevede la possibilità di rateizzare in venti annualità, con la maggiorazione degli interessi legali, le somme ancora dovuta dalla Provincia di Mantova al Ministero dell’Interno per il rimborso

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delle spese del personale ATA trasferito, che al 31.12.2009 ammontano ad euro 1.355.048,40; Ritenuto di aderire alla proposta anzidetta in quanto l’onere annuale a carico del bilancio di riduce, per la parte capitale, da euro 451.682,80 ad euro 67.752,42; Richiamati:

- il D.Lgs. 18.08.2000 n. 267 “Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti locali”;

- il Regolamento di Contabilità della Provincia approvato dal Consiglio Provinciale con deliberazione n. 48 del 21.12.2005, esecutiva ai sensi di legge;

- la Legge n. 191 del 23.12.2009 (Legge Finanziaria 2010) pubblicata sulla G.U. n. 302 del 30.12.2009 (supplemento ordinario n. 243);

Visti: - gli art. 42 e 151, commi 1, 2 e 3, del D. Lgs. n. 267/2000; - gli art. da 81 a 87, del D. Lgs. n. 267/2000, come modificati dalla legge 22.12.2008, n. 203 (Legge Finanziaria 2009);

- il D.M. 04.04.2000, n. 119; - lo statuto provinciale; - il vigente regolamento di contabilità della Provincia;

Sentita la competente Commissione Consiliare nella seduta del 3 marzo 2010;

Visto il parere favorevole espresso dal responsabile del servizio contabilità, dott.ssa Angela Del Bon, in merito alla regolarità istruttoria del presente provvedimento e relativi allegati;

Visti i pareri formulati in merito alla proposta di deliberazione ai sensi e per gli effetti dell’art. 49 del D. Lgs. n. 267/2000 dal Dirigente del Settore Finanziario che ne attesta la regolarità tecnica e contabile; Dato atto che sono stati presentati dal Consigliere Marco Carra n. 2 emendamenti al bilancio di previsione 2010 in data 08.03.2010, prot. n. 12697/10 e 12699/10; il primo emendamento è stato valutato ammissibile e sono stati acquisiti il parere di regolarità tecnica e contabile del Dirigente del Settore Finanziario, (nota prot. n. 7 del 10.3.2010) e il parere favorevole del Collegio dei Revisori dei Conti dell’ente in data 10.3.2010, che si allegano; il secondo emendamento è stato valutato inammissibile con parere del Dirigente del Settore Finanziario, (nota prot. n. 8 del 10.03.2010);

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D E L I B E R A

1. di approvare il Bilancio di Previsione per l'esercizio 2010 della Provincia di

Mantova, parte necessaria e integrante del presente atto, nelle seguenti risultanze finali – allegato a):

ENTRATE Competenza SPESE Competenza

Titolo I - Entrate tributarie 35.890.000,00 Titolo I - Spese

correnti

55.686.378,37

Titolo II - Entrate derivanti da

contributi e trasferimenti correnti

dello Stato, della regione e di

altri enti pubblici anche in

rapporto all' esercizio di funzioni

delegate dalla regione

19.015.199,69

Titolo II - Spese in

conto capitale

38.230.100,41

Titolo III - Entrate extratributarie 6.890.395,65 Titolo III – Spese per

rimborso prestiti

4.971.716,97

Titolo IV - Entrate derivanti da

alienazioni, da trasferimenti di

capitale e da riscossione di

crediti

34.333.279,84 Titolo IV - Spese per

servizi per conto terzi

12.391.250,00

Titolo V - Entrate derivanti da

accensioni di prestiti

2.759.320,57

Titolo VI - Entrate da servizi per

conto terzi

12.391.250,00

TOTALE GENERALE

ENTRATE

111.279.445,75 TOTALE GENERALE

SPESE

111.279.445,75

2. di approvare il Bilancio Pluriennale 2010/2012 (che non prevede i servizi per

conto di terzi), anch'esso parte necessaria e integrante del presente atto – allegato b), nelle seguenti risultanze finali e complessive:

PARTE ENTRATA

2010 2011 2012

TOTALE GENERALE 98.888.195,75 68.975.254,00 76.690.987,00

PARTE SPESA

2010 2011 2012

TOTALE GENERALE 98.888.195,75 68.975.254,00 76.690.987,00

3. di approvare la Relazione Previsionale e Programmatica 2010 – 2012 redatta in

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conformità al modello di cui al D.P.R. 3.8.1998, n. 326, con i suoi allegati citati in premessa, parte necessaria e integrante del presente atto – allegato c);

4. di approvare l’elenco dei mutui e delle operazioni di leasing da assumere nel

corso dell’esercizio 2010 riportato nella tabella 1) della Relazione Previsionale e programmatica 2010-2012, autorizzando e demandando i Dirigenti competenti per l’assunzione dei relativi finanziamenti, essendo indicati espressamente in un atto fondamentale del Consiglio Provinciale, come previsto dall’art. 42, lett. h) del D. Lgs n. 267/2000;

5. di dare altresì atto che in base al programma degli incarichi allegato alla relazione previsionale e programmatica 2010/2012 sub 3), il limite massimo di spesa per il 2010 per incarichi di collaborazione è fissato nell’importo di euro 300.231,06;

6. di approvare l’allegato prospetto contenente le previsioni di competenza e di

cassa degli aggregati rilevanti ai fini del patto di stabilità interno per ciascuno degli anni del triennio 2010/2012 dal quale si evince che la Provincia ha iscritto le previsioni di entrata e di spesa di parte corrente in misura tale che, unitamente alle previsioni dei flussi di cassa di entrate e spese di parte capitale, al netto delle alienazioni e delle concessioni e riscossioni di crediti, sia garantito il rispetto dell’obiettivo programmatico del patto di stabilità per gli anni 2010/2012 ai sensi dell’art. 77 bis, commi da 1 a 32, del D.L. n. 112 del 25.06.2008, convertito in legge n. 133 del 06.08.2008 con successive modificazioni ed integrazioni (in particolare dalla legge n. 33/2009 di conversione del D.L. n. 5/2009 e dalla legge 102 del 03.08.2009 di conversione del D.L. 78 del 01.07.2009), come da allegato d) parte necessaria e integrante del presente atto;

7. di dare atto che ai sensi del comma 169 – art. 1 – della legge 27.12.2006, n.

296 resta confermato l’aumento al 20% delle tariffe dell’Imposta Provinciale di Trascrizione anche per l’anno 2008 (deliberazione di Giunta Provinciale n. 213 dell’11/12/2008), la misura dell’addizionale provinciale sui consumi di energia elettrica in euro 0.01136 per ogni Kwh di consumo per qualsiasi uso in locali e luoghi diversi dalle abitazioni (deliberazione di Giunta Provinciale n. 212 dell’11/12/2008) e per il tributo provinciale per l’esercizio delle funzioni di tutela e igiene dell’ambiente, restano in vigore le medesime aliquote approvate con la deliberazione di Giunta Provinciale n. 16 adottata in data 7/2/2008 avente ad oggetto “Linee guida per l’applicazione del Tributo Ambientale”;

8. di approvare con le modalità di cui all'art. 2, comma 231 della legge finanziaria

2010, la rateizzazione in venti annualità del debito residuo ancora dovuto al 31.12.09 quale recupero delle somme non portate in detrazione ai trasferimenti erariali per incapienza degli stessi, ai sensi dell'articolo 31, commi 12 e 13, legge .n. 289/02;

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9. di allegare al bilancio ai sensi dell’art. 172 del D. Lgs. 267/00 anche i seguenti

documenti, agli atti del settore finanziario: - la deliberazione di Giunta Provinciale n. 212 del 11.12.2008 con cui è stata confermata la misura dell’addizionale provinciale sui consumi di energia elettrica in euro 0.01136 per ogni Kwh di consumo per qualsiasi uso in locali e luoghi diversi dalle abitazioni;

- la deliberazione di Giunta Provinciale n. 213 del 11.12.2008 di conferma delle tariffe dell’Imposta Provinciale di Trascrizione per l’anno 2009;

- deliberazione di Giunta Provinciale n. 16 adottata in data 07.02.2008 avente ad oggetto “Linee guida per l’applicazione del Tributo Ambientale;

- il rendiconto dell’esercizio 2008 della Provincia di Mantova, approvato con deliberazione di Consiglio Provinciale n. 17 del 30.04.2009, con allegata la tabella relativa ai parametri di riscontro della situazione di deficitarietà strutturale dell’Ente;

- le risultanze dei rendiconti dei Consorzi e delle Società di capitali costituite per l’esercizio dei servizi pubblici relativi all’esercizio 2008;

- il bilancio di previsione 2010 e allegati e il consuntivo 2008 e allegati dell’azienda speciale FOR.MA approvati rispettivamente con deliberazione di Consiglio Provinciale n. 54 del 21.12.2009 e n. 32 del 08.09.2009.

Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Comunico, come previsto dal Regolamento di Contabilità all’art. 11, che sono stati presentati due emendamenti dal Consigliere Marco Carra. Un emendamento ha ricevuto il parere di inammissibilità con le seguenti motivazioni: «L’art. 11 del vigente Regolamento di Contabilità indica: “Ogni Consigliere può presentare non più di un emendamento per ogni risorsa di entrata e per ogni intervento di spesa”. Quindi non potendo essere presentato più di un emendamento per ogni intervento di spesa si ritiene che il secondo emendamento debba esser dichiarato inammissibile seguendo il criterio logico della successione temporale. Pertanto per le motivazioni sopra espresse al punto b) l’emendamento numero 2, prot. 12699 è inammissibile in quanto riguarda anche lo stesso intervento di spesa 1090305 dell’emendamento 1 prot. 12697, possibilità non ammessa dall’art. 11 del vigente Regolamento di Contabilità». Mentre invece l’emendamento numero 1 è dichiarato ammissibile e do la parola all’Assessore Baracca per il punto. Prego Assessore. Assessore Baracca: Grazie Presidente. Dal confronto con il proponente l’emendamento le richieste inserite nell’emendamento riguardano l’assegnazione del contributo di 25 mila euro alla cooperativa CHV. La cooperativa CHV ha sempre beneficiato del contributo della Provincia, contributo che veniva assegnato in sede di assestamento di bilancio. Accettando la richiesta del Consigliere Carra la Giunta ha pensato di anticipare l’assegnazione dei 25 mila euro alla cooperativa in oggetto facendolo seguire anche da una convenzione triennale. Questa è la prima parte. Per quanto riguarda la seconda richiesta, che parla di un aumento di 25 mila

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euro da aggiungere ai 100 mila euro del fondo anticrisi, si è pensato di lavorare in questo modo: intanto assegnare i 100 mila euro ai Piani di Zona e visto che questi 100 mila euro contrariamente ai 60 mila messi lo scorso anno in sede di assestamento e divisi 10 mila euro per ogni Piano di Zona…per questi 100 mila euro si pensa, l’Assessore con gli uffici competenti, con i referenti delle varie zone, di stabilire dei criteri di assegnazione perché sappiamo benissimo che possono esserci zone del territorio che necessitano in modo prevalente o meno o in modo diverso all’interno delle zone della distribuzione di queste risorse. Una volta verificata la distribuzione di questi fondi già messi a bilancio c’è un impegno dell’Amministrazione nel caso di necessità, questa sì in sede di assestamento, di aumentare i fondi anche per il piano crisi.

Entra Roveda Presenti 21

Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Consigliere Carra, prego. Consigliere Carra: Intanto voglio ringraziare la Giunta per l’alta considerazione che è stata data a questo emendamento e devo dichiararmi molto soddisfatto per gli impegni che la Giunta si assume. Per questa ragione annuncio fin da subito che questo emendamento viene ritirato. Peraltro sono particolarmente soddisfatto perché credo che questo emendamento abbia toccato scelte politiche che questa Amministrazione ha compiuto nel recente passato e che hanno dal nostro punto di vista particolarmente qualificato l’azione di questa Amministrazione, perché non c’è alcun dubbio che il sostegno dato alla cooperativa CHV in questi anni è un sostegno teso ad inserire ragazzi e ragazze con dei problemi, un impegno nobile della cooperativa che ha avuto il concreto sostegno da parte delle istituzioni locali a partire dalla Provincia. Ebbene, questo è un fatto che merita di essere sottolineato e l’idea addirittura di arrivare a una stabilizzazione del rapporto con questa cooperativa è un’idea particolarmente convincente. Lo stesso dicasi per il fondo anticrisi perché io penso sia opportuno segnalare che questa Provincia ha lodevolmente inserito l’anno scorso 60 mila euro. Certo, si è trattato del primo anno e questo ha comportato una fase di rodaggio ma 60 mila euro sono una cifra importante. Già nel Bilancio di Previsione questa cifra conosce un suo incremento, da 60 si passa a 100 ed è un altro fatto estremamente significativo dal mio punto di vista e non c’è alcun dubbio che in questo quadro quest’anno, dopo l’anno, tra virgolette, sperimentale dell’anno scorso sarà opportuno davvero praticare la strada che l’Assessore per conto della Giunta ci propone e cioè di qualificare meglio la spesa, di avere un raccordo stretto con i Piani di Zona perché è evidente che non tutte le zone del nostro territorio, della nostra Provincia, vivono la medesima situazione. Certo, la difficoltà è generalizzata però ci sono territori che sono più colpiti altri meno, quindi serve davvero un lavoro di approfondimento e mi pare che siamo sulla strada giusta. Peraltro l’idea di fare anche un po’ il punto della situazione durante l’anno in corso per capire anche il livello di progettualità che le diverse zone sono in grado di mettere in campo e comprendere meglio se vi è la

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necessità di incrementare le risorse, ebbene questa disponibilità, questo lavoro che l’Amministrazione si impegna a garantire è soddisfacente. È del tutto evidente che l’emendamento prendeva le mosse dal lavoro che l’Amministrazione attraverso in particolare l’Assessore Grassi che sta seguendo in diretta le diverse situazioni di crisi della nostra provincia, ebbene ha fatto presente in diverse circostanze che queste criticità sono particolarmente rilevanti nel nostro territorio. Ecco io penso sia opportuno sottolineare una cosa da questo punto di vista e cioè che qui noi siamo in presenza di interventi che potremmo definire straordinari, che vanno per molti aspetti al di là delle stesse prerogative dell’Amministrazione provinciale e questo riguarda anche molti enti locali e qui siamo in presenza…da qui quindi la necessità di sottolineare la bontà di questa scelta, che andiamo a sopperire a falle che ad esempio Roma ha prodotto in questi anni, in particolare in quest’ultimo periodo perché non c’è alcun dubbio che le tante emergenze sociali che si sono aperte nel nostro paese è del tutto evidente che non trovano una puntuale risposta da parte del governo nazionale. Devo riconoscere che gli enti locali mantovani pur non risolvendo, perché ovviamente non si tratta di questo, le emergenze sociali però sono nelle condizioni di dare una mano a quelle situazioni di straordinaria difficoltà che si sono aperte, ripeto, durante l’ultimo anno e mezzo. Vorrei riportarvi anche una mia esperienza personale e cioè avendo avuto a che fare in questi mesi con diversi lavoratori e lavoratrici posti di fronte ad una vera e propria emergenza salariale, quindi senza sapere come proseguire di giorno in giorno la loro vita perché di questo si tratta, ho avuto modo di sentire lavoratori che hanno valorizzato ad esempio quello che alcune Amministrazioni hanno fatto. Penso in particolare a quelle che conosco meglio che insistono nel mio territorio, penso a Pegognaga, Gonzaga, Suzzara, laddove facendo un raffronto tra lavoratori nelle medesime situazioni di difficoltà però hanno avuto risposte diverse a seconda della sensibilità che le Amministrazioni locali hanno avuto e queste che ho citato ne hanno avuta molta di sensibilità opportunamente, perché hanno avuto sostegni sulle tariffe scolastiche piuttosto che sul sostegno al reddito piuttosto che altro. Questo è un fatto che, ripeto, non è risolutivo e la risoluzione di questi problemi non sta in capo all’Amministrazione provinciale ma penso che debba essere sottolineato questo dato particolarmente significativo. Quindi le risposte, gli impegni sono, ribadisco, convincenti, ritiro il mio emendamento e considero che gli sforzi prodotti da questa Amministrazione come da tante altre, perché è giusto riconoscerlo, e di diverso colore politico, avvengono in una situazione di particolare difficoltà degli enti locali del nostro paese laddove trovano costantemente una mortificazione nelle politiche nazionali e credo che garantire determinati servizi, garantire determinate scelte sia un fatto importante. Io sabato mattina ho partecipato all’inaugurazione dell’istituto tecnico ad Ostiglia e penso che sia stata una giornata, come hanno sottolineato sia il Presidente che l’Assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, molto importante per la nostra comunità perché lì si è visto che cosa si ha a cuore, le scelte che vengono compiute in un linguaggio di verità che è stato proposto agli insegnanti, ai genitori, agli studenti e penso che queste scelte acquistino maggiore significato in un momento non solo di difficoltà generale ma in cui le scelte generali, le scelte nazionali, non vanno certamente incontro a

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queste situazioni di difficoltà che le Amministrazioni provinciali o comunali stanno vivendo. Quindi per quanto mi riguarda, ribadisco, sono soddisfatto e ci tengo a rinnovare i miei ringraziamenti all’Amministrazione provinciale e anche agli uffici della Ragioneria che si sono messi a disposizione sul piano meramente tecnico per darmi una mano ad intraprendere questa iniziativa che può apparire in qualche modo stravagante ma che poi vedete che ridotta sia da un punto di vista quantitativo che ad argomenti che calcano il solco che l’Amministrazione provinciale ha già tracciato in qualche modo, ebbene vedete che poi alla fine rappresentano o possono rappresentare anche punti di convergenza importanti per l’insieme del centrosinistra.

Entra Perugini Presenti 22

Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Grazie Consigliere. Con il Presidente Fontanili e con l’Assessore Baracca abbiamo concordato che dopo l’intervento del Presidente verrà data la parola agli Assessori Baroni e Rebuschi in quanto durante la presentazione del Bilancio non erano intervenuti perché assenti. Prego Presidente Fontanili. Maurizio Fontanili – Presidente: Oggi dobbiamo discutere e approvare il Bilancio di Previsione del 2010. Lo facciamo nei tempi di legge ma con qualche ritardo rispetto a quello che ci eravamo proposti alla fine dell’anno scorso. Lo slittamento è dovuto in parte all’incertezza della normativa sulle fonti di finanziamento, in particolare sul patto di stabilità, e poi anche perché speravamo che vi fosse una ripresa economica che consentiva di prevedere nell’arco dell’anno entrate maggiori. Ma non è stato così, la variazione non c’è stata per cui ci siamo portati ad oggi. Quello che oggi discutiamo è l’ultimo Bilancio preventivo completo di questa Giunta. Per me e per alcuni colleghi sarà anche l’ultimo di un governo decennale. Credo, quindi, fosse legittima l’aspirazione di chiudere i nostri due mandati in modo positivo. La nostra aspirazione viene però frustrata dall’ulteriore prevista riduzione delle risorse economiche. Ciò non ci ha impedito di impegnarci al massimo per dare continuità al lavoro che è stato fatto fino ad ora, costante e impegnativo e secondo noi ricco di frutti concreti per la comunità mantovana. Dico subito che sono grato alla Presidenza del Consiglio, alla Giunta, ai Consiglieri di maggioranza e di minoranza per la partecipazione e i contributi forniti in queste settimane in cui si sono susseguiti numerosi incontri con le categorie economiche, con le Commissioni e i Gruppi consiliari e con le forze politiche per valutare ciò che si proponeva. Ripeto qui alcuni ruoli in modo interattivo sul ruolo delle Province. Noi riteniamo che le Province in Italia, come del resto anche in tutta Europa, abbiamo un ruolo determinante nell’articolazione delle istituzioni pubbliche. La Provincia è un organismo eletto a suffragio universale. Ciò non accade in tutta Europa. È espressione da noi di una democrazia partecipata ed è strategico nella concertazione e pianificazione territoriale, strategico nella pianificazione territoriale settoriale e in quella complessiva seguendo gli indirizzi legislativi della normativa

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dell’Unione Europea, dello Stato e della Regione. Anche per il 2010 punteremo – lo abbiamo già fatto con l’approvazione del PTCP – su questo ruolo pianificatorio così come sulla tutela e valorizzazione del territorio, rilevando però che non tutte le legislazioni regionali prevedono identiche funzioni in tutto il territorio nazionale. Questo ruolo pianificatorio è il ruolo primario della Provincia, poi in una seconda fase e al secondo livello competono alla Provincia erogazione di servizi e azioni. Occorre però, lo diciamo da tempo in tutte le sedi, una migliore definizione dei ruoli delle varie istituzioni, ruoli, competenze e risorse. Il federalismo dopo 15 anni di dibattito sulla materia è restato solo un manifesto programmatico, a meno che siamo in attesa dei decreti delegati, con il risultato che esistono gravissime disparità. La somma delle spese annuali delle Province italiane a statuto ordinario si aggira sui 14-15 miliardi di euro. il vicino Trentino Alto Adige, Regione a statuto speciale che ha però anche altre funzioni, con le due Province di Bolzano e di Trento dispone da sola di 9 miliardi all’anno. Il costo delle Province ordinarie è circa l’1% del PIL, i Comuni più del 7%, tutto il resto va allo Stato e alle Regioni. Un altro elemento di confusione che pesa sui nostri bilanci è il rispetto del patto di stabilità che impone agli enti locali virtuosi, che sono sempre i più periferici e a contatto con la popolazione, di astenersi dal realizzare opere ancorché già finanziate e progettate. Questo per contenere la spesa pubblica e compensare in un quadro di insieme i disavanzi e i costi della politica nazionale. Il risultato è che si rallentano le opere pubbliche e l’economia locale non può trarre beneficio dalle opere che si farebbero localmente. Noi abbiamo dovuto rallentare e dilazionare opere, naturalmente non tutte già finanziate, per 51 milioni di euro. Sul Bilancio di quest’anno della Provincia ha pesato ancora il blocco dell’erogazione dei fondi FAS che avrebbero potuto servire, dopo 7 anni di lavoro della Consulta del Po, a realizzare il progetto complessivo per le 13 Province della valle del Po e che per noi sarebbe servito anche per la rinaturazione del fiume e ovviamente per fare girare denaro sempre a beneficio dell’economia. Questi fondi invece senza che lo sapessimo sono stati dirottati verso destinazioni quanto meno discutibili. Ieri sera avrete visto la trasmissione Report che ha spiegato che sono finiti a Como, a Palermo, a Catania, tra l’altro. Il territorio della Provincia di Mantova ha oggi oltre 410 mila abitanti, ha affrontato i 18 mesi della crisi economica meglio degli altri territori d’Italia, riteniamo che ciò dipenda dalla maggiore flessibilità delle imprese e anche da una loro parcellizzazione, tra l’alto grado di coesione sociale e dalla responsabilità consapevole di buona parte del mondo imprenditoriale, del mondo del lavoro e delle rispettive rappresentanze. Cito qui, per esempio, la relazione del segretario provinciale della CGIL di Mantova Marchini tenuta di recente in occasione dell’annuale assemblea del sindacato che ha fatto una corretta ed esaustiva rappresentazione della situazione mantovana. Attualmente secondo i dati dei nostri uffici, che sono i dati di oggi, il 6,3-6,5% dei lavoratori mantovani è in cerca di impiego, all’inizio della crisi eravamo al 4,2%. Vi posso dire alcuni dati oggi. Le sensazioni si prestano ad una interpretazione controversa. Le cessazioni del mese di febbraio 2008 erano state 3.622, le cessazioni del febbraio 2009 erano state 3.024, le cessazioni del febbraio 2010 sono 2.290. Sembrerebbe un dato positivo ma cessazioni non significa licenziamenti perché i licenziamenti

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quest’anno non sappiamo ancora quanti siano stati. Erano stati in totale, nel 2008, 3.663 e nel 2009 3.510, poi ci sono molti altri motivi per la cessazione del rapporto di lavoro. Appare positivo il numero delle ore autorizzate per la cassa integrazione ordinaria che sono state nel febbraio 2009 245 mila e nel febbraio di quest’anno 221 mila, prevalentemente nel settore tessile e abbigliamento. Le ore autorizzate per cassa integrazione straordinaria (che sono quelle di attività che cessano) erano state 58 mila nel febbraio 2008, 19 nel febbraio 2009, 293 mila nel febbraio 2010. Attualmente secondo i dati dei nostri uffici il 6,3-6,5% dei lavoratori mantovani è in cerca di impiego, eravamo al 4,2%. Non sono disponibili i dati sul fatturato aziendale provinciale 2009 ma riteniamo che il calo della produzione si aggiri attorno al 20-25%, di pari entità anche la riduzione del commercio e dell’import/export. Le attività produttive del secondario provinciale hanno raggiunto il livello più basso nel terzo trimestre del 2009. A questo punto il crollo si è interrotto e dall’inizio di quest’anno si è registrato qualche minimo cenno frazionale di ripresa. Tutte le aziende si ristrutturano per migliorare le produzioni e contenere i costi ma questo si risolve molto spesso nella riduzione del personale. È per questo che nei prossimi mesi si deve temere un ulteriore calo dell’occupazione. Il settore agricolo nel 2010 ha registrato la ripresa dei valori di mercato della produzione lattiero casearia e questo ha attenuato le difficoltà del settore. Ancora oggi la provincia di Mantova per qualità e quantità percentuale di prodotti è la capitale dell’agroalimentare italiano. È un tesoro che possediamo in tale misura solamente noi mantovani ed è il frutto di professionalità, della disponibilità abbondante di acqua e della qualità del suolo e non possiamo disperderlo, come dice anche la Regione. La Provincia opera per indirizzare le attività agricole e sostenerle verso corrette politiche di concentrazione e di miglioramento della commercializzazione dei prodotti. È un processo già in atto ma che deve essere completato e integrato stimolando comportamenti dei produttori a un impegno unitario delle categorie rappresentative. Il mondo bancario, così spesso sotto accusa, registra un ulteriore accentuarsi degli incagli e delle sofferenze. I bilanci 2009 sono quasi tutti peggiori rispetto al 2008 nonostante le ricapitalizzazioni, la sospensione di molti dividendi, le emissioni di obbligazioni subordinate e qualche sottoscrizione di prestiti del Tesoro, i treasury bond. La Provincia continua a svolgere in difesa del lavoro un’attività già apprezzata nel 2009 con la rimodulazione delle politiche attive dei centri dell’impiego, l’organizzazione di corsi di formazione per il reinserimento di chi ha perso il lavoro e l’informazione tempestiva a tutti coloro che possono entrare in azione per contenere i danni. Alla Provincia è stato, per volontà di tutti, affidato il ruolo prestigioso ma difficile di tavola del lavoro, la cabina di regia che opera in Provincia. Domani alle 11 ci sarà la prossima riunione. Dal tavolo del lavoro partono informazioni e indirizzi operativi. Come già abbiamo avuto modo di relazionarvi i nostri corsi di formazione professionale organizzati dall’agenzia FOR.MA nel corso del 2010 erogheranno servizi modulati sulle esigenze del territorio e di una rioccupazione e saranno superiori del 250% rispetto al momento in cui è stata creata l’agenzia. Ritorniamo al tema precedente. Occorrerà ancora molto tempo perché in Italia si recuperino buona parte delle condizioni pre-crisi del 2007 e del 2008 e da noi in Italia la ripresa sarà più lenta perché vi sono barriere e

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condizioni strutturali che non vengono rimosse. Sono considerazioni che avevo già proposto in quest’aula 18 mesi fa. Occorre modificare il tipo di sviluppo verso un recupero di competitività e un miglioramento della qualità della vita orientandola verso una maggiore sobrietà, ma occorre che lo Stato prolunghi gli ammortizzatori sociali per i quali ci sono già stanziamenti e accantonamenti predisposti a valere per almeno un anno e mezzo. Occorre poi che il governo trovi modalità di finanziamento agevolato per il sostegno delle piccole e medie imprese e per l’artigianato, per le quali è precluso l’accesso al mercato dei capitali cui possono accedere le grandi aziende a tassi molto più bassi. Ma noi non siamo ottimisti perché l’entità del debito pubblico è in continuo aumento e perché il nostro PIL si aggira sui 1.550 miliardi. Confindustria ci dice che il patrimonio della malavita organizzata si concretizza in altri 180 miliardi (è un carico che nessun paese del mondo occidentale ha) e l’evasione fiscale è di circa 120 miliardi, mentre la fuga di capitali all’estero e il rientro di capitale all’estero investito è di altri 100 miliardi. Si comprende quindi come il paese si trovi sull’orlo di un baratro per risalire dal quale occorrono una serie di provvedimenti e azioni governative diverse da quelle non messe finora in campo e occorrono per un lungo periodo. Che cosa si propone la Provincia di Mantova per il 2010 tenendo presente la scarsità delle risorse, i vincoli del patto, la crisi economica e la pochezza delle sue possibilità operative? Anzitutto mettere in campo una progettualità concertata e condivisa con il mondo produttivo per ridare competitività nel breve e medio termine. Il lungo e fruttuoso lavoro fatto dalla Provincia insieme alla Camera di Commercio e sfociato nei seminari di “Mantoverrà” tenutisi il 21 e il 29 gennaio e il 5 febbraio, ha delineato bene unanimemente le linee guida per riprendere lo sviluppo e il progresso in un quadro armonico condiviso per i prossimi 5 anni: anzitutto promuovere il sapere, la conoscenza e la formazione e quindi la professionalità dei singoli e delle imprese, università, formazione professionale, i diplomi di scuola media superiore in sinergia e collaborazione con le esigenze produttive in particolare con le industrie, mettendo in campo tutte le risorse possibili. In campo infrastrutturale la realizzazione di ciò che si può fare e che dipende direttamente dall’azione della cabina di regia della Provincia. In particolare sono previsti in Bilancio la prosecuzione dell’asse dell’Oltrepo e l’inizio nelle prossime settimane (già iniziata per la verità) della tangenziale di Marmirolo, della tangenziale di Guidizzolo, nell’ambito del miglioramento e della riqualificazione della Goitese; l’inizio della variante di Breda Cisoni sulla Sabbionetana e in corso d’anno la ciclabile Sacca Goito e la ciclabile di Bagnolo San Vito. Al porto di Valdaro è un grande fervento di lavori. Sono iniziati recentemente i lavori per l’urbanizzazione del primo e secondo lotto e sono appena iniziati i lavori per la realizzazione della conca che mette in comunicazione il porto e il Mincio. Ricordo che sulle acque mantovane lo scorso anno hanno viaggiato 500 mila tonnellate di merci. Nei prossimi mesi, entro giugno comunque, inizieranno i lavori sulla bretella autostradale di collegamento con Mantova Nord della A22 e si realizzerà anche la bretella ferroviaria di raccordo (raccordo ferroviario già esistente) con la logistica Rosignoli e poi la costruzione in leasing di un terzo capannone. Nei prossimi giorni inizierà il trasporto container con la partecipata Fluviomar che ci collegherà settimanalmente con il porto di Venezia.

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Nel settore dell’edilizia scolastica e nel settore dell’edilizia patrimoniale sono in programma alcune poche dimissioni come la caserma dei carabinieri di Castiglione, due case cantoniere e poche altre cose. Sabato scorso abbiamo inaugurato l’istituto Galileo Galilei di Ostiglia con un’operazione ingente costata 2.750.000 euro. Era un’opera necessaria per valorizzare quel polo così sacrificato negli ultimi 50 anni. Si realizzerà in corso d’anno la nuova palestra della scuola di Viadana e proseguiranno i lavori alla sede provinciale del turismo, Palazzo della Cervetta, al primo piano del Conservatorio e al liceo classico di Mantova oltre ad altri. Siamo indirettamente interessati anche al completamento edilizio strutturale delle facoltà di architettura e di ingegneria. Uno di questi, quello di architettura, verrà inaugurato in giugno, l’altro a fine anno. Dico siamo indirettamente perché noi siamo contribuenti in modo importante dell’Università di Mantova, della Fondazione. Abbiamo impostato dopo un lungo lavoro che avete potuto seguire nel PTCP una progettualità riguardo allo sviluppo urbanistico ed ai poli produttivi e della salvaguardia del terreno agricolo e del paesaggio. Noi ci muoviamo privilegiando lo sviluppo urbanistico e i poli produttivi già in essere e già previsti dai PGT e non utilizzati e di sviluppo a livello sovracomunale. Quel documento pianificatorio costituisce le linee guida anche per il 2010 ma dobbiamo affrontare, anche se non previsto da poste di bilancio ma è nel programma di quest’anno, il tema della qualità della vita delle singole persone, della famiglia e delle comunità nel rispetto della storia, della tradizione e delle identità territoriali e culturali. L’attività di studio e di proposta della Provincia di Mantova già intrapresa con la Camera di Commercio continuerà a cavallo tra fine maggio e inizi di giugno in collaborazione con le realtà sociali e le loro rappresentanze affrontando insieme i temi dell’aggregazione giovanile e del fabbisogno di asili nido, che è uno dei motivi per i quali l’occupazione femminile a Mantova è a livelli molto più bassi di tutta la Regione e di buona parte del paese, e il tema degli anziani in un primo seminario; nel secondo insieme ai rappresentanti dei territori e ad alcun tecnici discuteremo le linee guida per contrastare l’inquinamento dell’aria, per quanto possibile, dell’acqua e degli alimenti. La qualità di vita dei mantovani, in virtù di una contenuta densità abitativa e di un controllo delle cementificazioni selvagge è ancora di alto livello. Questo risultato è dovuto ai fatti che ho indicato e senza dubbio anche alla scarsa incidenza per ora della criminalità organizzata che è scarsamente insediata nel nostro territorio e della criminalità in generale. La qualità della vita dei singoli e delle comunità deve essere tutelata a fatti e non a parole soprattutto con la prevenzione. È il primo obiettivo che ci siamo sempre dati e che intendiamo proseguire anche in questo mandato. Ho concluso. Gli Assessori Rebuschi e Baroni che non hanno potuto parlare la volta scorsa faranno una breve relazione che si va ad aggiungere a quelle presentate dagli altri Assessori. Entro il 30 di aprile approveremo il Bilancio consuntivo ed penso che entro lo stesso mese potremo fare un riesame delle entrate del primo quadrimestre e vedremo se vi è la possibilità concreta di dare un po’ di ossigeno, con variazioni di bilancio, per ridurre almeno in parte i tagli di questo triste Bilancio di Previsione. Entro giugno intendo fare un riesame delle nostre partecipazioni avendo a disposizione i bilanci 2009 per proporre un piano di dismissioni che elimini quote capitarie la cui funzione non

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serve più all’ente o agli interessi generali.

Entrano Lamagni e Bernardelli Presenti 24

Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Assessore. Consigliere Fava: Vorrei intervenire sull’ordine dei lavori perché se ripartiamo dalla fase di presentazione credo non sia corretto tecnicamente. La fase di presentazione si è esaurita, noi abbiamo accettato volentieri di sentire l’illustrazione del Presidente oggi ma questa fase si è esaurita lo scorso Consiglio Provinciale, non si po’ riaprirla, secondo me è scorretto da un punto di vista procedimentale. A prescindere da fatto che fossero presenti o non fossero presenti io non credo sia possibile. Adesso siamo alla fase in cui dobbiamo discutere gli emendamenti e fare le dichiarazioni di voto. Se volete andate avanti però mi sembra scorretto.

Entra Brioni Presenti 25

Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Allora la parola all’Assessore Baracca. Secondo me poteva essere un’opportunità per chi non era presente nelle Commissioni per alcune informazioni di pochi minuti. Eventualmente faranno delle domande. Prego Assessore Baracca. Assessore Baracca: Grazie. Io sarò veloce nella fase di presentazione ed illustrazione delle tabelle presenti in questa relazione. Quest’anno ho pensato di fare una cosa di questo tipo: ho cercato conforto in quelle che sono le situazioni delle altre Province lombarde oltre che del nostro paese e pertanto ho riportato all’inizio alcune osservazioni che ho ricavato dalle assemblee dell’UPI e dell’UPL in particolare. Nell’assemblea dell’UPL di ottobre, dove viene riconfermato il ruolo insostituibile della Provincia come enti di area vasta, istituzione democratica rispetto ad una struttura burocratica che non corrisponde direttamente ai cittadini costi superiori, l’assemblea ha auspicato l’urgente attuazione del federalismo fiscale per una ripartizione delle risorse più equilibrata sui territori, per un maggior controllo da parte dei cittadini e per una più adeguata responsabilizzazione degli amministratori formulando una serie di richieste a governo e Regione Lombardia. L’assemblea di dicembre dell’UPI ribadisce la necessità di procedere a un forte riordino istituzionale per semplificare la pubblica amministrazione e l’attuazione del federalismo fiscale, assicurando la certezza delle risorse finanziarie necessarie per l’esercizio delle funzioni istituzionali ed esaltando l’autonomia e la responsabilità di tutte le istituzioni costitutive della Repubblica. Sia l’UPI che l’UPL hanno evidenziato una serie di criticità per quanto riguarda le questioni legate alla finanza provinciale, l’insostenibilità della manovra che assegna degli obiettivi programmatici molto inferiori rispetto a quelli degli anni precedenti, il drastico calo

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delle entrate tributarie delle Province (meno 10,74% rispetto al 2008), in particolare quelle legate alle tasse di iscrizione al registro automobilistico (meno 12%), quelle legate alle assicurazioni delle auto (meno 12%) e quelle derivanti dall’addizionale dell’energia elettrica (meno 15%), la necessità di procedere ad una modifica del patto di stabilità interno per poter utilizzare le risorse già disponibili in investimenti sul territorio. I dati delle Province lombarde confermano quindi anche le nostre difficoltà, sono difficoltà tutte di carattere generale. Il calo delle entrate per il complesso delle Province della nostra Regione ammonta a 52 milioni e mezzo di euro, pari al 6,6% delle entrate tributarie annue. Altrettanto preoccupante è il dato dei pagamenti previsti in conto capitale per complessivi 737 milioni di euro, a fronte di un volume massimo ammesso dal patto per 343, quindi con una differenza di 394 milioni. In realtà già nel 2009 le Province avevano dovuto fronteggiare una situazione di partenza molto complicata. Solo grazie ad alcune misure intervenute nel corso dell’anno il complesso delle Province ha rispettato il patto. In particolare, la modifica contenuta nell’emendamento, quello dell’estate praticamente, ha sbloccato il 4% dei residui passivi sul consuntivo 2007 che per la nostra Provincia ha significato poter pagare 4 milioni e mezzo di euro in più per spese in conto capitale. È inutile dire che è stata la manovra che ci ha permesso di rispettare il patto di stabilità. Il patto di stabilità regionale, elaborato dalla Regione Lombardia congiuntamente a UPL e ANCI, ha consentito di caricare sulla Regione pagamenti per 40 milioni di euro e per la nostra Provincia ha significato pagare 658 mila euro in più, sempre in conto capitale. La situazione per il 2010 si prospetta ancor più difficile nonostante l’impatto positivo di alcune norme contenute nella Finanziaria 2010, per esempio la rateizzazione in 20 anni delle somme ancora dovute allo Stato per il personale ATA, la cui rata diventa per la Provincia di Mantova di 67.800 euro oltre agli interessi legali, che sarebbe stata invece di 451 mila euro. Non è però stata prevista nessuna modifica al patto di stabilità e l’alleggerimento degli obiettivi programmatici assegnati al comparto delle Province, inoltre le modifiche normative atte a garantire alle Province certezza nella riscossione dei tributi. L’assemblea UPL tra le altre cose chiede al governo l’introduzione di uno strumento che consenta di sbloccare almeno il 20% dei residui passivi così da poter immettere risorse nel sistema economico, di non applicare agli enti locali l’art. 9 della Legge 102 che impone ai dirigenti delle amministrazioni locali di bandire gare d’appalto solo quando vi sia la certezza di poter rispettare il termine di pagamento a 30 giorni dei fornitori bloccando l’80% degli appalti di Comuni e Province; di non applicare delle sanzioni per le Province che non hanno rispettato il patto di stabilità 2009; la modifica della circolare della Ragioneria Generale dello Stato nella parte in cui prevede di recuperare i trasferimenti già considerati nel 2007 o 2008 in quanto assegnati ma non riscossi; l’inserimento nel decreto legge 2010 e nelle prossime Finanziarie di uno stanziamento fisso per il potenziamento dei servizi per l’impiego. In prospettiva, per arrivare quanto prima ad un’autonomia sempre maggiore nella gestione delle risorse provenienti dal nostro territorio l’attribuzione alle Province di una percentuale dell’IVA nell’ambito del riordino del sistema impositivo per l’attuazione del federalismo fiscale che potrebbe costituire la soluzione a problemi gestionali di parecchie Province e non andrebbe ad

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appesantire il Bilancio dello Stato, non incidendo in misura eccessiva sul gettito complessivo. Ciò ad esclusivo beneficio dei cittadini lombardi ed in linea con una compiuta attuazione dei principi base del federalismo fiscale. La Regione Lombardia e le Province lombarde nel prendere atto con soddisfazione della realizzazione del patto di stabilità territoriale come previsto dal protocollo d’intesa siglato nel novembre 2008 e dell’assegnazione del finanziamento delle spese per il trasporto degli studenti per disabili iscritti nelle scuole medie superiori per l’anno scolastico 2009-2010 che per la nostra Provincia ammonta a 221.269,10 euro, chiede la riproposizione di un patto di stabilità a livello regionale anche per il 2010, la conferma del finanziamento delle spese per il trasporto degli studenti disabili iscritti nelle scuole superiori anche nei prossimi anni in modo che resti quindi permanente la conferma dei trasferimenti in conto capitale a cominciare dai fondi per il 2010, dal programma degli interventi prioritari sulla rete viaria di interesse regionale, cioè la Legge 112, che non deve subire ridimensionamenti. Questo vi dicevo proprio per tentare di presentare quello che è un quadro che riguarda il complesso delle Province del nostro paese e della nostra Regione in particolare. Venendo ai dati finanziari velocemente in quanto sono stati già illustrati nella presentazione e anche nelle Commissioni, il nostro Bilancio di Previsione è si 111.279.445,75 euro. Invece della tabella magari sono più interessanti gli aerogrammi che dimostrano come le entrate tributarie sono il 32,25%, i trasferimenti dalla Regione, dallo Stato e da altri enti il 17, le alienazioni di beni del 30,85, l’accensione di mutui e prestiti 2,48. Per le spese invece il 51% delle spese della nostra Provincia sono spese correnti, contro il 4% di rimborso prestiti e il 34% di spese in conto capitale. Le previsioni per il 2010 delle entrate correnti della Provincia risentono ovviamente della crisi economica del 2009, anno in cui soprattutto a causa della forte diminuzione delle entrate tributarie strettamente correlate al ciclo economico si è registrato un gettito di circa 66 milioni di euro, allo stesso livello del 2006 e inferiore di circa 12 milioni di euro rispetto a quanto registrato in media negli esercizi 2007 e 2008. Per le entrate correnti, sappiamo che la Provincia nel 99 ha istituito l’imposta di trascrizione sulle formalità del pubblico registro automobilistico, la devoluzione dal 99 a favore delle Province del gettito dell’imposta sulle assicurazioni, l’incremento dal 2000 da 11,5 a 22 delle vecchie lire dell’addizionale sull’energia elettrica, la compartecipazione all’Irpef annoverata fra le entrate tributarie che va considerata più propriamente come trasferimento erariale non avendo natura dinamica ed essendo anzi soggetta a continue decurtazioni da parte dello Stato. In particolare si ricorda che la compartecipazione Irpef ha sostituito i trasferimenti erariali finalizzati alla copertura degli oneri derivanti dall’Anas e mercato del lavoro, l’assegnazione alle Province di risorse trasferite dalla Regione Lombardia per la gestione di nuove funzioni delegate quali agricoltura, formazione professionale, demanio idrico, trasporti, turismo, mercato del lavoro nonché per trasferimenti specifici, quindi per la realizzazione di sistemi verdi, interventi in materia di caccia e pesca, per l’esercizio del trasporto pubblico locale, per interventi strutturali in agricoltura, per nuovi FSE del mercato del lavoro e formazione professionale. Dal 1° gennaio 2007 sono state trasferite alla Provincia parte delle funzioni in materia di navigazione interna in

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precedenza svolte dall’azienda Porti di Mantova e Cremona. Precisiamo che l’istituzione dell’IPT, la devoluzione del gettito della RC e l’incremento delle tariffe sull’energia elettrica sono stati accompagnati da una riduzione compensativa dei trasferimenti erariali ordinari. Due problemi per quanto riguarda le entrate tributarie, il primo riguarda la forte dipendenza delle entrate (lo abbiamo detto anche nella presentazione del Bilancio) dal mercato dell’automobile. IPT ed RC Auto coprono il 67% delle entrate tributarie propriamente dette e quindi è del tutto evidente che essendo il settore dell’auto uno dei fattori principali di crescita del …[cambio lato

audiocassetta n. 1]… riuscirà secondo le previsioni solo alla fine del 2010, si ripercuoterà in modo negativo su buona parte delle entrate tributarie provinciali come del resto è già accaduto nel 2009, che ha visto diminuire le entrate tributarie per IPT ed RC Auto di circa 1,7 milioni di euro rispetto al 2008, consolidandosi al livello più basso dal 99. Oltre alla diminuzione delle entrate legate al settore dell’auto nel 2009 si è registrato, come d’altra parte previsto, un forte calo dell’addizionale sui consumi dell’energia elettrica a seguito della diminuzione dei consumi soprattutto nell’ultimo trimestre. Anche per il 2010 è atteso un forte calo del gettito dovuto a questa diminuzione. In Lombardia il calo si aggira sul 7% rispetto al 2008. Secondo aspetto dei problemi legati alle entrate tributarie è quello della forte caratterizzazione delle imposte in addizionale o compartecipazione di tributi applicati da altri enti o soggetti della pubblica amministrazione. In effetti la sola vera imposta che possa essere definita provinciale è l’IPT introdotta con apposita delibera già nel 99. La Provincia non ha aumentato l’IPT nella misura massima prevista dalla Finanziaria 2007 e ha mantenuto l’aliquota del 2009 anche per l’esercizio 2010. Si precisa tuttavia che a seguito dell’art. 7 bis del 112 del 2008 per il triennio 2009-2011 ovvero sino all’attuazione del federalismo fiscale se precedente all’anno 2011 è stato sospeso il potere degli enti locali di deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali, delle aliquote ovvero delle maggiorazioni di aliquote di tributi ad essi attribuiti con legge dello Stato. Gli altri tributi provinciali sono addizionali, come quella sul consumo di energia elettrica, il tributo provinciale per l’esercizio delle funzioni di tutela e igiene ambientale applicato dai Comuni insieme con la tariffa di igiene ambientale o Tarsu di cui poi dirò qualcosa dopo. Inoltre nel caso dell’imposta sulla RCA si tratta di un tributo del quale la Provincia percepisce il solo gettito stante l’applicazione e il controllo di competenza dello Stato. L’importo della compartecipazione Irpef è previsto in 6.500 milioni di euro. Va però precisato che detta compartecipazione non ha comportato risorse aggiuntive per l’ente ma ha sostituito trasferimenti erariali finalizzati alla copertura degli oneri derivanti dalle nuove funzioni trasferite. Vedete successivamente le tabelle che riguardano le entrate tributarie degli anni che vanno dal 2006 al 2010, l’elenco delle aliquote applicate dalla Provincia nel 2010. Dal 2001 è stato eliminato il Cosap per i tombamenti delle strade provinciali ed è stata ridotto del 40% il Cosap e abbiamo tolto quest’anno definitivamente anche quello riguardante i passi carrai agricoli. Sapete che lo abbiamo tolto in tre tranche, quest’anno è stata l’ultima e quindi è stato tolto definitivamente. Per quanto riguarda le alienazioni nel 2010 sono previste una serie di alienazioni di immobili provinciali in una logica di dismissione finalizzata al recupero di risorse per il finanziamento degli

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investimenti. Gli immobili che si intendono alienare sono riportati nel piano delle alienazioni. Questo per quanto riguarda, quindi, le entrate. Per quanto riguarda le spese è dal versante delle spese e ancora più da quello delle entrate che emerge in maniera più definitiva il ruolo della Provincia. Gli interventi per specifiche funzioni, come ad esempio viabilità, edilizia scolastica, mercato del lavoro, sviluppo economico, agricoltura, tutela dell’ambiente, negli ultimi anni hanno subito incrementi proprio perché sono i settori dove più spinto è stato il processo di trasferimento di funzioni statali e regionali. È stato svolto un approfondito esame delle spese a partire dai cosiddetti costi fissi tra i quali le rate di mutui e gli interessi passivi oltre che delle spese fisse di funzionamento quali le spese generali degli uffici e degli organi amministrativi, la spesa per il personale, per la manutenzione e il riscaldamento degli edifici sia scolastici che adibiti ad uffici, per la manutenzione ordinaria della rete stradale. Per quanto riguarda le spese fisse di funzionamento si conferma che anche nel corso del 2010 si continuerà un’attenta politica di contenimento della spesa corrente attraverso economie di scala tramite la centralizzazione degli acquisti, il controllo e il contenimento delle spese generali di funzionamento monitorando le principali voci di spesa, l’utilizzo del servizio “acquisti online”, effettuazione di procedure di acquisto tramite gare informali aperte e tramite il ricorso alle convenzioni Consip quando possibile. L’obiettivo è quello di gestire con efficienza, rigore ed economicità le risorse disponibili. Le spese correnti della Provincia di Mantova fanno registrare un aumento a partire dal 2006 passando da un valore assoluto di 54,9 milioni di euro nel 2006 a quasi 55,6 nel 2010. Per una sintetica analisi delle funzioni che maggiormente caratterizzano l’attività della Provincia vanno sicuramente ricordate le spese sostenute per lo svolgimento della funzione nel campo dei trasporti. È da segnalare il passaggio alla Provincia della gestione del trasporto pubblico locale a partire dal 2004 pari al 19% della spesa corrente, delle funzioni di istruzione pubblica pari al 13,08%, della spesa corrente per la gestione del territorio e la viabilità pari al 17,28% della spesa corrente, delle funzioni nel campo ambientale (10,39%), delle funzioni nel campo dello sviluppo economico pari al 10,47% della spesa corrente. Poi avete le spese correnti della Provincia dal 2006 al 2010 e l’aerogramma che vi fa vedere le spese correnti distinte per funzioni nel 2010. Le spese in conto capitale di cui abbiamo già parlato in modo ampio hanno un aumento consistente. Questa crescita attesta l’accresciuta capacità della Provincia di Mantova di investire sul territorio per lo sviluppo. In questo specifico ambito di spesa ricadono gli acquisiti di beni mobili e immobili destinati prioritariamente all’infrastrutturazione del territorio (strade, trasporti, navigazione, scuole). Patto di stabilità interno. Sono oltre dieci anni che si applica il patto di stabilità e questo è diventato un elemento imprescindibile nell’attività di programmazione degli enti locali. La disciplina del patto di stabilità interno è stata però caratterizzata sin dalla sua introduzione da una forte instabilità poiché ogni anno le regole che gli enti sono tenuti ad applicare vengono modificate o integrate al fine di rispondere, a seconda dei casi, ad esigenze strutturali o anche soltanto contingenti, impedendo così di fatto agli enti di programmare adeguatamente la loro attività e i loro interventi sia in relazione alle attività ordinarie che a quelle di realizzazione di opere pubbliche che richiedono la possibilità di

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operare in un contesto temporale che oltrepassa l’ordinaria gestione annuale. Si ricorda che nel 2007 vi è stato il ritorno ai saldi dopo due anni di regole basate sui tetti di spesa. le regole del patto introdotte dal 2008 e confermate anche per il 2010-2012 utilizzando il metodo della competenza mista hanno risolto il problema di destinazione dell’avanzo al finanziamento della spesa di investimento nella gestione di competenza ma ha lasciato irrisolti i problemi relativi alla cassa investimenti ovvero al momento in cui le scelte di programmazione degli investimenti finanziati nei bilanci con avanzo si traducono in pagamenti. Nel 2010 non sono state introdotte novità all’impianto, che non ha subito modifiche sostanziali rispetto al 2009. Gli obiettivi programmatici della Provincia sono: meno 1.473.000 per il 2010, più 969.000 per il 2011, più 969.000 per il 2012. C’è quindi una progressiva restrizione della capacità di spesa nel triennio, insostenibile e difficilmente perseguibile da parte del nostro ente. Lo sbilancio tra entrate finali e spese finali calcolate con il metodo del saldo finanziario di competenza mista ai fini del patto di stabilità può essere ridotto solo attraverso la riduzione della spesa corrente di competenza, la riduzione dei pagamenti per spese in conto capitale, le maggiori entrate correnti accertate e destinate al finanziamento di spese in conto capitale, maggiori entrate riscosse dal Titolo IV, quindi trasferimenti in conto capitale e proventi da alienazioni e destinati al finanziamento di spese in conto capitale. L’applicazione dell’avanzo di amministrazione 2009 al Bilancio di Previsione 2010 per il finanziamento di spese correnti o nuove spese di investimento è peggiorativo del saldo rilevante ai fini del patto in quanto diminuisce l’avanzo economico. L’applicazione dell’avanzo di amministrazione 2009 al Bilancio 2010 per il finanziamento di spese di investimento in sostituzione di mutui già previsti come fonte di finanziamento o per l’estinzione anticipata di mutui e prestiti in corso di ammortamento risulta invece neutra rispetto alla situazione rilevante ai fini del patto. Quindi vedete una situazione ancora molto critica. Per quanto riguarda il Piano Triennale dei Lavori Pubblici voi tutti avete avuto il Piano appunto, vi è stato illustrato sia nella presentazione del Bilancio sia nelle Commissioni. Noi ricordiamo solo che si è scelto di dare impulso agli investimenti in questi anni, soprattutto per quanto riguarda la riqualificazione della rete viabilistica del nostro territorio. Nel 2010 gli investimenti per la realizzazione di opere pubbliche proposti ammontano complessivamente a 45.823.335 euro. Il finanziamento di parte degli interventi non risulta iscritto nel Bilancio 2010 in quanto trattasi di finanziamenti tramite avanzi di amministrazione e altre risorse assegnate negli anni precedenti, di cui 42.396 e rotti per interventi nel campo della viabilità e dei trasporti, mentre per gli edifici scolastici la spesa prevista per investimenti è di 3.426.854 euro. Per quanto riguarda invece la parte di opere pubbliche finanziate tramite ricorso al credito possiamo dire che nel 2010 è previsto un finanziamento di 2.759.000, 300.000 per il 2011 e 6.786.000 per il 2012, per un totale di circa 10 milioni di ricorso al credito nei prossimi tre anni. A seguire trovate poi le opere di viabilità, trasporti ed edilizia che però credo che già conosciamo bene. Io termino l’illustrazione del Bilancio, la mia relazione, con questa nota. Dall’anno scorso si sta lavorando insieme agli uffici, ai Consiglieri e alle Commissioni, in quanto il blocco dell’aumento delle aliquote entrato in vigore

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con la Legge 133 dell’agosto 2008 rende impossibile la modifica del progetto tributo. Questo ha sicuramente creato delle disparità tra i vari Comuni che possono usufruire di questo progetto ma anche da parte di alcuni Comuni la sofferenza di non poter accedere a questi fondi. Sotto la spinta e lo stimolo della Commissione per il Bilancio abbiamo integrato la relazione del dicembre 2007 a quella del 2008, quindi abbiamo visto che se si fosse potuto applicare il progetto tributo questo avrebbe avvantaggiato alcuni Comuni che negli ultimi anni hanno accelerato, iniziato o comunque aumentato la raccolta differenziata e visto che sono i cittadini tramite la bollette a godere di questo sgravio alcuni Comuni non hanno potuto accedere a questo sgravio. Siccome la norma tecnicamente non può essere modificata o raggirata l’Amministrazione ha fatto questa proposta: siccome il margine, il mancato introito per l’Amministrazione della non applicazione del progetto tributo è di 23.788 euro che vanno a sommarsi ai 165.257 euro dell’applicazione del progetto tributo 2007 avrebbe così deciso di aiutare i Comuni che sono in sofferenza con un contributo che noi andremo a stabilire appena è possibile in una nuova variazione di bilancio in aumento, di entrate; un contributo a questi Comuni che poi verrà utilizzato proprio dai Comuni stessi per uno sgravio sulle bollette, cosa che per rispettare la legge non si è potuta fare nel 2009. Questa è la proposta dell’Amministrazione proprio per andare incontro a quei Comuni che con il blocco del progetto tributo come conseguenza della mancata possibilità di aumento delle aliquote hanno dovuto rinunciare nel 2009. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Grazie Assessore. La parola al Consigliere Fava, prego. Consigliere Fava: Intanto avevo chiesto la parola mentre si discutevano gli emendamenti, mi viene data adesso che gli emendamenti non ci sono più ma non rinuncio a fare l’intervento che è una considerazione di ordine generale, non tanto rispetto all’emendamento in sé che trovavo assolutamente comprensibile e condivisibile quanto alla bizzarria della modalità. Vedete, normalmente quando un autorevole esponente di maggioranza, quando un Consigliere Provinciale che ha l’autorevolezza del collega Carra per i ruoli che ha ricoperto anche all’interno della vostra compagine politica, per le responsabilità che ha avuto in questi anni, si vede costretto a presentare un emendamento scritto a un Bilancio vuol dire che qualcosa non ha funzionato. Adesso che questa vicenda apparentemente normale e naturale per come state cercando di vendercela possa passare sotto silenzio senza che nessuno ponga la questione mi sembra quanto meno una di quelle cose per le quali non è che abbiamo tutti gli anelli al naso, sappiamo come funziona la politica, sappiamo bene che questo era un segnale chiaro, un segnale forte di disagio da parte di un componente della maggioranza che evidentemente non ha trovato modi, tempi e situazioni diverse per poter chiedere di poter prendere in considerazione una richiesta che poi con una forzatura viene accolta all’ultimo minuto causandone il ritiro peraltro. Vedete, l’altra bizzarria in questa vicenda è che gli emendamenti mi risulta fossero due. Anche qui non si capisce perché l’altro emendamento, qualora come mi risulta dalle indiscrezioni, fosse stato considerato

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e valutato inammissibile, non dovesse nel caso essere allegato per essere discusso, perché non vorrei che a questo punto visto che il collega ha scelto di venire a discutere un problema suo, politico, all’interno della sua maggioranza, all’interno del Consiglio Provinciale, per quale motivo non abbia voluto farlo fino in fondo. Qui ci sono delle difficoltà, delle divergenze di vedute che escono credo in modo abbastanza evidente, dopo di che si può anche scegliere di passarlo sotto silenzio perché siamo in periodo pre-elettorale, ci sono tante altre motivazioni ma permettetemi di ricordarvi che così non va. Se fosse successo il contrario, se voi foste stati all’opposizione e avessimo vissuto una situazione analoga io credo che ci sarebbe stato un tipo di atteggiamento decisamente diverso mi sembra abbastanza normale e naturale. Noi abbiamo scelto (io personalmente ma anche confrontandomi con il capogruppo del PdL) di non presentare emendamenti perché l’esperienza di questi anni ci insegna che i nostri emendamenti vengono sistematicamente e regolarmente resi inammissibili. Vedo che a questa tagliola della inammissibilità è sostanzialmente inappellabile se non per procedure che poco ci interessano, a noi piacerebbe che si parlasse dei problemi e delle prospettive dei mantovani in Consiglio Provinciale. Evidentemente questo non si fa. Abbiamo quindi scelto di non presentare, ripeto, emendamenti e di continuare a dichiarare la nostra assoluta contrarietà rispetto allo strumento di cui stiamo parlando nell’ambito del dibattito pubblico che si svolge oggi. Questo non significa che non ci sia un problema e i problemi si affrontano e si risolvono però giocando a carte scoperte. Il teatrino al quale abbiamo assistito è una cosa abbastanza umiliante per chi si trova a fare il Consigliere di opposizione ma credo anche per i cittadini o i soggetti che si sono avvicinati a questo Consiglio cercando di capire cosa sta succedendo. Qui c’è un problema politico, è indiscutibile, c’è un problema politico che si trascina da mesi, forse anche da anni, che è interno alla maggioranza quindi al quale noi probabilmente potremmo essere poco interessati se non fosse perché le ripercussioni si vedono e si sentono anche all’esterno. Ma al di là di questo – so bene che nessuno risponderà a questa vicenda perché qui ormai siamo all’ipocrisia istituzionale totale – c’è un dato politico altrettanto oggettivo che è legato al Bilancio. Io faccio poche considerazioni in più rispetto a quelle che ho già avuto modo di fare nei giorni scorsi partendo da un dato recentissimo. Noi abbiamo sentito qualche minuto fa il Presidente della Provincia dire “ci apprestiamo ad approvare questo triste Bilancio di Previsione”, me lo sono anche scritto. Mai mi era capitato di sentire… ho fatto un po’ di amministrazioni negli anni, ho visto anche bilanci migliori e bilanci peggiori ma che addirittura il più autorevole rappresentante di questa maggioranza definisca triste il prodotto del proprio lavoro è abbastanza emblematico delle motivazioni per le quali credo in modo molto sereno le opposizioni non posso far altro che prendere atto di una situazione di questo tipo e non partecipare in modo attivo o favorevole alla votazione. Ma fra le cose che ci ha ricordato il Presidente, che ha fatto un’enunciazione devo dire equilibrata rispetto alla situazione attuale, molto realistica, un po’ cruda se vogliamo, sulla quale però non avrei nulla da ridire, un’altra questione che al di là del termine triste è divertente per certi versi perché dico se lo dice lei si figuri cosa pensiamo noi, ma l’altra questione riguarda le opere

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che lei dice di aver messo in cantiere e che addirittura stanno partendo in questi giorni e per le quali credo non ci siano motivi di dubitare il fatto che sia vero il fatto che lei sta dicendo. Però io vorrei ricordare a quelli che magari sono entrati in questo Consiglio Provinciale in un periodo più recente rispetto al sottoscritto che quando io entrai qua nel 1997 il primo Bilancio di Previsione dell’allora Presidente Gualtieri della quale voi rappresentate la continuità… lei ha parlato di un periodo decennale, io dico un periodo di 14 anni in termini di continuità politica perlomeno, i suoi sono 10 anni in termini individuali ma in termini di continuità politica possiamo dire che per 14 anni questa Provincia è stata retta da una maggioranza politicamente omogenea, non ci sono differenze sostanziali se si esclude l’assenza questa volta dei Verdi o il fatto che magari le composizioni interne alla maggioranza sono un po’ più articolate ma sostanzialmente stiamo parlando di una maggioranza che da 13 anni, entriamo nel 14°, ha retto le sorti di questa Provincia. Bene, io mi ricordo che in occasione dei primi dibattiti in questo Consiglio su quelle che erano le priorità di quella Amministrazione, le tre priorità erano la tangenziale di Guidizzolo, la tangenziale di Marmirolo e il ripristino della parte conclusiva della Sabbionetana. Dopo 14 anni lei giustamente dice siamo arrivati al momento in cui stiamo cantierando, io credo che 14 anni siano un tempo assolutamente incomprensibile per la realizzazione di queste opere ma soprattutto la cosa che mi spaventa è che entrati nella fase di realizzazione di quelle che erano le priorità di 14 anni fa ci troviamo che dopo questo non c’è più nulla di programmato e questo mi rende ancora un pochino più inquieto. Se a questo aggiungiamo il fatto, e mi avvio alla conclusione, che in occasione della discussione che c’è stata anche recentemente si una mozione che avevo presentato su Castelbelforte, che ha scatenato un animato dibattito all’interno del Consiglio Provinciale, nessuna delle proposte del mio gruppo, poi magari altre opposizioni avranno avuto altro tipo di trattamento, ma nessuna delle proposte del mio gruppo in tutti questi anni ha mai avuto la possibilità di essere non dico accolta che sarebbe stato anche troppo ma nemmeno valutata seriamente, abbiamo completato il quadro ed è il quadro che ci dice che noi inevitabilmente e inesorabilmente ci accingiamo a concludere il suo mandato amministrativo insieme a lei così come lo avevamo cominciato, cioè sostanzialmente non condividendo né lo strumento dal quale prendevano le mosse in termini di scelte di priorità né tanto meno la fase conclusiva dello stesso che per sua stessa ammissione lei ha definito triste. Non so se è un triste bilancio o un triste epilogo, mi permetta la battuta. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Chi chiede di intervenire? Consigliere Caramaschi, prego. Consigliere Caramaschi: Come diceva testé il Consigliere Fava ci avviciniamo alla conclusione di un notevole periodo di amministrazione e quindi consentitemi, citando un detto latino che recita così de minimis non curat praetor, di concentrarmi su quelli che ritengo siano gli aspetti fondamentali dell’attività della Provincia, sui quali anche chiacchierando durante una delle Commissioni destinate al Bilancio trovavo su questi elementi fondamentali l’accordo con il Consigliere Zuin, nel senso

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che eravamo d’accordo nel dire che sono tre gli aspetti fondamentali dell’attività amministrativa della Provincia. Il primo aspetto è quello della programmazione, su questo non mi dilungherò però questo Consiglio su impulso di questa Giunta ha fatto tutto in questi anni. Ha concluso con il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale come elemento complessivo di tutta una serie di pianificazioni coerenti che vanno dal commercio ai rifiuti all’agricoltura al piano energetico, alla forestazione, una decina di piani coerenti, mancano soltanto alcuni dettagli che penso siano in fase conclusiva. Magari di questo parleremo un po’ più diffusamente in sede di Bilancio di Previsione. Il secondo aspetto è quello del comparto dell’attività in agricoltura. Commentavamo con il dirigente sempre in Commissione che rispetto a qualche centinaia di migliaia di euro dell’attività del suo Assessorato gli uffici della Provincia preparano, sbrigano pratiche sia su delega regionale quindi per i fondi provenienti dalla Regione sia per la politica agricola comunitaria per qualcosa come 90 milioni di euro, il che su un PIL agricolo di circa 1.300 milioni rappresenta una buona percentuale di sostegno al reddito agricolo e praticamente una movimentazione di fondi quasi pari all’interno Bilancio provinciale ma come volàno per l’aspetto principale dell’economia della nostra Provincia. Quindi credo che il fatto che assumendosi le relative responsabilità perché via via la Regione si è ritirata dal sostegno al contenzioso che nell’espletamento di queste pratiche può inevitabilmente crearsi, credo che noi svolgiamo per la nostra Provincia una funzione rilevantissima e fondamentale. L’ente Provincia fa questo, programma e rappresenta l’ente regolativo dell’attività agricola come funzione fondamentale. Al terzo posto ci stanno le opere pubbliche. Il Consigliere Fava ha citato l’aspetto relativo alle opere pubbliche come elemento non positivo in quanto saremmo solo adesso in dirittura di arrivo, però faccio presente che non ha contestato il dato fornito dall’Assessore relativo alle Province lombarde, quelle Province lombarde che dovrebbero essere a cuore dei partiti nazionali lombardi ma che invece evidentemente sono da essi dimenticati nel momento in cui appoggiano il sedere sui seggioloni di Roma e il dato incredibile è questo. Rispetto a 737 milioni di euro che le Province lombarde hanno in cassa per le opere pubbliche per un assurdo, controproducente patto di stabilità possono spendere soltanto 343 milioni e devono tenerne in cassa senza poterne spendere di più 394 milioni. Io penso che in un momento di crisi economica sia una follia, nella regione a economia trainante per tutto il paese, bloccare le spese degli enti locali già pronte per essere cantierabili per finanziare i debiti che evidentemente continuano a fare a Roma perché non c’è nessun’altra spiegazione per questo incredibile e controproducente atteggiamento del governo. Speriamo ancora in un intervento sussidiario della Regione come è stato fatto l’anno scorso: la Regione non ci ha dato soldi l’anno scorso ma ha consentito che noi potessimo spendere un po’ più dei nostri. Speriamo anche quest’anno che sia così per tutte le Province lombarde, cioè che la Regione corregga l’errata politica del governo che evidentemente è destinata a favorire altre Regioni rispetto alla nostra. Quindi con queste premesse risulta straordinario che la sua Amministrazione, Presidente, stia lo stesso riuscendo a realizzare le opere pubbliche fondamentali. Certo, abbiamo dovuto fare molti sacrifici sulle piccole cose però la tangenziale di Marmirolo –

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guardo il Consigliere Lovatti – è finalmente appaltata e finanziata per tutti i suoi lotti e cantierabile, come anche per la tangenziale di Guidizzolo si sono compiuti i primi atti, condizione non solo sine qua non ma dal fatto che non si torna indietro. Si potrebbe fare riferimento e confronto con la tangenziale di Goito che invece ha scelto altre strade diverse da quelle della Provincia e dire, pur essendosi avviata nello stesso periodo, come sia rimasta ancora sostanzialmente al palo. Questo non lo dico con soddisfazione, lo dico con sofferenza perché evidentemente senza la tangenziale di Goito difficilmente può funzionare la tangenziale di Marmirolo e quella di Guidizzolo nell’asse di collegamento che noi riteniamo fondamentale con l’alto mantovano e con Brescia. Per quanto riguarda l’altra parte minore delle opere pubbliche ma fondamentale che è quella della messa a norma degli edifici scolastici, anche qui assistiamo a una politica del governo abbastanza sconsiderata. La cervellotica riforma Gelmini che aumenta il numero medio minimo dei discenti per classe non ha considerato che le Province hanno messo a norma le aule pensando che secondo il dettato dovessero essere dimensionate per classi di 25 persone? E quindi con un intervento cervellotico che aumenta solo di qualche unità per risparmiare qualcosa sugli stipendi dei professori mette in difficoltà tutte le classi che vengono a trovarsi in aule appena messe a norma dal nostro ente con un certo parametro di presenze e invece si trovano in molti casi, rispettando la riforma Gelmini, sotto dimensionate. Quindi ciò è frustrante per gli amministratori locali che magari hanno fatto il sacrificio di fare un pezzettino di strada in meno ma mettere in sicurezza e rinnovare gli edifici scolastici pensando all’incolumità dei ragazzi e pesando che comunque quello sulla scuola è sempre un investimento importante e si trovano spiazzati da una sprovveduta che senza tenere conto di tutti gli elementi pensa di fare una riforma semplicemente agendo sul numero degli studenti per classe. Quindi io credo che rispetto ai tre elementi fondamentali dell’ente Provincia, cioè la programmazione, l’agricoltura perché siamo in Padania e le opere pubbliche la sua Amministrazione esca sostanzialmente vincitrice e consegnando a chi verrà dopo di lei una serie di opere che sono molto importante e che sono comunque, come ha riconosciuto il Consigliere Fava, attese da moltissimi anni. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Qualcun altro chiede di intervenire? Consigliere Tinazzi, prego. Consigliere Tinazzi: Grazie Presidente. Cosa dire di questo Bilancio? Il Bilancio è l’atto più importante per un’Amministrazione e fa capire il coraggio che ha un’Amministrazione nel fare le cose. Questo Bilancio a dire il vero è stato fatto e presentato anche bene, gli uffici hanno lavorato bene ma gli uffici hanno legato il somaro dove ha voluto il padrone e questo è un dato di fatto, perché questo Bilancio ha penalizzato un po’ i servizi sociali, gli aiuti ai più bisognosi, ha penalizzato le infrastrutture e anche l’alto mantovano se vogliamo guardare, perché doveva essere fatto il liceo ancora due o tre anni fa e il liceo non si fa ancora. ma veniamo al dunque. L’Amministrazione doveva avere più coraggio secondo me perché il Bilancio se lo guardiamo bene è fatto come un compitino.

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Vengo al coraggio. Perché coraggio? Bisogna avere il coraggio di sfondare il patto di stabilità secondo me, perché i soldi c’erano per fare le opere e potevano essere fatte un anno prima. Con la crisi che c’è mettere in circolo 30-40 milioni di euro non era poco. Allora forse non lo hanno fatto anche per la paura del taglio del 30% ai compensi, perché se si sfonda il patto di stabilità viene tagliato anche il 30% dello stipendio. Io lo penso, va bene, pensiamo e basta però guardando i numeri è questo. Allora noi voteremo contro questo Bilancio per queste cose, perché ha trascurato queste cose che sono importanti. Torno a ripetere, con la crisi che c’è se c’erano in circolo 40 milioni di euro, le opere cominciate prima sicuramente lavoravano le imprese, lavoravano gli operai, meno disoccupazione ed era tutto più facile, per un anno non cascava mica il mondo se si sfondava il patto di stabilità, si poteva recuperare l’anno dopo. Lo abbiamo sfondato anche noi qualche anno fa a Castiglione delle Stiviere e non è successo il finimondo basta avere coraggio. Qui il coraggio non c’è stato, caro Presidente. Grazie.

Esce Fava Presenti 24

Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Grazie. Consigliere Lotti, prego. Consigliere Lotti: Ovviamente il mio sostegno pieno alla proposta di Bilancio, anzi mi complimento con l’Amministrazione per il compito che deve essere stato veramente arduo e da questo punto di vista capisco anche l’attributo di “triste” che ha usato il Presidente: triste perché è triste per un’Amministrazione di fronte ad una contingenza così grave non poter utilizzare tutte le risorse di cui ha a disposizione. Intervengo per un altro motivo. Se mi è possibile fare una raccomandazione all’Amministrazione che va in questa direzione. Se nei prossimi mesi, come mi auguro, ci saranno delle risorse in più non previste di tenere in particolare considerazione il settore della cultura. Dico questo non tanto per la mia formazione o deformazione professionale ma proprio per una considerazione di carattere politico. Io credo che a livello centrale, a livello di governo, con la giustificazione, per carità anche oggettiva, delle difficoltà economico finanziarie si stia compiendo un’operazione scientifica, deliberata, di devastazione culturale. Quindi è solo un pretesto quello di tagliare i fondi alla cultura, in effetti si vuole disarmare il Paese, in modo particolare le nuove generazioni, tagliando i fondi alla cultura, all’istruzione, alla ricerca scientifica, perché più è fragile il Paese dal punto di vista culturale, più è permeabile all’onnipotenza del messaggio televisivo. Io credo che sarà più facile, più veloce uscire dalla crisi economica di quanto sarà difficile e lungo uscire dalla devastazione culturale che questo governo sta compiendo in questi anni. Quindi se ci saranno risorse io spero che una parte di questi fondi vadano alla cultura. Grazie. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Grazie. Qualcun altro? Consigliere Rossi, prego.

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Consigliere Rossi: È scattato l’apprezzamento nei confronti di chi ha elaborato il Bilancio e quindi dello staff tecnico e dei vari dirigenti. Tuttavia come è stato già qui sottolineato e come abbiamo avuto occasione e l’opportunità di svolgere questi temi nelle varie Commissioni appare con molta chiarezza un Bilancio senza cuore perché esiste un deserto vero e proprio sulle linee di sviluppo e i veri problemi sono abbastanza cloroformizzati. Ma da cosa deriva questo dato? Credo che derivi fondamentalmente dalle scommesse che in questi anni si sono perse sulle infrastrutture. Questa maggioranza ha scommesso contro il TI.BRE. e per fortuna ha perso la scommessa. Questa maggioranza ha scommesso per un certo tipo di sviluppo autostradale della Mantova – Cremona e sembra davvero che anche in questo caso si stia perdendo la scommessa. Questa maggioranza è intervenuta con larghissimo ritardo sull’area dei G.A.S. di Isola della Scala per etichettarla sull’autodromo di Vigasio e anche in questo caso alla fine non si è cercato appunto un confronto e quindi un’adesione, un rapporto concreto e costruttivo bensì si è persa la scommessa. I rapporti di sviluppo della Lombardia aeroportuali e delle autostrade vedono la nostra provincia ancora una volta fortemente penalizzata anche in questa direzione. Praticamente il dialogo con la Lombardia è venuto sulle cose minime di cui non curat praetor ma non è avvenuto sulle grandi strategie di sviluppo della Regione. Dobbiamo aggiungere ancora l’inesistente decollo…[cambio audiocassetta da n. 1 a n. 2]… Noi abbiamo insistito, in particolare Fainozzi ed io, sulla rivalorizzazione della Parma – Brescia quale vera variante al TI.BRE. ferroviario, quindi il ripristino dell’originale e vera pontremolese ferroviaria e anche su questo piano viceversa il silenzio è stato assordante. Infine abbiamo di recente visto riaprirsi un interesse perlomeno teorico nei confronti del ripristino della Mantova – Peschiera che era stato viceversa sempre negato in chiave di fattibilità e in chiave di prospettiva. Parlo in particolare di un confronto o di un dibattito promosso dal Comune di Porto Mantovano al quale anche la Provincia mi consta aver partecipato. Infine ancora nei confronti per esempio di tema che comunque fa parte anche dell’attuale campagna elettorale, quello della tangenziale ovest c’è stato e c’è un rifiuto ideologico al confronto e questo stesso rifiuto io lo colgo, anche qui in un silenzio che considero pervicace e che viceversa almeno sul piano non solo intellettuale ma anche politico dovrebbe avere diversa attenzione, relativamente alla bacinizzazione del Po con tutto quello che un progetto di questo genere comporta o comporterà soprattutto per l’asta del Po che riguarda i nostri territori. L’idea che ho già avuto occasione di esternare e che riprendo, anche qui in controtendenza rispetto al coro della beatificazione del ruolo della Provincia, è che si fa largo il concetto di una Provincia che più che inesistente inutile così come viene a prefigurarsi, e voglio spendere tre o quattro concetti in proposito. A parte la storia abbastanza controversa dell’identità istituzionale della Provincia che non sto ovviamente a raccontare, devo dire che anche all’interno dell’UPI e in maniera trasversale c’è stata tanta, e io l’ho colta nelle poche occasioni che ho avuto di essere cortesemente invitato a parteciparvi, dialettica che non è così coreutica nei confronti del “sì alle Province”. Intendo dire con questo che mi è capitato, per la cortesia del Presidente che ce lo ha inviato, un librettino “Note e commenti del Censis verso un nuovo protagonismo delle Province”, dove come è ovvio il Censis

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assoldato dai Presidenti delle Provincia svolge un peana nei confronti delle Province, della loro sussistenza e del loro avvenire. Se poi andiamo a vedere nelle premesse di quel che viene qui detto va bene, la Provincia, la riscoperta del territorio come dimensione strategica di competitività del sistema e quindi la Provincia è il territorio. Poi la Provincia che riscopre del federalismo dal basso essenzialmente diventa il perno dello stato delle autonomie, però poi lo stesso Censis dice “tutti abbiamo ben chiaro tuttavia che negli anni passati solo le Regioni e in parte i Comuni hanno beneficiato di un aumento dei poteri reali e della visibilità pubblica e le Province si trovano in parte schiacciate tra queste due realtà”, riconoscono cioè anche al Censis che le Province operano oggi “in settori dispersi e caratterizzati da una continua sovrapposizione dei ruoli con altri livelli di governo”. Come non essere d’accordo su queste considerazioni? Però quello che è ancora più paradossale per certi versi è che poi il Censis proprio intervistando i Presidenti indica i ruoli che la Provincia dovrebbe esercitare in questa fase di crisi, e allora dice: “La Provincia avrà un ruolo fondamentale, addirittura preminente, sulle misure straordinarie di sostegno a chi è stato colpito in modo sostanziale dalla crisi economica in atto”, primo obiettivo da subito ovviamente applicabile perché questo è l’impegno dei Presidenti delle Provincia, e secondo “interventi finalizzati a contrastare il dilagare sul territorio delle condizioni che determinano il disagio”. In questo caso è appunto il sostegno al tessuto economico produttivo. Io voglio un bene della malora e devo dire che sinceramente apprezzo quanto fatto dall’Assessore Grassi che ha rispetto a me, non dico agli altri, una grande virtù che è quella di andare sul luogo dove le sofferenze ci sono, dove ci sono le crisi, eccetera, eccetera, cioè di svolgere un ruolo davvero attivo di testimonianza. Me ne congratulo con te, Grassi, ma devo dire in effetti che davvero questo è abbastanza inusuale nelle istituzioni attualmente e questo è un dato di merito che effettivamente ti va riconosciuto ma devo anche dire che viceversa questi due momenti di progettualità fondamentali della Provincia in questo Bilancio e in generale non li vedo come momenti di strategia della Provincia, tanto più che ad un certo punto ti arriva l’emendamento del collega Consigliere e amico, spero, Carra, che appunto cerca di rimediare a un qualche cosa che era scarsamente significativo all’interno del Bilancio stesso. Perché dico questo? Io non sono contro la Provincia in sé, sono contro questo andazzo gattopardesco che effettivamente continua a porsi in questo paese dove la difesa comunque dei principi di inutilità dei principi effettivamente continua ad essere perseguita. Le corporazioni anche in questo caso – quelle dei Presidenti delle Province, ma non di tutti i Presidenti delle Province intendo dire, almeno per come li ho ascoltati con le mie orecchie ai convegni dell’UPI – fanno la differenza. Allora con molta chiarezza quando parliamo di Province distinguiamo le Province della Lombardia dalle Province dell’Umbria, della Basilicata, del Molise o quant’altro e poi confrontiamo anche qui senza enfasi qual è effettivamente un ruolo che possono esercitare le Province nello stato Lombardia (stato nel senso di configurazione territoriale e comparato ad altri stati della nostra Europa) rispetto ad altre Province che effettivamente non possono non avere delle funzioni analoghe a quelle che altri enti, i Comuni piuttosto che le Regioni, esercitano. Parlo in particolare di quelle Regioni e di

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quelle Province dove appunto c’è quasi identità di presenza tra il potere delle Regioni e quello delle Province, dove le Province sono due o altri casi e sono moltissimi peraltro. Credo che effettivamente il buonsenso ci dovrebbe portare a tenere distinti anche sul piano istituzionale compiti e funzioni di questi tipi di enti rispetto a compiti e funzioni di altri enti che magari si chiamano allo stesso modo. Ma perché dico questo? Perché sono convinto che con un coraggio che dovremmo avere di carattere costituzionale la determinazione dei compiti, delle funzioni e dell’esistenza stessa delle Province vada delegata alle Regioni perché diversamente veramente siamo un paese a struttura costante che viceversa non è da un punto di vista di identità così uguale come lo vogliamo far apparire. Dico questo a futura memoria perché il dibattito andrà avanti stancamente per anni purtroppo perché questo è il paese dei dibattiti inutili ma ci ritroveremo a discutere di queste cose anche fra un anno, quando andremo alle elezioni e questo dovrà essere un tema che onestamente dovremo porci in quanto tale, a prescindere forse dai nostri schieramenti di appartenenza. Credo che proprio le cose a cui ho accennato fossero quelle che mi ero permesso di porre all’interno del programma “Provincia un Territorio”, cioè quello che mi aveva visto come candidato Presidente e qui si innesta la risposta al collega Zuin che un paio di volte fa aveva posto appunto il problema della sua identità e della mia identità in modo indiretto ma anche in un certo dell’identità o del protagonismo del Presidente Fontanili. Vedi Zuin, adesso hai due Assessori perché mai è passata per la testa della maggioranza e tanto meno per la mia l’idea che io stessi a rappresentare uno o più Assessori della vigente Giunta. La tua costante presenza in maggioranza viceversa in questi quattro anni lasciava presupporre che tu e non altri fossi il punto di riferimento in Consiglio della presenza in Giunta della forza politica che elettoralmente ti aveva espresso. Così non era e non è, hai chiesto lumi al professor Fontanili, forse ti avrebbe risposto che Parigi val bene una messa perché così è stato, anche se nessuno te lo ha detto e forse te ne sei accorto troppo in ritardo. La mia candidatura cioè aveva sortito tra le altre questa magia: un Assessorato garantito a qualcuno a prescindere dal risultato. Sto leggendo in questo momento perché non voglio, come dire, debordare. Ne è passata dell’acqua sotto i ponti ma il malessere di quel patto non si è ancora estinto e sarà portato fino al termine del mandato perché in sé è un peccato d’origine, il piatto di lenticchie in cambio di una campagna ai limiti della diffamazione e perché la distanza tra i programmi è rimasta tale proprio sui punti essenziali delle riforme strutturali e delle scelte sociali. Diversamente da altri – mi rivolgo in particolare al professor Fontanili – io sono invece per un gentlemen’s agreement che dovrebbe informare sempre informare i nostri comportamenti e i nostri confronti, tuttavia la lezione di allora dovrebbe far riflettere anche il Presidente. Parlare oggi di ramoscelli d’ulivo con le bufere in corso e le battaglie senza prigionieri rischia di apparire patetico o grottesco quindi non insisto oltre, lo mando soltanto a futura memoria di questo Consiglio e ai confronti che in avvenire faremo. Grazie. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Grazie. Qualcun altro chiede di intervenire? Consigliere Zuin, prego.

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Consigliere Zuin: Ho sostenuto fin dall’insediamento questa maggioranza, l’ho dichiarato anche, il Presidente e le scelte che il Presidente ha compiuto in questi anni nonostante (nella fase iniziale ho avuto modo di dichiararla già questa cosa) non ci sia stata una grande considerazione per la mia presenza. Ma io ho fatto una scelta che è la scelta credo che chi va a chiedere il consenso agli elettori dovrebbe, indipendentemente dalle eventuali virgolettate lotte di potere od altro dovrebbe fare. Io in quella occasione, cioè all’insediamento, ho deciso di sostenere questa maggioranza anche se non ho avuto in quella fase la soddisfazione politica di avere un Assessore qui rappresentato. Devo dire che quell’Assessore quindi non può che essere, visto che la nomina sta proprio in capo a lui, un Assessore come altri peraltro presenti scelto autonomamente dal Presidente. In questo momento, dopo la mia adesione a IDV devo dire che per scelta, ma non mi sono strappato le vesti quando l’ho chiesto, del Presidente c’è un Assessore che io credo mi rappresenti. Si tratta dell’Assessore Federica Baroni. Vorrei solo per un attimo ritornare a una delle questioni che intelligentemente come sempre pone il Consigliere Rossi, cioè dice che questa maggioranza ha perso la scommessa del TI.BRE. perché sappiamo che in maggioranza, non all’unanimità, questa maggioranza ha espresso una propria posizione riguardo al tracciato del TI.BRE., qualcun altro della maggioranza ha espresso altro, ma non ha perso la scommessa a mio avviso questa maggioranza, la morte del TI.BRE. dopo 30 anni di trattative, progettazioni, ipotesi di ogni genere, fiumi, fiumi e fiumi di parole l’ha decretata il CIPE. Arriverà all’innesto più o meno della Cispadana, non prevede la possibilità di realizzare quella parte in sovrapposizione con la Mantova – Cremona, quindi affossa anche la Mantova – Cremona a questo punto e credo che nessuno possa attribuire una responsabilità oggettiva a questa maggioranza nonostante dal punto di vista se si vuole ideologico o della presa di posizione politica possa essere ritenuta di traverso rispetto alla realizzazione di quell’opera lì e a tutti gli annessi e connessi che con la morte di tale opera probabilmente faranno la stessa fine, avranno la stessa sorte. Mi riferisco in particolare alla tangenziale di Goito che peraltro ho visto che non va nemmeno a riallacciarsi alla Postumia (mi riferisco al lato sud est che si ferma sulla Goitese). Anche questo è un paradosso. Però, ripeto, più che la scommessa persa da parte della maggioranza credo che si debba dire fallimento da parte della pianificazione nazionale. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Grazie. Consigliere Roveda, prego. Consigliere Roveda: Speravo di evitare di sentire questo dibattito che grazie alla dialettica solita del Consigliere Rossi che oltre ad esprimere le sue considerazioni sul Bilancio ha trovato anche il modo di inserire la risposta di un paio di Consigli fa della questione Zuin, causando poi ovviamente la sua replica che mi sembra ovviamente al di là del contesto del Bilancio che stiamo per approvare. Tuttavia anch’io voglio ribadire rispetto alla questione delle infrastrutture che se una sconfitta c’è stata non credo sia da attribuire alla Provincia ma ovviamente al territorio mantovano e di questo credo che se ne debbano far carico un po’ tutte le varie istituzioni locali, gli attori locali per le revisioni che sa sempre ci sono su

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questo argomento e ha evidenziato adesso lo stesso Zuin qual è stato il vero risultato. Non è questione di affossamento di una cosa piuttosto che dell’altra, c’è invece anche una palese mancanza di interesse e di capacità da parte di chi governa la Regione nel sostenere un percorso concertato e condiviso per questo territorio. Continuiamo a rimanere agli estremi e a subire le situazioni che altri determinano, anche nel caso del TI.BRE. proprio per quella situazione che si è verificata rispetto al finanziamento CIPE si vede quanto è riuscita a dettare la Regione Lombardia. Ma volevo precisare alcune cose rispetto a quanto ha detto il Consigliere Lotti. Anch’io concordo sul fatto che la cultura sta avendo una deriva paurosa e capisco anche il richiamo che lui ha voluto fare alla Giunta provinciale. Devo però ricordare che questo è un problema che attanaglia tutti e che ci prenderà maggiormente in futuro perché voglio ricordare a tutti i Consiglieri che proprio la legge delega al governo per l’applicazione del federalismo non prevede come funzioni fondamentali né per i Comuni né per la Provincia proprio la cultura, quindi chissà dove andremo a finire. Poi voglio dare una piccola replica al Consigliere Tinazzi rispetto al patto di stabilità e nel contempo rispondo anche al Consigliere Fava. Dire che questo Bilancio poteva essere diverso, bastava essere coraggiosi e non rispettare il patto di stabilità francamente non so se prenderlo in termini di sorriso o in termini di superficialità. È vero, lui dice “a Castiglione lo abbiamo fatto”, purtroppo è successo anche questo in Italia e cioè che chi non ha rispettato il patto di stabilità qualche anno fa poi non ha avuto le penalità, anzi si è ritrovato avvantaggiato alla fine. Oggi però le penalità sono praticate e non significano la riduzione del 30% degli stipendi Tinazzi, credo che potevi evitartela questa precisazione, ma riguardano soprattutto l’impossibilità di fare mutui, l’impossibilità di assumere personale, cioè un assoluto fermo dell’attività dell’Amministrazione. Dico questo perché fare dei ragionamenti e fare delle dichiarazioni tanto per dire che si è contrari a questo Bilancio è un esercizio facile per tutti. Lo stesso Consigliere Fava andando a dichiarare che non presenta emendamenti perché tanto non sono mai stati accettati e non sono mai stati discussi è una semplice bugia data dall’opportunità attuale ma che dimostra un dato di fatto e cioè che il fatto che non siano stati presentati emendamenti testimonia concretamente, senza false retoriche, che questo Bilancio era l’unica cosa che si poteva fare con la tristezza delle leggi che ci sono imposte. Grazie. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Grazie. Ci sono altri interventi? Ha chiesto di intervenire l’Assessore Rebuschi, prego. Assessore Rebuschi: Grazie Presidente. Volevo solo fare una precisazione per quanto riguarda l’intervento del Consigliere Rossi per quanto riguarda la bacinizzazione, ricordando che la stessa Regione Lombardia non ha ancora approvato questo progetto di pre-fattibilità, perciò non si sa ancora cosa ne pensi ufficialmente la Regione Lombardia. Questo volevo sottolinearlo per la cronaca. Poi volevo ricordare al Consigliere Rossi di avere fiducia nell’Assessore Rebuschi da questo punto di vista visto che nella sua dichiarazione, quando si è dichiarato appartenente al gruppo Socialista tuttora ha espresso sostegno all’Assessore

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Rebuschi. Grazie. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Se non ci sono altri interventi metto in votazione questo primo punto. Scusate, Consigliere Fainozzi prego. Consigliere Fainozzi: Per dichiarazione di voto, anche perché il mio intervento è decisamente breve, non intende entrare all’interno del Bilancio più di quanto non sia necessario data la buona capacità certamente dei funzionari di rendere questo strumento leggibile, tant’è che l’ho esaminato in modo tranquillo, forse anche con qualche superficialità. La mia chiave di lettura prende in considerazione aspetti e valutazioni che sono contenuti nelle relazioni degli Assessori e anche del Presidente e che per qualche aspetto è innegabile, ma credo da parte di tutti, risultano convincenti e pure condivisibili. Ciononostante il complesso dei numeri non dà a mio parere nessuno stimolo perché possa essere considerato il Bilancio di tutti. Mi illudevo anche questa volta che le funzioni in esso contenute rispondessero a criteri di interesse comune. Purtroppo risentono della determinazione dei numeri forti di questa maggioranza. L’assetto politico complessivo, i numeri ed i rappresentanti in Giunta, comprese le ultime ricomposizioni, mi fanno ricordare il pensiero di un amico che ormai è defunto ma che è stato seduto con me in questo Consiglio Provinciale che spesso agli amici del gruppo ripeteva in modo sacrosanto a mio giudizio che nell’Amministrazione provinciale a Mantova non si muove foglia che via Roma non voglia e quindi che la politica molto spesso di questo consiglio dipenda molto da quello che accade in Comune a Mantova. Il rinnovo del Consiglio Comunale di Mantova – e qui faccio gli auguri ai nostri candidati che sono presenti – anche in questa occasione ha dettato qualche impegno anche all’Amministrazione provinciale nella formazione del Bilancio. Ancora una volta si perpetua il principio di una certa “Mantova centricità”, forse è il mio modo di vedere ma questo è quello che io provo e sento e che è percepito dai cittadini che come me abitano a margine della città. Ringrazio comunque per il lavoro svolto e dichiaro il mio voto negativo al Bilancio. Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, la Presidente del Consiglio

pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto

all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

Favorevoli: n. 18

Contrari: n. 6 (Lamagni – Fainozzi – Rossi –

Bernardelli - Tinazzi –

Zangobbi)

In conformità di ciò, la Presidente proclama approvata la deliberazione stessa.

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2) Raccomandazione presentata dal Capogruppo Comunisti Sinistra

Popolare Monica Perugini al Bilancio di Previsione 2010

Si raccomanda che anche attraverso la prossima variazione di bilancio 2010 sia allocata la somma di € 50.000 (cinquantamila.) negli interventi rivolti alla valorizzazione della progettazione cooperativistica sociale interessata alla formazione ed all’inserimento lavorativo di fasce deboli di cittadini/e coinvolti da processi di sempre nuova marginalità, in particolare nelle zone del territorio maggiormente colpite dalla crisi, così come da intesa dello scorso 17 maggio 2009, siglata dalla Provincia e in corso di approvazione nei distretti sociali di zona della provincia stessa, al fine di una formalizzazione stabilita in via convenzionale fra l’ente stesso, i comuni interessati dal progetto e il soggetto cooperativistico proponente la progettazione. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Ricordo al Consigliere Perugini che è una raccomandazione e quindi di dare lettura in modo che possa essere allegata al verbale di questo Consiglio.

Esce Morselli Presenti 23

Consigliere Perugini: Ringrazio perché siccome c’è stato modo in Commissione Politiche sociali di parlare di questo argomento mi raccomando e la cosa fondamentale è che da un punto di vista formale questa raccomandazione sia allegata agli atti, quindi sia al verbale che alla deliberazione di approvazione del Bilancio che nel corso dell’esercizio economico sia tenuto presente quanto poi dal 1996 è stato fatto in relazione agli interventi di progettazione cooperativistica sociale, in particolare del basso mantovano dei due Comuni di Suzzara e di Pegognaga che sono interessati alla formazione e all’inserimento lavorativo di fasce deboli di cittadini e di cittadine coinvolti da processi che vogliono contrastare le nuove e vecchie marginalità in particolare appunto in queste zone, ricordando che l’Amministrazione provinciale in tema di formazione e lavoro proprio lo scorso 17 maggio grazie al lavoro intenso dell’Assessore prof. Grassi ha stilato insieme ai distretti e di conseguenza ha approvato in sede territoriale. In particolare il distretto di Suzzara, che comprende anche Pegognaga, è stato il primo ad aderire a questo protocollo e di conseguenza ritengo che questa somma debba essere inserita non più nelle politiche sociali perché non si tratta più di un intervento che attiene all’assistenza di persone che peraltro da un punto di vista sociale sono già sostenute sia perché disabili molti di loro al 100%, quindi con le dovute provvidenze stabilite dalla legge. Sono persone che attraverso questa progettazione che dura da molti anni ed è sostenuta dalla Provincia hanno la possibilità di un reinserimento sociale, formativo ed occupazionale che ha cambiato non solo la loro vita ma anche quella delle loro famiglie, ha dato un contributo culturale importante al territorio del basso mantovano. Quello che mi

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raccomando è che questa diventi finalmente una convenzione come, scusandomi del ritardo, mi è stato detto essere stato accettato in avvio di seduta e quindi non si debba più con una sorta di pietismo chiedere in ogni occasione di avanzo di amministrazione o di variazione di bilancio che questa sia una sorta di iniziativa da sostenersi per pressioni pseudo politiche o pseudo assistenziali. Dovremmo essere orgogliosi dell’attività che queste persone, che questi nostri concittadini portano avanti con il nostro contributo e anche, per essere sinceri, con quello del Comune di Mantova che ha sempre sostenuto, e lo ribadisco in questa sede, i giovani mantovani che hanno collaborato e che lavorano presso questa struttura e di conseguenza dovrebbe essere giunto il tempo che in modo coerente si possa far rientrare a pieno titolo questa convenzione nei progetti e nelle volontà stabili di aiuto nei confronti di un inserimento lavorativo e professionale di giovani che hanno ritmi diversi ma probabilmente, per quanto almeno la pensiamo noi, molto più interessanti e molto più coinvolgenti rispetto a tutta un’altra serie di iniziative solo a livello assistenziale e protezionistico. Quindi mi raccomando che questa nostra nota rientri a pieno titolo sia a livello formale ma soprattutto sostanziale negli intendimenti dell’ente.

Esce Rossi Presenti 22

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3) Convezione tra la Provincia di Mantova, il Comune di Mantova e l’Istituto di

Storia Contemporanea

Premesso che: - la Provincia di Mantova favorisce la crescita della società civile organizzando, compartecipando e coordinando azioni e progetti finalizzati alla diffusione della cultura, della storia e dell’arte locale; - l’attività di tutela e protezione del patrimonio d’arte, di storia e di cultura è uno dei compiti affidati dal legislatore sia al Comune che alla Provincia, come dettano gli articoli 13 e 19 del D.Lgs. n. 267/2000; - l’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea, con sede in corso Garibaldi n. 88 a Mantova, promuove lo studio e la conoscenza della storia sociale, politica, economica e culturale del Mantovano e costituisce un riferimento essenziale per l’approfondimento delle tematiche risorgimentali, della Resistenza e delle vicende che dal dopoguerra giungono ai nostri giorni; - il Comune di Mantova promuove la conservazione e lo sviluppo di Mantova città d’arte, del suo patrimonio storico, artistico, paesaggistico; considerato che l’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea, unico presente nel nostro territorio, aderisce ad una rete di omologhi istituti dislocati nell’intero ambito nazionale; preso atto che lo stesso Istituto ha instaurato un ventennale rapporto di collaborazione, e preziose sinergie con la Provincia e il Comune di Mantova per la realizzazione di attività convegnistiche, seminariali e storico-culturali; richiamato il Protocollo d’intesa già sottoscritto dalla Provincia di Mantova, dal Comune di Mantova e dall’Istituto di Storia Contemporanea” e considerato che tale atto è scaduto al 31 dicembre del 2009; ritenuto comunque interesse di questa Amministrazione continuare a interagire con l’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea per l’attivazione di vari servizi alla comunità e la prosecuzione dell’attività sopra descritta, secondo le modalità meglio definite da una Convenzione triennale (anni 2010-2011-2012), che si allega, che è parte integrante e sostanziale del presente atto e che definisce in dettaglio le finalità e i compiti di ciascun ente partecipante; esaminato lo schema della citata Convenzione e ritenutolo adeguato ad attuare gli obiettivi relativi alla collaborazione tra Provincia, Comune di Mantova ed istituto di Storia Contemporanea per la diffusione della conoscenza storica e culturale del territorio; atteso che la Provincia di Mantova s’impegna a sostenere l’Istituto mediante un riconoscimento economico così quantificato e suddiviso: 1. € 21.000,00 per l’esercizio finanziario 2010 2. € 21.000,00 per l’esercizio finanziario 2011 3. € 21.000,00 per l’esercizio finanziario 2012

precisato l’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea, a fronte del suddetto sostegno, si impegna a fornire alla Provincia di Mantova i seguenti servizi: a) Apertura di uno sportello didattico per gli studenti delle scuole medie di II

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grado. Il lunedì e il giovedì pomeriggio, dalle ore 14.30 alle ore 17.30 (il personale dell’istituto sarà a disposizione degli studenti per l’ elaborazione di percorsi didattici, per approfondimenti curricolari e per la redazione di bibliografie e tesine, anche in collaborazione con l’Ufficio Istruzione e l’Ufficio intercultura della Provincia di Mantova; collaborazione e consulenza saranno prestate anche agli studenti degli altri ordini di scuola e dell’università);

b) Fornitura di consulenza gratuita, su richiesta degli insegnanti e dei dirigenti degli istituti superiori della provincia di Mantova, presso la sede dell’Istituto o presso le rispettive scuole, per ricerche, progetti curricolari e approfondimenti tematici, con particolare riferimento alle tematiche dell’inclusione e della cittadinanza;

c) Assunzione del compito (sino ad ora espletato dagli uffici della Provincia) del coordinamento territoriale delle iniziative ideate e realizzate dalla Provincia stessa, dai comuni e dalle associazioni in occasione della giornata della memoria (27 gennaio) e della giornata del ricordo (10 febbraio);

d) Svolgimento del compito del coordinamento territoriale delle manifestazioni ideate e realizzate dalla Provincia stessa, dai comuni e dalle associazioni in occasione delle festività civili : 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, 4 novembre;

e) Elaborazione, per ogni anno solare e gratuitamente, per conto della Provincia di Mantova, di una iniziativa specifica (nella forma di un ciclo di lezioni o di conferenze o di un seminario) di Educazione civica e costituzionale rivolta alla cittadinanza, con particolare attenzione ai cittadini e agli studenti di recente immigrazione;

rilevato che il Comune di Mantova concederà al detto istituto, l'uso gratuito, compresi oneri di manutenzione e costi delle utenze, dei locali arredati e funzionali, situati nel Centro Culturale "Gino Baratta", ubicato in Corso Garibaldi n. 88 a Mantova; Sentita la Commissione consiliare competente nella seduta del 3 marzo 2009; visti gli allegati pareri favorevoli espressi ai sensi e per gli effetti dell’art. 49, comma 1, del D.Lgs. n. 267/2000 dal Dirigente del Settore Turistico e Culturale, Servizi alla Persona e alla Comunità Politiche Sociali e del Lavoro, Sport e Tempo Libero che attesta la regolarità tecnica e dal Dirigente del Settore Finanziario che attesta la regolarità contabile;

D E L I B E R A 1) di approvare gli indirizzi progettuali contenuti nell’allegata Convenzione tra Provincia di Mantova, Comune di Mantova e Istituto di Storia Contemporanea che si allega al presente atto e del quale è parte integrante e sostanziale; 2) di concedere a favore dell’Istituto di Storia Contemporanea di Mantova e a titolo di concorso nelle spese per l’attività concordata un riconoscimento economico annuale così quantificato e suddiviso: - € 21.000,00 per l’esercizio finanziario 2010 - € 21.000,00 per l’esercizio finanziario 2011 - € 21.000,00 per l’esercizio finanziario 2012

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3) di dare atto che della spesa di euro 21.000,00 quale riconoscimento economico per quanto stabilito nella Convenzione, si è tenuto conto in fase di predisposizione del bilancio di previsione 2010 e del Bilancio pluriennale 2010 - 2012 con imputazione all'intervento 1030105 del Bilancio (cap.23560 “Trasferimenti a favore dell’Istituto di Storia Contemporanea” del PEG ). Presidente del Consiglio – Laura Pradella: La parola all’Assessore Pedrazzoli. Assessore Pedrazzoli: Ne abbiamo parlato in Commissione, i Consiglieri sanno di cosa si tratta. Si tratta di rinnovare la convenzione con l’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea, un Istituto che in questi anni ha svolto un’opera importante non solo di catalogazione rispetto al patrimonio di informazioni, di documenti che l’associazionismo, le istituzioni hanno prodotto in questi decenni a Mantova ma anche svolgendo un lavoro importante di ricerca. Si propone il rinnovo della convenzione per tre anni. Non siamo riusciti a soddisfare le richieste dell’Istituto e quindi aggiungere qualcosa di economico alla convenzione che già avevamo in essere e cioè 20 mila euro annui. Noi sosteniamo l’Istituto assieme al Comune di Mantova che mette a disposizione gli spazi, la logistica e quant’altro. Credo che si tratti appunto di un Istituto di cui la nostra storia non possa fare a meno. Nella convenzione di quest’anno, convenzione che la Provincia propone di sottoscrivere, abbiamo anche indicato con maggior precisione rispetto agli anni come non si tratti di un contributo lasciando poi all’Istituto facoltà di muoversi certamente con autonoma ma al di fuori di ogni accordo di collaborazione. Quindi nella convenzione sono scritte nero su bianco le cose che la Provincia si attende dall’Istituto, cioè collaborazione nella ricerca, sostegno nell’individuazione di determinati temi storici e sociali, insomma affiancare la Provincia ogniqualvolta ci sia bisogno di ragionare, di indagare temi che fanno parte della nostra storia sociale politica e anche culturale. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Qualcuno chiede la parola? Consigliere Perugini. Consigliere Perugini: Grazie. Io vorrei dire una cosa. Questa è una cosa che mi interessa, è positivo e più che apprezzabile che la nostra Amministrazione da molto tempo sostenga in modo convenzionale, quindi formale l’attività dell’Istituto. Le problematiche di bilancio sono veramente tante quindi è comprensibile che l’esposizione economica non sia delle più intense, però mi appello anche qui al Presidente e alla sensibilità della Giunta su questo argomento che è un argomento determinante perché l’Istituto di Storia Contemporanea è la storia dell’antifascismo e della realtà territoriale vissuta dagli uomini e dalle donne di questa realtà che hanno fatto la resistenza e che hanno portato poi di seguito, negli anni avanti, l’idea dell’antifascismo e della democrazia. Quindi mi appello a questi valori da noi tutti condivisi perché sia possibile eventualmente, nell’arco dell’esercizio economico, qualora ci siano le necessità, di sostenere anche in modo più intenso

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un’attività come questa come è un’attività importante, perché non è solamente un’attività di rendicontazione storica ma è un’attività che si lega al nostro territorio, in particolare ai giovani, alle scuole, a quelli che sono i valori importanti e sentiti che la nostra comunità dovrebbe condividere e sentire come principali. È un Istituto che vive per forza di cose dei sostegni pubblici, in primis del Comune di Mantova e della Provincia di Mantova ma anche della Regione Lombardia, ma che è un’opera di divulgazione, di conoscenza e di convinzione di questi valori che non può assolutamente essere relegata ad un apporto economico che purtroppo non è sostenuto come vorremmo. Quindi l’impegno e l’assicurazione da parte del Presidente e della Giunta, qualora ce ne saranno le possibilità, di dare manforte ad un’attività che secondo me è fondamentale, prioritaria per quanto riguarda la nostra cultura antifascista. Assessore Pedrazzoli: Volevo aggiungere comunque che questa è una cifra che noi mettiamo per la convenzione ma nel corso dell’anno c’è sempre modo di avere collaborazioni con l’Istituto che vedono anche ulteriori impegni economici anche attraverso la Legge 9 della Regione Lombardia, contribuiamo alla pubblicazione del Bollettino. Comunque l’invito sfonda una porta aperta. Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, la Presidente del Consiglio

pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto

all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

Favorevoli: n. 22

In conformità di ciò, la Presidente proclama approvata all’unanimità la

deliberazione stessa.

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4) Ordine del Giorno presentato dal Consigliere PD Carlo Beduschi, relativa a

canoni regionali per piccole derivazioni di acque sotterranee (pozzi)

Premesso che in data 08/06/2009 la Provincia e le Associazioni Agricole

Confederazione Italiana Agricoltori, Coldiretti e Confagricoltura tenevano un incontro con funzionari della Regione (D.G. Risorse idriche), nel corso del quale si segnalavano alcune criticità in materia di piccole derivazioni di acque sotterranee (pozzi); dato atto che nel corso dell’incontro, in particolare, si chiedeva di : - fornire indicazioni in ordine alla data dalla quale far decorrere la

triplicazione dei canoni di concessione nei casi previsti dal vigente Regolamento Regionale n.2/2006, rispondendo al quesito già inoltrato dalla Provincia con nota prot. n. 10055 inviata in data 20/02/2009;

- fornire indicazioni in ordine ai termini di prescrizione dei canoni di concessione e dell’addizionale regionale per l’utilizzo di acque pubbliche, rispondendo al quesito già inoltrato dalla Provincia con nota prot. n. 10061 inviata in data 20/02/2009;

- assoggettare a regime di concessione i pozzi ad uso domestico solo nel caso in cui si verifichino contemporaneamente le tre condizioni di cui alle lettere a), b), c) dell’art.4 del Regolamento Regionale n.2/2006 o, in subordine, di rideterminare in € 50,00 l’importo minimo dei canoni per le derivazioni sotterranee ad uso domestico soggette a concessione, oggi pari a € 348,26;

- rideterminare in € 50,00 l’importo minimo dei canoni per le derivazioni sotterranee ad uso zootecnico ed igienico, oggi pari a € 125,37;

rilevato che quest’ultima richiesta veniva formalizzata con nota prot. n. 49561 del 14/09/2009 inviata alla Regione, nella persona dell’Assessore Massimo Buscemi, a firma dell’Assessore Rebuschi e dei Presidenti delle Associazioni di categoria degli agricoltori; la stessa veniva formulata al fine di contenere gli aggravi a carico anzitutto, ma non solo, del comparto agrozootecnico, connessi all’esigenza di procedere alla triplicazione dei canoni nei casi previsti dalle disposizioni regionali di settore; dato atto altresì che con la medesima nota, si proponeva di accogliere le

richieste, già più volte reiterate dalla Provincia, in ordine alle condizioni di assoggettabilità a regime di concessione dei pozzi ad uso domestico (cfr. note prot. n.36761 del 06/05/05, 68742 del 09/10/06, 21429 del 29/03/07) o, in subordine, di applicare per i pozzi domestici assoggettabili un canone ad uso igienico, prevedendo l’importo minimo di € 50,00 su menzionato; dato atto che con nota prot. n.0017094 del 21/08/2009, la Regione rigettava la

richiesta di limitare l’assoggettabilità al pagamento del canone di concessione per i pozzi domestici, di fatto confermando l’assoggettabilità allo stesso della stragrande maggioranza dei pozzi domestici, che in provincia di Mantova interessano il 40 % della popolazione, con il conseguente assoggettamento al canone annuo minimo di € 348,26; rilevato che viceversa non perveniva alcuna risposta agli altri quesiti: per tale

motivo, con nota prot. n. 64722 del 01/12/2009, a firma dell’Assessore Rebuschi e dei Presidenti delle Associazioni di categoria degli agricoltori, si chiedeva alla Regione, nella persona dell’Assessore Massimo Buscemi, di convocare urgentemente un incontro finalizzato ad illustrare le problematiche segnalate; dato atto che per sostenere tale richiesta, la Provincia ha convocato in data

11/12/2009, assieme ai Presidenti delle Associazioni di categoria degli agricoltori, i

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Consiglieri regionali mantovani, che hanno dato la loro disponibilità a sostenere l’iniziativa; si propone quindi al Consiglio di approvare il presente ordine del giorno e di

dare mandato al Presidente del Consiglio di trasmetterlo all’Assessore Regionale alle Risorse Idriche Massimo Buscemi, all’Assessore Regionale all’Agricoltura della Regione Lombardia Luca Daniel Ferrazzi, al Vice Presidente del Consiglio Regionale Lucchini, ai Consiglieri Regionali Carlo Maccari ed Antonio Viotto affinché assumano urgentemente le iniziative necessarie, nell’ambito delle rispettive competenze, al fine di :

• rideterminare gli importi dei canoni minimi per gli usi igienico e zootecnico secondo le proposte richiamate in premessa,

• assoggettare a regime di concessione i pozzi ad uso domestico solo nel caso in cui si verifichino contemporaneamente le tre condizioni di cui alle lettere a), b), c) dell’art.4 del Regolamento Regionale n.2/2006 o, per quest’ultimo caso, in subordine,

• rideterminare l’importo del canone minimo secondo la proposta richiamata in premessa.

Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Prego Consigliere Beduschi. Consigliere Beduschi C.: Faccio riferimento ad un decreto che è uscito nel 93 e che prevedeva la presentazione di domande in sanatoria per chi preleva acqua dai pozzi. Mi riferisco in modo particolare alle zone agricole per i pozzi igienico sanitari e zootecnici e per i pozzi domestici. Attualmente il decreto è stato prorogato sino al 2007 dopo di che sono tuttora in atto le istruttorie per il rilascio delle concessioni in base ad un Regolamento regionale che è il numero 2 del 2006. Questo stabilisce delle modifiche sia all’ammontare dei canoni sia prevede dei canoni laddove prima non esistevano. Mi riferisco ai pozzi igienico sanitari e zootecnici. Viene stabilito nel Regolamento regionale che se il pozzo pesca da risorse qualificate cioè da una profondità di 80 metri ed oltre per il territorio mantovano il canone attualmente previsto in 125,37 euro debba essere triplicato, quindi viene portato a 376,11 euro. per quanto attiene i pozzi domestici attualmente questi non sono soggetti a canone. L’art. 4 del Regolamento regionale 2/2006 prevede tre condizioni: a) che le risorse siano qualificate; b) che la portata sia maggiore di un litro al secondo; c) che il volume sia superiore ai 1.500 metri cubi annui. Se una sola delle tre condizioni si verifica il pozzo viene soggetto a concessione e l’ammontare di questa concessione è di 348,26 euro. Ci sembra che questi provvedimenti non vadano verso il favorire il settore dell’agricoltura che già di per sé ha numerose difficoltà. Teniamo presente poi che per questi agricoltori che non hanno quindi la possibilità di essere forniti di acquedotto vanno aggiunti i costi per l’installazione del pozzo, per la manutenzione, per le spese delle pompe, il funzionamento in gestione normale. A questo proposito l’Assessorato all’Agricoltura si è mosso, ha riunito anche le associazioni agricole e ci si è recati in Regione per chiedere modifiche al Regolamento attuativo facendo delle controproposte. Si è ritenuto che laddove il canone attualmente è di 125 euro non sia triplicato ma la proposta di rideterminazione sia di 50 euro che moltiplicato per tre comporti un onere di 150

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euro rispetto ai 125 attuali. La stessa cosa per i pozzi domestici. Si ritiene che ci sia da cambiare il Regolamento che preveda non una sola delle tre condizioni ma che preveda l’ammontare del canone solo qualora si verifichino tutte e tre le condizioni e quindi il canone laddove se ne verifichi una sola sia in 50 euro per portate sino a 12 litri al secondo. Numerosi sono stati gli incontri in Regione dove sono stati posti quesiti ai quali a tutt’oggi non è stata data risposta. Si è proceduto a convocare in territorio provinciale i Consiglieri regionali che hanno partecipato agli incontri con i rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali di categoria e insieme si è ritenuto di inviare in Regione una richiesta di ascolto e di controproposte rispetto a quanto è il dettato del Regolamento regionale. A tutt’oggi si è in attesa di questa convocazione e ci spiace che nonostante il dichiarato appoggio dei Consiglieri Regionali questo non sia ancora avvenuto. A seguito di questa inadempienza da parte dell’Assessore regionale mi sono sentito, insieme alle organizzazioni, di proporre a questo Consiglio questo ordine del giorno.

Esce Fadda Presenti 21

Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, la Presidente del Consiglio

pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto

all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

Favorevoli: n. 21

In conformità di ciò, la Presidente proclama approvato all’unanimità l’ordine del

giorno stesso.

Esce Fainozzi Presenti 20

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5) Ordine del Giorno presentato dalla Presidente del Consiglio Laura Pradella

e dalle Consigliere Monica Perugini, Maria Fadda, Bruna Lovatti e Anna

Bonini, sul tema dell’interruzione volontaria di gravidanza attraverso la

somministrazione della pillola RU 486

Premesso che

� l'Agenzia Italiana per il Farmaco ha sancito la commerciabilità anche in Italia della RU486;

� a seguito degli approfondimenti intervenuti nel corso del dibattito politico, la contraddizione può considerarsi definitivamente superata in quanto dal prossimo mese di febbraio anche in Italia, come nel resto d’Europa, il farmaco sarà disponibile negli ospedali;

� tale novità potrebbe essere considerata una sorta di ulteriore opportunità all’interno della legge 194/78, permettendo alle donne una maggiore libertà di scelta e una riduzione dei tempi di attesa negli ospedali;

Visto che

� nonostante le disposizioni impartite e le norme europee da applicare in sede nazionale, si sono registrate reazioni contrapposte anche a Mantova dove l’obiezione di coscienza è praticata da 10 medici su 15 con percentuali quindi molto elevate;

� non esiste un protocollo di percorso assistenziale tra consultori familiari e azienda ospedaliera per l’interruzione di gravidanza;

� Il protocollo della pillola RU486 prevede la possibilità di utilizzo del farmaco fino a sette settimane di gravidanza;

� le donne del territorio mantovano attendono spesso più di 14 giorni per l’interruzione di gravidanza, pur avendo già il documento medico di IVG ed atteso i 7 giorni previsti per legge per i ripensamenti, e quindi, molto spesso, sono costrette a migrare per eseguire l’intervento, così come emerso nell’Indagine eseguita dall’Osservatorio Epidemiologico ASL di Mantova nel maggio 2008;

� esiste la preoccupazione che la norma possa essere disattesa e possano essere seriamente compromesse le garanzie per le donne che potrebbero trovarsi nelle condizioni di operare tale dolorosa scelta vedendosi così preclusa la possibilità sancita dalla legge 194/78;

� il dibattito circa la obbligatorietà della ospedalizzazione è oggi più che mai acceso e propende per la non obbligatorietà dell’ospedalizzazione stessa in quanto la legge n. 194/78 sulla IVG all’art. 8 si limita a stabilire: "l'interruzione deve essere effettuata da un medico in una struttura ospedaliera pubblica, oppure convenzionata autorizzata o anche in un poliambulatorio pubblico adeguatamente attrezzato" e "il certificato serve alla donna ad ottenere l'intervento e, se necessario, il ricovero";

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Rammentato che

� l’aborto in ogni sua forma sia da considerarsi come un dramma per la donna costretta a farvi ricorso, e conseguentemente si rende necessario sostenere tutte le procedure di prevenzione che mirano ad evitare questa tragica scelta;

� già la legge 194/78 prevede un percorso e un’operatività completa in favore della donna e della vita;

Consapevoli che

� La pillola RU486, pur essendo meno invasiva di un intervento chirurgico, potrebbe presentare situazioni di pericolosità per la salute della donna;

Chiediamo che

� presso le strutture ospedaliere dove si effettua tale procedura, siano messi a disposizione, per le donne che lo richiedano, posti letto per i tempi necessari all’efficacia del farmaco;

Con la presente si invita il Presidente a:

� promuovere ogni iniziativa utile a monitorare il percorso applicativo che disciplina le procedure di utilizzo della pillola RU486 anche sul territorio mantovano;

� invitare le aziende sanitarie esistenti nella Provincia di Mantova ad istituire un protocollo di percorso assistenziale tra consultori familiari e azienda ospedaliera per l’interruzione di gravidanza;

� incoraggiare le competenti strutture a porre in essere tutte le possibilità conoscitive del farmaco assieme alla formazione congiunta del personale di tutte le aziende sanitarie e la messa a disposizione di posti letto, qualora le donne lo richiedano, per i tempi necessari all’efficacia del farmaco così come prevede la legge 194/78.

Presidente del Consiglio – Laura Pradella: La parola alla Consigliere Perugini.

Esce Brioni Presenti 19

Consigliere Perugini: Io vorrei leggervi se avete un attimo di attenzione, perché meriterebbe un po’… poi dopo se la spiego mi faccio prendere… quindi preferirei rimanere il più oggettiva possibile. La Consigliere Perugini dà lettura del testo dell’ordine del giorno in oggetto

Consigliere Perugini: Vi chiedo quindi un’approvazione unanime vista l’importanza dell’argomento.

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Entra Fadda Presenti 20

Esce Fontanili Presenti 19

Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, la Presidente del Consiglio

pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto

all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

Favorevoli: n. 15

Contrari: n. 3 (Zangobbi – Tinazzi – Bernardelli)

Astenuti n. 1 (Caramaschi)

In conformità di ciò, la Presidente proclama approvato l’ordine del giorno stesso.

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6) Ordine del Giorno presentato dal Capogruppo Comunisti Sinistra Popolare

Monica Perugini, relativo al mantenimento dei siti produttivi e industriali

mantovani nel territorio italiano

La sottoscritta Monica Perugini capogruppo dei Comunisti di Sinistra Popolare, propone a questo spett.le Consiglio il seguente ordine del giorno:

� Visto che nelle settimane scorse sono esplose crisi aziendali che hanno investito i gruppi imprenditoriali della NUOVA PANSAC di proprietà della famiglia mantovana Lori e del calzificio OMSA di proprietà dell’imprenditore castiglionese Nerino Grassi che hanno sedi produttive rispettivamente in Veneto ( Mira, Portogruaro nel Veneto e Zingonia - BG) e a Faenza (RA),

� Considerato che le sopradette crisi stanno coinvolgendo centinaia di lavoratori che rischiano il posto di lavoro per motivazioni non direttamente collegate alla crisi economica in atto ma a scelte aziendali che si riferiscono a determinate azioni gestionali e/o alla delocalizzazione della produzione all’estero, dove il costo del lavoro, dei trasporti e dei complessivi servizi connessi alle produzioni, risultano essere inferiori così come sono inferiori le tutele e le garanzie per i lavoratori e le lavoratrici a differenza di quanto avviene in Italia,

� Ricordato che i lavoratori di queste imprese stanno manifestando da mesi contro il rischio di perdere il lavoro oltre che contro la mancata corresponsione di stipendi e tredicesime, anche con manifestazioni tenutesi nella nostra città,

� Rilevato che tali situazioni non possono considerarsi ininfluenti sulla situazione locale in quanto in entrambi i casi le vicissitudini delle menzionate imprese mantovane si ripercuotono sul tessuto economico – produttivo del territorio e destano serio pericolo anche per le maestranze da esse dipendenti nelle sedi locali,

� Rammentato che simili situazioni, scaturite da presupposti opposti (dalla SOGEFI del gruppo piemontese De Benedetti, alla SIDEL TETRAPACK di Parma, dalla BIZTILES di Maranello (MO) alla Carini di Bergamo) hanno portato alla cassa integrazione, alla mobilità ed al licenziamento di centinaia di lavoratori e lavoratrici mantovani, a testimonianza della necessità che la difesa del posto di lavoro debba essere ritenuta elemento unitario al fine di preservare sul territorio nazionale, in particolare attraverso un presa di posizione delle istituzioni pubbliche interessate,

� Ricordata la gravità della situazione di crisi che sta coinvolgendo, anche nel nostro territorio, solo lavoratori e lavoratrici che non hanno nessuna responsabilità nelle cause di tale degenerazione,

� Rammentato che in troppe occasioni, anche aziende sane e con importanti commesse contrattuali a disposizione, scelgono ugualmente strategie di chiusura e licenziamento dei lavoratori, optando per la delocalizzazione della produzione e dei servizi terziari connessi all’impresa all’estero, per uno sfruttamento urbanistico edilizio dei siti industriali o per scelte finanziarie che penalizzano l’attività imprenditoriale produttiva,

� Valutato altresì che in molte occasioni gli imprenditori, ed in particolare anche quelli mantovani, hanno usufruito di agevolazioni, sgravi e forme varie di privilegio fiscale, amministrativo ed economico dovuti all’interessamento delle autorità di governo e di quelle amministrative, sia

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regionali che locali, al fine di attivarsi nei territori locali e di garantire il lavoro e l’occupazione dei cittadini residenti nei territori stessi,

Il Consiglio provinciale

approva il seguente ordine del giorno che impegna il Presidente e la Giunta ad

� esperire tutte le vie istituzionali formali ed informali, a rivolgersi alla Regione Lombardia, al Ministero ed al Governo, a coinvolgere le associazioni di categoria, sindacali e datoriali, locali e nazionali, affinché siano assunte con urgenza normative, disposizioni e regolamentazioni di dettaglio che impediscano la chiusura, la delocalizzazione e l’esaurimento di attività produttive sul territorio nazionale, con la conseguente perdita del lavoro per centinaia di persone e di famiglie per le quali, esaurito il periodo di vigenza degli ammortizzatori sociali, quando questi sono previsti ed effettivi, non si prospettano possibilità di impiego stabile e duraturo col risultato che, tale situazione, potrebbe comportare un degrado socio - economico complessivo di intere collettività che verrebbero private della propria vocazione produttiva ed occupazionale.

Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Prego Consigliere Perugini.

Esce Lamagni Presenti 18

Consigliere Perugini: Siamo in netto ritardo, come avrete capito dalla mia reazione in uno degli ultimi Consigli, perché purtroppo la situazione si è evoluta in termini negativi. Tuttavia vi posso dire per esperienza diretta perché sono in contatto quotidiano materiale, sono andata più volte al picchetto che c’è davanti alla Omsa di Faenza e le preoccupazioni di queste donne, che sono 320 ormai perché 30 sono state collocate in pre-pensionamento, gente che ha fatto 30-35 anni di fabbrica…Il problema fondamentale di queste aziende insieme a quella della nuova Pansac è di interesse diretto per la nostra realtà provinciale in quanto se è vero che pare che il proprietario della Omsa Nerino Grassi non abbia per adesso intenzione di cedere la quota mantovana, quindi in particolare le imprese che gravano sul territorio, non sono solo a Castiglione o a Solferino, è anche vero che l’acquisizione di un’area molto importante da un punto di vista concreto in Serbia, con tutte le attività strumentali necessarie alla commercializzazione del prodotto, come è un po’ la caratteristica di Omsa e di Golden Lady cioè il fare tutto da sé e farlo anche bene perché lo ha sempre fatto bene, questo non glielo possiamo negare, è una caratteristica per cui dalla produzione della calza alla messa in commercio, alla distribuzione, alla commercializzazione e alla pubblicità tutto è sempre stato in casa di Nerino Grassi. Assumere 1.800 persone con dei contratti stabili in Serbia, con degli accordi di trasporto che sono sia via mare sia via terra e con degli accordi con aziende che agiscono anche in modo molto

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organizzato in termini di agenzie di lavoro in Serbia vuol dire praticamente avere lo stesso numero di dipendenti che Omsa ha in Italia. Quindi se facciamo le debite proporzioni, un contratto in Serbia è di 200 euro al mese, Grassi ne paga anche oltre 250 per lavoratori in regola, mentre sappiamo cosa costa un nostro lavoratore, comprendiamo con facilità che tutto il prodotto calzaturiero di classe di qualità, perché i colleghi di Castiglione lo sanno meglio di noi, si tratta di un’azienda che ha fatto della qualità la propria nota caratteristica, è evidente che i posti di lavoro in Italia vengono abbattuti e questo non solo a Faenza o a Gissi, perché il prossimo stabilimento sotto torchio è quello in Abruzzo, a Gissi e gli stabilimenti collaterali della Philippe Matignon, la Sisi e tutti i marchi che ruotano attorno alla galassia della Golden. Mi dispiace che siamo in pochi perché è stata sottovalutata questa questione, nel senso che è vero che per adesso i lavoratori di Castiglione, di Solferino e delle aree mantovane sembrano essere al riparo ma quando un’azienda fa una scelta e la scelta è quella di produrre dalla A alla Z all’estero e di portare in Italia un prodotto che è già imballato, è già impacchettato, deve solo avere l’ultimo confezionamento finale, vuol dire che a Mantova, a Castiglione, a Solferino rimarranno solo gli amministrativi e gli amministrativi non possono essere 1.800 persone anche se nel territorio locale questo è il numero. Sono le persone necessarie tutt’al più al magazzino, al confezionamento, all’imbustamento, all’infiocchettamento finale per un prodotto di qualità, perché la qualità oggi è prodotta anche in Serbia, anche in qualsiasi altro paese a maggior ragione dell’Unione Europea. Questo significa una presa in carico e di coscienza del dramma che stanno vivendo adesso i lavoratori di Faenza, domani di Gissi e da superstiziosa, toccando tutto e di più, potrebbero avere i lavoratori mantovani in questa direzione, perché la direzione presa dall'azienda è quella di avere a Mantova, nel mantovano, nell’azienda madre che è Golden soltanto la parte amministrativa, la parte come si suol dire adesso dei non produttivi, cioè non degli operai, non dei lavoratori che fanno la calza in modo concreto. Se noi uniamo a questo problema il problema del calzaturiero mantovano che è ancora un problema per esempio legato al nero, alla grande produzione di nero di qualità perché purtroppo esiste anche questo, ormai sono abbattute le frontiere da un punto di vista anche concreto, costruttivo, di elaborazione, noi ci rendiamo conto del rischio grande che corre anche la nostra provincia e lo dico da interessata ad uno sviluppo generale della difesa della vita dei lavoratori. Occorre una presa in carico di consapevolezza che non è quella di dire adesso siamo al riparo, lo siamo adesso ma le prospettive politiche di scelte aziendali non ci portano a nulla di buono. Quindi lo ripeto con un moto di stizza che ho avuto e che ripeterei anche adesso, noi avremmo dovuto essere maggiormente presenti, non è giusto che siano solo coloro che sono legati alla difesa del posto di lavoro, degli interessi dei lavoratori, ad essere presenti in quelle lotte, in quelle realtà. Era la nostra istituzione, ma non solo la Provincia di Mantova anche il Comune di Castiglione, di Solferino, di Cavriana, di Castel Goffredo dove le imprese di Golden lavorano e vivono e dove interessano i lavoratori, perché l’assunzione di responsabilità da parte di una istituzione secondo me dovrebbe portare a questo. Quindi io unitamente al dramma che stanno vivendo i lavoratori della nuova Pansac che hanno una

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prospettiva altrettanto difficile vi invito ad approvare questa nostra intanto solidarietà nei confronti di lavoratori che vi assicuro stanno ormai da tre mesi freddi, giorno e notte, con l’appoggio adesso forse di qualche politico in più ma dall’inizio di ben poche persone a presidiare i cancelli della Omsa di Faenza e sono già in stato di agitazione a Gissi, per non parlare di quello che stanno vivendo i lavoratori di Pansac. Finisco dicendovi una cosa che mi ha raccontato un’operaia che conoscevo da prima perché ha la mia età e ci eravamo conosciute in altre lotte. Mi diceva che la Nuova Pansac assolutamente non è in crisi. Aziende fortissime come la Artsana o altre aziende chimiche di importanza mondiale portano la resina a Mira, ciò vuol dire – me lo diceva come battuta – che sarebbe come andare in trattoria portandosi gli spaghetti e chiedendo al cuoco di cucinarli. Quindi anche qui la piega nefasta che ha assunto un’imprenditoria che io non nego di definirla senza scrupoli, che ha fatto scelte di altra natura rispetto a quella della difesa del posto di lavoro e anche dell’eccellenza debba avere dall’ente pubblico una solidarietà intensa, come se si trattasse di lavoratori - anche se non lo abbiamo fatto non solo secondo me nei modi dovuti anche nei confronti per esempio della Sogefi o della Sidel o di altre realtà che hanno chiuso buona parte dell'attività produttiva a Mantova – del nostro territorio perché quelle dinamiche sono le medesime dinamiche che abbiamo conosciuto, per esempio, per quanto riguarda la Sidel che ha sede a Parma o altre realtà che hanno sedi in località vicine se non all’estero per il calzaturiero (mi riferisco alla Francia). Tutto quello che viene fatto di questi tempi, a partire…guardando Torino mi viene in mente il lavoro che stiamo facendo sulla Carini o anche sulla […] che è un lavoro continuo, giornaliero, che coinvolge la provincia e chi ci crede, i comuni anche indipendentemente dal colore politico. Io vi chiedo solo questo, che sia considerato parte del vostro fare politica parte di quello per cui vi muovete ogni giorno, perché il posto perso di un lavoratore è una sconfitta per tutti noi che siamo seduti qui dentro. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Grazie. Ha chiesto la parola l’Assessore Zani, prego. Assessore Zani: Solo alcune brevi chiose ovviamente per auspicare l’approvazione unanime dell’ordine del giorno presentato dalla Consigliere Perugini, anche perché abbiamo avuto modo di discuterne sia in questa sede sia in Commissioni, sia anche nelle altre sedi istituzionali in cui la Provincia è intervenuta spesso in ruolo di promotrice in situazioni di crisi istituzionali (può intervenire poi il collega Grassi che quotidianamente segue, tiene monitorate e interviene personalmente nelle situazioni di crisi). Dicevo la Provincia anche andando oltre quelle che sarebbero le sue competenze strettamente istituzionali e spesso allocando sul proprio Bilancio, nonostante la ristrettezza, delle poste straordinarie per intervenire in alcune situazioni, già dall’inizio della crisi quando in maniera molto più forte rispetto al passato ha cominciato ad abbattersi sulla situazione occupazionale della Provincia di Mantova l’effetto della crisi globale è intervenuta facendo sì che quanto meno il territorio, ancorché le soluzioni della crisi

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certamente non possono trovarsi e costruirsi a Mantova stesse unito e cercasse delle risposte delle risposte unanimi. Ha ragione Monica quando chiede che ad esempio si possa agire in ogni sede per far sì che aziende che hanno goduto di incentivi e facilitazioni spesso pagate con il denaro pubblico per insediarsi poi nel momento in cui non in situazione di crisi, perché la Sogefi ha chiuso a Mantova mentre era in attivo e produceva profitti ma solo di fronte alla prospettiva di maggiori profitti delocalizza mettendo a casa centinaia di persone, mettendole chiaramente sulla groppa del pubblico, non si possa intervenire per trovare la maniera per revocare o quanto meno arginare l’effetto di quegli incentivi che si sono dati al momento della sua allocazione. Tra l’altro la Provincia oltre ad intervenire direttamente sulla situazione di crisi ha provato e sta provando ad agire per quello che le compete anche su taluni frangenti che possono, rispetto alle filiere produttive del mantovano, essere foriere di crisi. Mi riferisco ad esempio all’azione, tra l’altro su iniziativa dello stesso Presidente, che si è svolta nei confronti del distretto della calza relativamente all’abbassamento o alla razionalizzazione dei costi di energia elettrica che pongono le manifatture allocate nel territorio mantovano in difficoltà rispetto ad altre zone di produzione dell’Europa dove il costo dell’energia elettrica è sensibilmente inferiore. Non mi riferisco solo agli Stati nuovi membri dell’Unione ma alla stessa Francia dove ad esempio il costo dell’energia è inferiore del 20-30%. L’anno scorso sul Bilancio abbiamo investito 70 mila euro per un progetto pilota con l’Enea per lo studio di metodologie di abbattimento del costo dell’energia elettrica. È questo in buona sostanza quello che fa la Provincia. Poi il collega Grassi è più aggiornato del sottoscritto sull’azione quotidiana, sui diversi fronti di crisi ma certo questo che rimane un atto politico sarebbe molto importante - come è stato finora perché siamo stati chiamati da Amministrazioni comunali di qualunque segno politico e la risposta della Provincia è sempre stata di mettersi a disposizione per fare il possibile – che venisse come ha auspicato Monica approvato all’unanimità. Grazie. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Grazie Assessore. Consigliere Caramaschi, prego. Consigliere Caramaschi: Scusate colleghi, io vorrei semplicemente a titolo personale, esprimere qualche perplessità ma naturalmente rimarrò in Consiglio affinché il Consiglio possa deliberare. In questo caso non si tratta, come ha ben spiegato la Consigliere Perugini, di siti produttivi presenti nella nostra Provincia, si tratta di siti produttivi di proprietà di due mantovani, del mantovano Lori e del castiglionese Grassi. Quindi il problema è quanto meno nazionale e cosmico, il problema delle delocalizzazioni che avvengono delle attività industriali. Quindi non soltanto qui travalichiamo i compiti istituzionali della Provincia ma anche il livello territoriale. Scusate, so che alla fine si potrà arrivare a dire, e questo io proprio non lo vorrei, che un ordine del giorno del Consiglio non si nega a nessuno però ritengo che occorre tenere un atteggiamento più prudente. Quando un Consiglio Provinciale fa un ordine del giorno riguarda una cosa che effettivamente incide sul territorio. Questo non vuol esprimere un elemento di censura ma soltanto un fatto

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di sensibilità personale. Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, la Presidente del Consiglio

pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto

all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

Favorevoli: n. 14

Astenuti n. 4 (Caramaschi – Beduschi C. –

Zangobbi – Tinazzi)

In conformità di ciò, la Presidente proclama approvato l’ordine del giorno stesso. Assessore Grassi: Volevo semplicemente ringraziare i Consiglieri per la sensibilità dimostrata nel votare questo ordine del giorno che impegna la Giunta e il Presidente a esperire tutte le possibilità per evitare questi processi di delocalizzazione. Avrei sperato nell’unanimità ma va bene anche così. Grazie.

Esce Tinazzi Presenti 17

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7) Ordine del Giorno presentato dal Capogruppo 8 marzo Maria Fadda, a

favore del diritto alla libertà di espressione religiosa della Comunità Baha’i in

Iran

PREMESSO CHE

Il diritto alla libertà di religione è uno dei diritti fondamentali della persona, sancito anche dalle Nazioni Unite con la “Dichiarazione dei Diritti dell’uomo” del 1948. CONSIDERATO CHE

secondo la citata Dichiarazione, ARTICOLO 18 “Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.” VISTO CHE

la Repubblica Islamica dell’Iran, appartiene alle Nazione Unite e di conseguenza tale paese dovrebbe accettare e promuovere i principi custoditi dalla Dichiarazione dei Diritti dell’uomo, tra i quali il già citato diritto libertà di religione e che

la risoluzione delle Nazioni Unite del 18 dicembre 2009 descrive estesamente la persecuzione dei baha’i esprimendo preoccupazione per gli «…attacchi contro i baha’i e la loro Fede da parte dei mezzi d’informazione sponsorizzati dallo Stato, la crescente evidenza degli sforzi compiuti dallo stato per identificare, sorvegliare e trattenere arbitrariamente i baha’i, impedire ai membri della Fede baha’i di accedere agli studi universitari e di mantenersi economicamente». La risoluzione esprime anche preoccupazione per la prolungata detenzione dei sette dirigenti baha’i che sono stati arrestati nei mesi di marzo e maggio del

2008, dichiarando che essi devono affrontare «…gravi accuse senza un adeguato e tempestivo accesso a una rappresentanza legale».

La dichiarazione dell’Unione Europea del 12 gennaio 2010 ha ribadito una precedente richiesta di ammettere al processo dei sette baha’i la presenza di osservatori internazionali : «L’Unione Europea ricorda che la libertà di pensiero, di coscienza e di religione è un diritto fondamentale e innegabile che deve essere garantito in ogni circostanza. L’Unione Europea chiede un processo giusto, equo e aperto, nel rispetto di tutti gli standard e gli obblighi internazionali...».

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CONSIDERATO, INOLTRE, CHE

la fede Baha’i apparve in Iran a metà del 1800 e rappresenta la più giovane delle religioni rivelate, essa attribuisce un’origine divina a tutte le religioni del mondo i cui principi rappresentano sfaccettature di un’unica verità, in ragione di questo Baha’ì professano una completa armonia delle verità rivelate e una gran tolleranza e rispetto verso gli appartenenti alle varie comunità religiose, La religione Baha’ì, inoltre dà rilevante importanza alla lealtà nei confronti dello Stato; PRESO ATTO CHE

il Governo iraniano, già a partire dal 1979, ha sistematicamente negato ai Baha’i la libertà di professare la loro religione; CONOSCIUTO CHE

Dal 1978 ad oggi oltre 200 Baha’i sono stati uccisi, giustiziati o assassinati in circostanze oscure ,e che è in atto una campagna di arresti indiscriminati con processi sommari in un evidente e dichiarato tentativo di soffocare la comunità Baha’i iraniana ,nonostante essa sia, con 300.000 persone, la più numerosa minoranza religiosa non islamica del Paese; APPRESO CHE

In Iran le istituzioni religiose baha’i sono state disciolte per volontà del governo sin dal 1984 e che in questo momento sette dirigenti della comunità baha’i iraniana sono detenuti in carcere con accuse proditoriamente false con il rischio di pena di morte , senza il beneficio di un processo equo a porte aperte e senza la libertà di poter accedere ai propri consulenti legali. Il 12 gennaio, sette dirigenti sono stati formalmente accusati nella Sezione 28 del Tribunale rivoluzionario di Teheran. Gli imputati hanno negato tutte le accuse davanti al tribunale. La prossima udienza del processo avrà luogo il 7 febbraio p.v. Questo gruppo di sette persone e i dieci arrestati il 3 gennaio sono fra le centinaia di baha’i che sono stati messi in prigione nel corso delle persecuzioni in atto contro i baha’i, una campagna sistematica che negli ultimi dieci anni è divenuta molto più accanita.

IMPEGNA

Il Presidente del Consiglio Provinciale ad intervenire con lettere di protesta, da inviare al

• Presidente della Repubblica Italiana, • al Presidente del Consiglio dei Ministri, • al Segretario delle Nazioni Unite, • alla Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite • alla Unione Europea • all’Ambasciata Iraniana in Italia

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PER CHIEDERE DI - intervenire in favore del diritto alla libertà di espressione religiosa della comunità Baha’i in Iran, - che i sette dirigenti arrestati da più di un anno siano rilasciati e venga loro garantito un processo equo con libero accesso ai legali difensori, - che anche gli altri Baha’i tuttora detenuti a causa del loro credo religioso vengano rilasciati , - e che sia garantito a tutta la Comunità Baha’i iraniana il rispetto dei Diritti Umani sanciti dalle Nazioni Unite. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Prego Consigliere. Consigliere Fadda: L’associazione che rappresenta la comunità Baha’i a Mantova ha invitato il Consiglio Provinciale ad esprimere con un atto concreto la condanna nei confronti della politica iraniana e del fanatismo islamico. Per i fondamentalisti islamici appartenere ad una religione diversa dall’Islam è di per sé una colpa. Per questo motivo nel tempo le persecuzioni contro i Baha’i si sono intensificate con centinaia di esecuzioni e di arresti. Nel 2008 in Iran sono state arrestate 7 persone, tutti membri dell’assemblea nazionale e spirituale Baha’i. I 7 sono ancora detenuti nelle carceri in Teheran senza conoscere le accuse, non hanno avuto nemmeno la possibilità di parlare con l’esterno o con i loro avvocati. La comunità internazionale ha espresso grande preoccupazione per il processo iniziato il 12 gennaio, lo ha apertamente condannato e ha invitato le istituzioni e chiunque abbia a cuore i diritti umani a lottare contro le dittature che impediscono la libertà di espressione religiosa. L’ordine del giorno, infatti, impegna il Presidente del Consiglio Provinciale ad intervenire con lettera di protesta da inviare al Presidente della Repubblica Italiana, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Segretario delle Nazioni Unite, alla Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite, all’Unione Europea, all’Ambasciata iraniana in Italia per chiedere di intervenire in favore del diritto alla libertà di espressione religiosa della comunità Baha’i in Iran, che i 7 dirigenti arrestati da più di un anno siano rilasciati e venga loro garantito in processo equo con il libero accesso ai legali difensori, che vengano rilasciati gli altri Baha’i tuttora detenuti a causa del loro credo religioso e che sia garantita a tutta la comunità religiosa in Iran il rispetto dei diritti umani sanciti dalle Nazioni Unite. Secondo le informazioni diramate dalla comunità internazionale il processo che ha avuto inizio il 12 gennaio, dopo che i 7 imputati erano rimasti per 20 mesi nella prigione in Teheran, riprenderà domenica 11 aprile 2010. Secondo i notiziari diramati dal governo i 7 detenuti sono stati accusati di spionaggio, di attività contro l’ordine islamico e di attività contro la sicurezza del paese. Nei limiti naturalmente delle informazioni gli imputati hanno respinto tutte le accuse. Sempre la comunità internazionale afferma che poco si conosce di quello che è avvenuto in quel tribunale e che il mondo sta osservando attentamente il processo e che il governo iraniano sarà ritenuto responsabile di qualunque ingiustizia. Vi prego pertanto

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l’approvazione del presente ordine del giorno. Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, la Presidente del Consiglio

pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto

all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

Favorevoli: n. 17

In conformità di ciò, la Presidente proclama approvato all’unanimità l’ordine del

giorno stesso.

Entra Tinazzi Presenti 18

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9) Interrogazione presentata dal Capogruppo Comunisti Sinistra Popolare

Monica Perugini, in merito alla vendita di un’area denominata “Collina

Bunker” da parte del Comune di Volta Mantovana a soggetto privato

La sottoscritta Monica Perugini capogruppo di COMUNISTI – SINISTRA POPOLARE

in consiglio provinciale

Interroga

il Presidente, l’assessore competente e la Giunta provinciale

in merito alla vicenda, apparsa dalla stampa locale e messa in evidenza da alcuni cittadini

promotori di una raccolta di firme che ha avuto numerosissime adesioni nello stesso

comune di Volta Mantovana e

sollecita

ad intervenire in via formale per ricevere risposte ai seguenti quesiti che investono in via

principale le competenze della Amministrazione Provinciale oltre che la difesa del

complessivo bene pubblico in particolare

� Se corrisponde al vero che l’area denominata “Collina Bunker” sita nel comune di

Volta Mantovana sia stata posta in vendita dall’attuale giunta del comune collinare

dopo il passaggio di proprietà dal Demanio allo stesso comune di Volta, per una

cifra di circa 32 mila euro corrisposta dall’Ente locale allo Stato, attraverso una

procedura privata a base d’asta senza che, in via preventiva e pregiudiziale, sia

stata esperita dalla amministrazione pubblica in questione, l’opzione di

mantenimento del lotto nella proprietà e disponibilità comunale, considerando

infatti che l’area in oggetto fa parte di un appezzamento collinare, adibito ad area

verde, soggetto a vincoli paesaggistici particolarmente intensi nel comune collinare

ed infatti da sempre preservato come area verde e che, attraverso la prevista

dismissione demaniale, avrebbe potuto essere trasferita proprio al Comune

interessato al fine di un uso collettivo e di pubblica utilità come del resto recitato

da dottrina e giurisprudenza in tema di qualificazione demaniale dei beni. Come

sottolineato dalla cittadinanza, intervenuta con l’appello pubblico sopracitato ma

anche con specifiche richieste inviate all’Amministrazione comunale di Volta sui

temi inerenti il nuovo PGT comunale e le relative possibilità di emendamento, il

lotto collinare avrebbe potuto essere oggetto di interventi di valorizzazione

ambientale e paesaggistica usufruibili dall’intera cittadinanza e non ceduta a

fini / affari privati, come del resto si legge dalle dichiarazioni riprese dalla stampa

locale circa l’atteggiamento dell’amministrazione comunale in merito all’area in

discussione ed alle richieste avanzate da cittadini voltesi circa le motivazioni delle

scelte operate dalla giunta in evidente contrasto con quelle della cittadinanza

intervenuta sull’argomento.

� Ovvero, qualora sia il Demanio a porre in vendita l’area con annesso manufatto, se

l’amministrazione comunale di Volta abbia concorso o meno concorso all’avviso

pubblico al fine di giungere alla piena disponibilità del sito e/o abbia intrapreso le

previste procedure per l’acquisto diretto di un’area dalla indiscutibile valenza

paesaggistica ed ambientale, oltre che in precedenza soggetto ad attività e vincoli

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militari e di cui dovrebbe essere l’intera cittadinanza a trarne beneficio proprio per

merito dell’intervento del comune di competenza,

� Se il Comune di Volta Mantovana ha dato comunicazione alla Provincia delle

intenzioni di acquisire per alienare a privati (qualora ciò sia avvenuto) ovvero di

non acquisire un’area di pubblico interesse, sulla base di procedure di evidenza

pubblica come l’asta effettuata e se questa scelta tecnica rientri o meno nelle

procedure di cui al Piano di Governo del Territorio recentemente approvato in sede

consiliare dalla Provincia stessa e se la stessa procedura possa rientrare nelle

compatibilità di cui allo stesso PGT provinciale ovvero se il Comune di Volta MN

abbia comunicato alla Provincia il passaggio di proprietà del sito ad un soggetto

privato e, se del caso, esistano richieste di soggetti privati di edificazione e

urbanizzazione del sito in discussione, depositate presso il Comune di Volta MN e

se comunque l’Ente sia al corrente della nuova attribuzione privata dell’area e se

siano state inoltrate presso l’Amministrazione comunale istanze inerenti il lotto di

cui sopra tendenti a sollecitare l’uso e l’utilizzo pubblico collettivo del lotto,

� Se le procedure esperite dal Comune di Volta MN siano state precedute dalla

previste comunicazioni e richieste di autorizzazione delle competenti autorità

ambientali in base allo stato del lotto in questione e se ci sono stati contatti

preventivi, come previsto dalla norma e dalla consuetudine amministrativa, con

l’amministrazione dello Stato in merito alla cessione del bene ed alle eventuali

attribuzioni esperibile dal comune interessato,

� Se, valutato l’uso militare a cui era adibito l’edificio sito nel lotto, siano state

richieste le previste autorizzazioni di natura sanitaria e di difesa della salute della

cittadinanza e del territorio circostante,

� Se corrisponda al vero che la procedura di pubblica evidenza esperita dal Comune

o dall’amministrazione dello Stato, alla quale hanno preso parte 53 ditte, a seguito

di sorteggio, abbia portato alla cessione dell’area collinare di circa 14 mila mq. e

del manufatto ivi costruito, per un importo di 211 mila euro (su base d’asta 32 mila

euro) ad un soggetto privato titolare di un’impresa edile riconducibile direttamente

all’ing. Giacomo Paini, fratello dell’attuale vice sindaco del comune di Volta prof.

Marcello Paini, già sindaco DS dello stesso Comune e se la stessa Giunta voltese

non abbia preso in considerazione l’opportunità politica di attivarsi per avere

la piena disponibilità e proprietà di un’area ai fini del suo utilizzo per scopi di

pubblico interesse come richiesto dalla cittadinanza locale, considerato il valore

paesaggistico sopra citato ma pure l’esiguo importo della base d’asta ma pure

la cifra finale di aggiudicazione del lotto.

Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Possiamo darlo per letto? Consigliere Perugini: Si, vi specifico solo al fine di non incorrere in altre incomprensioni formali. Siccome abbiamo approvato un Piano di Governo del Territorio che è comune per tutti i Comuni della Provincia si presume, mi è parso quanto meno strano che un’Amministrazione comunale appena insediata - peraltro a mio modesto parere anche oggettivamente anomala visto che è composta da

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partiti di provenienza molto diversa, forse tutti tranne Forza Italia - abbia come primo atto trascurato, tralasciato una scelta fatta dalla Giunta precedente, la Giunta di Luciano Bertaiola, di attivarsi perché quell’area a cui mi riferisco fosse da destinarsi ad un’area pubblica, cioè usufruibile dalla cittadinanza di Volta Mantovana come parco e di conseguenza come congiungimento all’asse ciclabile che già l’Amministrazione precedente aveva proposto. Ora con una sorta di modifica in itinere la nuova Giunta con Sindaco di una parte, Vice Sindaco dell’altra e Lega che imperversa perché ha la maggioranza dei Consiglieri in Consiglio Comunale, ha scelto invece di non esercitare il diritto di opzione che la legge prevede in questi casi per i beni dismessi dal demanio e quindi di lasciarla alla compravendita privata ed è risultato vincitore di questa asta esperita presso gli uffici territoriali del governo, cioè per così dire la Finanza, la ditta che fa capo diretto, perché non ci sono motivazioni da nascondere, al fratello del Vice Sindaco di Volta Mantovana ingegner Paini. Io ho letto sulla Gazzetta di Mantova una risposta dell’impresa edile Paini, fratello del Vice Sindaco Marcello Paini ex Sindaco comunista di Volta Mantova, che quell’area privata, comprata per pochi soldi dal demanio, non sarà comunque resa area edile, quindi non sarà urbanizzata, non sarà tolta la possibilità dei voltesi di accedere alla cosiddetta Collina Bunker. Mi suona un po’ strano visto che quando uno compra qualcosa poi se lo tiene per sé, non è che poi lo apra al pubblico come si potrebbe fare. Io quindi chiedo a questo Consiglio di esperire tutte le strade necessarie perché intanto si controlli che una destinazione che rientrava nel vecchio Piano di regolamento del territorio che è stato approvato anche per Volta Mantovana, nonostante il Piano di regolamento del territorio di Volta sia adesso in fase di approvazione, perché quell’area rimanga e quindi si possa vedere se mandare nulla l’asta esperita e quindi ritornare sui passi della Giunta Bertaiola, la Giunta precedente, e quindi assegnare quella Collina, che peraltro vede ubicata all’interno del proprio perimetro una costruzione postbellica del 45, un bunker che era stato edificato per motivi antinucleari quindi anche di notevole difficoltà da un punto di vista logistico per quanto attiene la messa in sicurezza. Quindi chiedo all’Assessore competente, all’Amministrazione, al Presidente, di esperire tutte le possibilità in quanto mi rendo perfettamente conto che con le nuove disposizioni regionali in materia basta una semplice lettera all’Amministrazione per trasformare un’area da destinazione d’uso ambientale a destinazione d’uso urbanistica. Una nota politica non ve la risparmio, perché se è vero che qui dentro abbiamo fatto le pulci a persone (non qui dentro ovviamente ma alle persone che siedono qui dentro) che hanno fatto altre scelte a livello amministrativo e anche pesantemente, non stiamo facendo altrettanto le pulci ad un’Amministrazione che vede seduti dalla stessa parte della barricata persone che arrivano da una storia politica legata alla destra più estrema, con un Vice Sindaco legato alla storia del Partito Comunista e un Consiglio Comunale legato alla storia attuale, vera e autentica della Lega che ha fatto di tutto e di più unendosi a di tutto e di più per cercare di amministrare un Comune che non vorrei comunque, per il ricordo che ho di quel Partito Comunista e di quella storia, fosse considerato anche solo ipoteticamente di centrosinistra. Chiamiamo quel Comune un Comune di destra, un Comune della

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Lega, certamente non un Comune che è amministrato da elementi di centrosinistra, poi se il PD se li vuole tenere all’interno… ma non facciamo le pulci ad altri che hanno fatto altre scelte. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Prego Vice Presidente. Assessore Camocardi: Non so se sono l’Assessore competente a dare una risposta. Me lo sono chiesto e senza trovare degli elementi di merito cerco di spiegare. Cioè, non so se dovevo rispondere io o Canova, perché naturalmente i quesiti che vengono posti sono diversi e comunque mi sembra di aver capito che il soggetto non è il Comune ma è lo Stato per cui crollando tutta l’intelaiatura dei quesiti… Consigliere Perugini: No, non si è esercitato il diritto di opzione, perché la legge è chiara sulla sdemanializzazione degli enti, te lo dico io. Allora se non eserciti il diritto di opzione è ovvio che va ad asta. Era stato preso invece un impegno per acquisire a livello comunale che è stato disatteso dall’Amministrazione attuale. È ovvio che dopo va ad asta. Assessore Camocardi: Io evito di dare dei giudizi politici sulla vicenda perché non è compito mio dare dei giudizi politici rispetto a come è stata costruita l’alleanza, non compete a me. Io ho semplicemente chiesto ai collaboratori del nostro Ufficio Territorio di scomporre un po’ i quesiti, di riuscire a capire di cosa stiamo parlando e quindi siccome le domande sono diverse uso questa traccia, poi se non è sufficiente mi riservo di dare una cosa scritta, vediamo un attimo cosa è possibile fare. In sostanza tutto l’immobile, terreno più bunker, è stato posto in vendita dallo Stato e non dal Comune in quanto di proprietà statale rientrante nell’elenco dei beni immobili soggetti a sdemanializzazione. Non è stata dunque esperita alcuna procedura privata a base d’asta da parte del Comune. Allo stato attuale delle nostre conoscenze non c’è dato sapere se il Comune abbia partecipato o meno all’asta presentando la propria offerta. In ogni caso era nella facoltà del Comune decidere se partecipare o meno alla stessa asta. Anche qui non è compito della Provincia andare ad esperire un procedimento di questo genere se noi non siamo stati messi a conoscenza di questa chiamiamola opportunità. Per quanto riguarda le altre questioni che sono abbastanza articolate, il Comune non ha l’obbligo di legge né di comunicare alla Provincia eventuali intenzioni di acquisire immobili per alienarli a privati né di comunicare di non acquisire un’area che potrebbe essere di interesse pubblico. Il Comune non è tenuto a comunicare alla Provincia il passaggio di proprietà del sito in questione ad un soggetto privato in quanto il proprietario dell’area in vendita non era il Comune stesso. Allo stato attuale delle nostre conoscenze si sa che il diretto interessato aggiudicatario dell’asta con nota protocollo agli atti del Comune di Volta Mantovana ha comunicato che il bene non era più sottoposto al vincolo di servitù militare e ha contestualmente avanzato richiesta che il fabbricato esistente e la relativa area di pertinenza fossero inserite nella zona urbanistica agricola già caratterizzante le aree adiacenti. Anch’io faccio

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riferimento all’articolo della Gazzetta che mi pare sia stato citato da Monica prima. La Provincia di Mantova è venuta a conoscenza della nuova attribuzione privata dell’area dalla stampa locale, quindi non c’è stata alcun tipo di comunicazione istituzionale. Poi c’era la domanda se le procedure esperite dal Comune siano state precedute dalle previste comunicazioni e richieste di autorizzazione delle competenti autorità ambientali in base allo stato del lotto in questione. Rispondiamo che il procedimento per la vendita dell’asta e il passaggio di proprietà sono in capo all’ente proprietario, quindi allo Stato, pertanto il Comune non doveva esperire alcuna procedura. Alla Provincia non è dato sapere se vi siano stati i contatti preventivi tra il Comune e lo Stato in quanto sono entrambi enti pubblici e quindi anche qui non abbiamo avuto nessun tipo di comunicazione. In conclusione ribadiamo che il Comune non era titolare del procedimento bensì lo era lo Stato e il fatto che l’aggiudicatario abbia questo rapporto di cui è stato detto prima se ne prende atto ma noi non abbiamo nessuno strumento per poter intervenire se non con dei giudizi come sono stati dati, potrebbero esserne dati altri ovviamente di altra natura. Per quanto riguarda la richiesta avanzata ovvero se fosse interesse del Comune acquisire l’immobile per destinarlo a scopi di pubblico interesse, appunto in questo caso è un quesito che va posto al Comune, noi sostanzialmente non siamo in grado di dare delle valutazioni. In altri termini sono tutti interrogativi che credo andrebbero posti, per avere delle risposte un po’ più precise, all’Agenzia del Demanio che ha istruito tutta la pratica. Più di così non sono in grado di poter dire perché sostanzialmente la vicenda mi sembra che sia più di carattere politico che un procedimento di carattere amministrativo che riguarda la competenza della Provincia. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Grazie Presidente. Consigliere deve dichiarare se è soddisfatta. Consigliere Perugini: No, non sono soddisfatta perché manca il presupposto fondamentale. Quando si sdemanializza l’ente che ha opzione principale è sempre il Comune, quindi il Comune non l’ha esperita. È ovvio che non c’è più vincolo militare perché se ci fosse il vincolo militare non sarebbe neanche stata posta sul mercato, quindi è una condizione sine qua non. Visto che abbiamo il Piano di Governo del Territorio e che la Giunta precedente aveva individuato quell’area per una destinazione pubblica di interesse ambientale, cioè la ciclabile, il parco e quant’altro, chiedo che siano mantenuti tutti i controlli possibili e immaginabili perché comunque quell’area abbia la possibilità di essere lasciata in quella destinazione d’uso, che è un uso pubblico e non lo sarà più perché ormai l’ha comprata Tizio. Allora io mi chiedo a cosa serva il Piano di Governo del Territorio Provinciale se possiamo aggirarlo come e quando vogliamo. Dato per scontato che ormai è stato acquisito nelle forme legittime perché qui la chiosa politica l’ho riservata a me, mi sono permessa di esternare i miei convincimenti e ve l’ho detto in anticipo, chiedo che comunque sia mantenuto un controllo su quell’area perché non si costruisca e si mantengano i patti che non certo una Giunta amica mia (perché Luciano Bertaiola certo non è politicamente amico mio) aveva preso in

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virtù di un Piano di Governo di Territorio a cui aveva aderito, che è il nostro. Io penso che questo non sia più possibile con una destinazione privata perché comunque lì non ci piove, è stata comprata, è stata fatta una gara con 42 o 47 contendenti e questo ha vinto, quell’altro non ha esercitato l’opzione quindi non c’è più niente da fare. Pero, insomma, siccome non siamo tutti nati ieri ma 51 anni fa o anche un po’ di più certi altri, qualcuno anche di meno, vorrei che almeno si evitasse di essere consenzienti nella presa per i fondelli. Presidente del Consiglio – Laura Pradella: Grazie. Il Consiglio è terminato.

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La seduta è tolta alle ore 19:00

Letto, approvato e sottoscritto

LA PRESIDENTE

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IL SEGRETARIO GENERALE

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