PROGETTO DELLA RETE LAN WIRELESS ASSOCIAZIONE PROMETEO · Prometeo”, una rete sperimentale...

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EUGENIO PRISCIMONE PROGETTO DELLA RETE LAN WIRELESS ASSOCIAZIONE PROMETEO __________ RELAZIONE FINALE __________

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EUGENIO PRISCIMONE

PROGETTO DELLA RETE LAN WIRELESS

“ASSOCIAZIONE PROMETEO ”

__________

RELAZIONE FINALE

__________

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INDICE

INTRODUZIONE 3

LE RETI DI CALCOLATORI 4 LE WIRELESS LAN 7 LA RETE “ASSOCIAZIONE PROMETEO” 12 MATERIALE UTILIZZATO 13 LA STAZIONE BASE 15 LA STAZIONE SECONDARIA 1 17 LA STAZIONE SECONDARIA 2 19 INSTALLAZIONE DELLA WIRELESS LAN 20 CONFIGURAZIONE MANUALE DI UNA W-LAN 22 CONDIVISIONE DI FILE E CARTELLE 27 CONDIVISIONE DI STAMPANTI 28 LA SICUREZZA NELLE RETI WIRELESS 29

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INTRODUZIONE

Questa breve relazione è il risultato di uno studio sulle reti di

calcolatori condotto alla fine del corso di “Reti di Calcolatori” seguito

presso la facoltà di Ingegneria Informatica di Catania.

Essa non pretende di avere un carattere esaustivo, ma si limita

ad effettuare una rapida panoramica sulle reti di calcolatori e le loro

problematiche con particolare attenzione alle reti locali senza fili, o

Wireless LAN.

Infine vengono illustrati il progetto e l’installazione (realizzati

dal curatore di questo testo) della rete locale “Associazione

Prometeo”, una rete sperimentale semplicemente considerata come

caso di studio, in quanto non si possiedono le dovute autorizzazioni,

riservate ai Provider (fornitori di servizi di connettività), per la

copertura wireless di ambienti esterni, motivo per il quale è già stata

disinstallata sia logicamente che fisicamente.

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LE RETI DI CALCOLATORI

Una rete di calcolatori è un sistema costituito da due o più computer

autonomi, ma interconnessi. Due computer si dicono interconnessi

quando sono in grado di scambiare informazioni, e quindi di mettere

in condivisione le proprie risorse fisiche e di elaborazione, come file,

dischi, stampanti, ecc.

Per far si che questo avvenga i due calcolatori devono

condividere un mezzo (canale) di comunicazione e adottare un

insieme di protocolli comuni. Un protocollo è un accordo, tra le parti

che comunicano, sul modo in cui deve procedere la comunicazione.

Per diminuire la complessità, la maggior parte delle reti è organizzata

in strati, costruiti l’uno sull’altro. Lo scopo di ogni strato è quello di

fornire dei servizi, attraverso un’interfaccia che li definisce, allo strato

di livello superiore nascondendo i dettagli di quello che accade al di

sotto di esso. Tale modello permette di migliorare o ridefinire

completamente l’implementazione di uno strato senza che gli altri

notino alcun cambiamento (ovviamente lo strato ridefinito deve

garantire la stessa interfaccia del vecchio allo strato superiore).

Concettualmente lo strato n di un calcolatore è direttamente in

comunicazione con lo strato n dell’altro, in una relazione di perfetta

parità, mentre in realtà la comunicazione parte nel computer 1 dal

livello più alto, scende fino al livello più basso, dunque nel canale e

poi risale la pila di strati, dal basso verso, l’alto nel computer 2.

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L’insieme di strati e protocollo si chiama architettura di rete.

Inoltre per semplificare ulteriormente, un protocollo può essere

suddiviso in una pila di protocolli distribuita nei vari strati.

Le architetture di rete più importanti sono il modello di

riferimento OSI e il modello TCP/IP. Il primo è caduto in disuso e

quindi non lo menzioneremo più di tanto, anche se viene ancora

considerato dal punto di vista didattico per il suo valore di

modellazione, mentre il secondo è quello più utilizzato e adottato su

Internet per far viaggiare le informazioni.

Il modello TCP/IP è costituito da quattro strati: partendo dal

basso troviamo lo strato Host-to-network, che non è ben definito e in

cui non si sa bene cosa avvenga; successivamente c’è lo strato

internet, pilastro portante dell’intera architettura, che si occupa della

gestione dei pacchetti e definisce il protocollo IP (Internet Protocol).

In seguito troviamo lo stato trasporto che definisce due protocolli: il

primo si chiama TCP (Transmission Control Protocol) ed è un

protocollo affidabile orientato alla connessione chee gestisce anche il

controllo del flusso per l’ottimizzazione della comunicazione; il

secondo si chiama invece UDP (User Datagram Protocol), è un

protocollo inaffidabile senza connessione per tutte quelle applicazioni

che non richiedono alcuna garanzia di ordinamento e controllo di

flusso, e dove la rapidità della comunicazione è più importante della

sua accuratezza (vedi le applicazioni multimediali). Al di sopra di

questi è infine definito lo strato applicazione che contiene tutti i

protocolli di livello superiore che gestiscono i diversi servizi quali

TELNET (terminale virtuale), FTP (scambio dei file), SMTP (posta

elettronica), DNS (Domain Name System), HTTP (Hypertext Transfer

Protocol) e altri ancora.

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Le reti di calcolatori si possono classificare in corrispondenza a

diversi criteri, ma sicuramente due fra tutti spiccano per importanza:

la tecnologia di trasmissione e la scala.

Parlando di tecnologia di trasmissione le reti si possono

suddividere in reti broadcast, caratterizzate dal fatto che tutte le

macchine appartenenti alla rete condividono un unico canale di

comunicazione, e reti punto-punto, che al contrario sono costituite da

molte connessioni tra singole coppie di calcolatori.

In genere le reti più piccole e localizzate tendono ad usare il

broadcasting, mentre quelle più estese sono punto-punto.

Per quanto riguarda la scala invece, possiamo distinguere le reti

alla luce delle loro dimensioni fisiche. Partendo dal basso troviamo le

PAN (Personal Area Network), reti di qualche metro quadrato

utilizzate per la connessione fra due computer o fra un computer e le

sue periferiche, come ad esempio le reti wireless che collegano mouse,

tastiera e stampante ad un calcolatore. Subito dopo si trovano reti con

un raggio d’azione maggiore e si dividono in reti locali o LAN (Local

Area Network) con raggio compreso tra una decina di metri e qualche

chilometro, reti metropolitane o MAN (Metropolitan Area Network)

che riescono a coprire un’intera città, e reti ad ampio raggio o WAN

(Wide Area Network) in grado di estendersi per nazioni o continenti.

Se poi si esegue la connessione di due o più reti si parlerà di

internetwork o inter-rete come nel caso di Internet.

In questo testo ci occuperemo esclusivamente di reti locali.

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LE WIRELESS LAN

Le LAN dispongono di diverse tecnologie di trasmissione; esse

possono infatti essere cablate, se utilizzano dei cavi come canale di

comunicazione (cavi coassiali, doppini telefonici, fibre ottiche, ecc.),

o Wireless.

Una rete locale si dice wireless (senza fili) quando

l’interconnessione fra le macchine che la costituiscono è effettuata

mediante canali non fisici e in questo caso si parlerà di W-LAN.

Le principali tecniche utilizzate per la trasmissione senza fili

sono le radiofrequenze e gli infrarossi. Questi ultimi sono molto

utilizzati nelle comunicazioni a corto raggio (telecomandi dei

televisori, videoregistratori, ecc. ) in quanto sono direzionali ed

economici, ma hanno scarsa banda e non superano gli ostacoli, anche

se tale problema spesso risulta essere un vantaggio (personalmente

credo che nessuno sarebbe felice se il nostro vicino potesse con il

proprio telecomando controllare la nostra TV). Solitamente però si

preferisce utilizzare la radiofrequenza perchè ha una maggiore

disponibilità di banda, un raggio e un angolo d'azione maggiore, riesce

a superare gli ostacoli e si dimostra più robusta ai rumori.

Le onde radio si comportano in modo differente al variare della

loro frequenza: alle basse frequenze attraversano bene gli ostacoli e

seguono la curvatura terrestre, mentre alle frequenze più alte tendono

a viaggiare in linea retta e a rimbalzare sugli ostacoli. Purtroppo a

tutte le frequenze esse sono soggette a rumori e interferenze, il che

crea notevoli disagi agli utenti.

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Esistono tre standard creati da IEEE (Institute of Elettrical and

Electronics Engineers) per la trasmissione via radio nelle reti.

Il primo viene chiamato IEEE 802.11, spesso detto Wireless

Lan o Wi-Fi e opera nelle bande libere ISM (Industrial, Scientific,

Medical) a 2.4 e 5 GHz ed è stato concepito principalmente per offrire

servizi di connettività ai dispositivi mobili.

Il secondo è IEEE 802.15, meglio noto nella sua versione

commerciale con il nome Bluetooth, si usa nelle comunicazioni a

corto raggio e funziona anch’esso nella frequenza a 2.4 GHz e per

questo è spesso in conflitto con alcune versioni di 802.11.

Il terzo IEEE 802.16 è definito anche Wireless a Banda Larga,

opera in un intervallo di frequenze comprese tra i 10 e i 66 GHz, e

fondamentalmente è stato concepito per offrire servizi di televisione e

di accesso ad Internet ad alta velocità agli edifici.

Visto che siamo interessati alle W-LAN concentriamoci sullo

standard IEEE 802.11. Solitamente a fine di questa sigla si trova una

lettera che indica la frequenza utilizzata e la velocità massima di

comunicazione supportata (dovuta alla diversa modulazione del

segnale). Le versioni di 802.11 attualmente disponibili sono:

- IEEE 802.11a: connessione a 54Mbps nella banda ISM dei

5 GHz;

- IEEE 802.11b: connessione a 1, 2, 5.5 e 11Mbps nella banda

ISM dei 2.4 GHz;

- IEEE 802.11g: connessione a 54Mbps nella banda ISM dei

2.4 GHz;

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Le versioni b e g sono quelle più utilizzate, in quanto operando 2.4

GHz, le trasmissioni richiedono meno potenza da cui segue un minor

consumo di energia, caratteristica fondamentale per i dispositivi

mobili. Inoltre sono compatibili fra loro e possono quindi coesistere.

In genere lo standard 802.11 può funzionare in due modi, in

presenza o in assenza di una stazione base. Nel primo caso tutte le

comunicazioni passano attraverso una stazione base che prende il

nome di access point, mentre nel secondo i computer comunicano

direttamente fra loro in una modalità definita generalmente ad hoc

networking. Lo standard è compatibile al di sopra dello strato data

link con 802.3 (Ethernet), che già era ampiamente diffuso all’epoca

della sua nascita, ed è quindi possibile inviare un pacchetto IP su una

LAN wireless allo stesso modo in cui un computer cablato lo manda

su Ethernet. Ciononostante i problemi relativi alle trasmissioni

wireless sono di natura completamente diversa rispetto a quelli delle

trasmissioni via cavo, per cui il protocollo del sottostrato MAC 802.11

è diverso da quello di Ethernet. Con Ethernet infatti, una stazione

aspetta di trovare il mezzo di comunicazione libero e successivamente

prova ad effettuare una trasmissione gestendo le eventuali collisioni

con adeguati algoritmi. Nelle trasmissioni senza fili questo non vale

più, vi sono infatti i problemi della stazione nascosta e della stazione

esposta. Nel caso della stazione nascosta, poiché non tutte le stazioni

sono all’interno del campo radio delle altre, le trasmissioni che

avvengono in una parte della cella possono non essere ricevute in

un’altra parte della cella stessa, con la conseguenza che due stazioni A

e C invisibili l’una all’altra, iniziando una trasmissione

contemporaneamente possono generare un’area di collisioni

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all’interno della quale si trova una terza stazione destinataria B, che

non riuscirà a gestire le comunicazioni.

C’è poi il problema inverso, quello della stazione esposta

appunto. In questo caso considerando quattro stazioni A, B, C e D si

ha che se B sta trasmettendo ad A, C trovandosi nel campo di B

conclude erroneamente di non poter trasmettere a D.

Per gestire tali problemi 802.11 supporta due modalità

operative. Una si chiama PCF (Point Coordination Function) e si usa

nella configurazione con la stazione base. Secondo tale modalità la

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stazione base controlla tutte le comunicazioni all’interno della cella e

interroga periodicamente tutte le altre stazioni chiedendo se hanno

trasmissioni da effettuare, soluzione che garantisce la completa

assenza di collisioni. L’altra si chiama DCF (Distributed

Coordination Function) e non utilizza alcun tipo di controllo centrale.

Tale modalità comporta intrinsecamente la presenza di collisioni, le

quali vengono gestite in diversi modi, tramite per esempio

trasmissioni ripetute dopo un tempo di attesa casuale, oppure l’uso di

canali virtuali per preservare le trasmissioni in corso. Tutte le

implementazioni devono supportare DCF, mentre PCF è opzionale.

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LA RETE “ASSOCIAZIONE PROMETEO”

La LAN “Associazione Prometeo” è una rete installata sul

territorio di Biancavilla (Ct) per rispondere alle esigenze di

condivisione di risorse informatiche dell’ Associazione Culturale

Prometeo. Tale rete è distribuita su tre edifici ed è costituita da tratti

cablati e tratti wireless nei quali utilizza la configurazione con la

stazione base da cui passano tutte le comunicazioni. Solitamente nelle

W-LAN il termine “stazione” è utilizzato per indicare qualsiasi

macchina connessa alla rete, ma in questo caso, poiché i tratti wireless

sono utilizzati principalmente per la connessione degli edifici

appartenenti alla rete, utilizzeremo tale termine per identificare gli

edifici stessi e non i computer che essi contengono. Il numero di

calcolatori che appartengono alla rete ammonta a sei, tre nella

Stazione Base, uno nella Stazione Secondaria 1 e due nella Stazione

Secondaria 2, e il sistema operativo utilizzato è “Windows XP” nelle

versioni “Home” e “Professional”.

TOPOGRAFIA

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MATERIALE UTILIZZATO

MODEM ADSL2/2+ D-LINK DSL-320T

WIRELESS ROUTER D-LINK 108G TECNOLOGIA MIMO

SCHEDA DI RETE WIRELESS D-LINK DWL520

ACCESS POINT D-LINK DWL-2100AP

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TRUST WIRELESS USB ADAPTER NW-3100

M2416 - ANTENNA DIRETTIVA 16dB NEI 2,4 GHz (o in alternativa abbiamo

realizzato artigianalmente una più economica antenna a barattolo con un

guadagno pari a 12 dB)

M2416 antenna barattolo a 2,4 GHz

CAVO ETHERNET

CAVO RG-213

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CONNETTORI ( N-MASCHIO, RP-SMA-MASCHIO)

LA STAZIONE BASE

La stazione base è costituita da un edificio di tre piani. Quello si

voleva era la più ampia copertura wireless possibile dell’ambiente

circostante e per quanto possibile anche all’interno dell’intero edificio.

Per prima cosa abbiamo installato il router wireless all’interno

di una scatola a tenuta stagna e lo stesso è stato fatto con il suo

alimentatore opportunamente collegato alla rete di alimentazione con

un cavo elettrico e due morsetti a cappuccio.

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Successivamente le due scatole sono state fissate ad un palo sul

tetto dell’edificio, in modo da garantire la maggiore copertura

possibile (circa 150m in assenza di ostacoli).

Sfortunatamente la presenza di muri attenua in modo

considerevole la potenza del segnale e di conseguenza non è stato

possibile avere il collegamento senza fili al piano 0, problema risolto

con un cavo ethernet di 30m (realizzato appositamente con l’ausilio di

una pinza crimpatrice) che va dal piano medesimo al router.

pinza crimpatrice

Per quanto riguarda gli altri piani si è ottenuta un’ottima

copertura wireless che va dal 45% (piano 1) al 75% (piano 2).

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Al piano due è stato poi installato il modem ADSL per una

eventuale connessione ad Internet. In questo caso basterà collegare il

modem e il router con un cavo di rete ethernet per avere il

collegamento tra la rete ed Internet.

LA STAZIONE SECONDARIA 1

La Stazione Secondaria 1 è un edificio di due piani che contiene

un unico PC da collegare alla rete, anche se all’occorrenza questo può

essere collegato tramite uno switch ad altri calcolatori e fungere da

Gateway per la connessione di questi.

Per prima cosa abbiamo installato la scheda di rete wireless

DWL520 all’interno del PC e il software necessario per il corretto

funzionamento della periferica. In seguito abbiamo disconnesso

l’antennina in dotazione e ci siamo dedicati alla preparazione del cavo

RG-213 per il collegamento fra l’antenna M2416 e la scheda di rete

wireless. L’operazione un po’ più delicata è costituita dal fissaggio dei

connettori al cavo, in quanto la saldatura deve essere molto precisa e

si deve fare in modo da evitare qualsiasi dissipazione del segnale. Ad

un’estremità è stato fissato un connettore N-maschio, che realizza il

collegamento cavo-antenna, mentre all’altra è stato fissato un

connettore RP-SMA-maschio per il collegamento cavo-scheda di rete.

Bisogna inoltre tenere conto della lunghezza del cavo, in quanto il

RG-213 ha una perdita di circa 5,3 dB su ogni 10m: nel nostro caso se

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ne è utilizzato 15m, mantenendo quindi circa 8dB del guadagno

dell’antenna.

In seguito ci siamo occupati dell’installazione della M2416.

Poiché, a causa di altri edifici esistenti tra la stazione base e la

Stazione Secondaria 1, era impossibile stabilire un contatto visivo tra

il router e l’antenna, quest’ultima è stata fissata ad un palo e puntata

con un’inclinazione di circa 30°, verso la ringhiera di un vicino

edificio che rifletteva il segnale del router, ottenendo ugualmente,

grazie all’alto guadagno dell’antenna e la relativa distanza fra le due

stazioni(circa 170m), il 100% della qualità del segnale.

M2416 installata nella stazione secondaria 1

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LA STAZIONE SECONDARIA 2

La Stazione Secondaria 2 è un edificio di un piano che però si

trova ad un’altitudine decisamente maggiore delle altre due, il che si è

rivelato essere un notevole vantaggio.

Qui lo schema è stato completamente rivoluzionato. Piuttosto

che installare la scheda di rete wireless all’interno di un PC – il che

avrebbe reso il progetto molto statico – abbiamo preferito installare un

access point che fungesse da bridge (ponte). Questo è stato inserito in

una scatola a chiusura ermetica come il suo alimentatore, ed è stato

fissato ad un palo sul tetto dell’edificio, insieme alla M2416, che

sostituisce l’antenna in dotazione (il collegamento è stato effettuato

tramite un cavo RG-213 come nella Stazione Secondaria 1).

Tale scelta ci ha permesso di:

- RISPARMIARE IN dB: La distanza tra l’antenna e l’access

point è di circa 1m da cui segue una perdita quasi nulla sul

guadagno dell’antenna.

- COLLEGARE QUALSIASI PC E NOTEBOOK: in quanto

il collegamento tra l’access point e qualsiasi Pc si realizza

tramite un cavo ethernet compatibile con quasi tutte le

schede di rete esistenti. Inoltre è possibile collegare uno

switch all’access point e connettere più calcolatori alla rete

senza il bisogno di usarne uno da gateway.

- GUADAGNARE IN DISTANZA: Il cavo ethernet può

raggiungere una distanza massima dall’access point di circa

100m contro i circa 30m (in realtà dipende dal guadagno

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dell’antenna) del cavo RG-213, che tra l’atro costa il 500%

in più.

Inoltre poiché, come già detto, la Stazione Secondaria 2 si trova

in una posizione molto elevata rispetto alla stazione base vi è un

contatto visivo fra il router e l’antenna. Ciò ha permesso di ottenere in

ricezione una qualità del segnale superiore all’85% sebbene fra le due

stazioni vi sia una distanza di circa 4Km.

L’INSTALLAZIONE DELLA WIRELESS LAN

Per la realizzazione di una rete è necessario scegliere il

protocollo di comunicazione da usare per far interagire i nostri

computer.

Per motivi di comodità, del materiale utilizzato (router, access

point, ecc.) e nell’eventualità che i nostri computer si colleghino a

Internet tramite modem (ISDN o ADSL), la scelta è caduta

inevitabilmente sui protocolli del modello TCP/IP. In tale modello

ogni computer è identificato allo strato internet grazie ad un indirizzo

univoco di 32 bit composto da una serie di quattro numeri decimali,

ognuno dei quali compreso fra 0 e 255 (ad esempio 151.82.34.18)

detto appunto Indirizzo IP.

La configurazione della rete può essere automatica o manuale.

Per quanto riguarda le reti wireless ci sono due modi per effettuare la

configurazione automatica a seconda o meno della presenza di un

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access point: in generale infatti quando si acquista un access point è

sufficiente accenderlo per creare all’istante la rete wireless. Esso

infatti ha per default il server DHCP abilitato - che è un sistema che

semplifica la gestione di una rete assegnando automaticamente un

indirizzo IP a ogni macchina che si collega alla rete - e di conseguenza

tutte le macchine con schede di rete wireless presenti all’interno del

suo campo di azione saranno collegate alla rete. Qualora invece siamo

in assenza di un access point è possibile creare la rete wireless

automaticamente tramite la procedura Installazione rete senza fili di

Windows che si può avviare dal Pannello di Controllo o da Risorse di

Rete. Tale procedura una volta eseguita su un PC creerà un file

eseguibile che avviato sugli altri computer provvederà a configurarne

l’accesso alla rete utilizzando i parametri appena impostati, evitando

nuovamente l’esecuzione di tutta la procedura. In alternativa è

possibile eseguire la configurazione manuale descritta di seguito.

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CONFIGURAZIONE MANUALE DI UNA WLAN

Descriveremo ora la configurazione manuale eseguita sulla

prima macchina appartenente alla rete, sottintendendo che per le altre

macchine è stato effettuato un procedimento analogo, visto che su

tutte è installato lo stesso sistema operativo.

Clicchiamo su Risorse di rete con il tasto destro e selezioniamo

la voce Proprietà. Clicchiamo dunque con il tasto destro del mouse

sull'icona Connessione alla rete senza fili, comparirà una schermata di

questo tipo:

Possiamo tranquillamente rimuovere la voce Utilità di

pianificazione pacchetti QoS (Quality of Service Packet Scheduler).

Questa funzionalità è estremamente comoda in ambito aziendale per

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monitorare la banda, l'uso della rete, le performance di hub/switch o

router e poterne così ottimizzare le prestazioni, distribuendo il carico

di lavoro o rallentando il traffico in caso di uso eccessivo.

In ambiente locale, questo strumento rallenta solamente le

performance: per default, Utilità di Pianificazione Pacchetti QoS

riserva fino al 20 % della banda per tamponare i sovraccarichi di

lavoro: nel nostro caso è difficile, se non impossibile, avere un

sovraccarico della rete e quindi può essere rimosso, ottenendo, in

alcuni casi, un miglioramento della velocità quantificabile attorno al

10%.

Clicchiamo sulla voce Protocollo Internet (TCP/IP) e poi sul

pulsante Proprietà. Comparirà una schermata come da esempio

Ora Clicchiamo sulla voce Utilizza il seguente indirizzo IP e

configuriamo le prime voci.

Come indirizzo IP abbiamo messo 192.168.0.2. Tale scelta è

stata fatta perché gli indirizzi 192.168.x.x (Classe B) sono riservati

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alle reti private (ovvero nessun computer su Internet ha tali indirizzi) e

abbiamo impostato come ultimo numero 2 perché è il primo

utilizzabile visto che l'indirizzo 192.168.0.0 è l’ID di rete e

192.168.0.1 è quello assegnato solitamente al router.

Nel campo Subnet Mask abbiamo inserito il numero

255.255.255.0 in modo da avere a disposizione 254 numeri diversi da

poter usare nella rete per collegare altrettante macchine (in realtà

sarebbero 256, da 0 a 255, ma il primo è l’ID di rete e l’ultimo è

riservato per le trasmissioni in broadcast). Tale scelta è stata fatta

superficialmente perché la rete non è segmentata, altrimenti avremmo

dovuto calcolare rigorosamente la maschera di rete da utilizzare per un

corretto funzionamento della rete ed evitare spiacevoli inconvenienti.

Attenzione al fatto che in questo caso ogni computer della rete

deve avere gli stessi numeri nei primi tre campi e un numero diverso

per il rimanente campo dell'indirizzo IP (Esempio: PC_1: 192.168.0.2,

PC_2: 192.168.0.3, etc).

Per quanto riguarda la casella Gateway predefinito abbiamo

inserito l'indirizzo 192.168.0.1. Il Gateway è il mezzo attraverso il

quale i nostri PC potranno comunicare all’esterno della rete, per cui

abbiamo inserito l'indirizzo IP del router che sarà collegato

direttamente al modem e quindi ad Internet. Bisogna inoltre notare che

tale indirizzo è quello visto dall’interno della rete, in quanto

all’esterno il router possiede un altro IP con il quale è riconoscibile e

reperibile su Internet.

A questo punto andiamo nell'area di configurazione dei DNS

che offrono i servizi di traduzione nomi in indirizzi IP. Qui dovremo

inserire i numeri IP dei DNS (primario e secondario) del nostro

Provider (o di altri, anzi è preferibile inserire almeno un DNS di un

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altro Provider, in modo che in caso di problemi con i DNS del nostro

si potrà ugualmente navigare usando il DNS alternativo).

Ecco il risultato:

Clicchiamo quindi su OK e ritorniamo alla schermata principale

delle proprietà di rete. Clikkando sulla linguetta Avanzate sarà

possibile modificare le impostazioni del firewall di Windows

limitando o impedendo l'accesso al computer da Internet. Questa

funzione è, ad opinione di molti, indispensabile per chi si collega via

modem, ma quasi inutile se il collegamento avviene tramite router, in

quanto questo ha già incorporati dei filtri che impediscono le

intrusioni da Internet verso il nostro PC.

A questo punto dobbiamo impostare il nome da dare al nostro

PC ed il gruppo di lavoro a cui esso apparterrà. Il nome del gruppo

deve necessariamente essere lo stesso per tutti i PC della rete,

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altrimenti i vari computer non si accorgeranno l’uno dell’altro,

bisogna perciò fare molta attenzione all'esattezza del nome impostato.

Clicchiamo con il tasto destro del mouse sull'icona Risorse del

computer e quindi sulla voce Proprietà. Clicchiamo sulla voce Nome

computer, e inseriamo il nome con cui vogliamo che il computer sia

riconosciuto nella rete; inoltre se vogliamo possiamo mettere una

descrizione del nostro PC nella voce Descrizione computer

(facoltativa).

Una volta effettuata la configurazione di tutti i PC, la nostra rete

dovrebbe cominciare a funzionare. A volte ci vuole qualche decina di

secondi prima che una macchina, dopo essere stato accesa, noti la

presenza degli altri collegati in rete, quindi non bisogna preoccuparsi

se appena entrati in Windows non si trovano subito gli altri PC

collegati alla rete su Risorse di Rete.

Una procedura semplice per controllare se i nostri calcolatori

sono collegati tra loro è quella di usare il comando "ping 192.168.0.x"

dal Prompt dei Comandi di Windows, dove ‘ x ‘ è il numero finale di

un'altra macchina della rete. Tale comando invierà dei pacchetti di

prova ad alta priorità al destinatario e verificherà la risposta e il tempo

impiegato nella comunicazione e quindi il corretto funzionamento fra

le macchine.

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CONDIVISIONE DI FILE E CARTELLE

La condivisione delle risorse viene configurata nel computer nel

quale risiedono i file e le cartelle che si desidera condividere. È

possibile condividere un'intera unità, così da rendere disponibili agli

altri computer tutti i file e le cartelle in essa contenuti, oppure

condividere solo determinate cartelle.

Per condividere un file, una cartella o un'unità utilizzando

Windows XP dobbiamo abilitare la condivisione di file nel nostro

computer eseguendo l’Installazione guidata rete. Clicchiamo su Start,

Pannello di controllo, Rete e connessioni Internet, quindi su

Installazione guidata rete. È sufficiente eseguire questa operazione

una sola volta nel computer. A questo punto apriamo Risorse del

Computer e sfogliamo fino alla cartella contenente i file che

desideriamo mettere a disposizione degli altri computer e

selezioniamola con il tasto destro.

Nel menu File, selezioniamo Condivisione e protezione.

Clicchiamo su Condividi cartella nella scheda Rete. Per impostazione

predefinita, la cartella viene messa a disposizione di tutti gli altri

computer della rete e gli utenti disporranno di un accesso di sola

lettura. Per assegnare a tutti un accesso di lettura e scrittura, seleziona

Consenti agli utenti di rete di modificare i file.

Perché i file risultino disponibili agli altri utenti, il computer in

cui risiedono deve essere acceso e connesso alla rete. Per spostarsi e

accedere ai file e alle cartelle condivisi in rete, utilizzare Risorse di

rete.

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CONDIVISIONE DI STAMPANTI

Ci sono due tipi di stampanti condivise:

- STAMPANTI DI RETE: sono collegate direttamente a una

rete, normalmente a una periferica denominata server di stampa

anziché a un computer specifico.

- STAMPANTI LOCALI: sono le più utilizzate e sono collegate

a un solo computer della rete. Impostando la condivisione della

stampante è possibile condividere una stampante locale con gli

altri computer della rete.

Dopo aver aggiunto un computer a un gruppo di lavoro, è

possibile condividere qualsiasi stampante a esso collegata.

Nella W-LAN “Associazione Prometeo” si voleva condividere

una stampante locale collegata al PC presente nella Stazione

Secondaria 1, quindi abbiamo eseguito la seguente procedura.

Abbiamo aperto il pannello di controllo Stampanti facendo clic

su Start, Impostazioni (o Pannello di controllo), quindi su Stampanti

(o Stampanti e fax). Abbiamo selezionato la stampante da condividere,

abbiamo cliccato col tasto destro e su Proprietà abbiamo selezionato

la scheda Condivisione dalla quale si è scelto di condividere la

stampante in questione.

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LA SICUREZZA NELLE RETI WIRELESS

La sicurezza è stata ed è tuttora il tallone d’Achille delle reti

wireless. Essa è molto più debole di quanto ammettono i produttori di

questi dispositivi senza fili e le prestazioni reali sono di gran lunga

inferiori a quelle pubblicizzate.

Il segnale radio della rete si diffonde per qualche decina di metri

in ogni direzione, quindi anche al di fuori delle mura domestiche, ed è

perciò intercettabile e soggetto a sniffing.

Solitamente gli apparati wireless vengono venduti con tutte le

misure di sicurezza disattivate, ed è necessario l'intervento dell'utente

per attivare le protezioni (cosa che accade molto raramente).

Il segnale della rete wireless si può proteggere in diversi modi.

Il primo è la cifratura: i produttori infatti, hanno dotato le schede

wireless di un sistema di cifratura denominato WEP (Wired

Equivalent Privacy). Non che serva a molto, poiché spacciato per

ultra-sicuro, si "buca" in meno di un quarto d'ora. Nonostante ciò è pur

sempre un ostacolo.

Il WEP si basa su una chiave conosciuta dall'access point e dai

client, serve per criptare il contenuto e si basa sull'algoritmo di

cifratura RC4. Il problema di questa chiave è che 24 dei suoi bit sono

derivati direttamente dal vettore di inizializzazione (IV) del RC4, che

viene trasmesso in chiaro, e siccome tali bit sono pochi, con un ampio

scambio di dati gli IV possibili (2^24) si esauriscono velocemente. Per

questo motivo più scambio di dati è presente sulla rete, più

velocemente uno sniffer riuscirà a decifrare la chiave WEP.

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Esiste anche un'alternativa al WEP e fortunatamente più

robusta; si chiama WPA (Wi-Fi Protected Access), utilizza una

variante dell'algoritmo WEP a cui sono state rimosse le principali

debolezze ed è il sistema utilizzato per la protezione della W-LAN

“Associazione Prometeo”. Infine esiste anche il protocollo WPA2,

ratificato nel 2004, che si basa sull'algoritmo di cifratura AES e

garantisce un elevato grado di sicurezza anche se non è compatibile

con le apparecchiature della serie precedente.

Un altro metodo di protezione è quello del MAC FILTERING.

Il MAC address è un “numero di serie” proprio di ogni scheda di rete

(wireless o meno). Gli access point possono essere impostati in modo

da accettare connessioni soltanto dalle schede che hanno un certo

MAC address. Questo rende molto difficile (ma non impossibile)

all'intruso di penetrare nella rete, perché deve prima scoprire uno dei

MAC address autorizzati.

Un altro accorgimento consiste nel disabilitare il server DHCP;

questo infatti è comodo in un ambiente cablato, ma è pericoloso in un

ambiente wireless, perché assegnerebbe automaticamente un indirizzo

IP anche ad un intruso. Conviene perciò assegnare manualmente gli

indirizzi alle singole schede wireless anche se un intruso abbastanza

furbo sarebbe in grado di aggirare questo ostacolo (gli basterebbe

indovinare la gamma di indirizzi IP usati, tipicamente 192.168.0.*).

Ma è proprio questo il concetto: creare una serie di ostacoli che

singolarmente sono superabili, ma cumulativamente sono una tale

pena che l'intruso cambia aria.

Nel caso di connessione a Internet bisogna poi installare un

firewall tra Internet e la rete. I firewall software, come il “Firewall

connessione Internet di Windows”, possono interferire nel processo di

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condivisione dei file nella rete locale. È quindi consigliabile utilizzare

router che dispongano di un firewall hardware incorporato, che

assicura la protezione pur consentendo la condivisione di file senza

restrizioni nella rete locale.

Tuttavia buona norma consiglia di considerare le reti senza fili

come reti a bassa sicurezza, vietare agli utenti collegati di accedere a

dati riservati senza un'ulteriore autenticazione, ed utilizzare una VPN

(Virtual Private Network) se necessario.

Priscimone Eugenio