PROVA SCRITTA: Mercoledi 15/12 alle ore 10:00 2h aule?????
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PROVA SCRITTA: Mercoledi 15/12 alle ore 10:00 2h aule?????
PROVA ORALE (per chi vuole migliorare la scritto, o sostenere tutto l’esame) Lunedi 20/12 ora da concordare con la Prof. Fioretto
LA PROVA SCRITTA È MANTENUTA FINO A LUGLIO, MA SARÀ POSSIBILE MIGLIORARE IL VOTO SOLO A DICEMBRE
Venerdì 10/12 verranno somministrati i questionari di Valutazione Corso
Suolo e Rifiuti
o Rifiuti urbani e speciali
o Particolari categorie di rifiuti
o Gestione dei rifiuti
o Smaltimento: discariche – compostaggio – incenerimento
IL MONDO NON LO ABBIAMO AVUTO IN EREDITA’ DAI NOSTRI
PADRI MA LO ABBIAMO PRESO IN PRESTITO DAI NOSTRI FIGLI
Anonimo
SUOLO: definizione
Formatosi attraverso diversi meccanismi:
regressione delle acque ritiro dei ghiacciai erosione di rocce estensione e solidificazione di
lava sollevamento dei sedimenti
il suolo costituisce la parte più superficiale della crosta terrestre rappresentando la superficie di separazione fra l’atmosfera e la litosfera
SUOLO: definizione
Il suolo, insieme all’aria e all’acqua, rappresenta uno dei
costituenti fondamentali
dell’ambiente che ci circonda potendo rappresentare, in funzione del suo
stato, o un elemento di benessere oppure
un rilevante fattore di rischio per la salute
umana
SUOLO: fattore di rischio per la salute umana
RISCHIO E’ CORRELATO AI SEGUENTI FENOMENI :RISCHIO E’ CORRELATO AI SEGUENTI FENOMENI :
impoverimento progressivo del suolo, fino alla sua completa sterilizzazione, con rilevanti riflessi negativi sulla produzione alimentare
impoverimento progressivo del suolo, fino alla sua completa sterilizzazione, con rilevanti riflessi negativi sulla produzione alimentare
erosione con conseguente alterazione della morfologia e limitazioni delle normali attività umane
erosione con conseguente alterazione della morfologia e limitazioni delle normali attività umane
crescente livello di inquinamento con derivazioni di effetti negativi sulle falde acquifere sotterranee usualmente destinate al consumo umano
crescente livello di inquinamento con derivazioni di effetti negativi sulle falde acquifere sotterranee usualmente destinate al consumo umano
SUOLO: inquinamento
Ricaduta del fall-out radioattivo
Residui di prodotti utilizzati nelle lavorazioni agricole
Presenza di rifiuti solidi
Ricaduta del fall-out radioattivo
Residui di prodotti utilizzati nelle lavorazioni agricole
Presenza di rifiuti solidi
Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti
inquinati
DECRETO LEGISLATIVO 3 APRILE 2006, n. 152
DECRETO LEGISLATIVO 3 APRILE 2006, n. 152
Parte quartaParte quarta
DEFINIZIONE DI RIFIUTO
D. LGS.152/06 art.183
Qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nella
categorie riportate nell’allegato A alla parte quarta del presente Decreto e di cui il detentore si
disfi, abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi”.
DEFINIZIONE DI RIFIUTO
DETENTORE: produttore dei rifiuti o il soggetto che li detieneDETENTORE: produttore dei rifiuti o il soggetto che li detiene
PRODUTTORE: la persona la cui attività ha prodotto rifiuti cioè il produttore iniziale e la persona che ha effettuato operazioni di pretrattamento, di miscuglio o altre operazioni che hanno mutato la natura o la composizione di detti rifiuti
PRODUTTORE: la persona la cui attività ha prodotto rifiuti cioè il produttore iniziale e la persona che ha effettuato operazioni di pretrattamento, di miscuglio o altre operazioni che hanno mutato la natura o la composizione di detti rifiuti
ALLEGATO A - D. LGS. 152/06CATEGORIEQ1 Residui di produzione o consumo in appresso non spec.Q2 Prodotti fuori normaQ3 Prodotti scadutiQ4 Sostanze riversate, perdute o che hanno subito incidentiQ5 Sostanze contaminate o insudiciate volontariamenteQ6 Elementi inutilizzabiliQ7 Sostanze divenute inadatte all’impiegoQ8 Residui di processi industriali Q9 Residui di procedimenti antinquinamentoQ10 Residui di lavorazione/sagomaturaQ11 Residui da estrazione e preparazione materie primeQ12 Sostanze contaminateQ13 Materie sostanze o prodotti il cui uso è vietato giuridicamenteQ14 Prodotti di cui il detentore non si serve piùQ15 Materie sostanze o prodotti contaminati da riattamento terreniQ16 Materie sostanze o prodotti che non rientrano nelle categorie Q1/15
ALLEGATO A - D. LGS. 152/06CATEGORIEQ1 Residui di produzione o consumo in appresso non spec.Q2 Prodotti fuori normaQ3 Prodotti scadutiQ4 Sostanze riversate, perdute o che hanno subito incidentiQ5 Sostanze contaminate o insudiciate volontariamenteQ6 Elementi inutilizzabiliQ7 Sostanze divenute inadatte all’impiegoQ8 Residui di processi industriali Q9 Residui di procedimenti antinquinamentoQ10 Residui di lavorazione/sagomaturaQ11 Residui da estrazione e preparazione materie primeQ12 Sostanze contaminateQ13 Materie sostanze o prodotti il cui uso è vietato giuridicamenteQ14 Prodotti di cui il detentore non si serve piùQ15 Materie sostanze o prodotti contaminati da riattamento terreniQ16 Materie sostanze o prodotti che non rientrano nelle categorie Q1/15
DEFINIZIONE DI RIFIUTO
Sono definiti rifiuti urbani: i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da
locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi non
adibiti a civile abitazione i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti
sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua
i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali
i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni di cadaveri, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriali
Sono definiti rifiuti urbani: i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da
locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi non
adibiti a civile abitazione i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti
sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua
i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali
i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni di cadaveri, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriali
Rifiuti Solidi Urbani (art.184 comma 2)
Vengono classificati come rifiuti speciali:i rifiuti da attività agricole e agro-industrialii rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti pericolosi che derivano dalle attività di scavoi rifiuti da lavorazioni industrialii rifiuti da lavorazioni artigianali
• i rifiuti da attività commerciali i rifiuti da attività di servizioi rifiuti derivanti dalle attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumii rifiuti derivanti da attività sanitariei macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti
• i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti• il combustibile derivato da rifiuti
Vengono classificati come rifiuti speciali:i rifiuti da attività agricole e agro-industrialii rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti pericolosi che derivano dalle attività di scavoi rifiuti da lavorazioni industrialii rifiuti da lavorazioni artigianali
• i rifiuti da attività commerciali i rifiuti da attività di servizioi rifiuti derivanti dalle attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumii rifiuti derivanti da attività sanitariei macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti
• i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti• il combustibile derivato da rifiuti
Rifiuti Speciali (art.184 comma 3)
Rifiuti non domestici indicati espressamente
come tali e presenti nell'elenco di cuiall'Allegato D alla Parte quarta del decreto,
Rifiuti non domestici indicati espressamente
come tali e presenti nell'elenco di cuiall'Allegato D alla Parte quarta del decreto,
Rifiuti pericolosi (art. 184 comma 5)
ALLEGATO Dè l'elenco dei rifiuti, individuati con
apposito codice (C.E.R.)
CODICE C.E.R. (Codice Europeo Rifiuti): 6 cifre
La prima coppia (da 01 a 20): CLASSE La seconda coppia (da 01 a 09): SOTTOCLASSE La terza coppia (da 01 a 99): CATEGORIA
CODICE C.E.R. (Codice Europeo Rifiuti): 6 cifre
La prima coppia (da 01 a 20): CLASSE La seconda coppia (da 01 a 09): SOTTOCLASSE La terza coppia (da 01 a 99): CATEGORIA
Esempio: CER 070703*(Solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri)
07 rifiuti provenienti da processi chimici organici 07 rifiuti da produzione, formulazione, fornitura
ed uso di prodotti della chimica fine e prodotti chimici non specificati altrimenti
03 nome del rifiuto
Se un rifiuto ha un codice con l’asterisco “*”, allora si ritiene che abbia una o più
caratteristiche di pericolosità come riportate all’Allegato III della direttiva 91/689/CEE
Se un rifiuto ha un codice con l’asterisco “*”, allora si ritiene che abbia una o più
caratteristiche di pericolosità come riportate all’Allegato III della direttiva 91/689/CEE
Rifiuti pericolosi (art. 184 comma 5)
Caratteristiche di pericolo indicate nell’ All. III della Direttiva91/689/CEEH1 _ esplosivoH2 _ comburenteH3 _ facilmente infiammabileH4 _ irritanteH5 _ nocivoH6 _ tossicoH7 _ cancerogenoH8 _ corrosivoH9 _ infettivoH10 _ sostanza tossica per il ciclo produttivoH11 _ mutagenoH12 _ sostanza che a contatto con l’acqua sprigiona gas tossicoH13 _ sostanze che dopo l’eliminazione possono generare altresostanze tossicheH14 _ ecotossico
Caratteristiche di pericolo indicate nell’ All. III della Direttiva91/689/CEEH1 _ esplosivoH2 _ comburenteH3 _ facilmente infiammabileH4 _ irritanteH5 _ nocivoH6 _ tossicoH7 _ cancerogenoH8 _ corrosivoH9 _ infettivoH10 _ sostanza tossica per il ciclo produttivoH11 _ mutagenoH12 _ sostanza che a contatto con l’acqua sprigiona gas tossicoH13 _ sostanze che dopo l’eliminazione possono generare altresostanze tossicheH14 _ ecotossico
Rifiuti pericolosi (art. 184 comma 5)
PARTICOLARI CATEGORIE DI RIFIUTIPARTICOLARI CATEGORIE DI RIFIUTI
RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI (RAEE)
RIFIUTI SANITARI
VEICOLI A MOTORE E A RIMORCHI
OLI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI ESAUSTI
RIFIUTI DI BENI IN POLIETILENE E ALTRI RIFIUTI
RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI (RAEE)
RIFIUTI SANITARI
VEICOLI A MOTORE E A RIMORCHI
OLI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI ESAUSTI
RIFIUTI DI BENI IN POLIETILENE E ALTRI RIFIUTI
PARTICOLARI CATEGORIE DI RIFIUTIPARTICOLARI CATEGORIE DI RIFIUTI
RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI (D.Lgs. 25 Luglio 2005, n.151)
RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI (D.Lgs. 25 Luglio 2005, n.151)
grandi e piccoli elettrodomestici apparecchiature informatiche e per telecomunicazione apparecchiature di illuminazione e di consumo giocattoli e apparecchiature per lo sport e il tempo libero dispositivi medici distributori automatici
grandi e piccoli elettrodomestici apparecchiature informatiche e per telecomunicazione apparecchiature di illuminazione e di consumo giocattoli e apparecchiature per lo sport e il tempo libero dispositivi medici distributori automatici
Le finalità: promozione del loro reimpiego, riciclaggio ed altre forme di recupero riduzione dell’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature migliorare le attività dei produttori, dei distributori e dei consumatori
Le finalità: promozione del loro reimpiego, riciclaggio ed altre forme di recupero riduzione dell’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature migliorare le attività dei produttori, dei distributori e dei consumatori
PARTICOLARI CATEGORIE DI RIFIUTIPARTICOLARI CATEGORIE DI RIFIUTI
RIFIUTI SANITARI (D.P.R. 15 Luglio 2003, n.254)
RIFIUTI SANITARI (D.P.R. 15 Luglio 2003, n.254)
rifiuti sanitari non pericolosi rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo rifiuti sanitari che richiedono particolari modalità di
smaltimento rifiuti da esumazione ed estumulazione rifiuti speciali, che anche se prodotti fuori da strutture
sanitarie, presentano lo stesso rischio dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo, esclusi gli assorbenti igienici
rifiuti sanitari non pericolosi rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo rifiuti sanitari che richiedono particolari modalità di
smaltimento rifiuti da esumazione ed estumulazione rifiuti speciali, che anche se prodotti fuori da strutture
sanitarie, presentano lo stesso rischio dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo, esclusi gli assorbenti igienici
PROCEDURA DI STERILIZZAZIONEPROCEDURA DI
STERILIZZAZIONE
PARTICOLARI CATEGORIE DI RIFIUTIPARTICOLARI CATEGORIE DI RIFIUTI
VEICOLI A MOTORE E RIMORCHI(D.Lgs. 23 Febbraio 2006, n. 149)VEICOLI A MOTORE E RIMORCHI
(D.Lgs. 23 Febbraio 2006, n. 149)
OLI E I GRASSI VEGETALI E ANIMALI ESAUSTI (D.Lgs. 3 Aprile 2006, n. 152 art. 233)
OLI E I GRASSI VEGETALI E ANIMALI ESAUSTI (D.Lgs. 3 Aprile 2006, n. 152 art. 233)
RIFIUTI DI BENI IN POLIETILENE(D.Lgs. 3 Aprile 2006, n. 152 art.
234)
RIFIUTI DI BENI IN POLIETILENE(D.Lgs. 3 Aprile 2006, n. 152 art.
234)
COMPOSIZIONE MERCEOLOGICA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI
COMPOSIZIONE MERCEOLOGICA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI
PRODUZIONE DEI RIFIUTIPRODUZIONE DEI RIFIUTI
2
PRODUZIONE DEI RIFIUTIPRODUZIONE DEI RIFIUTI
PRODUZIONE DEI RIFIUTIPRODUZIONE DEI RIFIUTI
Rifiuti procapite 2006
GESTIONE DEI RIFIUTIGESTIONE DEI RIFIUTICostituisce una attività di pubblico interesse “al fine di assicurare un’elevata protezione dell’ambiente e controlli efficaci, tenendo conto della specificità dei
rifiuti pericolosi nonché al fine di preservare le risorse naturali” e pertanto l’attività di recupero e di
smaltimento: non deve costituire un pericolo per la salute umana e per l’ambiente
non deve essere fonte di rischio per l’acqua, l’aria, il suolo, la fauna e la flora
non deve causare inconvenienti da odori o rumori
non deve arrecare danni al paesaggio
non deve costituire un pericolo per la salute umana e per l’ambiente
non deve essere fonte di rischio per l’acqua, l’aria, il suolo, la fauna e la flora
non deve causare inconvenienti da odori o rumori
non deve arrecare danni al paesaggio
GESTIONE DEI RIFIUTIGESTIONE DEI RIFIUTI
La gestione dei rifiuti deve essere ispirata ai principi di precauzione,
di prevenzione, di proporzionalità, diresponsabilizzazione e di cooperazionedi tutti i soggetti coinvolti nella produzione,
nella distribuzione, nell’uso e consumo di beni che producono rifiuti nel rispetto
del principio comunitario del “chi inquina paga” e deve essere effettuata secondo
efficacia, efficienza, economicità e trasparenza
GESTIONE DEI RIFIUTIGESTIONE DEI RIFIUTI
PRINCIPIO DI PRECAUZIONE: anche in assenza di certezze scientifiche, si devono adottare le possibili misure per prevenire i
rischi ambientali
PRINCIPIO DI PRECAUZIONE: anche in assenza di certezze scientifiche, si devono adottare le possibili misure per prevenire i
rischi ambientali
PRINCIPIO DI PREVENZIONE: le misure devono essere finalizzate in via prioritaria a prevenire il rischio ambientale
PRINCIPIO DI PREVENZIONE: le misure devono essere finalizzate in via prioritaria a prevenire il rischio ambientale
PRINCIPIO DI PROPORZIONALITA’: l’intensità delle misure da adottare deve essere proporzionata al rischio
PRINCIPIO DI PROPORZIONALITA’: l’intensità delle misure da adottare deve essere proporzionata al rischio
PRINCIPIO DI RESPONSABILIZZAZIONE E DI COOPERAZIONE: di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione,
nell’utilizzo e nel consumo di beni da cui originano i rifiuti
PRINCIPIO DI RESPONSABILIZZAZIONE E DI COOPERAZIONE: di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione,
nell’utilizzo e nel consumo di beni da cui originano i rifiuti
PRINCIPIO DI “CHI INQUINA PAGA”: gli oneri relativi alle attività di smaltimento sono a carico di chi produce i rifiuti
PRINCIPIO DI “CHI INQUINA PAGA”: gli oneri relativi alle attività di smaltimento sono a carico di chi produce i rifiuti
GESTIONE DEI RIFIUTIGESTIONE DEI RIFIUTI
GERARCHIA:
PREVENZIONE DELLA PRODUZIONE DEI RIFIUTI
RECUPERO DEI RIFIUTI
SMALTIMENTO DEI RIFIUTI
GESTIONE DEI RIFIUTI:prevenzione e riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti
GESTIONE DEI RIFIUTI:prevenzione e riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti
Lo sviluppo di tecnologie pulite, che permettono un uso più razionale e un maggiore risparmio di risorse naturali;
La messa a punto tecnica e la immissione sul mercato di prodotti concepiti in modo da non contribuire o da contribuire il meno possibile, per la loro fabbricazione, il loro uso o il loro smaltimento, ad incrementare la quantità o la nocività dei rifiuti e i rischi di inquinamento;
Lo sviluppo di tecniche appropriate per l’eliminazione di sostanze pericolose contenute nei rifiuti al fine di favorirne il recupero
GESTIONE DEI RIFIUTI: recupero dei rifiutiGESTIONE DEI RIFIUTI: recupero dei rifiuti
Per favorire la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti:
riutilizzo, reimpiego ed riciclaggio
altre forme di recupero per ottenere materia prima secondaria dai rifiuti
adozione di misure economiche che prescrivano l’impiego dei materiali recuperati dai rifiuti al fine di favorire il mercato di tali materiali
l’utilizzazione dei rifiuti come mezzo per produrre energia
GESTIONE DEI RIFIUTI: smaltimento dei rifiutiGESTIONE DEI RIFIUTI: smaltimento dei rifiuti
Lo smaltimento dei rifiuti costituisce la fase ultima della gestione dei rifiuti. I rifiuti da
avviare allo smaltimento finale devono essere il più possibile ridotti sia in massa che in volume, potenziando la prevenzione e le
attività di riutilizzo, di riciclaggio e di recupero
RECUPERO: operazione che utilizzano il rifiuto per generare materie prime secondarie, combustibili o prodotti, attraverso trattamenti meccanici, termici, chimici o
biologici.
RECUPERO: operazione che utilizzano il rifiuto per generare materie prime secondarie, combustibili o prodotti, attraverso trattamenti meccanici, termici, chimici o
biologici.
SMALTIMENTO: ogni operazione finalizzata a sottrarre definitivamente una sostanza, un materiale o un oggetto dal
circuito economico e/o di raccolta.
RACCOLTA DEI RIFIUTIRACCOLTA DEI RIFIUTI
RACCOLTA INDIFFERENZIATA
RACCOLTA DIFFERENZIATA
“La raccolta idonea, secondo criteri di economicità, efficacia, trasparenza ed efficienza, a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee, al momento della raccolta o, per la frazione organica umida, anche al
momento del trattamento, nonché a raggruppare i rifiuti di imballaggio separatamente dagli altri rifiuti urbani, a
condizione che tutti i rifiuti sopra indicati siano effettivamente destinati al recupero”.
“La raccolta idonea, secondo criteri di economicità, efficacia, trasparenza ed efficienza, a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee, al momento della raccolta o, per la frazione organica umida, anche al
momento del trattamento, nonché a raggruppare i rifiuti di imballaggio separatamente dagli altri rifiuti urbani, a
condizione che tutti i rifiuti sopra indicati siano effettivamente destinati al recupero”.
RACCOLTA DIFFERENZIATARACCOLTA DIFFERENZIATA
La Raccolta Differenziata consiste nella separazione alla fontedelle varie categorie merceologiche dei rifiuti, al fine sia diconsentire una valorizzazione di quei materiali, presenti nei
rifiuti, per cui risulta più conveniente una nuova sistemazionesul mercato rispetto allo smaltimento in discarica o tramite
inceneritore, sia di ridurre il loro impatto sull’ambiente
La Raccolta Differenziata consiste nella separazione alla fontedelle varie categorie merceologiche dei rifiuti, al fine sia diconsentire una valorizzazione di quei materiali, presenti nei
rifiuti, per cui risulta più conveniente una nuova sistemazionesul mercato rispetto allo smaltimento in discarica o tramite
inceneritore, sia di ridurre il loro impatto sull’ambiente
RACCOLTA DIFFERENZIATARACCOLTA DIFFERENZIATA
RACCOLTA DIFFERENZIATARACCOLTA DIFFERENZIATA
RACCOLTA DIFFERENZIATARACCOLTA DIFFERENZIATA
DA RIFIUTO A MATERIA PRIMA SECONDARIA
RACCOLTA DIFFERENZIATARACCOLTA DIFFERENZIATA
RACCOLTA DIFFERENZIATARACCOLTA DIFFERENZIATA
SMALTIMENTO DEI RIFIUTISMALTIMENTO DEI RIFIUTI
DISCARICA CONTROLLATA
COMPOSTAGGIO
INCENERIMENTO
fig2
fig1
SMALTIMENTO: discarica controllataSMALTIMENTO: discarica controllata
È un impianto di smaltimento dei rifiuti in cui il materialeviene accumulato e coperto da strati di terreno, in modoche si inneschi un processo di fermentazione anaerobicacon modesto aumento della temperatura e produzione di
gas (metano e anidride solforosa).
SMALTIMENTO: discarica controllataSMALTIMENTO: discarica controllata
RISCHIO AMBIENTALE Si deve evitare che l’acqua che filtra attraverso i rifiuti possa inquinare il terreno e/o le falde sottostanti alla discarica, quindi:
Va costruita una barriera fisica sul fondo della discarica(fondo impermeabile);
Vanno drenate le acque superficiali che scorrono sullamassa dei rifiuti (canali di scolo e raccolta della pioggia);
Va raccolto e depurato il percolato (acqua che si accumula al fondo della discarica).
RISCHIO AMBIENTALE Si deve evitare che l’acqua che filtra attraverso i rifiuti possa inquinare il terreno e/o le falde sottostanti alla discarica, quindi:
Va costruita una barriera fisica sul fondo della discarica(fondo impermeabile);
Vanno drenate le acque superficiali che scorrono sullamassa dei rifiuti (canali di scolo e raccolta della pioggia);
Va raccolto e depurato il percolato (acqua che si accumula al fondo della discarica).
SMALTIMENTO: discarica controllataSMALTIMENTO: discarica controllata
SMALTIMENTO: discarica controllataSMALTIMENTO: discarica controllata
Durante la fase di smaltimento e di degradazione delle sostanze organiche operata da flora batterica, si formano due componenti:
BIOGASBIOGAS PERCOLATOPERCOLATO
52 – 65 % METANO30 – 45 % ANIDRIDE
CARBONICA5 – 13 % ALTRI GAS
Viene estratto e recuperato come fonte
energetica
52 – 65 % METANO30 – 45 % ANIDRIDE
CARBONICA5 – 13 % ALTRI GAS
Viene estratto e recuperato come fonte
energetica
Concentrato di sostanze organiche e alcuni metalli
pesanti. Deve essere raccolto e trattato in idonei
impianti di depurazione
Concentrato di sostanze organiche e alcuni metalli
pesanti. Deve essere raccolto e trattato in idonei
impianti di depurazione
SMALTIMENTO: discarica controllataSMALTIMENTO: discarica controllata
DESTINO DI UNA DISCARICA
La discarica, una volta riempita, viene chiusa
ed il suolo viene piantumato.
Ma la raccolta del gas e il controllo delle falde sottostanti
dovranno continuare ancora per molti anni.
SMALTIMENTO: discarica controllataSMALTIMENTO: discarica controllata
IL COMPOSTAGGIO
E’ un insieme di processi naturali di decomposizione dei materiali organici. In natura questi processi avvengono nei boschi dove il lavoro dei microrganismi “spazzini” conduce alla decomposizione della sostanza organica
ed alla sintesi di una famiglia di composti chiamati comunemente "humus".
Dalla fermentazione aerobia dei materiali che compongono la frazione umida, secondo un
procedimento industriale che sfrutta processi naturali, si ottiene un concime chiamato
“compost“.
SMALTIMENTO: compostaggioSMALTIMENTO: compostaggio
SMALTIMENTO: compostaggioSMALTIMENTO: compostaggio
SMALTIMENTO: compostaggioSMALTIMENTO: compostaggio
SMALTIMENTO: compostaggioSMALTIMENTO: compostaggio
SMALTIMENTO:incenerimentoSMALTIMENTO:incenerimento
L’incenerimento rappresenta una
tecnica per lo smaltimento dei rifiuti
che consiste nella ossidazione completa
della parte combustibile dei
rifiuti. Il calore prodotto da questa combustione può essere recuperato per produrre energia elettrica ed energia
termica.Tale processo viene realizzato in appositi impianti detti“Termovalorizzatori” e più precisamente “Impianti di
incenerimento con recupero energetico”.
A) Fossa di accumulo: tenuta leggermente in depressione per evitare la fuoriuscita di cattivi odori.B) Forno di incenerimento.C) Scarico ceneri: i residui del processo di combustione vengono estratti dal forno ed inviati in discarica.D) Caldaia: i fumi prodotti hanno temperature elevate (1000-1100 °C) e cedono la loro energia termicaall’acqua contenuta nei fasci tubieri della caldaia a ricupero, producendo vapore in pressione. Il vaporeottenuto può essere utilizzato per la produzione di energia elettrica e/o termica o nelle due forme combinate(cogenerazione).E) Turbina a vapore: il vapore prodotto viene fatto espandere in una turbina che, ruotando, mette in funzionel’alternatore.F) Alternatore: l’alternatore azionato dalla turbina a vapore produce energia elettrica.G) Sistema di trattamento fumi: i fumi, prima di essere immessi nell’atmosfera, devono subire una serie diprocessi depurativi.
SMALTIMENTO:incenerimentoSMALTIMENTO:incenerimento
SMALTIMENTO:incenerimentoSMALTIMENTO:incenerimentoVANTAGGI E SVANTAGGI
VANTAGGI: Riduce il volume dei rifiuti; Recupera energia (se i rifiuti hanno un buon potere calorico); Bassi costi di gestione (solo nel caso di cui sopra)
SVANTAGGI: Alti costi di realizzazione; Necessità di gestire il rischio di fumi tossici (trattamento e controlli); Smaltimento ceneri residue.
L’inceneritore comunica
un’illusione: i rifiuti vi entrano e,
magicamente, scompaiono.
SMALTIMENTO:incenerimentoSMALTIMENTO:incenerimento
Non è così. L’inceneritore non distrugge i rifiuti, ma ne cambia la
composizione chimica.
Più precisamente, per ogni tonnellata di rifiuti bruciata, un inceneritore produce :
1 tonnellata di fumi immessi in atmosfera; 280/300 Kg di ceneri "solide"; 30 Kg di "ceneri volanti"; 650 Kg di acqua di scarico; 25 Kg di gesso.
Più precisamente, per ogni tonnellata di rifiuti bruciata, un inceneritore produce :
1 tonnellata di fumi immessi in atmosfera; 280/300 Kg di ceneri "solide"; 30 Kg di "ceneri volanti"; 650 Kg di acqua di scarico; 25 Kg di gesso.
SMALTIMENTO:incenerimentoSMALTIMENTO:incenerimento
Le tecniche di abbattimento dei fumi attualmente disponibili, unitamente ad una corretta conduzione
degli impianti, rendono l’incenerimento il processo che comporta il minor rischio per la salute umana, e di fatto il sistema di smaltimento complessivamente
più valido
Le tecniche di abbattimento dei fumi attualmente disponibili, unitamente ad una corretta conduzione
degli impianti, rendono l’incenerimento il processo che comporta il minor rischio per la salute umana, e di fatto il sistema di smaltimento complessivamente
più valido
LA CRISI DEI RIFIUTI IN CAMPANIALA CRISI DEI RIFIUTI IN CAMPANIA
• Crisi del 2001. Viene determinata dalla mancata attuazione del pianoregionale, dovuta in massima parte all'inadempimento contrattuale dellaFIBE, e al mancato decollo della raccolta differenziata, per la quale erano stati assunti migliaia di lavoratori presso i Consorzi di Bacino costituiti nel 1993. Viene superata riaprendo provvisoriamente le discariche di Serre eCastelvolturno, ed inviando mille tonnellate al giorno di rifiuti verso altreregioni, quali la Toscana, l‘Umbria e l‘Emilia Romagna, nonché all'estero, inGermania.• Nei due anni successivi entrano in funzione gli impianti di produzione dicombustibile derivato da rifiuti a Caivano, Avellino e Santa Maria Capuavetere (alla fine del 2001), quindi a Giugliano, Casalduini e Tufino (nel 2002), ed infine a Battipaglia (nel 2003). Si cominciano ad accumulare milioni di ecoballe, che si rivelano non adatte all’incenerimento. Rifiuti ”da cui non solo non si può ricavare profitto […], ma che richiedono ulteriori risorse economiche per il loro definitivo smaltimento” (Rel. Parl. 2006 e 2007).• Intanto interviene la magistratura a chiudere le discariche che non sono anorma.
• Crisi del 2001. Viene determinata dalla mancata attuazione del pianoregionale, dovuta in massima parte all'inadempimento contrattuale dellaFIBE, e al mancato decollo della raccolta differenziata, per la quale erano stati assunti migliaia di lavoratori presso i Consorzi di Bacino costituiti nel 1993. Viene superata riaprendo provvisoriamente le discariche di Serre eCastelvolturno, ed inviando mille tonnellate al giorno di rifiuti verso altreregioni, quali la Toscana, l‘Umbria e l‘Emilia Romagna, nonché all'estero, inGermania.• Nei due anni successivi entrano in funzione gli impianti di produzione dicombustibile derivato da rifiuti a Caivano, Avellino e Santa Maria Capuavetere (alla fine del 2001), quindi a Giugliano, Casalduini e Tufino (nel 2002), ed infine a Battipaglia (nel 2003). Si cominciano ad accumulare milioni di ecoballe, che si rivelano non adatte all’incenerimento. Rifiuti ”da cui non solo non si può ricavare profitto […], ma che richiedono ulteriori risorse economiche per il loro definitivo smaltimento” (Rel. Parl. 2006 e 2007).• Intanto interviene la magistratura a chiudere le discariche che non sono anorma.
LA CRISI DEI RIFIUTI IN CAMPANIALA CRISI DEI RIFIUTI IN CAMPANIA
LA CRISI DEI RIFIUTI IN CAMPANIALA CRISI DEI RIFIUTI IN CAMPANIA
• Dal 2004 si alternano nuovi commissari straordinari, ma la situazionenecessariamente peggiora, mentre continuano ad arrivare soldi perl’emergenza!• Crisi del 2007-2008. Nel corso del 2007 si verifica così una nuova e più gravecrisi nella gestione dei rifiuti, che induce il Governo in carica ad interveniredirettamente, individuando nuovi siti da destinare a discarica ed orientando lasoluzione del problema verso la regionalizzazione dello smaltimento dei rifiuti,autorizzando la costruzione di tre nuovi inceneritori e superando, in questomodo, l'impostazione della gestione commissariale di Antonio Bassolino, cheormai ruotava tutta intorno alla travagliata costruzione del megainceneritoread Acerra.• Riprendono i trasferimenti di rifiuti verso la Germania tramite ferrovia, con uncosto nettamente inferiore rispetto a quanto il commissariato per l’emergenzaspende per smaltirli in Campania. Inoltre vengono individuate ulteriori nuovearee da adibire a discarica, tra cui la discarica chiusa nel quartiere di NapoliPianura, e successivamente una cava dismessa nel quartiere di Chiaiano, alconfine con il comune di Marano, ma subito monta la violenta protesta dellacittadinanza locale.
• Dal 2004 si alternano nuovi commissari straordinari, ma la situazionenecessariamente peggiora, mentre continuano ad arrivare soldi perl’emergenza!• Crisi del 2007-2008. Nel corso del 2007 si verifica così una nuova e più gravecrisi nella gestione dei rifiuti, che induce il Governo in carica ad interveniredirettamente, individuando nuovi siti da destinare a discarica ed orientando lasoluzione del problema verso la regionalizzazione dello smaltimento dei rifiuti,autorizzando la costruzione di tre nuovi inceneritori e superando, in questomodo, l'impostazione della gestione commissariale di Antonio Bassolino, cheormai ruotava tutta intorno alla travagliata costruzione del megainceneritoread Acerra.• Riprendono i trasferimenti di rifiuti verso la Germania tramite ferrovia, con uncosto nettamente inferiore rispetto a quanto il commissariato per l’emergenzaspende per smaltirli in Campania. Inoltre vengono individuate ulteriori nuovearee da adibire a discarica, tra cui la discarica chiusa nel quartiere di NapoliPianura, e successivamente una cava dismessa nel quartiere di Chiaiano, alconfine con il comune di Marano, ma subito monta la violenta protesta dellacittadinanza locale.
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La svolta del nuovo GovernoBerlusconi
• Col D.L. n. 90 del 23 maggio 2008, convertito in legge n. 123 del14 luglio 2008 si stabilisce la costruzione di quattro, anziché tre,nuovi inceneritori, si individuano dieci siti per altrettante nuovediscariche - che vengono contestualmente dichiarate zone diinteresse strategico nazionale di competenza militare - e siprevedono sanzioni, fino al commissariamento, per i Comuni chenon dovessero portare a regime la RD. E’ decretata la cessazionedello stato di emergenza per il 31 dicembre 2009, vienenominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio condelega all'emergenza rifiuti il capo della Protezione Civile, GuidoBertolaso. All'art. 9, tuttavia, il decreto in questione, in deroga atutte le norme vigenti in materia, comprese quelle comunitarie,autorizza lo smaltimento nelle nuove discariche , entrodeterminati limiti, anche di alcune tipologie di rifiuti pericolosi.
La svolta del nuovo GovernoBerlusconi
• Col D.L. n. 90 del 23 maggio 2008, convertito in legge n. 123 del14 luglio 2008 si stabilisce la costruzione di quattro, anziché tre,nuovi inceneritori, si individuano dieci siti per altrettante nuovediscariche - che vengono contestualmente dichiarate zone diinteresse strategico nazionale di competenza militare - e siprevedono sanzioni, fino al commissariamento, per i Comuni chenon dovessero portare a regime la RD. E’ decretata la cessazionedello stato di emergenza per il 31 dicembre 2009, vienenominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio condelega all'emergenza rifiuti il capo della Protezione Civile, GuidoBertolaso. All'art. 9, tuttavia, il decreto in questione, in deroga atutte le norme vigenti in materia, comprese quelle comunitarie,autorizza lo smaltimento nelle nuove discariche , entrodeterminati limiti, anche di alcune tipologie di rifiuti pericolosi.
LA CRISI DEI RIFIUTI IN CAMPANIALA CRISI DEI RIFIUTI IN CAMPANIA
LA CRISI DEI RIFIUTI IN CAMPANIALA CRISI DEI RIFIUTI IN CAMPANIA
Implicazioni sanitarie
• La presenza per le strade della regione di cumuli disordinati emalsani di rifiuti, durante i periodi più critici, creano gravi rischi
igienico-sanitari per le popolazioni locali, oltre a problemi diordine pubblico. I roghi di rifiuti generano emissioni di diossina e
casi di intossicazione.• La Protezione Civile nel 2004 ha commissionato uno studio
scientifico sulle conseguenze sanitarie della mancata gestione deirifiuti in Campania ad un'equipe di specialisti. L'analisi dei datiepidemiologici raccolti tra il 1995 e il 2002 ha evidenziato unaumento del 9% della mortalità maschile e del 12% di quella
femminile, nonché l'84% in più dei tumori del polmone e dellostomaco, linfomi e sarcomi, e malformazioni congenite.
• Nel giugno 2007 la UE ha incriminato l’Italia per “aver messo arepentaglio la salute umana” e per aver “devastato l’ambiente in
Campania”.
Implicazioni sanitarie
• La presenza per le strade della regione di cumuli disordinati emalsani di rifiuti, durante i periodi più critici, creano gravi rischi
igienico-sanitari per le popolazioni locali, oltre a problemi diordine pubblico. I roghi di rifiuti generano emissioni di diossina e
casi di intossicazione.• La Protezione Civile nel 2004 ha commissionato uno studio
scientifico sulle conseguenze sanitarie della mancata gestione deirifiuti in Campania ad un'equipe di specialisti. L'analisi dei datiepidemiologici raccolti tra il 1995 e il 2002 ha evidenziato unaumento del 9% della mortalità maschile e del 12% di quella
femminile, nonché l'84% in più dei tumori del polmone e dellostomaco, linfomi e sarcomi, e malformazioni congenite.
• Nel giugno 2007 la UE ha incriminato l’Italia per “aver messo arepentaglio la salute umana” e per aver “devastato l’ambiente in
Campania”.
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Implicazioni economiche
• Le discariche abusive e gli incendi di rifiuti,soprattutto nelle campagne del casertano, hanno
creato gravi problemi, oltre che per la salute, ancheper quel che concerne la salubrità delle produzioniagroalimentari. La vendita di prodotti caseari della
Campania è diminuita significativamente, sia in Italiache all'estero.
• Non sono trascurabili gli effetti delle ricorrenti“emergenze” sul turismo e su tutto l’indotto.
Implicazioni economiche
• Le discariche abusive e gli incendi di rifiuti,soprattutto nelle campagne del casertano, hanno
creato gravi problemi, oltre che per la salute, ancheper quel che concerne la salubrità delle produzioniagroalimentari. La vendita di prodotti caseari della
Campania è diminuita significativamente, sia in Italiache all'estero.
• Non sono trascurabili gli effetti delle ricorrenti“emergenze” sul turismo e su tutto l’indotto.
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…. E OGGI SIAMO PUNTO E ACCAPO!!!!
I RIFIUTI MERITANO IL NOSTRO “RISPETTO” PERCHE’
L’AMBIENTE E LA SALUTE VANNO TUTELATI.