Provincia autonoma di Trento - Trentino Salute...DI TRENTO 2009 ‐ 2016 Questo progressivo...

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 1       Programma Nazionale Esiti PNE Edizione 2017 Provincia autonoma di Trento  Le misure di PNE sono strumenti di valutazione a supporto di programmi di auditing clinico e organizzativo finalizzati al miglioramento dell’efficacia e dell’equità nel SSN. PNE non produce classifiche, graduatorie o pagelle.

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     ProgrammaNazionaleEsiti–PNEEdizione2017

ProvinciaautonomadiTrento 

 

Le misure di PNE sono strumenti di valutazione a

supportodiprogrammidiauditingclinicoeorganizzativo

finalizzatialmiglioramentodell’efficaciaedell’equitànel

SSN.

PNEnonproduceclassifiche,graduatorieopagelle.

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Il ProgrammaNazionaleEsiti (PNE) è sviluppatodaAGENASper contodelMinisterodella

Salute e fornisce a livello nazionale valutazioni comparative di efficacia, equità, sicurezza e

appropriatezzadellecureprodottenell’ambitodel serviziosanitario. Leapplicazionisucui

l’attività del PNE si è concentrata in questi anni hanno riguardato prevalentemente la

valutazionecomparativatrasoggettierogatorietragruppidipopolazioneel’individuazione

dei fattori dei processi assistenziali che determinano esiti, con particolare attenzione ai

volumidiattività.

Irisultatidell’edizione2017diPNEsuidatiaggiornatial2016,analizzando166indicatori

(67diesito/processo,70volumidiattivitàe29indicatoridiospedalizzazione)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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RISULTATIDELL’EDIZIONE2017:IPRINCIPALICAMBIAMENTI

I risultati del Programma Nazionale Esiti (PNE) sono pubblicati sul sito web dedicato:

http://pne2017.agenas.it/

Siriportanodiseguitoalcunirisultati.

FRATTURADELCOLLODELFEMORE

Con il progressivo invecchiamento della popolazione e aumento dell’aspettativa di vita, la

proporzionedipersonesoggettearischiodifratturadelfemoreelasopravvivenzainstatodi

disabilitàsonofenomenidestinatiadaumentareneltempoeadavereunimpattocrescentein

termini di risorse dedicate. L’intervento tempestivo sulla frattura del collo del femore

nell’anziano, riducendo la mortalità e l’insorgenza di complicanze post‐operatorie,

determinandounaminoreduratadeldoloreemigliorando ilrecuperodeglioutcome

funzionali, consentedicontrollare lericaduteeconomicheesocialie in terminidisalutedi

quellache,a livello globale, ètra le 10 maggiori cause di disabilità (“World Report on

Disability”‐WorldHealthOrganization2011).

Senel2010soloil31%deipazientivenivaoperatoentroduegiorni,nel2016laproporzione

di interventi tempestivi è del 58%, con circa 112.000 i pazienti che dal 2010 hanno

beneficiato dell’intervento tempestivo (interventi tempestivi guadagnati), di cui 32.000

nell’ultimoanno.

Al miglioramento a livello nazionale si affianca il ridimensionamento della variabilità

interregionale,conunprogressivoavvicinamentodelleregionidelSudairisultaticonseguiti

dalleregionidelNordItaliaeunconseguenteaumentodellecondizionidiequitàdiaccessoa

untrattamentodiprovataefficaciaclinica.

Le differenze fra le regioni italiane restano, tuttavia, importanti e l’eterogeneità intra‐

regionale, in alcuni casi, risulta incrementata, in parte come riflesso della coesistenza,

all’interno di una stessa regione, di strutture ospedaliere caratterizzate da un significativo

miglioramento delle performance negli ultimi anni e di strutture ancora lontane dallo

standardatteso,dove resistono, ai vari livelli di responsabilità, criticitànel riconoscere alla

frattura del femore la dignità di urgenza e l’importanza della previsione di un percorso

clinico‐organizzativoperilpazienteover‐65. 

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FRATTURADELCOLLODELFEMORE:INTERVENTOCHIRURGICOENTRO2GIORNI.

ITALIA‐2016

 

Nellafiguraèrappresentatalavariabilitàintra‐regionaleattraversoiboxplot:irettangoli,che

rappresentano i valori dell’indicatore nel 50% delle strutture regionali sono divisi al loro

internodaunalineacherappresentailvaloremediano.Isegmentichepartonodairettangoli

sonodelimitatidalvaloreminimoemassimoassuntodallestruttureospedalierenelleregioni,

mentreilquadratinogiallorappresentalamediaregionale.

Sesiassumecomevalorediriferimentolostandardminimodel60%fissatodalRegolamento

delMinistero per ogni struttura del SSN, si può vedere che, ad eccezione delMolise, dove

nessuna struttura raggiunge lo standard minimo, in ogni regione è presente almeno una

strutturacheraggiungelasogliaattesa.

NellaPAdiTrento,laproporzionedifratturedelcollodelfemoresoprai65annidietà

operateentroduegiornièpassatadal19,8%del2010al75,2%del2016.

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FRATTURADELCOLLODELFEMORE:INTERVENTOCHIRURGICOENTRO2GIORNI‐PA

DITRENTO2009‐2016

 

Questoprogressivomiglioramentoalivelloregionalenonsembraessereavvenutoadiscapito

deitempidiattesaperfratturaditibiaeperonechesiattestanosuunamedianadi5giorni,

convalorimassimidi6giorni,adimostrarecheilriconoscimentodelladignitàdiurgenzaalla

frattura del femore non comporta una compromissione dell’assistenza per altre condizioni

traumatiche.

IlRegolamentodelMinisterodellaSalutesuglistandardquantitativiequalitativi

dell’assistenza ospedaliera fissa al 60% la proporzione minima per struttura di

interventichirurgicientro2giornisupazienticonfratturadelcollodelfemoredietà

maggioredi65anni.

Nel2016,nellaPAdiTrento,ilPresidioOspedalieroS.Chiarasicollocaaldisopradellasoglia

prevista, con una proporzione di 79,5%. Il Presidio Ospedaliero Di Cles è in linea con lo

standardinternazionale,conoltreil90%degliinterventioperatitempestivamente.IlPresidio

Ospedaliero S. Maria Del Carmine presenta invece una proporzione lievemente inferiore

all’atteso,dopounariduzionedi10puntipercentualinell’ultimoannodimisurazione.

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PROPORZIONEDIPARTICONTAGLIOCESAREOPRIMARIO

L’OrganizzazioneMondialedellaSanitàsindal1985affermacheunaproporzionedicesarei

superiore al 15% non è giustificata. Il parto con taglio cesareo rispetto al parto vaginale

comportamaggioririschiperladonnaeperilbambinoedovrebbeessereeffettuatosoloin

presenza di indicazioni specifiche. Il regolamento del Ministero della Salute sugli standard

quantitativiequalitatividell’assistenzaospedalierafissaal25%laquotamassimadicesarei

primariperlematernitàconpiùdi1000partiannuie15%perlematernitàconmenodi1000

partiannui.

PROPORZIONEDIPARTICONTAGLIOCESAREOPRIMARIO.ITALIA2016

 

La proporzione di parti cesarei primari in Italia continua a scendere progressivamente dal

29%del2010al24,5%del2016(perlaprimavoltasottolasogliadel25%),condifferenze

importantiall’internodiognisingolaregioneetraleregioni.Sistimachedal2010sianocirca

58.500 ledonnealle quali è stato risparmiatoun taglio cesareoprimario, di cui 13.500nel

2016. 

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PROPORZIONEDIPARTICONTAGLIOCESAREOPRIMARIO.PATRENTO2009–2016

 

Ancheinquestocaso,afrontediunvalorenazionalemediodel24,5%,siosservaunanotevole

variabilità intra e interregionale con valori per struttura ospedaliera che variano da un

minimodel6%adunmassimodel92%.

LaPAdiTrento riporta storicamente lapiùbassaproporzionediTCprimaria

livellonazionale.Nel 2016, si registra un’ ulteriore importante riduzione del valore

medioeunridimensionamentodell’eterogeneitàinterna.

Inparticolare,ilprincipalepuntonascitadellaProvinciaeffettuanel2016solol’11,2%

diTCprimari. 

 

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PROPORZIONEDIPARTIVAGINALIINDONNECONPREGRESSOCESAREO

La riduzionenel ricorsoalparto chirurgicopuòessereottenuta sia riducendo il numerodi

particesareiprimarisiapromuovendoilricorsoalpartonaturalenelledonneconpregresso

parto cesareo che non hanno controindicazioni al parto vaginale. La proporzione di parti

vaginali eseguiti in donne che hanno partorito in precedenza con un parto cesareo è un

indicatore che può essere utilizzato per valutare la qualità dell’assistenza fornita alle

partorienti:valoripiùaltipossonoriflettereunapraticaclinicapiùappropriatadalmomento

chelelineeguidainternazionalinonprecludono,senoninparticolaricondizionidirischio,

ilpartonaturaleindonnecheabbianoprecedentementesubitouncesareoecheparte

deitaglicesareipotrebbeessereeseguitaper“ragioninonmediche”.

PROPORZIONEDIPARTIVAGINALIINDONNECONPREGRESSOCESAREO.ITALIA2016

 

IrisultatidelPNEmostranocomeilnumerodipartinaturalieseguitinelledonnechehanno

partoritoinprecedenzaconunpartocesareosiaancoraestremamentebassoma,tuttavia,in

lentoprogressivoaumento.

NonèuncasochelaPAdiTrentodovesiregistrailpiùbassoricorsoalpartochirurgicosia

anchel’areaconlepiùalteproporzionidipartivaginalidopocesareo.

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IlPresidioOspedalieroS.MariaDelCarmineèunadellestruttureconpiùalto

ricorso alpartonaturaledopo cesareo, garantendoquestaprestazione al41%delle

donneconunpregressopartochirurgico

 

 

 

 

 

 

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INFARTOMIOCARDICOACUTO:MORTALITÀA30GIORNI

Lamortalitàa30giornidalricoveroperinfartoacutodelmiocardiocontinuaadiminuire,da

10,4%del2010a8,6%del2016.A frontedelvalorenazionalemedio,siosservaunabassa

variabilità interregionale e una discreta variabilità intra regionale, con valori per struttura

ospedalierachevarianodaunminimodello0%aunmassimodel21%.

Possibili distorsioni dei risultati possonoderivare da unanon corretta identificazionedegli

IMAo classificazione STEMI,NSTEMI. In seguito alle segnalazionidi errori di codificadegli

STEMIeNSTEMI, sonostatedefinite lenuove lineeguidaper lacodifica ICD‐9‐CM,validea

livellonazionale.

 

INFARTOMIOCARDICOACUTO:MORTALITÀA30GIORNI.ITALIA2016

 

L’indicatore che ha lo scopo di valutare la qualità del percorso assistenziale

complessivo del soggetto con Infarto Miocardico Acuto, evidenzia come il dato di

mortalitàsiacontenutosubasenazionaleeomogeneofralediverseregionieprovincie

autonome. L’attribuzione dell’esito alla struttura di ricovero non implica, quindi, la

valutazionedellaqualitàdell’assistenzafornitadaquellastrutturamadell’appropriatezzaed

efficacia del percorsodel paziente, che coinvolge i diversi centri di responsabilità operativi

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nell’articolazione di una rete integrata territorio‐ospedale, dove i tempi di diagnosi e

trattamentosianoridottieilpazientesiaavviatoalcentroospedalieropredispostoall’offerta

dellatipologiaassistenzialepiùappropriata.

L’ultimo rapporto dell’OCSE (Health at a Glance 2017) rileva come lamortalità per

infartomiocardicoinItaliasiafralepiùbassefraipaesiaeconomiaavanzata.

 

MORTALITÀA30GIORNIDALL’ACCESSOINOSPEDALE.OCSE2017–dati2015

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ICTUS ISCHEMICO: EVENTI MAGGIORI CARDIOVASCOLARI E

CEREBROVASCOLARI(MACCE)A1ANNO

Laproporzionedieventimaggioricardiovascolariecerebrovascolari(MACCE)a12mesidalla

data di dimissione dopo ricovero per ictus ischemico valuta la corretta gestione clinico

terapeuticadelpazientesulterritoriodopounricoveroperictus,apartiredalladefinizionedi

un programma di prevenzione secondaria che deve comprendere indicazioni dietetiche e

relative allo stile di vita, nonché la definizione di un corretta strategia farmacologica con

l’obiettivodievitaresuccessiviepisodiischemicichepossonoesserefataliintalipazienti. Il

dato sembra evidenziare una diversa funzionalità di questa rete tempo dipendente tra le

diverseareeterritorialie inalcunicasiunoscollamentodellaretedell’emergenzadallarete

territoriale.

 

ICTUSISCHEMICO:MACCEA1ANNO.ITALIA2016

 

 

 

 

 

 

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COLICISTECTOMIELAPAROSCOPICHE:DEGENZEOPERATORIEINFERIORIA

3GIORNI

Lacolecistectomiapervialaparoscopicaèoggiconsideratail"goldstandard"neltrattamento

della calcolosi della colecisti nei casi non complicati: rispetto all’intervento a cielo aperto è

associataadunadegenzaospedalieraeadunaconvalescenzasignificativamentepiùbrevi.

Una degenza post‐operatoria più estesa del necessario non è associata a nessun

beneficio in terminidi saluteeaumenta il rischiodi complicanze legateallapermanenza in

ospedale, in particolare il rischio di infezioni ospedaliere che presentano un costo sia in

terminidisalutechedirisorseeconomiche.

 

 

COLECISTECTOMIE LAPAROSCOPICHE: DEGENZE POST‐OPERATORIA INFERIORE A 3

GIORNI.ITALIA2016

 

In Italia, la proporzione di interventi di colecistectomia laparoscopica con degenza post‐

operatoriainferiorea3giornièpassatadal58,8%del2010al72,7%del2016.Ilvaloremedio

nellaPAdiTrentoèinlineaconlamedianazionale.

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Il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi

dell’assistenzaospedalierafissaal70%perstrutturalaquotaminimadicolecistectomiecon

degenzapostoperatoriainferiorea3giorni.

NellaPAdiTrento,nel2016,tuttelestrutturerispondonoallostandard.

 

COLECISTECTOMIE LAPAROSCOPICHE: DEGENZE POST‐OPERATORIE INFERIORE A 3

GIORNI.PAdiTRENTO2009‐2016

 

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VOLUMIDIATTIVITÀEDESITODELLECURE

Ilvolumediattivitàrappresentaunadellecaratteristichemisurabilidiprocessochepossono

avereunrilevante impattosull’efficaciadegli interventiesull’esitodellecure.PNEriporta i

volumidiattivitàdellecondizioniclinicheperlequalil’associazionetravolumediattivitàed

esitodellecuresiastatadimostratainletteratura.

A seguito di una recente revisione delle evidenze disponibili, i responsabili di tre

importanti sistemi ospedalieri americani hanno lanciato, attraverso il New England

JournalofMedicine,unacampagnaperl’impegnodellacomunitàscientificaadevitare

di effettuare interventi chirurgici complessi da parte di strutture o chirurghi con

volumidiattivitàmoltobassa.

L’associazione tra volume ed esiti per diverse condizioni è confermata anche

dall’analisideidatiempiricinazionali.

Leconoscenzescientifiche,dasole,nonconsentonodiidentificarepergliindicatoridivolume

un preciso e puntuale valore soglia, minimo o massimo, ma è possibile identificare un

intervallo di volume al di sotto del quale il rischio di esiti negativi aumenta notevolmente.

Allasceltadi“volumiminimidiattività”aldisottodeiqualinondeveesserepossibileerogare

specifici servizi nel SSN devono necessariamente contribuire, oltre alle conoscenze sul

rapporto traefficaciadellecuree lorocosti, le informazionisulladistribuzionegeograficae

accessibilitàdeiservizi.

Apartiredagennaiodell’annoprossimo,dovrebbeesserepossibilemisurareilvolume

per singolo chirurgo, così come previsto dal Decreto ministeriale relativo all’integrazione

delleinformazionidellaSDO. 

 

 

 

 

 

 

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INTERVENTOCHIRURGICOPERTMPOLMONE:VOLUMEDIRICOVERI.

 

La mortalità a 30 giorni dopo l’intervento diminuisce decisamente fino a circa 50‐70

interventi/annoecontinuaadiminuirelievementeall’aumentaredelvolumediattivitàfinoa

stabilizzarsi.

INTERVENTOCHIRURGICOPERTMPOLMONE:FLUSSIDIMOBILITA’

 

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Nel2016,il44%degliinterventichirurgiciperTMdelpolmonesupazientiresidentinellaPA

diTrentosonoavvenutiinstrutturedialtreregioni.Il56%deipazientisièrivoltoinveceal

PO di S.Chiara, struttura con un volume di attività dimolto al di sotto della sogliaminima

attesa.

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INTERVENTOCHIRURGICOPERTMMAMMELLA:VOLUMEDIRICOVERI

Le linee guida internazionali identificano degli standard di qualità delle Breast Unit e in

particolareperquantoriguardagliinterventichirurgici,lasogliaminimaindividuataèdi150

interventi chirurgici annui, soglia che è stata definita anche nel regolamento delMinistero

dellaSalutesuglistandardquantitativiequalitatividell’assistenzaospedaliera.

In Italia si osserva un’associazione tra volume di attività e reintervento a 120 giorni. In

particolare,ilrischiodireinterventoa120giornidiminuiscefinoacirca150interventi/anno,

volumeidentificatocomepuntodisvolta,econtinuaadiminuireall’aumentaredelvolumedi

attività.

Nel2016,delle12struttureospedalierecheeseguonopiùdi10interventichirurgiciperilTM

della mammella, 3 (25%) presentano volumi di attività in linea con lo standard. Se

analizziamoildatoperUnitàOperativadidimissione, laproporzionesiriducedimolto:nel

2016dei14reparticheeffettuanopiùdi10interventi/anno,5(36%)eseguonoalmeno150

interventi. Nell’ultimo anno di valutazione ancora 2 unità operative su 3 non rispettano lo

standardatteso,effettuandoil38%degliinterventicomplessivisubaseregionale.

 

INTERVENTOCHIRURGICOPERTMMAMMELLA:FLUSSIDIMOBILITA’

 

L’87%degliinterventichirurgiciperTMdellamammellasullapopolazioneresidenteavviene

neiduerepartidichirurgiageneraledelPOS.Chiara,entrambialdisopradeivolumiminimi

richiestidalDM70,rispettivamentecon280e214interventi/anno.

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INTERVENTOCHIRURGICOPERTMSTOMACO:VOLUMEDIRICOVERI.

 

 

 La mortalità a 30 giorni dopo l’intervento diminuisce decisamente fino a circa 20‐30

interventi/annoecontinuaadiminuirelievementeall’aumentaredelvolumediattività.

INTERVENTOCHIRURGICOPERTMSTOMACO:FLUSSIDIMOBILITA’

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L’87%deipazientiresidentinellaPAdiTrentosirivolgeastrutturedellaprovinciaper

l’intervento chirurgico. Resta un problema di frammentazione dell’attività: anche

nell’Osp.S.Chiarachecomplessivamenteeffettua25interventinel2016,ivolumisono

divisiindueunitàoperative,entrambesottosogliaminima.

COLICISTECTOMIELAPAROSCOPICHE:VOLUMEDIRICOVERI

Si osserva un’associazione tra volume di attività per struttura e per Unità Operativa di

colicistectomie laparoscopiche e complicanze a 30 giorni. In particolare la proporzione di

complicanze a 30 giorni dopo l’intervento diminuisce fino a circa 100 interventi anno per

Unità Operativa, soglia definita anche nel regolamento del Ministero della Salute sugli

standardquantitativiequalitatividell’assistenzaospedaliera.

COLICISTECTOMIELAPAROSCOPICHE:VOLUMEDIRICOVERI–PADITRENTO2016

 

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Nel2016,dei10reparticheeseguonopiùdi5interventidicolecistectomialaparoscopica,4

(40%)presentanovolumidiattivitàinlineaconlostandard.

 

PARTI:VOLUMEDIRICOVERI

Le evidenze scientifiche sull’associazione tra volumi di parti ed esiti di salute materno‐

infantilemostranoun'associazionetrabassivolumiedesitisfavorevoli.

Il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi

dell’assistenzaospedalierarimandaall’accordoStatoRegioniche,giànel2010,prevedevala

chiusuradellematernitàconmenodi500parti.

Nel2016inItaliarisultanoancora97struttureospedaliere(21%)convolumiinferioriai500

partiannui,inessesiconcentramenodel6%deipartitotali,

Escludendo le strutture conmenodi10parti annui,nel2016nellaPAdiTrento le

strutture ospedaliere con meno di 500 parti annui sono ancora 3, effettuando

complessivamenteil14%deipartitotali

 

 

PARTI:VOLUMEDIRICOVERI–PATRENTO2016

STRUTTURA  N 

Osp. Presidio Ospedaliero S. Chiara‐Trento  2451 

Osp. Presidio Ospedaliero S. Maria Del Carmine‐Rovereto  1224 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Cles‐Cles  457 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Cavalese‐Cavalese  77 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Arco‐Arco  46 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Tione‐Tione Di Trento  5 

Osp. Presidio Ospedaliero Villa Igea‐Trento  1 

 

 

 

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INTERVENTIPROTESICI

Il volumedi attività èuna caratteristicadi processo chepuòavereun impatto sull’efficacia

degliinterventi.

Il Ministero della Salute, nel giugno del 2015, ha emanato un decreto sugli «standard

qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera» che

individua soglie minime per unità operativa di volume di attività e di esito per alcune

condizionicliniche,conloscopodigarantireatuttalapopolazioneitalianaparitàdiaccesso

agliinterventidiprovataefficaciaesicurezza.

Oltre il 50% dei soggetti di età superiore a 65 anni presenta una patologia a carico

dell’apparatomuscoloscheletricoconunaltopotenzialedidisabilità.Ilvolumediinterventidi

artroprotesi eseguiti in Italia è in continuo aumento, rappresentando un fenomeno

importante in terminidi sicurezzadeipazientie in terminidi impattosullaspesasanitaria.

L’opportunità di razionalizzare i servizi, con particolare riferimento all’accorpamento di

ospedaliounitàoperative,rispondeinfattinonsoloamotivilegatiallalimitazionedirisorse

economicofinanziare,maancheallanecessitàdicontrollarel’impattonegativointerminidi

salutedellapopolazionedovutoaun’eccessivaframmentazione.

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ARTOPLASTICADELGINOCCHIO.ASSOCIAZIONETRARIAMMISSIONEA30GIORNIE

VOLUMEDIATTIVITÀPERPOLOOSPEDALIERO

 

L’associazionepositivatravolumiospedalieriedesitièdocumentatain letteratura.Risultati

di revisioni sistematiche, inoltre, riportano l’esistenza di una relazione tra mortalità

ospedalieraa30giorni,complicanze,duratadelladegenzaeinfezionievolumediattivitàdel

chirurgo.

ARTOPLASTICADELGINOCCHIO:FLUSSIDIMOBILITA’

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IlPNEdocumentaunrischiomedionazionalediriammissionia30giornidopoartoplasticaal

ginocchio di 1.36% e una discreta variabilità tra strutture ospedaliere. In Italia si osserva

un’associazione tra volume di attività e riammissione entro 30 giorni. In particolare, la

proporzione di riammissioni diminuisce fino a 100 interventi/anno e continua a diminuire

lievementeall’aumentaredelvolumediattivitàfinoastabilizzarsi. 

ARTOPLASTICA DEL GINOCCHIO: DISTRIBUZIONE VOLUMI DI ATTIVITÀ PER

STRUTTURA–PADITRENTO2016

STRUTTURA  N 

Osp. Presidio Ospedaliero S. Maria Del Carmine‐Rovereto  164 

Osp.C. Ospedale S. Camillo‐Trento  130 

CCA Villa Bianca‐Trento  105 

Osp. Presidio Ospedaliero S. Chiara‐Trento  100 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Cavalese‐Cavalese  63 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Tione‐Tione Di Trento  63 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Borgo Valsugana‐Borgo Valsugana  60 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Cles‐Cles  30 

 

Nel2016,nellaPAdiTrento,il38%degliinterventidiprotesicasulginocchioavviene

instrutturefuoriprovincia.Delle8struttureospedalieredellaPAcheeseguonointerventidi

protesi di ginocchio, 4 strutture presentano un volume di attività ≥ 100 interventi annui,

coprendoil70%delleartoplastichetotali.

              

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ARTROPLASTICADELL’ANCA:VOLUMEDIRICOVERI.ASSOCIAZIONETRAREVISIONEA2

ANNIEVOLUMEDIATTIVITÀPERPOLOOSPEDALIERO

 

  

L’esistenza di una associazione positiva tra volume di attività per chirurgo e mortalità

ospedalieraa30giornierevisionipost‐interventoèdocumentatadallaletteraturascientifica.

Non è ancora possibile analizzare questa associazione per le strutture ospedaliere italiane,

mancandosullaschedadidimissioneospedalieral’informazionerelativaall’operatore.

IlPNEdocumentaunrischiomedionazionalediriammissionea30giornidopointerventodi

protesi di anca di 3,7% e si osserva una associazione tra la proporzione di riammissioni e

revisionidell’interventoeilvolumedellestruttureospedaliereitaliane.

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ARTOPLASTICADELL’ANCA:FLUSSIDIMOBILITA’

  

Nel 2016, il 23% dei pazienti residenti si recano in strutture fuori Provincia per

l’esecuzione di interventi di protesi di anca; tra le 8 strutture che effettuano

artoplastiche dell’anca, 4 presentano volumi di attività superiori a 100

interventi/anno,coprendoil77%dell’offerta.

ARTOPLASTICADELL’ANCA:DISTRIBUZIONEVOLUMIDIATTIVITÀPERSTRUTTURA–

PADITRENTO2016

STRUTTURA  N 

Osp. Presidio Ospedaliero S. Chiara‐Trento  272 

Osp. Presidio Ospedaliero S. Maria Del Carmine‐Rovereto  265 

CCA Villa Bianca‐Trento  217 

Osp.C. Ospedale S. Camillo‐Trento  159 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Tione‐Tione Di Trento  81 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Cavalese‐Cavalese  72 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Cles‐Cles  72 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Borgo Valsugana‐Borgo Valsugana  41 

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INTERVENTODIPROTESIDISPALLA:VOLUMEDIRICOVERI.

Nel caso di un intervento protesico di recente diffusione su base nazionale, si osserva una

costante crescitanel tempoconuna sostanzialeomogeneitàdiofferta fra lediverse regioni

italianeeunarilevanteeterogeneitàintra‐regionale.

Rispettoallestruttureconbassivolumi,lestruttureconvolumidiattivitàannuali≥15sono

caratterizzate,sullabasediunrecentestudio,daunaprobabilitàsignificativamentepiùbassa

diduratadelladegenzaospedaliera,difratturesuccessive,diricorsoatrasfusionidisanguee

dinecessitàdirevisionedell’intervento.

ARTOPLASTICA DELLA SPALLA: DISTRIBUZIONE VOLUMI DI ATTIVITÀ PER

STRUTTURA–PADITRENTO2016

STRUTTURA  N 

Osp. Presidio Ospedaliero S. Maria Del Carmine‐Rovereto  30 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Cles‐Cles  18 

CCA Villa Bianca‐Trento  14 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Cavalese‐Cavalese  11 

Osp. Presidio Ospedaliero S. Chiara‐Trento  10 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Tione‐Tione Di Trento  8 

Osp. Presidio Ospedaliero Di Borgo Valsugana‐Borgo Valsugana  4 

Osp.C. Ospedale S. Camillo‐Trento  1 

 

 

 

 

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INDICATORIDIOSPEDALIZZAZIONE

   

Alcuni indicatori di ospedalizzazione misurano indirettamente la qualità delle cure

territoriali, individuando le ASL nelle quali si osservano eccessi di ospedalizzazione

potenzialmenteevitabiligrazieallacorrettapresaincaricodelpazientealivelloterritoriale.

A livello di Paesi OCSE, si rileva la bassa proporzione di ricoveri per malattia a

prevalente gestione territoriale come il diabete, l’asma, la BPCO e l’insufficienza cardiaca

congestizia (CHF), a suggerire una buona presa in carico dei soggetti cronici da parte del

territorio.

RICOVERIPERMALATTIECRONICHE.OCSE2017–dati2015

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OSPEDALIZZAZIONEPERBRONCOPNEUMOPATIACRONICAOSTRUTTIVA. 

In Italia, il tasso di ospedalizzazione per broncopneumopatia cronica ostruttiva si è

ridottoprogressivamentedal2,5‰nel2010al1,9‰nel2016. Si stimachenel2016

siano più di 24.000 i pazienti a cui è stata risparmiata un’ospedalizzazione potenzialmente

evitabile.

Afrontediunvalorenazionalemediodel1,9‰nel2016,siosservaunadiscretavariabilità

intraeinterregionale,che,tuttaviaassumedimensionisemprepiùridotteneltempo.

 

TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE PER BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA –

ITALIA2010

 

 

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TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE PER BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA –

ITALIA2016

 

 

NellaPAdiTrentoiltassodiospedalizzazioneperBPCOènel2016di1,4‰

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OSPEDALIZZAZIONEPERINTERVENTODITONSILLECTOMIA

Gli indicatori di ospedalizzazioni posso essere utilizzati anche per misurare la variabilità

geograficadeitassidiricoveroperdeterminatecondizioniointerventichirurgici.Adesempio,

elevatitassidiospedalizzazionepertonsillectomiasuggerisconolapossibilepresenzadicasi

trattati chirurgicamente senza una chiara indicazione all’intervento chirurgico. L’indicatore

consente di evidenziare eventuali variabilità nelle pratiche cliniche e nell’equità di accesso

all’assistenzasanitariatralediverseareegeograficheesaminate.

InItalia,iltassodiospedalizzazioneperinterventoditonsillectomiaèdiminuitoleggermente

nel tempo, passando dal 2,85‰ del 2010 al 2,15‰ nel 2016, corrispondente ad una

riduzionedi circa6.400 interventi ad alto rischiodi inappropriatezza solonell’ultimoanno

(popolazione<18).

NellaPAdiTrento,iltassodiospedalizzazioneènel2016del3,5‰.

TASSODIOSPEDALIZZAZIONEPERINTERVENTODITONSILLECTOMIA.ITALIA2010

 

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TASSODIOSPEDALIZZAZIONEPERINTERVENTODITONSILLECTOMIA.ITALIA2016