Provincia di Livorno A_RAPPORTO... · (ART.9 LEGGE REGIONALE 3 GENNAIO 2005 N.7) ... 3.4.2 Proposta...
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Allegato A
Provincia di Livorno
PIANO ITTICO PROVINCIALE
(ART.9 LEGGE REGIONALE 3 GENNAIO 2005 N.7)
Valutazione Ambientale Strategica
RAPPORTO PRELIMINARE DI VERIFICA ASSOGGETTABILITA’
(ART. 21 e 22 L.R. 10/2010)
Redazione del Rapporto Preliminare e del Piano Itti co COLLABORAZIONE ESTERNA Dr Alessandro Voliani - ARPAT Mare – Livorno Dr.ssa Manuela Gualtieri e Dr Massimo Mecatti – Dip.to Scienze Zootecniche dell’Università degli Studi di Firenze GRUPPO INTERNO AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE
- Alvaro Freschi - Concetta Saltamonti
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INDICE 1. Quadro Normativo Pag. 3 1.1 Normativa di riferimento in materia di VAS Pag. 3 1.2. Normativa di riferimento in materia di Piano Ittico in acque interne Pag. 3 2. La Valutazione Ambientale Strategica Pag. 4 2.1 La procedura di VAS Pag. 5 2.2 La VAS del “Piano Ittico in acque interne” (PIP) Pag. 5 La valutazione iniziale La valutazione intermedia La valutazione finale 3. Il Rapporto Preliminare di verifica assoggettabilità alla VAS Pag. 6 3.1 Gli obiettivi della VAS relativamente al Piano Ittico Provinciale Pag. 6 3.2 I principi e gli obiettivi del PIP Pag. 6 3.3 Il Quadro Conoscitivo Ambientale Pag. 8 3.4 Considerazioni gestionali rilevabili dalla carta Ittica Pag. 23 3.4.1 Reticolo idrografico e classificazione delle acque
3.4.2 Proposta di inserimento nell’elenco delle acque interne 3.4.3 Istituzione zone di protezione 3.4.4 Istituzione zone di frega 3.4.5 Fauna ittica
3.4.6 Indici
4. La coerenza interna Pag. 36 5. La coerenza esterna Pag. 37 6. Obiettivi di protezione ambientale di interesse Pag. 38 generale 7. Lettura della matrice degli impatti e relative misure di Mitigazione Pag. 38 8. Indicazioni su misure di monitoraggio ambientale Pag. 39 9. Valutazione Ambientale Pag. 39
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1. QUADRO NORMATIVO 1.1 Quadro normativo di riferimento in materia di VAS Il presente documento di Valutazione Ambientale viene redatto in applicazione della Direttiva 2001/42/CE la quale è stata recepita in Italia dal D. lgs. 152 del 3 aprile 2006, la cui parte seconda, contenente le procedure in materia di VIA e VAS, è entrata in vigore il 31 luglio 2007, poi modificata dal D.lgs. 16 gennaio 2008 n. 4. In Toscana tale procedura è disciplinata con L.R.T. n. 10/2010 alla quale le Province ed i Comuni devono attenersi per i procedimenti di approvazione degli atti di pianificazione territoriale, e dei piani di settore. La stesura di un rapporto ambientale, la partecipazione e l’informazione del pubblico nei processi decisionali per i piani e programmi a rilevanza ambientale sono requisiti fondamentali e necessari a garantire l’efficacia delle procedure di VAS. La VAS riguarda piani e programmi che possono avere un impatto significativo sull’ambiente e sul patrimonio culturale. La procedura di VAS è quindi parte integrante delle procedure ordinarie utilizzate per l’adozione e approvazione dei piani e dei programmi elaborati per la valutazione e corretta gestione delle risorse. Sono sottoposti a VAS anche i piani/programmi per i quali è necessaria la valutazione d’incidenza ai sensi dell’art. 5 del DPR 8 settembre 1997, n. 357 (in questo caso la valutazione d’incidenza è compresa nella procedura di VAS) in considerazione di possibili impatti sulle zone di protezione speciale o sui siti di importanza comunitaria (ZPS – SIC). 1.2 Normativa di riferimento in merito al Piano Itt ico in acque interne La Regione Toscana approvando la legge regionale 3 gennaio 2005 n. 7 ha legiferato in materia di gestione della risorsa ittica in acque interne e in merito alla regolamentazione della pesca dilettantistica e professionale in acque interne. Il successivo Regolamento di attuazione n. 54/R/2005 definisce i criteri di gestione della pesca dilettantistica e degli istituti ittici a tutela della fauna ittica presente nei corpi idrici regionali. La legge in prima stesura assegnava alla Regione medesima la redazione, del Piano ittico Regionale, di durata sessennale; successivamente con l.r. 29 dicembre 2010, n. 65 (art. 110) è stata modificata la l.r. 3 gennaio 2005, n. 7 “Gestione delle risorse ittiche e regolamentazione della pesca nelle acque interne”; la modifica, con decorrenza dal 1 gennaio 2011, ha riguardato il comma 1 dell’art. 8 “Piano regionale per la pesca nelle acque interne” che stabilisce che il piano regionale per la pesca nelle acque interne è contenuto nella sezione agricola del piano regionale agricolo forestale (PRAF) di cui all’articolo 2 della L.R. n. 1/2006. Il vigente piano regionale (PRAF 2012-2015 approvato con DCR n. 3 del 24 gennaio 2012) detta i criteri per la suddivisione in zone ittiche dei corpi idrici, per la realizzazione degli istituti previsti dalla legge, gli indirizzi per l'esercizio della pesca dilettantistica, sportiva e professionale nonché gli obiettivi, le tipologie degli interventi, le priorità, l’individuazione delle specie ittiche alloctone che necessitano di interventi di contenimento o riduzione e ogni ulteriore elemento utile a conseguire le finalità della presente legge. Gli obiettivi della legge sono pertanto perseguiti attraverso il PRAF ed in particolare nel paragrafo inerente la pesca nelle acque interne quale strumento programmatico con cui la Regione assume iniziative e detta indirizzi al fine di perseguire l’obiettivo primario di conservazione, incremento e riequilibrio delle popolazioni ittiche per assicurarne la corretta fruibilità nel pieno rispetto dei principi di tutela e salvaguardia degli ecosistemi acquatici. L’obiettivo primario, di conservazione, incremento e riequilibrio delle popolazioni ittiche, può essere ricondotto alle seguenti tematiche: - suddivisione in zone ittiche dei corpi idrici; - realizzazione degli istituti previsti dalla L.R.7/05; - equilibrato sviluppo della pesca dilettantistica, sportiva e professionale; - conservazione della Biodiversità: sviluppo delle specie autoctone e contenimento delle specie alloctone
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invasive; - partecipazione dell’associazionismo alla programmazione, gestione ittica e vigilanza. Gli indirizzi saranno attuati dalle Amministrazioni Provinciali così come stabilito dall’art.9 della L.R 7/05 mediante i piani provinciali per la pesca in acque interne che hanno durata corrispondente a quella del PRAF (2012-2015). 2. LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 2.1 La procedura di VAS Si riporta di seguito uno schema esplicativo di sintesi delle complesse procedure inerenti la VAS: VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ Autorità procedente trasmette all’autorità competente un rapporto preliminare con la descrizione del piano o programma ↓ L’autorità competente individua i soggetti competenti in materia ambientale da consultare e trasmettere loro il rapporto preliminare ↓ L’autorità competente emette il provvedimento di verifica assoggettando o escludendo il piano o il programma dalla VAS ↓ RAPPORTO AMBIENTALE Consultazione tra proponente / autorità procedente e autorità competente per la definizione delle informazioni da includere nel rapporto ambientale ↓ Il proponente / autorità procedente redige il rapporto ambientale ↓ Il proponente / autorità procedente comunica all’autorità competente il rapporto ambientale e una sua sintesi non tecnica ↓ Messa a disposizione del pubblico e dei soggetti competenti in materia ambientale della proposta di piano o programma e il rapporto ambientale ↓ CONSULTAZIONE Pubblicazione nel BURT di un avviso indicativo con i contenuti principali della proposta di piano o programma e pubblicazione on line sui siti delle autorità procedenti e competenti ↓ Entro 60 giorni chiunque può prendere visione della proposta di piano o programma e del relativo rapporto ambientale e presentare proprie osservazioni ↓ VALUTAZIONE DEL RAPPORTO AMBIENTALE E DEGLI ESITI D ELLE CONSULTAZIONI L’autorità competente svolge le attività tecnico / istruttorie valutando la documentazione presentata e le osservazioni presentate ↓ Ove necessario, l’autorità procedente provvede alla revisione del piano o programma ↓ Il piano o programma e il rapporto ambientale è trasmesso all’organo competente all’adozione o approvazione del piano o programma ↓ DECISIONE La decisione finale è pubblicata nel BURT
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↓ MONITORAGGIO →Il monitoraggio è svolto avvalendosi dell’ ARPAT 2.2 La VAS del “Piano Ittico in acque interne” La prima fase del processo di valutazione integrata è denominata “Valutazione iniziale”. Il Documento di valutazione iniziale prevede l’indicazione degli scenari di riferimento e degli obiettivi derivanti: - dal Piano di Indirizzo Territoriale (PIT); - dal Piano ittico Regionale in acque interne; - dal PTC vigente; - dalla verifica degli obiettivi della Proposta di Piano ittico Provinciale in acque interne rispetto agli altri strumenti (Piani di Bacino, PIT , PS adottati, approvati, ecc…) ovvero la verifica di coerenza esterna e la verifica di coerenza interna in relazione ai contenuti del piano ittico medesimo. Con Deliberazione n. 3 del 24/012012 la Regione Toscana approvando il PRAF 2012-2015 ha provveduto a dare regole e criteri per la gestione della risorsa ittica e la regolamentazione della pesca nelle acque interne, con valore di Piano ittico regionale quale strumento di indirizzo in materia; le Province entro 180 gg dalla sua approvazione devono redigere il Piano ittico di livello provinciale. Con determinazione dirigenziale n. 27 del 21/05/2010 la Provincia ha instaurato con ARPAT - Sezione Mare di Livorno, un rapporto di consulenza e collaborazione tecnico scientifico al fine di iniziare l’iter per la redazione del piano medesimo. In questa prima di fase di elaborazione del Piano e stato dato particolare risalto alla ricerca ed acquisizione di informazioni tecnico scientifiche contenute nella Carta della Vocazione Ittica, già adottata nel 2009, nonché dai dati dei monitoraggi ittici effettuati dalle associazioni di pescatori dilettanti e sportive, al fine di individuare un “Quadro Conoscitivo” puntuale della risorsa ittica e dell’attività alieutica e professionale della pesca in acque interne. Le informazioni e i dati raccolti hanno contribuito alla definizione dei punti di forza e di debolezza della risorsa ittica provinciale, con la consapevolezza che la gestione della stessa deve avvenire in termini di conservazione, incremento, e riequilibrio delle popolazioni ittiche autoctone, per assicurare nel tempo la corretta fruibilità, nell’ottica dello sviluppo sostenibile. In merito alla procedura di VAS stabilita dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale precedentemente richiamata, per la redazione del “Piano ittico Provinciale in acque interne” della Provincia di Livorno, è possibile identificare le seguenti Autorità: AUTORITA’ PROPONENTE Struttura Tecnica interna all’Ente di cui fanno parte dipendenti: - del Servizio Ambiente - del Servizio Sviluppo Rurale – P.O. Caccia, Pesca Acque Interne - della P.O. Aree Protette e Biodiversità AUTORITA’COMPETENTE: GIUNTA PROVINCIALE AUTORITA’PROCEDENTE: CONSIGLIO PROVINCIALE Attualmente rispetto al cronogramma della procedura di VAS ci troviamo nella fase Iniziale di verifica assoggettabilità, nella quale l’autorità proponente trasmette la proposta di piano all’Autorità Competente, che è identificata nella Giunta Provinciale. Per quanto attiene alla nomina del Responsabile del procedimento nella procedura di VAS, viene nominato il Dr Paolo Teglia in qualità di dirigente della U.S. Sviluppo Rurale e della U.O. Caccia, Pesca Acque Interne. Il garante della comunicazione verrà eventualmente nominato successivamente dopo l’esito delle verifica di assoggettabilità o meno a VAS del PIP di cui all’Art. 22 della L.R. 10/2010.
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3. IL RAPPORTO PRELIMINARE DI VERIFICA ASSOGGETTIBILIT A’ ALLA VAS 3.1 Gli obiettivi della VAS relativamente al Piano Ittico Provinciale La VAS si configura come una procedura parallela al processo di pianificazione delle attività legate alla gestione della risorsa ittica e alla regolamentazione della pesca in acque interne, che concorre alla definizione delle scelte di Piano Ittico, con pari dignità rispetto ad altri contenuti. Essa è volta ad individuare preventivamente gli effetti che deriveranno dall’attuazione delle singole scelte di Piano e consente, di conseguenza, di selezionare tra le possibili soluzioni alternative quelle maggiormente rispondenti sia agli obiettivi del Piano che agli obiettivi di sostenibilità della risorsa. Nel contempo la VAS individua le misure volte ad impedire, mitigare o compensare l’incremento delle eventuali criticità ambientali e territoriali già presenti e i potenziali effetti/impatti negativi delle scelte operate dal Piano. Preme comunque precisare che la proposta di piano ittico, come del resto la legge regionale 7/2005 e il relativo Piano ittico regionale hanno come obiettivo e finalità principali la tutela e salvaguardia degli ecosistemi acquatici, la conservazione, l’incremento e il riequilibrio delle popolazioni ittiche, per assicurarne una corretta fruibilità, pertanto pare evidenziarsi che per il Piano Ittico Provinciale proposto siano possibili i casi di esclusione dalla proceduta di VAS in quanto:
- il Piano non porta a modificazioni o alterazioni del quadro ambientale relativo alle acque interne, ma solo a miglioramenti della qualità e della gestione della componente faunistica e della pesca;
- che per il Piano Ittico provinciale, che discende dalle indicazioni del sopra richiamato Piano Ittico Regionale di cui alla Del. C.R.T. n. 3/2012, includerà completamente le prescrizioni già valutate nel suddetto piano regionale;
- che pertanto per il Piano in oggetto possono valere le condizioni indicate al comma 4°bis dell’ art. 5 della L. R. 10/2010;
Il presente documento ha lo scopo, quindi, di dimostrare che non è possibile individuare, in quanto non sussistono o sono ridotte al minimo, le eventuali criticità o le eventuali conseguenze ambientali dovute all’attività di pesca, sia essa professionale (assai scarsa in Provincia di Livorno), o dilettantistica (che sarà ulteriormente regolamentata e limitata rispetto a prima), agli interventi effettuati o interessanti i corpi idrici provinciali (che si limiteranno alla sola manutenzione ordinaria degli alvei e delle sponde), alla gestione della fauna ittica locale tramite i ripopolamenti ittici (assai limitati se non nulli), che possono, in qualche modo, alterare l’equilibrio dell’ecosistema acquatico. Le valutazioni ambientali e strategiche che vengono effettuate nel presente rapporto, dedicheranno una particolare attenzione ai corpi idrici ed alle attività di pesca e di gestione della fauna ittica che interessino a vario titolo le aree riconosciute di siti di interesse comunitario e regionale (Sic e SIR), Zone di protezione speciale (ZPS) riconosciute dalla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, della L.R. Toscana n. 56/2000 e del DPR 120/03, al fine della conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica, tra cui quella ittica. La valutazione è sviluppata mediante l’utilizzo di strumenti qualitativi e di indicatori, ricavati dalla Carta Ittica Provinciale, cercando di individuare e misurare per ogni corpo idrico i punti di forza e punti di debolezza di natura ambientale degli stessi con l’indicazione di eventuali processi di tutela e mitigazione degli impatti sull’ambiente delle attività alieutiche che in essi si praticano. 3.2 I principi e gli obiettivi del Piano Ittico
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Il Piano Ittiofaunistico Provinciale per la pesca nelle acque interne ha il fine di mantenere, e ricostituire dove necessario, il patrimonio di popolazioni autoctone di ittiofauna. Il piano si pone l’obbiettivo di attuare una rete di aree riproduttive di varia tipologie, ben distribuite sul territorio e di portare avanti tutta una serie di progettualità ben calibrate sul territorio tese a favorire la qualità dei corsi d’acqua e la permanenza e la stabilizzazione dei pesci. In questo senso sono pertanto da privilegiare da una parte tutte le attenzioni rivolte alle specie autoctone dall’altra la volontà di privilegiare tutto ciò che può considerarsi come miglioramento del corso o del bacino acqueo ai fini della presenza delle popolazioni eurialine. Ciò nello specifico si attua tramite indirizzi generali di gestione e singoli progetti portati avanti tramite l’individuazione, il finanziamento ed il successivo controllo da parte della Provincia insieme alle associazioni di pescasportivi ed Enti locali e dalla ricerca della qualità dei soggetti utilizzati per eventuali operazioni di ripopolamento. Alla base della programmazione del Piano provinciale si pone come strumento propedeutico, e all’uopo redatto, la “Carta delle vocazioni ittiofaunistiche della Provincia di Livorno” (di seguito Carta Ittica) pubblicata nel 2009 in collaborazione con le associazioni pescasportive livornesi e al Dipartimento di Scienze Zootecniche dell’Università di Firenze. Infatti, comunque stabiliti gli indirizzi generali di gestione del territorio e nello specifico delle popolazioni eurialine, la pianificazione della gestione ittiofaunistica non può prescindere, sulla base di un approccio di carattere ecologico, dall’esame nel loro complesso ecosistemico degli ambienti acquatici e dalle cause che oggi, in modo diffuso e spesso intenso, ne provocano il degrado qualitativo transitorio o permanente. Questa è pertanto la principale funzione dei piani di gestione delle risorse naturali, dei quali fanno parte anche le carte ittiche o delle vocazioni ittiofaunistiche. L’ittiofauna, oltre ad essere oggetto di fruizione da parte dell’uomo, svolge ruoli importanti e diversificati all’interno dei complessi intrecci di relazioni che caratterizzano gli ambienti acquatici, e risulta indispensabile per il loro equilibrio ecologico. Tutti i fattori che in qualche modo influenzano la composizione qualitativa e quantitativa dei popolamenti ittici, dalle alterazioni ambientali fino al prelievo alieutica, da parte dei pescatori, finiscono dunque per influenzare, più o meno direttamente, lo stesso equilibrio intrinseco degli ecosistemi acquatici superficiali. Alla fauna ittica si può attribuire un valore ecologico e naturalistico, un valore d’uso o economico e un valore sociale. Il valore naturalistico dipende dalla varietà e dalla rarità delle specie; per questo la conservazione della biodiversità è un fine fondamentale della pianificazione ittiofaunistica e peraltro costituisce un obiettivo ben evidente del Piano Regionale per la pesca nelle acque interne e, di conseguenza, anche di quelli provinciali. Il valore economico, o d’uso, è legato allo sfruttamento del patrimonio ittico tramite la pesca e va considerato in termini spaziali e temporali ampi, con riferimento alla rinnovabilità della risorsa e, dunque, anche al suo utilizzo futuro. La gestione della fauna ittica coinvolge, infine, importanti aspetti sociali connessi soprattutto con la pesca dilettantistica e, quindi, con l’impiego del tempo libero. La pratica della pesca da parte di una significativa percentuale della popolazione residente, insieme ad un afflusso di pescatori ospiti, rende la misura dell’affezione rispetto a un’attività che come poche altre consente il recupero di un contatto diretto e rigenerante con l’ambiente naturale. Così come evidenziato anche dalla Carta Ittica è necessario garantire la rinnovabilità a lungo termine delle risorse ittiche tramite il loro sfruttamento sostenibile, che diviene, l'obiettivo finale di una loro razionale gestione.
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3.3 Il Quadro Conoscitivo Ambientale del PIP attraverso la Carta Ittica Il progetto di realizzazione della Carta Ittica provinciale è stato condotto eseguendo i
sopralluoghi e i campionamenti ittici con gli obiettivi di verificare la vigente destinazione
delle acque provinciali secondo la classificazione indicata dalla Legge regionale n.7/05, di
caratterizzare la fauna ittica presente e di stimarne il popolamento, di fornire i principali
elementi utili ai fini stesura del Piano ittico provinciale e di evidenziare gli istituti più
idonei da adottare.
Dal quadro conoscitivo che ne deriva è possibile trarre indicazioni su tutte le misure di
protezione utili ad una corretta gestione della fauna ittica autoctona o ad essa assimilata,
secondo gli indirizzi generali del Piano ittico regionale per la pesca nelle acque interne.
Parimenti sono deducibili indicazioni gestionali per le specie di interesse alieutico e per
quelle alloctone in particolare se invasive.
I campionamenti, condotti dal Dipartimento di Scienze zootecniche dell’Università degli
Studi di Firenze ha visto la collaborazione di volontari ARCIPESCA –FISA e delle guardie
ittiche della F.I.P.S.A.S. di Livorno. I dati raccolti e presentati nella Carta ittica offrono un
quadro dei corsi d’acqua ampio e tale da permettere la stesura di un Piano ittico provinciale
che si prospetta condiviso dalle associazioni dei pescatori dilettanti proprio perché la carta
ittica scaturisce anche dalla loro collaborazione.
La Carta, nel rispondere ai suoi obiettivi, si compone pertanto:
a) di una prima parte che riassume i metodi adottati per la raccolta dei dati, scelti tra
quelli indicati dal Piano Regionale;
b) dei risultati dei sopralluoghi effettuati sui punti ritenuti rappresentati del reticolo
idrografico e di tutti i campionamenti ittici condotti sotto il coordinamento dell’Università;
c) di considerazioni sulle condizioni della fauna ittica e dei corsi d’acqua, che siano
di indirizzo per il piano ittico provinciale.
MATERIALI E METODI ADOTTATI PER LA RACCOLTA DEI DATI
Reticolo idrografico e scelta delle stazioni di campionamento
Nel corso della prima fase del progetto è stata condotta l’analisi del reticolo idrografico, a
partire dall’elenco delle acque della Provincia di Livorno pubblicato nel B.U.R. n. 4 del
27.01.2007. A partire da questo elenco sono state condotte verifiche cartografiche
consultando il Sistema Informativo Regionale Ambientale della Toscana dell’ARPAT e la
cartografia del Consorzio dei Fiumi e Fossi di Pisa.
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Da questo elenco si è prima di tutto rilevato l’assenza di laghi o invasi artificiali di
rilevante dimensione. L’indagine sulla pesca nelle acque interne, anche ai fini del Piano
provinciale, ha richiesto tuttavia la ricerca dei laghetti privati destinati alla pesca a
pagamento, previsti all’art.12 della L.R. n. 7/05, per evidenziare eventuali connessioni con
il reticolo idrografico e la possibilità di fuga di pesci.
La distribuzione dell’ittiofauna e delle acque di interesse per la pesca è stata pertanto
condotta su stazioni rappresentative del reticolo idrografico tra i 146 corsi d’acqua (dal 1°
al 5° grado) dell’elenco regionale. Nel corso delle indagini in aggiunta ad essi sono stati
ritenuti di rilievo riguardo alla fauna ittica altri corsi qui non compresi per l’esiguità nella
lunghezza, alcuni dei quali proponiamo siano inseriti nell’elenco delle acque (Fosso del
Marroccone, Fosso dell’acqua puzzolente).
Come previsto dal programma di lavoro l’elenco delle acque è stato oggetto di una
consultazione con le guardie ittiche e con i pescatori per la loro diretta conoscenza dei
luoghi. Da una prima scheda conoscitiva sulla qualità dei diversi corsi, quali le
caratteristiche ambientali, l’andamento della portata nel corso dell’anno (morbida, magra,
secca), la presenza di ittiofauna e l’attività di pesca, si è proceduto all’esecuzione di
sopralluoghi e di campionamenti ittici.
Tenuto conto dei risultati di precedenti indagine ittiologiche (Gualtieri e Mecatti, 2002) e
dell’analisi cartografica del reticolo idrografico, sono stati valutati tutti i corsi elencati e
individuate le stazioni rappresentative.
Uno degli aspetti che, come atteso, ha rappresentato maggiore interesse iniziale, anche ai
fini della scelta degli istituti più opportuni e dei criteri di protezione dell’ittiofauna, è stato
quello di condurre sopralluoghi nel periodo di maggiore probabilità di magra o secca
(giugno-settembre).
Dalle conoscenze acquisite da indagini precedenti e dalle indicazioni dei pescatori sono
risultati una serie di corsi che fin dal periodo primaverile possono presentare condizioni di
magra pronunciata e, per la localizzazione posseduta, di probabile nullo interesse per la
pesca. Per alcuni, già caratterizzati da una denominazione (fossi, botri, rii) che ne esprime
il modesto rilievo nelle portate estive è assai probabile la completa secca stagionale. Di
essi ne è stata scelta una quota rappresentativa. In più, la presenza diffusa di sbarramenti
per ridurre l’energia dell’acqua nei periodi di piena non pare possa consentire il
mantenimento di popolazioni ittiche stabili, impedendone la risalita, essendo inoltre noto
che sul territorio provinciale non sono stati effettuati ripopolamenti.
Complessivamente sono stati eseguiti sopralluoghi su tutti i corsi classificati dalla Regione
Toscana e in seguito sono stati scelti tra questi un numero rappresentativo della realtà
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territoriale livornese. I risultati dei campionamenti ittici, eseguiti sulla quasi totalità dei
corsi scelti, sono stati ritenuti rappresentativi per la stesura della Carta ittica. Non sono stati
eseguiti campionamenti ittici sui fossi e rii del modesto reticolo idrografico dell’Isola
d’Elba, risultati in secca ai sopralluoghi del periodo estivo. Come peraltro noto, l’idrologia
dell’isola non permette il mantenimento di una popolazione ittica di acqua dolce stabile.
Le schede con i risultati, assunte quale riferimento per la successiva proposta del Piano
ittico provinciale riportano una numerazione progressiva che si riferisce all’ordine adottato
dalla Regione Toscana nel Decreto del 21 dicembre 2006 n.6304, per l’elenco delle acque
livornesi. La numerazione delle schede riportate nella carta ittica supera tale valore (146
corsi) per l’inserimento di altri corsi d’acqua attualmente non classificati.
Tabella 1. Elenco dei corsi d’acqua della provincia di Livorno
Codice stazione NOME CORSO
GRADO
BACINO 1° G.
BACINO 2° G.
COMUNI INTERESSATI
1 SCOLMATORE
DELL'ARNO 1 SCOLMATORE DELL'ARNO Collesalvetti, Livorno
2 ANTIFOSSO DELLE ACQUE CHIARE 2
SCOLMATORE DELL'ARNO Collesalvetti, Livorno
3 FOSSO DELL'ACQUA SALSA 3
SCOLMATORE DELL'ARNO
ANTIFOSSO DELLE ACQUE CHIARE Collesalvetti
4 FOSSO TORA 3
SCOLMATORE DELL'ARNO
ANTIFOSSO DELLE ACQUE CHIARE Collesalvetti
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FOSSA CHIARA 3 SCOLMATORE DELL'ARNO
CANALE NAVIGABILE DEI NAVICELLI Collesalvetti
6 FIUME ISOLA 2
SCOLMATORE DELL'ARNO Collesalvetti
7 RIO TAVOLA 3
SCOLMATORE DELL'ARNO F. ISOLA Collesalvetti
8 FOSSA NUOVA 2
SCOLMATORE DELL'ARNO Collesalvetti, Livorno
9 FOSSO TORRETTA 2
SCOLMATORE DELL'ARNO Collesalvetti, Livorno
10 ANTIFOSSO DI FATTORIA 4
SCOLMATORE DELL'ARNO FOSSO TORRETTA Collesalvetti
11 FOSSO REALE ZANNONE 3
SCOLMATORE DELL'ARNO FOSSO TORRETTA Collesalvetti
12 ANTIFOSSETTO 4
SCOLMATORE DELL'ARNO FOSSO TORRETTA Collesalvetti
13 FOSSO DEL FONTINO 5
SCOLMATORE DELL'ARNO FOSSO TORRETTA Collesalvetti
14 FOSSO DELLE LENZE O PAILUNGA 5
SCOLMATORE DELL'ARNO FOSSO TORRETTA Collesalvetti
15 TORRENTE ORCINA 2
SCOLMATORE DELL'ARNO Collesalvetti
16 TORRENTE TORA 2
SCOLMATORE DELL'ARNO Collesalvetti
17 RIO CONELLA 4
SCOLMATORE DELL'ARNO T. TORA Collesalvetti
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18 RIO LA TANNA 3
SCOLMATORE DELL'ARNO T. TORA Collesalvetti
19 RIO NUGOLA 4
SCOLMATORE DELL'ARNO T. TORA Collesalvetti
20 BORRO MARIANNA 5
SCOLMATORE DELL'ARNO T. TORA Collesalvetti
21 TORRENTE MORRA 3
SCOLMATORE DELL'ARNO T. TORA Collesalvetti
22 BOTRO DI LOTI 4
SCOLMATORE DELL'ARNO T. TORA Collesalvetti
23 BOTRO DEI VALLINACCI 5
SCOLMATORE DELL'ARNO T. TORA Collesalvetti
24 CANALE EMISSARIO DI BIENTINA 2
SCOLMATORE DELL'ARNO
Collesalvetti, Livorno
25 RIO ARDENZA 1 RIO ARDENZA Livorno 26 FOSSO DEL
MOLINO NUOVO 2 RIO ARDENZA Livorno 27 FOSSO DELLA
BANDITELLA 1 FOSSO DELLA BANDITELLA Livorno
28 RIO MAGGIORE 1
RIO MAGGIORE Livorno
29 FOSSO DELLA MADONNINA 1
FOSSO DELLA MADONNINA Livorno
30 TORRENTE CHIOMA 1 T. CHIOMA
Collesalvetti, Livorno, Rosignano
Marittimo 31 BOTRO
FORTULLA 1 BOTRO FORTULLA Rosignano Marittimo
32 BOTRO DELL'ARANCIO 1
BOTRO DELL'ARANCIO Rosignano Marittimo
33 BOTRO GRANDE (1) 2
BOTRO DEI CONDOTTI Rosignano Marittimo
34 BOTRO IURCO 1 BOTRO IURCO Rosignano Marittimo 35 BOTRO
CROCETTA 2 BOTRO IURCO Rosignano Marittimo 36 BOTRO SECCO 1 BOTRO SECCO Rosignano Marittimo 37 FOSSO COTONE 2 BOTRO SECCO Rosignano Marittimo 38 FIUME FINE 1 F. FINE Rosignano Marittimo 39 BOTRO CANALE 2 F. FINE Rosignano Marittimo 40 BOTRO DEL
GONNELLINO 2 F. FINE Rosignano Marittimo 41 TORRENTE
PESCERA 2 F. FINE Rosignano Marittimo 42 TORRENTE
SAVALANO 2 F. FINE Collesalvetti,
Rosignano Marittimo 43 BOTRO DELLA
FICAIOLA 3 F. FINE T. SAVALANO Collesalvetti,
Rosignano Marittimo 44 BOTRO DI
MELARNO 3 F. FINE T. SAVALANO Rosignano Marittimo 45 BOTRO DEL
RIPAIOLO 4 F. FINE T. SAVALANO Rosignano Marittimo 46 BOTRO DI RIARDO 3 F. FINE T. SAVALANO Rosignano Marittimo 47 BOTRO DELLA
SANGUIGNA 4 F. FINE T. SAVALANO Rosignano Marittimo 48 BOTRO DI SAN
GIORGIO 4 F. FINE T. SAVALANO Rosignano Marittimo 49 BOTRO
TORRICCHI 3 F. FINE T. SAVALANO Collesalvatti
Rosignano Marittimo 50 FOSSO DELLA
VALLE CORSA 1 FOSSO DELLA VALLE CORSA Rosignano Marittimo
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51 TORRENTE TRIPESCE 1 T. TRIPESCE
Rosignano Marittimo, Cecina
52 FOSSO DEGLI IMPALANCATI 2 T. TRIPESCE Cecina
53 FOSSO MELUCCIO 2 T. TRIPESCE Cecina 54 FIUME CECINA 1 F. CECINA Cecina 55 FOSSO LINAGLIA 2 F. CECINA Cecina 56 IL GORILE (1) 2 F. CECINA Cecina 57 TORRENTE
ACQUERTA 2 F. CECINA Cecina 58 TORRENTE
STERZA 2 F. CECINA Sassetta, Castagneto
Carducci, Bibbona 59 BOTRO DELLA
CANONICA 3 F. CECINA T. STERZA Bibbona 60 BOTRO DELLO
STENTO 3 F. CECINA T. STERZA Bibbona 61 BOTRO DI
PASTINA 3 F. CECINA T. STERZA Bibbona 62 BOTRO R65IVIVO 3 F. CECINA T. STERZA Castagneto Carducci 63 IL GORILE (2) 1 IL GORILE (2) Cecina 64 FOSSO DELLA
VALLESCAIA 3 IL GORILE (2) Cecina 65
FOSSO LE BASSE 1 FOSSO LE BASSE Cecina
66 FOSSO DELLE TANE 1
FOSSO DELLE TANE Bibbona
67 FOSSO DELLA MADONNA 2
FOSSO DELLE TANE Bibbona
68 FOSSA CAMILLA 1
FOSSA CAMILLA Castagneto Carducci
69 BOTRO DELL'INFERNO 2
FOSSA CAMILLA
Castagneto Carducci, Bibbona
70 FOSSO CARESTIA VECCHIA 2
FOSSA CAMILLA Castagneto Carducci
71 FOSSO SORBIZZI 2
FOSSA CAMILLA
Castagneto Carducci, Bibbona
72 BOTRO DI CAMPO DI SASSO 3
FOSSA CAMILLA FOSSO SORBIZZI Bibbona
73 BOTRO GRANDE 3
FOSSA CAMILLA FOSSO SORBIZZI Bibbona
74 FOSSO DEL LIVRONE 3
FOSSA CAMILLA FOSSO SORBIZZI
Castagneto Carducci, Bibbona
75 FOSSO TROGOLI 2
FOSSA CAMILLA
Castagneto Carducci, Bibbona
76 FOSSO DI BOLGHERI 1
FOSSO DI BOLGHERI
Castagneto Carducci, Sassetta
77 BOTRO DEI MOLINI 2
FOSSO DI BOLGHERI Castagneto Carducci
78 BOTRO DELLE MACINE 2
FOSSO DI BOLGHERI Castagneto Carducci
79 FOSSO AI MOLINI 2
FOSSO DI BOLGHERI Castagneto Carducci
80 FOSSO BORGHIO 2
FOSSO DI BOLGHERI Castagneto Carducci
81 FOSSO D'ACQUABONA 2
FOSSO DI BOLGHERI Castagneto Carducci
82 FOSSO DELL'AGRIFOGLIO 2
FOSSO DI BOLGHERI
Castagneto Carducci, Sassetta
83 FOSSO DI BUCONE 2
FOSSO DI BOLGHERI Castagneto Carducci
84 FOSSO DELLA 1 FOSSO DELLA Castagneto Carducci
13
CARESTIA CARESTIA 85 FOSSO ACQUA
CALDA 1 FOSSO ACQUA CALDA Castagneto Carducci
86 FOSSO DELLA CASA ROSSA 2
FOSSO ACQUA CALDA Castagneto Carducci
87 FOSSO DELLE ROZZE 1
FOSSO DELLE ROZZE
Castagneto Carducci, San Vincenzo
88 FOSSO DELLE PILETE 2
FOSSO DELLE ROZZE Castagneto Carducci
89 FOSSO DELLE DISPENSE 3
FOSSO DELLE ROZZE
FOSSO DELLE PILETE Castagneto Carducci
90 FOSSO DELLE PRIGIONI 1
FOSSO DELLE PRIGIONI San Vincenzo
91 BOTRO BUFALONE 2
FOSSO DELLE PRIGIONI San Vincenzo
92 FOSSO DEI MANIENTI 3
FOSSO DELLE PRIGIONI BOTRO BUFALONE
San Vincenzo, Campiglia Marittima
93 FIUME CORNIA
1
F. CORNIA
Suvereto, Campiglia Marittima, Piombino
94 FOSSO DEL RITORTO 2 F. CORNIA Sassetta, Suvereto
95 FOSSO DI RIPOPOLO 2 F. CORNIA Suvereto
96 FOSSO PORCARECCE 3 F. CORNIA
FOSSO DI RIPOPOLO Suvereto
97 FOSSO RAGNAIA 2 F. CORNIA Suvereto 98 FOSSO
RIOMERDANCIO 2 F. CORNIA Suvereto, Campiglia
Marittima 99 FOSSO DELLE
GORE 3 F. CORNIA FOSSO RIOMERDANCIO
Campiglia Marittima, Suvereto
100 FOSSO ACQUARI 4 F. CORNIA
FOSSO RIOMERDANCIO Suvereto
101 TORRENTE MASSERA 2 F. CORNIA Suvereto, Sassetta
102 TORRENTE LODANO 3 F. CORNIA T. MASSERA Sassetta
103 BOTRO REDEMESSI 4 F. CORNIA T. MASSERA Sassetta
104 FOSSO DEI TUFI 4 F. CORNIA T. MASSERA Sassetta 105 FOSSO DEL
CORSOIO 4 F. CORNIA T. MASSERA Sassetta 106 TORRENTE MILIA 2 F. CORNIA Suvereto 107 FOSSO CAGLIO 3 F. CORNIA T. MILIA Caglio 108
FOSSA CALDA 1 FOSSA CALDA
Campiglia Marittima, Piombino, San
Vincenzo 109 FOSSO
VERROCCHIO 3 FOSSA CALDA CANALE ALLACCIANTE (1)
Campiglia Marittima, Piombino
110 FOSSO CORNIACCIA 4 FOSSA CALDA
CANALE ALLACCIANTE (1) Campiglia Marittima
111 CANALE ORIENTALE DI RIMIGLIANO 2 FOSSA CALDA
Piombino, San Vincenzo
112 CANALE ALLACCIANTE CERVIA (1) 1
CANALE ALLACCIANTE CERVIA (1) Piombino
113 FOSSO BORGOGNANO 2 F. PECORA Suvereto
114 FOSSO DELL'ACQUA NERA 2 F. PECORA Suvereto
14
115 FOSSO ACQUAVIVA 1
FOSSO ACQUAVIVA
Campiglia Marittima, Piombino
116 CANALE ALLACCIANTE CERVIA (2) 2
FOSSO ACQUAVIVA Piombino
117
FOSSACCIA 3 FOSSO ACQUAVIVA
CANALE ALLACCIANTE CERVIA (2) Piombino
118 FOSSO BOTRANGOLO 3
FOSSO ACQUAVIVA
CANALE ALLACCIANTE CERVIA (2) Piombino
119
IL FOSSETTO 3 FOSSO ACQUAVIVA
CANALE ALLACCIANTE CERVIA (2) Piombino
120 FOSSO DELLA VALNERA 1
FOSSO DELLA VALNERA Piombino
121 FOSSO BOVALICO 1
FOSSO BOVALICO Campo nell’Elba
122 FOSSO DI SAN FRANCESCO 2
FOSSO BOVALICO Campo nell’Elba
123 UVIALE DI MARCIANA 1
UVIALE DI MARCIANA
Marciana, Marciana Marina
124 RIO DI ORTANO 1
RIO DI ORTANO
Rio Marina, Rio nell’Elba
125 FOSSO DI POMONTE 1
FOSSO DI POMONTE
Campo nell’Elba, Marciana
126 FOSSO BARIONE 2
FOSSO DI POMONTE
Marciana, Campo nell’Elba
127 FOSSO DELLA GALEA 1
FOSSO DELLA GALEA
Marciana, Campo nell’Elba
128 FOSSO LA CORNIACCIA 1
FOSSO LA CORNIACCIA
Piombino, Suvereto, Campiglia Marittima
129 FOSSO DI RIOTORTO 2
FOSSO LA CORNIACCIA Piombino
130 RIO FERRAIO 2
FOSSO LA CORNIACCIA
Campiglia Marittima, Piombino, Suvereto
131 FOSSO DI GRASSERA 1
FOSSO DI GRASSERA
Rio Marina, Rio nell’Elba
132 TORRENTE UGIONE 1 T. UGIONE Collesalvetti, Livorno
133 FOSSO DELLA CIGNA 2 T. UGIONE Livorno
134 RIO CIGNOLO 3 T. UGIONE
FOSSO DELLA CIGNA Livorno
135 FOSSO DELLA VALLETTA 2 T. UGIONE Collesalvetti
136 FOSSO DELLA VALLE LUNGA 3 T. UGIONE Livorno
137 RIO PAGANELLO 3 T. UGIONE Livorno 138
BOTRO AI MARMI 1 BOTRO AI MARMI
San Vincenzo, Campiglia Marittima
139 FOSSO POZZATELLO 2
BOTRO AI MARMI
San Vincenzo, Campiglia Marittima
140 FOSSO COSIMO 1 FOSSO COSIMO
Campiglia Marittima, Piombino
141 FOSSO DIAVOLO 2 FOSSO COSIMO Campiglia Marittima 142 FOSSO CORNIA
VECCHIA 1 FOSSO CORNIA VECCHIA Piombino
143 CANALE ALLACCIANTE (2) 3
FOSSO CORNIA VECCHIA Piombino
144 CANALE ALLACCIANTE 3
FOSSO CORNIA VECCHIA
Piombino, Campiglia Marittima
15
DESTRO 145
FOSSO DEI MORTI 2 CANALE PISANO Rosignano Marittimo
146 BOTRO FELICIAIO 1
BOTRO FELICIAIO Livorno
Parametri di campionamento
La raccolta dei dati sia ai fini della Carta ittica che del Piano è stata organizzata in modo da
ottenere dati relativi non tanto alla presenza di specie ittiche (indagine qualitativa), da
aggiornare solo in funzione di eventuali altre specie alloctone, quanto alla necessità di
avere un quadro delle popolazioni ittiche in termini di densità numerica e in peso, di specie
indicate a rischio o meritevoli di tutela. Da esse deriva poi l’indicazione sulla necessità di
eventuali immissioni. La conoscenza delle specie e il calcolo delle probabili densità sono
poi necessari alla definizione degli obblighi ittiogenici.
Ciò ha evidentemente rilievo nella pratica gestionale, poiché incide direttamente sulle
scelte prima citate degli istituti e la loro localizzazione (Zone a regolamento specifico,
zone di protezione parziale e totale, zone di frega, campi di gara), le indicazioni sulla pesca
(dilettantistica, professionale) nelle diverse possibilità di esercizio differenziate per tempi,
modalità di svolgimento, compresa l’individuazione delle acque ove sia possibile pescare
da natante.
Il programma di monitoraggio è sviluppato quindi su diverse linee:
-di indagine di tipo bibliografico sulle acque interne e la fauna ittica;
-di valutazione dell’esercizio della pesca dilettantistica e sportiva e professionale
nella provincia di Livorno;
-di conoscenza dell’ittiofauna presente e catturata, mediante questionari ai
pescatori;
-di identificazione dei luoghi dove l’attività di pesca può essere esercitata ed in
quali periodi dell’anno;
-di valutazione diretta delle specie presenti, mediante pesca elettrica, e della loro
distribuzione cercando quando possibile di stimarne l’abbondanza.
Il personale del Dipartimento di Scienze zootecniche (Dott. Massimo Mecatti) ha curato
l’organizzazione di tutte le fasi del programma quali la conduzione dei campionamenti e
l’elaborazione dei dati, svolto sempre in collaborazione con le Guardie volontarie delle
Associazioni dei pescatori F.I.P.S.A.S. ed ARCIPESCA-FISA (Associazione capofila), in
accordo con il responsabile scientifico del Dipartimento di Scienze zootecniche indicato
dalle Associazioni (Prof.ssa Manuela Gualtieri).
I campionamenti sono stati eseguiti facendo ricorso all’elettronarcosi o all’uso di reti. La
pesca elettrica è stata realizzata nel corso dell’indagine attraverso l’uso di due
16
apparecchiature diverse, generanti corrente mediante accumulatore a batteria (mod.
IG200/2: 250 W, 300-600 V, 35-100 impulsi/s; IG600: 650 W, 115-565 V, 20-200
impulsi/s). Nelle esperienze condotte dall’Università tali strumenti hanno fornito
indicazioni interessanti sulla praticità e efficacia nell’uso della corrente elettrica per il
campionamento della fauna ittica a seconda delle caratteristiche dell’acqua e delle
dimensioni dei pesci.
Durante la campagna di campionamento sono state rilevate le coordinate geografiche con
l’impiego di un GPS modello GPS 60 Garmin. Le coordinate sono state attribuite al sito
qualora della costellazione presente fossero rilevabili dallo strumento almeno 4 satelliti, in
caso contrario sono state rilevate le coordinate del punto rilevabile più vicino, non oltre i
100 m di distanza dalla stazione.
Le coordinate registrate sono riferite al sistema cartografico di riferimento UTM, la totalità
delle stazioni rientra nel fuso 32T.
In occasione dei sopralluoghi per definire le stazioni e al momento del campionamento
ittico, si è proceduto inoltre alla determinazione di alcuni parametri fisico-chimici, quali la
temperatura dell’acqua, il contenuto in ossigeno disciolto, la conducibilità elettrica, oltre
alla descrizione delle principali caratteristiche ambientali come indicato dal Piano
regionale. I parametri utilizzati sono descritti nelle tabelle che seguono.
I campionamenti sono stati di tipo quantitativo, con l’esclusione di luoghi a difficile
accessibilità e possibilità di operare in maniera da ottenere campioni rappresentativi per
unità di superficie (ad esempio le acque di foce) dove sono state individuate le specie
presenti, e tra esse quelle più frequenti o di maggiore interesse per la pesca, mediante
cattura con reti. In questi casi è stato applicato l’indice semiquantitativo utilizzato da
Moyle e Nichols (1973), già utilizzato in Italia e proposto per il calcolo dell’indice di stato
ecologico delle comunità ittiche (Zerunian, 2004).
Le operazioni di cattura sono state condotte in genere in due passaggi successivi sullo
stesso tratto di corso, di lunghezza variabile secondo l’accessibilità (da 30 m a oltre 100
m). L’esecuzione del secondo passaggio ha permesso di procedere alla stima del
popolamento ittico, grazie al seguente calcolo:
P = m2 / m – n , dove P rappresenta il popolamento ittico stimato, m il numero di
pesci catturato con il primo passaggio e n il numero dei pesci catturati con il secondo
passaggio.
La formula consente poi, sulla base delle superfici oggetto di studio, di indicare la
biomassa) più probabilmente presente nel tratto indicato.
17
Stazione di campionamento:
- data di campionamento;
- nome e codice della stazione di campionamento;
- bacino idrografico, sottobacino, corso d’acqua;
- regime di pesca;
- località di campionamento (per una facile individuazione della stazione indagata);
- coordinate della stazione.
Parametri ambientali (parametri geometrici dell’alveo, idraulici e correntometrici,
tenendo anche in considerazione i vari aspetti di fruizione del territorio):
- lunghezza del tratto campionato (m);
- superficie della stazione campionata (m2);
- larghezza minima del tratto indagato (m);
- larghezza massima dell’alveo bagnato (m);
- profondità massima del tratto indagato (m);
- profondità media del tratto indagato (m);
- velocità di corrente (m/s o scala 0-5): 0 = corrente nulla; 1 =corrente lenta; 2=corrente
medio - lenta; 3 = corrente media; 4 = corrente medio - forte; 5 = corrente forte;
- regime idrologico (secca, magra, normale, morbida);
- antropizzazione: indica l’impatto antropico sul corso d’acqua sia per quanto riguarda gli
scarichi che per le varie opere di regimazione (briglie, argini).
- copertura vegetale del fondo: percentuale di superficie dell’alveo bagnato coperta da
macrofite acquatiche o alghe;
- ombreggiatura: indica la parte di superficie del corpo d'acqua in ombra per
la maggior parte della giornata;
- torbidità;
- caratterizzazione delle sponde (vegetazione ripariale);
- tipologia di alveo bagnato;
- composizione granulometrica dell’alveo bagnato (massi, sassi, ghiaia, sabbia, fango);
Il censimento diretto della fauna ittica è stato condotto mediante cattura con elettronarcosi.
I soggetti catturati sono stati come di prassi trasferiti in capaci contenitori riempiti d’acqua,
eventualmente dotati di areatori a batteria, per ridurre possibili fenomeni di anossia.
18
Tutti i pesci sono stati poi sottoposti, previo riconoscimento della specie, alla
determinazione del peso totale e delle seguenti misure somatiche: lunghezza totale,
lunghezza della testa, altezza corporea massima. Sono state prelevate inoltre alcune
scaglie su campioni rappresentativi di soggetti per la determinazione dell’età.
Al termine delle operazioni di misura i pesci sono stati posti in un altro contenitore e
reimmessi nello stesso luogo di prelievo nel più breve tempo possibile.
Quando il campionamento con due passaggi non è stato possibile, il popolamento ittico è
stato stimato con un indice di abbondanza semiquantitativo (Moyle e Nichols, 1973) per le
acque correnti, mediante il quale viene attribuita una delle seguenti categorie: scarso (1-3
individui in 50 m lineari), presente (4-10 pesci), frequente (11-20 pesci), abbondante (21-
50 pesci), dominante (più di 50 pesci).
Parametri ittici
- elenco specie presenti
- specie autoctone e alloctone
- raccolta dati relativi agli esemplari catturati: lunghezza e peso, altezza massima dei
singoli individui, determinazione dell’età
-struttura del popolamento per specie
- stima dell’abbondanza relativa delle singole specie
- biomassa (g/m2)
- densità numerica (n/m2)
Indici corporei e di biodiversità
Le misure somatiche sono state utilizzate per calcolare alcuni indici corporei ritenuti utili
nella caratterizzazione della conformazione corporea delle specie ittiche, al fine di
evidenziare eventuali modificazioni corporee dovute non solo all’età ma anche alle
caratteristiche climatiche ed ambientali delle acque che li ospitano.
Gli indici morfometrici e ponderali utilizzati erano gli stessi adottati dalla precedente
indagine di monitoraggio della fauna ittica delle acque interne livornesi condotta
dall’Università di Firenze e cioè: fattore di condizione, fattore corporeo, I profilo relativo,
indice craniale.
Le relative formule di calcolo sono le seguenti:
Indici corporei
Fattore di condizione = peso totale x 100 / lunghezza totale 3
19
Fattore corporeo = peso totale x 1000/lunghezza totale2 x altezza massima
Indice craniale = lunghezza della testa / lunghezza totale
I profilo relativo = massima altezza / lunghezza totale
Il fattore di condizione (FC) viene definito anche indice di corpulenza (Le Cren, 1951),
poiché permette di valutare lo sviluppo muscolare: un aumento della corpulenza
corrisponde ad un incremento dello spessore e ad una diminuzione della lunghezza delle
masse muscolari. Un incremento della lunghezza è associato ad un decremento della
corpulenza, un incremento di peso invece assicura un valore di corpulenza maggiore. Un
aumento di FC è inoltre atteso nelle femmine prossime alla riproduzione per il maggiore
sviluppo delle uova.
Il fattore corporeo (FB) proposto da Jones e coll. (1999) modifica il precedente fattore di
condizione introducendo nel modello l’altezza massima, con una maggiore accuratezza e
riduzione nella variabilità dei valori ottenuti da una popolazione.
Sono stati utilizzati poi altri due indici e precisamente il I profilo relativo, proposto da
Hertel (1966) ed utilizzato per definire la forma ideale del corpo dei pesci in relazione al
nuoto e l’indice craniale per mostrare l’incidenza della testa sulla lunghezza totale.
Gli indici sopra citati, come il fattore di condizione, si prestano egregiamente alla
valutazione dello stato di salute rappresentando anche una stima delle masse muscolari.
Modifiche nello sviluppo dei muscoli sono riscontrabili quando il valore del I profilo
relativo aumenta, ed essi, a parità di peso, si presentano più alti e quindi meno spessi e
meno lunghi in corrispondenza del punto di massimo diametro.
Dall’insieme dei dati grezzi e degli indici calcolati, oltre ai valori medi (±deviazione
standard), sono state stimate alcune equazioni esponenziali e di regressione per descrivere
le modificazioni corporee in funzione della lunghezza totale o del peso. L’archivio dei dati
consente inoltre il calcolo di alcune equazioni di regressione per la stima della lunghezza
totale, note alcune misure somatiche di facile ricognizione (lunghezza della testa ed altezza
massima).
Sono stati inoltre determinati altri indici ittici indicati dal Piano Regionale, di seguito
elencati, desumibili dalla composizione della fauna ittica campionata.
- catturabilità (0-4): 0 = nulla, 1 = scarsa, 2 = discreta, 3 = buona, 4 = ottima
- indice di biodiversità di Shannon
- indice di Simpson
20
- indice di Margalef
- indice di integrità zoogeografica, (0-1): 0 = massimo degrado, 1 = massima qualità
- indice sullo stato ecologico delle comunità ittiche (I.S.E.C.I.)
Per gli indici di biodiversità si riportano le modalità di calcolo.
Indice di biodiversità di Shannon
Indice che cresce a parità di numero di specie con l’aumentare dell’eterogeneicità e a parità
di eterogeneicità cresce con l’aumentare del numero delle specie.
H = -∑Pi×log Pi
dove
Pi= probabilità di importanza per ciascuna specie = ni/N
ni= dimensione di ciascuna specie, numero di individui (o biomassa totale)
N= dimensione totale della comunità, numero di individui (o biomassa totale)
Indice di Simpson
Il valore dell’indice varia tra 0 e 1 e decresce maggiore è la differenza tra uno o più valori
di ni.
C=1-∑ (ni/N)2
ni=dimensione di ciascuna specie: numero di individui (o biomassa)
N=dimensione totale della comunità: numero di individui (o biomassa)
Indice di Margalef
Questo indice evidenzia l’abbondanza di specie in rapporto al numero di individui: il
valore cresce più è grande il numero di specie rispetto al numero di individui.
d = (S-1)/log N
S =numero di specie
N= numero di individui
Indice di integrità zoogeografica
Questo indice è costituito dal rapporto tra specie autoctone per il distretto zoogeografico
tosco-laziale e le specie presenti (Zerunian e de Ruosi, 2002; Zerunian, 2004). Il punteggio
varia tra 0 e 1, con 0 si indica il massimo degrado quando le specie presenti sono tutte
alloctone, con 1 al contrario si evidenzia la massima qualità quando le specie presenti sono
tutte autoctone.
21
I. int. zoog.=Numero specie autoctone/Numero specie presenti
Indice sullo stato ecologico delle comunità ittiche (I.S.E.C.I.)
L’I.S.E.C.I. valuta l’integrità delle popolazioni ittiche ed è stato proposto in ottemperanza
della direttiva 2000/60/CE (Zerunian, 2004). Attraverso più parametri che entrano nel
calcolo tramite una tabella a più ingressi, l’indice determina un punteggio che varia tra 20 e
4. Dal punteggio si determinano i 5 livelli di stato ecologico (da I a V), corrispondenti a un
giudizio sintetico, un giudizio esteso e infine a un colore per la eventuale rappresentazione
grafica. Il parametro con maggior peso nell’indice è la presenza di specie alloctone, in
particolare la specie siluro provoca una importante diminuzione del punteggio, poiché
dall’arrivo di questa specie in numerosi ecosistemi possono derivare ripercussioni negative
sulla fauna ittica. L’indice tiene inoltre conto per alcuni generi della presenza di ibridi con
popolazioni alloctone o transfaunate.
Altro parametro impiegato per la definizione di tale indice è il rapporto tra le specie attese
(autoctone) e le specie presenti e la condizione biologica della popolazione, indicata dalla
struttura.
Tabella 2 - Calcolo del valore dell’indice dello stato ecologico delle comunità ittiche (ISECI) (da Zerunian, 2004).
Composizione della comunità
(primo ingresso, orizzontale)
Condizione biologica
delle popolazioni indigene
(secondo ingresso verticale)
Specie indigene Specie aliene A B C D
Assenti 20 18 16 14
Presenti una-due; Siluro1 assente 19 17 15 13
Presenti tutte quelle attese
Presenti più di due o il siluro 18 16 14 12
Assenti 18 16 14 12
Presenti una-due; Siluro1 assente 17 15 13 11
Presenti tutte quelle attese, tranne i
Ciclostomi e gli Acipenseridi
migratori2 Presenti più di due o il siluro 16 14 12 10
Assenti 16 14 12 10
Presenti una-due; Siluro1 assente 15 13 11 9
Presenti la maggior parte (più del
50%) di quelle attese, tranne i
Ciclostomi e gli Acipenseridi migratori
e taxa non endemici in Italia
Presenti più di due o il siluro 14 12 10 8
Assenti 14 12 10 8
Presenti una-due; Siluro1 assente 13 11 9 7
Presenti la maggior parte (più del
50%) di quelle attese, tranne i
Ciclostomi e gli Acipenseridi migratori
e taxa endemici in Italia3
Presenti più di due o il siluro 12 10 8 6
Assenti 12 10 8 6
Presenti una-due; Siluro1 assente 11 9 7 5
Presente il 50% o meno di quelle
attese Presenti più di due o il siluro 10 8 6 4
22
1)Silurus glanis
2)Petromyzon marinus, Lampetra fluviatilis, Acipenser sturio, Huso huso
3)Lampetra zanandreai, Acipenser naccarii, Rutilus rubilio, R. erythrophthalmus,
Leuciscus souffia muticellus, Alburnus alburnus alborella, A. albidus, Chondrostoma
soetta, Ch. genei, Barbus plebejus, B. meridionalis caninus, Cobitis taenia bilineata,
Sabanejewia larvata, Salmo (trutta) marmoratus, S. (trutta)macrostigma, S. fibreni, S.
carpio, Pomatoschistus canestrini, Knipowitschia panizzae, K. Punctatissima, Padogobius
martensii, Gobius nigricans
A) Tutte le popolazioni ben strutturate in classi di età e mostranti una sufficiente o buona
consistenza demografica (presente, frequente, abbondante, dominante). Popolazioni dei
generi Salmo, Thymallus, Esox e Barbus non ibride con popolazioni alloctone.
B) Tutte le popolazioni ben strutturate in classi di età e mostranti una sufficiente o buona
consistenza demografica. Una o più popolazioni dei generi Salmo, Thymallus, Esox e
Barbus ibride con popolazioni alloctone.
C) La maggior parte (più del 50%) delle popolazioni ben strutturate in classi di età e
mostranti una sufficiente o buona consistenza demografica.
D) Il 50% o meno delle popolazioni ben strutturate in classi di età e mostranti una
sufficiente o buona consistenza demografica.
Tabella 3 – Tabella di conversione dei valori dell’ISECI in livelli di stato ecologico (da
Zerunian 2004)
Livelli di
stato
ecologico
Valore
ISECI
Giudizio sintetico dello
Stato Ecologico delle
Comunità ittiche(A)
Giudizio esteso dello stato ecologico delle
comunità ittiche(B)
Colore (C)
I 20-17 Elevato Composizione e abbondanza delle specie che
corrispondono totalmente o quasi alle
condizioni inalterate. Presenza di tutte le
specie indigene comprese quelle “sensibili”.
Struttura di età e fenotipi delle popolazioni
indigene che presentano solo eventuali segni
minimi di alterazioni antropiche ed indicano
la capacità di riprodursi e svilupparsi
autonomamente.
Azzurro
II 16-15 Buono Lievi variazioni della composizione e
abbondanza delle specie rispetto alla
comunità attesa. Presenza della maggior parte
delle specie indigene comprese quelle
“sensibili”. Struttura di età e fenotipi delle
Verde
23
popolazioni indigene che presentano moderati
segni di alterazioni attribuibili a impatti
antropici e che, solo in alcuni casi, indicano
l’incapacità a riprodursi o a svilupparsi
autonomamente.
III 14-13 Sufficiente Composizione e abbondanza delle specie che
si discostano moderatamente dalla comunità
attesa. Presenza della maggior parte delle
specie indigene comprese quelle “sensibili”.
Struttura di età e fenotipi delle popolazioni
indigene che presentano segni rilevanti di
alterazioni che provocano l’assenza, o la
presenza sostenuta artificialmente (mediante
ripopolamento), di una parte delle
popolazioni.
Giallo
IV 12-11 Scadente Evidenti variazioni della composizione e
abbondanza delle specie rispetto alla
comunità attesa. Struttura di età e fenotipi
delle popolazioni indigene che presentano
consistenti segni di alterazioni.
Arancione
V ≤10 Pessimo Profonde variazioni della composizione e
abbondanza delle specie rispetto alla
comunità attesa. Struttura di età e fenotipi
delle popolazioni indigene che presentano
gravi segni di alterazione.
Rosso
(A) Le prime tre definizioni secondo la Direttiva 2000/60/CE (B) Descrizione dei primi tre livelli secondo la direttiva 2000/06/CE, tab. 1.2.1 dell’allegato V,
sintetizzato ed integrato (C) Per la rappresentazione cartografica
3.4 Considerazioni gestionali rilevabili dalla Carta Ittica
3.4.1 Reticolo idrografico e classificazione delle acque
Come è stato presentato nei risultati della carta ittica, il reticolo idrografico è apparso
occupato da un rilevante numero di fossi, botri e rii in condizioni di magra estremamente
pronunciata e spesso di secca. Alcuni di essi hanno mostrato comunque presenza di fauna
ittica, che è stata rintracciata in piccole raccolte di acqua (buche). Sebbene questi corsi
sembrino suscitare un interesse piscatorio modesto o nullo, per periodi limitati evidenziano
comunque l’esigenza di creare una zona di protezione. In più, tali condizioni di estrema
criticità, in annate a maggiore carenza idrica rendono necessario l’istituzione di un servizio
di monitoraggio per la salvaguardia dell’ittiofauna, in particolare di quella compresa
24
nell’elenco regionale quale a rischio o da tutelare (Decreto 31 luglio 2006, n. 3792, L.R.
7/2005: approvazione elenco delle specie di fauna ittica a rischio o meritevoli di tutela).
Per tale finalità la proposta di Piano provinciale dovrebbe riportare un elenco di zone di
protezione parziale su base temporale, vietando la pesca nel periodo compreso tra il 1
luglio e il 1 ottobre.
Sul piano normativo esistono diverse indicazioni in rapporto alle scelte gestionali da
adottare in presenza di alcune specie ittiche, ritenute meritevoli di azioni di tutela o da
proteggere (Direttiva 92/43/CEE, L.R. Toscana n.56/2000, L.R. Toscana n.7/2005,
Convenzione internazionale di Berna). Alcune di esse sono riportate nell’elenco delle
specie ittiche delle acque interne livornesi e la loro presenza costituisce un elemento di
pregio per il territorio provinciale e dunque necessitano di forme di protezione. Le
modalità ritenute più opportune sono i limiti nelle taglie, nel numero dei capi trattenibili,
nel periodo di pesca consentita e nell’istituzione di zone di protezione totale per la durata
del Piano provinciale.
Rispetto alla classificazione delle acque, in linea a quanto disposto all’articolo 10 della
legge regionale, le caratteristiche ambientali (portate idriche e temperatura) e la fauna ittica
riscontrata escludono la presenza di acque vocate a salmonidi. Le acque interne della
provincia sono pertanto tutte da considerare classificate a ciprinidi, con esclusione di
alcuni tratti di foce ad acque salmastre. In relazione a quanto già previsto dal precedente
elenco tuttora vigente quale limite tra le acque a ciprinidi e quelle di foce, da precedenti
indagini e dai sopralluoghi effettuati con il lavoro che ha prodotto la carta ittica si propone
il seguente elenco di acque da classificare di foce.
25
Tabella 3 - Elenco dei corsi d’acqua della provincia di Livorno (Regione Toscana, Decreto del 21 dicembre 2006 n.6304) da classificare come di foce
NOME CORSO
GRADO
BACINO 1° G.
BACINO 2° G.
ID CORSO
ACQUE DI FOCE O
SALMASTRE COMUNI INTERESSATI
SCOLMATORE DELL'ARNO 1
SCOLMATORE DELL'ARNO R0210000000000000000
Dalla confluenza dell’antifossetto di fronte alla Fornace
Arnaccio fino alle foce Collesalvetti, Livorno
FOSSA CHIARA 3 SCOLMATORE DELL'ARNO
CANALE NAVIGABILE DEI NAVICELLI R0210020020000000000
Dal km 17.5 della 67bis fino alla foce Collesalvetti
FOSSA NUOVA 2 SCOLMATORE DELL'ARNO R0210040000000000000
Dal ponte ferroviario Pisa- Collesalvetti fino
alla foce Collesalvetti, Livorno CANALE EMISSARIO DI BIENTINA 2
SCOLMATORE DELL'ARNO
R0210140000000000000
Dal ponte ferroviario Livorno-Pisa fino alla
foce Collesalvetti, Livorno
FIUME FINE 1 F. FINE R0550000000000000000 Dall’idrovora fino alla
foce Rosignano Marittima
FIUME CECINA 1 F. CECINA R0590000000000000000
Dal ponte ferroviario Livorno - Roma fino alla
foce Cecina
FOSSA CAMILLA 1 FOSSA CAMILLA R0630000000000000000
Dalla confluenza con il Fosso Trogoli fino alla
foce Castagneto Carducci
FOSSO DI BOLGHERI 1
FOSSO DI BOLGHERI R0640000000000000000
Dall’idrovora alla confluenza con il Botro
dei Molini fino alla foce Castagneto Carducci,
Sassetta
FIUME CORNIA
1
F. CORNIA
R0940000000000000000
Dalla curva a valle del ponte di Ferro fino alla
foce Suvereto, Campiglia Marittima, Piombino
FOSSA CALDA 1 FOSSA CALDA R0950000000000000000
Dalla stazione di pompaggio
dell’Allacciante di Rimigliano alla foce
Campiglia Marittima, Piombino, San Vincenzo
CANALE ALLACCIANTE 1
CANALE ALLACCIANTE R0960000000000000000 Tutto il corso Piombino
26
CERVIA (1) CERVIA (1)
FOSSO ACQUAVIVA 1
FOSSO ACQUAVIVA R1270000000000000000
Dal ponte sulla strada Piombino –Riotorto fino
alla foce Campiglia Marittima,
Piombino CANALE ALLACCIANTE CERVIA (2) 2
FOSSO ACQUAVIVA R1270010000000000000 Tutto il corso Piombino
FOSSACCIA 3 FOSSO ACQUAVIVA
CANALE ALLACCIANTE CERVIA (2) R1270010010000000000
Dal ponte sulla strada Piombino-Riotorto fino
alla foce Piombino
FOSSO BOTRANGOLO 3
FOSSO ACQUAVIVA
CANALE ALLACCIANTE CERVIA (2) R1270010020000000000
Dal ponte sulla strada Piombino-Riotorto fino
alla foce Piombino
IL FOSSETTO 3 FOSSO ACQUAVIVA
CANALE ALLACCIANTE CERVIA (2) R1270010040000000000
Dal ponte sulla strada Piombino-Riotorto fino
alla foce Piombino
TORRENTE UGIONE 1 T. UGIONE R2300000000000000000
Dal ponte ferroviario Livrono-Pisa fino alla
foce Collesalvetti, Livorno
FOSSO COSIMO 1 FOSSO COSIMO R2340000000000000000
Dal ponte sulla strada Piombino- Riotorto
finoalla foce Campiglia Marittima,
Piombino FOSSO CORNIA VECCHIA 1
FOSSO CORNIA VECCHIA R2550000000000000000 Tutto il corso Piombino
27
3.4.2 Proposta di inserimento nell’elenco delle acque interne Rispetto all’elenco delle acque interne già riportato si ritiene utile ai fini gestionali
l’inserimento dei seguenti corsi, oggetto di indagine nel corso dei campionamenti. Come
esposto nei risultati in essi sono state catturate specie ittiche, autoctone o alloctone. La
numerazione adottata per il codice stazione segue provvisoriamente quella già adottata per
l’elenco ufficiale. Il Fosso dell’Acqua Puzzolente dovrebbe essere comunque inserito
poiché nell’elenco vigente è già presente il suo affluente Rio Paganello.
Corsi da inserire nell’elenco delle acque della provincia di Livorno ai sensi della L.R. n.7/2005
Codice stazione Nome Corso Grado Bacino 1° grado
Bacino 2° grado
147 FOSSO DEL
MARROCCONE 1 FOSSO DEL
MARROCCONE
Livorno
148
FOSSO DELL’ACQUA PUZZOLENTE 2
TORRENTE UGIONE
Livorno 149 FOSSO DI
MARIGNANO 3 SCOLMATORE DELL’ARNO
FOSSO TORRETTA Collesalvetti
150 RIO VALLELUNGA
DI SUESE 2 TORRENTE
UGIONE
Livorno 3.4.3 Istituzione zone di protezione
Facendo riferimento ai sopralluoghi sul reticolo idrografico e ai risultati delle stazioni
campionamento si riporta l’elenco delle zone di protezione delle quali si consiglia
l’adozione nel Piano ittico provinciale:
Elenco dei corsi d’acqua nei quali istituire zone di protezione totale o parziale
NOME CORSO
GRADO
BACINO 1° G.
BACINO 2° G.
ZONA DI PROTEZIONE
COMUNI INTERESSATI
TORRENTE MORRA
3
SCOLMATORE DELL'ARNO
T. TORA
Dal guado in località Torretta Nuova verso monte dal 1 luglio al 1 ottobre
Collesalvetti
BOTRO DI LOTI 4 SCOLMATORE DELL'ARNO T. TORA
Dal 1° luglio al 1° ottobre Collesalvetti
RIO ARDENZA
1
RIO ARDENZA
Dalla confluenza con il Botro Rosso verso monte
Livorno
TORRENTE CHIOMA
1
T. CHIOMA
Dal 1° luglio al 1° ottobre
Collesalvetti, Livorno, Rosignano
28
Marittimo
FIUME FINE
1
F. FINE
Dalla confluenza del t. Savalano alla confluenza con il t. Pescera dal 1° luglio al 1° ottobre
Rosignano Marittimo
TORRENTE PESCERA 2 F:FINE
Dal 1° luglio al 1° ottobre
Rosignano Marittimo
BOTRO DI RIARDO 3 F. FINE T. SAVALANO Tutto il corso
Rosignano Marittimo
BOTRO DELLA SANGUIGNA 4 F. FINE T. SAVALANO Tutto il corso
Rosignano Marittimo
FIUME CORNIA
1
F. CORNIA
Dalla confluenza con il t. Milia verso monte affluenti compresi; dal ponte di Ferro verso foce per 1500 m
Suvereto, Campiglia Marittima, Piombino
TORRENTE MILIA 2 F. CORNIA Dal 1° luglio al 1° ottobre Suvereto
TORRENTE UGIONE 1 T. UGIONE
Dal 1° luglio al 1° ottobre
Collesalvetti, Livorno
3.4.4 Istituzione zone di frega
L’istituto della zone di frega non è attualmente previsto sul territorio provinciale. In
relazione al normale periodo di riproduzione di alcune specie ittiche, l’allegato A, al
comma 2, del D.P.G.R. n. 54/R del 22/08/2005, ha già previsto un periodo di divieto di
pesca.
L’analisi dei corsi provinciali e dell’esercizio dell’attività alieutica nei periodi di divieto
vigenti, al fine di evitare del tutto il disturbo alla fauna ittica consiglia l’istituzione delle
seguenti zone di frega dal 15 maggio al 30 giugno:
Elenco dei tratti di alcuni corsi d’acqua nei quali istituire zone di frega
NOME CORSO
GRADO
BACINO
1° G.
ZONE DI FREGA
COMUNI INTERESSATI
FIUME CECINA
1
F. CECINA
Dal confine provinciale alla confluenza con il fosso Acquerta
Cecina
FIUME FINE
1
F. FINE
Dalla confluenza con il t. Pescera fino a 100 m a monte del guado in località Polveroni
Rosignano Marittimo
CANALE SCOLMATORE DELL’ARNO
1
SCOLMATORE DELL'ARNO
Da 100 m a monte del ponte sulla SS 206 per 1 Km verso monte
Collesalvetti
29
3.4.5 Fauna ittica
Nel corso dei sopralluoghi e dei campionamenti necessari alla stesura della carta ittica sono
state identificate 48 specie ittiche e 4 specie di crostacei. Le specie marine sono presenti
nei tratti di foce e talora si spingono nelle acque dolci, in particolare i mugilidi. Come già
descritto, alcune specie inserite nell’elenco non sono state catturate nel corso dei
campionamenti ma ne è nota la cattura da parte di pescatori esperti (dilettanti o
professionisti) o è stata segnalata da guardie ittiche o risulta da precedenti indagini. Per le
specie marine ad esempio è possibile una sottostima rispetto a quelle che possono essere
presenti nelle foci.
Considerando le sole specie ittiche di acqua dolce, solo il 32% risultano autoctone. Le
specie transfaunate dal distretto ittiogeografico padano-veneto rappresentano il 16% di
quelle presenti e spesso si tratta di specie inserite da tempo e ben adattate nei rispettivi
ambienti di introduzione, come l’alborella, la lasca o il gobione. Le specie estranee al
patrimonio ittiofaunistico italiano sono oltre la metà. Nell’insieme le specie alloctone per
questo territorio risultano pertanto largamente maggioritarie (52 +16 = 68%). Possedendo
solo i tratti terminali della gran parte dei suoi corsi d’acqua, esse sono in parte la risultante
di quanto è avvenuto più a monte, nelle acque delle province confinanti in conseguenza di
errati ripopolamenti o immissioni non autorizzate.
Ripartizione percentuale delle specie ittiche rispetto alla salinità delle acque
62%
38%
acqua dolce
marine
Specie ittiche di acqua dolce suddivise per origine zoogeografica
30
32%
16%
52%
autoctone
alloctonetransfaunate daldistretto padano
alloctone per l'Italia
Una situazione particolare è quella della Fossa Calda dove, per la peculiarità delle sue
acque termali, ospita fauna ittica alloctona tipica di ambienti tropicali o sub-tropicali,
offrendo da alcuni anni ricetto a specie ittiche di origine acquariofila. L’entità di questo
popolamento è probabile possa variare nel tempo a seconda delle introduzioni (non
autorizzate) da parte di privati. In elenco sono riportate le specie che sono risultate dai
campionamenti con popolamenti piuttosto strutturati (ciclide zebrato, black molly, pesce
gioiello) o comunque ben ambientati (amazon sailfin catfish). La presenza nelle stesse
acque della tilapia invece, per quanto anomala, è comunque meno recente e già
documentata da oltre un decennio.
Da segnalare la cattura del siluro nel Canale Scolmatore dell’Arno che, in relazione a
quanto già osservato in Italia, può necessitare di piani di contenimento. Le indicazioni in
Toscana hanno evidenziato il suo ambientamento nel bacino del fiume Arno, a partire dalla
provincia di Firenze dove è riscontabile il popolamento più numeroso. Poiché la presenza
del siluro nel Canale sembra essersi manifestata da poco tempo e con soggetti di modesta
taglia, la rimozione può dare risultati apprezzabili, prima che il popolamento si espanda e
accresca ulteriormente. In più la presenza di questo predatore alloctono può confliggere
con il nascente campo di gara, intaccandone la pescosità.
Per le specie ittiche di acqua dolce il luccio (Esox lucius) non è stato mai catturato,
sebbene sia risultato presente nel fiume Tora (Gualtieri e Mecatti, 2003) e vi siano
segnalazioni di pescatori nell’area di Guasticce (Collesalvetti). Non è dunque possibile
confermare la presenza di questo pesce, da ipotizzare comunque rara, e non è stato inserito
nell’elenco. La specie pertanto necessita di misure di protezione (divieto di pesca) e
31
eventuali azioni di ripopolamento. Stesse considerazioni gestionali possono essere condotte
per la tinca, ormai rara in tutta la regione.
Gli endemismi presenti sono riconducibili al barbo, al vairone e alla rovella, tutti
meritevoli di azioni di tutela (limiti nelle catture o nel periodo di pesca), mentre è risultato
assente il ghiozzo di ruscello.
Tra le specie in divieto di pesca (art.6, L.R. n.7/05) si segnala il cobite mentre il ghiozzo
padano e il gobione sono comunque alloctoni per queste acque.
Di rilievo è la cattura della cagnetta nella foce del Fiume Fine, rinvenuta nel corso di un
sopralluogo. La specie è protetta secondo la Convenzione di Berna (all. III) e in Toscana
con la legge regionale n.56/2000 (all.B). Il nono è risultato presente nel Canale
Allacciante Cervia in prossimità dello sbocco nel Fosso Acquaviva e nei fossi di scolo e
nelle acque stagnanti limitrofe. Anch’esso, in divieto di pesca, è protetto secondo la
Convenzione di Berna (all. III) e in Toscana con la legge regionale n.56/2000 (all.B)
L’anguilla è risultata la specie più diffusa nelle acque interne livornesi, interessate più
direttamente dalla risalita degli stadi giovanili. Nonostante sia segnalata in decremento sia
a livello nazionale sia europeo, i campionamenti hanno offerto un quadro di relativa
abbondanza, in particolare riferendosi alle montate degli ultimi 2-3 anni. Le strutture di
popolazione hanno mostrato comunque una ridotta presenza di soggetti di taglia superiore
ai 50 cm. Considerata la situazione generale della specie e la necessità di favorire
l’incremento dei soggetti sessualmente maturi, sembra opportuno stabilire nel Piano ittico
provinciale misure di tutela, quale ad esempio una misura massima di detenzione delle
catture.
I crostacei catturati hanno un rilievo diverso a seconda della specie considerata. Il granchio
di fiume (Potamon fluviatilis) è stato catturato in 6 stazioni, alcune già note (Gualtieri e
Mecatti, 2003). La specie è in divieto di pesca perché protetto dalla legge regionale
n.56/2000 (all.B). Nelle acque salmastre e di foce è comune la presenza del granchio e del
gamberetto di laguna. Il gamberetto di fiume (Palaemonetes antennarius), non indicato
nelle schede, è stato rintracciato in molte stazioni di campionamento dove è apparso
relativamente comune e talora abbondante.
Numerose sono le stazioni dove è stato catturato il gambero rosso della Louisiana, già
presente nel 2001, ma del quale è opportuno evidenziare l’espansione, in particolare nei
comuni di Collesalvetti e di Livorno. La presenza nei corsi d’acqua principali più a sud
(Fine, Cecina, Fosso di Bolgheri, Cornia) e l’assenza nei limitrofi corsi minori, conferma
32
la scellerata origine antropica dell’ulteriore diffusione, con grave rischio per i corsi minori
tirrenici che possiedono fauna ittica di pregio.
Considerate le densità emerse per la maggior parte delle specie ittiche di acqua dolce, le
acque classificate a ciprinidi non sembrano in grado di sopportare prelievi di pesca di tipo
professionale, ad esclusione del gambero rosso della Louisiana. Nelle acque salmastre tale
attività può ancora essere condotta con relativo profitto, come nel fiume Cornia, nel fiume
Cecina e nel Canale Scolmatore dell’Arno.
In appendice al capitolo vengono elencate le specie ittiche risultate presenti nell’indagine e
la loro suddivisione in relazione alla presenza o meno di normative di tutela. Per le specie
di maggiore interesse e diffusione sono state predisposte carte del territorio indicando le
stazioni di campionamento corrispondenti alla loro ricognizione.
3.4.6 Indici
I dati ottenuti nel corso della campagna di campionamento ittico sono stati trattati per
ottenere valori indice. Nelle diverse espressioni, gli indici costituiscono un punto di
confronto tra le realtà livornesi o tra queste e i risultati ottenuti da altri studi nel distretto
ittiogeografico tosco-laziale e padano-veneto. Per la prima volta è stato applicato dal
gruppo di ricerca l’I.S.E.C.I. (Zerunian, 2004). Non sono stati trovati in bibliografia
risultati dell’applicazione dell’ISECI in altre acque italiane, cui poter fare confronto per
valutarne modalità di attuazione e l’efficacia nel rappresentare lo stato ecologico delle
comunità ittiche. L’indice offre un’ipotesi operativa interessante e cerca di riassumere e
tradurre lo stato ecologico della comunità ittica campionata in rapporto a quella attesa.
L’indice è apparso nella struttura di calcolo e nei risultati fortemente conservativo. In più
alcune difficoltà oggettive sono state affrontate per la provincia di Livorno riguardo la
determinazione della comunità ittica attesa, risultando spesso assenti per la gran parte dei
corsi d’acqua notizie precedenti di riferimento. Sono poi opportune alcune riflessioni
sull’importanza relativa delle specie in un determinato contesto rispetto a quanto risulta da
documenti ufficiali. Per esempio la tinca viene considerata generalmente non a rischio
mentre in Toscana ne è sempre più raro il ritrovamento. Manca nella valutazione, per
quanto giustificata dalle indicazioni delle Direttiva 2000/60/CE, qualsiasi indicazione sullo
stato ecologico di un corso d’acqua sulla base della presenza dei crostacei. Nel contesto del
territorio livornese la diffusione e l’impatto negativo sulla fauna ittica del gambero rosso
della Louisiana svolge certo un’influenza di cui tenere conto nei giudizi. Allo stesso
modo, il rinvenimento del granchio di fiume eleva il giudizio sullo stato ecologico, anche
33
in presenza di poche specie ittiche o mal strutturate. Si ha pertanto la sensazione che
manchi un elemento di valutazione finale da lasciare all’esperto (ricercatore, ittiologo,
ecc.).
34
Elenco delle specie ittiche presenti nelle acque interne livornesi Nome comune Anguilla Anguilla anguilla (Linneo, 1758) Abramide Abramis brama (Linneo, 1758) Alborella Alburnus alburnus alborella (Linneo, 1758) Barbo padano Barbus plebejus (Bonaparte,1839) Barbo tiberino Barbus tyberinus (Bonaparte, 1839) Carassio Carassius auratus (Linneo, 1758) Carpa comune Cyprinus carpio ( Linneo, 1758) Carpa erbivora Ctenopharyngodon idellus (Valenciennes, 1844) Cavedano Leusciscus cephalus (Linneo, 1758) Gobione Gobio gobio (Linneo, 1758) Lasca Chondrostoma genei (Bonaparte, 1839) Rovella Rutilus rubilio(Bonaparte,1837) Scardola Scardinius erythropthalmus (Linneo, 1758) Tinca Tinca tinca (Linneo, 1758) Vairone Leuciscus souffia (Risso, 1826) Cobite Cobitis taenia bilineata (Linneo, 1758) Persico sole Lepomis gibbosus (Linneo, 1758) Persico trota Micropterus salmoides (Lacépède, 1802) Cagnetta Salaria fluviatilis (Asso, 1801) Nono Aphanius fasciatus (Valenciennes,1821) Pesce gatto Ameiurus melas (Rafinesque, 1820) Pesce gatto americano Ictalurus punctatus (Rafinesque, 1820) Siluro europeo Silurus glanis (Linneo, 1758) Tilapia Oreochromis niloticus (Linneo, 1758) Gambusia Gambusia holbrooki (Girard, 1859) Ghiozzo padano Padogobius martensi (Gunther, 1861) Latterino o crognolo Atherina boyeri (Risso, 1810) Cheppia Alosa fallax (Lacépède, 1803) Ghiozzo nero Gobius niger (Linneo,1758) Pesce ago Syngnathus acus (Linneo, 1758) Cefalo Mugil cephalus (Linneo, 1758) Muggine calamita Liza ramada (Risso,1826) Muggine dorato Liza aurata (Risso, 1810) Muggine musino Liza saliens (Risso, 1810) Bosega Chelon labrosus (Risso,1926) Acciuga Engraulis encrasicholus (Cuvier,1817) Ombrina Umbrina cirrosa (Linneo,1758) Spigola Dicentrarchus labrax (Linneo,1758) Orata Sparus auratus (Linneo, 1758) Mormora Lithognathus mormyrus (Linneo, 1758) Triglia di fango Mullus barbatus (Linneo, 1758) Triglia di scoglio Mullus surmuletus (Linneo, 1758) Sogliola Solea vulgaris (Quensel,1806) Rombo liscio Scophthalmus rhombus (Linneo, 1758) Rombo chiodato Psetta maxima (Linneo,1758) Ciclide zebrato Amatitlania nigrofasciata (Gunther, 1867) Black molly Poecilia sphenops (Valenciennes, 1846) Pesce gioiello Hemichromis bimaculatus (Gill, 1862)
35
Amazon sailfin catfish Pteryplichtys pardalis (Castelnau, 1855) Granchio di fiume Potamon fluviatile (Herbt, 1785) Gambero rosso della Louisiana Procambarus clarkii (Girard,1852) Granchio Carcinus aestuarii (Nardo, 1847) Gamberetto di laguna Palaemon adspersus (Rathke,1837)
Specie oggetto di normative di tutela
Nome comune Anguilla Anguilla anguilla (Linneo, 1758) Barbo padano Barbus plebejus (Bonaparte,1839) Barbo tiberino Barbus tyberinus (Bonaparte, 1839) Carpa comune Cyprinus carpio ( Linneo, 1758) Gobione Gobio gobio (Linneo, 1758) Rovella Rutilus rubilio (Bonaparte,1837) Tinca Tinca tinca (Linneo, 1758) Vairone Leuciscus souffia (Risso, 1826) Cobite Cobitis taenia bilineata (Linneo, 1758) Persico trota Micropterus salmoides (Lacépède, 1802) Cagnetta Salaria fluviatilis (Asso,1801) Nono Aphanius fasciatus (Valenciennes,1821) Latterino o crognolo Atherina boyeri (Risso, 1810) Cheppia Alosa fallax (Lacépède, 1803) Ghiozzo nero Gobius niger (Linneo,1758) Pesce ago Syngnathus acus (Linneo, 1758) Cefalo Mugil cephalus (Linneo, 1758) Muggine calamita Liza ramada (Risso,1826) Muggine dorato Liza aurata (Risso, 1810) Muggine musino Liza saliens (Risso, 1810) Bosega Chelon labrosus (Risso,1926) Acciuga Engraulis encrasicholus (Cuvier,1817) Ombrina Umbrina cirrosa (Linneo,1758) Spigola Dicentrarchus labrax (Linneo,1758) Orata Sparus auratus (Linneo, 1758) Mormora Lithognathus mormyrus (Linneo, 1758) Triglia di fango Mullus barbatus (Linneo, 1758) Triglia di scoglio Mullus surmuletus (Linneo, 1758) Sogliola Solea vulgaris (Quensel,1806) Rombo liscio Scophthalmus rhombus (Linneo, 1758) Rombo chiodato Psetta maxima (Linneo,1758) Granchio di fiume Potamon fluviatile (Herbt, 1785) Granchio Carcinus aestuarii (Nardo, 1847) Gamberetto di laguna Palaemon adspersus (Rathke,1837)
36
Specie autoctone e alloctone non oggetto di normativa di tutela per il distretto tosco-laziale Nome comune Abramide Abramis brama (Linneo, 1758) Alborella Alburnus alburnus alborella (Linneo, 1758) Carassio Carassius auratus (Linneo, 1758) Carpa erbivora Ctenopharyngodon idellus (Valenciennes, 1844) Cavedano Leusciscus cephalus (Linneo, 1758) Lasca Chondrostoma genei (Bonaparte, 1839) Scardola Scardinius erythropthalmus (Linneo, 1758) Persico sole Lepomis gibbosus (Linneo, 1758) Pesce gatto Ameiurus melas (Rafinesque, 1820) Pesce gatto americano Ictalurus punctatus (Rafinesque, 1820) Siluro europeo Silurus glanis (Linneo, 1758) Tilapia Oreochromis niloticus (Linneo, 1758) Gambusia Gambusia holbrooki (Girard, 1859) Ghiozzo padano Padogobius martensi (Gunther, 1861) Ciclide zebrato Amatitlania nigrofasciata (Gunther, 1867) Black molly Poecilia sphenops (Valenciennes, 1846) Pesce gioiello Hemichromis bimaculatus (Gill, 1862) Amazon sailfin catfish Pteryplichtys pardalis (Castelnau, 1855) Gambero rosso della Louisiana Procambarus clarkii (Girard,1852)
4. LA COERENZA INTERNA Tutte le azioni e le attività del PIP sono coerenti tra di loro in quanto perseguono gli obiettivi di gestione della risorsa ittica e di regolamentazione della pesca in acque interne con il fine di conservare, incrementare e riequilibrare le popolazioni ittiche, per assicurarne la corretta fruibilità nel periodo di validità del presente Piano e nelle prospettive future. La Provincia si è mossa nel principio che la risorsa ittica è elemento fondamentale dell’ecosistema territoriale, e che pur effettuando attività di vario tipo, sia di pesca professionale che dilettantistica, le specie ittiche autoctone sono tutelate. Altro aspetto importante è la convinzione che le varie criticità rilevate durante l’approfondito studio dell’ambiente ittico provinciale, mediante prelievi, monitoraggi dei valori biotici ed abiotici locali, servono per proporre attività ed interventi per la loro riduzione. Le stesse popolazioni alloctone presenti in molta aree dei nostri corpi idrici, con le Norme indicate nel PIP ne sarà ridotta la loro diffusione, e si cercherà di individuare quelle misure di gestione atte alla loro riduzione, a favore delle specie ittiche autoctone. Particolare attenzione è stata posta nell’ottenere un quadro conoscitivo che descrivesse la situazione delle specie a rischio di estinzione, con l’ottica di predisporre una disciplina (Norme) che ne tutelasse la rarefazione sempre più incombente, soprattutto nelle aree più sensibili. La stessa pesca professionale elemento produttivo ed economico importante per il territorio provinciale, sicuramente di maggior impatto rispetto alla pesca dilettantistica, è stata disciplinata in maniera propositiva con limiti di natura territoriale, individuando solamente alcuni tratti di corpi idrici, al fine di mantenere la risorsa ittica nel tempo, anche a vantaggio della stessa attività ittica.
37
5. LA COERENZA ESTERNA Per quanto concerne la valutazione di coerenza esterna del Piano con gli altri Piani vigenti, in termini di effetti ambientali sulle risorse naturali e non del territorio, oltre a quanto espresso in precedenza, preme evidenziare come la matrice definisca in relazione alle risorse, le coerenze con il Piano di Indirizzo Territoriale regionale (P.I.T.), con PTC provinciale, con Il Piano Ittico Regionale, con il Piano Regionale Agricolo Forestale (PRAF 2012-2015), con i Piani di bacino Idrografici, articolata secondo la coerenza e l’elemento di indifferenza, non si sono rilevati elementi di incoerenza o contrasto. Più nello specifico, il PTC della provincia di Livorno, all’Art. 38 della Disciplina, per quanto concerne il sistema funzionale della pesca, in generale, detta alcune indicazioni (obiettivi prestazionali) che vengono interamante recepite nel PIP, ovvero:
- Per tutto il sistema occorre attivare e/o rafforzare procedimenti di monitoraggio riguardanti le catture massime sostenibili per specie, le catture per unità di sforzo, l'ambiente per specie ittiche. Attivare la zonazione delle zone di pesca per le diverse modalità operative e quelle riservate alle nursery delle varie specie ittiche.
- Integrare l'attività della pesca con l'attività turistica; - Contribuire al conseguimento di un equilibrio duraturo tra le risorse alieutiche e lo sfruttamento delle
medesime; - Rafforzare la competitività delle strutture e lo sviluppo di imprese economicamente valide nel settore; - Migliorare la qualità e la valorizzazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura;
L’ Art. 79 detta obiettivi indirizzi e prestazioni specifici per Fauna ittica, anch’essi presenti nel PIP: …. E’ assunto il principio di conservazione della medesima come elemento fondativo territoriale. Tutte attività di allevamento e ripopolamento, di prelievo devono concorrere alla conservazione delle singole specie nel rispetto del necessario equilibrio tra le stesse sulla scorta di preventive operazioni di valutazione della consistenza delle diverse popolazioni di pesca. … …. Al fine di controllare popolazioni faunistiche emergenti che possono turbare l’equilibrio ecologico del sistema ed, in particolare, agire negativamente su altre specie già in rarefazione, possono essere auorizzati prelievi selettivi e programmati di tali specie. In funzione della tutela della fauna ittica di acqua dolce sono assunti come riferimento per l’elaborazione di politiche di governo della risorsa gli studi: “monitoraggio delle acque interne per la salvaguardia della fauna ittica della Provincia di Livorno” e “Caratterizzazione della fauna macrobentonica della foce dello Scolmatore dell’Arno”. La fauna ittica è gestita mediante la concertazione delle diverse esigenze e la composizione dei diversi interessi.
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6. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE DI INTERESSE GENERALE
Tutela della
risorsa idrica
Uso sostenibile risorse idriche
Tutela della biodiversità
Tutela dell'ecosistema
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Ripopolamenti Istituti Ittici di tutela (ZP -ZF-ZRS) Pesca dilettantistica Pesca professionale Laghetti a pagamento Lavori in alveo Piscicoltura estensiva LEGENDA Impatto negativo Impatto positivo Impatto non rilevante 7.LETTURA DELLA MATRICE DEGLI IMPATTI E RELATIVE MI SURE DI MITIGAZIONE Ripopolamenti Di norma non ne vengono fatti in provincia di Livorno. Comunque l’impatto ambientale dei ripopolamenti sulla risorsa idrica sarebbe irrilevante, mentre escludendo il PIP ripopolamenti con specie alloctone indirizzando l’eventuale attività di reimmissione di fauna ittica nei corpi idrici, prevalentemente a ciprinidi, con specie autoctone o addirittura quando possibile endemiche, ha un impatto positivo e migliorativo sia sulla tutela delle biodiversità sia sulla tutela e difesa delle popolazioni ittiche del territorio provinciale. Inoltre particolare cura ed attenzione sono state date alle immissioni che potranno avvenire nelle areee sensibili, quali SIC, SIR ZPS, Aree Protette, Zone di Protezione, per le quali il PIP nella disciplina delle Norme vieta l’immissione di fauna ittica adulta derivata da allevamenti intensivi, ovvero il cosiddetto materiale per pronto pesca. Per cui, i ripopolamenti così come disciplinati dalle Norme del PIP, non evidenziano elementi di impatto negativo, ma solamente positivo o non rilevante. Istituti ittici Considerando che le scelte del PIP istituiscono le zone di protezione, le zone di frega, in quegli ambienti caratterizzati dalla necessità di conservazione, riequilibrare e tutelare il patrimonio ittico in
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via di estinzione, autoctono, dove l’ecosistema acquatico ha bisogno di essere rigenerato, tali attività di Piano hanno un impatto positivo e non rilevante. Pesca dilettantistica Considerando che per la gestione della pesca dilettantistica sono stati dati limiti di cattura della fauna ittica, sia in termini di misura del singolo soggetto, sia per quanto riguarda il numero complessivo da prelevare. Considerato che le giornate di gare di sono spesso gare di tipo no-kill, per cui è rilasciato il pesce catturato, e che le gare sono comunque sempre autorizzate dalla Provincia, al di là di fornire una certa turbativa sull’ecosistema acquatico, la pesca dilettantistica ha in sé aspetti di impatto negativo minimi, sia impatti positivi. Gli impatti negativi vengono senz’altro mitigati dalla regolamentazione prevista dalle Norme di Piano. Mentre gli effetti positivi sono senz’altro superiori in termini di controllo e vigilanza del territorio costantemente esercitata dai pescatori e dalle immissioni di specie ittiche autoctone che comunque alimentano i corpi idrici. Pesca Professionale Per questa attività la risorsa ittica delle acque interne ha finalità prettamente economiche e l’ impatto sulla risorsa ittica, sulla tutela delle biodiversità delle specie a rischio estinzione e per quelle autoctone è negativo, ma il PIP mitiga tale impatto tramite la regolamentazione dei luoghi dove la pesca è consentita, riducendo i copri idrici solamente ad alcuni e non su tutto il territorio, e definendo gli strumenti e le misure dei mezzi utilizzati dalla pesca professionale stessa. Gli aspetti positivi sono senza alcun dubbio da ricercare nella attività di pesca che preleva le specie alloctone, e per tutte quelle attività che l’esperienza dei pescatori professionali possono dare nella gestione della risorsa ittica regolamentata ed in collaborazione con gli enti Pubblici. Laghetti a pagamento Considerando la disciplina proposta dal PIP, non si rilevano impatti negativi. Lavori in alveo Gli interventi pubblici o privati che vadano ad interessare l’alveo dei corpi idrici hanno effetti sull’ecosistema acquatico e sulla fauna ittica negativo. La loro realizzazione però deriva da necessità di sicurezza ambientale, lavori pubblici di miglioramento territoriale, che non possono essere derogati. Pertanto il PIP si pone nell’ottica di disciplinare tale attività, prevedendo una serie di criteri di comportamento durante i lavori che vanno a mitigare i loro impatto. Piscicoltura estensiva Non si rileva alcuna attività di questa natura in provincia di Livorno, per cui non sussistono impatti negativi e neppure si ritiene opportuno disciplinarla nel PIP. 8. INDICAZIONI SU MISURE DI MONITORAGGIO AMBIENTALE Il monitoraggio ambientale e di igiene pubblica è un’attività istituzionale e programmata di strutture operative dedicate quali rispettivamente l’A.R.P.A.T. e l’A.S.L.. Considerato che tutta l’attività del PIP segue normative vigenti e che sono costanti i progetti di monitoraggio ittico negli anni finanziati dalla provincia, oltre alla stretta collaborazione con ARPAT, si ritiene che il monitoraggio sia sufficientemente realizzato. 9. VALUTAZIONE AMBIENTALE
Per riassumere, il piano provinciale della pesca nelle acque interne è un piano generale di indirizzo che ricalca quasi fedelmente i contenuti e gli indirizzi dettati dal Piano Ittico Regionale, parte
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integrante del Piano Regionale Agricolo Forestale (PRAF 2012-2015) già sottoposto a procedure di Valutazione Ambientale Strategica (ai sensi della Direttiva Comunitaria 2001/42/CE). Inoltre non contiene interventi da sottoporre a Valutazione Impatto Ambientale (VIA) ai fini di individuare e valutare gli effetti che può avere sul sistema Rete Natura 2000, ai sensi degli artt. 6 e 7 della direttiva 92/43/CEE. Si tratta infatti di un piano che non interviene in zone di particolare pregio ambientale o all’interno di aree protette e non produce effetti sui siti designati come zone di protezione speciale (ZPS) per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria (SIC) o proposti tali (pSIC) per la protezione degli habitat naturali e della flora e fauna selvatica, pertanto se ne richiede la non assoggettabilità alla VAS ai sensi dell’Art. 23 della L.R. 10/2010.