DOCUMENTO STRATEGICO REGIONALE...

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DOCUMENTO STRATEGICO REGIONALE PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) 2014/2020 Strategia, approccio territoriale, priorità e strumenti di attuazione Luglio 2014

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DOCUMENTO STRATEGICO REGIONALE

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI

INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) 2014/2020

Strategia, approccio territoriale, priorità e strumenti di attuazione

Luglio 2014

Redazione dei testi a cura di:

Indice

1. Programmazione 2014/2020: la costruzione della strategia regionale ................................ 7

1.1 Da Europa 2020 all’Accordo di Partenariato ...................................................................... 7

1.2 Documento Strategico Regionale: le finalità.................................................................... 12

1.3 Documento Strategico Regionale: il metodo e la struttura del documento .................... 13

2. Dall’analisi dei fabbisogni alla selezione delle priorità regionali ....................................... 17

2.1 Dai punti di forza e debolezza ai fabbisogni prioritari di intervento ............................... 20

2.2 Dai fabbisogni alle priorità strategiche regionali ............................................................. 30

3. Le politiche di sviluppo ................................................................................................... 37

3.1 L’approccio integrato ....................................................................................................... 37

3.2 Le politiche per le città ..................................................................................................... 46

3.3.1 La strategia per l’Agenda Urbana: “Sviluppo urbano sostenibile” ......................................... 48 3.3.2 I criteri di attuazione: città target e Autorità Urbane ............................................................ 50

3.4 Le politiche per le “aree interne” ..................................................................................... 58

3.4.1 La geografia delle aree interne in Emilia-Romagna ............................................................... 58 3.4.2. La strategia per le aree target ............................................................................................... 64 3.4.3. Ipotesi di “soggetti della strategia” e fasi di attuazione ....................................................... 70

3.5 Le politiche per l’area del sisma ....................................................................................... 72

3.5.1 Verso un piano strategico per l’area del sisma ...................................................................... 74

3.6 Le politiche di cooperazione a scala europea .................................................................. 78

3.6.1 L’Emilia-Romagna nelle strategie macroregionali europee ................................................... 78 3.6.2 Le aree di cooperazione territoriale e i relativi Programmi .................................................... 80

4. Gli strumenti d’intervento .............................................................................................. 85

4.1 Il contributo dei Fondi SIE, del Fondo Sviluppo e Coesione e della Cooperazione

Territoriale Europea alla strategia regionale 2014-2020 ....................................................... 85

4.1.1 Il Programma Operativo Regionale del Fondo Sociale Europeo (FSE) .................................... 85 4.1.2 Il Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) ........... 88 4.1.3 Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) ................................................................................... 90 4.1.4 I programmi di Cooperazione Territoriale Europea (CTE) ....................................................... 94 4.1.5 Il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) ........................................................................... 95

4.2 La Coerenza e le sinergie tra i Programmi Operativi Nazionali (PON), la Youth

Employment Initiative (YEI) ed i Programmi Operativi Regionali .......................................... 98

4.3 I Risultati Attesi .............................................................................................................. 107

5. La capacità istituzionale e amministrativa ..................................................................... 115

5.1 L’autovalutazione delle condizionalità ex ante generali ................................................ 116

5.2 Il Piano di Rafforzamento Amministrativo ..................................................................... 117

6. Le risorse finanziarie .................................................................................................... 120

Allegato n. 1 .................................................................................................................... 122

Allegato n. 2 .................................................................................................................... 124

Allegato n. 3 .................................................................................................................... 129

Allegato n. 4 .................................................................................................................... 143

Pag. 5

Premessa

Sulla scorta dei contenuti dell’Accordo di Partenariato trasmesso dal Governo italiano ai servizi

della Commissione Europea il 22 aprile 2014 e sulla base delle indicazioni emerse dal “Quadro

di contesto della regione Emilia-Romagna” e dal documento “Indirizzi per la programmazione

2014-2020 dei Fondi comunitari in Emilia-Romagna”, approvati con DGR 1691/2013 del 18

novembre 2013, si è ritenuto opportuno procedere con la stesura di un Documento Strategico

Regionale (DSR) per definire le priorità e la strategia della Regione Emilia-Romagna per il

periodo 2014-2020. Occorre tenere presente che la programmazione 2014-2020, così come

delineata in sede europea, presenta elementi di novità (e anche discontinuità) con la

precedente, vere e proprie sfide per il livello regionale di programmazione. Si tratta

principalmente di una rinnovata impostazione metodologica alla programmazione, basata sulla

definizione di risultati attesi chiari e misurabili, una spinta (derivante anche dai Regolamenti

comunitari) alla concentrazione sugli 11 Obiettivi Tematici, un forte orientamento ad

utilizzare i Fondi comunitari, nelle Regioni più sviluppate, per azioni a rete e di filiera,

ed una forte caratterizzazione dell’approccio territoriale allo sviluppo regionale. A

queste sfide si associa il quadro di insieme della finanza pubblica del Paese, che

inevitabilmente indirizza la nuova programmazione all’efficienza amministrativa, alla

concentrazione delle risorse e alla capacità di selezionare pochi progetti integrati.

Con la finalità di porre al centro del proprio approccio la capacità di integrazione delle

politiche, la Regione Emilia-Romagna intende, attraverso il DSR, fornire la strategia e

gli indirizzi affinché la programmazione dei diversi Programmi Operativi Regionali

assuma i caratteri di integrazione e correlazione necessari al raggiungimento efficace

degli obiettivi e dei risultati attesi prefissati.

Un ulteriore elemento di novità della nuova programmazione si colloca nella scelta,

esercitata dal Governo italiano, di estendere per la prima volta i Programmi Operativi

Nazionali (PON), anche alle regioni “più sviluppate” su priorità, per l’appunto, di livello

nazionale, a gestione diretta delle amministrazioni centrali dello Stato. Tali programmi,

che trovano base finanziaria sulle risorse destinate alle Regioni (sia per la quota

comunitaria sia per la quota di cofinanziamento), devono avere importanti ricadute in

ciascuna regione interessata, e concorrere in maniera significativa al raggiungimento

dei risultati attesi indicati in ciascun Programma Operativo Regionale.

Anche per questi motivi, il DSR è stato pensato per indicare le priorità regionali che

hanno carattere trasversale rispetto ai diversi strumenti disponibili per “agire” le

politiche di sviluppo, tra cui:

· i Fondi Strutturali declinati attraverso i Programmi Operativi Regionali,

· i Programmi Operativi Nazionali (PON) gestiti dalle amministrazioni centrali,

· la programmazione della Cooperazione Territoriale Europea,

· i Programmi europei a gestione diretta,

· i principi alla base della programmazione del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-

2020,

· le politiche regionali per lo sviluppo territoriale e i relativi strumenti di attuazione.

Lo sviluppo dei contenuti del DSR è avvenuto contestualmente alla progressiva

definizione dell’Accordo di partenariato, pertanto i contenuti potranno essere soggetti

a integrazioni o modifiche, in base agli esiti negoziali che si concluderanno entro tre

mesi dalla data di trasmissione dell’Accordo alla Commissione Europea. Eventuali altre

modifiche potranno essere apportate anche a seguito del negoziato che si aprirà con

l’inoltro ufficiale dei Programmi Operativi Regionali ai competenti uffici della

Commissione Europea.

1. Programmazione 2014/2020: la costruzione della strategia regionale

Pag. 7

1. Programmazione 2014/2020: la costruzione della strategia regionale

1.1 Da Europa 2020 all’Accordo di Partenariato

Nel marzo 2010 la Commissione ha lanciato una strategia per la crescita economica

dell’Unione Europea capace di coniugare tre aspetti chiave per lo sviluppo, tra loro

fortemente interrelati: il nuovo paradigma propone una crescita intelligente, sostenibile,

inclusiva.

I progressi nel perseguimento di queste macro dimensioni della strategia europea sono

valutati in relazione al raggiungimento di cinque obiettivi quantitativi entro il 2020,

tradotti in target differenziati per ciascun paese membro.

Per dare gambe alla Strategia Europa 2020 la Commissione Europea ha lanciato sette Iniziative Faro e ha orientato gli investimenti dei Fondi Strutturali1 su undici obiettivi

tematici, incardinati in un Quadro Strategico Comune 2014-20, fissando anche delle

soglie di concentrazione delle risorse (schema di raccordo a pagina 9).

Per le regioni più sviluppate le soglie di concentrazione sono:

1. Il 60% delle risorse del FESR (Fondo europeo sviluppo regionale) deve essere

destinato a ricerca, innovazione, agenda digitale e competitività delle PMI, il 20%

all’efficienza energetica ed energie rinnovabili, il 5% allo sviluppo urbano sostenibile;

2. Il 20% della spesa del FSE (Fondo sociale europeo) dovrà essere riservato

all’inclusione sociale, mentre in generale l’80% delle risorse deve essere concentrato

su quattro priorità di investimento;

3. Il 5% della spesa FEASR (Fondo europeo per lo sviluppo rurale) deve essere destinato

ai programmi di sviluppo locale in aree rurali basati sul metodo LEADER.

Per evitare che l’efficacia degli investimenti finanziati dai fondi possa essere inficiata dalle

fragilità dei quadri normativi e istituzionali degli Stati membri, la Commissione ha inoltre

introdotto una serie di prerequisiti (condizionalità ex ante) che devono essere soddisfatti

così da garantire una capacità istituzionale adeguata a un’efficace utilizzo dei fondi.

Con il Position Paper2, pubblicato a novembre 2012, la Commissione Europea ha misurato

la distanza del Paese dai target della Strategia Europa 2020 e identificato le principali

sfide per lo sviluppo da affrontare con gli investimenti dei Fondi Strutturali.

1 Regolamenti n. 1299/2013,1301/2013, 1302/2013, 1303/2013, 1304/2013, GUCE L 347 del 20.12.2013. 2 Il paper, (Rif. Ares 1326063-09/11/2012), rappresenta la posizione ufficiale della Commissione Europea

e dà l’avvio al negoziato sull’Accordo di Partenariato.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 8

Tavola 1

Target EU 2020 Valori Italia Obiettivi al 2020 nel PNR3

Innalzamento al 75% del tasso di occupazione (20-64 anni)

59,8% (2013) 67-69%

Aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL dell'UE

1,25% (2011) 1,53%

Riduzione delle emissioni di gas serra del 20% rispetto al 1990

- 3% (previsione variazione 2005-2020)

- 9% (variazione 2005-2010) -13%

20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili

13,5% (2012) 17%

Aumento del 20% dell’efficienza energetica n.d. 13,4%

Riduzione degli abbandoni scolastici al di sotto del 10%

17% (2013) 15-16%

Aumento al 40% dei 30-34enni con un’istruzione universitaria

22,4% (2013) 26-27%

Almeno 20 milioni di persone a rischio di povertà ed emarginazione in meno

18,2 (2012) 2,2 milioni usciti dalla condizione di povertà

Fonte: Position Paper (Rif. Ares 1326063-09/11/2012) con dati Eurostat aggiornati al 2013.

Tavola 2

Sfide per lo sviluppo

1

Ambiente imprenditoriale sfavorevole all’innovazione, caratterizzato da scarsi investimenti in R&S,

insufficiente interazione tra imprese e centri di ricerca, capitale umano inadeguato in particolare sul

fronte scientifico-tecnologico e difficoltà di accesso a finanziamenti per la ricerca sia pubblici che

privati e al venture capital

2 Significative e persistenti carenze infrastrutturali nelle regioni meno sviluppate e inefficiente

gestione delle risorse naturali

3 Basso tasso di occupazione, dei giovani e delle donne e skills mismatch

4 Pubblica amministrazione inefficiente e scarsa capacità amministrativa

Fonte: Position Paper (Rif. Ares 1326063-09/11/2012)

Anche le raccomandazioni specifiche del Consiglio ai sensi dell’art 121, paragrafo 2, e

dell’articolo 148, paragrafo 4 TFUE approvate a giugno 2013 sottolineano il permanere in

Italia di criticità strutturali che dovrebbero essere maggiormente prese in carico nel

Programma Nazionale di Riforma 2013 e nella programmazione dei Fondi Strutturali

2014-20, quali un ambiente sfavorevole all’insediamento e allo sviluppo di attività

imprenditoriali, la scarsa efficienza del sistema bancario che determina la difficoltà di

accesso al credito per le imprese, i bassi tassi di occupazione dei giovani e delle donne, la

capacità amministrativa ancora inadeguata, specie in relazione alla gestione dei fondi

strutturali.

Lo schema seguente evidenzia il raccordo tra la strategia Europa 2020 e il Quadro

Strategico Comune, che orienta la costruzione dei contenuti dell’Accordo di Partenariato

in ciascun stato membro. Il Quadro Strategico Comune è stato ufficialmente adottato con

l’approvazione del Regolamento UE 1303/2013.

3 Piano Nazionale di Riforma.

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PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 10

La strategia di sviluppo delineata nell’Accordo di Partenariato (AP) del 22 aprile 2014, si

incardina sulle innovazioni di metodo proposte nel documento “Metodi e obiettivi per un

uso efficace dei Fondi Strutturali”4, identificando ex ante i risultati attesi per ogni

obiettivo tematico, definendo gli indicatori di risultato, e attribuendo un peso in termini

di risorse percentuali a ciascun risultato atteso.

L’Accordo declina l’approccio territoriale per l’agenda urbana e le aree interne e

introduce una lista di Programmi Operativi Regionali (almeno uno per Regione/Provincia

autonoma) e Programmi Operativi Nazionali, di cui otto con ricadute su tutto il territorio

nazionale, due che impattano su Regioni in transizione e Regioni meno sviluppate e tre

che interessano solo queste ultime.

La proposta di Accordo fornisce un quadro di insieme dell’intervento dei Fondi per

obiettivo tematico, che comprende anche il raccordo con la programmazione del FEASR.

In totale, le risorse attribuite all’Italia e disciplinate dall’AP ammontano a 41,6 miliardi di

euro per il periodo 2014-2020.

Si tratta di un pacchetto di risorse importanti, a cui si dovranno aggiungere le risorse del

cofinanziamento statale, stimate ad oggi per i Fondi SIE in circa 24 miliardi di euro e che

saranno oggetto di specifica deliberazione da parte del CIPE per l’attivazione del fondo di

rotazione ai sensi della legge 183/1987.

La rilevanza di questo pacchetto di risorse si colloca su un duplice piano di analisi:

· la scarsità di risorse per investimenti pubblici, aiuti alle imprese e allo sviluppo

territoriale che si è determinata con la crisi economica e finanziaria che ha investito il

nostro Paese,

· la fortissima riduzione del credito da parte degli istituti bancari a favore del sistema

produttivo e delle famiglie,

· i vincoli al contenimento della spesa pubblica che hanno ridotto drammaticamente la

possibilità di realizzare investimenti pubblici anche a scapito di amministrazioni

virtuose, in grado di concorrere con risorse proprie e senza indebitamento.

Si ricorda infatti che le risorse comunitarie esulano dai vincoli per il contenimento della

spesa pubblica e possono quindi rappresentare per il prossimo settennio un decisivo aiuto

alla crescita competitiva del Paese in generale, e della nostra regione in particolare.

4 Il documento dell’allora Ministro alla Coesione Territoriale Fabrizio Barca è stato trasmesso in

Conferenza Stato-Regioni nel dicembre 2012.

1. Programmazione 2014/2020: la costruzione della strategia regionale

Pag. 11

Tavola 3 – Accordo di Partenariato: allocazione delle risorse UE

FONDO* IMPORTO**

FEASR 10.429,6

FONDI STRUTTURALI 31.119,0

YOUTH EMPLOYMENT INITIATIVE 567,5

TOTALE 42.116,1

* Cui va aggiunta la Cooperazione Territoriale Europea la cui

dotazione per l’Italia è di 1.137 milioni di euro

** Cifre in milioni di euro

Tavola 4 - Accordo di Partenariato: allocazione delle risorse UE per Obiettivo Tematico e Fondo

Accordo di Partenariato: Allocazione risorse per OT e per Fondo

Obiettivi tematici FESR FSE FEASR TOT %

OT 1 – Ricerca e innovazione 3.281,0 0,0 434,2 3.715,2 9,09%

OT 2 – ICT 1.789,0 0,0 136,5 1.925,5 4,69%

OT 3 – Competitività 4.018,0 0,0 4.650,4 8.668,4 20,68%

OT 4 – Energia 3.055,0 0,0 1.056,9 4.111,9 10,02%

OT 5 – Cambiamento climatico 932,0 0,0 1.351,3 2.283,3 6,02%

OT 6 – Ambiente 2.650,0 0,0 1.640,2 4.290,2 10,36%

OT 7– Trasporti 1.941,0 0,0 0,0 1.941,0 4,67%

OT 8 – Occupazione 0,0 3.939,0 190,2 4.129,2 9,44%

OT 9 – Inclusione sociale 1.040,0 2.159,0 614,9 3.813,9 8,97%

OT 10 – Istruzione e formazione 854,0 3.237,0 83,2 4.174,2 10,01%

OT 11 – Capacità amministrativa 433,0 645,0 0,0 1.078,0 2,63%

Assistenza Tecnica 748,0 398,0 271,8 1.417,8 3,41%

Totale in milioni di euro 20.741,0 10.378,0 10.429,6 41.548,6 100,00%

L’impostazione del QSC spinge gli Stati Membri ad adottare un approccio integrato alle

politiche di sviluppo. Conseguentemente, anche le politiche regionali di sviluppo devono

avere a riferimento l’integrazione tra obiettivi e strumenti attivabili con i diversi fondi, al

fine di concentrare le risorse su pochi e chiari obiettivi.

La programmazione 2014-2020 presenta elementi di novità (e anche discontinuità) con la

precedente, vere e proprie sfide per il livello regionale di programmazione. Nello specifico

si tratta di:

· definizione di risultati attesi chiari, misurabili e coerenti con la strategia “narrata”

nell’Accordo di Partenariato

· concentrazione tematica su Obiettivi tematici e azioni (l’Accordo di Partenariato

richiama ad un concetto di “parsimonia” nella selezione delle azioni)

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 12

· forte orientamento ad utilizzare i Fondi SIE, nelle Regioni più sviluppate, per azioni a

rete e di filiera, in base alla scelta strategica di sinergia con il Fondo Sviluppo e

Coesione, che invece sarà orientato al finanziamento di grandi opere infrastrutturali5.

· forte caratterizzazione dell’approccio territoriale allo sviluppo regionale, che deve

assestarsi lungo le priorità decise a livello nazionale:

- città metropolitane,

- città medie,

- aree interne.

Alla luce delle innovazioni introdotte e tenuto conto delle sfide – anche finanziarie – la

nuova programmazione deve essere orientata all’efficienza amministrativa, alla

concentrazione delle risorse e alla capacità di selezionare pochi “progetti faro” integrati.

1.2 Documento Strategico Regionale: le finalità

Il Documento Strategico Regionale ha l’obiettivo di affermare la visione di insieme della

Regione Emilia-Romagna per la programmazione dei Fondi SIE 2014-2020. Nella

precedente programmazione (2007-2013) il Documento Unico di Programmazione (DUP)

ha svolto questa funzione di raccordo, nell’ambito delle indicazioni del QSN (Quadro

Strategico Nazionale).

Tra le novità della nuova programmazione si colloca la “filiera” dei documenti di

programma: a partire dal QSC, passando per l’Accordo di Partenariato, si arriva infine ai

Programmi Operativi Regionali.

Con la finalità di porre al centro del proprio approccio la capacità di integrazione delle

politiche, la Regione Emilia-Romagna intende, attraverso il DSR, fornire la strategia e gli

indirizzi affinché la programmazione dei diversi Programmi Operativi Regionali assuma i

caratteri di integrazione e correlazione necessari al raggiungimento efficace degli

obiettivi e dei risultati attesi prefissati.

In particolare le finalità del DSR sono:

1. Fornire un quadro unitario delle strategie e delle priorità della Regione Emilia-

Romagna per la programmazione e attuazione delle politiche di sviluppo regionale in

linea con la tempistica della programmazione comunitaria 2014-2020;

2. Mettere a valore le integrazioni e le sinergie delle diverse politiche (europee,

nazionali e regionali) per i temi ritenuti prioritari per lo sviluppo territoriale e

regionale;

5 Le risorse assegnate dalla Legge di Stabilità (L. 147/2014 art.1 c.8) alla programmazione 2014-20 del

Fondo Sviluppo e Coesione sono pari a 54,810 miliardi, di cui 43.848 iscritti in bilancio.

1. Programmazione 2014/2020: la costruzione della strategia regionale

Pag. 13

3. Assicurare i principi di addizionalità, efficienza e adeguatezza delle risorse che

verranno messe in campo per il conseguimento degli obiettivi e dei risultati attesi

attraverso l’integrazione delle politiche e degli strumenti dei Fondi Strutturali 2014-

2020 (Programmi Operativi Nazionali, Programmi Operativi Regionali e Cooperazione

Territoriale Europea), del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) e regionali;

4. Promuovere la coesione territoriale per le aree della regione caratterizzate da una

maggiore fragilità ecosistemica e socio economica (Aree interne, aree colpite dal

sisma del maggio 2012) e favorire l’integrazione di queste con la rete dei poli urbani

della regione.

Per la costruzione del DSR si è tenuto conto di:

· Piano Territoriale Regionale (PTR), approvato dall’Assemblea Legislativa con delibera

276 del 3 febbraio 2010;

· DPEF 2014-2015 adottato dalla Giunta Regionale il 9 dicembre 2013, che definisce le

priorità regionali collegate alla programmazione della spesa regionale;

· Quadro di contesto e Indirizzi per la programmazione 2014-2020 dei Fondi Strutturali

in Emilia-Romagna;

· Documenti del “Patto per la Crescita Intelligente, Sostenibile, Inclusiva”;

· L.R. 21/2012 “Misure per assicurare il governo territoriale delle funzioni

amministrative secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza”.

Piani e programmi di carattere più marcatamente settoriali, tra cui:

· Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento

Tecnologico (PRRITT);

· Piano Energetico Regionale 2011-2013;

· Piano Telematico dell’Emilia-Romagna (PiTER) e le linee guida per il periodo 2011-

2013;

· Piano triennale regionale della formazione superiore Rete Politecnica 2013 – 2015 DGR

497 del 22/04/2013;

· Piano sociale e sanitario dell’Emilia-Romagna. Indicazioni attuative per il biennio 2013-

14.

1.3 Documento Strategico Regionale: il metodo e la struttura del documento

Il metodo utilizzato è basato su cinque passaggi logici consequenziali l’uno all’altro: in

primo luogo l’individuazione i fabbisogni espressi dal territorio; il secondo passaggio è la

selezione delle grandi priorità su cui puntare; in terzo luogo, la formulazione delle

strategie idonee a intervenire su quelle priorità; in quarto luogo, occorre la

predisposizione degli strumenti di intervento adeguati a implementare le politiche; infine,

la definizione dei target, precisi e misurabili in termini di risultati attesi, attraverso i quali

si intende rispondere ai fabbisogni emersi nel primo passaggio. Il diagramma che segue

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 14

illustra graficamente il percorso; si passerà poi a presentare singolarmente ogni

passaggio.

1. Il punto di partenza è costituito indubbiamente dalla lettura dei fabbisogni espressi

dal territorio regionale. Il Quadro di contesto della Regione Emilia-Romagna,

approvato con DGR 1691/2013, risponde proprio a questa esigenza. Esso è composto

da due parti: la prima illustra i macro-trend regionali relativi a dinamiche

demografiche, economiche e produttive; la seconda invece offre approfondimenti

specifici sulle undici priorità strategiche (Obiettivi Tematici, OT) fissate dalla

Commissione Europea: 1) ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione; 2) agenda

digitale; 3) competitività dei sistemi produttivi; 4) energia sostenibile e qualità della

vita; 5) clima e rischi ambientali; 6) tutela dell’ambiente e valorizzazione delle risorse

culturali ed ambientali; 7) mobilità di persone e merci; 8) occupazione e mobilità dei

lavoratori; 9) inclusione sociale e lotta alla povertà; 10) Istruzione e formazione; 11)

capacità istituzionale e amministrativa. Il capitolo 2 offre una sintesi dei fabbisogni

del territorio individuati tramite il Quadro di Contesto della Regione Emilia-Romagna.

2. A partire dai fabbisogni, è necessario selezionare le grandi priorità su cui

concentrarsi: esse rappresentano le linee di indirizzo cui le singole politiche regionali

e i relativi strumenti di attuazione devono concorrere. In questa sede è necessario

tenere in debito conto la coerenza sia con le linee guida offerte dal livello europeo e

da quello nazionale, sia con gli indirizzi e le politiche regionali già in essere: per

questo, si è tenuto conto dei piani, dei programmi e più in generale dei documenti

citati nel paragrafo precedente. La Regione ha individuato quali grandi priorità: la

valorizzazione del capitale sociale; la promozione di innovazione, diversificazione e

capacità imprenditoriale nel sistema produttivo; la valorizzazione del capitale

territoriale. Le tre priorità concorrono tutte al grande obiettivo di rafforzare la

competitività e l’attrattività dell’Emilia-Romagna. Tutto ciò è illustrato sempre nel

capitolo 2.

1. Programmazione 2014/2020: la costruzione della strategia regionale

Pag. 15

3. Fissati gli indirizzi generali, è necessario definire le strategie attraverso cui

concorrere al loro raggiungimento. Anche in questo caso, occorre tenere in

considerazione gli orientamenti europei e nazionali e garantire la coerenza degli

interventi messi in campo dalla Regione. A livello europeo ad esempio è richiesta una

strategia di specializzazione intelligente a livello regionale (Smart Specialization

Strategy, S3), mentre a livello nazionale sono state individuate tre grandi priorità

territoriali su cui concentrare gli sforzi: città, aree interne e Mezzogiorno. Il capitolo 3

è dedicato ad approfondire le strategie e le singole politiche territoriali che la

Regione metterà in campo.

4. Il quarto passaggio, particolarmente delicato, consiste nell’identificare gli

strumenti d’intervento adeguati per l’attuazione delle politiche prefissate. La

Regione, al fine di massimizzare l’impatto delle politiche, intende adottare per il

periodo 2014/2020 un approccio integrato relativamente agli strumenti messi in

campo: i Programmi Operativi Regionali, quelli Nazionali e quelli a gestione diretta

dell’Unione Europea, il Fondo di Sviluppo e Coesione, la Cooperazione Territoriale

Europea. Il capitolo 4 raccorda i diversi strumenti attivabili.

5. L’ultimo passaggio, infine, è rappresentato dall’individuazione di target precisi e

misurabili, espressi nella formula di risultati concreti che ci si attende di conseguire

tramite le strategie e gli strumenti di intervento adottati. Tali risultati devono

costituire una risposta diretta ed efficace ai fabbisogni individuati tramite il primo

passaggio logico del metodo impiegato. Sempre nel capitolo 4, si descrivono anche i

risultati attesi e si mette in luce da una parte la coerenza con gli strumenti messi in

campo, dall’altra la correlazione con i fabbisogni espressi dal territorio.

Lo schema che segue ricapitola i passaggi principali dell’impostazione generale adottata

dalla Regione Emilia-Romagna.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 16

2. Dall’analisi dei fabbisogni alla selezione delle priorità regionali

Pag. 17

2. Dall’analisi dei fabbisogni alla selezione delle priorità regionali

Il Position Paper presentato dalla Commissione Europea per l’Italia rappresenta un

importante punto di partenza per impostare l’analisi di contesto della nostra regione.

Tuttavia esso si riferisce esclusivamente al contesto nazionale per il set di indicatori

utilizzato e non consente di rendere conto in maniera approfondita e completa delle

specificità regionali.

A titolo esemplificativo, si riporta la situazione relativa al raggiungimento degli obiettivi di

Europa 2020, così come peraltro fatto nel Position Paper. La prima colonna colorata

“Differenza tra ER e Italia” indica la differenza tra i risultati dell’Emilia-Romagna e la

media nazionale (in verde se positivi, in rosso se negativi), la seconda la differenza tra i

risultati dell’Emilia-Romagna e gli obiettivi per l’Italia al 2020, mentre la terza quella tra i

risultati dell’Emilia-Romagna e quelli della media UE27.

Indicatori strutturali

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20

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Tasso di occupazione (20-64 anni) 75,0% 68,5% 68,0% 59,8% 70,6% 10,8% 2,6% 2,1% 2013

Investimenti in ricerca e sviluppo

sul PIL 3,0% 2,05% 1,53% 1,25% 1,43% 0,18% -0,1% -0,62% 2011

Riduzione delle emissioni di gas

serra rispetto al 1990

-20%

rispetto

al 1990

-15%

-13%

rispetto

al 2005

-3,6% 10,9% -14,5% -23,9% -25,9% 2010

Quota di energia rinnovabile sul

totale di energia consumata (%) 20% 13% 17% 12,3% 12,3% 0% -4,7% -0,7% 2011

Aumento efficienza energetica -

riduzione del consumo energetico -20% -21% -13% -1% -2% -1% 11% 19%

2011-

2005

Tasso di abbandono scolastico 10% 12% 15% 17% 15,3% -1,7% 0,3% 3,3% 2013

Quota di 30-34enni con istruzione

universitaria 40% 36,8% 26% 22,4% 27,9% 5,5% 1,9% -8,9% 2013

Riduzione della popolazione al di

sotto della soglia di povertà

relativa: % popolazione

-20 milioni

di poveri 24,7%

-2,2

milioni di

poveri

29,9% 15,7% -14,2% ND -9% 2012

Fonte: Eurostat

Come si può vedere dalla tabella, nel complesso l’Emilia-Romagna mostra un ottimo

posizionamento a livello nazionale, collocandosi nella fascia più virtuosa in quasi tutti i

casi. In due casi gli obiettivi nazionali per il 2020 sono già stati raggiunti e relativamente

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 18

alla maggior parte degli altri indicatori il divario ancora da colmare è molto ridotto. La

situazione è ben diversa, tuttavia, se ci si confronta con il panorama europeo: qui la

nostra regione mostra sì qualche saldo positivo, ma anche un certo ritardo, più o meno

accentuato, nella maggior parte degli indicatori considerati. L’Emilia-Romagna quindi

eccelle nel panorama nazionale ma non brilla nel contesto europeo: eppure, è proprio

con questo che la Regione vuole confrontarsi e competere.

Dove siamo: distanze (in valore percentuale) tra l’Emilia-Romagna e valore nazionale, obiettivo PNR e valore UE27

Fonte: elaborazione ERVET

L’analisi illustrata è utile a comprendere come il Position Paper rappresenti, dalla

prospettiva regionale, un punto di partenza che spinge la Regione a misurarsi e

confrontarsi con le realtà più avanzate a livello europeo.

Per questo motivo la Regione ha optato per l’elaborazione di un Quadro di Contesto6, il

quale, basandosi su un set di indicatori molto più ampio, presenta una trattazione

dettagliata del contesto regionale, con i suoi punti di forza e con le sue principali criticità,

e offre anche una comparazione rispetto al panorama sia nazionale sia europeo per quasi

tutti gli indicatori proposti: attraverso questo documento è dunque possibile definire in

maniera più coerente e corretta il panorama regionale, ma anche rendere conto della sua

complessità e identificare i fabbisogni espressi dal territorio.

6 Approvato con DGR n. 1691/2013, allegato alle Linee di Indirizzo per la programmazione dei Fondi

Strutturali in Emilia Romagna. Il Quadro di contesto va letto in maniera integrata all’analisi swot e

identificazione dei fabbisogni condotta nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2014-20,

approvato con DGR n. 512/2014.

2. Dall’analisi dei fabbisogni alla selezione delle priorità regionali

Pag. 19

Il Quadro di contesto è articolato in due sezioni: la prima rende conto dei macro-trend

demografici, economici e del sistema produttivo; la seconda contiene approfondimenti

specifici sulle priorità individuate dalla Commissione Europea, che qui si richiamano:

1) Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione;

2) Tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché l'impiego e la qualità

delle medesime;

3) Competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo e il settore della pesca

e dell’acquacoltura;

4) Economia a basse emissioni di carbonio;

5) Cambiamento climatico e rischi ambientali;

6) Ambiente ed uso efficiente delle risorse;

7) Sistemi di trasporto sostenibili;

8) Occupazione e mobilità dei lavoratori;

9) Inclusione sociale, povertà e discriminazioni;

10) Istruzione, formazione e formazione professionale, apprendimento permanente.

Il documento Quadro di contesto della Regione Emilia-Romagna non propone un’analisi dell’OT 11

riguardante la capacità amministrativa poiché al tempo della redazione del documento

(novembre 2013) il quadro normativo di riferimento era ancora in divenire sotto diversi profili, a

livello sia nazionale sia europeo, ed in particolare la bozza dell’Accordo di Partenariato del 15

luglio 2013 non presentava ancora né un’analisi né un’articolazione compiuta della strategia

nazionale in relazione all’OT11. Pertanto, la Regione Emilia-Romagna ha ritenuto opportuno

posticipare l’analisi relativa all’OT11 a una fase in cui il quadro normativo di riferimento avesse

raggiunto un grado di consolidamento maggiore e si potessero più consapevolmente individuare i

fabbisogni di accompagnamento dei processi di riordino territoriale, da un lato, e di

rafforzamento della governance multilivello per l’attuazione dei programmi cofinanziati dai Fondi

SIE dall’altro.

Alla luce di tutto quanto esposto finora, si riporta di seguito il quadro dei punti di forza e

di debolezza, a partire dai quali è stato elaborato e definito l’insieme dei fabbisogni

relativamente a ciascuno degli obiettivi tematici individuati dalla Commissione Europea.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 20

2.1 Dai punti di forza e debolezza ai fabbisogni prioritari di intervento

OT 1 – Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione

PU

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OR

ZA

§ Presenza diffusa sul territorio ed attrattività delle Università: 141.700 iscritti nel 2012/2013: 8,3% del totale

nazionale; indice di attrattività universitaria 30,3%, dato ottimo nel panorama nazionale.

§ Buona presenza di studenti universitari stranieri: oltre 8.500 studenti stranieri iscritti ad un corso di laurea

della regione, pari al 6% del totale degli iscritti (incidenza più alta di quella registrata a livello nazionale, pari al

4%).

§ Formazione avanzata della popolazione 30-34 anni: 27,9% con istruzione terziaria (anche più elevato se si

considerano solo le donne, 34,2%), dato superiore all’obiettivo nazionale fissato nel PNR.

§ Laureati in discipline tecnico scientifiche: in regione si contano 18,3 laureati in scienza e tecnologia ogni mille

abitanti di 20-29 anni, un valore superiore sia a quello nazionale (12,4) che europeo; oltre il 30% dei laureati

in regione nell’ultimo anno.

§ Posizionamento regionale in miglioramento rispetto all’Indice di innovazione regionale: da “medium” del

2007 e 2009 a “high” del 2011.

§ Personale impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo: incidenza maggiore (1,24% dell’occupazione totale)

di quanto rilevato a livello nazionale ed europeo.

§ Brevetti registrati all’European Patent Office: i brevetti provenienti dalla regione – seppur in calo nell’ultimo

periodo – rappresentano il 15% del totale nazionale, con la miglior media di brevetti pro capite, al di sopra di

quella europea.

§ Propensione all’innovazione delle imprese regionali mediamente più elevata della media nazionale: il

37,7% delle imprese con almeno 10 addetti hanno introdotto almeno un’innovazione nel processo

produttivo.

§ Specializzazione nei settori manifatturieri a medio-alta tecnologia: i settori manifatturieri a medio-alta

tecnologia impiegano l’8% dell’occupazione totale della regione, mentre rappresentano il 4,8% in Italia ed il

4,5% a livello europeo. In termini di esportazioni questi settori rappresentano il 52,6% delle esportazioni

regionali totali (nel Nord rappresentano il 44,4% e a livello nazionale il 38,5%).

PU

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§ Formazione avanzata al di sotto della media europea: nel 2013 le persone di 25-64 anni con educazione

terziaria sono il 17,8% del totale, dato superiore a quello nazionale e anche in costante crescita, ma inferiore

a quello medio europeo (come registrato anche per la fascia 30/34 anni).

§ Strutture per la ricerca e sviluppo: nonostante la presenza di alcuni importanti enti di ricerca nazionali (CNR,

ENEA, INAF, INGV, INFN, INFM) e numerosi centri di ricerca di piccola dimensione a carattere aziendale o

consortile, l’offerta di strutture per la ricerca risulta ancora eccessivamente frammentata, non pienamente

capace di creare massa critica.

§ Intensità degli investimenti in Ricerca e Sviluppo: gli investimenti rappresentano l’1,43% del PIL regionale,

dato superiore alla media nazionale ma inferiore alla media UE15 e agli obiettivi di Europa 2020.

§ Modesta posizione sulla Bilancia tecnologica regionale: dal mercato della tecnologia l’Emilia ha incassato nel

2009 solo lo 0,25% di quanto incassato tramite le merci esportate; la vendita di diritti e servizi di know-how

da parte dell’Emilia-Romagna rappresenta solo il 5% del totale nazionale.

§ Servizi ad alto livello di conoscenza: i settori ad alta intensità di conoscenza (Knowledge intensive), che

comprendono i servizi di informazione e comunicazione, le attività finanziarie e assicurative, le attività

professionali, scientifiche e tecniche, l’Istruzione, la sanità e assistenza sociale, ecc. – rappresentano solo il

29,7% dell’occupazione totale (sono il 33,8% a livello nazionale ed il 39% a livello di UE27).

I principali fabbisogni di intervento

§ Incremento delle competenze avanzate della forza lavoro, specialmente quelle tecnico-scientifiche.

§ Rafforzamento dell’offerta di strutture per la ricerca, con attenzione particolare alla loro capacità di

integrazione, anche con le imprese, i centri di ricerca e di innovazione, i poli formativi.

§ Incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo, sia pubblici che privati, e garantire una domanda

pubblica e privata orientata all’innovazione.

§ Sostegno al rafforzamento tecnologico ed organizzativo delle filiere.

§ Potenziamento dei servizi ad alto livello di conoscenza.

§ Riequilibrio della bilancia tecnologica regionale.

2. Dall’analisi dei fabbisogni alla selezione delle priorità regionali

Pag. 21

OT 2 – Tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché l'impiego

e la qualità delle medesime P

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§ Banda Larga e digital divide di prima generazione: la copertura regionale lorda da infrastrutture di banda

larga di prima generazione ha raggiunto il 98%, un valore non lontano dall’obiettivo del 100% fissato

dall’Agenda Digitale Europea per fine 2013. La popolazione regionale in digital divide di prima generazione (<

2 Mb/s), in costante riduzione negli anni, ha raggiunto il 9,9%, considerando solo la rete fissa, ma scende al

3% se si include anche il wireless.

§ Dotazioni ICT delle famiglie: buon posizionamento della regione a livello nazionale per quanto riguarda il

possesso di PC (62% delle famiglie), l’accesso ad internet (59% delle famiglie), la connessione in banda larga

(53%).

§ Dotazioni delle tecnologie ICT tra le imprese: buon posizionamento a livello nazionale ed europeo, seppur in

alcuni casi con valori leggermente inferiori all’UE27, per quanto riguarda l’utilizzo del computer (97% delle

imprese con più di 10 addetti), il possesso di una connessione internet (94%), il possesso di un sito web

aziendale (79%), il possesso di una connessione in banda larga (87%).

§ Digitalizzazione della PA: servizi online, posta certificata, firma elettronica, fascicolo sanitario elettronico: dal

2011 tutti i 348 comuni offrono almeno un servizio interattivo, contro i 272 dell’anno precedente.

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§ Banda larga di seconda generazione: la popolazione regionale con la disponibilità di accesso a servizi a banda

larga superiori a 30 Mb/s è pari al 9% circa del totale, un dato inferiore a quello nazionale (10%) e lontano

dall’obiettivo di Europa2020 (che prevede il 100% entro il 2020).

§ Uso di internet da parte dei cittadini: seppur migliori dei valori nazionali e di alcune altre regioni, la quota di

persone (di età 16-74 anni) che utilizzano regolarmente internet in regione (55%) è ancora lontana dalla

media europea e dall’obiettivo dell’Agenda digitale europea (75% entro il 2015).

§ Persone che non hanno mai utilizzato internet: altrettanto importante è il divario per quanto riguarda la

popolazione che non ha mai usato internet, che rappresenta in Emilia-Romagna ancora più di un terzo del

totale (34%), inferiore al dato italiano (39%) ma superiore di 10 punti percentuali al dato europeo (24%) e di

19 punti percentuali dall’obiettivo dell’Agenda digitale europea (15% entro il 2015).

§ Utilizzo del web tra i giovanissimi: si rileva che in regione l’utilizzo del web da parte dei bambini di 6 -10 anni

è tra i più bassi in Italia (32% a fronte del 38% nazionale)

§ Fruizione dei servizi web della PA da parte dei cittadini: la quota di popolazione che in regione utilizza servizi

di e-government – richiesta informazioni, scarico e l’invio di moduli online - è pari al 21%, al di sotto del dato

italiano (22%) e di quello europeo (EU27, 41%). In generale, la valutazione delle azioni svolte dai cittadini in

rete evidenzia una bassa capacità di utilizzare le effettive opportunità che il web mette a disposizione.

§ Competenze digitali della popolazione: skills migliori rispetto alla media nazionale ma inferiori a quella

europea.

§ E-commerce: le persone che utilizzano il web per ordinare o acquistare prodotti e servizi sono in aumento,

ma ancora al di sotto del livello europeo e degli obiettivi dell’Agenda digitale europea. Attualmente sono il

20% della popolazione regionale, ben al di sotto del 43% rilevato per l’UE27 e dell’obiettivo del 50% entro il

2015.

§ Uso di internet da parte degli addetti delle imprese: dati in linea con il panorama nazionale ma inferiore alla

media UE27.

§ Relazioni delle imprese con la PA: le imprese regionali utilizzano meno i servizi online della Pubblica

Amministrazione rispetto al quadro nazionale.

§ Settore dei servizi di informazione e comunicazione: in rapporto agli occupati totali, il settore rappresenta in

Emilia-Romagna il 2,2%, un valore superiore a quello del Nord-Est (1,9%), ma inferiore al dato nazionale

(2,4%) e a quello europeo (UE 27 2,9%).

I principali fabbisogni di intervento

§ Sviluppo e garanzia della diffusione della banda larga di seconda generazione (>30 Mb/s).

§ Attuazione del processo di digitalizzazione della PA.

§ Incremento dei servizi di e-government e dell’effettivo utilizzo da parte dei cittadini.

§ Potenziamento dell’utilizzo di internet in tutte le fasce della popolazione, compresi i giovanissimi, e tra

gli addetti delle imprese.

§ Potenziamento della diffusione dell’e-commerce.

§ Rafforzamento del settore dei servizi di informazione e comunicazione.

§ Completamento della riduzione del digital divide.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 22

OT 3 – Competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo e il settore della

pesca e dell’acquacoltura

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§ Sistema produttivo con un’alta vocazione all’export: nel 2012 l’Emilia-Romagna ha esportato beni per un

valore totale di circa 49,5 miliardi di euro, pari al 41,6% dell’export del Nord Est e al 12,7% di quello italiano.

§ Saldo della bilancia commerciale in forte attivo e in tendenziale incremento: nel 2012 ammonta ad oltre 21

miliardi di euro, +17% sul 2011.

§ Investimenti diretti esteri: sistema produttivo proiettato verso l’esterno, più “conquistatore che

conquistato”.

§ Mercato finanziario importante: nonostante le difficoltà legate alla crisi economica in corso, l’Emilia-

Romagna risulta essere un’importante piazza finanziaria, seconda solo alla Lombardia.

§ Industrie culturali e creative: il sistema produttivo culturale dell’Emilia-Romagna sembra confermare un

buon potenziale di sviluppo. Esso è costituito da oltre 33 mila imprese, pari al 7% del totale, con l’impiego di

oltre 106 mila addetti, pari al 5% del totale regionale.

§ Filiera agroalimentare: comparto che conferma la sua solidità anche in chiave anticiclica con una forte

proiezione internazionale: oltre 5 miliardi di export nel 2012.

§ Buon livello di professionalità degli imprenditori agricoli.

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§ L’industria manifatturiera subisce i colpi della fase recessiva: diminuzione della numerosità delle imprese e

dei relativi addetti rintracciabile nella quasi totalità dei comparti, sia in ottica congiunturale sia in misura più

pronunciata nell’ambito del medio periodo.

§ Dimensione d’impresa inferiore alla media europea: in uno scenario competitivo sempre più globale la

ridotta scala produttiva può rappresentare un freno allo sviluppo.

§ Andamento poco vivace degli investimenti fissi lordi: sia in un ottica congiunturale, sia di medio-lungo

periodo; estremamente critica la situazione nel settore delle costruzioni.

§ Mercato degli investimenti in capitale di rischio, tipo private equity e venture capital sottodimensionato

rispetto alle potenzialità del sistema produttivo (come dimostra la quota sul Pil pari a circa lo 0,21%).

§ Restrizione del credito bancario: nel 2012 i prestiti bancari alla clientela residente in regione hanno segnato

una progressiva caduta. La flessione delle consistenze è stata di 4,7 miliardi di euro, circa il 3% del prodotto

interno lordo della regione.

§ Deterioramento qualità del credito: il flusso delle nuove sofferenze rettificate in rapporto ai prestiti è stato

pari al 2,5% nella media dei quattro trimestri del 2012, più del doppio rispetto ai livelli precedenti la crisi.

§ Ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione: in seguito ai vincoli posti dal Patto di stabilità interno

(in particolare le Aziende Sanitarie dell’Emilia-Romagna nel 2011 avevano debiti commerciali verso i fornitori

privati di beni e servizi stimati in 3 miliardi di euro).

§ Settore agricolo: età media degli agricoltori molto elevata, urge un ricambio generazionale.

I principali fabbisogni di intervento

§ Incentivi alla crescita dimensionale delle imprese anche attraverso la costituzione di reti e filiere

produttive e la promozione di un mercato crescente degli investimenti in capitale di rischio, tipo

private equity o venture capital.

§ Rafforzamento del mercato del credito nell’ottica di un rilancio degli investimenti produttivi delle

imprese.

§ Destinazione delle risorse disponibili sui comparti/filiere a più alto potenziale di crescita, in particolare

il manifatturiero.

§ Attrazione di opportunità internazionali di investimento.

§ Tempi più rapidi nei pagamenti della PA alle imprese fornitrici.

§ Abbassamento dell’età media degli addetti nel settore agricolo.

2. Dall’analisi dei fabbisogni alla selezione delle priorità regionali

Pag. 23

OT 4 – Economia a basse emissioni di carbonio P

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§ Incremento delle fonti rinnovabili: le tendenze in atto confermano un aumento del contributo delle fonti

rinnovabili, che assumono un ruolo sempre maggiore (biomassa, fotovoltaico).

§ Efficienza dei consumi relativamente buona: l’efficienza dei settori più energivori e degli impianti di

trasformazione energetica è superiore alla media nazionale, ad esempio grazie alla diffusione della

certificazione energetica degli edifici e degli impianti cogenerativi.

§ Leadership nazionale nelle certificazioni di processo e di prodotto: l’Emilia-Romagna risulta prima in Italia

per organizzazioni EMAS registrate e seconda per ISO14001; è inoltre prima in Italia per prodotti con marchio

Ecolabel ed EPD.

§ APEA modello di sviluppo industriale: le nuove aree produttive e gli ampliamenti importanti in Emilia-

Romagna vengono progettate secondo i requisiti APEA.

§ Settore agroalimentare all’avanguardia: rappresenta il settore trainante in regione per la green economy

(eco-innovazione, certificazione ambientale).

§ Potenzialità di biomasse energeticamente utili, anche provenienti dai rifiuti. L’Emilia-Romagna presenta una

significativa potenzialità per la produzione di biomasse a fini energetici (forestazione, coltivazioni no-food,

biogas da allevamenti).

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§ Conoscenza delle prestazioni dei sistemi energetici: l'Emilia-Romagna ha una buona conoscenza dei suoi

sistemi energetici, mancano però ancora diversi indicatori strutturali specifici e la sistematica rilevazione di

alcune prestazioni energetiche molto importanti, come quelle degli edifici e degli impianti pubblici.

§ Completezza della filiera delle imprese della green economy in Emilia-Romagna: in molti settori le imprese

emiliano-romagnole si collocano nella parte intermedia e finale della filiera (es. installatori per il settore

energia) mentre risulta ancora bassa la quota di produttori di tecnologie.

§ Dipendenza energetica della regione: la regione presenta una significativa dipendenza energetica

complessiva; le importazioni di energia sono fondamentali per la copertura dei fabbisogni interni.

§ Emissioni atmosferiche notevoli dal settore energia: in Emilia-Romagna è necessario ridurre ulteriormente

ed in modo significativo le emissioni atmosferiche legate alle trasformazioni energetiche sia per quanto

riguarda le emissioni dei gas climalteranti sia per gli inquinanti quali PM10, NOx e COV.

§ Le APEA stentano a svilupparsi. A fronte di indicazioni pianificatorie ormai consolidate e contributi regionali,

permangono dei rallentamenti nelle piena applicazione di questo tipo di aree produttive, a causa della crisi

economica che limita gli investimenti.

§ Bassa efficienza energetica per agricoltura e agroindustria.

I principali fabbisogni di intervento

§ Incremento dell’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile, anche col fine di ridurre la dipendenza

energetica regionale.

§ Sviluppo delle potenzialità per la produzione di biomasse a fini energetici.

§ Promozione dell’efficienza energetica in agricoltura/agroindustria.

§ Riduzione delle emissioni atmosferiche legate alle trasformazioni energetiche.

§ Promozione dell’aumento dei produttori di tecnologie, consentendo il completamento della filiera

delle imprese della green economy.

§ Promozione dei processi di certificazione di prodotto, di processo e di etichettatura volontaria in

chiave di filiera.

§ Sviluppo di una rilevazione sistematica di alcune prestazioni energetiche molto importanti, come

quelle degli edifici e degli impianti pubblici.

§ Promozione della piena applicazione delle APEA regionali.

§ Efficientamento energetico degli edifici pubblici e delle filiere produttive.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 24

OT 5 – Cambiamento climatico e rischi ambientali

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§ Miglioramento della qualità dell’aria: nell’ultimo decennio la qualità dell’aria ha avuto un generale

miglioramento (anche se permangono problemi significativi per alcuni inquinanti importanti come le polveri

sottili e gli ossidi di azoto).

§ Miglioramenti ambientali nel controllo delle emissioni atmosferiche per le attività manifatturiere: negli

ultimi anni mediamente si sono verificati miglioramenti ambientali nel controllo delle emissioni atmosferiche,

con un progressivo disaccoppiamento tra i livelli di produzione e di emissione di alcuni inquinanti dell’aria.

§ Politiche in favore della mitigazione del cambiamento climatico e del relativo adattamento: in Emilia-

Romagna esistono numerose conoscenze e vengono implementate diverse politiche utili sia alla mitigazione

del cambiamento climatico sia al relativo adattamento (es. Patto dei sindaci e relativi Paes, Pianificazione di

Bacino, pianificazione territoriale e urbanistica, Programmazione di interventi strutturali).

§ Conoscenza delle aree a rischio: in Regione Emilia-Romagna esistono stime accurate dei terreni

impermeabilizzati, instabili ed a rischio idrogeologico e soggetti ad erosione costiera e rischio di ingressione

marina.

§ Strumentazione adeguata ai problemi in essere: per quanto attiene il rischio idrogeologico ed idraulico, la

Regione Emilia-Romagna può contare sulla presenza e vigenza dei Piani di Assetto Idrogeologico (P.A.I.); il

territorio regionale è dotato di una diffusa rete di monitoraggio e di misura delle precipitazioni e dei livelli

idrici (portate), dati fondamentali per la gestione dei fenomeni di piena in tempo reale e per le attività di

previsione degli eventi.

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§ Permanenza di superamenti dei limiti di qualità dell’aria: PM10, NO2 e ozono.

§ Fattori orografici, morfologici e meteoclimatici favorevoli a: accumulo di inquinanti; dissesto idrogeologico;

erosione della costa; esondazioni; siccità e carenza idrica.

§ Gravità del rischio sismico per la vita umana: gravità elevata anche in considerazione dei recenti eventi

calamitosi che hanno interessato zone molto antropizzate.

§ Persistenza di fenomeni di erosione di molti tratti della costa causata dai ridotti apporti di sedimenti dai

fiumi regionali, da leggera subsidenza ancora in atto, dall’inasprimento delle mareggiate e anche in

considerazione del fenomeno dell’eustatismo.

§ Presenza di diverse zone esondabili, anche in considerazione della progressiva intensificazione delle

precipitazioni atmosferiche

§ Presenza di numerosi siti contaminati, soprattutto nei territori di pianura, la cui bonifica risulta essere molto

complessa.

§ Conoscenza sismotettoniche da migliorare: risultano da ampliare le conoscenze sismotettoniche e di

sismicità storica; revisione zonazione sismogenetica; revisione pericolosità sismica di base.

§ Scarso utilizzo degli strumenti di analisi costi-benefici per l’individuazione degli interventi strutturali di

mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico.

§ Intensificarsi dei fenomeni siccitosi e di carenza idrica con ripercussioni sulla disponibilità di risorsa per l’uso

irriguo e le necessità idropotabili.

§ Situazioni di forte stress idrico sugli ecosistemi acquatici con rischio di perdita di biodiversità.

§ Eccessivo consumo di suolo e frammentazione del sistema ecosistemico regionale.

I principali fabbisogni di intervento

§ Contenimento del consumo di suolo.

§ Promozione della bonifica dei siti contaminati in regione.

§ Riduzione della presenza degli inquinanti in atmosfera.

§ Miglioramento della conoscenza dello stato dei problemi e dei rischi, adottando anche strumenti di

analisi costi e benefici per l’individuazione degli interventi strutturali di mitigazione dei rischi.

§ Azioni per la mitigazione dei rischi ambientali (rischio sismico, rischio idrogeologico, erosione

costiera).

2. Dall’analisi dei fabbisogni alla selezione delle priorità regionali

Pag. 25

OT 6 – Ambiente e uso efficiente delle risorse

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§ Ricreazione, cultura, tempo libero: sulla base dei dati a disposizione sui flussi e sulle spese sostenute dagli

emiliano-romagnoli, si può rilevare un buon andamento per quanto riguarda l’organizzazione e

partecipazione a manifestazioni culturali e di spettacolo.

§ Turismo internazionale: la componente turistica straniera risulta molto dinamica: nel quadriennio 2007-2011

gli arrivi sono cresciuti dell’11%, le presenza del 6,5%.

§ Incremento della qualità dell’offerta ricettiva: crescita dell’offerta a 3-4-5 stelle, riduzione dell’offerta da 1-2

stelle nell’ultimo decennio.

§ Imprese e occupazione: il settore turistico (alloggi e ristorazione), nonostante la crisi, ha mostrato una buona

solidità: tra l’inizio del 2008 ed il 2012 le unità locali sono cresciute del 9,8% e gli occupati del 16,8%. Tale

crescita è stata determinata in modo preponderante dal comparto della ristorazione.

§ Siti tutelati: 15% del territorio coperto da aree tutelate (12% siti Natura2000), con 68 habitat di interesse

comunitario.

§ Presenza di una normativa specifica per la conservazione delle risorse genetiche di interesse agricolo.

§ Irrigazione ad alta efficienza e bassa presenza di sostanze nocive nei corpi idrici.

§ Ottima performance sulla produzione di energia rinnovabile, fotovoltaico e bioenergie.

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§ Sistema museale statale: i visitatori degli istituti statali in regione, che nel 2011 sono stati 805 mila circa (pari

a solo il 2% dei visitatori in Italia), hanno visto una costante flessione negli anni.

§ Bassa crescita delle presenze turistiche, con riduzione della presenza media: dal 2007 al 2011, gli arrivi sono

cresciuti del 6,8%, mentre le presenze del solo 1,1%. Per effetto di questi flussi, la permanenza media si è

ridotta nel corso degli anni.

§ Calo delle presenze turistiche nell’ambito Termale e Appennino: nel caso delle terme, il calo è stato costante

negli anni (-20,5% tra il 2006/2011); sull’Appennino, invece, dopo una crescita fino al 2008 si è verificata una

flessione negli anni successivi (-14% tra il 2008 e 2011).

§ Stagionalità dei flussi turistici: la prevalenza del turismo costiero condiziona pesantemente la distribuzione

dei flussi nell’arco dell’anno.

§ Erosione genetica dell’agrobiodiversità (es. Farmland bird index in calo del 25%).

§ Alto tasso di erosione del suolo, con il 22% della superficie boschiva interessata da fenomeni di dissesto.

§ Peggioramento dello stato delle reti di distribuzione dei sistemi acquedottistici.

§ Impronta antropica intrusiva ed energivora rispetto agli ambienti naturali, che comportano consumi di suolo

ed impatti su aree naturali-seminaturali. La qualità del paesaggio naturale e l’eco-funzionalità del territorio

sono inibite dalla frammentazione operata dalle attività antropiche.

I principali fabbisogni di intervento

§ Diversificazione degli itinerari turistici regionali nell’ottica di una più equilibrata distribuzione

territoriale dei flussi e della loro stagionalità.

§ Rafforzamento del turismo culturale e rilancio del sistema museale.

§ Presidio dell’agro-biodiversità e della biodiversità in genere.

§ Contenimento del dissesto idrologico e geologico che coinvolge porzioni crescenti del territorio

regionale.

§ Rinnovamento di parte delle reti di distribuzione e ottimizzazione dei sistemi acquedottistici.

§ Qualificazione e innovazione dei sistemi di ricettività e accoglienza a fini turistici.

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OT 7 – Sistemi di trasporto sostenibili

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§ Posizione baricentrica a livello nazionale e rispetto alle reti europee (reti TEN-T): la regione si trova al centro

dei principali corridoi plurimodali tra nord e sud del Paese.

§ Rete ferroviaria (parte gestita da RFI): buona dotazione, sia in termini di densità (5,8 km per 100 kmq, in

leggero aumento rispetto al 2007), che dal punto di vista tecnologico (il 93,3% della rete è costituita da binari

elettrificati). L’Emilia-Romagna risulta essere anche la regione con numero maggiore di km ad alta velocità

(17,8% del totale della rete in regione).

§ Qualità del servizio ferroviario: gli utenti della regione sono mediamente più soddisfatti per il servizio di

quanto rilevato a livello nazionale.

§ Movimentazione aeroportuale: a livello regionale aggregato il sistema mette in luce una performance

positiva, con numeri in crescita, per il contributo dell’Aeroporto di Bologna.

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§ Accessibilità del territorio e congestione da traffico: rispetto alla geografia regionale sono evidenti gli

squilibri di domanda e offerta di mobilità tra le aree di maggior addensamento della popolazione e delle

imprese, lungo l’asse est-ovest della Via Emilia e lungo l’asse nord-sud della linea adriatica, e le zone meno

dense montane e pedemontane a sud della Via Emilia, a cui si aggiungono le aree a ridosso del Po e del delta

padano.

§ Pressioni sull’ambiente: pur registrando importanti miglioramenti della qualità dell’aria, permangono ancora

criticità per le polveri fini (PM10) e gli ossidi di azoto nel periodo invernale e per l’ozono nel periodo estivo, in

particolare negli agglomerati urbani.

§ Sicurezza stradale: seppure in diminuzione, continuano ad essere elevati gli indici di mortalità e di

incidentalità. Il numero di morti in regione per incidenti stradali, nel 2011, è stato di 90 per milione di abitanti,

il valore più alto a livello nazionale (63,6). In ambito urbano, particolarmente critiche sono le conseguenze

della diffusione dei motocicli e ciclomotori, raddoppiati nell’ultimo decennio, e l’incidentalità dell’utenza

debole, sia pedonale che ciclistica.

§ Ritardi nel riequilibrio modale: gli obiettivi di riequilibrio verso la mobilità collettiva - per passeggeri e merci,

sia in ambito urbano che extraurbano -, da molti anni al centro degli sforzi delle politiche di settore, sono stati

solo in parte raggiunti e si assiste a una pericolosa tendenza all’ulteriore rafforzamento delle posizioni

dominanti dei mezzi privati. Il trasporto pubblico presenta difficoltà a mantenere le proprie quote.

§ Pressione sul territorio del traffico merci: negli anni si è accentuato il processo di frammentazione sia dei

flussi veicolari privati, guidato dalle esigenze di accorciare i tempi di risposta della fornitura dei prodotti alle

richieste della clientela lungo la filiera distributiva, sia dei poli logistici e intermodali, pubblici e privati, che

hanno spesso sovraccaricato e consumato il territorio senza offrire risposte razionali in chiave di servizi

logistici. Allo stesso tempo è aumentato verticalmente il traffico pesante di puro attraversamento,

interferendo sugli equilibri di una rete stradale già al limite della saturazione in alcuni assi e comunque

producendo esternalità negative per tutto il sistema.

I principali fabbisogni di intervento

§ Sostegno al riequilibrio modale e verso la mobilità collettiva.

§ Riduzione delle pressioni, sia di tipo ambientale che sanitario, esercitate dal trasporto sul territorio.

§ Contenimento delle aree congestionate dal traffico.

§ Incremento della sicurezza sulle strade, consentendo la progressiva riduzione degli indici di mortalità e

di incidentalità.

§ Promozione della mobilità sostenibile.

2. Dall’analisi dei fabbisogni alla selezione delle priorità regionali

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OT 8 – Occupazione e mobilità dei lavoratori

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§ Partecipazione al mercato del lavoro. Il tasso di attività regionale (15-64 anni), cresciuto costantemente dal

2004 al 2008 arrivando a superare il livello dell’EU 15, ha subito un calo con l’avvento della crisi nel biennio

2009/2010, riportandosi sui livelli del 2004 ma rimanendo comunque superiore a quello registrato a livello

dell’Ue 27 e del Nord Est.

§ Tasso di occupazione 20-64 anni. L’Emilia-Romagna mostra, in tutto l’arco temporale, valori al di sopra delle

medie europee.

§ Lavoro sommerso. L’incidenza delle unità di lavoro irregolari risulta nettamente inferiore rispetto al valore

medio nazionale. Dopo un netto calo nei primi anni duemila, il valore si è stabilizzato attorno all’8%.

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§ Tasso di disoccupazione. Fino a metà anni duemila l’Emilia-Romagna, assieme al Nord Est, si caratterizzavano

come aree con i più bassi tassi di disoccupazione a livello europeo. A tutti i livelli territoriali – europeo,

nazionale e regionale - era comunque in atto una dinamica decrescente che è stata interrotta dal periodo

recessivo iniziato nel 2008-2009. Il 2013 si è segnalato come un anno particolarmente difficile per la regione,

con un aumento della disoccupazione di oltre un punto percentuale dal 7,1% del 2012 (a sua volta di molto

superiore al 5,3% del 2011) all’ 8,5%.

§ Disoccupazione giovanile. La disoccupazione giovanile (15-24 anni), che anche nel periodo pre-crisi arrivava a

numeri a due cifre per tutti i livelli territoriali, è quella che più ha risentito della recessione. Nel 2013 risultano

in cerca di lavoro il 33,3% della forza lavoro tra i 15 e 24 anni.

§ NEET (Not in Education, Employment or Training). In Emilia-Romagna i giovani NEET tra 15 e 34 anni sono

passati dal 9,7% del 2008 al 15,3% del 2011, al 18,1% del 2013 (rispetto alla popolazione di età

corrispondente)

§ Precarizzazione del lavoro. In Emilia-Romagna, tra il 2008 ed il 2012, l’incremento del numero di contratti a

tempo determinato (17,5%) è stato superiore a quanto rilevato a livello nazionale (3,6%) ed europeo (dove si

sono addirittura ridotti).

§ Ammortizzatori sociali. Nel 2012 le ore di cassa integrazione totali autorizzate, includendo CIGO, CIGS e cassa

in deroga, sono state 92.486.192 (equivalenti a 51.381 unità di lavoro), il 16% in più dell’anno precedente. Tra

i settori di attività, l’industria manifatturiera ha visto la quota maggiore di ore di cassa autorizzate (quasi 58

milioni, pari al 62,6% del totale), seguita dal commercio (20,4 milioni di ore, pari al 22,1%) e dal settore delle

costruzioni (9,7 milioni di ore, pari al 10,6%). Su questi valori ha certamente influito l’evento sismico del

maggio 2012, che ha portato come conseguenza un maggior ricorso alla CIG delle imprese colpite.

I principali fabbisogni di intervento

§ Creazione di nuova occupazione, investendo tutte le risorse disponibili ai vari livelli istituzionali.

§ Rilancio del lavoro giovanile e arginamento del fenomeno dei NEET.

§ Riduzione della distanza tra tipologie di lavoratori, in particolare tra coloro che hanno forme

contrattuali tradizionali che offrono un ampia gamma di tutele (sempre meno frequenti) e i

cosiddetti “precari” (sempre più numerosi).

§ Individuazione di nuovi strumenti di ingresso nel mondo del lavoro capaci di introdurre un grado

maggiore di equità sociale.

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OT 9 – Inclusione sociale, povertà e discriminazioni

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§ Buona tenuta delle performance economiche delle imprese dell’economia sociale dal punto di vista dei

fatturati e livelli occupazionali nel contesto di crisi.

§ L’Emilia-Romagna presenta un valore di reddito familiare medio annuo pari a 34.295 euro, secondo a livello

nazionale. La metà delle famiglie residenti in regione ha un reddito annuo inferiore a 27.883 euro.

§ Sulla base dei dati a disposizione, il livello di diseguaglianza della popolazione rilevato nel 2010 è inferiore a

sette anni fa. Misurandolo attraverso l’indice di Gini, questo risulta essere minore del valore nazionale, ma

superiore alle regioni del Nord Est.

§ Il rischio di povertà ed esclusione sociale in Emilia-Romagna (pari al 14,9%) è tra i più bassi a livello nazionale

ed inferiore a quello europeo.

§ Il terzo settore svolge una funzione strategica nell’ambito dell’inserimento lavorativo di fasce svantaggiate e

a rischio di drop out con particolare riferimento alla nuova povertà.

§ Per quanto riguarda la protezione sociale ed i servizi per l’inclusione sociale, si rileva che l’Emilia-Romagna si

colloca in cima a livello nazionale in termini di copertura dei servizi attivi e di numerosità dei soggetti presi in

carico, sia con riferimento ai servizi per l’infanzia a quelli di assistenza domiciliare integrata per gli anziani.

§ L’economia sociale è un produttore di fiducia e di tessuto e connettività sociale, ingredienti indispensabili

per il corretto funzionamento dei meccanismi di mercato, tanto più in periodo di crisi.

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§ E’ in aumento la quota di famiglie in condizione di deprivazione materiale - che soddisfano cioè almeno tre

delle seguenti condizioni: non riuscire a sostenere spese impreviste; avere arretrati nei pagamenti; non

potersi permettere una settimana di ferie in un anno lontano da casa, un pasto adeguato almeno ogni due

giorni, il riscaldamento adeguato dell’abitazione, l’acquisto di una lavatrice, o di un televisore a colori, o di un

telefono, o di un’automobile - nel 2011, sono in tutto 260.319, pari al 13,2% delle famiglie residenti, una

quota superiore al Nord-Est. La quota regionale di famiglie in condizione di deprivazione materiale grave (almeno 4 condizioni tra quelle sopra elencate) è pari al 6,4%, un valore inferiore a quello nazionale (11,2%)

ed europeo (EU27 8,8%). Inoltre dal 2004 al 2011 le famiglie in stato di deprivazione materiale, semplice e

grave, sono più che raddoppiate e tra il 2010 ed il 2011, l’aumento è stato più intenso (più 3 punti

percentuali).

§ In peggioramento il livello di soddisfazione dichiarato dalle persone per la propria situazione economica: nel

2012 in Emilia-Romagna quasi la metà delle persone (49,8%) si dichiara poco o per niente soddisfatta della

situazione economica, una quota superiore al Nord-Est (46,9%), ma inferiore al livello nazionale (55,7%).

§ Dipendenza marcata da parte delle imprese del terzo settore dalle risorse del settore pubblico.

§ Le imprese del terzo settore si trovano spesso a dover scontare un’insufficienza di servizi di supporto in

particolare in ambito finanziario, anche per un retaggio di diffidenza ancora presente nei loro confronti.

§ Il settore dell’economia sociale risulta frastagliato in una miriade di esperienze, senza una capacità adeguata di integrazione e di azione di sistema da parte delle sue componenti.

I principali fabbisogni di intervento

§ Incentivazione della crescita ulteriore del terzo settore, in quanto produttore di nuove opportunità di

lavoro e di capitale sociale.

§ Incentivazione di un maggior livello di integrazione e consapevolezza dei soggetti in campo e di un

graduale svincolamento dalle risorse del settore pubblico, anche attraverso un’accresciuta

autorevolezza e legittimazione nei confronti del sistema del credito bancario.

§ Forme innovative di intervento in ambito sociale, anche attraverso il contributo del terzo settore, e

arginamento della crescente polarizzazione tra i grandi patrimoni e le nuove povertà.

2. Dall’analisi dei fabbisogni alla selezione delle priorità regionali

Pag. 29

OT 10 – Istruzione, formazione e formazione professionale, apprendimento permanente

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§ Posizionamento regionale in miglioramento a livello europeo con riferimento ai livelli di istruzione della popolazione. Negli ultimi anni la regione ha conosciuto un importante innalzamento del livello di istruzione

della popolazione riducendo la quota di popolazione con basso titolo e innalzando le quote relative agli altri

titoli.

§ Laureati in discipline tecnico scientifiche. In Emilia-Romagna i laureati in discipline scientifiche e tecnologiche

(in età 20-29 anni) sono stati, nell’ultimo anno disponibile, oltre 7.500, il 29,9% del totale dei laureati in

regione. In rapporto alla popolazione della stessa classe di età, si contano 18,1 laureati in scienza e tecnologia

ogni mille abitanti di 20-29 anni, un valore superiore sia a quello nazionale (12,4) che europeo (14,5 per

l’UE15 e 15,2 per l’UE27).

§ Forte incremento del tasso di iscrizione alla istruzione secondaria superiore con riferimento non solo ai licei

ma anche agli istituti tecnici e alla formazione professionale. In virtù di questa capacità attrattiva, le scuole

tecniche rivestono un ruolo fondamentale nella formazione della popolazione regionale, con particolare

riferimento a quella immigrata.

§ Buona tenuta delle competenze dei quindicenni e miglioramento rispetto al 2006. Le analisi dei risultati dei

test INVALSI mostrano che le competenze dei quindicenni residenti in Emilia-Romagna hanno valori superiori

alla media italiana e a quella OCSE e, soprattutto, sono in miglioramento rispetto al 2006.

PU

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§ Formazione terziaria della popolazione. Considerando la popolazione tra 25-64 anni, la quota di persone con

educazione terziaria (titolo universitario o post-laurea) ha raggiunto il 17,9% (in costante crescita negli anni),

un valore al di sopra del livello nazionale (15,7%), ma al di sotto di quello medio europeo (27,7% per l’UE27).

Considerando la fascia d’età 30-34 anni, per la quale Europa2020 ha fissato l’obiettivo del 40% di persone con

titolo universitario o equivalente, in Emilia-Romagna nel 2012 i giovani con educazione terziaria

rappresentano il 28,6% del totale (a fronte del 35,8% a livello di UE27).

§ Tasso di abbandono. Nonostante l’aumento del tasso di partecipazione della popolazione alla istruzione

secondaria superiore, questa è ancora caratterizzata da tassi di abbandono importanti fino al secondo anno di

iscrizione.

§ Forte variabilità tra le differenti tipologie di scuola nei risultati sulle competenze misurati attraverso i test INVALSI. Analisi recenti hanno dimostrato che permane una importante disparità nei risultati conseguiti nei

due principali poli formativi del sistema di istruzione superiore (licei da un alto, istituti tecnici e formazione

professionale dall’altro).

§ Formazione permanente (life long learning). Il ritardo dell’Emilia-Romagna dall’obiettivo europeo del 15%

(popolazione adulta che partecipa ad un corso di studio o di formazione professionale) è ancora consistente:

nel 2012 in regione solo il 7,4% della popolazione tra 25 e 64 anni è coinvolto in attività educative e

formative, un valore seppur superiore al livello nazionale (6,6%), resta ancora al di sotto del dato medio

europeo (9% per l’UE27 e 10,3% per l’UE15).

I principali fabbisogni di intervento

§ Più formazione universitaria e post-laurea per colmare il forte ritardo con la media europea.

§ Incentivazione della formazione permanente della popolazione adulta.

§ Riduzione del tasso di abbandono della popolazione nell’ambito dell’istruzione secondaria superiore.

§ Riduzione della variabilità tra le differenti tipologie di scuola nei risultati sulle competenze misurati

attraverso i test INVALSI.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 30

2.2 Dai fabbisogni alle priorità strategiche regionali

Il Quadro di contesto ha fornito i dati e gli indicatori che rappresentano il punto di

partenza per la programmazione della strategia regionale per un utilizzo efficace dei

Fondi SIE.

Unitamente al Quadro di contesto appena richiamato, con la stessa DGR 1691/2013 sono

state approvate le Linee di indirizzo per la programmazione 2014/2020 dei Fondi

Strutturali in Emilia Romagna: in questo documento vengono tratteggiate le principali

priorità su cui la Regione intende concentrare la maggior parte dei propri sforzi.

L’obiettivo generale è quello di rafforzare la competitività e l’attrattività del territorio e

del sistema regione. Recita infatti il documento sopra citato:

Promuovere un sistema territoriale attrattivo, almeno paragonabile a

quello di regioni europee con cui ci possiamo e vogliamo confrontare,

rimane il principale riferimento per la Regione Emilia-Romagna in un

disegno organico che nasce e trova origine nel Piano Territoriale

Regionale del 2010 (PTR) ed ha continuità con i contenuti al centro del

“Tavolo per la Crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva”, con gli

obiettivi per la nuova legge sull’attrattività e con la programmazione

dei Fondi SIE 2014-2020. Promuovere gli investimenti e l’attrattività

significa cogliere l’unitarietà della struttura economica della regione e

aumentare i gradi di interazione fra i diversi fattori e comparti.

[…] Sulla scorta degli obiettivi generali sopra declinati, tenendo conto

delle caratteristiche della struttura economica della nostra regione così

come emerge dal Quadro di contesto della regione Emilia-Romagna, si

pone al centro della Programmazione dei Fondi Strutturali 2014-2020

l’obiettivo di innalzare la competitività del sistema regionale,

aumentando il valore aggiunto connesso con la produzione, cioè un

valore derivato dalle competenze, dalla ricerca generata dalle persone

impegnate nelle imprese e nelle diverse strutture di ricerca con queste

interagenti.

Per perseguire questo obiettivo - secondo le Linee di Indirizzo per la programmazione

2014/2020 dei Fondi SIE in Emilia-Romagna - occorre lavorare principalmente lungo tre

priorità:

A - Valorizzare il capitale intellettuale innalzando la qualità e lo stock

di capitale umano regionale, attraverso politiche di investimento

(infrastrutturale, di ricerca, umano) delle imprese e anche della

Pubblica Amministrazione.

2. Dall’analisi dei fabbisogni alla selezione delle priorità regionali

Pag. 31

Con riferimento all’investimento in ricerca e innovazione, pur

nell’evidenza dei risultati finora raggiunti, dal quadro di contesto

emerge il permanere nella nostra regione di un certo ritardo – rispetto

ad altre regioni europee – in termini sia di investimenti sia di

disponibilità di risorse umane ad alta specializzazione: questo è

certamente un tema prioritario su cui intervenire. Per quanto riguarda

l’investimento in capitale umano, rimane centrale l’obiettivo di

aumentare la qualità delle risorse umane, facendone un elemento

essenziale nella creazione di valore in un contesto produttivo in cui,

come si è più volte ripetuto, appare ancora modesto il valore aggiunto

per addetto prodotto. In questo senso da un lato è opportuno

contrastare la tendenza alla riduzione dell’investimento in istruzione e

formazione da parte delle famiglie (agendo in particolare sulle fasce

della popolazione che non studiano né lavorano) e delle imprese; al

contempo è strategico intervenire per migliorare la relazione fra

sistema dell’istruzione superiore e mondo produttivo, consolidando

l’infrastruttura formativa (istruzione e formazione professionale;

formazione tecnica superiore; formazione universitaria avanzata;

misure di accompagnamento al lavoro) costruita in regione in questi

anni. Similmente, anche per quanto riguarda il settore agroalimentare,

le criticità evidenziate rendono prioritario promuovere il ricambio

generazionale all’interno delle imprese e favorire l’intersettorialità,

ovvero la collaborazione tra figure professionali diversificate.

B - Favorire l’innovazione, la diversificazione e la capacità

imprenditoriale del sistema produttivo orientandolo verso attività,

settori o ambiti di intervento in potenziale forte crescita ed in

particolare verso settori ad alto utilizzo di competenze (innovazione,

cultura e creatività), che operino per la sostenibilità ambientale ed

energetica, e che producano beni sociali (servizi alle persone);

profondo impegno dovrà essere dedicato a sostenere e rafforzare la

relazione virtuosa fra le imprese che operano sui mercati

internazionali e le PMI locali.

Un elemento chiave della strategia di interventi strutturali è favorire la

diversificazione produttiva tramite la nascita di nuove imprese, anche in

settori più tradizionali (quali ad esempio l’agricoltura), per sostenere gli

ambiti più innovativi o favorire il percorso verso nuovi ambiti strategici

da parte di imprese già esistenti. A questo fine, in continuità con le

esperienze già consolidate, è decisivo favorire il collegamento tra la

rete della ricerca universitaria della regione, i centri di eccellenza per il

trasferimento tecnologico e il sistema produttivo per favorire gli

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 32

investimenti in innovazione. Il quadro di contesto ha evidenziato che le

imprese che operano a livello internazionale hanno nel complesso

superato meglio la crisi, operano in genere in mercati che assicurano un

maggiore valore aggiunto per addetto e investono maggiormente in

ricerca e sviluppo. In questo contesto è chiaro il riferimento

all’obiettivo di migliorare la relazione fra queste imprese e quelle che

agiscono in subfornitura, in modo da rafforzare l’interazione fra

imprese che operano all’estero e sistema produttivo locale.

C - Mantenere un elevato grado di qualità dell’ambiente, del

patrimonio culturale e dell’infrastrutturazione del territorio per

perseguire gli obiettivi di coesione territoriale e sociale, integrazione e

potenziamento della qualità dei servizi collettivi.

La qualità del territorio richiama lo stretto binomio tra coesione sociale

e coesione territoriale. Un territorio in cui i servizi sono facilmente ed

equamente accessibili concorre a ridurre disparità e disuguaglianze. E’

ormai assodato che le caratteristiche fisiche e naturali del territorio

influenzano la configurazione della mappa delle relazioni sociali ed

economiche che vi si instaurano. Come già esplicitato nel PTR,

l’integrazione tra queste due dimensioni diviene cruciale in sede di

programmazione. Un alto grado di qualità territoriale si misura anche

nel livello di disponibilità e fruibilità del ricco patrimonio storico,

artistico, culturale e naturalistico che rappresenta la chiave di volta per

l’attrattività a fini turistici della nostra regione, in relazione non solo agli

ambienti urbani ma anche a quelli più tipicamente rurali e montani.

Il legame funzionale esistente tra i fabbisogni scaturiti dall’analisi di contesto e le tre

macro-priorità sopra indicate è più chiaramente definibile attraverso una matrice di

correlazione che metta in relazione ciascuno dei dieci Obiettivi tematici elaborati a livello

europeo e relativi fabbisogni, con le priorità regionali.

In diversi casi, alcuni temi specifici hanno ricadute, più o meno dirette, su due o più

priorità allo stesso tempo. La categorizzazione proposta dunque non è da intendersi come

uno schema rigido, ma come un tentativo di isolare dei grandi filoni tematici lungo i quali

la Regione intende articolare la propria strategia d’intervento. Ciò con l’obiettivo di

mettere in evidenza la coerenza tra i fabbisogni espressi dal territorio e le priorità

strategiche della Regione.

2. Dall’analisi dei fabbisogni alla selezione delle priorità regionali

Pag. 33

PRIORITA’ STRATEGICHE

A - Valorizzare il capitale

intellettuale…

B - Favorire

l’innovazione, la

diversificazione e la

capacità imprenditoriale

del sistema produttivo…

C - Mantenere un elevato

grado di qualità

dell’ambiente, del patrimonio

culturale e

dell’infrastrutturazione del

territorio…

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-

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 37

3. Le politiche di sviluppo

3.1 L’approccio integrato

Per concorrere alle tre priorità della strategia regionale, la Regione Emilia-Romagna

intende adottare un approccio integrato per i Fondi Strutturali e di Investimento Europei

(SIE) con la finalità di:

· consentire a livello territoriale un’articolazione differenziata degli interventi che sappia

modularsi in base alle peculiarità, ai fabbisogni e ai punti di forza e debolezza delle

diverse aree della regione, il tutto tenendo conto sia delle caratteristiche morfologiche

del territorio sia delle dinamiche demografiche, sociali, economiche, culturali e

storiche che hanno determinato l’attuale assetto regionale;

· integrare strumenti di attuazione a carattere settoriale nella visione territoriale: in

questo modo è possibile assicurare un approccio unitario circa le priorità strategiche

del “sistema regione”;

· considerare i Programmi Operativi Regionali dei fondi FSE, FESR ed il Programma di

Sviluppo Rurale, i Programmi di Cooperazione Territoriale Europea, nonché i

Programmi Operativi Nazionali con ricadute sul territorio regionale, come strumenti

che possono dare corpo a una visione complessiva e unitaria del sistema regionale, in

linea con le indicazioni fornite a livello europeo, in base alle quali si deve perseguire il

maggior grado di coordinamento e integrazione tra i diversi strumenti a disposizione.

Per consentire a livello territoriale un’articolazione differenziata degli interventi, è

indispensabile fare emergere e dare visibilità agli aggregati territoriali che meglio

rispondono alle strategie regionali.

In questo contesto, partendo dalla visione proposta dall’Italia nell’Accordo di

Partenariato, una prima modalità di lettura territoriale parte dalle evoluzioni

demografiche.

La cartina seguente mostra l’andamento demografico in termini di variazione percentuale

negli anni 2009-2013.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 38

Si possono notare, in linea generale, due dinamiche ricorrenti: un incremento

demografico, talvolta molto consistente, nelle principali città e nelle aree di pianura,

soprattutto quelle che per la loro collocazione in prossimità dell’asse della via Emilia, che

attraversa tutta la regione, godono di un maggior grado di accessibilità alle principali

infrastrutture della mobilità; un tasso demografico negativo, viceversa, nelle aree più

interne e lontane dalle grandi vie di comunicazione. Si tratta, in particolar modo, delle

zone appenniniche e del delta del Po. Questi due trend non rappresentano certo una

novità: i dati degli anni precedenti (di seguito si riportano quelli 1993-2009) dimostrano

che le due tendenze sono consolidate e hanno carattere strutturale.

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 39

Le tendenze demografiche sono già di per sé sufficienti a dimostrare come, in linea con la

metodologia di analisi impostata a livello nazionale, sia assolutamente necessario definire

politiche ed un “mix” di strumenti differenziati: le città infatti, nella loro forma - tipica

della regione - di centri di dimensioni medio-piccole con insediamenti abitativi diffusi,

rappresentano poli attrattori dotati di un grande potenziale sotto profili diversificati e

possono costituire davvero il “motore di sviluppo” per l’intero territorio, come auspicato

dall’Unione Europea.

Viceversa le aree interne, seppure con situazioni molto differenziate tra loro, soffrono in

generale di alcune criticità che ancora oggi stentano ad essere superate. A ciò bisogna

aggiungere che la conformazione morfologica dell’Appennino richiede interventi atti a

fronteggiare – e dove possibile prevenire – il dissesto idrogeologico.

Al tempo stesso, le aree interne della regione sono dotate di notevoli risorse sotto diversi

profili: patrimonio naturalistico e storico, spirito di comunità e ospitalità consolidato nel

corso dei decenni e tutt’ora molto radicato, ricchezza del punto di vista delle produzioni

locali sia manifatturiere sia enogastronomiche. Queste aree richiedono interventi

“personalizzati” in funzione delle specificità di ognuna di esse, ma generalmente tesi a far

leva sulle potenzialità presenti per rilanciare, rafforzare e valorizzare il tessuto socio-

economico locale. L’obiettivo a lungo termine è quello di contenere e, dove possibile,

invertire il trend demografico negativo, secondo l’assunto per cui un sistema locale vivace

e dinamico è anche attrattivo per le persone.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 40

Box 1: lo scenario demografico potenziale, in assenza d’intervento

Gli scenari demografici elaborati dalla Regione Emilia-Romagna7 consentono di formulare due

considerazioni circa l’evoluzione della aree interne regionali in assenza di policy di crescita territoriale:

- essendo le aree interne meno capaci di attrarre popolazione da altre aree, le dinamiche naturali della

popolazione (negative) non vengono bilanciate dai flussi come avviene invece nella regione nel suo

complesso;

- fino ad ora le aree interne non solo mostrano dinamiche naturali negative, ma negativo appare anche il

saldo migratorio, in quanto la popolazione locale tende a spostarsi verso altri comuni.

Su queste basi, è ipotizzabile che, in assenza di politiche orientate alla crescita, tali tendenze si

confermino anche nei prossimi anni.

Si riportano di seguito alcuni elementi caratterizzanti le tendenze in atto.

1. L’incremento demografico fatto registrare dall’Emilia-Romagna negli ultimi dieci anni (da poco più di 4

milioni a circa 4,5 milioni di residenti) è quasi interamente dovuto alla popolazione straniera (che

raggiunge il 12% nel 2012 e supererà il 17% nel 2020). A livello provinciale, le proiezioni mostrano un

incremento, pur se eterogeneo e di minore intensità rispetto al passato recente: la crescita sarà più

sostenuta a Rimini, Reggio Emilia, Ravenna e più debole tra Parma e Piacenza; Ferrara, sulla base degli

andamenti degli ultimi anni, proseguirebbe il trend negativo.

2. La crescita sarà dovuta interamente al saldo migratorio, che in tutte le province (tranne Ferrara)

riesce a bilanciare il saldo naturale negativo. Senza la capacità di attrarre popolazione (da altre regioni

italiane o dall’estero) la popolazione diminuirebbe di oltre 10.000 persone all’anno.

3. Aumenta in particolare l’incidenza dei residenti stranieri, sia per nuovi arrivi sia per l’aumento dei nati

in Italia da genitori stranieri. Si tratta di un contributo determinante per il contrasto a due fenomeni

molto preoccupanti: l’invecchiamento demografico e la contrazione della popolazione in età da lavoro,

dovuto alla riduzione delle nascite degli ultimi decenni.

E’ in questo quadro che la Regione Emilia-Romagna deve muoversi e programmare le

proprie politiche, declinando la propria strategia territoriale con un focus particolare su

città e aree interne (così come previsto dall’AP), alle quali occorre aggiungere una

riflessione che riguarda l’area della Regione colpita dal sisma nel 2012: sebbene

nell’ultimo anno e mezzo le politiche di ricostruzione abbiano già prodotto grandi

risultati, la piena ricomposizione del tessuto socio-economico dell’area è un processo di

più lungo termine. L’obiettivo è quello di dare pieno slancio ad una delle aree più “forti”

della regione, affinché si inserisca nuovamente e a pieno titolo nelle reti nazionali e

internazionali dei sistemi produttivi.

Con la legge del 7 aprile 2014, n. 56 “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province,

sulle unioni e fusioni di comuni”8, è stato portato a compimento il processo di

attribuzione di funzioni alle città metropolitane, oltre che a stabilire definitivamente un

7 Nel corso del 2013 la Regione Emilia-Romagna, nell’ambito del progetto di cooperazione transnazionale

MMWD – Making Migration Work for Development Policy tools for strategic planning in SEE regions and

cities, ha prodotto nuove proiezioni demografiche al 2020 a livello regionale e provinciale, elaborate

sulla base di due scenari alternativi (i) continuazione del sentiero demografico degli ultimi dieci anni; ii)

continuazione del sentiero demografico registrato negli anni della recessione). 8 (GU Serie Generale n.81 del 7-4-2014)

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 41

nuovo assetto di competenze agli Enti locali, tra cui la fine delle funzioni istituzionali delle

Province9.

Si tratta indubbiamente di un grande cambiamento che ha una valenza non solo di

carattere amministrativo, ma comporta effetti e innovazioni nei meccanismi di

programmazione, nelle filiere di governo locale e nella impostazione di politiche di

sviluppo territoriale.

Per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna, Bologna assume la funzione di città

metropolitana, includendo gli altri 59 comuni che fanno parte della Provincia di Bologna.

Questa funzione risponde pienamente alle considerazioni svolte nel PTR, laddove

Bologna, per la sua peculiarità di “snodo” della regione (per la rete dei trasporti, per i

servizi avanzati al sistema economico e territoriale, per l’istruzione e la cultura solo per

citarne alcuni), funge da propulsore delle reti materiali ed immateriali che si irradiano a

vantaggio dell’intera regione.

In questa direzione si comprende la scelta operata a livello nazionale di definire un

programma operativo Nazionale (PON) dedicato alle sole città metropolitane (PON

METRO), che identifica come Autorità urbana il Comune capoluogo, al quale vengono

destinate risorse attraverso il meccanismo della co-progettazione per interventi che

assicurino il rafforzamento della capacità di erogare servizi innovativi ai cittadini e al

territorio, tenendo conto della necessità di assicurare effetti su scala vasta.

Le Regioni, secondo quanto ad oggi ipotizzato per il PON METRO, sono coinvolte in una

fase limitata del meccanismo di co-progettazione, laddove viene loro richiesto di

inquadrare ed attivare eventuali sinergie con gli interventi selezionati con il PON METRO

nei POR regionali.

Preso atto di questa scelta nazionale, nell’ottica della costruzione del sistema-regione alla

scala dei poli urbani e delle città, verranno posti in essere tutti i meccanismi opportuni

affinché si attivi la massima integrazione con la programmazione che verrà attuata

attraverso il Programma Operativo FESR.

Nel solco della riforma amministrativa nazionale, anche la Regione Emilia-Romagna ha

avviato un importante processo di riforma delle competenze e della gestione dei servizi

da parte degli Enti locali. Con la LR 21 del 2012 infatti vengono sostenute le forme

gestionali associative, dando particolare rilievo alle Unioni di comuni; ciò nell’intento non

solo di razionalizzare la spesa pubblica, ma soprattutto di elevare la qualità dei servizi e di

migliorare la capacità di risposta ai fabbisogni del territorio.

Tra i vari principi che hanno ispirato l’agire della Regione in questa direzione, vi è

sicuramente anche quello mutuato dal Piano Territoriale Regionale di coordinare

9 La legge individua per le Regioni a statuto ordinario 9 città metropolitane: Torino, Milano, Venezia,

Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, cui si aggiunge la città metropolitana di Roma

capitale.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 42

programmi, progetti ed interventi al livello di area vasta, cioè di aree che sono

accomunate da caratteristiche socio-economiche che manifestano un buon grado di

omogeneità.

In virtù di questo principio, per dare piena attuazione alla declinazione territoriale della

programmazione dei Fondi SIE che tenga conto delle priorità nazionali dettate dall’AP

(città e aree interne), ovvero la individuazione di priorità territoriali e di soggetti idonei

all’attuazione dei programmi, si farà riferimento al concetto di ambiti di collaborazioni

funzionali. Ciò a dire che le città e le aree territoriali individuate dovranno essere

inserite in un ambito territoriale di manifestazione degli effetti più ampio, da definire in

base alle diverse priorità che verranno identificate.

Pertanto, nei capitoli seguenti, le aree identificate vengono associate (e visualizzate nelle

carte) agli ambiti di collaborazione funzionale pertinenti.

La cartina che segue fornisce una panoramica di sintesi delle aree target di politiche

territoriali regionali specifiche, che verranno meglio esposte nei paragrafi seguenti,

mentre le gradazioni di grigio indicano la densità abitativa dei Comuni della Regione.

L’integrazione di strumenti di attuazione a carattere settoriale nella visione territoriale

trova la sua più rilevante espressione nella Smart Specialization Strategy (S3) regionale. La

Commissione Europea, con il Regolamento UE 1303/2013, ha introdotto il concetto di

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 43

Smart Specialization Strategy, ovvero una strategia di specializzazione intelligente che

ogni regione deve delineare e perseguire facendo leva sui propri vantaggi competitivi,

così da “specializzarsi” in un numero ridotto di ambiti che possono raggiungere standard

di eccellenza e fare da traino al sistema regionale nel suo complesso, al fine di

raggiungere gli obiettivi posti da Europa 2020. L’Emilia-Romagna, condividendo questa

visione, guarda alla smart specialization non come una prescrizione che deve essere

assolta quale mero adempimento formale, ma come una grande opportunità di sviluppo

che può concorrere a rendere l’intero territorio più attrattivo e competitivo. La S3

dell’Emilia-Romagna10 definisce gli obiettivi da raggiungere per rendere più competitivo e

attrattivo il sistema economico regionale nel suo complesso, e al tempo stesso declina le

sinergie con il mondo della ricerca e con quello della formazione, così come –ad esempio-

con i temi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, delle nuove tecnologie e dell’ICT,

della salute e dell’attrattività turistica.

La S3 si conferma come una strategia regionale unitaria e articolata, coerente con le

diverse declinazioni territoriali.

In altre parole, la strategia regionale S3 è l’ossatura del disegno di innalzamento

competitivo e attrattivo della regione, utile a ricondurre le diverse politiche settoriali

lungo una visione unitaria e di insieme del sistema regionale.

Con riferimento specifico alle politiche transnazionali, come indicato nel PTR, la Regione

Emilia-Romagna è aperta a relazioni di scala internazionale nella consapevolezza che per

confrontarsi con le aree regionali più avanzate a livello europeo occorre fare parte di reti

di relazione e di collegamento (materiali e immateriali) ampie e funzionali alle diverse

politiche.

Sulla base di questo “spirito” la Regione intende perseguire, con le diverse opportunità

offerte dall’adesione alla Strategia Adriatico Ionica e dalla partecipazione ai programmi di

Cooperazione Territoriale Europea (CTE), l’obiettivo di promuovere la collaborazione e

l’integrazione tra Paesi e Regioni diversi per contribuire al miglioramento dell’attrattività

regionale. In particolare, l’Emilia-Romagna partecipa nella programmazione 2014-2020 al

programma interregionale (Interreg 5C), al programma transfrontaliero (Italia-Croazia) e a

tre programmi transnazionali (Central Europe, MED e Adriatico-Ionico).

La tabella seguente offre un quadro generale della correlazione esistente tra i fabbisogni,

le tre priorità territoriali regionali per la programmazione 2014-2020 e le principali

politiche regionali di cui si è appena accennato e che verranno illustrate singolarmente in

maniera più approfondita nei prossimi paragrafi di questo capitolo: Smart Specialization

Strategy, agenda per lo sviluppo urbano, politiche per il rilancio delle aree interne e

dell’area colpita dal sisma, politiche transnazionali.

10 Cfr. Allegato 4, sintesi della Smart Specialization Strategy dell’Emilia-Romagna, che è stata approvata con

DGR n.515 del 14 aprile 2014

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ne

Raf

forz

are

i se

rviz

i av

anza

ti a

lle im

pre

se,

in

pa

rtic

ola

re n

ei

cam

pi d

i

log

isti

ca e

in

form

ati

ca.

Co

mp

eti

tivi

tà d

el

sist

em

a d

ella

ric

erc

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e d

ell’

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uzi

on

e

Pro

mu

ove

re

l’in

clu

siv

ità

de

lle

cit

e d

ei p

oli

urb

an

i, la

qu

alit

à d

ell

a v

ita

e la

pre

ven

zio

ne

di n

uo

ve

form

e d

i p

ove

rtà

Qu

alit

à d

el

lavo

ro e

coe

sio

ne

so

cia

le

Rip

ort

are

il l

avo

ro n

elle

are

e p

iù f

rag

ili

Fa

vori

re il

con

solid

am

en

to e

il

recu

pe

ro d

ei sa

pe

ri

art

igia

na

li, d

i p

rod

uzi

on

i

loca

li e

de

i p

rod

ott

i ti

pic

i

di q

ua

lità

qu

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occ

asi

on

i

di s

ost

eg

no

al r

ica

mb

io

ge

ne

razi

on

ale

So

ste

ne

re l

e a

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ni

spo

nta

ne

e d

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om

un

ità

”,

che

fa

nn

o l

eva

sull’

ass

oci

azi

on

ism

o,

la

mu

tua

lità

e la

valo

rizz

azi

on

e d

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cap

ita

le

soci

ale

e t

err

ito

ria

le

Fa

vori

re il

rit

orn

o a

lla

no

rma

lità

da

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un

to d

i

vist

a o

ccu

pa

zio

na

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Inve

stir

e s

ulle

ris

ors

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ma

rin

e e

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ritt

ime

co

n

pri

ori

tà r

ela

tive

alle

tecn

olo

gie

in

no

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ve

, a

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serv

izi,

alla

pe

sca

ed

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ua

colt

ura

Ra

ffo

rza

re l’

off

ert

a d

i str

utt

ure

pe

r la

ric

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a,

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oro

in

teg

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on

e

Incr

em

en

tare

gli

inve

stim

en

ti i

n

rice

rca

e s

vil u

pp

o,

sia

pu

bb

lici

che

pri

vati

.

Po

ten

zia

re i

se

rviz

i a

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ell

o

di c

on

osc

en

za.

Svi

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pa

re la

dif

fusi

on

e d

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nd

a la

rga

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eco

nd

a

ge

ne

razi

on

e (

>3

0 M

b/s

).

Incr

em

en

tare

i se

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i d

i e

-

go

vern

me

nt

e l’

e-c

om

me

rce

.

Ince

nti

vare

la

cre

scit

a

dim

en

sio

na

le d

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pre

se (

reti

e f

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re,

inve

stim

en

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n c

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ita

le

di r

isch

io).

Fa

vori

re p

roce

ssi d

i ce

rtif

ica

zio

ne

di p

rod

ott

o,

di p

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sso

e d

i

eti

che

tta

tura

in

ch

iav

e d

i fi

liera

.

Alim

en

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il m

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ato

de

l cr

ed

ito

pe

r u

n r

ilan

cio

de

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inve

stim

en

ti

Co

nvo

glia

re le

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ors

e s

ui

com

pa

rti/

fili

ere

a p

iù a

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po

ten

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le.

Svi

lup

po

di u

na

rile

vazi

on

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Favo

rire

l’in

no

va

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ne

,

la d

ive

rsif

icaz

ion

e e

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cap

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à im

pre

nd

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e d

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sist

ema

pro

du

ttiv

o

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en

tan

do

lo v

ers

o

att

ivit

à,

sett

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o a

mb

iti

di i

nte

rve

nto

in

po

ten

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le f

ort

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resc

ita

ed

in p

art

ico

lare

ve

rso

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ad

alt

o u

tili

zzo

di

com

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ten

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(in

no

vazi

on

e,

cult

ura

e

cre

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vit

à),

ch

e o

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rin

o

pe

r la

so

ste

nib

ilit

à

am

bie

nta

le e

d

en

erg

eti

ca,

e c

he

pro

du

can

o b

en

i so

cia

li

(se

rviz

i a

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pe

rso

ne

).

OT

1 -

Ric

erc

a,

svilu

pp

o

tecn

olo

gic

o e

inn

ova

zio

ne

OT

2 -

Ag

en

da

Dig

ita

le

OT

3 -

Co

mp

eti

tivi

de

i si

ste

mi

pro

du

ttiv

i

OT

4 -

En

erg

ia

sost

en

ibil

e e

qu

alit

à d

ell

a

vita

Co

mp

eti

tivi

tà d

el

sist

em

a d

elle

im

pre

se

Va

lori

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re le

re

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i

citt

à a

lla

sca

la

sovr

are

gio

na

le e

inte

rna

zio

na

le,

mig

liora

nd

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colle

ga

me

nti

ma

teri

ali

e

imm

ate

ria

li

Sm

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cit

y e

mo

bili

sost

en

ibil

e d

i a

rea

vast

a p

er

con

ne

tte

re

le c

ittà

in u

na

lo

gic

a

di s

iste

mi in

teg

rati

So

ste

nib

ilit

à

en

erg

eti

co

am

bie

nta

le d

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e c

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Am

mo

de

rna

me

nto

de

i se

rviz

i p

er

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citt

ad

ini,

att

rav

ers

o i

l

ruo

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bil

ita

nte

de

lle

nu

ove

te

cno

log

ie

de

ll’i

nfo

rma

zio

ne

Su

pp

ort

o a

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resc

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org

an

izza

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de

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ilie

re

de

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rod

uzi

on

i ti

pic

he

loca

li d

i q

ua

lità

,

fun

zio

na

le a

d u

na

più

eff

ica

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rese

nza

su

i

me

rca

ti

Ince

nti

vazi

on

e a

llo

svilu

pp

o d

i m

icro

-fili

ere

di

imp

rese

ne

l se

tto

re

fore

sta

le/e

ne

rge

tico

,

fin

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zza

to a

lla c

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zio

ne

di l

avo

ro e

alla

valo

rizz

azi

on

e

de

ll’e

cosi

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ma

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sco

ne

lle a

ree

mo

nta

ne

Po

sizi

on

are

il si

ste

ma

loca

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nch

e n

ell

e

rela

zio

ni g

lob

ali

Da

re s

ost

eg

no

e

con

tin

uit

à a

l sis

tem

a

pro

du

ttiv

o

Ra

ffo

rza

re le

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ti d

i

tra

spo

rti e

d e

ne

rgia

co

n

pri

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tà c

oll

eg

ate

ai

tra

spo

rti m

ari

ttim

i, a

i

colle

ga

me

nti

inte

rmo

da

li

ed

alle

re

ti d

i e

ne

rgia

Ob

. ge

ne

rale

Fa

bb

iso

gni p

er

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vilu

pp

o

regi

on

ale

(tra

gli

altr

i)

Stra

tegi

a re

gio

nal

e

pro

gr. 2

01

4-2

020

AP

: ob

iett

ivi

tem

atic

i S3

reg

ion

ale

Stra

tegi

a ci

ttà

Stra

tegi

a ar

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inte

rne

Stra

tegi

a cr

ate

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ism

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rate

gia

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gio

ne

A

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atic

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nic

a

sist

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ati

ca d

ell

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azi

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en

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eti

che

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gli

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ific

i e

de

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ian

ti p

ub

blic

i.

Qu

alif

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zio

ne

e in

no

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on

e d

ei

sist

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i d

i ri

cett

ivit

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acc

og

lie

nza

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ini t

uri

stic

i.

C

om

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tam

en

to d

ella

rid

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e

de

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igit

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ivid

e.

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em

en

tare

l’u

tiliz

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i e

ne

rgia

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no

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,

Svi

lup

pa

re le

po

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zia

lità

pe

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pro

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zio

ne

di b

iom

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e a

fin

i

en

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ci.

Pro

mu

ove

re l’

eff

icie

nza

en

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ca in

ag

rico

ltu

ra e

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roin

du

stri

a.

Eff

icie

nta

me

nto

en

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eti

co d

eg

li

ed

ific

i p

ub

bli

ci e

de

lle f

ilie

re

pro

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e.

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ita

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mo

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olo

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Mit

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risc

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chio

sis

mic

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risc

hio

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ge

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gic

o,

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sio

ne

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ra).

Ra

ffo

rza

re i

l tu

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le e

rila

nci

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il s

iste

ma

mu

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le.

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.

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nto

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tto

re d

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di ca

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so

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le.

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ten

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un

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gr

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di q

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ità

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mb

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zio

ne

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l te

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er

pe

rse

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ire

gli

ob

iett

ivi

di c

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sio

ne

te

rrit

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ale

e

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ale

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teg

razi

on

e e

po

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alit

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on

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i

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co

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fa

tto

re

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teg

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ità

e la

com

pe

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ito

ri e

pe

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n

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me

nto

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dif

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.

OT

4 -

En

erg

ia

sost

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ibil

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alit

à d

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vita

OT

5 –

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risc

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OT

6 -

tu

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ll’a

mb

ien

te e

valo

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on

e

de

lle r

iso

rse

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ura

li e

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OT

7 -

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en

ibil

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OT

9 -

Incl

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on

e

soci

ale

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ott

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rse

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rico

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ltu

rali

pe

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con

solid

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ive

rsif

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re

e q

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i

pro

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zio

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art

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colle

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pe

r

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sest

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gic

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ris

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ost

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Po

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gie

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rtic

ola

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rali

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rità

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mu

ove

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re l’

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rezz

a s

ism

ico

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stim

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alit

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mb

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e

cult

ura

le.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 46

3.2 Le politiche per le città

La strategia Europa 2020 si basa su tre pilastri rappresentati dalla crescita intelligente,

sostenibile ed inclusiva. In particolare, si caratterizza per una dimensione tematica che

trova il livello di integrazione alla scala territoriale, con gradi diversi di correlazione a

seconda della dimensione territoriale coinvolta (grandi agglomerati urbani, città, città

medie, aree rurali).

In questo contesto viene riconosciuto alle città il ruolo di snodo territoriale adeguato per

innescare effetti utili al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla strategia di Europa

2020.

In questo solco, il Regolamento generale e i regolamenti specifici dei Fondi Strutturali

mettono a disposizione strumenti che favoriscono l’attuazione di politiche territoriali

integrate:

§ ITI (Integrated territorial investments);

§ CLLD (Community Led Local Development);

§ Forme diverse di collegamento urbano-rurale.

Analogamente, l’Accordo di Partenariato declina la strategia territoriale nazionale con

riferimento alle Città, le Aree interne e il Mezzogiorno. Con il programma operativo

Nazionale “METRO” verranno attuate strategie di sostegno alle città metropolitane,

laddove i POR regionali sono chiamati a definire una propria strategia per lo sviluppo

urbano sostenibile o Agenda Urbana.

Sul solco dell’approccio territoriale degli anni ’80 in Emilia-Romagna, la Regione ha a

lungo perseguito la strategia del “sistema metropolitano policentrico”, in virtù del quale

molte delle politiche regionali di sviluppo trovano alla scala urbana la naturale

declinazione attraverso la realizzazione di opere e progetti.

Più che una classificazione per “rango” delle città, che peraltro hanno dimensioni diverse,

(dai 68.000 abitanti circa di Imola ai quasi 400.000 di Bologna), la Regione ha puntato

storicamente a distribuire funzioni diversificate ma integrate tra di loro, organizzando su

questa matrice l’erogazione dei servizi ai cittadini, da quelli di base a quelli più evoluti.

Sono state così definite le città d’arte (che hanno fatto percorsi propri per ottenere il

riconoscimento di città patrimonio UNESCO, come Ferrara e Ravenna), le città a maggiore

vocazione per la mobilità, data la concentrazione di sistemi di trasporto (Bologna e il suo

nodo ferroviario, stradale e aeroportuale, l’area romagnola dell’inter-modalità con il

caposaldo del porto di Ravenna), le città a maggiore vocazione collegata al sistema

produttivo territoriale (Parma per l’agroalimentare, il forlivese e il cesenate per la catena

del freddo e l’ortofrutta, Piacenza per la logistica avanzata), le città del cuore della Via

Emilia e del sistema produttivo legato alle diverse “meccaniche” (Reggio Emilia, Modena,

Bologna).

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 47

Questa matrice policentrica ha ulteriormente caratterizzato l’impianto insediativo e

produttivo a base “distrettuale”, rafforzando meccanismi di coesione territoriale e sociale

radicati su principi di identità territoriale e di specializzazione produttiva.

La maglia insediativa regionale ha mantenuto una caratteristica di diffusione di centri di

medio-piccola dimensione, polarizzati lungo l’asse della Via Emilia e della Costa Adriatica

anche per evidenti ragioni di carattere logistico, di mobilità e di sistema produttivo.

In questo contesto, la programmazione regionale ha puntato storicamente ad un

equilibrio di funzioni tra i diversi poli urbani di rango superiore (essenzialmente le città

capoluogo), riconoscendo alla città di Bologna una funzione di “centro ordinatore” in

grado di diffondere ad ampio raggio gli effetti degli snodi logistici, di mobilità, e di servizio

al sistema produttivo regionale.

In virtù di quanto sopra esposto, nella precedente programmazione (2007-2013),

attraverso il Documento Unico di Programmazione sono state concepite le politiche

integrate di sistema regionale, tra cui la così detta “cura del ferro”, la rete regionale

dell’Alta tecnologia, la rete dei poli tecnici di formazione e gli interventi per la mobilità

sostenibile (people mover di Bologna ecc.).

In altre parole, le politiche regionali di sistema sono state orientate a sostenere proprio

quei processi virtuosi di collegamento tra i diversi poli urbani della regione, garantendo e

favorendo delle peculiari “specializzazioni” territoriali in un ottica di coesione economica,

territoriale e sociale.

In questo senso, le città rappresentano i poli propulsori di un rapporto con i territori

contermini, i cui effetti si propagano fino alle aree considerate più fragili.

Il Piano Territoriale Regionale

(PTR), approvato nel febbraio

2010, assume e fa propria la

nuova lettura che supera il

sistema metropolitano

policentrico, posizionandosi su

una lettura di “area vasta”.

Questi sistemi sono

riconducibili a:

· la città metropolitana di

Bologna e il circondario

imolese;

· il sistema insediativo

complesso Modena - Reggio

- Parma;

· la rete delle città romagnole;

Sistemi complessi di area vasta a dominante antropizzata

Fonte: Piano Territoriale Regionale dell’Emilia-Romagna

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 48

· l’agglomerazione lineare costiera;

· i sistemi monocentrici di Ferrara e Piacenza;

· la fascia Cispadana.

Per la programmazione 2014-2020, la Regione Emilia-Romagna affida alle città un ruolo

decisivo e strategico per promuovere la crescita e la competitività territoriale, in quanto

è alla scala urbana che gli effetti delle politiche di sviluppo si irradiano non solo su aree

vaste ma assumono una funzione di “catalizzatore” delle tante opportunità di crescita e di

sviluppo sostenibile che trovano terreno fertile nelle città della nostra regione, grazie

anche ad un sistema di infrastrutture innovative quali la rete dei tecnopoli ed i sistemi di

formazione avanzata che fanno perno sul sistema universitario di istruzione superiore.

A ciò si aggiunge anche la necessità di promuovere un modello di città estremamente

efficiente nell’uso delle risorse per affrontare la nuova sfida ecologica e di sostenibilità

ambientale.

3.3.1 La strategia per l’Agenda Urbana: “Sviluppo urbano sostenibile”

L’Accordo di Partenariato prevede tre drivers di sviluppo per le città ovvero tre ambiti

prioritari di intervento, tra loro complementari sui quali fare convergere le politiche di

sviluppo promosse con i Fondi Strutturali. Si tratta di:

1. Ridisegno e modernizzazione dei servizi urbani (infrastrutture di rete e servizi

pubblici; mobilità sostenibile; risparmio energetico e fonti rinnovabili);

2. Inclusione sociale (sostegno alle politiche sociali attraverso il rafforzamento di quelle

esistenti; contrasto alla povertà e al disagio; in entrambi i casi il target può essere

territoriale a scala sub-comunale o per categorie di soggetti);

3. Rafforzare i segmenti locali pregiati di filiere produttive globali (servizi avanzati per

imprese industriali e agricole; imprese sociali, creative e di servizio per i cittadini;

focus su ricerca e innovazione);

A questi tre driver la Regione può aggiungerne un quarto a sua scelta.

Avendo a riferimento programmatorio il Piano Territoriale Regionale, questo individua

come obiettivi principali in ambito urbano:

§ limitare il consumo di suolo e prediligere la riqualificazione dell’esistente;

§ mettere al centro della rigenerazione urbana la costruzione della “città pubblica” in

cui le funzioni terziarie, di servizio, per la cultura e il tempo libero, le infrastrutture e gli

spazi pubblici trovino integrazione con la residenza e conferiscano una identità urbana

anche ai quartieri periferici;

§ dare priorità alle reti della mobilità sostenibile;

§ inserire le nuove polarità in modo organico nel tessuto urbano, e cogliere le

opportunità di decentramento di funzioni di eccellenza che contribuiscano alla

formazione di nuove centralità;

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 49

§ per le aree specializzate per le attività produttive, promuovere una forte riduzione e

concentrazione in Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate, energeticamente

virtuose, non disperse nel territorio;

§ porre particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, in particolare promuovendo

il risparmio energetico ed idrico con l’indispensabile innovazione del settore edilizio.

La seguente tabella mostra l’alto grado di correlazione esistente tra i drivers di sviluppo

dell’Accordo di Partenariato e quelli del PTR:

Accordo di Partenariato

Ammodernamento dei servizi urbani

Inclusione sociale Filiere produttive e

cluster di pregio

PTR

Limitare consumo suolo +

riqualificare esistente X X

Costruzione della città

pubblica X X X

Mobilità sostenibile X

Nuove centralità X

Aree prod. Ecolog. Attrezzate X

Risparmio energetico e idrico X X X

Sulla base degli indirizzi forniti dal Dipartimento Politiche per lo Sviluppo alle Regioni più

sviluppate per la nuova programmazione, considerate le scelte strategiche già assunte

(vedi Quadro Strategico Regionale approvato con delibera 1691/2013, il PTR e l’approccio

regionale per la Smart Specialization Strategy), la Regione intende focalizzare la propria

strategia per lo sviluppo urbano sostenibile lungo le seguenti direzioni:

· promuovere le reti di città alla dimensione regionale e sovra-regionale, migliorando i

collegamenti materiali e le relazioni immateriali tra i centri di diverse dimensioni, quale

precondizione per dare vita ad un sistema regionale di eccellenza, in grado di inserirsi

nel suo insieme nelle reti globali sia europee sia internazionali. A questo fine

l’ammodernamento dei servizi ai cittadini, nella direzione delle “città intelligenti” e

della mobilità sostenibile con impatto sull’area vasta, diventano fattori rilevanti per

connettere le città in una logica di sistemi integrati;

· migliorare la qualità delle città innalzandone la capacità attrattiva, in un’ottica di

competitività del sistema delle imprese, del sistema della ricerca, dell’istruzione e di

valorizzazione del patrimonio artistico e culturale di pregio, sviluppando

un’attenzione particolare ai temi della sostenibilità energetico-ambientale e al ruolo

abilitante delle nuove tecnologie dell’informazione;

· promuovere l’inclusività delle città e dei poli urbani, la qualità della vita e la

prevenzione delle nuove forme di povertà, favorendo approcci innovativi per

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 50

affrontare le sfide demografiche e generazionali: invecchiamento attivo della

popolazione, qualità del lavoro, coesione sociale.

Il contributo alla strategia sulle aree urbane andrà considerato anche con riferimento agli

interventi che saranno realizzati dalla Città Metropolitana di Bologna nell’ambito del PON

Città Metropolitane con i quali i Programmi Operativi dovranno interagire al fine di

stabilire sinergie e coerenze anche nell’ambito delle più ampie politiche regionali di

settore.

3.3.2 I criteri di attuazione: città target e Autorità Urbane

I criteri utilizzati per l’identificazione delle città medie e dei poli urbani regionali

dell’Emilia-Romagna

L’Accordo di Partenariato è la fonte principale che indirizza l’operato della Regione su

questo tema. Infatti oltre alle città metropolitane (Bologna per l’Emilia-Romagna),

vengono definite “le città medie e i poli urbani regionali, ovvero le aree urbane

densamente popolate che costituiscono i poli di erogazione di servizi – essenziali e di

rango elevato – per aree vaste significative (in primo luogo i Comuni capoluogo di

Regione e Provincia)”.

In particolare, per selezionare le città target da ricondurre all’Agenda urbana “occorre

identificare alcuni requisiti oggettivi che consentano di circoscrivere l’ammissibilità

potenziale di quei territori che effettivamente presentano problemi e opportunità di

natura urbana. Oltre ad un criterio prettamente demografico sarà possibile identificare

alcune funzioni tipicamente urbane di servizio a cittadini e imprese residenti in bacini

territoriali di area vasta […]”.

In coerenza con quanto previsto dal Piano Territoriale Regionale e dalla L.R. 20/2000, la

metodologia proposta per la selezione delle aree urbane che saranno oggetto

dell’Agenda Urbana nella programmazione 2014-2020, si basa sul concetto di città, intese

come aree funzionali, caratterizzate da una dotazione di funzioni strategiche e servizi

ad alta specializzazione economica, scientifica, culturale e della mobilità, capaci di

svolgere una funzione di poli attrattori rispetto ai sistemi territoriali di area vasta su cui

gravitano.

Per definire quali città rispondano a queste caratteristiche, l’analisi condotta ha preso in

considerazione dieci criteri, riconducibili a sei ambiti tematici: demografia, istruzione,

ricerca, sanità, mobilità, ambiente e competitività, che devono essere soddisfatti

simultaneamente. In questo modo è possibile definire le aree urbane di rango superiore,

potenzialmente interessate dall’Agenda urbana.

Come criterio demografico viene utilizzata la soglia minima di 30 mila abitanti, che

consente di selezionare 22 comuni iniziali, che insieme valgono circa il 50% della

popolazione totale dell’Emilia-Romagna. Questi comuni rappresentano le aree urbane

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 51

rispetto alle quali verificare la presenza simultanea delle dotazioni di servizi ed

infrastrutture sopra indicate.

L’offerta formativa viene misurata attraverso due criteri, uno relativo alla dotazione

completa per l’istruzione secondaria superiore (presenza di istituti liceali, tecnici e

professionali per l’anno scolastico 2012/2013) e l’altro relativo alla presenza dell’intero

ciclo universitario (sia corsi universitari di I livello che di II livello o magistrale) offerto

dagli Atenei regionali (Bologna, Modena e Reggio Emilia, Parma, Ferrara) e dalle sedi del

Politecnico di Milano e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Piacenza.

Il potenziale espresso nei campi della ricerca e dell’innovazione viene identificato

valutando la presenza sia di laboratori accreditati al Ministero dell'Istruzione,

dell'Università e della Ricerca che dei tecnopoli approvati a livello regionale con il POR

FESR 2007-2013. I laboratori regionali accreditati al MIUR sono attualmente 315, pari al

13,6% circa dell’intera offerta nazionale. I 10 tecnopoli, approvati a conclusione della

procedura negoziale, mettono in rete 36 laboratori di ricerca e 11 centri per l’innovazione

e si stima che impiegheranno a regime circa 1.600 ricercatori, dei quali 560 giovani nuovi

ricercatori.

Per l’offerta sanitaria viene utilizzato, come nell’approccio metodologico elaborato dal

DPS per l’identificazione dei “Centri di offerta di servizi” e delle Aree Interne, il criterio di

presenza di almeno un ospedale con DEA (Dipartimento di Emergenza e Accettazione).

L'ospedale sede DEA di I livello rappresenta un’aggregazione funzionale di unità operative

che, oltre alle prestazioni fornite dal Pronto Soccorso, garantisce le funzioni di

osservazione, breve degenza e di rianimazione e realizza interventi diagnostico-

terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, terapia

intensiva di cardiologia. Inoltre assicura le prestazioni di laboratorio di analisi chimico-

cliniche e microbiologiche, di diagnostica per immagini, e trasfusionali11.

L’accessibilità delle città viene analizzata attraverso due criteri. Il primo, utilizzato dalla

già menzionata metodologia del DPS, considera la presenza di almeno una stazione

ferroviaria di categoria Silver. RFI classifica le proprie stazioni in quattro categorie, sulla

base di alcuni parametri di valutazione12: platinum, gold, silver, bronze. Il secondo criterio,

11 Cfr. Accordo di Partenariato 2014-2020: Strategia nazionale per le Aree interne: definizione, obiettivi,

strumenti e governance. Documento tecnico collegato all’Accordo di Partenariato trasmesso alla CE il 22

aprile 2014. 12 Vengono presi in considerazione: il numero di viaggiatori e dei semplici frequentatori; il livello dei servizi

offerti dalle imprese ferroviarie; la potenzialità commerciale; la dimensione delle aree aperte al

pubblico. PLATINUM (13 grandi impianti):in questa classe rientrano le stazioni caratterizzate da una

frequentazione superiore ai 6.000 viaggiatori medi/giorno ed un alto numero di treni medi/giorno con

elevata incidenza di treni di qualità; GOLD (103 impianti medio-grandi): sono compresi gli impianti

medio-grandi che presentano una frequentazione abbastanza alta, con una offerta trasportistica

significativa sia locale che di qualità; SILVER (impianti medio-piccoli), sono inclusi tutti gli altri impianti

medio-piccoli con una frequentazione media per servizi metropolitani-regionali e di lunga percorrenza

inferiore a quella delle GOLD; BRONZE (impianti piccoli con bassa frequentazione). Sono inclusi in questa

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 52

invece, prende in considerazione la presenza di un casello autostradale dedicato al

comune di riferimento.

Il tema delle città e dell’agenda urbana non può prescindere da quello della sostenibilità

ambientale o secondo un’accezione più orientata in chiave di business, della green

economy.

Da un lato le politiche a favore di un maggior rispetto dell’ambiente innescano evidenti

meccanismi di sviluppo economico di cui, oggi più che mai, c’è urgenza e bisogno,

dall’altro una “green city” è per definizione una città più bella, gradevole e - in ultima

analisi - vivibile. Come proxy della sostenibilità ambientale è stato considerato il criterio di

qualità ambientale, inteso come presenza di un fattore di rischio e pressione

(superamento del limite fissato dalla normativa per la concentrazione di PM10).

Sempre in materia di ‘competitività’, la Smart specialization strategy (S3) può dare un

contributo nell’ottica della delimitazione del campo: in particolare le industrie della salute

e quelle creative e culturali rappresentano due filiere che possono essere facilmente

ricondotte alla scala urbana e dunque conferire un profilo di vocazione produttiva e

competitività al territorio. Per entrambe le filiere è stato valutato il radicamento

territoriale attraverso la distribuzione degli addetti totali impiegati a livello comunale. I

comuni che rientrano nel primo decile relativamente ad entrambe le filiere,

contemporaneamente, rappresentano i territori maggiormente competitivi nelle filiere

emergenti13.

categoria impianti piccoli con una bassa frequentazione che svolgono servizi regionali. Cfr. Accordo di

Partenariato 2014-2020. 13 Presi in considerazione gli addetti totali impiegati a livello di filiera per ciascun comune dell’Emilia-

Romagna (fonte: ASIA 2010), si è proceduto normalizzando i singoli valori, per poi ordinarli in senso

decrescente dal più grande al più piccolo. I comuni rientranti nell’ambito del primo decile della

distribuzione così ottenuta, possono vantare una vocazione produttiva relativamente alla filiera

considerata.

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 53

Criteri utilizzati per l’identificazione delle città medie ed i poli urbani regionali

AMBITO INDICATORE DESCRIZIONE/FONTE

Demografia 1. Soglia demografica pari a

30mila abitanti

Popolazione residente al 1/01/2013.

Fonte: Regione Emilia-Romagna, Servizio

Statistica.

Istruzione

2. Dotazione completa di

istruzione superiore (liceo,

istituto tecnico, istituto

professionale)

Istituti di istruzione secondaria superiore,

per tipologia (A.S. 2012/2013).

Fonte: Regione Emilia-Romagna, Anagrafe

studenti.

3. Università (presenza di un ciclo

completo di corsi universitari)

Presenza simultanea di corsi di laurea di I

livello o ciclo unico e di II livello (A.A.

2012/2013).

Fonte: Miur, Anagrafe universitaria14.

Ricerca

4. Laboratori accreditati al MIUR

Presenza di almeno un laboratorio

accreditato al Ministero dell'Istruzione,

dell'Università e della Ricerca.

Fonte: Miur, Albo dei Laboratori15.

5. Sede di Tecnopolo

Presenza di un tecnopolo, o di una sua

sede, tra quelli approvati con delibera di

Giunta regionale n° 1817 del 16 novembre

2009.

Fonte: Regione Emilia-Romagna16.

Sanità 6. Ospedale con DEA di I livello

Presenza di almeno un ospedale dotato del

Dipartimento d'emergenza e accettazione

(2011).

Fonte: Ministero della Salute.

Trasporto/Mobilità

7. Stazione ferroviaria stazioni

ferroviarie Platinum, Gold o

Silver

Presenza di almeno una stazione di

categoria silver (gennaio 2012).

Fonte: RFI17.

8. Accessibilità autostradale

Presenza di un casello autostradale

dedicato (2013).

Fonte: Autostrade per l’Italia.

Ambiente

9. Qualità dell’aria: superamento

dei limiti fissati dalla normativa

per il PM10

Il limite fissato dalla normativa è di 35

superamenti della concentrazione di fondo

media giornaliera di PM10 (50 ìg/m3). Dati

al 201218.

Fonte: ARPA Emilia-Romagna.

Competitività 10. Radicamento filiere emergenti

Dotazione produttiva nell’ambito della

filiera della salute, delle industrie culturali e

creative (2010) e della green economy

14 http://anagrafe.miur.it/index.php e http://cercauniversita.cineca.it/ 15 http://albolaboratori.miur.it/ 16 http://fesr.regione.emilia-romagna.it/progetti/pa/asse1/le-schede-dei-tecnopoli 17 http://www.rfi.it/cms/v/index.jsp?vgnextoid=65df7ef3f8639210VgnVCM1000004016f90aRCRD 18 http://www.arpa.emr.it/dettaglio_documento.asp?id=2988&idlivello=1604

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 54

AMBITO INDICATORE DESCRIZIONE/FONTE

(2013).

Fonte: ISTAT, Asia Unità Locali – ERVET,

Osservatorio Green Economy19.

Le città target della strategia urbana dell’Emilia-Romagna

Le città che soddisfano simultaneamente tutti i criteri sono dieci: Bologna, Piacenza,

Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini. Sono questi i

poli che si contraddistinguono per una maggiore dinamicità e vitalità a livello regionale, e

che – anche per ragioni dimensionali – si caratterizzano per offrire funzioni strategiche

avanzate e ad alta specializzazione. In queste aree si concentrano, infatti, le maggiori

potenzialità delle filiere emergenti e innovative – della creatività, del benessere e della

green economy - ricomprese all’interno dell’approccio regionale per la Smart

Specialization Strategy. Oltre ad offrire interessanti opportunità, le aree urbane più

popolate della regione si caratterizzano anche per una serie di criticità di ‘natura urbana’,

sia di carattere ambientale (problemi di qualità dell’aria e di efficienza energetica), sia di

carattere sociale (è nelle città che si concentrano maggiormente i problemi di disagio e

povertà).

Tutti i poli urbani identificati hanno una popolazione superiore ai 90 mila abitanti. La

popolazione residente complessiva è di 1.696.723 abitanti, pari al 37,9% della

popolazione regionale. Si tratta di una popolazione mediamente anziana: l’indice di

vecchiaia, con l’eccezione di Reggio Emilia e Rimini, supera quello medio regionale, anche

se in progressivo calo. Gli stranieri residenti nelle città rappresentano quasi il 44% del

totale dell’Emilia-Romagna, facendo sì che l’incidenza percentuale sia maggiore che a

livello regionale (il 14,2% contro il 12,2%).

Per quanto concerne l’offerta formativa, i dieci comuni si caratterizzano per avere una

dotazione completa sia per l’istruzione superiore (liceale, tecnica e professionale) - sono

presenti il 49,5% degli istituti attivi in regione ed il 61,5% degli studenti di scuola

superiore – che per l’offerta universitaria (considerando sia i corsi di I livello che quelli

magistrali o II livello).

Nell’ambito del settore della ricerca, queste aree urbane ospitano il 54,9% dei laboratori

regionali accreditati al MIUR (173 su 315) e tutti i tecnopoli approvati (con 16 delle 21

sedi complessive interessate dai dieci tecnopoli).

In ambito sanitario, i poli urbani regionali offrono il 43,4% degli ospedali della regione ed

il 64,9% dei posti letto disponibili. Le strutture con DEA (Dipartimento d'emergenza e

accettazione) sono invece meglio distribuite sul territorio regionale: nei 10 comuni infatti

si localizza poco meno del 30% dell’offerta complessiva.

19 http://energia.regione.emilia-romagna.it/imprese-green-economy/temi/osservatorio-green-economy

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 55

I comuni capoluogo identificati rappresentano i principali hub della rete regionale delle

infrastrutture per il trasporto e la mobilità. L’unica stazione ferroviaria di categoria

Platinum presente in Emilia-Romagna è quella di Bologna. Le 9 stazioni Gold regionali

sono quelle di: Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna, Faenza, Forlì e

Rimini. Tra i 10 poli urbani indentificati l’unico a non disporre di una stazione ferroviaria

di categoria (almeno) Gold è Cesena, dotata di un impianto Silver.

Sul lato ambientale, esiste un problema nella qualità dell’aria, condiviso in realtà con una

buona parte del territorio regionale e dell’intero asse padano. Nel 2012, tutte le città

considerate hanno oltrepassato il limite della concentrazione giornaliera sia di PM1020

che di Ozono21.

In materia di competitività, declinata secondo le linee della Smart Specialization Strategy,

i dieci poli urbani individuati svolgono un ruolo propulsivo nell’ambito del contesto

regionale.

Il 53,3% degli addetti delle unità locali presenti in Emilia-Romagna appartenenti alla filiera

della cultura e creatività, si concentra nei dieci comuni capoluogo. Considerata la quota

parte di popolazione residente come benchmark di riferimento, il 37,9% del totale

regionale, emergono con chiarezza i tratti di una vocazione produttiva che i poli urbani

identificati possono vantare nell’ambito delle industrie e attività culturali e creative. Più in

generale, nell’ambito della fruizione dei beni e servizi culturali, i dati sui flussi e sulle

spese sostenute dagli emiliano-romagnoli, rilevano un buon andamento per quanto

riguarda l’organizzazione e partecipazione a manifestazioni culturali e di spettacolo

insieme ad una sostanziale debolezza del sistema museale e della fruizione degli istituti

d’antichità e d’arte, con valori del turismo museale in costante flessione negli ultimi anni

(nel decennio 2001-2011 i visitatori negli istituti statali sono diminuiti di 163 mila unità,

pari al 16,9% del totale, a fronte di una crescita sia a livello nazionale che del Nord Est).

Valorizzare il patrimonio artistico e museale presente in regione può significare dare un

impulso ulteriore alla capacità attrattiva del territorio, rafforzando la dinamica crescente

in atto nei flussi turistici orientati verso le città capoluogo dell’Emilia-Romagna. Rispetto

al periodo pre-crisi (anni 2007-2008) proprio l’ambito delle città capoluogo ha

sperimentato una crescita graduale degli arrivi e delle presenze turistiche (nell’ordine del

5-10%), in proporzione maggiore rispetto agli altri territori della regione. Anche in chiave

turistica le città, con un ruolo di primo piano di Bologna, rafforzano dunque il proprio

appeal sulla platea dei visitatori, in particolare di nazionalità straniera.

I capoluoghi selezionati risultano i fulcri centrali anche per quanto riguarda l’ampia

gamma delle attività rientranti nella sfera della salute e del benessere, centrali per uno

20 Il limite fissato dalla normativa è di 35 superamenti della concentrazione di fondo media giornaliera di

PM10 (50 μg/m3). 21 Per l’ozono, il valore fissato dalla normativa è di 25 superamenti annui della soglia 120 μg/m3 per il

massimo giornaliero della media mobile su 8 ore della concentrazione di fondo di ozono

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 56

sviluppo equilibrato della collettività regionale e tra le più dinamiche ed in espansione,

anche in questi anni di difficile congiuntura economica. Ospitano il 51,3% degli addetti

delle unità locali presenti in Emilia-Romagna, assumendo anche in questa filiera un profilo

di specializzazione produttiva rispetto al territorio regionale nel suo complesso.

Nell’ambito della green economy, sulla base dei dati dell’Osservatorio regionale curato da

ERVET, delle 2.228 aziende green complessivamente presenti in regione, il 52,0% è

localizzato nei dieci comuni capoluogo che, anche in questo campo, sembrano esercitare

una forza gravitazionale nei confronti degli altri territori dell’Emilia-Romagna.

La figura seguente mostra l’articolazione territoriale della strategia per le aree urbane e

gli ambiti di collaborazione funzionale.

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 57

Le Autorità Urbane (AU)

In base alle indicazioni fornite dall’Accordo di Partenariato, le Regioni devono ricorrere a

procedure di selezione delle AU e degli interventi di norma in due fasi, con un primo step

a regia regionale finalizzato a circoscrivere il numero di AU a partire dalla concretezza

delle idee progettuali e il secondo, in co-progettazione, finalizzato a sviluppare

congiuntamente un numero limitato di progetti (le “azioni integrate”) in poche città.

Rimane possibile identificare direttamente le AU da coinvolgere nella co-progettazione

ove ciò risponda a criteri condivisi sulla programmazione territoriale.

Per quanto riguarda gli indirizzi della Regione sul tema, occorre ricordare che sia il Piano

Territoriale Regionale sia la L.R. 6/2009 incentivano la cooperazione istituzionale a livello

sovra comunale, anche nello spirito della riforma amministrativa in atto, volta a premiare

le gestioni associate comunali.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 58

Tavola 5 - Tabella di riepilogo dei possibili soggetti istituzionali.

Fonti Soggetti e strumenti

AP 9/12/13 + PON città metropolitane Autorità Urbane e livello di delega

PTR, L.R. 20/2000 e modifiche seguenti, LR

21/2012 “misure per assicurare il governo

territoriale delle funzioni amministrative secondo

principi di sussidiarietà, differenziazione e

adeguatezza”

Forme associative intercomunali

Regolamento UE 1303/2013 ITI/Asse dedicato

Ai fini di garantire i principi di adeguatezza e di capacità di selezione e gestione di progetti

complessi ed integrati alla scala urbana, è indispensabile concepire un sistema di

governance multilivello adeguato per la co-progettazione degli interventi a valere sulle

città.

Pertanto, in risposta al principio contenuto nel Regolamento generale n. 1303/2013 di

dedicare almeno il 5% delle risorse regionali FESR all’Agenda urbana, si ritiene più

appropriato optare per la costruzione (nel PO della Regione Emilia-Romagna) di un asse

dedicato allo sviluppo urbano sostenibile, in attuazione del quale le città concorreranno

attraverso le procedure che saranno dettagliate nei programmi operativi. Le procedure

dovranno tenere conto di meccanismi atti a:

§ rispondere ai criteri definiti nell’Accordo di Partenariato in termini di capacità

amministrativa;

§ assicurare la ricaduta degli impatti e degli effetti delle politiche dello sviluppo urbano

sostenibile a favore di un’area più ampia di quella dei singoli confini comunali dei

beneficiari diretti degli interventi (ambiti di collaborazione funzionale);

§ dimostrare la capacità di identificare progetti ad alto potenziale di integrazione tra le

diverse politiche promosse con i fondi strutturali e di investimento europei (sia POR sia

PON dove rilevanti), e con le politiche regionali sui temi dello sviluppo urbano

sostenibile (rigenerazione urbana, mobilità sostenibile, efficienza energetica, ICT e

smart city, cultura e turismo, ecc.).

3.4 Le politiche per le “aree interne”

3.4.1 La geografia delle aree interne in Emilia-Romagna

Con il documento “Metodi ed obiettivi per un uso efficace dei Fondi Strutturali 2014 –

2020”22 (Fondi SIE), il Governo Italiano identifica le “Aree Interne”, come una delle tre

22 Ministero per la Coesione Territoriale, dicembre 2012

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 59

opzioni strategiche (accanto a “Mezzogiorno” e “Città”) a cui associare una strategia

dedicata da includere nell’Accordo di Partenariato 2014-2020.

Nell’attuale fase di crisi strutturale e di transizione economica, la Strategia Nazionale per

le Aree Interne, proposta dal Dipartimento per le Politiche Strutturali (DPS), costituisce

un’importante occasione per costruire una nuova stagione di sviluppo locale che sfrutti

l’opportunità della programmazione 2014-2020 per concorrere a “ricollocare le aree

interne al centro della vita e dell’economia”, valorizzando le diversità dei luoghi, le risorse

umane ed i loro saperi e competenze, le reti che li collegano, nel quadro di un progetto

mirato alla messa in sicurezza del territorio ed alla valorizzazione della natura e delle

culture.

Nel quadro di questa strategia, utilizzando un modello di caratterizzazione territoriale

basato sulla distanza dall’offerta di servizi fondamentali, indicatori di tipo demografico,

nonché una diversificata batteria di indicatori economici, sociali, di capacità istituzionale,

ecc., è stata elaborata dal Comitato scientifico nazionale una prima carta delle aree

interne italiane.

In base a tale proposta, l’Emilia-Romagna ha ulteriormente sviluppato l’analisi territoriale,

volta ad una puntuale individuazione delle aree interne regionali, coerenti con le effettive

tendenze di trasformazione territoriale in atto. Già individuati dal Piano Territoriale

Regionale (PTR, 2010), i caratteri generali di tali aree – riconducibili in massima parte

all’Appennino regionale e ad una limitata porzione dell’area ferrarese orientale (il

cosiddetto “Basso Ferrarese”, corrispondente all’area del Delta del Po) – sono

brevemente descritti di seguito.

Il territorio montano

Il territorio appenninico costituisce oltre il 40% della superficie regionale ed ospita poco

più dell’11% della popolazione, con densità demografiche variabili fra circa 27 ab./kmq

(nelle aree più periferiche) ed 80 ab./kmq (generalmente nella fascia più prossima alla

pianura)23. Oggetto di una lunghissima stagione di politiche pubbliche di sviluppo, iniziata

con la legge n. 1102/1971, incentrata sulle politiche per i territori montani ed istitutiva

delle Comunità Montane e rafforzata, sempre a livello statale, dalla legge n. 97/1994

recante, tra l’altro, l’istituzione del Fondo nazionale per la montagna, ripartito tra le

Regioni per l’attuazione di specifici interventi per lo sviluppo della montagna (purtroppo

effettivamente finanziato solo fino al 2010), i territori montani della regione hanno

beneficiato sia di risorse riconducibili ai Fondi Strutturali per lo sviluppo rurale sia di

specifiche politiche regionali di sviluppo, attuate attraverso il Programma Regionale per la

Montagna24 e mediante strumenti di Programmazione Negoziata (Accordi-quadro per lo

23 Fonte: Piano territoriale dell’Emilia – Romagna, vol. 2 “La Regione-sistema: il capitale territoriale e le

reti” 24 ex l.r. 2/2004, così come emendata dalla l.r. 10/2008

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 60

sviluppo della montagna ed APQ) che hanno certamente svolto una funzione importante

nell’accrescere la resilienza dei sistemi montani rispetto alla crisi strutturale che investe

l’Europa e l’Italia.

Per secoli al centro di una cultura rurale densa di relazioni, tanto all’interno dei singoli

sotto-sistemi territoriali montani quanto con sistemi territoriali esterni (altre “montagne”,

i sistemi urbani della pianura, ecc.), i territori montani regionali sono stati al centro di

profonde trasformazioni sociali, economiche ed ambientali che ne hanno determinato

l’assetto attuale, che vede i diversi spazi montani al centro di dinamiche socio-

demografiche ed economiche anche molto diversificate.

Tale situazione si produce in un quadro istituzionale in cui la Regione, promuovendo i

processi di accorpamento delle Amministrazioni Locali nelle nuove Unioni di Comuni (in

sostituzione delle Comunità Montane, l.r. 21/2012), punta a rafforzare la capacità

amministrativa e strategica dei territori montani, razionalizzandone altresì la spesa

pubblica.

Il territorio del Delta del Po

L’area del Delta del Po costituisce una parte relativamente limitata del territorio regionale

(< 10%) ed ospita appena il 3,5% della popolazione, con una densità complessiva di circa

80 ab./kmq25. Una delle problematiche che maggiormente caratterizza questo territorio è

l’intreccio fra la persistenza di aspetti di marginalità rurale e debolezze ormai strutturali

quali la flessione demografica (derivante da denatalità, scarsi flussi d’immigrazione e

difficoltà nel ricambio generazionale nelle attività economiche che tradizionalmente

caratterizzano il tessuto produttivo dell’area), la frammentazione del tessuto produttivo

in piccole e piccolissime aziende, prevalentemente di subfornitura, che hanno subìto

grandi contraccolpi dalla crisi in essere e una storica “lontananza” dall’asse della Via

Emilia.

Si tratta di un’area che per contro ha in dote uno straordinario patrimonio naturale dato

dall’ecosistema del Delta, unico per diversità di biotopi e ricchezza faunistica, che si sposa

con una grande concentrazione di patrimonio storico e culturale, già inserita nella rete del

patrimonio UNESCO.

Vero e proprio mix di dinamiche ecosistemiche ed antropiche, questo territorio è il

prodotto di processi naturali e della “storica” lotta delle comunità umane per sottrarre

terra agricola alle acque; oggi costituisce un ecosistema unico e fragile, che presenta

diverse problematiche legate alla gestione del sistema idraulico legato alle bonifiche ed

alla gestione della fascia costiera, sottoposta tanto alla pressione antropica esercitata dal

25 Fonte: Piano territoriale dell’Emilia – Romagna, vol. 2 “La Regione-sistema: il capitale territoriale e le

reti”

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 61

turismo estivo, quanto a fenomeni di subsidenza ed ingressione marina nelle falde

freatiche, dovuta all’eccesso di estrazione di fluidi per usi civili e produttivi.

In sintesi, il territorio montano e quello del Delta del Po costituiscono due aree della

regione molto diverse morfologicamente ma accomunate da problematiche simili per

quanto riguarda:

▪ declino demografico e bassa densità abitativa;

▪ declino delle imprese agricole e artigianali;

▪ dissesto idrogeologico o difficoltà di gestione idraulica;

▪ deboli collegamenti materiali e immateriali con le aree “forti” della regione o

contermini;

▪ presenza di un patrimonio culturale ed ambientale di pregio.

Le aree target dell’Emilia-Romagna

Partendo dal riferimento della mappatura predisposta a livello nazionale per la strategia

Aree Interne, si è proceduto ad una lettura territoriale in grado di evidenziare le

specificità e le caratteristiche di questi territori molto vasti attraverso elementi in grado di

tracciare una lettura a “grana fine”, per integrare quella proposta dal DPS, finalizzata a

tracciare i confini delle aree a maggiore “marginalità”26.

26 Il Dipartimento Politiche di Sviluppo utilizza come indicatori la distanza fisica da centri in grado di fornire

contemporaneamente servizi sanitari, di mobilità e istruzione.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 62

Assumendo come riferimento principale studi ed analisi specifiche condotte su questi

territori27, si è proceduto ad evidenziare le interazioni tra la proposta della Strategia

nazionale per le Aree Interne e la caratterizzazione delle montagne regionali elaborata

dalla Regione Emilia-Romagna, tenendo conto delle principali tendenze in atto rispetto ai

seguenti temi:

1. andamento demografico;

2. caratteri ambientali;

3. condizioni di benessere;

4. bacino occupazionale;

5. dotazione di servizi alla comunità;

6. ICT ed e-government28.

E’ tuttavia possibile fin d’ora procedere a una lettura territoriale, dalla quale emerge

l’esistenza di aree interne “diverse”, caratterizzate da dotazioni, fragilità e potenzialità

differenziate. In particolare si possono identificare cinque macro-aree, ognuna delle quali

definita in base a caratteristiche che accomunano in maniera omogenea porzioni

specifiche di territorio. La tabella che segue ne sintetizza alcuni aspetti fondamentali.

27 L’Accordo di Partenariato, contestualmente alla strategia per le aree interne, presenta la strategia per le

aree rurali, che si basa su un’articolazione territoriale in quattro tipologie di aree (Figura 58 e Tavola 18):

a) aree urbane e periurbane; b) aree rurali ad agricoltura intensiva; c) aree rurali intermedie, nel cui

ambito rientrano aree diversificate; d) aree rurali con problemi di sviluppo. Per quanto riguarda l’Emilia-

Romagna si evidenzia un’altissima correlazione tra le aree rurali di categoria C e D e le aree interne così

come identificate dall’Accordo di Partenariato. 28 Di tali studi, si riportano in allegato le tabelle di sintesi.

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PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 64

3.4.2. La strategia per le aree target

Le lezioni apprese

Come base di partenza, va senz’altro enfatizzato il fatto che - in Emilia-Romagna - le aree

interne sono state, nei decenni passati, teatro di “buone pratiche”, che si sono espresse

in modo particolare nella stagione della programmazione negoziata: dalle Intese ed

Accordi–Quadro per l’attuazione del Programma Regionale per la Montagna, ai numerosi

Programmi Speciali d’Area (Po Fiume d’Europa; Valli Tidone e Luretta; Valle del Reno; Alta

Valle del Sillaro; Parco delle Foreste Casentinesi e Valle del Bidente; Basso Ferrarese), per

arrivare alle forme negoziali partecipate come attraverso i programmi Leader, fino alle

diverse forme adottate in attuazione dei programmi comunitari delle programmazioni

2000-2006 e 2007-2013 (ob. 9 delle Intese per l’Integrazione delle politiche territoriali su

base provinciale).

Ciò costituisce certamente un asset importante, nella prospettiva della nuova stagione

programmatica che richiede di innovare lo sviluppo locale, tanto nei temi e nei contenuti,

quanto nella capacità di coinvolgere un più ampio panorama di stakeholders locali, inclusi

i possibili “attori emergenti” (dalle reti sociali, alle associazioni e cooperative di comunità,

alle associazioni di migranti radicati nei territori, etc.).

Appare importante rilevare che la crisi strutturale che interessa il sistema regionale (come

“frattale” del sistema europeo), costituisce un’opportunità di grande rilevanza per

ripensare nuovi equilibri territoriali, ribaltando lo schema concettuale che ha visto nelle

aree interne – secondo una visione politica sempre subalterna alle aree centrali - i

“serbatoi” di risorse da estrarre a beneficio dei sistemi urbani (dall’acqua alle risorse

vegetali, dalle “riserve di natura” alle stesse risorse umane, drenate per rispondere alla

domanda di forza-lavoro dei sistemi produttivi).

Infatti, dalle analisi condotte sulle aree montane e sulle aree dell’asta del Po, le aree

interne della nostra regione sono accomunate da condizioni strutturali che nel tempo

hanno dato origine ad equilibri socio-economici estremamente fragili, fortemente

condizionabili dal variare delle situazioni di contesto quali:

▪ un capitale territoriale generalmente sotto-utilizzato, associato ad una perdita di

conoscenze tradizionali relative alla gestione dello spazio (dall’agro-biodiversità alla

funzione ecologica e paesaggistica degli spazi aperti, ecc.), in particolare nelle zone

montane;

▪ i costi sociali, economici e ambientali del dissesto idrogeologico legato alla perdita

delle funzioni di gestione dello spazio, che genera enormi danni, tanto alle

infrastrutture locali quanto agli insediamenti a valle; si consideri che i costi di ripristino

sono mediamente stimati dell’ordine delle 4 volte i costi degli investimenti in

prevenzione mentre anche per la fascia deltizia del Po, i costi della manutenzione

idraulica e della difesa dell’ecosistema umido non sempre trovano un adeguato

bilanciamento dagli effetti delle azioni di valorizzazione territoriale;

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 65

▪ un crescente disagio sociale, laddove la riduzione dei servizi di base per

riorganizzazione/razionalizzazione, genera perdita di attrattività dei territori ed

ulteriore de-popolamento, a fronte di politiche di superamento del digital divide

pubbliche e di attivazione di servizi, che tuttavia ancora stentano a colmare i bisogni

espressi dalle comunità locali.

La strategia

Si tratta dunque di ribaltare la logica di un processo che ha generato il ciclo di causalità

cumulativa del “de-popolamento - riduzione dell’attività economica - riduzione dei servizi -

ulteriore de-popolamento”.

Richiamare l’attenzione sullo sviluppo delle aree interne secondo una prospettiva di

“attrattività territoriale”, conduce ad enfatizzare la necessità di riportare tali aree al

centro delle politiche di sviluppo economico, al pari delle aree forti: ciò implica guardare

ad una prospettiva di crescita e di inclusione sociale basata sull’accesso in situ alle

opportunità per i cittadini e sulla riduzione del gap con le aree urbane/aree forti.

E altresì opportuno sottolineare che, in condizioni di scarsità e incertezza di risorse

finanziarie e di rigidità dei vincoli alla spesa pubblica ed in concomitanza col processo di

riordino degli Enti locali, è della massima importanza ripensare il ruolo del Governo

Regionale come soggetto facilitatore di processi, in cui gli attori locali, pubblici, privati, del

privato sociale, possano interagire per valorizzare al massimo le risorse disponibili e per

individuarne e porne in valore di nuove o di antiche a lungo trascurate (a partire dai

servizi forniti dagli ecosistemi ed alle opportunità di creare lavoro a partire dalla loro

valorizzazione).

In concreto, ciò implica il disegno di politiche (di attrattività) per le aree interne che

puntino a:

▪ riportarvi il lavoro, come pre-condizione di sostenibilità di qualsiasi progetto di

ricostruzione economica;

▪ valorizzare il patrimonio e le risorse naturalistiche e storico culturali per consolidare,

diversificare e qualificare i luoghi di produzione di beni e servizi, in particolare collegati

alle attività turistiche;

▪ favorire il consolidamento e il recupero dei saperi artigianali, di produzioni locali e dei

prodotti tipici di qualità quali occasioni di sostegno al ricambio generazionale;

▪ sostenere la crescita organizzativa delle filiere delle produzioni tipiche locali di qualità,

funzionale ad una più efficace presenza sui mercati urbani;

▪ tutelare il territorio e valorizzare i capitali territoriali, per contrastare il dissesto

idrogeologico e mettere a valore le risorse costiere dell’area deltizia del Po;

▪ incentivare lo sviluppo di micro-filiere di imprese nel settore forestale/energetico, per

creare lavoro e valorizzare l’ecosistema-bosco nelle aree montane;

▪ consolidare e innovare i servizi alla popolazione avvalendosi delle nuove tecnologie

ICT, in particolare per i servizi educativi e scolastici, socio-sanitari e piattaforme per le

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 66

imprese;

▪ rafforzare le azioni spontanee di “comunità”, che fanno leva sull’associazionismo, la

mutualità e la valorizzazione del capitale sociale e territoriale;

▪ Stimolare e governare opportunamente processi migratori urbano-rurali.

In termini più prettamente progettuali, la “articolazione territoriale” della strategia deve

tenere conto degli elementi seguenti:

▪ da un lato le specificità delle diverse aree interne dell’Emilia-Romagna, cui è

opportuno rispondere con politiche tarate su bisogni ed opportunità dei singoli

contesti;

▪ dall’altro la loro caratterizzazione non come “sistemi chiusi” bensì come spazi di

relazione, in cui sviluppare iniziative che rafforzino la coesione ed integrazione delle

diverse aree, secondo una logica di collegamenti funzionali “a geometria variabile”

(ovvero, in altre parole, ambiti di collaborazione funzionale).

Le priorità della Regione Emilia-Romagna per la strategia nazionale Aree Interne

L’Accordo di Partenariato chiede alle Regioni di indicare le priorità progettuali finalizzate

a testare azioni/approcci innovativi per innescare processi di sviluppo locale. A tale fine

sono previste risorse a gestione diretta delle Autorità Centrali, che saranno programmate

in stretta correlazione con i Programmi Operativi Regionali 2014 -2020.

Sulla scorta dell’analisi territoriale che ha generato la mappa delle aree interne della

Regione Emilia-Romagna, appare evidente che le priorità dovranno essere finalizzate a:

▪ promuovere progetti ad alto contenuto innovativo e di sistema,

▪ garantire effetti e ricadute su aree vaste omogenee,

▪ assicurare la forte integrazione con le priorità e le strategie definite nei Programmi

Operativi Regionali e Nazionali dei Fondi SIE, della programmazione del Fondo Sviluppo

e Coesione, della Cooperazione Territoriale Europea e della dimensione della politica di

sviluppo rurale.

In virtù di questi criteri, sulla base dell’analisi dei fabbisogni e del quadro strategico sopra

delineato, le priorità si sostanziano in:

▪ Innovazione sociale e sperimentazione di meccanismi di comunità applicati alla

gestione sostenibile del territorio e al presidio dei servizi alla popolazione (Obiettivi

Tematici 2, 3, 8, 9 e 10; PON Occupazione, Istruzione; FSC in relazione alla difesa del

suolo);

▪ Consolidamento, qualificazione e diversificazione dell’offerta turistica di pregio, nelle

aree che già presentano una concentrazione significativamente più alta di addetti nel

settore della ricettività (Obiettivi Tematici 2, 3, 6, 9 e 10);

▪ Valorizzazione degli ecosistemi di pregio, attraverso interventi sperimentali e

innovativi di tutela e promozione, e del patrimonio culturale (Obiettivo Tematico 6;

CTE; FSC);

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 67

▪ Rafforzamento della capacità amministrativa, in vista del riordino istituzionale degli

Enti locali, per assicurare i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza.

Questo tema, in aree fragili in cui è evidente il ruolo del pubblico a sostegno dei

processi di sviluppo locale, assume un connotato particolarmente rilevante e merita

azioni sperimentali tematiche (ad esempio percorsi formativi ed istruzione) o di

specificità quali il completamento del processo di ingresso della porzione dei comuni

della Val Marecchia in Emilia-Romagna (Obiettivi Tematici 2, 9, 10 e 11; PON

Governance).

Alla luce di quanto sopra dettagliato, le priorità di intervento possono essere ricondotte

alle aree target identificate.

Date alcune caratteristiche socio-economiche comuni all’area centro-occidentale ed

occidentale della montagna appenninica, queste vengono considerate come un unico

ambito di collegamento funzionale.

Le tabelle seguenti illustrano le correlazioni tra:

▪ ambiti di intervento della strategia nazionale aree interne, Obiettivi Tematici e priorità

regionali;

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CTE

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 70

La figura seguente mostra l’articolazione territoriale della strategia e dei quattro ambiti di

collaborazione funzionale per le aree interne.

3.4.3. Ipotesi di “soggetti della strategia” e fasi di attuazione

La Regione Emilia-Romagna ha intrapreso un importante percorso di riforma degli assetti

amministrativi territoriali, disciplinati con la L.R. 21/2012. In questo campo la Regione ha

incoraggiato le forme associative di gestione dei servizi, secondo principi di

razionalizzazione e qualità, adeguatezza ed universalità.

In attuazione della strategia Aree interne, i soggetti di riferimento per i progetti di

sviluppo locale sono le diverse forme gestionali associative, tra queste prioritariamente le

Unioni di Comuni, se opportunamente accompagnati dal livello programmatico regionale,

in quanto la Regione intende assicurare:

▪ una maggiore capacità di disegno strategico di area vasta;

▪ una più efficace capacità amministrativa di gestione di iniziative complesse, nonché, in linea

generale, un impatto territoriale delle iniziative più ampio e duraturo.

Altra ipotesi percorribile è quella degli Integrated Territorial Investments (ITI): si tratta di

strumenti di programmazione che consentono di partire dai fabbisogni e dalle specificità

di un territorio dato e circoscritto, facendo da collettore di risorse provenienti da più assi

e/o da più fondi in un’ottica di forte integrazione. L’Accordo di Partenariato, peraltro,

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 71

precisa che lo strumento dell’ITI potrebbe risultare indicato per le Aree Interne. Sempre

secondo la Strategia nazionale per le aree interne, la delega per l’attuazione può anche

essere conferita alle Unioni di Comuni, in qualità di enti più vicini al territorio.

La “entrata in gioco” dei singoli contesti territoriali può essere commisurata ai seguenti

principi:

a. il grado di priorità dell’intervento pubblico in rapporto alle condizioni di coesione

territoriale dei singoli contesti;

b. la “maturità” a livello locale del processo di riordino territoriale, dando priorità alle Unioni già

costituite, con una prospettiva di allargamento dell’iniziativa programmatica ai contesti

territoriali che – progressivamente – giungeranno a soddisfare quanto sancito dalla L.R.

21/2012.

Resta infine da sottolineare l’importanza di un appropriato confronto ed

“accompagnamento” dei territori, allo scopo di operare una ricognizione delle

opportunità esistenti alla scala locale nonché promuovere, anche attraverso laboratori

orientati alla project generation, l’uso più efficace delle risorse a disposizione, secondo i

criteri di integrazione delle diverse fonti finanziarie, tanto dei Fondi SIE quanto regionali e

nazionali (tra cui le risorse messe a disposizione dell’art. 1 c.13-17 della Legge Finanziaria

2014).

A tale scopo dovranno essere definiti meccanismi di selezione degli interventi attraverso

modalità trasparenti quali manifestazioni di interesse e successiva condivisione dei

progetti, che saranno “misurati” sulla base di criteri derivanti dai principi sopra enunciati.

Altresì le progettualità scaturite nell’ambito della strategia regionale per le aree interne

potranno partecipare a reti ed iniziative nazionali al fine di beneficiare di ulteriori

occasioni di confronto e conoscenza con altre realtà italiane.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 72

Community-Led Local Development

Nella prospettiva programmatica della nuova fase dei Fondi SIE e tenuto conto

del – ormai più che decennale – percorso di sviluppo partecipativo dei territori

montani regionali, il processo di sviluppo delle Unioni di Comuni appare

particolarmente rilevante in relazione all’approccio proposto dalla Commissione

Europea noto come “sviluppo locale di tipo partecipativo29”, volto a generare

processi autonomi di crescita alla scala sub-regionale.

Secondo tale approccio – del tutto coerente con quanto proposto dal PTR -

diversità dei luoghi e policentrismo assumono un ruolo-chiave come

opportunità di sviluppo, perseguito a partire da una “mobilitazione di

comunità” delle aree in ritardo diretta ad elaborare risposte locali a bisogni ed

aspirazioni di persone, imprese ed istituzioni ed a rappresentarne gli interessi

collettivi.

Secondo questa prospettiva, intensificando la cooperazione con i livelli

amministrativi sovra-ordinati nell’ambito di rafforzati processi negoziali, le

Amministrazioni Locali possono da un lato avere l’opportunità di valorizzare in

modo creativo conoscenze e competenze sedimentate nelle comunità locali,

dall’altro far valere il maggior peso collegato alla propria “crescita di scala”,

legata al processo di riordino.

3.5 Le politiche per l’area del sisma

Il 20 e 29 maggio del 2012 l’Emilia-Romagna è stata colpita da due eventi sismici che

hanno lasciato un segno indelebile nel cuore della comunità, nel tessuto sociale e nel

tessuto economico del territorio30.

L’area maggiormente colpita è stata la porzione settentrionale della Pianura Padana

emiliana compresa tra le province di Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Bologna. Ma le

scosse sono state avvertite nettamente in gran parte dell’Italia del nord e hanno causato

danni anche in Lombardia e Veneto.

La zona31 che ha subito i maggiori danni è quella intorno agli epicentri (il cosiddetto

cratere) che comprende 33 comuni: 7 in provincia di Reggio Emilia, 14 in provincia di

Modena, 5 in quella di Bologna, 7 in provincia di Ferrara. Nell’area del cratere risiedono

550mila persone e hanno sede 66mila unità locali per un totale di 270mila addetti tra

29 Community-led Local Development”, capo II, art. 32 – 35 del Regolamento Generale 30 Il 20 maggio è la data del il primo sisma, di magnitudo pari a 5.9 gradi della scala Richter e con

profondità di 6,3 km. Il 29 maggio si è verificato un secondo terremoto di magnitudo pari a 5.8 gradi

Richter e profondità 10 km, con epicentro localizzato più a ovest rispetto al precedente. 31 Contenuti e dati tratti dal documento della Regione Emilia-Romagna “A due anni dal terremoto”,

scaricabile dal sito http://www.regione.emilia-romagna.it/terremoto/a-due-anni-dal-sisma/

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 73

agricoltura, industria e servizi. Si tratta quindi di una zona non solo densamente popolata

ma anche con un’altissima industrializzazione, un’agricoltura fiorente e un alto tasso di

occupazione, basti pensare che nell’area del cratere si produce circa il 2% del Pil

nazionale.

L’intera area interessata dal sisma, oltre a quella del cratere, coinvolge 58 comuni (inclusi

i capoluoghi di provincia): 14 nel reggiano, 19 nel modenese, 17 nel bolognese, 8 nel

ferrarese. A questi vanno aggiunti due comuni per i danni subiti alle attività produttive.

Gli abitanti complessivamente coinvolti residenti in quest’area allargata sono circa

900mila.

Tavola 8 - Popolazione e abitazioni nell’area colpita dal sisma.

Province

Popolazione residente

Famiglie Abitazioni

Modena 261.645 107.914 112.392

Ferrara 214.545 98.993 105.835

Bologna 169.636 73.393 76.618

Reggio Emilia 121.657 48.276 49.355

Totale area colpita 767.483 328.576 344.200

Il bilancio umano è pesante: muoiono a causa delle scosse 28 persone, cui si aggiungerà

un volontario deceduto nella fase di ricostruzione. I feriti sono circa 400. Le famiglie

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 74

colpite che nell’immediato hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni sono state19.000,

per un totale di 45.000 persone. 14.000 gli edifici residenziali danneggiati.

Il sisma ha colpito una delle aree produttive più importanti del Paese con la presenza di

distretti produttivi anche di rilevanza internazionale come ad esempio il comparto del

biomedicale dell’area di Mirandola.

Le aziende coinvolte sono diverse migliaia per un valore complessivo del danno stimato di

2,7 miliardi di euro. Anche il settore agricolo è stato messo a dura prova: sono state

stimate in quasi 14mila (pari al 18,7% del totale regionale) le aziende agricole interessate

dal sisma, per una superficie agricola utilizzabile di oltre 200mila ettari, di cui 1.233

aziende con allevamenti. I danni stimati per il settore agricolo e quello agro-industriale

ammontano a 2,4 miliardi di euro circa. Il 90% dei danni si concentra nella provincia di

Modena.

I danni subiti dal sistema economico hanno avuto un immediato riflesso sull’occupazione,

nel 2012 circa 4000 unità produttive hanno fatto ricorso alla cassa integrazione.

Ingenti i danni alle abitazioni, al patrimonio storico culturale, alle strutture pubbliche, alle

strutture sanitarie e scolastiche.

Dopo una breve prima fase di emergenza, che ha visto il contributo determinante del

mondo del volontariato e dell’associazionismo, oltre ai grandi sforzi della Protezione civile

nazionale e regionale, sono partiti velocemente i programmi di ricostruzione, grazie allo

stanziamento di fondi nazionali, comunitari, del bilancio regionale, della solidarietà e dei

Fondi Strutturali della programmazione 2007-2013.

3.5.1 Verso un piano strategico per l’area del sisma

Il processo di ricostruzione dell’area duramente colpita dal sisma è in corso.

La Regione, una volta conclusa la fase di emergenza, ha affrontato il processo di

transizione verso il ritorno completo alla normalità mettendo al centro la sicurezza e il

benessere delle persone e il ripristino delle condizioni essenziali di ripresa della vita delle

comunità locali, attraverso un percorso ed un metodo di condivisione e concertazione tra

Commissario ed enti locali messo in piedi sin dall’inizio tramite la costituzione del

Comitato Istituzionale e di indirizzo.

Di fronte allo scenario di devastazione causato dal terremoto sono state fatte scelte

precise: la prima improcrastinabile decisione è stata quella di riconsegnare la scuola agli

alunni, garantendo la regolare apertura dell’anno scolastico dopo solo tre mesi dal sisma,

a settembre 2012.

Altra priorità è stata quella del lavoro per cercare di contrastare il negativo impatto

sull’occupazione generato dai tanti crolli degli stabilimenti produttivi.

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 75

Successivamente l’attenzione si è concentrata su abitazioni e imprese, attraverso

l’emanazione di provvedimenti che regolano i finanziamenti per il ripristino e la

ricostruzione di case e attività economiche.

L’altra linea di intervento ha riguardato il tempestivo riavvio dei servizi pubblici essenziali

e la realizzazione di nuovi municipi temporanei, laddove quelli storici erano gravemente

compromessi, per garantire in un momento così difficile per la collettività il ripristino di

luoghi identitari e di servizio per l’intera comunità.

Gli obiettivi e le misure principali possono essere così sintetizzate:

· il ripristino delle scuole o l’allestimento di soluzioni temporanee nel caso di edifici

scolastici danneggiati in modo grave, per garantire la riapertura regolare dell’anno

scolastico;

· il sostegno alla celere ripartenza delle attività economiche e conseguentemente il

ritorno al lavoro dei lavoratori in cassa integrazione, attraverso misure per la

delocalizzazione temporanea e soprattutto la ricostruzione;

· il rientro nelle case e la soluzione del problema dell’alloggio attraverso l’erogazione di

finanziamenti per la ricostruzione;

· la sicurezza, innanzitutto delle attività produttive, con i fondi INAIL, le misure dell’art. 3

del DL 74/L122 e gli interventi provvisionali;

· il recupero dei beni culturali, il ripristino dei municipi non solo per garantire l’azione

amministrativa, ma anche come luogo di incontro e servizio;

· la messa in sicurezza e ripristino delle funzionalità delle opere idrauliche per la difesa

del suolo;

· il supporto per garantire massima continuità dell’assistenza sanitaria e dei servizi

socio-assistenziali provvedendo al tempestivo ripristino delle strutture e degli ospedali;

· l’avvio di un articolato programma di recupero degli alloggi di edilizia residenziale

pubblica per il potenziamento del patrimonio.

In questo contesto, i segni della ripresa sono evidenti: le aziende hanno recuperato quasi

completamente le attività di produzione, non si è verificato il temuto effetto di

“abbandono” dell’area da parte delle imprese insediate - che avevano subito ingenti

danni ai capannoni e alle attrezzature - le ore di cassa integrazione sono tornate a valori

fisiologici, le aziende agricole hanno in larga parte ripristinato le produzioni ed i servizi

alla popolazione sono stati completamente ripristinati anche grazie all’approntamento di

strutture temporanee (ad esempio per le scuole).

La Regione intende ora guardare oltre, per posizionare il territorio in questione (che ha

svolto in passato un ruolo trainante nell’economia regionale) nelle traiettorie di sviluppo

che hanno come obiettivo la competitività e l’attrattività regionale.

In questa direzione la Regione ha come obiettivo principale quello di mantenere l’identità

del territorio, sia di carattere insediativo sia di “attaccamento” della popolazione ai propri

luoghi di vita e di lavoro, contrastando più facili approcci alla ricostruzione che

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 76

comporterebbero inevitabili conseguenze quali costruire nuovi agglomerati (new town),

pregiudicare il paesaggio e la ruralità con fenomeni di sprawl e rendere difficilmente

recuperabili i centri urbani fortemente danneggiati, per i quali il processo di ricostruzione

è molto più complesso e lungo.

Si intende perciò completare il processo di ricostruzione valorizzando i luoghi ed i beni

storico culturali che hanno una funzione essenziale nel preservare l’identità dei luoghi e il

senso di appartenenza dei cittadini al loro territorio, in una chiave di coesione sociale e

territoriale.

Per conseguire questa finalità, occorre che la Regione metta in campo risorse non solo

finanziarie, ma anche conoscitive e legislative, per definire un piano strategico integrato,

capace di intervenire in maniera modulare su temi strategici o su “sub aree” del

territorio più ampio investito dal sisma.

Lo strumento più adatto a questo fine risulterebbe essere un “Piano strategico” che per

sua natura deve essere concepito e declinato con la collaborazione di tutti i soggetti che

rappresentano il territorio e che tanto attivamente hanno contribuito a riportare la

normalità nella vita delle persone.

Questo approccio integrato ha come obiettivi specifici:

· realizzare nel più breve tempo possibile il ritorno completo alla normalità, mettendo al

centro la sicurezza e il benessere delle persone e il ripristino delle condizioni essenziali

di ripresa della vita delle comunità locali,

· stimolare e incoraggiare quelle trasformazioni strutturali di questa zona di pianura e di

“confine”, in grado di contrastare i fenomeni che, in relazione al declino rurale,

comportano conseguenze di degrado ambientale, marginalità culturale e crisi di talune

componenti del tessuto socio-economico legato alla ruralità.

· salvaguardare e qualificare l’ambiente, preservare e valorizzare le peculiarità storico-

culturali, promuovere efficacemente gli “stili di vita” e l’identità locale,

· posizionare il sistema locale anche nelle relazioni globali, grazie alla sua apertura nei

confronti dell’esterno con la realizzazione della Nuova Cispadana,

· migliorare l’attrattività insediativa dei centri storici e del paesaggio rurale, nella sua

veste di territorio di cerniera, passaggio e connessione grazie ad un rafforzato sistema

infrastrutturale fortemente interconnesso

· innalzare il livello di sicurezza (sismico e idraulico) agendo in modo che non ci si limiti

ad interventi di adeguamento, ma facendo sì che questi siano investimenti in tecniche

e tecnologie innovative con effetti anche sul sistema economico locale e sulla qualità

della vita delle persone.

I Fondi SIE della programmazione 2014-2020 potrebbero quindi concorrere attivamente

al raggiungimento di alcuni di questi obiettivi.

Sul versante economico le priorità di investimento si collocano negli ambiti

dell’innovazione e della ricerca, della connettività e dei servizi per le smart cities, della

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 77

formazione avanzata, della competitività delle PMI e del settore del commercio, nonché

del rafforzamento delle eccellenze in campo agricolo (si pensi a questo proposito al

potenziale dell’incoming legato ad Expo 2015).

In merito ai temi della sicurezza del territorio e dell’ambiente, anche gli interventi di

valorizzazione del patrimonio culturale potranno agire a supporto del recupero identitario

e dello sviluppo, in sinergia con gli interventi che avranno come obiettivo la

rivitalizzazione dei centri storici (e del commercio) da un lato e del territorio rurale di

pregio dall’altro.

L’insieme integrato di queste priorità di investimento potrà giocare un ruolo di

consolidamento e di posizionamento di questo sistema economico nelle reti nazionali ed

internazionali della competitività.

La cartina che segue mostra l’ambito territoriale nel quale la Regione intende attivare le

politiche specifiche per l’area del sisma.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 78

3.6 Le politiche di cooperazione a scala europea

3.6.1 L’Emilia-Romagna nelle strategie macroregionali europee

La dimensione sovranazionale delle politiche di cooperazione a scala europea nell’ambito

degli indirizzi strategici di Europa 2020, trova una sua collocazione territoriale significativa

nelle strategie europee macroregionali. Dal 2009 l’Unione Europea opera in tal senso,

individuando macroaree verso le quali operare un coordinamento complessivo delle

azioni di diverse politiche ed un approccio di governance multilivello attraverso la

realizzazione di un Piano d’azione (Action Plan).

La Regione Emilia-Romagna riconosce l’importanza dell’adesione a queste strategie per il

valore di innovazione che possono indurre all’insieme delle politiche territoriali e già da

tempo aderisce ad organismi ed associazioni di carattere interregionale e sovranazionale

(come l’Euroregione adriatica) partecipando e promuovendone le attività.

A seguito delle strategie macroregionali già adottate dall’UE per la regione del Mar Baltico

(2009) e per la regione del Danubio (2011), il Consiglio Europeo nel Dicembre 2012 ha

riconosciuto l’opportunità di adottare una strategia per la macroregione Adriatico ionica

(EUSAIR) il cui Piano d’azione sarà adottato entro la fine del 2014.

Le aree delle strategie europee macroregionali

Fonte: Central Europe MA, 2013

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 79

La strategia per l’area Adriatico Ionica interessa 4 paesi membri (Italia, Slovenia, Croazia,

Grecia) e 4 paesi non membri (Serbia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Albania) e ha

avuto come base programmatica iniziale la Comunicazione della CE “Una strategia

marittima per il Mare Adriatico ed il Mar Ionio” (COM(2012) 713) ed il discussion paper

sulla strategia EUSAIR presentato dalla Commissione europea nell’agosto 2013 a cui è

seguito un intenso lavoro portato avanti dagli Stati partecipanti (attraverso propri Punti di

contatto nazionali) e la realizzazione di numerose iniziative di consultazione condotte

dalla Commissione Europea, dal Comitato delle Regioni e dai Punti di contatto nazionali

nei diversi territori dell’area. Il percorso di programmazione ha portato all’individuazione

di quattro aree di reciproco interesse (Pilastri) sui quali si articoleranno le priorità

d’azione contenute nel Piano d’Azione EUSAIR e specifiche priorità tematiche:

· risorse marine e marittime con priorità relative alle tecnologie innovative, ai servizi,

alla pesca ed acquacoltura ed ai servizi;

· reti di trasporti ed energia con priorità collegate ai trasporti marittimi, ai collegamenti

intermodali ed alle reti di energia ;

· salvaguardia e tutela della qualità ambientale con priorità collegate alla protezione

dell’ambiente marino, alla gestione integrata delle zone costiere ed al cambiamento

climatico;

· turismo sostenibile con rafforzamento e promozione dell’identità della regione

adriatico ionica e del suo patrimonio ambientale e culturale.

La strategia prevede, inoltre, due pilastri orizzontali - Capacity buiding e Ricerca e

Innovazione - che fungono da “integratore” tra le diverse tematiche trattate dai pilastri

settoriali.

Area della Strategia Europea macro regionale Adriatico Ionica

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 80

La Regione Emilia-Romagna, così come le altre Regioni italiane interessate, su input della

Conferenza dei Presidenti (doc 13/080/CR11/C3), partecipa fin dal 2007 ad iniziative

tecniche, progettuali e politiche preparatorie aderendo all’Euroregione Adriatica (L.R.

7/2007) e contribuisce alle attività dell’Iniziativa Adriatico ionica e al sistema di

coordinamento tra le regioni.

La programmazione nazionale e regionale dei Fondi SIE dovrà tenere in considerazione le

priorità della strategia macroregionale ricercando le coerenze e individuando le azioni che

contribuiscano all’attuazione della strategia così come specificato anche dall’art. 96 .3e

del Reg.(UE) 1303/2013.

Al livello regionale il valore aggiunto della strategia macroregionale Adriatico-Ionica e la

conseguente azione programmatoria si identifica con:

· l’intensificazione ed integrazione della cooperazione tra i paesi dell’area attraverso le

opportunità offerte dai programmi di cooperazione territoriale europea;

· la mobilitazione di altri programmi e strumenti finanziari pubblici e privati verso i paesi

balcanici;

· il miglioramento e la prosecuzione delle azioni progettuali in particolar modo sulla

salvaguardia e tutela della qualità ambientale, della pesca, della valorizzazione turistica

e culturale.

3.6.2 Le aree di cooperazione territoriale e i relativi Programmi

Anche per il periodo di programmazione 2014-2020 l’Unione europea ha individuato

come uno degli obiettivi della politica europea di coesione territoriale quello della

Cooperazione Territoriale Europea (CTE). Tale obiettivo, rafforzato finanziariamente e

sostenuto dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR,) sarà affiancato e ulteriormente

valorizzato dal contributo degli strumenti finanziari europei per l’azione esterna, in

particolare lo strumento di sostegno alla politica di preadesione (IPA II) e di vicinato (ENI)

che prevedono, fra l’altro, risorse da dedicare all’attuazione di programmi di

cooperazione territoriale che coinvolgono aree esterne all’Unione europea e che per

l’Italia fanno riferimento, in particolare, ai paesi dell’area balcanica e della sponda sud del

Mediterraneo.

Il rafforzamento della cooperazione territoriale trova fondamento nella necessità di

accrescere il valore aggiunto di progetti transfrontalieri e transnazionali e la possibilità di

individuare spazi geografici di cooperazione caratterizzati da problematiche comuni di

sviluppo da affrontare con approcci mirati ed integrati che travalicano i confini nazionali.

Questi obiettivi sono condivisi, inoltre, anche da altri programmi europei quali Orizzonte

2020, LIFE+, Europa Creativa, Life Long Learning Programme.

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 81

Le risorse finanziarie dell’Unione Europea per la cooperazione territoriale ammontano

complessivamente a 8,9 miliardi di euro a disposizione per il finanziamento di programmi

operativi transfrontalieri e transnazionali gestiti da Autorità comuni.

In considerazione della sua collocazione geografica, l’Italia è fra i paesi europei

maggiormente interessati dai programmi di cooperazione territoriale che assumono

rilevanza quali strumenti complementari a sostegno dello sviluppo regionale fornito ai

territori attraverso i programmi operativi nazionali e regionali e di propulsione alla

progettazione territoriale locale.

I diversi programmi di cooperazione attivano bandi pubblici sovranazionali finalizzati al

finanziamento di operazioni congiunte condotte da partenariati di beneficiari dei diversi

territori eleggibili.

L’Amministrazione regionale dell’Emilia-Romagna forte dell’esperienza dei precedenti

periodi di programmazione (2000/2006 e 2007/2013) maturata attraverso il

coinvolgimento delle proprie strutture a numerose iniziative progettuali e la

partecipazione dell’intero sistema regionale, nelle diverse articolazioni locali, conferma il

proprio interesse a promuovere l’operatività dei programmi CTE sul proprio territorio.

A partire dal 2011, la Regione Emilia-Romagna ha sviluppato un percorso d’analisi

finalizzato a verificare il contributo dei progetti CTE alla programmazione regionale

unitaria.

Il metodo è stato sviluppato e applicato ad un campione significativo di progetti realizzati

sul territorio emiliano-romagnolo e riferiti ai diversi ambiti tematici. La verifica

dell’’efficacia dei progetti è emersa da un’analisi dei risultati di medio-lungo termine con

implicazioni dirette (a livello di progetto) e indirette (a livello di integrazione nella

programmazione).

Il percorso d’analisi ha rilevato come i progetti di CTE contribuiscano alla formazione di

processi di conoscenza, sostenendo forme di innovazione e investimento e migliorando i

processi di governance regionale e locale.

Tali elementi hanno assunto significatività tramite l’identificazione di criteri chiave, intesi

come modalità della capacità dei progetti di influire sul contesto locale:

§ Know-how: capacità del progetto di rafforzare competenze e conoscenze degli attori

locali coinvolti

§ Innovazione: capacità del progetto di apportare un contributo innovativo a processi,

prodotti, servizi

§ Investimenti diretti o indotti: capacità del progetto di stimolare e/o far confluire

investimenti produttivi e/o strutturali

§ Capitalizzazione: capacità delle pratiche sviluppate (sia quelle disponibili a partire da

altre esperienze pregresse, sia quelle ottenute dall’implementazione del progetto) di

essere valorizzate, anche tramite processi di clusterizzazione

§ Networking: capacità del progetto di avviare/rafforzare percorsi di rete a livello

trasnfrontaliero/transnazionale

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 82

§ Integrazione/Mainstreaming: capacità di integrazione del progetto nella

programmazione regionale complessiva

§ Governance: capacità del progetto di creare relazioni funzionali a livello territoriale,

coinvolgendo il maggior numero possibile di stakeholder

Gli esiti del percorso di valutazione consolidano la scelta strategica regionale di una

partecipazione attiva ai programmi CTE 2014/2020 quale strumenti di sviluppo regionale.

Nel corso del 2012, con l’intento di approfondire e rafforzare la relazione tra valutazione

e cooperazione, il metodo è stato reso disponibile per avviare un percorso sperimentale

tra le Regioni italiane nell’ambito del Programma MED. Alla sperimentazione hanno

partecipato le Regioni Lazio e Puglia, e, a partire dalla fine del 2013, si sono aggiunte le

Regioni Marche, Umbria, Sardegna, Calabria e Veneto, con lo scopo di validare

ulteriormente il modello sviluppato e di rafforzarne/migliorarne l’impianto metodologico.

Per il periodo 2014/2020 saranno operativi sul territorio regionale programmi che fanno

riferimento a 5 spazi di cooperazione. Al pari dei programmi operativi nazionali e regionali

articoleranno la loro azione su 4 degli 11 obiettivi tematici proposti dalla Commissione

Europea per la concentrazione dell’utilizzo dei Fondi Strutturali.

Area di cooperazione Territori regionali eleggibili

Transfrontaliera Italia – Croazia territorio provinciale di Ferrara, Ravenna, Forlì-

Cesena, Rimini

Transnazionale Adriatico-Ionico intero territorio regionale

Transnazionale Europa Centrale Intero territorio regionale

Transnazionale Mediterraneo Intero territorio regionale

Interregionale Intero territorio regionale

A questi si affiancano 2 programmi per il sostegno e lo sviluppo di reti europee: ESPON III

e URBACT III. ESPON III concentra la sua attività nella produzione, disseminazione e

promozione di studi ed analisi territoriali a scala europea in diversi settori e campi di

indagine per favorire e contribuire all’attuazione della strategia Europa 2020.

URBACT III indirizza la sua azione verso il miglioramento dell'efficacia delle politiche di

sviluppo urbano integrato e sostenibile

Il nuovo programma transfrontaliero interno Italia-

Croazia 2014-2020, proposto dalla Commissione

europea a seguito del recente ingresso della

Repubblica di Croazia nell’Unione Europea, presenta

un’area eleggibile rappresentata dai territori NUTS III

delle provincie costiere adriatiche italiane e da gran

3. Le politiche di sviluppo

Pag. 83

parte del territorio croato. Il programma avrà una dotazione di risorse finanziarie

comunitarie di 201 milioni di euro.

Il programma transnazionale Adriatico Ionico copre un

vasto spazio geografico coincidente con l’area della

strategia europea macroregionale Adriatico Ionica. Con una

dotazione finanziaria complessiva di circa 100 milioni di

risorse comunitarie, rappresenterà uno dei principali

strumenti di supporto all’attuazione della strategia

macroregionale.

Il programma Europa Centrale 2020 copre una vasta area

comprendente territori NUTS II di 9 Stati membri. Con una

dotazione finanziaria di 246 milioni di euro, si pone come

obiettivo generale di sostenere, attraverso il coinvolgimento e

coordinamento di attori chiave dei diversi livelli regionali e

locali, lo sviluppo delle capacità regionali nei settori

dell’innovazione, dell’economia a basse emissioni,

dell’ambiente, della cultura e dei trasporti.

Il programma Mediterraneo 2014-2020 si pone in

continuità con il precedente programma

2007/2013 ed ha una dotazione finanziaria di 224

milioni di euro. Lo spazio di cooperazione

comprende 57 regioni di 10 Paesi UE e tre paesi

candidati. Si pone come obiettivo generale di

promuovere la crescita sostenibile nel bacino

mediterraneo favorendo l’innovazione e l’utilizzo

razionale delle risorse (energia, acqua, risorse

marittime) e favorendo l’integrazione sociale attraverso azioni di cooperazione

territoriale e integrata.

Il programma Interreg Europe 2014-2020 promuove, su tutto il territorio comunitario,

scambi di esperienze, identificazione e disseminazione di buone pratiche nell’attuazione

dei programmi operativi finanziati dai fondi strutturali europei perseguendo la finalità di

migliorare l’attuazione dei programmi operativi finanziati nell’ambito degli obiettivi

“Investimenti a favore della crescita e occupazione” e “cooperazione territoriale” della

politica di coesione europea.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 84

La tabella seguente fornisce un quadro sinottico del concorso dei Programmi di cui è

beneficiario il territorio regionale al raggiungimento degli Obiettivi tematici previsti dal

regolamento generale.

Tavola 9 - Obiettivi tematici previsti nei diversi programmi di cooperazione32.

Obiettivi tematici

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2.Migliorare l’accesso alle TIC, nonché l’impiego

delle medesime

3.Promuovere la competitività delle PMI X

4.Sostenere la transizione verso un’economia a

basse emissioni di carbonio in tutti i settori

X X X

5.Promuovere l’adattamento al cambiamento

climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi

6.Preservare e tutelare l’ambiente e promuovere

l’uso efficiente delle risorse

X X X

7.Promuovere sistemi di trasporti sostenibili ed

eliminare le strozzature nelle principali

infrastrutture di rete

X

8.Promuovere un’occupazione sostenibile e di

qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori

9.Promuovere l’Inclusione sociale e combattere la

povertà e la discriminazione

10.Investire nell’istruzione, nella formazione e nella

formazione professionale finalizzate alle

competenze e nell’apprendimento permanente

11.Rafforzare la capacità istituzionale delle autorità

pubbliche e delle parti interessate e promuovere

un’amministrazione pubblica efficiente

X

32 Per i Programmi Italia-Croazia e Adriatico-Ionico la correlazione con gli Obiettivi Tematici è attualmente

in via di definizione.

4. Gli strumenti intervento

Pag. 85

4. Gli strumenti d’intervento

4.1 Il contributo dei Fondi SIE, del Fondo Sviluppo e Coesione e della

Cooperazione Territoriale Europea alla strategia regionale 2014-2020

4.1.1 Il Programma Operativo Regionale del Fondo Sociale Europeo (FSE)

La strategia del programma

La strategia generale del programma operativo 2014-20 del Fondo Sociale Europeo della

Regione Emilia-Romagna è così articolata:

· qualificare il sistema formativo nelle sue componenti che si configurano come

opportunità qualificate e riconosciute di istruzione e formazione professionale,

formazione in apprendistato, formazione terziaria non universitaria, alta formazione

post universitaria, ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico ai fini

dell’inserimento e della permanenza nel mercato del lavoro;

· innovare e rafforzare i percorsi di raccordo tra i diversi segmenti del sistema

educativo e il mondo del lavoro e di transizione e mobilità professionale quali i tirocini;

· rendere disponibili misure complesse di intervento per il lavoro che

accompagnino e supportino i processi di ristrutturazione e riposizionamento

strategico di singole imprese o di comparti/filiere produttive affrontando in modo

mirato l’emergenza occupazionale con azioni di ricollocazione dei lavoratori che

rischiano di essere espulsi dal mercato del lavoro o che già hanno perso

un’occupazione;

· sostenere misure complesse di intervento al fine di corrispondere ai fabbisogni

di competenze necessari a promuovere e valorizzare interventi strategici di

innovazione e qualificazione della base produttiva;

· qualificare ulteriormente la rete dei servizi per il lavoro per le persone e per le

imprese, accessibili anche attraverso la rete, razionalizzandone il disegno unitario;

· aprire il sistema educativo e formativo ad una dimensione internazionale, in

integrazione con il Programma comunitario Erasmus+, attraverso una strategia

globale incentrata su tre categorie di intervento: promuovere la mobilità

internazionale degli studenti e del personale; promuovere l'internazionalizzazione e il

miglioramento dei programmi di studio e dell'apprendimento digitale e incentivare la

cooperazione strategica, i partenariati e lo sviluppo di capacità istituzionali;

· razionalizzare e dare unitarietà alle misure volte all’inclusione sociale delle

persone in condizioni di svantaggio a partire dalla convinzione che il lavoro sia la

precondizione per contrastare marginalità ed esclusione sociale e i connessi costi

individuali e collettivi;

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 86

· valorizzare e migliorare in termini di semplificazione le modalità di intervento

della Pubblica Amministrazione come Policy Making.

4. G

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zio

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PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 88

4.1.2 Il Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale

(FESR)

La strategia del programma

La strategia generale del programma operativo 2014-20 del Fondo Europeo di Sviluppo

Regionale della Regione Emilia-Romagna è così articolata:

· riprendere un percorso di crescita degli investimenti produttivi in grado di incorporare

l’innovazione e rafforzare la base produttiva delle filiere regionali, in un logica

sostenibile;

· accrescere il livello di internazionalizzazione del proprio sistema produttivo,

agganciandosi in modo più esteso e più stabile ai mercati più dinamici o in forte

crescita a livello mondiale;

· rafforzare ed accrescere la presenza sul mercato introducendo servizi, reti stabili di

produzioni, elevata progettualità e design nei prodotti;

· dare continuità e diffondere le attività di Ricerca e Sviluppo sia da parte della Rete

Alta Tecnologia che delle imprese sfruttando appieno le potenzialità di sviluppo legate

alla Smart Specialization Strategy regionale;

· sostenere ed accompagnare l’eccellente dinamica imprenditoriale della nostra regione

sia nell’ambito degli spin-off tecnologici che delle start up;

· accrescere l’occupazione e il sistema delle competenze;

· accrescere il capitale delle reti, da quelle tecnologiche a quelle del credito, a quelle

territoriali di produzione.

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ell

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nzi

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bb

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4.2

Rid

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on

e d

ei co

nsu

mi e

ne

rge

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lle e

mis

sio

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elle

imp

rese

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no

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4.3

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ali

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 90

4.1.3 Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR)

La strategia del programma

Il programma di Sviluppo Rurale 2014-20 si propone di contribuire in modo significativo al

rilancio e alla stabilizzazione del settore primario, puntando al coinvolgimento del

maggior numero di agricoltori, in particolare di quelli che affrontano specifiche crisi

settoriali, piuttosto che di quelli insediati nelle aree rurali maggiormente problematiche,

sviluppando politiche sinergiche con altri strumenti di sviluppo territoriale, anche sulla

base di un esame critico delle esperienze precedenti.

Sarà necessario attivare sul territorio tutte le risorse potenzialmente disponibili in

maniera coordinata mettendo a disposizione degli attori in campo (istituzioni, territori,

rappresentanze agricole e sindacali, sistemi d’impresa, operatori del mondo della

conoscenza e dell'innovazione) strumenti operativi nuovi, gestiti con modalità più snelle e

modificabili in corso d'opera alla luce dei risultati via via conseguiti.

In coerenza con gli obiettivi generali della Politica agricola comune il Programma deve

dare risposte concrete:

· alle imprese: promuovendone la competitività, attraverso il

rafforzamento dei servizi di supporto, il sostegno alla capacità di introdurre

innovazioni in termini di prodotto e di processo, la conquista di nuovi mercati, i

processi di adeguamento strutturale, favorendo la diversificazione, potenziando sia le

filiere corte sia quelle rivolte all’export, le reti d'impresa e le aggregazioni, nonché

agevolando l'accesso al credito, piuttosto che prevedendo forme assicurative e/o fondi

mutualistici;

· al lavoro: favorendone la stabilizzazione e la qualificazione,

stimolando l’occupazione e la nascita di nuove imprese, promuovendo la

concertazione, il dialogo sociale, la riorganizzazione, la valorizzazione del lavoro e delle

risorse umane, anche tramite l’applicazione e il sostegno degli accordi sindacali

aziendali, interaziendali e/o accordi sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente

rappresentative;

· ai giovani: andando oltre l’aiuto all’insediamento, promuovere

l’ingresso di nuovi imprenditori nel mondo agricolo sperimentando nuove soluzioni

per facilitare l’accesso alla terra e ai capitali e accordando loro priorità specifiche in

tutti gli interventi, ma anche incentivando la nascita di nuove imprese nei territori

marginali;

· all’ambiente: promuovere la sostenibilità dei processi produttivi

quale elemento strategico per la valorizzazione delle produzioni, la tutela delle risorse

naturali, l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici nonché la

valorizzazione delle foreste e lo sviluppo delle agro energie;

· al territorio: sostenendo interventi per migliorare la qualità di vita

garantendo l’accesso ai servizi anche ricorrendo a soluzioni innovative intensificando e

4. Gli strumenti di intervento

qualificando l'intervento nelle aree a maggiore ruralità, puntando sulle specificità

locali, sulla distintività delle produzioni di “montagna” sostenere inoltre l’agricoltura

fragile delle aree periurbane con interventi specifici finalizzati a sostenere le filiere

corte e la multifunzionalità delle aziende.

In particolare per i territori montani, pur non attivando uno specifico sottoprogramma,

l'attenzione del PSR per la montagna si potrà articolare in senso trasversale a tutte le

priorità attraverso:

· la definizione in tutte le priorità d’intervento di criteri di selezione e di condizioni di

ammissibilità per il riconoscimento delle specificità delle aziende agricole delle zone

prevalentemente rurali;

· l’attivazione di interventi riservati ai territori di montagna per tipologie di operazioni

particolarmente finalizzati alla risoluzione di problemi specifici;

· l’attivazione dell'indennità compensativa (art. 32) per zone con particolari vincoli

naturali.

Trasversalmente a tali tematiche si interverrà sul tema dell’innovazione: per valorizzare la

produzione, la trasformazione e la commercializzazione delle materie prime agricole,

soprattutto attraverso una migliore capacità di dialogo e interazione tra i diversi attori

locali coinvolti. La diffusione dell’innovazione verrà portata avanti dai Gruppi Operativi

(GO) del Partenariato Europeo per l’Innovazione (PEI). I GO verranno istituiti a livello

regionale e promuoveranno l’interazione tra mondo della ricerca e imprese, manterranno

i database informativi (ad esempio su clima e suolo) allo scopo di supportare il decision

making, offriranno formazione e consulenza alle imprese.

La strategia regionale dunque si articola in sei priorità rispetto a tre ambiti tematici –

Competitività sostenibile e approccio di filiera, Ambiente e clima, Territorio Rurale.

Queste priorità vengono dettagliate in 29 fabbisogni d’intervento33 individuati tramite un

processo bottom-up di confronto con il partenariato.

33 Si rimanda al Piano di Sviluppo Rurale dell’Emilia Romagna per l’elenco completo dei fabbisogni d’intervento.

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ne

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, la

co

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era

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ne

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nze

ne

lle

zo

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;

10

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imo

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l’i

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co

op

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po

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ba

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ze n

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10

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form

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3.1

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nsi

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zio

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di

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tate

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ch

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8.9

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3.3

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on

e e

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e d

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pro

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ni

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3.6

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ram

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fin

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ell

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3(b

) so

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o a

lla

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stio

ne

de

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zie

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ali

5.1

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e d

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da

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P 4

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rva

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re g

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mi

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ne

ssi

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rico

ltu

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olt

ura

6.5

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ll’a

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pe

rdit

a d

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se

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4(a

) sa

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gu

ard

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o e

mig

lio

ram

en

to d

ell

a b

iod

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rsit

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5.1

Rid

uzi

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hio

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rog

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’ero

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ge

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A.P

. Fo

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6.4

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) m

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Ma

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nim

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l m

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ia n

ell

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me

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In

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no

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co c

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o d

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uzi

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5(b

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In

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co c

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art

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lim

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fin

i d

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con

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lle

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en

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lavo

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ell

e a

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ru

rali

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 94

4.1.4 I programmi di Cooperazione Territoriale Europea (CTE)

Il territorio regionale, grazie alla sua collocazione geografica, alla propensione alla

partecipazione ai diversi programmi europei ed al dinamismo degli Enti Locali e di altri

soggetti pubblici e privati presenti sul territorio, riveste un ruolo centrale nelle dinamiche

di sviluppo collegate alla cooperazione territoriale sia in ambito transfrontaliero che

transnazionale.

In termini strategici la Regione Emilia-Romagna si propone di dare continuità e

consolidare all’interno dell’Amministrazione e verso il territorio la propria azione di

governo della attuazione dei programmi di cooperazione attraverso:

· la valorizzazione dei sistemi di priorità individuati dal Documento Strategico Regionale

(DSR) e dai piani settoriali regionali;

· la valorizzazione e capitalizzazione di risultati realizzati con progetti della

programmazione 2007/2013;

· il rafforzamento del sistema di relazioni con i territori eleggibili ai programmi in

particolare dell’area Adriatico balcanica e dell’arco mediterraneo;

· la promozione della partecipazione alle iniziative progettuali del sistema delle

autonomie locali e di altri soggetti rilevanti del territorio regionale e la ricerca delle

opportune sinergie fra le iniziative regionali e quelle degli enti locali territoriali;

· il consolidamento di strategie regionali per l’utilizzo dei diversi programmi europei,

non solo CTE, che prevedono il finanziamento di azioni di cooperazione territoriale;

· la conferma del sistema di governance interno all’Amministrazione del complesso dei

programmi CTE attivi sul territorio regionale ed il rafforzamento del ruolo del governo

regionale nel contesto nazionale e sovranazionale con particolare attenzione a:

- alla partecipazione, nell’ambito dei sistemi di governance nazionale, alla definizione

delle proposte dei programmi operativi CTE;

- alla ricerca della coerenza fra la azione regionale perseguita attraverso i programmi

operativi regionali e le indicazioni contenute nel Piano d’Azione della Commissione

europea attuativo della Strategia europea macroregionale Adriatico Ionica;

- all’assunzione del ruolo di Autorità unica di gestione transnazionale del programma

Adriatico Ionico.

· consolidamento del monitoraggio dei progetti CTE realizzati sul territorio regionale e

della attività di comunicazione, informazione ed accompagnamento sulle opportunità

di partecipazione ai bandi CTE nonché sui principali fondi a gestione diretta (Orizzonte

2020, LIFE, Connecting Europe Facility, EuropaCreativa) e sui principali risultati

conseguiti nella realizzazione di progetti.

Una volta completato il processo di definizione dei diversi programmi CTE verrà valutata

l’opportunità di adottare un documento di priorità ed orientamenti operativi per la

partecipazione della Regione Emilia-Romagna ai programmi di cooperazione territoriale

europea 2014/2020.

4. Gli strumenti intervento

Pag. 95

4.1.5 Il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC)

La strategia adottata a livello nazionale di sinergia tra gli investimenti dei Fondi Strutturali

e quelli sostenuti dal Fondo di Sviluppo e Coesione persegue un duplice obiettivo, ma

strettamente integrato: da un lato continuare nell’azione di potenziamento e

miglioramento dei contesti regionali; dall’altro assicurare un sostegno, strutturale e non

congiunturale, ai processi di rafforzamento delle imprese, di incremento

dell’occupazione, di miglioramento del tessuto sociale dopo la crisi. La programmazione

2014-20 opera dunque una scelta innovativa rispetto alle esperienze precedenti di utilizzo

dei fondi: quella di specializzare il Fondo Sviluppo e Coesione nel finanziamento delle

grandi opere infrastrutturali, in particolare nel campo dei trasporti, della rete digitale e

dell’ambiente. Ciò consente di poter disporre di una tempistica di spesa più adeguata a

realizzazioni complesse sotto il profilo amministrativo e tecnico, senza vincolarsi alle

scadenze che caratterizzano la gestione dei fondi strutturali, difficilmente compatibili con

la durata dei processi di realizzazione delle opere infrastrutturali.

Le risorse assegnate dalla Legge di Stabilità (L. 147/2014 art.1 c.8) alla programmazione

2014-20 del Fondo Sviluppo e Coesione sono pari a 54,810 miliardi, di cui 43.848 iscritti in

bilancio. Il riparto risorse a livello nazionale assegna il 20% alle regioni del Centro Nord,

per un totale di 8.769,6 miliardi di euro. Queste risorse a loro volta devono essere

ripartite fra Regioni e Amministrazioni Centrali (AACC)34.

Gli obiettivi tematici su cui saranno orientati gli investimenti del Fondo Sviluppo e

Coesione35 ad integrazione degli investimenti dei Fondi Strutturali sono:

OT 2 - Agenda digitale

OT 5 - Clima e rischi ambientali

OT6 - Tutela dell’ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali

OT 7 - Mobilità sostenibile di persone e merci

OT9 - Inclusione sociale e lotta alla povertà

OT10 - Istruzione e competenze

OT11 - Capacità istituzionale e amministrativa

La scelta strategica della Regione Emilia-Romagna, in una fase preliminare di

programmazione del Fondo Sviluppo e Coesione, è quella di concentrare gli investimenti

sugli obiettivi tematici 5 - Clima e rischi ambientali, 6 - Tutela dell’ambiente e

34 La percentuale delle risorse da assegnare all’ Emilia Romagna è, secondo la richiesta delle Regioni, pari

al 9,56%. La Legge di Stabilità 2014 prevede che i programmi degli interventi e delle azioni

positivamente istruiti siano sottoposti al CIPE per l’approvazione e conseguente assegnazione definitiva

delle risorse. 35 Fonte: Nota tecnica del DPS del 18 aprile 2014

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 96

valorizzazione delle risorse culturali e ambientali e 7 - Mobilità sostenibile, in particolare

sulle seguenti priorità di investimento:

- interventi strutturali di mitigazione del rischio idraulico, idrogeologico e sismico;

- interventi per la riduzione del tasso di erosione del suolo e delle coste;

- investimenti per la tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e culturali;

- infrastrutture e reti di trasporto (rinnovo del materiale rotabile e per il TPL,

infrastrutture per la mobilità urbana sostenibile).

OB

IETT

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2

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ost

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bie

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hia

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rila

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. C

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Ince

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OT

4 -

En

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mb

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ult

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OT

7 -

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en

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9 -

In

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le e

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mu

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Pre

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rist

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cosi

stem

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nte

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Pre

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rist

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eti

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M

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lle

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Pre

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riso

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li

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 98

4.2 La Coerenza e le sinergie tra i Programmi Operativi Nazionali (PON), la Youth

Employment Initiative (YEI) ed i Programmi Operativi Regionali

L’Accordo di Partenariato introduce sei Programmi Nazionali a valere sui Fondi FSE e FESR

con ricadute su tutte le Regioni, due Programmi multi regionali per le Regioni in

transizione e le Regioni meno sviluppate (Ricerca e Innovazione, Imprese e competitività)

e infine tre Programmi multi regionali per le sole Regioni meno sviluppate (Infrastrutture

e Reti, Beni culturali e Legalità). Sono inoltre previsti due programmi nazionali finanziati

dal Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale (Rete Rurale nazionale, Gestione del

rischio, infrastrutture irrigue e biodiversità animale) ed uno finanziato dal Fondo Europeo

Marittimo e per la Pesca.

I Programmi Operativi Nazionali finanziati dai Fondi FSE e FESR che impattano sul

territorio regionale sono:

· PON Città metropolitane – PON METRO

· PON Inclusione sociale

· PON Governance

· PON Occupazione

· PON Istruzione

· PON Occupazione giovani/YEI

Di seguito sono illustrati sinteticamente ambiti di intervento, modalità di governance ed

allocazione delle risorse per ciascun Programma. A seguire si propone una tabella di

coerenza tra le priorità di investimento dei Programmi Operativi Regionali e dei

Programmi Operativi Nazionali per ciascun obiettivo tematico, nonché le sinergie previste

con i programmi di Cooperazione Territoriale Europea e con i programmi ad iniziativa

diretta della Commissione Europea.

Programma Operativo Nazionale Città metropolitane

Ambiti di intervento

Il Programma operativo nazionale Città metropolitane sostiene interventi promossi in

14 città metropolitane:

· Le 10 Città metropolitane individuate con legge nazionale (Roma Capitale, Bari,

Bologna, Genova, Firenze, Milano, Napoli, Torino, Reggio Calabria e Venezia).

· Le 4 Città metropolitane individuate dalle Regioni a statuto speciale (Cagliari, Catania,

Messina e Palermo)

Le priorità di intervento individuate nell’Accordo di Partenariato, cui concorrono risorse

FESR e FSE, sono:

· Smart city per il ridisegno e la modernizzazione dei servizi urbani (OT 2 e OT 4):

4. Gli strumenti intervento

Pag. 99

- aumento della mobilità sostenibile nelle aree urbane;

- riduzione dei consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche o ad uso

pubblico, residenziali e non residenziali;

- diffusione di servizi digitali.

· Social innovation per l’inclusione dei segmenti di popolazione più fragile e per aree e

quartieri disagiati (OT 2 e OT 9):

- riduzione della marginalità estrema e interventi di inclusione a favore delle persone

senza dimora,

- riduzione del numero di famiglie in condizioni di disagio abitativo;

- potenziamento della domanda di ICT dei cittadini in termini di utilizzo dei servizi

online, inclusione digitale e partecipazione in rete.

I Comuni possono inoltre proporre altri ambiti tematici che dovranno essere sottoposti ai

tavoli trilaterali con DPS e Regione.

Governance

I soggetti che intervengono nella programmazione e gestione del PON sono l’Autorità di

Gestione, rappresentata dall’Agenzia per la Coesione Territoriale (costituita ex L.

125/2013), le Amministrazioni centrali inserite in un apposito comitato che supporta

operativamente l’AdG, le Amministrazioni regionali, coinvolte direttamente negli incontri

trilaterali per assicurare la complementarietà delle programmazioni, e l’Autorità urbana

identificata nell’ufficio delegato del Comune capoluogo dell’attuale Provincia. Per la

definizione dei contenuti progettuali, il Programma assume come interlocutori i Sindaci

dei Comuni capoluogo e gli uffici da questi individuati che ricoprono il ruolo di Autorità

Urbana.

Risorse assegnate

Le risorse assegnate al Programma ammontano a 1.176,2 milioni di euro, di cui 285,6

milioni per le Regioni più Sviluppate.

Programma Operativo Nazionale Istruzione

Ambiti di intervento

Il Programma sarà articolato in quattro assi prioritari:

· Asse I: competenze, apprendimento permanente, raccordo con mercato del lavoro;

· Asse II: infrastrutture scolastiche e società della conoscenza;

· Asse III: capacity building;

· Asse IV: assistenza tecnica

Con il sostegno del FSE saranno supportate innanzitutto azioni di contrasto alla

dispersione, focalizzate sui territori che esprimono maggiori criticità. Sarà inoltre previsto

un intervento core su tutto il territorio nazionale diretto al miglioramento delle

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 100

competenze chiave degli allievi. Per innalzare i livelli di competenza della popolazione

adulta si sosterranno iniziative formative mirate all’invecchiamento attivo. Sul piano della

qualificazione della filiera dell’Istruzione Tecnica e Professionale saranno messe in

campo azioni di sistema sugli istituti per migliorarne le performance e potenziare le

prospettive occupazionali degli studenti. Attraverso il FESR saranno finanziate iniziative di

infrastrutturazione tecnologica del sistema scolastico.

Governance

In continuità con l’attuale ciclo, si procederà attraverso la definizione di Piani Integrati

d’interventi, che consentono di mettere a bando un set differenziato di azioni di piccola

dimensione. Ogni anno ciascun Istituto Scolastico definirà collegialmente, a partire da

un’autodiagnosi delle criticità e delle eccellenze presenti nella scuola, il Piano integrato di

interventi che è parte del Piano dell'Offerta Formativa e integra le attività curriculari in

esso presentate.

Risorse assegnate

La dotazione complessiva del programma è di circa 3.230,4 milioni di euro, di cui 714

milioni di euro per le aree più sviluppate. La quota per la Regione Emilia-Romagna,

potrebbe aggirarsi attorno ai 70 milioni di euro. La ripartizione tra fondi dovrebbe essere:

30% FESR e 70% FSE.

Programma Operativo Nazionale Sistemi di politiche attive per l’occupazione

Ambiti di intervento

Il Programma, plurifondo, sarà articolato in quattro assi prioritari:

· Asse I:occupazione;

· Asse II:capitale umano;

· Asse III: capacità istituzionale;

· Asse IV: trans nazionalità;

· Asse V: assistenza tecnica.

Gli interventi nell’ambito del primo asse comprenderanno la cooperazione

interistituzionale per l’implementazione delle Strategie Locali per l’Occupazione, azioni di

sistema sulla permanenza/ricollocazione dei lavoratori colpiti da crisi di rilevanza

nazionale, sperimentazione di interventi di politiche attive (sistemi incentivanti) e relative

azioni di sistema e di promozione territoriale. Sull’asse capitale umano saranno finanziate

azioni di sistema per l’apprendimento permanente, tra cui quelle a supporto della

certificazione delle competenze e della definizione degli standard formativi e

professionali, azioni per l’alternanza scuola-formazione-lavoro e azioni di sistema per

l’anticipazione dei fabbisogni formativi e professionali. Sull’asse capacità istituzionale sarà

finanziato il sistema informativo integrato lavoro-formazione ed il rafforzamento delle

4. Gli strumenti intervento

Pag. 101

capacità degli attori nel sistema delle politiche attive per l’occupazione. Sull’asse

transnazionalità infine saranno collocate azioni dirette di mobilità e interventi di

facilitazione per la complementarità tra la programmazione FSE ed altri programmi/Fondi

Strutturali (Erasmus +).

Risorse assegnate

La dotazione complessiva del programma è di 2.361,4 milioni di euro, di cui 262 milioni di

euro per le aree più sviluppate. La quota per la Regione Emilia-Romagna, potrebbe

aggirarsi attorno ai 26 milioni di euro.

Programma Operativo Nazionale Occupazione Giovani

Ambiti di intervento

Il Programma sarà articolato in un unico asse Occupazione e finanzierà esclusivamente

azioni dirette alle persone.

Gli interventi, tutti a carico del FSE, comprenderanno: accoglienza, orientamento,

formazione, apprendistato, tirocini, servizio civile, sostegno all’auto-impiego e all’auto-

imprenditorialità, mobilità professionale transnazionale e territoriale e bonus

occupazionali.

Risorse assegnate

La dotazione complessiva del programma è di 1.513 milioni di euro, di cui 378 milioni di

cofinanziamento nazionale, 283 milioni a carico del PON Occupazione, altrettanti di

cofinanziamento a valere sui programmi regionali FSE e 567 milioni di allocazione

comunitaria dedicata all’Iniziativa per l’occupazione giovanile. La quota per la Regione

Emilia-Romagna è pari a 83 milioni di euro.36

Programma operativo nazionale Inclusione Sociale

Ambiti di intervento

La strategia del PON intende rispettare i tre pilastri della Raccomandazione CE

sull'Inclusione Attiva, presupponendo quale condizione indispensabile per ricevere il

sostegno, l’adesione ad un progetto personalizzato. Il PON è monofondo FSE, in

attuazione degli obiettivi tematici 9 e 11.

Gli ambiti/ tipologie di intervento sono:

36 Ipotesi di ripartizione inviata dal Ministro Giannini alla Conferenza delle Regioni il 30 dicembre 2013.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 102

· interventi di sperimentazione del Sostegno per l’inclusione Attiva (social card), servizi

sociali innovativi relativi al tema della violenza sulle donne e alle vittime di tratta,

sperimentazione di progetti per la promozione dell’economia e dell’innovazione

sociale, anche attraverso il rafforzamento delle attività di inserimento lavorativo

(azione di sistema);

· interventi per l’ integrazione socioeconomica delle comunità ROM, al fine di garantire

l’accesso ai 4 servizi essenziali (istruzione, abitazione, lavoro e salute);

· sull’asse capacità istituzionale saranno finanziati interventi mirati alla riduzione

dell’eterogeneità che caratterizza i servizi sociali nelle diverse aree del paese.

Risorse assegnate

L’ammontare complessivo di risorse è pari a 1.654,4 milioni di euro, di cui 336,6 per le

Regioni più sviluppate. La quota della Regione Emilia-Romagna è stimabile in 33 milioni di

euro.

Programma operativo nazionale Governance

Il PO sarà strutturato in tre assi prioritari, riferibili agli obiettivi tematici 11 e 2, sotto il

profilo del rafforzamento dell’amministrazione digitale:

· Sviluppo della capacità amministrativa a sostegno dei processi di modernizzazione

della PA;

· Governance e capacity building nella gestione dei PO;

· Assistenza Tecnica.

I principali obiettivi che si intendono conseguire sul primo asse riguardano: l’aumento

della trasparenza e l’accesso ai dati pubblici, la lotta alla corruzione, la riduzione degli

oneri regolatori, attraverso il rafforzamento dei processi di semplificazione

amministrativa e procedurale connessi alla nascita di nuove imprese; il miglioramento

della qualità dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione, attraverso il

consolidamento dei processi di digitalizzazione in particolare nei settori della Giustizia e

della Sanità.

Il secondo asse è focalizzato sul “miglioramento della governance multilivello e delle

capacità degli organismi coinvolti nella attuazione e gestione dei programmi operativi” e

sostiene interventi di supporto all’Agenzia per la Coesione Territoriale; azioni di

coordinamento e supporto alle Autorità di Audit Regionali (AdA); iniziative di

accompagnamento ai processi di riforma degli enti locali.

Governance

Si ipotizza che la sede che garantisce il coordinamento tra Stato e Regioni possa essere

rappresentata dal gruppo di lavoro OT 11, composto da rappresentanti delle

Amministrazioni regionali e nazionali e dal DPS, che ha accompagnato il negoziato per

4. Gli strumenti intervento

Pag. 103

l’Accordo di Partenariato. Tale gruppo di lavoro avrebbe un profilo più operativo di

accompagnamento ai processi di programmazione ed attuazione, rispetto ai CIA, presenti

nel 2007-2013.

Risorse assegnate

La dotazione è di 1.167,8 milioni di euro, di cui 102 per le Regioni più sviluppate. La quota

della Regione Emilia-Romagna è stimabile in 10 milioni di euro.

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4. Gli strumenti intervento

Pag. 107

4.3 I Risultati Attesi

Il documento “Metodi e obiettivi per un uso efficace dei Fondi europei 2014-20” richiama

ad una chiara identificazione degli obiettivi dell’azione pubblica “è necessario che i

risultati cui si intende pervenire siano definiti in modo circostanziato e immediatamente

percepibile, sia da coloro che sono responsabili dell’attuazione, sia da coloro che ne

dovrebbero beneficiare al fine di dare vita a una vera e propria valutazione pubblica

aperta. L’individuazione dei risultati desiderati deve essere effettuata prima di scegliere

quali azioni finanziare e mettere in pratica…..Nella programmazione operativa, gli

obiettivi stabiliti saranno definiti sotto forma di risultati attesi che si intende attuare in

termini di qualità di vita delle persone e/o di opportunità delle imprese”.

L’ esplicitazione dei risultati attesi delle politiche diventa dunque un passaggio strategico

sia per la corretta individuazione delle priorità di intervento e delle azioni da mettere in

campo per rispondere ai bisogni della comunità, sia per la trasparenza dell’azione

pubblica in termini di valutazione della sua efficacia.

Coerentemente con tale approccio il metodo di lavoro adottato in questo documento, già

illustrato al primo capitolo, è articolato in cinque passaggi logici: individuazione dei

fabbisogni espressi dal territorio, selezione delle priorità dell’azione pubblica,

formulazione delle strategie di policy, scelta degli strumenti di intervento più idonei ad

implementare quelle politiche, definizione di target in termini di risultati attesi,

attraverso i quali si intende dare una risposta concreta e misurabile ai fabbisogni

individuati attraverso l’analisi di contesto.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 108

Nei capitoli precedenti sono stati descritti gli esiti in termini di fabbisogni prioritari di

intervento a livello regionale dell’analisi di contesto e dell’analisi SWOT, sono stati

evidenziati i nessi logici tra fabbisogni, priorità strategiche e politiche di sviluppo che la

Regione intende mettere in campo nel periodo di programmazione 2014-20, è stato

infine illustrato il contributo che verrà apportato alla realizzazione della strategia

regionale dai Programmi Operativi Regionali FSE e FESR, in integrazione con il Programma

di Sviluppo Rurale e con la declinazione territoriale del Programma Nazionale FEAMP, dai

Programmi Operativi Nazionali che ricadono sul territorio regionale, dal Fondo Sviluppo e

Coesione e dai programmi di cooperazione territoriale.

In questo capitolo si intende “chiudere il cerchio” mettendo in correlazione i risultati

attesi che i programmi concorrono a perseguire con i fabbisogni del territorio, e

valorizzando la diversa ricaduta territoriale delle politiche sotto forma di “intensità di

impatto” del singolo risultato atteso sui territori target.

Nella tavola proposta alle pagine seguenti si illustra dunque la correlazione tra fabbisogni

e risultati attesi delle politiche, contributo dei Fondi al singolo risultato e sua ricaduta

territoriale, con l’intento di fornire una griglia di lettura che contribuisca all’accountability

delle politiche sostenute dai Fondi Strutturali nel prossimo settennio nella nostra

Regione.

La tabella che segue riporta, per ogni Obiettivo Tematico, i fabbisogni emersi dal quadro

di contesto e la loro relazione con i Risultati Attesi attivati dalla Regione tra quelli

disponibili nell’Accordo di Partenariato (in verde sono evidenziati i Risultati Attesi toccati

dalla Smart Specialization Strategy regionale). La tabella inoltre mostra, per ogni risultato

atteso, sia quali fondi vengono attivati sia il grado di intensità degli interventi in relazione

a ognuna delle aree territoriali target di politiche specifiche (bianco = scarsa intensità;

azzurro chiaro = intensità bassa; azzurro = intensità media; blu = intensità alta).

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§

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, co

nse

nte

nd

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l co

mp

leta

me

nto

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iera

de

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zio

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sis

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ci.

§

Pro

mo

zio

ne

de

lla

pie

na

ap

pli

cazi

on

e d

ell

e

AP

EA

re

gio

na

li.

§

Eff

icie

nta

me

nto

en

erg

eti

co d

eg

li e

dif

ici

pu

bb

lici

e d

ell

e f

ilie

re p

rod

utt

ive

§

Sa

lva

gu

ard

are

il

pa

trim

on

io f

ore

sta

le e

pro

mu

ove

re p

ian

tag

ion

i p

er

pro

du

zio

ni

leg

no

se i

n p

art

ico

lare

in

pia

nu

ra.

4.2

Rid

uzi

on

e d

ei

con

sum

i e

ne

rge

tici

e

de

lle

em

issi

on

i n

ell

e i

mp

rese

e

inte

gra

zio

ne

di

fon

ti r

inn

ova

bil

i

X

X

4.3

In

cre

me

nto

de

lla

qu

ota

di

fab

bis

og

no

en

erg

eti

co c

op

ert

o d

a g

en

era

zio

ne

dis

trib

uit

a s

vil

up

pa

nd

o e

re

ali

zza

nd

o s

iste

mi

di

dis

trib

uzi

on

e i

nte

llig

en

ti

X

X

4.5

Mig

lio

ram

en

to d

ell

o s

fru

tta

me

nto

so

ste

nib

ile

de

lle

bio

en

erg

ie

X

4.6

Au

me

nto

de

lla

m

ob

ilit

à s

ost

en

ibil

e n

ell

e a

ree

urb

an

e

X

4.7

R

idu

zio

ne

de

lle

em

issi

on

i d

i g

as

serr

a e

au

me

nto

de

l se

qu

est

ro d

i ca

rbo

nio

in a

gri

colt

ura

X

5

§

Co

nte

nim

en

to d

el

con

sum

o d

i su

olo

.

§

Pro

mo

zio

ne

de

lla

bo

nif

ica

de

i si

ti c

on

tam

ina

ti

in r

eg

ion

e.

§

Rip

rist

ina

re i

l p

ote

nzi

ale

pro

du

ttiv

o a

gri

colo

e

fore

sta

le e

in

tro

du

rre

ad

eg

ua

te m

isu

re d

i

pre

ve

nzi

on

e

§

Rid

uzi

on

e d

ell

a p

rese

nza

de

gli

in

qu

ina

nti

in

atm

osf

era

.

§

Mig

lio

ram

en

to d

ell

a c

on

osc

en

za d

ell

o s

tato

de

i p

rob

lem

i e

de

i ri

sch

i, a

do

tta

nd

o a

nch

e

stru

me

nti

di

an

ali

si c

ost

i e

be

ne

fici

pe

r

l’in

div

idu

azi

on

e d

eg

li i

nte

rve

nti

str

utt

ura

li d

i

mit

iga

zio

ne

de

i ri

sch

i.

§

Azi

on

i p

er

la m

itig

azi

on

e d

ei

risc

hi

am

bie

nta

li

(ris

chio

sis

mic

o,

risc

hio

id

rog

eo

log

ico

,

ero

sio

ne

co

stie

ra).

§

Co

nte

nim

en

to d

el

dis

sest

o i

dro

log

ico

e

5.1

Rid

uzi

on

e d

el

risc

hio

id

rog

eo

log

ico

e d

i e

rosi

on

e c

ost

iera

X

X

OT

Fab

bis

ogn

i/sf

ide

di r

ilie

vo r

egi

on

ale

37

Ris

ult

ati a

tte

si p

revi

sti d

ell'

Acc

ord

o d

i Par

ten

aria

to

FSE

FESR

FE

ASR

FS

C

Cit

Are

e

inte

rne

Si

sma

ge

olo

gic

o c

he

co

invo

lge

po

rzio

ni

cre

sce

nti

de

l

terr

ito

rio

re

gio

na

le.

6

§

Div

ers

ific

azi

on

e d

eg

li i

tin

era

ri t

uri

stic

i

reg

ion

ali

ne

ll’o

ttic

a d

i u

na

più

eq

uil

ibra

ta

dis

trib

uzi

on

e t

err

ito

ria

le d

ei

flu

ssi

e d

ell

a l

oro

sta

gio

na

lità

.

§

Ra

ffo

rza

me

nto

de

l tu

rism

o c

ult

ura

le e

rila

nci

o

de

l si

ste

ma

mu

sea

le.

§

Pre

sid

io d

ell

’ a

gro

bio

div

ers

ità

e d

ell

a

bio

div

ers

ità

in

ge

ne

re.

§

Rin

no

va

me

nto

di

pa

rte

de

lle

re

ti d

i

dis

trib

uzi

on

e e

ott

imiz

zazi

on

e d

ei

sist

em

i

acq

ue

do

ttis

tici

.

§

Qu

ali

fica

zio

ne

e i

nn

ova

zio

ne

de

i si

ste

mi

di

rice

ttiv

ità

e a

cco

gli

en

za a

fin

i tu

rist

ici

§

Mig

lio

rare

la

qu

ali

tà d

ell

e a

cqu

e r

idu

cen

do

i

cari

chi

inq

uin

an

ti d

eri

va

nti

da

lle

att

ivit

à

ag

rico

le e

zo

ote

cnic

he

6.4

Ma

nte

nim

en

to e

mig

lio

ram

en

to d

ell

a q

ua

lità

de

i co

rpi

idri

ci a

ttra

ve

rso

la

dim

inu

zio

ne

de

i p

reli

evi

e d

ei

cari

chi

inq

uin

an

ti,

l'e

ffic

ien

tam

en

to d

eg

li u

si n

ei

va

ri s

ett

ori

e i

l m

igli

ora

me

nto

e/o

rip

rist

ino

de

lla

ca

pa

cità

di

rica

rica

de

lle

fa

lde

acq

uif

ere

X

X

6.5

Co

ntr

ibu

to a

ll’a

rre

sto

de

lla

pe

rdit

a d

i b

iod

ive

rsit

à i

n a

mb

ito

te

rre

stre

e

ma

rin

o,

mig

lio

ran

do

lo

sta

to d

i co

nse

rva

zio

ne

de

lle

sp

eci

e e

de

gli

ha

bit

at

di

inte

ress

e c

om

un

ita

rio

e s

alv

ag

ua

rda

nd

o l

a b

iod

ive

rsit

à l

eg

ata

al

pa

esa

gg

io

rura

le,

ma

nte

ne

nd

o e

rip

rist

ina

nd

o i

se

rviz

i e

co s

iste

mic

i

X

6.6

Mig

lio

ram

en

to d

ell

e c

on

diz

ion

i e

de

gli

sta

nd

ard

di

off

ert

a e

fru

izio

ne

de

l

pa

trim

on

io n

ell

e a

ree

di

att

razi

on

e n

atu

rale

att

rave

rso

la

va

lori

zza

zio

ne

sist

em

ica

e i

nte

gra

ta d

i ri

sors

e e

co

mp

ete

nze

te

rrit

ori

ali

X

6.7

Mig

lio

ram

en

to d

ell

e c

on

diz

ion

i e

de

gli

sta

nd

ard

di

off

ert

a e

fru

izio

ne

de

l

pa

trim

on

io c

ult

ura

le,

ma

teri

ale

e i

mm

ate

ria

le,

ne

lle

are

e d

i a

ttra

zio

ne

att

rave

rso

la

va

lori

zza

zio

ne

di

riso

rse

e c

om

pe

ten

ze t

err

ito

ria

li

X

6.8

Rip

osi

zio

na

me

nto

co

mp

eti

tivo

de

lle

de

stin

azi

on

i tu

rist

ich

e,

att

rave

rso

la

va

lori

zza

zio

ne

sis

tem

ica

ed

in

teg

rata

di

riso

rse

e c

om

pe

ten

ze t

err

ito

ria

li

X

7

§

So

ste

gn

o a

l ri

eq

uil

ibri

o m

od

ale

e v

ers

o l

a

mo

bil

ità

co

lle

ttiv

a.

§

Rid

uzi

on

e d

ell

e p

ress

ion

i, s

ia d

i ti

po

am

bie

nta

le c

he

sa

nit

ari

o,

ese

rcit

ate

da

l

tra

spo

rto

su

l te

rrit

ori

o.

§

Co

nte

nim

en

to d

ell

e a

ree

co

ng

est

ion

ate

da

l

tra

ffic

o.

§

Incr

em

en

to d

ell

a s

icu

rezz

a s

ull

e s

tra

de

,

con

sen

ten

do

la

pro

gre

ssiv

a r

idu

zio

ne

de

gli

ind

ici

di

mo

rta

lità

e d

i in

cid

en

tali

tà.

§

Pro

mo

zio

ne

de

lla

mo

bil

ità

so

ste

nib

ile

.

7.1

Po

ten

zia

me

nto

de

ll’o

ffe

rta

fe

rro

via

ria

e m

igli

ora

me

nto

de

l se

rviz

io i

n

term

ini

di

qu

ali

tà e

te

mp

i

X

7.2

In

teg

razi

on

e m

od

ale

e m

igli

ora

me

nto

de

i co

lle

ga

me

nti

mu

ltim

od

ali

co

n i

pri

nci

pa

li n

od

i u

rba

ni,

pro

du

ttiv

i e

lo

gis

tici

7.3

Ra

ffo

rza

me

nto

de

lle

co

nn

ess

ion

i co

n l

a r

ete

glo

ba

le d

ell

e a

ree

in

tern

e

8

§

Cre

azi

on

e d

i n

uo

va

occ

up

azi

on

e.

§

Ril

an

cio

de

l la

vo

ro g

iova

nile

e a

rgin

am

en

to

de

l fe

no

me

no

de

i N

EE

T.

§

Rid

uzi

on

e d

ell

a d

ista

nza

tra

tip

olo

gie

di

lavo

rato

ri,

in p

art

ico

lare

tra

co

loro

ch

e h

an

no

form

e c

on

tra

ttu

ali

tra

diz

ion

ali

ch

e o

ffro

no

un

am

pia

ga

mm

a d

i tu

tele

(se

mp

re m

en

o

fre

qu

en

ti)

e i

co

sid

de

tti “p

reca

ri”

(se

mp

re p

8.1

Au

me

nta

re l

’occ

up

azi

on

e d

ei

gio

va

ni

X

8.5

Rid

urr

e i

l n

um

ero

de

i d

iso

ccu

pa

ti d

i lu

ng

a d

ura

ta e

so

ste

ne

re

ad

eg

ua

tam

en

te l

e p

ers

on

e a

ris

chio

di

dis

occ

up

azi

on

e d

i lu

ng

a d

ura

ta,

an

tici

pa

nd

o a

nch

e l

e o

pp

ort

un

ità

di

occ

up

azi

on

e d

i lu

ng

o t

erm

ine

X

8.6

Fa

vo

rire

la

pe

rma

ne

nza

al

lav

oro

e l

a r

ico

llo

cazi

on

e d

ei

lavo

rato

ri c

oin

vo

lti

in s

itu

azi

on

i d

i cr

isi

(se

tto

ria

li e

di

gra

nd

i a

zie

nd

e

X

8.8

M

igli

ora

re l

’eff

ica

cia

e l

a q

ua

lità

de

i se

rviz

i a

l la

vo

ro

X

OT

Fab

bis

ogn

i/sf

ide

di r

ilie

vo r

egi

on

ale

37

Ris

ult

ati a

tte

si p

revi

sti d

ell'

Acc

ord

o d

i Par

ten

aria

to

FSE

FESR

FE

ASR

FS

C

Cit

Are

e

inte

rne

Si

sma

nu

me

rosi

).

§

Ind

ivid

ua

zio

ne

di

nu

ovi

stru

me

nti

di

ing

ress

o

ne

l m

on

do

de

l la

vo

ro c

ap

aci

di

intr

od

urr

e u

n

gra

do

ma

gg

iore

di

eq

uit

à s

oci

ale

.

8.9

N

uo

ve

op

po

rtu

nit

à d

i la

vo

ro e

xtra

ag

rico

lo n

ell

e a

ree

ru

rali

9

§

Ince

nti

va

zio

ne

de

lla

cre

scit

a u

lte

rio

re d

el

terz

o s

ett

ore

, in

qu

an

to p

rod

utt

ore

di

nu

ove

op

po

rtu

nit

à d

i la

vo

ro e

di

cap

ita

le s

oci

ale

.

§

Ma

nte

ne

re l

a q

ua

lità

di

vit

a e

i s

erv

izi

pe

r

fro

nte

gg

iare

i m

uta

me

nti

de

mo

gra

fici

§

Pro

mu

ove

re u

n’a

zio

ne

co

ord

ina

ta d

i

va

lori

zza

zio

ne

e p

rom

ozi

on

e d

el

terr

ito

rio

a

be

ne

fici

o d

i tu

tte

le

fil

iere

§

Pro

mu

ove

re l

a p

rese

nza

e l

a d

iffu

sio

ne

de

lle

att

ivit

à d

ell

’ag

rico

ltu

ra p

eri

-urb

an

a,

an

che

co

n

fun

zio

ni

soci

ali

e c

ult

ura

li

§

Ince

nti

va

zio

ne

di

un

ma

gg

ior

live

llo

di

inte

gra

zio

ne

e c

on

sap

evo

lezz

a d

ei

sog

ge

tti

in

cam

po

e d

i u

n g

rad

ua

le s

vin

cola

me

nto

da

lle

riso

rse

de

l se

tto

re p

ub

bli

co,

an

che

att

rave

rso

un

’acc

resc

iuta

au

tore

vo

lezz

a e

le

git

tim

azi

on

e

ne

i co

nfr

on

ti d

el

sist

em

a d

el

cre

dit

o b

an

cari

o.

§

Fo

rme

in

no

va

tive

di

inte

rve

nto

in

am

bit

o

soci

ale

, a

nch

e a

ttra

ve

rso

il co

ntr

ibu

to d

el

terz

o s

ett

ore

, e

arg

ina

me

nto

de

lla

cre

sce

nte

po

lari

zza

zio

ne

tr

a i g

ran

di

pa

trim

on

i e

le

nu

ove

po

ve

rtà

.

§

Ma

nte

ne

re l

a q

ua

lità

di

vit

a e

i s

erv

izi

pe

r

fro

nte

gg

iare

i m

uta

me

nti

de

mo

gra

fici

§

Pro

mu

ove

re u

n’a

zio

ne

co

ord

ina

ta d

i

va

lori

zza

zio

ne

e p

rom

ozi

on

e d

el

terr

ito

rio

a

be

ne

fici

o d

i tu

tte

le

fil

iere

§

Pro

mu

ove

re l

a p

rese

nza

e l

a d

iffu

sio

ne

de

lle

att

ivit

à d

ell

’ag

rico

ltu

ra p

eri

-urb

an

a,

an

che

co

n

fun

zio

ni

soci

ali

e c

ult

ura

li

9.1

Rid

uzi

on

e d

ell

a p

ove

rtà

, d

ell

’esc

lusi

on

e s

oci

ale

e p

rom

ozi

on

e

de

ll’i

nn

ova

zio

ne

so

cia

le

X

9.2

In

cre

me

nto

de

ll’o

ccu

pa

bil

ità

e d

ell

a p

art

eci

pa

zio

ne

al

me

rca

to d

el

lavo

ro

de

lle

pe

rso

ne

ma

gg

iorm

en

te v

uln

era

bil

i e

de

i so

gg

ett

i p

resi

in

ca

rico

da

i se

rviz

i

soci

ali

X

9.3

Au

me

nto

/co

nso

lid

am

en

to q

ua

lifi

cazi

on

e d

ei

serv

izi

e d

ell

e i

nfr

ast

rutt

ura

di

cura

so

cio

-ed

uca

tivi

rivo

lti a

i b

am

bin

i e

de

i se

rviz

i d

i cu

ra r

ivo

lti a

pe

rso

ne

co

n

lim

ita

zio

ni

de

ll’a

uto

no

mia

X

10

§

Più

fo

rma

zio

ne

un

ive

rsit

ari

a e

po

st-l

au

rea

pe

r

colm

are

il fo

rte

rit

ard

o c

on

la

me

dia

eu

rop

ea

.

§

Ince

nti

va

zio

ne

de

lla

fo

rma

zio

ne

pe

rma

ne

nte

de

lla

po

po

lazi

on

e a

du

lta

.

§

Rid

uzi

on

e d

el

tass

o d

i a

bb

an

do

no

de

lla

10

.1 R

idu

zio

ne

de

l fa

llim

en

to f

orm

ati

vo

pre

coce

e d

ell

a d

isp

ers

ion

e s

cola

stic

a

e f

orm

ati

va

a p

ari

tà d

i co

nte

sto

e c

on

att

en

zio

ne

a s

pe

cifi

ci t

arg

et,

an

che

att

rave

rso

la

pro

mo

zio

ne

de

lla

qu

ali

tà d

ei

sist

em

i d

i is

tru

zio

ne

pre

sco

lare

,

pri

ma

ria

e s

eco

nd

ari

a e

de

ll’i

stru

zio

ne

e f

orm

azi

on

e p

rofe

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5. La capacità istituzionale e amministrativa

Pag. 115

5. La capacità istituzionale e amministrativa

Il tema della capacità istituzionale e amministrativa come condizione per portare a successo

le politiche pubbliche di sviluppo, è uno dei leit motiv del ciclo di programmazione 2014-20.

Questa attesa di miglioramento riguarda tanto il sistema pubblico nel suo complesso quanto

le istituzioni nazionali e regionali più direttamente impegnate nel processo di

programmazione e gestione dei fondi SIE.

Con riferimento al sistema pubblico nel suo complesso, il regolamento 1303/2013,

all’articolo 9, introduce, tra gli obiettivi tematici su cui orientare l’intervento dei Fondi a

sostegno della Strategia Europa 2020, l’obiettivo 11 che è finalizzato a “rafforzare la capacità

istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate e un’amministrazione pubblica

efficiente”.

Nel Position Paper la Commissione Europea indica la debole capacità amministrativa come

una delle sfide allo sviluppo che l’Italia deve affrontare e individua tra le priorità di

investimento le “misure atte a ridurre gli oneri amministrativi, sviluppare l'e-government,

migliorare l'accessibilità e l'efficienza del sistema giudiziario, e migliorare la capacità degli

organismi coinvolti nella gestione e nell’attuazione dei fondi”. Nell’Accordo di Partenariato

vengono individuati sei risultati attesi nell’ambito dell’obiettivo tematico 11, riconducibili

all’aumento della trasparenza e accesso ai dati pubblici, riduzione degli oneri regolatori,

miglioramento della qualità dei servizi della PA in generale e del sistema giudiziario in

particolare, aumento dei livelli di integrità e legalità e miglioramento della governance

multilivello e delle capacità degli organismi coinvolti nell’attuazione e gestione dei

programmi operativi.

Più direttamente legate anche alla capacità amministrativa dei soggetti impegnati nella

gestione dei Fondi SIE sono le condizionalità ex-ante, introdotte dall’articolo 19 del

regolamento 1303/2013, definite come “un fattore critico concreto e predefinito con

precisione, che rappresenta un prerequisito per l’efficace ed efficiente raggiungimento di un

obiettivo specifico relativo ad una priorità di investimento o a una priorità dell’Unione”38 e i

Piani di Rafforzamento Amministrativo (PRA) richiesti dalla Commissione Europea. Infatti

con lettera sottoscritta dalle Direzioni Generali responsabili dei Fondi Strutturali39, indirizzata

alla Rappresentanza Permanente, la Commissione ha chiesto di definire, nell'Accordo di

Partenariato, una procedura di verifica delle competenze e delle capacità delle autorità di

gestione e degli organismi intermedi. In particolare, la Commissione incoraggia gli Stati

Membri a compiere tale verifica attraverso i Piani di Rafforzamento Amministrativo (PRA),

elaborati dalle amministrazioni titolari dei programmi, approvati da un livello politico

38 Articolo 2, definizione 33). 39 ARES 2014/646165 del 10 marzo 2014

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 116

adeguato (Presidente della Regione o Ministro). A tal proposito le indicazioni fornite dal

Dipartimento Politiche di Sviluppo suggeriscono elaborazione del Piano da parte delle

Autorità di Gestione entro i termini di presentazione dei Programmi Operativi.

Le amministrazioni centrali e regionali sono dunque chiamate ad affrontare il tema della

capacità amministrativa sotto una duplice prospettiva, quella di assicurare l’esistenza di pre-

requisiti di efficacia della propria azione, così come disciplinati all’articolo 19 del

regolamento 1303/2013 e quella di definire un percorso di rafforzamento della propria

capacità istituzionale e amministrativa, per accompagnare adeguatamente tutte le fasi di

preparazione e attuazione dei programmi.

Il processo di autovalutazione della capacità amministrativa sia connessa alla certificazione

dello stato di adempimento delle condizionalità ex-ante che alla capacità amministrativa

delle unità organizzative impegnate nella gestione dei fondi SIE, diventa dunque

un’occasione di riflessione più ampia e di pianificazione di una riforma organizzativa e

procedurale tesa al miglioramento della performance amministrativa.

5.1 L’autovalutazione delle condizionalità ex ante generali

Come anticipato in premessa la Commissione Europea ha voluto introdurre dei pre-requisiti

a livello dei quadri istituzionali e regolamentari dei Paesi membri e/o delle Regioni affinché

l’efficacia degli investimenti programmati nell’ambito dei Programmi Operativi non venisse

inficiata da fragilità strutturali del contesto in cui gli interventi si inseriscono. Le

condizionalità ex ante, disciplinate dall’articolo 19 del regolamento 1303/2013 e

dall’allegato XI, che ne definisce i criteri di adempimento, sono riconducibili agli undici

obiettivi tematici e a 7 aree tematiche trasversali a tutti i programmi.

Le condizionalità tematiche sono applicabili agli obiettivi specifici perseguiti nell’ambito

delle priorità dei programmi operativi dei Fondi e pertanto non vengono trattate in questa

sede.

Le condizionalità ex ante generali, disciplinate nella parte II dell’allegato XI sono

riconducibili all’esistenza della capacità amministrativa per il presidio dei principi della non

discriminazione, della parità di genere e della disabilità in tutte le fasi di preparazione e

attuazione dei programmi, all’esistenza di dispositivi che garantiscano l’applicazione del

diritto dell’Unione Europea in materia di appalti pubblici, aiuti di stato, normativa

ambientale (VIA e VAS) e infine all’esistenza di una base statistica e di un sistema di

indicatori di risultato necessari ad effettuare valutazioni di efficacia e di impatto dei

programmi.

Per la loro natura trasversale ai programmi si è scelto di trattarle nell’ambito del Comitato

permanente per il coordinamento e l’integrazione della programmazione 2014-2020

istituito con delibera regionale 1691/2013. Il Comitato, composto dalle Autorità di gestione

dei POR regionali e coadiuvato dalle strutture regionali coinvolte nei processi di

5. La capacità istituzionale e amministrativa

Pag. 117

programmazione, attuazione, monitoraggio e controllo dei programmi comunitari ha le

seguenti finalità:

· assicurare, nella fase di programmazione dei Programmi Operativi Regionali 2014-2020, la

massima integrazione della strategia e degli obiettivi specifici dei diversi POR per

garantire i principi di efficacia ed efficienza richiamati nei documenti comunitari e

nazionali per concorrere al raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020;

· effettuare il raccordo con le Autorità di gestione nazionali dei PON a ricaduta regionale

per massimizzare la capacità di partecipazione del sistema regionale alle misure elaborate

alla scala nazionale;

· promuovere l’integrazione degli strumenti attuativi delle politiche comunitarie nelle aree

territoriali strategiche definite nell’Accordo di Partenariato e nel Documento Strategico

Regionale;

· assicurare la verifica periodica della capacità amministrativa e attivare le misure

necessarie ad innalzare le competenze dei diversi livelli amministrativi coinvolti nel

processo di attuazione dei Programmi regionali.

Al Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici è stato affidato il coordinamento del

Comitato e l’elaborazione del suo programma di lavoro.

Con riferimento alla verifica dello stato di adempimento delle condizionalità ex ante generali

il Nucleo di valutazione ha pertanto definito il metodo e gli strumenti, secondo l’approccio e

le indicazioni contenute nelle linee guida della Commissione Europea40 e accompagnato

l’esercizio di autovalutazione, da cui è emerso un quadro sostanzialmente di adeguatezza

dell’amministrazione rispetto ai criteri individuati dall’allegato XI del Regolamento 1303/13,

di cui si dà conto in dettaglio nell’allegato 3.

5.2 Il Piano di Rafforzamento Amministrativo

La finalità del Piano di Rafforzamento Amministrativo, secondo le intenzioni della

Commissione, è di garantire capacità amministrativa e operativa alle autorità di gestione e

alle strutture coinvolte nella gestione dei programmi operativi.

L'ossatura logica del documento, dovrà pertanto prendere in conto cinque elementi-chiave

concernenti l'uso efficace ed efficiente delle risorse europee, indicati nella lettera della

Commissione:

1. La capacità tecnica in termini di quantità e competenze del personale responsabile della

gestione degli interventi, l'Autorità di Gestione e i Dipartimenti dell'amministrazione

maggiormente interessati alla realizzazione delle operazioni. A questo proposito

dovranno essere esplicitate responsabilità e poteri attribuiti ai funzionari apicali.

40 Guidance on ex ante conditionalities for the European Structural Investment Funds, corrigendum 2, 14

february 2014

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 118

2. L'assicurazione di standard di qualità in relazione ai tempi e alle modalità di

realizzazione dei principali interventi (in relazione alle fasi di attuazione, quali selezione

beneficiari, pagamenti, controlli, ecc.).

3. II miglioramento di alcune funzioni trasversali determinanti per la piena e rapida

realizzazione degli interventi (p.e. la semplificazione legislativa; il sistema informatico di

gestione e trasmissione dati; la gestione dei flussi finanziari; il sistema dei controlli

amministrativi; la gestione delle procedure inerenti i regimi di aiuto; il sistema di

valutazione interno del personale).

4. La massima trasparenza delle azioni collegate al Programma Operativo, con precise

indicazioni circa le modalità con cui sarà conseguita.

5. L'individuazione dei "responsabili della capacità amministrativa" in ciascuna

amministrazione responsabile di PO, uffici con adeguate conoscenze e poteri di

intervento che opereranno a supporto dei Dipartimento di linea e che dovranno avere

poteri nel disegno, finanziamento e verifica delle riorganizzazioni. Per ciascuno di questi

punti andranno specificate le azioni, legislative, amministrative e/o organizzative, che

l'Amministrazione intende mettere in campo per assicurare la loro attuazione.

In attesa di definire la struttura cui competerà l’elaborazione del Piano si ritiene opportuno

indicare alcuni fabbisogni emersi nell’esercizio di autovalutazione sulle condizionalità ex ante

generali, sia in termini di formazione per il rafforzamento delle competenze delle strutture

coinvolte nella programmazione, gestione, monitoraggio e controllo dei Fondi, sia in termini

organizzativi e procedurali. Li illustriamo di seguito, non in ordine di importanza, ma secondo

l’ordine di trattazione delle condizionalità generali.

A. Allargare il Partenariato

E’ necessario un maggiore e continuo coinvolgimento del Centro regionale contro le

discriminazioni, degli organismi di parità di genere e degli organismi incaricati della tutela

dei diritti delle persone con disabilità nelle fasi di preparazione e attuazione dei Programmi

cofinanziati con Fondi SIE.

Nel corso dell’autovalutazione è emerso infatti che vi è una forma di coinvolgimento solo

delle consigliere di parità regionali, sul tema della parità di genere, e limitatamente al

Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo del Fondo Sociale Europeo. Le linee

guida della Commissione europea indicano, per l’assolvimento delle relative condizionalità,

l’elaborazione di un piano per il coinvolgimento del Centro regionale contro le

discriminazioni, degli organismi di pari opportunità di genere e degli organismi incaricati

della tutela dei diritti delle persone con disabilità nelle fasi di preparazione e attuazione dei

Programmi cofinanziati con Fondi SIE. Tale piano potrebbe essere unico per

l’antidiscriminazione, la parità di genere e la disabilità e trasversale a tutti i programmi

regionali.

B. Progettare ed erogare attività formazione e informazione a beneficio di tutti gli

organismi coinvolti nell’attuazione dei Fondi SIE

5. La capacità istituzionale e amministrativa

Pag. 119

In coerenza con il funzionamento del dispositivo regionale per la formazione del personale

regionale, è necessario sviluppare modalità strutturate e continue di analisi dei fabbisogni

formativi ed erogare coerenti attività formative, rivolte a tutte le Autorità coinvolte nel ciclo

di gestione dei Fondi SIE (Autorità di Gestione, Organismi Intermedi, Autorità di

Certificazione, Autorità di Audit, settori regionali coinvolti nell’attuazione dei programmi), e

relative ai temi oggetto delle condizionalità ex-ante generali:

· disciplina degli appalti pubblici

· disciplina degli aiuti di stato

· disciplina ambientale (VIA e VAS)

· normativa e politica antidiscriminazione dell’Unione

· normativa e politica sulle Pari Opportunità di genere e il mainstreaming di genere

· temi dell’accessibilità, dell’uguaglianza e non discriminazione delle persone disabili

C. Rafforzare l’organizzazione regionale per il rispetto della disciplina sugli aiuti di stato e

sui contratti pubblici Nel contesto del sistema organizzativo regionale, operante in tema di contratti pubblici, è

emersa la necessità di creare un dispositivo capace di affrontare i più gravi e ricorrenti errori

di applicazione della normativa.

Per quanto attiene alla normativa sugli aiuti di stato è emersa la necessità di rafforzare

l’organizzazione regionale che presidia il tema progettando e realizzando interventi che

agiscono su varie dimensioni organizzative – organizzazione regionale, sistema di regole,

strumenti di ausilio, dotazione di personale esperto, sistemi di coordinamento

interdirezionale, etc. – al fine di garantire il rispetto della normativa e creare le condizioni

per “fornire un’appropriata assistenza tecnica a tutti i soggetti che applicano la normativa

nel contesto dei Fondi Strutturali”.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 120

6. Le risorse finanziarie

Nell’Accordo di Partenariato le risorse UE allocate al Programma Operativo Regionale del

Fondo Sociale Europeo (FSE) sono pari a 393.125.091 €, quelle allocate al Programma

Operativo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) ammontano a 240.947.636 €,

per un valore complessivo di 634.072.727 €. A queste vanno aggiunte le risorse del

cofinanziamento, ripartito per il 35% a livello nazionale e per il 15% a livello regionale.

Complessivamente dunque sono allocati alla Regione Emilia-Romagna 1.268 milioni di

euro tra FSE e FESR.

Le risorse disponibili per il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR)

ammontano a 1.189,6 milioni di euro (percentuali di riparto: 43,12% UE, 39,81% Stato,

17,06% Regione).

La seguente tabella riepiloga le risorse disponibili (milioni di euro):

Fondo UE Stato Regione Totale

FSE 393,1 275,2 117,9 786,2

FESR 240,9 168,6 72,3 481,8

FEASR 513,0 473,6 202,9 1.189,6

Totale 1.147,0 917,4 393,1 2.457,5

Fonte: Accordo di Partenariato versione 22 Aprile 2014.

A ciò occorre aggiungere le quote dei Programmi Operativi Nazionali che avranno una

ricaduta sull’Emilia-Romagna. La tabella seguente mostra il riepilogo delle risorse (in

milioni di euro) disponibili a livello nazionale e una stima di quelle che dovrebbero

risultare destinate al territorio della regione41.

PON Risorse totali (UE+cofinanziamento)

Regioni più sviluppate

Regione Emilia-Romagna42

PON Istruzione 3.230,40 714,00 70,54

PON Occupazione 2.361,40 262,00 25,89

PON Inclusione 1.654,40 336,60 33,26

PON Città Metropolitane 1.176,20 285,60 35-40

PON Governance, Reti, AT 1.167,80 102,00 10,08

PON Yei 1.513,36 498,30 83,00

TOTALE 11.103,56 2.198,50 262,7743

41 Fonte: Accordo di Partenariato versione 22 aprile ’14. Le risorse di cofinanziamento FSE alla YEI sono

computate in aggiunta ai 2 miliardi di contribuzione regionale ai PON. 42 Stima, considerando una percentuale del 9,88 sul totale delle risorse centro nord, ad eccezione

dell’assegnazione YEI e PON Metro, ove sono disponibili stime del DPS. 43 Ipotizzando un’assegnazione alla città metropolitana di Bologna di 40 milioni di €.

6. Risorse finanziarie

Pag. 121

Infine, si riportano per completezza le risorse disponibili (sempre in milioni di euro) per i

programmi della Cooperazione Territoriale Europea (CTE) che coinvolgono l’Emilia-

Romagna:

Programma Risorse

Italia-Croazia 172,06

Adriatico-Ionico 57,11

Central Europe 38,35

Mediterraneo 113,69

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 122

Allegato n. 1

Soddisfazione dei criteri per l’identificazione delle città medie e dei poli urbani regionali

dell’Emilia-Romagna

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PROGRAMMAZIONE FONDI COMUNITARI 2014-2020 Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna

Pag. 124

Allegato n. 2

Caratterizzazione delle Aree Interne individuate dalla Regione Emilia-Romagna

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un

’in

cid

en

za m

ed

ia,

pa

ri

al

5,5

%,

de

i re

sid

en

ti s

tra

nie

ri s

ul

tota

le d

ell

a p

op

ola

zio

ne

re

sid

en

te)

do

ve

si

reg

istr

a u

na

m

ino

r p

rese

nza

di

gio

va

ni e

un

a

po

po

lazi

on

e a

nzi

an

a c

he

in

cid

e

into

rno

al

40

% s

ull

a c

om

po

sizi

on

e

de

mo

gra

fica

.

Are

a c

ara

tte

rizz

ata

da

un

a l

iev

e

pe

rdit

a d

i p

op

ola

zio

ne

(d

al

20

01

a

l 2

01

2 p

erd

ita

me

dia

de

l 2

,3%

d

i p

op

ola

zio

ne

re

sid

en

te).

Se

bb

en

e a

l su

o i

nte

rno

, l’

are

a

pre

sen

ti s

itu

azi

on

i a

bb

ast

an

za

div

ers

ific

ate

fra

i C

om

un

i, l

a

com

po

sizi

on

e d

ell

a p

op

ola

zio

ne

a

pp

are

te

nd

en

zia

lme

nte

an

zia

na

(c

om

po

ne

nte

ch

e i

nci

de

m

ed

iam

en

te s

ull

a p

op

ola

zio

ne

re

sid

en

te p

er

il 2

8%

), m

en

tre

la

co

mp

on

en

te g

iova

ne

è p

iutt

ost

o

ba

ssa

e s

i a

tte

sta

in

torn

o a

l 5

%.

Tra

il

20

01

e i

l 2

01

2,

l’a

rea

reg

istr

a u

na

de

bo

le c

resc

ita

d

ell

a p

op

ola

zio

ne

(m

ed

iam

en

te

sul

1,9

%).

Ris

pe

tto

all

’an

no

20

01

cr

esc

e l

a p

op

ola

zio

ne

str

an

iera

ch

e r

ap

pre

sen

ta i

l 9

% d

ell

a

po

po

lazi

on

e t

ota

le r

esi

de

nte

. In

p

art

ico

lare

pe

r i co

mu

ni

de

l m

od

en

ese

si

reg

istr

a n

el

pe

rio

do

con

sid

era

to u

n i

ncr

em

en

to

me

dio

di

resi

de

nti

str

an

ieri

de

l 5

00

%.

La c

om

po

sizi

on

e d

ell

a

po

po

lazi

on

e è

ab

ba

sta

nza

e

tero

ge

ne

a e

i g

iova

ni in

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on

o

sull

a p

op

ola

zio

ne

re

sid

en

te

me

dia

me

nte

pe

r il 1

4%

a f

ron

te

di

un

’in

cid

en

za d

eg

li a

nzi

an

i d

el

27

%.

Are

a c

ara

tte

rizz

ata

da

un

a l

iev

e

cre

scit

a d

ell

a p

op

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zio

ne

co

n

rile

va

nte

in

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en

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i p

op

ola

zio

ne

re

sid

en

te s

tra

nie

ra (

me

dia

me

nte

il

10

%).

Alc

un

e e

vid

en

ze l

asc

ian

o

intu

ire

un

a c

orr

isp

on

de

nza

fra

l’

incr

em

en

to d

i p

op

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ne

e

l’a

rriv

o d

i n

um

ero

si r

esi

de

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stra

nie

ri (

ve

di

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aso

de

i C

om

un

i d

i G

ale

ata

, M

erc

ato

Sa

race

no

e

Me

ldo

la).

L’

are

a s

i ca

ratt

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zza

in

olt

re,

pe

r u

na

dis

cre

ta p

rese

nza

di

gio

va

ni

com

pre

si f

ra 0

e 1

8 a

nn

i (1

6%

) e

di

an

zia

ni

(in

cid

en

za m

ed

ia d

i p

ari

al

23

% d

ell

a p

op

ola

zio

ne

).

Ne

l p

eri

od

o f

ra i

l 2

00

1 e

il 2

01

2

l’a

rea

evid

en

zia

un

ca

lo

de

mo

gra

fico

; in

olt

re s

i ri

leva

u

n’i

nci

de

nza

pa

ri a

l 5

%d

i re

sid

en

ti

stra

nie

ri s

ul

tota

le d

ell

a

po

po

lazi

on

e r

esi

de

nte

. L’

11

% d

ell

a

po

po

lazi

on

e è

co

mp

resa

ne

lla

fa

scia

d’e

tà f

ra 0

e 1

8 a

nn

i a

fro

nte

di

un

a

po

po

lazi

on

e a

nzi

an

a c

he

in

cid

e

into

rno

al

27

% s

ul

tota

le e

d è

p

art

ico

larm

en

te c

on

cen

tra

ta n

ell

a

fasc

ia d

’età

70

-79

an

ni

che

ra

pp

rese

nta

il

13

% d

ell

a

po

po

lazi

on

e t

ota

le.

Car

atte

ri

amb

ien

tali

No

no

sta

nte

la

qu

ota

alt

ime

tric

a

de

i co

mu

ni

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l cr

ina

le o

ccid

en

tale

ch

e r

igu

ard

a p

er

lo p

iù i

co

mu

ni

de

l p

iace

nti

no

, la

co

pe

rtu

ra d

i a

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pro

tett

e è

lim

ita

ta a

lla

p

rese

nza

di

SIC

e Z

PS

ed

all

a

pre

sen

za d

el

Pa

rco

Flu

via

le

Re

gio

na

le d

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Tre

bb

ia (

ne

l co

rso

m

ed

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L’i

nci

de

nza

de

lle

are

e

pro

tett

e s

ull

a s

up

erf

icie

to

tale

è

pa

ri a

l 7

,3%

.

L’in

dic

e d

i fr

an

osi

tà d

el

terr

ito

rio

è

mo

lto

ele

va

to (

28

– 3

0%

). M

olt

o

ele

va

ta è

an

che

la

fra

no

sità

ch

e

inte

ress

a l

a r

ete

str

ad

ale

(in

d

ive

rsi

Co

mu

ni

de

ll’a

rea

, co

mp

resa

fra

70

e 1

00

km

.)

Pre

sen

za d

i a

ree

pro

tett

e d

i

rili

evo

na

zio

na

le e

re

gio

na

le:

Pa

rco

de

ll’A

pp

en

nin

o T

osc

o-

Em

ilia

no

(n

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e p

rovin

ce d

i P

arm

a e

Re

gg

io E

mil

ia)

ed

il

Pa

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de

ll’A

lta

Va

l C

ed

ra e

Va

l P

arm

a (

ne

lla

so

la p

rovin

cia

di

Pa

rma

). P

er

9 c

om

un

i d

ell

’are

a,

il

terr

ito

rio

pro

tett

o r

ap

pre

sen

ta

olt

re i

l 2

5%

de

lla

su

pe

rfic

ie

com

un

ale

, ra

gg

iun

ge

nd

o l

a q

ua

si

tota

lità

o t

ota

lità

ass

olu

ta n

ei

com

un

i d

i T

izza

no

Va

l d

i P

arm

a e

Mo

nch

io d

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e C

ort

i.

L’in

dic

e d

i fr

an

osi

tà d

el

terr

ito

rio

è

mo

lto

ele

va

to (

26

– 3

0%

).

Me

dio

-ele

va

ta a

nch

e l

a f

ran

osi

che

co

lpis

ce l

a r

ete

str

ad

ale

(v

ari

ab

ile

fra

20

e 7

0 k

m,

a

seco

nd

a d

ei

Co

mu

ni)

Ne

ll’a

rea

so

no

pre

sen

ti 6

pa

rch

i re

gio

na

li:

Alt

o A

pp

en

nin

o

Mo

de

ne

se,

Co

rno

all

e S

cale

, S

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i d

i R

occ

am

ala

tin

a L

ag

hi

Su

via

na

e B

rasi

mo

ne

, G

ess

i B

olo

gn

esi

e V

en

a d

el

Ge

sso

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om

ag

no

la.

Ele

va

ta l

’in

cid

en

za

di

terr

ito

rio

pro

tett

o n

el

mo

de

ne

se (

> 5

0%

a F

an

an

o,

Fiu

ma

lbo

, P

ieve

pe

lag

o,

Lizz

an

o

in B

elv

ed

ere

); n

on

mo

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ele

va

ta

ne

lla

ma

gg

ior

pa

rte

de

l b

olo

gn

ese

(d

al

36

,2%

a

Ca

mu

gn

an

o f

ino

all

o 0

% d

i

Gra

na

gli

on

e,

Po

rre

tta

Te

rme

S.

Be

ne

de

tto

Va

l Sa

mb

ro).

L’in

dic

e d

i fr

an

osi

tà,

infe

rio

re

all

’are

a o

ccid

en

tale

, va

ria

fra

il

21

ed

il 2

3%

. La

fra

no

sità

su

lla

re

te s

tra

da

le s

i a

tte

sta

su

va

lori

in

term

ed

i (2

0 –

60

km

, a

se

con

da

de

i C

om

un

i).

5 c

om

un

i so

no

in

clu

si n

el

Pa

rco

N

azi

on

ale

de

lle

Fo

rest

e C

ase

nti

ne

si,

Mo

nte

Fa

lte

ron

a,

Ca

mp

ign

a (

Ba

gn

o

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Ro

ma

gn

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Po

rtic

o-S

an

Be

ne

de

tto

, P

rem

ilcu

ore

, S

. S

ofi

a,

Tre

do

zio

).

Un

ico

pa

rco

in

terr

eg

ion

ale

de

lla

re

gio

ne

, il

Pa

rco

de

l S

ass

o S

imo

ne

e

Sim

on

cell

o r

igu

ard

a i

l so

lo c

om

un

e

di

Pe

nn

ab

illi

76

% d

el

terr

ito

rio

com

un

ale

).

Tra

i 2

6 c

om

un

i d

ell

e p

rovin

ce d

i R

ave

nn

a,

Fo

rlì-

Ce

sen

a e

Rim

ini,

so

lo

in 6

le

are

e p

rote

tte

si

est

en

do

no

p

er

olt

re i

l 3

0%

d

ell

a s

up

erf

icie

.

L’in

dic

e d

i fr

an

osi

tà s

i co

llo

ca s

u

va

lori

me

dio

-ba

ssi

(12

– 1

7%

, a

se

con

da

de

lle

fa

sce

). C

on

l’e

cce

zio

ne

di

Ba

gn

o d

i R

. (7

0 –

80

k

m),

la

fra

no

sità

su

lla

re

te s

tra

da

le

è r

ido

tta

(<

40

km

). N

on

dis

po

nib

ili

i d

ati

pe

r l’

Alt

a V

al

Ma

recc

hia

.

Co

n o

ltre

26

mil

a e

tta

ri d

i P

arc

o e

ci

rca

24

mil

a d

i A

rea

SIC

e Z

PS

, il

te

rrit

ori

o è

pe

r o

ltre

un

qu

art

o d

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a

sua

est

en

sio

ne

co

stit

uit

o d

a a

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p

rote

tte

. P

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ico

larm

en

te r

ile

va

nte

è

il co

ntr

ibu

to f

orn

ito

all

’in

cid

en

za

de

lle

are

e p

rote

tte

da

i co

mu

ni

di

Co

ma

cch

io (

81

%),

Go

ro (

72

%),

M

eso

la (

56

%).

Ne

ll’a

mb

ito

de

l P

arc

o d

el

De

lta

de

l P

o,

pa

rtic

ola

rme

nte

rile

va

nte

è l

a

pre

sen

za d

i a

mp

ie z

on

e u

mid

e (

in

pa

rtic

ola

re V

all

i d

i C

om

acc

hio

e

Va

lle

Be

rtu

zzi)

.

No

n d

isp

on

ibil

i a

llo

sta

to

info

rma

zio

ni

org

an

izza

te s

ull

a

fun

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na

lità

de

l si

ste

ma

id

rau

lico

d

ell

e b

on

ific

he

.

Sig

nif

ica

tivo

– s

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cala

plu

ri-

de

cen

na

le –

il

fen

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en

o d

ell

a

sub

sid

en

za (

na

tura

le e

d a

ntr

op

ica

, d

ell

’ord

ine

di

1 m

.).

M

on

tagn

a o

ccid

en

tale

M

on

tagn

a ce

ntr

o -

occ

ide

nta

le

Mo

nta

gna

cen

tral

e

Mo

nta

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ori

en

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D

elt

a d

el P

o

Co

nd

izio

ni d

i b

en

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L’in

dic

ato

re d

el

red

dit

o p

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igli

a m

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ra a

nd

am

en

ti n

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p

osi

tivi

in t

utt

a l

’are

a,

face

nd

o

reg

istr

are

in

mo

lti ca

si v

alo

ri a

nch

e

mo

lto

dis

tan

ti d

all

a m

ed

ia d

ell

a

mo

nta

gn

a r

eg

ion

ale

(ca

. 2

4 m

ila

€).

I

va

lori

est

rem

i si

re

gis

tra

no

a

Ze

rba

(-

9.3

00

eu

ro,

risp

ett

o a

lla

m

ed

ia r

eg

ion

ale

), F

err

iere

(-

7.3

00

e

uro

), O

tto

ne

(-

6.7

00

eu

ro),

Fa

rin

i (-

6.4

00

eu

ro).

Ecc

ett

o c

he

pe

r il c

aso

di

Ba

iso

(c

on

un

o s

cost

am

en

to p

osi

tivo

di

8 m

ila

eu

ro r

isp

ett

o a

l va

lore

m

ed

io d

ell

’are

a m

on

tan

a)

i va

lori

re

gis

tra

ti (

tra

nn

e a

lcu

ne

e

cce

zio

ni

com

e C

arp

ine

ti e

C

ast

eln

ovo

ne

’ M

on

ti n

el

reg

gia

no

, S

oli

gn

an

o e

Ca

lest

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o

ne

l p

arm

en

se)

mo

stra

no

po

chi

sco

sta

me

nti

– i

n p

osi

tivi

o i

n

ne

ga

tivo

- r

isp

ett

o a

lla

me

dia

.

La p

art

e m

od

en

ese

de

ll’a

rea

(7

co

mu

ni

su 1

1)

fa r

eg

istr

are

un

a

va

ria

zio

ne

ne

ga

tiva

ris

pe

tto

a

lla

me

dia

, co

n u

na

pu

nta

ne

l co

mu

ne

di

Lam

a M

oco

gn

o (

-

1.5

00

eu

ro).

I c

om

un

i d

el

bo

log

ne

se,

inve

ce,

reg

istr

an

o

tutt

i u

n r

ed

dit

o p

er

fam

igli

a

ug

ua

le o

, n

ell

a m

ag

gio

r p

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e

de

i ca

si,

ma

gg

iore

de

lla

me

dia

, co

n u

na

pu

nta

ne

l co

mu

ne

di

Po

rre

tta

Te

rme

(+

5.5

00

eu

ro)

e S

an

Be

ne

de

tto

Va

l d

i S

am

bro

(+

4.7

00

eu

ro).

Un

o d

ei

du

e c

om

un

i ra

ve

nn

ati

(Bri

sig

he

lla

) e

8 d

ei

17

co

mu

ni

de

l te

rrit

ori

o f

orl

ive

se-c

ese

na

te f

an

no

re

gis

tra

re u

n r

ed

dit

o c

he

so

pra

va

nza

d

ai

3 m

ila

fin

o a

i ci

rca

6,5

mil

a e

uro

il

va

lore

me

dio

pe

r fa

mig

lia

re

gis

tra

to

ne

ll’a

rea

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rife

rim

en

to.

A

com

ple

tare

il

qu

ad

ro,

si r

eg

istr

a p

er

6 d

ei

7 c

om

un

i ri

min

esi

un

va

lore

de

l

red

dit

o f

am

ilia

re c

he

è n

ell

a m

ed

ia

de

l te

rrit

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o c

on

sid

era

to.

Fa

e

cce

zio

ne

il C

om

un

e d

i C

ast

eld

elc

i

che

, co

n u

n v

alo

re d

i 1

5.6

60

eu

ro,

è

al

dis

ott

o d

ell

a m

ed

ia d

i ci

rca

8 m

ila

e

uro

(il

va

lore

più

ba

sso

do

po

il

com

un

e d

i Z

erb

a,

ne

l p

iace

nti

no

).

L’a

rea

re

gis

tra

in

ge

ne

rale

un

a

nd

am

en

to p

osi

tivo

ris

pe

tto

all

a

me

dia

re

gio

na

le d

el

red

dit

o p

er

fam

igli

a

Si

dis

tin

gu

on

o i

n p

art

ico

lare

i

com

un

i d

i C

op

pa

ro (

+4

.29

8 €

risp

ett

o a

lla

me

dia

) e

Fo

rmig

na

na

(3

.41

8 €

).

Un

an

da

me

nto

ne

ga

tivo

ris

pe

tto

a

lla

me

dia

si

oss

erv

a i

nve

ce n

ei

com

un

i d

i C

om

acc

hio

(-2

.01

5 €

), d

i

Go

ro (

-11

.21

4)

e d

i M

eso

la (

-1

.33

3).

Bac

ino

o

ccu

paz

ion

ale

Gli

ad

de

tti

ne

lle

un

ità

lo

cali

(s

em

pre

su

va

lori

al

di

sott

o d

el

va

lore

me

dio

de

ll’a

rea

) n

on

si

coll

oca

no

in

att

ivit

à l

avo

rati

ve

ch

e

po

sso

no

ess

ere

rit

en

ute

ca

ratt

eri

zza

nti

. La

fo

tog

rafi

a d

el

me

rca

to d

el

lavo

ro e

spri

me

: u

n i

nd

ice

de

lla

po

po

lazi

on

e a

ttiv

a

me

dia

me

nte

be

n a

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i so

tto

de

lla

m

ed

ia r

eg

ion

ale

e u

n i

nd

ica

tore

de

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cam

bio

ge

ne

razi

on

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fo

rte

me

nte

sb

ila

nci

ato

, m

olt

o l

on

tan

o d

ai

va

lori

di

eq

uil

ibri

o.

Ne

l p

eri

od

o 2

00

8-1

2,

qu

est

o

terr

ito

rio

re

gis

tra

un

a f

ort

e

viv

aci

tà i

n t

erm

ini

di

incr

em

en

to

di

com

un

ica

zio

ni

sia

di

avv

iam

en

ti c

he

di

cess

azi

on

i d

ei

rap

po

rti

di

lavo

ro,

ad

in

dic

are

un

a

lto

tu

rno

ve

r. N

ei

div

ers

i co

mp

art

i d

i im

pie

go

de

gli

ad

de

tti

con

sid

era

ti,

esp

rim

e v

alo

ri i

n

pe

rfe

tta

lin

ea

co

n i

l te

rrit

ori

o

mo

nta

no

.

Qu

est

a p

art

e d

el

terr

ito

rio

m

on

tan

o e

spri

me

un

a

pe

rce

ntu

ale

di

ad

de

tti

ne

l co

mp

art

o d

ei

serv

izi,

all

og

gi

e

rist

ora

zio

ne

sig

nif

ica

tiva

me

nte

a

l d

i so

pra

de

l re

sto

de

l te

rrit

ori

o m

on

tan

o.

Si

reg

istr

a

un

no

tevo

le i

ncr

em

en

to i

n

term

ini

di

com

un

ica

zio

ni

di

cess

azi

on

i d

i ra

pp

ort

i la

vo

rati

vi

risp

ett

o a

gli a

vv

iam

en

ti.

L’a

na

lisi

de

l b

aci

no

occ

up

azi

on

ale

d

en

ota

un

a s

itu

azi

on

e a

nco

ra n

on

in

e

qu

ilib

rio

da

l p

un

to d

i vis

ta d

el

rica

mb

io g

en

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zio

na

le,

ma

si

cura

me

nte

mo

lto

più

vic

ina

all

a

me

dia

re

gio

na

le.

Al

Ris

pe

tto

ai

va

lori

m

ed

i d

el

terr

ito

rio

mo

nta

no

, b

en

al

dis

op

ra a

nch

e l

’in

dic

e d

i p

op

ola

zio

ne

in

età

att

iva

. L

a p

rese

nza

di

ad

de

tti

in u

nit

à l

oca

li r

ag

giu

ng

e d

ei

sig

nif

ica

tivi

va

lori

me

di

ne

l co

mp

art

o

ma

nif

att

uri

ero

e d

ei

serv

izi

di

all

og

gi

e r

isto

razi

on

e

Ne

ll'a

rea

si

evid

en

zia

, n

eg

li u

ltim

i a

nn

i u

na

cre

sce

nte

dif

fico

ltà

a

ma

nte

ne

re c

ost

an

te l

a c

ap

aci

lavo

rati

va

, n

on

riu

sce

nd

o a

tra

du

rre

in

op

po

rtu

nit

à p

er

i g

iova

ni i

po

sti

di

lavo

ro l

asc

iati

dis

po

nib

ili

da

co

loro

ch

e s

i a

ccin

go

no

a l

asc

iare

p

er

lim

iti d

i e

tà.

Infa

tti,

si

reg

istr

a

un

pe

rfe

tto

eq

uil

ibri

o t

ra g

li

avv

iam

en

ti (

8%

) e

le

ce

ssa

zio

ni

(10

%)

de

i co

ntr

att

i. G

li a

dd

ett

i d

ell

e u

nit

à l

oca

li s

i co

nce

ntr

an

o

pre

va

len

tem

en

te n

el

sett

ore

de

i se

rviz

i (7

8%

),u

na

pre

sen

za d

el

20

%

ne

lle

un

ità

lo

cali

ma

nif

att

uri

ere

e

un

a p

rese

nza

se

mp

re p

iù i

n f

ort

e

calo

d

i a

dd

ett

i n

el

sett

ore

de

lle

co

stru

zio

ni

(11

% n

el

20

08

co

ntr

o i

l 3

% d

el

20

12

).

M

on

tagn

a o

ccid

en

tale

M

on

tagn

a ce

ntr

o -

occ

ide

nta

le

Mo

nta

gna

cen

tral

e

Mo

nta

gna

ori

en

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D

elt

a d

el P

o

Do

tazi

on

e

serv

izi

com

un

ità

No

n s

i ri

leva

no

se

rviz

i so

cio

-a

ssis

ten

zia

li e

du

cati

vi

tra

nn

e c

he

ne

i co

mu

ni

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Fa

rin

i, M

orf

ass

o,

Tra

vo

, V

ern

asc

a e

Be

do

nia

. R

ela

tiva

me

nte

all

’off

ert

a s

cola

stic

a,

in t

utt

i i

com

un

i è

pre

sen

te a

lme

no

u

n i

stit

uto

di

scu

ola

pri

ma

ria

e

seco

nd

ari

a,

ecc

ett

o C

eri

gn

ale

e

Ze

rba

.

La s

cuo

la s

eco

nd

ari

a d

i I

gra

do

è

ass

en

te n

ei

com

un

i d

i C

eri

gn

ale

, C

oli

, C

ort

e B

rug

na

tell

a,

Pe

cora

ra,

Pio

zza

no

, Z

erb

a,

Bo

re e

Co

mp

ian

o,

me

ntr

e l

a s

cuo

la s

eco

nd

ari

a d

i se

con

do

gra

do

è p

rese

nte

so

lo a

B

ob

bio

e B

ed

on

ia.

Ad

ecc

ezi

on

e d

i B

ob

bio

, n

eg

li a

ltri

co

mu

ni

si r

eg

istr

a u

na

sca

rsa

p

rese

nza

o a

sse

nza

di

serv

izi

san

ita

ri.

In t

utt

a l

’are

a l

a p

rese

nza

sia

di

serv

izi

di

vic

ina

to c

he

di

pu

bb

lica

u

tili

tà è

in

lin

ea

co

n l

a m

ed

ia d

ell

a

mo

nta

gn

a.

L’a

rea

si d

isti

ng

ue

po

siti

va

me

nte

p

er

do

tazi

on

e d

i se

rviz

i so

cio

-a

ssis

ten

zia

li e

du

cati

vi

e o

ffe

rta

sc

ola

stic

a.

Si e

vid

en

zia

no

ne

llo

sp

eci

fico

alc

un

i co

mu

ni:

Ne

via

no

d

eg

li A

rdu

ini

(Pr)

e C

ast

eln

ovo

M

on

ti e

To

an

o (

Re

).

Se

da

un

la

to s

i re

gis

tra

un

a

care

nte

pre

sen

za d

i se

rviz

i

san

ita

ri,

da

ll’a

ltro

l’a

rea

è b

en

d

ota

ta p

er

serv

izi

di

pu

bb

lica

u

tili

tà e

pe

r e

serc

izi

di

vic

ina

to.

La d

ota

zio

ne

di

serv

izi

ed

uca

tivi

e o

ffe

rta

sco

last

ica

in

qu

est

’are

a è

sca

rsa

, co

com

e l

a p

rese

nza

di

serv

izi

san

ita

ri.

I co

mu

ni

di

qu

est

’are

a

pre

sen

tan

o i

nve

ce u

na

b

uo

na

do

tazi

on

e d

i e

serc

izi

di

vic

ina

to;

più

de

bo

le l

a

pre

sen

za d

i se

rviz

i d

i p

ub

bli

ca u

tili

tà.

Bu

on

a l

a d

ota

zio

ne

di

serv

izi

ed

uca

tivi

e d

ell

’off

ert

a s

cola

stic

a p

er

i se

gu

en

ti c

om

un

i: N

ova

felt

ria

e

Ca

ste

lde

lci

ne

l ri

min

ese

, V

erg

he

reto

e

So

gli

an

o a

l R

ub

ico

ne

ne

l fo

rliv

ese

- ce

sen

ate

. P

osi

tiva

è a

nch

e l

a p

rese

nza

di

serv

izi

san

ita

ri e

di

serv

izi

di

pu

bb

lica

uti

lità

.

Bu

on

a l

a d

ota

zio

ne

di

serv

izi

di

vic

ina

to,

in p

art

ico

lare

ne

i co

mu

ni

di

Ba

gn

o d

i R

om

ag

na

e M

eld

ola

(F

C)

e

No

va

felt

ria

(R

N).

In c

iasc

un

co

mu

ne

de

ll’a

rea

si

reg

istr

a,

in m

ed

ia,

un

a d

ota

zio

ne

de

i se

rviz

i so

cio

-ass

iste

nzi

ali

pa

ri a

1 -

2

serv

izi.

L’o

ffe

rta

sco

last

ica

è

pre

sen

te i

n t

utt

i i

com

un

i d

ell

’are

a e

, a

d e

cce

zio

ne

di

Go

ro,

do

ve

ma

nca

la

sc

uo

la s

eco

nd

ari

a d

i I

gra

do

, le

sc

uo

le (

infa

nzi

a,

pri

ma

rie

e

seco

nd

ari

e)

son

o p

rese

nti

in

tu

tti

i co

mu

ni,

ne

llo

sp

eci

fico

ne

ll’a

rea

in

sist

on

o d

ue

lic

ei,

tre

ist

itu

ti

pro

fess

ion

ali

e u

n i

stit

uto

te

cnic

o.

Do

tata

di

un

a d

iscr

eta

pre

sen

za d

i se

rviz

i sa

nit

ari

, in

tu

tta

l’a

rea

si

con

tan

o 4

osp

ed

ali

Olt

re a

i co

mu

ni

più

gra

nd

i, a

d

isti

ng

ue

rsi

pe

r p

rese

nza

di

serv

izi

di

pu

bb

lica

uti

lità

d

i vic

ina

to è

il

com

un

e d

i M

eso

la.

Gli e

serc

izi

di

vic

ina

to c

he

ne

gli

ult

imi

6 s

on

o i

n

cre

scit

a n

ell

’in

tera

are

a,

reg

istr

an

o

ecc

ell

en

ze i

n a

rtic

ola

re n

ei

com

un

i d

i

Ma

ssa

Fis

cag

lia

e d

i C

od

igo

ro.

M

on

tagn

a o

ccid

en

tale

M

on

tagn

a ce

ntr

o -

occ

ide

nta

le

Mo

nta

gna

cen

tral

e

Mo

nta

gna

ori

en

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D

elt

a d

el P

o

ICT

e e

-go

vern

me

nt

La m

ed

ia d

ell

a p

op

ola

zio

ne

co

pe

rta

da

ba

nd

a l

arg

a s

u r

ete

fis

sa è

de

l 2

7,0

1%

, ch

e a

rriv

a a

71

,60

% s

e s

i co

nsi

de

ra a

nch

e i

l w

ire

less

. E

’ q

uin

di

mo

lto

in

feri

ore

all

a m

ed

ia d

i co

pe

rtu

ra d

i tu

tti

i co

mu

ni

com

pre

si

ne

lle

are

e m

on

tan

e p

rop

ost

e,

che

a

rriv

a,

risp

ett

iva

me

nte

, a

l 5

5,5

0%

e

81

,40

%.

So

lo 8

co

mu

ni

su 2

2 n

on

h

an

no

are

e w

i -fi

me

sse

a

dis

po

sizi

on

e d

a e

nti

pu

bb

lici

pe

r la

n

avig

azi

on

e c

on

pro

pri

dis

po

siti

vi

mo

bil

i. A

l co

ntr

ari

o,

risu

lta

mo

lto

m

en

o d

iffu

sa l

a p

oss

ibil

ità

di

na

vig

are

on

lin

e p

ress

o p

ost

azi

on

i fi

sse

in

bib

lio

tech

e c

om

un

ali

/ s

ala

d

i le

ttu

ra (

solo

3 c

om

un

i: M

orf

ass

o,

Tra

vo

e B

ard

i).

Il n

um

ero

di

serv

izi

inte

ratt

ivi

com

ple

ssiv

am

en

te

dis

po

nib

ili

pe

r ci

tta

din

i e

im

pre

se

va

nn

o d

a u

n m

inim

o d

i 1

6 a

d u

n

ma

ssim

o d

i 2

2 (

Tra

vo

).

La m

ed

ia d

i p

op

ola

zio

ne

co

pe

rta

co

n b

an

da

la

rga

su

re

te f

issa

ra

gg

iun

ge

il

57

,46

% e

78

,71

% c

on

a

nch

e i

l w

ire

less

e q

uin

di

ap

pa

re

ma

gg

iorm

en

te i

n l

ine

a c

on

la

m

ed

ia c

om

ple

ssiv

a d

ell

e a

ree

m

on

tan

e p

rop

ost

e.

So

no

so

lo 8

i

com

un

i a

no

n a

ve

re a

ree

wi-

fi

me

sse

a d

isp

osi

zio

ne

da

en

ti

pu

bb

lici

pe

r la

na

vig

azi

on

e c

on

p

rop

ri d

isp

osi

tivi

mo

bil

i. P

oco

più

d

ell

a m

età

de

i C

om

un

i a

pp

art

en

en

ti a

ll’a

rea

ha

alm

en

o

bib

lio

teca

/ s

ala

di

lett

ura

co

mu

na

le d

ove

è p

oss

ibil

e

na

vig

are

in

po

sta

zio

ne

fis

sa.

I se

rviz

i in

tera

ttiv

i d

i cu

i p

oss

on

o

usu

fru

ire

i c

itta

din

i e

le

im

pre

se

va

nn

o d

a u

n m

inim

o d

i 1

6 a

l u

n

ma

ssim

o d

i 2

8 (

Po

lin

ag

o).

La g

ran

de

ma

gg

iora

nza

de

i

Co

mu

ni

ha

un

a c

op

ert

ura

di

po

po

lazi

on

e c

on

ba

nd

a l

arg

a

su r

ete

fis

sa m

olt

o

sig

nif

ica

tiva

, tr

an

ne

i c

asi

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Fra

ssin

oro

, S

an

Be

ne

de

tto

va

l d

i S

am

bro

, R

iolu

na

to e

M

on

tese

. C

on

sid

era

nd

o

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che

il w

ire

less

, si

arr

iva

ad

u

na

co

pe

rtu

ra s

up

er i

ore

a

qu

ell

a c

om

ple

ssiv

a d

i tu

tte

le

a

ree

mo

nta

ne

pro

po

ste

(8

8,9

6%

). L

a b

uo

na

co

pe

rtu

ra

de

lla

po

po

lazi

on

e p

sp

ieg

are

pe

rch

é s

olo

9

Co

mu

ni

su 2

2 h

an

no

a

ree

wi-

fi m

ess

e a

dis

po

sizi

on

e d

a

en

ti p

ub

bli

ci c

on

pro

pri

d

isp

osi

tivi

mo

bil

i, c

osì

co

me

il

fatt

o c

he

so

lo 4

Co

mu

ni

no

n

ha

nn

o a

lme

no

un

a b

ibli

ote

ca

/ sa

la d

i le

ttu

ra i

n c

ui

è

po

ssib

ile

acc

ed

ere

ad

in

tern

et

da

po

sta

zio

ne

fis

sa.

Cit

tad

ini

ed

im

pre

se p

oss

on

o

usu

fru

ire

da

un

min

imo

di

21

a

d u

n m

ass

imo

di

36

se

rviz

i in

tera

ttiv

i, g

razi

e a

nch

e a

l p

osi

tivo

co

ntr

i bu

to d

ato

in

q

ue

sto

se

nso

de

ll’U

nio

ne

T

err

e d

i C

ast

ell

i.

Po

rtic

o e

Sa

n B

en

ed

ett

o,

Pre

mil

cuo

re,

Ve

rgh

ere

to e

C

ast

eld

elc

i so

no

gli

un

ici

com

un

i a

d

ave

re u

na

pe

rce

ntu

ale

ba

ssa

di

po

po

lazi

on

e c

op

ert

a d

a b

an

da

la

rga

su

re

te f

issa

, a

fro

nte

di

un

a m

ed

ia

com

ple

ssiv

a d

el

71

,34

%.

Se

si

con

sid

era

an

che

il w

ire

less

la

si

tua

zio

ne

mig

lio

ra (

86

% d

i m

ed

ia),

a

nch

e p

er

i su

dd

ett

i C

om

un

i. S

u 2

6

tota

li,

18

ha

nn

o a

ree

wi-

fi m

ess

e a

d

isp

osi

zio

ne

da

en

ti p

ub

bli

ci p

er

la

na

vig

azi

on

e c

on

pro

pri

dis

po

siti

vi

mo

bil

i, m

en

tre

so

lo 1

0 h

an

no

a

lme

no

un

a b

ibli

ote

ca d

ove

è

po

ssib

ile

na

vig

are

da

po

sta

zio

ne

fi

ssa

. I

citt

ad

ini

e l

e i

mp

rese

di

tre

co

mu

ni

de

ll’A

lta

Va

lma

recc

hia

(C

ast

eld

elc

i, M

aio

lo e

Ta

lam

ell

o)

po

sso

no

usu

fru

ire

di

soli

11

se

rviz

i in

tera

ttiv

i, m

en

tre

qu

ell

i d

i B

risi

gh

ell

a f

ino

a 2

3.

La m

ed

ia d

i p

op

ola

zio

ne

co

pe

rta

da

b

an

da

la

rga

su

re

te f

issa

è d

el

73

,24

% (

in l

ine

a c

on

qu

ell

a

pro

vin

cia

le c

he

giu

ng

e a

l 7

9,6

5%

) m

a

a F

orm

ign

an

a l

a c

op

ert

ura

arr

iva

so

lo a

l 2

%.

La s

itu

azi

on

e m

igli

ora

d

eci

sam

en

te p

er

tutt

a l

’are

a s

e s

i co

nsi

de

ra a

nch

e i

l w

ire

less

(9

8,3

0%

).

Allegato n. 3

Pag. 129

Allegato n. 3

Esiti della ricognizione interna finalizzata alla successiva autovalutazione delle condizionalità ex

ante generali

1 A

nti

dis

crim

inaz

ion

e –

Esi

ste

nza

de

lla

ca

pa

cità

am

min

istr

ati

va p

er

l’a

ttu

azi

on

e e

l’a

pp

lica

zio

ne

de

l d

irit

to e

de

lla

po

liti

ca d

ell

’Un

ion

e i

n m

ate

ria

di

an

tid

iscr

imin

azi

on

e n

el

cam

po

de

i fo

nd

i S

IE.

Cri

teri

di

ad

em

pim

en

to

Rif

eri

me

nto

, se

i c

rite

ri s

on

o r

isu

lta

ti s

od

dis

fatt

i (r

ife

rim

en

to a

lle

str

ate

gie

, a

lle

dis

po

sizi

on

i le

gis

lati

ve

o a

d a

ltri

do

cum

en

ti r

ile

va

nti

, in

clu

si i

rif

eri

me

nti

a

pa

rti

imp

ort

an

ti,

art

ico

li o

co

mm

i, a

cco

mp

ag

na

ti d

a u

n c

oll

eg

am

en

to i

pe

rte

stu

ale

o d

a a

ltro

acc

ess

o a

l te

sto

)

Dis

po

siti

vi

a n

orm

a d

el

qu

ad

ro

isti

tuzi

on

ale

e g

iuri

dic

o d

egl

i St

ati

me

mb

ri

che

ga

ran

tisc

ano

la

p

arte

cip

azio

ne

d

egl

i o

rgan

ism

i re

spo

nsa

bili

d

i p

rom

uo

vere

la

p

arit

à d

i tr

atta

me

nto

d

i tu

tti

gli

ind

ivid

ui

a tu

tte

le

fa

si

di

pre

par

azio

ne

e

at

tuaz

ion

e

de

i p

rogr

amm

i, co

mp

resa

la

forn

itu

ra

di

con

sule

nza

in

mat

eri

a d

i p

ari

ne

ll'am

bit

o d

elle

att

ivit

à re

lati

ve a

i fo

nd

i SIE

;

Co

n l

a L

.R 5

/20

04

, a

rt.

9 “

Mis

ure

co

ntr

o l

a d

iscr

imin

azi

on

e”,

la

Re

gio

ne

Em

ilia

-Ro

ma

gn

a,

ha

da

to a

ttu

azi

on

e a

lla

no

rma

tiva

ita

lia

na

su

l te

ma

(D

.Lg

s. n

. 2

86

/98

e

D.L

gs.

n.

21

5/2

00

3)

con

cu

i e

ra s

tata

re

cep

ita

la

dir

ett

iva

20

00

/43

/CE

pe

r la

pa

rità

di

tra

tta

me

nto

tra

le

pe

rso

ne

in

dip

en

de

nte

me

nte

da

lla

ra

zza

e d

all

'ori

gin

e

etn

ica

. C

on

ta

le l

.r.

la R

eg

ion

e a

ssu

me

l’i

mp

eg

no

di

pro

mu

ove

re a

zio

ni

po

siti

ve

pe

r il

su

pe

ram

en

to d

i e

ve

ntu

ali

co

nd

izio

ni

di

sva

nta

gg

io d

eri

va

nti

da

pra

tich

e

dis

crim

ina

tori

e e

ist

itu

isce

il C

en

tro

re

gio

na

le c

on

tro

le

dis

crim

ina

zio

ni.

Fo

rma

lme

nte

il

Ce

ntr

o r

egi

on

ale

co

ntr

o le

dis

crim

inaz

ion

i, c

he

è i

n c

ap

o a

ll’A

sse

sso

rato

all

e P

oli

tich

e S

oci

ali

, è

na

to a

pa

rtir

e d

al

Pro

toco

llo

d’i

nte

sa i

n m

ate

ria

di

iniz

iati

ve

re

gio

na

li c

on

tro

le

dis

crim

ina

zio

ni

ap

pro

va

to c

on

de

lib

era

zio

ne

di

Giu

nta

reg

ion

ale

n.

18

38

de

l 1

8 d

ice

mb

re 2

00

6 e

so

tto

scri

tto

da

nu

me

rosi

so

gg

ett

i p

ub

bli

ci e

pri

va

ti e

mil

ian

o r

om

ag

no

li i

nte

ress

ati

a q

ue

sto

te

ma

: ra

pp

rese

nta

nze

reg

ion

ali

de

lle

am

min

istr

azi

on

i co

mu

na

li e

pro

vin

cia

li,

org

an

izza

zio

ni

da

tori

ali

, si

nd

aca

li,

terz

o s

ett

ore

, co

nsu

lta

re

gio

na

le p

er

l’in

teg

razi

on

e s

oci

ale

de

i ci

tta

din

i

stra

nie

ri,

con

sig

lie

re r

eg

ion

ali

di

pa

rità

, d

ife

nso

re c

ivic

o d

ell

’Em

ilia

-Ro

ma

gn

a,

uff

icio

sco

last

ico

re

gio

na

le.

Il c

en

tro

svo

lge

azi

on

i d

i p

reve

nzi

on

e,

rim

ozi

on

e,

mo

nit

ora

gg

io d

ell

e d

iscr

imin

azi

on

i.

Ne

gli

an

ni

è s

tata

co

stru

ita

un

a r

ete

re

gio

na

le c

on

tro

le

dis

crim

ina

zio

ni

che

og

gi

con

sta

di

15

5 p

un

ti d

istr

ibu

iti su

tu

tto

il

terr

ito

rio

re

gio

na

le e

ch

e f

an

no

ca

po

a

am

min

istr

azi

on

i p

ub

bli

che

, o

rga

niz

zazi

on

i si

nd

aca

li e

org

an

izza

zio

ni

de

l te

rzo

se

tto

re.

La R

eg

ion

e h

a a

do

tta

to c

on

DG

R n

. 9

92

de

l 7

/7/1

4 “

Il p

ian

o d

i co

invo

lgim

en

to d

eg

li o

rga

nis

mi

an

tid

iscr

imin

azi

on

e,

di

pa

rita

’ d

i g

en

ere

e d

i tu

tela

de

i d

irit

ti d

ell

e

pe

rso

ne

co

n d

isa

bil

ità

pe

r il s

od

dis

faci

me

nto

de

lle

co

nd

izio

na

lita

’ e

x a

nte

ge

ne

rali”.

Il

Pia

no

di

coin

vo

lgim

en

to d

el

Ce

ntr

o r

eg

ion

ale

co

ntr

o l

e d

iscr

imin

azi

on

i,

de

ll’A

rea

d’i

nte

gra

zio

ne

de

l p

un

to d

i vis

ta d

i g

en

ere

, d

el

Ta

vo

lo p

oli

tico

di

coo

rdin

am

en

to s

ug

li i

nte

rve

nti

a f

avo

re d

ell

e p

ers

on

e c

on

dis

ab

ilit

à,

è s

tato

ela

bo

rato

ne

l ri

spe

tto

de

l co

dic

e e

uro

pe

o d

i co

nd

ott

a d

el

pa

rte

na

ria

to e

pre

ve

de

la

re

ali

zza

zio

ne

di

azi

on

i d

i in

form

azi

on

e,

azi

on

i d

i fo

rma

zio

ne

, a

zio

ni

di

con

sult

azi

on

e e

pa

rte

cip

azi

on

e,

azi

on

i d

i va

luta

zio

ne

.

Dis

po

siti

vi

pe

r la

fo

rmaz

ion

e

de

l p

ers

on

ale

de

lle a

uto

rità

co

invo

lto

n

ella

ge

stio

ne

e n

el

con

tro

llo d

ei

fon

di

SIE

in

rela

zio

ne

al

la

no

rmat

iva

e

alla

p

olit

ica

an

tid

iscr

imin

azio

ne

de

ll'U

nio

ne

.

La R

ER

è d

ota

ta d

i u

n c

on

soli

da

to d

isp

osi

tivo

org

an

izza

tivo

-pro

ced

ura

le p

er

la f

orm

azi

on

e d

el

suo

pe

rso

na

le.

Il S

erv

izio

Org

an

izza

zio

ne

e s

vil

up

po

de

lla

RE

R h

a

tra

le

su

e c

om

pe

ten

ze a

nch

e q

ue

lle

di

form

azi

on

e d

el

pe

rso

na

le r

eg

ion

ale

. In

pa

rtic

ola

re:

pro

ge

tta

zio

ne

e g

est

ion

e d

el

sist

em

a f

orm

ati

vo

in

tern

o:

an

ali

si d

ei

bis

og

ni,

mo

nit

ora

gg

io s

ull

o s

tato

di

ava

nza

me

nto

de

i p

ian

i fo

rma

tivi

e v

alu

tazi

on

e d

i im

pa

tto

; g

est

ion

e d

ell

e a

ttiv

ità

fo

rma

tive

a v

ale

nza

ge

ne

rale

, in

clu

se q

ue

lle

a s

up

po

rto

de

lla

sic

ure

zza

su

i lu

og

hi

di

lavo

ro;

coo

rdin

am

en

to d

ell

e a

ttiv

ità

fo

rma

tive

, d

i a

na

lisi

e d

i a

cco

mp

ag

na

me

nto

all

a c

ert

ific

azi

on

e d

i q

ua

lità

de

i p

roce

ssi

de

ll'E

nte

. Il

Se

rviz

io O

rga

niz

zazi

on

e e

svil

up

po

ela

bo

ra u

n p

ian

o p

luri

en

na

le p

er

la f

orm

azi

on

e d

el

pe

rso

na

le r

eg

ion

ale

ch

e c

on

tie

ne

i m

acr

o o

bie

ttiv

i fo

rma

tivi

e,

in a

ttu

azi

on

e d

el

pia

no

plu

rie

nn

ale

, e

lab

ora

de

i p

ian

i a

nn

ua

li d

i fo

rma

zio

ne

co

n l

a c

on

seg

ue

nte

ero

ga

zio

ne

e v

alu

tazi

on

e d

ell

e a

ttiv

ità

fo

rma

tive

pro

gra

mm

ate

. Il

16

dic

em

bre

20

13

la

Giu

nta

re

gio

na

le h

a a

pp

rova

to l

a d

eli

be

ra n

. 1

95

4/2

01

3 “

Pro

gra

mm

azi

on

e p

luri

en

na

le 2

01

3-2

01

5 f

orm

azi

on

e d

el

pe

rso

na

le r

eg

ion

ale

” ch

e

ha

tra

i s

uo

i o

bie

ttiv

i q

ue

llo

di

rea

lizz

are

“in

izia

tiv

e d

i fo

rma

zio

ne

e a

gg

iorn

am

en

to p

eri

od

ico

co

me

pre

ve

de

la

co

nd

izio

na

lità

ex-

an

te,

in m

ate

ria

di

dis

po

sizi

on

i

com

un

ita

rie

, re

lati

ve

ag

li a

iuti

di

sta

to e

ag

li a

pp

alt

i d

i b

en

i e

se

rviz

i, a

lle

ve

rifi

che

e a

i co

ntr

oll

i p

er

i fo

nd

i e

uro

pe

i”.

All

a l

uce

di

ciò

è s

tato

avv

iato

un

pri

mo

pro

gra

mm

a d

i fo

rma

zio

ne

de

no

min

ato

“P

rog

ram

ma

zio

ne

eu

rop

ea

20

14

-20

20

” ri

vo

lto

ai

dip

en

de

nti

re

gio

na

li e

di

En

ti L

oca

li d

ell

a R

eg

ion

e.

La R

eg

ion

e h

a a

do

tta

to c

on

DG

R n

. 9

92

de

l 7

/7/1

4 “

Il p

rog

ett

o f

orm

ati

vo

pe

r il s

od

dis

faci

me

nto

de

lle

co

nd

izio

na

lità

ex-

an

te g

en

era

li”.

La

DG

R d

i a

pp

rova

zio

ne

de

l P

ian

o a

ttri

bu

isce

al

Se

rviz

io O

rga

niz

zazi

on

e e

Svil

up

po

il co

mp

ito

di

pro

ced

ere

an

nu

alm

en

te a

lla

rile

va

zio

ne

de

l fa

bb

iso

gn

o f

orm

ati

vo

ne

i te

mp

i u

tili

pe

r

de

fin

ire

la

pro

gra

mm

azi

on

e d

ell

’off

ert

a f

orm

ati

va

riv

olt

a a

l p

ers

on

ale

re

gio

na

le s

ui

tem

i re

lati

vi

a a

nti

dis

crim

ina

zio

ne

, p

ari

tà d

i g

en

ere

, d

isa

bil

ità

, a

pp

alt

i

pu

bb

lici

, a

iuti

di

sta

to,

no

rma

tiva

am

bie

nta

le (

VIA

e V

AS

) e

di

ass

icu

rare

l’a

gg

iorn

am

en

to p

eri

od

ico

cir

ca l

a n

orm

ati

va

rile

va

nte

pe

r i

tem

i d

ell

e c

on

diz

ion

ali

tà e

x

an

te g

en

era

li,

ne

ll’o

ttic

a d

i in

na

lza

re l

a c

ap

aci

tà d

i g

est

ion

e d

ei

fon

di

SIE

, fa

vo

ren

do

an

che

lo

sca

mb

io d

i b

uo

ne

pra

ssi,

la

ca

pit

ali

zza

zio

ne

de

i sa

pe

ri e

de

lle

esp

eri

en

ze,

le a

zio

ni

di

ma

inst

rea

min

g s

u t

ali

te

mi.

2 P

arit

à d

i ge

ne

re –

Esi

ste

nza

de

lla

ca

pa

cità

am

min

istr

ati

va

pe

r l’

att

ua

zio

ne

e l

’ap

pli

cazi

on

e d

el

dir

itto

e d

ell

a p

oli

tica

de

ll’U

nio

ne

in

ma

teri

a d

i an

tid

iscr

imin

azio

ne

ne

l ca

mp

o d

ei f

on

di S

IE.

Cri

teri

di

ad

em

pim

en

to

Rif

eri

me

nto

, se

i c

rite

ri s

on

o r

isu

lta

ti s

od

dis

fatt

i (r

ife

rim

en

to a

lle

str

ate

gie

, a

lle

dis

po

sizi

on

i le

gis

lati

ve

o a

d a

ltri

do

cum

en

ti r

ile

va

nti

, in

clu

si i

rif

eri

me

nti

a

pa

rti

imp

ort

an

ti,

art

ico

li o

co

mm

i, a

cco

mp

ag

na

ti d

a u

n c

oll

eg

am

en

to i

pe

rte

stu

ale

o d

a a

ltro

acc

ess

o a

l te

sto

)

Dis

po

siti

vi

a n

orm

a d

el

qu

ad

ro

isti

tuzi

on

ale

e g

iuri

dic

o d

egl

i St

ati

me

mb

ri

che

ga

ran

tisc

ano

la

p

arte

cip

azio

ne

d

egl

i o

rgan

ism

i re

spo

nsa

bili

de

lla p

arit

à d

i ge

ne

re

a tu

tte

le

fa

si

di

pre

par

azio

ne

e

at

tuaz

ion

e

de

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rogr

amm

i,

com

pre

sa

la

forn

itu

ra

di

con

sule

nza

in

ma t

eri

a d

i p

arit

à d

i ge

ne

re

ne

ll'am

bit

o

de

lle

atti

vità

re

lati

ve a

i fo

nd

i SIE

;

A l

ive

llo

re

gio

na

le,

il p

rin

cip

io d

ell

e p

ari

op

po

rtu

nit

à è

esp

lici

tam

en

te p

revis

to d

all

’art

. 2

de

llo

Sta

tuto

re

gio

na

le e

da

gli

art

. 4

e 4

1 d

ove

si

pre

ve

de

l’i

stit

uzi

on

e,

pre

sso

l’A

sse

mb

lea

Le

gis

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va

, d

ell

a C

om

mis

sio

ne

pe

r le

pa

ri o

pp

ort

un

ità

fra

do

nn

e e

uo

min

i.

La r

ece

nti

ssim

a L

.R.

n.

6 d

el

27

/06

/20

14

“Le

gg

e q

ua

dro

pe

r la

pa

rità

e c

on

tro

le

dis

crim

ina

zio

ni

di

ge

ne

re”

fin

ali

zza

ta a

“ri

mu

ove

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gn

i fo

rma

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dis

ug

ua

gli

an

za

ne

i co

nfr

on

ti d

ell

e p

ers

on

e,

in p

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ico

lare

de

lle

ba

mb

ine

, d

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e r

ag

azz

e e

de

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do

nn

e”

e a

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gir

e i

n t

al se

nso

me

dia

nte

azi

on

i e

po

liti

che

mir

ate

, p

reve

de

, tr

a i

div

ers

i “s

tru

me

nti

de

l si

ste

ma

pa

rita

rio

”, a

ll’a

rt.3

9 l

’Are

a d

’In

teg

razi

on

e d

el

pu

nto

di

vis

ta d

i g

en

ere

e v

alu

tazi

on

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el s

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imp

atto

su

lle p

olit

ich

e r

egi

on

ali (

già

cost

itu

ita

co

n l

a D

GR

n.

10

57

/20

06

). L

’Are

a d

’in

teg

razi

on

e h

a i

l co

mp

ito

di

forn

ire

un

qu

ad

ro u

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ari

o d

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a d

ime

nsi

on

e d

i g

en

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all

’in

tern

o d

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e p

oli

tich

e

de

ll’A

mm

inis

tra

zio

ne

. E

’ p

resi

ed

uta

da

ll’a

sse

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re o

ass

ess

ora

re

gio

na

le c

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de

leg

a i

n m

ate

ria

di

pa

ri o

pp

ort

un

ità

ed

è c

om

po

sta

da

ra

pp

rese

nta

nti

de

lle

dir

ezi

on

i g

en

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li p

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raff

orz

are

un

ap

pro

ccio

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inte

gra

zio

ne

e c

oo

rdin

am

en

to n

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o s

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up

po

de

lle

po

liti

che

di

pa

ri o

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ort

un

ità

di

ge

ne

re e

pe

r l’

ad

ozi

on

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pri

nci

pio

de

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ain

stre

am

ing

di

ge

ne

re n

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e a

ttiv

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re

gio

na

li.

Il p

resi

dio

de

i fo

nd

i st

rutt

ura

li s

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nd

o u

na

pro

spe

ttiv

a d

i g

en

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si

rea

lizz

a a

nch

e a

ttra

ve

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un

ap

po

sito

gru

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o d

i la

vo

ro,

op

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nte

all

’in

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o d

ell

a s

ud

de

tta

Are

a e

co

mp

ost

o d

a r

efe

ren

ti d

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e D

ire

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ni

ge

ne

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ten

ti i

n m

ate

ria

ch

e e

spri

mo

no

le

Au

tori

tà d

i G

est

ion

e d

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fon

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SR

, F

SE

, e

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AS

R.

Il P

ian

o i

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rno

in

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rato

de

lle

azi

on

i re

gio

na

li i

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ate

ria

di

pa

ri o

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ort

un

ità

di

ge

ne

re c

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de

nsa

l’i

mp

eg

no

de

lla

Re

gio

ne

ne

llo

svil

up

po

di

un

’att

en

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ne

spe

cifi

ca a

lle

dif

fere

nze

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ge

ne

re s

eco

nd

o l

a p

rosp

ett

iva

in

dic

ata

da

ll’U

nio

ne

Eu

rop

ea

.

Si

è a

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en

a c

on

clu

so i

l se

con

do

Pia

no

pe

r il t

rie

nn

io 2

01

1-2

01

3,c

on

l’e

lab

ora

zio

ne

di

un

ap

po

sito

Re

po

rt F

ina

le e

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sta

to a

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rov

ato

il te

rzo

Pia

no

, p

er

il t

rie

nn

io

20

14

-20

16

co

n D

eli

be

ra d

i G

iun

ta R

eg

ion

ale

n.6

29

/20

14

)

Il s

ud

de

tto

Pia

no

ha

co

me

co

nte

sto

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rife

rim

en

to i

pri

nci

pi

de

lla

“C

art

a e

uro

pe

a p

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l’u

gu

ag

lia

nza

e l

e p

ari

tà d

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e d

on

ne

e d

eg

li u

om

ini

ne

lla

vit

a lo

cale

” e

le

pri

ori

tà d

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a S

tra

teg

ia p

er

la p

ari

tà t

ra d

on

ne

e u

om

ini

20

10

-20

15

de

lla

Co

mm

issi

on

e E

uro

pe

a,

che

mir

a a

fo

rnir

e u

n c

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trib

uto

, n

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’ott

ica

de

ll’u

gu

ag

lia

nza

di

ge

ne

re,

pe

r il

ra

gg

iun

gim

en

to d

eg

li o

bie

ttiv

i so

cio

eco

no

mic

i g

en

era

li d

ell

’UE

(E

uro

pa

20

20

).

Un

o s

tru

me

nto

fo

nd

am

en

tale

pe

r il m

on

ito

rag

gio

de

i p

rog

ress

i co

mp

iuti

in

te

ma

di

ge

ne

re è

ra

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rese

nta

to d

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Le d

on

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Em

ilia

-Ro

ma

gn

a.

Qu

ad

ro C

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osc

itiv

o

pe

r la

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stru

zio

ne

di

un

pu

nto

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vis

ta d

i g

en

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” ra

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o s

tati

stic

o p

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od

ico

(h

ttp

://w

ww

.all

ap

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.re

gio

ne

.em

ilia

-

rom

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na

.it/

hp

/sta

tist

ich

e/a

lle

ga

ti_

sta

tist

ich

e/V

olu

me

_2

01

3_

do

nn

e.p

df)

re

so d

isp

on

ibil

e a

nch

e a

ttra

ve

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il si

to s

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cifi

cata

me

nte

de

dic

ato

al

tem

a d

el

ge

ne

re

(

htt

p:/

/ww

w.a

lla

pa

ri.r

eg

ion

e.e

mil

ia-r

om

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na

.it

).

Sp

eci

fici

org

an

ism

i in

ma

teri

a d

i p

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op

po

rtu

nit

à s

on

o l

a C

om

mis

sio

ne

re

gio

na

le p

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la p

rom

ozi

on

e d

i co

nd

izio

ni

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pie

na

pa

rità

tra

do

nn

e e

uo

min

i e

le

Co

nsi

gli

ere

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Pa

rità

re

gio

na

li.

La C

om

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sio

ne

re

gio

na

le p

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la p

rom

ozi

on

e d

i co

nd

izio

ni

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pie

na

pa

rità

tra

do

nn

e e

uo

min

i (i

n a

ttu

azi

on

e a

ll’a

rt.

41

Sta

tuto

) è

sta

ta i

stit

uit

a c

on

le

gg

e

reg

ion

ale

n.

8/2

01

1,

succ

ess

iva

me

nte

mo

dif

ica

ta c

on

le

gg

e r

eg

ion

ale

n.1

6/1

3 e

d h

a s

ed

e p

ress

o l

’Ass

em

ble

a L

eg

isla

tiva

.

Le C

on

sig

lie

re d

i P

ari

tà r

eg

ion

ale

so

no

fig

ure

ist

itu

ite

da

lla

Le

gg

e 1

25

/19

91

“A

zio

ni

po

siti

ve

pe

r la

re

ali

zza

zio

ne

de

lla

pa

rità

uo

mo

-do

nn

a n

el

lavo

ro”

e r

ide

fin

ite

ne

l T

ito

lo I

I d

el

Dlg

s 1

98

/20

06

“C

od

ice

de

lle

pa

ri o

pp

ort

un

ità

tra

uo

mo

e d

on

na

”. H

an

no

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mp

iti d

i p

rom

ozi

on

e,

di

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fusi

on

e d

ell

a c

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osc

en

za d

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e p

ari

op

po

rtu

nit

à,

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vig

ila

nza

e r

ile

va

zio

ne

di

situ

azi

on

i d

i d

iscr

imin

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e b

asa

ta s

ul

sess

o n

el

mo

nd

o d

el

lavo

ro.

Pa

rte

cip

an

o a

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om

ita

to d

i S

orv

eg

lia

nza

de

l F

SE

.

La R

eg

ion

e h

a a

do

tta

to c

on

DG

R n

. 9

92

de

l 7

/7/1

4 “

Il p

ian

o d

i co

invo

lgim

en

to d

eg

li o

rga

nis

mi

an

tid

iscr

imin

azi

on

e,

di

pa

rita

’ d

i g

en

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e d

i tu

tela

de

i d

irit

ti d

ell

e

pe

rso

ne

co

n d

isa

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ità

pe

r il

so

dd

isfa

cim

en

to d

ell

e c

on

diz

ion

ali

ta’

ex

an

te g

en

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li”.

Il

Pia

no

di

coin

vo

lgim

en

to d

el

Ce

ntr

o r

eg

ion

ale

co

ntr

o l

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iscr

imin

azi

on

i,

de

ll’A

rea

d’i

nte

gra

zio

ne

de

l p

un

to d

i vis

ta d

i g

en

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, d

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Ta

vo

lo p

oli

tico

di

coo

rdin

am

en

to s

ug

li i

nte

rve

nti

a f

avo

re d

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e p

ers

on

e c

on

dis

ab

ilit

à,

è s

tato

ela

bo

rato

ne

l ri

spe

tto

de

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dic

e e

uro

pe

o d

i co

nd

ott

a d

el

pa

rte

na

ria

to e

pre

ve

de

la

re

ali

zza

zio

ne

di

azi

on

i d

i in

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azi

on

e,

azi

on

i d

i fo

rma

zio

ne

, a

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ni

di

con

sult

azi

on

e e

pa

rte

cip

azi

on

e,

azi

on

i d

i va

luta

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ne

.

Dis

po

siti

vi

pe

r la

fo

rmaz

ion

e

de

l p

ers

on

ale

co

invo

lto

ne

lla g

est

ion

e

e

ne

l co

ntr

ollo

d

ei

fon

di

SIE

in

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zio

ne

al

d

irit

to

e

alla

p

olit

ica

d

ella

U

E in

m

ate

ria

d

i p

arit

à

di

gen

ere

e

in

tegr

azio

ne

d

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d

ime

nsi

on

e d

i ge

ne

re.

In p

ass

ato

, su

l te

ma

de

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Pa

ri O

pp

ort

un

ità

, so

no

sta

te o

rga

niz

zate

in

izia

tive

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va

ria

na

tura

e t

ipo

log

ia,

stru

ttu

rate

co

n c

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tin

uit

à e

pro

po

ste

ai

div

ers

i li

ve

lli

di

com

pe

ten

za e

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resp

on

sab

ilit

à:

CP

O,

dir

ige

nti

, p

osi

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ni

org

an

izza

tive

, co

lla

bo

rato

ri d

el

com

pa

rto

.

In g

en

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le,

la R

ER

è d

ota

ta d

i u

n c

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soli

da

to d

isp

osi

tivo

org

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izza

tivo

-pro

ced

ura

le p

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la f

orm

azi

on

e d

el

suo

pe

rso

na

le.

Il S

erv

izio

Org

an

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ne

e s

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up

po

de

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RE

R h

a t

ra le

su

e c

om

pe

ten

ze a

nch

e q

ue

lle

di

form

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on

e d

el

pe

rso

na

le r

eg

ion

ale

. In

pa

rtic

ola

re:

pro

ge

tta

zio

ne

e g

est

ion

e d

el

sist

em

a f

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ati

vo

in

tern

o:

an

ali

si d

ei

bis

og

ni,

mo

nit

ora

gg

io s

ull

o s

tato

di

ava

nza

me

nto

de

i p

ian

i fo

rma

tivi

e v

alu

tazi

on

e d

i im

pa

tto

; g

est

ion

e d

ell

e a

ttiv

ità

fo

rma

tive

a v

ale

nza

ge

ne

rale

,

incl

use

qu

ell

e a

su

pp

ort

o d

ell

a s

icu

rezz

a s

ui

luo

gh

i d

i la

vo

ro;

coo

rdin

am

en

to d

ell

e a

ttiv

ità

fo

rma

tive

, d

i a

na

lisi

e d

i a

cco

mp

ag

na

me

nto

all

a c

ert

ific

azi

on

e d

i

qu

ali

tà d

ei

pro

cess

i d

ell

'En

te.

Il S

erv

izio

Org

an

izza

zio

ne

e s

vil

up

po

ela

bo

ra u

n p

ian

o p

luri

en

na

le p

er

la f

orm

azi

on

e d

el

pe

rso

na

le r

eg

ion

ale

ch

e c

on

tie

ne

i m

acr

o o

bie

ttiv

i fo

rma

tivi

e,

in

att

ua

zio

ne

de

l p

ian

o p

luri

en

na

le,

ela

bo

ra d

ei

pia

ni

an

nu

ali

di

form

azi

on

e c

on

la

co

nse

gu

en

te e

rog

azi

on

e e

va

luta

zio

ne

de

lle

att

ivit

à f

orm

ati

ve

pro

gra

mm

ate

.

Il

16

dic

em

bre

20

13

la

Giu

nta

re

gio

na

le h

a a

pp

rova

to l

a d

eli

be

ra n

. 1

95

4/2

01

3 “

Pro

gra

mm

azi

on

e p

luri

en

na

le 2

01

3-2

01

5 f

orm

azi

on

e d

el

pe

rso

na

le r

eg

ion

ale

che

ha

tra

i s

uo

i o

bie

ttiv

i q

ue

llo

di

rea

lizz

are

“in

izia

tive

di

form

azi

on

e e

ag

gio

rna

me

nto

pe

rio

dic

o c

om

e p

reve

de

la

co

nd

izio

na

lità

ex-

an

te,

in m

ate

ria

di

dis

po

sizi

on

i co

mu

nit

ari

e,

rela

tive

ag

li a

iuti

di

sta

to e

ag

li a

pp

alt

i d

i b

en

i e

se

rviz

i, a

lle

ve

rifi

che

e a

i co

ntr

oll

i p

er

i fo

nd

i e

uro

pe

i”.

All

a l

uce

di

ciò

è s

tato

avv

iato

un

pri

mo

pro

gra

mm

a d

i fo

rma

zio

ne

de

no

min

ato

“P

rog

ram

ma

zio

ne

eu

rop

ea

20

14

-20

20

” ri

vo

lto

ai

dip

en

de

nti

re

gio

na

li e

di

En

ti L

oca

li d

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a R

eg

ion

e.

La R

eg

ion

e h

a a

do

tta

to c

on

DG

R n

. 9

92

de

l 7

/7/1

4 “

Il p

rog

ett

o f

orm

ati

vo

pe

r il s

od

dis

faci

me

nto

de

lle

co

nd

izio

na

lità

ex-

an

te g

en

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li”.

La

DG

R d

i a

pp

rova

zio

ne

de

l P

ian

o a

ttri

bu

isce

al

Se

rviz

io O

rga

niz

zazi

on

e e

Svil

up

po

il co

mp

ito

di

pro

ced

ere

an

nu

alm

en

te a

lla

rile

va

zio

ne

de

l fa

bb

iso

gn

o f

orm

ati

vo

ne

i te

mp

i u

tili

pe

r

de

fin

ire

la

pro

gra

mm

azi

on

e d

ell

’off

ert

a f

orm

ati

va

riv

olt

a a

l p

ers

on

ale

re

gio

na

le s

ui

tem

i re

lati

vi

a a

nti

dis

crim

ina

zio

ne

, p

ari

tà d

i g

en

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, d

isa

bil

ità

, a

pp

alt

i

pu

bb

lici

, a

iuti

di

sta

to,

no

rma

tiva

am

bie

nta

le (

VIA

e V

AS

) e

di

ass

icu

rare

l’a

gg

iorn

am

en

to p

eri

od

ico

cir

ca l

a n

orm

ati

va

rile

va

nte

pe

r i

tem

i d

ell

e c

on

diz

ion

ali

tà e

x

an

te g

en

era

li,

ne

ll’o

ttic

a d

i in

na

lza

re l

a c

ap

aci

tà d

i g

est

ion

e d

ei

fon

di

SIE

, fa

vo

ren

do

an

che

lo

sca

mb

io d

i b

uo

ne

pra

ssi,

la

ca

pit

ali

zza

zio

ne

de

i sa

pe

ri e

de

lle

esp

eri

en

ze,

le a

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ni

di

ma

inst

rea

min

g s

u t

ali

te

mi.

B3

Dis

abili

tà –

Esi

ste

nza

de

lla

ca

pa

cità

am

min

istr

ati

va

pe

r l'

att

ua

zio

ne

e l

'ap

pli

cazi

on

e d

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a C

on

ve

nzi

on

e O

NU

su

i d

irit

ti d

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e p

ers

on

e c

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dis

ab

ilit

à (

UN

CR

PD

) n

el

cam

po

de

i fo

nd

i S

IE

con

form

em

en

te a

lla

de

cisi

on

e 2

01

0/4

8/E

C d

el

Co

nsi

gli

o n

el

cam

po

de

i fo

nd

i S

IE.

Cri

teri

di

ad

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pim

en

to

Rif

eri

me

nto

, se

i c

rite

ri s

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o r

isu

lta

ti s

od

dis

fatt

i (r

ife

rim

en

to a

lle

str

ate

gie

, a

lle

dis

po

sizi

on

i le

gis

lati

ve

o a

d a

ltri

do

cum

en

ti r

ile

va

nti

, in

clu

si i

rif

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me

nti

a

pa

rti

imp

ort

an

ti,

art

ico

li o

co

mm

i, a

cco

mp

ag

na

ti d

a u

n c

oll

eg

am

en

to i

pe

rte

stu

ale

o d

a a

ltro

acc

ess

o a

l te

sto

)

Dis

po

siti

vi

a n

orm

a d

el

qu

adro

is

titu

zio

nal

e

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giu

rid

ico

d

egl

i St

ati

me

mb

ri

che

ga

ran

tisc

ano

la

co

nsu

ltaz

ion

e

e

la

par

teci

paz

ion

e

de

gli

org

anis

mi

inca

rica

ti

de

lla

tute

la d

ei

dir

itti

de

lle p

ers

on

e c

on

d

isab

ilità

o d

elle

org

aniz

zazi

on

i ch

e

rap

pre

sen

tan

o

le

pe

rso

ne

co

n

dis

abili

tà e

di

altr

e p

arti

in

tere

ssat

e

a tu

tte

le

fa

si

di

pre

par

azio

ne

e

at

tuaz

ion

e d

ei p

rogr

amm

i;

In c

on

form

ità

a q

ua

nto

pre

vis

to d

all

’art

ico

lo 3

3 d

ell

a C

on

ve

nzi

on

e d

ell

e N

azi

on

i U

nit

e e

de

lla

Le

gg

e 3

ma

rzo

20

09

, n

. 1

8 d

i ra

tifi

ca p

er

l’It

ali

a d

ell

a C

on

ve

nzi

on

e

ste

ssa

, co

n D

GR

n.

12

98

/20

11

è s

tato

co

stit

uit

o u

n “

Tavo

lo p

olit

ico

di c

oo

rdin

ame

nto

su

gli i

nte

rve

nti

a f

avo

re d

elle

pe

rso

ne

co

n d

isab

ilità

” co

mp

ost

o d

a

Ass

ess

ore

all

e P

oli

tich

e p

er

la S

alu

te,

che

lo

pre

sie

de

, su

ma

nd

ato

de

lla

Giu

nta

, P

resi

de

nte

re

gio

na

le d

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a F

ed

era

zio

ne

Ita

lia

na

pe

r il

Su

pe

ram

en

to

de

ll’H

an

dic

ap

(F

ISH

), P

resi

de

nte

re

gio

na

le d

ell

a F

ed

era

zio

ne

tra

le

Ass

oci

azi

on

i N

azi

on

ali

de

lle

pe

rso

ne

co

n d

isa

bil

ità

(F

AN

D),

gli

Ass

ess

ori

re

gio

na

li c

om

pe

ten

ti

pe

r le

ma

teri

e o

gg

ett

o d

ell

e s

pe

cifi

che

co

nvo

cazi

on

i. T

ale

org

an

ism

o h

a i

l co

mp

ito

di:

- a

pp

rofo

nd

ire

te

ma

tich

e s

pe

cifi

che

in

me

rito

all

a p

rog

ram

ma

zio

ne

ed

org

an

izza

zio

ne

de

lle

po

liti

che

re

gio

na

li c

he

ha

nn

o i

mp

att

o s

ull

a q

ua

lità

de

lla

vit

a d

ell

e

pe

rso

ne

co

n d

isa

bil

ità

;

- p

rom

uo

ve

re i

l co

ord

ina

me

nto

de

lle

po

liti

che

pe

r le

pe

rso

ne

co

n d

isa

bil

ità

ne

i d

ive

rsi

am

bit

i d

i in

terv

en

to r

eg

ion

ale

(in

pa

rtic

ola

re c

asa

, sc

uo

la,

form

azi

on

e,

lavo

ro,

mo

bil

ità

, sa

nit

à e

se

rviz

i so

cia

li)

an

che

att

iva

nd

o u

na

va

luta

zio

ne

co

ng

iun

ta d

ell

e p

oli

tich

e r

eg

ion

ali

in

teg

rate

e d

ell

e l

ine

e d

i in

dir

izzo

pe

r le

po

liti

che

futu

re,

ne

llo

sp

irit

o d

ell

a C

on

ve

nzi

on

e i

nte

rna

zio

na

le e

di

un

su

pe

ram

en

to d

ell

a s

ett

ori

ali

tà d

ell

e p

oli

tich

e s

ui

dir

itti

de

lle

pe

rso

ne

co

n d

isa

bil

ità

.

Co

n D

ete

rmin

azi

on

e d

el

Dir

ett

ore

Ge

ne

rale

Sa

nit

à e

Po

liti

che

So

cia

li n

. 3

76

4 d

el

23

/03

/20

12

è s

tato

co

stit

uit

o u

n g

rup

po

te

cnic

o c

he

co

invo

lge

tu

tte

le

Dir

ezi

on

i G

en

era

li c

on

co

mp

ete

nze

in

ma

teri

a d

i d

isa

bil

ità

ch

e p

ess

ere

att

iva

to p

er

svo

lge

re a

ttiv

ità

di

mo

nit

ora

gg

io e

d i

stru

tto

ria

a s

up

po

rto

de

ll’a

ttiv

ità

de

l

Ta

vo

lo P

oli

tico

.

La R

eg

ion

e h

a a

do

tta

to c

on

DG

R n

. 9

92

de

l 7

/7/1

4 “

Il p

ian

o d

i co

invo

lgim

en

to d

eg

li o

rga

nis

mi

an

tid

iscr

imin

azi

on

e,

di

pa

rita

’ d

i g

en

ere

e d

i tu

tela

de

i d

irit

ti d

ell

e

pe

rso

ne

co

n d

isa

bil

ità

pe

r il s

od

dis

faci

me

nto

de

lle

co

nd

izio

na

lita

’ e

x a

nte

ge

ne

rali”.

Il

Pia

no

di

coin

vo

lgim

en

to d

el

Ce

ntr

o r

eg

ion

ale

co

ntr

o l

e d

iscr

imin

azi

on

i,

de

ll’A

rea

d’i

nte

gra

zio

ne

de

l p

un

to d

i vis

ta d

i g

en

ere

, d

el

Ta

vo

lo p

oli

tico

di

coo

rdin

am

en

to s

ug

li i

nte

rve

nti

a f

avo

re d

ell

e p

ers

on

e c

on

dis

ab

ilit

à,

è s

tato

ela

bo

rato

ne

l ri

spe

tto

de

l co

dic

e e

uro

pe

o d

i co

nd

ott

a d

el

pa

rte

na

ria

to e

pre

ve

de

la

re

ali

zza

zio

ne

di

azi

on

i d

i in

form

azi

on

e,

azi

on

i d

i fo

rma

zio

ne

, a

zio

ni

di

con

sult

azi

on

e e

pa

rte

cip

azi

on

e,

azi

on

i d

i va

luta

zio

ne

.

Dis

po

siti

vi p

er

la f

orm

azio

ne

de

l p

ers

on

ale

de

lle a

uto

rità

co

invo

lto

n

ella

ge

stio

ne

e n

el c

on

tro

llo d

ei

fon

di S

IE in

re

lazi

on

e a

l dir

itto

e a

lla

po

litic

a vi

gen

te d

ell'

Un

ion

e e

n

azio

na

le in

mat

eri

a d

i dis

abili

tà,

anch

e p

er

qu

anto

co

nce

rne

l'a

cce

ssib

ilità

e l'

app

licaz

ion

e p

rati

ca

de

lla C

on

ven

zio

ne

UN

CR

PD

co

me

p

revi

sto

dal

dir

itto

de

ll' U

nio

ne

e

naz

ion

ale

, ove

op

po

rtu

no

;

La R

ER

è d

ota

ta d

i u

n c

on

soli

da

to d

isp

osi

tivo

org

an

izza

tivo

-pro

ced

ura

le p

er

la f

orm

azi

on

e d

el

suo

pe

rso

na

le.

Il S

erv

izio

Org

an

izza

zio

ne

e s

vil

up

po

de

lla

RE

R h

a t

ra le

su

e c

om

pe

ten

ze a

nch

e q

ue

lle

di

form

azi

on

e d

el

pe

rso

na

le r

eg

ion

ale

. In

pa

rtic

ola

re:

pro

ge

tta

zio

ne

e

ge

stio

ne

de

l si

ste

ma

fo

rma

tivo

in

tern

o:

an

ali

si d

ei

bis

og

ni,

mo

nit

ora

gg

io s

ull

o s

tato

di

ava

nza

me

nto

de

i p

ian

i fo

rma

tivi

e v

alu

tazi

on

e d

i im

pa

tto

; g

est

ion

e d

ell

e

att

ivit

à f

orm

ati

ve

a v

ale

nza

ge

ne

rale

, in

clu

se q

ue

lle

a s

up

po

rto

de

lla

sic

ure

zza

su

i lu

og

hi

di

lavo

ro;

coo

rdin

am

en

to d

ell

e a

ttiv

ità

fo

rma

tive

, d

i a

na

lisi

e d

i

acc

om

pa

gn

am

en

to a

lla

ce

rtif

ica

zio

ne

di

qu

ali

tà d

ei

pro

cess

i d

ell

'En

te.

Il S

erv

izio

Org

an

izza

zio

ne

e s

vil

up

po

ela

bo

ra u

n p

ian

o p

luri

en

na

le p

er

la f

orm

azi

on

e d

el

pe

rso

na

le r

eg

ion

ale

ch

e c

on

tie

ne

i m

acr

o o

bie

ttiv

i fo

rma

tivi

e,

in

att

ua

zio

ne

de

l p

ian

o p

luri

en

na

le,

ela

bo

ra d

ei

pia

ni

an

nu

ali

di

form

azi

on

e c

on

la

co

nse

gu

en

te e

rog

azi

on

e e

va

luta

zio

ne

de

lle

att

ivit

à f

orm

ati

ve

pro

gra

mm

ate

.

Il 1

6 d

ice

mb

re 2

01

3 l

a G

iun

ta r

eg

ion

ale

ha

ap

pro

va

to l

a d

eli

be

ra n

. 1

95

4/2

01

3 “

Pro

gra

mm

azi

on

e p

luri

en

na

le 2

01

3-2

01

5 f

orm

azi

on

e d

el

pe

rso

na

le r

eg

ion

ale

che

ha

tra

i s

uo

i o

bie

ttiv

i q

ue

llo

di

rea

lizz

are

“in

izia

tive

di

form

azi

on

e e

ag

gio

rna

me

nto

pe

rio

dic

o c

om

e p

reve

de

la

co

nd

izio

na

lità

ex

-an

te,

in m

ate

ria

di

dis

po

sizi

on

i co

mu

nit

ari

e,

rela

tive

ag

li a

iuti

di

sta

to e

ag

li a

pp

alt

i d

i b

en

i e

se

rviz

i, a

lle

ve

rifi

che

e a

i co

ntr

oll

i p

er

i fo

nd

i e

uro

pe

i”.

All

a l

uce

di

ciò

è s

tato

avv

iato

un

pri

mo

pro

gra

mm

a d

i fo

rma

zio

ne

de

no

min

ato

“P

rog

ram

ma

zio

ne

eu

rop

ea

20

14

-20

20

” ri

vo

lto

ai

dip

en

de

nti

re

gio

na

li e

di

En

ti L

oca

li d

ell

a R

eg

ion

e.

La R

eg

ion

e h

a a

do

tta

to c

on

DG

R n

. 9

92

de

l 7

/7/1

4 “

Il p

rog

ett

o f

orm

ati

vo

pe

r il s

od

dis

faci

me

nto

de

lle

co

nd

izio

na

lità

ex-

an

te g

en

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li”.

La

DG

R d

i a

pp

rova

zio

ne

de

l P

ian

o a

ttri

bu

isce

al

Se

rviz

io O

rga

niz

zazi

on

e e

Svil

up

po

il co

mp

ito

di

pro

ced

ere

an

nu

alm

en

te a

lla

rile

va

zio

ne

de

l fa

bb

iso

gn

o f

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ati

vo

ne

i te

mp

i u

tili

pe

r

de

fin

ire

la

pro

gra

mm

azi

on

e d

ell

’off

ert

a f

orm

ati

va

riv

olt

a a

l p

ers

on

ale

re

gio

na

le s

ui

tem

i re

lati

vi

a a

nti

dis

crim

ina

zio

ne

, p

ari

tà d

i g

en

ere

, d

isa

bil

ità

, a

pp

alt

i

pu

bb

lici

, a

iuti

di

sta

to,

no

rma

tiva

am

bie

nta

le (

VIA

e V

AS

) e

di

ass

icu

rare

l’a

gg

iorn

am

en

to p

eri

od

ico

cir

ca l

a n

orm

ati

va

rile

va

nte

pe

r i

tem

i d

ell

e c

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diz

ion

ali

tà e

x

an

te g

en

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li,

ne

ll’o

ttic

a d

i in

na

lza

re l

a c

ap

aci

tà d

i g

est

ion

e d

ei

fon

di

SIE

, fa

vo

ren

do

an

che

lo

sca

mb

io d

i b

uo

ne

pra

ssi,

la

ca

pit

ali

zza

zio

ne

de

i sa

pe

ri e

de

lle

esp

eri

en

ze,

le a

zio

ni

di

ma

inst

rea

min

g s

u t

ali

te

mi.

Dis

po

siti

vi p

er

gara

nti

re il

co

ntr

ollo

d

ell'

attu

azio

ne

de

ll'ar

tico

lo 9

de

lla

Co

nve

nzi

on

e U

NC

RP

D in

re

lazi

on

e a

i fo

nd

i SIE

in t

utt

e le

fas

i de

lla

pre

par

azio

ne

e d

ell'

attu

azio

ne

de

i p

rogr

amm

i.

In c

on

form

ità

a q

ua

nto

pre

vis

to d

all

’art

. 9

de

lla

co

nve

nzi

on

e O

NU

in

ma

teri

a d

i a

cce

ssib

ilit

à s

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o s

tati

pre

vis

ti i

nte

rve

nti

su

qu

est

o t

em

a.

La l

eg

ge

n.

13

de

l 9

ge

nn

aio

19

89

"D

isp

osi

zio

ni

pe

r fa

vo

rire

l'e

lim

ina

zio

ne

de

lle

ba

rrie

re a

rch

ite

tto

nic

he

ne

gli

ed

ific

i p

riva

ti"

pre

ve

de

in

terv

en

ti f

ina

lizz

ati

al

sup

era

me

nto

e a

ll’e

lim

ina

zio

ne

di

ba

rrie

re a

rch

ite

tto

nic

he

in

pa

rtic

ola

re n

eg

li e

dif

ici

pri

va

ti a

d u

so a

bit

ati

vo

(e

sist

en

ti a

ll'1

1/0

8/1

98

9);

ne

gli

ed

ific

i p

ub

bli

ci e

pri

va

ti a

dib

iti a

ce

ntr

i o

ist

itu

ti r

esi

de

nzi

ali

pe

r l’

ass

iste

nza

ag

li i

nv

ali

di;

pe

r re

nd

ere

acc

ess

ibil

i e

fru

ibil

i le

are

e i

n c

ui

si t

rova

no

gli

ed

ific

i d

i cu

i so

pra

co

n

pa

rtic

ola

re r

igu

ard

o a

i p

erc

ors

i d

i a

vv

icin

am

en

to a

gli s

tess

i. S

u q

ue

sto

te

ma

so

no

sta

te r

ea

lizz

ate

att

ivit

à d

i m

on

ito

rag

gio

(h

ttp

://t

err

ito

rio

.re

gio

ne

.em

ilia

-

rom

ag

na

.it/

po

liti

che

-ab

ita

tive

/fo

nd

o-b

arr

iere

).

In m

eri

to a

lla

acc

ess

ibil

ità

de

i se

rviz

i d

i in

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azi

on

e e

co

mu

nic

azi

on

e,

in a

ttu

azi

on

e d

ell

a L

eg

ge

9 g

en

na

io 2

00

4,

n.

4 “

Dis

po

sizi

on

i p

er

favo

rire

l'a

cce

sso

de

i

sog

ge

tti

dis

ab

ili

ag

li s

tru

me

nti

in

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ati

ci”

la R

eg

ion

e h

a r

ea

lizz

ato

in

izia

tive

aff

inch

é s

ia tu

tela

to e

ga

ran

tito

, in

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rtic

ola

re,

il d

irit

to d

i a

cce

sso

ai

serv

izi

info

rma

tici

e t

ele

ma

tici

de

lla

pu

bb

lica

am

min

istr

azi

on

e e

ai

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izi

di

pu

bb

lica

uti

lità

da

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rte

de

lle

pe

rso

ne

dis

ab

ili.

La

Re

gio

ne

Em

ilia

-Ro

ma

gn

a f

in d

all

a

cre

azi

on

e d

ei

suo

i p

rim

i si

ti w

eb

ha

pro

do

tto

e p

ub

bli

cato

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ee

gu

ida

pe

r l'

acc

ess

ibil

ità

ad

uso

de

lle

re

da

zio

ni

inte

rne

. N

el

tem

po

le

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ee

gu

ida

so

no

evo

lute

fin

o a

div

en

tare

un

sit

o p

ub

bli

co.

Pe

r a

iuta

re a

ve

rifi

care

l'a

cce

ssib

ilit

à d

i u

na

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gin

a l

a R

eg

ion

e,

insi

em

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ll'U

niv

ers

ità

di

Bo

log

na

ed

alt

ri p

art

ne

r, h

a r

ea

lizz

ato

du

e s

tru

me

nti

: va

mo

là-v

ali

da

tor

e v

am

ola

-mo

nit

or,

lib

era

me

nte

sca

rica

bil

i e

d u

tili

zza

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i. S

on

o s

tate

in

olt

re r

ea

lizz

ate

pu

bb

lica

zio

ni

ed

att

ivit

à d

i fo

rma

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ne

.

(htt

p:/

/ww

w.r

eg

ion

e.e

mil

ia-r

om

ag

na

.it/

lin

ee

gu

ida

). Il

Pia

no

Te

lem

ati

co 2

01

1-2

01

3 d

ell

a R

eg

ion

e i

ncl

ud

e i

nd

ica

zio

ni

in t

em

a d

i d

irit

ti d

i ci

tta

din

an

za d

igit

ale

,

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che

a f

avo

re d

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e p

ers

on

e c

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dis

ab

ilit

à

htt

p:/

/dig

ita

le.r

eg

ion

e.e

mil

ia-r

om

ag

na

.it/

pit

er/

do

c/p

ite

r-2

01

12

01

3

La R

eg

ion

e h

a p

rom

oss

o l

a c

rea

zio

ne

di

un

Ce

ntr

o R

eg

ion

ale

di

Info

rma

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ne

su

l B

en

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ere

Am

bie

nta

le,

che

ha

se

de

a R

eg

gio

Em

ilia

e r

ea

lizz

a a

ttiv

ità

di

info

rma

zio

ne

, fo

rma

zio

ne

, co

nsu

len

za e

ric

erc

a i

n m

ate

ria

di

acc

ess

ibil

ità

a f

avo

re d

i si

ng

oli

cit

tad

ini

e a

mm

inis

tra

zio

ni

pu

bb

lich

e (

htt

p:/

/ww

w.c

rib

a-e

r.it

)

B.4

Ap

pal

ti p

ub

blic

i – E

sist

en

za d

i d

isp

osi

tiv

i ch

e g

ara

nti

sca

no

l’a

pp

lica

zio

ne

eff

ica

ce d

el

dir

itto

co

mu

nit

ari

o i

n m

ate

ria

di

ap

pa

lti

pu

bb

lici

ne

l ca

mp

o d

ei f

on

di S

IE.

Cri

teri

di

ad

em

pim

en

to

Rif

eri

me

nto

, se

i c

rite

ri s

on

o r

isu

lta

ti s

od

dis

fatt

i (r

ife

rim

en

to a

lle

str

ate

gie

, a

lle

dis

po

sizi

on

i le

gis

lati

ve

o a

d a

ltri

do

cum

en

ti r

ile

va

nti

, in

clu

si i

rif

eri

me

nti

a

pa

rti

imp

ort

an

ti,

art

ico

li o

co

mm

i, a

cco

mp

ag

na

ti d

a u

n c

oll

eg

am

en

to i

pe

rte

stu

ale

o d

a a

ltro

acc

ess

o a

l te

sto

)

Dis

po

siti

vi

che

ga

ran

tisc

ano

l’

ap

pli

cazi

on

e e

ffic

ace

de

lle

no

rme

un

ion

ali

in

mat

eri

a d

i ap

pal

ti

pu

bb

lici

me

dia

nte

o

pp

ort

un

i m

ecc

anis

mi

So

no

di

com

pe

ten

za n

azi

on

ale

la

ric

ezi

on

e d

ell

e d

ire

ttiv

e e

uro

pe

e s

ug

li a

pp

alt

i p

ub

bli

ci,

la c

rea

zio

ne

di

dis

po

siti

vi

pe

r a

ssic

ura

re l

a c

ert

ezz

a d

el

dir

itto

, l’

esi

ste

nza

di

un

eff

ica

ce s

iste

ma

di p

rote

zio

ne

giu

diz

iari

a p

er

gli

off

ere

nti

.

Co

n l

a c

ita

ta n

orm

ati

va

si

è i

nte

so f

avo

rire

le

mo

da

lità

di

acq

uis

to m

ed

ian

te s

iste

mi

c.d

. d

i e

-pro

cure

me

nt,

su

sce

ttib

ili

di

ass

icu

rare

all

a a

mm

inis

tra

zio

ne

la

po

ssib

ilit

à d

i e

ntr

are

in

co

nta

tto

co

n u

na

più

am

pia

pla

tea

di

forn

ito

ri m

a,

sop

ratt

utt

o,

di

ga

ran

tire

la

tra

ccia

bil

ità

de

ll’i

nte

ra p

roce

du

ra d

i a

cqu

isto

ed

un

a

ma

gg

iore

tra

spa

ren

za d

ell

a s

tess

a,

att

esa

l’a

uto

ma

tici

tà d

el

me

cca

nis

mo

di

ag

giu

dic

azi

on

e c

on

co

nse

gu

en

te r

idu

zio

ne

de

i m

arg

ini

di

dis

cre

zio

na

lità

de

ll’a

ffid

am

en

to.

La R

ER

, a

ttra

ve

rso

IT

AC

A,

org

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o t

ecn

ico

de

lla

co

nfe

ren

za d

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e R

eg

ion

i, p

rom

uo

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l’u

nif

orm

e i

nte

rpre

tazi

on

e d

ell

e n

orm

e s

ug

li a

pp

alt

i p

ub

bli

ci,

lo s

vil

up

po

e l

a

pro

mo

zio

ne

de

lla

tra

spa

ren

za n

ell

e f

asi

de

gli

ap

pa

lti

e d

ell

e c

on

cess

ion

i p

ub

bli

che

, lo

svil

up

po

di

pro

ced

ure

pe

r la

ge

stio

ne

de

gli

ap

pa

lti n

on

ché

tra

mit

e

l’in

tro

du

zio

ne

di

sist

em

i q

ua

lità

, la

pro

mo

zio

ne

e d

iffu

sio

ne

di

bu

on

e p

rati

che

.

La R

eg

ion

e e

alt

ri e

nti

pu

bb

lici

re

gio

na

li s

i a

vv

alg

on

o d

i In

terc

en

ter

com

e s

tazi

on

e u

nic

a a

pp

alt

an

te p

er

be

ni

e s

erv

izi,

an

che

co

nn

ess

i a

i Fo

nd

i S

tru

ttu

rali

.

Nu

ova

Qu

asc

o,

in h

ou

se d

ell

a R

ER

fo

rnis

ce s

up

po

rto

te

cnic

o n

ell

’att

ivit

à d

i a

ssis

ten

za e

fo

rma

zio

ne

all

e s

tazi

on

i a

pp

alt

an

ti S

. A

. e

all

e a

mm

inis

tra

zio

ni

loca

li i

n

ge

ne

re.

Ino

ltre

fo

rnis

ce u

n s

up

po

rto

te

cnic

o n

ei

con

fro

nti

de

gli

en

ti l

oca

li,

de

lla

Re

gio

ne

Em

ilia

-Ro

ma

gn

a,

soci

de

lla

so

cie

tà s

tess

a.

Co

n l

e D

GR

n.

43

4 /

20

11

e D

GR

. 2

14

2 /

20

13

so

no

sta

te,

ult

ima

me

nte

, st

ipu

late

le

Co

nv

en

zio

ni,

so

gg

ett

e a

rin

no

vo

pe

rio

dic

o,

tra

la

RE

R e

NQ

in

cu

i ve

ng

on

o

ind

ica

te l

e l

ine

e o

pe

rati

ve

, p

revis

te d

all

a L

.R.

20

/20

07

, e

le

att

ivit

à p

rog

ett

ua

li a

ttra

ve

rso

le

qu

ali

la

Re

gio

ne

si

avv

ale

de

l su

pp

ort

o t

ecn

ico

-op

era

tivo

de

lla

pro

pri

a s

oci

età

pa

rte

cip

ata

NQ

.

Tra

ta

li a

ttiv

ità

pro

ge

ttu

ali

vi

è i

l P

rog

ett

o A

.1 “

Ge

stio

ne

de

lle

att

ivit

à o

pe

rati

ve

e d

i se

gre

teri

a t

ecn

ica

de

lla

Se

zio

ne

re

gio

na

le d

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’Oss

erv

ato

rio

de

i co

ntr

att

i

pu

bb

lici

de

lla

Re

gio

ne

Em

ilia

-Ro

ma

gn

a,

coo

rdin

am

en

to e

su

pp

ort

o t

ecn

ico

de

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att

ivit

à f

ina

lizz

ate

all

’ad

eg

ua

me

nto

de

l si

ste

ma

SIT

AR

Em

ilia

-Ro

ma

gn

a –

SIT

AR

/Sis

tem

a I

nfo

rma

tivo

Te

lem

ati

co A

pp

alt

i re

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na

le.”

Ta

le p

rog

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o n

asc

e d

all

’esi

ge

nza

di

risp

on

de

re a

qu

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to p

revis

to d

al

Co

dic

e d

ei

Co

ntr

att

i P

ub

bli

ci,

com

ma

4

art

. 7

de

l D

.Lg

s 1

63

/2

00

6.

Il s

ud

de

tto

Oss

erv

ato

rio

re

gio

na

le d

ei

con

tra

tti

e d

eg

li i

nve

stim

en

ti p

ub

bli

ci d

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a R

eg

ion

e E

mil

ia-R

om

ag

na

, (h

ttp

s://

ww

w.s

ita

r-e

r.it

/in

de

x.a

spx?

JS=

1),

ch

e s

vo

lge

l’a

ttiv

ità

di

sezi

on

e r

eg

ion

ale

de

ll’O

sse

rva

tori

o N

azi

on

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de

ll'A

VC

P,

att

rave

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i R

UP

e i

re

fere

nti

ch

e s

on

o p

ress

o t

utt

e l

e S

. A

., c

ioè

le

sta

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ni

ap

pa

lta

nti

de

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Re

gio

ne

, ra

cco

gli

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ela

bo

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utt

i g

li a

tti /

da

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ne

ren

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ll’i

nte

ro c

iclo

de

i co

ntr

att

i p

ub

bli

ci:

pro

gra

mm

azi

on

e t

rie

nn

ale

ed

ele

nco

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nu

ale

de

gli

in

ve

stim

en

ti ,

avv

isi

e b

an

di

di

ga

ra d

i a

pp

alt

o,

ag

giu

dic

azi

on

i e

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ida

me

nti

, e

secu

zio

ne

e c

oll

au

do

/ r

eg

ola

re e

secu

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ne

de

l co

ntr

att

o.

Og

ni

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no

la

Re

gio

ne

Em

ilia

-Ro

ma

gn

a i

n c

oll

ab

ora

zio

ne

co

n l

a p

rop

ria

so

cie

tà p

art

eci

pa

ta N

Q e

lab

ora

un

“ R

ap

po

rto

an

nu

ale

su

i C

on

tra

tti P

ub

bli

ci d

ell

a R

eg

ion

e

Em

ilia

-Ro

ma

gn

a “

in

cu

i vie

ne

fa

tta

un

a a

tte

nta

dis

am

ina

de

ll’a

nd

am

en

to d

ei

con

tra

tti

pu

bb

lici

ne

lla

no

stra

re

gio

ne

. T

ale

Ra

pp

ort

o è

re

so p

ub

bli

co s

ul

sito

de

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Re

gio

ne

.

Dis

po

siti

vi

a ga

ran

zia

de

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tras

par

en

za

ne

lle

pro

ced

ure

d

i ag

giu

dic

azio

ne

de

i co

ntr

atti

A l

ive

llo

na

zio

na

le l

a le

gg

e n

. 2

41

/90

su

l p

roce

dim

en

to a

mm

inis

tra

tivo

e i

l D

.Lg

s. 1

63

/20

06

ga

ran

tisc

on

o l

’acc

ess

o a

gli a

tti

ne

lle

pro

ced

ure

di

ag

giu

dic

azi

on

e d

ei

con

tra

tti a

gli a

ve

nti

dir

itto

. La

Re

gio

ne

Em

ilia

-Ro

ma

gn

a h

a a

do

tta

to:

a)

reg

ola

me

nti

pe

r l’

ad

eg

ua

me

nto

all

e n

orm

ati

ve

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tico

rru

zio

ne

e d

i tr

asp

are

nza

de

lla

pu

bb

lica

am

min

istr

azi

on

e

b)

ha

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bo

rato

, co

n i

l su

pp

ort

o t

ecn

ico

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Nu

ova

Qu

asc

o,

div

ers

i st

rum

en

ti t

ra c

ui

lin

ee

-gu

ida

su

PP

P (

Pa

rte

na

ria

to P

ub

bli

co P

riva

to),

le

asi

ng

im

mo

bil

iare

in

cost

rue

nd

o,

off

ert

a e

con

om

ica

me

nte

più

va

nta

gg

iosa

e c

on

tra

tto

di

dis

po

nib

ilit

à.

Co

n r

ife

rim

en

to a

i co

ntr

att

i p

ub

bli

ci c

he

ha

nn

o u

n i

nte

ress

e t

ran

sfro

nta

lie

ro,

Inte

rce

nte

r, s

tazi

on

e a

pp

alt

an

te d

ell

a R

eg

ion

e E

mil

ia-R

om

ag

na

e d

i va

ri e

nti

pu

bb

lici

re

gio

na

li,

ad

eri

sce

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a p

iatt

afo

rma

Pe

pp

ol-

Pa

n-E

uro

pe

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Pu

bli

c P

rocu

rem

en

t O

nli

ne

ch

e h

a l

o s

cop

o d

i im

ple

me

nta

re u

na

so

luzi

on

e p

er

favo

rire

gli

ap

pa

lti

tra

nsf

ron

tali

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e r

en

de

re i

nte

rop

era

bil

i i

dif

fere

nti

sis

tem

i d

i e

-pro

cure

me

nt

pre

sen

ti n

ell

'UE

.

Dis

po

siti

vi p

er

la f

orm

azio

ne

e l

a d

iffu

sio

ne

d

i in

form

azio

ni

pe

r il

pe

rso

na

le c

oin

vo

lto

ne

ll’a

ttu

azi

on

e

de

i fo

nd

i SIE

.

Il 1

6 d

ice

mb

re 2

01

3 l

a G

iun

ta r

eg

ion

ale

ha

ap

pro

va

to l

a d

eli

be

ra n

. 1

95

4/2

01

3 c

he

ha

tra

i s

uo

i o

bie

ttiv

i q

ue

llo

di

rea

lizz

are

“in

izia

tiv

e d

i fo

rma

zio

ne

e

ag

gio

rna

me

nto

pe

rio

dic

o i

n m

ate

ria

di

dis

po

sizi

on

i co

mu

nit

ari

e,

rela

tive

ag

li a

iuti

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sta

to e

ag

li a

pp

alt

i d

i b

en

i e

se

rviz

i, a

lle

ve

rifi

che

e a

i co

ntr

oll

i p

er

i fo

nd

i

eu

rop

ei”

. A

lla

lu

ce d

i ci

ò è

sta

to a

vv

iato

un

pri

mo

pro

gra

mm

a d

i fo

rma

zio

ne

de

no

min

ato

“P

rog

ram

ma

zio

ne

eu

rop

ea

20

14

-20

20

” ri

vo

lto

ai

dip

en

de

nti

re

gio

na

li e

di

En

ti L

oca

li d

ell

a R

eg

ion

e.

Pe

r il

pe

rso

na

le d

eg

li E

E.L

L.,

la R

ER

, a

vv

ale

nd

osi

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Nu

ova

Qu

asc

o e

in

co

lla

bo

razi

on

e a

nch

e c

on

l’A

VC

P,

rea

lizz

a a

ttiv

ità

fo

rma

tive

pe

r i

RU

P e

pe

r i re

fere

nti

de

lle

sta

zio

ni

ap

pa

lta

nti

. S

i so

no

da

po

co p

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ram

ma

te a

ttiv

ità

fo

rma

tive

su

AV

CP

ass

.

I si

ste

mi

di

ge

stio

ne

e c

on

tro

llo

de

i p

rog

ram

mi

reg

ion

ali

so

no

do

tati

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sist

em

i IT

(G

rou

p-w

are

) ch

e m

ett

on

o i

n c

oll

eg

am

en

to l

e A

uto

rità

co

invo

lte

. Il

sis

tem

a p

ess

ere

re

so a

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ssib

ile

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che

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be

ne

fici

ari

.

So

no

in

olt

re d

isp

on

ibil

i i

siti

we

b d

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a R

ER

, e

lab

ora

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l’a

usi

lio

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Nu

ova

Qu

asc

o c

he

cu

ra il

SIT

AR

e d

i In

terc

en

ter,

e d

i a

ltri

en

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de

ren

ti,

do

ve

ve

ng

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o d

iffu

si

gli

str

um

en

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su

pp

ort

o.

La R

eg

ion

e h

a a

do

tta

to c

on

DG

R n

. 9

92

de

l 7

/7/1

4 “

Il p

rog

ett

o f

orm

ati

vo

pe

r il s

od

dis

faci

me

nto

de

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co

nd

izio

na

lità

ex-

an

te g

en

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li”.

La

DG

R d

i a

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rova

zio

ne

de

l P

ian

o a

ttri

bu

isce

al

Se

rviz

io O

rga

niz

zazi

on

e e

Svil

up

po

il co

mp

ito

di

pro

ced

ere

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nu

alm

en

te a

lla

rile

va

zio

ne

de

l fa

bb

iso

gn

o f

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vo

ne

i te

mp

i u

tili

pe

r

de

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ire

la

pro

gra

mm

azi

on

e d

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’off

ert

a f

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va

riv

olt

a a

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ers

on

ale

re

gio

na

le s

ui

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i re

lati

vi

a a

nti

dis

crim

ina

zio

ne

, p

ari

tà d

i g

en

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, d

isa

bil

ità

, a

pp

alt

i

pu

bb

lici

, a

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sta

to,

no

rma

tiva

am

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nta

le (

VIA

e V

AS

) e

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ass

icu

rare

l’a

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iorn

am

en

to p

eri

od

ico

cir

ca l

a n

orm

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va

rile

va

nte

pe

r i

tem

i d

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e c

on

diz

ion

ali

tà e

x

an

te g

en

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li,

ne

ll’o

ttic

a d

i in

na

lza

re l

a c

ap

aci

tà d

i g

est

ion

e d

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fon

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SIE

, fa

vo

ren

do

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che

lo

sca

mb

io d

i b

uo

ne

pra

ssi,

la

ca

pit

ali

zza

zio

ne

de

i sa

pe

ri e

de

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esp

eri

en

ze,

le a

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ni

di

ma

inst

rea

min

g s

u t

ali

te

mi.

Dis

po

siti

vi

a ga

ran

zia

de

lla

cap

acit

à am

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istr

ativ

a p

er

l’a

ttu

azi

on

e

e

l’a

pp

lica

zio

ne

d

ell

e

no

rme

d

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’un

ion

e

in

ma

teri

a

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app

alti

pu

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lici.

Il S

erv

izio

Op

ere

e L

avo

ri P

ub

bli

ci,

Leg

ali

tà e

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ure

zza

, e

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izia

pu

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lica

e p

riva

ta d

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a R

ER

(S

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VIZ

IO O

PE

RE

E L

AV

OR

I P

UB

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CI.

LE

GA

LIT

A' E

SIC

UR

EZ

ZA

. E

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IZIA

PU

BB

LIC

A E

PR

IVA

TA

) è

l’u

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à o

rga

niz

zati

va

ch

e h

a l

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om

pe

ten

za i

n m

ate

ria

di

con

tra

tti p

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bli

ci e

pe

r sv

olg

ere

ta

le a

ttiv

ità

si a

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ale

de

l su

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ort

o t

ecn

ico

-

op

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tivo

de

lla

so

cie

tà N

uo

va

Qu

asc

o.

Il S

erv

izio

e N

uo

va

Qu

asc

o h

an

no

co

mp

less

iva

me

nte

7 u

nit

à d

i p

ers

on

ale

co

mp

ete

nte

e d

ed

ica

to c

he

ero

ga

no

AT

di

pri

mo

liv

ell

o a

tu

tti

i so

gg

ett

i im

pe

gn

ati

ne

i

pro

ced

ime

nti

am

min

istr

ati

vi

sui

con

tra

tti p

ub

bli

ci.

La

Re

gio

ne

ha

ela

bo

rato

il k

it s

ull

a f

ina

nza

di

pro

ge

tto

e l

o h

a p

ub

bli

cato

su

l si

to d

ell

a R

eg

ion

e a

dis

po

sizi

on

e d

ei

34

0 C

om

un

i. T

ale

kit

è s

tato

an

che

ma

teri

alm

en

te d

istr

ibu

ito

a m

olt

i co

mu

ni

de

lla

Re

gio

ne

, in

olt

re è

sta

to p

ub

bli

cato

an

che

il k

it s

ul

lea

sin

g i

mm

ob

ilia

re i

n c

ost

rue

nd

o e

d è

in

co

rso

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pu

bb

lica

zio

ne

il k

it s

ul

con

tra

tto

di

dis

po

nib

ilit

à,

alt

ro s

tru

me

nto

de

l P

PP

.

B.5

Aiu

ti d

i Sta

to –

Esi

ste

nza

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dis

po

siti

vi

che

ga

ran

tisc

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o l

’ap

pli

cazi

on

e e

ffic

ace

de

l d

irit

to d

ell

’Un

ion

e i

n m

ate

ria

di

Aiu

ti d

i st

ato

ne

l ca

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o d

ei

fon

di

SIE

.

Cri

teri

di

ad

em

pim

en

to

Rif

eri

me

nto

, se

i c

rite

ri s

on

o r

isu

lta

ti s

od

dis

fatt

i (r

ife

rim

en

to a

lle

str

ate

gie

, a

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dis

po

sizi

on

i le

gis

lati

ve

o a

d a

ltri

do

cum

en

ti r

ile

va

nti

, in

clu

si i

rif

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me

nti

a

pa

rti

imp

ort

an

ti,

art

ico

li o

co

mm

i, a

cco

mp

ag

na

ti d

a u

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oll

eg

am

en

to i

pe

rte

stu

ale

o d

a a

ltro

acc

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o a

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sto

)

Dis

po

siti

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pe

r l’

ap

pli

cazi

on

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eff

icac

e d

elle

no

rme

de

ll’U

nio

ne

in

mat

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a d

i aiu

ti d

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to

Pe

r il

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SR

il co

ntr

oll

o s

ul

cum

ulo

de

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aiu

ti v

ien

e e

serc

ita

to a

nch

e a

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ale

nd

osi

de

lla

BD

A i

stit

uit

a p

ress

o l

a D

ire

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ne

Att

ivit

à P

rod

utt

ive

ch

e h

a a

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e

pre

dis

po

sto

pro

pri

e l

ine

e g

uid

a p

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le p

red

isp

osi

zio

ne

co

nfo

rme

all

e r

eg

ole

aiu

ti d

i st

ato

(va

levo

li p

er

il p

eri

od

o 2

00

7-2

01

3)

di b

an

di

pe

r le

im

pre

se.

Le r

eg

ole

pre

vis

te p

er

gli

str

um

en

ti f

ina

nzi

ari

so

no

in

clu

se n

ei

cap

ito

lati

di

ga

ra d

i se

lezi

on

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ei

sog

ge

tti

ge

sto

ri d

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li s

tru

me

nti

. A

l fi

ne

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ve

rifi

care

le

mo

da

lità

di

ad

em

pim

en

to d

a p

art

e d

ei

sog

ge

tti

ge

sto

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l’A

dG

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SR

ric

hie

de

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li s

tess

i la

pre

dis

po

sizi

on

e d

i u

n m

an

ua

le d

ell

e P

roce

du

re o

pe

rati

ve

pe

r l’

istr

utt

ori

a e

se

lezi

on

e

de

lle

op

era

zio

ni

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r le

att

ivit

à d

i m

on

ito

rag

gio

e f

oll

ow

up

de

gli

in

ve

stim

en

ti.

L’A

dG

FE

SR

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rifi

ca i

l ri

spe

tto

di

qu

an

to c

on

ten

uto

ne

l M

an

ua

le d

ell

e p

roce

du

re

tra

mit

e l

a v

eri

fica

de

lle

re

lazi

on

i p

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od

ich

e d

a p

art

e d

ei

sog

ge

tti

ge

sto

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tra

mit

e i

co

ntr

oll

i d

i p

rim

o e

se

con

do

liv

ell

o.

L’A

uto

rità

di

Ge

stio

ne

FS

E h

a d

isci

pli

na

to l

a c

orr

ett

a a

pp

lica

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ne

de

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no

rma

tiva

su

gli

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i st

ato

ne

ll’a

mb

ito

de

lle

“D

isp

osi

zio

ni

att

ua

tive

“ d

i cu

i a

lla

DG

R

10

5/2

01

0 e

sm

i (c

ap

ito

lo 1

4)

che

ra

pp

rese

nta

no

il d

ocu

me

nto

di

rife

rim

en

to p

er

la R

eg

ion

e e

le

Am

min

istr

azi

on

i P

rovin

cia

li i

n q

ua

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di

Org

an

ism

i In

term

ed

i p

er

la p

rog

ram

ma

zio

ne

e a

ttu

azi

on

e d

el

PO

FS

E 2

00

7-2

01

3.

In t

ale

do

cum

en

to s

on

o p

rese

nti

gli

asp

ett

i n

orm

ati

vi

e d

i co

rre

tta

ap

pli

cazi

on

e d

ell

e n

orm

e (

cap

ito

lo 1

4)

e l

e a

zio

ni

reg

ion

ali

pe

r il c

on

tro

llo

de

lla

co

rre

tte

zza

de

lle

pro

ced

ure

(p

ara

gra

fi 7

.3.1

e 7

.3.2

). T

ali

asp

ett

i so

no

rip

resi

ne

ll’a

mb

ito

de

l S

IGE

CO

re

gio

na

le

(do

cum

en

to d

i d

esc

rizi

on

e e

pro

ced

ura

3

”Co

ntr

oll

i a

mm

inis

tra

tivi

di

ge

stio

ne

”).

Ino

ltre

è s

tato

re

da

tto

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an

tem

en

te a

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iorn

ato

pe

r tu

tta

la

pro

gra

mm

azi

on

e,

com

e p

revis

to d

al

SIG

EC

O,

un

avv

iso

sta

nd

ard

pe

r R

eg

ion

e e

OI,

co

nte

ne

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le

spe

cifi

che

su

gli

aiu

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ato

co

mp

ren

sivi

de

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dic

hia

razi

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i n

ece

ssa

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pe

r ve

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care

il ri

spe

tto

de

i re

qu

isit

i.

I d

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su

lle

im

pre

se b

en

efi

cia

rie

e s

ull

e t

ipo

log

ie d

i re

gim

e s

on

o a

rch

ivia

te a

ll’i

nte

rno

de

l si

ste

ma

in

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ati

vo

re

gio

na

le

Pe

r il

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AS

R i

l co

ntr

oll

o s

ul

cum

ulo

de

gli

aiu

ti v

ien

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sple

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avv

ale

nd

osi

de

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ata

log

o d

eg

li A

iuti

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Sta

to n

el

qu

ale

è p

oss

ibil

e i

nse

rire

i p

rovve

dim

en

ti c

he

ve

ng

on

o d

eli

be

rati

da

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Pu

bb

lich

e A

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inis

tra

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ni.

Il s

iste

ma

op

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tivo

è g

est

ito

da

l S

.I.N

. sp

a -

sis

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a I

nfo

rma

tivo

na

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na

le p

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lo S

vil

up

po

in

Ag

rico

ltu

ra p

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con

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el

S.I

.A.N

. e

de

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inis

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de

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Po

liti

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Ag

rico

le A

lim

en

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e F

ore

sta

li e

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acc

ess

ibil

e d

al

sito

ist

itu

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na

le d

el

S.I

.A.N

htt

p:/

/ww

w.s

ian

.it.

Qu

an

do

un

pro

vve

dim

en

to è

sta

to i

nse

rito

ne

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ata

log

o d

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li A

iuti

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Sta

to è

po

ssib

ile

uti

lizz

are

la

se

con

da

pa

rte

de

l p

rog

ram

ma

in

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ati

co -

co

mp

lem

en

tare

all

a p

rim

a -

de

no

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ata

Re

gis

tro

de

gli

Aiu

ti d

i S

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ne

lla

qu

ale

ve

ng

on

o "

reg

istr

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" i

be

ne

fici

ari

de

gli

aiu

ti m

ed

esi

mi.

Gli

Sta

ti m

em

bri

pre

sen

tan

o u

na

re

lazi

on

e a

nn

ua

le s

ull

a s

pe

sa r

ela

tiva

ag

li a

iuti

di

Sta

to p

er

le m

isu

re d

i a

iuto

di

Sta

to e

sist

en

ti s

eco

nd

o l

e d

isp

osi

zio

ni

pre

vis

te

da

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no

rme

co

mu

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ari

e a

vv

ale

nd

osi

de

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ste

ma

in

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ati

co d

i g

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ion

e,

de

no

min

ato

SA

RI

- S

tate

Aid

Re

po

rtin

g I

nte

ract

ive

, d

isp

on

ibil

e a

ll'i

nd

iriz

zo:

htt

ps:

//w

eb

ga

te.e

c.e

uro

pa

.eu

/co

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eti

tio

n/s

an

i/sa

ri/a

pp

/.

Le r

eg

ole

pre

vis

te p

er

gli

str

um

en

ti f

ina

nzi

ari

so

no

in

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se n

eg

li a

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isi

pu

bb

lici

pe

r la

se

lezi

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e d

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e i

sta

nze

di

acc

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o d

a p

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ei

be

ne

fici

ari

.

Dis

po

siti

vi g

aran

tire

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r la

fo

rmaz

ion

e e

la d

iffu

sio

ne

di

info

rmaz

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i pe

r il

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na

le

coin

vo

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ne

l’a

ttu

azi

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e d

ei

fon

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SIE.

La R

ER

è d

ota

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i u

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soli

da

to d

isp

osi

tivo

org

an

izza

tivo

-pro

ced

ura

le p

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la f

orm

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e d

el

suo

pe

rso

na

le.

Il S

erv

izio

Org

an

izza

zio

ne

e s

vil

up

po

ela

bo

ra u

n p

ian

o p

luri

en

na

le p

er

la f

orm

azi

on

e d

el

pe

rso

na

le r

eg

ion

ale

ch

e c

on

tie

ne

i m

acr

o o

bie

ttiv

i fo

rma

tivi

e,

in

att

ua

zio

ne

de

l p

ian

o p

luri

en

na

le,

ela

bo

ra d

ei

pia

ni

an

nu

ali

di

form

azi

on

e c

on

la

co

nse

gu

en

te e

rog

azi

on

e e

va

luta

zio

ne

de

lle

att

ivit

à f

orm

ati

ve

pro

gra

mm

ate

.

Il

16

dic

em

bre

20

13

la

Giu

nta

re

gio

na

le h

a a

pp

rova

to l

a d

eli

be

ra n

. 1

95

4/2

01

3

“Pro

gra

mm

azi

on

e p

luri

en

na

le 2

01

3-2

01

5 f

orm

azi

on

e d

el

pe

rso

na

le r

eg

ion

ale

che

ha

tra

i s

uo

i o

bie

ttiv

i q

ue

llo

di

rea

lizz

are

“in

izia

tive

di

form

azi

on

e e

ag

gio

rna

me

nto

pe

rio

dic

o c

om

e p

reve

de

la

co

nd

izio

na

lità

ex-a

nte

, in

ma

teri

a d

i

dis

po

sizi

on

i co

mu

nit

ari

e,

rela

tive

ag

li a

iuti

di

sta

to e

ag

li a

pp

alt

i d

i b

en

i e

se

rviz

i, a

lle

ve

rifi

che

e a

i co

ntr

oll

i p

er

i fo

nd

i e

uro

pe

i”.

All

a l

uce

di

ciò

è s

tato

avv

iato

un

pri

mo

pro

gra

mm

a d

i fo

rma

zio

ne

de

no

min

ato

“P

rog

ram

ma

zio

ne

eu

rop

ea

20

14

-20

20

” ri

vo

lto

ai

dip

en

de

nti

re

gio

na

li e

di

En

ti L

oca

li d

ell

a R

eg

ion

e.

La R

eg

ion

e h

a a

do

tta

to c

on

DG

R n

. 9

92

de

l 7

/7/1

4 “

Il p

rog

ett

o f

orm

ati

vo

pe

r il s

od

dis

faci

me

nto

de

lle

co

nd

izio

na

lità

ex-

an

te g

en

era

li”.

La

DG

R d

i a

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rova

zio

ne

de

l P

ian

o a

ttri

bu

isce

al

Se

rviz

io O

rga

niz

zazi

on

e e

Svil

up

po

il co

mp

ito

di

pro

ced

ere

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nu

alm

en

te a

lla

rile

va

zio

ne

de

l fa

bb

iso

gn

o f

orm

ati

vo

ne

i te

mp

i u

tili

pe

r

de

fin

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la

pro

gra

mm

azi

on

e d

ell

’off

ert

a f

orm

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va

riv

olt

a a

l p

ers

on

ale

re

gio

na

le s

ui

tem

i re

lati

vi

a a

nti

dis

crim

ina

zio

ne

, p

ari

tà d

i g

en

ere

, d

isa

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ità

, a

pp

alt

i

pu

bb

lici

, a

iuti

di

sta

to,

no

rma

tiva

am

bie

nta

le (

VIA

e V

AS

) e

di

ass

icu

rare

l’a

gg

iorn

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en

to p

eri

od

ico

cir

ca l

a n

orm

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va

rile

va

nte

pe

r i

tem

i d

ell

e c

on

diz

ion

ali

tà e

x

an

te g

en

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li,

ne

ll’o

ttic

a d

i in

na

lza

re l

a c

ap

aci

tà d

i g

est

ion

e d

ei

fon

di

SIE

, fa

vo

ren

do

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che

lo

sca

mb

io d

i b

uo

ne

pra

ssi,

la

ca

pit

ali

zza

zio

ne

de

i sa

pe

ri e

de

lle

esp

eri

en

ze,

le a

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ni

di

ma

inst

rea

min

g s

u t

ali

te

mi.

Dis

po

siti

vi c

he

gar

anti

sca

no

la

cap

acit

à am

min

istr

ativ

a im

ple

me

nta

zio

ne

pe

r l’

att

ua

zio

ne

e

l’a

pp

lica

zio

ne

co

mu

nit

ari

a d

ell

e

no

rme

de

ll’U

nio

ne

in

ma

teri

a d

i

aiu

ti d

i Sta

to.

Le A

dG

de

i d

ive

rsi

pro

gra

mm

i so

no

do

tate

di

fig

ure

pro

fess

ion

ali

ch

e p

resi

dia

no

la

co

rre

tta

ap

pli

cazi

on

e d

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e n

orm

e s

ug

li a

iuti

di

sta

to.

E’

ne

cess

ari

o a

ccre

sce

re

la c

ap

aci

tà d

i in

teg

razi

on

e t

ra i

fo

nd

i a

nch

e t

ram

ite

la

co

stit

uzi

on

e d

i u

na

re

te d

i re

fere

nti

ch

e c

oll

eg

hi

tutt

e l

e D

ire

zio

ni

Re

gio

na

li c

oin

vo

lte

ne

lla

ero

ga

zio

ne

di

aiu

ti d

i st

ato

, fa

vo

ren

do

co

sì l

a c

ost

itu

zio

ne

di

un

pre

sid

io u

nit

ari

o r

eg

ion

ale

su

gli

aiu

ti d

i st

ato

.

B6

No

rmat

iva

amb

ien

tale

co

nn

ess

a al

la v

alu

tazi

on

e d

ell'

imp

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am

bie

nta

le (

VIA

) e

alla

val

uta

zio

ne

am

bie

nta

le s

trat

egi

ca (

VA

S)

– E

sist

en

za d

i d

isp

osi

tivi

che

ga

ran

tisc

an

o l

'ap

pli

cazi

on

e

eff

ica

ce d

ell

a n

orm

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va

de

ll'U

nio

ne

in

ma

teri

a a

mb

ien

tale

co

nn

ess

a a

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VIA

e a

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VA

S.

Cri

teri

di

ad

em

pim

en

to

Rif

eri

me

nto

, se

i c

rite

ri s

on

o r

isu

lta

ti s

od

dis

fatt

i (r

ife

rim

en

to a

lle

str

ate

gie

, a

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dis

po

sizi

on

i le

gis

lati

ve

o a

d a

ltri

do

cum

en

ti r

ile

va

nti

, in

clu

si i

rif

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me

nti

a

pa

rti

imp

ort

an

ti,

art

ico

li o

co

mm

i, a

cco

mp

ag

na

ti d

a u

n c

oll

eg

am

en

to i

pe

rte

stu

ale

o d

a a

ltro

acc

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o a

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sto

)

Dis

po

siti

vi

pe

r l'a

pp

licaz

ion

e

eff

icac

e d

ella

dir

ett

iva

20

11

/92

/UE

de

l P

arla

me

nto

e

uro

pe

o

e

de

l C

on

sigl

io

(VIA

) e

d

ella

d

ire

ttiv

a

20

01

/42

/CE

de

l P

arla

me

nto

e

uro

pe

o e

de

l Co

nsi

glio

(V

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Le D

ire

ttiv

e e

uro

pe

e s

u V

IA e

VA

S s

on

o s

tate

re

cep

ite

co

n i

l d

Lgs

15

2/2

00

6 e

ss.

mm

.ii a

liv

ell

o n

azi

on

ale

.

La R

eg

ion

e E

mil

ia R

om

ag

na

ha

re

cep

ito

la

dir

ett

iva

su

lla

VA

S c

on

art

. 5

de

lla

L.R

. 2

0/2

00

0 e

s.m

.i p

er

qu

an

to r

igu

ard

a l

'ap

pli

cazi

on

e d

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a V

AS

ai

Pia

ni

Te

rrit

ori

ali

Urb

an

isti

ci e

co

n l

a L

.R.

9/2

00

8 p

er

tutt

i g

li a

ltri

Pia

ni

e P

rog

ram

mi.

Co

n l

a L

.R.

9/2

00

8 e

' st

ata

alt

resì

in

div

idu

ata

l'A

ut o

rità

co

mp

ete

nte

pe

r la

VA

S.

E' st

ata

in

olt

re c

om

ple

tam

en

te r

ece

pit

a l

a d

ire

ttiv

a 2

01

1/9

2/C

E c

on

la

L.R

. 9

/99

co

me

mo

dif

ica

ta d

all

a L

R 3

/20

12

.

In r

ela

zio

ne

all

a p

roce

du

ra d

'in

fra

zio

ne

20

09

/20

86

di

cui

al

pa

rere

mo

tiva

to C

(2

01

2)

95

1 d

el

27

/12

/20

12

, so

no

sta

te a

pp

rova

te m

od

ific

he

ag

li A

rt.

4 e

4 t

er

de

lla

L.R

. 9

/99

me

dia

nte

art

ico

li 5

3 e

54

de

lla

L.R

. n

. 1

5 d

el

30

/07

/20

13

; ta

li m

od

ific

he

re

cep

isco

no

in

teg

ralm

en

te g

li e

lem

en

ti d

ell

’All

eg

ato

III

all

a D

ire

ttiv

a

20

11

/92

/CE

.

Al

fin

e d

i a

ssic

ura

re l

a q

ua

lità

de

l p

roce

sso

di

VIA

, in

att

ua

zio

ne

de

lla

LR

9/2

00

8 e

de

lla

LR

20

/20

00

mo

dif

ica

ta d

all

a L

R 6

/20

09

:

- la

Re

gio

ne

ha

ad

ott

ato

la

DG

R n

. 1

23

8 d

el

15

/07

/20

02

ch

e c

on

tie

ne

un

a c

he

ck-l

ist

de

l p

roce

sso

;

- le

pro

ced

ure

di

Via

so

no

so

tto

po

ste

a v

eri

fica

di

com

ple

tezz

a d

a p

art

e d

ell

’Au

tori

tà c

om

pe

ten

te;

- si

n d

al

19

99

tu

tti

gli

ela

bo

rati

, le

do

cum

en

tazi

on

i e

gli

att

i re

lati

vi

all

e p

roce

du

re d

i ve

rifi

ca (

scre

en

ing

) e

all

e p

roce

du

re d

i V

ia s

on

o p

ub

bli

cate

su

l B

oll

ett

ino

Uff

icia

le R

eg

ion

ale

, su

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to d

ell

a R

eg

ion

e e

su

qu

oti

dia

ni;

- si

po

sso

no

att

iva

re u

lte

rio

ri a

zio

ni,

sia

su

ric

hie

sta

de

i ci

tta

din

i ch

e d

el

pro

po

ne

nte

, co

me

in

chie

ste

pu

bb

lich

e e

co

ntr

ad

dit

ori

o t

ra l

e p

art

i (p

rop

on

en

ti e

ch

i h

a

pre

sen

tato

le

oss

erv

azi

on

i);

- tu

tti

i p

ort

ato

ri d

i in

tere

ssi

am

bie

nta

li i

vi co

mp

rese

le

ON

G p

oss

on

o i

nte

nta

re u

na

ca

usa

pre

sso

le

au

tori

tà g

iud

izia

rie

co

mp

ete

nti

.

Dis

po

siti

vi p

er

la f

orm

azio

ne

e l

a d

iffu

sio

ne

d

i in

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azio

ni

pe

r il

pe

rso

nal

e c

oin

volt

o n

ell'

attu

azio

ne

d

elle

dir

ett

ive

VIA

e V

AS

In p

ass

ato

so

no

sta

ti o

rga

niz

zati

nu

me

rosi

mo

me

nti

fo

rma

tivi

ed

in

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ati

vi

con

tu

tte

le

str

utt

ure

pu

bb

lich

e d

ep

uta

te a

lla

VIA

e V

AS

.

La R

ER

è d

ota

ta d

i u

n c

on

soli

da

to d

isp

osi

tivo

org

an

izza

tivo

-pro

ced

ura

le p

er

la f

orm

azi

on

e d

el

suo

pe

rso

na

le.

Il S

erv

izio

Org

an

izza

zio

ne

e s

vil

up

po

de

lla

RE

R h

a t

ra le

su

e c

om

pe

ten

ze a

nch

e q

ue

lle

di

form

azi

on

e d

el

pe

rso

na

le r

eg

ion

ale

. In

pa

rtic

ola

re:

pro

ge

tta

zio

ne

e

ge

stio

ne

de

l si

ste

ma

fo

rma

tivo

in

tern

o:

an

ali

si d

ei

bis

og

ni,

mo

nit

ora

gg

io s

ull

o s

tato

di

ava

nza

me

nto

de

i p

ian

i fo

rma

tivi

e v

alu

tazi

on

e d

i im

pa

tto

; g

est

ion

e d

ell

e

att

ivit

à f

orm

ati

ve

a v

ale

nza

ge

ne

rale

, in

clu

se q

ue

lle

a s

up

po

rto

de

lla

sic

ure

zza

su

i lu

og

hi

di

lavo

ro;

coo

rdin

am

en

to d

ell

e a

ttiv

ità

fo

rma

tive

, d

i a

na

lisi

e d

i

acc

om

pa

gn

am

en

to a

lla

ce

rtif

ica

zio

ne

di

qu

ali

tà d

ei

pro

cess

i d

ell

'En

te.

Il S

erv

izio

Org

an

izza

zio

ne

e s

vil

up

po

ela

bo

ra u

n p

ian

o p

luri

en

na

le p

er

la f

orm

azi

on

e d

el

pe

rso

na

le r

eg

ion

ale

ch

e c

on

tie

ne

i m

acr

o o

bie

ttiv

i fo

rma

tivi

e,

in

att

ua

zio

ne

de

l p

ian

o p

luri

en

na

le,

ela

bo

ra d

ei

pia

ni

an

nu

ali

di

form

azi

on

e c

on

la

co

nse

gu

en

te e

rog

azi

on

e e

va

luta

zio

ne

de

lle

att

ivit

à f

orm

ati

ve

pro

gra

mm

ate

.

Il 1

6 d

ice

mb

re 2

01

3 l

a G

iun

ta r

eg

ion

ale

ha

ap

pro

va

to l

a d

eli

be

ra n

. 1

95

4/2

01

3 “

Pro

gra

mm

azi

on

e p

luri

en

na

le 2

01

3-2

01

5 f

orm

azi

on

e d

el

pe

rso

na

le r

eg

ion

ale

che

ha

tra

i s

uo

i o

bie

ttiv

i q

ue

llo

di

rea

lizz

are

“in

izia

tive

di

form

azi

on

e e

ag

gio

rna

me

nto

pe

rio

dic

o c

om

e p

reve

de

la

co

nd

izio

na

lità

ex

-an

te,

in m

ate

ria

di

dis

po

sizi

on

i co

mu

nit

ari

e,

rela

tive

ag

li a

iuti

di

sta

to e

ag

li a

pp

alt

i d

i b

en

i e

se

rviz

i, a

lle

ve

rifi

che

e a

i c

on

tro

lli

pe

r i fo

nd

i e

uro

pe

i”.

All

a l

uce

di

ciò

è s

tato

avv

iato

un

pri

mo

pro

gra

mm

a d

i fo

rma

zio

ne

de

no

min

ato

“P

rog

ram

ma

zio

ne

eu

rop

ea

20

14

-20

20

” ri

vo

lto

ai

dip

en

de

nti

re

gio

na

li e

di

En

ti L

oca

li d

ell

a R

eg

ion

e.

La R

eg

ion

e h

a a

do

tta

to c

on

DG

R n

. 9

92

de

l 7

/7/1

4 “

Il p

rog

ett

o f

orm

ati

vo

pe

r il s

od

dis

faci

me

nto

de

lle

co

nd

izio

na

lità

ex-

an

te g

en

era

li”.

La

DG

R d

i a

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rova

zio

ne

de

l P

ian

o a

ttri

bu

isce

al

Se

rviz

io O

rga

niz

zazi

on

e e

Svil

up

po

il co

mp

ito

di

pro

ced

ere

an

nu

alm

en

te a

lla

rile

va

zio

ne

de

l fa

bb

iso

gn

o f

orm

ati

vo

ne

i te

mp

i u

tili

pe

r

de

fin

ire

la

pro

gra

mm

azi

on

e d

ell

’off

ert

a f

orm

ati

va

riv

olt

a a

l p

ers

on

ale

re

gio

na

le s

ui

tem

i re

lati

vi

a a

nti

dis

crim

ina

zio

ne

, p

ari

tà d

i g

en

ere

, d

isa

bil

ità

, a

pp

alt

i

pu

bb

lici

, a

iuti

di

sta

to,

no

rma

tiva

am

bie

nta

le (

VIA

e V

AS

) e

di

ass

icu

rare

l’a

gg

iorn

am

en

to p

eri

od

ico

cir

ca l

a n

orm

ati

va

rile

va

nte

pe

r i

tem

i d

ell

e c

on

diz

ion

ali

tà e

x

an

te g

en

era

li,

ne

ll’o

ttic

a d

i in

na

lza

re l

a c

ap

aci

tà d

i g

est

ion

e d

ei

fon

di

SIE

, fa

vo

ren

do

an

che

lo

sca

mb

io d

i b

uo

ne

pra

ssi,

la

ca

pit

ali

zza

zio

ne

de

i sa

pe

ri e

de

lle

esp

eri

en

ze,

le a

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ni

di

ma

inst

rea

min

g s

u t

ali

te

mi.

Dis

po

siti

vi p

er

la d

iffu

sio

ne

di i

nfo

rmaz

ion

i:

I si

ste

mi

di

ge

stio

ne

e c

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tro

llo

de

i p

rog

ram

mi

reg

ion

ali

so

no

do

tati

di

sist

em

i IT

(G

rou

p-w

are

) ch

e m

ett

on

o i

n c

oll

eg

am

en

to l

e a

uto

rità

co

invo

lte

(A

dG

,

Org

an

ism

i in

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ed

i, A

dC

, A

dA

). I

l si

ste

ma

pu

ò e

sse

re r

eso

acc

ess

ibil

e a

nch

e a

i b

en

efi

cia

ri.

E’

att

ivo

il si

to w

eb

htt

p:/

/am

bie

nte

.re

gio

ne

.em

ilia

-ro

ma

gn

a.i

t/sv

ilu

pp

o-s

ost

en

ibil

e i

n c

ui

son

o r

ep

eri

bil

i tu

tte

le

dir

ett

ive

att

ua

tive

e l

ine

e g

uid

a r

eg

ion

ali

.

Dis

po

siti

vi

pe

r ga

ran

tire

u

na

suff

icie

nte

ca

pa

cità

am

min

istr

ativ

a.

Le a

uto

rità

co

mp

ete

nti

in

ma

teri

a d

i V

ia e

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Va

s so

no

id

en

tifi

cate

al

live

llo

am

min

istr

ati

vo

co

ere

nte

co

n i

l p

rog

ett

o o

il

Pia

no

o p

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ram

ma

ad

ess

e a

sso

gg

ett

ato

.

Pe

r la

VA

S l

’au

tori

tà c

om

pe

ten

te è

la

Re

gio

ne

pe

r i

pia

ni

e p

rog

ram

mi

reg

ion

ali

o p

rovin

cia

li o

la

Pro

vin

cia

pe

r i p

ian

i e

pro

gra

mm

i co

mu

na

li.

Pe

r lo

Scr

ee

nin

g e

la

VIA

l’a

uto

rità

co

mp

ete

nte

è l

a R

eg

ion

e,

la P

rovin

cia

o i

l C

om

un

e s

eco

nd

o a

pp

osi

ti e

len

chi

cost

ruit

i in

mo

do

da

fa

r co

mb

aci

are

il p

iù p

oss

ibil

e ta

le c

om

pe

ten

za

con

le

alt

re c

om

pe

ten

ze a

ll’a

pp

rova

zio

ne

de

i p

rog

ett

i.

Pe

r q

ua

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rig

ua

rda

la

Re

gio

ne

, l’

Au

tori

tà c

om

pe

ten

te è

il

“Se

rviz

io V

alu

tazi

on

e I

mp

att

i e

Pro

mo

zio

ne

so

ste

nib

ilit

à a

mb

ien

tale

” ch

e è

do

tato

di

10

un

ità

di

pe

rso

na

le l

au

rea

to i

n d

isci

pli

ne

att

ine

nti

e c

he

ha

nn

o a

cqu

isit

o u

na

ril

eva

nte

esp

eri

en

za p

luri

en

na

le s

ull

e m

ate

rie

in

qu

est

ion

e.

Qu

est

o p

ers

on

ale

è s

tato

ed

è a

dis

po

sizi

on

e p

er

l’e

rog

azi

on

e d

i in

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azi

on

i e

di

serv

izi

di

ass

iste

nza

te

cnic

a s

ull

e m

ate

rie

Via

e V

as.

Ino

ltre

og

ni

au

tori

tà c

om

pe

ten

te i

n m

ate

ria

di

VIA

e d

i V

AS

, a

i se

nsi

de

lle

vig

en

ti n

orm

e,

ha

ist

itu

ito

o

in

div

idu

ato

un

ad

eg

ua

ta s

tru

ttu

ra a

mm

inis

tra

tiva

(u

ffic

io)

pre

po

sta

all

a i

stru

tto

ria

de

i p

ian

i e

pro

gra

mm

i o

de

i p

rog

ett

i so

tto

po

sti a

ta

li p

roce

dim

en

ti.

B7

Sis

tem

i sta

tist

ici e

ind

icat

ori

di r

isu

ltat

o –

7.1

Esi

ste

nza

di

un

a b

ase

sta

tist

ica

ne

cess

ari

a p

er

eff

ett

ua

re v

alu

tazi

on

i in

me

rito

all

’eff

ica

cia

e a

ll’i

mp

att

o d

ei

pro

gra

mm

i.

Cri

teri

di

ad

em

pim

en

to

Rif

eri

me

nto

, se

i c

rite

ri s

on

o r

isu

lta

ti s

od

dis

fatt

i (r

ife

rim

en

to a

lle

str

ate

gie

, a

lle

dis

po

sizi

on

i le

gis

lati

ve

o a

d a

ltri

do

cum

en

ti r

ile

va

nti

, in

clu

si i

rif

eri

me

nti

a

pa

rti

imp

ort

an

ti,

art

ico

li o

co

mm

i, a

cco

mp

ag

na

ti d

a u

n c

oll

eg

am

en

to i

pe

rte

stu

ale

o d

a a

ltro

acc

ess

o a

l te

sto

)

Esis

ten

za

di

dis

po

siti

vi

pe

r la

ra

cco

lta

pu

ntu

ale

e l

'agg

rega

zio

ne

d

i d

ati

stat

isti

ci c

he

co

mp

ren

do

no

i

segu

en

ti e

lem

en

ti:

- l'i

de

nti

fica

zio

ne

d

elle

fo

nti

e

la

p

rese

nza

d

i m

ecc

anis

mi

pe

r ga

ran

tire

la c

on

valid

a st

atis

tica

;

- d

isp

osi

tivi

pe

r la

pu

bb

licaz

ion

e e

la

dis

po

nib

ilità

al

pu

bb

lico

di

dat

i ag

greg

ati;

Il S

erv

izio

sta

tist

ica

e i

nfo

rma

zio

ne

ge

og

rafi

ca s

vo

lge

le

fu

nzi

on

i d

i "U

ffic

io S

tati

stic

a"

de

lla

Re

gio

ne

Em

ilia

-Ro

ma

gn

a e

le

att

ivit

à c

he

de

riva

no

da

ll'a

pp

art

en

en

za

al

SIS

TA

N c

osì

co

me

pre

vis

ti d

al

D.L

gs.

n.

32

2/8

9 e

da

ll'i

nte

sa S

tato

-Re

gio

ni

de

l 2

5-3

-93

in

ma

teri

a d

i si

ste

mi

info

rma

tivo

-sta

tist

ici.

Il S

erv

izio

pre

sid

ia i

l co

mp

less

o d

ell

e a

ttiv

ità

co

nn

ess

e a

lla

ge

stio

ne

de

lle

co

nve

nzi

on

i co

n l

'IS

TA

T r

ela

tive

all

’att

ua

zio

ne

e a

lla

re

ali

zza

zio

ne

di

qu

an

to p

revis

to n

el

Pro

gra

mm

a S

tati

stic

o N

azi

on

ale

(P

SN

) co

sì c

om

e d

esc

ritt

o n

ell

’an

alo

ga

co

lon

na

re

lati

va

al

live

llo

na

zio

na

le.

La R

eg

ion

e h

a i

stit

uit

o i

l si

ste

ma

sta

tist

ico

re

gio

na

le c

on

la

L.R

. 1

7 d

el

24

ott

ob

re 2

01

3 (

htt

p:/

/de

me

tra

.re

gio

ne

.em

ilia

-

rom

ag

na

.it/

al/

mo

nit

or.

ph

p?

urn

=e

r:a

sse

mb

lea

leg

isla

tiva

:le

gg

e:2

01

3;1

7)

pe

r fa

vo

rire

l'o

mo

ge

ne

ità

org

an

izza

tiva

e l

a r

azi

on

ali

zza

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ne

de

i fl

uss

i

info

rma

tivi

ne

ll'a

mb

ito

de

l S

IST

AN

co

n l

’ob

iett

ivo

di

ga

ran

tire

la

dis

po

nib

ilit

à d

ell

e i

nfo

rma

zio

ni

sta

tist

ich

e n

ece

ssa

rie

al

pro

cess

o d

i p

rog

ram

ma

zio

ne

, n

on

ché

a

qu

ell

o d

i co

ntr

oll

o e

va

luta

zio

ne

de

lle

po

liti

che

re

gio

na

li.

Ne

fa

nn

o p

art

e:

- g

li u

ffic

i p

rep

ost

i a

ll'a

ttiv

ità

sta

tist

ica

de

gli

en

ti s

tru

me

nta

li e

dip

en

de

nti

de

lla

Re

gio

ne

e d

ell

e a

zie

nd

e e

de

gli

en

ti s

ub

reg

ion

ali

;

- g

li u

ffic

i d

i st

ati

stic

a d

ell

e P

rovin

ce,

de

i C

om

un

i, s

ing

oli

o a

sso

cia

ti,

no

nch

é d

eg

li e

nti

e d

ell

e a

zie

nd

e d

el

Se

rviz

io s

an

ita

rio

re

gio

na

le.

L’U

ffic

io d

i st

ati

stic

a (

art

. 1

5 b

is L

R1

7/2

01

3):

- g

ara

nti

sce

la

qu

ali

tà d

ei

pro

cess

i st

ati

stic

i e

ne

va

lid

a i

ris

ult

ati

;

- g

ara

nti

sce

gli

ad

em

pim

en

ti p

rev

isti

da

l P

rog

ram

ma

sta

tist

ico

na

zio

na

le (

PS

N);

- p

red

isp

on

e e

ag

gio

rna

il P

rog

ram

ma

sta

tist

ico

re

gio

na

le (

PS

R);

- a

ssic

ura

il

risp

ett

o d

ell

e n

orm

e e

de

lle

pro

ced

ure

de

l S

IST

AN

;

Un

o s

tru

me

nto

rile

va

nte

pe

r l’

uff

icio

di

sta

tist

ica

è i

l P

rog

ram

ma

sta

tist

ico

re

gio

na

le (

PS

R)

che

pia

nif

ica

l’a

ttiv

ità

sta

tist

ica

uff

icia

le d

ell

a R

eg

ion

e e

co

mp

ren

de

sia

le a

ttiv

ità

ch

e l

’uff

icio

svo

lge

pe

rch

é c

om

pre

se n

el

PS

N c

he

le

ril

ev

azi

on

i d

i in

tere

sse

re

gio

na

le n

ece

ssa

rie

ai

va

ri s

ett

ori

de

ll’a

mm

inis

tra

zio

ne

.

Tu

tte

le

sta

tist

ich

e s

on

o v

ali

da

te d

al

Re

spo

nsa

bil

e d

ell

’uff

icio

si

sta

tist

ica

ch

e n

e a

ssic

ura

an

che

l’a

ffid

ab

ilit

à.

Il c

oo

rdin

am

en

to d

ell

’in

sie

me

de

lle

att

ivit

à

sta

tist

ich

e d

esc

ritt

e n

el

PS

R è

svo

lto

att

rave

rso

il T

avo

lo d

i co

ord

ina

me

nto

de

lla

sta

tist

ica

do

ve

pa

rte

cip

an

o f

un

zio

na

ri d

ell

e d

ive

rse

str

utt

ure

org

an

izza

tive

de

lla

Re

gio

ne

.

I d

ati

sta

tist

ici

pro

do

tti

da

lla

Re

gio

ne

in

att

ua

zio

ne

de

l P

SR

, so

no

dis

po

nib

ili

olt

re c

he

in

pu

bb

lica

zio

ni

di

cara

tte

re g

en

era

le n

el

po

rta

le S

tati

stic

a e

, a

nch

e,

in

alc

un

i p

ort

ali

te

ma

tici

se

tto

ria

li (

Ag

rico

ltu

ra,

Tu

rism

o,

So

cia

le,

Sa

lute

, e

cc.

) e

ne

l p

ort

ale

re

gio

na

le d

ell

’Op

en

Da

ta.

I d

ati

, a

d e

sclu

sio

ne

de

lle

in

da

gin

i m

ult

isco

po

, h

an

no

sp

ess

o u

na

dis

ag

gre

ga

zio

ne

te

rrit

ori

ale

a l

ive

llo

pro

vin

cia

le e

an

che

co

mu

na

le;

la d

isa

gg

reg

azi

on

e d

ipe

nd

e

da

lla

tip

olo

gia

de

gli

ste

ssi

e d

al

risp

ett

o d

ell

a n

orm

ati

va

su

lla

pri

va

cy,

sull

a t

ute

la d

ei

da

ti e

da

l co

dic

e d

i d

eo

nto

log

ia p

rofe

ssio

na

le.

Di n

orm

a l

’ag

gio

rna

me

nto

de

lle

in

form

azi

on

i è

an

nu

ale

.

B7

Sis

tem

i st

atis

tici

e i

nd

icat

ori

di

risu

ltat

o –

7.2

Esi

ste

nza

di

un

sis

tem

a d

i in

dic

ato

ri d

i ri

sult

ato

ne

cess

ari

o p

er

sele

zio

na

re l

e a

zio

ni

che

co

ntr

ibu

isco

no

più

eff

ica

cem

en

te a

l co

nse

gu

ime

nto

de

i

risu

lta

ti a

usp

ica

ti,

pe

r m

on

ito

rare

i p

rog

ress

i ve

rso

i r

isu

lta

ti e

pe

r sv

olg

ere

la

va

luta

zio

ne

d'i

mp

att

o.

Cri

teri

di

ad

em

pim

en

to

Rif

eri

me

nto

, se

i c

rite

ri s

on

o r

isu

lta

ti s

od

dis

fatt

i (r

ife

rim

en

to a

lle

str

ate

gie

, a

lle

dis

po

sizi

on

i le

gis

lati

ve

o a

d a

ltri

do

cum

en

ti r

ile

va

nti

, in

clu

si i

rif

eri

me

nti

a

pa

rti

imp

ort

an

ti,

art

ico

li o

co

mm

i, a

cco

mp

ag

na

ti d

a u

n c

oll

eg

am

en

to i

pe

rte

stu

ale

o d

a a

ltro

acc

ess

o a

l te

sto

)

Un

sis

tem

a e

ffic

ace

di

ind

icat

ori

di

risu

ltat

o c

he

co

mp

ren

da:

Og

ni

Pro

gra

mm

a s

od

dis

fa l

a c

on

diz

ion

ali

tà i

n m

od

o s

pe

cifi

co.

la

sele

zio

ne

d

i in

dic

ato

ri

di

risu

lta

to

pe

r ci

asc

un

p

rog

ram

ma

att

i a

fo

rnir

e i

nfo

rma

zio

ni

sui

mo

tivi

che

g

iust

ific

an

o

la

sele

zio

ne

d

ell

e

azi

on

i d

ell

e p

oli

tich

e f

ina

nzi

ate

da

l

pro

gra

mm

a;

Og

ni

Pro

gra

mm

a s

od

dis

fa l

a c

on

diz

ion

ali

tà i

n m

od

o s

pe

cifi

co.

— l

a f

issa

zio

ne

di

ob

iett

ivi

pe

r ta

li

ind

ica

tori

;

Og

ni

Pro

gra

mm

a s

od

dis

fa l

a c

on

diz

ion

ali

tà i

n m

od

o s

pe

cifi

co.

— i

l ri

spe

tto

pe

r ci

asc

un

in

dic

ato

re

de

i se

gu

en

ti

req

uis

iti:

so

lid

ità

e

va

lid

azi

on

e

sta

tist

ica

, ch

iare

zza

de

ll'i

nte

rpre

tazi

on

e

no

rma

tiva

,

sen

sib

ilit

à

all

e

po

liti

che

, ra

cco

lta

pu

ntu

ale

de

i d

ati

;

Og

ni

Pro

gra

mm

a s

od

dis

fa l

a c

on

diz

ion

ali

tà i

n m

od

o s

pe

cifi

co.

Esi

ste

nza

di

pro

ced

ure

pe

r g

ara

nti

re

che

tu

tte

le

op

era

zio

ni

de

l

pro

gra

mm

a a

do

ttin

o u

n s

iste

ma

eff

ica

ce d

i in

dic

ato

ri.

Il s

iste

ma

di

mo

nit

ora

gg

io u

nit

ari

o c

osì

co

me

de

scri

tto

ne

l li

ve

llo

na

zio

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Allegato n. 4

Pag. 143

Allegato n. 4

La Smart Specialization Strategy dell’Emilia-Romagna - Sintesi

Il Regolamento generale dei Fondi SIE (Regolamento UE 1303/2013) pone una forte enfasi

sulla Smart Specialization Strategy (S3) quale elemento di integrazione delle politiche di

sviluppo per la competitività dei sistemi produttivi e dei territori.

Gli Stati Membri e le regioni sono chiamate a fornire una strategia regionale per la

“Specializzazione Intelligente dei Territori”, anche in considerazione del raccordo e della

coerenza tra la programmazione ed attuazione dei Fondi Strutturali e il programma

Horizon 2020 che ha per obiettivo l’innovazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico.

La Regione Emilia-Romagna ha aderito alla “Piattaforma di Siviglia”, sviluppando la

propria strategia in raccordo con i servizi della Commissione44.

La S3 dell’Emilia-Romagna rappresenta il disegno strategico che fa della ricerca e

dell’innovazione il filo rosso che collega da una parte le imprese e il sistema produttivo

regionale in generale, istituzioni pubbliche incluse, e dall’altra il capitale umano e la

conoscenza.

I dati presentati precedentemente sull’analisi dei fabbisogni, mostrano che il sistema

produttivo dell’Emilia-Romagna è decisamente vivace e dinamico, nonostante la pesante

congiuntura economica degli ultimi anni abbia prodotto conseguenze tangibili, non solo

per le ricadute a livello sociale ed economico ma anche in termini di riassetto complessivo

dell’intero ecosistema. In particolare, il tessuto produttivo emiliano è caratterizzato da un

numero ridotto di ambiti di forte specializzazione nelle quali sono molto spiccate la

propensione all’innovazione e all’export, così come lo spirito cooperativo tra imprese,

enti pubblici ed enti di ricerca. Queste caratteristiche rendono l’Emilia-Romagna

un’eccellenza all’interno del panorama nazionale ed anche europeo, sebbene in relazione

a quest’ultimo pesi inevitabilmente un certo ritardo complessivo del nostro paese.

E’ in questo contesto che si inserisce la Smart Specialization Strategy regionale, la quale,

avendo come obiettivo a lungo termine quello di rafforzare ulteriormente un ecosistema

dimostratosi vincente nel corso degli anni, punta nello specifico a sostenere e

accompagnare alcuni macro-settori: si tratta in parte di ambiti già consolidati e ad alta

specializzazione, che già oggi costituiscono dei veri e propri pilastri dell’economia

regionale, e in parte di ambiti ad alto potenziale, complementari ai primi, intorno a cui

costruire la strategia di sviluppo per il futuro.

44 La versione del dicembre 2013 dell’Accordo di Partenariato non presenta una strategia nazionale per la

S3, che presumibilmente verrà definita prossimamente.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 144

Oltre al contesto cui si è accennato, la strategia regionale assume come base di partenza i

risultati prodotti attraverso una forte politica settoriale degli ultimi anni orientata

all’innovazione: la Rete Alta Tecnologia oggi costituisce un fulcro per l’intera regione ed è

lo snodo intorno a cui ruotano numerosi attori sia pubblici sia privati (università, imprese,

centri di ricerca e di formazione, etc). Attraverso questa rete viene prodotto e veicolato

un grande valore aggiunto per la ricerca industriale (sei le piattaforme attive: meccanica

avanzata e materiali, edilizia e costruzioni, energia e ambiente, agroalimentare, scienze

della vita, ICT).

Una delle priorità della S3 regionale è quindi lo sfruttamento di questo sistema a rete

orientato alla ricerca per promuovere l’incorporazione delle key-enabling technologies

individuate dall’Unione Europea (micro-nanoelettronica, nanotecnologie, fotonica,

biotecnologie industriali, nuovi materiali avanzati, nuovi sistemi produttivi) nei processi di

innovazione. In linea con gli obiettivi europei e in particolare con Orizzonte 2020, si tratta

in sostanza di tradurre il linguaggio della scienza in linguaggio industriale per rafforzare i

percorsi di crescita esistenti e crearne di nuovi.

La seconda grande priorità della S3 riguarda il rafforzamento di alcuni servizi avanzati,

spesso immateriali e ad alta intensità di conoscenza e specializzazione, sui quali il tessuto

economico regionale è più debole: design dei processi, comunicazione, strategie di

marketing sono alcuni esempi. Questi ambiti sono essenziali per innalzare il livello

manageriale medio e renderlo capace di affrontare la competizione internazionale.

Alla luce delle considerazioni fin qui espresse è possibile comprendere le basi della

strategia regionale S3: essa si basa su un percorso verticale, volto a individuare i sistemi

industriali a maggiore impatto per la competitività e per gli equilibri socioeconomici, e su

un percorso orizzontale, rivolto a cogliere e rispondere ai driver di innovazione e

cambiamento, trasversali a tutto il sistema produttivo.

Il percorso verticale

Il percorso verticale si articola lungo due priorità, ad ognuna delle quali afferiscono più

sistemi industriali:

a) Consolidamento del potenziale innovativo degli attuali pilastri dell’economia

regionale: sistema agroalimentare, sistema dell’edilizia e delle costruzioni, sistema

della meccatronica e della motoristica. Questi comparti, nel complesso, coprono

oltre il 50% dell’occupazione regionale e oltre l’80% delle esportazioni;

b) Sviluppo di nuovi/recenti sistemi produttivi ad alto potenziale di crescita: industrie

della salute e del benessere, industrie culturali e creative. Questi due comparti

coprono insieme circa il 10% dell’occupazione e raggiungono in alcuni ambiti punte di

eccellenza, ma soprattutto presentano un grande potenziale sia in termini di crescita

occupazionale sia in termini di contributo al cambiamento e allo sviluppo del sistema

Allegato n. 4

Pag. 145

socio-economico nel suo complesso.

I due schemi seguenti sintetizzano gli aspetti più significativi relativi ai diversi settori, in

ognuna delle priorità a) e b).

Schema di sintesi degli ambiti della priorità A

Agroalimentare Costruzioni Meccatronica e

motoristica

Grado di specializzazione a livello nazionale e competitività

Nel settore primario la regione è

leader nazionale in diverse

produzioni ortofrutticole e

zootecniche, ed è depositaria di

numerosi prodotti tipici registrati

DOP, IGP e STG; attualmente la

Regione ha il primato in Italia di

DOP (19) e IGP (20). Nel settore

enologico sono riconosciute DOCG

(2), DOC (18) e IGT ( 9). Nel

settore alimentare di

trasformazione, la regione

presenta indici di specializzazione

particolarmente elevati nel settore

lattiero-caseario, lavorazioni carni

e pesci, ortofrutta e conserve,

pasta e prodotti da forno, tè e

spezie (praticamente su tutto). Il

settore meccanico agricolo e della

meccanica e impianti di processo,

fino al confezionamento vede

posizioni di leadership mondiale.

Fortemente sviluppata anche la

ristorazione organizzata e di

qualità.

In questa filiera, oltre a un

importante settore delle

costruzioni, cooperativo e

privato, ci sono produzioni

che vedono indici di

specializzazione e posizione

di leadership mondiale

(piastrelle di ceramica) o

almeno nazionale (altri

laterizi, infissi). La meccanica

applicata è ad alta

propensione all’export e in

posizione di leadership.

Anche nelle public utilities

stanno emergendo

importanti players.

In questo ambito, oltre a

presentare indici positivi di

specializzazione

praticamente in tutti i

comparti, si possono

ricordare i numerosi

campioni regionali nell’auto

sportiva, nella moto, nella

nautica, nella meccanica

agricola, nella meccanica

industriale e

nell’automazione, ed altri

ancora.

Rilevanza occupazionale45

Inclusa l’agricoltura, 311 mila

circa, 16,7% degli occupati

regionali

350 mila circa, 18,8% degli

occupati regionali

338 mila circa, 18,2% degli

occupati regionali

Complessità intersettoriale e pervasività territoriale

Tutti e tre questi sistemi si articolano lungo la via Emilia o si diradano da essa, praticamente da

Piacenza a Rimini, articolandosi in una pluralità di settori, imprese leader e altri attori, collegati

in vario modo in un intreccio di collaborazioni dirette o indirette e di forme di concorrenza che

fungono da stimolo. Altro elemento importante è la molteplicità delle forme imprenditoriali, i

cui equilibri si modificano nel tempo a seconda del contesto competitivo: micro imprese, piccole

e medie imprese, grandi imprese, spesso legate a multinazionali, imprese cooperative, forme

miste pubblico-private.

45 La rilevanza occupazionale in termini di numero di occupati va considerata “per singola filiera”. Essendo alcuni

comparti comuni a più filiere sommare il numero di occupati delle diverse filiere produce doppi conteggi e dunque

conseguenti ridondanze.

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 146

Agroalimentare Costruzioni Meccatronica e

motoristica

Capacità di esportazione e proiezione internazionale

Imprese leader mondiali nel Food

processing e food technologies,

nel packaging alimentare, nella

catena del freddo nella logistica

integrata e nei settori dei prodotti

a qualità regolamentata Food and

wine.

Forti potenzialità da

sviluppare a creare ATI e

gruppi di aziende per

partecipare a appalti e gare

internazionali nei settori

edilizia, infrastrutture e

logistica integrata con

elevatissime potenzialità nel

restauro, nell’antisismica,

nell’edilizia pubblica.

Leader mondiali nelle auto

e moto sportive, nella

meccanica agricola e nella

meccanica strumentale per

molte industrie (meccanica,

alimentare, ceramica,

plastica, legno, ecc.), nei

sistemi di controllo e

automazione, nell’oleo e

idrodinamica.

Capacità di affrontare sfide sociali e trasformazioni tecnologiche

Cibo, salute e ambiente stanno

diventando temi sempre più

inscindibilmente legati. Ciò apre

infiniti percorsi di ricerca e

sviluppo tecnologico negli ambiti

della sicurezza e tracciabilità, della

sostenibilità dei processi, della

conservazione, delle qualità

organolettiche e salutistiche, della

naturalità e funzionalità dei cibi.

Inoltre, chimica verde, bioenergia

e medicina naturale aprono nuovi

e ampi spazi di innovazione e

crescita. Un grande spazio, quindi

di innovazione per mantenere

competitiva questa filiera.

La crisi di domanda che sta

colpendo questo settore può

essere di ulteriore stimolo

allo sviluppo di materiali ad

alte prestazioni, sistemi di

costruzione più efficienti ed

economici, a nuove tecniche

di restauro, ma soprattutto

all’efficientamento

energetico, alla sicurezza e

alla fruibilità degli edifici, ad

uso privato o pubblico, così

come a nuovi concetti nel

mondo delle infrastrutture e

delle opere pubbliche.

Nuovi materiali, simulazioni

dinamiche, esigenze di

risparmio energetico,

introduzione di sistemi

intelligenti, nano-

fabbricazione, nuove

modalità di rapporto uomo-

macchina, ecc. Capacità di

rispondere a nuove

esigenze a partire da quella

della sostenibilità

ambientale, dell’efficienza

energetica, della mobilità

sostenibile. Un sistema in

continua evoluzione

Allegato n. 4

Pag. 147

Schema di sintesi degli ambiti della priorità B

Industrie della salute e

del benessere Industrie culturali e creative

Capacità di attrazione occupazionale e imprenditoriale per giovani di alta formazione tecnico/scientifica, socio/umanistica, artistico/culturale

Le industrie che producono beni e servizi

in questi settori devono attivare, nel loro

insieme, una rilevante attività di ricerca e

sviluppo, non solo a livello medico, ma in

diversi ambiti tecnologici, così come di

personale di formazione socio/umanistica

per la gestione degli aspetti individuali e

socio-relazionali nelle strutture.

Questo ambito di attività vede, nella nostra

regione una notevole dispersione di risorse

umane, per mancanza di prospettive

occupazionali e imprenditoriali, destinate

spesso o all’emigrazione o a varie forme di

precariato. Bisogna contaminare le

competenze socio-umanistiche e artistico-

culturali con competenze tecnologiche e

manageriali per trasformare contenuti in

prodotti con valore economico e per

generare imprese economicamente

sostenibili.

Ruolo nel cambiamento e nell’innovazione

sociale

La nostra Regione, come gran parte

dell’Europa sta muovendosi verso una

crescita della popolazione anziana, che

bisognerà gestire nelle fasi di cura e

assistenza, ma anche accompagnare

verso una condizione il più attiva

possibile, attiva fisicamente, ma anche

socialmente. Questo si aggiunge alla più

ampia attività di assistenza e cura alle

persone malate, svantaggiate e disabili,

che necessitano di approcci e tecnologie

sempre più innovative.

La società dell’informazione e della

comunicazione impone una nuova

generazione di prodotti e servizi, nuovi

sistemi di fruizione di beni culturali, ma

anche di mettere al servizio di prodotti e

servizi esistenti le competenze creative

supportate in particolare dai mezzi delle

tecnologie dell’informazione e della

comunicazione. Si tratta di dare spazio ai

giovani creativi, con elevata familiarità con le

tecnologie digitali.

Integrazione con istituzioni pubbliche e private che forniscono o gestiscono beni pubblici

Lo sviluppo di queste attività consentono di valorizzare alcuni dei beni pubblici

fondamentali, la salute e la cultura, come motori generatori di innovazione, impresa e

occupazione, superandone la visione che li vuole costi netti che gravano sulla società. Al

contrario, proprio essi possono rappresentare il fulcro di una nuova economia basata su

valori non strettamente consumistici. Per quanto riguarda le istituzioni culturali, bisogna

altresì garantire l’efficienza e il miglioramento della messa a disposizione del patrimonio

culturale in una logica di rete degli interventi e di superamento del precariato.

Impatto sull’innovazione delle

industrie tradizionali

L’attenzione alla salute e all’assistenza,

può aprire nuove nicchie di mercato in

particolare nelle industrie tradizionali,

dove il considerare questi aspetti può

accrescere il valore aggiunto riconosciuto

al prodotto.

Nel campo dei servizi, si può generare un

forte indotto turistico.

Molteplici sono gli esempi in cui la messa in

rete di competenze creative ha contribuito

alla rinascita di settori maturi. L’impatto più

rilevante, nel nostro caso, potrà aversi

nell’offerta turistica e nei settori del “made

in Italy” (moda, arredamento e altre

industrie ad alta intensità di design), oltre

che di settori come i giochi, le giostre e i

parchi divertimento, le attività dello

spettacolo.

Significativa base occupazionale di partenza

Nell’insieme delle industrie legate alla

salute (sia manifatturiere che di servizio)

le ultime analisi hanno valutato la

presenza di circa 120 addetti, esclusi i

dipendenti nel sistema sanitario pubblico

e nel volontariato.

In questo ambito sono stati censiti circa 80

mila addetti, ad esclusione dei lavoratori

precari (più o meno irregolari),

secondolavoristi e hobbisti.

La seguente tabella mostra in sintesi alcuni dati d’insieme dei cinque macro-settori del

percorso verticale:

PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020

Pag. 148

Ambito produttivo Addetti Quota% su Italia

Indice di specializzazione

(Italia=100)

Imprese dell’industria e dei servizi 1.515.059 9,22

Istituzioni no profit 62.406 9,17

Istituzioni pubbliche 203.582 7,16

Settore primario (ULA) 80.000 18,7

PRIORITÀ A

Agroalimentare 230.913 11,0 119,2

Agroalimentare incluse ULA agricoltura 310.913 12,3

Edilizia 350.157 9,91 107,5

Meccatronica e motoristica 338.089 11,51 124,8

PRIORITÀ B

Salute e benessere 76.513 8,39 90,9

Salute e benessere incluse istituzioni e no profit 178.279 8,80

Industrie culturali e creative 139.411 8,38 90,8

Industrie culturali e creative incluse istituzioni e no profit 147.070 8,36

Fonte: elaborazioni da ISTAT, Censimento dell’industria e dei servizi, 2011

Il percorso orizzontale

Anche il percorso orizzontale si articola lungo due priorità, entrambe trasversali al

percorso verticale:

c) Orientare i percorsi innovativi verso le tre grandi priorità di cambiamento socio-

economico indicate dall’Unione Europea: la promozione dello sviluppo sostenibile

(green economy, efficienza energetica, smaltimento dei rifiuti, gestione delle risorse

naturali, etc), la promozione delle tecnologie per una vita sana, l’affermazione della

società dell’informazione e della comunicazione, attraverso l’impiego dell’ICT in

molteplici campi (in linea con l’agenda digitale), compreso quello dell’innovazione dei

processi produttivi e del sistema economico nel suo complesso.

d) Concentrarsi sui servizi avanzati alle imprese, in particolare nei campi della logistica,

dell’informatica, della comunicazione e del marketing: si tratta infatti di settori

strategici per attivare flussi di innovazione. Questi settori, il cui potenziale è del tutto

evidente e cruciale per il futuro, ad oggi nel sistema regionale non costituiscono un

forte valore aggiunto come avviene invece per quelli della priorità a) illustrata in

precedenza. La sfida è fare in modo che queste attività possano crescere

d’importanza e integrarsi con i pilastri regionali creando effetti sinergici e un valore

aggiunto per l’intero ecosistema.

Allegato n. 4

Pag. 149

La tabella che segue sintetizza l’integrazione fra le quattro direttrici.

A) settori consolidati B) settori innovativi

agroalimentare Industrie del wellness

edilizia Industrie culturali e creative

meccatronica e motoristica

C) Priorità UE

sviluppo sostenibile

tecnologie per una vita sana e attiva

società dell'informazione e della comunicazione

D) Servizi avanzati alle imprese

informatica

logistica

comunicazione e marketing

altri

L’operare contemporaneamente lungo le quattro priorità illustrate (distribuite sui due

percorsi, verticale ed orizzontale) riflette la scelta di non concentrarsi esclusivamente sul

sostenere le punte di eccellenza regionali o sul proteggere le fasce produttive più deboli,

ma di focalizzarsi piuttosto sul rafforzamento strutturale dell’intero sistema regionale,

che deve innalzarsi nel suo complesso.

La strategia regionale inoltre prevede di costruire e incentivare rapporti di collaborazione

specifici con altre regioni italiane ed europee, sia quelle nell’ambito dell’Obiettivo

Competitività sia quelle nell’ambito dell’Obiettivo Convergenza, in funzione delle possibili

complementarietà e sinergie tra sistemi regionali relativamente alle priorità individuate

nella S3 dell’Emilia-Romagna.

REGIONE EMILIA-ROMAGNAAtti amministrativi

GIUNTA REGIONALE

Enrico Cocchi, Direttore generale della DIREZIONE GENERALE PROGRAMMAZIONETERRITORIALE E NEGOZIATA, INTESE. RELAZIONI EUROPEE E RELAZIONIINTERNAZIONALI esprime, ai sensi dell'art. 37, quarto comma, della L.R. n. 43/2001 e delladeliberazione della Giunta Regionale n. 2416/2008 e s.m.i., parere di regolaritàamministrativa in merito all'atto con numero di proposta GPG/2014/677

data 28/04/2014

IN FEDE

Enrico Cocchi

Allegato parere di regolarità amministrativa