PROTOCOLLO DI INCLUSIONE DEGLI ALUNNI CON BES€¦ · Norme in materia di valutazione e...

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1 PROTOCOLLO DI INCLUSIONE DEGLI ALUNNI CON BES

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PROTOCOLLO

DI INCLUSIONE

DEGLI ALUNNI CON BES

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ELABORATO DAL GRUPPO DEI DOCENTI DI SOSTEGNO

nell’A.S. 2017-2018

APPROVATO DAL GRUPPO DI LAVORO DELL’INCLUSIONE

in data 15/05/2018

APPROVATO DAL COLLEGIO DEI DOCENTI

in data 24/05/2018

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INDICE

PREMESSA ...................................................................................................................................... 5

1 LE DIVERSE TIPOLOGIA DI BES……………………………………………………………8

2 DOCUMENTAZIONE E BES ..................................................................................................... 9

2.1 DISABILITÀ (LEGGE 104/1992) .........................................................................................................9

2.2. DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI…………………………………………………………….......10

2.3. SITUAZIONI DI SVANTAGGIO……………………………………………………………………11

3 ACCOGLIENZA ED INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITÀ ...................13

3. 1. PRINCIPI GENERALI ...................................................................................................................... 13

3.2. RUOLI E COMPITI DELLE FIGURE COINVOLTE ........................................................................ 14

3.2..1 Cosa faranno i genitori ..................................................................................................................... 14

3.2.2 Cosa farà la scuola ............................................................................................................................ 14

3.2.3 Cosa faranno gli esperti ASL ............................................................................................................. 18

3.3 LE FASI DEL PROGETTO DI INCLUSIONE ................................................................................... 18

3.4 LA DOCUMENTAZIONE ................................................................................................................... 19

3.5 LE MODALITÀ DELL’INTERVENTO DIDATTICO ....................................................................... 20

4 DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI ........................................................................................25

4.1 SUDDIVISIONE DEI COMPITI……………………………………………………………………....25

4.2 TEMPISTICA ........................................................................................................................................ 28

4.3. TABELLA DEI DOCUMENTI E DELLA TEMPISTICA PER ALUNNI CON DSA AI SENSI

DELLA L. 170/2010…………………………………………………………………………………….…29

4.4 TABELLA DELLA DOCUMENTAZIONE E DELLA TEMPISTICA PER ALUNNI CON ALTRI

BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI - sindrome ADHD (nota min.6013/2009), svantaggio culturale (linee

guida stranieri 2006), famiglie in difficoltà, alunni in ospedale, istruzione domiciliare……………….....30

4.5 RILEVAZIONE DEI CASI SOSPETTI DI DSA E SEGNALAZIONE AI SERVIZI TERRITORIALI

DELL’ASL…………………………………………………………………………………………………31

5 SITUAZIONI DI SVANTAGGIO ...............................................................................................33

5.1.ISCRIZIONE ......................................................................................................................................... 33

5.2 ACCOGLIENZA ................................................................................................................................... 34

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5.3 INSERIMENTO ................................................................................................................................... 34

5.4 CONDIVISIONE ................................................................................................................................... 35

5.5 INTERVENTO DIDATTICO………………………………………………………………………….35

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PREMESSA

Il presente protocollo

- contiene informazioni sulle pratiche per l’inclusione degli alunni con Bisogni educativi speciali

- definisce i ruoli ed i compiti di ciascuno;

- traccia le linee di tutte quelle attività volte a favorire un reale percorso di apprendimento e

migliorare il processo di inclusione degli alunni con Bisogni educativi speciali.

Il protocollo si rifà alle seguenti normative sulla base dei diversi Bisogni :

Alunni con disabilità certificate

Legge n. 104 del 5 febbraio 1992

Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti

delle persone handicappate

DPR n. 24 febbraio 1994

Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle

unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap

DPR n. 323 del 23 luglio 1998

Regolamento recante Disciplina degli esami di stato conclusivi

dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore a norma

dell'art. 1 della legge 10 dicembre 1997 n. 425

Nota MIUR n. 4798 del 27 luglio

2005

Attività di programmazione dell’integrazione scolastica degli

alunni disabili da parte delle Istituzioni scolastiche - Anno

scolastico 2005-2006

O.M. n. 90 del 21 maggio 2001

Norme per lo svolgimento degli scrutini e degli esami nelle

scuole statali e non statali di istruzione elementare, media e

secondaria superiore - Anno scolastico 2000-2001, in part.

l’art. 15 Certificazione per gli alunni in situazione di handicap

C.M. n. 125 del 20 luglio

Regolamento recante modalità e criteri per l'individuazione

dell'alunno come soggetto in situazione di handicap, ai sensi

dell'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n.

289

Nota MIUR prot. 4274 del 4 agosto

2009

Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con la

disabilità”

D.P.R. 22 gennaio 2009 n.122

Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per

la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in

materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge I

settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla

legge 30 ottobre 2008, n. 169.

Legge 107/2015

Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e

delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti.

D.L. n. 66 del 13 aprile 2017

Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli

studenti con disabilità.

D. L. n. 62 della legge 13/07/2015,

n. 107

Norme in materia di valutazione e certificazione delle

competenze nel primo ciclo ed esami di Stato

Alunni con disturbi evolutivi

specifici

Legge n. 170/2010

Nuove norme in materia di disturbi specifici di

apprendimento in ambito scolastico.

D.M. n. 5669/2011

Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli

studenti con disturbi specifici di apprendiment

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Accordo Stato-Regioni del 25

luglio 2012

Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi

specifici di apprendimento

Decreto Interministeriale del 17

aprile 2013

Linee guida per la predisposizione dei protocolli regionali per

le attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA

C.M. n. 8 del 6 marzo 2013 Strumenti di intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali (BES)

Nota MIUR n. 1551 del 27 giugno

2013

Nota MIUR n. 2563 del 22

novembre 2013

Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi

Speciali. A.S. 2013/2014. Chiarimenti.

D. L. n. 66 del 13 aprile 2017

Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli

studenti con disabilità.

D. L. n. 62 della legge 13/07/2015,

n. 107

Norme in materia di valutazione e certificazione delle

competenze nel primo ciclo ed esami di Stato

Alunni stranieri

DPR n. 394 del 31 agosto 1999

Regolamento recante norme di attuazione del TU delle

disposizioni

concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla

condizione

dello straniero, a norma dell'art. 1, c. 6, del D.lg.vo

25/07/1998, n. 286

CM n. 24 del 1 marzo 2006

Trasmissione delle “Linee guida per l’accoglienza e

l’integrazione degli

alunni stranieri 2006”

Nota MIUR n. 4233 del 19

febbraio 2014

Trasmissione delle “Linee guida per l’accoglienza e

l’integrazione degli

alunni stranieri 2014”

Nota MIUR n. 5535 del 9

settembre 2015

Trasmissione del documento “Diversi da chi?

Raccomandazioni per

l'integrazione degli alunni stranieri e per l'intercultura”

Altri BES

Nota MIUR n. 6013 del 4 dicembre

2009

Problematiche collegate alla presenza nelle classi di alunni

affetti da sindrome ADHD (deficit di attenzione/iperattività)

Nota MIUR n. 4089 del 15 giugno

2010 Disturbo di deficit di attenzione ed iperattività

Direttiva MIUR del 27 dicembre

2012

Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi

speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione

scolastica

CM n. 8 del 6 marzo 2013

Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi

speciali e

organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica.

Indicazioni operative.

Nota MIUR n. 1551 del 27 giugno

2013 Piano annuale per l’inclusività

Nota MIUR n. 2563 del 22

novembre 2013

Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi

speciali a.s. 2013-2014 - Chiarimenti

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Il protocollo di accoglienza alunni con Bisogni Educativi Speciali contiene le linee guida di

informazione riguardanti l’accoglienza e l’inserimento degli alunni BES in funzione delle situazioni

individuali, dei livelli socio-culturali, delle modalità di acquisizione ed elaborazione delle

informazioni, dei ritmi personali di apprendimento che rendono di fatto necessario un lavoro

individualizzato e la progettazione di interventi e azioni mirate.

Secondo l’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health, ovvero

Classificazione del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, che fa parte della Famiglia delle

Classificazioni Internazionali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) il Bisogno Educativo

Speciale rappresenta qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento in ambito educativo e/o

apprenditivo, indipendentemente dall’eziologia, che necessita di una educazione speciale

individualizzata.

La Direttiva ministeriale del 27 Dicembre 2012 ricorda che: “Ogni alunno, con continuità o per

determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici,

fisiologici o anche per motivi psicologici, familiari, sociali, ambientali rispetto ai quali è necessario

che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.”

La stessa direttiva delinea e precisa la strategia inclusiva della scuola italiana, al fine di realizzare

pienamente il diritto all’apprendimento per tutti gli alunni e gli studenti in situazione di difficoltà.

Il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato sulla certificazione della disabilità, viene

ridefinito e completato estendendo il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità

educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES).

Compito della scuola è quello di essere “una comunità educante, che accoglie ogni alunno nello

sforzo quotidiano di costruire condizioni relazionali e situazioni pedagogiche tali da consentirne il

massimo sviluppo. Una scuola non solo per sapere dunque ma anche per crescere, attraverso

l’acquisizione di conoscenze, competenze, abilità, autonomia, nei margini delle capacità individuali,

mediante interventi specifici da attuare sullo sfondo costante e imprescindibile dell’istruzione e della

socializzazione”.

Il presente protocollo resta aperto per eventuali modifiche, integrazioni e correzioni anche sulla base

delle normative relative agli alunni con BES che giungeranno in seguito e degli Atti (RAV, PTOF,

PdM) che l’Istituto comprensivo aggiornerà per garantire il successo formativo dei suoi studenti.

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1 LE DIVERSE TIPOLOGIE DI BES

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2 DOCUMENTAZIONE E BES

2.1 DISABILITA’

Certificazione (1) minorati vista, minorati udito, minorati psicofisici (L. 104/1992)

1. Il Verbale di Accertamento della situazione di disabilità rilasciato dal Servizio di Neuropsichiatria

Infantile della A.U.S.L. L’accertamento è effettuato dal un Collegio composto da: 1 neuropsichiatra, 1

psicologo, 1 assistente sociale.

2. La Diagnosi Funzionale, è redatta dalla AS.L. o medico specialista convenzionato con opportuna

vidimazione A.S.L. Definisce la patologia specifica di cui il diversamente abile è riconosciuto. Il suo

aggiornamento è strettamente legato all’evoluzione della patologia. E’ compito della scuola, all’inizio di

ogni anno, accertarsi che non si siano verificati cambiamenti. Deve contenere:

- i dati anamnestici, clinico-medici, familiari e sociali;

- il livello di funzionalità e di sviluppo dell’alunno in diverse aree di base;

- i livelli di competenza raggiunti rispetto agli obiettivi e ai percorsi didattici della classe;

- gli aspetti psicologici, affettivo-emotivo, comportamentali che devono determinare la qualità del

rapporto educativo con l’alunno.

3. Il Profilo Dinamico Funzionale (P.D.F.), è un documento conseguente alla “Diagnosi Funzionale” e

preliminare alla formulazione del P.E.I. Con esso viene definita la situazione di partenza e le tappe di

sviluppo conseguite o da conseguire. Mette in evidenza difficoltà e potenzialità dell'alunno. Viene redatto

con cadenza biennale (legge 24.02.1994 art. 4), è aggiornato, come disposto dall'art. 12 della legge n. 104

del 1992, a conclusione della scuola materna, della scuola primaria, della scuola media e durante il corso di

istruzione secondaria superiore. Viene redatto da operatori socio-sanitari, docenti curricolari, docente di

sostegno, genitori dell’alunno (art. 12 commi 5 e 6 della L. 104/92).

3 bis Dall’A.S. 2019-2020 la Diagnosi Funzionale e il Profilo Dinamico Funzionale (P.D.F.) confluiranno

nel Profilo di Funzionamento redatto dall’Unità di Valutazione Multifunzionale con la collaborazione dei

genitori e la partecipazione di un docente della Scuola, cui è iscritto l’alunno secondo il modello bio-psico-

sociale dell’ICF. Il Profilo di funzionamento è il documento propedeutico e necessario alla predisposizione

del Progetto Individuale e del PEI. Esso definisce:

- le competenze professionali

- le misure di sostegno

- le risorse strutturali per l'inclusione scolastica

-è redatto con la collaborazione dei genitori

- con la partecipazione di un docente della scuola frequentato

- è aggiornato al passaggio di ogni grado di istruzione, a partire dalla scuola dell' infanzia.

I genitori o chi ne esercita la responsabilità trasmettono la certificazione di disabilità all'unità di valutazione

multidisciplinare, all'ente locale competente e all'istituzione scolastica, ai fini della predisposizione del

Profilo di funzionamento, del Progetto individuale e del PEI.

Con decreto del Ministero della salute con i ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e delle

politiche sociali sono definite le linee guida contenenti :

criteri, contenuti e modalità di redazione della certificazione di disabilità secondo la Classificazione

Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati(ICD) dell'OMS.

I criteri, contenuti e modalità di redazione del Profilo di Funzionamento secondo la classificazione ICF dell'

OMS. Il PEI , come modificato dal seguente decreto è elaborato e approvato:

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- dai docenti contitolari o dal consiglio di classe con la partecipazione dai genitore

-tiene conto della certificazione di disabilità e del Profilo di funzionamento

-individua strumenti, strategie e modalità per realizzare un'ambiente di apprendimento

- esplica, le modalità didattiche e di valutazione in relazione alla programmazione individualizzata

-è redatto dall'inizio di ogni anno scolastico ed è aggiornato in presenza di nuove condizioni.

4. Il Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.), Atto successivo al P.D.F, è redatto all'inizio (entro

novembre) di ogni anno scolastico dal GLH operativo (team/consiglio di classe, A.S.L., genitori) ed è

sottoposto a verifiche ed aggiornamenti periodici. Il P.E.I. non coincide con il solo progetto didattico, ma

consiste in un vero e proprio “Progetto di vita” in cui vengono definiti gli interventi finalizzati alla piena

realizzazione del diritto all'inclusione scolastica.

(1) Certificazione: documento con valore legale che attesta il diritto ad avvalersi di precise disposizioni di legge(104/1992)

2.2 DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI

Certificazione (1) D.S.A. (Disturbi Specifici dell’Apprendimento - L. 170/2010) Diagnosi (2) N.A.S., A.D.H.D., D.O.P., Borderline cognitivo, D.L., Deficit delle abilità non verbali, Deficit della coordinazione motoria (disprassia), Disturbo della condotta in adolescenza

1. Relazione clinica che includa la codifica diagnostica. La diagnosi può essere effettuata da strutture

pubbliche e private accreditate ed è necessaria la presenza di un’equipe con competenze specifiche che

includa il neuropsichiatra infantile, lo psicologo e operatore sanitario della riabilitazione.

2. Per i D.S.A affinché la certificazione possa essere considerata per i benefici di legge, deve

evidenziare chiaramente, la diagnosi, il profilo degli apprendimenti e le indicazioni delle misure dispensative

e compensative consigliate, come da norme di legge.

3. Facendo seguito alla nota prot. 1551 del 27 giugno 2013, la nota 2563 del 22/11/2013 intende fornire

ulteriori indicazioni e chiarimenti sull’applicazione della Direttiva del 27/12/2012 (Strumenti di intervento

per alunni con Bisogni Educativi Speciali). La nota pone l'attenzione sulla distinzione tra ordinarie difficoltà

di apprendimento, gravi difficoltà e disturbi di apprendimento. Quando si ha a che fare con difficoltà di

apprendimento, soltanto qualora nell'ambito del Consiglio di Classe (nella scuole secondaria) o del team

docenti (nella scuola primaria) si concordi di valutare l'efficacia di strumenti specifici questo potrà

comportare l'adozione e quindi la compilazione di un Piano Didattico Personalizzato (P.D.P.), con eventuali

strumenti compensativi e/o misure dispensative. La nota ribadisce che non è compito della scuola certificare

gli alunni, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l'adozione di particolari strategie

didattiche

4. La nota esplicita inoltre che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che

però non danno diritto alla certificazione di DISABILITA’ (L. 104/1992) o D.S.A. (Disturbi Specifici

dell’Apprendimento, L. 170/2010), il Consiglio di Classe o team docenti è autonomo nel decidere se

formulare o meno un P.D.P.

5. Alunni certificazione D.S.A. , Piano Didattico Personalizzato (P.D.P.)

6. Altre diagnosi, eventuale Piano Didattico Personalizzato (P.D.P.) , redatto all’unanimità dal team

docenti / consiglio di classe.

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(1) Certificazione: documento con valore legale che attesta il diritto ad avvalersi di precise disposizioni di legge (170/2010)

(2) Diagnosi: giudizio clinico attestante la presenza di una patologia o di un disturbo

2.3 SITUAZIONI DI SVANTAGGIO

Socio-economico, linguistico culturale, disagio comportamentale/relazionale

• Svantaggio socio-economico : alunni seguiti dai servizi sociali, situazioni segnalate dalla famiglia,

rilevazioni del team docenti /consiglio di classe attraverso osservazione diretta. Le situazioni di

svantaggio socio-economico vengono considerate nella misura in cui costituiscono un ostacolo per lo

sviluppo cognitivo, affettivo, relazionale, sociale dell’alunno e generano scarso funzionamento adattivo,

con conseguente peggioramento della sua immagine sociale.

1. Eventuale segnalazione dei servizi sociali

2. Considerazioni psicopedagogiche e didattiche del Team docenti / Consiglio di Classe con decisione

presa all’unanimità. 3. Eventuale Piano Didattico Personalizzato (P.D.P.) , redatto all’unanimità dal

team docenti / consiglio di classe e condiviso dalla famiglia. La mancata adesione della famiglia alla

stesura del P.D.P. , non solleva gli insegnanti dall’attuazione del diritto alla personalizzazione

dell’apprendimento, in quanto, la Direttiva Ministeriale, richiama espressamente i principi di

personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella legge 53/2003.

• Svantaggio linguistico e culturale: alunni stranieri neo-arrivati in Italia o che non hanno ancora

acquisito le adeguate competenze linguistiche. Le situazioni di svantaggio linguistico e culturale

vengono considerate nella misura in cui costituiscono un ostacolo per lo sviluppo cognitivo, affettivo,

relazionale, sociale dell’alunno e generano scarso funzionamento adattivo, con conseguente

peggioramento della sua immagine sociale.

1. Considerazioni psicopedagogiche e didattiche del Team docenti / Consiglio di Classe con

decisione presa all’unanimità.

2. Eventuale Piano Didattico Personalizzato (P.D.P.) , redatto all’unanimità dal team docenti / consiglio

di classe e condiviso dalla famiglia. In generale vengono privilegiati interventi didattici relativi

all’apprendimento della lingua e solo in via eccezionale formalizzazioni tramite un PDP. La nota

ministeriale ne suggerisce l’utilizzo nel caso di alunni neo arrivati in Italia, ultratredicenni, provenienti da

Paesi di lingua non neolatina, ma lascia anche un margine di discrezionalità in quanto fa anche

genericamente riferimento a ulteriori problematiche. La mancata adesione della famiglia alla stesura del

P.D.P. non solleva gli insegnanti dall’attuazione del diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, in

quanto, la Direttiva Ministeriale, richiama espressamente i principi di personalizzazione dei percorsi di

studio enunciati nella legge 53/2003.

• Disagio comportamentale / relazionale: alunni con funzionamento problematico, definito in base al

danno vissuto effettivamente dall’alunno, prodotto su altri e sull’ambiente (senza certificazione sanitaria).

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1. Considerazioni psicopedagogiche e didattiche del Team docenti / Consiglio di Classe con decisione presa

all’unanimità

2. Eventuale Piano Didattico Personalizzato (P.D.P.) , redatto all’unanimità dal team docenti / consiglio di

classe e condiviso dalla famiglia. La mancata adesione della famiglia alla stesura del P.D.P. non solleva gli

insegnanti dall’attuazione del diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, in quanto, la Direttiva

Ministeriale, richiama espressamente i principi di personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella

legge 53/2003.

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3. DISABILITA’

3.1 PRINCIPI GENERALI

L'inclusione scolastica riguarda gli alunni e risponde ai differenti bisogni educativi e si realizza

attraverso strategie educative e didattiche finalizzate allo sviluppo delle potenzialità nella prospettiva

della migliore qualità della vita.

PRESTAZIONI ED INDICATORI DI QUALITA' DELL' INCLUSIONE SCOLASTICA.

Lo Stato provvede attraverso l' Amministrazione scolastica:

-ai docenti per il sostegno didattico

-all' 0rganico del personale amministrativo tecnico e ausiliare(ATA)

- all'assegnazione alle istituzioni scolastiche di un contributo economico parametrato al numero degli

allievi con disabilità.

Gli enti locali provvedono ad assicurare nei limiti delle risorse disponibili ad assicurare:

- servizi per il trasporto scolastico

-accessibilità e fruibilità degli spazi fisici delle istituzioni scolastiche statali.

L' Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo dell'istruzione e di formazione

(INVALSI) definisce i seguenti criteri dell'inclusione scolastica:

1. livello di inclusività iniziative finalizzate del Piano triennale dell'offerta formativa come

concretizzato nel Piano per l'inclusione scolastica;

2. realizzazione di percorsi per la personalizzazione e differenziazione dei processi di educazione

istruzioni degli alunni attivati dalla scuola;

3.coinvolgimento dei diversi soggetti nell'elaborazione del Piano per l'inclusione;

4.iniziative finalizzate alla valorizzazione delle competenze professionale del personale della scuola;

5.utilizzo di strumenti e criteri condivisi per la valutazione dell' apprendimento;

6.fruibilità delle risorse, attrezzature, strutture, spazi e libri di testo.

PROCEDURE DI CERTIFICAZIONE E DOCUMENTAZIONE PER L'INCLUSIONE

SCOLASTICA.

La domanda per l'accertamento della disabilità l.104/92 è presentata all' Istituto nazionale della

previdenza sociale (INPS) che dà riscontro non oltre trenta giorni dalla data di presentazione.

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Il Profilo di funzionamento comprende:

- la diagnosi funzionale

- il profilo dinamico funzionale come modificato dal presente decreto, che è redatto dall' unità

multidisciplinare composta da un medico specialista, uno specialista in neuropsichiatria infantile, un

terapista della riabilitazione, un assistente sociale.

PROGETTAZIONE E ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA PER L'INCLUSIONE

Ciascuna istituzione scolastica nell' ambito della definizione del Piano triennale dell'offerta formativa

predispone il Piano per l'inclusione che definisce le modalità per l'utilizzo coordinato delle risorse,

compresi il superamento delle barriere e l'individuazione dei facilitatori del contesto di riferimento

nonché interventi di miglioramento della qualità dell'inclusione scolastica.

Gruppi per l'inclusione scolastica. L'articolo 15 della legge n. 104 1992 è sostituito dal presente: il

Ministero dell'istruzione dell'università indica modalità di riconoscimento di "scuole polo" che

svolgono azioni di supporto con le reti del territorio per lo sviluppo di metodologie ,uso e strumenti

didattici per l'inclusione.

Il dirigente scolastico, sentito il GLI e sulla base dei singoli PEI propone al GIT la quantificazione

dell'organico dei posti di sostegno . Il GIT, organo tecnico, sulla base del Piano per l'inclusione dei

Profili di funzionamento, dei piani educativi individualizzati trasmessi dai singoli dirigenti scolastici

verifica la quantificazione delle risorse di sostegno didattico e formula una proposta all'USR; l' USR

assegna le risorse nell'ambito di quelle dell' organico dell' autonomia per i posti di sostegno.

3.2 RUOLI E COMPITI DELLE FIGURE COINVOLTE

3.2.1 COSA FARANNO I GENITORI

La famiglia deve essere coinvolta attivamente nel processo educativo dell' alunno, partecipando

all'elaborazione del PDF e PEI. Nel caso che si tratti di una prima iscrizione il Referente per i BES

convoca i genitori e presenta l'insegnante di sostegno e il coordinatore della classe in cui l'alunno è

stato inserito.

3.2.2 COSA FARA’ LA SCUOLA

TEAM DOCENTI/CONSIGLIO DI CLASSE

Il Team docenti/Consiglio di classe si adopera al coordinamento delle attività didattiche, alla

preparazione dei materiali e a quanto può consentire all'alunno/a con disabilità, sulla base dei suoi

bisogni e delle sue necessità, la piena partecipazione allo svolgimento della vita scolastica nella sua

classe. La programmazione delle attività è realizzata da tutti i docenti curricolari,i quali, insieme all'

insegnante di sostegno, definiscono gli obiettivi di apprendimento per gli alunni con disabilità in

correlazione con quelli previsti per l'intera classe. La documentazione relativa alla programmazione in

parola deve essere resa disponibile alle famiglie, al fine di consentire loro la conoscenza del percorso

educativo concordato e formativo pianificato.

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15

DOCENTI DI SOSTEGNO

I docenti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano, partecipano

alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di competenza

dei consigli di intersezione, di interclasse di classe e dei collegi dei docenti. (Testo Unico L.297/94) Il

docente è assegnato alla classe per le attività di sostegno, nel senso che oltre a intervenire sulla base di

una preparazione specifica nelle ore in classe collabora con l'insegnante curricolare e con il Consiglio

di Classe affinché l'iter formativo dell’ alunno possa continuare anche in sua assenza.(Linee guida per

l'integrazione scolastica). La figura dell’ insegnante di sostegno per le attività di sostegno è prevista,

nelle scuole di ogni ordine e grado, secondo le norme richiamate dalla Legge n. 104/92. Il Dirigente

Scolastico assegna l' insegnante di sostegno alla classe che accoglie l'alunno con l'alunno con

disabilità, in contitolarità con i docenti curricolari.L' insegnante per le attività di sostegno deve essere

un punto di riferimento per l'integrazione in quanto il suo profilo professionale è caratterizzato da

conoscenze competenze specifiche, capacità relazionali .La sua professionalità gli consente di:

individuare e circoscrivere i problemi;

progettare e definire ipotesi di soluzione;

facilitare i rapporti e le interazioni funzionali all' integrazione scolastica e sociale.

L 'insegnante di sostegno :

è contitolare nelle classi in cui opera e partecipa quindi a pieno titolo alle attività di

progettazione, verifica e valutazione del Consiglio di classe e/o Team docenti;

promuove la conoscenza dell'alunno e della sua patologia con le principali problematiche ad

essa connesse tra i colleghi del Consiglio di classe/ Team docenti in cui opera, anche attraverso

la visione diretta della documentazione pervenuta alla scuola presente nel Fascicolo personale,

ove sono depositati tutti i documenti consegnati dalla famiglia e dagli Insenganti.

informando e collaborando con il docente F.S. Inclusione interagisce con il Neuropsichiatra

Infantile dell’Asl di appartenenza che ha in carico l’alunno/a.

cura, con l’ausilio rapporti con l'unità multidisciplinare e/o gli specialisti degli interventi

terapeutici seguiti dall’alunno;

instaura un rapporto privilegiato con la famiglia dell'alunno avuto in carico con l'intento di

arricchire nel tempo un'effettiva conoscenza reciproca tra scuola e famiglia;

collabora all'elaborazione di tutti i documenti e progetti per l'integrazione (PDF, PEI) e ne cura

la stesura, previa raccolta delle osservazioni effettuate da tutti i docenti che operano nella

classe;

partecipa ai dipartimenti, ai gruppi di studio, alle attività di ricerca e azione per l'integrazione.

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GLI INSEGNANTI CURRICOLARI

Gli insegnanti curricolari sono gli insegnanti della classe per specifici ambiti disciplinari, pertanto

partecipa ai GLHO ed è coinvolto nella elaborazione del PEI, nella formulazione e realizzazione di

una didattica inclusiva.

FUNZIONE STRUMENTALE AREA 3 INCLUSIONE E CONVIVENZA CIVILE

Compiti generali

a) opera nel settore di competenza del Collegio dei Docenti;

b) analizza le tematiche che il Collegio dei Docenti ha affidato alle funzioni strumentali;

c) individua modalità operative e organizzative in accordo con il Dirigente Scolastico;

d) riceve dal Dirigente Scolastico specifiche deleghe operative;

e) verifica il raggiungimento degli obiettivi prefissati e relazione sul loro operato al Collegio dei

Docenti.

Compiti specifici

coordinano interventi e servizi per gli alunni in situazione di disagio e diversamente abili;

collabora con il Dirigente Scolastico e i suoi collaboratori nell'organizzazione interna

dell'istituto per quanto riguarda le risorse ed il personale destinati ai progetti di integrazione

degli alunni con disabilità;

coordina l'azione degli insegnanti di sostegno attraverso riunioni di commissioni, incontri

informali e indicazioni anche in collaborazione con il coordinatore di dipartimento e

integrazione scolastica;

coordina i rapporti con l'ASL, con i servizi sociali e con il servizio di psicologia scolastica;

coordina i progetti di continuità a favore degli alunni diversamente abili nel passaggio ai

diversi ordini di scuola;

cura il raccordo tra PEI e le progettazioni di sezione/classe, con la predisposizione di percorsi

didattici specifici congruenti e integrati;

cura le metodologie specifiche per favorire l'inclusione degli alunni anche attraverso mediatori

didattici e l'utilizzo di tecnologie informatiche multimediali;

cura i rapporti con le famiglie;

valorizza il contributo educativo delle famiglie;

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redige il protocollo di accoglienza alunni con disabilità e predispone il modello di Piano

Educativo Individualizzato;

ricerca , organizza e diffonde interventi, strategie , mezzi, sussidi, contatti con enti e personale

specializzato (esempio sportello di ascolto) ai fini dell'integrazione e della reale inclusione

degli alunni disabili, elabora ed esegue progetti a fronte di finanziamenti esterni;

collabora con il Dirigente Scolastico e con i collaboratori del Dirigente alla formazione delle

classi secondo i criteri deliberati dal Collegio e dal Consiglio d'Istituto;

partecipa alle riunioni di coordinamento con le altre funzioni strumentali;

si raccorda con le Commissioni Istituite.

ASSISTENTE EDUCATIVO CULTURALE (AEC)

L'assistenza educativa verso i disabili deve essere garantita dagli Enti Locali. Per inoltrare la richiesta

del servizio AEC è necessario presentare al Municipio di Residenza la richiesta sottoscritta dal

genitore o da chi eserciti la patria potestà

- certificazione medica;

-copia del verbale di riconoscimento della certificazione ai sensi della Legge 104/92.

Compiti dell'educatore professionale:

-collabora con gli insegnanti di sostegno e curricolari nel:

-promuovere l'autonomia dell'alunno;

-facilitare il processo di socializzazione e comunicazione in classe;

- rendere accessibili le attività scolastiche e ricreative;

- partecipare agli incontri di GLH operativi e alla stesura del PEI

-può prendere parte agli incontri del GLI (Gruppo di Lavoro per l'Inclusione) e/o del GLH d'

Istituto.

PERSONALE ATA

Il CCNL 1998/2001, Tabella A/1 Profilo del collaboratore scolastico indica tra le mansioni: "l'ausilio

materiale agli alunni portatori di Handicap nell' accesso alle aree esterne e alle strutture scolastiche e

nell'uscita da esse. Può infine svolgere: assistenza agli alunni portatori di handicap all'interno delle

strutture scolastiche nell'uso di servizi igienici e nella cura personale".

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3.2.3 COSA FARANNO GLI ESPERTI ASL

Partecipano agli incontri periodici, collaborano alle iniziative educative ed integrazione predisposte

dalla scuola, verificano il livello e la qualità dell'integrazione nelle classi dell'istituto, danno consigli

nella stesura degli obiettivi individualizzati del P.E.I. e collaborano all'aggiornamento e alla stesura

del P.D.F..

3.3 LE FASI DEL PROGETTO DI INCLUSIONE

Pre conoscenza: Nel periodo precedente l'iscrizione al nuovo anno scolastico le famiglie possono

visitare l'Istituto, conoscerne l'offerta formativa e contattare il Dirigente e il personale docente. Al

momento dell'iscrizione la famiglia dell'alunno fornisce alla segreteria dell'Istituto tutte le

documentazioni aggiornate per gli adempimenti previsti.

Coinvolgimento della famiglia e contatti con l’ordine di scuola o la scuola precedente: consiste

nella raccolta di informazioni sull’alunno/a diversamente abile dalla famiglia e dalla scuola di

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provenienza, alla quale si chiede un resoconto degli obiettivi prefissati raggiunti e non raggiunti, delle

abilità cognitive, delle potenzialità sviluppate e delle modalità relazionali, mediante il passaggio del

PEI, del PDF e le relative relazioni finali.

All’inizio dell’anno scolastico viene fissato un incontro di raccordo tra i docenti di sostegno, i terapisti

e i Neuropsichiatri ASL. È importante accertarsi del fatto che la documentazione che accompagna

l’allievo/a sia completa, aggiornata ed ordinata in ogni sua parte già dall’iniziale fase dell’accoglienza

e che sia celere il passaggio della stessa alla nuova scuola, in quanto inserita nell’Anagrafe degli

studenti con disabilità, previo consenso al passaggio dato dalla famiglia.

Per quanto concerne le prime tappe di inserimento scolastico degli alunni con disabilità certificate, la

seguente tabella mostra l’iter per gli alunni che provengono da altre scuole e per quelli che si iscrivono

per la prima volta alla scuola dell’Infanzia.

3.4 LA DOCUMENTAZIONE

La commissione medico-legale elabora una certificazione per l’integrazione scolastica (CIS) che è una

diagnosi clinica del disturbo. A questa, fa seguito, una Diagnosi Funzionale (DF), redatta dalla

Neuropsichiatria Infantile, che è un profilo globale del funzionamento in relazione a varie aree

indicatrici. Questa certificazione da diritto all’assegnazione del docente di sostegno specializzato (su

varie aree disciplinari) e alla presenza di un assistente educativo-culturale, in caso di gravità

funzionale. Una volta ricevuta la documentazione il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI) prima e

il team docenti/consiglio di classe poi, si attiva per la realizzazione della seguente documentazione:

Fino all’ anno scolastico 2018-2019 il Profilo Dinamico Funzionale (PDF) rappresenta un prevedibile

livello di sviluppo che l’alunno in situazione di handicap dimostra di possedere nei tempi brevi (6

mesi) e nei tempi lunghi (2 anni) in riferimento alle relazioni in atto e a quelle programmabili, sia in

ambiente scolastico che in quello extrascolastico. Il PDF viene aggiornato al passaggio di grado.

Successivamente, ai sensi del D. L. 66/2017, il PDF confluirà, come già indicato, nel Profilo di

Funzionamento.

Il Piano Educativo Individualizzato: partendo dalle considerazioni espresse nel PDF, il PEI descrive

gli interventi integrati predisposti per l’alunno in un determinato periodo di tempo ai fini della

realizzazione del diritto all’educazione e all’istruzione. Di norma viene verificato al termine di ogni

anno scolastico, mediante una relazione finale scritta e viene riprogettato all’inizio del successivo.

Nella scuola secondaria di II grado, essendoci obiettivi specifici di apprendimento prefissati

(Indicazioni nazionali) il Consiglio di Classe, su proposta degli insegnanti, ma con vincolante parere

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dei genitori (O.M. n. 90/2001 art. 15 comma 1) deve scegliere uno dei tre percorsi sotto elencati, a

seconda delle capacità e potenzialità degli alunni: - percorso curricolare: uguale a quello di tutti gli

alunni della classe; 15 - percorso riconducibile ai "nuclei fondanti della disciplina”: gli obiettivi da

raggiungere in tutte le discipline equivalgono alle conoscenze e alle competenze che vengono valutate

dai docenti delle rispettive discipline come sufficienti per tutti gli alunni della classe; tale percorso, dà

diritto, se superato positivamente, al titolo di studio; - percorso “differenziato”: con obiettivi e

contenuti non riconducibili in parte o del tutto a quelli della classe, ma stabiliti dal CdC nell’ambito

PEI in relazione all’alunno; il raggiungimento degli obiettivi differenziati individuati nel PEI dà diritto

solo al rilascio di un attestato con la certificazione dei crediti formativi (O.M. n.90/2001 art. 15 e per

gli attestati C.M. n. 125/2001). L’O.M. 90/2001 art. 15 comma 4 prevede anche che “qualora durante

il successivo anno scolastico vengano accertati livelli di apprendimento corrispondenti agli obiettivi

previsti dai programmi ministeriali, il Consiglio di classe delibera “il passaggio ad uno dei due

percorsi precedenti” senza necessità di prove di idoneità relative alle discipline dell’anno o degli anni

precedenti”.

Relazioni di fine anno scolastico: Raccolte tutte le informazioni fornite da ciascun insegnante, la

relazione di fine anno scolastico del docente di sostegno conterrà: 1. Evoluzione dell’aspetto

educativo rispetto alla situazione di partenza (in merito all’autonomia, socializzazione,

apprendimenti…); 2. Evoluzione dell’aspetto didattico (giudizio sul livello di acquisizione delle

autonomie, di conoscenze e competenze, per ciascuna materia); 3. Modalità dell’intervento di

sostegno (accorgimenti relazionali e didattici); 4. Informazioni sulla collaborazione della famiglia e

del personale AUSL; 6. Suggerimenti per gli interventi di sostegno del prossimo anno.

3.5 LE MODALITÀ DELL’INTERVENTO DIDATTICO

L’attività didattica

L’attività didattica sarà realizzata secondo quanto stabilito dal PEI (vedi sopra), sulla base delle

indicazioni previste dalle Linee Guida del 4 agosto 2009.

Verifica e valutazione

La valutazione è strettamente correlata al percorso individuale, non fa riferimento a standard

qualitativi e/o quantitativi (legge 104/92 art. 16, comma 2). Le prove devono essere idonee a valutare

il progresso dell’allievo in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali. Ciò al

fine di avere un immediato riscontro dell'efficacia dell'intervento didattico e la validità della

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programmazione. La valutazione degli alunni con disabilità è effettuata nel rispetto di quanto previsto

dal D.P.R 122/2009 art. 4 e 9 ed in base a quanto contenuto nelle Linee Guida per l’integrazione

scolastica degli alunni con disabilità del 4 Agosto 2009 par. 2.4 e nel D. L. 62/2017, art.11. Si

rammenta, al proposito, quanto stabilito dalle linee guida già citata: “La valutazione in decimi va

rapportata al P.E.I., che costituisce il punto di riferimento per le attività educative a favore dell’alunno

con disabilità. Si rammenta inoltre che la valutazione in questione dovrà essere sempre considerata

come valutazione dei processi e non solo come valutazione della performance.”

Articolo 11.

Valutazione delle alunne e degli alunni con disabilità e disturbi specifici di apprendimento

1. La valutazione delle alunne e degli alunni con disabilità certificata frequentanti il primo ciclo di

istruzione è riferita al comportamento, alle discipline e alle attività svolte sulla base dei documenti

previsti dall’articolo 12, comma 5, della legge 5 febbraio 1992 n. 104; trovano applicazione le

disposizioni di cui agli articoli da 1 a 10.

2. Nella valutazione delle alunne e degli alunni con disabilità i docenti perseguono l’obiettivo di cui

all’articolo 314, comma 2, del decreto legislativo 16 aprile 1994 n. 297.

3. L’ammissione alla classe successiva e all’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione

avviene secondo quanto disposto dal presente decreto, tenendo a riferimento il piano educativo

individualizzato.

4. Le alunne e gli alunni con disabilità partecipano alle prove standardizzate di cui agli articoli 4 e 7. Il

consiglio di classe o i docenti contitolari della classe possono prevedere adeguate misure

compensative o dispensative per lo svolgimento delle prove e, ove non fossero sufficienti, predisporre

specifici adattamenti della prova ovvero l’esonero della prova.

5. Le alunne e gli alunni con disabilità sostengono le prove di esame al termine del primo ciclo di

istruzione con l’uso di attrezzature tecniche e sussidi didattici, nonché ogni altra forma di ausilio

tecnico loro necessario, utilizzato nel corso dell’anno scolastico per l’attuazione del piano educativo

individualizzato.

6. Per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, la

sottocommissione, sulla base del piano educativo individualizzato, relativo alle attività svolte, alle

valutazioni effettuate e all’assistenza eventualmente prevista per l’autonomia e la comunicazione,

predispone, se necessario, utilizzando le risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, prove

differenziate idonee a valutare il progresso dell’alunna o dell’alunno in rapporto alle sue potenzialità e

ai livelli di apprendimento iniziali. Le prove differenziate hanno valore equivalente ai fi ni del

superamento dell’esame e del conseguimento del diploma finale.

7. L’esito finale dell’esame viene determinato sulla base dei criteri previsti dall’articolo 8.

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8. Alle alunne e agli alunni con disabilità che non si presentano agli esami viene rilasciato un attestato

di credito formativo. Tale attestato è comunque titolo per l’iscrizione e la frequenza della scuola

secondaria di secondo grado ovvero dei corsi di istruzione e formazione professionale, ai soli fi ni del

riconoscimento di ulteriori crediti formativi da valere anche per percorsi integrati di istruzione e

formazione.

Capo III

ESAME DI STATO NEL SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE

Art. 20.

Esame di Stato per le studentesse e gli studenti con disabilità e disturbi specifici di apprendimento

1. Le studentesse e gli studenti con disabilità sono ammessi a sostenere l’esame di Stato conclusivo

del secondo ciclo di istruzione secondo quanto disposto dal precedente articolo 13. Il consiglio di

classe stabilisce la tipologia delle prove d’esame e se le stesse hanno valore equipollente all’interno

del piano educativo individualizzato.

2. La commissione d’esame, sulla base della documentazione fornita dal consiglio di classe, relativa

alle attività svolte, alle valutazioni effettuate e all’assistenza prevista per l’autonomia e la

comunicazione, predispone una o più prove differenziate, in linea con gli interventi educativo didattici

attuati sulla base del piano educativo individualizzato e con le modalità di valutazione in esso previste.

Tali prove, ove di valore equipollente, determinano il rilascio del titolo di studio conclusivo del

secondo ciclo di istruzione. Nel diploma finale non viene fatta menzione dello svolgimento di prove

differenziate.

3. Per la predisposizione, lo svolgimento e la correzione delle prove d’esame, la commissione può

avvalersi del supporto dei docenti e degli esperti che hanno seguito la studentessa o lo studente

durante l’anno scolastico.

4. La commissione potrà assegnare un tempo differenziato per l’effettuazione delle prove da parte del

candidato con disabilità.

5. Alle studentesse e agli studenti con disabilità, per i quali sono state predisposte dalla commissione

prove non equipollenti a quelle ordinarie sulla base del piano educativo individualizzato o che non

partecipano agli esami o che non sostengono una o più prove, viene rilasciato un attestato di credito

formativo recante gli elementi informativi alle discipline comprese nel piano di studi, con

l’indicazione della durata oraria complessiva destinata a ciascuna delle valutazioni, anche parziali,

ottenute in sede di esame.

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6. Per le studentesse e gli studenti con disabilità il riferimento all’effettuazione delle prove

differenziate è indicato solo nella attestazione e non nelle tabelle affisse all’albo dell’istituto.

7. Al termine dell’esame di Stato viene rilasciato ai candidati con disabilità il curriculum della

studentessa e dello studente di cui al successivo articolo 21, comma 2.

8. Le studentesse e gli studenti con disabilità partecipano alle prove standardizzate di cui all’articolo

19. Il consiglio di classe può prevedere adeguate misure compensative o dispensative per lo

svolgimento delle prove e, ove non fossero sufficienti, predisporre specifici adattamenti della prova.

10. La commissione d’esame, considerati gli elementi forniti dal consiglio di classe, tiene in debita

considerazione le specifiche situazioni soggettive adeguatamente certificate e, in particolare, le

modalità didattiche e le forme di valutazione individuate nell’ambito dei percorsi didattici

individualizzati e personalizzati.

11. Nello svolgimento delle prove scritte, i candidati con DSA possono utilizzare tempi più lunghi di

quelli ordinari per l’effettuazione delle prove scritte ed utilizzare gli strumenti compensativi previsti

dal piano didattico personalizzato e che siano già stati impiegati per le verifiche in corso d’anno o

comunque siano ritenuti funzionali alla svolgimento dell’esame, senza che venga pregiudicata la

validità delle prove scritte. Nel diploma finale non viene fatta menzione dell’impiego degli strumenti

compensativi.

12. Per i candidati con certificazione di DSA che hanno seguito un percorso didattico ordinario, con la

sola dispensa dalle prove scritte ordinarie di lingua straniera, la commissione, nel caso in cui la lingua

straniera sia oggetto di seconda prova scritta, sottopone i candidati medesimi a prova orale sostitutiva

della prova scritta. Nel diploma finale non viene fatta menzione della dispensa dalla prova scritta di

lingua straniera.

13. In casi di particolari gravità del disturbo di apprendimento, anche in comorbilità con altri disturbi

o patologie, risultanti dal certificato diagnostico, la studentessa o lo studente, su richiesta della

famiglia e conseguente approvazione del consiglio di classe, sono esonerati dall’insegnamento delle

lingue straniere e seguono un percorso didattico differenziato. In sede di esame di Stato sostengono

prove differenziate, non equipollenti a quelle ordinarie, coerenti con il percorso svolto, finalizzate solo

al rilascio dell’attestato di credito formativo di cui al comma 5. Per detti candidati, il riferimento

all’effettuazione delle prove differenziate è indicato solo nella attestazione e non nelle tabelle affisse

all’albo dell’istituto.

14. Le studentesse e gli studenti con DSA partecipano alle prove standardizzate di cui all’articolo 19.

Per lo svolgimento delle suddette prove il consiglio di classe può disporre adeguati strumenti

compensativi coerenti con il piano didattico personalizzato. Le studentesse e gli studenti con DSA

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dispensati dalla prova scritta di lingua straniera o esonerati dall’insegnamento della lingua straniera

non sostengono la prova nazionale di lingua inglese.

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25

4 DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI

4.1 Suddivisione dei compiti

Operatori

scolastici

Tempi Azioni Scopo

Segreteria Quando viene

presentato un

certificato di DSA

Informa il docente F.s Inclusione Attivare le

strategie

opportune

Docente F.S

Inclusione

Nei primi due

mesi di scuola

(settembre-

ottobre) il DSA

viene da un

ordine di scuola

diverso, o

comunque è al

primo anno di

frequenza

Se opportuno, organizza con i docenti di classe un

colloquio con i genitori. Ne informa il Dirigente

Scolastico.

Individuare

situazioni

problematiche

da monitorare

Ascolta la

famiglia

In occasione degli

incontri di

programmazione

dei Team docenti

e nei Consigli di

Classe dei primi

mesi

(eventualmente al

bisogno)

Fornisce tutte le informazioni necessarie ai

docenti della primaria e ai Coordinatori della

SSPG.

L'incontro

precoce con

l'intero T eam

docent i o

con i l

Consiglio, ha

lo scopo di

informare tutti

i docenti della

situazione e

favorire la

presa in carico

dell'alunno da

parte di tutti

gli insegnanti

e la stesura del

PDP.

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Durante l'intero

anno scolastico

Monitora la situazione attraverso un costante

raccordo con il Coordinatore di classe/docenti di

classe alla primaria.

Fornisce, a Coordinatore e docenti, informazioni

circa le disposizioni normative vigenti

Fornisce indicazioni di base su strumenti

compensativi e misure dispensative consigliate e

previste nella certificazione

Collabora, ove richiesto, alla elaborazione di

strategie volte al superamento dei problemi nella

classe con alunni DSA.

Favorire

l'inclusione

dell'alunno

DSA

Coordinatore di

classe (per la

SSPG)

Docenti di classe

(per la Scuola

Primaria)

Durante tutto

l'anno scolastico

Si coordina/-no con il docente F.S. Inclusione e con

il Coordinatore e/o Referente del plesso di

appartenenza. Prende/-no visione della certificazione

diagnostica (e la rende disponibile ai colleghi)

Invita/-no i docenti di classe a scaricare (e

leggere!) dal sito della scuola le Linee guida

allegate al D.M. Luglio 2011

Prevede/-no l’intervento dei genitori (e di un

eventuale tutor) in un incontro ad hoc convocato

nel corso della programmazione o del ricevimento

per raccogliere tutte le informazioni utili per

predisporre il Piano Didattico Personalizzato

Realizza/-no incontri di continuità con i colleghi

della classe (o del grado di scuola) precedente per

condividere i percorsi educativi e didattici

dell’alunno e per non disperdere il lavoro svolto

Predispongono nel primo incontro utile del Team

docenti/Consiglio di classe il PDP entro il 30

ottobre o in tempo utile (massimo un mese) se la

certificazione dovesse giungere in corso d’anno.

Condivide/-no e fa/-nno firmare il PDP alla famiglia

e lo restituiscono entro il 20 dicembre al

Coordinatore di plesso/docente F.S. Inclusione. Funge/-ono da riferimento per la famiglia del DSA

e per i docenti, per le varie problematiche connesse.

Verifica che tutti gli incontri (riunioni del Team e

del Cdc con la famiglia, ecc) e i documenti

prodotti (PDP) siano opportunamente verbalizzati.

A fine anno guidano la stesura della valutazione

del

Favorire

l'inclusione

dell'alunno

DSA

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Docenti della

classe

Durante l'anno

scolastico

Entro il 31 maggio redige/-no la valutazione del

PDP da consegnare al Coordinatore di

plesso/docente F.S. Inclusione.

Si informano in merito alla normativa vigente sui

DSA e prendono visione della certificazione

relativa all’alunno soprattutto ponendo attenzione

alle misure compensative e agli strumenti

dispensativi in essa indicati.

Attuano strategie educativo-didattiche di

potenziamento e di aiuto compensativo.

Adottano misure dispensative.

Attuano modalità di verifica e valutazione adeguate

e coerenti.

Procedono alla documentazione dei percorsi

didattici individualizzati e personalizzati previsti.

Favorire

l'inclusione

dell'alunno

DSA

Dirigente

Scolastico

Durante l'anno

scolastico

Vigila affinché le diverse componenti scolastiche

svolgano la propria azione in maniera coordinata

Inserisce la trattazione di punti specifici sui DSA

all’o.d.g. dei Consigli di classe e verifica che siano

affrontati adeguatamente

Media, insieme al Referente d’Istituto e al

Coordinatore, eventuali situazioni conflittuali con

la famiglia.

Favorire

l'inclusione

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4.2 Tempistica

TEMPI AZIONI SCOPO

AL MOMENTO

DELL’Iscrizione

e /o A

SETTEMBRE

CONSEGNA DELLA

CERTIFICAZIONE1.

Famiglia alla Segreteria Didattica

Informare la scuola dei Bisogni educativi speciali

che l’alunno/a porta con sé.

Aiutare la scuola ad accoglierli e individuare le

modalità per potervi rispondere con le risorse

umane di cui essa dispone.

OTTOBRE

ANALISI DELLA

CERTIFCAZIONE

STESURA DEL PDP

CONFRONTO CON LA FAMIGLIA

Nel corso del primo incontro di

programmazione del Team docenti e

del primo Consiglio di classe, in

cui sono presenti alunni con

certificazione DSA o altri BES.

Se lo si ritiene opportuno convocare

le famiglie o accogliere le richieste

giunte da queste ultime.

Individuare situazioni problematiche da

monitorare

Condividere e ottenere tutte le informazioni dalla

famiglia per redigere il PDP per l’anno scolastico

in corso.

Redigere il PDP per l’anno scolastico in corso e

farlo firmare da tutti gli insegnanti. Consegnare

alla Coordinatrice di p l e s so , c he

u n i t a men te a l l a Fu n zi on e s t ru me n t a l e

e a l D . S . p ro vve d e ran n o a l l ’ a na l i s i

d e l P DP r ea l i zza to e a l l a f i r ma de l

D . S .

NOVEMBRE-

max entro il 15

DICEMBRE

CONDIVISIONE DEL PDP E

FIRMA DELLO STESSO DA PARTE

DELLA FAMIGLIA

Consigli di classe e Team docenti

Ricevere il PDP., approvato dal D.S. e

successivamente il coordinatore di classe (per

la SSPG) e il Team dei docenti (per la scuola

primaria) convoca i genitori dell’alunno DSA

per consegnare il PDP approvato dal Team

docenti/consiglio di classe che verrà

controfirmato anche dai genitori.

GENNAIO

FEBBRAIO

ANALISI DEGLI INTERVENTI

REALIZZATI

Team docenti/ Consigli di classe

per un’ analisi degli interventi sin ora

realizzati in senso allo scrutinio.

Monitorare la situazione , evidenziare le

problematiche presenti per individuare l’efficacia

delle strategie di intervento

MAGGIO COMPILAZIONE DEL MODELLO

DI VALUTAZIONE DEL PDP

Consigli di classe e Team docenti

Monitorare la situazione, evidenziare quali

metodologie, misure compensative e strumenti

dispensativi hanno avuto una particolare

efficacia con l’alunno, delineare gli elementi per

gli interventi per il prossimo anno scolastico.

1 Quando la certificazione viene consegnata durate l’anno scolastico, entro il 30 Aprile, il docente F.S. Inclusione,

unitamente al Coordinatore di Plesso, si attiva informando i colleghi del Consiglio di classe/Team Docenti e quanto prima si

redige il PDP. Se la certificazione dovesse essere fatta prima visionare ai docenti da parte della famiglia, si inviti la stessa a

produrne subito una copia alla Segreteria e i docenti informati passino l’informazione al Coordinatore di Plesso e al docente

F.S. Inclusione.

Se la certificazione viene consegnata dopo il 30 aprile, il Coordinatore informa il Consiglio di classe/TEAM docenti che

attiverà le misure compensative e dispensative adeguate e possibili in base allo stato delle attività didattiche e provvederà alla

verbalizzazione.

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4.3 TABELLA DEI DOCUMENTI E DELLA TEMPISTICA PER ALUNNI CON DSA AI

SENSI DELLA L. 170/2010

DOCUMENTO CHI LO REDIGE QUANDO

Fascicolo personale Il fascicolo personale dell'alunno

presenta una sezione dedicata a

cura del personale di segreteria.

Il fascicolo è conservato nella

Segreteria Scolastica.

Per la consultazione è necessario

prendere appuntamento con il

personale di segreteria preposto e

con il docente referente

dell’Inclusione, che ne gestisce in

luogo sicuro la parte relativa alla

consultazione.

Nel corso della carriera scolastica

dell'alunno. La documentazione

viene raccolta durante tutto l’anno

scolastico e depositata, man

mano, nell’Ufficio alunni

dell’Istituto, dalla famiglia e/o dai

Servizi e dall'insegnante

coordinatore di classe

Diagnosi Attestazione del disturbo.

RELAZIONE CLINICA Fornisce le indicazioni riguardanti

gli strumenti compensativi e le

misure dispensative da adottare.

Neuropsichiatra infantile o

psicologo dell’età evolutiva. La

valutazione diagnostica e clinica

spetta agli specialisti dell’ASL

(neuropsichiatri infantili o

psicologi) o a soggetti accreditati

e convenzionati dalla stessa

oppure a strutture private in cui

operano questi specialisti. Lo

specialista rilascia, anche in un

unico documento, la diagnosi e la

relazione descrittiva delle abilità

strumentali specifiche, sulla base

delle quali il Team Docenti/CdC

definisce gli interventi educativi e

didattici personalizzati, gli

strumenti compensativi e le

misure dispensative da adottare.

All’atto della prima segnalazione.

È aggiornata in caso di passaggio

dell'alunno da un grado di scuola

ad un altro, ovvero quando lo

specialista o psicologo lo ritenga

necessario anche tenendo conto

delle indicazioni della scuola o

della famiglia.

Alla famiglia spetta il compito di

consegnare tutta la

documentazione.

Piano Didattico Personalizzato

(PDP) Percorso educativo basato sulle

caratteristiche evolutive dello

studente e finalizzato ad adeguare

il curricolo alle esigenze

formative dello studente stesso.

Specifica le misure dispensative e

gli strumenti compensativi definiti

nella relazione clinica e adottati

dall'equipe didattica. Questo

documento raccoglie: - la

descrizione della situazione

dell'alunno avvalendosi delle

informazioni contenute nella

relazione clinica e trasmesse dalla

famiglia. - l’individuazione delle

misure dispensative e degli

strumenti compensativi adottati; -

L'insegnante coordinatore di

classe in collaborazione con il

Team docenti/CdC definisce le

linee del PDP e ne cura la stesura

materiale. L’adozione delle

misure stabilite nel PDP è

collegiale. In sede di scrutinio del

primo quadrimestre si monitora

la necessità e l’efficacia delle

strategie e delle misure introdotte.

Se necessario anche, in modo

condiviso con la famiglia,

adattandole ai bisogni e

all’evoluzione dello studente.

Questa condivisione è necessaria

al fine di un utilizzo

maggiormente efficace, sia a casa

che a scuola, degli strumenti

compensativi.

Prima consegna entro il 30

ottobre.

Tre copie da consegnare in prima

battuta all’approvazione del

Dirigente Scolastico.

Poi da condividere con la

famiglia entro i primi di

dicembre e consegnare a

quest’ultima una copia.

Le altre due copie restanti sono da

riconsegnare entro il 15

dicembre per archiviazione nel

Fascicolo dell’alunno: una per

archiviazione, una se necessita di

consultazione.

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la metodologia e le attività

didattiche adeguate alle capacità

dell'alunno; - le modalità di

verifica dell’apprendimento

(colloqui orali, verifiche scritte,

Prove Invalsi [secondo le

indicazioni contenute nei

documenti che annualmente

l’INVALSI pubblica); - i criteri di

valutazione adottati.

Il modello per la stesura del PDP

è presente in versione scaricabile

nella sezione Area Inclusione, sul

sito dell’Istituto.

Valutazione finale

Riscontro delle attività

programmate nel PDP ed efficacia

per i passaggi di consegne

dell’anno successivo, sul modello

di Istituto presente nell’Area

Inclusione del sito.

Docente referente e docenti

curricolari

entro il 31 maggio.

4.4 TABELLA DELLA DOCUMENTAZIONE E DELLA TEMPISTICA PER ALUNNI

CON ALTRI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI - sindrome ADHD (nota min.6013/2009),

svantaggio culturale (linee guida stranieri 2006), famiglie in difficoltà, alunni in ospedale,

istruzione domiciliare (l.285/1997,cm353/1998), direttiva 27/12/2012 , CM 8/2013 e nota

1551/2013.

RILEVAZIONE DELLA SITUAZIONE DI SVANTAGGIO

È compito della scuola rilevare la situazione di svantaggio socio-linguistico-culturale relativo

all’apprendimento e attivare progettualità personalizzate, che possono essere formalizzate in un PDP.

L'equipe dei docenti può redigere una relazione pedagogico-didattica anche in autonomia e/o assumere

quella di uno specialista.

DOCUMENTO CHI LO REDIGE QUANDO

Relazione pedagogico-didattica Contiene un'analisi della

situazione di svantaggio basata su

osservazioni e una valutazione

pedagogico-didattica dei bisogni

rilevati. Può essere supportata da

documentazione proveniente dai

servizi sociali o da specialisti.

Team docenti/Consiglio di Classe. Al momento della rilevazione del

bisogno.

Piano Didattico Personalizzato Percorso educativo basato sulle

caratteristiche evolutive dello

studente e finalizzato ad adeguare,

in termini temporanei, il curricolo

alle esigenze formative dello

studente stesso, per consentirne lo

Il Team docenti (alla primaria) e il

docente coordinatore di classe

(alla SSPG) cura la stesura del

PDP concordato tra docenti,

famiglia ed eventuali altri

operatori; cura la relazione e il

coordinamento del Consiglio di

Ogni qualvolta il Team

docenti/CdC rileva una situazione

di svantaggio tale da

compromettere in modo

significativo la frequenza e il

positivo svolgimento del percorso

di istruzione e formazione. La

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sviluppo delle potenzialità e la sua

piena partecipazione. Indica gli

interventi volti a favorire il

superamento delle situazioni di

svantaggio nonché la prevenzione

dell’abbandono scolastico

Specifica le misure dispensative e

gli strumenti compensativi

adottati da tutti gli insegnanti.

Questo documento raccoglie: - la

descrizione della situazione

dell'alunno avvalendosi delle

informazioni recepite; -

l’individuazione delle misure

dispensative e degli strumenti

compensativi adottati; - la

metodologia e le attività

didattiche adeguate alle capacità

dell'alunno; - le modalità di

verifica dell’apprendimento

(colloqui orali, verifiche scritte,

altro…); - i criteri di valutazione

adottati.

Il modello per la stesura del PDP

è presente in versione scaricabile

nella sezione Area Inclusione, sul

sito dell’Istituto.

classe con la famiglia per quanto

riguarda la comunicazione del

PDP, dei risultati e della

valutazione, promuovendo il

coinvolgimento e la

collaborazione. L’adozione delle

misure è collegiale.

In sede di scrutinio del primo

quadrimestre si monitora la

necessità e l’efficacia delle

strategie e delle misure introdotte.

Se necessario anche, in modo

condiviso con la famiglia,

adattandole ai bisogni e

all’evoluzione dello studente.

condizione di svantaggio può

essere determinata da: a)

particolari condizioni sociali o

ambientali b) difficoltà di

apprendimento.

Valutazione finale

Riscontro delle attività

programmate nel PDP ed efficacia

per i passaggi di consegne

dell’anno successivo sul modello

di Istituto presente nell’Area

Inclusione del sito

Docente referente e docenti

curricolari

entro il 31 maggio.

4.5 RILEVAZIONE DEI CASI SOSPETTI DI DSA E SEGNALAZIONE AI SERVIZI

TERRITORIALI DELL’ASL.

La scuola, ove dispone di professionalità presenti e di specifiche azioni progettuali, è disponibile a

svolgere attività di screening e/o individuazione precoce dei casi di DSA - distinguendoli da

difficoltà di apprendimento di origine socio-ambientale e consigliare alle famiglie di avviare un

percorso diagnostico presso i servizi sanitari competenti (Lg. 170/2010 art.3).

L'iter previsto dalla Legge si articola in tre fasi:

1. individuazione degli alunni che presentano difficoltà significative in lettura, scrittura, calcolo;

2. attivazione di percorsi didattici mirati al recupero di tali difficoltà;

3. segnalazione dei soggetti “resistenti” all'intervento didattico.

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Gli strumenti che il nostro Istituto potrebbe utilizzare per la rilevazione sono:

per la scuola dell’Infanzia

Somministrazione delle prove prerequisiti lettura e Scrittura P.P.L.S di Sabbadini, De

Cagno, Mazzotti (aprile-maggio degli alunni cinquenni).

per la scuola Primaria

prove collettive strutturate in dettato di 16 parole della lista di G. Stella e prove MT (per

l’italiano) e ACMT (per la matematica) di C. Cornoldi (il monitoraggio degli apprendimenti

avviene in classe seconda primaria – fine gennaio e fine maggio);

schede di passaggio alla scuola secondaria di I grado.

Ove si ravvisino difficoltà nell’apprendimento, per le quali i soli interventi didattici anche

personalizzati non sono sufficienti e risolutivi, il Team docenti/Consiglio di classe informa la

famiglia dell’alunno/a e la invita ad avviare un percorso di valutazione per l’accertamento o

l’esclusione della presenza di eventuali disturbi. La scuola, ricevuta l’adesione dei genitori o di chi

ne esercita la potestà, invia tramite apposito modulo al TSMREE (Servizio di Tutela Salute

Mentale e Riabilitazione Eta' Evolutiva) dell’Asl di competenza dell’alunno/a una segnalazione

sulle difficoltà manifestate a scuola per avviare e sostenere il percorso diagnostico intrapreso o da

intraprendere.

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5. SITUAZIONI DI SVANTAGGIO

Nel presente protocollo viene inglobato il protocollo di Accoglienza degli Alunni Stranieri, in

quanto rientranti tra gli Alunni con Bisogni Educativi speciali.

5.1 “ACCOGLIENZA”

L’arrivo sempre crescente di famiglie migranti sul territorio, impegna la scuola ad accogliere in

modo responsabile ed efficace i bambine e le bambine che scelgono di iscriversi al nostro Istituto.

Il momento dell’arrivo è molto delicato poiché richiede di compiere, in tempi relativamente brevi,

delle scelte importanti che costituiranno le basi dell’integrazione e del processo insegnamento-

apprendimento, e, in prospettiva, del successo scolastico del/la nuovo/a arrivato/a.

Accogliere questi/e alunni/e, dunque, significa predisporre per loro e per le loro famiglie un clima

favorevole all’inserimento nel nuovo contesto sociale e culturale, a cominciare proprio dalla scuola,

talvolta la prima realtà istituzionale con la quale vengono a contatto. Il quadro normativo,

imperniato sull’autonomia delle istituzioni scolastiche, con D.P.R. n. 275/99, rappresenta lo

strumento principale per affrontare tutti gli aspetti, come quello dell’integrazione degli stranieri, che

richiedono la costruzione di appropriate e specifiche soluzioni.

Nel disegnare il PROTOCOLLO PER L’ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI STRANIERI la nostra

scuola si è ispirata in particolare alla C.M. n. 24/2006 “LINEE GUIDA PER L’ACCOGLIENZA E

L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI”, la quale ne indica i criteri di articolazione e

di attuazione. Per il quadro normativo di riferimento si rimanda all’allegato relativo che contiene

tutta la normativa raccolta.

Le strategie di accoglienza si basano su quattro momenti fondamentali:

1. ISCRIZIONE: FASE AMMINISTRATIVO-BUROCRATICA - in carico alla Segreteria

2. ACCOGLIENZA: FASE COMUNICATIVO-RELAZIONALE - in carico al DIRIGENTE

SCOLASTICO/Primo Collaboratore del D.S. + Docente Responsabile di plesso.

3. INSERIMENTO: FASE EDUCATIVO DIDATTICA - in carico ai docenti della classe di

inserimento 4. CONDIVISIONE: FASE SOCIALE - trasversale

5.1 ISCRIZIONE

Un incaricato della Segreteria Alunni si occupa di tutti i passaggi relativi all’iscrizione dell’alunno.

In particolare: - Comunica al D.S. l’arrivo del nuovo alunno; - Riceve la documentazione relativa

all’alunno, comprese le certificazioni (con traduzione in lingua italiana effettuata dagli uffici

competenti); - Formalizza l’iscrizione attraverso l’apposita modulistica che contiene: - Richiesta

dati anagrafici e scolarità; - Tempo scuola offerto; - Scelta di avvalersi/non avvalersi dell’I.R.C. -

Chiede la firma di entrambi i genitori; - Consegna il libretto delle giustificazioni; - Richiede le

vaccinazioni e, qualora non effettuate, ne dà comunicazione al Dirigente Scolastico; - Raccoglie

eventuali deleghe a prendere il minore; - In un secondo momento comunica alla A.S.L. i dati

relativi alle vaccinazioni. - Eventuale richiesta di un mediatore culturale (risorse interne o del

territorio)

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5.2 ACCOGLIENZA

La fase 2 (ACCOGLIENZA): Il Dirigente Scolastico/Primo Collaboratore del D.S. incontra la

famiglia, raccoglie la comunicazione su eventuali certificazioni e/o problematiche di tipo

familiare/sociale; illustra le caratteristiche della scuola (orario/organizzazione) ecc.. Sentita la

Segreteria didattica e i docenti responsabili di plesso, assegna la classe all’alunno. I tempi di

assegnazione dell’alunno alla classe, dovrebbero, nei casi ordinari, essere congrui e l’inserimento va

reso possibile restando nei tempi tecnici di acquisizione della domanda e della documentazione

anagrafica/scolastica/medica necessaria.

I CRITERI DI ASSEGNAZIONE SEGUITI sono quelli indicati dalla normativa vigente (DPR

394/99 Art.45 Commi 1-2): - I minori stranieri soggetti all’obbligo scolastico vengono iscritti alla

classe corrispondente all’età anagrafica, salvo che il collegio dei docenti deliberi l’iscrizione ad una

classe diversa tenendo conto: o dell’ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell’alunno,

che può determinare l’iscrizione ad una classe, immediatamente inferiore o superiore rispetto a

quella corrispondente all’età anagrafica; o dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di

preparazione dell’alunno; o del corso di studi eventualmente seguito dall’alunno nel Paese di

provenienza; o del titolo di studio eventualmente posseduto dall’alunno.

Nella scelta del plesso e della classe di destinazione si sono tenuti in considerazione:

a) la richiesta della famiglia, se compatibile con i punti successivi;

b) il numero di alunni per classe;

c) il numero di alunni stranieri già presenti nella classe;

d) eventuali inserimenti precedenti (specialmente se principianti assoluti);

e) eventuale presenza di alunni con disabilità; f) bilanciamento maschi/femmine;

5.3 INSERIMENTO

La fase 3 (INSERIMENTO) è di competenza didattico-pedagogica: I docenti della classe elaborano

il curricolo dell’alunno/a neo arrivato/a e condividono il piano degli interventi di supporto, come il

corso di It-L2 e l’ausilio di testi semplificati. La letteratura di riferimento ritiene che debbano essere

considerati neo-arrivati coloro che sono inseriti in un percorso scolastico da meno di due anni.

Occorre ricordare che i tempi per l’acquisizione della lingua per lo studio possono essere anche

lunghi e sono comunque non omogenei, come ricordano le citate LINEE GUIDA (CM. 24 2006 -

parte II, C4 p. 12): “(…) La lingua per comunicare può essere appresa in un arco di tempo che può

oscillare da un mese a un anno, in relazione all’età, alla lingua d’origine, all’utilizzo in ambiente

extrascolastico. Per apprendere la lingua dello studio, invece, possono essere necessari alcuni anni,

considerato che si tratta di competenze specifiche (…)”. Trascorso un periodo di osservazione, non

oltre una settimana, i docenti possono documentare, con apposita relazione a sostegno, la proposta

di assegnazione ad altra classe (superiore/inferiore) in base alle abilità eventualmente emerse o alle

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difficoltà evidenziate. (A questo proposito si precisa che nessun docente in questi anni ha mai

segnalato con tale motivata relazione l’opportunità di passaggio ad altra classe per alunni stranieri

inseriti ad inizio o nel corso dell’anno scolastico. L’organizzazione delle fasi 3-4 ha funzionato

bene, e ha evitato che si ricorresse a modalità più macchinose di gestione con coinvolgimento di

commissioni di docenti di più classi che dovrebbe essere ripetutamente convocata con tempi

organizzativi imprevedibili e, ancor peggio, tempi di inserimento effettivo in classe ancor più

incerti.

5. 4 CONDIVISIONE

Per la fase 4 (CONDIVISIONE), si propone il seguente piano:

COMPITI TEMPISTICA

Informa la Dirigenza scolastica

della domanda di iscrizione.

- Riceve la documentazione

relativa all’alunno, comprese

certificazioni; - Formalizza

l’iscrizione

Incaricato della Segreteria Alunni All’arrivo della famiglia

- Il D.S. informa il docente

Coordinatore di plesso.

Il Dirigente Scolastico/ Primo

Collaboratore del D.S

Non appena coinvolta dalla

segreteria

- Incontra la famiglia

- Incontra l’alunno

-comunica ai docenti di classe

l’arrivo del nuovo alunno

Il Dirigente Scolastico/ Primo

Collaboratore del D.S.

Entro 24 ore dalla comunicazione

della segreteria

Al termine degli incontri

Accoglie l’alunno in classe

- Relazione sull’opportunità di

cambio classe

Team dei docenti / Coordinatore

di classe

Al suo ingresso a scuola Entro

una settimana dall’inserimento

nella classe

5.5 INTERVENTO DIDATTICO

Pur non esistendo una certificazione ad hoc, che definisca le situazioni di svantaggio, permangono

per l’intervento con essi suddivisione dei compiti, tempistica e fasi per la redazione, applicazione e

valutazione del Piano Didattico personalizzato (sopra esplicitate) che la Scuola intende attivare per

rispondere ai loro Bisogni educativi Speciali, unitamente agli interventi di recupero e

potenziamento della lingua come L2 nelle azioni progettuali curriculari ed extracurricolari che

l’Istituto attiva.