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SCUOLA DELL’INFANZIA “MURATORI” ANNO SCOLASTICO 2015/16 PROGRAMMAZIONE DIDATTICA ANNUALE Sezione 5 anni blu Insegnanti: Lisa Guastaferro e Agnese Mauri

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SCUOLA DELL’INFANZIA “MURATORI”

ANNO SCOLASTICO 2015/16

PROGRAMMAZIONE

DIDATTICA ANNUALE

Sezione 5 anni blu

Insegnanti: Lisa Guastaferro e Agnese Mauri

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IL VERO VIAGGIO DI SCOPERTA NON CONSISTE

NEL CERCARE NUOVE TERRE, MA NELL’AVERE NUOVI OCCHI

Marcel Proust

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IL BAMBINO DI 5 ANNI

Il bambino di cinque anni, al suo ultimo anno di permanenza nella Scuola dell’ Infanzia, è un bambino che ha acquisito le competenze e gli strumenti per conoscere la realtà, per interagire con essa e per rappresentarla attraverso diversi linguaggi. E’ un bambino consapevole, impegnato ad allargare le proprie conoscenze, instancabile nella sua attività esplorativa ed inquisitiva, un bambino che vuole osservare e conoscere il mondo che lo circonda, che ricerca la realtà delle cose e i loro valori. E’ un bambino che ha acquisito la capacità di guardare e pensare autonomamente, al quale la scuola deve garantire opportunità di crescita e sviluppo, ulteriori occasioni di apprendimento e socializzazione in un contesto stimolante ed affettivamente rassicurante, nel rispetto dell’individualità di ognuno, dei rispettivi valori antropologici e culturali, degli stili cognitivi, dei tempi di apprendimento e sviluppo. Non solo, la scuola deve tener presente che il bambino è un individuo complesso sia sul piano cognitivo che affettivo e che necessita di mantenere un amplissimo cerchio delle sue possibilità, deve quindi garantire sollecitazioni di tipo logico, comunicativo, sociale, scientifico, suggestioni di tipo musicale, pittorico, stimolazioni di tipo relazionale, estetico, evocativo al fine di potenziare le capacità cognitive e sociali dei bambini. Ecco che i sistemi simbolici culturali (il linguaggio, la scrittura, la pittura, ecc.) giocano un ruolo fondamentale sia nella fase di apprendimento che di restituzione e rielaborazione di ciò che il bambino ha interiorizzato. ‹Il simbolico - nota Eco - non solo permette di nominare l'esperienza, altresì di organizzarla e costruirla come tale, rendendola pensabile e comunicabile›. I sistemi simbolici sono 'amplificatori delle capacità mentali', prolungamenti del corpo, delle sorte di utensili poiché hanno svolto una funzione fondamentale nella storia dell'uomo. L'esperienza, infatti, indispensabile per un bambino (e non solo) occorre ricostruirla sotto forma di rappresentazione per renderla comunicabile, per potervi riflettere, per fare memoria. Nella scuola dell'infanzia il bambino deve trovare le condizioni perché ciò si realizzi, deve ritrovare un ambiente dove si stimola la curiosità, il gusto alla ricerca e all'esplorazione, dove la conoscenza affonda le radici nell'esistenza di ciascuno e dove i bambini sono in grado di assorbire cultura e produrre cultura. La scuola ha il vantaggio della pluralità, ad apprendere non si è da soli ma con gli altri, attraverso l'altro, i bambini imparano di più e meglio, dialogando, conversando, mettendo insieme pezzi di pensiero si arriva a conclusioni diverse da quelle di partenza, si arriva alla costruzione sociale del pensiero. Non solo, il lavoro cooperativo racchiude una forte valenza di educazione sociale e civica, aspetti fondamentali per la crescita d'individui capaci di convivere e di creare relazioni.

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PREMESSA

Il testo programmatico nazionale indica il curricolo come l’insieme organizzato di quelle condizioni che rendono possibile l’azione educativo-didattica. Pertanto il curricolo è l’insieme di procedure e di scelte relative a:

finalità;

obiettivi generali del processo formativo;

obiettivi specifici di apprendimento;

ambiti di esperienza;

metodologie e strategie didattiche;

verifiche dei processi e dei risultati formativi. Il curricolo offre un metodo di costruzione per una specifica proposta progettuale in base ed in rapporto:

alle condizioni dei bambini con cui l’insegnante opera;

ai livelli di competenze;

al contesto socio- culturale;

agli atteggiamenti e alle esigenze dei genitori. Il curricolo nella scuola dell’infanzia è l’intersezione fra:

l’universo dei valori socialmente condivisibili;

le dimensioni di sviluppo dei bambini;

i sistemi simbolici culturali.

Esso comprende i “diversi ambiti del fare e dell’agire del bambino”, che nelle Indicazioni per il Curricolo vengono così raggruppati:

il sé e l’altro;

il corpo in movimento;

linguaggi, creatività, espressione;

i discorsi e le parole;

la conoscenza del mondo.

La programmazione è la traduzione “sul campo” dei documenti programmatici. Essa ha due aspetti: educativo e didattico

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La PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA costituisce la carta d’identità di ciascuna scuola. Essa deve offrire affidabilità culturale, progettuale ed educativa. La programmazione educativa deve tener conto:

del curricolo dettato dalle Indicazioni ;

dei cinque ambiti di esperienza formativa, dei contenuti, dei metodi, degli atteggiamenti che costituiscono gli elementi di ciascun ambito;

delle risorse presenti nella scuola e di quelle esterne;

delle condizioni strutturali e di quelle logistiche. La programmazione educativa, quindi costituisce la cornice entro cui collocare la programmazione didattica e la progettazione.

La PROGRAMMAZIONE DIDATTICA è la previsione e l’organizzazione delle attività da svolgere nei singoli ambiti di esperienza educativa, in ogni singola sezione, tenendo presente:

il tipo di sezione;

il livello di partenza dei bambini;

l’organizzazione didattica del lavoro;

i sussidi, gli strumenti, i materiali presenti nella scuola;

gli spazi e i tempi;

le caratteristiche e le risorse dell’ambiente. La programmazione didattica viene elaborata dalle insegnanti di sezione o delle sezioni parallele. La programmazione didattica, però, non è ancora far scuola. E’ necessario approntare diverse situazioni educative per consentire ai singoli bambini di conquistare ciascun obiettivo, fissato nella programmazione, attraverso percorsi distinti e personalizzati. Questo compito spetta alla PROGETTAZIONE, la quale mette a punto le situazioni e le esperienze educative. La progettazione prevede:

la predisposizione dei materiali utili ad una determinata attività;

la preparazione del contesto necessario al costruirsi di una situazione educativa stimolante;

l’organizzazione di una visita didattica;

l’articolazione del gruppo sezione, in modo da poter organizzare esperienze e percorsi diversi;

l’organizzazione del laboratorio, dell’angolo, dello spazio utili a favorire la ricerca guidata o autonoma del singolo bambino o del piccolo gruppo.

La progettazione, per la sua flessibilità mirata, consente anche di utilizzare l’imprevisto, senza cadere nell’improvvisazione.

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SITUAZIONE DELLA SEZIONE La sezione 5 anni blu è composta da 27 bambini, di cui 14 femmine e 13 maschi. I bambini della sezione sono 27, due bambini sono passati alla scuola primaria e due bambini sono stati inseriti a settembre e si sono integrati senza difficoltà in quanto il gruppo- sezione li ha accolti positivamente. I bambini iscritti al pre-scuola (7.30-8.00), sono 2 mentre al tempo prolungato (16.00-18.00), è iscritto un solo bambino. Due bambini della sezione utilizzano il trasporto pubblico all’andata e uno solo al ritorno. Dalle prime osservazione del gruppo sezione si è notato un forte desiderio di ricomporre il gruppo degli amici, perso di vista durante le vacanze

estive. La sezione si presenta sempre molto vivace sia a livello intellettuale che nei momenti ricreativi. Ogni singolo ha sempre desiderio di confrontarsi con gli altri e voglia di portare le proprie esperienze di vita a conoscenza del gruppo. Tutto ciò diventa per le insegnanti una risorsa da cui partire, per la trattazione delle attività didattiche. Nei momenti di gioco libero i bambini, a gruppi, utilizzano tutti gli angoli della sezione, indistintamente, creando simulazioni di gioco, a volte cosi veritiere da coinvolgere tutta la sezione.

Sono altrettanto importanti, e presenti, i momenti di gioco tranquilli, da tavolo, durante i quali, i bambini autonomamente si organizzano in gruppi per giocare con memory, giochi di società o puzzle. Il filo conduttore delle relazioni amicali rimane comunque il rispetto reciproco, la fiducia e l’ascolto dell’altro e l’attesa del proprio turno.

ARRICCHIMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA Anche in questo anno scolastico, oltre agli specifici percorsi della programmazione, i bambini della sezione parteciperanno a progetti che arricchiscono la nostra offerta formativa. Essi sono:

Progetto di musica: con l’esperta Francesca ( il lunedì dalle 10,00 alle 10,55 dal 16 novembre con alternanza quindicinale). Questo progetto prevede al suo termine, una lezione aperta ai genitori per dimostrare il percorso di educazione musicale svolto nei tre anni di scuola dell’infanzia.

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Progetto di gioco/motricità: denominato “Muoviti, muoviti”, è finanziato completamente dalle Terre d’Argine. Prevede quattro lezioni di acquaticità (23 ottobre, 30 ottobre, 6 novembre e 13 novembre) presso la nuova piscina di Carpi e, a partire dal 9 novembre, di lunedì (dalle ore 11,00 alle 11,45), ad alternanza quindicinale, lezioni di giocomotricità per tutto l’anno scolastico con l’esperta Linda.

Progetto di lingua inglese con l’esperta Stefania Camurri. Questo progetto si svolgerà tutti i martedì (a partire da martedì 3 novembre dalle ore 10,40 alle 11,40 circa) per 11 lezioni e, come il progetto di musica, prevede al suo termine, una lezione aperta ai genitori per dimostrare il lavoro svolto nei tre anni di scuola dell’infanzia. Apprendere i primi elementi di una lingua comunitaria, in questo caso l’inglese, è un’esperienza importante per i bambini in quanto hanno la possibilità di sperimentare un altro codice linguistico e di familiarizzare con la dimensione europea e mondiale in cui viviamo.

Progetto CEAS prevede tre incontri in sezione per complessive 6 ore condotti da un’esperta del CEAS. Il percorso (“Brutti e cattivi”) ha l’obiettivo di favorire la conoscenza e il rispetto dei piccoli animali che popolano l’ambiente che ci circonda.

Per i bambini, i cui genitori ne hanno fatto richiesta, ci sarà l’insegnamento della religione cattolica il mercoledì, dalle 11.00 alle 12.30 con l’insegnante Angela Pace. Gli altri bambini svolgeranno attività alternative con le insegnanti di sezione.

LE NOSTRE USCITE Anche questo anno scolastico abbiamo riservato una particolare attenzione alle uscite alla scoperta dell’ambiente naturale, sociale e culturale al fine di promuovere nei bambini sempre nuovi interessi, motivazioni e curiosità. Le uscite previste sono: - 12 novembre, uscita all’Ufficio Postale di Soliera per inviare una lettera ai bambini della scuola dell’infanzia San Giorgio di Verona. - 1 dicembre 2015, laboratorio di luci e ombre “I colori segreti dell’alfabeto. ABC. La vita segreta delle lettere” presso la ludoteca “Il castello dei ragazzi” di Carpi;

- 15 dicembre 2015, visita ‘ai nonni’ della casa protetta “Sandro Pertini” di Soliera;

- 4 marzo 2016, visione di uno spettacolo teatrale al Cinema-Teatro di Soliera;

- 21 aprile 2016, laboratorio "Le costruzioni fantastiche” proposto dalla biblioteca-ludoteca “Il mulino” di Soliera; - 5 maggio 2016, laboratorio "L'albero delle 4 stagioni” (Metodo Munari) proposto dalla biblioteca-ludoteca “Il mulino” di Soliera; - in data da definire, “Occhi-nasi-bocche-baffi” visita alla mostra di ritratti di personaggi strampalati creati con materiali di recupero dell’artista Michele, a seguire laboratorio ispirato all’esposizione, presso la ludoteca “Il castello dei ragazzi” di Carpi;

- in data da definire, gita di fine anno.

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INTENTI PROGETTALI

Non insegnare mai ad un bambino niente che possa apprendere da solo. Loris Malaguzzi

FACCIO, PARLO, PENSO... Un percorso di educazione linguistica e scientifica

Finalità

Uno dei compiti dell'educazione scolastica è far raggiungere alla maggior parte degli alunni una buona padronanza del pensiero logico, che difficilmente si produce spontaneamente, ovvero la capacità di riflettere, prevedere, valutare. Con un percorso di educazione linguistica si intendono aiutare i bambini a sviluppare la capacità di riflettere sulle cose e sugli eventi del mondo circostante e a impadronirsi gradualmente, attraverso descrizioni e paragoni, della codifica di relazioni logiche, per giungere alle capacità più astratte di prevedere e valutare. Affinché questo tipo di educazione linguistica porti ad un evolversi verso la formazione del pensiero logico, sono necessarie tre condizioni: l'esperienza concreta, l'interazione sociale e l'equilibrazione. La riflessione linguistica, quindi, ruoterà necessariamente intorno ad attività concrete: gli oggetti e i materiali utilizzati come argomento di studio saranno semplici e familiari, concreti e presenti, per dare modo a ciascuno di agire su di essi, modificarli, trasformarli e nello stesso tempo collegare azione e riflessione con il linguaggio. La discussione (durante la quale ciascun bambino avrà il tempo e ampia opportunità di parlare) verrà guidata unicamente attraverso domande, in modo da garantire un apprendimento per scoperta, garanzia di ulteriore motivazione. Un tipo di insegnamento per domande a differenza di quello per spiegazioni, richiede molto più tempo ma è l'unico da attuare durante il periodo del pensiero preoperatorio sia per insegnare le cose che per insegnare ad usare con proprietà il linguaggio. Lo stato di "disagio" e di squilibrio generato dalla domanda porta chi la riceve a provare la necessità di trovare o di ricevere la risposta per ripristinare l'equilibrazione. Lo stato di squilibrio non è confortevole ne’ per chi lo prova, ne’ per chi osserva qualcuno che lo sta provando; per questo motivo spesso gli insegnanti provano l'irresistibile impulso di fornire subito tutte le risposte. Ma se si forniscono spiegazioni senza aver prima fatto provare la frustrazione causata dallo squilibrio, non si provoca nei bambini l'interesse e la motivazione a inglobare nella propria mappa cognitiva, e quindi ad apprendere, il dato o i dati che risultano mancanti.

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Il percorso

Si è scelto di allestire in sezione un angolo chiamato "il tavolo della natura" per dare ai bambini tante occasioni per riflettere sulla vita del mondo vegetale. Le piante sono una parte viva del mondo. I bambini si prendono cura con gioia di esse e con grande eccitazione osservano lo schiudersi del piccolo seme che hanno piantato, annaffiato, esposto alla luce.

Il percorso sarà flessibile in quanto le insegnanti accoglieranno le proposte e il materiale che porteranno i bambini in modo da renderli i protagonisti del loro percorso conoscitivo e in modo da preservare quella curiosità e quello spirito di ricerca che determinano un percorso di apprendimento attivo e consapevole. L'apprendimento per scoperta risulta determinante affinché il bambino sviluppi quel piacere per la conoscenza e quella curiosità che lo motiveranno nel percorso scolastico futuro.

Le insegnanti ipotizzano di sviluppare insieme ai bambini i seguenti percorsi: - La rosa: osservazione, confronto a distanza di alcuni giorni, ipotesi; - Il Pothos: osservazione, copia dal vero, riproduzione per talea, osservazione della formazione delle radici, coltura della nuova piantina; - Il castagno: osservazione di un ramo di castagno, osservazione delle castagne, copia dal vero, le caldarroste; - La vite: ci scrive nonno Ubaldo e ci invita alla sua vigna, vendemmia, il grappolo d'uva e le sue parti, copia dal vero, pigiatura con le mani, il succo d'uva si trasforma in mosto, la torta morbidissima all'uva, riscrittura della ricetta; - Le piante e le loro caratteristiche (esplorazione, classificazione, copia dal vero, rappresentazione con grafici -ideogramma-, esperimento dei cinque vasetti e della piantina di fagiolo: terra, luce, acqua, aria, calore); - Dove e come nascono le piante (ricerca, osservazione e classificazione di semi - collaborazione delle famiglie, realizzazione di faccine buffe con i capelli nati da semi di crescione); - Piante ed alimentazione (realizzazione di un'insalata o di un minestrone, realizzazione di una tisana, osservazione di radici e germogli di una patata posta in un vasetto con l'acqua); - Piante e filastrocche.

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GIOCHI DI PAROLE... Un percorso di avvicinamento alla letto-scrittura

Premessa

Ci si potrebbe chiedere: “perché parlare di lettoscrittura alla scuola dell'infanzia?”. Per trovare tale risposta, oltre a far riferimento a studi specifici, è utile ascoltare i nostri bambini per comprendere che il loro percorso cognitivo verso la lingua scritta inizia ben prima dell'entrata alla scuola Primaria (E. Ferreiro e A. Teberosky).

Recenti studi psicolinguisitici hanno da tempo dimostrato che i bambini, già prima di ogni insegnamento istituzionale, (venendo a contatto con un contesto ambientale -fisico, culturale e sociale- ricco di informazioni) non solo manifestano grande curiosità e attrazione nei confronti della lingua scritta, ma si dimostrano in grado di comprendere le specificità del messaggio scritto (distinguendolo dal segno iconico) e di ricercarne e interpretarne i meccanismi di strutturazione, sviluppando in modo attivo e consapevole una notevole competenza sulla lingua scritta.

Il bambino, già in età prescolare, se sostenuto nel suo spontaneo interesse a capire e a utilizzare la lingua scritta, intraprende un vero e proprio percorso di conoscenza, formulando precise ipotesi sul funzionamento del sistema alfabetico e sperimentando, sulla base di tali concezioni, personali sistemi di scrittura. L’acquisizione e la progressiva padronanza della lingua scritta appaiono strettamente conseguenti non tanto alla pura acquisizione di abilità percettivo-motorie, quanto invece all’attivazione di processi logici estremamente complessi ed elaborati.

Prendendo come riferimento gli studi condotti da Emilia Ferreiro e Ana Teberosky sul processo di apprendimento della letto-scrittura, risulta di fondamentale importanza elaborare e sviluppare strategie didattiche in grado di sostenere e sollecitare le curiosità che i bambini mostrano spontaneamente per la scrittura, di indirizzarli e incoraggiarli a formulare ipotesi, ad elaborare teorie, e soprattutto in grado di motivarli al piacere della lettura e della scrittura. Le due studiose hanno scoperto che la scrittura alfabetica rappresenta per il bambino un punto di arrivo, e non di partenza; le tappe cruciali del processo di alfabetizzazione (livello presillabico I, livello presillabico II, livello sillabico, livello sillabico-alfabetico) sono quelle che precedono la scoperta del codice alfabetico, cioè della corrispondenza convenzionale tra gli aspetti sonori del parlato e i segni grafici dello scritto. Se è vero che il bambino impara a parlare vivendo in un contesto ricco di situazioni comunicative per lui reali e di interazioni sociali significative e che esercita un ruolo attivo e consapevole nel processo di comprensione delle regole e delle funzioni del

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sistema linguistico, è altrettanto giusto affermare che ciò avviene anche per il processo di costruzione della lingua scritta. Di conseguenza, l’appropriazione della lingua scritta non può prescindere dal riferimento alla lingua orale: la competenza linguistica risulta essere essenziale per un reale apprendimento della lingua scritta. Al fine di promuovere tale processo, occorre quindi fornire a tutti i bambini un ambiente linguistico stimolante, grazie al quale acquisire e ampliare il vocabolario, la competenza grammaticale e sintattica, la conoscenza della funzione della lingua orale e della lingua scritta.

Considerando l’importanza di una corretta impostazione del rapporto tra bambino e lingua scritta, appare quindi essenziale favorire le occasioni di familiarizzazione con il mondo dei segni scritti, da cui i bambini sono ampiamente circondati.

L'apprendimento si verifica quando chi apprende decide di mettere in relazione nuove informazioni con le conoscenze che già possiede, rielaborando da sé il materiale di studio, organizzando reti concettuali che collegano i concetti chiave in una struttura unitaria e significativa. L'apprendimento è frutto di un lungo e complesso processo di acquisizione. Sono i bambini che costruiscono le proprie idee sulla lingua scritta, ponendosi problemi, formulando ipotesi e verificandole confrontandosi con i pari e con le scritte presenti nella loro quotidianità. Questa costruzione avviene in interazione con gli adulti e i coetanei che parlano quella lingua. i bambini infatti imparano insieme, interagendo e confrontando le proprie modalità di lettura e scrittura con gli adulti e i compagni, dai quali ricevono occasioni di conferma o modifica delle proprie convinzioni.

Risulta di fondamentale importanza creare un contesto educativo che promuova lo sviluppo di un processo esplicito e sociale di costruzione della lingua scritta, del quale il bambino risulti essere il protagonista, un apprendista attivo, che cerca in prima persona di comprendere e capire.

Il compito dell'insegnante è quello di favorire nei bambini un approccio attivo e consapevole alla scrittura attraverso l’osservazione, la ricerca, la cooperazione e la costruzione (grazie al confronto e al conflitto con le ipotesi dei compagni) degli apprendimenti.

Il bambino, in conclusione, impara a leggere e scrivere attraverso un processo non di copiatura (che presuppone abilità manuali) ma attraverso un processo di costruzione attivo e funzionale (abilità meta linguistiche e meta fonologiche, la capacità di riflettere sulla parola scritta e parlata).

Finalità Le attività che le insegnanti proporranno fanno riferimento al progetto LEGGERE E

SCRIVERE TUTTI INSIEME (attuato dai Comuni dell'area Nord della provincia di Modena), un percorso di avvicinamento al codice scritto progettato da una equipe specializzata. Il Progetto propone una impostazione di lavoro ben definita, articolata in percorsi operativi, modalità di intervento, strumenti che poggiano su precise basi teoriche di riferimento.

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Le finalità del progetto sono: • ricerca e attuazione di strategie metodologiche finalizzate a creare nei bambini

curiosità e aspettative verso il mondo linguistico e a sviluppare un primo consapevole e funzionale approccio alla letto scrittura.

• individuazione di eventuali difficoltà di apprendimento (dsa) e attivazione di interventi precoci.

Si intende quindi far leva sull’innata curiosità e motivazione verso la lingua scritta e

potenziare le abilità fondamentali per l’apprendimento di lettura e scrittura. Ciò avviene mediante attività laboratoriali di tipo ludico e connesse alle routines dei bambini.

Gli angoli della sezione: I MICROMONDI

La sezione si trasforma in un laboratorio...creativo e divertente, ricco di stimoli, accogliente delle idee dei bambini, non giudicante, ricco di “MICROMONDI”. Le insegnanti allestiscono, in sezione, contesti ricchi di stimoli e di materiali di cui il bambino può usufruire autonomamente. I MICROMONDI sono contesti funzionali attraverso i quali vengono messe a disposizione dei bambini diverse “scritte” di uso quotidiano. I micromondi sono finalizzati alla costruzione di strategie interattive e risultano efficaci per supportare i processi di apprendimento. In sezione vengono quindi allestiti angoli specifici:

Angolo dell’appello (calendario, cartellone delle presenze, cartellone degli incarichi),

Angolo della scrittura (cartellini coi nomi dei compagni, nomenclature, banca parole, il casellario delle lettere, le lettere magnetiche, ecc...),

Angolo del gioco della posta, Angolo della lettura, Angolo del gioco della bibliotecario, Angolo del gioco della compravendita.

L’angolo dell’appello Molto tempo verrà dedicato alle attività previste per

l’angolo dell’appello. I bambini attraverso l’angolo dell’appello vengono stimolati a: - Intuire il concetto di tempo che trascorre e a comprendere le scansioni temporali (settimana, mese, stagione). - Cogliere le trasformazioni naturali dovute al trascorrere del tempo. - Osservare e verbalizzare le caratteristiche stagionali dell’ambiente circostante. - Cominciare ad utilizzare indicatori temporali (ieri, oggi, domani). - Rispettare gli impegni e i turni stabiliti. - Curiosare ed esplorare, porre domande, discutere, confrontare ipotesi, spiegazioni e soluzioni.

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- Familiarizzare con il codice scritto - Distinguere il disegno dal segno scritto - Riconoscere e scrivere il proprio nome e quello dei compagni - Comprendere l’importanza del codice scritto e della convenzionalità. - Formula ipotesi sulla lingua scritta - Scopre la relazione tra lingua orale e lingua scritta. L’angolo della scrittura In un’ottica volta a valorizzare l’importanza educativa del contesto e a considerare un adeguato ambiente di apprendimento quale curricolo implicito, viene organizzato, insieme ai bambini, l’angolo della scrittura, ovvero uno spazio ricco di materiale utile alla scrittura che i bambini possono utilizzare in modo autonomo.

Raccolto il materiale (carta, pennarelli, pastelli, tratto-pen, forbici, colle, riviste, cassettiera contenente le lettere dell’alfabeto, cartoline per il gioco della posta, lavagnetta e gessetti, ecc) e correttamente etichettato, viene quindi allestito il mobile a giorno dedicato alla scrittura. Il mobile contiene anche le scatole (divise per argomenti) della banca delle parole, una scatola contenente i cartellini con i nomi di tutti i bambini e delle insegnanti, la cassettiera contenente le lettere dell’alfabeto (divise per tipologia), la scatola contenente le cartoline per il gioco della posta, giochi (tipo puzzle) per la costruzione delle parole.

Un’esperienza molto importante che potranno compiere i bambini nell’angolo della scrittura è il disegno e la scrittura spontanea che permetterà di valutare nel tempo i cambiamenti delle “teorie” dei bambini riguardo al linguaggio scritto. La consegna: “Vicino alle cose che avete disegnato scrivete il loro nome. Scrivete come siete capaci” permette all’insegnante di valutare:

• l’organizzazione spaziale del foglio durante il disegno; • l’esecuzione grafica; • la qualità del segno; • la direzionalità sx/dx: in scrittura e in

lettura ; • l’ipotesi di lettura: dopo aver scritto i

nomi delle cose disegnate il bambino ci leggerà ciò che ha voluto scrivere ;

• la stabilità nello scrivere il nome di uno stesso oggetto disegnato più volte (la stessa cosa si scrive sempre allo stesso modo, Costanza di rappresentazione).

L’angolo del gioco della posta Un’attività che, fin dai primi mesi di scuola, ha coinvolto e appassionato in modo

particolare i bambini è quella della creazione e dello scambio di bigliettini da loro realizzati, attraverso la sperimentazione di scritture spontanee.

L’insegnante, osservando la spontaneità, l’interesse e l’attitudine mostrati dai bambini nello svolgere tale attività, la rilancia apportando qualche modifica.

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Innanzitutto, per scrivere i messaggi, prepara insieme ai bambini delle cartoline che presentano, da una parte, lo spazio per un disegno e, dall’altra, lo spazio per scrivere il destinatario e la frase scelta dai bambini. Inoltre, propone l’allestimento di una banca delle parole, apposita per il gioco della posta, che costruisce insieme ai bambini, realizzando cartellini corredati di immagini e parole (ciao, tanti baci, ti voglio tanto bene, un abbraccio, ecc.). Vengono quindi inventati i nomi di due vie e vengono realizzati e posizionati in sezione i cartelli corrispondenti; i bambini vengono suddivisi nelle due vie e i loro nomi vengono collocati sotto il nome della via corrispondente. In questo, nel compilare la cartolina, i bambini dovranno scrivere l’indirizzo dell’amico a cui vogliono inviare il messaggio. Successivamente, i bambini, aiutati dall’insegnante, posizionano in sezione una cassetta della posta, nella quale raccogliere i messaggi da loro realizzati. Quindi, vengono stabilite collettivamente alcune regole per l’utilizzo e la gestione di tale mezzo, tenendo conto delle conoscenze acquisite sulle norme che regolano la distribuzione della posta “vera”. Si ritengono necessari: la presenza di un postino che raccolga regolarmente la posta dalla cassetta per distribuirla ai destinatari, la rotazione dei bambini nel ruolo del postino, la realizzazione di un elenco per verificare che effettivamente tutti i bambini ricoprano tale ruolo, la regolarità nel prelievo delle lettere, la presenza, nella parte esterna del biglietto, del nome del bambino al quale esso è destinato. In pratica, quindi, ogni lunedì mattina, durante il momento dell’appello, viene scelto un bambino che, fungendo da postino, distribuisce la posta ai compagni leggendo il nome del destinatario, indicato sulle letterine (attività che porta a riflettere sulla funzionalità della scrittura).

Questa attività, carica di un forte valore affettivo, coinvolge molto i bambini e li porta, in modo naturale e spontaneo, a sperimentare la scrittura. Appena c’è un momento di gioco libero, all’interno della giornata scolastica, i bambini si organizzano con cartoline e pennarelli e, in un clima di divertimento, di confronto e di collaborazione, realizzano una grande quantità di messaggi. Occorre sottolineare che la tipologia dei messaggi (grafici, iconici o misti) viene lasciata alla libera scelta dei bambini. La maggior parte di essi mostra di preferire alla copiatura dei cartellini della banca delle parole, una ricerca attiva, autonoma e cooperativa delle frasi.

Il gioco della posta favorisce sicuramente l’avvicinarsi dei bambini al concetto di comunicazione finalizzata, supportata da mezzi diversi, complementari o sostitutivi della comunicazione orale. Per questo motivo risulta importante dare ai bambini la possibilità di venire in contatto con messaggi di vario tipo (cartoline, lettere, comunicazioni burocratiche, ecc.), in modo da favorire e sostenere le loro ipotesi sull’uso e la funzione di questi strumenti di comunicazione.

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L’angolo della lettura Attraverso l’angolo della lettura verrà inoltre

motivato il piacere verso la lettura, la comprensione e la costruzione di una storia attraverso: l'ascolto, l’analisi del testo e la conversazione, la lettura di immagini da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso, l’utilizzo di tecniche e materiali diversi per rappresentare le storie.

Prendendo spunto dal prestito del libro che, anche quest’anno, avviene regolarmente tutte le settimane, i bambini, non solo avranno l’occasione di condividere la lettura di un racconto con la propria famiglia, ma avranno altresì l’opportunità di esprimersi di fronte al gruppo dei coetanei. Attraverso il racconto che i bambini faranno del libro portato a casa e letto con i propri genitori. L’intento è quello di aiutare il bambino ad affrontare un gruppo di auditori e di provare a seguire le regole generali del racconto, in modo da portare il bambino a riflettere sugli aspetti importanti che lo caratterizzano: inizio, svolgimento, finale (tali aspetti infatti, se omessi, vanno a compromettere la comprensione della storia). Inoltre, a partire dalla lettura, narrata dall’insegnante, di semplici libri, i bambini potranno analizzare il testo e rielaborarlo graficamente raccontando quale estratto del racconto ha colpito maggiormente il loro interesse. Il percorso potrà proseguire poi attraverso diverse proposte che vogliono stimolare la fantasia del bambino come:

inventare un finale originale di un racconto proposto;

mescolare le storie utilizzando personaggi conosciuti appartenenti ad altre fiabe;

drammatizzare brevi scenette o racconti diventando attori in erba o utilizzando il teatrino e le marionette;

giocare con il Binomio fantastico (metodologia proposta da Gianni Rodari). Il Binomio fantastico mette a disposizione dei bambini diverse immagini e viene ricordato loro che “…è il momento di lasciar libera la fantasia, di credere a tutte le cose incredibili che essa ci racconterà”. Il bambino pescherà a caso due immagini e ne inventerà un racconto che può assumere aspetti molto vari (può essere realistico, fantastico, breve, lungo,…) in modo da portare i bambini a divertirsi nell’inventare e raccontare storie. È una tecnica formidabile “per mettere in movimento parole e immagini” (G. Rodari).

Parallelamente al percorso sul racconto, i bambini costruiranno un ALFABETIERE

GIGANTE, un libro enorme avente una pagina per ogni lettera dell’alfabeto, su cui i bambini potranno incollare i diversi personaggi che incontreranno nelle storie lette e raccontate, o semplicemente ascoltate. I diversi lavori verranno associati alla lettera iniziale del loro nome (ad esempio il MAGO troverà collocazione nella pagina con la lettera M) …e il gioco è fatto!. In questo modo i bambini, oltre che ritrovare i loro “eroi” preferiti, potranno fare anche un gioco fonologico circa il riconoscimento del fonema iniziale del nome.

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L’angolo del gioco della compravendita Prima di introdurre il gioco del supermercato, l’insegnante propone ai bambini

un’attività di osservazione e comparazione di alcune scatole di uno stesso tipo di alimenti o prodotti (riso, biscotti, sapone, ecc). Ad esempio, mostrando ai bambini tre scatole di riso, di differenti marche, l’insegnante chiede loro di indicare la scritta “riso” e suggerisce loro di trovare la stessa scritta su tutte scatole. Questa attività, che stimola il confronto e la collaborazione, favorisce, in modo particolare, l’acquisizione da parte del bambino della costanza di rappresentazione. Attraverso un momento di conversazione, volto a raccogliere le idee dei bambini, viene quindi introdotto il gioco del supermercato. Allestito lo spazio per realizzare tale gioco, i bambini, attrezzati di banconote, cassa e sportine per la spesa, si organizzano in un gioco che, oltre ad essere divertente e coinvolgente, li aiuta a cogliere la funzionalità della scrittura, li stimola a compiere ipotesi di lettura, sviluppa le loro competenze logico-matematiche.

Il percorso

Due sono le aree da indagare per individuare le tappe evolutive del processo di appropriazione del codice scritto: 1. Lettura - Scrittura: la concettualizzazione della lingua scritta (cioè le teorie che il bambino si costruisce sulle regole di aggregazione dei segni scritti); 2. Fonologia: la consapevolezza della lingua come riconoscimento dei suoni che compongono la parola (consapevolezza fonologica). Le attività del percorso, di seguito illustrate, sono quindi volte ad aiutare il bambino a riflettere sull’aspetto formale e sonoro delle parole.

1. ASPETTO FORMALE: RAGGIUNGIMENTO DELLA STABILITA’ DEL NOME

Gli studi di Ferreiro e Teberosky illustrano l’intensa attività cognitiva che caratterizza gli incontri del bambino con il sistema linguistico e i processi attivati per impadronirsene, anche prima dell’ insegnamento formale. I bambini, già alla scuola dell’infanzia, dimostrano interesse nei confronti della Lingua Scritta: operano le prime classificazioni; compiono le prime esperienze di lettura; si costruiscono una loro TEORIA LINGUISTICA, cioè un insieme coerente di regole di interpretazione e produzione dei segni scritti. Tuttavia, per imparare a leggere e a scrivere in modo convenzionale, occorre capire che i nomi e le parole si scrivono sempre allo stesso modo e per rendere i bambini

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consapevoli di questo è necessario che essi si impadroniscano di 4 concetti fondamentali :

1.quanti elementi ci sono in una parola; 2.quali sono gli elementi della parola; 3.come questi elementi sono disposti; 4.come questi elementi sono rappresentati. Le insegnanti si sono chieste : visto l’interesse

dimostrato dai bambini nei confronti della Lingua Scritta, perché non stimolarli, attraverso la metodologia del gioco ed il confitto cognitivo, a “scoprire questi aspetti”? Le proposte che seguono stimolano i bambini a comprendere questi concetti in modo semplice ed accattivante perché è il bambino il vero protagonista del suo apprendimento; è lui che manipola la lingua scritta giocando, arrivando a costruire nuove conoscenze.

Obiettivi specifici:

Stimolare i bambini a cogliere i tratti distintivi salienti dei nomi e delle parole:

Stimolare i bambini a capire se una parola è uguale o diversa;

Stimolare i bambini a vedere e capire se sono presenti tutte le lettere del nome (“rana rubona”);

Stimolare i bambini a cogliere il valore posizionale delle lettere del nome (“leone scambione”);

Stimolare i bambini a capire che il nome non cambia anche se si utilizzano grafie diverse (“orso scrivone”).

Modalità: Il percorso si sviluppa attraverso una serie di attività laboratoriali di tipo ludico -

didattico e di drammatizzazione.

IL NOME Siamo partite dal nome dei bambini perché, come

dimostrano Ferreiro e Teberosky, è caro e stimolante per i bambini giocare col proprio nome, in esso si riconoscono, si identificano e soprattutto è qualcosa che conoscono. Spesso i bambini, già a 4 o 5 anni, sono in grado di scrivere correttamente il loro nome, anche se ciò non implica che siano in possesso delle regole della scrittura convenzionale. Il bambino concepisce il nome proprio come una forma fissa di scrittura: ogni lettera viene considerata come parte di un tutto, senza valore per se stessa, e vengono rifiutate altre possibili scritture del nome che presentano le stesse lettere, ma non lo stesso ordine.

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Le insegnanti preparano 4 cartellini di differenti colori. I bambini vengono invitati a scrivere correttamente il loro nome, in stampatello, sul primo cartellino. Le insegnanti propongono la seguente domanda: “Tutti leggeranno questo nome allo stesso modo?”. Vengono registrate le risposte. Inoltre, domandano: “Tutti scriveranno il nome allo stesso modo?” Poi ogni bambino viene invitato a chiedere alle persone a casa, di leggere il cartellino-nome e a chiedere sia a mamma che a papà di scrivere, su due differenti cartellini, il nome del bambino. Verificato, a scuola, che tutti leggono e scrivono il nome allo stesso modo, le insegnanti pongono la domanda: “Sarà perché ci conoscono?”. Vengono registrate le risposte. Viene quindi inviata una persona estranea a scrivere, nel quarto e ultimo cartellino, il nome di ciascun bambino. I bambini, osservando i quattro cartellini deducono che il nome non cambia se viene scritto da persone diverse.

RANA, LEONE E ORSO Attraverso i giochi e le storie che propongono RANA, LEONE e ORSO, i bambini

hanno la possibilità di cogliere l’ aspetto formale delle parole e sviluppare la competenza percettivo-visiva. I bambini giungeranno a comprendere che le parole uguali si scrivono sempre allo stesso modo (principio della costanza di rappresentazione).

RANA RUBONA. Un giorno le insegnanti faranno trovare ai bimbi in sezione un misterioso cestino coperto di foglie… Ed ecco che all’improvviso salterà fuori una simpatica rana (una marionetta) accompagnata da un cartellino ben evidente con la scritta “RANA” in stampato maiuscolo. Di tanto in tanto la rana farà in modo di evidenziare questa scritta e dirà ai bambini che quello è il suo nome. (Questo cartello rimarrà molto impresso ai bambini ed è uno stimolo per familiarizzare, successivamente, anche con la parola RANA). I bambini, disposti in cerchio, avranno il loro nome ben evidente posto davanti a sé. Il nome è composto da singole tesserine disposte in sequenza corretta: in ogni tesserina c’e’ una lettera del nome. La rana si avvicinerà ai bambini e, con fare accattivante, inizierà a conversare con gli alunni, poi proporrà un gioco: chiederà ai bambini di non guardare l’azione che lei stessa farà su ciascun nome (i bambini disponibili possono farsi bendare) e spiegherà che ruberà una lettera a ciascuno. I bambini dovranno indovinare la posizione della lettera che è stata rubata. La rana poi chiederà (conflitto cognitivo) : “Il nome privato di una lettera si legge allo stesso modo o cambia ?” La rana ruba una lettera ad ogni nome, il bambino si attiva per indovinare ed indicare la posizione della lettera rubata. Gradatamente i bambini arriveranno a scoprire che il nome privato di una lettera cambia: scrivendo non possiamo dimenticare nessuna lettera. Prima di congedarsi la rana consegnerà il cartello col suo nome ai bambini e donerà loro una storia articolata in 4 sequenze con immagini e scritte in stampato maiuscolo. La protagonista è una rana: in ogni sequenza apparirà una frase e la scritta “RANA”.

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LEONE SCAMBIONE. Il percorso continuerà mantenendo le stesse modalità metodologiche e procedure descritte per la rana. Farà il suo ingresso in sezione accompagnata da un cartellino ben evidente con la scritta “LEONE” in stampato maiuscolo; anche il leone di tanto in tanto farà in modo di evidenziare questa scritta e dirà ai bambini che quello è il suo nome. Il leone scambia alcune lettere del nome del bambino che deve indovinare la posizione delle lettere scambiate. Il leone chiederà (conflitto cognitivo) : “Il nome si legge allo stesso modo o cambia se le lettere cambiano di posto?” I bambini, attraverso questo gioco arriveranno a scoprire che il nome, scambiando le lettere cambia: le lettere hanno un preciso posto nella parola. Anche il leone regalerà ai bambini il cartello con la scritta LEONE e la storia di un leone.

ORSO SCRIVONE. Il percorso continua mantenendo le stesse modalità

metodologiche e procedure descritte per la rana e per il leone. Farà il suo ingresso in sezione accompagnato da un cartellino ben evidente con la scritta “ORSO” in stampato maiuscolo; l’orso scrive i nomi utilizzando grafie differenti. L’orso chiederà: “Il nome si legge allo stesso modo o cambia se le lettere vengono scritte con forme strane ?” I bambini arriveranno a scoprire che le lettere possono cambiare la forma / dimensione ma la parola non cambia. L’orso, come gli altri animali, donerà alla sezione sia il proprio nome, sia la storia di un orso.

2. METAFONOLOGIA / RIFLESSIONE SULL’ASPETTO SONORO DELLE PAROLE

Per consapevolezza fonologica si intende la capacità di riflettere sull’aspetto sonoro delle parole: con le competenze metafonologiche i bambini saranno in grado di individuare, distinguere, analizzare e confrontare i suoni che compongono le parole. Tali competenze, inoltre, saranno di supporto agli alunni quando verranno a contatto con la loro veste grafica, le lettere, e quindi con la parola scritta.

Le abilità meta fonologiche si possono suddividere in:

Consapevolezza fonologica globale. La consapevolezza fonologica globale si sviluppa spontaneamente attorno ai 4 anni. Riguarda operazioni relative a:

o riconoscimento e produzione di rime o riconoscimento di sillaba iniziale o segmentazione sillabica o suddivisione sillabica.

Consapevolezza fonologica analitica. Questa competenza si sviluppa parallelamente all’acquisizione della letto-scrittura, solitamente quando il bambino frequenta la scuola primaria. Riguarda operazioni meta fonologiche relative a:

o riconoscimento di fonema iniziale/finale o segmentazione fonetica o suddivisione fonemica.

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Obiettivi specifici:

Maturare la competenza metafonologica:

Imparare ad ascoltare il suono delle parole prestando attenzione

Riflettere sull’aspetto uditivo delle parole

Giocare a scomporre / segmentare nomi e parole

Ascoltare e riflettere con parole lunghe e parole corte

Scoprire che la lunghezza della parola è relativa alla lunghezza del suo suono ed è indipendente dal referente che rappresenta ( es: treno – coccinella ).

Modalità:

Il percorso si sviluppa attraverso una serie di attività laboratoriali di tipo ludico - didattico e di drammatizzazione. Attraverso giochi e attività di metafonologia globale che propone l’elefante i bambini hanno la possibilità di riflettere sull’aspetto uditivo delle parole e maturare la competenza metafonologica ELEFANTE PARLANTE Farà il suo ingresso in sezione un animale, l’ELEFANTE, accompagnato da un cartellino ben evidente con la scritta “ELEFANTE” in stampato maiuscolo. Di tanto in tanto farà in modo da evidenziare questa scritta e dirà ai bambini che quello è il suo nome. L’elefante si avvicinerà ai bambini e, con fare accattivante, inizierà a conversare con gli alunni… ma parlerà in modo strano: quando si presenta dice di chiamarsi “e-le-fan-te”, parla quindi sillabando il suo nome. Chiederà ai bambini di ascoltarlo molto attentamente perché proporrà un gioco: proverà a chiamare ogni bambino sillabandone il nome e, eventualmente, accompagnando la segmentazione col battito delle mani; i bambini dovranno riconoscere il nome pronunciato dall’elefante. Gli alunni si lasceranno coinvolgere con entusiasmo e inizieranno a seguire l’animale col battito delle mani che segmenta i vari nomi. L’elefante continuerà il gioco sillabando altre parole: nave, coccinella, telefono, ape… Poi chiederà di riconoscere parole lunghe e parole corte; la segmentazione sarà di supporto alla comprensione. Prima di congedarsi l’elefante consegnerà ai bambini: il cartello col suo nome; due schede operative con parole lunghe e parole corte da osservare, ritagliare, manipolare; una storia articolata in 4 sequenze con immagini e scritte in stampato maiuscolo (in ogni sequenza appare una frase e la scritta “elefante”) . Alcuni esempi di altre attività fonologiche proposte dall'elefante:

• Il gioco dell’appello in rima (Ad esempio: Chi gioca nel parco? …Marco!); • Indovina indovinello (E’ un animale, inizia con L, LE… LEONE!); • Il telegiornale (Oggi un B BA BAM BAMBINO giocava a P PAL PALLA…); • Il bastimento (carico di cose che iniziano con MA…, TA…, ecc.); • Batti le mani (quando senti nomi che iniziano con la stessa sillaba);

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• Le parole cortissime, corte, lunghe, lunghissime e il conta sillabe; • Scatolina, scatolona, barattolino, barattolone; • Le carte in rima; • Il gioco delle casette (raggruppare le carte che finiscono allo stesso modo); • Il gioco delle parole a catena (le carte diventano un domino di sillabe); • La bacchetta blu trasforma tutto in «U».

PROGETTO CONTINUITÀ INFANZIA/PRIMARIA Ambiti di esperienza:

il sé e l’altro; linguaggi, creatività, espressione; i discorsi e le parole;

Questo progetto si realizza in collaborazione con il coordinamento pedagogico delle “Terre d’Argine” e coinvolge tutti i bambini di cinque anni frequentanti le scuole dell’infanzia statali e paritarie del comprensorio territoriale di Soliera. Il progetto di continuità verticale viene attuato al fine di rendere il passaggio del bambino da un ordine all’altro di scuola il più sereno possibile. Questo può essere attuabile se il nuovo ambiente scolastico saprà “ascoltare” i bisogni e gli interessi dei bambini, considerando i loro vissuti scolastici precedenti. Verranno organizzati scambi e visite con i bambini della scuola primaria, creando così dei “ponti” che rendano più agevole il passaggio. Gli insegnanti dei due ordini di scuola cureranno il progetto di continuità attraverso l'organizzazione di attività e incontri volti a facilitare il passaggio da un ordine di scuola all'altro (realizzazione di una lettera con quesiti che vengono rivolti ai bambini della primaria, due incontri alla primaria che prevedono un momento di attività in abbinamento e un momento di gioco).