Prometeo Informa 07

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Anno 5 - N° 7 - Maggio 2005 - Periodico d’Informazione e di Cultura – Registrazione del Tribunale di Milano n°591 del 21 Ottobre 2002 Sede: Via Venezian, 1 - 20133 Milano - Tel. 02 23902878 - Fax 02 23903257- e-mail: [email protected] - www.onlusprometeo.org Apre Casa Prometeo Intervista a Mario Scalamogna direttore del NIT Linus, il DJ piu famoso d’Italia, si racconta Apre Casa Prometeo Intervista a Mario Scalamogna direttore del NIT Linus, il DJ piu famoso d’Italia, si racconta

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Magazine Onlus Prometeo

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Anno 5 - N° 7 - Maggio 2005 - Periodico d’Informazione e di Cultura – Registrazione del Tribunale di Milano n°591 del 21 Ottobre 2002 Sede: Via Venezian, 1 - 20133 Milano - Tel. 02 23902878 - Fax 02 23903257- e-mail: [email protected] - www.onlusprometeo.org

Apre CasaPrometeo

Intervista a MarioScalamognadirettore delNIT

Linus, il DJpiu famosod’Italia, siracconta

Apre CasaPrometeo

Intervista aMarioScalamognadirettore delNIT

Linus, il DJpiu famosod’Italia, si racconta

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Apre CasaPrometeoBasterà solo grazie?Un volontario in “ombra” parla di sèLa volontà muove le montagne... ma la sfortuna ci vedeUn incontro al lago

4-56-78-91011

Esperienze a confronto: SanMartino di Genova, INT diMilanoSempre piu’ vicini alle esigenze dei pazientiUn importante progetto per tutti i cittadini: AzaleaIl Burn Out degli operatori sanitari: quel difficile equilibrio tra ideali e realtàIntervista a Mario Scalamogna, direttore del NIT

12-1314-1516-1718-1920-21

Intervista a LINUSLa mia MilanoLo sapevate che

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Ricette d’estate 30-31

Le testimonianze 22

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L’editorialeUNA FACCENDA DI CUORESembra impossibile,

ma sta per succedere. Inoccasione della riunioneannuale di Prometeo2005 inauguriamo la casadi accoglienza per inostri pazienti, l'oggettodi tutti i nostri sforzifinanziari di questi anni,il segno tangibile dell'im-pegno e della dedizionedei nostri volontari, dellepiù svariate iniziative diraccolta fondi, dellagenerosità di tanti amicie di persone anonimeche hanno creduto nellenostre buone intenzioni enella trasparenza cheabbiamo sempre dato alnostro operare.

Ci sono moltissimepersone che hanno cre-duto in CasaPrometeo inquesti anni, a partiredalla nebbiosa mattina incui la nostra Associa-zione fu fondata, grazie acinque amici di fronte adun notaio in pazienteattesa della fine di un tra-pianto, con i chirurghi inimperdonabile ritardo trai sorrisi di sufficienza efastidio di chi in quegliuffici aveva faccende benpiù importanti da sbriga-re… Delle moltissimepersone alternatesi neglianni alla costruzionemorale e materiale delprogetto CasaPrometeonon voglio fare qui detta-gliato elenco, anche se achi non è più con noi ealle loro famiglie va ladoverosa gratitudine peraverci trasmesso la forzadi continuare, a dispettodelle molte difficoltà.

Vorrei invece metterein evidenza qualcheaspetto che mi sembra diaver colto in tutte le per-sone coinvolte nella espe-

rienza di lavoro e di soli-darietà che abbiamochiamato CasaPrometeo.

Innanzi tutto costrui-re una casa per se o per ipropri cari in qualsiasicultura vuol dire mettercidel proprio non solo insenso economico maanche e soprattutto intermini di affetto e dicuore: vuol dire piegare espingere il proprioimmaginario affettivo edi benessere verso unfine concreto fatto dimuri, di spazi, di contestifavorevoli per una vita inqualche modo migliore.E anche se tutti sembria-mo chiamati a ben più"importanti" compiti,come il notaio dellenostre origini sappiamoche sono le faccende dicuore quelle che contanodi più e che ci coinvolgo-no maggiormente, nonsolo per alimentare labanalità del micro-gossipdelle nostre esistenze maanche e soprattutto peraprirci alla speranza divedere bene apprezzatociò che abbiamo costrui-to.

Chi infatti non vorreb-be che il proprio ospiteavesse nei confronti dellanostra casa lo stessoamore e rispetto cheabbiamo messo nell'ac-coglierlo?

Ecco, CasaPrometeoè certamente una faccen-da che coinvolge i nostriaffetti e che cerca di tra-smettere a coloro che nefaranno parte come ospi-ti un fondamentale cari-co di attenzione e curausando gli strumentiantichi della pulizia, del-l'ordine, dell'educazione,della qualità dei rapporti.

Una casa è poi sem-pre un segno di fiducianel futuro, perché non sicostruisce con grandisacrifici una abitazioneche non ci si aspetta diabitare il più a lungo pos-sibile. E per il futuro diPrometeo quanto andia-mo a inaugurare rappre-senta un salto di qualitàdal quale non potremopiù prescindere (se nonaltro per le rate delmutuo da pagare…), unadata di riferimento dallaquale contare la nostracrescita o (speriamo mai)la nostra decadenza.Perché appunto nel futu-ro abbiamo fiducia, conla coscienza che purtrop-po è sempre più difficilelavorare per "lo studio ela cura" come la nostramissione imporrebbe,assaliti da ogni dove daspacciatori di verità alter-native alla nostra, piegatinella spesso sterile osser-vazione della realtà sani-taria, senza programmidi crescita basati sullaricerca di qualità o sul-l'attenzione al risultatosul paziente (e non soloal pareggio di bilancio).

Di fatto CasaProme-teo è un grande investi-mento sul futuro in cui ilrigore economico dovràconciliarsi con i valori di

una medicina e di unaassistenza più moderna eattenta ai bisogni reali.

Come per tutte le que-stioni di cuore, ancheCasaPrometeo non èbanalizzabile a un merofatto tecnico. FrancisBacon scrisse che "lecase sono fatte per viver-ci e non per essere guar-date" e Giorgio Gaber ciricorda in una sua indi-menticata canzone che"il giudizio universalenon passa dalle case". Lavita e il successo diCasaPrometeo si misure-ranno quindi sulla forzadei legami tra le personeche la abiteranno e colo-ro che la frequenterannoda amici e da portatori diassistenza.

Sulla solidità di questilegami abbiamo semprebasato il nostro operato esperiamo di costruire ilnostro futuro: alle fac-cende di cuore abbiamodato un significatonuovo.

Vincenzo Mazzaferro

“CasaPrometeo”

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Carissimi,con tanto impegno e deter-minazione siamoriusciti a mantenere una promessa e a realizzare il nostro sogno:

si apreCasaPrometeo”

Sono stati mesi di durolavoro. Abbiamo superatomomenti di difficoltà checi hanno fatto temere unritardo per la realizzazionedel progetto.

Li abbiamo vissuti conansia e preoccupazione.Ma ora possiamo dire diessere riusciti a realizzare laCasa di Prometeo. Tutto èavvenuto secondo i nostridesideri, grazie anche adalcune persone generose estupende che abbiamoincontrato.

La Casa è pronta, acco-gliente e sicura. Vi si potràvivere con serenità alcunibrevi periodi di cura,godendo dell'affetto di unVostro caro che Vi accom-pagna in ogni momento.

La Casa si compone ditre camere da letto, ognunacon il proprio bagno. E' adisposizione di tutti ungrande luminoso soggior-no con cucina, dove ognu-no potrà cucinare, conver-sare, guardare la televisio-ne, condividere con gli altrimomenti di serenità e dibisogno.

Per garantire un buonfunzionamento e unabuona gestione, abbiamobisogno anche del vostroaiuto.

Come in tutte le case, cisono delle regole da rispet-tare, dei costi da sostenere.Nel caso di una vostra per-manenza, Vi chiederemo

quindi una modesta quotagiornaliera di partecipazio-ne, la quale ci permetteràanche di assolvere gliimpegni contratti con labanca.

Siamo certi della Vostradisponibilità e della Vostracomprensione. Da partenostra ci impegneremo arisolvere qualsiasi difficol-tà dovesse insorgere.

Sarete i benvenuti, Viaccoglieranno, con simpa-tia e amicizia, volontari ecollaboratori.

Infine il mio augurioche questa casa sia comeun riparo dove nessuno sisenta solo.

ApreCasaPrometeo

28 maggio 2005

si inauguraCasa

Prometeo

di Sandra Maggioni

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Un percorso, tantiincontri.Tutti questi incontri si sonotrasformati inaiuti per costruireCasaPrometeo.

Vorrei fare i nomi di tutti.Difficile, ma ci provo...Grazie a:Anna Rabolini (progetti-sta), l’impresa di EugenioSabadini (costruttore),Giuse Mazzaferro. Graziea tutti quelli che hannodonato la loro professiona-lità: Enrico Bertolino,Paolo Crepet, DJ Ringo,Fabrizio Collalti, PatriziaSassoon, Paolo Monesi,Antonella Gangeri, Gio-vanni Alberti, Alfio

Cattaneo, Massimo Fonsa-to, Guido Monti, MauroGavardi, Francesco Panti,Lina Pintori, ClaudioManganoni, Gianna Mellis,Gian Mario Benzing,Manuela Cagiano, BarbaraCastorin, Franco Teruzzi..

Aziende che hanno credu-to nel progetto; grazie a:

Enrico Majer (GruppoUPIM), i Sig.ri Colombo(Chateau d’Ax), MariaLuisa Tolentino (Sim-mons), l’Azienda Runtal,Luigi Garioni (Arreda-menti Ballabio Luigi),l’Azienda Samo, AldoStrada (Stratex), il dottorImperadori della FinecoBank che ha reso possibileun mutuo molto agevolatoper CasaPrometeo , tutti glioperatori di telefonia:Wind , Tim e Vodafone.

A tutti Voi Grazie

“Festa della Mamma”presso l’Istituto dei Tumori

a Milano si è tenuto il tradizionale mercatino di beneficenza

4-5-6 Maggio

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Come si intuisce dal titolo ci si chiede se basterà dire grazie, per esprimere la gratitudine neiconfronti di tutte lepersone che hannocontribuito alla riuscita di questoimportate progetto:

"CasaPrometeo".In questo arti-

colo ci rivolgiamoin particolarmodo agli

esperti del mondo dellacomunicazione e dei mediache hanno deciso di dedica-re tempo, professionalitàe creatività senza chiederenulla in cambio. Ci sembraquindi importante ed essen-ziale dedicare a loro unmomento di "attenzione" inmodo da farvi conoscere il"dietro alle quinte" di unafase del piano di lavoro.

Grazie a PatriziaSassoon, responsabile dellerelazioni esterne di RadioMonteCarlo e Radio 105; un'alta capacità professionaleunita ad un carisma e ad unaumanità rara. A lei la stima ela gratitudine per tutti gliimpegni presi con

l'Associazione, sempre por-tati a termine con grandesuccesso e determinazione.Ci ha donato "spazio" nelleradio e non solo; una fonteinesauribile di aiuto e colla-borazione. Un "Amica" cheè sempre stata al fianco diPrometeo.

Grazie ad AntonellaGangeri. Nella sua carrieraè stata direttore creativo dialcune autorevoli Agenzie diPubblicità di Milano, ancoroggi lavora per una di esse.Quando abbiamo chiesto ilsuo contributo non si è mai"tirata indietro" nonostan-te i numerosi impegni chequotidianamente l'assorbo-no nel suo lavoro, grazie alsuo contributo, le campagnesolidali dell'anno 2004 e2005 hanno ottenuto unnotevole successo.

A proposito di campa-gne solidali, grazie a EnricoBertolino nostro primoTestimonial insieme al dot-tor Paolo Crepet e al DjRingo al quale rivolgiamo,anche a loro, i nostri piusentiti ringraziamenti. Ab-biamo conosciuto breve-mente Enrico Bertolinonella sala d'incisione diPaolo Monesi, un'altra"Colonna Portante" nelleattività di divulgazione diPrometeo (tutte le registra-zione degli spot di Prometeosono dovuti a lui, prestandoanche la sua "Famosa" voce

per realizzarli). Era unpomeriggio di luglio quam-do Enrico Bertolino decisedi dedicare all'Associazione ilsuo tempo, la sua voce, lasua professionalità, metten-do in campo oltre alle suedoti artistiche, anche quelledi persona di comunicazione(si occupa anche della for-mazione della comunicazio-ne e della spettacolarizzazio-ne di eventi formativi e con-vetion aziendali).

Durante l'incisione delpromo ha apportato alcunesignificative modifiche neltesto, partecipando, quindi,in prima persona a renderelo “spot” piu’ consono alsuo personaggio.

Rimanendo in tema di"Radio", grazie a tutti iresponsabili dell'Advertisingche hanno deciso di aderireall'iniziativa regalandoci"Spazio" per promuovere leCampagne Solidali e gliEventi realizzati dall'As-sociazione. Ne nominiamosolo alcuni: Guido Monti diRadio Dimensione Suono,sensibile e attento nonostan-te le numerosissime richiesteche gli pervengono quotidia-namente dalle altreAssociazioni per promuove-re eventi, tutti lodevoli.

Grazie a Mauro Gavardidi Radio Dee-Jay, a LinaPintore di radio RTL 102,5a Francesco Panti di Um-bria Radio. Accumunati dalledifficoltà di dedicare spazio

radiofonico per promuoverele tante attivitàdell'Associazioni, hanno ge-nerosamente risposto alnostro appello di aiuto.

Sempre nella sferamedia, grazie alla cartastampata che ci ha concessopagine sui loro quotidiani osulle loro riviste. Alcuninomi, grazie a DanielaPrestinoni e DonatellaBalzar per il quotidiano "IlGiornale", a CaterinaSilvestro per il giornale"Corriere della Sera" e le rivi-ste "Anna" "Il Mondo".

Grazie a Gianna Melis,giornalista di Gente Viaggi,Gioia, La repubblica.(qui afianco troverete un articoloche parla di Lei). A GianMario Benzing capo servi-zio di ViviMilano eManuela Cagiano curatricedello spazio di solidarietà suViviMilano "La bacheca". Lanostra riconoscenza va aloro in quanto hanno sem-pre promosso eventi artistici,culturali e di solidarietà rea-lizzati da Prometeo.

Un altro ringraziamen-to speciale va a FabrizioCollalti direttore diProduzione di BuonaDomenica. Persona estre-mamente altruista e di gran-de concretezza, disponibileall'ascolto e sensibile al socia-le. Grazie a lui, al dottorMaurizio Costanzo e all'af-fascinante Roberta Capua

Basterà solo grazie?

di Eleonora Castro

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abbiamo partecipato alla tra-smissione domenicale con ilprogetto "CasaPrometeo"attraverso la CampagnaSolidale “Dona un SMS aPrometeo” .

Grazie agli operatori ditelefonia mobile Wind,Tim eVodafone, in particolare aDeborah Cocco, Antonel-la Laurenti e Marco Mura.A loro si deve la buona riu-scita delle Campagne Solidalidi Prometeo, regalandoci lapossibilità di ricevere ledonazioni tramite gli SMS.

Grazie a Maria LuisaTolentino responsabile uffi-cio Stampa e RelazioniEsterne del GruppoSimmons (Azienda leaderper il dormire). Sono stati iprimi a rispondere all'appellodi aiuto trasmesso dalle radioa marzo 2005 per ArredareCasaPrometeo. Lo spot sen-sibilizzava le aziende produt-trici di arredamento e dicomponenti per la casa neldonare come e quanto pote-vano per arredare Casa-Prometeo.

Grazie a Enrico Majerresponsabile marketing ope-rativo del gruppo Upim,molto sensibile all'iniziativain quanto si è adoperato pernoi al fine di aiutarci in que-sto progetto. Nelle varieconversazioni telefoniche

affrontate per definire i det-tagli del "piano" è semprestato solerte, attivo, concre-to.

Grazie a GiovanniAlberti, il nostro Web

Master. A lui si deve l'aggior-namento dell'attuale sito diPrometeo, uno strumentoormai oggi fondamentale eindispensabile nel mondodella comunicazione.Persona estremamente pro-positiva e attenta alle innova-

zioni legate al mondo inter-net, aiutandoci spesso ancheha districarci nei difficili con-tatti con provaider e tecnici.

Grazie a Massimo Fon-sato, anche lui quando viene"chiamato all'appello", ciconcede gratuitamente oltreche le sue conoscenze tecni-che nel mondo dell'informa-tica, la stampa di alcuni stru-menti comunicativi per darevisibilità a Prometeo.

Ritornando al titolo sicu-ramente nonpuò bastaresolo grazie,forse a questi pro-fessionisti che hannodeciso di credere inPrometeo e di fidarsi deisuoi progetti farà piaceresapere che tutti i loro sforzisi sono concretizzati in unarealtà che oggi si trova inPiazzale Gorini 18,CasaPrometeo.

Il 2 febbraio 2005, giornali-sti importanti per qualcheora lasciano penne e com-puter per dedicarsi ai for-nelli in un progetto finaliz-zato alla raccolta di fondi afavore di iniziative benefi-che. E’ quanto realizzatodal 1° Premiogiornalistico-gastrono-mico nazionale, “Penne aifornelli”, organizzato aMilano presso l'HotelWestin Palace con la parte-cipazione di esponenti delmondo della cultura, del-l'informazione, dello spet-tacolo e l'adesione delleRegioni Lombardia eCalabria. "Penne ai fornel-li" ha visto in gara diecigiornalisti che si sonocimentati nella preparazio-ne di un "Primo piatto" difronte ad un pubblicodivertito che ha apprezzato

l'iniziativa promossa da IlioMastrone in collaborazio-ne con la CMComunicazioni di GraziaSaporiti.I piatti sono stati poi valu-tati da una giuria di chefpresieduta da DanielePiombi. La sfida è statavinta, per la categoria"Preparazione", dalla gior-nalista Samantha Biale di"For Men magazine", cheha subito devoluto il pre-mio in denaro, messo adisposizione da alcuneaziende chehanno sostenuto l¹iniziati-va, alla LAV (Lega AntiVivisezione). Il piattopiù apprezzato dalla giuriaper il "gusto" è stato quellodi ManuelaCaldirola, giornalista di"Vera", che ha devoluto ilsuo premio

all'AssociazioneMondogatto. Per la "fanta-sia" degli ingredienti utiliz-zati il premio è andato allagiornalista di "Gioia","Viaggi" e de "LaRepubblica", GiannaMelis che ha inteso devol-vere l¹assegno ricevutoall’Associazione FamiglieSindrome Adreno-genitalee all'AssociazionePrometeo dell’ Istituto deiTumori di Milano.

Gianna Melis, una famosa giornalistadella carta stampata decide di devolvere a

Prometeo il premio in palio durante la serata-evento “Penne ai Fornelli”. Eccocome è andata....

Per maggiori informazionisu CasaPrometeo,

richiedete

Depliant informativo

Cartolina “promo”

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Volontario nell'ombra.Un terminenuovo, mai sentito prima chePrometeo, ringra-ziando tutti coloro che contribuisconoalla riuscita deisuoi progetti,estende anche alvolontario nell'ombra .

Un termine con il quale,in prima battuta, è difficilericonoscersi, forse per quel-l'alone di mistero, o di ambi-guità, che comunemente èassociato al concetto diombra.

Un termine che può pre-starsi a varie interpretazioni,che solo in parte, ed esclusi-vamente su base personale,possono essere esplicitate epiù o meno condivise da chi,come me, si è visto promos-so a tale ruolo. Cosa è unvolontario nell'ombra eperché è nell'ombra?

E' importante chiariresubito che tale figura non èl'eroe che si sacrifica in unlavoro oscuro, dietro i riflet-tori, e non appare per lascia-re la scena a persone piùimportanti.

No, in Prometeo, comein tutte le situazioni in cuiqualcuno fa qualcosa per gli

altri, nessuno agisce per met-tersi in vetrina, per sentirsidire grazie; ciascuno piccoloo grande che sia il suo ruoloassolve il suo impegno per-ché crede in quella mis-sione e vuole contribuirealla sua riuscita.

Ci si chiede dunque per-ché "nell'ombra"? Non èfacile, o per lo meno non èsemplice dire perché. Forsenemmeno io lo so.

Sicuramente vi sonomotivazioni di ordine prati-co, di organizzazione e diritmi della propria vita, che tiportano a dire "non ho untempo fisso da dedicare",oppure "ho già molti impe-gni" e così via. Plausibile, mamolto, molto discutibile.

Vi sono poi ostacoli psi-cologici, l'immagine di sestessi costruita e consolidatanegli anni che verrebbemeno e che non può o si ha

timore che venga meno. Epoi il bisogno di non doverspiegare a chi ti conosce ilperché di una simile scelta,perché ritieni sia una cosatua e non ne vedi la necessi-tà di metterla in piazza.

Allora, per queste e millealtre motivazioni, ti accosti aquesto impegno inizialmentequasi per caso, perché unapersona a te vicina, un fami-liare, un amico, un collega, èimpegnato nel volontariato.

E ti viene naturale dirle"aspetta che ti do unamano". Il resto viene da se.E insisti per poter fare, con-tribuire, e a quel punto ancheil mattoncino che hai porta-to "nell'ombra" sai checontribuirà alla riuscita delprogetto. Il volontario "alloscoperto" sa di poter conta-re su di te, il progetto ha duebraccia in più che ci lavora-no.

Un volontario in“ombra” parla di sè

di Marco Realini

23-24-25Marzo

“Pasqua”presso l’Istituto dei

Tumori a Milano si ètenuto

il tradizionale mercatino

di beneficenza

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L’Associazione Pro-meteo (Progetto MalattieEpatiche Trapianti edOncologia) in collaborazionecon Milango (Associa-zioneper il Tango Argentino) haorganizzato a scopo beneficoil Concerto di Primavera“Concerto di Astor

Piazzolla”, il 29 aprile 2005,alle ore 21.00 nella splendidacornice del Palazzo Archintoin Via Passione 12, Milano,con l’ Orchestra Sinfonica diLecco diretta da Paolo Volta econ il Violino Solista, PiercarloSacco. Un caloroso grazie achi ha permesso l’evento.

Il Consiglio Direttivo diMilango, in particolareGiovanna Battelli e MonicaCagno che hanno creduto inPrometeo e nel successo diquesta serata

La Direttrice, Prof.ssaBerti, e il Consiglio d’ammini-strazione dell’ Educanda-toStatale E. Setti Carraro dallaChiesa che hanno concessol’uso gratuito della sala

Tutti i ballerini che hannopreso parte alla serata gratuita-mente

Tutti i partecipanti che perbeneficenza, amore per lamusica, passione per il tangosono qui stasera

Programma della serataInverno PorteñoAdiós NoninoPrimavera PorteñaVerano Porteño

LibertangoOtoño Porteño

Esibizione di tango argen-tino con:Alejandro Ferrante e SabinaAbbondanza - Lucia Rinzulloe Bruno Brindani - AlbertoScarico e Sabrina Rovelli -Luisito Ferraris e MafaldaFuriase

Al Palazzo Archintoa Milano,

il 29 aprile 2005,si è tenuto

il Concerto di Primavera“Astor Piazzolla”.

Con l’orchestra Sinfonica diLecco,

diretta dal maestro Paolo Volta e con il violino solista

PierCarlo Sacco .

Si sono esibiti Alejandro Ferrante e Sabina Abbondanza

Lucia Rinzullo e Bruno BrindaniAlberto Scarico e Sabrina Rovelli

Luisito Ferraris e Mafalda Furiase

Un incontro tra Musica e Solidarietà

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La volontà muove lemontagne… ma è anchevero che la sfortuna ha unamira eccezionale!

In queste due massimepopolari (rivedute ed"addolcite" per ragioni let-terarie) si nasconde la sin-tesi di una giornata indi-menticabile: il 13 marzo2005. Da sempre, nella sto-ria del nostro gruppo dilavoro, la programmazionedi un evento felice, qualequello di un'occasione so-ciale o di una gita spensie-rata si accompagna ad unrichiamo perentorio datodall'imprevedibilità delnostro lavoro.

Quasi una forzamagnetica negativa che ciimpedisce di riproporre lostesso team di personeall'interno di situazioni feli-ci, invece che sempre nel-l'adempimento del dovere.

Anche questa volta così èstato e dopo un lungo pre-ambolo gestatorio sulladata si è giunti alla vigiliadell'agognata festa in rivaal lago che Prometeo ed ilbuon Rasella hanno gentil-mente organizzato permedici, infermieri , parenti,amici e volontari.

Puntualmente, la seraprima dell'evento, è arriva-to il trapianto per unaltro paziente e questo, sisa, prevarica ogni impegnopersonale preso anchemolto in anticipo. Finitol'intervento quindi il dilem-ma è stato, dopo averlavorato tutta la nottatafino alla mattina, cosa deci-dere del giorno di festa ecome mantenere l'impegnopreso con tante personeche si sono adoperate perpreparare la nostra acco-

glienza. Qui la volontà ha vera-

mente prevalso sulla stan-chezza che ci avrebbe por-tato dritti a riposare pertutta la giornata festiva ma,in nome della serietà checaratterizza chi si impegnacon noi, tutti abbiamodeciso di parteciparefacendo un po' la figura dei… "morti di sonno".

Una volta arrivati adestinazione sulle rive diGravedona, siamo statiricambiati dal massimo chesi poteva sperare: il climaera da inizio estate e lagiornata offriva il solemigliore dopo le ultimepiogge invernali, il cibosapientemente diretto dallochef Ballerini era assolu-tamente da grand gourmete l'accoglienza della fami-glia Rasella era degna deipranzi di Stato.

Piccolo particolare: sul-l'erba del giardino, di fron-te al lago e baciati dal sole,giacevano tanti comodi edinvitanti lettini da sole che,dopo le abbondanti liba-gioni, sono stati ampia-mente collaudati da molticommensali … morti disonno!

La Volontà muove lemontagne...ma la “sfortuna” ci vedebenissimo

di Andrea Pulvirenti

Lo chef Paolo Ballerini

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L'AssociazionePrometeo ha orga-nizzato un incontro tra volontari erappresentanti dello staffMedico-Infermieristico dell'Istituto Tumori diMilano.

Il ritrovo è avvenuto aGravedona, scrigno d'artee di bellezze paesaggisti-che, situato nell'incantevo-le cornice dell'Alto Lario.

L'incertezza della pre-senza dei medici impegnatiin un trapianto protrattosioltre l'intera notte, sino allatarda mattinata, aveva fattoserpeggiare un filo d'agita-zione tra i volontari, poil'arrivo del dott. Mazzafer-ro e della sua équipe hariportato serenità.

L'incontro si è svolto inun atmosfera di grandefamiliarità e di gioiosa ami-cizia. Allietato da unaradiosa giornata di sole: illago ha dispiegato tutto ilfascino del suo scenarionaturale, che dilata gli oriz-zonti all'intero ramo supe-riore del Lario, al grandio-

so sfondo delle AlpiRetiche e Orobie, in untrionfo di colori accesidalla primavera.

La luce e la quietehanno caratterizzato lo spi-rito dell'incontro, offrendol'occasione di viveremomenti distensivi e rifles-sivi, lontano dal tumultoopaco e frenetico dellacittà, anche se i cellulari deimedici sono sempre rima-sti vigili e l'orecchio attentoa cogliere il richiamo dellavita che lotta.

La luce. Non soloquella meravigliosadel cielo,dell'acqua, delle valli, maanche l'altra, interiore, dellasolidarietà, della disponibi-lità verso chi soffre, dellostar bene insieme agli altritrasmettendo fiducia e spe-ranza.

La quiete. Certo, quelladi un ambiente non ancorasommerso dal frastuonodell'attualità, ma soprattut-to, quella del cuore pacifi-cato dalla coscienza deldovere compiuto, del-

l'umanità militante. Tuttoquesto è, infatti, Prometeo.

E, infine, l'allegria del ritrovo e l'animazione della tavola,alla quale lo chef Balleriniha fornito l'ennesimo sag-gio della sua eccellentecompetenza professionale,preparando un menù cheha riscosso….l'alto gradi-

mento di tutti i commensa-li.

È stata una giornataintensa, indimenticabileper la famiglia Rasella cheha accolto con affetto egratitudine i partecipanti,avendone concretamentesperimentato la generositàprofusa nel lenire la soffe-renza d'altri.

Giuseppe Rasella

Un incontro al Lago

“Una giornata“Una giornatasul Lago” visti da sul Lago” visti da

due angolazionidue angolazionidiverse... diverse...

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Ho impiegato tantotempo (quasi due anni) perdecidere di cambiare postodi lavoro. Quasi due annida quando il dott.Mazzaferro mi propose divenire all'INT di Milano aquando decisi di fare que-sta scelta. Ci conoscevamopoco il dott. Mazzaferro eio, anzi, lui conosceva pocome naturalmente; ma comesuccede, già dai primiincontri si manifesta un"sesto senso", una intui-zione che fa capire che tra2 persone potrebbe esserciun'intesa. Forse è statocosì…

Non ho accettato subi-to la proposta del dott.Mazzaferro perché avreidovuto cambiare città, per-ché la mia famiglia sarebberimasta a Genova e perchéall'Ospedale S. Martinonon stavo poi così male…ea parole, avrei anche avutoqualche vantaggio in termi-ni professionali…

A Genova ho la casa, lafamiglia, le figlie che fre-quentano la scuola.Genovaha una condizione climati-ca migliore di Milano, è piùpiccola e meno problema-tica. Queste erano le rifles-sioni che mi frenavano acambiare città e posto dilavoro.

Riflessioni legittime,forse, tuttavia vivevo unasituazione di non tranquil-lità sul piano professionale.

Ho lavorato all' Ospe-dale S. Martino dal 1986quando mi sono laureato equi sono cresciuto e misono formato. Devo quin-di molto a questo Ospe-dale. Ma come accade sem-pre quando uno diventaadulto tenta di cercare lapropria strada.

Ebbene ho trascorsoalcuni anni da medicoall'Ospedale S. Martino diGenova in cui non riuscivoa fare il medico come avreivoluto e come pensavo cheil paziente volesse che iofossi. Non riuscivo a modi-ficare alcune "regole", afar passare metodologie eprocedure secondo unapproccio scientifico edetico, avrei voluto costruirecose nuove, utili ai cittadi-ni.

La realtà sanitaria della

Liguria e dell'Ospedale SanMartino è molto diversa daquella dell'INT di Milano.

San Martino è unOspedale di 3000 postiletto, inserito in una realtàpiuttosto provinciale diGenova, in una regionepovera e in una popolazio-ne anziana. A questo siaggiunge la presenzadell'Università che come ènoto è un centro di poterenotevole.

Una realtà quindi dif-ficile da modificare e nonsolo in campo medico, siasul piano organizzativo-decisionale, sia sul pianoeconomico regionale.Ho retto male questa situa-zione per 2 anni, poi ladecisione di venire aMilano. A Milano il dott.Mazzaferro mi ha accoltoda amico, oltre che daprofessionista. Mi ha datogrande fiducia da subitocome se mi conoscesse dasempre.

Io ho cercato di ricam-biare la sua fiducia conl'impegno e con lo sforzodi lavorare più e megliopossibile. Si è stabilitoimmediatamente un rap-

Esperienze a confronto:San Martino diGenova, INT di Milano

Esperienze di medico in due

diversi ospedali: San Martino di

Genova, INT di Milano

di Adelmo Antonucci

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porto aperto, onesto, sin-cero tra due professionisticon il rispetto reciprocodelle persone e dei ruoli.Ho trovato un ambienteorganizzato, composto dipersone oneste, affabilie, nei limiti dei rapporti dilavoro, abbastanza corret-to. Milano è una città conuna realtà socio-economicamolto diversa da Genova,dove il lavoro ha un valoreconcettuale diverso daGenova, inserita in unaregione definita come lalocomotiva economica ita-liana.

L'INT è un'istituzio-ne di gran prestigio nellarealtà sanitaria italiana eforse il fiore all'occhiello diun paese nel quale la sanitàè considerata solo un buconero finanziario.

Potrei dire che, purrisentendo dei probleminazionali, possa ancoraessere definita un'oasi neldeserto italiano della sani-tà.

Non a caso in questarealtà è inserito il repartodi Chirurgia Digestiva eTrapianto di Fegato: unreparto che "produce" lamaggiore casistica italianae forse europea di chirurgiaepato-bilio-pancreatica,

è punto di riferimentoitaliano per la patologiaoncologica ed è il Centroche ha dettato al mondo leindicazioni al trapianto difegato per epatocarcino-ma.

Io sono arrivato in que-sto Centro con già un certotraining di chirurgia, maqui ho imparato gli aspettioncologici e l'approccioscientifico rigoroso neces-sario per svolgere questolavoro, per raggiungere irisultati noti a tutto ilmondo e per mantenere ilruolo di punto di riferi-mento nazionale per la chi-rurgia oncologica.

Venire a Milano è stataquindi una esperienzaimportante per la mia pro-fessione che mi sta dandotanto e ritengo che tutti ichirurghi che voglionooccuparsi di chirurgiaoncologica debbano perfe-zionare la loro formazionepresso questo Centro e fartesoro delle competenze edel modo in cui vengonoaffrontate le problematichecliniche e scientifiche chequesto lavoro richiede.

« La Carta diFirenze »

l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milanoha partecipato alla stesura del documento Nel luglio 2004 un

gruppo di persone con-vocate dal Prof.Gianfranco Gensini,Preside della Facoltà diMedicina e Chirurgiadell'Università diFirenze, si è riunito perlavorare intorno al temadi una nuova relazionemedico-paziente. Lepersone che hannopreso parte alla elabora-zione di quella che èstata poi chiamata Cartadi Firenze

Il gruppo di personeè stato coordinato dallaDottoressa FrancaPorciani, giornalistamedico-scientifico delCorriere della Sera esupportato dalla fonda-zione Dei-Onlus (Socie-tà Italiana di Farma-cologia).

L'iniziativa è nata permettere a punto le nuovebasi su cui oggi si devefondare una correttarelazione medico-paziente che renda pos-sibile l'informazione e lacomunicazione sul suostato di salute: non unamera raccolta di firmeper acquisire il consensosu un atto medico, maun colloquio vero, atto avalutare le varie alterna-tive terapeutiche, conl'illustrazione dei pro edei contro e con loscopo preciso di capire ireali desideri del pazien-te. E poiché questi attirichiedono un tempo

non codificabile e spes-so colloqui ripetuti, que-sti devono avere paridignità di tempo di curaalla stessa stregua deltempo che occorre perun atto clinico.

Come viene stigma-tizzato al primo punto,la relazione tra l'operato-re sanitario e il pazientedeve garantire l'autono-mia delle scelte dellapersona.

Il documento è statopresentato ufficialmentein una conferenza stam-pa che si è tenuta il 14aprile 2005 a Firenze, aPalazzo Vecchio, allapresenza dell'Assessorealle Politiche Sanitariedel Comune di FirenzeGraziano Cioni.

Esprimono grandesoddisfazione di farparte degli estensori ditale documento dueresponsabili dell'IstitutoNazionale Tumori diMilano il dr. MarcelloTamburini e la prof.Patrizia Olmi.

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Buongiorno a tutti mi pre-sento, sono Patrizia..(Patriziona!), una dellecoordinatrici di trapianto dell'Istituto Nazionale perlo Studio e la Cura deiTumori di Milano.L'idea di questo articolo miè giunta dopo una piccolariflessione….. "com'e possibile che adistanza di tempo i MIEIpazienti non ricordino più comecomportarsi nel giorno incui ci rincontriamo?" "Semplice" mi son detta "per me è routine quotidia-na per loro un controllofatto una tantum….micapossono sempre ricordare

la nostra prassi…." edallora?

Ed allora ecco qui unpiccolo promemoria daconsultare magari la seraprima del "fatidico" con-trollo!

Linee guida per icontrolli presso il nostro ambulatorio

Al mattino dopo le ore7,30 bisogna recarsi nellasala prelievi, sita al pianoterra, rivolgersi diretta-mente al personale infer-mieristico, senza fare laclassica fila, dove sarannogià pronte le "provette" peril prelievo. NON è neces-saria l'impegnativa medica,

in quanto già preparate dame o dalla mia collegacoordinatrice (Patrizia).

Dopo aver fatto il pre-lievo è necessario: assume-re la terapia con l'immuno-soppressore (ci-closporinao tacrolimus); recarsi al set-timo piano davanti allo stu-dio della coordinatrice,dove nella "cassetta delleimpegnative" ci saranno leimpegnative: una per lavisita delle ore 16.00 pressol'ambulatorio centralestanza E (per tutti);l'altraper gli esami strumentalida eseguire (nel caso dicontrollo oncologico).

Depositare nella "cas-setta delle impegnative"il modulo debitamentecompilato della terapia cheassume (allegato n.1).

Questa modulisticacompilata è indispensabileper i medici e la coordina-trice per confrontare laterapia prescritta e quellarealmente assunta dalpaziente e, se esistonodiscrepanze, valutarne ilperché.

In questo modulo ilpaziente potrà segnalare almedico o alla coordinatrice

Sempre piu’vicini alleesigenze deipazienti

di Patrizia Valentini

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trapianto problematiche,dubbi e richieste di cui hanecessità (es. certificato dipresenza per datore dilavoro, medicazione darifare, variazione medico dibase, variazione domicilio,varie ed eventuali).

Se il paziente non deveeseguire esami strumentalipuò ritenersi libero finoalle ore 16.00.

Se il paziente in sede dicontrollo esegue l'Eco-grafia deve:

Mantenere il digiunofino all'esecuzione dell'esa-me stesso; recarsi diretta-mente presso il CUP, pianoterra, per far "accettare"l'impegnativa; recarsi alpiano -1 (radiologia) pereseguire materialmentel'esame al termine dell'esa-me potrà fare colazione.

Se il paziente deve ese-guire la RMN deve:Mantenere il digiuno findopo l'eseuzione dell'esa-me; recarsi direttamente al

piano - 3, con l'impegnati-va.

Se il paziente in sede dicontrollo deve eseguire laTAC deve: Mantenere ildigiuno fino a dopo l'ese-cuzione dell'esame; aspet-tare, nell'atrio del reparto alsettimo piano, le ore10,30/11,00 per la conse-gna di una copia degliesami ematochimici delmattino, questa insiemeall'impegnativa dovrà esse-re portata al servizio diradiologia sala Tac alpiano -1, dopo l'esamepotrà fare colazione.

Se è prevista anche laradiografia del torace que-sta viene accettata ed ese-guita nella stessa diagnosti-ca dell'esame principale.

Il paziente che per qual-siasi motivo non può pre-sentarsi alla visita nel gior-no prescritto deve preven-tivamente avvisare lacoordinatrice del trapianto,la quale si impegnerà a

spostare l'ap-puntamento inun'altra data.Tale comuni-cazione è indi-spensabile perevitare lavoriinutili (……adesso siete in300 ed è quin-di tutto piùdifficile!)

Spero dav-vero che que-ste piccolenote possanoesservi utili!

Un sorriso Patrizia

P.S. Dimenticavo…. Avolte per causa di forzamaggiore NON è possibi-le espletare la visita delpomeriggio, ma voi capitesiamo un Centro Trapiantoe si sa…. i trapianti non sipossono programmare!

In ogni caso sono con-tattabile dal lunedì al

venerdì (in orario di uffi-cio) al n°02/23902774, sesono assente al mio postovi risponderà una segrete-ria telefonica, lasciate unmessaggio vi richiamerò alpiù presto!

Allegato n°1

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Azalea: bibliotecadigitale inoncologia permalati, familiari e cittadini, un progetto diAlleanza contro il cancro.

A partire dagli anni '80vari fattori di tipo socio-culturale favoriscono,anche in Italia, il nascere diservizi di informazione aipazienti, diversi per tipolo-gia e organizzazione, servi-zi di helpline telefonico(p.es. SOStumori), asso-ciazioni di volontariato e dipazienti e cittadini tra que-sti fattori rivestono parti-colare importanza la diffu-sione dell'informatica, l'av-vento di Internet, l'aumen-to del livello d'istruzionedella popolazione, il pro-gresso scientifico e tecno-logico, l'affermarsi di unreale desiderio di parteci-pazione dei cittadini allescelte riguardanti la propriavita.

In questo "humus cul-turale", il Centro diRiferimento Oncologico diAviano (CRO) realizza, agliinizi del 2003, la "Banca

Dati Oncologica per mala-ti e familiari" su CD ROM:un'interfaccia di ricercasemplice per interrogare inmodo integrato sia a mate-riale informativo sul can-cro di carattere divulgativoche alle associazioni dipazienti e volontari ope-ranti in oncologia, in granparte produttrici del mate-riale stesso. Tale BancaDati - Azalea in nuce -deriva direttamente dall'ar-chivio cartaceo e informa-tizzato della Biblioteca peri Pazienti, (attiva al CRO apartire dal 1998) e si èpotuta realizzare grazie aiproventi del concorsonazionale organizzatodall'Azienda AUSL diBologna "Premio 5 stelle",riconosciuto nel 2002 pertale iniziativa. La proget-tualità del gruppo deibibliotecari biomedicioncologici (BDS) e lanascita di AlleanzaContro il Cancro (ACC),la rete degli Istituti oncolo-gici italiani di ricerca e curaa carattere scientifico(2002) per volontà delMinistro della Salute e deiDirettori Scientifici, fannosì che la Banca DatiOncologica del CROdiventi la pietra d'angolo di"Azalea: biblioteca digitalein oncologia per malati e

familiari".Azalea, è innanzitutto

una banca dati che offreaccesso gratuito ad infor-mazioni di qualità suitumori, disponibili a stam-pa, su supporto elettronicoe su Internet.

I documenti presentisono di carattere divulgati-vo e, per la maggior parte,in lingua italiana; inoltrevengono fornite anche leschede descrittive diAssociazioni di volontaria-to e Istituti di ricerca e curaoperanti in ambito oncolo-gico, e dei servizi offerti<http://www.azalea-web.it/pub/index >

Azalea però non è soloun contenitore digitale chegarantisce un accessounico a una grande quanti-tà di risorse altrimentidisperse e frammentate inmille fonti, ma è di più: èun progetto italiano, colla-borativo multicentrico,supportato da ACC, coor-dinato dagli Istituti CRO diAviano e IRE di Roma, erealizzato e continuamenteaggiornato e validato da unTeam specialistico multidi-sciplinare composto dabibliotecari, informatici,medici, psicologi, volonta-ri, infermieri, pazientiappartenente ai 7 IRCCSoncologici - Milano, INT e

Un importanteprogetto per tutti i cittadini:AZALEA

di Roberto Ricci

www.azaleaweb.it

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IEO, Roma, Bari, Napoli,Genova, Aviano - e nonsolo.

Accessibile sul portaledi Alleanza Contro ilCancro (http://www.e-oncology.it/), già fin dalluglio 2003, sta ora speri-mentando la prima releasedel nuovo software chepermette la catalogazionecondivisa del materiale fratutti i soggetti partecipantial progetto e la possibilità,per pazienti, familiari eoperatori sanitari che lodesiderano, di ottenere l'in-vio del materiale qualoranon sia direttamente scari-cabile.

I punti di forza delprogetto Azalea:

1.Rapporto "virtuoso" fraBiblioteche/Punti diInformazione per ipazienti eAssociazioni di volontariato che rendono disponibile illoro materiale, autorizzanola digitalizzazione del car-taceo qualora non disponi-

bile in formato elettronico,aggiornano i propri dati inAzalea, che a sua volta,offre loro ulteriore visibili-tà a tutto vantaggio deipazienti.

2.Valutazione di qualità del materialesulla base della letteraturainternazionale in materia,si sottopongono a valuta-zione - da parte di Teammultidisciplinari di espertiche agiscono sulla base di"linee guida" e griglie adhoc - tutti i singoli docu-menti avendo individuato 3aspetti - contenuto, formae stile comunicativo. Lasintesi della valutazione èresa disponibile sul webaccanto ad ogni record alloscopo di "educare" pazien-ti e operatori alla letturacritica di tutte le informa-zioni reperite in Internet.

3.Integrazione, in fase di ricerca, fra idue database, quello relativo al materialee quello delle associazioni:uno cerca qualcosa sul can-cro al polmone e trova siail materiale informativo

sulla malattia che le asso-ciazioni che si occupano ditali malati, e le varie sedi inItalia di tali associazioni.

4.Standards nella struttura dei recordsin modo da poter cataloga-re le più diverse tipologiedi materiali - opuscoli, sitiweb, documenti elettronici,linee guida, protocolli …- epermettere all'archivio diessere interoperabile conaltri sistemi oltre a terminiliberi per garantire indiciz-zazione uniforme sia deimateriali che dell'attivitàdelle associazioni e miglio-re ricerca, grazie all'IstitutoSuperiore di Sanità eUMLS, classificazioneNLM con intestazioni tra-dotte in italiano.

5.Catalogazione condivisa del materiale di carattere divulgativo eaggiornamento continuoin tempo reale da parte deidiversi attori del sistemasecondo una ben precisaattribuzione di "livelli d'au-torità": ciò grazie al know-how tecnico e alla capacità

di cooperare e di crearesinergie dei bibliotecari.

6.Formazione e suppor-to dei partnersle collaborazioni al proget-to, possono avvenire a varilivelli, fino alla possibilitàdi accedere ad un'areariservata per l'inserimentoe l'aggiornamento delleinformazioni. A tale scopoi partner di Azalea parteci-pano agli incontri di for-mazione e di supporto chevengono organizzatidurante l'anno nelle diversesedi degli Istituti

7.Interazione continuafra Azalea e i pazienti,tramite la rete (appositomodulo) o attraverso lebiblioteche e i punti diinformazione per i pazienti(superamento del "digitaldivide"): con le lorodomande i pazienti forni-scono uno stimolo a spe-cialisti e associazioni per laproduzione di materiale suaree scoperte, materialeche viene poi reso disponi-bile in Azalea per tutti.

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"Non si riesce adaccettare l'idea che civiltà floride pos-sano essere state distrutte e devastate.

E così è per il rapporto che haicostruito con unpaziente e la suafamiglia su cui lamorte getta calce viva.Non capisco comeogni volta trovo laforza di riallacciareun nuovo rapporto...”

(Un medico che lavora in oncologia)

Lo stress e la tensioneemotiva a cui, tendenzialmen-te, sono sottoposti gli opera-tori che svolgono una profes-sione di aiuto (medici, infer-mieri, psicologi, volontari)

possono, in parte, essere pro-porzionali al grado di disagiofisico e psichico delle personeassistite.

Aspettative eccessive edirrealistiche nei confronti dellavoro, inteso come fonte disoddisfazione del bisogno diautorealizzazione personalein cui il lavoro costituisce lafonte principale di relazioniinterpersonali o rappresental'unica area dell'identità per-sonale dalla quale mutuare ilsenso del proprio valore, pos-sono aumentare il rischio distress e frustrazioni.

Così come grandi ideali siscontrano, prima o poi, con lerisorse personali, la strutturalavorativa, le caratteristichedel paziente e la malattia:

"Ideali"oIl paziente viene prima dituttooAscoltare è importanteoGli aspetti psicosociali dellamalattia sono parte della curaoLa dignità del paziente deveessere rispettataoConta il lavoro di équipeoE' importante occuparsianche della famiglia

"Realtà"oI protocolli hanno la prece-denzaoNon c'è sufficiente tempooNon ci sono sostegni psico-logicioLa privacy è ignorataoLa comunicazione è mini-ma.

oNon c'è ne tempo ne perso-nale per occuparsi del proble-ma

Affrontare il tema delBURN OUT, condizione dilogoramento professionale epsicologico "sentirsi bruciati"definita come sindrome daChristina Maslach nel 1975,significa, quindi, fare i conticon il limite.

Il limite delle risor-se personali:

oEccessiva identificazionecon il pazienteoTendenza all'impulsività ealla negazioneo Bassa autostimao Eccessivo bisogno dell'ap-provazione degli altrio Ambizioneo Aggressivitào Competitivitào Iperattivitào Cronico senso di urgenzao Antagonismo

Il limite della strut-tura lavorativa:o Forte burocratizzazioneo Sovraccarico di lavoro

Il Burn Out degli operatorisanitari: quel difficile equilibrio tra ideali e realtà.

di Laura Gangeri

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rispetto al tempoo Ruoli e mansioni ambiguio Mancato riconoscimentoprofessionaleo Turni lavorativi irregolari edimprevedibilio Assenza di una figura leadero Mancanza di supporto psi-cologico e umanoo Riconoscimento economi-co non adeguato al compito

Il limite legato allecaratteristiche delpaziente:o rabbiao aggressivitào gratitudineo stimao richiesta di relazione

Il limite legato allecaratteristichedella la malattia:oelevata frequenza di decisio-ni di "vita o di morte"oesperienza di dolore comeparte del trattamentoogravi menomazioni comeconseguenza dei trattamentiopatologie che presuppongo-no tecnologie complesseopatologie che implicano unostato di dipendenza deipazienti.

Secondo una lettura psi-cologica, la sindrome delburn out è il risultato di un

processo nel quale lo stato ditensione emozionale cronicosi trasforma in un meccani-smo di difesa e in una strate-gia di risposta a questa stessatensione, con conseguenticomportamenti di distaccoemozionale e di evitamento,accompagnati da alcuni sinto-mi fisici:o stanchezzao bisogno di dormireo mal di testao diarreao inappetenzao nauseao crisi di pianto o crisi di affannoo alterazioni del ritmo circa-dianoo capogiri

e psicologici:o stato di costante tensioneemotivao irritabilitào senso di frustrazione e falli-mentoo demoralizzazioneo disinteresse nella praticamedicao apatiao noiao cinismoo distacco emotivoo spersonalizzazione

Il cambiamento di atteg-giamento verso le persone,

spesso inconsapevole, chesegue a una fase di squilibriotra le risorse personali dispo-nibili e le richieste percepite,con vissuti di ansia, tensione eirritabilità, può portare l'ope-ratore ad adottare un modellolavorativo stereotipato, carat-terizzato da procedure rigidee standardizzate. La scelta diquesto modello, che aiuta aridurre o annulla completa-mente il rischio di coinvolgi-mento e di identificazione,non sembra però essere lasoluzione allo stato di disagioin quanto non agisce sullecause che lo determinano.

Altri elementi sembrano,invece, poter aiutare gli ope-ratori a prevenire il burn out:

"Aspetti organizzativi"o supervisione del lavoro daparte dei superiori (atmosferadi comprensione e sostegno,feedback chiaro sul lavorosvolto, informazioni tecnicheche migliorino la capacitàprofessionale)o favorire il supporto tra i col-leghi (riunioni periodiche perfavorire il senso di apparte-nenza al gruppo, scambio diopinioni e di consigli pratici,migliorare la comunicazionetra i colleghi)o gerarchia chiara e una lea-

dership efficaceo privilegiare orari regolari ecompiti chiaramente definitio ruotare il personale in unitàmeno stressantio fornire possibilità di aggior-namento, formazione perma-nente e attività di ricerca

"Aspetti individuali"o delineare obiettivi realisticie priorità nel proprio lavoroo individuare i limiti alle pro-prie aspettative professionali o lavorare nel gruppo o stabilire un limite alla pro-pria disponibilità fisica edemotiva o condividere nel gruppo imomenti stressanti del pro-prio lavoroo essere consapevoli dell'ine-vitabilità dello stress (situazio-ni particolari) per imparare agestirloo riconoscere i sintomi fisici epsichici dello stress lavorativo

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Per parlare del NIT, NorthItalian Transplant occorre spiega-re perché sia nata l'associazione, ecome si sia sviluppato il lavoronegli ultimi trenta anni.

Il trapianto nacque in Italianel 1970 ad opera di tre scuolechirurgiche, a Roma Milano eVerona.

Già dal 1973 la RegioneLombardia identificò con unalegge regionale il centro di riferi-mento della Lombardia nelCentro Trasfusionale e diImmunologia dei Trapiantidell'Ospedale Maggiore diMilano, che aveva sviluppato unacompetenza nell'ambito dell'im-munologia, il quale non disponen-do di propri pazienti, poteva con-siderarsi in grado di operare scelteobbiettive, poiché entità al di sopradelle parti.

L'attività dei trapianti si svi-luppò lentamente nel Paese su baselocale, con alcuni inconvenienti chedivennero però presto macroscopi-ci:

1)i pazienti si iscrivevano apiù liste di attesa

2)i criteri di assegnazionedegli organi erano differenti

3)chi allogava gli organi, eralo stesso che li prelevava e li tra-piantava, e si poneva quindi nelladuplice funzione di controlloreed operatore;

4)i pazienti più difficili ( gliurgenti, gli iperimmunizzati, e ibambini piccoli), risultavano pra-ticamente intrapiantabili per lapiccola dimensione del pool diorgani disponibili.

Per superare questi inconve-nienti, guardando anche all'espe-

rienza di altri paesi, nel 1974 iprofessori Malan, Confortini eSirchia diedero vita ad un pro-gramma di collaborazione traLombardia e Veneto.

Nel 1976 fu formalizzatal'associazione di operatori del pre-lievo e del trapianto di organi cheprese il nome di Nord ItaliaTransplant (NITp), alla qualefece seguito ben presto una serie diatti regionali che diedero al NITpuna veste istituzionale. Sempre nel1976 fu anche formalizzata laconvenzione tra la Regione Venetoe l'Ospedale Maggiore Policlinicodi Milano per l'utilizzo delCentro Trasfusionale e diImmunologia dei Trapianti, chedivenne pertanto il primo CentroInterregionale di Riferimento(CIR) italiano e, come tale, rico-nosciuto dal Ministero dellaSanità. Successivamente vennerole convenzioni con la ProvinciaAutonoma di Trento (1978), conil Friuli-Venezia Giulia (1979),la Liguria (1985) ed infine con leMarche (1989).

Attualmente il NITp serveun'area dove risiedono almeno 18milioni di abitanti.

Esso accentra nel CIR leseguenti funzioni:-gestione delle liste d'attesa per ivari organi, -tipizzazione del donatore e provedi compatibilità, -allogazione degli organi, -coordinamento dei trasporti, -raccolta dei dati del donatore edel paziente prima e dopo il tra-pianto.

Le procedure sono verificateperiodicamente con gli operatori, e

di ogni atto è dato puntuale reso-conto nelle sedi istituzionali prepo-ste, nonché all'assemblea delNITp, a garanzia di equità e tra-sparenza.

La crescente attività di prelie-vo e di trapianto, e la qualità deirisultati ottenuti, sono il fruttodella collaborazione fattiva di tuttele Unità Operative che hannosaputo condividere le proprie espe-rienze, e si sono adoperate peridentificare le strategie per miglio-rarne l'attività.

Va anche sottolineata la dif-fusione di nuove tecniche di tra-pianto, quali lo split-liver, il tra-pianto di doppio rene, e quello diisole pancreatiche, nonché la crea-zione di un programma sinergicoper la coltura di epatociti in vitro.

Grande impegno à stato postoanche nella formazione del perso-nale e nella verifica della qualità,cose che hanno portato alla stesuradi linee guida universali, e di altromateriale didattico e informativo.

Nel NITp, dal 1998, operainoltre un Comitato Scientifico cheha promosso alcuni studi collabo-rativi su problemi di particolareinteresse per il futuro della tra-piantologia. In alcuni casi, glistudi intrapresi hanno già portatoa risultati rilevanti, com'è dimo-strato dai tanti lavori scientificipubblicati sulle più importantiriviste nazionali e internazionali.

Come funziona il NIT?Bisogna distinguere innan-

zi tutto le due funzioni dell'as-sociazione:-la promozione della cultura

del trapianto e la - funzione operativa di coordi-namento regionale.

Per Nit generalmente siintende il Centro Regionale diriferimento che assolve tutte lefunzioni previste e regolatedalla legge 91.99.

Questa legge definisce un'organizzazione che era giàstata come tale ideata, ma chetrova qui la sua connotazione:distingue il prelievo dal tra-pianto, e l'assegnazione degliorgani, come momento di col-legamento di queste due attivi-tà. Il compito è di naturaimmunologica e organizzativa:si determinano i criteri di asse-gnazione e di applicazione deiprotocolli, la gestione e la sor-veglianza, nonché la raccoltadei dati. Al centro di coordina-mento lavorano circa trentapersone.

La domanda che spessoci viene rivolta è in chemodo vengano assegnatigli organi da trapiantare:può spiegare ai nostri let-tori a grandi linee, qualisono i criteri adottati ?

Sono due serie di parame-tri: uno è clinico, l'altro immu-nologico. I parametri di tipoclinico sono decisi in accordocon i medici, e per i diversiorgani ci sono specifici criteri:per alcuni organi il criterio pre-valente è quello dell'urgenzaclinica. Nel caso del rene entra-no in gioco anche fattoriorientati alla tutela della vitadel paziente, oltre che relativialla immunogenetica e isto-compatibilità.

Nel caso del trapianto difegato i criteri di tipo clinicodevono invece anche prevede-re l'aggiornamento costante.

Intervista a MarioScalamogna Presidente del NIT (North Italian Transplant)

di Francesca Riontino

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Nel caso del fegato difattigli organi vengono assegnatidal CIR ai Centri di Trapiantosecondo un criterio di area o dirotazione: questi scelgono ilpaziente da trapiantare in basealla compatibilità, ed alla prio-rità data dalle condizioni clini-che dei candidati. All'internodei singoli Centri una riunionecollegiale composta da chirur-ghi, epatologi ed anestesistirivede periodicamente la listadei pazienti per stabilirne lepriorità. Il CIR controlla inol-tre che l'organo venga assegna-to ad un paziente di gruppoAB0 compatibile, e che non visia una elevata discrepanza dietà fra donatore e ricevente.

I Centri di Trapiantosegnalano al CIR i casi dipazienti in cui sia necessario untrapianto urgente, ( con la pos-sibilità di estendere la richiestadi un organo anche alle altreOrganizzazioni di Trapianto inItalia o all'estero ), cui vengaassegnato prioritariamente unfegato in caso di donatoredisponibile.

Sul piano etico poi il pro-blema dell'assegnazione degliorgani - cioè della decisione diquale tra i pazienti in lista diattesa abbia per primo dirittoad essere trapiantato, una voltache ci sia l'organo disponibile -è, come abbiamo detto, unadelle questioni più delicate eattuali.

È necessario infatti salva-guardare prima di tutto la tra-sparenza dell'assegnazionedegli organi: anche a distanzadi anni i criteri che hanno fattodecidere per l'uno o per l'altromalato debbono essere chiari eriproducibili. Deve esserci uni-formità ed univocità, inoltre,tra le varie procedure utilizzate.

L'allogazione degli organi,infine, deve soddisfare il crite-

rio dell'equità , cioè non deveoperare discriminazioni di nes-sun tipo tra le diverse categoriedi pazienti in lista di attesa.

Per quanto riguarda ilNITp, i criteri di assegnazioneusati vengono stabiliti dicomune accordo dai chirurghie dagli operatori sanitari checollaborano al trapianto, esono periodicamente aggior-nati alla luce delle nuove cono-scenze scientifiche.

Un risultato di grandeimportanza e di assoluto rilie-vo sul piano internazionale èstato raggiunto nel 1997, quan-do il Centro Interregionale diRiferimento di Milano hamesso a punto un modellocomputerizzato di assegnazio-ne dei reni da trapiantare.Questo modello, applicato atutti i trapianti renali avvenutinell'area NITp, ha dimostratodi essere non solo 'trasparente'ed 'equo', ma anche di saperincrementare la frequenza deltrapianto di reni per le catego-rie di pazienti più svantaggiate,quelle cioè dei malati in lista diattesa che, a causa delle lorocaratteristiche immunologiche,hanno minori speranze di tro-vare un organo 'compatibile'.

Come è organizzato inItalia il trapianto?

Attualmente in Italia l'or-ganizzazione del trapianto sibasa su tre programmi multire-gionali: ognuno di loro, peròha una propria ha veste giuridi-ca e propri criteri di inserimen-to in lista di attesa e di destina-zione degli organi disponibili:criteri che non sono uniformi.

La recente Legge 91 del-l'aprile 1999 ("Disposizioni inmateria di prelievi e di trapian-ti di organi e tessuti") ha dise-

gnato un nuovo assetto orga-nizzativo degli interventi diprelievo e di trapianto a livelloregionale, polverizzando anzi-chè riunire i vari programmi. Èstato istituito anche un CentroNazionale Trapianti con sedepresso l'Istituto Superiore diSanità al quale è stato affidatoil compito di controllare l'atti-vità di prelievo e trapianto, distendere le linee-guida, e diformulare le raccomandazionioperative. Ed ecco una brevedescrizione delle organizzazio-ni italiane che operano nelcampo dei trapianti. Le treorganizzazioni Italianesono :a ) Nord Italia Transplant(NITp)Serve un'area di poco più di 18milioni di abitanti in 5 regioni,Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria,Marche e nella provincia auto-noma di Trento. Ha un unicoCentro Interregionale diRiferimento (Policlinico diMilano) che gestisce le listed'attesa, riceve le segnalazionidei potenziali donatori, eseguele indagini immunologichepre-trapianto e assegna gliorgani da trapiantare. Il 50%circa degli interventi di trapian-to della penisola vengonoeffettuati attualmente all'inter-no del Nord Italia Transplant.Al NIT inviano organi una set-tantina di ospedali, e vi sono16 ospedali che eseguono i tra-pianti: i Centri di Trapiantosono 41.b)Associazione Interregio-nale Trapianti (AIRT)

È un programma di colla-borazione tra Piemonte, Valled'Aosta, Emilia Romagna,Toscana, Puglia e provinciaautonoma di Bolzano. Copreun'area di 16,5 milioni di abi-tanti e prevede 4 Centri di

Riferimento (Torino, Bologna,Firenze e Bari), che si alterna-no nella gestione delle urgenze.Le liste d'attesa sono regionali,anche le indagini immunologi-che e l'allogazione degli organisono eseguite a cura dei CentriRegionali.c) Organizzazione Centro-Sud Trapianti (OCST)

È al servizio delle regionicentro-meridionali, dellaSardegna e della Sicilia. Per untotale di quasi 23 milioni di abi-tanti. Ha un CentroInterregionale di Riferimento aRoma che, come nell'AIRT,gestisce il programma delleurgenze. I Centri Regionali diRiferimento sono numerosi.Anche in questo caso la gestio-ne delle liste d'attesa è regiona-le, i criteri di allogazione degliorgani sono diversi e le indagi-ni immunologiche non sonocentralizzate.

Essendo l’argomen-to particolarmenteimportante e di carat-tere altamente speci-fico, ho ritenuto op-portuno dividere l’in-tervista in duemomenti . Vi rimando alla pros-sima pubblicazioneper approfondire gliargomenti inerenti a:

Come funziona ilprelievo degli orga-ni?Qual è attualmentela situazione deitrapianti pediatri-ci?Alcune riflessionida comunicare ainostri lettori

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Ad un amico frater-no, che mi ha donatoparte di sé per farmicontinuare a vivere ...e ad amare e a tutte le per-sone che non mi hanno mailasciato solo in un momen-to così particolare della miavita.

Mi chiamo Claudio ho48 anni e un anno fa circa lamia vita ha avuto una svoltaimprovvisa e inaspettata.Dopo vari esami clinici edaccertamenti, mi è stato dia-gnosticato un epatocarcino-ma di dimensioni severe, equindi unica soluzione pos-sibile per me era il trapiantodi fegato. L'incredulità nelsentire questa diagnosi èstata indescrivibile, ancheperché stavo bene, e ho fattofatica a credere che tuttoquesto stava succedendo ame. Ho provato un insiemedi sensazioni di paure, attuti-te però dalla consapevolezzache ero nel posto giusto coni migliori medici specialisti inquesto tipo di malattie. Ildott. Mazzaferro e la sua

equipe, mi hanno dato unagrande fiducia e la speranzache quella montagna cheimprovvisamente vedevodavanti a me, avrei potutoscalarla. Adesso a cinquemesi dal trapianto, nonposso ancora dire di esserearrivato in cima a quellamontagna, ma vederla perme è come averla raggiunta.La mia vita ha avuto un'altravirata, questa volta privata,tutto grazie al Buon Dio, allastraordinaria professionalitàdel dott. Mazzaferro e la suaequipe che non ringrazieròmai abbastanza per avermiaiutato ad uscire dal tunnelnel quale mi sono trovatoimprovvisamente.

Un enorme grazie almeraviglioso personale in-fermieristico, all'Associa-zione Prometeo che ha sem-pre confortato me e la miafamiglia. Grazie, Vi portonel mio cuore. Per sempre.

Claudio Manganoni.

Dopo anni di cureper l'epatite B, in unaecografia di routineviene rilevata la presenza di 3 noduli al fegato,che richiedevano un ulterio-re controllo con una TAC.L'esame viene eseguito e ladiagnosi mi raggela: epato-carcinoma.

L'infettivologo da cui erogià in cura mi indirizza allaClinica di malattie infettive di

un importante ospedale dellaLombardia. Qui trovo spe-cialisti molto umani e vicinial paziente, ma dimostranomolta titubanza sul tratta-mento a cui avrei dovutosottopormi per estirpare inoduli: 2 di essi sono piccolie facilmente raggiungibiliquindi si possono "bruciare"con facilità anche ambulato-riamente (!?!) il terzo però ègrosso, più nascosto, posi-zionato nel fegato in unmodo che rende difficoltosoil suo trattamento.

Pensano quindi di taglia-re l'addome per raggiungerloe quindi trattarlo.

Questa soluzione mi hamolto preoccupato perchéso che un taglio addominale,per gli strascichi che ne con-seguono quali aderenze,cicatrici, può precludere, oquanto meno, rendere diffi-coltoso un eventuale trapian-to di fegato.

Alle mie rimostranze, misi suggerisce di rivolgermi aun grande specialista di tra-pianti (mi indicano nome ecognome e l'ospedale pressocui lavora) per fargli valutareil mio caso e le conseguenzedi un anche lieve taglioaddominale su un eventualetrapianto di fegato. Mi sco-raggio ancora di più: da unospedale all'altro, da unospecialista all'atro e ancoranon vedevo una luce, unasperanza per il mio fegatomalandato.

Decido quindi di farmivisitare dagli specialistidell'Istituto Tumori diMilano.

Il giorno fissato siamoarrivati io e mia moglie ango-sciati e pieni di preoccupa-zione . Ma la dott.sa Coppadopo avere visionato tutti gliesami che avevamo portato,ci ha spiegato con estremachiarezza e professionalitàl'iter che l'equipe del dott.Mazzaferro avrebbe seguitoper trattare i miei noduli,infondendoci nello stessotempo fiducia e speranza inun esito positivo.

Abbiamo quindi chiestoil ricovero all'I.N.T.

Sono stato seguito dauna equipe di medici compe-tenti, preparati professional-mente e nel contempo nonprivo di umanità e di empa-tie verso l'ammalato.

L'intervento in radio fre-quenza è riuscito ottima-mente e non è stato necessa-rio eseguire alcun taglioaddominale.

So che dovrò continuarea eseguire controlli periodicie anche eventuali altri tratta-menti: ma sono convito diessere in buone mani conl'equipe del dott. Mazzaferroe che volta per volta seguiràla via giusta per curare la miapatologia.

Ringrazio tutti i medicidella Chirurgia dell'ApparatoDigerente per la dedizioneche profondono nel lorolavoro, per la cortese profes-sionalità verso i malati, per ipiccoli "miracoli" quotidianiche ogni giorno compiononella lotta contro un nemicoinsidioso e cattivo come ilcancro.

PersonePersoneche che si si raccontanoraccontano

Testimonianze

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Nato a Foligno da genitoripugliesi ma cresciuto pratica-mente a Milano, pronuncia lesue prime parole (radiofoni-che…) nella primavera del '76nella classica piccola radio loca-le. Dopo due o tre passaggi inemittenti via via più titolatenell'84 arriva a Radio Deejaye dopo pochi mesi debutta suDeejay Television, la fortunatatrasmissione di Italia Uno.

Nel '91 nasce Deejay ChiamaItalia, programma radiofonicoche negli anni è diventato ilcentro del mondo di Linus.Con la fine del '94 diventa ildirettore artistico di RadioDeejay

Dalla complicità tra Linus e isuoi ascoltatori nasce nel '96 illibro “Linus Chiama Italia”,edito da Sperling & Kupfer.Dalla partnership tra RadioDeejay e Musica! nasce inveceil PIM (Premio Italiano dellaMusica), andrà in onda persette anni su Italia Uno . Trail '97 e il '98 conduce insiemeal fratello Albertino VolevoSalutare, un contenitore musi-cale in onda la domenica pome-riggio su Italia Uno.Il '98 è anche l'anno dell'in-gresso di Nicola Savino inDeejay Chiama Italia, unsodalizio più che mai attuale.Nel 2001 l'unica esperienzaautorale "per conto terzi",

Linus è autore del programmadi Celentano 125 milioni diCazz…te.

Nel febbraio 2002 è protago-nista di un'operazione tantofortunata quanto originale, conil progetto Accetta il Consiglio,un monologo cinematograficotrasposto in musica. Il 16marzo 2004 esce E qualcosarimane, 26 canzoni che diven-tano altrettanti racconti.Sempre nel 2004 con gliEuropei di calcio ritorna intelevisione con il programma(di cui è anche autore) NottiEuropee: I Figli di Eupalla inonda su RAI 2 in secondaserata per tutta la durata deltorneo.

L'ultimo progetto è il filmNatale a casa Deejay (dicem-bre 2004) di cui Linus e`stato ideatore, sceneggiatore eprotagonista. Esce direttamentein DVD in edicola e in pochigiorni vengono vendute200.000 copie.

Il successo è tale che durante levacanze di Natale il film vienetrasmesso anche su Canale 5.Attualmente Linus e` in ondasu Radio Deejay con DeejayChiama Italia con NicolaSavino e Cordialmente conElio e le Storie Tese.

I mezzi di comunicazione ed ilsociale: quale impatto ha la radiorispetto alla televi-sione con il mondodella solidarietàLa radio in generale, al di làdello specifico argomento,ha sicuramente più efficacia;nel senso che molto spessola televisione viene vista, manon sentita.

E' uno strumento che tuaccendi come riflesso condi-zionato, ma molto spessonon gli dai neanche atten-zione. La radio, invece, arri-va molto di più, quasi sem-pre chi ascolta la radio lo facon un rapporto di uno auno, cioè da solo con laradio di fianco in macchina,in bicicletta, in ufficio o conil computer e quindi di soli-to le cose che vengono detteper radio arrivano in manie-ra più efficace.

E' evidente che, se permodo di dire anche una cosaha una certa profondità,probabilmente dirla perradio è sentita di più. Diciamo il rovescio dellamedaglia: la televisione hasicuramente più contatti, hasicuramente una presenzapiù simbolica e significativa,però in quanto a efficaciadel messaggio credo che laradio sia sicuramente supe-riore.

Intervista a LINUS.Un artista fra i più “amati” tra i giovani, e non solo...

L’ultimo libro diLinus

Metti una di quellesere, a festa ormai finita,in cui ci si ritrova in mac-china, sotto casa, a chiac-chierare con un amico.L'autoradio tenuta acce-sa, ma bassa. Le parolesciolte, senza filtro né ver-gogna.

Linus propone ungioco, ma si capisce subitoche è solo un pretesto per-ché ha voglia di parlare disé: abbinare una canzonea ciascun anno della suavita, fare una play list deimomenti più belli. Girlfrom Ipanema, Mes-sagein a Bottle, Pezzi divetro: il deejay più famosod'Italia si lascia trascina-re e ritorna all'infanzia eai suoi esordi professiona-li.

"E qualcosa rimane"ha il sapore genuino diquelle compilation maste-rizzate che si regalano agliamici più intimi per condi-videre gusti ed emozioni.

di Chiara ColomboEleonora Castro

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Nel programma chela vede protagonistasu radio dee jay"Dee jay chiamaItalia" ha avuto l'oc-casione di affrontaretemi legati alla soli-darietàNon solo nel mio program-ma, ma in generale con tuttala radio, anche se è un argo-mento molto complicato daaffrontare poiché ormaisono talmente tante le ope-razioni, le associazioni imomenti di bisogno, che sifa veramente fatica ad avereun atteggiamento democra-tico. A volte è quasi più faci-le dire di no a tutti, che diredi si a tutti, anche perché ilnostro primo compito èquello di intrattenere.

Noi siamo una radio abba-stanza leggera, se diventia-mo troppo seri probabil-mente non siamo più effica-ci sotto ogni punto di vista.Comunque negli anni abbia-mo fatto molte operazioni.Qualche anno fa, addirittu-ra, abbiamo fatto una rac-colta fondi che è durata perdiversi anni: facevamo unasettimana all'anno per laricerca fondi contro l'AIDS.Negli anni in cui l'emergen-za AIDS era particolarmen-te sentita ed era una malattiaparticolarmente in targetanche con il nostro pubblicoperché è un pubblico di gio-

vani. E' durato cinque o seianni. Poi abbiamo smesso difarlo perché la sensazioneera che fosse un po' finital'onda emotiva e purtroppo

anche questo è un moduloimportante.

I personaggi famosipossono spesso rappresentare unmodello.Considerazione supersonaggi televisivie radiofonici chediventano portavocedel sociale.Io cerco di dare la mia dispo-nibilità ogni volta che posso, leoccasioni sono molto diffe-renti tra di loro. Ci sono quel-li che organizzano un'asta online per raccogliere fondi e tichiedono l'oggetto da metterein vendita ed io l'ho fatto inmolte occasioni, con moltoentusiasmo.

Peraltro a me non costa nes-suna fatica se non metterci lamia faccia, una cosa che miappartiene, ed ogni tantoricordare che esiste quest'asta.Anzi è quasi poi fonte diorgoglio vedere che il tuopezzo viene battuto ad unacifra più alta rispetto ad altri;scatta un pò di vanità stupida,ma in questo caso particolar-mente utile. Ci sono frangentiin cui magari mi viene quasipaura di essere fuori luogo.

Per esempio l'Ospedale Buzzi:conosco un po' di medici checi lavorano, avendo due bam-bini lo bazzico ogni tanto (perfortuna per cose leggere), mi

hanno chiesto quest'anno difare da testimonial per unaloro iniziativa.

Lo scorso anno avevo rifiuta-

to di farlo, ma non perché nonvolessi farlo, perché mi sem-brava di essere un po' fuoriluogo é nel senso che io sonoconsapevole di avere unapopolarità altissima fino aduna certa fascia di età, e bas-sissima in tutto il resto dei tar-get. La cosa peggiore chepossa capitare ad un perso-naggio pubblico è essere pre-sentato come un qualcosa diimportante e sentirsi dire "chiè", perché è un po' imbaraz-zante per tutti. Per questaparanoia mi ero un attimodefilato, poi quest'anno me lohanno richiesto; gli ho chiestose erano veramente convinti equindi il 21 di maggio andròa questa giornata che lorofanno. Ho dato la mia dispo-nibilità appunto ad utilizzar-mi. C'è un aspetto poi deltestimonial famoso, che èquello più delicato di tutti, cheè quello retorico invece dalquale io cerco sempre di scap-pare: la parte del fratello mag-giore che deve dare dei consi-gli su come ci si deve compor-tare.

Ogni tanto arriva qualcuno: "tu che sei un personaggioamato dai giovani, aiutaci inquesta campagna contro ladroga o contro le stragi delsabato sera". Io in un paio dioccasioni ho accettato, moltianni fa; poi ho capito che erasbagliato perché l'ultima cosache i ragazzi vogliono è sentir-si dire cosa devono fare. Eallora preferisco agire attraver-so il buon esempio che nonattraverso i consigli.

Come si rapportasapendo di essereper i giovani un"OPINION LEADER" (una sta-tistica redatta nel2004 la vede ilnumero uno tra lepersone più ascolta-te dai giovani).Con la consapevolezza che

deriva dall'esperienza ediciamo pure dalla maturità.Io sono consapevole che,innanzi tutto, il termine"giovane" sia un terminequanto mai vario, addiritturaa volte ho la follia di ritener-mi in parte ancora nellacategoria dei giovani perchése non altro uno degli aspet-ti positivi della nostra epocaè che il concetto di giovanesi è un po' allargato.

Non è solo più un dato ana-grafico, ma di stili di vita. Epoi, appunto, ho 47 anni enon posso non avere lamaturità per capire comedevo relazionarmi con loro.Preferisco gestire la radio, ilmio programma, le personeche lavorano con me, con laconsapevolezza dellaresponsabilità. Noi sappia-mo di essere un esempio equindi cerchiamo di evitaremagari inni a certi atteggia-menti che sarebbero forsemolto facili perché nell'ico-nografia classica il dj è unpersonaggio tutto sesso,droga e rock and roll. Ci puòanche stare, però quandoraggiungi certi livelli dipopolarità in cambio secon-do me devi dare qualchecosa, devi dare un esempiodiverso.

Io credo comunque che ci sipossa divertire sotto ognipunto di vista, ma senza var-care certi confini. Ma lì stapoi proprio nell'intelligenzadel singolo. Quello su cui mibatto di più nei confronti dichi mi ascolta e di chi mi staintorno, non è moralismo,ma l'invito a far funzionareil cervello, a non avere unavisione superficiale dellecose, ad esser curiosi e cer-care di approfondirsi peravere sempre molta autono-mia, a non prendersi tropposul serio.

L'invito che rivolgo a tutti

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LINUS

quelli che lavorano con me èproprio questo, cioè il nonporsi su di un piano elevato.Faccio anche un po' di tele-visione, faccio molte altrecose oltre la radio, peròquando incontro quelli chemi ascoltano per radio, lacosa gratificante è che mitrattano come uno di fami-glia, come un loro amico,perché questo rapportomolto diretto che è bello perloro, lo è anche per me per-ché mi permette di averecomunque una vita normalecon solo qualche gratifica-zione legata magari all'esserericonosciuto. Quindi secon-do me ci si deve mantenere,diciamo, con uno stile di vitanormale; poi uno magari sipuò togliere lo sfizio, perchéprobabilmente sei fortunatoed hai un privilegio in piùdegli altri. Ma io non credoche avere una macchina piùbella, comunque, voglia direavere una vita diversa, la vitala puoi avere normale cometutti.

Ci lascia un pensiero o le"parole sciolte diuna canzone"(comele chiama lei nel suolibro) che le sonostate utili a superaremomenti difficili dasuggerire ai nostriamici/pazienti È difficile trovare una formu-la. Per esempio io negli ultimi

anni ho maturato un'altra pas-sione oltre a quella della musi-ca o quella della radio o dellacomunicazione in generale,che è quella della corsa. Chimi conosce mi prende ancheun po' in giro perché al cosaha assunto ormai livelli quasifantozziani. Io corro, faccio lemaratone, ed oltre a me tra-scino anche tutti i miei mici.

Io nella corsa ho trovato tan-tissime energie, ad esempiotra le cose che mi ripeto c'èche non ho diritto di lamen-tarmi quando faccio faticaperché io sono fortunato,perché lo posso fare. Ed èuna cosa che ho sempre benpresente questa. E mi tornasempre in mente ogni voltache leggo qualcosa o chesento qualcosa di qualcunoparticolarmente sfortunato.

E un'altra cosa è che la corsaè solo contro me stesso. Cioèla vita è una lunga corsa in cuibisogna arrivarci da soli equindi bisogna trovare dentrodi noi le energie per combat-tere magari conto i momentidifficili. Ogni tanto ho scam-bi epistolari, per esempio latecnologia ha moltiplicatoall'infinito in maniera espo-nenziale la possibilità diaccesso che ha il pubblico neiconfronti di chi fa un lavorocome il mio. Fino a dieci annifa tu facevi il tuo programmao il tuo disco ed il pubblicoera un'identità astratta al mas-

simo ti poteva telefonare, maintanto era sempre occupatoo al massimo te ne passavanodieci.

Da quando esistono le e-maile gli sms ormai c'è una possi-bilità di accesso infinita, quin-di io attraverso specialmentele e-mail, che hanno un po'più di spessore rispetto aglisms che sono più corti pernatura, ho uno scambio epi-stolare con ragazzi che stannovivendo dei momenti un po'difficili, magari per una malat-tia. E per me è molto bellosapere di potere dare qualchecosa, anzi devo dire che miimbarazza un pochino. Lacosa che gli chiedo continua-mente è: "ma che cosa possofare, io sono soltanto uno chefa la radio". Regalo magari 10minuti di buon umore, manon è niente di più.

Invece credo che da parte dimolti ci sia proprio la voglia diun appiglio a cui attaccarsi,che a volte è migliore quandoè fuori dal proprio nucleofamigliare, dal proprio giro diamici perchè è un po' l'effettoconfessore. Ti apri di più conqualcuno che non conosci. Hai meno paura probabil-mente anche del giudizio, seiun foglio bianco, io non ticonosco, non so nemmenoche faccia hai. Però ogni tanto micapita…..adesso, per esem-pio, c'è un ragazzo con cui ho

uno scambio di e-mal da circaun anno, è malato di leuce-mia. L'ho visto un paio divolte ed è uno anche un po'lagnoso, sotto certi punti divista.

Ogni volta che mi scrive inmaniera troppo reverente, iogli rispondo in maniera seccae sgarbata, non voglio esseretrattato come se fossi unprete. Poi al tempo stesso perun mese non mi ha scritto,ero preoccupato. Quando miha scritto la settimana scorsagli ho risposto che un po' miaveva preoccupato il fatto dinon averlo sentito; però lagente ha bisogno di sfogarsi,di parlare, di essere ascoltato.è curioso appunto che lagente magari cerchi al di fuoridella cerchia di amici qualcu-no a cui attaccarsi.

Qui finisce l’intervista conLinus: Sia io che Chiaraavremmo voluto chiederemolte piu cose, ma il tempoa nostra disposizione pur-troppo era scaduto. Linusche molto gentilmente ci haaccolto presso gli “Studi diRadio Dee-Jay” ci salutastringendoci fortemente lamano. Ci lasciamo con unapromessa, rivederci a set-tembre per raccontarci deiprogetti futuri di Prometeo.Aspettiamo fiduciose questonuovo momento

LINUS

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Non storcete il naso.Lo sanno tutti che cisono città più belle diMilano, che ha fama di esseregrigia e assediata daltraffico e dalla fretta. Ma Milano ha moltopiù di quanto si pensida offrire per cui perchi è di passaggio aMilano ecco qualcheconsiglio.

MUOVERSISe siete arrivati a Milano

in macchina, parcheggiateappena potete e prendete lametropolitana in quanto ivigili (o "ghisa" in milanese)sono piuttosto spietati sottola Madonnina. Se proprionon potate fare a meno dellequattro ruote, parcheggiatein uno dei tanti parcheggiautorizzati dal Comune. Vicosterà circa 1-2 euro all'orama vi eviterà una multa.

La metropolitana diMilano (che tutti chiamano"la metro" oppure "ilmetrò") è piuttosto efficien-te. Possiede tre linee che col-legano tutti i punti nevralgicidella città e raggiungonoanche le zone più periferi-che. Il biglietto vale settanta-cinque minuti e consente diviaggiare anche su tram eautobus. Si compra pressoedicole, tabaccai o ai distri-butori automatici delle sta-zioni. Per chi si ferma in cittàqualche giorno, esistonobiglietti turistici che si acqui-stano presso le edicole delle

stazioni in metropolitana.Anche la rete di tram e auto-bus è ben distribuita manaturalmente per i tempi dipercorrenza bisogna fare iconti con le condizioni deltraffico. Infine, ci sono i taxidi colore bianco che dovetechiamare per telefono (02-8585, 02-4040 o 02-6969)perché a differenza di quelloche avviene in altre città èpiuttosto improbabile cheun taxi si fermi a un'alzata dimano.

DORMIREDormire a Milano non è

cosa semplice in quantooffre per lo più alberghi carie poco "accoglienti" piùadatti a uomini d'affari che apersone che si trovano aMilano di passaggio per turi-smo, motivi di salute o altremotivazioni. L'ideale è poterchiedere ospitalità a unamico ma se non l'avete,ecco una selezione di alber-ghi confortevoli, molti deiquali vicini all'IstitutoTumori di Milano.

Hotel Aspromonte(piazza Aspromonte 12 - tel

02 2361119): piccolo mabello, gestito da proprietarigiovani, piacevolmenteammobiliato; offre ognicomodità e ha prezzi ragio-nevoli. Si trova vicino allemetropolitane MM1 e MM2ed è vicino al centro diMilano.

Hotel Adler (via G.Ricordi 10 - tel 0229529893): è un'oasi di pacedove si può pernottare incamere confortevoli conbagno,TV satellitare e telefo-no. Colazione in verandacon vista su un grazioso giar-dino. Ideale la posizione: asoli 50 metri dalla stazionemetropolitana MM1 e MM2di Loreto, da dove in 5 minu-ti si può raggiungere il centrodi Milano, P.zza del Duomoe la Stazione Centrale.

Hotel Città Studi (viaSaldini 24- tel 02 744666):l'hotel, grazie alla sua ubica-zione, è in grado di offrire aipropri ospiti la massimatranquillità, unitamente adun servizio che si contraddi-stingue per cortesia e profes-sionalità. Offre ai suoi clientiun garage custodito esterno,convenzionato, situato apochi metri dall'Hotel.Accetta cani di taglia piccolae gatti.

Hotel Gran Sasso (viaFilippo Lippi 28 - tel 02

2666209): gestito da giovanie dinamici proprietari, haun'accoglienza una calda euna cordiale atmosfera fami-liare. Le camere sono benarredate con servizi privaticompleti e dotate di ogniconfort. I prezzi (con cola-zione) sono davvero buoniper Milano. La posizionedell'hotel è adiacente al cen-tro di Milano, a corsoBuenos Aires e alPolitecnico (città Studi).

Town House (viaGoldoni 31- tel 02 7015600):ha lo charme di un hotel-casa, arredato con pezzi rac-colti qua e là per il mondo(ma soprattutto nei Paesi delMaghreb) e la sala colazionifatta da un lungo tavolonedove socializzare con il vici-no di camera (se è carino). Iprezzi non sono proprio daostello, ma il bar è un mustdella notte milanese.

Hotel Baviera (viaPanfilo Castaldi 7 - tel 026590551): si trova in zonaRepubblica, ha un eleganteambiente ma, allo stessotempo, ti fa sentire a casa.Offre per colazione un riccobuffet che sorprende per lavarietà. Nelle immediatevicinanze si trovano ristoran-ti, pizzerie e bar. Infine, perchi ha voglia di un po' di fit-ness, l'American Contourella

La miaMilano

di Daniela Guarneri

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è a due passi. Per chi ha un budget

molto contenuto, consigliodi chiedere ulteriori informa-zioni in merito a pensioni ecase di accoglienza già visita-te da pazienti e/o loro fami-liari anche all'AssociazionePROMETEO o alla LegaItaliana per la lotta contro itumori (tel. 02-2663481/484).

MANGIAREPrima di consigliarvi

qualche ristorante, vi ricordoche Milano è nota ovunqueper il rito dell'aperitivo e cheè stata tra le prime città italia-ne a lanciare la moda dell'-happy hour, ossia un aperiti-vo serale a metà prezzoaccompagnato non solo dapatatine e olive ma da veri epropri piatti e prelibatezze diogni genere. In molti casi,questo tipo di aperitivo con-sente di cenare pagando soloil prezzo di un drink offren-do una valida alternativa alristorante.

Vicino all'IstitutoTumori ci sono il Sand Cafè(via Aselli 7), il MatricolaIrish Pub (viale Romagna43), il Bar Hemingway (viaCaprinica 18), l'Art Factory(via A.Doria 17), il DianaGarden (viale Piave 42), ilCafè del Tio (p.le Bacone) eil Bar Basso (via Plinio 39),storico bar milanese notoper i suoi cocktail tra cui ilMangia e Bevi, brevettato 35anni fa, e il Negroni sbaglia-to.

Per quanto riguarda iristoranti, risotto e cotolettasono i principali piatti per iquali la nostra cucina è cono-sciuta in Italia ma a menoche non vogliate assoluta-mente assaggiare la cucinalocale (in questo caso andateal Garghet, da Alfredo GranSan Bernardo o da Arlati) aMilano potete trovare qua-lunque piatto di qualunqueprovenienza in ambientidiversissimi tra loro. In pros-simità dell'Istituto Tumori diMilano ci sono pizzerie eottimi ristoranti, sia di pesceche di carne. Ecco qualcheesempio:

Pizzerie: L'Arcata (viaInama 17), Basilico Fresco(viale Abruzzi 21), LaCuccuma (via Pacini 26), LaPiccola Ischia (viale Abruzzi62), La Tarantella (vialeAbruzzi 35)

Ristoranti di pesce:Charmant (via Colombo42), Da Bimbi (viale Abruzzi33), Il Gabbiano (via Corti30), Il Doge di Amalfi (viaSangallo 41), il Grissino (viaTiepolo 54)

Ristoranti di carne: La

Terza Carbonaia (viaScipioni 3), Trattoria K2 (viaStoppani 15), Il Giardino deiSegreti (via Sottocorno 17),BBQ (via Sottocorno 5 ),Mangiafuoco (via Pisacane40), Nuovo Macello (viaLombroso 20).

Giapponesi: Nu (viaFeltre 70), Poporoya (viaEustachi 17), Tomoyoshi(via Porpora, 109)

L a t i n o - a m e r i c a n i :Picaflor (via degli Orombelli8), 1492 (via venini 59)

Africani: Balafon (viaTeodosio 6) e molti altri inzona Buenos Aires.

Infine, la Milano nottur-na offre un vastissimo pano-rama di locali per tutte letasche, con ambienti di ognitipo. Le zone della città che sianimano maggiormentesono la zona intorno a corsoComo, i Navigli e Brera doveè possibile divertirsi, cono-scere gente, bere e mangiarefino a tarda notte. I Naviglisono quello che resta dell'an-tico quartiere fluviale, vicinoalla Stazione di PortaGenova, con il vicolo dellelavandaie, Brera era il quar-tiere degli artisti, la

Montmartre milanese rac-colta intorno all'Accademia.Qui, intorno ad un caffè o aun pasto in trattoria, si sonoprogettati capolavori d'arte,spettacoli e giornali e si èsvolta molta parte della sto-ria culturale italiana. Oggiquesta via è strapiena dinegozietti carissimi, ma con-serva sempre un suo fascino.Corso Como è invece lazona dove si trovano i localie le discoteche più alla modanegli ultimi anni: Hollywood,Casablanca, Toqueville,Executive, Light e Luminal.Un altro quartiere con unavivace vita notturna è quellointorno all'Arco della Pace ea corso Sempione dove cisono il Living, il Jazz Cafè, ilCafè Milano, il Rouge, ilGattopardo, il Roialto e l'IceBar, un bar fatto da tre ton-nellate di ghiaccio purissimo,proveniente dallo svedesefiume Torne.

Per chi ha voglia di anda-re a teatro consiglio il Ciakvicinissimo all'IstitutoTumori (via Sangallo 33)oppure il Teatro Smeraldo(piazza XXV Aprile) inquanto hanno entrambi unprogramma molto vario edivertente.

Nel prossimo numero tro-verete consigli su:

SHOPPINGDA VEDEREBAMBINIVARIE

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LaCamomillaStoria: Sin dall'antichitàerano note le proprietà diquesto fiore. La camomillaper la sua forma molto simi-le a quella del sole fu amatasubito dagli egiziani, i qualila impiegarono per curaregli stati febbrili e la malaria.

Tracce di polline di camo-milla sono state ritrovatenell'imbottitura della mum-mia di Re Ramsete secondo,infilate lì con l'intenzione diinfondergli il coraggio e lacalma per affrontare la vitaultraterrena. Sia il medicogreco Dioscoride che ilnaturalista romano Plinio laconsigliavano come rimedioper problemi renali ed epati-ci. Leggende: La camomilla eraritenuta, dai giardinieri delpassato, capace di "sanare"le altre piante sofferenti epiù deboli; era sufficienteche suoi cespugli venisserocollocati in prossimità degliarbusti e alberi malati pervedere già dopo pocotempo risultati soddisfacen-ti.Simbolo: La camomilla èconsiderata la pianta emble-ma della resistenza alle diffi-coltà. Un vecchio proverbioconsiglia di affrontare la vita"come fa un tappeto dicamomilla, che più è calpe-stato e più si propaga". Inquesto è simile alla marghe-rita, alla quale somiglia, cheha il significato di pazienza.

Il papaveroSignificato e leggende: la tra-dizione mitologica narra cheDemetra, dea delle messi edei raccolti, disperata dopola perdita della figlia, riuscì atrovare conforto solobevendo infusi di papavero.Questo fiore, quindi, sim-boleggia la consolazione,significato accanto al qualespesso è annoverato quellodella semplicità.

Storia: sin dall'antichità sonostate riconosciute al papave-

ro proprietà terapeutiche edeuforizzanti. Gli Egizi lo uti-lizzavano come antidolorifi-co, mentre in Grecia, essen-do i semi del papavero con-siderati portatori di salute eforza, gli atleti ne bevevanouna pozione energizzanteprima delle gare a base dimiele e vino. L'uso del papa-vero da oppio come drogadilaga nell'Europa dopo laRivoluzione Industriale e sidiffonde fra artisti ed intel-lettuali come Baudelaire,Byron e Dickens.

Lo sapevate che...DAL MONDO DEI FIORI

Ecco avvicinarsi l’estatee allora conosciamomeglio alcuni fiori:

Storia SignificatoBenefici....insomma un pò di curiosità

di Angela Orlando

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Ricetta:Torta con semi di papavero:200 g di zucchero, 8 uova,200 g di mandorle o noccio-le macinate, 200 g di semi dipapavero macinati, 1 busti-na di zucchero vanigliato, 1pizzico di cannella, succo di2 limoni, 1 spruzzata dirum, 2-3 mele.Procedimento: Lavorate leuova intere con lo zuccherofino ad ottenere un insiemespumoso. Unite, sempremescolando, le mandorle ole nocciole, i semi di papave-ro, lo zucchero vanigliato, lacannella, il succo di limone eil rum. All'ultimo aggiunge-te le mele grattugiate.Versate il tutto in un grande

stampo imburrato e infari-nato e fate cuocere in fornoa calore moderato.

La rosaLeggenda: La rosa era anti-camente consacrata alla deaVenere, le cui statue veniva-no cosparse di questi fiori insegno di devozione. Lamitologia narra che il coloredelle rose in origine erabianco. Le rose rosse, inve-ce, sarebbero derivate dalsangue di Adone, ucciso daun cinghiale per volere diMarte, geloso della sua rela-zione con Venere.

Letteratura: la rosa è il fiorepiù cantato dai poeti e cele-brato dagli antichi scrittori.Nella Bibbia si nomina que-sto fiore nel Cantico deiCantici, mentre Omeroapostrofa Aurora, la dea delmattino, dalle "dita di rosa".Dante paragona l'amoreparadisiaco al centro di unarosa, mentre Shakespearecita questo fiore nell'EnricoIV e in Molto rumore pernulla. Anche scrittorimoderni come Eco e Saint-Exupéry hanno utilizzatoquesto fiore ed il suo potereevocativo e simbolico, sia investe di personaggio di unromanzo, sia come titolo diun'opera.

Significato: come per tutti ifiori, ma per la rosa in parti-colare, il significato varia aseconda del colore: la rosarossa simboleggia la passio-ne, quella bianca il mistero,la rosa thea la gentilezza equella gialla la gelosia

Nel mondo effimero diHollywood i matrimoni

durano ben poco. Un'eccezione èrappresentata dalla coppia forma-ta da Joanne Woodward e PaulNewman il quale, interrogato aproposito della fedeltà coniugale,ha risposto: "Perchè dovrei man-giare hamburger quando in casaho una bistecca?"

Il personaggio piùrappresentato nella storia

del cinema è SherlockHolmes: 209 i film realizzati,

interpretati da 75 attori diversi, trai quali il più famoso è stato sicura-mente Basil Rathbone, protago-nista di 14 avventure.

Il vecchio cappello dapesca indossato da HenryFonda in Sul lago dorato

(On golden pond, USA 1981), fuun regalo di Katharine Hepburn,che glielò affidò il primo giornodelle riprese. Quel cappello era ilricordo di un grande amore e diun perfetto collega: SpencerTracy.

Alfred Hitchcok fuossessionato dal rifiuto sen-timentale di Tippi Hedren.

Dopo averla tormentata sul set deGli uccelli (The Birds, USA 1963),la ubriacava per farla recitare inMarnie (id., USA 1964). Arrivò alpunto di regalare alla figlia di 5anni dell'atttrice, Melanie Griffith,una bambola con le sembianzedella madre, chiusa dentro unapiccola bara.

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SPIGOLATUREDalmondodellospettaccolo

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Filetto allaWellingtonIngredienti1Kg. Filetto di manzo500 g.Porcini500 g.Pasta sfoglia surgelata1 mazzetto di prezzemolo1 spicchio d'aglioolio, burro, sale, pepe rosa,paprica, worchester, cognac

PreparazionePrendere una casseruola,mettere burro, olio, unospicchio d'aglio in camicia,rosolare ed aggiungere ilfiletto.Girarlo ripetutamente afuoco alto, bagnarlo conun bicchiere di vino biancoed una spruzzata di wor-chester per circa 15/20minuti. Negli ultimi 2minuti aggiungere 200 g. dipanna.A parte, soffriggere i porci-ni con uno spicchio d'aglio,bagnarli con vino bianco,paprica, pepe rosa e porta-re a cottura per circa 15minuti.Prendere poi la pasta sfo-glia, stenderla su carta da

forno, posare nel centro ilfiletto, coprirlo con l'intin-golo di funghi ed arrotolar-lo come un salame.Rimetterlo nel forno percirca 5/8 minuti.Tolto dal forno e scartato,si taglia a fette, si pone suun piatto da portata e siserve

Entrecotein crostaIngredienti1 confezione di pasta sfogliasurgelata600g. entrecote100g. di burro2 cucchiai di pasta d'acciuga1 spruzzo di limone1 cucchiaio di worchester4 cucchiai di olio d'oliva1 tuorlo d'uovosale, pepe, farina.Per decorarlo: ½ crescione e 2pomodori

PreparazioneMescolare il burro con lapasta d'acciughe e aroma-tizzarlo con succo di limo-ne e salsa worchesterSchiacciare leggermentecon mano la carne e taglia-re con un coltello i musco-li.Scaldare in un tegame l'olioed appena sarà fumanteadagiarvi la carne e farlacuocere per 6 minuti datutte e due le parti, salare,pepare, lasciare raffreddaree spalmare la carne con lasalsina fatta in precedenza.Stendere la pasta sfoglia(già scongelata) con il mat-tarello ed avvolgervi la

carne, premendo gli orli.Sbattere il tuorlo d'uovo espalmarlo sulla pasta sfo-glia.Deporre il tutto in unateglia unta di olio e far cuo-cere per circa 20 minuti a180°.

Tacchinoalla casalingaIngredienti1 tacchina piccola da kg.1500/1800 (possibilmentefemmina)200 g.pancetta500 g.cipolline750 g.carote750 g.patate piccole300 g.brodo di carne50 g. burro1 grande fetta di lardo1bicchiere di vino bianco1cucchiaio di timo sbriciolatosale e pepe

PreparazionePulire la tacchinellatogliendo le interiora, fiam-meggiarla, lavarla ed asciu-garla.Cospargerla dentro efuori con sale, pepe e timo,adagiare la fettona di lardosul petto e fissarla conspago sottile per arrosti.Far sciogliere il burro in ungrande recipiente chepossa andare in forno.Adagiarvi la tacchinella efarla rosolare sui due fian-chi per 10 minuti.Porre il recipiente sul ripia-no più basso del forno giàcaldo (150/160°) e lasciarecuocere per 30 minuti rigi-randola ogni tanto, irroran-dola con brodo.

Ricette d’estatedi Maria BorghiPaolo Ballerini

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Mentre il tacchino cuoce,tagliare la pancetta a stri-scioline e sbucciate lecipolline, le carote e lepatate. Mettere le cipollinea sbollentare per qualcheminuto in una casseruolapiena d'acqua calda.Tagliare le carote e rondel-le e lasciare intere le patate,scolare le cipolline dall'ac-qua ed unire il tutto allatacchinella. Lasciare cuoce-re per circa un'ora.A cottura ultimata sfornarela tacchinella e servirla bencalda con tutte le sue ver-dure nello stesso recipientedi cottura.

FragoleallaCardinale Ingredienti450 G Fragole Mature150 G Lamponi1 Cucchiaio succo diLimone 1 Bustina Vaniglia100 G Zucchero A Velo 50 G Mandorle DolciPelate e Sbriciolate

PreparazioneMettere le fragole, pulite elavate, in una coppa divetro e lasciarle a lungo infrigo. Passare i lamponi alsetaccio fine e metterli in

una terrina cui si unirà illimone e cospargere dizucchero a velo mescolatoalla vaniglia. Lasciare infrigo almeno tre ore. Infineversare la purea di lamponiben fredda sulle fragole ericoprire la superficie conle briciole di mandorle.

CheesecakeestivaIngredienti200 gr. di biscotti secchinon troppo dolci100 gr. di burro a tempera-tura ambiente1/2 tazzina da caffè di gol-den syrup

per il ripieno e le decora-zioni400 gr. di ricotta250 gr. di panna fresca2 uova intere100 gr. di zucchero5 fogli piccoli di gelatina(10 gr.)la scorza grattugiata di unlimone1 pizzico di sale1 cestino di fragole (o altrafrutta a piacere)1 manciata di pinoli

PreparazioneMettere nel mixer i biscottie il burro, tenuto a tempe-ratura ambiente, tagliato apezzetti e lo sciroppod'acero.

Ricoprire con carta daforno il fondo di una tor-tiera con i bordi sganciabi-li, del diametro di circa 22-24 cm.Stendere il composto nellapirofila pressandolo moltobene con l'aiuto di un bat-ticarne. Mettere in frigori-fero.Mettere la gelatina in acquafredda ad ammollare per 5-10 minuti, intanto che sipreparano gli ingredientiper il ripieno.Lavorare i tuorli con lozucchero (tranne un cuc-chiaio) montandoli conuna frusta finché diventa-no chiari e spumosi. Unirela scorza grattugiata dellimone e la ricotta.Amalgamare bene il tutto.Montare la panna (tenen-done da parte un cucchia-io) con il cucchiaio di zuc-chero rimasto e metterla infrigorifero in attesa di uti-lizzarla.Montare a neve ben soda

gli albumi con un pizzicodi sale.Strizzare la gelatina e scio-glierla per pochi istanti sulfuoco in un cucchiaio dipanna. Unirla al compostodi tuorli e ricotta mesco-lando bene, poi unire glialbumi montati a neve,mescolando delicatamentedal basso verso l'alto. Perultima unire anche lapanna montata, sempremescolando con delicatez-za.Tagliare a pezzetti le frago-le e metterne la metà sullabase di biscotti. Versarvisopra la crema, livellare lasuperficie e mettere in fri-gorifero per 2-3 ore. Quando la crema si è ras-sodata, decorare con lerestanti fragole e i pinoli.Tenere in frigorifero finoal momento di servire.

NoteSe si vuole fare questo dolceper un compleanno, è possibi-le fare una decorazione con delcioccolato fondente.Sciogliere il cioccolato abagnomaria, metterlo in unatasca o siringa da pasticcerecon la bocchetta sottile e scri-vere la propria decorazione suun piatto piano ricoperto dicarta da forno.Porre il piatto in frigorifero peruna decina di minuti.Staccare la decorazione dallacarta da forno con molta deli-catezza utilizzando una spato-

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Anno 5 - N° 7 -Maggio 2005 - Periodico d’Informazione e di Cultura – Registrazione del Tribunale di Milano n°591 del 21 Ottobre 2002 Sede: Via Venezian, 1 - 20133 Milano - Tel. 02 23902878 - Fax 02 23903257- e-mail: [email protected] - www.onlusprometeo.org

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