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AREA AMBIENTE, PARCHI, RISORSE IDRICHE E TUTELA DELLA FAUNA Servizio Risorse Energetiche Corsi di formazione sull’efficienza energetica e le fonti rinnovabili per funzionari e tecnici delle Pubbliche Amministrazioni novembre 2000 – Marzo 2001 MODULO II Azioni di risparmio ed efficienza energetica DISPENSA n. 2 Azioni di risparmio elettrico con il contributo del Ministero Ambiente Provincia di Torino

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AREA AMBIENTE, PARCHI, RISORSE IDRICHE

E TUTELA DELLA FAUNA Servizio Risorse Energetiche

Corsi di formazione sull’efficienza energetica e le fonti rinnovabili

per funzionari e tecnici delle Pubbliche Amministrazioni novembre 2000 – Marzo 2001

MODULO II Azioni di risparmio ed efficienza energetica

DISPENSA n. 2

Azioni di risparmio elettrico

con il contributo del Ministero Ambiente

Provincia di Torino

INDICE

1. TARIFFE DELL’ENERGIA ELETTRICA E LIBERALIZZAZIONE DEL MERCATO ELETTRICO ...... 2

1.1 COM’È STRUTTURATA LA BOLLETTA ELETTRICA ................................................................................................. 3 1.2 AGGIORNAMENTO DELLE TARIFFE A VANTAGGIO DI AZIONI DI DSM................................................................... 9

2. USI FINALI A MAGGIORI CONSUMI ELETTRICI....................................................................................... 10

3. TECNOLOGIE PER IL RISPARMIO ELETTRICO ........................................................................................ 13

3.1 ILLUMINAZIONE................................................................................................................................................. 13 3.1.1 Illuminazione di interni............................................................................................................................. 13 3.1.2 Illuminazione stradale .............................................................................................................................. 17 3.1.3 Illuminazione industriale .......................................................................................................................... 19

3.2 APPARECCHIATURE ELETTRONICHE................................................................................................................... 20 3.3 CONDIZIONAMENTO ESTIVO .............................................................................................................................. 23 3.4 APPARECCHI PER LA REFRIGERAZIONE .............................................................................................................. 24 3.5 APPARECCHI PER IL LAVAGGIO.......................................................................................................................... 27 3.6 PRODUZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA........................................................................................................ 29 3.7 SISTEMI AZIONATI DA MOTORI ELETTRICI .......................................................................................................... 30 3.8 ALCUNI ESEMPI DI RISPARMIO NEL SETTORE ELETTRICO.................................................................................... 31

3.8.1 Consumi in un’abitazione ......................................................................................................................... 31 3.8.2 Consumi per illuminazione in un ufficio ................................................................................................... 33

APPENDICI .................................................................................................................................................................... 34

A1 ETICHETTATURA ENERGETICA DEGLI ELETTRODOMESTICI ...................................................................................... 34 A2 ETICHETTATURA ENERGETICA DELLE LAMPADE PER USO DOMESTICO..................................................................... 38 A3 ETICHETTATURA ENERGETICA DEI MOTORI ELETTRICI TRIFASE A INDUZIONE (MOTORI STANDARD)........................ 39 A4 STANDARD MINIMI DI EFFICIENZA PER GLI ELETTRODOMESTICI............................................................................... 40 A5 STANDARD RACCOMANDATI DI EFFICIENZA PER L’ILLUMINAZIONE......................................................................... 40

4. AZIONI PER IL RISPARMIO ............................................................................................................................. 42

4.1 ILLUMINAZIONE................................................................................................................................................. 42 4.1.1 Il settore domestico ................................................................................................................................... 42 4.1.2 Il settore terziario ..................................................................................................................................... 42

4.2 APPARECCHIATURE ELETTRONICHE................................................................................................................... 44 4.3 CONDIZIONAMENTO ESTIVO .............................................................................................................................. 44 4.4 APPARECCHIATURE PER LA REFRIGERAZIONE E IL LAVAGGIO............................................................................ 45 4.5 PRODUZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA........................................................................................................ 48 4.6 MOTORI ELETTRICI ............................................................................................................................................ 48

5. MONITORAGGIO DELL’EFFICIENZA ENERGETICA ............................................................................... 49

6. IL SOFTWARE ELDA .......................................................................................................................................... 62

6.1 QUALI APPARECCHIATURE SONO INSERITE NEL DATABASE................................................................................ 63 6.2 QUALI CARATTERISTICHE DELLE APPARECCHIATURE SONO INSERITE NEL DATABASE ....................................... 63

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1. Tariffe dell’energia elettrica e liberalizzazione del mercato elettrico Dall’inizio del 2000 la struttura della tariffa elettrica è stata modificata (Deliberazione n. 204/99 dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas), giacché, in vista della completa liberalizzazione del mercato dell’energia, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha definito una tariffa “tetto” (massima) per le diverse categorie di utenza. Le aziende elettriche sono libere di offrire alla propria utenza anche altre tariffe, purché i ricavi ottenuti non superino quelli ottenibili applicando la tariffa “tetto”. Ad oggi, solo alcune utenze godono della possibilità di partecipare al mercato libero dell’energia, ovvero di scegliere da quale produttore o distributore essere forniti e contrattare il prezzo per l’energia fornita: sono i cosiddetti clienti idonei. Le caratteristiche per essere clienti idonei sono state indicate dall’Autorità: “I requisiti del "cliente idoneo" (art. 14 dgls 79/99) Le soglie per l'accesso al mercato libero da parte dei clienti "idonei" sono fissate dal decreto legislativo a consumi annui (riferiti all'anno precedente e relativi a un unico punto di misura) di 30GWh per il 1999, 20 GWh dal 1 gennaio del 2000 e 9 GWh dal 1 gennaio del 2002. Sono inoltre ammessi al mercato libero i distributori e i grossisti limitatamente all'energia destinata a clienti "idonei" connessi alla propria rete e con cui abbiano stipulato contratti di vendita. Sono altresì ammessi le imprese o gruppi di imprese, i consorzi e le società consortili con soglie di consumo globale analoghe e soglie di consumo individuale della dimensione minima di 2 GWh annui dal 1999 e 1 GWh dal 2000 con centri di consumo nel medesimo comune o in comuni contigui. La contiguità non è un requisito necessario quando i centri di consumo sono ubicati in aree individuate da specifici atti di programmazione regionale. A partire dal 1 gennaio 2002 hanno altresì diritto alla qualifica di clienti "idonei" i clienti finali i cui consumi siano risultati, nell’anno precedente, superiori a 1 GWh in ciascun punto di misura considerato e superiore a 40 GWh come somma dei suddetti punti di misura. Il riconoscimento del "cliente idoneo" Il riconoscimento di idoneità avviene per autocertificazione di possesso dei requisiti richiesti presso l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ai sensi della delibera 30 giugno 1999, n° 91/99. Per l’ottenimento del riconoscimento della qualifica di idoneità occorre inviare all’Autorità per l’energia elettrica e il gas i seguenti principali documenti:

• una dichiarazione sostitutiva di atto notorio (con firma autenticata) predisposta sulla base di uno dei formulari allegati alla delibera 30 giugno 1999, n° 91/99;

• una dichiarazione sostitutiva di certificazione (con firma non autenticata) attestante la titolarità dei poteri di rappresentanza del firmatario della precedente dichiarazione;

• una dichiarazione rilasciata dai gestori delle reti da cui risulti, per ciascun punto di connessione, il quantitativo di energia elettrica prelevata o immessa nell’anno solare precedente;

Per quei casi particolari nei quali è richiesta documentazione aggiuntiva rispetto ai tre principali elementi sopra indicati, si rimanda al testo della delibera 30 giugno 1999, n° 91/99 e ai formulari allegati. Se la documentazione fornita risulta completa i soggetti che hanno fatto domanda vengono inseriti nell’elenco dei clienti idonei pubblicato dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas sul proprio sito Internet aggiornato settimanalmente” Per tutti gli altri utenti, i cosiddetti clienti vincolati, esiste ad oggi solo la possibilità di scegliere tra diverse opzioni tariffarie che il distributore o l’azienda elettrica decidano di proporre a una certa categoria d’utenza. Non risulta che nel corso del 2000 i distributori abbiano offerto opzioni tariffe diverse da quelle proposte dall’Autorità.

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1.1 Com’è strutturata la bolletta elettrica Sebbene l’Autorità abbia indicato alle aziende distributrici di energia elettrica l’importanza di semplificare la bolletta elettrica e di renderne trasparente la lettura, consentendo all’utente di comprendere effettivamente quanto paga e perché, dopo un anno dalla trasformazione del sistema tariffario le bollette elettriche continuano ad essere difficilmente comprensibili e non offrono certamente al cliente chiare indicazioni di come stiano variando le tariffe. Per tutte le utenze (che si parli di un alloggio o di un negozio o di un ufficio), la bolletta è attualmente la somma di - un costo fisso (che è determinato in base a quale potenza massima ci è consentito assorbire in

base al nostro contratto) - un costo variabile (corrispondente al consumo effettivo di energia elettrica e le tasse). Ogni 2 mesi le tariffe vengono aggiornate. L’anno scorso l’Autorità non ha mai mancato di aggiornarle e sempre al rialzo, visto il caro petrolio. E’ tuttavia stato del tutto assente l’indicazione sulla bolletta degli utenti di come queste variazioni di tariffe incidessero sul costo finale. Vogliamo qui presentare il risultato di un’analisi condotta sulle tariffe domestiche (utenti domestici residenti con potenza impegnata fino a 3 kW) per l’anno 2000 e il primo bimestre 2001. I risultati sono stati ottenuti grazie a un’accurata ricerca di tutti gli aggiornamenti tariffari occorsi durante il 2000, lavoro che un utente ordinario non può certo permettersi di effettuare. Come si vedrà i risultati dell’analisi sono interessanti proprio per un discorso di incentivazione al risparmio per le utenze domestiche e abbiamo deciso di presentarli in questa sede in quanto riteniamo che senz’altro un’amministrazione locale può divenire riferimento super partes (attraverso uno sportello energia o altra struttura) per fornire alla popolazione informazioni di tale natura. Giusto per dare un esempio della difficoltà a reperire le informazioni rispetto agli aggiornamenti tariffari presentiamo un estratto dell’aggiornamento per il bimestre gennaio-febbraio 2001 (deliberazione n. 244/00 dell’Autorità). “Articolo 4 Aggiornamento delle componenti PV Le aliquote delle componenti PV sono fissate per il primo bimestre (gennaio-febbraio) 2001 come indicato nella tabella 1 allegata alla presente deliberazione. Articolo 5 Aggiornamento delle componenti A e UC La tabella 1 di cui all’articolo 3, comma 3.1 e la tabella 9, di cui all’articolo 16, comma 16.1 della deliberazione n. 204/99, come modificate con le deliberazioni n. 39/00 e n. 108/00, sono sostituite dalle tabelle 2 e 3 allegate alla presente deliberazione.” Entrambi gli articoli su citati (e solo questi due articoli della deliberazione) sono relativi all’aggiornamento delle tariffe domestiche. Un linguaggio così “legislativo” non può certo essere compreso da un normale utente. Vediamo quindi il caso di un utente domestico residente con potenza massima prelevabile di 3 kW. Per un tale utente si applica la cosiddetta tariffa D2, definita dall’Autorità. La quota fissa è stata, in un anno, di 3400 Lire/utente (+ IVA) nel 2000 ed è di 3600 Lire/utente nel 2001. A ciò si aggiunge una quota di 1000 Lire/kW ogni mese (+ IVA). L’IVA è del 10%. Non sono applicate tasse sulla quota fissa.

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Il prezzo del kWh dipende, invece, da quanto si consuma: più si consuma, più si paga l’ultimo kWh consumato. Nei grafici seguenti potete vedere come varia il prezzo dei kWh (incluse tasse e IVA), via via che il consumo mensile cresce (i grafici si riferiscono agli aggiornamenti bimestrali avuti nel 2000 e 2001). Si tenga presente che anche se la bolletta elettrica viene fatta pagare all’utente domestico ogni 2 mesi, tutti i conteggi vengono fatti su base mensile.

Tariffa D2 - utenti domestici residenti 3kW - gen-feb 2000

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Tariffa D2 - utenti domestici residenti 3kW - mar-apr 2000

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Tariffa D2 - utenti domestici residenti 3kW - mag-giu 2000

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Tariffa D2 - utenti domestici residenti 3kW - lug-ago 2000

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Provincia di Torino

Tariffa D2 - utenti domestici residenti 3kW - set-ott 2000

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consumo mensile [kWh]

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Tariffa D2 - utenti domestici residenti 3kW - nov-dic 2000

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Tariffa D2 - utenti domestici residenti 3kW - gen-feb 2001

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consumo mensile [kWh]

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IVAtassePVtau3parte A

La struttura della tariffa domestica, introdotta in questa forma nel 1994, a seguito della volontà di mantenere delle fasce di prezzo agevolate per gli utenti con bassi consumi e tuttavia prevedendo un recupero di tali agevolazioni se il consumo supera una certa soglia, è stata mantenuta anche nella delibera 204/99 dell’Autorità. Tuttavia, come si deduce dai documenti preparatori alla delibera, la tendenza negli anni futuri (probabilmente anche a breve termine – 2 o 3 anni -) è quella di rimuovere la forma a campana della curva di prezzo, appiattendola. Questo si osserva anche dal confronto tra i grafici relativi al bimestre novembre-dicembre 2000 e gennaio-febbraio 2001, dove il prezzo delle fasce basse di consumo è aumentato e si è abbassato il valore nella fascia di recupero oltre i 220 kWh mensili di consumo. Come si nota dai grafici precedenti, nel corso del 2000 e anche nel 2001 la tariffa è aumentata (soprattutto questo è legato all’aumento dei prezzi petroliferi). Questo risultato è chiaro anche dalle tabelle successive, che riportano i valori risultanti in bolletta al variare del consumo mensile, ripartiti su base bimestrale, in base ai nuovi aggiornamenti bimestrali delle tariffe occorsi nel 2000 e nel 2001. Bolletta elettrica complessiva (quota fissa + quota variabile, IVA inclusa) ripartita su base temporale bimestrale al variare del consumo mensile - utente domestico residente 3 kW (anno 2000) Gen-feb

2000 Mar-apr 2000

Mag-giu 2000

Lug-ago 2000

Set-ott 2000

Nov-dic 2000

Totale 2000

consumo mensile 150 kWh 47.153 46.988 48.968 50.288 51.047 52.730 297.176 consumo mensile 200 kWh 77.304 77.304 80.329 82.276 83.431 85.994 486.640 consumo mensile 300 kWh 176.271 176.953 182.684 186.185 188.360 193.211 1.103.665 consumo mensile 400 kWh 265.855 267.175 275.535 280.551 283.719 290.792 1.663.629 Variazione percentuale della bolletta tra il bimestre gen-feb 2000 e il bimestre nov-dic 2000, al variare del consumo mensile - utente domestico residente 3 kW

consumo mensile 150 kWh +11,8% consumo mensile 200 kWh +11,2% consumo mensile 300 kWh +9,6% consumo mensile 400 kWh +9,4%

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Bolletta elettrica complessiva (quota fissa + quota variabile, IVA inclusa) ripartita su base temporale bimestrale al variare del consumo mensile - utente domestico residente 3 kW (anno 2001)

Gen-feb 2001

consumo mensile 150 kWh 57.684 consumo mensile 200 kWh 93.390 consumo mensile 300 kWh 199.828 consumo mensile 400 kWh 296.835

Variazione percentuale della bolletta tra il bimestre nov-dic 2000 e il bimestre gen-feb 2001, al variare del consumo mensile - utente domestico residente 3 kW

consumo mensile 150 kWh +9% consumo mensile 200 kWh +9% consumo mensile 300 kWh +3% consumo mensile 400 kWh +2%

In Italia solamente gli utenti domestici residenti 3 kW presentano una tariffa del kWh che cresce con il consumo. Tale struttura è estremamente interessante per poter incentivare un discorso di risparmio energetico attivato da parte della stessa utenza domestica. Uno dei problemi fondamentali riguardo all’inefficacia di tale strumento è che quasi nessun utente è a conoscenza di tale struttura, visto che non è indicata sulla parte esplicativa della bolletta. Se si analizza la distribuzione degli utenti domestici residenti al variare del consumo mensile si osserva un andamento caratteristico, evidenziato dal grafico seguente, relativo alla situazione del Comune di Novara (anno 1998). Distribuzione utenti domestici residenti 3 kW per classi di consumo mensile Comune di Novara

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Consumo mensile [kWh]

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elaborazioni di Ambiente Italia srl su dati ANCITEL

In altri Comuni è probabile individuare una curva a campana con un picco spostato verso i 200 kWh mensili. Quello che comunque si osserva nel caso di Novara è che una buona fetta di utenza supera i 150 kWh/mese (il 56% degli utenti) e ancora una buona percentuale supera il valore critico dei 220 kWh/mese da cui scatta il criterio di recupero delle agevolazioni (il 28% degli utenti).

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Questo dato è utile per comprendere qual è la portata di una azione di informazione sul tema delle tariffe elettriche e dei vantaggi di azioni di risparmio da parte di una amministrazione locale nei confronti della popolazione.

1.2 Aggiornamento delle tariffe a vantaggio di azioni di DSM Negli elaborati precedenti alla delibera n. 204/99, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas aveva proposto un aggiornamento tariffario annuale che includeva, al suo interno, la possibilità di finanziare interventi di DSM promossi dalle aziende elettriche. La tariffa veniva aggiornata secondo il seguente criterio del price-cap:

( )T T I X K Y S W = 0 × − + + + − +Z dove

I = tasso di variazione medio annuo dei prezzi al consumo per le famiglie (valore calcolato sull’anno precedente all’aggiornamento)

X = obiettivo di variazione del tasso annuale di produttività nell’attività di fornitura K = margine di aumento tariffario ammesso collegato a recuperi attesi di qualità del servizio rispetto a standard prefissati

Y = margine di aumento tariffario ammesso collegato a costi derivanti da eventi imprevedibili ed eccezionali

Z = margine di aumento tariffario annuale ammesso collegato a costi derivanti da interventi tesi al controllo e gestione della domanda attraverso l’uso efficiente delle risorse

S = margine di riduzione tariffaria legata al meccanismo di ripartizione dei profitti delle aziende operanti nel settore (utili in eccesso rispetto a un valore soglia sono ridistribuiti tra l’utenza)

W = aggiustamento tariffario necessario alla copertura di eventuali squilibri emersi nel sistema di perequazione nell’anno precedente

Nella struttura delineata con la delibera n. 204/99 (e successivi aggiornamenti) tale struttura non è stata più evidenziata, per cui non è attualmente esplicitata la possibilità di ridistribuire sull’utenza, attraverso un incremento delle tariffe, i costi di interventi di risparmio sostenuti da un’azienda elettrica. Tale assenza implica necessariamente un disincentivo alle aziende elettriche, già di per sé non favorevoli al risparmio, ad attivare azioni di gestione della domanda. Attualmente, dunque, la partecipazione di una azienda elettrica a un’azione per promuovere il risparmio, di concerto con le amministrazioni ed altri attori locali, risulta particolarmente difficile.

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2. Usi finali a maggiori consumi elettrici Nell’ambito di una pianificazione energetica a scala locale, a seguito dell’elaborazione di un bilancio energetico della città o regione in esame, si è in grado di fornire una stima della ripartizione dei consumi elettrici in macrosettori economici e in usi finali. Nelle tabelle seguenti sono indicate le ripartizioni dei consumi in usi finali nel caso del Comune di Novara. 1998: settore domestico - Comune di Novara

Applicazioni elettrodomestiche Diffusione delle applicazioniConsumo per applicazione kWh/anno

Consumi Globali Comunali

% n° utenti * MWh/anno percent.FRIGORIFERO 97 41.926 0 0,0% senza congelatore incorporato 47 20.315 352 7.146 7,5% con congelatore incorporato 51 22.044 557 12.271 12,9%CONGELATORE 29,3 12.664 457 5.788 6,1%REFRIGERAZIONE 25.204 26,5%LAVABIANCHERIA 84,3 36.437 308 11.239 11,8%LAVASTOVIGLIE 15,4 6.656 374 2.492 2,6%LAVAGGIO 13.730 14,4%ILLUMINAZIONE 100 43.223 400 17.289 18,2%TELEVISORE 105,0 43.223 263 11.927 12,5%VIDEOREGISTRATORE 33,0 14.264 99 1.406 1,5%COMPUTER 15,0 6.483 136 880 0,9%APPARECCHI ELETTRONICI 14.213 14,9%SC ELETTR. GRANDE 12,0 5.187 1.449 7.513 7,9%SC ELETTR. PICCOLO 6 2.593 483 1.252SCALDABAGNO ELETTRICO 8.766 9,2%FERRO DA STIRO 90,0 38.901 150 5.835 6,1%CUCINA GAS/ELETTRICA 62,6 27.058 130 3.517 3,7%FORNO MICROONDE 4,6 1.988 105 209 0,2%CUCINA 3.726 3,9%STUFA EL. SIST. PREVALENTE 0,9 389 5.000 1.945 2,0%STUFA EL. SIST. SECONDARIO 9,9 4.279 300 1.284 1,3%RISCALDAMENTO AMBIENTI 3.229 3,4%CONDIZIONATORE 1,1 475 300 143 0,1%ALTRE APPLICAZIONI DOMESTICHE 100 43.223 50 2.161 2,3%APPLICAZIONI NON DOMESTICHE 40 17.289 55 952 1,0%TOTALE 95.249 100%* numero utenti che possiedono un dato elettrodomestico elaborazioni Ambiente Italia srl

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1998: settore terziario - Comune di NovaraTOTALE TERZIARIO (1) consumi elettrici

% MWh illuminazione 36 % 35.933 condizionamento 19 % 19.075 computer e altre apparecchiature per ufficio 13 % 12.904 sistemi di refrigerazione/conservazione alimenti 8 % 7.502 sistemi di lavaggio biancheria stoviglie 5 % 5.284 produzione ACS 5 % 5.436 sistemi ausiliari condizionamento 11 % 10.536 altro 3 % 3.150 TOTALE 100 % 99.820 (1) sono esclusi l'Illuminazione Stradale-Autostradale, i Trasporti e le Comunicazioni elaborazioni Ambiente Italia srl 1998: settore industria - Comune di Novara

usi finali consumi di energia elettrica

percentuale MWh Illuminazione 15 % 25.750 Motori 30 % 51.499 Condizionamento 15 % 25.750 Sistemi ausiliari condizionamento 5 % 8.583 Altro 35 % 60.082 TOTALE 100 % 171.663 elaborazioni Ambiente Italia srl E’ importante osservare che l’elaborazione di una ripartizione in usi finali procede dall’integrazione di dati di diffusione delle apparecchiature con dati di consumo specifico medio del parco apparecchiature installate (consumo specifico calcolato in base alla efficienza energetica delle apparecchiature e in base alle modalità di utilizzo delle stesse). Il reperimento di tali dati richiederebbe l’esecuzione di un’indagine energetica (energy audit) di un campione statisticamente significativo di tutte le categorie di utenze, con costi generalmente insostenibili per una amministrazione. In seguito si ritornerà su quali strumenti una amministrazione possa adoperare per poter comunque avere il quadro dell’efficienza energetica del parco apparecchiature installato sul proprio territorio. Il monitoraggio dei consumi sul territorio è un elemento indispensabile per la programmazione di azioni di politica energetica e per la correzione di politiche già avviate. Nel caso di Novara i dati riportati nella tabella dei consumi del domestico sono derivati dall’integrazione di dati di letteratura, ricerche di mercato e dati di diffusione pubblicati dall’ENEL SpA. Nel caso di terziario e industria si tratta di dati stimati, non essendo disponibili indagini energetiche ampie o dati di diffusione delle apparecchiature per i due macrosettori. Come risulta anche dalle tabelle mostrate precedentemente, gli usi finali più importanti rispetto ai quali è opportuno verificare le potenzialità di risparmio sono: - settore domestico: grandi elettrodomestici (frigorifero, lavatrice), illuminazione, scaldabagno,

apparecchiature elettroniche (TV, videoregistratore, sistemi Hi-fi, computer, ecc.) - settore terziario: illuminazione, apparecchiature elettroniche (per ufficio: computer, stampante,

fotocopiatrice, modem, fax, ...), condizionamento estivo (uffici, alberghi, commercio), sistemi di

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conservazione degli alimenti ad uso commerciale (supermercati e negozi di alimentari, ristoranti e alberghi), sistemi di lavaggio ad uso commerciale (ristoranti e alberghi)

- settore industria: motori elettrici, illuminazione, processi produttivi specifici

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3. Tecnologie per il risparmio elettrico I consumi elettrici rappresentano tipicamente il 15-20% del bilancio energetico di un Comune e pesano ancor di più sul bilancio delle emissioni (25-35%). Nell’ambito di una politica rivolta alla riduzione delle emissioni secondo quanto concordato dall’Italia nell’incontro di Kyoto, gli interventi nel settore elettrico risultano in diversi casi particolarmente interessanti (per efficacia di penetrazione e rapidità di implementazione). Gli interventi riguardano diversi usi finali e diverse tecnologie a seconda del macrosettore economico in esame (domestico, terziario, industria).

3.1 Illuminazione

3.1.1 Illuminazione di interni Considerando l’illuminazione di interni, è consueto, soprattutto per le utenze del terziario, che gli impianti di illuminazione installati non soddisfino i principi di efficienza energetica per ragioni di vetustà dell'impianto, di sovradimensionamento o di comportamenti disattenti degli utenti. Nel caso dell’illuminazione di interni, accanto a un discorso di efficienza energetica, è necessario parlare anche di prestazioni illuminotecniche dell’impianto (soprattutto se parliamo di ambienti di lavoro, a seguito della legge 626 sulla sicurezza negli ambienti lavorativi): garanzie di comfort visivo (uniformità dei livelli di illuminamento nei locali, livello di illuminamento adeguato al compito visivo, eliminazione di cause di abbagliamento, eliminazione di effetti di riflesso sugli schermi dei computer, ecc.). La norma UNI 10380 è il riferimento per quanto riguarda le esigenze per una buona progettazione illuminotecnica. In ogni caso il rispetto di buone regole illuminotecniche non prescinde dalla garanzia di efficienza energetica del sistema di illuminazione. L'efficienza nell'illuminazione di interni può essere migliorata grazie a: • incremento dell'efficienza luminosa delle sorgenti (includendo i sistemi di alimentazione della

lampada) e dell'efficienza ottica degli apparecchi illuminanti • progettazione dell’intero sistema di illuminazione considerando la possibilità di sfruttamento

dell'illuminazione naturale (daylighting), le esigenze di comfort dell'utente, la possibilità di utilizzo di sistemi di controllo, automatici o meno, per regolare l'intensità di luce emessa dalle sorgenti in base eventualmente alla presenza delle persone nei locali.

Le soluzioni tecnologiche sono le seguenti: illuminazione fluorescente: • è la soluzione più confortevole in quanto consente l’illuminazione generale del locale,

garantendo uniformità di illuminamento senza provocare problemi di abbagliamento (grazie ai nuovi apparecchi ad ottica speculare, con schermatura a griglia, ad elevato rendimento ottico); la resa cromatica delle fluorescenti è del resto ormai ottima, del tutto equivalente alle lampade ad incandescenza

• è disponibile anche in versione per apparecchi da tavolo; • è la soluzione più efficiente ed economica: garantisce un risparmio dal 60% all'80% rispetto alle

incandescenti/alogene e una durata di 8-10 volte rispetto a quella di una lampada ad incandescenza

alimentazione elettronica (in alta frequenza): • aumenta il comfort (assenza di: ronzio, effetto stroboscopico, sfarfallii a fine vita della lampada)

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• aumenta la durata della lampada (fino al 50% in più) • riduce i consumi elettrici (fino al 25% in meno rispetto all’alimentazione convenzionale a 50

Hz) sistemi elettronici di controllo per illuminazione: • sensori di presenza:

servono per accendere o spegnere le lampade a seconda se la stanza sia occupata oppure no e, se integrati con sistema di riconoscimento del livello di luce naturale accessibile nel locale, consentono di spegnere automaticamente le lampade quando c’è abbastanza luce nella stanza risparmio ottenibile: dal 20% al 50%

• dimmer (=regolatore di flusso luminoso) manuale o automatico (con fotocellula): serve per integrare la luce naturale (daylighting) con luce artificiale, regolando in base alla luce diurna il flusso luminoso emesso dalle lampade; risparmio ottenibile: dal 30% al 60%.

L’accesso di luce naturale negli ambienti richiede una progettazione architettonica e illuminotecnica, sulla base dell’orientamento dell’edificio e degli utilizzi degli ambienti stessi. Il maggior accesso di luce naturale è legato normalmente a un peggiore isolamento termico dei locali. L’utilizzo di vetri selettivi e serramenti a taglio termico oppure l’utilizzo di “lightshelf” (pannelli orizzontali da inserire esternamente e/o internamente alla finestra, con la superficie superiore riflettente) per evitare l’accesso di radiazione solare diretta dalle finestre e consentire un maggior accesso di luce visibile nel locale (il lightshelf consente la riflessione di parte della luce solare sul soffitto interno dell’ambiente), rappresentano alcune delle soluzioni tecnologicamente più avanzate ai fini di garantire più luce naturale ed evitare le dispersioni di calore. In estate, l’utilizzo di opportuni sistemi di shading (=ombreggiamento), che evitino di oscurare eccessivamente i locali, consente di evitare l’accensione di sistemi di illuminazione artificiale e di ridurre le eventuali esigenze di raffrescamento. Nella tabella successiva riportiamo il confronto tra le tipologie di lampade tipicamente adoperate nell’illuminazione di interni non ad uso domestico.

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Tipologia lampada

Potenza assorbita [W]

Flusso luminoso [lm]

Potenza assorbita con alimentatore [W]

Efficienza luminosa del sistema [lm/W]

Durata [h]

Resa cromatica [Ra]

Prezzo* [Lire]

Incandescenza 60 720 60 12 1500 100 1.500÷ 3.500

100 1300 100 14 1500 100 2.300÷ 4.500

Alogena 150 2300 150 15 2000 100 10.000÷ 13.000

300 5000 300 17 2000 100 5.000÷ 11.000

Fluorescente convenzionale

36 3350 46 73 8000 70-95 21.000÷ 31.000

58 5200 71 73 8000 70-95 32.000÷ 42.000

Fluorescente elettronica

32 3350 36 93

12000 70-95 65.000÷ 130.000

50 5200 56 93 12000 70-95 67.000÷ 132.000

Fluo. compatta elettronica

20 1200 20 60 10000 80-89 10.000÷ 28.000

23 1500 23 65 10000 80-89 15.000÷ 29.000

Alogenuri 70 6600 91 73 6000 70-90 200.000÷ 250.000

150 13000 170 76 6000 70-90 230.000÷ 280.000

* è incluso il prezzo dell’alimentatore Per quanto riguarda l’illuminazione domestica, la tecnologia più efficiente attualmente disponibile sul mercato è data dalle lampade fluorescenti compatte ad alimentazione elettronica (con attacco tipo Edison e potenze tali da riprodurre la gamma disponibile per le incandescenti standard e le alogene1), la cui diffusione non è tuttavia ancora massiccia (penetrazione italiana fra gli utenti ENEL nel 1995: il 10% ha una CFL e un altro 10% ne ha più di una) a causa del prezzo d'acquisto normalmente più elevato di una lampada ad incandescenza (sebbene il payback time sia 1 L’illuminazione alogena ha avuto un notevole incremento a partire dagli anni

80, dimostrando che non è affatto detto che il prezzo sia di per sé motivo di limitazione di diffusione di una certa tecnologia: nel caso delle alogene peraltro i prezzi elevati di lampade e apparecchi illuminanti sono accompagnati solo da un lieve incremento di efficienza energetica che fra l’altro viene del tutto perso nel momento in cui l’illuminazione alogena è adoperata per illuminazione indiretta (tanto che le potenze installate per lampade alogene superano di norma i 100 W). In effetti nel caso dell’illuminazione alogena si è assistito ad una grossa spinta da parte del mercato, con campagne pubblicitarie puntate molto sugli aspetti estetici invece che su quelli energetici dei sistemi di illuminazione.

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abbondantemente inferiore alla vita della lampada stessa). Tuttavia gli utenti hanno acquisito sufficiente consapevolezza rispetto alle prestazioni di tali lampade, esiste una varietà di offerta (diverse tipologie di potenza, diverse caratteristiche di forma delle lampade) e alcuni distributori hanno notevolmente ridotto il prezzo di acquisto (grazie alla produzione di massa nei Paesi asiatici2): i tempi dunque sono maturi per una penetrazione capillare tra gli utenti domestici di tale tecnologia. Rimane dunque da superare una lentezza di risposta del mercato. Nelle tabelle successiva riportiamo il confronto di prestazione fra lampade ad incandescenza e lampade fluorescenti compatte ad alimentazione elettronica.

Confronto di prestazioni e prezzo tra lampade ad incandescenza e CFL con alimentazione elettronica Efficienza

luminosa (lm/W) Tempo di vita (ore)

Prezzo* (Lire)

Incandescente 5÷20 1.000 1.500÷13.000 Compatta Fluorescente (con reattore elettronico)

60÷70 10.000 10.000÷45.000

* i prezzi sono valori (di vendita) minimi e massimi dei prodotti attualmente in commercio

Confronto di prestazioni e prezzo tra una lampade ad incandescenza da 100 W e una CFL con alimentazione elettronica da 20 W Potenza

assorbita (W) Flusso luminoso (lm)

Tempo di vita (ore)

Prezzo (Lire)

Incandescente 100 1.300 1.000 2.500 Compatta Fluorescente (con reattore elettronico)

20 1.200 * 10.000 29.000

* la CFL da 20 W equivale alla incandescente da 100 W giacché emette lo stesso flusso luminoso L’investimento iniziale di una CFL elettronica viene ampiamente ripagato lungo il tempo di vita della lampada grazie al risparmio sui consumi. Il tempo di ritorno dell’investimento e la redditività dell’investimento dipendono in buona parte dal numero d’ore d’uso annuo della lampada e dal prezzo del kWh che si va a risparmiare, ma in media è intorno ad un anno (contro un uso che è in media di 5-6 anni). E’ oramai conveniente anche la sostituzione con una CFL nel caso di un basso numero di ore d’uso annuo. Nella figura successiva mostriamo la differenza dei costi totali (ovvero investimento iniziale e costi di gestione e manutenzione), in funzione del numero d'ore d'uso, di un sistema di illuminazione che fa uso di una lampada ad incandescenza da 100 W e di uno che fa uso di una lampada fluorescente compatta da 20 W ad alimentazione elettronica (equivalente per flusso luminoso alla lampada da 100 W incandescente). I costi tengono conto delle spese di acquisto delle lampade e di quelle di consumo energetico, assumendo un prezzo del kWh pari a 357 Lire (prezzo della terza fascia per utenti domestici residenti con potenza impegnata fino a 3 kW, bimestre gennaio-febbraio 2001). Il numero d'ore d'uso totale (8000 ore) è pari alla durata garantita di una CFL (ogni 1.000 ore si aggiunge ai costi di gestione della incandescente l'acquisto di una nuova lampada).

2 Alcuni grossi produttori giustificano i prezzi ancora alti dei loro prodotti

criticando la qualità (sia in termini di durata, sia in termini di inquinamento da armoniche arrecato alla rete elettrica) delle lampade che giungono dai mercati asiatici. Tuttavia l’esperienza americana, dove i prezzi sono scesi già da qualche anno, mostra che i prezzi elevati sono una pura scelta di mercato.

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Confronto dei costi di illuminazione: lampada a incandescenza rispetto a fluorescente compatta

elettronica

0

50000

100000

150000

200000

250000

300000

350000

050

010

0015

0020

0025

0030

0035

0040

0045

0050

0055

0060

0065

0070

0075

0080

00

ore d'uso

cost

i com

ples

sivi

(Lire

)

Incandescente da100 W

Fluorescentecompatta elettronicada 20 W

Dal grafico è immediatamente riconoscibile l'investimento iniziale per l'acquisto della CFL, il suo tempo di ritorno (ascissa dell'intersezione delle due linee) e il guadagno netto a fine vita della CFL (differenza delle ordinate dei punti delle due rette con ascissa pari a 8.000 ore), che supera le 200.000 Lire. Qualora il consumo dell’utente si collochi nella fascia dove si ha il recupero della prima fascia agevolata (tra 220 e 295 kWh/mese), il guadagno economico raggiungerebbe le 360.000 Lire a fine vita della lampada fluorescente compatta3. Un aspetto che talvolta limita la diffusione dell’illuminazione a fluorescenti compatte è la scarsa disponibilità di apparecchi illuminanti adattabili alla geometria più ingombrante di tali lampade. Su questo aspetto, tuttavia, si stanno muovendo diversi produttori e l’UE ha persino indetto nel 1999 un concorso di design specifico per apparecchi illuminanti che allocano CFL. In generale, tuttavia, la sostituzione dell’apparecchio non è richiesta o indispensabile. Sistemi di controllo (quali sensori di presenza o riduttori di flusso –dimmer4-) per illuminazione domestica sono disponibili, ma poco raccomandati, in quanto il loro costo iniziale rischia di non essere recuperato dai risparmi. Esistono attualmente sul mercato fluorescenti compatte che possono accendersi automaticamente al diminuire della luce diurna (posseggono un sensore interno) o che possono funzionare in due modalità di flusso luminoso (100% e 50%) eseguendo una rapida sequenza di spegnimento-riaccensione della lampada (particolarmente utili per installazioni in aree di passaggio, scale di accesso, portoni, ecc.). Va ricordato che dal 1998 è stata approvata dalla CE la Direttiva sull’etichettatura energetica delle sorgenti di luce artificiale. La Direttiva non è ancora stata implementata in Italia, sebbene parecchi produttori abbiano iniziato ad adottarla ugualmente.

3.1.2 Illuminazione stradale Per quanto riguarda l’illuminazione stradale è importante la scelta della sorgente di luce. Negli impianti attualmente in uso, a parte residui di lampade a incandescenza che vanno assolutamente eliminati, è consuetudine trovare lampade a scarica a vapori di mercurio. E’ senz’altro preferita

3 In realtà la sostituzione è conveniente anche per chi ha consumi mensili che si collocano nella prima fascia (meno di 75 kWh/mese), con un guadagno a fine vita di circa 90.000 Lire e un pieno ritorno dell’investimento per l’acquisto di una CFL elettronica intorno alle 2000 ore d’uso. 4 I dimmer richiedono l’utilizzo di CFL non integrate con alimentatore elettronico.

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l’adozione di lampade a vapori di sodio ad alta pressione, di cui ultimamente, sono state prodotte varietà con resa cromatica superiore. Anche nel caso dell’illuminazione pubblica è importante la progettazione illuminotecnica degli impianti (cosa che, purtroppo, non sembra essere applicata con molta frequenza), per evitare sovradimensionamenti, garantire uniformità di illuminamenti e luminanze (fondamentale per la sicurezza) ed evitare l’inquinamento luminoso. La norma UNI 10439 rappresenta il riferimento per installazioni corrette dal punto di vista illuminotecnico. Tipologia lampada

Potenza assorbita [W]

Flusso luminoso [lm]

Potenza assorbita con alimentatore [W]

Efficienza luminosa del sistema [lm/W]

Durata [h] Resa cromatica [Ra]

Prezzo* [Lire]

Incandescenza 300 5000 300 17 1500 100 5.500÷ 14.000

500 8400 500 17 1500 100 15.000÷ 30.000

A luce miscelata

160 3100 160 19 5000 60-65 15.000÷ 30.000

250 5600 250 22 5000 60-65 20.000÷ 40.000

Vapori di mercurio a.p.

125 6300 137 46 16000 45-60 15.000÷ 55.000

250 13000 266 49 16000 45-60 25.000÷ 90.000

400 22000 425 52 16000 45-60 50.000÷ 150.000

Vapori di sodio a.p.

70 5600 83 67 12000 20-65 75.000÷ 150.000

150 14000 170 82 12000 20-65 90.000÷ 190.000

250 25000 275 91 12000 20-65 120.000÷ 240.000

Vapori di sodio b.p.

55 8100 82 99 12000 0 100.000÷ 200.000

90 13500 125 108 12000 0 120.000÷ 250.000

Ioduri metallici 250 19000 275 69 6000 70-90 140.000÷ 280.000

400 32000 460 70 6000 70-90 150.000÷ 300.000

* è incluso il prezzo dell’alimentatore Nella tabella seguente presentiamo il caso di sostituzione di una lampada da 250 W a vapori di mercurio con una al sodio da 150 W standard (o con una al sodio da 150 W, ma ad alta resa cromatica):

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Confronto di prestazione e costo tra lampade a vapori di mercurio e lampade a vapori di sodio ad alta pressione

Potenza assorbita (W)

Flusso luminoso (lm)

Efficienza luminosa (lm/W)

Indice resa cromatica (Ra)

Tempo di vita (ore)

Prezzo* (Lire)

Vapori mercurio alta pressione

250 14.000 56 50 16.000 24.000

Vapori sodio alta pressione standard

150 17.000 113 25 17.000 55.000

Vapori sodio alta pressione alta resa cromatica

150 12.000 80 65 12.000 60.000

* prezzo ricavato dai prezzi di listino dei produttori considerando uno sconto del 30%5 Un intervento che consente ulteriori risparmi negli impianti di illuminazione pubblica è l’installazione di stabilizzatori/riduttori di flusso a monte dell’impianto di illuminazione: oltre ad aumentare la vita della lampada (grazie alla stabilizzazione della tensione), il dispositivo consente di regolare uniformemente il flusso luminoso delle lampade di uno stesso impianto (fino a ridurlo tipicamente a un massimo del 50% del flusso nominale) e di ridurre, quindi, i consumi del sistema, in particolare nelle ore ove ci sia minor flusso di traffico o non sia richiesta particolare visibilità.

3.1.3 Illuminazione industriale Nel caso delle industrie è molto importante la progettazione illuminotecnica degli ambienti, in modo da evitare disequilibri delle luminanze o abbagliamenti (specie per lavori manuali, di precisione o lavori ove una visione difficoltosa possa comportare pericolo alla sicurezza della persona), garantendo il comfort, evitando l'affaticamento della vista e consentendo pertanto di lavorare in modo più efficiente. Nella progettazione illuminotecnica vanno incluse misure per l'efficienza energetica che possono essere così riassunte: • ottimizzare l'illuminazione naturale all'interno dell'edificio là dove sia possibile, eventualmente

eseguendo retrofit dei tetti di edifici a piano unico (lucernari, atri) • installare lampade più efficienti:

lampade a vapori di sodio ad alta pressione o ad alogenuri al posto di quelle a mercurio; sostituzione delle lampade ad incandescenza con lampade fluorescenti

rimpiazzare i tubi fluorescenti da 38 mm con quelli più efficienti da 26 mm • installare apparecchi illuminanti più efficienti • installare alimentazione elettronica (reattori ad alta frequenza) per lampade fluorescenti • installare sistemi di controllo (dimmer e sensori di occupazione)

5 Il prezzo delle lampade acquistate dal gestore degli impianti è definito da

gare di appalto: varia dunque a seconda dello stock acquistato, ma risulta di molto inferiore ai valori che qui riportiamo (tipicamente va considerato uno sconto tra il 50% e il 70% sui prezzi di listino dei produttori).

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• suddividere il sistema di illuminazione in più sottoimpianti che gestiscano specifiche aree di lavoro in modo da poterne decidere l'accensione o lo spegnimento, o regolarne l'intensità, separatamente

• localizzare gli interruttori vicino all'area da illuminare (non cioè centralizzati) • eseguire manutenzione regolare degli impianti e pulizia delle lampade e degli apparecchi

illuminanti.

3.2 Apparecchiature elettroniche La sensibilità verso i consumi elettrici delle apparecchiature elettroniche è abbastanza recente (fine anni '80) e non ancora pienamente sviluppata, tanto che i produttori non sono soliti fornire una chiara indicazione della potenza assorbita dall'apparecchio sull'etichetta o sui manuali di istruzioni d'uso (o sul manuale delle caratteristiche tecniche). Gli inconvenienti prodotti dall'assenza di informazione corretta non sono trascurabili: molti impianti di ventilazione e condizionamento per grandi uffici sono stati realizzati sui valori nominali di potenza assorbita dagli apparecchi col risultato di sovradimensionare in partenza l'impianto. La scarsa consapevolezza dei consumi da apparecchiature elettroniche è legata al fatto che per lo più si tratta di consumi “nascosti”, che avvengono quando l’apparecchio è tenuto spento6 oppure è in funzione ma non è utilizzato (è in “attesa” –standby-). La riduzione dei consumi dei dispositivi elettronici richiede: • educazione dell'utente nel porre attenzione alle modalità d'uso degli apparecchi • apparecchiature a basso consumo e con gestione automatica dei consumi. Lo standby è un’opzione a costo zero (per i PC è già una prestazione prevista ma spesso non attivata all’acquisto e l’utente non si preoccupa in seguito di provvedere personalmente). Fino ad oggi molti sforzi da parte delle Agenzie nazionali di energia sono state dirette alla definizione e implementazione di valori massimi di potenza assorbita dalle apparecchiature elettroniche per ufficio in modalità di standby e/o di off (tramite accordi volontari con i produttori -ed etichettatura dei prodotti che soddisfano i valori target- o standard minimi di efficienza obbligatori). Lo scopo è stato quello di accelerare nel mercato la diffusione di prodotti energeticamente efficienti, già disponibili, a extracosto sostanzialmente nullo e non realizzati a causa di una politica di laissez-faire.

Potenza assorbita dalle apparecchiature per ufficio Tipologia apparecchio Potenza assorbita

in funzionamento (W)

Potenza assorbita in standby (W)

Potenza assorbita in off (W)

Personal Computer 60-100 3-30 0-10 Stampante a getto d’inchiostro 15-20 5-10 0-8 Stampante laser 100-400 15-100 0-10 Fotocopiatrice 700-1400 30-200 0-20 Modem 10-20 10-20 0-8 Fax 15-40 5-30

Fonte: IEA (International Energy Agency) e Ambiente Italia srl 6 Gli apparecchi elettronici (per via dei trasformatori e di alcune porzioni di circuiteria interna) di solito consumano un minimo anche se sono spenti (cioè anche se abbiamo azionato il tasto power off), per cui dovrebbero essere inseriti in quadri elettrici in cui esiste un interruttore generale che disinserisce tutte le prese: il disinserimento a fine giornata o nel weekend diventerà molto più semplice

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L'EPA (Environment Protection Agency) ha lanciato negli USA nel giugno 1992 il programma Energy Star (ES). Sulla base di accordi volontari con i produttori, computer e stampanti possono ricevere l'etichetta Energy Star (al momento dell'accensione sui PC ne compare anche il logo) se si disattivano portandosi in uno stato di stand-by con potenza inferiore ai 30 W (45 W per stampanti con velocità di stampa superiore alle 15 pagine al minuto). Al momento sono in via di redazione analoghi livelli massimi di potenza assorbita per le fotocopiatrici. Negli standard EPA non si pone alcuna richiesta sui consumi in modalità off. La NUTEK (Sweden Agency for Industrial and Technical Development) ha ideato nel 1992 un’etichetta per computer che in modo stand-by non superano i 30 W (15 W suggeriti) e in modo off non superano gli 8 W (3 W consigliati). In Svizzera il programma Energia 2000 avviato dall'Ufficio Federale Svizzero dell'Energia nel maggio 1991 ha definito in base a misure condotte sul campo, i valori target di potenza per i modi standby e off che non dovranno essere superati dalle apparecchiature per ufficio vendute oltre una data prestabilita per ogni tipo di apparecchiatura.

Tetto massimo di potenza assorbita stabilito dagli Svizzeri per apparecchiature per ufficio Stand-by (W) Off (W) Computer senza monitor (da adottare entro fine 1997)

10 5

Monitor (da adottare entro fine 1997) 5 Stampanti (da adottare entro fine 1996) 2 1 Fotocopiatrici (da adottare entro fine 1996) 27+3.23.c* 1 Telefax (da adottare entro fine 1997) 2

* c è la velocità di stampa (numero di copie al minuto) Risparmi consistenti derivano anche da accensioni/spegnimenti ragionati delle apparecchiature: è falsa l’idea che l’accensione/spegnimento ripetuto di un computer lo danneggi, per cui può essere spento anche solo per pause di un quarto d’ora; stampanti laser e fotocopiatrici consumano molto anche quando sono in standby (tra i 60 W e i 150 W), quindi andrebbero spente per pause prolungate. In tutti i casi, spegnere gli apparecchi significa meno calore, meno rumore, meno radiazioni (quindi meno ozono nel caso di stampanti laser e fotocopiatrici) I consumi dovuti alle apparecchiature elettroniche sono consistenti anche negli usi residenziali e si stima una loro crescita associata alla diffusione di nuovi dispositivi (computer, sistemi di telecomunicazione digitali, ecc.). Come risulta dallo studio condotto per la UE7 sulle perdite in standby per televisori e videoregistratori, si tratta di consumi per lo più nascosti, a cui non si bada perché le potenze assorbite non sono alte, ma che sono molto prolungati nel tempo, in quanto avvengono quando l’apparecchio è ritenuto dal senso comune essere “spento”. L’uso in una casa di più televisori, videoregistratori (VCR), impianti stereo, insieme alla recente proliferazione di computer con relativi accessori (stampante, modem) e di mezzi di telecomunicazione (fax, segreterie telefoniche), comporta un consumo complessivo per nulla trascurabile. Il problema è dovuto al fatto che tali apparecchi o consumano perché lasciati in standby (televisore, videoregistratore, fax, segreteria telefonica) o consumano anche quando sono spenti perché comunque nei trasformatori di alimentazione avvengono dissipazioni (computer, hi-fi, modem). Nelle tabelle successive sono riportati i valori di potenza assorbita dagli apparecchi elettronici ad uso domestico. 7 Study of Standby Losses and Energy Savings Potential for Television and Video Recorder Sets in Europe, Contract EC-DGXVII 4.1031/E/95-001, settembre 1995

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Potenza assorbita dalle apparecchiature elettroniche domestiche

Tipologia apparecchio Potenza assorbita in funzionamento (W)

Potenza assorbita in standby (W)

Televisore 40-100 0.1-15 Videoregistratore 15-30 5-19 Segreteria telefonica 6-20 2-5

Fonte: IEA e Ambiente Italia srl Attualmente non è stata predisposta a livello europeo o internazionale un’etichettatura energetica obbligatoria delle apparecchiature elettroniche. Si sta procedendo però per accordi volontari con i produttori insieme ad alcune agenzie per l’energia. In Italia tuttavia non si hanno indicazioni specifiche sulle modalità di commercializzazione di prodotti che sono dotati di sistemi avanzati di gestione dello standby: ciò rende molto difficile per l’utente riconoscere e scegliere la tecnologia efficiente, pur essendo questa presente sul mercato. A titolo esemplificativo di quali siano i limiti tecnologici attualmente raggiungibili riportiamo nella seguente tabella i valori target di potenza assorbita per modalità off e standby definiti dal programma Energia 2000 promosso dal governo svizzero (sono i valori più restrittivi fino ad oggi definiti in tutti i Paesi mondiali).

Valori target per le modalità standby e off delle apparecchiature elettroniche secondo il Programma Energia 2000 della Svizzera Apparecchio Potenza assorbita in

modalità standby [W]

Potenza assorbita in modalità off [W]

TV 1 Non definita VCR 1 Non definita PC 15 5

Ciò si traduce in un risparmio, rispetto al caso standard, del 31% per il televisore più efficiente, del 32% per il videoregistratore più efficiente e del 50% per il computer più efficiente. Considerando le prescrizioni svizzere del Programma Energia 2000 affinché un apparecchio ottenga l’energy-efficiency label per il 1997 (meno restrittive dei valori target), si ha:

Valori massimi di potenza assorbita per le modalità standby e off consentiti per le apparecchiature elettroniche per ottenere l’Energy Efficiency Label secondo il Programma Energia 2000 della Svizzera Apparecchio Potenza assorbita in

modalità standby [W] Potenza assorbita in modalità off [W]

TV 4 0 VCR 5 0 PC 30 5

che corrisponde a un risparmio, rispetto al caso standard, per il TV del 14%, quello per il VCR è del 16% e quello per il PC è del 48%. Le tecnologie per apparecchiature elettroniche domestiche energeticamente più efficienti non comportano extracosti al momento dell’acquisto, eccetto il caso dello standby da 1 W per TV e

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VCR, che costa circa 40.000 Lire in più ma in ogni caso ha un payback time medio inferiore ai 2 anni.

3.3 Condizionamento estivo Interventi di risparmio nel condizionamento estivo riguardano da una lato interventi diretti sulla tecnologia degli impianti dall’altro interventi diretti alla riduzione dei carichi interni dell’edificio. Dal punto di vista tecnologico va considerata la sostituzione di impianti frigoriferi ad alimentazione elettrica con impianti ad assorbimento (funzionanti a gas). Dagli studi condotti fino ad oggi emerge che gli impianti ad assorbimento sono energeticamente ed ambientalmente efficaci se esiste la possibilità di allacciarsi alla rete di teleriscaldamento: in particolare lo studio condotto nell’ambito del Piano Energetico di Padova (Enea-Ambiente Italia, 1999) per il condizionamento ad assorbimento di alcuni alberghi ha messo in luce che in assenza di una rete di teleriscaldamento i vantaggi ambientali sono nulli, seppur si ottenga un risparmio economico in quanto si passa da elettricità a gas. Una politica rivolta a un ridimensionamento degli impianti o soprattutto ad interventi sui carichi interni e sull’involucro degli edifici (con l’effetto di ridurre le esigenze di raffrescamento) si dimostra quindi particolarmente importante: • riprogettazione degli impianti, evitando sovradimensionamenti e installando pompe di calore • raffrescamento passivo (aumento dell’albedo o dell’ombreggiamento dell’edificio) • isolamento dei muri esterni e del tetto dell’edificio • serramenti a taglio termico, doppi vetri, vetri selettivi • riduzione dei carichi termici interni (illuminazione e apparecchiature a basso consumo). Gli interventi di risparmio nel condizionamento di ambienti industriali (adibiti ad uso ufficio o ad attività produttive) riguardano • adeguamenti della tecnologia (eventuale sostituzione degli impianti a compressori elettrici con

sistemi ad assorbimento a fluido caldo, in associazione con eventuali impianti di cogenerazione) • ridimensionamento dei volumi da condizionare8 • ridimensionamento degli impianti, • riduzione dei carichi termici interni degli edifici adibiti ad uso ufficio • raffrescamento passivo (aumento dell’albedo o dell’ombreggiamento dell’edificio) • riduzione delle dispersioni termiche degli edifici (isolamento dei muri esterni e delle coperture,

serramenti e vetri a bassa trasmittanza) • riutilizzo dell’eventuale calore di processo in combinazione con sistemi ad assorbimento

8 Spesso i volumi condizionati non sono limitati a quelli ove effettivamente si localizza il processo produttivo.

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3.4 Apparecchi per la refrigerazione La maggiore efficienza nella tecnologia del freddo si ottiene migliorando: • l’efficienza del compressore, • il COP dell’apparecchio 9 • l’isolamento termico10 dell'apparecchio C’è da porre attenzione anche all’utilizzo di materiali che comportano un minor impatto ambientale rispetto ad apparecchi classici ancora in vendita: • utilizzo degli idrocarburi come fluidi refrigeranti • adozione di materiali riciclabili Nel caso del settore terziario (frigoriferi ad uso commerciale) ulteriori accorgimenti riguardano: • corretto uso e buona manutenzione • misure relative al mobile frigorifero che o migliorano la circolazione dell'aria o riducono le

perdite di aria fredda Nel settore domestico l’implementazione dell’etichettatura energetica11 consente di individuare in modo chiaro i dispositivi ad alta efficienza al momento dell’acquisto. Nella tabella successiva illustriamo per le diverse categorie di apparecchi refrigeranti le possibilità di risparmio e gli indicatori di convenienza economica nell’adozione di tecnologie efficienti.

9 Per aumentare il COP (Coefficient Of Performance) del frigorifero possono

essere aumentate le superfici dell'evaporatore e del condensatore e la loro capacità termica.

10 L'isolamento termico riguarda sia le pareti che la porta dell'apparecchio. L'aumento dello spessore delle pareti (riempite di schiuma di poliuretano) ha un primo effetto positivo; recenti sviluppi tecnologici fanno ben sperare sull'utilizzo del vuoto "soft" o spinto (eventualmente alternato a strati di schiuma), che consentirebbe trasmissione di calore solo per irraggiamento, ulteriormente riducibile con l'accorgimento dell'inserimento di pareti interne riflettenti. Un altro aspetto è la manutenzione nel corso degli anni delle guarnizioni delle porte (il loro deterioramento porta a dispersioni termiche costanti che aumentano i consumi dell’apparecchio)

11 Si veda in Appendice per l’illustrazione dell’etichettatura degli elettrodomestici.

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Dispositivo Volume equivalente tipico

Classe di efficienza energetica

Consumo annuo assoluto [kWh/a]

Risparmio energetico (%) rispetto al caso standard italiano

Risparmio energetico annuo [kWh/a]

Costo addizionale rispetto al caso standard12

Cost-benefit ratio* [Lire/kWh/ anno]

Frigo-congelatori**

380 A 299 -47% 276 0-600.000 0-2172 380 B 389 -32% 184 0-200.000 0-1086 380 C 494 -13% 77 0 0 380 D 568 0% 0 0 0 380 E 628 11% -61 0 0 380 F 703 24% -138 0 0 380 G 793 39% -230 0 0 Congelatori orizzontali

450 A 191 -52% 210 0-600.000 0-2298 450 B 248 -38% 153 0-200.000 0-1053 450 C 315 -21% 86 0 0 450 D 363 -10% 38 0 0 450 E 401 0% 0 0 0 450 F 448 12% -48 0 0 450 G 506 26% -105 0 0 Congelatori verticali

400 A 237 -52% 261 0-600.000 0-2858 400 B 309 -38% 190 0-200.000 0-1310 400 C 392 -21% 107 0 0 400 D 451 -10% 47 0 0 400 E 499 0% 0 0 0 400 F 558 12% -59 0 0 400 G 629 26% -131 0 0 * È dato dal rapporto tra l’investimento iniziale e il risparmio energetico annuale ** Fanno parte di questa categoria i cosiddetti frigoriferi “combinati” e “doppia porta” Nel grafico successivo illustriamo l’evoluzione del mercato italiano verso apparecchi di più alta efficienza nel caso dei frigocongelatori.

12 Da analisi condotte per i grandi elettrodomestici sul mercato italiano (confrontate anche con alcune straniere) si deduce che non si verifica una netta correlazione fra prezzo ed efficienza energetica se non per gli apparecchi di altissima efficienza. In sostanza esistono in vendita prodotti anche ad alta efficienza che costano come (o addirittura meno di) analoghi prodotti poco efficienti. Per scelta delle case distributrici i prodotti ad altissima efficienza vengono frequentemente abbinati con un design di maggior costo ovvero il prodotto a più alte prestazioni viene già proposto dall’industria come un bene di lusso: questo genera confusione nel consumatore in quanto non riesce più a riconoscere un prodotto di buone prestazioni e basso costo (a causa della scarsa informazione e di una difficoltà a districarsi nell’ampio campo dell’offerta).

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Classe energetica dei frigocongelatori disponibili sul mercato italiano (1993-1999)

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

50,0%

60,0%

CLASSE A CLASSE B CLASSE C CLASSE D CLASSE E CLASSE F CLASSE G

1993199519971999

Fonte: ENEA (1993,1997), IFR Italia (1995) ed ELDA (1999)

Va notato che dal novembre 1999 è stata recepita in Italia la Direttiva europea sugli standard minimi di efficienza che vieta la produzione di apparecchi refrigeranti di classe energetica inferiore alla C (con deroga alla E per i congelatori). Questo implica che residui di magazzino presenti ancora nei punti vendita di classe energetica bassa vengano rapidamente smaltiti durante l’anno 2000. Gli interventi di risparmio per apparecchiature refrigeranti ad uso terziario (attività commerciali) sono elencati nella tabella successiva.

Descrizione Intervento

Risparmio energetico (%) rispetto al caso standard13

Corretto uso e buona manutenzione 10% Miglioramento della circolazione d’aria 16% Riduzione perdite aria fredda 10-45% Miglioramento rendimento del gruppo figorifero

10-30%

13 I dati sono basati sul caso svizzero, di cui si possiedono informazioni

ragionevolmente attendibili. Per riferimento si veda il manule RAVEL per il risparmio energetico nell’elettricità elaborato nell’ambito del programma federale Energia 2000

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3.5 Apparecchi per il lavaggio Il consumo energetico delle apparecchiature per il lavaggio di biancheria o stoviglie è in massima parte legato alla fase di riscaldamento dell’acqua14 e a inefficienze nel ciclo di lavaggio (non adattamento del ciclo rispetto alle reali esigenze di sporco). Nel caso di apparecchiature ad uso terziario vi è in aggiunta il discorso di garantire anche l’igiene del lavaggio. Di non minor rilievo è l’impatto ambientale legato all’uso dei detergenti. Il miglioramento dell’efficienza energetica delle apparecchiature per il lavaggio riguarda (a parità di prestazioni di lavaggio): • riduzione della quantità d’acqua calda adoperata nella fase di lavaggio • riduzione della temperatura di lavaggio • introduzione di acqua preriscaldata da fonte solare o gas (sistemi a doppia presa con valvola

termostatica o anche a singola presa per lavastoviglie) • pieno utilizzo del detergente (sistemi lavaggio a pioggia o jet-system) • controllo del carico e/o dello sporco (capacità variabile di carico, controllo elettronico del livello

di schiuma –fuzzy logic-) • modifica della tecnologia di lavaggio (lavaggio a freddo). Nel settore domestico l’implementazione dell’etichettatura energetica15 consente di individuare in modo chiaro i dispositivi ad alta efficienza al momento dell’acquisto.

14 Il sistema di lavaggio “a secco” pur costituendo una voce non indifferente di consumo e di uso di prodotti inquinanti non viene qui considerato per assenza di dati disponibili 15 Si veda in Appendice per l’illustrazione dell’etichettatura degli elettrodomestici.

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Nella tabella successiva illustriamo per le diverse categorie di apparecchi le possibilità di risparmio e gli indicatori di convenienza economica nell’adozione di tecnologie efficienti. Dispositivo Capacità

[kg, coperti]

Classe di efficienza energetica

Consumo annuo assoluto* [kWh/a]

Risparmio energetico (%) rispetto al caso standard italiano

Risparmio energetico annuo [kWh/a]

Costo addizionale rispetto al caso standard16

Cost-benefit ratio** [Lire/kWh/ anno]

Lavatrici 5 A 170 -32% 80 0-600.000 0-7500 5 B 210 -16% 40 0-200.000 0-5000 5 C 250 0% 0 0 0 5 D 290 16% -40 0 0 5 E 330 32% -80 0 0 5 F 370 48% -120 0 0 5 G 410 64% -160 0 0 Lavastoviglie

12 A 211 -29% 87 0-600.000 0-6900 12 B 254 -15% 44 0-200.000 0-4600 12 C 298 0% 0 0 0 12 D 341 15% -44 0 0 12 E 385 29% -87 0 0 12 F 428 44% -131 0 0 12 G 472 59% -174 0 0 * Secondo la normativa UE il consumo annuo è dato da 200 lavaggi con ciclo cotone a 60°C per le lavatrici e da 220 lavaggi con ciclo normale a 55°C per le lavastoviglie ** È dato dal rapporto tra l’investimento iniziale e il risparmio energetico annuale Nel grafico successivo illustriamo il confronto tra il mercato italiano e quello danese relativamente alla disponibilità di lavatrici per l’anno 1999, che mostra quanto la situazione italiana risenta di una certa lentezza all’evoluzione verso classi di efficienza più alta, nonostante l’accordo volontario dei produttori di lavatrici raggiunto con la Commissione Europea.

16 Da analisi condotte per i grandi elettrodomestici sul mercato italiano (confrontate anche con alcune straniere) si deduce che non si verifica una netta correlazione fra prezzo ed efficienza energetica se non per gli apparecchi di altissima efficienza. In sostanza esistono in vendita prodotti anche ad alta efficienza che costano come (o addirittura meno di) analoghi prodotti poco efficienti. Per scelta delle case distributrici i prodotti ad altissima efficienza vengono frequentemente abbinati con un design di maggior costo ovvero il prodotto a più alte prestazioni viene già proposto dall’industria come un bene di lusso: questo genera confusione nel consumatore in quanto non riesce più a riconoscere un prodotto di buone prestazioni e basso costo (a causa della scarsa informazione e di una difficoltà a districarsi nell’ampio campo dell’offerta).

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Classe energetica delle lavatrici disponibili sui mercati italiano e danese (1999)

0.0%

5.0%

10.0%

15.0%

20.0%

25.0%

30.0%

35.0%

40.0%

45.0%

50.0%

CLASSE A CLASSE B CLASSE C CLASSE D CLASSE E CLASSE F CLASSE G

ItaliaDanimarca

Fonte: ELDA

Per il settore terziario non sono attualmente disponibili indicazioni sulle percentuali di risparmio in base al tipo di interventi proposti, tuttavia un elemento degno di nota è che le esigenze di velocità nel servizio di lavaggio spesso comportano elevate richieste di potenza (vedi le lavatrici automatiche che hanno un ciclo non superiore ai 45 minuti) o accensioni prolungate (vedi le lavastoviglie dei bar che mantengono l’acqua in temperatura per tutto l’orario di apertura). La possibilità di eliminare in tutti questi casi la fase di riscaldamento elettrico dell’acqua ridurrebbe i consumi di almeno il 50%.

3.6 Produzione di acqua calda sanitaria I consumi elettrici associati alla produzione di acqua calda sanitaria sono in generale molto elevati per il singolo utente: per l’utente domestico rappresentano in media un terzo o un quarto dei consumi elettrici complessivi. Buona parte dei consumi è dovuta a un comportamento energeticamente poco oculato da parte dell’utente, che il più delle volte regola il termostato dell’apparecchio su temperature elevate e ritiene di consumare meno tenendo sempre acceso lo scaldabagno o preferisce tenerlo acceso per ragioni di comodità (per avere sempre disponibilità di acqua calda). In questo modo, però, gran parte dei consumi non è legata all’acqua calda effettivamente adoperata, ma alle perdite di calore attraverso le pareti dello scaldabagno (perdite che sono tanto più elevate quanto più si forza lo scaldabagno ad operare ad elevate temperature). Tra le possibilità immediate che si offrono quindi per ridurre i consumi elettrici nella produzione di ACS ci sono sostanzialmente quelle di • passare a tecnologie efficienti (apparecchiature con buon isolamento termico), • installare timer per la gestione dei carichi (che consentono tipicamente l’accensione

programmata notturna, due o tre ore prima dell’utilizzo al mattino) • attivare campagne di informazione sulla possibilità di ridurre i consumi grazie a una gestione

corretta (manuale) delle accensioni e spegnimenti dell’apparecchio. Tuttavia le soluzioni che risultano più efficaci in termini di riduzione dei consumi e delle emissioni sono quelle di sostituzione dello scaldabagno elettrico con uno scaldabagno a gas o uno alimentato da pannelli solari.

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3.7 Sistemi azionati da motori elettrici L’utilizzo di motori elettrici è usualmente inserito in un sistema che richiede l’utilizzo di lavoro meccanico per compiere una certa operazione (sollevamento di carichi, lavorazione di materiali, circolazione forzata di fluidi, ecc.). L’efficienza energetica in sistemi azionati da motori elettrici può essere innanzitutto migliorata ragionando sul complesso delle operazioni eseguite dal sistema (perdite di trasmissione, sovradimensionamento del motore, lavoro non richiesto, ecc.). Le variazioni di efficienza dipenderanno ovviamente dalla situazione esistente. Per quanto riguarda l'efficienza energetica del singolo motore, questa può essere migliorata attraverso • l'utilizzo di motori ad alta efficienza • l'utilizzo di unità motrici a velocità variabile, essenzialmente per usi ove sono richiesti flussi

variabili di fluidi (compressori, ventilazione, pompe). I motori elettrici standard vengono adoperati in processi produttivi ove è richiesta una determinata potenza meccanica, generalmente non variabile nel tempo (sebbene il motore possa trovarsi a lavorare a pieno carico o meno). Si tratta di motori a induzione asincroni, trifase, a basso voltaggio con rotore a gabbia di scoiattolo. Maggiore efficienza può essere ottenuta migliorando la qualità dei materiali adoperati e ottimizzando la resa dei componenti elettromagnetici: uso di lamierini d'acciaio a "bassa perdita" nel nucleo del motore; circuiti di raffreddamento più efficaci; cunei magnetici da cava in cave aperte dello statore; diminuzione delle perdite addizionali da carico; minori perdite da avvolgimenti in fili di rame (aumentando la sezione del conduttore); impiego di magneti permanenti nel rotore. La maggiore efficienza varia fra circa il 10% per potenze basse del motore (entro pochi kW) e pochi punti percentuali (1-2%) per potenze elevate (oltre i 100 kW). I risparmi energetici divengono allora consistenti per usi intensivi del motore (almeno 5.000 ore annue). I prezzi dei motori ad alta efficienza sono più elevati a causa della qualità dei componenti: risultano di un 20-25% più elevati per motori di potenze superiori agli 11 kW e di un 30-35% per quelli di potenze fino a 11 kW. Tempi di payback inferiori a 2 anni si ottengono per elevate potenze ed usi intensivi. L'offerta sul mercato europeo di motori ad alto rendimento è scarsa e soffre fra l'altro di una carenza di definizione e standardizzazione delle prestazioni, che comporta difficoltà di riconoscimento della qualità del prodotto tramite i valori di targa. Programmi di DSM per tali motori sono stati realizzati in USA, in Gran Bretagna e Danimarca, ottenendo un consistente afflusso di motori più efficienti sul mercato e risultati estremamente interessanti in termine di riduzione dei consumi. La Commissione Europea ha promosso recentemente uno studio dei motori elettrici disponibili sul mercato per poter elaborare una etichetta energetica anche per questi dispositivi. La CE ha anche reso disponibile il software/database EURODEEM che consente di scegliere in modo ragionato soluzioni efficienti a partire da quanto già installato. Nel 1999 si è raggiunto un accordo volontario, da parte dei produttori, di etichettatura di efficienza energetica, secondo tre classi di efficienza: si veda l’Appendice per maggiori informazioni. Gli ambiti in cui tuttavia il potenziale di risparmio è molto alto è quello dove è possibile adoperare motori a velocità variabile (ASD - adjustable speed drive -), ovvero in tutte le applicazioni ove è necessario fornire un'operazione meccanica di intensità variabile nel tempo (tipicamente quando si tratta di regolare moti di sostanze fluide -sistemi di pompaggio nei processi produttivi e sistemi per il condizionamento degli ambienti- o quando si ha un utlizzo del motore con cicli frequenti di attivazioni e disattivazioni –ascensori, montacarichi, presse, ecc.-). La possibilità di regolare l'operazione tramite riduzione o aumento del numero di giri del motore, invece che tramite altre operazioni meccaniche aggiuntive (come ad es., nel caso di regolazione di flussi di gas o liquidi, l'uso di valvole, che in realtà comportano solo la dissipazione di lavoro meccanico), porta a risparmi significativi attestantisi (a seconda delle applicazioni) da un 20% a un 70% con risparmi medi del

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40-50%. I motori a velocità variabile sono motori in corrente alternata alimentati da invertitori digitali (alimentazione elettronica) che regolano la tensione di ingresso (modificando pertanto la velocità di rotazione del motore). L'investimento aggiuntivo per l'acquisto di ASD è solitamente elevato. Tuttavia, per applicazioni ove le variazioni in intensità delle operazioni meccaniche siano frequenti e di entità consistente, i tempi di ritorno dell'investimento sono usualmente dell’ordine di 2 anni, con un intervallo di variabilità da pochi mesi a 3 anni. Il mercato europeo offre un'ampia varietà di ASD, per tutte le potenze, ma in particolare per basse e medie potenze (inferiori ai 100 kW). È anche possibile il rimodernamento di motori a velocità fissa già installati, grazie all'aggiunta di alimentatori elettronici, ma esso va considerato con cautela in quanto può talvolta comportare il problema di generazione sulla rete di armoniche indesiderate, maggiore rumorosità del motore, alterazione della resa del motore. Accanto all'efficenza delle tecnologie va tenuta in conto, nel caso delle macchine elettriche, la migliore gestione dell'energia rispetto ai compiti da svolgere: il sovradimensionamento dei motori rispetto ai carichi (come già osservato i motori sono per abitudine sottoutilizzati) e l'alimentazione in corrente continua piuttosto che in alternata (i motori a induzione hanno un'efficienza maggiore dal 2% al 10% al decrescere della potenza del motore) sono due cause di cattiva gestione dell'energia per compiere un medesimo compito.

3.8 Alcuni esempi di risparmio nel settore elettrico Al fine di illustrare gli effetti sui consumi delle tecnologie ad alta efficienza, presentiamo nel seguito alcune situazioni concrete nei diversi macrosettori.

3.8.1 Consumi in un’abitazione In questo paragrafo illustriamo in modo sintetico, attraverso le tabelle, le possibilità di risparmio di elettricità in una abitazione tipo (di 3-4 persone). Risparmio di elettricità in una abitazione tipo per i diversi usi finali Caso attuale Caso massima

efficienza Confronto tra i due casi

Dispositivo Classe di efficienza energetica

Consumo annuo assoluto [kWh/a]

Classe di efficienza energetica

Consumo annuo assoluto [kWh/a]

Risparmio energetico (%) rispetto al caso attuale

Costo addizionale rispetto al caso standard

Risparmio economico annuo*

Illuminazione 410 75 82% 70.000 105.500 Frigorifero D 570 A 299 47% 300.000 85.000 Lavatrice D 290 A 170 41% 300.000 38.000 Lavastoviglie D 340 A 211 38% 300.000 41.000 Scaldabagno 1300 650 50% 100.000 205.000 TV 220 160** 27% 50.000 19.000 VCR 100 30** 70% 50.000 22.000 PC 90 60 33% 0 9.500 Ferro da stiro 150 150 0% 0 0 Altro 100 100 0% 0 0 Totale 3860 1905 51% 1.170.000 525.000 * basato su un prezzo medio del kWh di 315 Lire ** standby da 1 W

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Dettagli rispetto ai consumi di illuminazione Caso attuale Sostituzione Dispositivo Consumo [kWh/a] Dispositivo Consumo [kWh/a] Alogena da 150 W (salotto), 2 ore al giorno di accensione inverno e 1 ora accensione estate

82 CFL 23 W 12,5

Incandescente da 100W (cucina), 5 ore al giorno autunno-inverno e 2 ore primavera-estate

128 CFL 20 W 25,5

3 incandescenti da 60 W (stanze da studio e da letto), 3 ore al giorno autunno-inverno e 1 ora primavera-estate

131 3 CFL 11 W 24

3 incandescenti da 60 W (bagni e corridoi), 1 ora al giorno tutte le stagioni

66 3 CFL 11 W 12

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3.8.2 Consumi per illuminazione in un ufficio Le due tabelle nel seguito mostrano il confronto del retrofit degli impianti di illuminazione degli uffici dell’ACEA di Roma rispetto alla situazione presente al 199617. Si noti che il consumo si riduce oltre il 50% e l’intervento è economicamente redditizio (il CER è di 59 Lire contro le 250 Lire del prezzo medio del kWh elettrico per utenti del terziario). Confronto del nuovo e vecchio sistema di illuminazione fluorescente per una stanza d’ufficio tipo dell’edificio ACEA di Roma Situazione

attuale Sistema nuovo

Numero di lampade 12 8 Superficie (m²) 28 28 Potenza assorbita da singola lampada + reattore (W) 50,2 57 Potenza assorbita dal sistema di illuminazione (W) 602 228 Potenza installata (W/m²) 21,9 8,1 Ore d’uso 1.516 1.044 Consumi energetici annui (kWh/y) 914 238 Flusso luminoso della lampada (lumen) 2.000 5.000 Livello medio di illuminamento * (lux) 240 390 Prezzo della singola lampada** (Lire) 12.500 9.800 Prezzo del singolo apparecchio (incluso il ballast)*** (Lire) 101.000 267.000 Prezzo del sensore di presenza** (Lire) 320.000 Durata del sistema (anni) 28 28 Investimento totale**** (Lire) 544.000 1.465.000 * Facendo riferimento al caso attuale è stato assunto un rendimento ottico dell’apparecchio del 40% e un fattore di mantenimento di 0,7 ** I prezzi sono ottenuti da quelli dichiarati dai produttori nel listino prezzi 1996 applicando uno sconto del 30% *** Per quanto riguarda il caso attuale il prezzo dell’apparecchio tiene solo conto di una sua futura sostituzione tra 10 anni **** L’investimento totale include i costi (attualizzati all’anno 1996 con il tasso di sconto dell’8%) di sostituzione delle lampade lungo il tempo di vita del sistema

CER (nuovo impianto confrontato con quello attuale) Extracosto (Lire) 920.000 Tasso di sconto reale 8% Fattore di attualizzazione 0,09 CER (Lire/kWh) 59

17 Vedi “Building Cooling - Technologies and Strategies to Reduce Energy and

Power Demand”, Ambiente Italia et al. (1996)

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Appendici A1 Etichettatura energetica degli elettrodomestici L’Unione Europea con le Direttive Comunitarie 94/2/CE, 96/89/CE e 97/17/CE che implementano la Direttiva 92/75/EEC, impone l'obbligo dell'energy-labelling (etichettatura sulla qualità energetica) dei frigoriferi/congelatori18 (in vigore dal 1° gennaio 1995), lavabiancheria (in vigore dal 1° aprile 1996) e asciugabiancheria (in vigore dal 30 settembre 1996) e delle lavastoviglie (in vigore dal 1° luglio 1999). La Direttiva impone che l'etichetta sia posta in modo ben visibile sull'apparecchio e deve contenere indicazioni sulle caratteristiche tecnico-energetiche del modello, oltre all'eventuale marchio di qualità ecologica -ecolabel- ed un indicatore sintetico dell’efficienza energetica del prodotto (e di efficacia di lavaggio e asciugatura per le lavabiancheria e le lavasciugatrici) denominato classe di efficienza. Ogni Stato membro doveva impegnarsi a tradurre le Direttive CE in norme a livello nazionale. Dopo alcuni anni di attesa le Direttive per i frigoriferi e per le lavatrici sono state recepite anche in Italia19 e quella sui frigoriferi è diventata operativa nel novembre ‘98, mentre per le lavatrici è obbligatoria dal giugno del 1999. La Direttiva sulle lavastoviglie è stata recepita in Italia da pochissimo tempo (novembre 1999) ed è divenuta operativa nel maggio 2000. Nonostante la legge preveda sanzioni per chi non applica la direttiva, ad oggi non è raro trovare prodotti esposti nei negozi che non riportano l’etichetta energetica in posizione facilmente visibile. In ogni caso non esistono attualmente casi di punti vendita ove l’etichetta energetica sia stata spiegata e pubblicizzata20. Per i frigoriferi/congelatori la Direttiva spiega negli allegati come debba essere strutturata l'etichetta: dall'alto verso il basso si hanno l'indicazione del costruttore e del modello, la categoria d'efficienza/consumi dell'apparecchio (sono definite sette classi indicate da lettere successive dell'alfabeto -dalla A alla G-, che individuano i bassi fino agli alti consumi), l'eventuale marchio di qualità ecologica (eco-label), l'indicazione del consumo annuo dell'apparecchio (in base a risultati di prove standard), l'indicazione dei volumi netti di refrigerazione (volume alimenti freschi) e di congelazione (volume alimenti congelati) o degli altri comparti eventualmente presenti, l'indicazione del numero di stelle del comparto più freddo, l'indicazione se l'apparecchio è "no-frost", l'indicazione della capacità di congelazione (kg di alimenti/24h), l'indicazione della rumorosità dell'apparecchio e infine la dicitura sulla possibilità di ulteriori informazioni sull'apparecchio in base agli opuscoli illustrativi del prodotto stesso. Il criterio per definire la classe di efficienza energetica del prodotto è basato sull'indice I di efficienza energetica21, definito come rapporto tra il consumo annuo effettivo dell'apparecchio e un consumo standard. Quest'ultimo è calcolato in funzione del volume aggiustato22 (Vadj) attraverso una relazione lineare i cui coefficienti sono definiti in base al tipo di frigorifero: ad esempio nel caso dei frigocongelatori si ha la retta 303.0 + 0.777*Vadj proposta dal GEA (Group for Efficient Appliances), individuata per il parco frigoriferi europeo del 1992. Un frigorifero risulta di classe A se I < 55 classe B se 55 <= I < 75 classe C se 75 <= I < 90 classe D se 90 <= I < 100 classe E se 100 <= I < 110 classe F se 110 <= I < 125

18 O meglio, di tutte le apparecchiature domestiche destinate alla refrigerazione dei cibi, di qualunque genere, purché coinvolgano temperature inferiori a quella ambiente si va quindi dalla temperatura di cantina di +10°C alla congelazione a -18°C o a temperature inferiori. 19 Nel maggio del 1998 per i frigoriferi/congelatori (DM 2 aprile 1998) e nell'ottobre del 1998 per le lavatrici (DM 7 ottobre 1998). 20 L’etichetta trova spesso ampia descrizione essenzialmente sui cataloghi dei

prodotti. Recentemente anche un grosso distributore di elettrodomestici a livello nazionale ha riportato la spiegazione dell’etichetta energetica in una propria brochure di promozione commerciale.

21 I viene espresso in percentuale. 22 È il volume di ciascuno scomparto, a temperatura caratteristica,

dell'apparecchio frigorifero corretto per un opportuno fattore che tiene conto degli scambi termici dello scomparto con l'esterno.

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classe G se 125 <= I Per le lavabiancheria e le lavastoviglie la definizione di un'etichetta energetica è stata più complessa in quanto le associazioni di produttori richiedevano giustamente che accanto alla classe di efficienza energetica fosse indicata la classe di efficienza di prestazione (qualità del lavaggio); quest'ultima ha richiesto pertanto un insieme di norme che chiariscono come misurare la prestazione in modo omogeneo per i vari apparecchi. Per le lavatrici la Commissione ha così definito un indice C di efficienza energetica pari al consumo di energia in kWh per kg lavato con ciclo normale cotone 60°C, e una lavatrice risulta di classe A se C ≤ 0,19 classe B se 0,19 < C ≤ 0,23 classe C se 0,23 < C ≤ 90 classe D se 0,27< C ≤ 0,31 classe E se 0,31 < C ≤ 0,35 classe F se 0,35 < C ≤ 0,39 classe G se 0,39 > C Per le lavastoviglie ad uso domestico il criterio per definire la classe di efficienza energetica del prodotto è basato sull'indice Et definito come rapporto fra il consumo di energia standard (C) ed il "consumo di riferimento" (Cr). Quest'ultimo è calcolato con una relazione lineare i cui coefficienti sono definiti in base al numero di coperti (S): Cr = 1,35 + 0,025 * S se S ≥ 10 Cr = 0,45 + 0,09 * S se S ≤ 9 Una lavastoviglie risulta di classe A se Et ≤ 0,64 classe B se 0,64 < Et ≤ 0,76 classe C se 0,76 < Et ≤ 0,88 classe D se 0,88 < Et ≤ 1,00 classe E se 1,00 < Et ≤ 1,12 classe F se 1,12 < Et ≤ 1,24 classe G se Et > 1,24

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En e rg iaLo g oABC123

CostruttoreModello

Ba ssi c o n su m i

ABCDEFG

A lti c o n su m i

B

X YZ

xyzxyz

RumoredB(A) re 1 pW

xz

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ABC

DE

FG

B

ABCCostruttoreModello

Il consumo effettivo dipende dal modoin cui l’apparecchio viene usato

AB C DEFGA: alta G: bassa

A: alta G: bassaABC EFGD

1100

y.zConsumo di acqua in l yxRumorosità XY

xyz

Gli opuscoli illustrativicontengono una scheda particolareggiata

Norma EN 60456Direttiva 95/12/CE relativa all’etichettatura delle lavatrici

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A2 Etichettatura energetica delle lampade per uso domestico La Direttiva Comunitaria 98/11/CE impone, a partire dal 1° luglio 1999, l'obbligo dell'energy-labelling (etichettatura indicante l’efficienza energetica) delle lampade ad uso domestico. Le tipologie di lampade interessate sono: incandescenti, fluorescenti compatte integrate con alimentatore e fluorescenti (lineari e compatte non integrate). L’etichetta deve essere visibile sull’imballo della lampada e può essere in bianco e nero o a colori come nel caso dei grandi elettrodomestici. Sull’etichetta sono riportati: i lumen, la potenza assorbita, la durata e la classe di efficienza energetica della lampada. La classe di efficienza energetica è definita secondo le seguenti modalità. Una lampada è di classe A se verifica le seguenti condizioni: - per lampade fluorescenti senza alimentatore integrato: W ≤ 0,15 (Φ)1/2 + 0,0097 Φ - per le altre lampade W ≤ 0,24 (Φ)1/2 + 0,0103 Φ dove W è la potenza assorbita dalla lampada (espressa in watt) Φ è il flusso luminoso (espresso in lumen). Se la lampada non è di classe A si calcola l’indice di efficienza energetica EI EI = W/WR essendo WR definito come segue - se Φ > 34 lumen WR = 0,88 (Φ)1/2 + 0,049 Φ - se Φ ≤ 34 lumen WR = 0,2 Φ; dopodiché la classe di efficienza energetica è determinata secondo la seguente tabella:

Classe di efficienza energetica Indice di efficienza energetica EI B EI < 60% C 60% ≤ EI < 80% D 80% ≤ EI < 95% E 95% ≤ EI < 110% F 110% ≤ EI < 130% G EI ≥ 130%

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A3 Etichettatura energetica dei motori elettrici trifase a induzione (motori standard) La Commissione Europea ha raggiunto nel 1999 un accordo di programma con la CEMEP (European Committee of Manufacturers of Electrical Machines and Power Electronics) per la definizione di un’etichetta energetica per i motori elettrici trifase a induzione a gabbia di scoiattolo (da 1,1 a 90 kW; a 2 o 4 poli; operanti con tensione a 400 V e frequenza della corrente pari a 50 Hz). Sono state definite tre classi di efficienza (eff1, eff2, eff3) secondo il rendimento del motore rispetto alla potenza nominale (pensando di utilizzare il motore a pieno carico). I valori di efficienza sono indicati nelle tabelle successive.

Motori a 4 poli kW eff3 se ηηηηN eff2 se ηηηηN eff1 se ηηηηN 1,1 < 76,2 ≥ 76,2 ≥ 83,8 1,5 < 78,5 ≥ 78,5 ≥ 85,0 2,2 < 81,0 ≥ 81,0 ≥ 86,4 3 < 82,6 ≥ 82,6 ≥ 87,4 4 < 84,2 ≥ 84,2 ≥ 88,3 5,5 < 85,7 ≥ 85,7 ≥ 89,2 7,5 < 87,0 ≥ 87,0 ≥ 90,1 11 < 88,4 ≥ 88,4 ≥ 91,0 15 < 89,4 ≥ 89,4 ≥ 91,8 18,5 < 90,0 ≥ 90,0 ≥ 92,2 22 < 90,5 ≥ 90,5 ≥ 92,6 30 < 91,4 ≥ 91,4 ≥ 93,2 37 < 92,0 ≥ 92,0 ≥ 93,6 45 < 92,5 ≥ 92,5 ≥ 93,9 55 < 93,0 ≥ 93,0 ≥ 94,2 75 < 93,6 ≥ 93,6 ≥ 94,7 90 < 93,9 ≥ 93,9 ≥ 95,0

Motori a 2 poli

kW eff3 se ηηηηN eff2 se ηηηηN eff1 se ηηηηN 1,1 < 76,2 ≥ 76,2 ≥ 82,8 1,5 < 78,5 ≥ 78,5 ≥ 84,1 2,2 < 81,0 ≥ 81,0 ≥ 85,6 3 < 82,6 ≥ 82,6 ≥ 86,7 4 < 84,2 ≥ 84,2 ≥ 87,6 5,5 < 85,7 ≥ 85,7 ≥ 88,6 7,5 < 87,0 ≥ 87,0 ≥ 89,5 11 < 88,4 ≥ 88,4 ≥ 90,5 15 < 89,4 ≥ 89,4 ≥ 91,3 18,5 < 90,0 ≥ 90,0 ≥ 91,8 22 < 90,5 ≥ 90,5 ≥ 92,2 30 < 91,4 ≥ 91,4 ≥ 92,9 37 < 92,0 ≥ 92,0 ≥ 93,3 45 < 92,5 ≥ 92,5 ≥ 93,7 55 < 93,0 ≥ 93,0 ≥ 94,0 75 < 93,6 ≥ 93,6 ≥ 94,6 90 < 93,9 ≥ 93,9 ≥ 95,0

La CEMEP si è impegnata a promuovere la diffusione di motori di classi eff1 ed eff2.

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A4 Standard minimi di efficienza per gli elettrodomestici Insieme all’informazione fornita ai consumatori dall’etichetta energetica l’Unione Europea ha considerato utile forzare il mercato a rinnovarsi ed eliminare direttamente dal mercato prodotti di bassa efficienza, introducendo degli standard minimi di efficienza. A seguito di uno studio condotto dal GEA (Group for Efficient Appliances) nel 1993, nel settembre 1996 è stata adottata la Direttiva Europea (96/57/CE) per gli standard minimi di efficienza per le apparecchiature refrigeranti domestiche, che è divenuta effettiva nel settembre del 1999. La Direttiva impone l’eliminazione dalla produzione dei frigoriferi e congelatori a bassa efficienza (dalla classe G alla classe D –con deroga alla classe E nel caso dei congelatori-, a seconda della categoria dell’apparecchio), ma non elimina la presenza sul mercato di apparecchi inefficienti già precedentemente prodotti e non ancora venduti. In Italia la Direttiva è stata recepita nel novembre del 1999. L’effetto della Direttiva è di produrre un miglioramento del 15% dell’efficienza del parco frigoriferi disponibile attualmente sul mercato rispetto al parco disponibile nel corso del 1993. Rispetto allo studio del GEA, lo standard assunto al 1999 è di portata ridotta. Il GEA proponeva come standard di minima efficienza a breve termine (entro il 1995) il valore di riduzione dei consumi del 10% o 15%. La configurazione di efficienza a lungo termine (pensata attuabile dal GEA per il 1999) avrebbe comportato un risparmio degli apparecchi attualmente venduti tra il 38% e il 55% (a seconda del modello di partenza). L'implementazione nei Paesi della UE dello standard del 10% nel 1995 e dello standard a lungo termine nel 1999 avrebbe consentito un risparmio (rispetto allo scenario di riferimento, ovvero l'assenza di standard) di 452 TWh e una riduzione di emissioni di CO2 pari a 210 Megatonnellate.

A5 Standard raccomandati di efficienza per l’illuminazione Nella tabella seguente sono indicati i valori raccomandati per i livelli di illuminamento e per le potenze specifiche installate (W/m²) relative ai sistemi di illuminazione di diversi ambienti, facendo riferimento alle norme UNI e a soluzioni tecnologicamente innovative ormai collaudate. Il confronto fra i dati in tabella e la situazione di un ambiente reale aiuta a capire dove intervenire per migliorare l’efficienza dell’impianto (sostituzione di apparecchi illuminanti scadenti, scelta di una sorgente luminosa più efficiente, dimensionamento corretto, disposizione più razionale degli apparecchi).

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Standard raccomandati di efficienza energetica per sistemi di illuminazione (lampade e potenza specifica installata)

Tipologia ambiente

Compito visivo o attività Livello di illuminamento raccomandato

(lux) (1)

Tipologia di lampade (2)

Standard raccomandato

di potenza specifica installata (W/m²) (3)

Abitazioni e Alberghi

Cucina/Camere 300 FSH 6-12 (AI)

Scuole Aule (lettura e scrittura) Auditori/Sale riunioni Corridoi/Scale

500 200 150

FDH/FSH FDH/FSH FDH/FSH

8-14 (PP) 5-10 (PP) 4-10 (PP)

Biblioteche Scaffali verticali Lettura

200 500

FDH/FSH FDH/FSH

4-8 (PP) 8-14 (PP)

Ospedali Camere Corsie (illuminazione generale)

300 100

FDH FDH

6-10 (AI/PP) 3-8 (AI/PP)

Uffici Scrivania Lavoro con videoterminali

300 200

FDH FDH

6-10 (AI/PP) 4-8 (AI/PP)

Negozi e magazzini

Esposizione merci su banco/corsia Vetrina

500 750

FDH FSH/M

10-15 (AI/PP) 15-22 (AI/PP)

Impianti sportivi Palestre/Piscine 300 FDH/M 7-12 (AI) Industrie Aree magazzino

Lavorazioni su macchine utensili o simili Lavorazioni pericolose o di alta precisione

200 500 750-1000

FDH/M/S FDH/M FDH/M

4-8 (AI/PP) 6-15 (AI/PP) 15-30 (AI/PP)

Illuminazione stradale (4)

Strade con traffico di veicoli e pedoni

25 SAP 1-5 (AI)

(1) livelli medi di illuminamento raccomandati dalla CIE (2) Le sigle vanno interpretate secondo la codifica internazionale ILCOS: FDH: lampada a fluorescenza lineare corredata di alimentazione elettronica FHS: lampada a fluorescenza compatta integrata con alimentatore elettronico M: lampada a ioduri metallici S: lampada a vapori di sodio ad alta pressione (3) I valori di potenza specifica sono ricavati facendo riferimento all'assenza completa del contributo di luce naturale. L'indicazione di un intervallo di valori ha lo scopo di tener conto di differenze di geometria degli edifici/locali, così come delle tecnologie adoperate nell'impianto finale. Si noti che i risparmi apportati dai dimmer non riguardano l'abbassamento della potenza installata, ma piuttosto la potenza di effettivo utilizzo o il numero d'ore d'uso del sistema illuminante. Le sigle indicate tra parentesi accanto ai valori di potenza installata raccomandata corrispondono alla fonte dei valori e vanno interpretate nel modo seguente: AI: elaborazioni condotte da Ambiente Italia Srl su dati dei produttori e verifiche di progettazione illuminotecnica PP: misure ottenute in progetti pilota o interventi di retrofit già realizzati all’estero o in Italia (4) Per l'illuminazione stradale si tiene conto di apparecchi disposti in modo che la luce emessa non venga ostacolata da alberi o opere murarie.

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4. Azioni per il risparmio

4.1 Illuminazione Gli interventi di risparmio nel settore dell’illuminazione rappresentano un campo di estremo interesse, visto che le tecnologie sono mature e la consapevolezza degli utenti sta aumentando. E’ opportuno distinguere tra azioni da promuovere per il settore domestico e azioni da promuovere per il settore terziario e industria.

4.1.1 Il settore domestico Il settore domestico mostra le possibilità più interessanti visto che la tecnologia che si va a sostituire è quella delle lampade ad incandescenza che ha un tempo di ricambio generalmente di circa 1 anno. La sostituzione con lampade fluorescenti compatte ad alimentazione elettronica è quella più naturale ed efficace. Interventi ad ampia scala sull’intera utenza comunale/provinciale sono certamente realizzabili e rappresentano un modo assolutamente indicato per contenere i consumi (in vista dell’attuazione dei limiti di Kyoto). Peraltro interventi sull’illuminazione domestica aiutano ad abbassare il picco di carico (mattutino e serale) invernale che spesso risulta un costo non indifferente per le aziende elettriche. Gli strumenti più efficaci e rapidi per una maggiore diffusione delle CFL sono campagne di informazione rivolte al pubblico e campagne promozionali a prezzi molto contenuti (al di sotto delle 15.000 Lire23). Alcune campagne di informazione e promozione delle CFL elettroniche sono state attivate in Italia (Roma, Ravenna, Padova, Valle d’Aosta, Torino), dimostrando che l’informazione del consumatore è un elemento fondamentale nell’adozione di una tecnologia nuova ed efficiente. Peraltro diverse iniziative a livello europeo si stanno ormai consolidando coinvolgendo le associazioni di categoria delle utility elettriche. In Italia la Federelettrica ha contrattato con l’ASSIL (l’associazione nazionale produttori illuminazione) un prezzo per le lampade fluorescenti compatte pari a 13.000 Lire (indipendentemente dalla potenza della lampada). Il Comune ha in questo caso un doppio ruolo: • attivare una campagna di informazione capillare (eventualmente in collaborazione con i

produttori di lampade e/o l’azienda elettrica), attraverso brochure inviate a tutti gli utenti, manifesti pubblicitari, sportelli informativi aperti al pubblico, punti di informazione itineranti (per esempio presso i mercati comunali o in punti ad alta affluenza del centro abitato) dove le persone abbiano modo di verificare direttamente l’efficacia delle tecnologie efficienti

• attivare tavoli di lavoro con i produttori (per concordare sconti sull’acquisto delle lampade), con i rivenditori (per concordare il loro coinvolgimento in eventuali iniziative di incentivi all’acquisto) e con l’azienda elettrica (per attivare incentivi agli utenti successivamente recuperabili con il meccanismo di aggiustamento tariffario previsto dall’Autorità o prestiti all’utenza successivamente recuperabili sulla bolletta).

4.1.2 Il settore terziario Per quanto riguarda il settore Terziario normalmente la difficoltà ad installare tecnologie efficienti è legata al fatto che l’investimento iniziale è elevato. La maggiore diffusione di sistemi di illuminazione efficienti nel terziario deve superare: 1) alcune lentezze del mercato: nonostante il tema del risparmio proprio nell’illuminazione ha

avuto a partire dagli anni ’80 un forte impulso, sussistono ancora un certo “laissez faire” da

23 L’IKEA sta proponendo lampade CFL elettroniche al di sotto delle 10.000 Lire.

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parte dei produttori e resistenze negli installatori (che spesso sono il primo riferimento per la scelta di un nuovo sistema di illuminazione)

2) investimenti iniziali non indifferenti per le nuove tecnologie Un compito dell’amministrazione comunale/provinciale è quello di attivare tavoli di lavoro che portino all’incentivazione di interventi di risparmio nel terziario: ✓ campagne informative rivolte agli utenti, da un lato, e agli installatori, dall’altro; ✓ attivazione delle associazioni dei produttori per promuovere la consulenza attenta degli utenti e

una riduzione dei prezzi (considerando eventuali iniziative di procurement); ✓ attivazione di un servizio di consulenza per interventi di retrofit (in particolare di edifici

pubblici e grosse utenze private), che consenta la stesura di capitolati prestazionali che forzino la ditta esecutrice dei lavori all’adozione delle tecnologie ad alta efficienza;

✓ attivazione di finanziamenti da parte di terzi (in cui l’azienda elettrica sia coinvolta in prima istanza: la possibilità, predisposta dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, di recupero, tramite la tariffa elettrica, degli investimenti effettuati dall’azienda elettrica va considerata con estremo interesse).

Progetti pilota possono essere attivati da parte dell'azienda elettrica o dell’amministrazione in concerto con aziende interessate, in modo da creare un consorzio finanziario/tecnologico. Un compito non meno importante da parte dell’amministrazione è quello di adeguare la propria normativa alle esigenze di maggior efficienza negli impianti: • recepimento nel proprio regolamento edilizio delle raccomandazioni per la realizzazione di

sistemi di illuminazione efficienti (si veda l’esperienza del Comune di Padova) • norme contro l’inquinamento luminoso per gli impianti di illuminazione pubblica. Uno strumento che le amministrazioni possono attivare rispetto al proprio patrimonio è quello del capitolato prestazionale, in modo da introdurre un discorso di efficienza energetica a monte del lavoro di progettazione di interventi di riqualificazione. Nel corso del febbraio 2000 è stato lanciato dalla Commissione Europea il programma GreenLight, sulla base dell’esperienza americana dell’EPA. Il programma si rivolge specificatamente al settore non domestico e intende coinvolgere agenzie nazionali per l’energia come promotori da un lato e i consumatori dall’altro. La partecipazione non garantisce un appoggio finanziario per la realizzazione di progetti di qualificazione degli impianti di illuminazione, ma consente la consulenza attraverso materiali informativi specifici e il diritto a riconoscimenti pubblici (utilizzo del logo della campagna, pubblicità, premi, ecc.). I consumatori che aderiscono (divenendo “partner” del programma) si impegnano (attraverso un documento sottoscritto davanti alla Commissione Europea): • per gli spazi esistenti, a ridurre il consumo totale di illuminazione del 30% o a rimodernare

almeno il 50% degli impianti secondo i criteri definiti dal programma • per i nuovi spazi, scegliere tra le possibili opzioni di impianti quella a minor consumo e

massima quantità di luce fornita, purché l’investimento previsto non goda di un tasso interno di ritorno superiore al 20%

• a realizzare gli interventi di riqualificazione/riduzione dei consumi entro 5 anni • inviare un rapporto annuale sui progressi dei lavori • nominare un Corporate Manager responsabile della esecuzione del programma. Le tecnologie promosse dal programma GreenLight ricadono nell’ambito di soluzioni mature, che consentono risparmi tra il 30% e il 50%, con tassi di ritorno degli investimenti tra il 20% e il 50%.

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4.2 Apparecchiature elettroniche Anche nel caso delle apparecchiature elettroniche il tempo di sostituzione è ragionevolmente rapido (per lo meno nei settori terziario e industria), per cui l’attivazione di opportune politiche rivolte al risparmio può avere interessanti ricadute. Come nel caso dell’illuminazione il ruolo del Comune/Provincia è da un lato quello di informare gli utenti (brochure e campagne di informazione) e dall’altro quello di definire capitolati prestazionali per l’acquisto di nuovi macchinari per uso ufficio relativamente al proprio patrimonio. Va osservato che gran parte della riduzione dei consumi dei dispositivi elettronici è legata al comportamento degli utenti (che possono attivare o meno la modalità di standby, spegnere o meno l’apparecchio, ecc.): è importante attivare campagne di sensibilizzazione e informazione degli utenti su come risparmiare negli uffici (il consenso ottenuto dall’iniziativa promossa dall’Ecosportello della Valle d’Aosta nel 1996 per il risparmio negli uffici dell’amministrazione regionale è un indicatore dell’efficacia di campagne di informazione rivolta agli stessi impiegati delle amministrazioni). Purtroppo il settore delle apparecchiature ad uso ufficio patisce di una varietà e mobilità del mercato molto accentuata: il prezzo e la componentistica sono gli elementi trainanti, mentre le prestazioni energetiche non trovano adeguata attenzione. L’assenza di una normativa nazionale o europea che obblighi a una precisa indicazione delle prestazioni energetiche del prodotto (al di là di consentire una graduatoria di classi di efficienza energetica) si avverte con chiarezza. Per quanto riguarda il settore domestico proprio l’assenza di una etichettatura energetica obbligatoria e l’estrema vivacità del mercato rendono molto difficile un discorso di incentivo o educazione all’acquisto intelligente. Risulta allora interessante poter promuovere campagne di educazione al risparmio (eventualmente combinate con iniziative per altre apparecchiature) per stimolare l’adozione di comportamenti energeticamente efficienti. E’ auspicabile che l’amministrazione o l’azienda elettrica possano promuovere tavoli di lavoro con i produttori e i rivenditori per formulare accordi di programma per la fornitura di dispositivi ad alta efficienza in primo luogo per gli uffici amministrativi (o altri grandi utenze: banche, industrie, ecc.) e successivamente per i punti vendita presenti sul territorio. Questa azione si colloca all’interno di un lavoro che la IEA (International Energy Agency) sta promuovendo già da un paio d’anni (attraverso una intensa campagna di informazione e la stesura di accordi programmatici con i produttori sul tema delle dissipazioni da standby) e può divenire un accordo di insieme analogo al programma GreenLight.

4.3 Condizionamento estivo Il condizionamento estivo è un terreno più complesso, ma che sicuramente si pone come centrale nei ragionamenti di contenimento dei consumi, essendo la voce di consumo che sta subendo i maggiori incrementi negli ultimi anni (incluso il settore domestico). La complessità nasce dal fatto che • in molti casi il condizionamento estivo non è un’effettiva esigenza, ma si pone come

opportunità di comfort di un ambiente • esistono soluzioni di raffrescamento alternative all’uso di un dispositivo elettrico di

condizionamento (includendo interventi sugli involucri degli edifici e sulle caratteristiche costruttive).

E’ importante sempre considerare il discorso del condizionamento in modo integrato con i carichi interni dell’edificio. E’ di estrema importanza che il Comune adotti nel regolamento edilizio alcuni criteri di buona esecuzione dei lavori relativamente al contenimento dei consumi sia per interventi che riguardano il nuovo costruito, sia per interventi di retrofit dell’esistente (si dovrebbe arrivare all’indicazione di valori limite di trasmittanza termica che un edificio non deve superare). In alternativa a obblighi

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prestazionali potrebbe risultare molto efficace a futuro l’etichettatura energetica di un edificio, su cui sono in corso studi finanziati dalla Commissione Europea. Come nel caso dell’illuminazione, andranno attivati a livello comunale campagne informative, consulenze per capitolati prestazionali, tavoli di lavoro con i produttori, ecc. Nel caso dell’industria la quota di consumo destinata al condizionamento degli ambienti non è rivolta soltanto a garantire il comfort delle persone, ma in buona parte al mantenimento di condizioni di temperatura e umidità necessarie per un dato processo produttivo. Pertanto non è opportuno parlare di solo condizionamento estivo, ma piuttosto di condizionamento per tutto l’anno. Anche in questo caso si tratta di fornire strumenti di consulenza per garantire che i consumi destinati all’operazione di condizionamento non possano essere ridotti (attraverso nuove tecnologie per il raffrescamento o attraverso modifiche del ciclo produttivo).

4.4 Apparecchiature per la refrigerazione e il lavaggio Considerando il settore domestico le possibilità di risparmio energetico con i grandi elettrodomestici sono consistenti, in quanto esistono già sul mercato prodotti ad alta efficienza. Tuttavia scarsa è l’attenzione data dai consumatori su tale argomento, per cui molti degli acquisti sono basati su altre caratteristiche dell’apparecchio: spazio occupato rapportato al volume (di refrigerazione o lavaggio), design, rumorosità, sicurezza. Un ruolo fondamentale nell’acquisto è giocato dal rivenditore, che in generale però ancora non riconosce un interesse commerciale nel promuovere prodotti ad alta efficienza. La scelta dell’elettrodomestico è facilitata dalla consultazione di un database (ad accesso pubblico) degli elettrodomestici venduti sul mercato. Uno di questi è rappresentato dal software ELDA, di cui verranno forniti maggiori ragguagli nel seguito. Un tale strumento è utilissimo per la promozione di prodotti efficienti tramite uno sportello energia del Comune. In un panorama non molto attento ai temi del risparmio va tuttavia ricordato che il Ministero dell’Ambiente in vista dell’appuntamento di Kyoto del 1997 aveva assunto l’impegno di una riduzione dei consumi elettrici italiani di 45 TWh al 2005. Tra le azioni di risparmio era prevista una riduzione del 30% proprio dei consumi per grandi elettrodomestici. C’è da citare anche l’atteso incentivo, da parte dello Stato, sulla rottamazione del vecchio elettrodomestico, a vantaggio di uno nuovo di classe energetica elevata (analogo alla rottamazione delle auto). Tale incentivo farebbe utilizzo dei fondi resi disponibili dalla carbon tax. In questo panorama complesso il ruolo degli enti locali diventa essenziale per scegliere in quale direzione muoversi. Per tutte le tipologie di grandi elettrodomestici, i motivi della minore diffusione dei prodotti a maggior efficienza non sono quelli che potremmo aspettarci tipicamente per prodotti tecnologicamente migliori, ossia un livello più alto dei prezzi di vendita, o una minore affidabilità, ma sono legati ad altre ragioni24. Difatti il consumatore, poiché non ancora consapevole del valore del risparmio energetico, è portato a scegliere il grande elettrodomestico principalmente guardando ad alcune caratteristiche evidenti di qualità del prodotto (robustezza, affidabilità e longevità), alla riconoscibilità del marchio, all'estetica (in particolare il colore è diventato oggi, a differenza di ieri, una variabile di marketing importante) e alle dotazioni di optional particolari (per esempio le caratteristiche degli interni o la capacità di congelamento o il no frost o il ghiaccio rapido per gli apparecchi per la refrigerazione). L'introduzione dell'etichetta di qualità energetica non ha ancora 24 A. Gross, M. Sakulin e P. Sattler, Domestic appliances - energy and economy, Proceedings of the 1995 ECEEE Summer Study Sustainability and the Reinvention of Government - A Challange for Energy Efficiency, 1995 convalidano l'idea che i prezzi siano dovuti piuttosto a differenze di design o di numero di apparati accessori di cui il prodotto è corredato che non all'efficienza energetica dell'apparecchio stesso.

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prodotto gli effetti desiderati. D'altra parte i rivenditori nella maggior parte dei casi ignorano l'etichetta nella presentazione dei diversi prodotti. Il produttore quindi non si preoccupa di offrire prodotti a maggior efficienza energetica, ma piuttosto apparecchi qualitativamente ed esteticamente migliori a prezzi sempre più competitivi25. Non sempre l'efficienza energetica è compatibile con queste esigenze e a volte entra in contraddizione con esse. Un esempio che chiarisce la situazione del mercato italiano degli elettrodomestici efficienti è il seguente: la Zanussi/Electrolux produce in Italia il congelatore di classe Super A (con compressore ad alta efficienza), ma il prodotto è destinato al mercato estero del Nord Europa. Per rendere efficace l'azione dell'etichettatura energetica sarà quindi importante incentivare l'acquisto dei prodotti ad alta efficienza, con sconti al momento dell'acquisto, in modo da stimolare quanto più possibile l'interesse dell'acquirente. Tuttavia, proprio l'assenza di correlazioni fra prezzo ed efficienza energetica rende un po’ più complicato il discorso dello stimolare il mercato dei prodotti più efficienti, siccome è la disomogeneità di caratteristiche "accessorie" a mettere in difficoltà il consumatore nel riconoscere la ricaduta economica positiva negli anni che il prodotto ad alta efficienza gli consente di ottenere (il cliente può preferire un apparecchio bello ma inefficiente rispetto ad uno bello ed efficiente che però deve pagare di più, se non è informato di quanto questo gli verrà a costare su tutto il ciclo di vita). In effetti, l'etichetta così come attualmente predisposta dalla CE non consente al consumatore di avere un immediato riscontro dell’effettivo risparmio economico annuo (ovviamente standard, poiché comunque i consumi dell'apparecchio dipendono sempre dall'utilizzo e dalla sua collocazione fisica nei locali domestici26): del resto ciò significherebbe comparare i costi di gestione e il prezzo del frigorifero efficiente con uno meno efficiente, valutando il tempo di ritorno dell'extracosto iniziale; il che dipende dal prodotto scelto e va dunque calcolato di volta in volta27. In base all'esperienza olandese28, un coinvolgimento del rivenditore (adeguatamente preparato anche sugli aspetti tecnologici del prodotto), che porti argomenti convincenti a sostegno del prodotto energeticamente più efficiente, danno maggior impulso all'operazione. Dalla partecipazione alla campagna il rivenditore può trarre una pubblicità specifica condotta dall'ente che promuove la campagna. Riguardo a chi debba assumersi l'onere degli incentivi si possono valutare diverse soluzioni. Al momento il governo italiano sembra abbia messo in standby l’iniziativa di rottamazione dei vecchi elettrodomestici con incentivi ai consumatori per l’acquisto di prodotti di classi A, B o C, preferendo piuttosto la strada di promuovere strategie produttive innovative e a favore del risparmio da parte delle aziende. Non si hanno attualmente notizie di produttori che abbiano goduto di tali incentivi. Il Comune e l’eventuale agenzia locale per l'energia potrebbero adottare iniziative 25 Michel Colombier and Philippe Menanteau in "From energy labelling to performance standards: some methods of stimulating technical change to obtain grater energy efficiency" Energy Policy vol. 25, No 4 pp 425-434, 1997, a p. 426 afferma che il prezzo reale dei frigoriferi è praticamente rimasto invariato nel corso degli ultimi 30 anni. 26 Se l'apparecchio non gode di sufficiente ventilazione o è collocato vicino a

fonti di calore non riesce a cedere in tempi e quantitativi ragionevoli il calore che assorbe dalla cella frigorifera, consumando di più (in quanto ciò non consente di abbassare il più possibile la temperatura del liquido frigorigeno).

27 In Francia una ditta di vendita per corrispondenza ha offerto incentivi (di 200 franchi) ai consumatori per i prodotti più efficienti (classi A e B), pubblicizzando l'iniziativa con depliant illustrativi in cui viene indicato il costo negli anni dell'energia consumata dai diversi apparecchi (questi dati hanno un impatto molto positivo sul cliente nella scelta di apparecchi efficienti).

28 Refrigerator Trade-in Scheme (EnergieNed, Paesi Bassi), descitta in "Piano Energetico Ambientale di Roma" Ambiente Italia 1995, p. 301

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analoghe autonomamente. Si può pensare a un investimento da parte del Comune, eventualmente in concerto con la Provincia e con le aziende produttrici di frigoriferi o con i rivenditori, per presentare prodotti efficienti di prezzo basso (con un eventuale sconto aggiuntivo) o per ridurre l'extracosto iniziale, garantendo l'acquisto di un certo stock di apparecchi. In particolare sull'esempio di analoghe iniziative condotte in Francia dalla catena distributiva Boulanger29, potrebbe essere allestito un programma che coinvolga alcune grandi realtà commerciali presenti sul territorio comunale, per istruire ad esempio il personale addetto alle vendite ed alle tematiche del risparmio energetico per metterlo così in grado di valorizzare l'etichettatura energetica, spiegando ai clienti le differenza nei costi di esercizio in funzione del consumo di energia di ciascun prodotto. Contestualmente potrà essere raggiunto un accordo con diversi produttori per la fornitura di uno stock di elettrodomestici di classe A da promuovere in modo specifico. Sostanzialmente possiamo immaginare due gradi di intervento per stimolare con diversa intensità la sostituzione degli elettrodomestici con modelli ad alta efficienza energetica. Il primo grado di intervento corrisponde all’adozione di politiche capaci di incoraggiare l'acquisto dei prodotti più efficienti30 già oggi disponibili (di classe C, B ed A). Questo è il caso che sarebbe attuato con l'introduzione di incentivi, non particolarmente differenziati tra una classe e un’altra, alla rottamazione di frigoriferi a bassa efficienza. In questo caso non sarebbe favorita la diffusione dei prodotti più efficienti. Difatti considerato che generalmente i pochi elettrodomestici di classe A attualmente in commercio hanno un prezzo più alto di quelli di classe B e C, verrebbero ad essere venduti in gran maggioranza elettrodomestici di classe C e B. Il secondo grado di intervento può puntare alla sostituzione dei vecchi frigoriferi e la penetrazione dei nuovi prodotti più efficienti, in particolare degli elettrodomestici di classe A (eventualmente stimolando la produzione e/o la commercializzazione di prodotti più efficienti di quelli già oggi presenti in Italia sul mercato). Il Comune (tramite l’eventuale Agenzia comunale per l’energia) può stringere accordi volontari e di programma con i produttori e i rivenditori per la fornitura di un adeguato stock di prodotti di classe A da promuovere con una specifica campagna pubblicitaria, presso i rivenditori capaci di illustrare adeguatamente i vantaggi economici ed ambientali connessi all'efficienza energetica. Per promuovere gli acquisti e la sostituzione dei vecchi frigoriferi, oltre agli incentivi sulla rottamazione possono essere offerte condizioni di finanziamento all'acquisto particolarmente vantaggiose. Il Comune (o l’eventuale Agenzia comunale per l’Energia) potrebbe poi, in accordo con i rivenditori, monitorare nel tempo le vendite per poter valutare l'efficacia dell'azione intrapresa. Nell’ambito dei piani stralcio finanziati dal Ministero per l’Ambiente, il Comune di Cinisello Balsamo (afferente all’area Nord Milano che partecipa al programma) ha deciso di lanciare un progetto pilota per la incentivazione degli elettrodomestici di classe A. Il progetto è attualmente in corso (gennaio 2001) e vede appunto da un lato un tavolo di lavoro fra rivenditori e Comune per arrivare a possibili incentivi agli acquisti di frigoriferi e lavatrici di Classe A e dall’altro lato una campagna informativa a tappeto su tutto il territorio comunale, insieme a un servizio di consulenza (eventualmente a domicilio) e di monitoraggio che lo sportello energia fornirà alla cittadinanza. Il lavoro finora portato avanti mostra che la creazione di consorzi di Comuni (o un’intera Provincia) che promuovono su una stessa area geografica lo stesso tipo di azione potrebbe avere risultati estremamente incoraggianti e avrebbe maggiore potere di contrattazione anche con i produttori, 29 " Retailers: a possible stepping stone for promoting energy efficiency in

household appliances" M. Colombier (ICE) Attali (ICE) V, Heulard (ARE Nord Pas de Calais) in P. Bertoldi, A. Ricci, B.H Wajer 1999, pp 597 - 607

30 L’implementazione della Direttiva CE sugli standard di efficienza dei friogriferi è già di per sé un’ottima politica per incentivare l’evoulzione del mercato verso prodotti ad alta efficienza, tuttavia non obbliga all’eliminazione dal mercato dei prodotti già presenti di classe di efficienza bassa.

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innescando un circuito virtuoso che coinvolga infine auspicabilmente anche incentivi statali per i nuovi dispositivi (sull’esperienza della campagna nazionale danese dell’ultimo trimestre del 1999). Per quanto riguarda il settore terziario interventi di DSM per i sistemi di refrigerazione coinvolgono il settore commerciale, mentre interventi di DSM per i sistemi di lavaggio coinvolgono il settore commerciale e gli ospedali. In questo caso capitolati prestazionali (da parte delle grosse utenze ed enti) per l’acquisto dei macchinari che stabiliscano il livello di efficienza delle apparecchiature potrebbero risultare uno strumento molto efficace, unito a forme di finanziamento rese disponibili dalla azienda elettrica (con recupero sulla tariffa elettrica delle spese della campagna). E’ auspicabile che anche in questo settore possa essere promosso un discorso di etichettatura energetica come nel caso del domestico. Per quanto riguarda l’industria si tratta soprattutto di attivare una verifica dei processi produttivi. Questo implica da parte del Comune la promozione di tavoli di lavoro di discussione tra produttori di dispositivi, consulenti energetici e industria (energy manager).

4.5 Produzione di acqua calda sanitaria Le politiche rivolte alla riduzione dei consumi per produzione di acqua calda sanitaria si articolano su diversi fronti: • sostituzione dello scaldabagno elettrico con scaldabagno a gas (fuel-switch) • adozione di sistemi di riscaldamento ad energia solare con integrazione elettrica • installazione di timer e rubinetti a basso flusso (riducendo le esigenze di riscaldamento di acqua) Il ruolo del Comune è fondamentale nella promozione delle energie rinnovabili, nonché di tavoli di lavoro con le aziende energetiche per l’attivazione di campagne rivolte alla diffusione di timer/basso flusso o la sostituzione con il vettore gas31.

4.6 Motori elettrici Gli interventi di DSM per i motori elettrici nell'industria potrebbero articolarsi in • campagna informativa sulle novità tecnologiche (attivata dall'azienda elettrica e possibilmente

sviluppata con l'appoggio di uno sportello energia comunale o aziendale) • collaborazione tra azienda elettrica (e/o sportello energia e/o azienda di consulenza esterna) e

industria, per energy audit degli impianti installati e gestione dei carichi. 31 I problemi di sicurezza che spesso si incontrano nel momento di adottare un impianto per la produzione di ACS con gas potrebbero essere affrontati in maniera congiunta tra comune e azienda energetica, mentre attualmente vengono lasciati interamente a carico dell’utente o del proprietario dell’immobile.

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5. Monitoraggio dell’efficienza energetica Avendo considerato quali tecnologie ad alta efficienza (per gli usi finali elettrici) siano attualmente disponibili sul mercato e avendo considerato quali azioni possano essere promosse da parte delle amministrazioni a favore del risparmio, è ora opportuno soffermarsi su un punto che è estremamente importante, ovvero il monitoraggio dell’efficienza energetica del parco dispositivi, nonché il monitoraggio di interventi rivolti al risparmio (e dunque a incrementare l’efficienza energetica di un dato parco dispositivi). A qualunque livello si affronti il tema (singolo edificio o territorio comunale), il monitoraggio si colloca in modo naturale nel contesto di una pianificazione energetica. Come già osservato parlando di bilancio elettrico per usi finali, il modo di ripartire in usi finali i consumi elettrici (per un edificio o una categoria di utenze elettriche) prevederebbe già di per sé una procedura di monitoraggio: indagine della diffusione delle apparecchiature e indagine dei consumi specifici medi del parco apparecchiature. Se si pensa a un’analisi da condurre su un intero territorio si è già osservato che un audit energetica a tappeto (o anche su un campione significativamente statistico di utenze) è costoso e dunque improponibile. Le alternative possibili sono sostanzialmente rappresentate dalle indagini di mercato di istituti di marketing, che tuttavia sono estremamente costose e spesso difficili da reperire su scala locale. Un’alternativa di estremo interesse per quel che riguarda per lo meno il settore domestico, implementata qualche anno fa dal Comune di Bologna (nell’ambito dell’aggiornamento del bilancio cittadino delle emissioni e del piano relativo d’azione), attua una modalità di coinvolgimento dei rivenditori locali: ai rivenditori (soprattutto grossi distributori) viene richiesto di fornire i dati annui di vendita (per almeno gli ultimi due-tre anni) dei diversi dispositivi di utilizzo domestico (lampade e grandi elettrodomestici). L’analisi (vedi articolo allegato) ha dato risultati estremamente incoraggianti, per le sue caratteristiche di ripetibilità, semplicità, economicità e adattabilità a situazioni dinamiche locali (vedi campagna di promozione o trasformazioni del mercato dovute a nuove normative o lancio di nuove tipologie di prodotto). Accanto all’esperienza bolognese va citata l’esperienza in corso del Comune di Cinisello Balsamo, che nell’ambito della campagna di rottamazione degli elettrodomestici a favore della classe A, sta introducendo, insieme a un monitoraggio delle vendite, anche un monitoraggio a campione delle singole utenze, sia per quantificare meglio quanto è il risparmio raggiunto rispetto a una situazione pregressa, sia per raccogliere informazioni su quanto effettivamente un prodotto dichiarato di classe A presenti consumi ridotti anche successivamente all’installazione. Il monitoraggio è eseguito con strumenti di misurazione molto semplici. Quest’ultima esperienza è di estremo interesse per quel che riguarda un discorso più esteso di monitoraggio di campagne o interventi rivolti al risparmio: misurare la situazione pregressa e successiva all’intervento, consente di avere indicatori sulla bontà della campagna, nonché di quali accorgimenti, a futuro, dover adottare, per poter rendere ulteriormente efficace un intervento di risparmio.

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Dynamic Monitoring of energy efficiency of existing stock of appliances at a

local scale: the experience of the Bologna Municipality for the domestic sector (Italy)

R. Caponio, R. Pasinetti and F. Tutino, Ambiente Italia srl, v. C. Poerio 39, 20129 Milano, Italy, phone +39-02-27744215, fax +39-02-27744222, e-mail [email protected]

G. Fini and P. Ferrecchi, Comune di Bologna, Unità Ambiente, v. Zamboni 8, 40126 Bologna, Italy, phone +39-051-203173, fax +39-051-203175, e-mail [email protected]

Abstract Evaluation of energy saving potential due to the introduction of high efficiency appliances at a local scale (regional or municipal) has often to face the lack of data about appliance specifications of the existing stock. Correct evaluation needs energy audits of a statistically significant sample of users. This means an effort which is usually out of budget for local energy planning, forcing to accept rough estimates from data collected on a national bases, and surveys -phone interviews or simple questionnaires- (usually only reporting the distribution of appliances). Ordinary surveys have also the problem of giving scarce evidence of historical evolution of the existing stock of appliances. The solution to such a lack of data, are market surveys. However, getting detailed sales data by available marketing firms is a very expensive and sometimes difficult task at a local scale. This difficulty can be overcome by collecting data of sales directly from a sample of store within a given region. The experience of the Bologna Municipality in Italy shows that this operation is not as expensive and time consuming as expected, while it is more flexible and capable to uncover the evolution of existing stock of appliances. Starting from the necessity of updating the Greenhouse Gas Reduction Plan in 1999, the Bologna Municipality with the cooperation of Ambiente Italia srl has directly involved a few department stores on its territory to supply sales data of light bulbs and household appliances (noting brands and models). The cooperation of two department store chains (whose customers represent a good sample of the city population) allowed to cover a representative percentage of the domestic market of the city of Bologna. Three years time series (1996-98) allowed to reconstruct the existing stock of electrical appliances in the residential sector and yielded a good indicator of the market evolution. Unlike energy - audits of domestic users, the analysis of sales requires a methodology to link sales data to existing stock (for example some hypothesis about how old appliances are renewed). The existing domestic lighting stock could be reconstructed on a very reliable bases while more assumptions were required for cold and wet appliances. Sales data collection could give important insight about market transformation due to changes in products prices, sales promotions of specific appliances or consumers’ awareness about energy labelling. This same information could have been achieved with greater difficulty through an energy audit of domestic sector, yielding a more static picture. This cooperation between department stores and the Bologna Municipality is an on-going project allowing permanent and dynamic monitoring of energy efficiency of existing appliance stock, as well as promoting of DSM actions in the appliance sector. The experience in Bologna opens the route to a dynamic monitoring of energy efficiency of existing stock of appliances also for the service, industrial and heating sectors.

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Introduction

In the framework of Kyoto protocol many efforts have been carried out by National Governments and EU to reduce CO2 emissions. Widespread DSM actions have been implemented in various European Countries (Nieuwenhuyse 1994, Sakulin et al. 1996, Egena 1999, Jespersen and Thorndahl 1999, Österwind 1999, Scowcroft 1999, Frey 1999) and different scenarios of future consumption could be proposed on National and/or European levels (GEA 1993, GEA 1995, NOVEM 1996, DECADE 1997).

In Italy (as in other European Countries) great difficulties have been encountered in the development of a common and widespread awareness about energy conservation (Beccali et al. 1997). Even if policies and tools have been made available, in general there is a lack of confidence on the effectiveness of the efforts to reducing energy consumption.The following are examples of policies and tools now available: Law 10/91 requiring energy plans for those municipalities with a population larger than 50000 inhabitants; Decree 412/93 requiring annual inspection of heating systems; incentives for renewables are planned (law 10/91); incentives in the transportation sector to switch to cathalized cars (1997-98), the first energy national conference took place in 1998; sundays without cars in big cities have been implemented in the 1999-2000 winter; implementation of EC Directives for labelling of cold and wet appliances and for minimum standards for cold appliances have been implemented in 1999-2000; carbon tax was introduced in 1999.

Experience achieved in Italy and other Countries (Istituto di Ricerche Ambiente Italia 1994, 1995, 1996, Ambiente Italia srl 1999, DECADE 1997) shows that actions on a local bases can represent a good approach towards the goal of energy conservation: motivated local actors, like consulting agencies, utility companies, manufacturer associations, and local governments usually implement long term actions (such as district heating, legislation of the Padova Municipality for retrofitting existing buildings and new buildings). These are good examples to be replicated by other cities so that a continuous cycle can be started. However, local actions need energy planning on a local scale. Evaluation of the existing situation and future scenarios for cities or restricted areas seldom have the support of good statistics about diffusion and specifications of the existing appliance stock. Therefore, evaluation of energy saving potential due to the introduction of highly efficient appliances at a local scale (regional or municipal) has often to face the lack of data about appliance specifications of the existing stock.

On the other hand, the outstanding issue on a world scale is the necessity of monitoring the effects of energy saving actions and policies (as well to overcome the gap between “western” Countries and Africa and Asian countries - Egena 1999 -). During the last two years EC has also been taking focusing on this problem through the SAVE programmes. There is the need to activate simple procedures which can easily and quickly provide a information on how the situation is evolving. Moreover there is the need to implement provisional models which could provide scenarios but could also adapt their outcome (due to varying input parameters) testing their reliability on actual actions.

Hereafter we are reporting on the experience achieved by the Bologna Municipality in monitoring the evolution of the efficiency of the existing stock of appliances. This experience represents an effort in the direction of a continuous monitoring of the “efficiency status” of the city. We hope this procedure could be developed and combined with other existing procedures and models, achieving a pan-european model.

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Assessing energy efficiency of existing appliances stock on a local scale

Correct evaluation of energy efficiency of existing appliances stock would require an energy audit of a statistically significant sample of users. Even if not impossible from a theoretical point of view, this means an effort which is usually out of budget for local energy planning, when working on energy efficiency projects for regions/cities (energy plans, DSM actions, etc.). A solution to such a situation is the use of data collected on a national bases and ordinary surveys (phone interviews or simple questionnaires). Unfortunately, such a data usually only report on the diffusion of appliances, providing incomplete information on the appliances' specifications. Thus, only a rough estimates of the energy efficient stock can be obtained through national/regional data. As far as Italy is concerned, is available only a survey of the domestic sector (1993) by ISMERI and ENEL (the former nationalized electric utility company), and a survey of the service sector by ISMERI (banks and hospitals). ENEA has been involved in other studies for the Industrial sector in past years (ENEA and ISIS 1996). Surveys on very restricted areas have been implemented only very recently (SAVE contract on DSM biddings, to be published).

On the other hand surveys have the problem of giving scarce evidence of the historical evolution of the existing stock of appliances. This could be achieved only through periodic surveys, thus increasing the budget. For the domestic sector, ENEL could provide data every 5 years as a nationalized company. After privatization, data are no longer public.

A different solution to such a lack of data are market surveys. Marketing firms usually provide sales data or figures for the stock on hand in stores, with average prices. However, acquiring detailed sales data by existing marketing firms is very expensive and sometimes difficult if the geographical scale studied is local. Usually market surveys are adopted for once only researches and do not represent a standard for regular up - dating. Besides, data are usually confidential and cannot be reported, except statistically. Energy efficiency of products sold needs to be collected through a regularly updated database (on a national scale). Data are collected from manufacturers exclusively for products carrying energy labels. A few marketing firms are also able to provide such a kind of data.

The high costs of market surveys could be overcome by collecting data of sales directly from a sample of stores within the area of interest. Typically, department store chains can be involved becoming a “centralized” data collection center, giving the opportunity of extending the research into other areas/regions (department store chains usually cover various cities and regions within a Country). Data collected represent only a sample of the total market, but this could give a good “idea” of the trend for the city or region. These data include brands, models and prices. Sales and promotional campaigns can easily be identified. Therefore, such data usually include more information than the strictly necessary to assess energy efficiency of sold appliances. In fact they give more information about the consumers’ behavior and awareness of energy efficiency. Moreover they show how much marketing efforts affect consumers’ choices. Regularly updating of sales data can be achieved through an agreement among local government and department stores thus leading to a “dynamical monitoring” procedure. Energy efficiency of products sold, needs again to be collected through a database. Where no database is available, stores can provide all the above information from catalogues or the appliances' energy labels. The experience of the Bologna Municipality in Italy shows that this operation is not as expensive and time consuming as expected, while it is more flexible and capable to uncover the evolution of existing stock of appliances.

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The experience of the Bologna Municipality

Beginning from the necessity of updating the Greenhouse Gas Reduction Plan of the city in 1999 (Comune di Bologna and Ambiente Italia srl 1999), the Bologna Municipality with the collaboration of Ambiente Italia srl involved a few department stores, asking to supply data of light bulbs sales, and household appliances already labelled in Italy (cold and wet appliances). The collaboration of two big stores chains (IperCoop with three stores and Euromercato with one store) allowed to cover a representing percentage of the domestic market of the city of Bologna: their customers have been estimated to represent roughly 9% of the city population. Where possible, data were collected on a three years bases (1996-98). Unfortunately not all these stores could provide data for this time period (two stores started their activity after 1996); longer time series were not easily available due to a change in the software system in 1995.

Data included brands and models for different appliances. From two stores prices were also available (within the same department store chain, prices do not change).

As far as appliances are concerned, energy consumption could be identified for 76% of total sales through manufacturers catalogues and consumers magazines about appliances of 1996-97 (Italian monthly magazine “Apparecchi Elettrodomestici”) and ENEA brochures on appliances energy consumption. Incomplete datasets exist for two manufacturers: Candy and IAR.

Table 1 shows sales of cold and wet appliances in the four stores of IperCoop & Euromercato. Figure 1 shows sales distribution in percentage for different household appliances for the three IperCoop stores in 1997 and 1998. Figure 1 also includes information of changes in sales of a given appliance (consider dishwashers and freezers for example).

Table 1 - Sales of household appliances in department stores in Bologna (1996-98) Appliances Models Pieces %

Refrigerators 130 3126 28,6 Refrigerators 0-3 stars 25 651 20,8 Fridge-freezers 4 stars 105 2473 79,2

Freezers 45 1691 15,5 Washing machines 165 5755 52,6 Dishwashers 48 358 3,3

5%

24%

15%

53%

3%7%

23%

17%

51%

4%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

Refrigerators0-3 stars

Fridge-freezers 4

stars

Freezers Washingmachines

Dishwashers

Energy Efficiency Class

appliances sold in 1997

appliances sold in 1998

Figure 1 - sales distribution for different appliances in the IperCoop department store in Bologna

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Figure 2 shows the share of sales for different brands for fridge-freezers. From this figure it is evident that some brands are absent from hypermarkets. Anyway, a comparison of available brands on the entire market of Bologna (IFR Italia could provide these data) and brands sold in IperCoop (see Figure 3 reporting on the situation for fridge-freezers) shows that we can consider department stores as representative for the entire market. A shift in sales toward lower efficiency products is noticed, compared to avearge energy efficiency of appliances available in the stores (see also Figure 5).

Merloni28%

Whirlpool22%

Daewoo1%

Candy13%

Zanussi13%

Bosch2%

IAR21%

Figure 2 - Fridge-freezers sales by brand in the IperCoop department store in Bologna (1996-98)

3%

26%

54%

13%

2% 1% 2%0%

18%

46%

25%

10%

2% 0%0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

A B C D E F GEnergy Efficiency Class

appliances displayed in shops inBolognaappliances displayed in IperCoop& Euromercato

Figure 3 - Fridge-freezers energy efficiency - comparison between appliances available in all the

stores in Bologna and appliances available in IperCoop & Euromercato (1996-98)

Since lifetime of cold and wet appliances is approximately 10-15 years, time series of 15 years for sales, would allow to reconstruction the energy efficiency specifications of the existing stock of appliances. Shifts of the market should be taken into account (i.e.: sales increase of freezers and dishwashers, special offers or promotional campaigns, etc). Such shifts of the market are evident through sales data.

In the case of Bologna no sales data were available before 1996. Therefore, reconstruction of current distribution of installed appliances implied:

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1. collection of energy efficiency data of appliances present on the market before 1996, if available (see Table 2 for fridge-freezers)

2. collection of data regarding ownershipa as well as turn over of appliances (ENEL 1993) 3. estimates of previous years sales (at least 7-8 years) starting from products available on the market, their efficiency

(consider again point 1)), and turn over (Figure 4 and Figure 5 give the “parameters” for estimates). 4. calculation of a weighted average of energy efficiency using data obtained from points 1), 2)

and 3).

Unfortunately all these procedures introduce errors (we use national data of what available on the market; no information about special offers on local markets is available; and so on) but since the market has shown a shift through the years from inefficient to more efficient appliances we can reasonable expect that sales data of 1996-98 represent the upper limit of efficiency for the existing stock of installed appliances.

Table 2 - Energy efficieny of fridge-freezers available on Italian market

Energy Efficiency

Class

1993 1995 1997

A 0,0% 0,6% 3,2%

B 11,0% 6,3% 24,6% C 20,8% 48,1% 51,8% D 30,2% 31,0% 14,1% E 25,5% 10,1% 5,3% F 11,8% 3,8% 1,1% G 0,8% 0,0% 0,0%

Source: Ambiente Italia srl elaboration on data from ENEA and IFR Italia

0%

12%

48%

35%

5%0% 0%0%

9%

66%

17%

7%

1% 0%0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

A B C D E F GEnergy Efficiency Class

appliances sold in 1997

appliances sold in 1998

Figure 4 - Fridge-freezers energy efficiency (sales) - IperCoop (1997-98)

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0%

18%

46%

25%

10%

2% 0%0%

11%

57%

29%

3%0% 0%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

A B C D E F GEnergy Efficiency Class

appliances displayed in IperCoop& Euromercatoappliances sold in IperCoop &Euromercato

Figure 5 - Fridge-freezers energy efficiency - comparison between appliances available and

appliances sold in IperCoop & Euromercato (1996-98)

Final elaborations are shown in Table 3 for cold and wet appliances.

Table 3 - Estimates of energy efficiency of existing household appliances in Bologna (1998) Energy efficiency class (%)

Appliances A B C D E F G Refrigerators (0-3 stars) 0 0 25 40 30 5 0 Fridge-freezers 0 3 35 39 16 6 1 Freezers 0 0 0 15 25 30 30 Washing machines 2 10 33 35 10 5 5 Dishwashers 0 0,1 19,9 26 24 18 17

As far as lighting is concerned, department stores sales data can provide a reliable evaluation

of installed light bulbs. Figure 6 shows sales of light bulbs in IperCoop “Borgo” in Bologna. “Borgo” was the only store which could provide three years time-series. Only most purchased light bulbs (incandescent -I-) are shown along with their most commont substitute (fluorescent -F- and compact fluorescent lamps -CFL-). Since lifetime of incandescent light bulbs is almost one year (for a normal usage of 3-4 hours/day) three years time series 1996-98 was enough to estimate existing stock of light bulbs. From Figure 6 it is clear that the number of incandescent light bulbs is decreasing each year. On the other hand fluorescent light bulbs (not including CFLs) sales are quite stable (since they have been on the market for more than ten years in Italy we can assume that light bulbs sold substitute old ones). This shows that CFL sales are due to new buyers each year (the market is not stable in this case and CFLs do not substitute old ones; consider for example the peak in sales of 1997 for CFLs of 15W, 20W and 23W, due to a promotional campaign at IperCoop). However sales in CFL don’t cover the gap of the reduction in incandescent light bulbs sales. Maybe this is due to the fact that two - light bulbs blisters for incandescent lamps showed a big increase in 1996-97 (therefore consumers could stock up with light bulbs): this is an example how sales data can give an overview of consumers’ attitude (which could not be achieved through ordinary audits or surveys).

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0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

14000

16000

18000

I 40W

I 60W

I 75W

I 100

W

F ci

rcle

22W

F ci

rcle

32W

CFL

11W

CFL

15W

CFL

20W

CFL

23W

appliances sold in 1996

appliances sold in 1997

appliances sold in 1998

Figure 6 - Number of light bulbs sold at IperCoop “Borgo” in Bologna (1996-98)

Existing stock of light bulbs was derived through simple computation based on absolute sales

data “weighting” the number of light bulbs sold by their lifetime. Specifically: - due to uncertainty on percentage of incandescent light bulbs buyed but not in use, incandescent

light bulbs in use were obtained as an average of light bulbs sold over years 1997-98 - total CFLs existing stock was obtained adding all sales over three years (1996-98) plus a

“supposed” sale in 1995 (considered equal to that of 1996). Absolute values were then transferred into percentages as reported into Table 4. Percentages

were then considered representative of all the city.

Table 4 - Diffusion of different types of light bulbs in Bologna (1998) Incandescent light bulbs

25 W 15% 40 W 22% 60 W 24%

100 W 13% Fluorescent lamps

Linear 18 W 1% 36 W 1%

Compact fluorescent light bulbs with electronic ballas 7 W 2%

11 W 7% 20 W 11%

Halogen lamps 20 W 2%

150 W 2% TOTAL 100%

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Dynamic monitoring of energy efficiency of existing stock of appliances at a local scale

The experience acquired in Bologna may be easily extended in the future. Request and analysis of data is straightforward. Data over limited time periods could be also collected and analysed to detect effects of sales campaigns or other marketing strategies. This will provide even more interesting results since time series will be longer. Other department stores of the city will be possibly involved, increasing the representativeness of the sample for the whole city of Bologna.

One point of great interest is for example the reaction of the market to minimum efficiency standards for cold appliances. From a rough survey in stores in Bologna it seems that residual stocks of appliances of energy efficiency class E and D are going to be quickly sold out during the year 2000. This phenomenon will be easily analysed through sales data and will give a lot of information about probable increasing of consumption of the cold appliances domestic sector against forecasted reduction. Just to understand what is the current situation in Bologna, consider the sales data (years 1997-98) for freezers in IperCoop (Figure 7) remembering that minimum efficiency standards require that freezers of energy class F or G can be no longer produced after december 1999.

0% 0% 0%

6%1%

33%

59%

0% 0% 0%

8%

1%

35%

57%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

A B C D E F GEnergy Efficiency Class

appliances sold in 1997

appliances sold in 1998

Figure 7 - Freezers energy efficiency (sales) - IperCoop (1997-98)

The experience of the Bologna Municipality might be easily extended to other cities in Italy,

and also to other Countries. It should be noted that such a procedure is not appropriate for very large areas (like a whole country) due to the difficulty to collect all the information and probable loss of data reliability (department stores do not cover all regions homogeneously).

Yearly updating of data, suggests that this tool should be mostly considered as a “dynamic” monitoring of energy efficiency of installed stock of appliances. “Dynamic” should be interpreted through different point of views: - as long as time series are shorter than 15 years (for appliances) or 5-6 years (for lighting

systems), every new year data can improve the interpretation of the current situation with respect to the previous year

- data show information of how the market and consumers’ behaviour are changing; thus no static framework is provided (as it would be the case for energy-audits)

- data allow building of mathematical models to forecast energy efficiency according to different policies, market strategies, DSM actions, etc.; models can then be “tuned” by monitoring sales data after promoting a certain action.

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Models providing future scenarios for energy consumption among different end-uses already exist (DECADE 1997, GEA 1993, GEA 1995). It should be encouraged the use of such models at a local scale and their integration with sales data.

Sales data for household appliances and lighting will be easily interpreted energetically if a direct interaction with a national database of appliances, regularly updated (containing all the information on energy efficiency of each appliance), is available. In this direction two SAVE projects are already working to promote common European software tools to provide consumers with information about household appliances (ELDA software and database are going to give such an information for all European Countries at the end of 2000 -Thorndahl 1999-).

Finally, there is no reason to think that sales data could not be used to monitor energy efficiency of the service and industrial sectors. Of course, in this case department stores will no longer be the reference for sales data. Such an experience has not been carried out until now in Bologna, therefore any good suggestion will be appreciated. Conclusions

Monitoring of energy efficiency of the existing stock of appliances is a fundamental issue to evaluate energy saving potential and energy conservation policies.

Monitoring on a local scale (i.e.: a municipality or a defined region) is usually difficult and would require extended energy audits in the different sectors (domestic, service and industrial sectors, typically) to evaluate energy end-uses.

Difficulties can be overcome by using sales data collected directly from department stores within the area of interest. The experience gained in 1999 by the Bologna Municipality has shown that analysis of sales data can give insights of energy efficiency of the existing stock of appliances. Analysis can be performed for those energy labelled appliances, or which at least indicate the value of their consumption. Typically domestic appliances and lighting. Sales data are matched with information of energy efficiency of each appliance through manufacturers’ catalogues or energy-labels.

Sales data contain much more information than simply energy efficiency. Indeed, sales data provide information about marketing policies, consumers’ reaction to them, consumers’ energy efficiency awareness and how a DSM action, or other actions aimed at increasing efficiency, would affect the market. For example: sales data will indicate a possible distortions towards lower energy efficiency for the domestic cold appliances market in year 2000, due to implementation of minimum efficiency standards.

Agreements with department stores chains at local scale could provide a continuous monitoring of sales. Therefore, a dynamic monitoring of energy efficiency of the existing stock of appliances can be implemented. Dynamic means that: - data contain information on the evolution of the market and energy efficiency of appliances - new data can give new perspectives on data analyzed in the past - mathematical models, consumption forecasting scenarios, can benefit of sales data for precise

fine tuning. We trust that the experience achieved by the Bologna Municipality can be shared by other

cities or regions in Italy or in other Countries helping to better fix current framework on energy efficiency.

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References Istituto di Ricerche Ambiente Italia, Piano di riduzione delle emissioni di gas climalteranti della Città di Bologna, 1994 Istituto di Ricerche Ambiente Italia srl, Bilancio energetico della città di Padova e studio di prefattibilità di un sistema di cogenerazione e teleriscaldamento, 1995 Istituto di Ricerche Ambiente Italia srl, Piano energetico comunale di Sesto S.Giovanni, 1996 Comune di Bologna and Ambiente Italia srl, Progetto Urban CO2 Reduction - Piano Energetico di Bologna, Vol. 2, 1999 Beccali M. et al., Italian Local policies and Programmes for Energy Efficiency. The Case Study of Rome, Proceedings of ECEEE Conference - Mandelieu 1997, 1997 DECADE - University of Oxford, DECADE: 2MtC, 1997 DECADE - University of Oxford, DECADE: Transforming the UK Cold Market, 1997 GEA - Group for Efficient Appliances, Study on Energy Efficiency Standards for Domestic Refrigeration Appliances: Final Report, 1993 GEA - Group for Efficient Appliances, Washing Machines, Dryers and Dishwashers: Final Report, 1995 NOVEM, Brown Goods - Study on Standby Losses and Energy Savings Potential for TV and VCR in Europe, 1996 Waide P., Market Analysis and Effect of EU Labelling and Standards: The Example of Cold Appliances, Proceedings of SAVE Conference - Graz 1999, Vol. II, Session IV, 1999 Thorndahl C., The ELDA database - an information system for labelled household appliances in Europe, Proceedings of SAVE Conference - Graz 1999, Vol. II, Session IV, 1999 Österwind D., DSM bidding - first experiences from a SAVE pilot action of Stadtwerke Düsseldorf, Proceedings of SAVE Conference - Graz 1999, Vol. II, Session VI, 1999 Scowcroft J., Joint EC and UNIPEDE/EURELECTRIC campaign for the promotion of CFLs, Proceedings of SAVE Conference - Graz 1999, Vol. II, Session VI, 1999 Nieuwenhuyse P., Refrigerator Trade-in Scheme in the Netherlands, Proceedings of SAVE Conference - Florence 1994, 1996, pp. 137-144 Sakulin M. et al., Electrical Energy Savings in Austrian Households, Proceedings of Conference Efficient Electric Appliances in the Domestic Sector and Office Sector- Vienna 1995, 1996, pp. 107-138 Sidler O., End Use Measurement Campaigns of Electricity Specific Uses in the Residential Sector, Proceedings of the First International Conference on Energy Efficiency in Household Appliances - Florence 1997, 1999, pp. 158-170 Frey G., Experience of the Städtische Werke AG with Rebate Programmes for Energy-Efficient Household Appliances and Lamps over the Last Four Years, Proceedings of the First International Conference on Energy Efficiency in Household Appliances - Florence 1997, 1999, pp. 176-182 Jespersen K. and Thorndahl C., Utility’s DSM Initiative Can Accelerate the Introduction of Energy Efficient Appliances, the Danish Experience, Proceedings of the First International Conference on Energy Efficiency in Household Appliances - Florence 1997, 1999, pp. 191-198 Egena K., Stories from Asia: Standards and Labelling Successes, Proceedings of the First International Conference on Energy Efficiency in Household Appliances - Florence 1997, 1999, pp. 469-486 ENEL, La Domanda di Energia Elettrica degli Utenti Domestici dell’ENEL 1993, 1994

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ISMERI EUROPA, Studio dei Consumi Elettrici nel Terziario, 1991 ISMERI EUROPA, Indagine Campionaria sul Possesso e l’Utilizzo degli Elettrodomestici, 1991 Acknowledgements We acknowledge the department stores IperCoop Adriatica and Euromercato in Bologna for kindly helping us in the collection of sales data. We also acknowledge IFR Italia in Milano for kindly helping in collection of data of appliances in stock in the Bologna stores.

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6. Il software ELDA

ELDA The flexible multi-lingual information system to promote the use of

energy efficient appliances

Il software ELDA è stato sviluppato alla fine degli anni ’80 in Danimarca come strumento tramite cui gestire un database contenente informazioni sugli elettrodomestici venduti sul mercato. Il software consente di selezionare la tipologia di apparecchiatura e di fornire informazioni tecniche e di prezzo su ogni prodotto. Tra le informazioni tecniche l’aspetto su cui il database punta è quello dei consumi energetici dell’apparecchio. ELDA è stato voluto dalle aziende elettriche danesi, come strumento di DSM (gestione della domanda) attraverso l’informazione al pubblico sull’efficienza energetica delle apparecchiature domestiche. Nel 1997 e nel 1998 due contratti finanziati dalla Commissione Europea nell’ambito del programma SAVE hanno dato il via all’estensione del software ad altri Paesi europei (Scozia, Svezia, Irlanda, Portogallo, Francia, Spagna, Italia, Austria, Polonia, Repubblica Ceca e Romania). L’iniziativa di oggi ricade nell’ambito del progetto SAVE 1998 (che per ragioni amministrative ha subito una posticipazione di un anno).

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ELDA è un software su base windows (ha un menù a tendine e finestre di lavoro). Il database è costruito su Oracle (che consente la gestione di una base dati consistente). In Danimarca ELDA contiene le informazioni anche delle apparecchiature fuori mercato (che erano disponibili anni fa), per cui si comprende l’esigenza di gestire grosse basi dati. L’operazione base di ELDA è di effettuare una ricerca di prodotto (sulla base della marca o delle caratteristiche geometriche o di altri parametri) e di poter confrontare i prodotti tra di loro puntando all’aspetto delle prestazioni energetiche. La versatilità di ELDA consente di costruire profili utenti, ovvero selezioni opportune di prodotti differenziate secondo quelle che risultano essere le richieste più comuni da parte dei clienti. Il database vuole essere completo per poter informare l’utente su tutti i prodotti disponibili e viene aggiornato regolarmente (in Danimarca l’aggiornamento è su base mensile).

6.1 Quali apparecchiature sono inserite nel database Per quanto riguarda l’Italia, la richiesta dati da inserire in ELDA è stata effettuata direttamente alle aziende produttrici, ma non tutte hanno dato disponibilità. Questo è un altro aspetto della difficoltà di reperire le informazioni nel nostro Paese. Proprio per evitare di suscitare una reazione di chiusura all’iniziativa da parte dei produttori, si è scelto di operare con ELDA limitandosi alle apparecchiature che attualmente hanno l’obbligo di riportare l’etichetta energetica: in questo momento frigoriferi, congelatori e lavatrici; a breve anche le lavastoviglie e in seguito le lampadine e i sistemi elettrici per la produzione di acqua calda sanitaria. Rispetto al caso dei Paesi nordici, la difficoltà a reperire le informazioni che sono comunque obbligatorie per legge è un chiaro segnale delle resistenze a una modifica del mercato verso aspetti ambientali da parte dell’industria del sud Europa. Spesso le aziende si difendono sostenendo che questo è dovuto al fatto che comunque la gente non ha la sensibilità per scegliere secondo criteri di efficienza energetica e di difesa dell’ambiente. In verità la situazione di insensibilità è associata all’ignoranza: quando c’è informazione la qualità che si esige cresce; l’assenza di informazione impedisce di scegliere. Un ruolo fondamentale nell’operazione di scelta del prodotto è svolto dal rivenditore che è un referente importante nell’acquisto di un elettrodomestico (soprattutto un grande elettrodomestico). Un rivenditore in grado di essere esaustivo rispetto alle richieste dell’utente (soprattutto sulle caratteristiche tecniche) è una garanzia di fiducia per il cliente. Lo stesso dicasi di una azienda che non pone resistenze a illustrare le caratteristiche tecniche dei suoi prodotti.

6.2 Quali caratteristiche delle apparecchiature sono inserite nel database Come già ricordato, la versione italiana di ELDA contiene quelli che sono i dati presenti sull’etichetta energetica del prodotto nonché sulla scheda tecnica e altre caratteristiche geometriche importanti per la valutazione dell’ingombro dell’apparecchio. Richiamiamo quali sono i campi che sono compilati nella versione italiana del database e come è strutturata l’etichetta energetica.

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Richiesta dati (effettuata ai produttori) per il database adoperato dal software ELDA Apparecchi refrigeranti ad uso domestico* 1) Marchio del fornitore 2) Identificatore del modello del fornitore 3) Tipo di apparecchio 4) Classe di efficienza energetica 5) Indicare se l’apparecchio ha ottenuto l’Eco-label 6) Consumo di energia annuo 7) Volume netto (utile) dello scomparto per alimenti freschi 8) Volume netto (utile) dello scomparto congelatore o dello

scomparto a bassa temperatura 9) Numero di stelle dello scomparto per gli alimenti

congelati 10) Indicare se l’apparecchio è “No Frost” 11) Autonomia di conservazione senza energia elettrica 12) Potere di congelamento 13) Classe climatica 14) Rumorosità** 15) Colore dell’apparecchio 16) Numero di porte 17) Dimensioni esterne dell’apparecchio (altezza, larghezza,

profondità) 18) Indicare se l’apparecchio è da incasso 19) Indicare il Paese dove l’apparecchio viene prodotto 20) Indicare i Paesi dove l’apparecchio viene venduto** 21) Indicare la data in cui il prodotto è stato messo sul

mercato** 22) Indicare se il prodotto non è più in produzione** 23) Prezzo da listino*** * per i dati dalla posizione 1) alla 18) rifarsi a quanto riportato nella Direttiva 94/2/CE ** stiamo valutando se inserire tali voci nell’attuale versione del software: se ci sono difficoltà a reperire i dati o si riconosce che risulterebbero disomogenei rispetto a quelli pubblicati da altre aziende preghiamo di volercelo segnalare *** questo campo del database non è indispensabile in questa fase dell’acquisizione dati, in quanto è lasciato libero di poter essere modificato, in modo da poter inserire i prezzi applicati dal punto vendita che si avvarrà di ELDA

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Lavatrici ad uso domestico* 1) Nome o marchio del fornitore 2) Identificazione del modello (codice del modello) 3) Classe di efficienza energetica 4) Indicare se l’apparecchio ha ottenuto l’Eco-label 5) Consumo di energia per ciclo normale cotone a 60°C 6) Classe di efficacia del lavaggio 7) Classe di efficacia di centrifugazione 8) Efficienza dell’evacuazione dell’acqua 9) Velocità massima di centrifugazione del ciclo normale cotone 60°C 10) Capacità dell’apparecchio in caso di ciclo normale cotone a 60°C 11) Consumo di acqua in caso di ciclo normale cotone a 60°C 12) Durata del programma in caso di ciclo normale cotone a 60°C 13) Eventuali informazioni su altri cicli di lavaggio 14) Consumo medio annuo di energia e di acqua sulla base di 200 cicli di lavaggio normali

cotone a 60°C 15) Rumorosità durante il lavaggio** 16) Rumorosità durante la centrifugazione** 17) Indicare se l’apparecchio è a carica dall’alto 18) Colore dell’apparecchio 19) Dimensioni esterne dell’apparecchio (altezza, larghezza, profondità) 20) Indicare se l’apparecchio è da incasso 21) Indicare se l’apparecchio è dotato di regolazione manuale o automatica del ciclo di

lavaggio o della quantità d’acqua utilizzata sulla base del carico (economy-cycle) 22) Indicare la quantità di detersivo consigliata per un ciclo di lavaggio normale cotone a

60°C 23) Indicare il Paese dove l’apparecchio viene prodotto 24) Indicare i Paesi dove l’apparecchio viene venduto** 25) Indicare la data in cui il prodotto è stato messo sul mercato** 26) Indicare se il prodotto non è più in produzione** 27) Prezzo da listino*** * per i dati dalla posizione 1) alla 16) rifarsi a quanto riportato nella Direttiva 95/12/CE ** stiamo valutando se inserire tali voci nell’attuale versione del software: se ci sono difficoltà a reperire i dati o si riconosce che risulterebbero disomogenei rispetto a quelli pubblicati da altre aziende preghiamo di volercelo segnalare *** questo campo del database non è indispensabile in questa fase dell’acquisizione dati, in quanto è lasciato libero di poter essere modificato, in modo da poter inserire i prezzi applicati dal punto vendita che si avvarrà di ELDA

ELDA - Tabella dei campi contenuti nella versione danese del databse – congelatori orizzontali Long prompt

Hint Produttore Produttore/Importatore (secondo l’etichetta dell’UE) Modello Identificatore del modello (secondo l’etichetta dell’UE) * = Ritirato dal mercato / N = Non disponibile

Simbolo ”*”: il produttore/importatore ha cessato la produzione, però i modelli possono essere ancora disponibili sul mercato. L’apparecchio verrà inserito nel ”File Storico”. Simbolo ”N”: l’apparecchio non è più presente sul mercato ed è stato inserito nel ”File Storico” per consultazione

Modello di propria produzione Indicazione che il modello è di propria produzione Modello speciale/campagna promozionale

Modello speciale o in promozione.

Prezzo ( ) bianco Prezzo del modello standard (bianco)

Prezzo( ) modello colorato Prezzo del modello colorato Potenza massima (watt) Potenza massima assorbita dall’apparecchio Paese di produzione Paese in cui viene prodotto l’apparecchio (in accordo con la norma ISO-3166) Modello no-frost Modello in cui l’aria nello scomparto congelatore viene fatta circolare al di sopra dell’evaporatore

(come da scheda UE) Volume netto dello scomparto alimenti congelati (litri)

Volume netto dei comparti per la conservazione di alimenti congelati e che richiedono l’indicazione del numero di stelle (ovvero con temperatura inferiore o uguale a –6°C)

Consumo giornaliero di energia elettrica (kWh)

Consumo giornaliero di energia espresso in kWh

Consumo annuo di energia elettrica (kWh/anno))

Il consumo annuo riportato si basa su risultati ottenuti da prove standard effettuate su un arco di 24 ore. Il consumo effettivo dipenderà da come verrà adoperato l’apparecchio e da dove verrà installato (come da etichetta UE)

Classe di efficienza energetica (A-G) L’efficienza energetica degli apparecchi, in accordo con le direttive della UE, viene classificata in base ad una scala che va dalla A (classe più efficiente) alla G (classe meno efficiente) (etichetta UE)

Capacità di congelamento (kg/24h) Capacità di congelamento da +25°C a –18°C in un giorno (come da scheda UE)

Autonomia di conservazione in assenza di energia elettrica (ore)

Tempo necessario perché la temperatura aumenti da –18°C a –9 °C, in assenza di alimentazione elettrica. (come da scheda UE)

Rumorosità dB(A) Rumorosità (dB(A) re 1 pW) (secondo etichetta della UE – la specifica di tale parametro è facoltativa in alcuni Paesi)

Altezza standard (cm) Altezza dell’apparecchio Altezza massima (cm) Altezza massima dell’apparecchio con gli sportelli aperti Larghezza standard (cm) Larghezza dell’apparecchio Profondità standard (cm) Profondità dell’apparecchio Profondità massima (cm) Profondità massima dell’apparecchio includendo maniglie e cerniere Spessore dello strato isolante del fondo(mm)

Spessore dello strato isolante del fondo dell’appparecchio

Spessore dello strato di isolante delle pareti laterali (mm)

Spessore dello strato di isolamento delle pareti laterali dell’apparecchio

Spessore dello strato isolante del coperchio (mm)

Spessore dello strato isolante del coperchio (mm)

Segnale luminoso d’allarme Segnale luminoso che avverte di un errore nel funzionamento dell’apparecchio Segnale sonoro d’allarme Segnale sonoro che avverte di un errore nel funzionamento dell’apparecchio Spia luminosa di funzionamento Spia luminosa che indica che l’apparecchio è acceso Spia luminosa : congelatore in funzione Spia luminosa che indica che l’apparecchio sta congelando Luce interna al coperchio Luce interna al coperchio Serratura incorporata L’apparecchio è fornito di serratura Serratura non incorporata, ma optional L’apparecchio non è fornito di serratura, che può essere però acquistata presso il produttore o il

rivenditore. Coperchio in materiale anti-graffio Coperchio in materiale anti-graffio Scarico per l’acqua di sbrinamento L’apparecchio è fornito di uno scarico per l’acqua di sbrinamento Numero di cestelli Numero di cestelli Visualizzatore di temperatura Visualizzatore di temperatura Tipologia di isolante Tipo di materiale isolante utilizzato Tipo di refrigerante Tipo di refrigerante utilizzato Marchio di conformità Apparecchio approvato dall’autorità competente Marchio di conformità alle norme sulla Marchio di conformità alle norme sulla sicurezza

sicurezza Etichetta ecologica UE Etichetta dell’UE che attesta che l’apparecchiatura è costruita nel rispetto dell’ambiente secondo

stringenti criteri di verifica (come da etichetta UE) Classe climatica Classe climatica: N= temperata (16°C-32°C); SN=Sub-temperata (10°C-32°C); T=tropicale (18°C-

43°C); ST=subtropicale (18°C-38°C) ( Materiale riciclabile Parti dell’apparecchio sono marchiate per venire riciclate Procedura di verifica indipendente (anno/n.)

Anno/n. di esecuzione di procedura di verifica indipendente

Data di inserimento Data in cui l’apparecchio è stato inserito nel database Data variazioni/correzioni Data delle variazioni o correzioni più recenti apportate nel file riguardante l’apparecchio Nota riguardante speciali caratteristiche Nota: §=congelatore economico con consumo energetico documentato. 1=prezzo speciale; 2=sistema

no-frost Tempo di funzionamento del compressore (%)

Tempo durante il quale il compressore si può ritenere operativo (espresso in percentuale)

Numero di stelle dello scomparto per alimenti congelati

*_**** (da 1 a 4 stelle): * -6ºC conservazione di alimenti congelati per alcuni giorni. ** -12ºC conservazione di alimenti congelati per circa 2 settimane *** -18ºC conservazione di alimenti congelati per periodi superiori alle 2 settimane **** possibilità di congelare a –18°C almeno 4,5 kg al giorno di alimenti ogni 100 litri (come da etichetta UE)

Osservazioni Commenti sulle caratteristiche del prodotto che non rientrano in altri campi