PROVINCIA DI BOLOGNA - Minerbio · 9.1 SCHEMA LITOLOGICO E GEOTECNICO LOCALE 15 ... Il percorso...

COMUNE DI MINERBIO

PROVINCIA DI BOLOGNA

“LAVORI DI NUOVA COSTRUZIONE DI UNA PISTA CICLABILE PARALLELA ALLA S.P.5 TRATTO DA VIA MELO A VIA RONCHI INFERIORE”

PROGETTO DEFINITIVO

RELAZIONE GEOLOGICA - GEOMORFOLOGICA


n° commessa. (Job n°)

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n° foglio (Sheet n°)

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LAVORI DI NUOVA COSTRUZIONE DI UNA PISTA CICLABILE PARALLELA ALLA S.P.5

TRATTO DA VIA MELO A VIA RONCHI

INDICE

1 PREMESSA 3

2 OBIETTIVO DELL’INTERVENTO 3

3 DESCRIZIONE TRACCIATO 3

4 NORMATIVA DI RIFERIMENTO 4

5 INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO E CARTOGRAFICO 4

6 INQUADRAMENTO PSAI – PIANO STRALCIO ASSETTO IDROGEOLOGICO 5

6.1 TITOLO II - RISCHIO IDRAULICO E ASSETTO RETE IDROGRAFICA 5

7 PTCP – PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA 7

8 PSC – PIANO STRUTTURALE COMUNE DI MINERBIO 12

9 SCHEMA GEOLOGICO E STRUTTURALE REGIONALE 15

9.1 SCHEMA LITOLOGICO E GEOTECNICO LOCALE 15

10 CARATTERI GEOMORFOLOGICI E IDROGRAFICI REGIONALI 17

10.1 CARATTERI GEOMORFOLOGICI IDROGEOLOGICI LOCALI 18

11 CONCLUSIONI 20




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1 PREMESSA

Il presente documento riguarda lo studio geologico dei terreni del primo sottosuolo localizzati

presso il territorio comunale di Minerbio (BO), ove è in progetto la nuova costruzione di una

pista ciclabile parallela alla SP.5 - Tratto da Via Melo a Via Ronchi Inferiore.

Il presente studio geologico è stato eseguito sviluppando i punti seguenti:

- raccolta ed analisi iniziale dei dati presenti nella letteratura tecnica;

- rilevamento geomorfologico ed idrologico, con descrizione della geologia generale,

dell’idrogeologia e della litologia dell’area.

2 OBIETTIVO DELL’INTERVENTO

L’intervento mira ad incentivare la mobilità sostenibile e alla messa in sicurezza all’utenza

“debole” della strada. Creando, in questo modo, maggiori collegamenti all’interno del territorio

comunale e con i comuni limitrofi.

3 DESCRIZIONE TRACCIATO

Il percorso ciclo-pedonale si colloca nella zona sud del centro abitato del capoluogo di

Minerbio; si sviluppa per circa 800 ml da Via Savena Superiore sino a collegarsi con via

Melo.

Figura 1 - Pista ciclopedonale di progetto




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4 NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Le considerazioni di seguito riportate fanno riferimento alla vigente normativa nel settore

geotecnico e delle costruzioni, in particolare modo si evidenziano:

- AGI: raccomandazioni sulla programmazione ed esecuzione delle indagini geotecniche,

Giugno 1977;

- D.M. 21 gennaio 1981 – “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la

stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la

progettazione, l'esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di

fondazione”;

- Circ. Dir. Centr. Tecn. n°. 97/81 – “Istruzioni relative alle norme tecniche riguardanti le

indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri

generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione ed il collaudo delle opere di

sostegno delle terre e delle opere di fondazione”;

- ISRM International Society for Rock Mechanics: Rock characterization testing and

monitoring suggested methods - Commission on Testing Methods, 1981;

- D.M. LL.PP. 11 marzo 1988 - “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle

rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la

progettazione, l'esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di

fondazione”;

- Circ. Min. LL.PP. 24 settembre 1988 n°30483 – “Istruzioni applicative al D.M. 11/03/88”.

- Eurocodice Ec7 per l'ingegneria geotecnica, Settembre 1988.

- Ordinanza n. 3274 del 20/03/2003 - “Primi elementi in materia di criteri generali per la

classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in

zona sismica;

- D.M. 14.09.2005 - “Norme tecniche sulle costruzioni”;

- D.M. 14.01.2008 - “Norme tecniche per le costruzioni”.

5 INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO E CARTOGRAFICO

L’area di intervento è sita nel territorio comunale di Minerbio (BO) (cfr. Figura 2) ed è

rappresentata nelle seguenti Carte Tecniche della Regione Emilia Romagna:

- Tavoletta IV NO F.088: toponimo “Minerbio”, scala 1:25.000;

- Elemento 203140: toponimo “Minerbio”, scala 1:10.000;




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Figura 2 - Inquadramento cartografico

6 INQUADRAMENTO PSAI – PIANO STRALCIO ASSETTO IDROGEOLOGICO 6.1 TITOLO II - RISCHIO IDRAULICO E ASSETTO RETE IDROGRAFICA Nella Tav. 2.0.2, che riporta il quadro d’unione delle tavole della “zonizzazione per corso

d'acqua, fascia di pertinenza fluviale, aree ad alta probabilità di inondazione” del tratto di

pianura del fiume Reno, si evince che l’intero comune di Minerbio è al difuori delle aree

passibili di inondazione (vedi figura seguente).

Figura 3 – Stralcio Tav. 2.0.2 - PSAI




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Nella carta di “Reticolo idrografico, ambiti territoriali normati” (Tav. 1.9) l’area di intervento è

compresa nel "bacino imbrifero di pianura e pedicollinare del fiume Reno", come

rappresentato nella figura che segue.

Figura 4 – Stralcio Tav. 1.9 - PSAI




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7 PTCP – PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI

BOLOGNA

Nella carta di “Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico-culturali” (Tav. 1 –

Foglio I) del PTCP Provincia di Bologna, l’area interessata dal tracciato della pista ciclabile, in parte

è tutelata come risorsa storica e normata dall’art. 8.5 delle norme di attuazione del PTCP di Bologna

attualmente in vigore.

Figura 5 - Tutela ambientale culturale - PTCP




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Nella carta di “Rischio da frana, assetto versanti e gestione delle acque meteoriche” (Tav. 2 -

Foglio I) del PTCP Provincia di Bologna, le aree attraversate dal tracciato della pista ciclabile

sono classificate dal PTCP attualmente in vigore come:

- Ambito di controllo degli apporti d’acqua in pianura (art. 4.8).

Si faccia riferimento alla figura seguente:

Figura 6 - Rischio frane e gestione acque - PTCP




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Nella carta di “Tutela delle acque superficiali e sotterranee” (Tav. 2B) del PTCP Provincia di

Bologna, l’area in esame non risulta interessata da zone di protezione o salvaguardia delle

acque superficiali e sotterranee.

Figura 7 – stralcio carta acque superficiali e sotterranee (Tav. 2B) - PTCP di Bologna




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Nella carta del “Rischio sismico: carta delle aree suscettibili di effetti locali” (Tav. 2C – foglio

I) del PTCP Provincia di Bologna, l’area interessata dal percorso ciclabile risulta soggetta ad

amplificazione per caratteristiche litologiche e a potenziale presenza di terreni predisponenti

la liquefazione.

Figura 8 – stralcio rischio sismico (Tav. 2C – foglio I) - PTCP di Bologna




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Nella “carta degli elementi geologici che possono determinare effetti locali” (Tav. 1 – Pianura)

redatta nella variante al PTCP ai sensi dell’art.27 della L.R. 20/2000 e s.m.i. – Delibera di

Consiglio Provinciale n. 57 del 28/10/2013, l’area interessata dal percorso ciclabile risulta

caratterizzata dalla presenza di “sabbie prevalenti potenziali”.

Figura 9 – stralcio Tav. 1 (Variante al PTCP di Bologna)




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8 INQUADRAMENTO PSC (Reno Galliera - Associazione Terre di Pianura)

Nella carta del “Sistema naturale e ambientale della Carta litologica-morfologica” (Tav.

AC.1.1a) della conferenza di pianificazione del PSC del giugno 2006, l’area interessata dal

percorso ciclabile è caratterizzata dalla presenza delle sabbie di piana alluvionale.

Tracciato pista ciclabile

Figura 10 – stralcio Carta litologica-morfologica (PSC)




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Nella carta del “Sistema naturale e ambientale della Rete idrografica” (Tav. AC.1.4) della

conferenza di pianificazione del PSC del giugno 2006, l’area interessata dal percorso

ciclabile non risulta interessata da fenomeni di allagamento.

Figura 11 – stralcio carta rete idrografica (PSC)




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Nella carta del “Sistema naturale e ambientale della Carta idrogeologica” (Tav. AC.1.2a)

della conferenza di pianificazione del PSC del giugno 2006, l’area interessata dal percorso

ciclabile presenta una piezometria compresa tra i 16 m e i 14 m s.l.m.

Figura 12 – stralcio carta idrogeologica (PSC)




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9 SCHEMA GEOLOGICO E STRUTTURALE REGIONALE

Siamo in presenza di un’area pianeggiante che degrada molto dolcemente verso NE ed è

situata sul margine appenninico padano interessato da terreni della successione neogenico –

quaternaria. Dal punto di vista litologico i terreni presenti sono riferibili ai depositi fluviali

intravallivi e di piana alluvionale. In particolare ci troviamo nella media pianura, costituita

prevalentemente da sedimenti a granulometria fine (sabbie, argille e limi) e caratterizzata da

un discreto dislivello che consente il buon drenaggio delle acque superficiali. Tali depositi

sono stati incisi dai corsi d’acqua torrentizi che hanno divagato sulla pianura inizialmente in

modo spontaneo e/o naturale (T. Aposa e F. Reno) mentre sono divenuti antropici con la

comparsa dell’uomo (Torrenti Zena e Savena).

Nella carta geologica della Regione Emilia Romagna, di seguito riportato un estratto (fig. 13),

l’area in studio ricade nei terreni dell’Unità di Modena (AES8a) costituiti da ghiaie-sabbie,

argille e limi di colore grigio e bruno olivastro, con spessore variabile da 7 a 10 m (Olocene -

età post romana IV – VI sec. d.C.). Questa unità funge da tetto ad una sottostante unità,

sempre costituita dalle stesse litologie e definita come Subsintema di Ravenna (AES8) che

ha uno spessore di circa 25 m depostosi durante il Pleistocene superiore – Olocene.

9.1 SCHEMA LITOLOGICO E GEOTECNICO LOCALE Nell’area oggetto di studio ai fini del modello geologico e geotecnico sono stati presi in

considerazione dei lavori precedenti effettuati in aree limitrofe e geologicamente compatibili,

eseguiti da altri professionisti.

In particolare si è fatto riferimento ad uno studio geologico commissionato dal comune di

Minerbio per il “Progetto per l’adeguamento sismico di un vecchio fabbricato ad uso asilo ed

asilo nido che si trova nella porzione meridionale del capoluogo in via Roma n. 26”, eseguito

dalla Soc. Cooperativa geoLOG di Reggio Emilia.

In tale lavoro sono state eseguite diverse indagini di campagna costituite in prevalenza da

prove CPT, dalle quali risulta che dal piano campagna fino alla profondità di circa 5 m c’è la

presenza di depositi alluvionali della fase torrentizia del T. Savena, costituiti da un’alternanza

di sabbie e limi sabbiosi di canale, alternati ad episodi palustri con sedimenti argillosi

organici.




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Dal punto di vista geotecnico risulta che le resistenze alla punta del penetrometro statico (qc)

sono elevate per i sedimenti sabbiosi (> di 2 MPa) mentre diventano modeste per i sedimenti

limo-argillosi (0,2 – 0,4 MPa).

Al disotto dalla profondità di 5 m dal p.c. fino alla profondità di 10 m dal p.c. ci sono delle

argille molto compatte con una resistenza alla punta (qc) media di 3 MPa (litotipi ascrivibili

probabilmente all’unità di Modena - AES8a).

Per il primo orizzonte si può assumere un angolo di attrito (ϕ’) di 32° per le sabbie ed una

coesione non drenata (Cu) di 30 KPa per le argille.

Figura 13 – Stralcio carta geologica - foglio 203140 (Geoportale regione Emilia)




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10 CARATTERI GEOMORFOLOGICI E IDROGRAFICI REGIONALI L'andamento dei paleoalvei e degli alvei attuali a scala regionale è stato condizionato

dall'evoluzione strutturale profonda della Pianura Padana. Ciò è dimostrato a scala regionale

dallo stesso andamento del fiume Po che, in corrispondenza delle propaggini occidentali

delle Pieghe Ferraresi (Pieri e Groppi, 1982), vede deviato il suo corso verso Nord Est:

subisce in modo assai vistoso la dinamica degli elementi strutturali ad "arco" paralleli alla

catena appenninica. I fiumi minori, affluenti del Po, sono a loro volta condizionati anche dagli

elementi secondari trasversali alle grandi pieghe fagliate.

Se le strutture tettoniche profonde hanno influito in modo preponderante, rispetto ad altri

parametri, sull'andamento del reticolato idrografico a grande scala della pianura, l'insieme dei

parametri climatici ha certamente avuto un ruolo importante nel gioco delle esondazioni, nella

formazione delle paludi e soprattutto nella distribuzione temporale degli eventi. Ciò ha

naturalmente influito sulla distribuzione locale delle litologie di superficie, soprattutto negli

ultimi millenni (fonte - Sistema naturale e ambientale Relazione geologica – conferenza di

pianificazione giugno 2006 – PSC Associazione Terre di Pianura).

Il corso d’acqua principale, dell’area di nostro interesse, è rappresentato dal Fiume Savena e

da numerosi affluenti in sinistra e destra idrografica, di modesta entità.

Il Sàvena è un corso d'acqua a carattere torrentizio (bacino idrografico di 170 km²) che nasce

nel territorio di Firenzuola, in provincia di Firenze, da un anfiteatro di monti (Sasso di Castro

a 1276 m s.l.m., monte Bastione 1190 m s.l.m., Monte Luario 1140 m s.l.m., Monte Freddi

1275 m s.l.m.) poco a nord del passo della Futa; è il maggior affluente dell'Idice (al quale

reca almeno i 2/3 della portata, specie nella stagione estiva) che confluisce poi nel fiume

Reno.

Il Sistema Idrogeologico delle Alluvioni Recenti è formato dai sedimenti alluvionali del Wurm

ed al successivo post glaciale fino all’attualità, e cioè a circa 70.000 anni. Si tratta degli

acquiferi dei primi circa 100 metri di sottosuolo della pianura bolognese.

L’approvvigionamento idrico avviene dal fronte di ricarica del margine appenninico, dai

fondivalle e conoidi appenninici, dai corsi d’acqua di superficie in tutta la porzione di Alta

Pianura, ed infine anche dall’infiltrazione superficiale. Una valutazione corretta delle

partecipazioni al rifornimento delle diverse fonti non è mai stata fatta per l’appennino

bolognese, ma sono stati effettuati bilanci parziali per altri segmenti di pianura. È noto che il




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contributo dell’infiltrazione dalla superficie, anche nell’alta pianura, raramente supera il 5%

dell’ammontare complessivo della ricarica annua. Il contributo fornito dal fronte di ricarica del

margine appenninico (Sabbie Gialle e pianalti) nell’appennino reggiano e modenese pare

non superare il 20 - 25% del totale. La principale fonte di ricarica è rappresentata dai corsi

d’acqua superficiale, attraverso l’infiltrazione subalveo, dai fondivalle ed apici dei grandi

conoidi (fonte - Sistema naturale e ambientale Relazione geologica – conferenza di

pianificazione giugno 2006 – PSC Associazione Terre di Pianura).

10.1 CARATTERI GEOMORFOLOGICI IDROGEOLOGICI LOCALI

Dal punto di vista geomorfologico l’area in esame è completamente pianeggiante con quote

comprese tra 16,00 m e 17,00 m s.l.m.

Sia in Sinistra che in Destra idraulica del torrente Savena, la morfologia originaria è stata

alquanto modificata dall'attività antropica ed è caratterizzata dalla presenza di rilevati stradali.

Dalle osservazioni di campagna e dalla consultazione della cartografia specifica riportata nel

presente lavoro, nell’area di nostro interesse non vi sono fenomeni gravitativi in atto o

quiescenti e nella carta del dissesto della “Cartografia geologica e dei suoli della Regione

Emilia-Romagna”, di seguito riportata, vengono indicati dei depositi alluvionali attualmente

non in evoluzione.

Per quanto riguarda la falda, nello studio geologico della Soc. Coop geoLOG,

precedentemente citato, è stata osservata a quote variabili da -1,1 m a -1,86 m dal p.c.




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Figura 14 – Stralcio carta del dissesto (Geoportale regione Emilia)




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11 CONCLUSIONI

Alla luce delle considerazioni sopra esposte, in base ai dati emersi dal rilievo di campagna,

dai lavori pregressi in possesso dello scrivente e dalla consultazione della cartografia

ufficiale, si possono trarre le seguenti conclusioni:

• la sequenza stratigrafica locale è costituita da depositi del Periodo olocenico, Unità di

Modena (AES8a) caratterizzata prevalentemente da un’alternanza di sabbie e limi

sabbiosi di canale, alternati ad episodi palustri con sedimenti argillosi organici;

• Dal punto di vista geotecnico le resistenze alla punta del penetrometro statico (qc)

sono elevate per i sedimenti sabbiosi (> di 2 MPa) mentre diventano modeste per i sedimenti

limo-argillosi (0,2 – 0,4 MPa) e si può assumere un angolo di attrito (ϕ’) di 32° per le sabbie

ed una coesione non drenata (Cu) di 30 KPa per le argille.

• non si evidenziano indizi o elementi d’instabilità gravitativa e si escludono i

rischi connessi con la dinamica fluviale;

• Per quanto riguarda la presenza della falda acquifera, si può affermare che si trova

entro i primi 2 m dal piano di campagna, pertanto non si esclude l’interferenza con le

opere in progetto;

• per quanto riguarda il rischio sismico, l’area risulta soggetta ad amplificazione per

caratteristiche litologiche e a potenziale presenza di terreni predisponenti la liquefazione.

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