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Proposta per l’applicazione di una
metodologia embriotossicologica nella
caratterizzazione dei sedimenti marini in
funzione dello sviluppo e della salvaguardia
della venericoltura emiliano romagnola
Febbraio 2008
Impiego di Scrobicularia plana come bioindicatore nella valutazione
della qualità del comparto sedimentario in zone umide di transizione
del ferrarese
Proposta per l’applicazione di una metodologia embriotossicologica nella caratterizzazione dei sedimenti marini in funzione dello sviluppo e della salvaguardia della venericoltura emiliano romagnola
Febbraio 2008 2
Autori
dr. Simone Modugno (PhD)
Università degli Studi di Ferrara [email protected] dr.ssa Annalisa Ferioli
ARPA Emilia Romagna Sezione Provinciale di Ferrara [email protected] dr.ssa Donatella Palazzi
Borsista ARPA Emilia Romagna Sezione Provinciale di Ferrara [email protected]
dr.ssa Federica Savorelli
Borsista ICRAM [email protected] P.Ind. Fernando Gelli
ARPA Emilia Romagna Sezione Provinciale di Ferrara [email protected] dr. Pierluigi Trentini
ARPA Emilia Romagna Sezione Provinciale di Ferrara [email protected]
Relazione Finale
S. Modugno, A. Ferioli, D. Palazzi, F. Gelli & P. Trentini 3
Indice
Abstract............................................................................................................................4 Introduzione....................................................................................................................5 Finalità della sperimentazione ....................................................................................7 Scrobicularia plana (Da Costa, 1778) .......................................................................10 Materiali e metodi........................................................................................................13 Risultati e discussione .................................................................................................21 Conclusioni ....................................................................................................................26 Schede riassuntive dei campionamenti ....................................................................27 Ringraziamenti.............................................................................................................37 Bibliografia ...................................................................................................................38
Proposta per l’applicazione di una metodologia embriotossicologica nella caratterizzazione dei sedimenti marini in funzione dello sviluppo e della salvaguardia della venericoltura emiliano romagnola
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Abstract
Scrobicularia plana (Da Costa, 1778) mollusco bivalve appartenente alla
famiglia delle Scrobiculariidae, nel comprensorio vallivo del comacchiese veniva
pescata fino a circa 30 anni fa. La sua scomparsa potrebbe essere ricondotta a
modificazioni ambientali che hanno portato ad una compromissione dei
sedimenti e da un tipo di pesca gradualmente dimenticato. Successivamente al
suo recente ritrovamento, è stato attivato da ARPA e l’Università di Ferrara, un
progetto di ricerca finanziato dalla Regione E.R., per definire la nicchia
ecologica di S. plana e per valutarne il possibile impiego in saggi di tossicità,
come già effettuato in altri Paesi. In seguito ai dati ottenuti sono state valutate le
possibili concause della ricomparsa del mollusco: per l’area di ritrovamento si è
eseguito uno studio chimico-fisico e biochimico delle matrici acqua e sedimento,
mentre per la caratterizzazione ecologica di S. plana sono state eseguite sia
valutazioni bromatologiche e morfometriche sia analisi di bioaccumulo (IPA,
PCB, pesticidi e metalli). Esemplari di S. plana sono stati inoltre mantenuti in
laboratorio per studiarne i meccanismi di riproduzione e di crescita, al fine di
verificarne l’utilizzo come organismi bioindicatori in test embriotossicologici. Il
ritrovamento della specie, oltre ad arricchire la biodiversità caratteristica delle
zone umide del ferrarese, consente ad ARPA Fe di candidarla come nuovo
indicatore nella valutazione della qualità del sedimento.
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Introduzione
Recentemente nei canali adduttori del comprensorio vallivo del
comacchiese è stato ritrovato (Modugno & Gelli 2006), da alcuni pescatori della
Coop.va Logonovo s.r.l. del Lido degli Estensi (Comacchio, Ferrara), il mollusco
bivalve Scrobicularia plana, chiamato in modo “volgare” Calcine nel dialetto
comacchiese, scomparso da questi territori ormai da circa 30 anni,
probabilmente a causa delle modificazioni ambientali, in particolare alla
compromissione della qualità dei sedimenti, ma anche per la conversione delle
zone di sua vocazione spontanea a concessioni di allevamento intensivo della
vongola Ruditapes philippinarum (Penzo et al. 2003; Modugno et al. 2004;
Modugno et al. 2007b). Dato che S. plana è comunemente utilizzata in alcuni
Paesi, come Spagna, Irlanda, Marocco quale indicatore ambientale del comparto
sedimentario, in quanto tale specie rappresenta un buon accumulatore ad
esempio di metalli pesanti a causa del lento scambio tra il metallo accumulato e
l’ambiente circostante, ARPA Ferrara ha subito intravisto la possibilità di
implementare la propria gamma di organismi test per estendere lo spettro
analitico alla valutazione della qualità tossicologica della matrice sedimentaria.
Tale importante motivazione ha portato, appunto, ARPA Ferrara, in
collaborazione con il Dip.to di Biologia ed Evoluzione dell’Università di Ferrara,
a predisporre un Progetto di Ricerca dal titolo “Proposta per l’applicazione di
una metodologia embriotossicologica nella caratterizzazione dei sedimenti
marini in funzione dello sviluppo e della salvaguardia della venericoltura
emiliano romagnola”, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna Servizio
Economia Ittica Regionale allo scopo di caratterizzare il sito di reperimento
della specie, tramite indagini di tipo chimico, biochimico, fisico su acqua,
sedimento ed analisi anche di tipo morfometrico e bromatologico sul biota
prelevato e per poter verificare l’idoneità del mollusco quale indicatore biologico
per il comparto sedimentario delle acque di transizione emiliano romagnole. In
quest’ottica ARPA Ferrara, in modo particolare il Laboratorio Ittiologico in seno
al Dipartimento Tecnico, da anni sta sperimentando ed applicando, nelle
campagne istituzionali di monitoraggio (Gelli et al. 2004; Modugno et al.
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2005b), metodiche per un approccio tossicologico alla valutazione della qualità
ambientale (ecotossicologia, embriotossicologia, determinazione di
bioconcentrazione e genotossicità, ittiotossicologia e analisi di biomarcatori),
attraverso l’utilizzo di specie bersaglio, infatti, già da tempo sono state messe a
punto batterie di saggi (Modugno et al. 2005a) per la valutazione di campioni
provenienti da ambienti sia dulciacquicoli sia salmastri e marini, scegliendo vari
organismi sensibili, identificativi dei diversi livelli tassonomici e trofici tipici
dell’area monitorata (Modugno et al. 2006).
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Finalità della sperimentazione
L’ecosistema marino è un complesso eterogeneo costituito da componenti
sia biotiche che abiotiche e i sedimenti marini rappresentano un comparto
fondamentale per l’accumulo di contaminanti di diversa natura e per quello che
riguarda i processi di interscambio con la colonna d’acqua soprastante. In tema
di salvaguardia e valorizzazione della attività di venericoltura, il monitoraggio e
il controllo dello stato di qualità dei sedimenti marini in genere, risulta di
fondamentale importanza nella scelta delle strategie gestionali. La messa a
punto di metodi analitici mirati, per garantire una corretta valutazione della
qualità dei sedimenti e quindi permettere una facilitazione alla gestione
moderna delle molteplici attività quali ad esempio: gestione delle nursery
naturali, difesa della produzione, scelta dei campi di semina, etc.
Per ottenere una valutazione quanto più reale possibile dello stato di
qualità ambientale e dei possibili livelli di tossicità degli inquinanti presenti in
ambienti di questo tipo, l’ARPA ER ha curato progetti di ricerca in
collaborazione con l’Università di Ferrara e ICRAM, con i quali si è riuscito a
valutare la matrice indagata in modo integrato, utilizzando cioè test
embriotossicologici, che permettono di studiare l'effetto tossico su organismi
molluschi bivalvi (Ruditapes philippinarum, Mytilus galloprovincialis,
Crassostrea gigas) e trofico della matrice sedimento, in associazione con
dettagliate analisi chimico-fisiche e biochimiche.
I risultati delle attività hanno permesso di mettere in luce che, nonostante i
dati di valutazione chimico-fisici risultino da analisi standardizzate e sicure, non
sono comunque sufficienti per descrivere la qualità ed il rischio ambientale di
una matrice altamente complessa come il sedimento marino. Nel caso dei
sedimenti destinati all’allevamento e produzione dei molluschi bivalvi, è
opportuno applicare i saggi biologici a più tipi di matrici, compatibilmente con
le caratteristiche delle specie test. Ciò consente di ottenere diverse informazioni
sulla qualità e comportamento delle miscele di contaminanti eventuali e delle
variazioni naturali.
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Alcune tipologie di saggio, compatibilmente alle caratteristiche dell’organismo
impiegato nel test, possono essere condotte utilizzando campioni di sedimento
non trattato:
• Sedimento tal quale: fornisce informazioni generiche riguardanti la tossicità
di tutti i contaminanti eventualmente presenti.
Le fasi acquose estratte dalla matrice sedimento più indicative per
sedimenti soggetti a movimentazione sono:
• Acqua interstiziale (AI): fornisce informazioni circa la frazione più solubile
dei contaminanti e rappresenta la principale via di esposizione degli
organismi acquatici;
• Elutriato (E): fornisce informazioni sui contaminanti rilasciabili in acqua
dalla fase solida e, pertanto, costituisce, a causa dell’agitazione e della
diluizione, una delle matrici più indicative del rischio ecotossicologico dei
sedimenti soggetti a movimentazione;
• Fase solida centrifugata (FSc): fornisce informazioni circa quella frazione di
contaminanti che rimane legata alle particelle di sedimento per via della
natura chimica, idrofobicità, adsorbimento, grado di complessazione con
sostanza organica.
Per le considerazioni sopra esposte, l’ARPA ER ha aperto nuovi campi di
indagine, per attribuire un giudizio globale di qualità della matrice indagata
attraverso l'utilizzo di scale di tossicità per la batteria di saggi impiegata. Con
tale approccio embriotossicologico, è stata predisposta una metodologia che
permette di testare i sedimenti con organismi appartenenti a tre differenti
specie, comunque presenti nel litorale emiliano romagnolo.
Le informazioni che si potranno ottenere, permetteranno agli operatori del
settore, ai tecnici regionali, che hanno competenze in materia di pianificazione
del comparto, e ai tecnici ARPA, con competenze di controllo, di ottenere un
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nuovo strumento per il controllo previsionale e decisionale da applicare allo
sviluppo della venericoltura emiliano romagnola.
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Scrobicularia plana (Da Costa, 1778) In questa sezione viene data una descrizione dell’organismo oggetto di studio.
Fig. A – Esterno delle valve di S. plana.
Fig. B – Interno delle valve di S. plana.
Fig. C – Legamento interno alle valve di S. plana.
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Scheda tassonomica identificativa per scrobicularia plana (Da Costa, 1778)
Regno Animalia Phylum Mollusca Classe Bivalvia Ordine Veneroida Famiglia Semelidae
Genere Scrobiculaia
Specie plana
Dimensione Length: up to 63 cm
S. plana è un mollusco bivalve che presenta valve sottili, appiattite, ed
arrotondate (Fig.A). La superficie esterna della conchiglia può essere di colore
bianco, grigio o giallastro, e mostra linee di accrescimento concentriche ben
evidenti; l'interno è sempre bianco perlaceo (Fig.B). Abita zone di estuario e
zone intercotidali, e riesce a sopravvivere in condizioni di bassa salinità e di
spessore di fango e sabbia. Va osservato il legamento che è interno alle valve ed
innestato su un vistoso condroforo (Fig.C), come è tipico di questa famiglia e di
altre vicine. Le dimensioni medie sono superiori a quelle dell'esemplare
illustrato in figura (Fig.D).
La specie è molto comune anche nelle acque lagunari; tuttavia non è
frequente reperirne buoni esemplari spiaggiati: è più facile rinvenire valve
sciolte, come quella presentata sotto, che in seguito ad un principio di
necrotizzazione assumono un caratteristico colore bianco opaco (Fig.E).
Fig. D – Esemplare di S. plana.
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Questo bivalve scava cunicoli nel sedimento a profondità di circa 20 cm.
Quando sono coperti dalla marea, si nutrono estendendo un tubo, sifone
inalante, che arriva fino alla superficie; genera una corrente di acqua che
attraversa il sifone e porta il nutrimento nel corpo dei bivalvi, in cui le particelle
sono ingerite. L'acqua viene poi espulsa attraverso un secondo tubo (sifone
esalante). Questa specie, essendo caratterizzabile come detritivora, si nutre di
materia organica che trova sulla superficie del sedimenti. Tale movimento dei
sifoni, durante l’esplorazione del sedimento in cerca di cibo, lascia sulla
fanghiglia un caratteristico disegno a stella, grazie al quale si può identificare la
presenza dell’animale. Crostacei e pesci, possono colpire i sifone di S. plana
quando sono estroflessi, ma il tessuto danneggiato è sostituito rapidamente, in
circa 5 giorni. Questa specie presenta dimorfismo sessuale tra maschi e
femmine. Il periodo riproduttivo si verifica di solito in estate. Le larve sono
capaci libero di nuoto planctonico (noto come larve veliger), dopo questa fase,
che si protrae per 2 o 3 settimane, subiscono metamorfosi per la trasformazione
in forma adulta.
Fig. E – Foto del sito di reperimento e del capulerio (conchiglie morte) presenti.
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Materiali e metodi
L’area oggetto dello studio è stata individuata lungo un tratto del Canale
Navigabile di Porto Garibaldi (Comacchio, Ferrara) dove sono state scelte tre
stazioni di campionamento (Fig.1). I prelievi, a partire dall’inverno 2007
(febbraio), sono stati programmati secondo una scadenza stagionale e ad ogni
campagna sono stati prelevati campioni di acqua, sedimento, biota; sono inoltre
stati effettuati profili con un CTD multiparametrico (sonda programmabile per
il rilievo dei parametri chimico-fisici dell’acqua).
Tale zona è stata scelta per due motivi principali: il primo riguarda il fatto
che rappresenta una zona di grande produzione di vongole, battuta da diverse
cooperative del settore, il secondo luogo è stata la zona di ritrovamento appunto
di una popolazione di Scrobicularia plana.
Scrobicularia plana
Scrobicularia plana (Fig.2), mollusco bivalve appartenente alla famiglia
delle Scrobiculariidae, è caratterizzata da una conchiglia a forma ovoidale
facilmente riconoscibile dalle due valve piatte, da cui deriva il nome “plana”. La
specie è comune sia nelle acque lagunari che nei fondali sedimentari, essa
infatti, quale bivalve fossorio, vive rintanato nel fango o nella sabbia a
ST1
ST4
ST2
Fig. 1. Stazioni di campionamento lungo il Canale Navigabile (Porto Garibaldi, Comacchio).
ST3
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profondità di circa 15-20 cm e sopporta bene intervalli di salinità piuttosto
elevati (4–30‰). S. plana è una specie detritivora infatti si alimenta
estendendo i due lunghi sifoni sino alla superficie del sedimento; pompando
acqua dal sifone inalante ed espellendola dal sifone esalante crea una corrente
che gli permette di nutrirsi trattenendo la particelle di sostanza organica
presenti a livello della superficie del sedimento. Il movimento tentacolare dei
sifoni che fuoriescono dal fango da un piccolo foro, lascia dei segni che
sembrano disegnare una stella; risulta pertanto facile individuare la posizione di
questo organismo. Come già detto, tale organismo un tempo pescato e venduto
al dettaglio, anche a prezzo elevato, costituiva un piatto tipico della gastronomia
locale.
Bioindicatori
I bioindicatori sono sistemi biologici che, mediante variazioni identificabili
del loro stato (dal punto di vista biochimico, fisiologico, morfologico, ecologico,
ecc.), rappresentano la risposta degli ecosistemi ad una situazione di stress e
forniscono informazioni sulla qualità, mediata nel tempo, dell’ambiente o di una
parte di esso (Bianchi & Morri 2003). Numerosi lavori scientifici hanno
ampiamente trattato e discusso circa i criteri biologici e tecnici necessari alla
selezione di tali indicatori (Volpi Ghirardini & Pellegrini 2001). In tutti c’è
concordia nell’affermare che i requisiti di un buon bioindicatore variano con la
Fig. 2. Immagini di S. plana: organismi mantenuti vivi in laboratorio (sfondo);gamete maschile, femminile (in alto e al centro) e valve (in basso).
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natura dello stesso, con il tipo di risposta che è in grado di esprimere, con il
grado e la durata dell’alterazione ambientale che si intende rilevare; ci sono però
alcuni requisiti fondamentali, quasi irrinunciabili, che un buon bioindicatore
deve necessariamente possedere, come ad esempio la facilità di reperibilità ed
impiego, un elevato potere discriminante, la possibilità di utilizzo in aree
geografiche estese, perché ubiquitario, e l’affidabilità: ossia un indicatore deve
essere in grado di fornire lo stesso tipo di risposta quando si confrontano
identiche situazioni nello spazio e nel tempo. In questo senso, le comunità
macrobentoniche in generale sono considerate tra i più efficaci descrittori
sintetici dell’ambiente. Sono costituite, infatti, da organismi sedentari o poco
mobili la cui distribuzione è strettamente correlata e correlabile alle principali
caratteristiche ambientali (ecologiche e chimico-fisiche). Tali organismi sono
inoltre sensibili a diversi tipi di inquinanti che vanno principalmente ad
accumularsi proprio a livello sedimentario (IPA, PCB, metalli pesanti, ecc.).
Analisi chimiche e fisiche
Le analisi chimico fisiche dei campioni di acqua e sedimento sono state
eseguite dai laboratori specializzati di ARPA secondo metodiche standardizzate.
Per i campioni di acqua, prelevati con apposite bottiglie scure sterilizzate, sono
stati determinati azoto totale, ammoniacale, nitrico e nitroso; il fosforo totale e
reattivo; la concentrazione dell’ossigeno ed il pH. Questi ultimi a conferma delle
letture eseguite attraverso il CTD multiparametrico DataSonde 4A della
Hydrolab (temperatura, profondità, potenziale elettrico, conducibilità, pH,
concentrazione di ossigeno, percentuale di saturazione dell’ossigeno, clorofilla-
a). Per alcuni mesi è stata predisposta una stazione di monitoraggio
continuativo degli stessi parametri chimico-fisici delle acque, in modo da poter
confrontare il dato puntiforme ottenuto dal prelievo con una successione di
letture prolungate. I datti ottenuti erano sempre sovrapponibili, a testimonianza
della bontà qualitativa del campionamento.
Per i campioni di sedimento, prelevati con benna di Van Veen calata
dall’imbarcazione, sono stati determinati i valori di metalli pesanti (Ni, As, Cd,
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Hg, Pb e Cr tot), di IPA totali, diserbanti (Tab.1), organoclorurati (Tab.1) ed
idrocarburi totali. Anche per l’analisi dei tessuti di calcini sono state effettuate
determinazioni degli stessi parametri, in modo da controllare un eventuale
effetto di bioaccumulo.
Tabella 1
Elenco dei diserbanti e dei principi organoclorurati ricercati nei campioni di acqua e sedimento.
DISERBANTI Unità misura
Alaclor µg/kg SS
Atrazina µg/kg SS
Metolaclor µg/kg SS
Molinate µg/kg SS
Oxadiazon µg/kg SS
Pendimetalin µg/kg SS
Propanil µg/kg SS
Simazina µg/kg SS
Terbutilazina µg/kg SS
Tiobencarb µg/kg SS
ORGANO CLORURATI Unità misura
Aldrin µg/kg SS
Dieldrin µg/kg SS
Endrin µg/kg SS
Esaclorobenzene µg/kg SS
HCH Alfa µg/kg SS
HCH Beta µg/kg SS
Lindano (HCH Gamma) µg/kg SS
o,p' DDD µg/kg SS
o,p' DDE µg/kg SS
o,p' DDT µg/kg SS
p,p' DDD µg/kg SS
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p,p' DDE µg/kg SS
p,p' DDT µg/kg SS
Endosulfan (somma isomeri) µg/kg SS
Eptacloro µg/kg SS
Epatacloro Epossido µg/kg SS
Analisi biochimiche
Il prelievo dei campioni di sedimento per l’analisi biochimica è stato
effettuato con carote in plexiglas del diametro di 5 cm. Tale metodo ha permesso
di analizzare per ciascun prelievo la profondità dello strato ossidato nel
sedimento (misurato in cm).
In laboratorio sono stati determinati diversi parametri biochimici le cui
analisi sono ancora da completare, di seguito riporteremo solo i dati relativi allo
strato redox, alla sostanza organica rilevata, alle proteine e ai carboidrati.
L’estrazione delle proteine è stata condotta secondo il protocollo stilato da
Hartree (1972) e modificato da Rice (1982). L’analisi dei carboidrati è stata
eseguita secondo il metodo di Gerchacov e Hatcher (1972). La procedura di
analisi dei lipidi (LIP), attraverso estrazione con cloroformio e metanolo dai
campioni di sedimento, è stata condotta in accordo a Bligh e Dyer (1959) e
Marsh e Weinstein (1966). La materia organica totale è stata determinata
sottraendo al peso secco dei campioni, ottenuto ponendoli in stufa (80°C per 48
h), il peso ceneri degli stessi ottenuto mettendoli in muffola (450°C, 4h). I
campioni, prima di subire il trattamento in stufa, sono stati acidificati con HCl
0.1 N per rimuovere tutti i carbonati. Inoltre è stata analizzata la clorofilla-a
microfitobentonica, seguendo le procedure adottate da Lorenzen e Jeffrey
(1980), usando acetone al 90% per estrarre i pigmenti.
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Analisi morfometriche ed ecotossicologiche
Il prelievo degli organismi è stato effettuato tramite raccolta manuale con
rasca, come da tradizione nella pesca di questo organismo. Parte degli
organismi prelevato sono stati sacrificati per le analisi tissutali, parte per le
morfometrie per lo studio della popolazione esistente e parte sono stati
mantenuti in laboratorio (in acquari con filtri meccanico biologici e acqua
sintetica di mare al 25‰ di salinità) per prove di stimolazione alla riproduzione
per test di embriotossicologia (His et al. 1997; His et al. 1999). Tutte misure
morfometriche sono state accuratamente rilevate con calibro e bilance di
precisione.
Protocollo del test di embriotossicologia
I molluschi bivalvi, in quanto filtratori e per la loro relativa sedentarietà,
sono ampiamente utilizzati come bioindicatori dell’inquinamento marino e
d’acqua dolce. Gli effetti dei contaminanti di origine antropica vengono valutati
con studi di bioaccumulo, con l’utilizzo di biomarkers e con l’applicazione di
saggi ecotossicologici che impiegano gli stadi più sensibili del ciclo vitale
(embrioni e larve) (Volpi Ghirardini et al., 1995; His et al., 1997; Fossi, 2001;
Berais et al., 2003; Ferrari et al., 2004).
Stimolazione
Le prove di stimolazione sono state eseguite su lotti di 20-30 calcini in fase
di maturità gonadica, prelevate direttamente dal Canale Navigabile di
Comacchio-Porto Garibaldi. Prima di essere indotti all’emissione dei gameti, i
riproduttori sono stati mantenuti in laboratorio, per almeno 3-4 giorni, alle
stesse condizioni (salinità e temperatura) rispetto al luogo di prelievo. Come
stimolante è stato impiegato il perossido di idrogeno (H2O2) secondo la
metodica descritta da Morse et al. (1977) e modificata da Turolla et al. (2002a,
2002b). Il protocollo di stimolazione differiva da quello proposto da Morse et al.
(1977) per alcuni elementi fondamentali: i riproduttori sono stati stimolati in
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massa e non singolarmente e il tempo di esposizione al perossido d’idrogeno è
stato ridotto da 2,5 ore a 15 minuti. È stata invece mantenuta uguale la
concentrazione iniziale dello stimolante (5 mM).
Stima delle uova emesse
Per avere una stima numerica delle uova emesse/femmina, queste sono state
preventivamente concentrate su un setaccio da 36 µm, quindi poste in un
contenitore graduato, in cui è stata aggiunta acqua in modo da avere
indicativamente un numero non superiore a 50 uova/0,1 ml. Mantenendo le
uova uniformemente distribuite, si è proceduto al prelievo di almeno 6 campioni
da 0,1 ml, su ognuno dei quali si è svolta la conta al microscopio ottico (300 x).
Il numero totale di uova (N) è dato dalla seguente formula:
Nuova = nV • 104
dove n è il numero medio di uova/campione e V il volume della sospensione
di uova dalla quale sono stati prelevati i campioni.
Saggi di embriotossicità
I gameti provenienti dalle prove di stimolazione sono stati impiegati per
l’esecuzione di saggi di embriotossicità applicando il metodo US EPA (1995) con
le modifiche apportate da His et al. (1997). Per verificare la buona qualità dei
gameti da utilizzare nei test, sono stati osservati al microscopio ottico campioni
di uova e spermi provenienti da più organismi. Sono stati scelti spermatozoi con
elevata motilità e uova con forma regolare (a goccia) ed omogenea. Le uova, alla
densità di 2000-3000 uova/ml in un volume totale di 500 ml, sono state
fecondate aggiungendo piccole quantità di sperma (1-3 ml) e dopo 15 minuti
sono state esaminate al microscopio ottico per verificare il successo della
fecondazione. Il lotto di uova fecondate è stato utilizzato per i saggi se
presentava, dopo 15-60 minuti dalla fecondazione, per più del 90% di zigoti a
singola cellula e forma sferica, o stadi avanzati a 2 cellule. Volumi
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corrispondenti a 200–300 uova (100 µl) sono stati distribuiti in modo casuale
nelle camere di saggio (vials) contenenti ciascuna 10 ml di acqua marina
artificiale (controllo) o aliquote delle soluzioni della sostanza da saggiare (Cu2+)
alle concentrazioni di trattamento. Le soluzioni per i trattamenti sono state
preparate per diluizione da una soluzione standard di nitrato di rame (1000
mg/l di Cu2+) in acqua marina artificiale al 25±1‰ di salinità, maturata con
filtro chimico-biologico e filtrata a 0,45 µm. Le concentrazioni di Cu2+ sono
state stabilite sulla base dei risultati di test preliminari. Per ogni trattamento e
per il controllo sono state effettuate 4 repliche. Le vials sono state quindi
trasferite per 24 ore in cella climatizzata (temperatura di 24±0,5 °C, fotoperiodo
16 h luce:8 h buio) e, al termine del periodo di incubazione, in ciascun
contenitore sono stati aggiunti 200 µl di formalina al 40%. Il valore di EC50 è
stato calcolato sulla base del numero di embrioni che dopo 24 ore risultava in
larve vive con completo e normale sviluppo della conchiglia (larve-D). La conta
è stata effettuata per osservazione diretta di 100 individui in ogni camera test,
utilizzando un microscopio rovesciato.
Analisi dei dati
Le frequenze dei bivalvi emittenti, riscontrate nei due sistemi di
stimolazione sperimentati, sono state confrontate mediante il test del chi-
quadrato. L’EC50 dei saggi con nitrato di rame è stata calcolata applicando il
metodo statistico Trimmed Spearman-Karber ai dati raccolti nel corso delle
prove.
I risultati sono paragonabili ai test effettuati a confronto con ostrica
(Crassostrea gigas) e vongola (Tapes philippinarum).
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Risultati e discussione
Alcuni dati ottenuti sono ancora in fase di processamento ed
interpretazione, ma già i primi risultati dell’analisi chimica delle acque
mostrano, in tutte e tre le stazioni considerate, una fluttuazione della
concentrazione di azoto nitrico, nitroso e ammoniacale con concentrazioni più
elevate nei mesi di febbraio e luglio e concentrazioni più basse nel mese di
maggio (Fig.3). Infatti l’insieme dei dati analitici raccolti evidenzia un
ecosistema caratterizzato da un marcato ciclo stagionale tipico di tali ambienti
(Dallocchio et al. 1998).
Le stazioni di campionamento, come già accennato, sono state scelte
all’interno dell’area di concessione per l’allevamento di vongole, infatti l’analisi
granulometrica del sedimento, ha mostrato una predominanza in percentuale
maggiore delle sabbie rispetto a limo e argilla (Fig.4), tale semplificazione della
tessitura è frequentemente riscontrabile in zone in cui si pratica la
molluschicoltura, infatti, sono gli stessi operatori ad effettuare una pulizia del
fondo in maniera da facilitare l’attecchimento del seme di vongola.
Fig. 3. Concentrazione dell’azoto inorganico (nitrico, nitroso e ammoniacale) nelle tre stazioni di campionamento
Analisi chimica delle acque 2007 - Canale Navigabile
0,000
0,200
0,400
0,600
0,800
1,000
1,200
1 2 3 1 2 3 1 2 3
Febbraio Maggio Luglio
mgL-1
Azoto Nitrico
Azoto Nitroso
Azoto Ammoniacale
Proposta per l’applicazione di una metodologia embriotossicologica nella caratterizzazione dei sedimenti marini in funzione dello sviluppo e della salvaguardia della venericoltura emiliano romagnola
Febbraio 2008 22
I risultati relativi alla visione dello strato redox dalle carote dei sedimenti
prelevati, mettono in risalto quanto appena detto, ossia che i fondali del canale,
così gestiti dagli operatori, permettono una profonda ossigenazione delle sabbie
e quindi un ambiente adatto per le vongole allevate, ma anche per altre specie
fossorie come S. plana. I valori medi dello strato ossidato sono infatti di 4.45 cm
(inverno 07), 5.33 cm (primavera 07), 6.58 cm (estate 07) e 7.44 cm (autunno
07). Tali valori crescenti sono giustificabili dal tempo mite che ha caratterizzato
il 2007 e che ha permesso un intenso lavoro di pesca e quindi di gestione del
fondo. Per quanto riguarda le analisi biochimiche (ricordiamo che di seguito
riporteremo solo alcuni dati, visto che altre analisi devono essere ultimate) lo
stesso andamento, per quello che riguarda il possibile arricchimento del fondale
grazie ai biodepositi prodotti dall’attività filtratoria dei molluschi, si può
riscontrare (Fig.5) dai valori medi di sostanza organica (AFDW).
GRANULOMETRIA Stazioni
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
1 2 3
% (s.s.) Argilla
Limo
Sabbia
Fig. 5. Valori medi della sostanza organica sedimentaria.
Valori medi di sostanza organica
0,000
0,020
0,040
0,060
0,080
0,100
0,120
0,140
inv07 pri07 est07
AFDW
g (ss)
1
2
3
Fig. 4. Determinazione della composizione granulometrica.
Relazione Finale
S. Modugno, A. Ferioli, D. Palazzi, F. Gelli & P. Trentini 23
L’analisi delle differenti classi biochimiche che partecipano alla frazione
biopolimerica, mettono in luce un aumento di sostanza organica con lieve
diminuzione sia della componente proteica che carboidratica (Fig.6-7). La
sostanza organica disponibile per gli organismi bentonici lagunari è fortemente
eterogenea, L’azoto organico viene considerato il fattore maggiormente
limitante per la catena del detrito, e, di conseguenza, per gli organismi “deposit-
feeders” (Carey & Mayer 1990), ma è anche risaputo che, in ambienti acquatici,
una grande percentuale di azoto sedimentario rimane legato a materiali
refrattari e non può quindi essere assorbito dai consumatori primari (Rice
1982). Il film batterico rappresenta la fonte più importante di proteine per gli
organismi bentonici (Danovaro et al. 1994), e l’attività batterica appare
principalmente correlata alla qualità nutrizionale della sostanza organica
(Fabiano & Danovaro 1998).
Andamento dei valori medi di proteine
0
2000
4000
6000
8000
10000
12000
14000
16000
18000
20000
inv07 pri07 est07
ug g
-1 (SS)
1
2
3
Andamento dei valori medi di Carboidrati
0
1
2
3
4
5
6
7
8
inv07 pri07 est07
ug g
-1 (ss)
1
2
3
Fig. 6. Valori medi di proteine sedimentarie.
Fig. 7. Valori medi di carboidrati sedimentarie.
Proposta per l’applicazione di una metodologia embriotossicologica nella caratterizzazione dei sedimenti marini in funzione dello sviluppo e della salvaguardia della venericoltura emiliano romagnola
Febbraio 2008 24
In questo lavoro sperimentale non è stata quantificata la biomassa
microbica presente nei vari campioni. Futuri studi saranno opportuni per
meglio comprendere le interazioni esistenti in ambienti lagunari tra le specie di
filter-feeders e il loro effetto sulle proprietà del sedimento, sulla qualità
nutrizionale della sostanza organica e sulla biomassa microbica. Questo
impoverimento della qualità nutrizionale del sedimento va correlata alla
difficoltà di reperimento della S. plana nelle campagne di censimento, man
mano che la stagione progrediva verso l’estate appunto.
Oltre all’indagine dei principali fattori abiotici, utili per monitorare lo stato
ambientale, nei campioni prelevati, sono state effettuate anche analisi di
laboratorio relative alla determinazione di eventuali fitofarmaci (Tab.1), metalli
pesanti, IPA e PCB; tali valori, ad oggi sono risultati entro i valori limite fissati
dal DLgs 152/06. Sul biota prelevato sono state condotte le medesime analisi
sopra citate per verificare eventuali accumuli di sostanze inquinanti nel tempo e
anche questo caso i valori rientrano nella norma.
Su un numero significativo di esemplari sono state condotte prove di
laboratorio finalizzate alla stimolazione dell’emissione dei gameti per poter
verificare sia la possibilità di poter riprodurre e mantenere la S. plana in
condizioni controllate sia l’eventuale sua applicazione nei saggi di
embriotossicologia, secondo protocolli standardizzati.
Dall’analisi morfometrica delle valve di Scrobicularia plana, reperite nella
stazione 3 (Fig.8) si osserva una popolazione piuttosto omogenea e costituita
principalmente da individui della stessa età; le campagne successive
permetteranno di studiarne la struttura della popolazione ed il suo andamento
nel tempo.
Relazione Finale
S. Modugno, A. Ferioli, D. Palazzi, F. Gelli & P. Trentini 25
Fig. 8. Analisi morfometrica di Scrobicularia plana
Morfometrie Scrobicularia plana - primavera 06
0,50
0,70
0,90
1,10
1,30
1,50
1,70
2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50 5,00
Lunghezza (cm)
Altezza (cm)
Proposta per l’applicazione di una metodologia embriotossicologica nella caratterizzazione dei sedimenti marini in funzione dello sviluppo e della salvaguardia della venericoltura emiliano romagnola
Febbraio 2008 26
Conclusioni
Sulla base dei primi dati chimico-fisici e biochimici, si può affermare che il
ritrovamento di S. plana, sia da mettere in relazione ai “buchi” di densità delle
vongole, quando possono riemergere condizioni favorevoli allo sviluppo di un
“vicino scomodo” come questo bivalve detritivoro, contro gli allevamenti
intensivi di vongola. Non a caso i dati sui sedimenti, con relativo impoverimento
della qualità nutrizionale della sostanza organica, sono coincidenti con la
diminuzione nel ritrovamento del calcine, ma con l’aumento delle vongole
pescate. Quindi si può parlare di nicchia trofica ed ecologica di S. plana come
isole negli allevamenti di vongole. Probabilmente per rilanciare una produzione
di calcini si dovrebbero dedicare spazi lagunari adatti e gestiti in modo da
facilitarne la crescita.
I risultati embriotossicologici sono ancora assolutamente preliminari, ma
tutto fa ben sperare perché, tale specie o future similari (La Valle 2005),
possano venir impiegate anche in Italia, ad esempio da ARPA, per
determinazioni supplementari nella valutazione della qualità dei sedimenti dal
punto di vista tossicologico (Modugno et al. 2007a), come già presente
all’estero.
Relazione Finale
S. Modugno, A. Ferioli, D. Palazzi, F. Gelli & P. Trentini 27
Schede riassuntive dei campionamenti
In questa sezione vengono riportate le schede riassuntive dei
campionamenti comprensive delle analisi effettuate.
St1 = localizzata al primo bilancione risalendo il canale dopo la coop.va;
presenta sedimento molto duro
St2 = al confine ultimo della concessione; il sedimento accompagnava
l'argine sprofondando quasi subito con molte cozze, vongole ed ostriche che
costituivano quasi un gradino
St3 = caletta dei calcini dietro alla casetta della coop.va
St4= localizzata sulla sponda verso il mare sotto il ponte per entrare in
Valle Molino
Lo schema mostra le stazioni di campionamento situate lungo il tratto di
Porto Garibaldi del Canale Navigabile (Comacchio).
3
4
1
2
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Febbraio 2008 28
Primo campionamento
SCHEDA RIASSUNTIVA CAMPIONAMENTO
Data 01/02/2007
Meteo nuvoloso con nebbia fitta
T_aria 2-4°C
Ora dalle 11:00 alle 13:30
Personale 3 pescatori della Coop.va Logonovo
Mezzo Barca e a piedi
Num_St 3
Pos_Geog Canale Navigabile
GPS non rilevata
Trasp_H2O sempre visibile il fondo
Camp_H2O prelevata 1 bottiglia per sito
Carota prelevate 2 repliche per sito
Sedimento prelevata 1 bennata per sito
Sonda_CTD eseguito 1 profilo verticale per sito
Analisi 1 grafici chimico fisici con sonda
2 granulometria
3 proteine
4 carboidrati
5 clorofilla-a
6 lipidi
7 sostanza organica
8 parametri biochimici
9 analisi chimica su acqua
10 analisi chimica su sedimento
11 analisi pesticidi su sedimento
12 analisi metalli su sedimento
13 analisi USL su acqua e sedimento
Relazione Finale
S. Modugno, A. Ferioli, D. Palazzi, F. Gelli & P. Trentini 29
Profilo del carotaggio del sedimento – valutazione dello strato ossidato e
analisi
lungh_tot_prelievo 24,0 cm taglio_1 1/3 cm
prof_med_redox 7,5 cm taglio_2 11/14 cm Rep_A
taglio_3 21/24 cm
lungh_tot_prelievo 17,0 cm taglio_1 1/3 cm
prof_med_redox 2,5 cm taglio_2 9/11 cm
St_1
Rep_B
taglio_3 15/17 cm
lungh_tot_prelievo 9,0 cm taglio_1 1/3 cm
prof_med_redox 5,0 cm taglio_2 5/6 cm Rep_A
taglio_3 7/9 cm
lungh_tot_prelievo 15,0 cm taglio_1 1/3 cm
prof_med_redox 4,2 cm taglio_2 7/9 cm
St_2 Rep_B
taglio_3 13/15 cm
lungh_tot_prelievo 12,0 cm taglio_1 1/3 cm
prof_med_redox 3,5 cm taglio_2 6/8 cm Rep_A
taglio_3 10/12 cm
lungh_tot_prelievo 14,0 cm taglio_1 1/3 cm
prof_med_redox 4,0 cm taglio_2 7/9 cm
St_3 Rep_B
taglio_3 12/14 cm
Proposta per l’applicazione di una metodologia embriotossicologica nella caratterizzazione dei sedimenti marini in funzione dello sviluppo e della salvaguardia della venericoltura emiliano romagnola
Febbraio 2008 30
Secondo campionamento
SCHEDA RIASSUNTIVA CAMPIONAMENTO
Data 02/05/2007
Meteo nuvoloso con pioggia fine
T_aria 18°C
Ora dalle 11:00 alle 13:30
Personale 1 rappresentante della Coop.va Logonovo
Mezzo Barca e a piedi
Num_St 3
Pos_Geog Canale Navigabile
GPS non rilevata
Trasp_H2O mai visibile il fondo
Camp_H2O prelevata 1 bottiglia per sito
Carota prelevate 2 repliche per sito
Sedimento prelevata 1 bennata per sito
Sonda_CTD Non eseguito
Analisi 1 grafici chimico fisici con sonda
2 granulometria
3 proteine
4 carboidrati
5 clorofilla-a
6 lipidi
7 sostanza organica
8 parametri biochimici
9 analisi chimica ARPA su acqua
10 analisi chimica su sedimento
11 analisi pesticidi su sedimento
12 analisi metalli su sedimento
13 analisi USL su acqua e sedimento
In questa data di campionamento è stata anche attivata la stazione fissa
per il monitoraggio chimico-fisico con sonda CTD Idronaut Ocean 316
Il fondo di tutte e 3 le stazioni si presenta molto duro ricco di gusci di
conchiglie, molte ostriche e cozze
Relazione Finale
S. Modugno, A. Ferioli, D. Palazzi, F. Gelli & P. Trentini 31
Profilo del carotaggio del sedimento – valutazione dello strato ossidato e
analisi
lungh_tot_prelievo 7,2 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 3,5/4 cm taglio_2 fondo cm Rep_A
taglio_3 cm
lungh_tot_prelievo 18,0 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 4,5 cm taglio_2 fondo cm
St_1
Rep_B
taglio_3 cm
lungh_tot_prelievo 14,5 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 6,0/7,0 cm taglio_2 fondo cm Rep_A
taglio_3 cm
lungh_tot_prelievo 14,0 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 8,0/10 cm taglio_2 fondo cm
St_2 Rep_B
taglio_3 cm
lungh_tot_prelievo 8,0 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 2,5/3,0 cm taglio_2 fondo cm Rep_A
taglio_3 cm
lungh_tot_prelievo 10,0 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 3,5 cm taglio_2 fondo cm
St_3 Rep_B
taglio_3 cm
Proposta per l’applicazione di una metodologia embriotossicologica nella caratterizzazione dei sedimenti marini in funzione dello sviluppo e della salvaguardia della venericoltura emiliano romagnola
Febbraio 2008 32
Terzo campionamento
SCHEDA RIASSUNTIVA CAMPIONAMENTO
Data 09/07/2007
Meteo soleggiato con brezza leggera
T_aria 32°C
Ora dalle 12:30 alle 13:30
Personale 2 rappresentanti della Coop.va Logonovo
Mezzo Barca e a piedi
Num_St 3
Pos_Geog Canale Navigabile
GPS non rilevata
Trasp_H2O circa -1 mt (mai visibile il fondo)
Camp_H2O prelevata 1 bottiglia per sito
Carota prelevate 2 repliche per sito
Sedimento prelevata 1 bennata per sito
Sonda_CTD eseguito 1 profilo verticale per sito
Analisi 1 grafici chimico fisici con sonda
2 granulometria
3 proteine
4 carboidrati
5 clorofilla-a
6 lipidi
7 sostanza organica
8 parametri biochimici
9 analisi chimica ARPA su acqua
10 analisi chimica su sedimento
11 analisi pesticidi su sedimento
12 analisi metalli su sedimento
13 analisi USL su acqua e sedimento
Relazione Finale
S. Modugno, A. Ferioli, D. Palazzi, F. Gelli & P. Trentini 33
Profilo del carotaggio del sedimento – valutazione dello strato ossidato e
analisi
lungh_tot_prelievo 12,0 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 8,1/10 cm taglio_2 fondo cm Rep_A
lungh_tot_prelievo 14,0 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 4,5 cm taglio_2 fondo cm
St_1
Rep_B
lungh_tot_prelievo 17,5 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 10,0 cm taglio_2 fondo cm Rep_A
lungh_tot_prelievo 9,5 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 7,5/8 cm taglio_2 fondo cm
St_2 Rep_B
lungh_tot_prelievo 11,5 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 4/4,5 cm taglio_2 fondo cm Rep_A
lungh_tot_prelievo 10,0 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 2,5 cm taglio_2 fondo cm
St_3 Rep_B
Proposta per l’applicazione di una metodologia embriotossicologica nella caratterizzazione dei sedimenti marini in funzione dello sviluppo e della salvaguardia della venericoltura emiliano romagnola
Febbraio 2008 34
Quarto campionamento
SCHEDA RIASSUNTIVA CAMPIONAMENTO
Data 12/10/2007
Meteo soleggiato con brezza leggera da SE
T_aria 22°C
Ora dalle 11:30 alle 12:30
Personale 2 rappresentanti della Coop.va Logonovo
Mezzo Barca e a piedi
Num_St 4
Pos_Geog Canale Navigabile
GPS non rilevata
Trasp_H2O sempre visibile il fondo (in alta marea)
Camp_H2O prelevata 1 bottiglia per sito
Carota prelevate 2 repliche per sito
Sedimento prelevata 1 bennata per sito
Sonda_CTD eseguito 1 profilo verticale per sito
Analisi
1 grafici chimico fisici con sonda
2 granulometria
3 proteine
4 carboidrati
5 clorofilla-a
6 lipidi
7 sostanza organica
8 parametri biochimici
9
analisi chimica ARPA su acqua
10 analisi chimica su sedimento
11 analisi pesticidi su sedimento
12 analisi metalli su sedimento
13
analisi USL su acqua e sedimento
Relazione Finale
S. Modugno, A. Ferioli, D. Palazzi, F. Gelli & P. Trentini 35
Profilo del carotaggio del sedimento – valutazione dello strato ossidato e
analisi
lungh_tot_prelievo 17,0 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 15,0 cm taglio_2 10 cm Rep_A
lungh_tot_prelievo 20,0 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 10,0 cm taglio_2 10 cm
St_1
Rep_B
lungh_tot_prelievo 12,5 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 7,0 cm taglio_2 10 cm Rep_A
lungh_tot_prelievo 17,0 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 15,0 cm taglio_2 10 cm
St_2 Rep_B
lungh_tot_prelievo 10,0 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 3,5 cm taglio_2 10 cm Rep_A
lungh_tot_prelievo 10,0 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 4,0 cm taglio_2 10 cm
St_3 Rep_B
lungh_tot_prelievo 12,5 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 3,0 cm taglio_2 10 cm Rep_A
lungh_tot_prelievo 10,0 cm taglio_1 sup cm
prof_med_redox 2,0 cm taglio_2 10 cm
St_4 Rep_B
Proposta per l’applicazione di una metodologia embriotossicologica nella caratterizzazione dei sedimenti marini in funzione dello sviluppo e della salvaguardia della venericoltura emiliano romagnola
Febbraio 2008 36
Relazione Finale
S. Modugno, A. Ferioli, D. Palazzi, F. Gelli & P. Trentini 37
Ringraziamenti
Il progetto che ha permesso di svolgere tale lavoro è stato finanziato dalla
Regione Emilia-Romagna Servizio Economia Ittica Regionale (finanziamenti
relativi alla Legge Regionale n. 3 del 14 febbraio 1979: Interventi per lo sviluppo
e la valorizzazione delle attività ittiche).
Proposta per l’applicazione di una metodologia embriotossicologica nella caratterizzazione dei sedimenti marini in funzione dello sviluppo e della salvaguardia della venericoltura emiliano romagnola
Febbraio 2008 38
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Proposta per l’applicazione di una metodologia embriotossicologica nella caratterizzazione dei sedimenti marini in funzione dello sviluppo e della salvaguardia della venericoltura emiliano romagnola
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Relazione Finale
S. Modugno, A. Ferioli, D. Palazzi, F. Gelli & P. Trentini 43