Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare...

24
Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00 alle 10,45 Incotro con le RSA di: RSA Fondazione Luigi Porro di Barlassina RSA Anna e Guido Fossati di Monza RSA San Clemente di Villasanta

Transcript of Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare...

Page 1: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

Proverbi e saggezza popolare

“Non ci sono più le mezze stagioni”

Mercoledì 6 febbraio 2019

Dalle ore 10,00 alle 10,45

Incotro con le RSA di:

RSA Fondazione Luigi Porro di Barlassina

RSA Anna e Guido Fossati di Monza

RSA San Clemente di Villasanta

Page 2: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

Proverbi e Modi di dire

brianzoli e milanesi

Ricordo che nel mio "sussidiario" di scolaro (si chiamava così nell'Italia

degli anni Cinquanta il libro di lettura delle elementari) i modi di dire

abbondavano, disseminati tra le pagine come veri grani di saggezza a

scandire i testi che formavano il libro.

La città e la campagna erano allora realtà molto diverse, eppure veniva

dalle poche righe dei i modi di dire un profumo familiare di fuoco di legna,

un sapore fiabesco di paesaggi innevati che ci rassicurava sulla continuità

del tempo e delle stagioni, proprio come i modi di dire che esortava "a

San Giuseppe a tirar fuori lo scaldino (la bula) dal letto", perché la

primavera era imminente.

Invece, i ragazzi della civiltà urbana, ci accontentavamo, prima di

affrontare le gelide lenzuola dell'inverno, di stendere il pigiama sul

calorifero qualche minuto prima di coricarci.

Ma certo non era la stessa cosa dello scaldino.

Perché la forza dei modi di dire (proverbi) stava nella loro perenne adesione

alla natura, ai riti, alle tradizioni di un popolo che in quelle massime si

specchiava e si riconosceva. La vita era armonia, era certezza di poesia, e

ci rassicurava l'idea che il 21 marzo, giorno di San Benedetto, anche la

rondine ritrovasse il suo nido sotto il tetto.

Il sole e la pioggia non mancavano mai l'appuntamento col calendario, anche

se c'erano modi di dire enigmatici per noi ragazzi, come recitava il detto:

"Agosto, moglie mia non ti conosco", che gli adulti citavano ammiccando

furbescamente.

Feste religiose e usanze contadine si mescolavano puntualmente, e ogni

regione dettava in dialetto le proprie regole, come il ricordare ai braccianti

che "in giugno la falce andava stretta in pugno".

Rime e assonanze erano d'obbligo affinché i modi di dire (proverbi) si

depositassero facilmente nella memoria, e fossero adottati senza

discutere grazie al suo carattere imperioso, quasi fosse un comandamento

divino. E talmente indiscussa era la verità dei proverbi da essere assunta

Page 3: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

ancora oggi nel paragone con il piacere del risparmio, tanto da aver creato

l'espressione "metter fieno in cascina" per significare l'atto di versare

soldi in banca.

I modi di dire insegnavano, senza volerlo, la storia e la geografia,

l'astronomia e la culinaria, le scienze naturali e la religione, la medicina e la

veterinaria, senza che si dovesse mai aprire un libro. Quei detti bastava

tramandarli, farli passare di bocca in bocca, sicuri che avrebbero dato i

loro frutti allo stesso modo in cui oggi si dice tra impiegati: "Val più la

pratica che la grammatica", per ironizzare sull'inutilità di certi studi ...

Ma soprattutto i proverbi insegnavano la concretezza, la filosofia

dell'agire e la supremazia del fare rispetto al dire. È certo, che scorrendo

i proverbi, sarà tentato di aggiungerne altri (entrati nel patrimonio

nazionale) di eguale esattezza meteorologica come l'infallibile "Rosso di

sera, bel tempo si spera", oppure "Cielo a pecorelle, acqua a catinelle".

Ma chi conosce il dialetto brianzolo/milanese apprezzerà il sapore

terri(aneo)gno di queste locuzioni, che conservano nel tempo il lessico di

un idioma genuino, quello della civiltà contadina, che i nostri avi hanno

custodito per secoli e che è stato tramandato fino ai giorni nostri.

Per questo i modi di dire (proverbi) evocano in modo così suggestivo i

colori e i sapori della vita di campagna, come fossero ricette di un'esistenza

felice e di un tempo irrecuperabile, al quale oggi non possiamo che pensare

con nostalgia.

Page 4: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

Terra-cielo-tempo-stagioni 01 LA BIANCA BARBA DI SANT'ANTONI0

02 LA VIOLETTA DI SAN SEBASTIANO

03 LA LUCERTOLA DI SANT’AGNESE

04 BIVIO METEOROLOGICO

05 BREVE SOLLIEVO PER LA TERRA

06 TENERO AMORE

07 IL FUOCO SOTTO LE COPERTE

08 IL RITORNO DELLA RONDINE

09 VENTO BENEFICO

10 NEVE TARDIVA

11 RISVEGLIO DELLA VITA

12 DOLCE PIOGGERELLA

13 GELO NEL BARILE

14 FATICA INUTILE

15 ANCORA UN BIVIO METEOROLOGICO

16 CRISTO IN CIELO

17 LE MESSI

18 IL RACCOLTO

19 MATASSE DI NUVOLE

20 RAGGI MENZOGNERI

21 LE NOCI DI SANTA MADDALENA

22 PIOGGIA RISTORATRICE

23 SALUBRE FRESCURA

24 PIOGGIA CHE RINFRESCA

25 TRAMONTO RAPIDO

26 SETTE LUNE

27 ADDIO SPUNTINO

28 SUBDOLI PIACERI

29 ALLODOLE, ALLODOLE

30 PIOGGIA SINO A NATALE

31 L'ESTATE DI SAN MARTINO

32 NEL TEPORE DELLA STALLA

33 PROFUMO DI NEVE

34 SANTA LUCIA

35 CONTADINI, MA ANCHE “ASTRONOMI”

36 ACQUA 0VUNQUE

37 BUONA SEMINA

Page 5: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

GENNAIO

1) La barba bianca di Sant’Antonio - (17 Gennaio)

• Per Sant'Antoni da la barba bianca, se manca 'I gias, la nev non

manca.

• A Sant'Antonio dalla barba bianca se non c'è il ghiaccio la neve non

manca.

Cade in pieno inverno la festa di Sant'Antonio Abate; il clima è inclemente,

sono giorni di grandi nevicate e di freddo pungente.

I paesi della pianura sono intorpiditi sotto un cielo plumbeo, grandi fiocchi

di neve volteggiano silenziosi nell'aria e si addormentano quieti a terra,

cucendo un bianco, accecante manto che trasforma cascine, siepi, fossi,

pioppi, strade in un fatato incanto, mentre una strana ma ripetitiva magia

ispira i pittori che abbozzano paesaggi di quiete senza uguali.

Se per qualche capriccio meteorologico manca la neve, è il ghiaccio che si

erge ad artista e ricamava (Giasiruo) finestre disadorne, rami irrigiditi,

pozzanghere ghiacciate, mentre sotto il portico e vicino alla stalla, spauriti

e affamati pettirossi, passerotti, tordi saltellano tremuli in cerca

disperata di cibo.

2) La violetta di San Sebastiano - (20 Gennaio)

• A San Bastian la viuleta in man.

• A San Sebastiano la viola in mano.

Ho faticato a rintracciare sul calendario la data della ricorrenza di San

Sebastiano; pensando, infatti, alle viole ho iniziato l'indagine partendo da

marzo e fermandomi ai primi di febbraio e non volevo credere nemmeno a

mia moglie sicura della data della festa di Santa Agnese: 21 gennaio un

giorno dopo quella di San Sebastiano.

Due ricorrenze importanti per noi ragazzi d'allora che frequentavamo

assiduamente l'oratorio, seguiti nella nostra crescita adolescenziale dal

"signor" curato che organizzava, con entusiasmo giovanile, la festa di San

Sebastiano, patrono di noi ragazzi e l'indomani quella di Santa Agnese

protettrice delle ragazze.

Se il proverbio assicura che per questa data si possono trovare le prime

viole, magari nell'alveo delle rogge più riparate e ben esposte al sole, ci si

Page 6: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

può credere anche perché il giorno successivo, Santa Agnese, si potranno

incontrare le prime lucertole lungo le siepi.

3) La lucertola di Sant’Agnese - (21 Gennaio)

• A Sant'Agnes, la luserta in la sces.

• A Santa Agnese puoi vedere la lucertola in mezzo la siepe.

Noi ragazzi ci eravamo divertiti, il giorno prima all'oratorio, gustando con

avidità bollenti frittelle, saporitissimi croccanti, soprattutto felici di

ritrovarci insieme per dei giochi anche in un periodo di cattiva stagione.

Oggi, Santa Agnese, tocca alle ragazze festeggiare la loro Santa Patrona;

lo fanno all'asilo, insieme alle Suore che si improvvisavano animatrici,

giocano con loro a palla mano, palla prigioniera, mangiano dolci, biscotti,

ciambelle, erano felici.

Il maltempo concede una tregua e così oltre a qualche nascosta e timida

viola, nella siepe che delimita l'orto si può intravedere l'immobile lucertola

con il capino alzato, teso verso i primi, insperati, timidi raggi di sole.

Momentanea illusione che tonifica il cuore e lo incoraggia nell'attesa della

ancor lontana primavera.

FEBBRAIO

4) Bivio Meteorologico (2 Febbraio)

• A la Madona de la Candelora, da l'inverno sem feura, ma se ‘l pieuv

e tira ‘l vent nell'invernu sem dent.

• Alla Madonna della Candelora siamo fuori dall'inverno, ma se piove o tira

vento l'inverno continua per altri quaranta giorni.

Si può considerare il 2 di febbraio, festa della Madonna della "Candelora",

un importante bivio meteorologico.

La data ricorda una ricorrenza religiosa molto sentita; nessuno mancava

alla celebrazione mattutina (in Chiesa per le sei, nonostante il buio e il gelo),

poiché il Parroco distribuiva ai fedeli, al termine della Messa, la candela

della Madonna. (da questa usanza il nome)

La candela, una volta rientrati a casa, era devotamente appeso a fianco del

letto e a questa luce benedetta si faceva ricorso, durante tutto l'anno,

Page 7: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

indifferentemente sia per preservare i raccolti dalla grandine sia per

allontanare le malattie da se e dai propri cari.

Una volta avviata da buoni cristiani la giornata, i contadini prestavano

particolare attenzione all'evolversi del tempo durante l'arco del giorno,

considerato il 2 febbraio crocevia fra l'inverno e la primavera.

Qualora il tempo fosse stato clemente si poteva stimare di essere fuori

della brutta stagione, viceversa se pioveva o tirava vento bisognava

attendere almeno per altri Quaranta giorni le prime schiarite primaverili.

5) Breve sollievo per la terra - (5 Febbraio)

• A Sant'Agada la tera la fiada.

• A Sant'Agata la terra ritorna a respirare.

Gli inverni brianzoli sono particolarmente inclementi: prima le nebbie

d'ottobre e novembre che rend(eva)ono impraticabili le strade, isolano le

cascine e i paesi, arrivando a piegare gradualmente l'umore degli uomini,

degli animali e delle cose; poi il gelo di dicembre e gennaio che stringe in

una morsa di ghiaccio i fossi, i rovi, le zolle. I campi incolti, sono un duro

zoccolo gelato!

Per Sant'Agata, però, il clima concede piccoli e timidi segnali di disgelo e

la terra subito ne approfitta, "fiada", (Prende fiato - respira - Rinasce) ed

è difficile tradurre correttamente questo vocabolo dialettale; forse la

traduzione letterale più precisa è questa: la terra riprende fiato, come

uscisse da un letargo, da un coma, tira un respiro di sollievo, torna a dare

segni di vita, sapendo però che l'inverno sarà ancora lungo e rigido.

6) Tenero amore - (14 Febbraio)

• A San Valentin 'l gias deslengua.

• A San Valentino il ghiaccio si fa tenero.

San Valentino, è diventata la festa degli innamorati, e una ricorrenza

recente, una celebrazione moderna, consumistica.

Per i nostri contadini era solo una data di riferimento, annunciava loro

semplicemente che la morsa del ghiaccio si allentava. Ricordate il secchio

d'acqua, dimenticato fuori casa, trasformato durante la gelida notte in un

cubo di ghiaccio grande quanto il recipiente che lo conteneva?

Page 8: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

San Valentino “deslenguava” scioglieva queste rigide durezze proprio come

fa con il cuore degli innamorati.

MARZO

7) Il fuoco sotto le coperte - (19 Marzo)

• A San Giusep feura al feuch dal let.

• Per San Giuseppe fuori lo scaldino dal letto.

Che bello, nelle sere d'inverno, salire in gran fretta nella gelida stanza

del piano di sopra, infilarsi nel letto dopo aver tolto, da sotto le coperte,

con le dovute precauzioni, prima la "muniga" (letteralmente suora, ovvero

un impianto che teneva lontano lo scaldino dalle coperte, evitando che tutto

andasse a fuoco) e poi le braci oramai ricoperte da candida cenere!

Sotto le coperte ci attendeva il tepore privilegiato, fasciante, creato dal

braciere, amico servizievole che ci preparava una notte materna.

Tradizione voleva che a San Giuseppe, prima festa campestre,

anticipatrice della primavera, s'interrompesse questa abitudine.

8) Il ritorno della rondine - (21 Marzo)

A San Benedett, la rundin suta al tecc.

Per San Benedetto la rondine sotto il tetto.

Il mese che seguirà, aprile, sarà fatato, ci regalerà il pesco in fiore, le

prime verdi foglioline nell'orto, la Pasqua di Resurrezione, brezze

primaverili che arrossiranno le gote a giovani impazienti e desiderosi di

conoscere la vita.

Marzo invece e incostante, volubile, alterna a un giorno tiepido e sereno

un altro ventoso, freddo e piovoso.

Quando però vi accorgerete che la rondine è tornata a riprendere il suo

posto sotto il tetto, ad abitare di nuovo il nido che aveva lasciato intatto

nell'angolo della trave, potrete aprire il cuore perché la stagione

dell'amore è vicina.

Vedrete allora la rondine tracciare voli armoniosi nel cielo sovrastante il

vostro camino.

Page 9: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

9) Vento benefico - (Non c’è un giorno preciso)

• Marz pien da vent, poca paia e tantu furment.

• Marzo ventoso, poca paglia e tanto frumento.

Il buon raccolto è frutto di molti fattori favorevoli: la fatica del

contadino, la bontà della terra e delle sementi, ma certamente chi la fa da

padrone è il tempo; il clima determina a volte irrimediabilmente

l'abbondanza o meno del raccolto.

L'impertinente, scapestrato vento di marzo garantirà ricche messi di

grano, infatti il suo soffio prepotente e giovanile asciugherà la terra

fradicia, rallenterà la crescita dello stelo, riservando le giuste risorse della

natura all'estiva, rigogliosa, generosa spiga.

10) Neve tardiva - (Non c’è un giorno preciso)

• Nev marsulina, la dura da la sira a la matina.

• La neve di marzo dura dalla sera alla mattina.

Marzo, - lo abbiamo capito - è un mese veramente capace di tutto, anche

di sorprenderci con una inattesa nevicata. Svanirà ai primi raggi del sole.

Molti proverbi definiscono questo mese "figlio di una baldracca" (Bagai de

la logia) a causa proprio della sua instabilità, delle sue brusche e repentine

alternanze di tempo: la pioggia, poi il vento, infine la neve e ancora il sereno.

Ci vuole pazienza, è il mese che anticipa la primavera, stagione della

giovinezza con la quale condivide le stesse caratteristiche d'irrequietezza.

20 marzo 2019 – Equinozio di primavera

Alle 21h 58m T.U. (Tempo Universale o tempo civile di Greenwich)

Per l’Italia alle 22,58

Buona primavera a tutti

APRILE

11) Risveglio della vita

Ad april fiurisan anca i manich di badìi.

Ad aprile fioriscono anche i manici dei badili.

Page 10: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

Aprile è un mese languido, generoso, profumato, carico di promesse: ogni

pianta, fiore presenta il proprio particolarissimo bocciolo che esploderà

nella fragranza e nel colore il mese successivo.

A lato del giardino l'orto segnala che sotto le zolle c'è fermento; fa

capolino la tenerissima pianta del pisello; s'intravedono le sue tenui e

tenere foglie; si affaccia il fagiolo, gli spinaci; le insalate crescono a vista

d'occhio alla carezza calda del sole e i rapanelli, come visi di monelli,

sembrano addirittura pronti a volare. Una quotidiana e fresca pioggerella

dona ad ogni pianta energia e ristoro.

Proprio questa felicissima combinazione di sole e pioggia conferma, ed è

evidente, che in queste speciali condizioni meteorologiche non c'è limite

alla vita nuova e persino un manico di badile, fusto di legno rinsecchito, se

piantato nella terra, in aprile, rischia di ritornare a vivere.

12) Dolce pioggerellina

April al gha trenta di, e se pieuves per trentun, al fa ma a nisun.

Aprile ha trenta giorni, ma se piovesse per trentuno non farebbe male a

nessuno.

La caratteristica climatica del mese: le precipitazioni sono quasi

quotidiane e sempre ad aprile scoppiano i primi temporali: bisbetici,

rumorosi irrequieti come dei ragazzi, ma per nulla pericolosi per i raccolti.

L'acqua, poi, è benefica per tutte le coltivazioni, la campagna beve con

sorsi misurati e la trattiene nelle falde con cura, come si conviene a un bene

prezioso al quale si farà ricorso durante la lunga e torrida stagione estiva.

Stupendi i cieli: d'azzurro, proprio come i disegni che i bambini

tratteggiano con i pastelli Giotto.

13) Gelo nel barile

Brina d’april impienis el barìi.

Il gelo d'aprile riempie il barile.

Certamente è un fenomeno insolito, ma può capitare che, anche a

primavera inoltrata, un capriccio atmosferico possa far ritornare le

temperature invernali e magari anche la neve.

Page 11: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

Il contadino cerca di interpretare a chi può giovare questo freddo

inopportuno e la risposta non tarda ad arrivare: la brina di aprile farà bene

alla vite che posticiperà le prime gemme ed eviterà così malattie successive

a solo beneficio dei grappoli futuri che saranno ancora più succosi.

Sembra un proverbio improbabile per le campagne brianzole; va invece

ricordato che sino agli anni trenta la coltura della vite era largamente

diffusa anche da noi, (pincianel) i contadini sistemavano filari lungo gli

argini dei campi arativi, utilizzando quali pali di sostegno gli alberi i “muron”

(gelso, che era utilizzato per delimitare i confini delle proprietà), o

impiantavano pergole nell'orto e pergolati davanti alle cascine.

La vendemmia era essa stessa una ricchezza, a tal punto che negli atti

notarili di compravendita si distingueva il campo solo arativo dal terreno

"arativo-vitato".

MAGGIO

14) Fatica innutile

Laüra tant su poca tera.

Faticare tanto per poca terra.

Sono gli arruffoni che finiscono la loro giornata stravolti e con scarsi

risultati!

Ci cascavano anche i contadini che pure avevano il vantaggio oggettivo di

svolgere un lavoro cadenzato e pilotato dal mutare delle stagioni.

Alcuni di loro riuscivano ugualmente a complicarsi la vita effettuando

anzitempo, spesso per frenesia, lavori nei campi che gli agenti atmosferici,

non favorevoli in quel momento, avrebbero successivamente vanificato.

Più in generale il lavorare molto e raccogliere poco è tipico d'individui che

non hanno un loro equilibrio, un proprio baricentro e che continuano a ...

fare, senza ... pensare.

15) Ancora un bivio meteorologico (30 maggio 2019)

Se 'l pieuv el di de l'Ascenza, per quaranta di sem minga sensa.

Se piove il giorno dell'Ascensione, continuerà per altri quaranta giorni.

La festività dell'Ascensione, una volta era una ricorrenza religiosa

celebrata con gran risalto, non ha una precisa collocazione nel calendario in

Page 12: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

quanto si celebra 40 giorni dopo la Pasqua che, com'è noto, non cade mai

allo stesso giorno.

Resta difficile, quindi, pensare ad una previsione meteorologica basata su

una data incerta; c'è da credere, invece, che il senso religioso prevalga e

che gli eventi che accadono in questo giorno in cui si celebra la salita al cielo

di Cristo, acquistino un significato speciale.

Va sottolineato poi il carattere simbolico del numero che viene riproposto:

il 40, come i 40 giorni di minaccia di pioggia, che rimandano ai 40 anni che

gli Ebrei trascorsero nel deserto o ai 40 giorni di digiuno di Gesù nel

deserto e ovviamente ai 40 giorni ininterrotti di diluvio universale.

Quindi, se il maltempo turba la salita al cielo di Cristo Signore, il clima

resterà perturbato per almeno altri 40 giorni.

GIUGNO

16) Cristo in cielo (2 giugno 2019)

Al di de l'Ascensa anca i pasarit fan penitenza.

Nel giorno dell'Ascensione, anche gli uccelli fanno penitenza.

Nelle festività importanti, arrivava in paese il "Predicatore" che aveva il

compito di scuotere le coscienze dei peccatori con dei sermoni infuocati,

per poi purificare le loro anime con la confessione; predicava dal pulpito e

per seguire la sua predica bisognava stare naso all'insù, capo reclinato

all'indietro e sguardo elevato al cielo.

Così trovò i fedeli il Missionario che venne per la festa dell'Ascensione a

commentare l'ascesa al cielo di nostro Signore Gesù Cristo, che andava

definitivamente a sedersi alla destra del Padre: e la fantasia, sollecitata

dalle calorose e colorite parole del prete, non si fa fatica a fotografare

esattamente in quella posizione quell’attimo solenne.

Il figlio di Dio lasciava questa valle di lacrime e saliva al cielo, unici

spettatori autorizzati a fargli ala, e onorare il Redentore in questo viaggio,

erano gli Angeli e i Santi chiamati uno ad uno nella predica. Uomini, animali,

nubi e venti dovevano stare immobili, estasiati così come gli abituali

frequentatori dei cieli, gli uccelli, che in quegli attimi rimanevano

accovacciati e silenziosi nel loro nido, non preoccupandosi nemmeno di

procurarsi del cibo.

Page 13: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

Il proverbio sottolinea la maestosità e la santità di questa festa; in questo

giorno anche passeri, merli, tordi, usignoli, rondini, tortore facevano

penitenza in onore e a gloria di Cristo.

17) Le Messi (il raccolto)

A Giugn la ranza 'n pogn.

Giugno la falce in pugno.

Evviva! È arrivato il tempo del raccolto: dopo tanto lavoro, grandi timori,

incertezze meteorologiche ecco, finalmente mature, le bionde spighe di

grano. La fase del raccolto sarà impegnativa, lunga, faticosa, ma, a questo

punto, nessuno si tirerà indietro.

Oggi il raccolto avviene con mietitrebbiatrici che in brevissimo tempo

svolgono il lavoro che impegnava, falce in pugno, per settimane, decine e

decine d'uomini che si disponevano uno dietro l'altro, falciavano, legavano

e allineavano grossi covoni di spighe di grano caricate poi sui carri e

riportate in cascina per la trebbiatura.

Trebbiare era un momento di festa e l'operazione coinvolgeva donne e

bambini e per tutti, dopo la gran fatica, merenda con pane, salame e vino.

Alla fine i sacchi di frumento allineati sotto il portico rassicuravano

economicamente la famiglia che poteva guardare con una certa fiducia al

futuro.

18) Il raccolto

In giugn, slarga la man e strinc al pugn.

A giugno allarga la mano e stringi il pugno.

Aprire, allargare il più possibile il palmo della mano per poter afferrare

il maggior numero di spighe e serrare forte il pugno attorno al manico della

falce per recidere, con colpo sicuro, i secchi e dorati steli di paglia del

grano, dall'alba al tramonto, per giorni e giorni.

Sono i gesti tipici e ripetitivi del contadino impegnato nei dorati campi di

frumento. Si tratta di un procedimento ben diverso dall'attuale e, assieme

al taglio del maggengo, [Con il termine maggengo si indica l’attività di

pascolo o fienagione che si svolge durante il mese di maggio] è anche uno

dei lavori più impegnativi di tutto l'anno.

Page 14: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

La mano sembra anche simbolicamente aperta per ricevere il giusto

guadagno e il pugno chiuso a protezione del gruzzolo ricavato che deve

essere ben utilizzato per soddisfare, durante tutto l'anno, i pressanti

bisogni famigliari.

19) Matasse di nuvole

Quant al ciel al fa la lana, al pieuv na setimana.

Se il cielo diventa come una matassa di lana, pioverà per una settimana.

Le nubi arrivano da lontano, adagio, candide, ovattate, avanzano

lentamente e poi si fermano davanti a barriere invisibili, misteriosi ostacoli

le trattengono e le gonfiano, poi superano l'intralcio e riprendono il loro

cammino conquistando un altro pezzo di cielo e di sereno.

Si radunano di nuovo, sostano pigramente aggrappate alla torre

campanaria e verso sera, dopo essersi riposate, sono padrone assolute della

volta celeste.

Anche la giornata è stata pigra, scrutando l'orizzonte, prima di rientrare

per cena, ognuno sa cosa l'aspetta: da quello strato gonfio di nubi scenderà

per parecchi giorni una insistente e noiosa pioggerellina che intralcerà non

poco i lavori nei campi.

LUGLIO

20) Raggi menzonieri

Quand ‘l sùl ‘l turna indrè, gh'è l'aqua suta i pee.

Se il sale si volta indietro c'è l'acqua ai piedi.

Vi ricordate quando in certe giornate grigie, piovose di primavera o

d'estate, improvvisamente, verso sera, vi sono schiarite improvvise e

sembra quasi che inizi un nuovo giorno?

Bene diffidare di queste manifestazioni climatiche, perché l'unica cosa

che ci si può aspettare è il ritorno copioso della pioggia.

Queste pause, però, luminose, infuocate, ridestano il villaggio, che

alacremente, intensamente, vive questi brevi istanti quasi volesse

realizzare, in così poco tempo, ciò che non gli è stato possibile fare durante

la giornata.

Page 15: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

21) Le noci di Santa Maddalena - (22 Luglio)

Per Santa Maria Maddalena la nus le piena.

Per Santa Maddalena la noce e matura.

Le piante di noci erano un tempo più numerose d'oggi e la loro posizione

negli orti del paese era, a noi bambini, ben nota e con una certa periodicità

ricevevano nostre furtive visite.

Rubare noci era più affascinante che sottrarre albicocche, mele o prugne.

Purtroppo, non conoscendo il proverbio che indica con precisione quando e

il momento della raccolta di questo frutto, arrivavamo sempre anzitempo

sul luogo del delitto.

Difficilmente trovavamo qualche frutto a terra: l'abilita allora era quella

di lanciare sassi, bastoni, zoccoli e altri oggetti verso il grande albero; il

risultato di queste spedizioni era per lo più fallimentare: pochissime noci

abbattute, verdi e immangiabili, qualche zoccolo sulla testa e a volte gli

scapaccioni prima del proprietario che ci sorprendeva naso all'aria e poi

quelli dei nostri genitori ai quali, complice il verde indelebile delle nostre

mani, era impossibile negare il misfatto.

La morale quindi e questa: bisogna aspettare fine luglio per raccogliere le

noci e, per gustarle, meglio passare dal fruttivendolo.

22) Pioggia ristoratrice - (26 Luglio)

S'a pieuv a Sant'Ana, tanta mana.

Se piove il giorno di Sant'Anna, è tanta manna.

Fine luglio, l'estate fa sentire tutto il suo vigore, il caldo si fa pesante e

anche la campagna incomincia a soffrire l'arsura estiva: il granoturco, in

particolar modo, attende sitibondo (che ha molta sete) un'abbondante

pioggia ristoratrice. Se ciò avviene a Sant'Anna è beneaugurante, di più,

una grazia divina, proprio perché l'acqua ristoratrice arriva nel momento

più propizio.

Tradizione religiosa vuole anche che Sant'Anna, madre della Vergine,

allorquando andò in sposa a San Gioacchino, ebbe in dote, quale bene

prezioso, proprio la pioggia, motivo per cui quella che cade nel giorno della

Santa si reputa essere pioggia benedetta, una vera "manna dal cielo".

Page 16: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

AGOSTO

23) Salubre frescura

L'aria fresca da la matina l'è na meza medisina.

L'aria fresca della mattina e quasi una medicina.

L'Ave Maria è da poco suonata, è un agosto torrido, afoso, il lavoro da

fare oggi nei campi sarà molto e faticoso.

Anche questa mattina il contadino si è alzato di buon'ora, ha consumato

una scodella tiepida di latte e, prima di iniziare un'altra dura giornata, si

attarda in cascina: un'occhiata al cielo per intuire se qualche nube

rinfrescherà il giorno, qualche pensiero, una visita ai pomodori nell'orto che

stanno maturando e grandi, profondi respiri.

A quest'ora, sono le cinque, il clima è tutt'altro che estivo; l'aria è

frizzante e benefica e un leggero banco di nebbia ozia ancora sui prati.

Sono brevi istanti che rinfrancano il fisico e lo spirito, un "pater-ave-

gloria" recitato insieme alla moglie. E un altro giorno del Signore può

cominciare.

24) Pioggia che rinfresca

I prim gut d’agust rinfrescan al bosc.

Le prime piogge d'agosto rinfrescano il bosco.

L'acqua d'agosto, con quei tuoni continuati, quei borbottii che

accompagnano le precipitazioni sino a sera inoltrata, e ben diversa dal

temporale ristoratore della festa di Sant'Anna.

Se allora ai lampi, ai tuoni, agli scrosci era seguito un rassicurante rosso

di sera, nel nostro caso l'acquazzone, anziché esaurirsi in breve tempo,

continuerà con una timida ma insistente pioggerella che durerà la notte e

ininterrottamente il giorno seguente.

Ritorna poi il sereno, ma non porterà più con se la calura estiva.

25) Tramonto rapido

Agost: giù al su le fosch.

Agosto, appena cala il sole e subito buio.

Caratteristica specifica dell'estate, oltre al caldo, è la luce.

Page 17: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

Il buio tarda a venire, consentendo così ai contadini di protrarre il lavoro

nei campi fino a tarda sera.

In questa stagione ci si corica tardi. Seduti fuori all'aperto, su una

seggiola impagliata o sul gradino di casa, si attende che arrivi la notte e che

l'aria rinfreschi.

Con il mese di agosto si avverte un'inversione di tendenza e proprio la

minor durata della luce indica che la stagione estiva sta per finire.

SETTEMBRE

26) Sette lune

La luna settembrina set lun la induina.

La luna settembrina sette lune indovina.

Anticamente il tempo si misurava osservando e annotando le fasi lunari;

proprio per questa i contadini hanno sempre guardato con particolare

attenzione alla luna e nelle fasi decisive della semina cercano di indovinare

se l'astro era propizio.

La luna di settembre, inoltre, sembra acquisti un'importanza particolare;

si ritiene, infatti, che per sette lune successive il tempo sarà simile a quello

che si potrà osservare in quel periodo.

Siamo anche a cavallo di stagione, l'estate cede il passo all'autunno e sarà

ancora proprio la luna settembrina a decidere se regalarci, prima

dell'inverno, una stagione dolce o inclemente.

27) Addio spuntino - (29 Settembre)

San Michel, la merenda in cel.

A San Michele la merenda vola in cielo.

I 29 settembre é il giorno di San Michele.

Stiamo quindi entrando in pieno autunno, le giornate si accorciano

sensibilmente e, un tempo, l'inizio dell'anno scolastico era alle porte; due

giorni dopo infatti i "remigini", grembiule nero e grande fiocco bianco,

prendevano posto su mastodontici banchi di legno, attenti e intimoriti

dall'autorità della signora Maestra.

Il buio arriva presto e l'ora di cena viene sensibilmente anticipata; a tavola

si va ora verso le 18, cosicché non c'è più tempo, tra compiti, gioco

Page 18: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

pomeridiano e la cena, di inserire la pausa piacevole e ristoratrice della

merenda.

"Volano" così in cielo robusti panini spalmati con burro e zucchero,

dolcissime ciambelle, nutrienti zabaglioni e profumate mele e la mamma non

compera più nemmeno il cioccolatino da 10 lire con le figurine di Bartali e

Coppi.

OTTOBRE

28) Subdoli piaceri

Sùl de veder, aria de fesura porta l'òm a la sepoltura.

Il sole riflesso dai vetri, lo spiffero d'aria di una fessura portano presto

alla sepoltura.

Difficile da accettare questo suggerimento, soprattutto durante la

torrida estate quando seduti tra porta e finestra si gode di un'arietta

rinfrescante quanta infida.

Lo stesso vale per le fredde giornate invernali allorquando ci si crogiola,

come lucertole, al riparo di una finestra, appisolandosi magari alla carezza

di quel tepore innaturale.

Il risultato di questi piaceri fuori stagione è nel migliore dei casi torcicollo

o un fastidioso raffreddore che, se si trasformava in bronchite, poteva

procurare guai seri, difficili da superare con le scarse cure mediche allora

disponibili.

29) Allodole, allodole - (15 ottobre)

A Santa Teresa, lodol a distesa.

Per Santa Teresa, allodole a distesa.

Sino agli anni quaranta/cinquanta, il cacciatore era una figura che

s'inseriva di diritto nella cornice agreste: fucile a doppia canna (la dupieta)

a tracolla, attorniato da cani scodinzolanti e inquieti, per lo più solitario,

trascorreva giorni interi, dall'alba al tramonto, nei campi, inseguendo un

improbabile fagiano o una lepre, instaurando con la selvaggina una battaglia

di spostamenti e di posizioni che spesso perdeva.

Se vittorioso, il suo rientro in paese era trionfale; anche i cani sentivano

l'eccitazione della vittoria e il cacciatore, visibilmente soddisfatto, si

Page 19: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

avviava verso casa appagato dagli sguardi lanciati alla cintola, da dove

pendeva un fagiano o una pernice o un'allodola, o al carniere da dove sbucava

ai due lati, testa e coda, della lepre.

La selvaggina catturata sarebbe poi finita all'osteria per una rara e

festosa cena tra amici.

Nel tempo della caccia, il cielo era spesso attraversato da stormi d'uccelli

che migravano verso terre più calde e nella seconda meta d'ottobre,

appunto intorno al giorno di Santa Teresa, il passaggio delle allodole era

maestoso e il loro numero gonfiava smisuratamente il cielo.

30) pioggia sino a Natale - (16 Ottobre)

Se fa bel a San Gal, fa bel fin a Natal!.

Se c'é bel tempo a San Gallo, dura sino a Natale.

Le previsioni del tempo, alle quali oggi affidiamo molte nostre decisioni,

allora non c'erano, e anche la televisione, fortunatamente, era fuori dalla

nostra porta e persino dalle nostre serate.

I contadini avevano però bisogno di fare le loro considerazioni sul tempo,

per decidere se anticipare o ritardare la semina, e avevano capito che il

clima, nelle sue manifestazioni generali, era ciclico, ripetitivo.

Ecco allora che, con attenzione, si annotano fenomeni e tendenze: se il

tempo volgeva al brutto a San Gallo, meta d'ottobre, c'era da credere che

l'autunno sarebbe stato molto piovoso e sarebbe migliorato solo verso la

fine di dicembre; viceversa, se fosse stato sereno in quel giorno, il bel

tempo era assicurato fino a Natale.

Se pioveva c’era un grande rischio per la semina; molti chicchi potevano

marcire confermando il detto che sotto la neve c'è pane, ma sotto l'acqua

c’è fame.

NOVEMBRE

31) L’estate di San Martino - (11 novembre)

L'està da San Marten al dura tre di e un cicinen.

L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochino.

Martino, Vescovo di Tours, vissuto tra il 1316 o 1317 (incerta la data di

nascita) è morto ne 1397, fu il fondatore del monachesimo occidentale;

Page 20: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

ufficiale dell'esercito romano, si convertì, si battezzo e si ritiro in un

eremo nell'isola di Gallinara (di fronte ad Albenga).

Sino a noi è arrivato il suo nobile gesto: incontrando un povero infreddolito

ai bordi del sentiero, non esitò a tagliare in due il suo prezioso e caldo

mantello.

Un gesto semplice ma carico d'amore, e d'attenzione verso chi sta peggio.

Con quel pacifico colpo di spada il Santo interruppe anche l'incedere

dell'inverno regalandoci così una breve stagione intermedia chiamata

appunto “l’estate di San Martino": una pausa clemente, mite, simbolica che

serve a riscaldare i cuori e a fortificarli davanti all'incedere del gelo della

stagione e forse anche degli animi.

Tradizionalmente durante questi giorni si aprono le botti per il primo

assaggio del vino nuovo, che solitamente viene abbinato alle prime castagne.

Questa tradizione è celebrata anche in una famosa poesia di Giosuè

Carducci intitolata appunto “San Martino”.

32) Nel tepore della stalla - (25 Novembre)

A Santa Catrina la vaca in casina.

Per Santa Caterina ricovera la mucca in cascina

Dopo il raccolto del maggengo che aveva riempito il fienile di foraggio per

l'inverno, i prati consentivano ancora tagli d'erba fresca sino ai primi di

ottobre; dopo questo periodo era inutile utilizzare la falce: l'erba che

riusciva ancora a spuntare restava bassa e a ciuffi.

Era proprio allora che i contadini portavano al pascola le mucche ed era

uno spettacolo insolito, sereno, armonioso vedere queste mandrie

attraversare il paese dopo la mungitura mattutina e rientrare solo a sera

dopo aver pascolato e ... concimato il prato.

Ho il privilegio di aver assistito a questi esodi che sono rimasti solari nella

mia memoria, come le tinte dei dipinti di Fattori.

Quest'insolito, agreste spettacolo terminava a Santa Caterina quando il

peggioramento delle condizioni atmosferiche suggeriva ai contadini di

tenere, da quel momento, le bestie al riparo, nel tepore “profumato” delle

stalle.

Page 21: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

33) Profumo di neve - (25 Novembre)

A Santa Catrina, o nev o brina.

Per Santa Caterina o neve o brina.

Il contadino sente istintivamente l'arrivo della cattiva stagione: fiuta

nell'aria i primi fiocchi di neve, distingue i venti, coglie i repentini sbalzi di

temperatura.

Queste caratteristiche meteorologiche sono tipiche degli ultimi giorni di

novembre. Inutile e dannoso tergiversare, illudersi che mezza giornata di

bel tempo indichi un protrarsi di un clima favorevole.

Molto meglio, come abbiamo raccontato prima, portare le bestie in cascina,

riparare quindi cose e animali dal gelo dell'inverno che é proprio li dietro

l'angolo.

DICEMBRE

34) Santa Lucia - (13 Dicembre)

Santa Lucia el di pusè curt che ghe sia.

Il giorno di Santa Lucia e il giorno più corto che ci sia.

Santa Lucia, vergine e martire vissuta tra il 280 e il 304, subì il martirio

sotto l'imperatore Diocleziano; condannata dal perfido arconte

(proconsole) di Siracusa Pascasio, è venerata dagli adulti per la sua indomita

e limpida fede è invocata a protezione della vista e del fuoco.

Dai bambini di alcune province lombarde (Bergamo e Brescia, Sondrio) è,

a dir poco, adorata perché nella notte tra il 12 e il 13 Dicembre attraversa

tutti i paesi con il suo inseparabile e docile asinello, portando i doni.

Lunga però è l'attesa, interminabili le ore; l'alba non arriva mai.

La notte di Santa Lucia è la più lunga che ci sia (non è proprio vero) anche

perché, a metà dicembre, le giornate sono brevi, fa buio presto la sera e fa

luce tardi la mattina: sono le giornate più uggiose di tutto l'anno ed è forse

per questo motivo che Santa Lucia ha deciso di portare un po di luce per

incoraggiare gli uomini a vincere le tenebre.

35) Contadini, ma anche “astronomi”

Quand la luna la fa curuna, la nev la sa muntuna.

Page 22: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

Quando la luna ha la corona, si prevede una abbondante nevicata.

Di nuovo le previsioni del tempo, sono affidate all’osservazione del cielo

cosa che oggi non sappiamo più fare. Osservare il cielo è uno spettacolo che

si replica senza interruzione da parecchie migliaia di anni, e che ha il solo

torto d'esser finito anche sui libri di scuola dove spesso persino le cose più

straordinarie diventano noiose. Eppure, come faceva notare il filosofo

latino Seneca, se le stelle, anziché brillare continuamente sopra le nostre

teste, fossero visibili solo da un particolare luogo del pianeta, tutti

vorrebbero andarci per assistere allo spettacolo.

Ma, un pò per abitudine ed un pò perché il cielo lo guardiamo sempre meno,

lentamente ci siamo dimenticati non solo degli effetti speciali, ma persino

degli attori che tutte le notti raccontano storie più avvincenti di qualsiasi

favola.

Le immagini formate da pianeti, stelle nuvole non esistono: sono il risultato

di un equivoco prospettico che porta a considerare come facenti parte di

uno stesso gruppo, quindi di un unico «disegno», corpi celesti che nella

realtà sono spesso distanti gli uni dagli altri, ma casualmente brillano nella

stessa zona di cielo; e la prospettiva completa l'inganno.

Per chiarire come l'occhio umano si inventa queste false immagini,

chiamate asterismi, si può ricordare la classica foto-souvenir del turista

che a Pisa stende il braccio e, ponendosi nella giusta posizione, sembra

sorreggere la Torre pendente con la mano: i due soggetti, la torre e la mano,

pur così diversi e distanti tra loro, una volta sistemati sulla stessa

traiettoria creano l'illusione di trovarsi alla stessa distanza di chi osserva,

ossia di far parte della stessa scena. Il nostro occhio cade nel medesimo

equivoco guardando il cielo. E, data la nostra istintiva tendenza al

riconoscimento di strutture, cioè a vedere immagini familiari anche dove

non ci sono affatto - come nella forma delle nuvole o nelle macchie di

umidità su un muro - in tutte le epoche gli uomini hanno visto in cielo quello

che volevano, finendo per imprimersi nella mente che a determinate

immagini corrispondeva una determinata situazione meteorologica.

VALGONO PER TUTTE LE STAGIONI

36) Acqua ovunque

Page 23: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

Cun la sapa e cui badìi, se fa andà l'aqua su i campanìi.

Con la zappa e con i badili si manda l'acqua fin sui campanili.

Impara l'arte e mettila da parte.

Mi è capitato di vedere nei campi di granoturco o di maggengo i contadini

intenti a far arrivare ovunque l'acqua irrigua in campi a volte non livellati:

veri artisti che, armati appunto di zappa e di badile, riescono a far fare

all'acqua il percorso da loro desiderato.

Che l'acqua potesse arrivare anche sui campanili l'ho verificato in

Valtellina, in un'azienda agrituristica, ho visto appunto con la stessa tecnica

irrigare ripidissimi pendii.

37) Buona semina

Cumè ta sumenat, te regoat.

Come semini raccogli.

Come semini, così raccogli!

Non facciamoci trarre in inganno dalla massima che certamente non si

limita a porre l'accento sul rapporto tra semina e raccolto nei campi, ma

suggerisce una morale senza scorciatoie.

Sul campo della vita ognuno raccoglierà ciò che avrà saputo seminare,

coltivare, curare, custodire.

Seminiamo bene!

Page 24: Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze ...€¦ · Proverbi e saggezza popolare “Non ci sono più le mezze stagioni” Mercoledì 6 febbraio 2019 Dalle ore 10,00

Centinaia di fiori in primavera,

la brezza fresca d'estate,

la luna in autunno,

la neve in inverno.

Se non occupi la tua mente in inutili cose, ogni stagione è per te una buona

stagione.

SPI CGIL MONZA BRIANZA - Via Premuda, 17 - 20900 Monza

Tel. 039 2731132 - E-mail: [email protected]

Auser Brianza - Via Premuda 17, 20900 Monza (MB)

Tel. 039 2731149 - E-mail: [email protected]