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60 AUDIOREVIEW n. 347 ottobre 2013 funzionalità con un design allo stato dell’arte. Ma posso anticipare che anche la qualità della resa acustica offre doti di primissimo piano. Vale quindi la pena di esaminare da vicino gli aspetti salienti del diffusore in prova. Precisione in ogni dettaglio Iniziamo dal manuale d’istruzioni, un ele- mento spesso bistrattato dai produttori e dagli stessi utilizzatori. I primi sono porta- D efinire “capolavoro” il diffuso- re acustico Aptica della Albe- do non è un’esagerazione re- torica ma una semplice constatazione. Si tratta infatti del sistema di altoparlanti più evoluto realizzato da un “artigiano del suono” decisamente all’avanguardia sot- to il profilo delle tecniche di progettazio- ne e di produzione. Coinvolto professio- nalmente nell’audio hi-fi da oltre 20 anni, Massimo Costa, titolare della Albedo, ba- sa le sue realizzazioni su solide fonda- menta di fisica teorica, grazie anche ad una feconda collaborazione con il prof. Giuseppe Pucacco del Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma “Tor Verga- ta”. Le loro alchimie acustiche discendo- no da studi e ricerche approfondite, suf- fragate da puntuali rilevazioni strumentali e da attente valutazioni d’ascolto. Tutto questo trova evidenti riscontri nel sistema di altoparlanti in prova, a partire dall’ori- ginale forma del mobile. Il frontale incli- nato, la parete posteriore arcuata, la sin- golare struttura a sezione decrescente dall’alto verso il basso, l’ampio e slancia- to basamento, persino le “finiture” in metallo cromato ai lati del tweeter, tutto deriva da precisi studi di meccanica acu- stica. L’elaborato disegno dell’Aptica non è quindi fine a se stesso ma risponde a precise esigenze funzionali. Così come il profilo sinuoso di una Ferrari non va inter- pretato come la banale espressione arti- stica di uno stilista estroso ma ha lo sco- po di minimizzare la resistenza dell’aria e favorire la stabilità della vettura. E se la Ferrari è giustamente considerata un ca- polavoro dell’industria automobilistica, lo stesso può dirsi dell’Aptica nell’ambito dell’elettroacustica, quanto meno per la sua capacità di integrare una perfetta ti a considerarlo un costoso orpello, che pochi leggono con attenzione. Infatti, molti sono presi dalla frenesia di godere subito dell’oggetto appena acquistato e non “perdono tempo” a leggere il ma- nuale d’istruzioni, anche perché raramen- te è scritto in italiano davvero comprensi- bile. E poi, cosa c’è da istruire nell’uso di un diffusore acustico? Ebbene, quello dell’Aptica è uno dei casi da prendere ad esempio come manuale d’uso ben fatto ed istruttivo, tanto da avermi sfiorato la tentazione di pubblicare sulla rivista i pas- PROVE Albedo Aptica Un capolavoro italiano che merita di essere conosciuto. ALBEDO APTICA Sistema di altoparlanti a 2 vie Costruttore: Albedo di Massimo Costa, Via C. Calisse 78, 00053 Civitavecchia (RM). www.albedoaudio.com Distributore per l’Italia: Music Tools, Via Pantanelli 119, 61025 Montelabbate (PU). Tel./fax 0721 472899 Prezzo: Euro 7.500,00 la coppia CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE Sistema: due vie da pavimento a fase lineare. Carico: linea di trasmissione filtrata acusticamente. Altoparlanti: midwoofer da 158 mm ceramico, tweeter da 25 mm ceramico. Sensibilità: 85 dB (2,83 V/1m). Filtro: primo ordine acustico. Impedenza nominale: 8 ohm. Risposta in frequenza: 45÷20.000 Hz. Dimensioni: 30x51x102 cm (ingombro totale). Peso: 20,5 kg netti ciascuna

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funzionalità con un design allo statodell’arte. Ma posso anticipare che anchela qualità della resa acustica offre doti diprimissimo piano. Vale quindi la pena diesaminare da vicino gli aspetti salienti deldiffusore in prova.

Precisione in ogni dettaglio

Iniziamo dal manuale d’istruzioni, un ele-mento spesso bistrattato dai produttori edagli stessi utilizzatori. I primi sono porta-

D efinire “capolavoro” il diffuso-re acustico Aptica della Albe-do non è un’esagerazione re-

torica ma una semplice constatazione. Sitratta infatti del sistema di altoparlanti piùevoluto realizzato da un “artigiano delsuono” decisamente all’avanguardia sot-to il profilo delle tecniche di progettazio-ne e di produzione. Coinvolto professio-nalmente nell’audio hi-fi da oltre 20 anni,Massimo Costa, titolare della Albedo, ba-sa le sue realizzazioni su solide fonda-menta di fisica teorica, grazie anche aduna feconda collaborazione con il prof.Giuseppe Pucacco del Dipartimento diFisica dell’Università di Roma “Tor Verga-ta”. Le loro alchimie acustiche discendo-no da studi e ricerche approfondite, suf-fragate da puntuali rilevazioni strumentalie da attente valutazioni d’ascolto. Tuttoquesto trova evidenti riscontri nel sistemadi altoparlanti in prova, a partire dall’ori-ginale forma del mobile. Il frontale incli-nato, la parete posteriore arcuata, la sin-golare struttura a sezione decrescentedall’alto verso il basso, l’ampio e slancia-to basamento, persino le “finiture” inmetallo cromato ai lati del tweeter, tuttoderiva da precisi studi di meccanica acu-stica. L’elaborato disegno dell’Aptica nonè quindi fine a se stesso ma risponde aprecise esigenze funzionali. Così come ilprofilo sinuoso di una Ferrari non va inter-pretato come la banale espressione arti-stica di uno stilista estroso ma ha lo sco-po di minimizzare la resistenza dell’aria efavorire la stabilità della vettura. E se laFerrari è giustamente considerata un ca-polavoro dell’industria automobilistica, lostesso può dirsi dell’Aptica nell’ambitodell’elettroacustica, quanto meno per lasua capacità di integrare una perfetta

ti a considerarlo un costoso orpello, chepochi leggono con attenzione. Infatti,molti sono presi dalla frenesia di goderesubito dell’oggetto appena acquistato enon “perdono tempo” a leggere il ma-nuale d’istruzioni, anche perché raramen-te è scritto in italiano davvero comprensi-bile. E poi, cosa c’è da istruire nell’uso diun diffusore acustico? Ebbene, quellodell’Aptica è uno dei casi da prendere adesempio come manuale d’uso ben fattoed istruttivo, tanto da avermi sfiorato latentazione di pubblicare sulla rivista i pas-

PROVE

Albedo ApticaUn capolavoro italiano che merita di essere conosciuto.

ALBEDO APTICASistema di altoparlanti a 2 vie

Costruttore: Albedo di Massimo Costa, ViaC. Calisse 78, 00053 Civitavecchia (RM).www.albedoaudio.comDistributore per l’Italia: Music Tools, ViaPantanelli 119, 61025 Montelabbate (PU).Tel./fax 0721 472899Prezzo: Euro 7.500,00 la coppia

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE

Sistema: due vie da pavimento a faselineare. Carico: linea di trasmissionefiltrata acusticamente. Altoparlanti:midwoofer da 158 mm ceramico, tweeterda 25 mm ceramico. Sensibilità: 85 dB(2,83 V/1m). Filtro: primo ordine acustico.Impedenza nominale: 8 ohm. Risposta infrequenza: 45÷20.000 Hz. Dimensioni:30x51x102 cm (ingombro totale). Peso:20,5 kg netti ciascuna

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saggi più interessanti; ma poi, ho pensa-to, meglio metterlo online, sul nostro si-to, a disposizione dei più curiosi; ovvia-mente se il produttore sarà d’accordo. Aproposito dei manuali d’uso, non vannomai sottovalutati, in quanto indicano ilgrado di attenzione che il costruttore po-ne verso il cliente (lo stesso vale per i ser-vizi igienici dei ristoranti). Il manualedell’Aptica è redatto in buon italiano e ininglese, ma soprattutto fornisce indica-zioni utili, cominciando dalla gestionedell’imballo (in materiale riciclabile, daconservare per future spedizioni), poi ilmontaggio dei piedini, i collegamenti, ilrodaggio (solo dopo un centinaio di oredi funzionamento gli altoparlanti raggiun-gono la resa ottimale), il posizionamentodei diffusori in ambiente, la loro manu-tenzione e la garanzia, triennale. Ma laparte più interessante del manuale èquella indicata come “approfondimen-to”, dove viene presentata la filosofia diprogetto del diffusore. Qui mi limito adindicare l’obiettivo dichiarato del costrut-tore, che è quello di realizzare “una cassaacustica che avesse la precisione di unminidiffusore ma che offrisse una gammabassa da grande sistema”.

Caratteristiche salienti

Per valorizzare al massimo l’emissione ingamma bassa del midwoofer, l’Albedoadotta un caricamento acustico a linea ditrasmissione. In questo tipo di configura-zione, l’emissione posteriore dell’altopar-lante viene convogliata lungo un percor-so interno al mobile, in modo da filtrareacusticamente le frequenze che non inte-ressano e consentire a quelle più profon-de di raggiungere l’esterno attraversoun’opportuna apertura sul fondo, così dasommarsi in fase con l’emissione anterio-re. Per non perdere efficienza, nell’Apticaè stato pressoché evitato l’uso di materia-le fonoassorbente di tipo fibroso, mentrele pareti interne sono state coibentatecon pannelli di poliuretano a celle com-pletamente aperte, che agiscono comeun filtro taglia-alto attenuando le fre-quenze superiori. La particolare forma delmobile, a sezione decrescente, è studiataper ottenere una frequenza di accordo di

50 Hz con una linea di trasmissione lungasolo 95 cm. Inoltre, nella parte alta delmobile, subito dietro il midwoofer, è sta-ta predisposta una trappola acustica co-stituita da un risonatore di Helmholtz ac-cordato a circa 230 Hz; esso serve adostacolare la prima antirisonanza che al-trimenti, raggiungendo la porta di emis-sione in controfase, causerebbe la can-cellazione della frequenza corrisponden-te. Una ulteriore coppia di risonatori sioccupa di attenuare gli effetti della diffra-zione lungo gli spigoli esterni del mobile.Esteticamente si presentano come duepiastre metalliche forate poste ai lati deltweeter; benché camuffate da eleganti fi-niture cromate, esse sono invece parteattiva del sistema di filtraggio acusticodefinito “Diffraction Shaping Device”. Ilfunzionamento di questo dispositivo èdescritto in un apposito riquadro tecnico.

Risposta a fase lineare

La capacità di riprodurre segnali impulsivisenza alterarne la forma costituisce unodei principi basilari della filosofia di pro-getto dei diffusori Albedo. Per ottenerequesto è necessario che il sistema di alto-parlanti non introduca alterazioni di fasetra le componenti a diversa frequenza,ossia, deve essere a fase acustica lineare.In altri termini, tutte le frequenze ripro-dotte dal sistema devono raggiungere ilpunto di ascolto in sincronia, ossia senzadisallineamenti temporali introdotti dalsistema. Una scelta progettuale ineccepi-bile, cui viene generalmente riconosciutauna notevole valenza ai fini della resaacustica (specialmente in termini di rispo-sta ai transienti, focalizzazione dei detta-gli e della scena sonora) ma che raramen-te viene attuata. Probabilmente perché èmolto vincolante sotto il profilo delle ca-ratteristiche degli altoparlanti, del tipo difiltro crossover e della costruzione delmobile. Un sistema a fase acustica lineareimplica un perfetto equilibrio tra tuttiquesti elementi. Per evitare sfasamentitra le emissioni degli altoparlanti è neces-sario curarne perfettamente il posiziona-mento geometrico e l’azione del filtropartitore, che non deve introdurre disalli-neamenti tra le componenti del suono a

diversa frequenza. Da qui l’utilizzo, nel-l’Aptica, di un filtro crossover del primoordine associato all’allineamento geome-trico dei centri di emissione dei due alto-parlanti, tweeter e mediobasso, ottenutoinclinando opportunamente il pannellofrontale del diffusore. Questo fa sì che leonde sonore raggiungano la zona d’a-scolto correttamente allineate in fase. Aproposito del pannello frontale, si ap-prezza il notevole spessore del legnomassello con cui è realizzato e la presen-za di numerosi intagli, all’apparenza di-stribuiti casualmente su tutta la superfi-cie. Quale sia la loro precisa funzione nonè dato sapere, ma l’effetto estetico è cer-tamente gradevole e dona al diffusore untono di rassicurante solidità. Il resto delmobile è composto da un pannello in le-gno multistrato da 25 mm di spessore,modellato su uno stampo a sezione se-miellittica, e da un tappo superiore inMDF da 20 mm. Completa il diffusore unpiedistallo costituito da una pesante pia-

PROVEAlbedo Aptica

-80

+80

-60

-40

-20

+0

+20

+40

+60

deg

0,6

500

1

2

5

10

20

50

100

200

ohm

10 20k20 50 100 200 500 1k 2k 5k 10kHz

Il grafico dell’impedenza mostra dei picchi ben smorzati nel modulo (curva blu) attorno allafrequenza di accordo del mobile, posta a circa 50 Hz, con minimo che non scende sotto i 5 ohm.

L’aletta metallica nasconde con eleganzauna “trappola acustica” per attenuare gli

effetti della diffrazione.

Risonatore diHelmholtz.Trappolaacustica conforo accordatoe materialefibroso.

Linea ditrasmissione asezionedecrescente conpareti rivestite inpoliuretanoespanso a celleaperte.

Porta della linea di trasmissione.

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PROVE Albedo Aptica

Il sistema Albedo DSD (Diffraction Shaping Device)

S upponiamo di avere a disposizione i migliori altopar-lanti possibili. Lineari ed estesi nella risposta in fre-

quenza in modo tale da poter essere abbinati in manieraottimale tramite il filtro di crossover. Supponiamo quindiche la risposta complessiva del sistema altoparlanti-filtrosia nominalmente piatta in tutto l’intervallo che ci interes-sa. Se prendiamo tutti gli accorgimenti del caso, questa ri-sposta sarà piatta anche in fase e quindi la situazione èideale anche per quanto riguarda la risposta nel tempo.Ebbene, nelle situazioni concrete, continueremo ad averedelle alterazioni nella risposta in frequenza (e nel tempo) acausa di un fenomeno sempre presente: la diffrazione. Ilproblema sta nel fatto che le nostre sorgenti sonore (glialtoparlanti) per svolgere il loro compito di sistema vannofissate su opportuni vincoli meccanici: il pannello di unmobile o, più in generale, parte della sua stessa struttura.Il suono emesso dalle sorgenti raggiunge i bordi del pan-nello e, a causa del cambiamento più o meno brusco diangolo solido, viene diffratto, cioè riemesso con una certadistribuzione angolare e un dato cambiamento della ca-ratteristica di fase. I bordi del diffusore diventano così atutti gli effetti nuove sorgenti virtuali di suono con fase di-versa rispetto alla emissione diretta principale. La sovrap-posizione delle componenti rifratte, in fase e non, con l'e-missione diretta, provoca una serie di alterazioni dellaemissione stessa date dalle cancellazioni ed i rinforzi chevia via si verificano.Il problema è più evidente con il tweeter per la natura delpannello su cui è montato. In genere, trattandosi del pan-nello frontale della cassa acustica, esso ha una valenzaestetica molto elevata, cioè la sua forma deve risponderead altre esigenze oltre a quelle strettamente dettate dal-l'acustica. Molto spesso presenta spigoli vivi ed ospita iltweeter in posizione simmetrica rispetto al proprio asseverticale. Vediamo la figura in basso. Le distanze fra ilcentro d'emissione e i bordi del pannello (mediamenteintorno a una decina di centimetri) corrispondono allefrequenze di qualche kHz. Esse hanno un ruolo molto im-portante nell'emissione complessiva. Limitare quindi lealterazioni dovute alla diffrazione dai bordi può essere uncontributo importante per una corretta ricostruzione tim-brica e spaziale.Una soluzione a questo problema si può cercare nel mon-tare il tweeter in posizione asimmetrica rispetto ai bordidel pannello. In questo caso, date le differenti distanze

dai bordi del centro di emissione acustico, cancellazioni erinforzi si sparpagliano su più frequenze e la loro influenzanegativa risulta molto attenuata. Questa soluzione haperò due difetti fondamentali, uno estetico ed uno econo-mico. Un componente montato asimmetricamente rispet-to alla verticale risulta sgradevole alla vista e costringe ilcostruttore ad avere due mobili differenti, destro e sini-stro, con un aggravio dei costi di produzione spesso inac-cettabile, specialmente per diffusori di costo contenuto.Un'altra soluzione può essere quella di smussare pesante-mente i bordi del pannello per creare una transizione dol-ce tra i due valori di angolo solido. Ovviamente più lastondatura è pronunciata meno diffrazioni ci sono, ma ciòvincola pesantemente l'estetica del diffusore e non è det-to che tutti i costruttori vogliano produrre componenti aforma di uovo. Un'ultima soluzione può essere quella diintercettare il suono diretto al bordo del pannello con unapesante cornice di materiale fonoassorbente che circondiil tweeter. In questo caso il vincolo all'estetica è anche piùgrave che non la stondatura, tanto che questa soluzione èormai abbandonata da anni dalla produzione industriale.

Il sistema DSD

L'idea è quella di depotenziare l'energia dell'onda nel tra-gitto che la separa dalla sorgente al bordo del pannelloed avere una diffrazione la più modesta possibile. Per farequesto si ricorre ad un utilizzo originale, e mai applicatoprima, delle caratteristiche di assorbimento dei pannellimicroforati. Si tratta di una variante del classico risonatoredi Helmholtz, in cui le masse acustiche dei vari fori oscilla-no sul volume unico posteriore, riempito di materiale as-sorbente. Alla frequenza di risonanza, il sistema cattural'onda sonora e la disperde in calore. La tecnica dei pan-nelli forati è utilizzata da tempo nel controllo dell'acusticaambientale delle sale da concerto e dei cinema, ma non èmai stata utilizzata per una applicazione, non solo cosìparticolare, ma critica per intervento e taratura.

M. Costa

Nel grafico vediamo lo stesso tweeter montato su pannello, cone senza il sistema DSD. Come si vede, l'alterazione principaledovuta alla diffrazione è scomparsa a tutto vantaggio dellalinearità di risposta del tweeter e del lavoro del crossover.

Un tweeter su pannello. Lo stesso tweeter con DSD.

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stra in ferro che si innesta all’interno delmobile fino a metà del frontale. Oltre adare stabilità e supporto alla struttura,abbassandone a dovere il baricentro, ga-rantisce un rigido accoppiamento mecca-nico, necessario per scaricare a terra ognisollecitazione e vibrazione che diversa-mente andrebbero a perturbare il regola-re lavoro degli altoparlanti. Al di là dell’a-spetto tecnico, tutto questo si traduce,come vedremo nella prova d’ascolto, inuna straordinaria capacità dei diffusori Al-bedo di focalizzare i singoli strumenti al-l’interno della scena stereofonica.

Gli altoparlanti

L’Aptica impiega una coppia di altopar-lanti di altissima precisione, composta daun tweeter a cupola rovesciata da 25 mme da un midwoofer da 158 mm, entrambicon membrana ceramica, materiale cheassicura ottime prestazioni di rigidezzameccanica, leggerezza e smorzamento.“I trasduttori ceramici hanno fama di suo-no ‘duro’, ‘aspro’. Vero, se li si usa comealtoparlanti qualsiasi. In realtà hanno unagrande velocità di risposta alle sollecita-zioni e distorsione bassissima nella bandadi lavoro, caratteristiche indispensabiliper apprezzare il microdettaglio che altri-

menti non verrebbe fuori”. Massimo Co-sta ci spiega così il motivo per cui Albedoha scelto questi pregiati altoparlanti diproduzione tedesca (Accutom). Ilmidwoofer è un bel componente con ce-stello in pressofusione, molto aperto sulretro per non creare ostacoli alle ondesonore. Il magnete in ferrite è ben di-mensionato ma non esagerato (BxL 7,5N/A), quanto basta per garantire unabuona interazione con un equipaggiomobile di straordinaria leggerezza (Mms11,6 g). Merito anche di una bobina didiametro contenuto (25 mm), in filo di ra-me avvolto su supporto in titanio. Il circui-to di ventilazione della bobina mobile siavvale di ampie aperture nella zona sottoil centratore e di fori sul fondello. La so-spensione in gomma a bassa perdita ed ilrigido spider in tela richiedono un rodag-gio di almeno una cinquantina di ore difunzionamento per cominciare a dare ilmeglio. Tra i parametri dichiarati dal co-struttore notiamo una resistenza in conti-nua di 7,8 ohm, frequenza di risonanza 33Hz, Vas 35 litri, fattore di merito totaleQts 0,31 e cedevolezza Cms 1,89 mm/N.Degno complemento del midwoofer, iltweeter risponde ad analoghi criteri co-struttivi, tesi a cedere rapidamente ener-gia, con la minima inerzia, e a conseguirela massima velocità di risposta ai transien-

ti. Dotato di bobina da 16,4 mm, realizza-ta con filo di rame avvolto su supporto inalluminio, il tweeter adotta uno specialetaglio della cupola per smorzare le riso-nanze oltre i 35 kHz ed ottenere un’ampiarisposta in frequenza utile, che il costrut-tore dichiara estendersi da 2,5 a 32 kHz. Ilcircuito magnetico fa uso di olio ferroflui-do a bassissima viscosità per garantireuna elevata tenuta in potenza (120 W no-minali) e conseguire un picco di impeden-za estremamente smorzato, nonché mi-gliori prestazioni in termini di tempi di de-cadimento, senza compromettere il tem-po di attacco, e minore distorsione. Inte-ressante notare, nelle indicazioni della Ac-cuton, come il ferrofluido faccia da tenutapneumatica tra la camera posterioreesterna e quella interna al magnete, ga-rantendo alla membrana ceramica un ca-rico d’aria simmetrico. L’impiego di unasospensione in tela e di una flangia fron-tale in zinco, pesante ed acusticamenteinerte, testimoniano l’accuratezza costrut-tiva di questo pregiato componente.

Il filtro crossover

Da un filtro partitore del primo ordine cisi aspetterebbe l’impiego di pochissimicomponenti, mentre qui ne troviamo ben

PROVEAlbedo Aptica

Il midwoofer ha un belmagnete in ferrite con

aperture sul fondello per ladecompressione e

ventilazione della bobina.Tutti i terminali di

collegamento sono saldati sucavi di grossa sezione.

All’interno del mobile, dietrol’alloggiamento del tweeter,si intravede il pannello forato

della trappola acustica.

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14, equamente ripartiti tra le due vie. Nel-la cella del midwoofer, oltre alla consuetabobina in serie che attua il filtraggio ta-glia-alto, troviamo una rete RLC per eli-minare il picco di break-up del cono a 4kHz e tre resistori, uno in parallelo allabobina e due in parallelo all’altoparlante,per linearizzare il carico visto dalla bobinae smorzare i picchi d’impedenza a bassafrequenza. I due resistori da 20 ohm inparallelo al midwoofer potrebbero esseresostituiti da un solo componente da 10ohm, ma in questo caso la tenuta in po-tenza non sarebbe la stessa. La rete di fil-tro del tweeter utilizza anch’essa una cel-la RLC, elimina-banda, per linearizzare larisposta nella zona dell’incrocio, posto in-torno ai 2.500 Hz. Il taglio delle basse fre-quenze viene attuato da un condensato-re da 3,3 μF, preceduto da un resistore inserie per allineare il livello complessivo aquello del midwoofer. Completa il filtrouna piccola bobina in serie, cortocircuita-ta da un restitore in parallelo, per lineariz-zare le alte frequenze con una equalizza-zione a scalino (shelving). I componentiutilizzati sono tutti di alta qualità: resistorianti-induttivi a strato metallico, conden-satori in polipropilene e bobine Mundorf.

Note d’uso

Seguendo le indicazioni del costruttore,ho posizionato i diffusori ad oltre un me-tro dalle pareti, con una distanza recipro-ca di circa 2,5 m, orientandoli leggermen-te verso il centro della zona d’ascolto, perottenere una buona focalizzazione edun’ampia scena acustica. Come amplifi-cazione ho potuto utilizzare sia l’AM Au-dio A-60X con la relativa sezione pre di ri-ferimento, sia il Pathos Classic A, entram-bi abbinati ad una sorgente italiana digrande pregio qual è il lettore CD Audia,tutti in prova su questo numero di AU-DIOREVIEW. Nel mio caso non è stato ne-cessario eseguire il rodaggio degli alto-parlanti, evidentemente già utilizzati inprecedenza. Quello che subito colpisce èla capacità del sistema di riprodurre i det-tagli con estrema precisione. La scena so-nora è perfettamente a fuoco e ben deli-neata nei diversi piani sonori. Sotto que-sti aspetti è raro trovare diffusori di pari li-vello (tra i sistemi da pavimento ricordo,forse, le Magico S1, che tuttavia costanopiù del doppio). La ricchezza di dettagli siassocia alla sensazione di un suono benaperto e generoso nelle gamme media ealta. L’equilibrio timbrico è comunquegarantito da una buona presenza dellagamma bassa e mediobassa, entrambemolto ben controllate e, all’occorrenza,potenti quanto basta. Manca invece ilbasso più profondo, quello che dovreb-be far vibrare la poltrona e che si sente apelle. Anche la modulazione delle notebasse più profonde emesse dal sistemalascia un po’ a desiderare, laddove si rile-va una leggera insistenza su una nota chetende a venir fuori più delle altre. Questo

PROVE Albedo Aptica

1,8� 0,33mH

3,9�8,2�

18�1�

22�

1,65mH

0,43mH

2,2mH

5,6�F

3,9�F

3,3�F

18�

Tw

Wf

Il test della TMD eseguito inambiente a 88 dB SPL

misurati a 2,7 m dai diffusorimostra una risposta moltoregolare, con scarto medio

inferiore a 1,5 dB da 80 Hz a10 kHz. L’indice di distorsione

è ben contenuto in gammaalta (3,14%) ed ottimamentecontenuto in gamma media

(1,69%) e bassa (1,09%).

Bobine di precisione avvoltesu rocchetto, condensatori inpolipropilene, resistori anti-induttivi a strato metallico;

l’intero crossover è costruitocon componenti di alta

precisione ed affidabilità.

Lo schema del crossover è più complesso di quanto ci si aspetterebbe da un filtro del primo ordine.

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AUDIOREVIEW n. 347 ottobre 2013 65

PROVEAlbedo Aptica

è il solo limite da me riscontrato nella resa musicale dell’Aptica; un si-stema di altoparlanti che, per ogni altro aspetto, reputo un autenticocapolavoro. Se siete interessati ad un basso potente ed esteso fino al-le frequenze subsoniche, questo diffusore non fa per voi. Rivolgeteviad altro. In qualsiasi negozio potrete trovare diffusori capaci di soddi-sfare questa esigenza, ed anche a miglior prezzo. Ma se quello checercate è un suono di grande precisione nella ricostruzione della sce-na stereofonica e nella riproduzione degli strumenti musicali acusticie, soprattutto, delle voci maschili, femminili e corali, allora dovete as-solutamente ascoltare i diffusori Aptica. Potreste innamorarvene.

Conclusioni

Un capolavoro di acustica e design. Il caricamento in linea di trasmis-sione equalizzata acusticamente, combinato con un sistema di altopar-lanti dalla risposta in fase lineare ed accoppiamento meccanico cura-tissimo, permettono di raggiungere una qualità della resa musicalefuori dall’ordinario. Il costo per l’acquisto non è alla portata di tutti machi può permettersi un capolavoro non guarda al prezzo, perché sache con il tempo il suo valore aumenta.

Mauro Neri

La porta d’uscita della linea di trasmissione è collocataalla base del diffusore,dove trovano posto anche i morsetti di collegamento.

L’ascoltoS nelle, eleganti, persino esili, se vogliamo, le Albedo

giungono nella nostra redazione nell'ambito di unapprofondimento dedicato alla produzione italiana di altafedeltà. È un settore prolifico, che tra costruttori grandi,piccoli e piccolissimi ha saputo dire la sua con generale at-tendibilità. Non mancano anche qui tentativi cialtroneschidi proporsi come raffinati costruttori quando invece non siè che cantinari privi di competenza musicale (e talvoltaneppure tecnica), ma questo genere di prodotti non trove-rebbero agio sulle pagine di AUDIOREVIEW.Queste Albedo fanno la loro figura innanzitutto sul pianoestetico, realizzando una forma rastremata che si assotti-glia procedendo verso il basso, dove un ampio e solidopiedistallo soccorre in funzione di appoggio e disaccop-piatore con il pavimento. Al centro del sistema la qualitàdel bel driver ceramico, un midwoofer di ottima fatturache dà voce al diffusore. In gamma bassa il suo ruolo èsupportato da un originale labirinto acustico che rende larisposta ben più estesa di quello che ci si potrebbe aspet-tare. Sotto alcuni aspetti siamo di fronte ad una ben dise-gnata evoluzione del concetto di minidiffusore, in cui simantengono le doti di omogeneità e coerenza di emissio-ne, ma con una risposta indubbiamente più completa. Iltutto allestito in una struttura che è funzionale al progetto,ben descritta peraltro anche nelle note tecniche fornitedalla stessa Casa. Non particolarmente efficienti le AlbedoAptica apprezzano (esigono?) una buona potenza. In talsenso la catena italiana in cui le abbiamo inserite, culmi-nante nella autorevole potenza del finale AM Audio A-60XExcellence (lo trovate in prova in questo stesso numero), siè dimostrata raffinata nei toni e generosa in termini dina-mici. Si apprezza da subito la coerenza della gamma me-dia, piacevolmente trasparente e dotata di una consisten-za garbata nella sua porzione inferiore, tanto da non farsvilire il tono degli strumenti acustici, il cui colore ligneo(archi e fiati) risulta ben disegnato.Si coglie infatti il carattere “mozartiano” nella resa deglistrumenti ad arco, inteso nel senso di modulare con rigoree dettaglio l’espressione dinamica, l’articolazione dell’ar-chetto, il contrappunto interno al tessuto sonoro che èproprio della grande musica. Interessante la gamma mediaper la sua naturale trasparenza, che focalizza con precisio-ne il senso espressivo dell'esecuzione. C'è un senso di ariache toglie alla riproduzione il carattere di artificiosità, men-

tre le fondamentali degli strumenti acustici più voluminosisi stemperano nel contorno a fronte di una leggerezza chepiacerà molto a coloro che apprezzano una resa cristallinae particolareggiata. Rivolgendosi a pagine più “sinfoni-che” è evidente che il controllo del mediobasso gioca unruolo determinante nel coniugare pulizia e corposità, det-taglio e pienezza, in una scena sonora ampia sul pianoorizzontale, cui non manca (curando la collocazione) unaefficace immagine centrale.Il timbro delle Albedo non appare particolarmente “addol-cente” con il violino (Mutter, Deutsche Grammophon), cheanzi viene in evidenza con le sue componenti armonichesenza tuttavia esasperare i tratti brillanti nei passaggi incisi-vi. Anche nei momenti più intensi dell'esecuzione, restanonaturali, seppur delineati con nettezza. Il tutto forniscesensazione di freschezza e vitalità, mentre la buona capa-cità di reggere potenza appare evidente con i passaggipiù “esplosivi” della mia selezione di brani dinamici targa-ta Reference Recordings. Non sto a citare la solita “Fanfa-re for the Common Man” di Copland (che ovviamente nonpossiamo pretendere di ascoltare a volume realistico) matutta una serie di passaggi sinfonici che hanno avuto postonel SACD (stereo) dal titolo significativo, “Tutti”. Nelle di-mostrazioni pubbliche vi offrono facile jazz con pochi stru-menti dal suono caldo ed avvolgente, del genere che po-trebbe suonare in modo naturale persino con i sistemi atromba peggiori che abbiamo incontrato. Preferisco musi-ca concreta dai toni più realistici, compito difficile per ogniriproduttore. Ricorderete i Concerti per corno di Mozartnell’edizione Oiseau-Lyre (Decca) con strumenti originali.Sono trascorsi venti anni da quell’estate in cui a Londraavevo seguito l’incisione diretta da Hogwood, al fianco diun ingegnere del suono del calibro di John Dunkerley.Tutto per il meglio con gli archi antichi, espressivi e maigraffianti, tutto sommato gradevoli. Il timbro avvolgentedel corno naturale è reso con convinzione. Manca la sensa-zione di trasparenza abbinata alla solidità nella gammacentrale che è propria dei sistemi più esclusivi, ma le frasidei violoncelli e la delicata linea del basso (che Hogwoodtiene sin troppo a freno per i miei gusti) offre una raffigura-zione di raffinata musicalità. Un progetto per nulla superfi-ciale e che dà voce autorevole al miglior software che po-trete dedicargli.

M. Cicogna