Proposte per programma di Zona 7 di Simona Sforza

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PROPOSTE PER LA ZONA 7 di Milano a cura di Simona Sforza Marzo 2016

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PROPOSTE PER LA ZONA 7 di Milano

a cura di Simona Sforza

Marzo 2016

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Centro donna

Uno spazio pubblico, messo a disposizione dalla zona, aperto e autogestito da donne per far rete, informazione, come punto di incontro/confronto (lavoro, violenza, salute sessuale e riproduttiva, cultura) anche tra le giovani generazioni, essenziale luogo di aggregazione specialmente nelle periferie. Una modalità di coinvolgimento e di consapevolezza dei propri diritti, uno stimolo per guardare oltre a ruoli, schemi e gabbie di genere. Spazio che sappia interagire con le realtà (pubbliche e private) operanti sul territorio. Uno spazio che faccia tornare le donne a una dimensione collettiva di confronto e di partecipazione.Educazione ai sentimenti e ad una sessualità equilibrata e consapevole.

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Servizi per la conciliazione

Sviluppare una rete, tra cittadini, di mutuo aiuto per servizi di baby sitting, non solo diurni, per agevolare le

famiglie nelle attività quotidiane lavorative e non, nei periodi di vacanze scolastiche.

Esiste il Tempo per le famiglie, che prevede la presenza di un genitore, è uno spazio valido e utile per le

prime socializzazioni (nella fase pre scuola dell'infanzia), ma necessita di spazi maggiormente adeguati alle

richieste (numerose), spesso sono sovraffollati, impedendo di fatto di usufruirne in maniera serena.

Si potrebbe creare un centro ludico per la prima infanzia (fino ai 3 anni per esempio), gratuito e sicuro, un

servizio a cui affidare i bambini per qualche ora.

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Mobilità sostenibile e scuole

Servizio di scuolabus che copra il territorio, a carico delle famiglie a seconda del reddito.

Questo sistema agevolerebbe gli spostamenti, apportando anche vantaggi ambientali.

Sperimentazione di “Piedibus”, per andare a scuola a piedi.

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Accoglienza

Allestimenti di spazi permanenti di accoglienza per migranti. Organizzazione di un servizio

volontario di assistenza. Approntamento di un servizio di mediazione interculturale efficiente,

mirato all'inserimento e all'orientamento.

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Riqualificazione e riuso degli spazi

Riqualificazione degli spazi pubblici abbandonati e inutilizzati, anche attraverso forme di

ristrutturazione ad opera di cittadini, onlus, associazioni (o anche attraverso il parternariato

pubblico privato) che poi potrebbero gestire e dare nuova vita e nuova destinazione a questi

spazi. L'obiettivo è realizzare delle officine sociali multifunzionali, laboratori e incubatori di

idee e imprese, spazi di co-working, sviluppo e ricerca per rivitalizzare il tessuto zonale,

valorizzando il suo capitale umano.

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Monitoraggio servizi

Istituzione di una piattaforma fisica e virtuale unitaria di raccolta di segnalazioni sul

funzionamento dei servizi territoriali (mobilità, refezione scolastica ecc.). Relazioni annuali

trasparenti e una funzione di raccordo con i decisori specifici per la risoluzione delle

problematiche. Sarebbe un utile strumento di semplificazione amministrativa. Ad esempio si

potrebbe effettuare un monitoraggio del servizio di mensa scolastica in zona, per individuare

criticità e possibili margini di miglioramento.

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Campagne informative

Realizzazione di campagne informative periodiche nel corso dell'anno, su tematiche quali la

contraccezione/prevenzione anche in collaborazione con i consultori familiari pubblici di zona

(per contrastare le gravidanze precoci in forte crescita negli ultimi anni), relazioni, rispetto delle

diversità, educazione ai media, alla parità, contrasto alle varie forme di violenza, scambio

interculturale.

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Contrasto al bullismo

Azioni educative periodiche di contrasto al bullismo.

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Mappatura dei servizi

Mappatura dei servizi in zona orientati alle donne*: anti-violenza, lavoro, conciliazione, salute,

per l'attuazione delle politiche di genere. Realizzazione di una App o di un sito dedicato.

* La mappatura può interessare anche tutti gli altri servizi di zona.

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Rete di associazioni territoriali

Sviluppare e potenziare i processi di interazione tra le varie associazioni territoriali, al fine di

sviluppare sinergie positive e efficaci per il benessere dei cittadini. Organizzare un tavolo di

zona anche presso la casa delle associazioni, che sappia essere un importante crocevia di

azioni positive e interconnesse, di cui la stessa zona dovrebbe farsi promotrice.

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Consulta dei giovani

Sviluppare un tavolo zonale di giovani, che si faccia promotore attivo di proposte di azioni

politiche da portare presso gli organismi istituzionali competenti.

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Informatica

Alfabetizzazione informatica per tutte le età.

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Media

Educazione a una fruizione consapevole dei media: fornendo ai ragazzi e alle ragazze gli strumenti per “smontare” i prodotti trasmessi dai media tradizionali e nuovi, decondificando i messaggi, per essere pienamente consapevoli. Occorre raggiungere principalmente le nuove generazioni per renderle consapevoli dei propri diritti, per compiere una alfabetizzazione all’immagine (consideriamo che l’Italia soffre anche di un notevole analfabetismo funzionale che impedisce a molte persone di capire ciò che leggono e di adoperarlo in modo attivo), che li aiuti a non essere schiavi passivi dei media, perché se conosci e vedi le cose attorno a te in modo nitido, non puoi ignorarle e non cambiare ottica. Se sei consapevole sei in grado di pretendere cose diverse. Così inizia ed è possibile il cambiamento. La consapevolezza parte da sé, va però “accesa”.

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Social Network

Le regole, le norme, la privacy ai tempi della rete: educazione all'uso consapevole dei social network (partendo dalla conoscenza dei fenomeni diffusi tra i giovani, sexting, grooming, bullismo informatico ecc.). La funzione della Polizia postale.

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Spazio del riuso

Uno spazio per incentivare la pratica del riuso, in cui i cittadini possano scambiarsi prodotti o

beni usati, in buono stato e riutilizzabili.

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Sostegno educativo

Integrazione, messa in rete e omogeneizzazione dei vari servizi offerti in zona a sostegno dello

studio (per attività di doposcuola), anche nelle parrocchie. Utile per contrastare il fenomeno

dell'abbandono scolastico e per verificare se è possibile sviluppare un servizio unitario (tramite

un processo di accreditamento che soddisfi alcuni requisiti di base), che sappia accogliere tutte

le richieste. Lo stile è quello presente nei centri di aggregazione giovanile, ma da potenziare.

Sostenere programmi di orientamento alla formazione e al lavoro.

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Sportello anti-mafia

Creazione di uno sportello di sostegno per vittime di reati che vanno dal racket, all'usura, al

gioco d'azzardo patologico (assistenza legale e psicologica). Un luogo che svolga anche un

ruolo attivo di promozione e di sostegno alla cultura della legalità.

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Sportello di primo sostegno

Creazione di uno sportello in zona di sostegno alle donne in casi di molestie, violenze, stalking

e mobbing sul lavoro, che sappia orientare alle idonee strutture cittadine e di zona che se ne

occupano. Si tratta di ripristinare lo sportello anti-violenza, ampliando anche ad altre forme di

discriminazione e sopraffazione. (Potrebbe anche essere integrato nel Centro Donna di zona).

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Città più vivibili per le donne – Soluzioni urbanistiche

Realizzazione di un tavolo di lavoro per raccogliere progetti al fine di rendere gli spazi cittadini più a misura di donna, per un approccio di genere anche in

ambito urbanistico, adattando anche le infrastrutture, le residenze e gli spazi pubblici alle nuove soluzioni informative.

La presenza sempre più alta delle donne in tutti i campi della vita, deve portarci a riflettere su come questa presenza produce cambiamenti nella città.

Città più vivibili per le donne al di là dei ruoli stereotipati di genere. Vienna per esempio, a partire dagli anni '90, ha avviato numerosi interventi urbani “Gender

Mainstreaming”. Hanno iniziato nel 1991 con la mostra “To whom does public space belong? Women’s everyday life in the city” (A chi appartiene lo spazio

pubblico? La vita quotidiana delle donne in città) e nel 1992 è stato bandito un concorso dedicato a sole donne per la realizzazione di un complesso

residenziale di social housing, che prestasse attenzione alle attività e alla vita quotidiana delle donne.

"Il concorso fu vinto dall’architetta Franziska Ulmann http://www.ullmannf.at/FWS/index.html e l’edificio, chiamato Frauen Werk Stadt I (Women-Work-City

http://www.unesco.org/most/westeu19.htm) è un esempio intelligente di progettazione urbana attenta ai bisogni delle donne. In questo edificio ogni spazio è

studiato per garantire una vivibilità elevata: gli accessi sono sempre illuminati (molto importante soprattutto per sentirsi liberi di camminare di notte, ad

esempio), la corte interna è accessibile sui due lati opposti, per creare un flusso continuo ed evitare percorsi pedonali senza via d’uscita, gli interni delle

abitazioni sono organizzati in modo da ottenere un’alternanza di spazi giorno e notte sui fronti esterni ed interni, affinché la “sorveglianza” naturale delle strade

da parte degli abitanti sia costante. Per coordinare questi interventi, il Comune istituì nel 1992 il cosiddetto “Women’s Office”, coordinato dall’urbanista e

femminista Eva Kail, che si è dedicato anche alla progettazione e riqualificazione di spazi verdi e piazze. Nel 2002 ad esempio, attraverso un gruppo di lavoro

cittadino, si è tenuto conto delle opinioni di giovani ragazze utenti di un parco, per conoscerne desideri e aspettative. il risultato fu che le ragazze si espressero

per una maggiore differenziazione dei giochi, per avere degli spazi solo per loro, e degli spazi “filtro” destinati all’incontro tra ragazzi e ragazze. Mentre la

divisione maschi-femmine evocata dalle ragazze fa sorridere (anche se fino ad un certo punto) le indicazioni sulla differenziazione dell’offerta di gioco furono

molto importanti per la progettazione. L’idea per cui in uno spazio pubblico il campetto da calcio è “normale” mentre non si pensa quasi mai ad un tavolo da

pingpong, o a un campo da badminton, è esemplare di quanto radicato possa essere in architettura e in urbanistica un certo stereotipo."

Si tratta di coniugare le richieste di uguaglianza di genere con una attenzione alle differenze, realizzando così una politica del care. Si tratta di insegnare e

realizzare una condivisione tra uomini e donne delle attività di cura (non solo familiari, ma in un'ottica al servizio della città), per troppo tempo assegnate alle

sole donne. Il “Women’s Office” oggi è stato inserito nelle politiche urbane della città, un segnale di come le politiche di genere sono state integrate

pienamente nella cultura, nella prassi e nella progettazione cittadine.

Per approfondire:

https://challenges.openideo.com/challenge/womens-safety/research/frauen-werk-stadt-women-work-city-a-township-designed-for-women-in-vienna-austria