Caterina Sforza e Pio IX - Comune di Bagnara di Romagna · gli succede la moglie Caterina Sforza....

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La Rocca di Bagnara racconta… …di Caterina Sforza e di Pio IX I castelli sono stati, spesso, parte dell’immaginario collettivo dell’infanzia, per proiettarci, poi, in un mondo fantastico, ricco di emozioni, ma anche documenti essenziali della storia dei luoghi, dove sono sorti e delle comunità che li hanno costruiti. La Rocca di Bagnara è stata completata nel XV secolo, dalle famiglie Riario-Sforza, i signori dell’epoca, sulle rovine del castello medievale fatto edificare da Barnabò Visconti. Nel 1482 la Rocca viene assegnata a Girolamo Riario quale dono di nozze da parte del Papa Sisto IV, suo zio, assieme alle città di Imola e Forlì con le rispettive pertinenze. Alla morte del Riario, ucciso a Forlì durante una congiura, gli succede la moglie Caterina Sforza. Tra le figure che si avvicendano nel dominio di Bagnara, Caterina Sforza è sicuramente quella più emblematica, sia per il ruolo da protagonista svolto nelle travagliate vicende storiche della Romagna rinascimentale, sia per il diretto rapporto con la Rocca di Bagnara, posta ai confini dei possedimenti sforzeschi. Figlia illegittima del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza e di un’amante Lucrezia Landriani, fin dall’infanzia mostra di possedere qualità non comuni, è brillante nello studio, cresce presso la corte del ducato di Milano, contesto di notevole apertura culturale, e viene addestrata anche all’uso delle armi.

Transcript of Caterina Sforza e Pio IX - Comune di Bagnara di Romagna · gli succede la moglie Caterina Sforza....

La Rocca di Bagnara racconta…

…di Caterina Sforza e di Pio IX

I castelli sono stati, spesso, parte dell’immaginario collettivo dell’infanzia,

per proiettarci, poi, in un mondo fantastico, ricco di emozioni,

ma anche documenti essenziali della storia dei luoghi, dove sono sorti

e delle comunità che li hanno costruiti.

La Rocca di Bagnara è stata completata nel XV secolo,

dalle famiglie Riario-Sforza, i signori dell’epoca,

sulle rovine del castello medievale fatto edificare da Barnabò Visconti.

Nel 1482 la Rocca viene assegnata a Girolamo Riario

quale dono di nozze da parte del Papa Sisto IV, suo zio,

assieme alle città di Imola e Forlì con le rispettive pertinenze.

Alla morte del Riario, ucciso a Forlì durante una congiura,

gli succede la moglie Caterina Sforza.

Tra le figure che si avvicendano nel dominio di Bagnara,

Caterina Sforza è sicuramente quella più emblematica,

sia per il ruolo da protagonista svolto nelle travagliate vicende storiche della

Romagna rinascimentale,

sia per il diretto rapporto con la Rocca di Bagnara, posta ai confini dei

possedimenti sforzeschi.

Figlia illegittima del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza e di un’amante Lucrezia Landriani, fin dall’infanzia mostra di possedere qualità non comuni,

è brillante nello studio,

cresce presso la corte del ducato di Milano, contesto di notevole apertura

culturale,

e viene addestrata anche all’uso delle armi.

All’età di dieci anni subisce il matrimonio,

imposto secondo le regole della ragion di stato

e viene data in sposa a Girolamo Riario.

Girolamo è gradevole d’aspetto ma rozzo, superficiale e codardo.

Caterina è l’unica della propria casata che abbia ereditato l’ardire,

il coraggio e lo spirito guerriero

del nonno Francesco Sforza e della nonna Bianca Maria Visconti.

Quando, a Forlì nel 1488, in una congiura, fanno strazio di Girolamo Riario,

suo marito, lei è fatta prigioniera con i figli, ma non si dà per vinta.

Giocando d’astuzia, riesce ad entrare nella Rocca di Ravaldino,

dove il castellano è Giacomo De Feo,

che le è fedele e disposto anche a morire per lei.

Da questo luogo strategico comincia a bombardare la città,

colpendo le case dei congiurati.

I suoi nemici, invano, alzano le forche davanti alle mura della Rocca,

minacciandola di uccidere i suoi figli, se non si fosse arresa.

Racconta lo storico Macchiavelli:

«Madonna Caterina, per mostrare che de’ suoi figli non si curava, mostra loro le membra genitali, dicendo che aveva modo di rifarne».

Caterina è entrata a far parte dell’immaginario collettivo

come una nuova “virago” o come “la tygre di Romagna”.

Vissuta in un’età di grandezza e di splendore,

ne supera ampiamente i limiti e può essere definita un esempio

di femminismo ante litteram. Infatti molti aspetti della sua vita risultano ancora oggi attuali.

Caterina è una donna di potere: in un mondo di uomini,

regge le sorti del suo Stato per vent’anni,

difendendolo contro tutti,

eccellendo per le doti militari

e per la strategia dimostrata nella scelta delle alleanze.

Allo stesso modo è anche una donna elegante e affascinante,

i suoi abiti di broccato d’oro su fondo nero,

le collane di perle e pietre preziose

sono un esempio di eleganza raffinata.

Numerose le lettere, le relazioni diplomatiche, le cronache, i documenti d’archivio e un Ricettario di oltre 300 testi di estetica, di medicina e di scienze ci parlano sempre di lei.

È bella ed ammirata, sensuale e seducente, è una guerriera indomita.

Da alcuni esaltata come:

«femina di grandissimo animo et core, sine dubio Prima Dona d’Italia»,

da altri definita come:

«femina sanguinaria e tyrannissa»,

ha eccitato sempre la fantasia popolare

e diviso nel giudizio contemporanei e posteri.

Capace di grandi amori e di profondi odi,

di slanci sublimi di generosità

e di vendette feroci senza pietà alcuna.

Nel 1495 fa strage di intere famiglie, bambini compresi, per vendicare la morte del secondo marito, Giacomo De Feo, di cui è stata perdutamente

innamorata, che viene assassinato sotto i suoi occhi.

Caterina è una donna a tutto tondo,

ha una visione globale del proprio ruolo

e desidera che tutto sia ordine e precisione.

Signora di Imola e di Forlì si prende cura della propria famiglia,

degli otto figli e di tutti i sudditi, che accudisce personalmente

durante le epidemie e la peste di quegli anni.

Nel 1496 Caterina incontra Giovanni de’ Medici e con lui vive un nuovo grande ed appassionante amore.

Dal loro matrimonio nasce un figlio, Ludovico,

conosciuto soprattutto come il condottiero Giovanni dalle Bande Nere.

Nel 1499 Cesare Borgia, per volontà del Papa Alessandro VI Borgia,

riconquista la Romagna,

Caterina viene sconfitta

e portata prigioniera a Roma.

Muore in convento nel 1509.

CATERINA SFORZA