"Prossima fermata: domani", la ricerca di Nomisma sulla stazione AV Mediopadana di Reggio
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La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
LA STAZIONE AV MEDIOPADANA: UN’OPPORTUNITÀ DI SISTEMA
Novembre 2015
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
2
Gruppo di lavoro
Nomisma Spa – Società di Studi Economici Costanza Arlotti
Francesco Capobianco
Tito Casali
Alberto Corazza
Maria Cristina Perrelli Branca
Paola Piccioni
Boris Popov
Giulio Santagata
Luigi Scarola
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
3
Indice Premessa ............................................................................................................................................... 4
1. Declinazione del sistema di trasporto AV nello scenario internazionale ............................................ 5
1.1. Diffusione del sistema AV e differenti modalità di sviluppo ............................................................. 5
1.2. Modelli localizzativi delle stazioni AV .............................................................................................. 12
1.3. Impatto dell’AV sui sistemi urbani................................................................................................... 13
1.4. Logiche generali di insediamento e fattori di cui tenere conto per lo sviluppo dell’AV ................. 18
2. Elementi del contesto socio-economico reggiano ........................................................................... 24
2.1 Il sistema socio-economico reggiano .............................................................................................. 24
2.2 Gli scenari immobiliari ..................................................................................................................... 33
3. La Stazione AV Mediopadana ........................................................................................................ 41
3.1 La taglia urbana e il potenziale bacino di attivazione...................................................................... 41
3.2 L’ubicazione ..................................................................................................................................... 43
3.3 Le caratteristiche dell’offerta di trasporto ...................................................................................... 46
3.4 L’indagine diretta: il punto di vista degli utenti............................................................................... 51
Riflessioni conclusive ........................................................................................................................... 64
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
4
Premessa
Sin dalla sua progettazione la stazione alta velocità Mediopadana è stata oggetto di
dibattito e di valutazioni controverse. Per alcuni era un prezzo da pagare alla collettività
locale a mitigazione dell’impatto della linea Alta Velocità Ferroviaria (AV), per altri un
“monumento”, un segno importante dal punto di vista architettonico e poco altro, per altri
ancora una occasione di sviluppo del territorio. Per nessuno era quello che essenzialmente è
diventata: una stazione ferroviaria.
Lo studio prende le mosse proprio dalla constatazione - forse banale - che la
Mediopadana è diventata proprio una stazione del sistema ferroviario ad alta capacità del
nostro Paese e cerca di valutarne il ruolo attuale e potenziale in questo sistema e di
evidenziarne la portata di cambiamento nella organizzazione territoriale interna ad una area
in trasformazione, specie nel suo posizionamento competitivo rispetto alle aree
metropolitane del Paese.
Mediopadana è oggi una stazione che serve, in media, oltre 2.500 utenti al giorno
provenienti da un bacino interprovinciale con un potenziale di ulteriore crescita stimabile in
almeno altri 1.000 passeggeri già a partire dal 2016.
Rappresenta un unicum nel panorama dei sistemi AV europei, sia per la sua
caratteristica di nodo di intermodalità ferro/gomma, sia per il fatto di essere al servizio di
una area vasta fortemente policentrica, ricca di dotazioni produttive e di funzioni urbane che
la rendono non direttamente dipendente dalle aree metropolitane.
Molte delle esperienze europee di stazioni simili hanno teso a dare risposta a domande
locali di maggiore accessibilità alle aree forti per ridurre fenomeni di progressiva marginalità.
La stazione Mediopadana non è chiamata a svolgere un mero ruolo di canale di
accesso alle funzioni concentrate nelle città principali servite dalla rete AV ma, date le
caratteristiche e le risorse distintive dell’area, può ambire a rappresentare anche un
poderoso strumento di crescita della attrattività dell’area Mediopadana.
Questo duplice ruolo di porta di uscita e di porta di ingresso, a nostro avviso, deve
guidare l’ulteriore potenziamento dei servizi di accessibilità specifici della infrastruttura
stazione e contemporaneamente favorire politiche e investimenti del territorio per
accrescere il proprio potenziale di attrazione nei confronti di imprese, funzioni avanzate e
residenza.
Lo studio avanza alcune indicazioni sugli interventi necessari per il potenziamento della
stazione, la sua fruibilità e la sua visibilità. Contemporaneamente sottolinea la forza almeno
potenziale di alcune risorse dell’area e l’esigenza di un loro potenziamento, in gran parte
legato alla capacità di una progettazione di sistema, per evitare che una accresciuta
accessibilità alla aree più forti si traduca in un drenaggio delle risorse migliori lasciando alle
aree locali un ruolo legato alla residenza e ai servizi urbani di base.
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
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1. Declinazione del sistema di trasporto AV nello scenario internazionale
1.1. Diffusione del sistema AV e differenti modalità di
sviluppo
La creazione di un sistema articolato ed esteso di infrastrutture che vede la
realizzazione di nuove linee ferroviarie o alternativamente il potenziamento
di linee esistenti sulle quali far transitare convogli capaci di viaggiare ad alta
velocità riveste un’importanza strategica nei piani di sviluppo di un paese e si
accompagna a importanti interventi di realizzazione, riorganizzazione
trasportistica e, talvolta, di riqualificazione delle aree attraversate.
Ciò implica la necessità di investire ingenti risorse tramite politiche di ampio
respiro nonché di lungo periodo, capaci di mettere a sistema e far fruttare
quelli che sono i potenziali benefici di una rete di trasporto e collegamento
di questo tipo.
Secondo i criteri che identificano il servizio di AV fornita dalla UIC1 (tra cui
una velocità limite superiore ai 250 km/h) e tenendo conto sia delle linee in
servizio che di quelle in costruzione, la Cina appare come il paese che più ha
investito su questa modalità di trasporto (circa la metà delle linee AV
mondiali), seguita a grande distanza dal Giappone e dalle maggiori economie
dell’Unione Europea: Spagna, Francia, Germania e, in misura minore Italia.
Tab. 1.1 – Linee o sezioni di linee a velocità superiore ai 250 km/h, Anno 2014
In servizio (km) In costruzione (km) Totale (km)
Cina 11.132 7.571 18.703
Giappone 2.664 779 3.443
Spagna 2.515 1.308 3.823
Francia 2.036 757 2.793
Germania 1.352 466 1.818
Italia 923 125 1.048
Turchia 688 469 1.157
Corea del Sud 412 247 659
USA 362
362
Taiwan 345 9 354
Paesi Bassi 120
120
Regno Unito 113 543 656
Austria 48 201 249
Svizzera 35 72 107
Fonte: UIC International Union of Railways
1 International Union of Railways
Paesi leader per utilizzo di linee AV
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
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Appare evidente osservando la tabella come l’AV abbia trovato terreno
fertile in paesi ad alta capacità di spesa e con economie sviluppate o in pieno
sviluppo.
Tuttavia, il livello o il tasso di crescita economica di un paese non è l’unico
fattore determinante nell’indurre i policy maker a perseguire tale scelta
strategica. Infatti, se da una parte la Cina si afferma tra le principali potenze
mondiali come il paese leader nell’AV, viceversa si registra una pressoché
totale assenza di tale modalità di trasporto negli USA.
Assimilando i due paesi per ampiezza territoriale (prescindendo dal grande
divario di popolazione) e una morfologia insediativa per molti aspetti
somigliante (presenza di grandi megalopoli distanti fra loro), si intuisce come
la decisione di impiantare una rete di AV sia, in realtà, una scelta politico-
culturale che ha radici molto profonde.
Negli USA, infatti, il mezzo aereo e i mezzi su gomma hanno sempre avuto
una grande prevalenza nell’ambito del trasporto passeggeri. A questo
riguardo, è significativo citare che i primi progetti di AV discussi nel
Parlamento USA (1989) prevedevano l’AV come modalità di puro
collegamento con nuovi aeroporti da costruire lontano dai core
metropolitani. Tuttavia, in tempi recenti, il quadro statunitense sta subendo
delle modificazioni e si assiste all’ elaborazione di progetti di AV che
dimostrano, in particolare, un forte interesse non solo per il modello
organizzativo spagnolo, ma anche per le imprese spagnole produttrici di
materiale rotabile.
Una volta decisa la strada dell’AV, in generale, si possono identificare alcune
differenze tra paesi che possono condizionare in maniera decisiva lo
sviluppo, la struttura e la gestione delle reti e degli esercizi della stessa AV.
Tra queste si segnalano:
1. differenze sotto il profilo delle strutture insediativo-territoriali;
2. differenze tecnologiche e gestionali;
3. differenze nelle scelte di liberalizzazione delle reti AV.
Delimitando l’analisi all’ambito europeo, si osserva innanzitutto una grande
disparità di morfologie insediative fra Francia e Spagna, da un lato, e
Germania dall’altro.
Francia e Spagna sono nazioni fortemente segnate dalla centralità delle
rispettive capitali. In entrambi i paesi sono presenti altre importanti
conurbazioni, le quali, risultando ben distanziate fra di loro e ai limiti dei
Le differenze tra paesi all’origine dei diversi modelli di AV
AV: non solo una questione economica
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
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confini nazionali offrono le condizioni ideali per struttutare un collegamento
ferroviario AV.
Il fatto che le capitali abbiano una taglia e un ruolo politico, economico e
istituzionale molto forte e centripeto, comporta che la rete AV abbia una
tipica forma a “stella”, come si può osservare dalla figura esemplificativa del
caso francese.
Fig. 1.1 – Rete Alta Velocità in Francia
Fonte: Eurail
La rete a forma di “stella”, tuttavia, non risulta essere molto efficiente: essa
infatti implica che tutte le relazioni passino per il centro e, quindi, che le
relazioni fra i nodi al di fuori del centro debbano essere indirette e molto
allungate.
E’ anche per questo motivo che gran parte degli sviluppi recenti dei progetti
AV francesi e spagnoli è volta a sviluppare relazioni dirette extra centrali, o
quantomeno a diramare relazioni a partire dagli assi centrali che puntano
verso le capitali.
Pur avendo la Germania una capitale di grande peso metropolitano, la
situazione tedesca è completamente diversa, in quanto, dal punto di vista
geografico l’AV si sviluppa in maniera eccentrica, più vicina a gran parte del
territorio polacco che di quello tedesco.
Il principale modello insediativo tedesco è quello che si sviluppa sull’asse
renano caratterizzato da diverse grandi conurbazioni, imbricate fra di loro,
ciascuna formata da numerose piccole e medie città. Ne consegue che
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
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questo vastissimo territorio sia attraversato da numerose relazioni, con un
alto tasso di dispersione rispetto al modello ideale per l’AV, ovvero quello
che istituisce un ristretto numero di rapporti diretti fra poche grandi
conurbazioni distanziate.
Fig. 1.2 – Rete Alta Velocità Germania
Fonte: Eurail
Anche rispetto agli aspetti tecnici e gestionali, la differenza più appariscente
con riferimento al modello di esercizio è quella fra la Germania e gli altri
paesi menzionati.
Data la struttura territoriale tedesca ampiamente policentrica e, per così
dire, “entropica”, risulta improponibile un modello che “salti” gran parte del
territorio per collegare ad alta velocità soltanto pochi poli. Attualmente le
velocità da 300 chilometri all’ora si possono raggiungere solo in tratte
limitate, come Colonia-Francoforte o Norimberga-Ingolstadt. Tutto il resto
della rete tedesca penetra in vaste agglomerazioni dove la velocità viene
limitata e diviene necessario prevedere un numero rilevante di fermate. Così
succede spesso che i treni ad Alta Velocità ICE subiscano in modo diffuso la
concorrenza dei treni locali che lavorano su tratte limitate.
La figura seguente mostra la più generale differenza di esercizio fra il
modello tedesco, da una parte, e quelli francese e spagnolo dall’altra.
Il modello di esercizio: aspetti tecnici e gestionali
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
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Fig. 1.3 – Modelli di esercizio tedesco, francese e spagnolo
Il modello di esercizio tedesco si miscela offrendo una gamma molto ampia
di cadenze orarie, velocità commerciali e relazioni interurbane dirette,
andando ad attenuare i pregi dell’AV.
Il modello franco-spagnolo, essenzialmente monocentrico e, comunque,
gerarchizzato su un numero ristretto di poli distingue nettamente le relazioni
AV, che “saltano” il territorio dalle relazioni a breve e medio raggio, le quali
vengono affidate a modelli di esercizio tradizionali.
Andando nel dettaglio delle singole specificità nazionali, anche fra Francia e
Spagna si aprono notevoli divergenze, come quelle sotto il profilo
tecnologico.
In Francia, il sistema delle linee direttamente dedicate ai treni ad Alta
velocità può essere allargato a gran parte delle linee tradizionali, nel senso
che treni AV possono viaggiare, sia pure con riduzione di velocità, su linee
tradizionali aggiornate. Questo permette di aderire maggiormente al
territorio, inviando treni su tratte di collegamento con città intermedie, sia
pure al prezzo di una doppia diminuzione di performance (riduzione di
velocità sulla tratta tradizionale, perdita di tempo per fermate, accelerazioni
e decelerazioni in stazioni intermedie).
Ben diversa è la situazione spagnola nella quale lo storico divario di
scartamento fra le ferrovie nazionali (1,672 metri) e le ferrovie estere (1,435
metri) impone importanti vincoli. In Spagna la costruzione delle linee AV è
avvenuta con standard europei per evidenti ragioni di integrazione e, di
conseguenza, le nuove linee AV sono nettamente distinte dalle linee
tradizionali, pur esistendo un certo numero di treni bimodali che può
passare da una rete all’altra. Ne consegue che le decisioni di ampliamento
dell’offerta AV, anche a realtà intermedie e anche tramite relazioni
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
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interregionali non mediate dal polo madrileno, avvengano sulle linee ad AV,
tramite modelli di esercizio differenziati. In particolare, a partire dal vasto
hinterland madrileno, recentemente viene proposto un servizio tramite
“navette veloci”.
In Francia questa miscela di esercizi (inter-metropolitani, interregionali,
navette) non viene vista di buon occhio, in quanto degenerazione del
servizio AV, tipicamente inter-metropolitano. Tuttavia, in seguito alle
fortissime pressioni locali di comunità che non vogliono “veder passare i
treni”, pur rimanendo fondamentale la lunga percorrenza, molte varianti di
esercizio (con utilizzo di ferrovia tradizionale) affiancano una maggiore
diramazione della rete (costruzione di assi AV in direzioni non mono-
centrate su Parigi).
Scendendo nel dettaglio dei singoli casi, le metropoli con più di un milione di
abitanti, quattro in Spagna e quattro in Francia, sono tutte servite dalla AV.
Uno scarto fra i due paesi comincia a notarsi osservando le conurbazioni tra i
500.000 e il milione di abitanti: mentre tutti i sei sistemi urbani francesi sono
serviti, solo due dei sette sistemi urbani spagnoli hanno una stazione ad AV.
Il divario diventa poi molto ampio con i sistemi urbani tra i 200.000 e i
500.000 abitanti e i 100.000 e i 200.000: nel primo caso 20 su 22 sistemi
sono serviti in Francia e solo 3 su 21 in Spagna; mentre nel secondo caso 18
su 22 continuano ad essere serviti in Francia ma solo 3 su 37 in Spagna.
E’ importante qui ribadire che la principale causa di questa difformità tra
Francia e Spagna è riconducibile alla possibilità, presente in Francia e non in
Spagna, di far passare agevolmente treni AV dalle linee attrezzate
appositamente alle linee tradizionali. Questa è anche la ragione per la quale
se consideriamo i sistemi urbani con meno di 100.000 abitanti (928 in
Francia, 683 in Spagna) ben l’8% di essi in Francia è servita da AV, mentre la
percentuale scende a livelli comparativamente trascurabili in Spagna.
Tab. 1.2 – Ripartizione delle agglomerazioni servite da treni AV per taglia urbana
Metropoli oltre 1 mln
da 500.000 a
1 mln
da 200.000 a 500.000
da 100.000 a 200.000
< 100.000
FRANCIA
Totale città 4 6 22 22 928
Totale città servite
4 6 20 18 74
% città servite 100% 100% 90% 82% 8%
SPAGNA
Totale città 4 7 21 37 683
Totale città servite
4 2 3 3 12
% città servite 100% 30% 14% 8% 1,7%
Fonte: elaborazioni Nomisma
Il modello di esercizio: la rete
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
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Infine, va evidenziato che le scelte tecnologiche e di esercizio vengono
solitamente influenzate da un altro fattore rilevante quale la promozione del
“campione nazionale” nel campo delle costruzioni ferroviarie e nella
competizione fra treni ad Alta velocità: Siemens per la Germania, Alstom per
la Francia, Talgo per Spagna e Trevi per l’Italia.
È il caso di sottolineare che, all’interno del panorama europeo, la situazione
è fortemente variegata anche relativamente agli assetti proprietari. A partire
dagli inizi degli anni ’90, infatti, Italia, Spagna e Francia hanno aderito alla
prima e fondamentale distinzione che apriva alle liberalizzazioni dello spazio
ferroviario europeo; la netta separazione fra il gestore unico della
infrastruttura ferroviaria (binari e stazioni) e gli imprenditori di trasporto (fra
i quali si doveva scatenare la concorrenza per gli esercizi).
In realtà, praticamente solo l’Italia vede una modesta concorrenza con
l’ingresso del gestore privato (Nuovo Trasporto Viaggiatori, Italo) a fianco di
Trenitalia, mentre più in generale l’impostazione concorrenziale pura è in
netto arretramento.
In Germania l’intera gestione AV viene operata da Deutsche Bahn (DB), una
holding della quale lo Stato Federale possiede il 100%.
DB guida un certo numero di filiali specializzate: DB Netz per le reti; DB
Station & Service per le stazioni passeggeri; DB Fernverkehr per le grandi
linee qualunque sia la velocità; DB Regio per i treni regionali; DB Schenker
rail per le merci; oltre ad acquisizioni o partecipazioni ad altre società.
La Francia sta muovendosi nella stessa direzione: una impresa pubblica a
carattere industriale e commerciale, EPIC, gestisce con SNCF (Société
Nationale des Chemins de fer Français) e le sue diramazioni ogni aspetto
della infrastruttura e della gestione di linee tradizionali e di linee LGV (Lignes
à grande vitesse). Teoricamente la concorrenza dovrebbe sussistere
quantomeno nelle relazioni interstatali.
Tuttavia, data la situazione di monopolio dei gestori e la enorme difficoltà di
investimenti e gestioni per gli operatori privati, la concorrenza delle tratte
interstatali viene semplicemente sostituita da contrattazioni e accordi che
riducono in modo limitato e governato l’intangibilità dei mercati nazionali.
Altri aspetti rilevanti
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
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1.2. Modelli localizzativi delle stazioni AV
I fattori localizzativi dell’AV sono condizionati da elementi eterogenei che
spesso ne condizionano il successo e gli effetti sul territorio.
Per definire la grandezza della città prendiamo in considerazione la taglia di
popolazione delle cosiddette “aree urbane”, concetto molto variabile da
nazione a nazione ma in grado di fornire un ordine di grandezza.
Prenderemo in considerazioni gli esempi francesi e spagnoli, in quanto più
direttamente comparabili e utilizzabili per opportune consideraioni sul caso
di Reggio Emilia.
Mettendo da parte Parigi, decisamente fuori scala, nel caso di Marsiglia
(1.620.000 abitanti) è la stessa stazione storica centrale a funzionare come
stazione AV.
Nel caso di Lilla (1.140.000 abitanti) una nuova stazione AV, posizionata sulla
linea AV, si affianca alla stazione storica a cui afferiscono reti tradizionali.
Nel caso di Lione (1.650.000 abitanti) la configurazione di Lilla viene
arricchita da una linea AV di aggiramento della conurbazione sulla quale è
piazzata una stazione AV al servizio dell’Aeroporto internazionale.
La configurazione delle medie e piccole città cambia invece radicalmente.
Fra gli esempi citati, solo il caso di Le Mans (304.000 abitanti) impiega la
stazione centrale tradizionale, dal momento che il raccordo con la linea
esterna ad AV avviene attraverso una tratta tradizionale.
In ogni altro caso si tratta di stazioni AV nuove dislocate in posizione
pericentrale, ma soprattutto periferica.
Ad Avignone (420.000 abitanti) o Reims (410.000 abitanti) la stazione AV ai
bordi dell’agglomerazione si connette alla stazione centrale tramite
l’incrocio di linea AV e di linea tradizionale.
A Macon (190.000 abitanti) o Vendome (170.000 abitanti) la linea AV passa
lontano dall’agglomerazione e la stazione AV è totalmente disconnessa con
la rete tradizionale.
A Valence (350.000 abitanti) o Besançon (270.000 abitanti) la linea e la
stazione AV sono lontane dall’agglomerazione, ma sono connesse
variamente alla rete tradizionale.
Infine i casi bipolari dell’Alta Piccardia e soprattutto della regione Lorena,
che vede le due aree urbane di pari dimensione, Metz e Nancy
(complessivamente 890.000 abitanti) lontane dall’asse AV sul quale si
trovano due stazioni in un complesso piuttosto disfunzionale, nato dal
disaccordo fra le due comunità.
Ubicazione delle stazioni AV in Francia
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
13
Una situazione affine a quella francese si ritrova anche nelle tipologie di
localizzazione delle stazioni AV in Spagna, in dipendenza della taglia urbana
delle città servite. Anche in questo caso le grandi metropoli preferiscono una
localizzazione centrale, in quanto:
- la localizzazione centrale massimizza il bacino di gravitazione
dell’utenza;
- questa massimizzazione passa attraverso l’integrazione modale che si
effettua nella piattaforma centrale: reti di autobus urbani, treni
regionali, spesso ampia disponibilità di parcheggi;
- esistono forti possibilità di valorizzazione immobiliare con la
valorizzazione delle aree dismesse nella vecchia stazione ed
eventualmente nelle aree ricavabili attorno alla stazione pericentrale,
che talvolta sorge in zone di dismissione industriale.
Certo si paga un prezzo non trascurabile: l’ingresso in stazione centrale
comporta la penetrazione in agglomerati grandi e densi, con rilevantissimi
costi di costruzione e forti riduzioni di velocità (anche se frequentemente le
grandi città sono le terminali del viaggio).
Questo modello di centralizzazione urbana riguarda tutte le metropoli
maggiori (Madrid, Barcellona, Valencia, Siviglia e Malaga) la cui area urbana
supera largamente il milione di abitanti. Tuttavia si ritrova anche in località
di taglia più ridotta come Alicante e Saragozza (intorno ai 700.000 abitanti) o
ancora inferiore come Valladolid e La Coruña (circa 400.000 abitanti).
1.3. Impatto dell’AV sui sistemi urbani
Delineate le principali caratteristiche localizzative delle stazioni AV, si tratta
ora di entrare più nel merito delle strategie che hanno preparato l’ingresso
della AV nei sistemi urbani e di offrire qualche valutazione dei risultati.
Escludendo dall’analisi le grandi metropoli, le cui dinamiche sono
completamente fuori scala rispetto ai casi che più si avvicinano alla
situazione di Reggio Emilia e del suo hinterland, prendiamo in primo luogo in
considerazione i sistemi urbani di taglia inferiore a quella reggiana.
In questi casi la capacità di assorbire e valorizzare l’impatto della AV è stata
complessivamente debole e attivata con un certo ritardo.
La taglia modesta delle agglomerazioni, ma anche la prevalente perifericità
delle aree interessate all’insediamento delle stazioni hanno certamente
Sistemi urbani di taglia “piccola”
Ubicazione delle stazioni AV in Spagna
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
14
contribuito ad una carenza di organici progetti di sviluppo economico e
urbano capaci di far leva sulla AV in qualità di moltiplicatore.
La tabella seguente fornisce un quadro sintetico dei risultati di valorizzazione
economica, residenziale, turistica di sistemi urbani francesi e spagnoli di
taglia significativamente inferiore a quella di Reggio Emilia e del suo
hinterland (il più grande Calais raggiunge i 206.000 abitanti).
Tab. 1.3 – Stato di realizzazione delle strategie di valorizzazione, Anno 2012
Profilo urbano
Valorizzazione economica
(creazione di zone di attività)
Valorizzazione residenziale
(costruzione di nuovi alloggi)
Valorizzazione turistica
(Organizzazione o promozione
turistica)
Le Creusot (1981)-nuova stazione periferica
Polo industriale Parzialmente
realizzata
Macon (1981)- nuova stazione periferica
Polo terziario, prefettura di dipartimento
Realizzata Parzialmente
realizzata
Vendome (1990)- nuova stazione periferica
Polo terziario Parzialmente
realizzata Non realizzata
Parzialmente realizzata
Calais (1993)- nuova stazione periferica
Polo industriale, sotto-prefettura di dipartimento
Ciudad Real (1992)- nuova stazione periferica
Polo terziario, capitale di provincia
Realizzata Realizzata Parzialmente
realizzata
Puertollano (1992)- Stazione centrale rinnovata
Polo industriale
Calayud (2003)- Stazione rinnovata periferica
Polo terziario e agricolo
Non realizzata Parzialmente
realizzata Parzialmente
realizzata
Guadalayara-Yebes (2003)- nuova stazione periferica
Polo terziario e agricolo
Parzialmente
realizzata Non realizzata
Puente Genil – Herrera (2003)- nuova stazione periferica
Poli agroindustriali
Non realizzata Non realizzata
Antequerra (2006)- nuova stazione periferica
Polo agricolo e logistico
Non realizzata Non realizzata
Segovia (2007)- nuova stazione periferica
Polo terziario e agricolo, capitale
di provincia Non realizzata Non realizzata
Parzialmente realizzata
Fonte: elaborazioni Nomisma
La valorizzazione economica, misurata tramite la realizzazione di zone di
attività collegate alla stazione, appare molto ridotta e solo in pochi casi
realizzata in tutto o parzialmente. Si nota una distribuzione analoga per
quanto riguarda gli investimenti e i risultati degli investimenti immobiliari
residenziali.
Un po’ più vivace risulta, invece, la valorizzazione turistica, che ha visto
parziali realizzazioni in un certo numero di casi. Per contrappunto con i
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
15
sistemi urbani di taglia modesta, passiamo ora a considerare qualche caso di
sistema urbano di taglia media o medio-grande.
Per quanto riguarda casi di taglio urbano leggermente superiore a quello di
Reggio-Emilia, considereremo le città di Lilla e Nancy e Metz in Francia e di
Saragozza in Spagna, per un range compreso fra i 1.140.000 abitanti per Lilla
e i quasi 700.000 abitanti per Saragozza.
Lilla rappresenta un caso di grande concentrazione di impegno
programmatico da parte delle forze locali; le pressioni locali hanno fatto,
infatti, cambiare il progetto di localizzazione della stazione AV
originariamente prevista in periferia.
Oggi la stazione AV dista solo 500 metri dalla vecchia stazione, ubicata su
terreni ex-militari.
Ma soprattutto è stato costruito accanto alla stazione AV il grande quartiere
di “affari” Euralille.
La situazione di Lilla è molto particolare: essa si trova all’interno del
triangolo Parigi-Londra-Bruxelles e quindi le sue operazioni di sviluppo sono
fortemente orientate al tentativo di divenire importante nodo centrale di
una macroregione europea, piuttosto che essere tagliata fuori dalla
prossimità delle massime metropoli europee.
Caso diametralmente opposto è quello della coppia di città Nancy e Metz, di
cui già si è messo in evidenza l’irrazionale soluzione della localizzazione della
stazione AV: lontana da entrambe le città.
La rivalità fra le due città si è risolta in una “non scelta” da parte degli attori
locali e ha quindi prevalso l’interesse del gestore di rete di collocare una
linea AV e la relativa stazione in maniera equidistante da entrambe le città,
in una pura logica di minimizzazione dei costi di sosta e di attraversamento
dei territori. Tale percorso ha portato ad un investimento di risorse da parte
dell’agglomerazione urbana cui purtroppo è corrisposto un servizio
trasportistico mediocre ed un’effettiva impossibilità ci creare nuovo tessuto
immobiliare ed economico.
Vi è poi il caso di Saragozza, da inscriversi nel quadro del sistema
istituzionale spagnolo che concede larga autonomia alle collettività locali e,
in particolare, consente un rilevante ruolo nella definizione dei tracciati AV e
nella relativa localizzazione delle nuove stazioni.
A Saragozza è stata forzata una localizzazione pericentrale sulla quale
convergono connessioni AV che si staccano dalla linea passante esterna. Il
deperimento della stazione centrale tradizionale ne ha consigliato la
chiusura, la quale ha consentito grosse plusvalenze al gestore di rete, che
Sistemi urbani di taglia “medio-grande”
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
16
sono state poi convogliate nella realizzazione della nuova stazione. Il pesante
impegno di ristrutturazione è stato compensato dalla possibilità di costruire
un nodo di servizi che raccoglie in un solo nodo l’intera accessibilità
ferroviaria e consente la riorganizzazione dei quadranti urbani della vecchia
e della nuova stazione.
A conclusione della panoramica delle principali esperienze francesi e
spagnole, vale certamente la pena citare il caso di Reims, città francese di
taglia comparabile a quella reggiana (di poco superiore ai 400.000 abitanti),
nonché oggetto di due indagini omogenee condotte nel 2008 e nel 2014 con
specifico riferimento all’uso dell’Alta velocità.
A Reims la stazione AV è stata costruita sul bordo urbano, ma non ha
soppiantato la vecchia stazione neppure per quanto riguarda il servizio dei
treni ad Alta Velocità: dalla stazione centrale partono, infatti, 8 servizi TGV di
andata-ritorno per Parigi.
La ristrutturazione immobiliare principale, anzi, fin dalla fase di
progettazione della stazione ad AV, ha riguardato soprattutto il quartiere
della vecchia stazione, ormai degradato e caratterizzato da residui di
capannoni industriali, spazi logistici dismessi e abitazioni fatiscenti.
La spinta decisiva, in particolare, è arrivata dall’associazione di promotori
immobiliari che, avendo grandi aspettative dall’immissione di Reims nella
rete AV francese, particolarmente polarizzata su Parigi, non hanno esitato a
puntare sul business della riqualificazione del quartiere della vecchia
stazione. Profilo urbano Valorizzazione economica (creazione di zone di attività) Valorizzazione residenziale (costruzione di nuovi alloggi) Valorizzazione turistica
Il ruolo assunto dai promotori immobiliari è spesso citato nella ricerca
francese relativa alla Alta Velocità, in cui si sottolinea la loro funzione di
soggetti capaci di mobilitare capitali adeguati. Funzione che, tuttavia, non
risulta sufficiente a promuovere di per sé le opportunità di sviluppo
economico, la ristrutturazione urbana diretta e indiretta, le opportunità di
business finanziario-immobiliare. E’ importante evidenziare infatti come,
oltre che alla disponibilità dei capitali, lo sviluppo derivante dalla AV sia
strettamente subordinato alla capacità del territorio di esprimere un
“sistema di segnalazione” delle opportunità, ovvero di costruire ed emettere
segnali che rendano visibile e appetibile la situazione.
Nel caso di Reims si è trattato prevalentemente di progetti di potenziamento
culturale intrapresi dagli operatori locali (valorizzazione estetica della
cattedrale, corredata da mostre di alto livello, ripristino delle tramvie quale
segnale di ripensamento ecologico, ecc.) che, riuscendo ad illuminare
ulteriormente questa realtà, hanno appunto innescato l’interesse da parte
degli attori immobiliari nazionali.
Più modesti, invece, i risultati ottenuti in termini di insediamenti di imprese.
Sistemi urbani di taglia “media”
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
17
L’obiettivo di attrarre nuove imprese dall’esterno capaci di portare
“metropolitanità”, società di consulenza, laboratori di ricerca, ecc. è stato
molto ridimensionato e il riempimento delle aree è avvenuto in prevalenza
(75%) come rilocalizzazione di imprese locali. In particolare, dalla prima
indagine condotta (2008) emerge che la scelta insediativa delle imprese nel
quartiere ristrutturato sia dipesa in primo luogo dalla “disponibilità di nuovi
uffici” e, solo in secondo ordine, dall’arrivo dell’Alta Velocità.
Tuttavia, confrontando le due indagini (2008, 2014) si osserva chiaramente
un aumento sia dell’uso della AV che dell’importanza della stessa come
fattore di localizzazione.
In conclusione, il caso di Reims offre due spunti rilevanti:
- l’importanza dei promotori immobiliari e di un “sistema di
segnalazione” da parte del territorio;
- l’importanza di inscrivere la AV in una ridefinizione complessiva
dell’identità urbana.
Ma esso mostra anche come le ambizioni di poter contare su una attrattività
tale da innescare investimenti esterni nei settori ormai canonici (attività
tecnopolitane, attività di alta direzione) siano di difficile concretizzazione se
non fondate su un alto livello di potenziale locale.
Infatti, al di là della taglia di popolazione, delle connettività trasportistica,
degli entusiasmi o opposizioni delle collettività locali, rimane fondamentale il
capitale cognitivo e sociale che l’area di interesse è in grado di produrre e
utilizzare.
Va sottolineato che gran parte della esperienze franco-spagnole, relative ad
aree urbane comparabili con quella reggiana, riguardavano modelli di
sviluppo con una debole potenzialità endogena.
In Francia e Spagna, a differenza anche di molte aree tedesche, è stato molto
debole il fenomeno che vede sistemi di piccole e medie imprese organizzati
in distretti industriali.
La conoscenza tecnica e operativa incorporata nei sistemi distrettuali come
quelli di Reggio Emilia e, più largamente, dell’intera Emilia-Romagna, del
Veneto, della bassa Lombardia e di parte dell’Italia Centrale, raramente fa
parte del capitale cognitivo territoriale di gran parte dei sistemi di piccole e
medie città in Francia e in Spagna.
Questa particolare potenza e specialità del capitale cognitivo delle aree
(ex)distrettuali mette in chiaro l’assoluta importanza di un modello a forte
spinta “endogena” come ambiente adatto a integrare l’Alta Velocità e a
farne un fattore produttivo di valore aggiunto.
L’importanza del potenziale locale al di là della taglia urbana
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
18
1.4. Logiche generali di insediamento e fattori di cui
tenere conto per lo sviluppo dell’AV
L’Alta Velocità è condizionata da forze spesso non convergenti che vedono
da un lato l’ottimizzazione tecnica legata alla prestazione velocistica e
dall’altro un complesso sistema economico-competitivo territoriale che
deve, tra l’altro, reggere la concorrenza aerea e automobilistica.
L’impiego ottimale della AV sembra conseguirsi quando i nodi della rete AV
hanno una distanza compresa fra i 300 e i 700 chilometri, tuttavia, tale
assunto si scontra spesso con l’esigenza di garantire l’economicità
dell’esercizio da parte del soggetto gestore.
È evidente che l’efficienza tecnica è compatibile con quella economica solo
se la AV viene sviluppata fra poche grandi metropoli posizionate alla giusta
distanza (molti treni per molti utenti).
Tuttavia questa condizione è raramente rintracciabile nei concreti ambiti
insediativi e, laddove esista, sviluppa un debole effetto rete in quanto
provoca nei territori gravi squilibri fra le popolazioni. Inoltre, la rete
potrebbe, da una parte, risultare povera in quanto non alimentata da una
sufficiente domanda, dall’altra, vulnerabile a causa dalla concorrenza aerea
sviluppata dalle gestioni low cost.
Si può dunque affermare che è fondamentale prendere in considerazione i
diversi punti di vista che si hanno se si osserva la AV da una scala
nazionale/internazionale, oppure da una scala regionale/locale.
Il modello di Alta Velocità, apparentemente così semplice e lineare, comincia
a mostrare una notevole complessità e il primo tratto di questa complessità
è data dalla tensione fra “Logica di rete” e “Logica di territorio”.
Scala nazionale/
sopranazionale
Scala locale, regionale o metropolitana
LOGICA DI RETE Logica di efficacia Logica di accessibilità
LOGICA DI TERRITORIO Logica di equità Logica di attrattività
Nella matrice vengono incrociate le due logiche (“rete” e “territorio”) e le
due scale.
Alla scala nazionale la logica reticolare fondata sulla massimizzazione delle
velocità di esercizio punta a restringere l’accessibilità territoriale alle sole
grandi metropoli.
Condizioni per la competitività del servizio AV
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
19
Ciò pone un problema di equità, sollevato in primo luogo in un “logica di
territorio”.
Va precisato che il problema di equità va visto in modo dinamico: se la rete
AV si ferma alle grandi metropoli, si creerà una tendenza all’accrescimento
delle metropoli e alla marginalizzazione del resto del territorio nazionale ed
europeo.
Ma la preoccupazione per l’equità (una questione se non altro anche politica
e morale) faticherebbe ad imporsi all’efficacia e all’efficienza delle Reti AV
fra metropoli se non si accompagnasse a motivi tecnologici ed economici.
Il principale motivo tecnico è che i treni AV (tranne che in Spagna come si è
visto) possono percorrere tratte di ferrovie “convenzionali”.
Inoltre, nel corso del tempo si sono affermati modelli di stazioni periferiche a
rapido incarrozzamento (questo è il caso di Reggio Emilia) e si stanno
sviluppando modelli di treni che non sono più progettati solo per
raggiungere sempre nuovi record di velocità di punta e di esercizio.
Ma dal principio di equità può nascere anche una valenza economica,
soprattutto nelle grandi regioni caratterizzate da molte aree di medie e
piccole città.
In questi casi, come mostra l’esempio tedesco, una visione radicalmente
elitaria del modello di Alta Velocità (poche grandi metropoli servite,
emarginazione del resto del territorio) rischia di estinguere il modello stesso.
E’ dunque necessario che il modello AV puro scenda a compromessi, anche
per disporre di un volume sufficiente di domanda e per potere arricchire la
rete delle relazioni che il modello serve; non bisogna mai dimenticare infatti
che la potenza della rete cresce esponenzialmente al crescere delle relazioni
che la compongono.
Per potere cogliere le opportunità di una maggiore adesione al territorio,
bisogna scendere dalla scala di osservazione nazionale/internazionale a
quella regionale/locale.
E’ infatti a questa scala che si possono effettuare selezioni e sviluppare
progetti che non sacrifichino troppo l’efficienza del modello puro di AV.
La principale chiave di volta di suddetta scala è data dalla “accessibilità”.
Il punto di accesso locale alla rete AV deve essere raggiungibile
convenientemente a partire da un vasto bacino territoriale. Solo a questa
condizione la fermata locale AV porta un importante contributo di domanda.
E’ necessario, dunque, attrezzare un vasto e coordinato insieme di servizi
secondo una logica di “costo generalizzato del trasporto”.
Il principio di equità
Il principio di accessibilità
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
20
Il costo generalizzato del trasporto parte dal punto di vista dell’utente e
tiene conto di tutti i costi che egli deve sostenere e di tutte le difficoltà
(compresa la bigliettazione, i parcheggi, le informazioni segnaletiche, ecc.)
che incontra per accedere al mezzo principale.
Si tratta, dunque, di progettare un insieme di servizi orientati
all’intermodalità e alla sincronizzazione nell’impiego dei mezzi.
Si è visto che questa esigenza di intermodalità e di sincronizzazione
temporale è al centro delle preoccupazioni del modello ferroviario tedesco,
tanto che essa risulta addirittura il principale strumento per surrogare la
debole possibilità di penetrazione del modello AV nelle vaste agglomerazioni
urbane.
Questo ultimo caso è molto appropriato alla Stazione Mediopadana, la quale
sviluppa interessi sovra-regionali e disegna un asse di relazioni che connette
la tradizionale direttrice della Via Emilia a quella Reggio Emilia-Mantova-
Verona.
La capacità del nodo locale di diventare un attrattore di traffico bacinale,
attraverso la costruzione di sistemi di adduzione alla stazione AV, non
esaurisce comunque la questione della territorializzazione dei nodi della rete
AV.
Perché le realtà locali possano usufruire delle opportunità offerte dalle reti
di sviluppo locale/nazionale a cui apre la AV, è necessaria la massima
valorizzazione del rapporto fra logica territoriale e scala locale/regionale.
Su scala regionale e locale appare determinante la scelta localizzativa della
stazione AV rispetto al contesto urbano e territoriale, al fine di consentire:
1. una costruzione di intermodalità fattibili: raggiungibilità rapida e ad
alta cadenza con mezzo privato, mezzo collettivo su gomma, mezzo
collettivo ferroviario;
2. un importante ridisegno urbanistico che coinvolga le aree residue
della vecchia stazione e dei nuovi insediamenti;
3. un ridisegno della struttura urbanistica locale, qualora la costruzione
di stazioni AV eccedenti il livello di pianificazione locale, apra a nuovi
scenari insediativi che vanno ben al di là delle tradizionali relazioni
intercomunali ed interprovinciali locali.
Ma la considerazione del nodo-Stazione non si limita affatto a livello locale
ad una efficienza trasportistica. In tutta Europa il compromesso della
localizzazione delle nuove stazioni della AV ha aperto a rinnovati scenari per
le realtà locali.
Il principio di attrattività
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
21
Non c’è stata situazione nella quale le autorità pubbliche e le associazioni
private regionali e locali non abbiano cercato di cogliere l’occasione per
lanciare nuovi progetti di sviluppo.
Questi progetti hanno dovuto confrontarsi con logiche di scala superiori, le
quali imponevano la localizzazione in genere periferica delle stazioni AV (per
non abbassare troppo gli standard di esercizio), con l’obiettivo di attirare,
attraverso la AV insediamenti e residenze provenienti dall’esterno.
E’ su questo punto che la questione dell’ “accessibilità” si è sovrapposta con
la questione dell’“attrattività”.
Le tensioni che si generano fra l’aspetto di “rete” dell’Alta Velocità relativo
all’efficienza economica ed operativa, e l’aspetto di “territorio”, espressione
dell’ampiezza del servizio offerto alle popolazioni, fanno capo a diversi
attori.
Questi attori devono trovare compromessi che salvaguardino al meglio le
caratteristiche parzialmente contraddittorie del rapporto AV/territorio.
La seguente tabella evidenzia le logiche sin qui descritte e gli attori che
entrano in gioco rispetto alla scelte di insediamento delle stazioni AV.
Tab. 1.4 – Logiche e scale nell’insediamento delle stazioni
SCALA NAZIONALE
E INTERNAZIONALE
SCALA REGIONALE
(area di influenza)
AREA URBANA
SITO DELLA STAZIONE
LOGICA DI REDDITIVITÀ
Garantire un’efficacia ottimale
alla rete (ridurre I tempi di
percorrenza)
Allargare l'area
d'influenza della stazione
Attirare una clientela
dall’area di influenza
Acquisire altri tipi di uso oltre
la clientela ferroviaria
LOGICA DI ACCESSIBILITÀ
Dimensionare in modo efficace
l’offerta della AV
Assicurare una buona
accessibilità a tutta la regione
Inserire efficacemente la stazione in differenti
reti di trasporto
Garantire un funzionamento
ottimale del polo di scambio
LOGICA DI INFRASTRUTTURAZIONE E URBANIZZAZIONE
Rinforzare l’attrattività del
territorio
Integrare la stazione nelle
strategie di sviluppo regionale
Integrare la stazione nelle
strategie urbane e
nelle strategie di
sviluppo
Selezionare un sito coerente
che offra potenzialità ai
progetti del territorio
Fonte: Facchinetti-Mannone, V. & Bavoux, J-J. (2010). L’implantation des gares TGV en France : tensions interscalaires, jeux d’acteurs et
recompositions spatiales, Belgeo, 1-2.
Il primo meccanismo che va segnalato è quello della redditività, la quale
impone un compromesso fra l’ottimizzazione dei costi e il massimo
allargamento del bacino di utenza.
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
22
Appartiene alla problematica della redditività non solo l’esercizio
trasportistico della AV, ma anche altri fattori tra i quali la vendita di servizi in
stazione (in analogia al caso aeroportuale) anche a clienti non interessati al
servizio di trasporto.
I portatori di interessi nella sfera della redditività sono molteplici:
- i gestori dell’infrastruttura, preoccupati innanzitutto del contenimento
dei costi di investimento;
- i gestori del materiale rotabile che pagano i pedaggi e hanno la primaria
esigenza di saturare i treni;
- il gestore delle stazioni che ha interesse ad allargare il business ad
attività collaterali o di supporto al trasporto.
Accanto alla redditività si pongono le esigenze di accessibilità, qualità ed
estensione territoriale del servizio.
Nella progettazione dell’accessibilità è essenziale porre al centro l’utente e
valutare tutti gli ostacoli che insorgono sul suo percorso dal punto di
partenza al punto di arrivo: esistenza di mezzi collettivi nelle diverse tratte;
esistenza di parcheggi per chi usa il mezzo privato; sincronizzazione dei
diversi mezzi utilizzati, se si sceglie una soluzione intermodale; tempi e costi
complessivi dell’accesso.
Alla realizzazione di una buona accessibilità sono interessate due categorie
principali di attori:
- le collettività locali, le quali innanzitutto si muovono per attivare sul
proprio territorio stazioni AV e poi sono chiamate a fare la propria parte
nel fornire servizi locali di accessibilità (servizi pubblici, parcheggi, ecc.);
- gli utenti singoli, ma anche le associazioni a diverso livello territoriale,
che richiedono buone condizioni di mobilità per lo sviluppo di relazioni e
di affari.
Ovviamente una buona accessibilità apporta una più vasta clientela agli
operatori commerciali e, di conseguenza, garantisce migliori pedaggi al
gestore di rete.
Esiste, infine, la problematica dell’urbanizzazione connessa all’introduzione a
livello locale di un nodo/stazione della rete ad Alta Velocità.
Si tratta di un argomento di primaria importanza per l’analisi degli impatti
della AV su una città e sul proprio hinterland.
L’attore principale in questo caso è costituito dalle collettività locali e dagli
operatori privati interessati a effettuare investimenti e a sviluppare servizi.
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
23
In tutte le esperienze europee le collettività locali si sono battute per la
massima estensione territoriale della rete AV e per la moltiplicazione delle
stazioni lungo le diverse linee della rete.
L’equazione “Stazione AV = Sviluppo locale” è stato un movente importante,
rafforzato dal timore che una grande selettività territoriale (nei rami e nei
nodi) della rete AV potesse costituire un potente fattore di emarginazione
per i territori tagliati fuori.
In Spagna il potere contrattuale maggiore delle comunità locali è derivato
dall’ampia autonomia e dalla dotazione di poteri politico-istituzionali forti in
mano alle istituzioni decentrate.
In Francia, la relativa debolezza politico-istituzionale dei poteri decentrati è
stata in parte compensata dall’abbondante partecipazione finanziaria alla
costruzione della AV, da essi messa in atto.
Una volta ottenuto l’investimento in AV, le collettività locali, se non vogliono
rimanere vittime dell’equazione “AV = sviluppo automatico”, devono
elaborare progetti di integrazione e sinergia della AV nelle dinamiche di
sviluppo locale.
Un ruolo naturalmente importante nella definizione di questi progetti di
sviluppo hanno le questioni urbanistiche, principale strumento di governo
urbano in mano alle amministrazioni locali.
In tutte le esperienze franco-spagnole di introduzione della AV in città medie
comparabili con Reggio Emilia, lo strumento principale di sinergia fra AV e
sviluppo locale è stata la pianificazione di investimenti urbanistici
pubblico/privati nelle aree adiacenti la nuova stazione o nelle aree
defunzionalizzate della vecchia stazione.
L’investimento immobiliare è stato al centro delle operazioni secondo le
forme canoniche degli investimenti in uffici, alberghi, centri affari, centri
commerciali, più recentemente “poli tecnologici”, ma anche in abitazioni
private.
Anche in questo caso si è registrato un certo ottimismo: all’equazione “AV =
sviluppo” ha fatto seguito una equazione “sviluppo = sviluppo immobiliare”.
Tuttavia, la realtà insegna che queste equazioni raramente si verificano e al
di là di questi elementi il fattore che più di ogni altro può innescare un
rapporto virtuoso tra una infrastruttura trasportistica di rilievo e la comunità
locale è il potenziale del territorio.
Il ruolo delle comunità locali
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
24
2. Elementi del contesto socio-economico reggiano
2.1 Il sistema socio-economico reggiano
Di seguito si evidenzierà in che misura i territori coincidenti con la provincia
di Reggio Emilia rappresentino un modello vincente in grado di “tenere
insieme” elevati standard per quanto riguarda il tenore di vita, le
opportunità imprenditoriali e il sistema dei servizi, specie nelle loro
declinazioni di “servizi alla persona”, “servizi di formazione e istruzione” e di
“servizi turistici”.
Come già richiamato in precedenza gli “asset del territorio” risultano
discriminanti nel segnare i destini delle infrastrutture AV.
Prima di approfondire quelli che sono le potenzialità locali del sistema
reggiano in termini di “opportunità”, si faranno alcuni brevi cenni alle
dinamiche demografiche dell’area per meglio connotare i cambiamenti
socio-economici in atto.
Secondo i dati Istat, al primo gennaio 2014 la popolazione della provincia di
Reggio Emilia è di 534.845 persone (il 12% del totale regionale), di cui 72.302
sono persone straniere (pari al 13,5% del totale provinciale; erano il 14,2%
nel 2013). La popolazione straniera, come in altri contesti emiliano
romagnoli, è quella ad aver offerto un contributo preponderante alla
crescita demografica del territorio negli ultimi quattro anni e l’unica
componente limitatamente alla popolazione under 49. Di contro si segnala
una diminuzione sostanziale del numero di italiani nelle fasce di popolazione
20-29 anni (-9.429 abitanti tra il 2003 e il 2011) e 30-39 anni (-13.378
abitanti nello stesso periodo), unici intervalli di popolazione italiana
interessati dal calo demografico; tale fenomeno, considerando anche
l’elevato livello medio di istruzione degli emigrati reggiani, non può che
sottolineare un depauperamento del capitale umano locale che potrebbe
essere mitigato se non invertito grazie alle nuove possibilità di mobilità
offerte dalla Stazione AV Mediopadana.
Considerando gli aspetti reddituali della popolazione, il reddito pro-capite
disponibile delle famiglie reggiane nel 2012 si attesta su 19.669 euro a fronte
di un valore regionale pari a 20.834 euro e di uno nazionale pari a 17.307
euro. Nel periodo 2009-2012, questo indicatore si è ridotto a Reggio Emilia
dell’1,8%, mentre in regione il calo è stato dello 0,5%. Analogamente, altri
elementi di debolezza si evidenziano anche analizzando i dati patrimoniali
delle famiglie: il patrimonio medio di una famiglia reggiana nel 2012 si
attesta, infatti, su di un valore pari a 417 mila euro (il più basso tra le
province emiliano-romagnole) a fronte di una media regionale pari a 441
Le dinamiche demografiche
Le dinamiche reddituali e patrimoniali
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
25
mila euro e di un livello nazionale uguale a 362 mila euro. Sempre nel
periodo 2009-2012, il calo del patrimonio medio familiare a Reggio Emilia è
stato del 10,7% contro cali più contenuti in regione (-6%) e su scala nazionale
(-5,8%) (fonte dati: Unioncamere).
Comparando i dati reddituali e quelli patrimoniali con quelli relativi ai
consumi, si può ragionevolmente supporre che le famiglie reggiane abbiano
fatto “ricorso al patrimonio” per mantenere inalterato il proprio tenore di
vita: i consumi finali interni aggregati, infatti, sono aumentati – tra 2011 e
2013 – del 5% (secondo miglior dato tra le province emiliano romagnole
dopo Ferrara), così come quelli pro-capite (+2,7%) che nel 2013 si attestano
su di un valore pari a 19.730 euro, dato inferiore solo a quello parmense.
Sul versante imprenditoriale, attingendo ai dati della CCIAA Reggio Emilia si
osserva che il numero di imprese attive in provincia di Reggio Emilia al 2014
è pari a 49.887 unità a fronte di un valore di 51.666 del 2004 e di 53.705 nel
2007 (valore massimo dell’ultimo decennio). Tenendo conto delle imprese
registrate, a settembre 2014 queste assommano a 56.616 in provincia di
Reggio Emilia evidenziando un calo del 3,5% a partire dal 2008, calo
superiore a quelli registrati in regione (-2,3%, da 477mila aziende a 466mila
aziende) e in Italia (-0,9%, da 6,1 milioni di aziende a 6,05 milioni di aziende).
A livello settoriale, i maggiori arretramenti nell’area reggiana vi sono stati nei
comparti agricolo (-18,1% tra 2008 e settembre 2014), manifatturiero (-
9,3%) ed edile (-10,1%), mentre sono aumentate le imprese commerciali
(+2,1%) e quelle dell’aggregato “altri servizi” (+4,8%).
Coerentemente con questi ultimi dati, si è osservato (fonte dati Inps) anche
un incremento del numero di commercianti iscritti in provincia di Reggio
Emilia (da 17.711 e un numero medio di 16.593 nel 2004, a 18.562 e 17.492
nel 2008, fino a 19.135 e 18.094 nel 2013) e una diminuzione del numero
degli artigiani (30.318 iscritti e 28.803 in media nel 2004; 31.408 e 29.708 nel
2008; 28.532 e 27.066 nel 2013).
Una componente imprenditoriale rilevante sotto il profilo socio-economico
del territorio reggiano è senza dubbio quella legata alla cooperazione
sociale: la provincia di Reggio Emilia, infatti, insieme a quelle di Parma e
Forlì-Cesena, è il territorio nel quale vi sono più cooperative sociali rispetto
al totale delle imprese (l’1,4% a fronte di una media regionale dell’1,2%),
anche se tra il 2010 e il 2013 si è assistito ad un arretramento del 5,2% di
questa tipologia di impresa (da 717 a 680), dato, quest’ultimo, comunque
inferiore alla media nazionale (-5,5%).
Le dinamiche relative al mondo dell’impresa hanno naturalmente
condizionato i dati sull’occupazione in maniera coerente rispetto alle singole
evoluzioni settoriali.
Le dinamiche imprenditoriali: le imprese
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
26
Nel 2008, anno di picco occupazionale nella provincia di Reggio Emilia negli
ultimi 10 anni, gli occupati erano poco più di 241 mila, mentre nel 2014
questo numero si è ridotto di circa 10.500 unità, riproducendo – su
proporzioni diverse, l’evoluzione dell’area modenese.
Il settore più penalizzato in termini assoluti dai due shock recessivi del
biennio 2008-2009 e di quello 2012-2013 è stato quello dell’industria in
senso stretto (-8.900 occupati; -11% tra 2008 e 2014), seguito dal comparto
edile (-4.800; -21,8%), dall’aggregato “Commercio, alloggio e ristorazione” (-
4.400; -10%) e dall’agricoltura (-3.300; -32,4%). A compensare parzialmente
queste diminuzioni è stato l’aggregato “Altri servizi” che ha avuto un
aumento di 11.000 occupati (+13,1%, miglior risultato tra tutte le province
emiliano romagnole, che a livello aggregato registrano un +4,6%) (Fonte
Istat). Parte del contributo a questi risultati relativamente positivi è
sicuramente ascrivibile al movimento cooperativo e, nello specifico, alla
cooperazione sociale molto diffusa nei “servizi” ad eccezione del commercio:
tra il 2008 e il 2011 (ultimo anno disponibile nel Registro regionale della
cooperazione sociale) gli addetti nelle cooperative sociali reggiane sono
cresciuti da 6.040 a 7.263 ovvero del 20,2% a fronte di un aumento regionale
pari al 16,8%.
Focalizzando l’attenzione sui dati relativi alla disoccupazione forniti dall’Istat
si osserva che - nonostante le cadute occupazionali appena menzionate - il
“sistema reggiano” ha dimostrato un’ottima capacità di tenuta: la provincia
di Reggio Emilia, infatti, è la provincia emiliano romagnola con il minor tasso
di disoccupazione (6,6%) considerando la popolazione dai 15 anni in su, a
fronte di un dato medio regionale pari all’8,3% (2014). Come è ovvio, la crisi
ha quasi triplicato questo indicatore (2,3% nel 2008), ma l’incremento (+4,3
punti percentuali) che vi è stato a Reggio Emilia è quello più contenuto tra
quelli emiliano romagnoli, ad eccezione di quello relativo alla provincia di
Forlì Cesena (+2,5 punti percentuali). Anche per quanto riguarda le fasce di
popolazione più giovani, la disoccupazione reggiana appare contenuta
rispetto agli altri contesti: tra i 25 e i 34 anni il tasso di disoccupazione è pari
al 5,6% nel 2014 a fronte di una media regionale del 10,9%.
Il perdurare della crisi economica ha indubbiamente condizionato la
domanda interna e la sostanziale tenuta del sistema locale è stata possibile
anche grazie all’ottima capacità esportativa delle imprese industriali
reggiane.
L’export reggiano, infatti, ha sfiorato nel 2014 un valore pari 9 miliardi di
euro confermandosi come terza provincia emiliano romagnola dopo Bologna
(12 miliardi di euro) e Modena (11,4 miliardi di euro). Comparando questi
dati con quelli delle importazioni, emerge un saldo positivo delle territorio
reggiano di poco inferiore ai 5,4 miliardi di euro, valore questo molto vicino
Le dinamiche occupazionali
Gli scambi con l’estero
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
27
a quelli bolognese (5,7 miliardi) e modenese (6,2 miliardi). In termini
dinamici, l’export reggiano è cresciuto del 4,2% tra il 2012 e il 2014, in linea
col dato regionale (+4,3%) e ben oltre il dato ripartizionale (+3,6%) e
nazionale (+2,1%).
In termini di mercati di destinazione, le esportazioni reggiane si concentrano
nell’Unione Europea a 15 paesi (53,1% a fronte di una media regionale del
45,2%), anche se – sempre tra 2012 e 2014 - la crescita maggiore si è
registrata per i mercati dell’America Settentrionale (+24,3%, in linea con il
dato regionale +24,5%) e del Vicino e Medio Oriente (+20,3% vs +16,3% in
Emilia Romagna).
Scendendo nel dettaglio dei paesi di destinazione, si evince un incremento
della quota destinata ai primi 10 paesi (dal 58,8% al 60,3%) e che la Cina (10°
paese nel 2014) ha sostituito l’Austria (9° paese nel 2012).
Tab. 2.1 – Province selezionate ed Emilia Romagna - Ranking dei paesi di destinazione delle esportazioni e quota percentuale dei primi 10
paesi per export – Anni 2012 e 2014
2012 2014
Parma
Reggio Emilia
Modena EMILIA
ROMAGNA Parma
Reggio Emilia
Modena EMILIA
ROMAGNA
Paese 1 Francia Francia Stati Uniti
Germania Francia Germania Stati Uniti
Germania
Paese 2 Germania Germania Germania Francia Germania Francia Germania Francia
Paese 3 Regno Unito
Regno Unito
Francia Stati Uniti Stati Uniti
Stati Uniti
Francia Stati Uniti
Paese 4 Stati Uniti
Stati Uniti
Regno Unito
Regno Unito
Regno Unito
Regno Unito
Regno Unito
Regno Unito
Paese 5 Cina Spagna Spagna Spagna Spagna Spagna Spagna Spagna
Paese 6 Spagna Russia Svizzera Russia Cina Russia Belgio Russia
Paese 7 Svizzera Paesi Bassi
Belgio Cina Svizzera Polonia Svizzera Cina
Paese 8 Russia Polonia Russia Polonia Russia Paesi Bassi
Paesi Bassi
Polonia
Paese 9 Giappone Austria Cina Belgio Austria Belgio Russia Paesi Bassi
Paese 10 Austria Belgio Austria Paesi Bassi Polonia Cina Cina Belgio
Quota % primi
10 paesi 57,9 58,8 59,1 55,9 58,3 60,3 58,9 56,9
Fonte: Coeweb
Rispetto agli omologhi dati regionali, l’export reggiano si focalizza
essenzialmente sugli stessi paesi pur mutando leggermente il ranking di
riferimento. Considerando anche le limitrofe province di Modena e Parma,
invece, si osserva la presenza del mercato svizzero (7° in entrambi i ranking
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
28
del 2014), assente a Reggio Emilia e sostituito rispettivamente dalla Polonia
(6° a Reggio Emilia) e dai Paesi Bassi (7°).
Le lievi differenze nel ranking dei paesi di destinazione tra le province
dell’area Mediopadana e tra queste e i dati aggregati regionali sono frutto
anche di diverse specializzazioni settoriali sul versante dell’export.
Come si evince dalle tabelle 2.2. e 2.3, il 59% (poco meno di 5,3 miliardi di
euro) delle esportazioni reggiane al 2014 è concentrato nel macrosettore di
specializzazione per eccellenza della provincia ovvero l’aggregato
“Metalmeccanica ed elettronica”. Questa proporzione, già più elevata del
dato regionale nel 2012 (57,9% vs 56,1%) è cresciuta nell’ultimo biennio
disponibile, amplificando la distanza rispetto alla media emiliano romagnola
che nel 2014 corrisponde al 56%. Il secondo macrosettore per peso
sull’export provinciale è quello che si riferisce al “Sistema Moda” che in
provincia di Reggio Emilia pesa per il 16% nel 2014 (17,1% nel 2012) a fronte
dell’11,4% in regione; segue l’aggregato “altre industrie” (12,3%), l’industria
agroalimentare (6,8%), la filiera Chimica-gomma-plastica (4,8%) e quella
“Legno-carta” (1,1%).
Tab. 2.2 – Province selezionate ed Emilia Romagna – Esportazioni
in valore per macrosettore – Valori in euro - Anni 2012
2012
Province e regione
Parma Reggio
nell'Emilia Modena
EMILIA-ROMAGNA
Agricoltura 63.836.686 13.446.356 38.355.621 867.896.589
1,2% 0,2% 0,4% 1,8%
Alimentare 1.235.704.872 604.537.782 1.051.151.821 4.291.107.681
22,4% 7,2% 10,1% 8,7%
Sistema moda 220.556.665 1.443.500.673 857.322.618 5.525.448.328
4,0% 17,1% 8,2% 11,2%
Legno/carta 41.429.744 103.796.365 64.109.536 524.319.713
0,7% 1,2% 0,6% 1,1%
Chimica gomma plastica
1.121.424.224 438.178.654 569.576.205 5.178.645.016
20,3% 5,2% 5,4% 10,5%
Metalmeccanica ed elettronica
2.433.243.993 4.892.126.123 5.626.371.310 27.748.649.348
44,0% 57,9% 53,8% 56,1%
Altro Industria 408.878.681 955.036.704 2.251.330.423 5.343.481.106
7,4% 11,3% 21,5% 10,8%
Totale 5.525.074.865 8.450.622.657 10.458.217.534 49.479.547.781
100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
Fonte: Coeweb
E’ interessante notare come, considerando le tre province di Modena,
Reggio Emilia e Parma, ovvero quelle più propense a fruire della stazione AV
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
29
Mediopadana, esse riescano ad esprimere nel complesso almeno una
specializzazione in termini di export (in verde) rispetto al dato regionale.
Tab. 2.3 – Province selezionate ed Emilia Romagna – Esportazioni
in valore per macrosettore – Valori in euro - Anni 2014
2014
Province e regione
Parma Reggio nell'Emilia Modena EMILIA-
ROMAGNA
Agricoltura 66.057.411 10.698.841 40.486.885 851.151.595
1,1% 0,1% 0,4% 1,6%
Alimentare 1.398.851.747 605.948.122 1.158.587.633 4.597.868.978
24,2% 6,8% 10,2% 8,7%
Sistema moda 254.361.783 1.434.727.060 830.326.378 6.018.123.374
4,4% 16,0% 7,3% 11,4%
Legno/carta 40.589.160 96.593.823 66.584.983 512.971.054
0,7% 1,1% 0,6% 1,0%
Chimica gomma plastica
1.186.039.793 430.537.170 578.656.849 5.305.410.174
20,5% 4,8% 5,1 10,0%
Metalmeccanica ed elettronica
2.420.668.812 5.284.530.242 6.121.400.001 29.686.214.733
41,8% 59,0% 53,8% 56,0%
Altro Industria 423.633.251 1.099.516.260 2.590.593.289 5.994.477.041
7,3% 12,3% 22,8% 11,3%
Totale 5.790.201.957 8.962.551.518 11.386.636.018 52.966.216.949
100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
Fonte: Coeweb
Al di là degli aspetti prettamente economici, che offrono comunque molte
opportunità sia per la nuova imprenditoria che per la nuova occupazione, i
fattori di attrattività di un territorio come quello reggiano risiedono almeno
in due ambiti molto rilevanti sotto il profilo della qualità della vita: il sistema
formativo e quello socio-sanitario.
Rispetto al primo ambito, prima di visionare le principale evidenze
statistiche, è bene ricordare non soltanto che Reggio Emilia è riconosciuta
come benchmark internazionale per ciò che attiene la formazione, specie
nelle fasce di popolazione più giovani, ma anche che questo risultato è stato
possibile grazie ad organizzazioni, prima fra tutte Reggio Children, che fanno
della sperimentazione e della promozione dell’educazione di qualità la
propria natura di essere.
Partendo dai servizi della prima infanzia, il primo dato da segnalare è
riferibile al tasso di copertura dei posti ogni 100 bambini residenti: a Reggio
Emilia (28,8%) è più che doppio rispetto a quello nazionale (13,5%); un dato
forse ancor più interessante è quello relativo all’intera area Mediopadana, la
quale non presenta picchi negativi ovvero vi è una particolare attenzione
Il sistema formativo
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
30
anche ai contesti periferici: prendendo in esame, infatti, l’indice di copertura
dei distretti delle province di Reggio Emilia, Parma e Modena, questo
indicatore varia dal 21,1% del distretto “Valli Taro e Ceno” al 41,3% di
distretto di “Modena” (anni 2011-2012) (Fonte: Regione Emilia Romagna).
Il successo industriale di un territorio passa anche dalla propensione verso
determinati percorsi formativi degli studenti: in provincia di Reggio Emilia le
iscrizioni liceali per il primo anno (2015/16) corrispondono al 38,7% del
totale, mentre a livello nazionale sfiorano il 52%; viceversa negli istituti
tecnici e professionali reggiani sono appena iscritti, rispettivamente, il
33,4% degli studenti (vs 30,5% nazionale) e il 27,8% (vs 17,6%). Inoltre, il
tasso di insuccesso nel primo biennio in questi istituti, pur permanendo su
livelli superiori a quelli liceali, è in netto calo negli ultimi anni: nell’area
tecnica è passato dal 18,6% dell’anno scolastico 2008/09 al 17,3% del
2013/14, mentre in quella professionale, nello stesso intervallo, dal 31,5% al
23,4%, livello più basso degli ultimi otto anni (Fonte: Provincia di Reggio
Emilia).
L’ultimo tassello del sistema formativo reggiano è dato dal livello
universitario: considerando gli atenei emiliano romagnoli, quello di Modena
e Reggio Emilia è l’unico in crescita per numero di immatricolazioni dal
2007/08 al 2012/13 (+2%), (media regionale -13%; Italia -17%).
Inoltre, analizzando i dati dei laureati suddivisi per provincia e gruppo
disciplinare di laurea, emerge come i laureati reggiani siano relativamente
più numerosi della media regionale proprio in quelle aree disciplinari legate
alle produzioni del territorio e ai relativi servizi. Nel 2013, infatti, il 16,2% dei
laureati reggiani ha conseguito il titolo nell’area ingegneristica (seconda
provincia dopo Parma con 16,5%; vs 13,5% in Emilia Romagna); rilevante
anche il numero dei laureati nell’area economico-statistica (18,4% a Reggio
Emilia vs 17,6% in regione); seguono l’ambito linguistico (7,3%, primo della
regione insieme al dato modenese vs 5,7% in regione), “Architettura” (5,8%
vs 5,4% in regione),il gruppo “Geo-biologico” (4,2% vs 3,9%) e quello
“Agrario” (3,4% vs 2,5%); meno rappresentati, in termini relativi rispetto al
contesto regionale, sono gli ambiti disciplinari “Giuridico”, “Letterario”,
“Politico-sociale”, “Medico”, “Chimico-farmaceutico” e “Psicologico” (Fonte
Miur). Questa peculiarità territoriale, grazie alle potenzialità offerte dalla
Stazione AV Mediopadana, suggerirebbe una riflessione approfondita su
quelle che sono le concrete possibilità di strutturare, valorizzando
l’esistente, un polo universitario focalizzato sui saperi tecnico-scientifici, in
grado di dialogare alla pari con i Politecnici di Milano e Torino.
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
31
Altro fiore all’occhiello dell’area reggiana per quanto concerne i fattori
attrattivi del territorio è quello dei servizi socio-sanitari per il cittadino, di cui
di seguito si analizzano i principali indicatori passando in rassegna le
principali categorie destinatarie degli interventi.
Per quanto riguarda gli over 75, in tutti i distretti dell’area reggiana il tasso di
copertura del servizio di assistenza domiciliare è superiore a quello medio
regionale (3%), ad eccezione di Correggio (2,2%), ma con un picco a
Scandiano del 5% (secondo distretto della regione). Inoltre, la provincia di
Reggio Emilia è la prima provincia in regione per quanto riguarda non solo i
posti autorizzati ma anche quelli accreditati nei centri diurni per anziani
(strutture semi-residenziali): nel 2012 queste incidenze sulla popolazione di
riferimento (over 75) erano, rispettivamente, l’1,5% (0,8% in regione) e
l’1,2% (0,6%).
Altra area di fragilità dei nostri sistemi sociali è quella legata alla salute
mentale: in provincia di Reggio Emilia, dal 2006 al 2013 è aumentato il
numero di utenti in carico presso i Centri di Salute Mentale da 6.586 a 7.762
persone (+17,9%), mentre si è ridotta la percentuale di TSO sul totale dei
ricoveri annui dal 33,4% al 24,1%. Inoltre, al 2012, l’area reggiana presenta
un numero di utenti dei servizi di salute mentale con progetti connessi
all’inserimento/formazione al lavoro pari a 313 persone (296 nel 2011).
L’incidenza di questo numero sul totale delle persone tra i 18 e i 65 anni è
pari allo 0,9%, in linea con il dato regionale.
Anche nell’area di intervento “minori”, Reggio Emilia si conferma tra le
prime province emiliano romagnole: i minori presi in carico dai servizi sociali
è infatti pari a 8.204 persone (2012), pari all’8,6% dei minori residenti a
fronte di un dato medio regionale pari al 7,7%. Inoltre, si segnala anche
un’attenzione particolare verso i minori stranieri: degli 8.204 minori presi in
carico, infatti, il 48,4% è straniero (46,6% in regione). Gli ultimi dati relativi
all’area minori riguardano gli affidamenti: in provincia di Reggio Emilia, i
minori in carico al servizio sociale in affidamento a tempo pieno e a tempo
parziale nel 2013 sono stati 415 e, anche in questo caso, il tasso di
affidamenti ogni 1.000 minori residenti della provincia di Reggio Emilia è il
più elevato tra le province emiliano romagnole (4,6% vs media regionale
2,2%). (Fonte: Regione Emilia Romagna).
L’ultimo aspetto trattato in questa sezione è quello relativo ai flussi turistici
che sono stati analizzati in maniera congiunta tenendo presente i dati delle
tre province (Reggio Emilia, Parma e Modena), le quali non sono soltanto
quelle maggiormente interessate dalla Stazione AV Mediopadana, ma
presentano un’offerta turistica interrelata e, verosimilmente, con un
potenziale sinergico ancora non del tutto sfruttato.
Il sistema socio-sanitario
I flussi turistici
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
32
Secondo i dati Istat, al 2013 gli arrivi e le presenze delle tre province
considerate assommano, rispettivamente, a 1,3 milioni e a 3,4 milioni, pari al
15% e al 9% dei relativi totali regionali. In base alla provenienza, è
interessante notare come i turisti stranieri nelle tre province siano
relativamente di più rispetto alla media regionale per quanto riguarda gli
arrivi (31% vs 28%), mentre per le presenze questa percentuale rimane la
medesima della media emiliano romagnola (27%).
Analizzando i dati di Banca d’Italia sul numero dei viaggiatori stranieri
emerge che, dal 2010 al 2014, il numero di viaggiatori stranieri a
destinazione nelle tre province è cresciuto da 845 mila a 1,04 milioni di
viaggiatori (+23%) a fronte di un incremento nelle restanti 6 province del
9,5%. Coerentemente, il numero di pernottamenti stranieri nelle province di
Reggio Emilia, Modena e Parma ha avuto una diminuzione inferiore (-2,9%
tra 2010 e 2014) rispetto a quanto sperimentato nelle altre 6 province (-
8,4%).
In conclusione, tra 2013 e 2014, ovvero in un periodo coincidente con l’inizio
dell’esercizio della Stazione AV Mediopadana (giugno 2013), la provincia di
Reggio Emilia è quella che ha mostrato i maggiori incrementi tra le province
emiliano romagnole per numero di pernottamenti dei viaggiatori stranieri
(+35,6% vs -6,2% in regione) ed è la seconda provincia per tasso di crescita
relativamente al numero di viaggiatori stranieri (+2%, seconda dopo
Piacenza +13%, media regionale -5,1%) e alla spesa turistica straniera
(+5,5%, seconda dopo Ferrara +12,1%, media regionale -7,5%).
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
33
2.2 Gli scenari immobiliari
La descrizione degli scenari immobiliari dell’area interessata dalla stazione
AV di Reggio Emilia viene qui di seguito sviluppata in un’ottica di benchmark
che tenga conto dell’istallazione di infrastrutture ferroviarie assimilabili alla
Stazione AV Mediopadana.
Sin dai primi studi sugli impatti socioeconomici e territoriali delle
infrastrutture di trasporto pubblico, condotti negli Stati Uniti verso la metà
degli anni Sessanta (es. Bowes et al., 2001; Cerbero et al., 2001; Bernard et
al., 2002; RICS, 2002), è emerso che la riduzione del costo generalizzato di
trasporto e l’aumento dell’accessibilità connessi alla realizzazione di nuovi
nodi di scambio del trasporto pubblico, quali una nuova stazione, hanno
spesso influito significativamente sull’incremento della domanda di spazi
intorno a tali nodi.
In questi casi, all’incremento della domanda ha fatto riscontro un aumento
dei valori immobiliari superiore rispetto ad altre aree cittadine. In altri casi,
di contro, quando alla realizzazione di un nodo ferroviario sono seguiti
fenomeni di degrado e di aumento della criminalità (Diaz et al., 1999), si è
registrato un brusco calo della domanda residenziale, commerciale, terziaria
e, quindi, anche dei valori di mercato nelle aree contermini (Gargiulo, 2008).
Negli ultimi anni si è sviluppata una letteratura ormai abbastanza ampia sul
tema degli impatti immobiliari determinati nella esperienza internazionale
dall’entrata in esercizio dei nuovi collegamenti ad Alta Velocità che si vanno
realizzando con sempre più ampia diffusione nel nostro continente (e anche
altrove). Le precedenti esperienze e studi internazionali avevano comunque
già individuato alcune tematiche particolarmente sensibili, tra le quali le più
rilevanti sono:
Effetti sulle città (connessioni/gerarchia);
Coordinamento tra le istituzioni;
Promozione urbana/turismo;
Attività economica;
Qualità della vita;
Mercato immobiliare;
Logistica/tecnologia.
L’impatto delle infrastrutture di trasporto in letteratura: riscontri
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
34
Tab. 2.4 - Principali pubblicazioni sull'impatto delle nuove stazioni di alta velocità sul
mercato immobiliare locale
Autore e anno di pubblicazione
Ambito/Città Tipologia
immobiliare Impatto economico della
nuova stazione
Hirota, Nakamura e Ueda - 1989
Giappone - Shinkanse
Terreni edificabili
E’ stato registrato un aumento del valore dei terreni del +67%.
Farina, Lamiquiz e Pozueta - 2000
Spagna- Ciudad Real e
Puertollano
Tutte le tipologie
La linea ferroviaria ad alta velocità Madrid-Siviglia ha
creato un differenziale tra il 2,5% e l'1,3% tra le zone vicine
alla stazione e il resto della città.
Preston, Larbie, Wall - 2006
Regno Unito - Ashford
Abitazioni
L'apertura della stazione AV ha contribuito ad un aumento dei prezzi delle abitazioni del 3%
nell'area limitrofa.
Bazin, Beckerich e Delaplace - 2007
Francia - Reims Abitazioni
Non è stato rilevato alcun legame tra l'annuncio della stazione (2000) e i valori del
mercato immobiliare. L’effetto positivo sui prezzi si è iniziato a riscontrare a partire dal 2006-2007 in seguito dall’entrata in
funzione della stazione.
Andersson - 2010 Taiwan Abitazioni L'impatto della ferrovia ad alta velocità sulle abitazioni è stato
pressoché nullo.
KF Man, PY Mok - 2011 Hong Kong Abitazioni
L'impatto della ferrovia AV ha avuto un effetto positivo sui
prezzi delle abitazioni in misura pari al 14%.
Fonte: Aggiornamento Nomisma di Tavola estratta da: Gargiulo, Carmela and de Ciutiis, Fiorella “Trasformazioni urbane e variazione dei valori immobiliari. Il ruolo delle stazioni
Alta Velocità”. Napoli 2008
Con riferimento al solo rapporto tra AV e mercato immobiliare, i risultati non
risultano sempre leggibili univocamente nella direzione di un impatto
positivo diretto e rilevante. In generale, gli effetti sono quasi sempre mediati
da altri fattori ed è, quindi, più difficile trarre indicazioni chiare.
Tendenzialmente il valore e il dinamismo del mercato immobiliare di un
nodo di accesso alla linea ferroviaria veloce aumentano, laddove
l’infrastruttura sia accompagnata dall’ottimizzazione e semplificazione
dell’accessibilità, da una maggiore densità dei servizi, e da una maggiore
qualità dell’habitat e riqualificazione dei quartieri.
Nella ricerca “Trasformazioni urbane e variazione dei valori immobiliari. Il
ruolo delle stazioni Alta Velocità” di Gargiulo e De Ciutiis, alcuni casi studio
internazionali (ad esempio Parigi, Londra e Madrid) sono stati messi a
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
35
confronto con le nuove stazioni AV progettate in Italia, in particolare, nelle
città di Torino, Milano, Roma e Napoli.
Tab. 2.5 - Principali casi studio e effetto sui valori immobiliari
Casi Studio Nodi Ferroviari Classe della città*
Caratteristiche di contesto dell'area di stazione Effetto sui
valori immobiliari
Ubicazione nel sistema
urbano Caratteristiche fisiche
Torino - Milano
Torino - Porta Susa 5 Centro Area dismessa in trasformazione
+
Milano - Stazione Centrale
2 Centro Tessuto storico =
Bologna - Firenze
Bologna - Stazione Centrale
5 Centro Tessuto storico =
Firenze - Belfiore 4 Periferia Area dismessa in trasformazione
=
Roma - Napoli
Roma - Stazione Tiburtina
3 Periferia Tessuto in
trasformazione =
Napoli - Stazione Centrale
5 Centro Tessuto storico +
Parigi - Strasburgo
Parigi - Gare de l'Est 1 Centro Tessuto storico =
Reims 7 Centro Area dismessa in trasformazione
+
Strasburgo 5 Centro Tessuto storico =
Londra - Parigi
Londra - St Pancras 1 Semicentro Tessuto storico +
Ashford International
- Periferia Tessuto di recente
formazione +
Parigi - Gare du Nord
1 Centro Tessuto storico =
Madrid - Puertollano
Madrid - Atocha 2 Centro Tessuto storico -
Ciudad Real - Periferia Tessuto di recente
formazione +
Puertollano - Centro Tessuto storico +
* classe individuata nelle analisi comparative sulle città europee della Datar (2003), Délégation interministérielle à l’aménagement du territoire et à l’attractivité régionale.
Fonte: Gargiulo, Carmela and de Ciutiis, Fiorella “Trasformazioni urbane e variazione dei valori immobiliari. Il ruolo delle stazioni Alta Velocità”, Napoli 2008
Dallo studio emerge che variazioni significative dei valori immobiliari
connesse all’arrivo dell’Alta Velocità nel contesto urbano di riferimento si
registrano prevalentemente nelle seguenti circostanze:
quando l’apertura della nuova stazione o l’adeguamento di una
esistente per accogliere l’Alta Velocità costituisce uno degli interventi
di un più ampio processo di riqualificazione di una zona urbana con
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
36
elevati livelli di degrado fisico e sociale in città di rango molto
elevato;
quando l’arrivo dei treni ad Alta Velocità avviene in un’area centrale
della città in radicale trasformazione fisica e funzionale conseguente
ad un diffuso e massiccio fenomeno di dismissione industriale;
quando l’apertura di una nuova stazione dell’Alta Velocità investe
una città di dimensioni medio-piccole e con scarsa caratterizzazione
funzionale.
In altri termini, nelle città di classe elevata i casi più rilevanti sembrano,
quindi, ascriversi a quelli in cui la stazione, sorgendo in quartieri degradati,
rappresenta l’occasione di rilancio socio-economico e riqualificazione fisica e
a quelli in cui, sorgendo in prossimità o all’interno di aree dimesse dalle
industrie, rappresenta un elemento importante nella definizione del nuovo
ruolo urbano da attribuire all’area. Nelle città di rango più basso,
caratterizzate dalla scarsa presenza di funzioni urbane forti ma da
un’economia cittadina comunque dinamica, l’effetto sui valori immobiliari è
rilevante, pur in assenza di interventi più generali sul sistema urbano.
La stazione AV Mediopadana di Reggio Emilia è un nodo della linea ad alta
velocità Milano – Bologna e, pertanto, rientra all’interno dei contesti urbani
che potrebbero beneficiare di effetti positivi sul mercato immobiliare.
Basandosi sulle conclusioni dello studio di Gargiulo e De Ciutiis (2008),
Reggio Emilia sembrerebbe rientrare, a pieno titolo, all’interno del terzo
gruppo di città, ossia laddove l’apertura di una nuova stazione dell’Alta
Velocità investe una città di dimensioni medio-piccole e con scarsa
caratterizzazione funzionale.
Fino ad oggi sono stati effettuati alcuni studi sul possibile impatto
economico della stazione Mediopadana sul contesto locale. Il primo,
denominato “I corridoi europei: occasione di sviluppo” e promosso da GEFI
nel 2008 riguarda, più in generale, gli effetti determinati dalla realizzazione
dell’AV in Italia sul settore immobiliare, con particolare attenzione alle
dinamiche residenziali connesse al mercato del lavoro. All’interno della
ricerca è stato messo a punto un modello di tipo gravitazionale: una
simulazione che, partendo dall’offerta e dalla domanda di lavoro dei poli
considerati, esamina e fa interagire la propensione al trasferimento della
propria residenza al variare del costo generalizzato del trasporto, ovvero
della somma del valore del tempo per lo spostamento e del suo costo
tariffario.
I risultati ottenuti sono il risultato di un modello di simulazione; in quanto
tali, offrono indicazioni in merito alla natura, al segno ed alla dimensione dei
fenomeni attesi nel mercato immobiliare a seguito dell’introduzione dell’AV,
Studi sull’impatto della Stazione AV Mediopadana
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
37
per cui possono essere oggetto di una interpretazione qualitativa più che di
una lettura strettamente numerica.
Specificatamente, il primo risultato riguarda gli effetti dell’Alta Velocità e
dell’andamento del mercato del lavoro sulle scelte di residenza.
L’avvio di servizi di AV lungo la rete ferroviaria italiana, stante l’evoluzione
del mercato del lavoro prevista nel breve-medio periodo, dovrebbe avere un
impatto decisamente positivo in provincia di Milano, grazie sia alla sua
centralità nel mercato del lavoro di media-alta qualifica sia alla forza
gravitazionale esercitata su Torino per il maggior livello di benessere offerto.
Effetti molto positivi sono attesi anche nei poli di Napoli e Verona, nel primo
caso in ragione di una crescita della domanda di lavoro nel periodo 2006-
2015, nel secondo per l’elevata qualità della vita e per l’ampliamento delle
occasioni occupazionali offerte. Nel nodo di Roma, al contrario, gli effetti
attesi sono particolarmente negativi sia per una contrazione della domanda
di lavoro locale, sia per l’inferiorità del livello di qualità della vita rispetto alla
provincia di Firenze.
Tab. 2.6- Effetti dell’Alta Velocità e dell’andamento del mercato del lavoro
sulle scelte di residenza
Fonte: “I corridoi europei: occasione di sviluppo”, a cura di GEFI Spa, Milano, Giugno 2008.
Il secondo risultato è relativo, invece, agli effetti dell’Alta Velocità sulle (sole)
scelte di residenza.
Il confronto tra la domanda di residenza espressa nel 2015 nell’ipotesi di
avvio dell’AV e di trasformazione del mercato del lavoro e in quella di
invarianza della dotazione infrastrutturale consente di apprezzare gli effetti
nel settore immobiliare del nuovo sistema di trasporto. A seconda della
provincia considerata emerge un rafforzamento o un indebolimento degli
effetti generati dalle dinamiche occupazionali. In primo luogo, è evidente la
forte attrazione giocata da Roma su Napoli in ragione della migliore qualità
della vita e della sostenibilità futura degli spostamenti pendolari di natura
lavorativa verso il polo campano. Una forza analoga è esercitata da Firenze
su Roma. Nel caso di Milano, risalta una tendenza alla fuga verso province
limitrofe caratterizzate da un maggior benessere ed al pendolarismo sul
nodo lombardo per ragioni occupazionali. Tale fenomeno è sicuramente
stimolato dall’elevata accessibilità di cui Milano godre a seguito
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
38
dell’introduzione dell’AV. Anche in questo caso un’analoga tendenza, ma di
segno opposto, è ravvisabile tra Torino e la stessa Milano, e tra il polo
piemontese e Novara. Un dato di particolare interesse riguarda la provincia
di Verona che registra un effetto positivo sotto ogni profilo: la crescita della
domanda di residenze è infatti imputabile sia all’espansione del mercato
locale del lavoro, sia alla qualità della vita offerta sia alla rapidità delle
connessioni future con gli altri centri d’occupazione, Milano in primis.
Tab. 2.7 - Effetti dell’Alta Velocità sulle scelte di residenza
Fonte: “I corridoi europei: occasione di sviluppo”, a cura di GEFI Spa, Milano, Giugno 2008.
Un’ulteriore ricerca sull’impatto della stazione Mediopadana sul mercato
immobiliare locale è stata pubblicata a maggio 2013 e promossa da
Unindustria Reggio Emilia e CAIRE. All’interno del rapporto denominato “La
Stazione e la rete. Nuove infrastrutture medio padane” vengono stimati i
possibili incrementi dei prezzi delle abitazioni a seconda dell’ampiezza del
bacino di riferimento (basati sull’accessibilità della stazione Mediopadana).
Si riportano di seguito i risultati delle stime effettuate.
Tab. 2.8 - Criteri di calcolo dell’incremento di valore immobiliare. Accessibilità
automobilistica alla stazione Mediopadana e relativo incremento dei prezzi
0-15’ 15’-60’ 30’-45’ 45’-60’
+ 200 €/mq +100 €/mq +50 €/mq +25 €/mq
Fonte: Unindustria Reggio Emilia, “La stazione e la rete. Nuove Infrastrutture Mediopadane”,
Maggio 2013
In realtà, come si evince dalle tabelle che seguono, la realizzazione della
nuova stazione dell’Alta Velocità Mediopadana a Reggio Emilia non sembra
aver influenzato per ora la dinamica del mercato immobiliare locale.
Sia per quanto riguarda il numero di compravendite che i prezzi, tra il 2013 e
il 2014, il mercato semicentrale e periferico reggiano ha mostrato andamenti
simili a quelli di Modena e Bologna e, pertanto, non correlati alla presenza
della nuova linea ferroviaria.
L’analisi dei dati: gli immobili ad uso residenziale
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
39
Tab. 2.9 - Numero di compravendite residenziali annuali (num. ass. e var. % annuali)
2014 2013 2012 2011 2010 2009 2008 2007
BOLOGNA 4.321 3.645 3.593 4.791 4.704 4.734 4.792 5.496
FERRARA 998 992 1.102 1.564 1.763 1.627 1.837 2.296
FORLI' 808 783 930 1.118 1.393 1.241 1.391 1.499
MODENA 1.516 1.243 1.317 1.852 2.044 1.926 1.961 2.375
PARMA 2.051 1.824 1.850 2.735 2.568 2.524 2.856 3.282
PIACENZA 859 810 917 1.211 1.232 1.396 1.408 1.610
RAVENNA 1.405 1.476 1.636 2.289 2.491 2.320 2.757 3.471
REGGIO EMILIA
1.361 1.152 1.212 1.746 1.835 1.788 2.942 2.996
RIMINI 986 952 1.083 1.535 1.691 1.476 1.598 1.863
2014 2013 2012 2011 2010 2009 2008
2014-2007
BOLOGNA 18,5% 1,5% -25,0% 1,8% -0,6% -1,2% -12,8% -21,4%
FERRARA 0,6% -9,9% -29,6% -11,3% 8,4% -11,4% -20,0% -56,5%
FORLI' 3,2% -15,8% -16,9% -19,7% 12,2% -10,8% -7,2% -46,1%
MODENA 22,0% -5,6% -28,9% -9,4% 6,1% -1,8% -17,4% -36,1%
PARMA 12,4% -1,4% -32,3% 6,5% 1,7% -11,6% -13,0% -37,5%
PIACENZA 6,1% -11,6% -24,3% -1,7% -11,8% -0,9% -12,5% -46,6%
RAVENNA -4,8% -9,8% -28,5% -8,1% 7,4% -15,9% -20,6% -59,5%
REGGIO EMILIA 18,2% -4,9% -30,6% -4,8% 2,6% -39,2% -1,8% -54,6%
RIMINI 3,6% -12,2% -29,4% -9,2% 14,5% -7,6% -14,2% -47,1%
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Agenzia delle Entrate
Tab. 2.10 - Andamento dei prezzi (var. %)
Città
Abitazioni civili - Nuovo (media semicentro e periferia)
Abitazioni civili - Usato (media semicentro e periferia)
Variazione 2014/2008
Variazione 2014/2013
Variazione 2014/2008
Variazione 2014/2013
BOLOGNA -22,4% -4,3% -21,8% -5,0%
FERRARA -7,3% -0,4% -15,1% -2,7%
FORLI' -8,5% -1,9% -7,9% -1,9%
MODENA -18,5% -3,3% -18,0% -3,7%
PARMA -21,8% -3,3% -35,3% -5,1%
PIACENZA -4,9% -1,9% -1,7% -1,4%
RAVENNA 0,2% -1,2% 0,3% -2,1%
REGGIO EMILIA -16,6% -1,3% -23,3% -3,6%
RIMINI -8,8% -1,8% -8,6% -1,9%
Media Capoluoghi di Provincia
-12,1% -2,2% -14,6% -3,1%
Fonte: Elaborazioni Nomisma
L’arco temporale di analisi, tuttavia, potrebbe risultare limitato e, pertanto, i
prezzi potrebbero aumentare maggiormente nei prossimi anni così come
l’attrattività della stazione potrebbe generare un aumento degli investimenti
immobiliare e, di conseguenza, delle compravendite.
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
40
Tab. 2.11 - Previsioni sull’andamento dei prezzi delle abitazioni
2015 2016 2017
BOLOGNA -1,1% 1,5% 2,6%
FERRARA -0,8% 0,0% 0,5%
FORLI' -1,2% 0,0% 0,8%
MODENA -1,9% 1,0% 2,5%
PARMA -2,4% 0,3% 1,9%
PIACENZA -1,2% 0,5% 1,5%
RAVENNA -0,9% 0,1% 0,9%
REGGIO EMILIA -1,3% 0,6% 1,6%
RIMINI -1,6% 0,6% 2,0%
Fonte: Elaborazioni Nomisma
Un ultimo aspetto su cui vale la pena riflettere riguarda uno dei più classici
fattori di localizzazione delle imprese: il prezzo degli immobili ad uso
commerciale. Come si evidenzia nella figura seguente, su questo fronte
Reggio Emilia prevale rispetto a Milano e Bologna ed è ipotizzabile che la
presenza dell’Alta Velocità, insieme agli asset di attrattività afferenti al
sistema produttivo e dei servizi, svolga nel breve periodo un ruolo di
rafforzamento di tale importante vantaggio competitivo, ancor prima che
una funzione propulsiva di innalzamento del livello di prezzi.
Tab. 2.12 - Valori e indici immobiliari di uffici, laboratori e capannoni (Reggio Emilia = 100)
Uffici
Uffici strutturati
Laboratori Capannoni
€/mq NI €/mq NI €/mq NI €/mq NI
Milano
- Buonarroti-Fiera-Sempione 3.300 204 3.650 184 1.480 164 1.100 149
- Ronchetto-Barona-Famagosta 2.250 139 2.470 125 1.300 144 970 131
- Rogoredo-Lambrate-Rubattino 2.150 133 2.500 126 1.150 128 900 122
- Montegani-Omero-Brenta 2.190 135 2.450 124 1.450 161 980 132
Milano - Hinterland
- Segrate 1.880 116 2.400 121 1.120 124 880 119
- Assago 1.900 117 1.900 96 990 110 970 131
- San Donato Milanese 1.950 120 2.200 111 970 108 920 124
Bologna
- Costa-Saffi-Santa Viola 2.700 167 3.300 167 1.400 156 990 134
- Matteotti-Bolognina-San Donato 2.380 147 2.970 150 1.250 139 940 127
Reggio Emilia
- Semicentro 1.620 100 1.980 100 900 100 740 100
- Periferia 1.350 83 - - 770 86 650 88
Gli uffici strutturati si riferiscono ad immobili direzionali inseriti all’interno di centri direzionali.
Fonte: Nomisma
L’analisi dei dati: gli immobili ad uso commerciale
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
41
3. La Stazione AV Mediopadana
3.1 La taglia urbana e il potenziale bacino di attivazione
La grandezza demografica del sistema urbano che ospita la fermata AV
determina il relativo potenziale di attivazione: come è stato descritto nella
sezione 1.3 “L’impatto dell’AV sui sistemi urbani”, le attivazioni
socioeconomiche nei conglomerati urbani francesi e spagnoli sotto i 100.000
abitanti sono generalmente moderati, anche perché queste realtà ottengono
un servizio molto modesto da parte del gestore dei servizi AV. Quella della
taglia urbana della popolazione rappresenta una questione tutt’altro che
banale dal momento che, anche rimanendo all’interno di criteri
semplicemente demografici, vi possono essere diverse definizioni.
Naturalmente, dal punto di vista dell’amministratore, la “città” è lo spazio
perimetrato dai confini comunali; mentre, la lettura urbanistica privilegia di
necessità la frattura che separa l’edificato dalla campagna.
Se si passa, però, da un’ottica legata a strutture statiche ad un’ottica legata
ai flussi relazionali, il quadro cambia radicalmente. In questo caso si fa
riferimento ai “Sistemi locali del lavoro”, individuati dall’Istat in base ai dati
relativi agli spostamenti quotidiani per motivi di lavoro, rilevati in occasione
dei Censimenti della Popolazione2.
Si riportano di seguito i SLL compresi nella provincia di Reggio Emilia.
Tab. 3.1 – Sistemi Locali del Lavoro - Reggio Emilia, Anno 2014
Sistema Locale del Lavoro Popolazione
Reggio Emilia 341.056
Correggio 70.410
Guastalla 40.205
Castelnovo ne’ Monti 33.874
Totale 485.545
Fonte: Istat
La città effettiva di Reggio Emilia, se misurata tramite il relativo Sistema
Locale del Lavoro, presenta 341.056 abitanti, ben di più della popolazione
residente nel confine comunale (172.525 persone del 2014).
Tuttavia, è possibile considerare questa cifra come ulteriormente ampliabile:
i SLL sono costruiti, infatti, tramite prevalenze e non escludono affatto la
2 Secondo la definizione Istat “i sistemi locali del lavoro rappresentano i luoghi della vita
quotidiana della popolazione che vi risiede e lavora. Si tratta di unità territoriali costituite da più comuni contigui fra loro, geograficamente e statisticamente comparabili”.
Determinare la taglia urbana: Il metodo dei SLL
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
42
possibilità che vi siano relazioni significative anche fra comuni appartenenti a
SLL diversi.
Adottando questa interpretazione “flessibile” dell’indicatore, si può
tranquillamente arrivare a collocare la grandezza della città di Reggio Emilia
oltre i 400.000 abitanti.
Il discorso cambia quando si passa dalla taglia di popolazione del sistema
urbano (che si considera generatore ed attrattore di mobilità), al bacino
potenziale di traffico attraibile da un certa città tramite una qualche
infrastruttura di mobilità.
La domanda diventa: quanta popolazione è accessibile alla Stazione AV e ai
suoi servizi?
Un metodo generale di calcolo è quello che definisce delle aree bacinali
disgiunte (in analogia ai SLL): una certa area è definita come quella i cui
abitanti possono raggiungere la Stazione interna all’area in un tempo
inferiore rispetto a quello che impiegherebbero andando nelle Stazioni di
qualunque altra area. Si tratta ovviamente di calcoli che riescono a fornire
solo una proxy, ma non per questo poco interessanti.
Ecco cosa succede nel caso di Reggio Emilia, il cui bacino di attrazione
potenziale è messo in evidenza rispetto ai bacini di attrazione di Bologna e
Milano, le altre stazioni lungo la tratta.
Fig. 3.1 – Le Isocrone dell’Area Padana
Fonte: Unindustria Reggio Emilia, “La stazione e la rete. Nuove Infrastrutture Mediopadane”,
Maggio 2013
Determinare la taglia urbana: il metodo delle aree bacinali disgiunte
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
43
Se ci limitiamo ad una accessibilità teorica di 30 minuti (oltre la quale l’area
di Bologna tende a sovrapporsi a quella di Reggio), la popolazione accessibile
supera il milione di abitanti.
Ovviamente in queste considerazioni non si tiene conto della qualità dei
servizi offerti: Reggio Emilia non può essere considerata equivalente a
Bologna e, ancor di più, a Milano.
Tuttavia, qualora vi fosse un livello elevato di servizio (cadenze) per i treni
AV nella Mediopadana e qualora all’utente interessasse solo il servizio puro
di mobilità, Reggio Emilia potrebbe avvalersi di una accessibilità viaria alla
stazione indubbiamente superiore a quella delle Stazioni Centrali di Milano e
Bologna.
3.2 L’ubicazione
L’analisi dei casi francese e spagnolo ha mostrato come la nuova stazione AV
in genere sia distaccata da quella centrale tradizionale, in quanto le linee AV
nei sistemi urbani medi o piccoli, passano all’esterno della città.
Nel caso di Reggio Emilia in tutta la tratta Milano-Bologna, e in gran parte
dell’intera linea Salerno- Milano-Torino, la linea AV è indipendente dalla
linea principale tradizionale.
La localizzazione, in gran parte indipendente dai disegni locali, è
estremamente importante perché incide profondamente sull’integrabilità
della stazione nel disegno di sviluppo urbano.
Fig. 3.2 – Linee tradizionale e AV Milano-Bologna
Fonte: RFI
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
44
Per quanto riguarda specificatamente il posizionamento topografico della
stazione all’interno dell’urbanizzazione reggiana, esso è rappresentato con
immediatezza dalla seguente cartina.
Fig. 3.3 – Reggio Emilia, Localizzazione stazione tradizionale e stazione AV
Fonte: RFI
I punti rossi rappresentano, rispettivamente, a nord la nuova stazione AV e a
sud la vecchia stazione centrale.
Come si evince dalla mappa, la stazione AV si trova sostanzialmente
inglobata nel perimetro urbanizzato, laddove consideriamo come
urbanizzazione reggiana la grande area industriale di Mancasale, adiacente
alla stazione stessa.
Questa valutazione (ampia integrabilità nel disegno di espansione urbana) è
confortata dalla carta del mosaico dei Piani Regolatori Generali riportata nel
più recente Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) di Reggio
Emilia.
Integrabilità nel disegno di espansione urbana
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
45
Fig. 3.4 – Mosaico dei PRG
Fonte: Provincia di Reggio Emilia
Di questo mosaico interessano due tessere in particolare: quelle che nella
cartina precedente sono rispettivamente la grande area industriale di
Mancasale, di cui la stazione AV è il vertice in basso a destra, e l’area
industriale dismessa ex-Reggiane, di cui la stazione tradizionale è il vertice in
basso a sinistra.
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
46
Nella carta-mosaico dei piani regolatori, queste due aree strategiche, nella
struttura urbano produttive di Reggio Emilia, sono caratterizzate dal colore
viola, indicativo di una prospettiva di riqualificazione urbano-produttiva.
Possiamo, dunque, in sintesi affermare che:
- la stazione AV è integrabile nel disegno di sviluppo urbano;
- la stazione AV è inclusa nelle due principali aree produttiva in
rivalorizzazione di Reggio Emilia.
In particolare, l’area di Mancasale, una delle più importanti aree industriali
dell’intera regione, è in fase di rilancio attraverso strategie di riconversione
ad “Area ecologicamente attrezzata”.
In essa inoltre, l’Amministrazione Comunale ha consentito una certa
elasticità nell’uso dei parametri edificatori al fine di favorire ristrutturazioni
edilizie più adatte a nuove attività produttive, in una fase in cui comunque la
crisi ha inciso profondamente.
L’area ex-Reggiane, che si apre immediatamente a nord della stazione
centrale, e che fino a poco tempo fa era completamente dismessa e in grave
degrado, ha visto recentemente un importante impegno di ristrutturazione e
di rilancio. Il primo episodio concluso di questo rilancio è dato
dall’insediamento, in una piccola porzione dell’area, del Polo Tecnologico di
Reggio Emilia.
Si tratta del primo Polo tecnico-scientifico, appartenente alla rete dei poli
dell’Emilia-Romagna, ad entrare in funzione.
Possiamo dunque dire, in sostanza, che le condizioni relative alla
localizzazione della stazione AV, e alla sua integrazione nel disegno di
sviluppo urbano hanno ampie possibilità di sinergie nel caso reggiano.
3.3 Le caratteristiche dell’offerta di trasporto
Sulla tratta AV Bologna-Milano si ferma alla Stazione Mediopadana una
frazione molto considerevole di treni AV. Si tratta di un livello di servizi o
elevato e certamente superiore alla media che si riscontra in aree urbane
comparabili in Francia e Spagna.
I gestori del servizio sono Trenitalia con il modello Frecciarossa e NTV
(Nuovo Trasporto Viaggiatori) con il modello Italo. Dalla Tabella riepilogativa
3.2 appare evidente la diversa interpretazione del servizio da parte dei due
gestori, dato che se da una parte Trenitalia riduce drasticamente il numero
dei treni che fermano in stazione durante il fine settimana (da 21 fino ad
arrivare a 14), dall’altra NTV mantiene inalterata l’offerta (12).
Opportunità sinergiche
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
47
Tab. 3.2 – Treni che fermano alla Stazione AV Mediopadana
Trenitalia NTV Treni disponibili
Lun-Ven 21 12 33
Sabato 16 12 28
Domenica 14 12 26
Fonte: Trenitalia e NTV
Focalizzando l’analisi sulla settimana lavorativa, per quanto riguarda le tratte
a Nord della Mediopadana, le stazioni terminali sono rispettivamente Milano
Centrale e Torino Porta Nuova per i treni Frecciarossa; Milano Porta
Garibaldi e Torino Porta Susa Sotterranea per i treni Italo.
In mattinata, i treni che terminano a Milano sono tre, due dei quali
concentrati nella prima parte della mattinata con un ventaglio di orari di
arrivo a Milano fra le 8.40 e le 9.30.
Il modello di utilizzo per l’utente reggiano, sottostante a questa offerta si
chiarisce se si considerano i ritorni pomeridiani: infatti tra le 20.00 e le 21.30
alla Stazione Mediopadana arrivano quattro treni: tre da Torino e uno da
Milano. Anche nel caso di Torino, dunque, sono ben servite relazioni andata-
ritorno in giornata con ampia disponibilità di tempo per incontri di lavoro o
per altre ragioni.
Si tratta di un modello che favorisce relazioni in partenza da Reggio Emilia e
dal relativo bacino e che si concludono entro il pomeriggio del giorno stesso.
Guardando alle tratte verso Sud, ben fornita risulta la relazione della
Mediopadana con Roma Termini, soprattutto nella prima mattinata verso la
quale partono tre treni entro le 7.30, e altri cinque entro le 11.30. Di questi
solo uno si ferma a Roma mentre gli altri si prolungano verso Napoli o
proseguono fino a Salerno.
Di minor peso la relazione con il versante adriatico (Rimini, Ancona), verso il
quale partono solo due treni al giorno.
Ovviamente la relazione di gran lunga dominante è quella con Bologna; essa
infatti è coinvolta in tutte le relazioni sopra esaminate.
Inoltre, la vicinanza del nodo bolognese consente eventualmente di usarne
le prestazioni soprattutto per quelle relazioni non direttamente servite dalla
Mediopadana: relazioni con Verona o Venezia.
In generale l’offerta settimanale di servizi Frecciarossa appare più capillare e
comprensiva, con i treni Italo a servire sostanzialmente le stesse tracce, ma
con cadenze di molto inferiori. Al contrario nel fine settimana l’offerta si
Le tratte in direzione Sud
Le tratte in direzione Nord
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
48
riequilibria sostanzialmente alla luce del minor numero di Frecciarossa (Tab.
3.4 e 3.5).
Tab. 3.3 – Tabella oraria Stazione AV Mediopadana, settimana lavorativa (lun-ven)
ORA partenza da RE
Da A IMPRESA
6.56 Milano Centrale Napoli Centrale Trenitalia
7.11 Milano Centrale Salerno Trenitalia
7.26 Milano Porta Garibaldi Napoli Centrale NTV
7.52 Firenze Santa Maria Novella Milano Centrale Trenitalia
8.08 Torino Porta Nuova Roma Termini Trenitalia
8.09 Bologna Centrale Milano Porta Garibaldi NTV
8.34 Milano Centrale Ancona Trenitalia
8.37 Ancona Milano Centrale Trenitalia
9.08 Torino Porta Nuova Salerno Trenitalia
9.26 Torino Porta Susa Salerno NTV
9.44 Roma Termini Torino Porta Nuova Trenitalia
10.08 Torino Porta Nuova Roma Termini Trenitalia
10.24 Napoli Centrale Torino Porta Susa NTV
11.26 Milano Porta Garibaldi Napoli Centrale NTV
11.44 Salerno Torino Porta Nuova Trenitalia
12.44 Roma Termini Torino Porta Nuova Trenitalia
14.24 Salerno Milano Porta Garibaldi NTV
15.08 Torino Porta Nuova Salerno Trenitalia
15.26 Milano Porta Garibaldi Salerno NTV
16.08 Torino Porta Nuova Roma Termini Trenitalia
16.24 Salerno Milano Porta Garibaldi NTV
17.44 Salerno Torino Porta Nuova Trenitalia
18.08 Torino Porta Nuova Roma Termini Trenitalia
18.24 Salerno Torino Porta Susa NTV
18.26 Torino Porta Susa Salerno NTV
18.34 Milano Centrale Ancona Trenitalia
18.44 Roma Termini Torino Porta Nuova Trenitalia
19.26 Milano Porta Garibaldi Roma Ostiense NTV
19.38 Milano Centrale Firenze Santa Maria Novella Trenitalia
20.06 Ancona Milano Centrale Trenitalia
20.24 Napoli Centrale Torino Porta Susa NTV
20.44 Roma Termini Torino Porta Nuova Trenitalia
21.18 Roma Termini Torino Porta Nuova Trenitalia
Fonte: Trenitalia e NTV
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
49
Tab. 3.4 – Tabella oraria Stazione AV Mediopadana, (sabato)
ORA partenza da RE
Da A IMPRESA
7.11 Milano Centrale Salerno Trenitalia
7.26 Milano Porta Garibaldi Napoli Centrale NTV
7.52 Firenze Santa Maria Novella Milano Centrale Trenitalia
8.09 Bologna Centrale Milano Porta Garibaldi NTV
8.34 Milano Centrale Ancona Trenitalia
8.37 Ancona Milano Centrale Trenitalia
9.08 Torino Porta Nuova Salerno Trenitalia
9.26 Torino Porta Susa Salerno NTV
9.44 Roma Termini Torino Porta Nuova Trenitalia
10.08 Torino Porta Nuova Roma Termini Trenitalia
10.24 Napoli Centrale Torino Porta Susa NTV
11.26 Milano Porta Garibaldi Napoli Centrale NTV
11.44 Salerno Torino Porta Nuova Trenitalia
12.44 Roma Termini Torino Porta Nuova Trenitalia
14.24 Salerno Milano Porta Garibaldi NTV
15.26 Milano Porta Garibaldi Salerno NTV
16.08 Torino Porta Nuova Roma Termini Trenitalia
16.24 Salerno Milano Porta Garibaldi NTV
18.08 Torino Porta Nuova Roma Termini Trenitalia
18.24 Salerno Torino Porta Susa NTV
18.26 Torino Porta Susa Salerno NTV
18.34 Milano Centrale Ancona Trenitalia
18.44 Roma Termini Torino Porta Nuova Trenitalia
19.26 Milano Porta Garibaldi Roma Ostiense NTV
20.06 Ancona Milano Centrale Trenitalia
20.24 Napoli Centrale Torino Porta Susa NTV
20.44 Roma Termini Torino Porta Nuova Trenitalia
21.18 Roma Termini Torino Porta Nuova Trenitalia
Fonte: Trenitalia e NTV
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
50
Tab. 3.5 – Tabella oraria Stazione AV Mediopadana, (domenica)
ORA partenza da RE
Da A IMPRESA
7.26 Milano Porta Garibaldi Napoli Centrale NTV
8.09 Bologna Centrale Milano Porta Garibaldi NTV
8.34 Milano Centrale Ancona Trenitalia
8.37 Ancona Milano Centrale Trenitalia
9.26 Torino Porta Susa Salerno NTV
9.44 Roma Termini Torino Porta Nuova Trenitalia
10.08 Torino Porta Nuova Roma Termini Trenitalia
10.24 Napoli Centrale Torino Porta Susa NTV
11.26 Milano Porta Garibaldi Napoli Centrale NTV
14.24 Salerno Milano Porta Garibaldi NTV
15.08 Torino Porta Nuova Salerno Trenitalia
15.26 Milano Porta Garibaldi Salerno NTV
16.08 Torino Porta Nuova Roma Termini Trenitalia
16.24 Salerno Milano Porta Garibaldi NTV
17.44 Salerno Torino Porta Nuova Trenitalia
18.08 Torino Porta Nuova Roma Termini Trenitalia
18.24 Salerno Torino Porta Susa NTV
18.26 Torino Porta Susa Salerno NTV
18.34 Milano Centrale Ancona Trenitalia
18.44 Roma Termini Torino Porta Nuova Trenitalia
19.26 Milano Porta Garibaldi Roma Ostiense NTV
19.38 Milano Centrale Firenze Santa Maria Novella Trenitalia
20.06 Ancona Milano Centrale Trenitalia
20.24 Napoli Centrale Torino Porta Susa NTV
20.44 Roma Termini Torino Porta Nuova Trenitalia
21.18 Roma Termini Torino Porta Nuova Trenitalia
Fonte: Trenitalia e NTV
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
51
3.4 L’indagine diretta: il punto di vista degli utenti
Nella convinzione che la reale portata della stazione in termini di modalità di
fruizione, motivi di viaggio, bacino di utenza (attuale e potenziale) e
gerarchizzazione delle esigenze non possa essere condotta esclusivamente in
maniera teorica o attraverso modelli di simulazione, è stata intrapresa
un’ampia indagine di campo che ha coinvolto 714 utenti della Mediopadana.
La rilevazione è stata condotta nella settimana da lunedì 6 luglio a domenica
12 luglio in modalità face to face attraverso una squadra di intervistatori
qualificati, presenti dal primo treno della mattina (6.43) all’ultimo della sera
(21.18). Gli utenti sono stati intervistati nel momento di attesa per l’arrivo
del proprio treno o appena discesi da esso.
Sebbene il campione non possa considerarsi statisticamente rappresentativo
dell’universo di riferimento, si ritiene che il metodo prescelto fornisca, anche
per la numerosità campionaria, un’apprezzabile proxy dello stato dell’arte
dell’infrastruttura.
Un primo elemento che si è cercato di circoscrivere riguarda la profilazione
dell’utenza. Rispetto alle caratteristiche di genere ed all’età dei soggetti del
campione, emerge come gli utenti della Mediopadana intervistati siano in
prevalenza uomini ed abbiano un profilo tendenzialmente ‘giovane’. La
componente maschile prevale infatti su quella femminile, con il 56,6% di
uomini a fronte del 43,4% di donne; inoltre, circa il 60% degli intervistati ha
meno di 40 anni ed il 16,2% ha un’età inferiore ai 25 anni, mentre la quota di
utenti con 65 anni e oltre si attesta ad appena il 5,2%.
Utile rilevare anche come l’utenza sia in prevalenza con qualifiche di studio
medio-alte. Quasi la metà dei soggetti intervistati (46,9%) ha conseguito una
laurea o un titolo di studio superiore, mentre il 44,1% è in possesso almeno
di un diploma di scuola media superiore. Tale elemento introduce anche
riflessioni in merito alla propensione al trasporto su ferro (laddove ve ne
siano le opportune condizioni) da parte di un’utenza ‘evoluta’, in
controtendenza rispetto alla tradizione nazionale. Inoltre, gli utenti della
stazione Mediopadana che con maggiore frequenza sono stati intervistati
appartengono al gruppo dei soggetti occupati, come impiegati (31,1%),
professionisti, consulenti o lavoratori autonomi (21,0%) e dirigenti,
funzionari ed i quadri (8,3%). Complessivamente 76,9% degli intervistati
risulta occupato ed il resto del campione si divide tra studenti (13,7%),
pensionati (3,8%), disoccupati (3,5%) e casalinghe (2,1%).
Al fine di meglio delineare le evidenze emerse dall’indagine, le elaborazioni
saranno presentate da una parte sul campione totale dei 714 utenti,
Caratteristiche del campione intervistato
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
52
dall’altra distinguendo i domiciliati nei comuni del bacino della stazione
Mediopadana (485 utenti in totale), dai domiciliati in altro luogo (229
utenti), ovvero:
1. gli utenti locali che essendo domiciliati nelle aree limitrofe alla
Mediopadana, utilizzano la stazione come “Porta di Uscita” per
raggiungere altre aree del paese;
2. gli utenti che provengono da aree lontane dalla Mediopadana (che
chiameremo per simplicità “non domiciliati”) ed utilizzano la stazione
come “Porta di Entrata” sul territorio.
I primi elementi da considerare nel momento in cui si riflette sul ruolo che la
stazione Mediopadana va assumendo (o potrà assumere) nel panorama
delle stazioni italiane AV sono i pesi dei nodi della rete di relazione dell’area
reggiana con gli altri bacini di traffico e la direzione prevalente dei flussi di
passeggeri.
Quali sono oggi i principali nodi della rete di relazione della Mediopadana? E
quindi, quale è la direzione prevalente dei flussi di passeggeri da e verso la
stazione ovvero il grado di polarizzazione di tali nodi?
Il network di relazioni che emerge dall’indagine è bene approssimato dalla
struttura dei flussi che i domiciliati dell’area reggiana attivano verso altre
aree servite da stazioni AV: Milano, Roma e Napoli/Salerno sono i principali
nodi di relazione della stazione di Reggio Emilia, dove si dirigono o da cui
provengono rispettivamente il 34,8%, il 26,2% ed il 17,3% dei 485 utenti
domiciliati nei comuni limitrofi a Reggio Emilia.
Seguono Firenze (8,2%) e Torino (5,8%), relazioni oggi certamente
sottoutilizzate, così come deboli appaiono le relazioni con la direttrice
adriatica (Rimini 4,3%) e con Bologna (1,9%) che rappresenta una
piattaforma di servizi complementari a quelli di Reggio Emilia per il bacino
trasportistico regionale e dove gli utenti utilizzano ancora verosimilmente la
linea ferroviaria convenzionale.
Caratteristiche del network di relazioni
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
53
Fig. 3.5 - Le stazioni AV di destinazione e provenienza degli utenti domiciliati nei comuni limitrofi a Reggio Emilia
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati indagine diretta
Per completare questo primo inquadramento del network di relazioni
attivato dalla stazione Mediopadana è utile sottolineare, non solo i pesi dei
nodi con i quali si relaziona l’area in questione, ma anche la direzione
prevalente dei flussi, ovvero il grado di polarizzazione delle relazioni nodali:
utenti locali che partono dalla (o arrivano alla) stazione Mediopadana o
extra-locali che arrivano alla (partono dalla) stazione Mediopadana.
La polarizzazione è l’indicatore che spiega se vi è una prevalenza di reggiani
che vanno all’esterno (emigrazione temporanea) o di esterni che arrivano
nel reggiano (immigrazione temporanea), esprimendo il livello di attrattività
complessiva dell’area.
Si tratta in altre parole di determinare gli equilibri che la stazione assume tra
“Porta di uscita” e “Porta di entrata”.
L’analisi, tenute in considerazione le premesse iniziali circa le modalità di
campionamento, mostra come il 67,9% degli utenti intervistati sia costituito
da locali attratti all’esterno e il 32,1% è costituito da extra-locali attratti
nell’area di accessibilità della stazione.
E’, quindi, evidente come attualmente prevalga una polarizzazione
indirizzata dal bacino di Reggio Emilia verso l’esterno. La Stazione AV
Mediopadana sembra dunque costituire in via prioritaria una porta di uscita
sui territori.
Questo risultato può leggersi come una conferma, dato che i due maggiori
poli con i quali i residenti reggiani hanno relazioni tramite AV sono Roma e
Milano.
Il grado di polarizzazione: la stazione come porta di entrata e uscita
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
54
La Mediopadana è quindi inglobata in una relazione di polarizzazione
essenzialmente negativa con i principali nodi della rete nazionale: il polo di
Reggio Emilia risulta infatti emettitore netto.
Ma si tratta anche di “dipendenza socioeconomica” verso l’esterno? In altri
termini, l’area che circonda la Mediopadana è un’area dipendente, tributaria
degli altri nodi, come succede nei rapporti centro-periferia?
Reggio Emilia è inserita in un network efficiente ed efficace di Alta Velocità,
benché appartenga ad un macrosistema insediativo essenzialmente
policentrico: l’inserzione reggiana è assai efficace nella direttrice della
dorsale ferroviaria principale, mentre l’efficacia della sua inserzione cala
drasticamente nella direttrice est ovest, soprattutto nella direttrice
pedealpina. Va comunque tenuto presente che questa limitazione dovrebbe
essere attenuata con il completamento della tratta
Milano/Bergamo/Venezia, anche se la relazione di Reggio con gran parte di
questa direttrice est-ovest rimarrà per lo più affetta da rotture di carico su
Milano.
Si può affermare che l’inserzione del bacino di adduzione della Mediopadana
nella rete AV italiana manifesti certamente una certa polarizzazione
negativa, ma si può, allo stesso modo, escludere che questa polarizzazione
sia una dato strutturale e permanente. Esistono tutti gli elementi per un
ampio sviluppo del network ad Alta Velocità e in particolare per lo sviluppo
dei flussi intermediati dalla Mediopadana. Ma esistono anche gli elementi
strutturali per costruire un equilibrio dinamico positivo basato sulla
specializzazione dei flussi: il Reggiano e il bacino medio padano hanno ampie
attrattive anche nei confronti di altre grandi aree metropolitane, come
testimoniato anche dal livello reddituale della popolazione.
Al fine di individuare il potenziale “bacino di utenza della stazione”, agli
utenti intervistati è stato chiesto da quale comune della zona sta arrivando
(se utenti in partenza dalla stazione) o in quale comune della zona si sta
dirigendo (se utenti in arrivo in stazione).
I comuni interessati dai flussi da e verso la stazione Mediopadana sono
risultati, a fine indagine, 80, così suddivisi territorialmente:
37 comuni della provincia di Reggio Emilia;
16 comuni della provincia di Modena;
16 comuni della provincia di Parma;
8 comuni della provincia di Mantova;
2 comuni della provincia di Cremona;
1 comune della provincia di Piacenza.
Il bacino potenziale di attrazione della stazione
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
55
La popolazione complessiva degli 80 comuni interessati ammonta, secondo
gli ultimi dati Istat, a circa 1.630.000 abitanti, i quali vanno intesi certamente
come una parte del bacino potenziale di attrazione della stazione.
Per quanto concerne la localizzazione territoriale dei flussi di passeggeri, nel
solo comune di Reggio Emilia si concentra il 49,0% degli arrivi/partenze da e
verso la stazione Mediopadana, mentre il resto della provincia di Reggio
Emilia convoglia il 22,4% dei flussi; seguono i comuni della provincia di
Modena (13,2%) e quelli della provincia di Parma (10,2%).
Fig. 3.6 - I comuni di provenienza/arrivo degli utenti domiciliati nei comuni limitrofi a Reggio Emilia
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Indagine diretta
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
56
Fig. 3.7 - I comuni di provenienza/arrivo degli utenti domiciliati in altri comuni
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Indagine diretta
La rapida e agevole raggiungibilità della stazione tramite mezzo privato è
confermata dal 78,9% degli intervistati, che dichiara di aver raggiunto o di
accingersi a lasciare la stazione in auto. Sono molto meno frequenti, invece,
l’uso di taxi (11,1%) o di autobus (6,2%). Ovviamente, in relazione al mezzo,
esistono evidenti differenze tra domiciliati nel bacino di utenza della
stazione e non: tra i primi, l’uso dell’auto privata raggiunge, infatti, quota
88,5%, mentre si attesta al 58,5% tra i secondi, che nel 24,5% dei casi
ricorrono all’uso del taxi e nel 10,5% a quello dell’autobus.
Tab. 3.6 – Mezzo di trasporto con cui si lascia o si arriva in stazione per tipologia di utenza
Domiciliati (Porta di uscita)
Non Domiciliati (Porta di entrata)
Utenti Quota Utenti Quota
Auto privata 429 88,5% 134 58,5%
Auto a noleggio 1 0,2% 5 2,2%
Taxi 23 4,7% 56 24,5%
Treno 1 0,2% 2 0,9%
Moto 2 0,4% 1 0,4%
Autobus 20 4,1% 24 10,5%
Altro 5 1,0% 3 1,3%
NS/NR 4 0,8% 4 1,7%
Totale 485 100,0% 229 100,0%
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Indagine diretta
L’accessibilità della stazione
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
57
Per quanto concerne le motivazioni di viaggio, la metà degli intervistati
dichiara di viaggiare per turismo o tempo libero, per quanto l’aver effettuato
le interviste nel mese di luglio abbia certamente influito sulla distribuzione
delle risposte. Sono infatti solo il 5,6% gli intervistati che dichiarano di
viaggiare per motivi legati allo studio, mentre il 40,5% coloro che viaggiano
per lavoro.
Incrociando i dati sulle motivazioni con quelli per macrocategorie di utenza,
gli utenti locali domiciliati hanno utilizzato la stazione con maggiore
frequenza per turismo o tempo libero (52,6%) e meno per lavoro (36,7%) in
contrapposizione con i non domiciliati (rispettivamente il 44,5% e il 48,5%).
I dati sull’utenza turistica in uscita dalla Mediopadana vanno ricondotti al
fatto che nel periodo di rilevazione era in pieno svolgimento l’EXPO a
Milano. Più sorprendente appare invece l’elevata percentuale di utenti in
entrata sull’area Mediopadana per turismo o, quantomeno, per questioni
legate al tempo libero. Sempre in un’ottica di porta di entrata, la rilevante
quota di utenti lavoratori segnala un certo legame con il tessuto produttivo
locale.
Tab. 3.7 – Motivazione del viaggio per tipologia di utenza
Domiciliati (Porta di uscita)
Non Domiciliati (Porta di entrata)
Utenti Quota Utenti Quota
Studio 34 7,0% 6 2,6%
Lavoro 178 36,7% 111 48,5%
Turismo/tempo libero 255 52,6% 102 44,5%
Altro 18 3,7% 10 4,4%
Totale 485 100,0% 229 100,0%
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Indagine diretta
Per ciò che concerne la motivazione sottostante al viaggio di lavoro, emerge
come il 34,3% si stia recando o si era appena recato in sede di lavoro: tra
questi ci sono sia pendolari, che viaggiano sulla propria tratta di riferimento
quasi ogni giorno, sia coloro che sporadicamente si recano in una sede di
lavoro diversa da quella abituale. Il 32,5% degli intervistati dichiara, invece,
di essere in viaggio per incontri presso clienti, mentre per il 15,6% la
motivazione del viaggio risiede nella attività formativa (partecipazione a
convegni, workshop o seminari).
Le motivazioni del viaggio
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
58
Fig. 3.8 - La motivazione del viaggio lavorativo
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Indagine diretta
Tab. 3.8 - La motivazione del viaggio lavorativo per tipologia di utenza
Domiciliati (Porta di uscita)
Non Domiciliati (Porta di entrata)
Utenti Quota Utenti Quota
Recarsi in sede 61 34,3% 38 34,2%
Seguire corsi di formazione 10 5,6% 9 8,1%
Partecipazione a convegni, workshop, seminari
35 19,7% 10 9,0%
Partecipazione a fiere 5 2,8% 1 0,9%
Incontro presso clienti 55 30,9% 39 35,1%
Vendita o acquisto di prodotti o servizi
4 2,2% 3 2,7%
Altro 8 4,5% 11 9,9%
Totale 178 100,0% 111 100,0%
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Indagine diretta
L’utente che viaggia per motivi lavorativi svolge la propria attività in imprese
private (84,3% dei casi per i domiciliati; 85,6% dei casi per i non domiciliati)
nella maggior parte dei casi di grandi dimensioni (42,7% dei domiciliati e
53,7% dei non domiciliati), occupate prevalentemente nell’ambito dei servizi
e del credito (Tabelle 3.9 e 3.10).
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
59
Tab. 3.9 – Dimensione dell’ente privato di appartenenza per tipologia di utenza
Domiciliati (Porta di uscita)
Non Domiciliati (Porta di entrata)
Utenti Quota Utenti Quota
Piccole (1-19 addetti) 46 30,7% 28 29,5%
Medie (20-99 addetti) 33 22,0% 14 14,7%
Grandi (oltre 100 addetti) 64 42,7% 51 53,7%
N.D. 7 4,7% 2 2,1%
Totale 150 100,0% 95 100,0%
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Indagine diretta
Tab. 3.10 – Dimensione dell’ente privato di appartenenza per tipologia di utenza
Domiciliati (Porta di uscita)
Non Domiciliati (Porta di entrata)
Utenti Quota Utenti Quota
Industria 26 17,3% 26 27,4%
Agricoltura 6 4,0% 3 3,2%
Commercio 38 25,3% 18 18,9%
Servizi 65 43,3% 42 44,2%
Costruzioni 11 7,3% 6 6,3%
N.D. 4 2,7% 0 0,0%
Totale 150 100.0% 95 100,0%
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Indagine diretta
Rispetto alla frequenza di utilizzo della stazione, oltre 1 intervistato su 5
dichiara di non aver mai usufruito della Mediopadana in precedenza e non
raggiungono quota 40% coloro che hanno utilizzato la stazione più di 5 volte
negli ultimi tre mesi. La frequenza di utilizzo va certamente correlata alla
motivazione del viaggio e, di conseguenza, al periodo nel quale sono state
condotte le interviste: sono infatti coloro che viaggiano per turismo o tempo
libero a costituire parte rilevante dei “nuovi viaggiatori”.
Fig. 3.9 - Frequenza di utilizzo della stazione negli ultimi 3 mesi
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Indagine diretta
La frequenza di utilizzo della stazione
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
60
Il fatto che il 20,0% degli utenti domiciliati nel bacino di utenza della stazione
abbia utilizzato la Mediopadana per la prima volta, implica forti potenzialità
ancora da dispiegarsi. Ipotizzando, ad esempio, che queste persone
comincino ad utilizzare la stazione una volta ogni tre mesi in futuro, il
numero totale di passeggeri della stazione in un anno supererebbe
agevolmente il milione, con un aumento del traffico passeggeri di circa il
25%.
Tab. 3.11 – Frequenza di utilizzo della stazione per tipologia di utenza
Domiciliati (Porta di uscita)
Non Domiciliati (Porta di entrata)
Utenti Quota Utenti Quota
Quotidianamente o quasi 17 3,5% 16 7,0%
Più di 10 volte 67 13,8% 26 11,4%
Da 5 a 10 volte 99 20,4% 43 18,8%
Meno di 5 volte 205 42,3% 82 35,8%
E' la prima volta 97 20,0% 62 27,1%
Totale 485 100,0% 229 100,0%
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Indagine diretta
In generale, si evidenzia un elevato grado di soddisfazione da parte
dell’utenza in relazione all’importante contributo della stazione in termini di
agevolazione degli spostamenti. In particolare, sono proprio coloro che
utilizzano la Mediopadana con maggiore frequenza (i pendolari o comunque
coloro che viaggiano almeno due/tre volte a settimana) a esprimere i giudizi
più positivi, sia tra i domiciliati che tra i non domiciliati (Figure 3.10 e 3.11).
In larga parte, prima della creazione della Stazione AV Mediopadana, i
viaggiatori utilizzavano la tratta ferroviaria tradizionale con necessità di
effettuare anche dei cambi. Come rilevano gli intervistati, i tempi di
percorrenza si sono nettamente accorciati elevando il livello del servizio di
trasporto.
Inoltre, è stato possibile osservare come alcuni viaggiatori abbiano usufruito
della stazione per raggiungere mete lontane (ad esempio Salerno)
preferendo l’utilizzo dell’AV al trasporto aereo.
Un’ipotesi di incremento del traffico passeggeri
Giudizio degli utenti sul contributo della Mediopodana agli spostamenti
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
61
Fig. 3.10 – Contributo della stazione AV nell’agevolare gli spostamenti rispetto alla
frequenza di utilizzo della stazione per i domiciliati (Porta di uscita)
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Indagine diretta
Fig. 3.11 – Contributo della stazione AV nell’agevolare gli spostamenti rispetto alla
frequenza di utilizzo della stazione per i NON domiciliati (Porta di entrata)
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Indagine diretta
Alla domanda su quali servizi andrebbero potenziati o implementati in
stazione, quasi un intervistato su tre (31,9%) sostiene che andrebbe
rafforzata la disponibilità di treni, la cui frequenza - nelle ore centrali della
giornata - diminuisce drasticamente; il 25,2% degli intervistati, si focalizza
sull’esigenza del potenziamento dei collegamenti da e verso la stazione (bus,
autonoleggio e taxi, 25,2%), connessioni, in realtà, già presenti in stazione
ma ritenute dagli utenti ad oggi insufficienti; relativamente alle aree di sosta,
I servizi richiesti dagli utenti
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
62
il 20,7% degli intervistati richiede un maggior grado di sicurezza del
parcheggio, mentre il 15,1% ritiene la capienza di quest’ultimo insufficiente.
Fig. 3.12 - I servizi che gli utenti vorrebbero fossero potenziati o implementati in stazione
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Indagine diretta
Evidenziando che agli intervistati veniva concessa più di un’opzione di
risposta alla voce “altro” (12% delle risposte), compare il desiderio degli
utenti di beneficiare di collegamenti più frequenti e più efficienti con il
territorio circostante, quindi, non solo con la città di Reggio Emilia, ma anche
con i territori delle province limitrofe e con le relative aree urbane (Parma e
Modena in primis). Altre richieste riguardano una migliore segnaletica
stradale per raggiungere la stazione, una maggiore presenza di panchine
lungo i binari, l’apertura di attività commerciali e la presenza di uno sportello
bancomat.
Proseguendo nel confronto fra utenti domiciliati e non, questi ultimi
assegnano maggiore importanza relativa al rafforzamento delle linee di
collegamento da e verso la stazione (31,0% vs 22,5%), mentre va
sottolineata la grande sensibilità mostrata dagli utenti locali per ciò che
riguarda il parcheggio della stazione, sia in termini di capienza che
soprattutto di sicurezza percepita.
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
63
Tab. 3.12 – I servizi che gli utenti vorrebbero fossero potenziati o implementati in stazione
per tipologia di utenza (possibilità di indicare più opzioni)
Domiciliati (Porta di uscita)
Non Domiciliati (Porta di entrata)
Utenti Quota Utenti Quota
Disponibilità oraria treni nella fasce di interesse
154 31,8% 74 32,3%
Sicurezza in stazione 62 12,8% 12 5,2%
Disponibilità di parcheggi in stazione
96 19,8% 12 5,2%
Sicurezza nei parcheggi della stazione
133 27,4% 15 6,6%
Presenza servizi di informazione
21 4,3% 21 9,2%
Presenza di cartellonistica 21 4,3% 7 3,1%
Più linee di collegamento da e verso la stazione
109 22,5% 71 31,0%
Altre mete di destinazione 38 7,8% 10 4,4%
Biglietteria 27 5,6% 13 5,7%
Altro 56 11,5% 30 13,1%
Utenti rispondenti 485 229
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Indagine diretta
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
64
Riflessioni conclusive
Come ampiamente argomentato nel corso del presente rapporto, le più recenti
esperienze europee hanno dimostrato come l’introduzione dell’Alta Velocità non implichi di
per sé sviluppo economico e urbanistico, ma, laddove esistano le condizioni di base, l’AV è in
grado di attivare importanti processi evolutivi. L’Area Mediopadana seppur sia sempre stata
considerata periferica rispetto ai grandi poli metropolitani europei, non è certamente mai
stata periferica dal punto di vista sociale, economico e culturale, tant’è che, malgrado le
recenti gravi fasi recessive, rimane tra i territori più floridi e ricchi di capitale cognitivo,
culturale e di istituzioni sociali d’Italia e di Europa.
Si può ritenere che la Stazione Mediopadana di Reggio Emilia sia, infatti, uno dei rari
casi nei quali una infrastruttura AV di una area intermedia abbia registrato sin dai primi mesi
di attività un volume di viaggiatori perfino superiore alle stime iniziali. Inoltre, secondo
quanto emerso dall’analisi di campo condotta su oltre 700 utenti, se il 20% dei viaggiatori
domiciliati nel bacino di riferimento che ha dichiarato di aver utilizzato per la prima volta la
Stazione Mediopadana, la utilizzasse anche solo a cadenza trimestrale, già nel 2016 si
potrebbe agevolmente superare il milione di viaggiatori annui.
Il bacino potenziale della Stazione, benché non costituisca ancora un “sistema”
territoriale vero e proprio, ha l’occasione di dialogare attivamente con le aree metropolitane
contermini piuttosto che essere relegato al ruolo di appendice dipendente da esse.
E’ tuttavia evidente che le potenzialità di sviluppo non possano considerarsi inerziali,
ma necessitino di azioni concrete e immediate che le supportino e ne agevolino la
realizzazione.
Lo studio ha messo in evidenza come, in estrema sintesi, le linee di intervento possano
ricondursi a due ambiti: un primo legato alla ‘struttura stazione’ e l’altro che si richiama al
‘tessuto economico sociale’ di riferimento.
Rispetto alla struttura stazione, se la Stazione acquisirà sempre più peso nella
movimentazione territoriale, sarà necessario avviare un percorso che preveda la messa a
sistema di una serie di interventi che ne migliorino la fruibilità e il livello di servizi.
Se è vero, infatti, che uno dei punti di forza della Mediopadana consta nel concetto di
fruizione integrata gomma-ferro, è altrettanto vero che tale intermodalità debba essere
coadiuvata nel tempo affinché si possa giungere ad una reale ottimizzazione dei flussi.
Diviene, pertanto, prioritario agire in maniera congiunta su elementi quali collegamenti con i
nodi intermodali del territorio, segnaletica e aree di sosta adeguate, car sharing e
sorveglianza.
Per ciò che attiene i servizi, la rilevazione di campo ha mostrato un elevato grado di
consapevolezza e apprezzamento dell’utenza circa la natura della stazione quale
infrastruttura di ‘transito veloce’. Ciò non esclude, tuttavia, che in un’ottica prospettica
potrebbe rendersi opportuno un approfondimento circa una serie di interventi legati alla
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
65
natura stessa della stazione che, seppur non potrà mai essere assimilabile a quelle integrate
nel tessuto urbano, potrebbe dotarsi di servizi che ne elevino la qualità anche in prospettiva
di fornitore di servizi per il territorio. Manca attualmente qualsiasi attività legata
all’accoglienza e all’informazione al turista, alla vendita di prodotti enogastronomici locali,
così come potrebbe essere opportuna un’analisi circa attività riconducibili al concetto di
business center.
L’impatto positivo e le potenzialità della Mediopadana non devono essere fatte valere
solo sul versante “trasportistico”, ma devono leggersi anche sul versante delle potenzialità
locali e regionali, che, come si accennava, la stazione può innescare. Le azioni a supporto non
possano essere dislocate in una prospettiva temporale sequenziale, ovvero prima si procede
con l’integrazione interna dell’area per avere sufficiente “massa critica” e poi si attiva il
potenziamento delle relazioni con le aree metropolitane. Le due prospettive (integrazione
interna ed integrazione esterna) devono coevolvere ed essere strutturate come un percorso
unico: l’integrazione interna all’area e il rafforzamento delle relazioni economico-sociali con
le aree metropolitane devono agire in modo sinergico.
Si tratta, quindi, a livello di ‘tessuto economico e sociale’, di creare le condizioni
esterne nelle quali l’area Mediopadana dovrà tendere ad attivare una domanda di servizi
avanzati di rango metropolitano e ad offrire specializzazioni produttive e competenze
specifiche di alta qualità, in una prospettiva di scambio paritetico.
Ragionare, cioè, in ottica di integrazione spaziale in un quadro di innovazione che
integri le istituzioni pubbliche (es. fusioni di Comuni o servizi di rete) e i corpi intermedi
come, ad esempio, le rappresentanze economiche in un approccio unificato di territorio. Si
pensi, in maniera immediata, alle positive ricadute che potrebbero generarsi da una
valorizzazione dei beni culturali, architettonici e paesaggistici dell’area Mediopadana in una
logica di offerta integrata.
Seppur non sia compito del presente studio tracciare un quadro di questi processi, si
ritiene utile richiamare alcuni livelli di azioni che possiedono, già oggi, un grado adeguato di
maturazione.
Un primo livello risiede nel potenziamento del sistema economico produttivo in chiave
di terziario innovativo. L’area Mediopadana sull’asse Modena-Reggio-Parma, insieme
all’ispessimento territoriale centrato sulla Via Emilia (pedemontana Sassuolo-Scandiano,
Cispadana Carpi-Correggio) sono stati fra i principali protagonisti della più importante fase di
sviluppo industriale diffuso della storia d’Italia, ovvero la formazione e la messa a valore
della competitività dei distretti industriali.
Questo modello che vedeva il sistema economico locale direttamente a confronto con
l’economia mondiale ha mostrato di essere competitivo solo fino a che la varietà di
produzioni del sistema locale e la flessibilità del lavoro e delle organizzazioni hanno
costituito un elemento di vantaggio distintivo.
La Stazione AV Mediopadana: un’opportunità di sistema
66
Oggi la sfida risiede nel riprodurre e innovare gli elementi di vantaggio competitivo
basati sull’immenso patrimonio di competenze tecniche e di relazioni sociali che si è
accumulato nei decenni e di ricollocarlo dentro i binari dell’economia dell’innovazione e
della conoscenza.
In questa direzione gran parte delle risorse necessarie è già disponibile nell’area
Mediopadana: competenze manifatturiere imprenditoriali e lavorative di qualità sia sul
piano specialistico che sul terreno delle collaborazioni fra tecnologie diverse; competenze
socio-sanitarie di eccellenza; laboratori di ricerca di alta qualità.
È tuttavia necessario che questo sistema di relazioni continui ad evolversi in maniera
da apportare servizi di rango metropolitano. In questo senso la possibile complementarietà
con le aree limitrofe, a partire da Bologna e Milano, è assolutamente necessaria. Per questo
è però utile un rafforzamento dei “soggetti mediatori”, cioè degli attori sociali che siano in
grado di creare connessioni e relazioni, di tipo economico, culturale e tecnico-scientifico,
come, ad esempio, le risorse presenti nelle Università (Modena-Reggio, Parma e Mantova),
nella rete regionale dei poli tecnologici e nel sistema del welfare.
Possono esistere dunque le condizioni per incentivare relazioni con le grandi aree
tecnologiche delle metropoli italiane ed europee, ma a condizione che si pianifichi con la
massa critica adeguata: ragionare, a titolo esempificativo, sull’opportunità di creare un
Politecnico ha senso solo se tale struttura avrà successivamente le caratteristiche minime
per collaborare organicamente con i Politecnici di Milano e Torino.
Analogo ragionamento si può avviare sul fronte sociale. Proprio attraverso l’esperienza
reggiana e, più in generale dell’Emilia-Romagna, si è dimostrata l’estrema importanza della
costruzione pubblica di una rete di servizi sociali.
Il reggiano è ampiamente riconosciuto come un territorio che è stato in grado di
coniugare industria e qualità della vita. Si ritiene che oggi vi possano essere le condizioni per
immaginare che, in un mondo nel quale i sistemi sociali si stanno diradando l’area
Mediopadana possa riprendere l’iniziativa per formulare nuove istituzioni di benessere
sociale capaci di progettare e innovare nuovi servizi aprendo la strada ad un dialogo
internazionale che diviene ogni giorno sempre più necessario. Il riferimento più immediato è
al centro reggiano internazionale Loris Malaguzzi, Reggio Children e alle potenzialità di
costruzione di un centro internazionale di servizi alla persona per un nuovo welfare.
La Stazione AV Mediopadana può quindi leggersi come un “raro pretesto” che ha la
potenzialità di accendere i riflettori su un intero sistema interprovinciale con ancora grandi
potenzialità da esprimere, ma che necessita di adeguare la sua linea di azione su scale
territoriali decisamente più ampie che l’infrastruttura può virtualmente mettere in rete.