Programma M5S Livorno 2014/2019

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1 Programma Elettorale 2014-2019 del MoVimento 5 Stelle di Livorno

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Programma Elettorale 2014-2019 del MoVimento 5 Stelle di Livorno

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SOMMARIO

1. PRESENTAZIONE ……………………………………………………………….. pag 3

2. PARTECIPAZIONE, DEMOCRAZIA DIRETTA

E TRASPARENZA ………………………………………………………………… pag 4

3. ACQUA PUBBLICA ……………………………………………………………… pag 6

4. AMBIENTE …………………………………………………………………………… pag 7

5. ENERGIA …………………………………………………………………………….. pag 14

6. MOBILITA’ E SICUREZZA ………………………………………………….. pag 17

7. URBANISTICA SOSTENIBILE E ASSETTO

DEL TERRITORIO ……………………………………………………………….. pag 26

8. PORTO E INFRASTRUTTURE …………………………………………….. pag 31

9. LAVORO ED ECONOMIA …………………………………………………….. pag 34

10. BILANCIO E AZIENDE PARTECIPATE ………………………………. pag 41

11. POLITICHE SOCIALI ………………………………………………………….. pag 42

12. TURISMO E COMMERCIO ………………………………………………….. pag 49

13. CULTURA …………………………………………………………………………….. pag 58

14. ISTRUZIONE ………………………………………………………………………. pag 71

15. SPORT …………………………………………………………………………………. pag 77

16. CONNETTIVITA’ ………………………………………………………………… pag 80

17. TUTELA DEGLI ANIMALI ………………………………………………….. pag.83

18. AGRICOLTURA …………………………………………………………………… pag.85

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1. PRESENTAZIONE Il MoVimento 5 Stelle di Livorno nasce dall’incontro di persone libere, non legate a blocchi di potere e a partiti. Il programma per la nostra città nasce dal confronto fra le idee di tutti gli attivisti, unito all’ascolto costante dei cittadini, intesi sia come singoli individui che come gruppi, riuniti in associazioni o comitati. Abbiamo iniziato questo percorso 4 anni fa: ci siamo trovati per strada, nelle nostre case, nei fondi commerciali di alcuni attivisti, nei bar e nelle circoscrizioni cittadine. Abbiamo organizzato banchetti di raccolta firme o di divulgazione delle nostre idee, ma anche attività di vario genere ed eventi culturali. Tra i più importanti, da 2 anni a questa parte, ricordiamo il convegno sull’euro con Alberto Bagnai, l’incontro con il Presidente Ferdinando Imposimato, le presentazioni dei libri di Stefano Santachiara e Paolo Bracalini sulla degenerazione della politica e ovviamente gli eventi con i portavoce in Parlamento del M5S. Con questi ultimi manteniamo da sempre un filo diretto che ci ha consentito, nell’ultimo anno, di proporre il testo di alcune interrogazioni parlamentari riguardanti questioni legate al territorio livornese. Nel frattempo abbiamo continuato a riunirci per analizzare le varie istanze che ci venivano presentate, formando dei gruppi di lavoro per approfondire ogni tema specifico, vagliando pregi e difetti delle varie soluzioni normative e cercando di formulare le nostre proposte in un modo che sia il più possibile aderente alle necessità della popolazione. La nostra è una Rivoluzione Culturale necessaria ed inevitabile che deve portare tutti ad una maggiore consapevolezza dei propri diritti e doveri, ad una approfondita conoscenza della realtà e all’elaborazione di possibili soluzioni che non siano espressione di interessi individuali, ma che mirino al bene comune e all’interesse collettivo. Il nostro Programma è stato scritto dai cittadini per i cittadini. Ci riconosciamo nei principi del Non Statuto e della Carta di Firenze. Queste le caratteristiche di chi decide di candidarsi: • Non essere iscritti a partiti o ad altri movimenti; • Fedina penale pulita (nessuna condanna anche se non definitiva); • Non avere assolto in precedenza più di un mandato elettorale. • Ognuno vale uno: non ci sono gerarchie interne od esterne a cui obbedire. Altri elementi che ci contraddistinguono sono: nessun doppio incarico, rifiuto dei rimborsi elettorali, trasparenza e dimissioni degli eletti in caso di perdita dei requisiti necessari per le liste del Movimento. Siamo la vera politica, quella giusta e necessaria per avere finalmente la possibilità di prendere in mano il futuro nostro, dei nostri figli e di Livorno.

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2. PARTECIPAZIONE, DEMOCRAZIA DIRETTA E TRASPARENZA

2.1. Premessa Nella nostra città si è abusato da tempo della parola “partecipazione”, tanto da svuotarne il significato. Dall’esperienza di Cisternino 2020 a quella di Pensare in Grande, a Livorno il maggior successo dei processi partecipativi è rappresentato dai sondaggi sul Palasport (effettuati da Il Tirreno): il primo per scegliere il colore della copertura della struttura, il secondo per il nome definitivo. Questo avviene nella stessa Toscana che, per prima, si è dotata di una legge regionale per la partecipazione, salvo poi negarne la validità come nell’emblematico caso del pirogassificatore di Castelfranco: la stessa Regione rinnegò gli esiti del percorso partecipativo che si opponeva all’impianto, favorendo quindi la NSE, la società che intendeva realizzarlo e della quale era responsabile per le relazioni esterne Agostino Fragai, ex assessore alla partecipazione della Giunta Martini, che aveva “fortemente voluto” quella legge.

2.2. Le Circoscrizioni sono morte! Viva il decentramento! Nessuno rimpiange la vecchia struttura delle Circoscrizioni della nostra Città, tuttavia, assieme a tale tipo di decentramento, sarebbe controproducente rottamare definitivamente gli strumenti annunciati e mai attuati. In un periodo di drammatico e continuo cambiamento come questo, a maggior ragione, serve avvicinare le istituzioni ai cittadini, quanto a capacità di dare risposte alle necessità del territorio. Circoscrizioni, Municipi, Quartieri, si sono trasformati, nel tempo, da organi di partecipazione reale a mere copie in scala ridotta del Consiglio Comunale, con le stesse dinamiche partitocratiche ed hanno finito per divenire un elemento del dibattimento di atti di Giunta e Consiglio Comunale, spesso svilendo il ruolo stesso di quest’ultimo. Nel momento in cui stanno per essere dismesse le stesse strutture delle circoscrizioni, occorre pensare ad un decentramento che sappia valorizzare la volontà della cittadinanza che vuole dare un contributo fattivo e volontario per i beni comuni. Serviranno quindi sempre più luoghi di aggregazione, perché l’alternativa è una progressiva disgregazione sociale e del tessuto cittadino. In qualunque modifica di aspetti urbanistici occorre coinvolgere i cittadini nei processi partecipativi per le scelte che riguardano il proprio quartiere.

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2.3. Bilancio partecipato comunale e di quartiere Nel programma elettorale 2004 del sindaco Cosimi si spendono parole importanti per una previsione di un bilancio partecipato, di cui negli anni si perdono le tracce; da là serve ripartire, perché l’incapacità di incidere sulla realtà è quella che ha allontanato i comuni cittadini dalla vita politica. Destinare una parte importante del bilancio a scelte partecipate è quindi un passo fondamentale per la credibilità della classe politica, la quale deve necessariamente fare un passo indietro per consentire alla cittadinanza attiva di poterne fare due in avanti. Quali dovrebbero essere gli attori di questo processo? I soggetti legati al territorio: dalle associazioni di categoria, alle realtà del terzo settore, anche tutte quelle forme di libere associazioni, come i comitati di cittadini. Facendo tesoro delle esperienze della Rete del Nuovo Municipio, serve partire da una quota di bilancio superiore al 10% per farla crescere nel tempo. Il bilancio e lo stato patrimoniale del Comune devono diventare comprensibili a tutti i cittadini e quindi devono essere fortemente semplificati ed accessibili.

2.4. Referendum propositivo senza quorum E’ inutile citare la beffa del referendum consultivo sul nuovo ospedale, “volutamente fallito” per il mancato raggiungimento del quorum, simbolo di quanto la maggioranza di governo della città creda negli strumenti di democrazia diretta. Cambiare lo Statuto Comunale per istituire l’istituto del referendum propositivo senza quorum è un passaggio necessario affinché i cittadini possano avere una seconda chance sulle scelte delle amministrazioni, di qualsiasi colore esse siano. Le stesse cariche del sindaco e degli assessori devono poter essere revocate attraverso la previsione nello Statuto dell’istituto del Recall, previsto dalla proposta di legge di iniziativa popolare Quorum Zero.

2.5. Lottocrazia E’ indispensabile il ritorno all’estrazione a sorte per l’albo degli scrutatori, introducendo tra i criteri di ammissibilità in questo registro dello status di disoccupato. L’elezione del difensore civico deve poter essere effettuata da tutti i cittadini i quali dovranno avere effettivi poteri di rappresentanza e gli strumenti per poter sanzionare i comportamenti scorretti dell’amministrazione comunale. 2.6. Anagrafe degli eletti e dei nominati Venga istituita finalmente l’anagrafe di eletti e dei nominati e sia resa facilmente consultabile sulla Rete Civica.

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2.7. Comunicazione Comune - Cittadini E’ necessario pubblicare sulla Rete Civica una rubrica “il Comune vi informa” (anche sotto forma newsletter - con versione cartacea) che permetta ai cittadini di essere avvisati per tempo delle attività sul territorio comunale (cantieri, manifestazioni, pulizie strade, taglio del verde ecc.) ed in merito alle discussioni in corso che riguardano le diverse zone della città. In questo modo sarà consentito ai cittadini di verificare nella specifica zona in cui abitano, vivono, lavorano l’effettivo avanzamento delle attività e segnalare per tempo eventuali anomalie. 3. ACQUA PUBBLICA Il programma sull’acqua pubblica è stato scritto per il MoVimento 5 Stelle da 27 milioni di italiani che il 12 e il 13 giugno 2011 hanno sancito il primato del concetto di bene comune sulle logiche del mercato ed ha visto proprio in Livorno la città capoluogo con la maggiore partecipazione, con il 68,3% degli aventi diritto. Lo Statuto Comunale di Livorno deve riconoscere il Diritto Fondamentale all’Acqua, confermando il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato che deve essere privo di rilevanza economica. • Promozione dell’uso di acqua potabile comunale attraverso l’installazione, in diversi punti della città, di fontane pubbliche, che distribuiscano acqua depurata liscia e pure gassata; • Incentivazione dell’utilizzo di acqua pubblica in caraffa nei locali, nelle mense scolastiche e negli edifici pubblici. • Acqua pubblica certificata attraverso la pubblicazione delle analisi delle acque sul portale istituzionale del comune; • Diffusione delle fontanelle pubbliche, in particolare nelle aree a grande frequentazione pedonale e ciclabile con pubblicazione di una mappa aggiornata sul portale comunale, supportata da indicazioni stradali ed informatiche; • Progettazione di una rete di raccolta delle acque piovane in vasche di decantazione e fitodepurazione per uso irriguo, lavaggio strade, processi di recupero rifiuti e riciclaggio e processi industriali; • Incentivazione dell’uso di bacini di contenimento delle acque piovane per attività industriali ed agricole; • Impegno a migliorare le qualità organolettiche dell’acqua così come sgorga dai rubinetti.

4. AMBIENTE

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Premessa: buona parte delle azioni che prevediamo per l’ambiente vengono trattate in maniera dettagliata nelle varie sezioni del nostro programma quali Mobilità (e sicurezza), Urbanistica e Assetto del Territorio, Agricoltura e Acqua Pubblica. 4.1. CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI Ambiente e Rifiuti sono due tematiche strettamente correlate fra di loro. Molta parte dell’inquinamento ambientale è causata dallo smaltimento dei rifiuti, considerato che in Italia ancora si adottano principalmente due modalità di gestione altamente inquinanti ed eticamente immorali: discariche e inceneritori che investono entrambi la città di Livorno dal momento che alla discarica del Vallin dell'Aquila, per la quale mai è partito il processo di bonifica, si aggiunge l'inceneritore del Picchianti per il quale è previsto un revamping (un intervento di ristrutturazione e ampliamento). La nostra non è una posizione pregiudiziale. Siamo contro l’incenerimento dei rifiuti (e a favore della politica rifiuti zero) perchè la combustione dei rifiuti alle basse temperature porta alla produzione di diossine, mentre alle alte temperature porta alla produzione di nanoparticelle (dell’ordine dei 2,5 micron e inferiori), entrambe nocive alla salute. Siamo contro le discariche perchè queste producono percolato, liquido altamente tossico che deriva dallo scarso processo di ossigenazione del rifiuto, nel 100% dei casi disperso in natura, compromettendo il territorio con le conseguenze che si vengono a determinare a catena. • Gestione del ciclo dei rifiuti mediante l’adozione della strategia “Rifiuti Zero”, che miri primariamente alla riduzione alla fonte della produzione di rifiuti, in ottemperanza delle leggi comunitarie, da sempre disattese. I rifiuti devono essere al centro di una visione complessiva che individui il percorso migliore per la loro riduzione, per il loro riuso, riciclo e recupero. Realizzazione di un efficiente e qualificato sistema di raccolta “porta a porta” integrato con un sistema di valorizzazione della raccolta differenziata, il cui fine ultimo sia la completa rinuncia al sistema di incenerimento e l’abbassamento della tariffa di igiene ambientale. RZ non può che prescindere da una maggiore consapevolezza nella cittadinanza della strategia Rifiuti Zero, coinvolgendola attraverso processi partecipativi a studiare la migliore applicazione possibile; • Istituzione, in accordo col progetto “Rifiuti Zero”, di un centro di studio e riciclo in reciproca collaborazione con altri enti che già adottano la stessa strategia; • Attivazione del porta a porta spinto in tutti i quartieri della città, con applicazione della tariffa puntuale. Eliminazione dei cassonetti stradali entro un anno in tutto il territorio del comune di Livorno; • Raccolta differenziata per le attività commerciali (negozi, centri commerciali, industrie, palestre, teatri, cinema) con tariffa puntuale anche per loro. Per i rifiuti delle attività commerciali va attuato un approccio

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dedicato in funzione del tipo di attività. Non si può trattare un ortolano allo stesso modo di uno studio di progettazione; • Creazione di un sito comunale per il baratto e la donazione di oggetti di seconda mano e concedendo spazi fisici a supporto di tali attività nei quartieri; • Amministrazione comunale, tutte le aziende municipalizzate e partecipate dovranno presentare bandi di gara per forniture di prodotti di consumo e non solo (anche mobili), seguendo la direttiva dei green public procurement (direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 2004/18/CE del 31 marzo 2004, per i cosiddetti “acquisti verdi”), contribuendo a dare un mercato di sbocco ai prodotti da riciclaggio. Green public procurement significa acquistare un bene/servizio tenendo conto degli impatti ambientali che questo può avere nel corso del suo ciclo di vita, dall’estrazione della materia prima, allo smaltimento del rifiuto; • Completamento della rete delle isole ecologiche su tutto il territorio comunale, prevedendone una in ogni quartiere; • “Centri del Riuso”, ogni isola ecologica deve avere un luogo dove vestiario, mobili, elettrodomestici e quant'altro possano avere una “seconda vita” trovando nuovi padroni; in questo senso attivare laboratori di trashware, dove pc dismessi possano trovare nuova vita con l'installazione di sistemi operativi e software open source. Con il termine trashware (che deriva dalla contrazione dei termini trash, spazzatura e hardware, la parte fisica di un computer), infatti, si indica la pratica di recuperare vecchi hardware mettendo insieme pezzi di computer diversi, rendendoli di nuovo funzionanti e utili; • Proposta alla media e grande distribuzione di adozione di macchinari per la raccolta di contenitori in plastica ed un servizio per il ritiro dei contenitori in vetro con “vuoto a rendere” e per la distribuzione di prodotti (pasta, sapone, latte, acqua, eccetera) alla spina; • Recupero degli alimenti scartati dalla grande e piccola distribuzione per fini sociali. Ogni anno vengono buttati 1,5 milioni di tonnellate di cibo; • Patrocinio e contributi solamente ad iniziative a basso impatto ambientale. Per le manifestazioni pubbliche, la concessione del contributo dovrà essere legata ad un'effettiva raccolta differenziata: in caso di sagre e per tutto quello che preveda somministrazione di cibi e bevande dovrà essere reso obbligatorio l’uso di stoviglie, bicchieri e posate di ceramica e metallo oppure in materiale compostabile; • Verificare la possibilità di concertare con la struttura carceraria cittadina de “Le Sughere” un progetto per le riciclette, restituendo nuova vita alle biciclette giacenti nei depositi comunali; • Incentivare l’utilizzo di un compostore per chi ha un orto/giardino: ove possibile compost collettivo nelle aree sprovviste di verde. Compostaggio domestico significa eliminare la frazione organica dei rifiuti di casa facendo ciò che la natura fa da sempre, cioè riciclare la sostanza organica non più utile e restituirla in forma di humus. Con il compostaggio dei rifiuti organici si può: gestire meglio i rifiuti di casa, producendone meno, contribuire ad una conseguente riduzione dell’inquinamento, fare del bene al

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proprio orto e ai propri fiori ed, infine, ridurre le spese di smaltimento dei rifiuti; • Diffusione delle Fontanelle Alta Qualità; • Segnalazione sul portale comunale, tramite mappatura, della presenza di contenitori della raccolta differenziata e di rifiuti speciali, anche tramite applicativo per smartphone; • Sviluppo del territorio come polo attrattivo per il riciclaggio, compostaggio etc.; • Sviluppo dei traffici marittimi destinati al recupero delle materie prime. Per finire, il cittadino deve avere la possibilità di conoscere il percorso dei rifiuti e come verranno spesi i soldi della tariffa, come pure i contributi per lo smaltimento già compresi nel prezzo di acquisto dei prodotti (contributi RAEE, CONAI, ecc). Va resa possibile la tracciabilità via internet per dare informazioni su come e da chi sono riciclati o smaltiti i rifiuti.

4.2. INQUINAMENTO

Studio epidemiologico Lo studio del Prof. Annibale Biggeri, epidemiologo, conferma come la qualità dell'aria della città (e dei quartieri nord in particolare) risenta di diverse fonti inquinanti che fanno lievitare il rischio sanitario con un eccesso di mortalità tumorale rispetto alla media toscana; gli stessi quartieri rientrano in un’area fra quelle riconosciute come SIN (Siti in Interesse Nazionale). Tale area è stata individuata come particolarmente soggetta ad inquinamento dal Ministero dell’Ambiente ed è da poco passata sotto l'egida regionale come SIR (Sito di Interesse Regionale). Lo studio è stato finanziato dall’Istituto Toscano Tumori e realizzato dal Dipartimento di Statistica “G. Parenti“ Università di Firenze – Unità di Biostatistica, nell’ambito del Progetto Livorno-Collesalvetti e diretto dal Prof. Biggeri; i dati derivano dall’archivio ISTAT delle certificazioni di causa di morte 1971-2006 e i dati di ricovero ospedaliero derivano dall’archivio regionale 1996-2006. Negli anni più recenti (2007-2009), la mortalità complessiva per gli uomini è stata pari al livello regionale, mentre per le donne è stata maggiore del 5%. Se si restringe l’attenzione ai tumori, si stima un 5,1% di morti aggiuntive rispetto alla media toscana per gli uomini e un 8,7% per le donne (17 e 23 morti in più, rispettivamente). Lo scopo è, oltre alla prevenzione e il controllo di incidenti e dei possibili rischi della salute legati alle attività industriali pericolose, quello della SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA PARTECIPATA eseguita dai cittadini e condivisa dal M5S, poiché rispecchia i principi di partecipazione dal basso che il Movimento promuove. Tale scopo inoltre è in linea con l’orientamento

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dell’UE riguardo all’ISTITUTO PER LA PROTEZIONE DEL CITTADINO, visto ormai lo svuotamento del ruolo delle ASL in materia di prevenzione della Salute Pubblica. E’ dai quartieri nord che occorre quindi ripartire se intendiamo migliorare le condizioni ambientali cittadine (perché al miglioramento di queste zone non potrà che seguire il resto della città), sbloccando i finanziamenti statali previsti per la bonifica dei SIN, attraverso la riconversione di tali siti al servizio della collettività. Anche se la raffineria ENI è collocata fisicamente all’interno del Comune di Collesalvetti (e solo in parte di Livorno), le ricadute sulla salute dei cittadini livornesi sono estremamente rilevanti. In futuro il minore utilizzo di energie fossili comporterà una revisione totale del nostro modo di vivere: si veda, a questo proposito, il paragrafo “Riqualificazione industriale”, a pag.29 del punto 7- “URBANISTICA SOSTENIBILE E ASSETTO DEL TERRITORIO”. Quadro conoscitivo Forme di Inquinamento Abbiamo la necessità, senza per questo creare inutile allarmismo, di conoscere lo stato dell'arte delle acque superficiali e sotterranee, in particolare nelle aree di maggiore sensibilità, quali quelle attorno al Vallin dell'Aquila e in tutte le aree dove insistono impianti di riciclo e gestione rifiuti. Intendiamo promuovere un censimento delle aziende così che in futuro venga tenuto in considerazione, nelle valutazioni di impatto ambientale, la ricaduta negativa di nuovi insediamenti produttivi, oltre al carico urbanistico derivante dal carico di emissioni inquinanti. Nel piano regolatore è necessario far cessare la coabitazione di insediamenti abitativi con quelli industriali, specialmente se inquinanti, provvedendo, nel tempo, allo spostamento di questi in aree compatibili. Traffico motoveicolare

La riduzione e moderazione del traffico privato, lo sviluppo del TPL (trasporto pubblico locale) e del trasporto non inquinante, contribuiranno a ridurre le emissioni che a Livorno rappresentano circa il 30% del carico inquinante (vedere MOBILITA’ E SICUREZZA).

Traffico Navale L'inquinamento delle aree in prossimità di quelle portuali dovute al traffico navale è particolarmente importante soprattutto nei mesi estivi per l'afflusso di navi da crociera. L'adozione del “cold ironing”, sistema di alimentazione elettrica delle navi da banchina che consente di spegnere i motori ausiliari delle navi attraccate eliminando le emissioni, è quindi misura necessaria ma non sufficiente.

Smaltimento amianto proveniente da utenze civili

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Le normative nazionali e regionali stabiliscono che la rimozione del materiale contenente amianto (cancerogeno) può essere effettuata, per modiche quantità, in maniera autonoma dai cittadini, a patto che gli stessi rispettino le procedure e gli accorgimenti previsti dalle normative, compreso l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale atti a evitare l’inalazione delle fibre; il Comune di Livorno ha già previsto, nel Regolamento di Polizia Urbana, la possibilità di rimuovere in maniera autonoma piccole quantità di manufatti contenenti amianto purché presente in forma compatta (lastre, cassoni per l’acqua, tubazioni, comignoli); i cittadini possono rivolgersi alla ASL, presso gli uffici della Sanità Pubblica di Borgo S. Jacopo che, oltre a fornire gratuitamente il materiale da utilizzare per la rimozione, informa sulla corretta procedura da adottare per l’autorimozione. Al momento però al cittadino resta l’onere della spesa relativa al trasporto ed allo smaltimento del rifiuto che deve essere per legge effettuato da una ditta specializzata. Siamo dell’avviso che, al pari di altri Comuni, anche il trasporto e lo smaltimento devono essere a carico del Comune stesso per favorire l’eliminazione del materiale cancerogeno e scoraggiarne l’abbandono; ci impegneremo quindi ad inserire, nel regolamento di Polizia Urbana, una procedura totalmente gratuita per il cittadino che consenta di favorire la completa eliminazione dell’amianto dall’ambiente. Inquinamento da Radiazioni non Ionizzanti Occorre ridurre l’inquinamento elettromagnetico, impedendo il proliferare selvaggio di antenne di comunicazione (per la telefonia) sui tetti delle case ed anche ridimensionare il numero attuale di antenne predisposte, imponendo l’uso di un’unica antenna per tutti i gestori (anzichè per ogni singolo gestore). Il Movimento 5 Stelle crede nel valore della connettività e nella condivisione dell’informazione, ma nel rispetto del cosiddetto Principio di Precauzione mantiene un atteggiamento prudente per la diffusione di antenne WiFi nelle vicinanze di siti “delicati” (ospedali, scuole, etc.).

Inquinamento da Radiazioni Ionizzanti CISAM. Due Ispezioni Parlamentari e tre Interrogazioni (una al Senato, una alla Camera ed una in Commissione Difesa, sempre alla Camera), un intervento in aula al Senato e un question time (il tempo destinato alle interpellanze, ovvero alle risposte del governo alle interrogazioni dei deputati) in Commissione Difesa alla Camera, non sono servite a fermare lo sversamento in mare delle acque radioattive provenienti dalla piscina dell’ex reattore nucleare ubicato all’interno del CISAM. Nonostante che il trattamento di tali acque (secondo le analisi prodotte) avrebbe ricondotto i livelli di radioattività ai valori di legge, lo sversamento, sotto silenzio, negli specchi di mare antistanti la linea di costa, rappresenta

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un metodo del tutto inaccettabile. Vigileremo affinchè le successive operazioni di decommissioning (smantellamento) dell’impianto si svolgano nel pieno rispetto delle leggi e nella tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente. Siamo al fianco dei cittadini per preservare l’ambiente e la salute.

Il caso dei Bidoni Tossici Più di 70 fusti tossici degli oltre 200 dispersi il 17 dicembre 2012 dalla portacontainer Venezia della “Grimaldi”, al largo dell’Isola di Gorgona, nel cosiddetto “santuario dei cetacei”, non sono ancora stati recuperati. Nei fusti sono contenute oltre 12 tonnellate di elementi pericolosi quali vanadio, nichel e molibdeno, metalli altamente tossici che se rilasciati nell’ambiente inquinerebbero (se già non lo stanno facendo) un vastissimo tratto di mare, con conseguenze difficilmente immaginabili e i cui effetti potrebbero essere riscontrabili solo nel lungo periodo, con conseguenze, di natura economica, altrettanto devastanti. Sono state consegnate oltre 4000 firme di cittadini che richiedono la rimozione di tali fusti; i timori espressi dai cittadini, da considerarsi più che legittimi, sono i nostri. Faremo tutto il possibile per cercare di sbloccare questa situazione diventata sempre più insostenibile. Rigassificatore OLT Il rigassificatore di OLT è davanti alle nostre coste. Abbiamo presentato tre interrogazioni parlamentari che ad oggi giacciono ancora senza risposta. L'impianto continua ad essere ben visibile dalle nostre coste ed a rappresentare una seria minaccia alla nostra sicurezza. Oltre a questo, il rigassificatore attualmente risulta inutilizzato e, per questo motivo, avrà bisogno di essere dichiarato “strategico” (con Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico) per avere così dei contributi speciali da parte dello Stato. Questa è la causa per cui il prezzo delle bollette, contrariamente a quanto sostenuto da sempre dai sostenitori dell’impianto, è destinato a salire perché, in caso di mancati guadagni, i gestori verranno comunque rimborsati dal governo italiano (fino al 71%). Anche per questo diciamo NO al rigassificatore. Inquinamento Acustico

Lotta all’inquinamento acustico dei veicoli con una campagna di controlli specifici sulle emissioni acustiche di tutti i mezzi a motore, sia pubblici che privati, con adozione, dove possibile, di asfalto fonoassorbente.

4.4. EDUCAZIONE AMBIENTALE

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Incentivare l’educazione ambientale nelle scuole, anche attraverso la partecipazione dei ragazzi a seminari promossi dagli organi istituzionali preposti al rispetto dell’applicazione delle leggi in materia di tutela ambientale (ARPAT-Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) e attraverso lo studio e progetti basati sulla Carta della Terra.

4.5. GESTIONE DEL VERDE PUBBLICO • Inserimento dei principi negli atti di pianificazione e gestione del territorio (da parte del comune) della Convenzione europea sul paesaggio, fatta a Firenze il 20 ottobre 2000 e ratificata dall'Italia con la legge n. 14 del 9 gennaio 2006; • Ampliamento e revisione delle norme contenute nel regolamento del Verde Urbano Pubblico e privato approvato dal Comune nel febbraio 2003; • Applicazione della Legge n.10/2013 "Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani"; • Incremento e salvaguardia delle aree con vegetazione, ovvero le zone non ancora edificate all'interno del tessuto urbano che presentano valenze ecologiche, naturalistiche devono essere classificate come invarianti. Tali aree contribuiscono alla tutela della biodiversità esistente e contribuiscono al potenziamento della rete ecologica locale in quanto insieme di spazi naturali e seminaturali che ne assicurano la connessione. La percentuale di consumo del suolo nell'area comunale è stata tra il 20 e il 30% nel periodo 2004-2012, la conseguenza è una frammentazione e una grave perdita di habitat naturali. Queste aree possono essere utilizzate come: - agricoltura di qualità/orti urbani; - zone a verde pubblico/usi sportivi; - oasi ecologiche per la protezione ambientale e la conservazione della biodiversità; • Manutenzione ordinaria del verde con criteri ecologici, indirizzata al rispetto delle specificità biovegetali delle piante, contrariamente alla gestione attuale non sostenibile che prevede potature sistematiche a danno dell'intera chioma; • Riconoscimento delle aree a verde pubblico come patrimonio e ricchezza dell'ambiente urbano, riqualificando il loro "status" di semplice arredo urbano, attualmente suscettibile di ogni tipo di trasformazione; • Redazione di un “piano del verde” (strumento di pianificazione integrativo alla pianificazione urbanistica locale, contenente una visione strategica del sistema del verde urbano e peri-urbano). La progettazione degli spazi urbani non può prescindere da tutte le funzioni apportate dalla presenza del verde e in ogni futuro progetto urbanistico vanno considerati tutti i benefici economici e le funzioni apportate. E’ necessario attuare una strategia per la conservazione della natura urbana.

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Deve essere promossa un'adeguata comunicazione del ruolo e dei benefici del verde attraverso pubblicazioni e il coinvolgimento della popolazione locale anche mediante lo strumento della partecipazione.

5. ENERGIA

5.1. Premessa

La produzione di energia elettrica e termica ha le seguenti criticità: · costi; · dipendenza da fonti fossili; · impatto ambientale.

Costi:

La spesa nazionale per l’approvvigionamento di energia dall’estero nel 2012 è di 64,4 miliardi di euro, contro i 62,9 del 2011, con un aggravio di oltre 1,5 miliardi di euro pari al 2,4%. Il peso della fattura energetica sul PIL nel 2012 è salito al 4,1%, contro una media dell’1,5% degli anni ’90.

Per i cittadini italiani la bolletta sta aumentando, ma l’incidenza dei costi delle fonti rinnovabili è trascurabile rispetto alle voci classiche di approvvigionamento e distribuzione.

Per le PMI l'incidenza dei costi energetici si attesta al 7°/8° posto, in ordine decrescente: materie prime, costo del lavoro, tasse, costi finanziari, costi di produzione, logistica, consulenze professionali, energia. Per aziende energivore, solitamente grandi imprese nei settori della plastica, gomma, carta, ceramica, siderurgia e del conciario, l'energia è da considerare una materia prima e quindi con un’incidenza molto alta in termini di costi. La produzione di energia termica ed elettrica dipende per la maggior parte da fonti fossili, per le quali negli ultimi anni si è verificata una impennata preoccupante, in termini di costi, destinata ad aumentare ulteriormente per fattori legati all’estrazione e lavorazione del greggio in particolare.

Dipendenza da fonti fossili.

Secondo l’agenzia internazionale dell’energia, la produzione di petrolio convenzionale ha raggiunto il picco nel 2005 e sta attualmente calando. Le forniture attuali e future faranno sempre più affidamento su petrolio non convenzionale (off shore, sabbie bituminose, trivellazioni polari) che sono

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caratterizzate da un costo molto alto. Si capisce quindi che dipendere da fonti il cui costo è destinato ad aumentare non è una scelta lungimirante.

Impatto ambientale L’immagine che segue evidenzia come Livorno si trovi in un’area di criticità per l’inquinamento atmosferico, dovuto principalmente alla combustione di risorse fossili nelle centrali elettriche, ai processi di produzione industriale e, non ultimo, ai trasporti marittimi.

Per affrontare le sfide descritte sopra, con il Piano d’Azione “Una politica energetica per l’Europa”, l’Unione Europea si è data tre obiettivi ambiziosi da raggiungere entro il 2020: · ridurre del 20% le emissioni di gas serra; · migliorare del 20% l’efficienza energetica; · produrre il 20% dell’energia attraverso l’impiego di fonti rinnovabili.

Tali obiettivi sono stati fatti propri dal Governo nazionale nel position paper del settembre 2007 e dal PIER (piano di indirizzo energetico regionale) approvato dal Consiglio della Regione Toscana in data 8 luglio 2008.

La Commissione Europea ha emanato la direttiva 2010/31/CE che prevede come gli edifici pubblici di nuova costruzione abbiano l’obbligo di un consumo energetico “quasi zero” entro il 2018, estendendo tale normativa a tutti gli altri edifici entro il 2020. La maggior parte degli edifici pubblici è stata realizzata in tempi in cui il problema dell’efficienza energetica non era sentito come adesso. I conseguenti valori di dispersione termica delle pareti verticali, delle finestrature e delle coperture risultano molto più elevati rispetto a quelli introdotti dalle normative attuali di riferimento.

L’illuminazione stradale e degli edifici è fornita da sistemi ormai superati che dovranno essere sostituiti da altri di nuova concezione, in termini di convenienza energetica e di estetica.

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In Europa emerge un nuovo concetto di città, fondato su stili di vita sostenibili e sulla qualità degli spazi. Si svuotano le periferie industriali, perdono di significato i quartieri dormitorio, separati da quelli commerciali.

I quartieri stessi tornano ad essere luoghi di produzione, di creazione di valore e di identità delle persone.

Veri eco quartieri che migliorano la qualità della vita dei residenti attraverso:

risparmio energetico degli edifici e materiali ecocompatibili; riduzione dei rifiuti e del consumo di acqua; mobilità sostenibile; integrazione tra abitazioni, attività commerciali, spazi sociali, sviluppo

del territorio. Un eco quartiere è un luogo che facilita la sostenibilità, dove si vive meglio e che produce lavoro, reddito e sviluppo, ideale per le esigenze dei cittadini (salute, relazioni, facilità di accesso ai servizi…) Gli elevati standard energetici tipici degli eco quartieri sono normati ed incentivati da specifiche normative comunitarie (direttiva 2010/31/CE entrata in vigore dal 1° febbraio 2012) Il raggiungimento degli obiettivi di cui sopra comporterà notevoli risparmi economici da reimpiegare in interventi di sviluppo e di sostegno sociale.

La Carta di Firenze del Movimento 5 Stelle fa esplicito riferimento allo “sviluppo delle fonti rinnovabili (quali il fotovoltaico e l’eolico) con contributi/finanziamenti comunali e all’”Efficienza energetica”.

5.2. Azioni di programma 1. Avviare un piano energetico comunale; 2. Avviare un censimento degli edifici pubblici per valutarne la prestazione

energetica; 3. Individuare gli interventi di miglioramento energetico e quantificarne i

benefici economici; 4. Fare ricorso, dove possibile, a fonti di energia rinnovabile; 5. Quantificare le spese di intervento e stimare un piano di rientro tenendo

presenti i contributi comunitari; 6. Istituire una Energy Service Company pubblica; 7. Promuovere la cultura dell’uso razionale dell’energia; 8. Introdurre tecnologie innovative come le lampade a LED

nell’illuminazione pubblica e negli edifici pubblici; 9. Favorire la bioedilizia e pensare i nuovi edifici con il concetto degli eco-

quartieri; 10. Controlli sulle nuove costruzioni private, per il rispetto delle normative.

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6. MOBILITA' E SICUREZZA

6.1. Premessa

L’amministrazione deve avere come obiettivo, per la mobilità, quello di organizzare gli spostamenti delle persone nel modo più efficace possibile, salvaguardando la sicurezza, la salute, la qualità dello spazio urbano, l'equità sociale e la “rapidità diffusa”, in luogo della velocità del singolo.

La mobilità non è il risultato della contrapposizione tra i “partiti” dei pedoni, degli automobilisti e dei ciclisti.

La comunità è l'unica portatrice di interessi e la buona mobilità persegue l'interesse di tutti”.

6.2. Obiettivi e linee guida

Il Movimento 5 Stelle intende agire sia per ridurre la richiesta di mobilità con il mezzo privato, razionalizzando e potenziando il servizio pubblico collettivo, sia per rendere scorrevole il traffico privato residuo, tutelando i residenti e tutti i soggetti deboli (pedoni, disabili e utenti delle due ruote, ciclisti in particolare).

I costi di spostamento con i mezzi privati, complessivamente, sono assai superiori a quelli dei mezzi pubblici; un migliore sfruttamento di questi ultimi libererà quindi risorse destinate al loro sviluppo.

Seguiremo due principi espressi nella Carta di Firenze che, al punto 5, recita “Piano di trasporti pubblici non inquinanti e rete di piste ciclabili cittadine” e, al punto 6, ”piano di mobilità per i disabili”, nonchè il quadro normativo Europeo che fornisce indicazioni agli enti locali sullo sviluppo di tutti i settori della mobilità rendendola intermodale, così da migliorare la qualità della vita delle città e favorire lo sviluppo economico.

Alcune proposte sono semplici e da realizzare velocemente (6 mesi, 1 anno), mentre altre, più complesse, saranno portate a termine nel lungo periodo (es. 4 anni) durante il quale sarà possibile adattarle per superare ostacoli e vincoli che si presenteranno. Lo scopo è quello di avere a Livorno una mobilità sostenibile ed eliminare alla radice i problemi che il traffico quasi esclusivamente privato porta con sé.

Questi si possono riassumere in:

Inquinamento (atmosferico, acustico);

Sicurezza (traffico, incidenti);

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Degrado aree urbane (causato dallo spazio occupato dagli autoveicoli a scapito dei pedoni);

Consumo di territorio (determinato dalla realizzazione di strade e infrastrutture);

Costi privati per il trasporto (spese famiglie ed aziende).

La mobilità sostenibile contribuisce inoltre ad aumentare le opportunità di occupazione creando attività specifiche e richiamando turisti su percorsi tematici: una città silenziosa, pulita e ordinata è anche più invitante da visitare.

I vantaggi dei mezzi privati (flessibilità di percorsi ed orari) sono tuttavia percepiti così nettamente, anche se spesso sono solo presunti, che per avere un cambiamento non traumatico sarà necessario seguire un percorso graduale su due aspetti principali:

Potenziare ed integrare diversi tipi di trasporto alternativi al mezzo privato in modo da garantire lo spostamento passeggeri in modo più capillare ed efficiente;

Moderare il traffico, in modo da disincentivare l’uso del mezzo privato, se non strettamente necessario;

Dato che, sugli aspetti della mobilità, Livorno si colloca al 33° posto su 50 città capoluogo italiane (indagine 2011 patrocinata da Min. Ambiente), la questione riveste particolare rilevanza.

In attesa della gara unica toscana per il TPL (scelta operata nel 2003 dalla Regione Toscana e al momento non ancora indetta) si è avuta, negli ultimi due anni, una drastica riduzione del servizio pubblico ma, paradossalmente, un aumento dei costi. Dai precedenti 95 autobus più sei scorte (per le emergenze quali ad esempio avaria dei mezzi in circolazione) si è passati a 64 autobus, senza scorte; molti percorsi sono stati tagliati (es. per le scuole medie), gli orari di erogazione del servizio ridotti (dopo le 20.30 non c’è più

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un mezzo a disposizione). Si prevede che, a bando avvenuto, i cittadini perderanno qualcosa come il 20% di chilometraggio nell’urbano e il 40% nell’extraurbano. Il M5S si sta già muovendo a livello regionale per contrastare questa scelta che altro non è che un favore ai privati, senza le necessarie tutele per i cittadini.

6.3. Infrastrutture

Livorno si allunga da nord a sud ed un tempo era completamente compresa tra la costa e la ferrovia; negli anni la città si è sviluppata anche oltre quest’ultima, che è divenuta una barriera problematica da oltrepassare. Attualmente, dopo la chiusura del passaggio a livello di Salviano (sostituito da un piccolo sottopassaggio), vengono utilizzati il cavalca ferrovia della stazione e il sottopasso di Coteto, così, per raggiungere Porta a Terra, si utilizzano strade rionali come fossero di scorrimento: ad esempio la gimkana tra via Cimarosa, via di Salviano e via della Padula percorsa spesso da mezzi pesanti.

Pur in un’ottica di riduzione del traffico cittadino, è necessario rendere maggiormente permeabile la barriera ferroviaria con la realizzazione di nuove infrastrutture, sfruttando l’interesse di RFI nell’eliminazione dei passaggi a livello. Intendiamo stornare parte dei fondi destinati al Lotto Zero dell’Aurelia per realizzare un sottopasso in piazza Dante ed abbattere così il cavalcaferrovia, liberando finalmente il parco delle Terme del Corallo. Inoltre, avvieremo uno studio di fattibilità finalizzato all’eliminazione dei passaggi a livello in via delle Sorgenti e via Provinciale Pisana con realizzazione di sottopassi in sostituzione. Attualmente la sicurezza degli abitanti dei quartieri nord è compromessa (si sono contate diverse vittime negli ultimi anni) ed un incidente industriale in quell’area non disporrebbe di un adeguato piano di evacuazione, poiché lo scorrimento della circolazione veicolare subisce blocchi temporali che variano dai 15’ ai 30’ per il passaggio dei treni.

Ad Ardenza, in accordo con RFI, vorremmo riaprire il passaggio veicolare interrottosi con la chiusura del passaggio a livello; altre opere di attraversamento saranno possibili in base ai fondi dedicati che saremo in grado di intercettare.

6.4. Azioni

Traffico

La revisione del piano del traffico andrà, ovviamente, di pari passo con quella dei parcheggi, del trasporto pubblico e della ciclabilità.

Proponiamo i seguenti punti:

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revisione del Piano del Traffico con un percorso partecipato, attraverso assemblee con i cittadini per conciliare lo sviluppo del commercio e del turismo con la qualità di vita della popolazione residente;

analisi ed eventuali modifiche di tutte le zone pericolose (ad esempio l’immissione sulla variante dall’Ipercoop, il ponte di Santa Trinita, la rotatoria di Coteto, etc.) e con sensi unici incoerenti (ad esempio Ardenza, la Rosa, etc.);

correzione della gerarchia delle strade (di scorrimento, di quartiere, etc.) e ripristino della viabilità originaria in viale Nazario Sauro;

limitare costruzione nuovi parcheggi. Riorganizzazione delle zone di sosta per i residenti per evitare l'eccesso di permessi rispetto ai posti disponibili. Questa razionalizzazione andrebbe fatta tramite un censimento dei posti disponibili confrontato con le richieste di tagliandi, eventualmente unendo alcune zone tra loro, in caso ci fossero squilibri tra posti disponibili e permessi;

riorganizzazione di alcune zone della città (limitrofe a via Grande e Venezia) per favorirne la chiusura al traffico ai non residenti, dotandole di arredi urbani ed elementi che le rendano attrattive e fruibili;

sviluppo di aree pedonali, non soltanto nel centro, prevedendo degli incentivi (es. esenzioni Tosap) alle attività commerciali che si impegnino a riqualificare le aree limitrofe;

mobilità elettrica: incentivare l’uso di mezzi elettrici e l’introduzione delle colonnine di ricarica in varie zone cittadine;

razionalizzazione degli orari per il ritiro dei rifiuti e la consegna delle merci, dove possibile, per evitare interferenze con il traffico veicolare.

Trasporto pubblico

A Livorno l’offerta di TPL, valutata come Km percorsi dai mezzi per abitante, occupa il 35° posto su 50 città capoluogo Italiane (indagine 2011 Min. Ambiente).

Il TPL cittadino presenta alcune criticità: mancanza di coperture di alcune zone di Livorno, le corse terminano alle 20.30, la frequenza delle corse nei festivi è ogni mezz’ora, coincidenze e orari spesso non vengono rispettati, gran parte del parco macchine dovrebbe essere sostituito.

Proponiamo le seguenti soluzioni:

Accessibilità: consentire l’uso a persone disabili o meno abbienti a prezzo simbolico, fino ad introdurre, per gradi, il trasporto pubblico gratuito per disoccupati, pensionati con redditi bassi, portatori di handicap e studenti durante le festività e il periodo estivo in modo da

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innescare un percorso virtuoso dalla riduzione del traffico privato (meno incidenti, meno inquinamento e quindi minor spesa sanitaria, minore usura e minor impegno delle forze dell’ordine per il controllo del traffico);

Fonti di finanziamento: trasmissione a bordo di musica e pubblicità;

Capillarità: collegare aree residenziali e periferiche tra loro e con i poli attrattivi (centro, luoghi di lavoro, scuole, ospedali, centri commerciali, etc.), aumentare la copertura di TPL per le zone più frequentate negli orari di punta per fornire ai cittadini alternative valide ai mezzi privati ed incontrare i bisogni delle persone in difficoltà (pensionati, disabili), attraverso la razionalizzazione e modifica di percorsi delle linee urbane e l’utilizzo di mezzi a pedana ribassata (vedi appendice);

Flessibilità: nei percorsi, negli orari e soprattutto nel periodo notturno con servizi on demand con uso di biglietti integrati e abbonamenti differenziati;

Informazione: estendere le notizie sul servizio in tempo reale tramite pannelli alle fermate e APP per smartphone (potenziando “b on time”);

Impatto ambientale: ridurre consumi, emissioni inquinanti e rumore tramite ammodernamento della “flotta”, con mezzi elettrici, ibridi, alimentati ad idrogeno, metano e biocarburanti;

Intermodalità: collegare le fermate degli autobus con piste ciclabili, punti di snodo bike sharing e altri mezzi di trasporto dotando più mezzi possibili di pedane per trasporto biciclette;

Puntualità e velocità: introdurre corsie preferenziali (dove possibile) e imporre precedenze agli incroci (con relative sanzioni), ridurre i tempi di attesa alle fermate con coordinamento orari e uso tecnologia GPS;

Tecnologia: installazione di tracker GPS sui mezzi e di monitor alle fermate per indicare gli effettivi tempi di passaggio;

Sicurezza: illuminazione delle fermate e utilizzo della stessa rete di trasmissione del sistema GPS per webcam collegate a un sistema di sorveglianza con le forze dell’ordine;

LAM e autobus elettrici dove possibile.

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E’ intenzione del Movimento 5 Stelle avviare da subito uno studio di fattibilità finalizzato all’attrazione di fondi europei per realizzare in futuro una tramvia cittadina.

Percorsi ciclabili

Usare la bici in Europa sta generando oltre 200 miliardi di euro di benefici economici. Lo dice uno studio condotto dalla European Cyclists Federation (sintesi allegata in basso) che valuta l'impatto economico dell'attuale diffusione di questo mezzo di trasporto ecologico, usato, al momento, dal 7,4% della popolazione dell'Ue. Molte risorse sono liberate dai costi sanitari: più di 114 miliardi di euro in meno. La riduzione del traffico porta invece un risparmio di 24 miliardi di euro. Dai 3 ai 6 miliardi vengono poi dal risparmio di carburante. Altri 62 miliardi poi sono sviluppo economico che la diffusione della bici stimola (vedi tabella):

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Il ritorno economico degli investimenti per promuovere la mobilità a pedali è quindi rilevante: nell’Unione Europea sono investiti in media 5-6 euro per cittadino a favore delle due ruote, ma il beneficio economico ricavato è di 400 euro pro capite; per ogni euro speso se ne generano 70.

Livorno, in quanto ad offerta di percorsi ciclabili (km/abitante), occupa attualmente il 38° posto su 50 città capoluogo italiane (indagine 2011 Min.Ambiente). In città possiamo contare solamente su 4 piste non raccordate tra loro e dalla scarsa manutenzione.

Proponiamo le seguenti soluzioni:

miglioramento della sicurezza delle piste attuali;

manutenzione, rimozione ostacoli, separazione con percorsi pedonali e strade, moderazione traffico limitrofo alle piste e sosta veicoli;

realizzazione nuove piste raccordandole con quelle esistenti per favorire, in particolare, lo spostamento tra periferie e centro cittadino, scuole, luoghi lavoro, amministrazione pubblica, ospedale, poliambulatori, impianti sportivi, stabilimenti balneari;

intermodalità con altri servizi pubblici di trasporto;

piste e bike sharing vicino a parcheggi, capolinea autobus, Porto, Stazione;

pubblicità, web, eventi e manifestazioni sulla ciclabilità;

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incentivi per dipendenti pubblici e privati che usano la bici casa-lavoro, progetti scolastici;

percorsi tematici con il patrimonio storico e naturale livornese, ecoturismo.

Trasporto marittimo e vie d’acqua

Il trasporto marittimo e quello delle vie d’acqua, grazie all'intermodalità, potrebbero integrarsi con i trasporti terrestri. Ci proponiamo di sviluppare le vie navigabili cittadine, i Fossi Medicei, per un servizio di trasporto pubblico che si integri con autobus, piste ciclabili e zone pedonali.

Si alleggerirebbe così il carico di mezzi sul suolo cittadino e si contribuirebbe a valorizzare il centro città. Luoghi quali il Pentagono del Buontalenti, la Venezia, le Fortezze, potrebbero così tornare ad essere utilizzati contribuendo, con la loro storia, ad una rinascita culturale e alla creazione di posti di lavoro.

Proponiamo le seguenti soluzioni:

riqualificare gli accessi ai Fossi;

utilizzare come fermate alcune zone dei Fossi che si prestino all’accosto dei battelli;

riorganizzare (gradualmente e con il consenso dei cittadini) la sosta delle barche in modo da consentire la circolazione dei mezzi, soprattutto quando sarà pronto il futuro porticciolo della Bellana;

analizzare lo stato delle cantine per incentivare lungo tutto il percorso, unico in Europa, attività commerciali e di ristorazione;

recuperare il patrimonio architettonico storico del Fosso Reale e divulgarlo ai cittadini e ai turisti.

Sicurezza stradale

Riteniamo semplicemente inaccettabile che si debba continuare a morire o rimanere gravemente feriti per le strade, particolarmente pericolose per pedoni o ciclisti.

Di primaria importanza, nelle zone residenziali, l’introduzione del limite di velocità di 30km/h, come accade in moltissime città europee e non solo.

Proponiamo le seguenti soluzioni:

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Zone 30: riduzione velocità in ambiti residenziali, specialmente nei quartieri ed in prossimità delle scuole; questo al fine di separare il traffico di attraversamento da quello di distribuzione e di accesso alle zone residenziali, aumentandone vivibilità e sicurezza riducendone i rumori e rischi;

protezione dei percorsi pedonali con particolare attenzione alla cura della segnaletica degli attraversamenti e alla loro illuminazione nelle ore notturne;

sviluppo e razionalizzazione dei percorsi ciclabili per la creazione di una rete uniforme che garantisca facili e sicuri spostamenti Casa-Lavoro;

progressiva trasformazione dei percorsi pedonali esistenti in percorsi accessibili ai portatori di handicap intervenendo ogni qualvolta si proceda alla manutenzione straordinaria degli stessi;

controlli mirati alla sicurezza e non “a fare cassa”.

6.5. Sicurezza. Obiettivi e linee guida

Non è pensabile raggiungere un adeguato livello di sicurezza soltanto potenziando i controlli, che pure sono imprescindibili e necessari. Riteniamo che la sicurezza debba partire da lontano, dalla riqualificazione delle zone degradate, dall’eliminazione delle “parti buie” della città, non solo nel senso dell’illuminazione. Laddove c’è vita, ordine e pulizia è più difficile che si formino sacche di degrado e delinquenza.

Le zone della città che hanno più problemi, specialmente nelle ore serali, sono quelle centrali: piazza XX Settembre, piazza della Repubblica, via Terrazzini, ecc. E’ necessario che siano riqualificate e meglio illuminate, che siano incentivate attività commerciali e curate le aree pedonali, in modo che, naturalmente, siano “animate” di persone.

6.6. Sicurezza. Azioni

Per quanto concerne le competenze dell’amministrazione, ovvero la Polizia Municipale, proponiamo le seguenti soluzioni:

maggiore presenza di forze dell’ordine, senza gravare esclusivamente sulla polizia municipale, ma cercando sinergie con polizia di stato e carabinieri;

reintroduzione della polizia di prossimità (vigile di quartiere) con la redistribuzione delle unità operative in tre distaccamenti territoriali (es. quartieri nord, centro cittadino, quartieri sud);

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analisi dei carichi di lavoro amministrativi della polizia municipale privilegiando la presenza sul territorio.

7. URBANISTICA SOSTENIBILE E ASSETTO DEL

TERRITORIO

Premessa: la sostenibilità dell’insediamento urbanistico si verifica con il mantenimento dell’integrità dell’ambiente naturale, con il corretto funzionamento delle reti tecnologiche e con la qualità delle soluzioni spaziali. Sposando la campagna "stop al consumo del territorio", Livorno smetterà di espandersi con continue colate di cemento (evitando così ulteriore degrado e rischio idrogeologico), consentendo di poter recuperare volumi già esistenti e aree compromesse e vincolando gli oneri ad un’effettiva riqualificazione attraverso un'urbanistica partecipata.

7.1. QUADRO CONOSCITIVO La futura amministrazione comunale dovrà istituire un registro unico edilizio che costituisca un quadro conoscitivo di tutte le informazioni sensibili riguardanti la realtà territoriale urbanistico-edilizia-tecnologica. Si parte dall’inserimento, nel Prg, dei vincoli urbanistici, delle reti tecnologiche (luce, gas, tel. etc.), trasporto pubblico, aree soggette a particolari problematiche (inquinamento, rumorosità, insite pericolosità, etc.), volumetrie esistenti e densità abitativa, mappa delle disponibilità abitative, attività commerciali, etc… E’ necessario avere un quadro conoscitivo completo dell’organismo città: uno strumento previsionale altamente efficace e prezioso per intervenire nel tessuto urbano, disponibile sia per il pubblico che per il privato, che permetterà loro di pianificare in modo adeguato.

7.2. PRINCIPI FONDATIVI Consumo Zero del Territorio Vogliamo una revisione degli strumenti urbanistici per focalizzarli su punti per noi essenziali, quali lo stop al consumo del suolo (secondo i dati del rapporto di ISPRA relativi al 2012, in tre anni sono stati cementificati altri 720 kmq, lo 0,3% in più del 2007), la ristrutturazione e il recupero di edifici ed aree esistenti. Si tratta di proporre nuove forme di organizzazione dello spazio urbano fondate sull’esigenza di contenere il consumo di suolo, promuovendo forme di

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riuso del patrimonio edilizio esistente e garantendo la massima permeabilità del terreno, onde evitare fenomeni di dissesto idrogeologico. All’interno del perimetro urbano bisogna garantire il raggiungimento degli obiettivi globali dei livelli di CO2 (è stato calcolato, ad esempio, che, per garantire il rispetto degli obiettivi del Protocollo di Kyoto, dovrebbero essere piantumati a verde almeno cinquanta metri quadri per abitante insediato). Questo fondamentale approccio urbanistico ha lo scopo di perseguire l’obiettivo dell’autosufficienza energetica del sistema residenziale, con accorgimenti bioclimatici, ponendo nel progetto stesso le premesse per una utilizzazione massima delle fonti energetiche rinnovabili e l’utilizzo di materiali biocompatibili. Il Consiglio comunale di Livorno deve adeguare i propri strumenti urbanistici alle conoscenze moderne che misurano il consumo di risorse (energia, materiali, acqua) e la riduzione dell’inquinamento (aria, acqua, rifiuti) per tendere alla realizzazione di spazi di vita confortevoli e salubri. Partecipazione L’organizzazione e la pianificazione territoriale determinano sia la qualità di vita, sia la ricchezza locale e pertanto è necessario importare e integrare i processi decisionali consueti con quelli più avanzati. Numerosi comuni stanno sperimentando con successo sia il “bilancio partecipativo”, sia gli strumenti referendari. In gergo si chiamano anche tecniche di “pianificazione partecipata” che consentono di prendere decisioni migliori poiché i cittadini sono coinvolti direttamente nel processo di trasformazione del territorio. Per questo vogliamo rilanciare il ruolo delle “abolite” circoscrizioni e promuovere le attività dei Consigli di Zona, attribuendo loro la funzione di discutere territorio per territorio, quartiere per quartiere, problematiche ed aspirazioni per la definizione di nuovi assetti urbanistici. I cittadini devono poter deliberare sulle scelte urbanistiche importanti nel territorio al fine di evitare cantieri assurdi e infiniti. Gestione corretta degli Oneri di Urbanizzazione Gli oneri di urbanizzazione, previsti dal regolamento edilizio, non devono in nessun modo andare a coprire altre voci di spesa del bilancio comunale estranee all’ambito urbanistico (come sempre è successo nella passata amministrazione), ma essere destinati alla realizzazione e miglioramento degli standard urbanistici previsti per legge.

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Una delle Stelle del Movimento è il rispetto e la salvaguardia dell’Ambiente, sia naturale che antropizzato: per questo vogliamo che l’amministrazione comunale rinunci a quota parte degli oneri di urbanizzazione, qualora vengano adottate moderne tecniche costruttive votate al rispetto dell’ambiente e al minor consumo energetico degli edifici. Questione Inquinamento Quartieri Nord Dai risultati del Progetto di studio presentato al Consiglio comunale di Livorno nel 2012 dal Dott. Annibale Biggeri, finanziato dall'Istituto Tumori Toscano e realizzato dall’ISPO (Istituto Superiore Prevenzione Oncologica) di Firenze, è emerso che nei territori di Livorno e Collesalvetti si registra un eccesso di mortalità tumorale rispetto alla media toscana. E’ fondamentale che ARPAT, Provincia e Comune realizzino un censimento di tali aziende per verificarne nel transitorio il livello di emissioni e predispongano piani di monitoraggio e controllo la cui valutazione deve considerare la somma complessiva di tutte le attività industriali (ad oggi tali attività vengono analizzate solo singolarmente, senza tenere conto della sommatoria degli inquinanti). Poiché Livorno SI TROVA nei Siti di Interesse Nazionale da bonificare, dunque è necessaria un'indagine sanitaria di biomonitoraggio per poter valutare l'esposizione umana alle concentrazioni di inquinanti presenti nell'ambiente, in modo da distinguere il ruolo delle esposizioni occupazionali da quelle di tipo ambientale. Il Piano Regolatore del Comune di Livorno deve prevedere nel nuovo assetto urbanistico, in fase di realizzazione, la delocalizzazione delle aziende ad alto impatto ambientale responsabili di maleodoranze e inquinamento, alcune delle quali sono state insediate successivamente a 50 metri di distanza dalle case esistenti. Siamo contrari alla Variante al Regolamento Urbanistico e piano di iniziativa privata “Puntone del Vallino” che prevede l’utilizzo della vasta area situata a nord-est del territorio comunale, compresa tra il torrente Ugione e la via Pian di Rota, per la collocazione di attività industriali, attività nocive e servizi. Tale area confina con la zona del Cisternino che, a nostro avviso, avrebbe bisogno di essere valorizzata e non definitivamente compromessa con l’installazione, nelle sue immediate vicinanze, di attività insalubri. Riqualificazione Industriale La progressiva deindustrializzazione che Livorno sta sopportando nelle aree a nord della città comporta la necessità di prevedere la loro bonifica e il riutilizzo e riappropriazione agli usi cittadini.

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Il Movimento 5 Stelle propone di coordinare gli interventi infrastrutturali per la connessione delle aree portuali con il retroterra costituito da interporto e autoparco. In particolare, la ferrovia allo stato attuale non riesce a garantire l’economicità del trasporto su ferro, mancando la connessione diretta con l’interporto e mancando il collegamento verso nord sulla dorsale tirrenica. Le aree di stoccaggio adiacenti alla stazione di Livorno-Calambrone, in seguito a questi interventi, perderanno la loro originaria funzione di deposito in favore di un utilizzo più funzionale a più alto valore aggiunto per le esigenze portuali e cittadine. Altro tema fondamentale è la raffineria ENI collocata fisicamente all’interno dei comuni di Collesalvetti e di Livorno, le cui ricadute sulla salute dei cittadini livornesi sono estremamente rilevanti. In futuro il minore utilizzo di energie fossili comporterà una revisione totale del nostro modo di vivere. Programmeremo, in collaborazione con l’Università di Pisa, uno studio di fattibilità per la bonifica dell'area su cui insiste la raffineria e la conversione di questa per altri utilizzi (fitodepurazione, produzione energia alternativa, etc.). 7.3. MARKETING URBANISTICO L’amministrazione comunale deve farsi promotrice del Marketing Urbanistico: in caso di emergenze territoriali (aree dismesse, aree inquinate, aree di trasformazione) il ruolo dell’amministrazione è quello di creare un database accessibile e pubblicizzato per monitorare e ricercare i potenziali investitori, a differenza delle precedenti amministrazioni che aspettavano l’intervento di “portatori di interesse”. L’amministrazione deve promuovere la soluzione delle questioni urbanistiche agendo da mediatore e facilitatore, rendendosi disponibile a seguire anche percorsi partecipati di revisione delle opportunità urbanistiche fornite da aree non più indicizzate che non vedono più sviluppo con gli attuali indici e destinazioni. Questa azione si concretizza nella realizzazione di un portale web che indichi le zone in cui il comune si rende disponibile alla verifica e variazione degli standard urbanistici e degli indici di costruzione di fronte ad una adeguata proposta edilizio-urbanistica.

7.4. SGUARDO SULLA CITTA’ - PROPOSTE PUNTUALI

No alla cementificazione selvaggia prevista in Piazza del Luogo Pio, che andrebbe a compromettere una delle zone di maggior pregio dal punto di vista storico-architettonico e turistico della città. Il quartiere della Venezia è da valorizzare e non deve essere oggetto di speculazioni edilizie;

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La Riqualificazione delle Colline passa attraverso la promozione del

godimento turistico (creazione e maggiore pubblicità dei percorsi naturalistici presenti e creazione di aree ludico-educative all’interno del parco), l’eliminazione degli abusi che deturpano il paesaggio e la razionalizzazione dei nuovi usi delle aree agricole suburbane, attraverso la creazione di un registro degli interventi ammessi (manufatti in legno prefabbricati o altre tecnologie biocompatibili di dimensioni standardizzate esclusivamente dedicate al ricovero per attrezzi e ad usi ludici non abitativi). Per approfondimenti in merito, si veda il punto 18.2 su “Agricoltura Amatoriale”;

Per quanto riguarda il centro, proponiamo che il commercio nelle aree

pedonali sia incentivato, concedendo suolo pubblico gratuito (per un tot di anni) a chi si dota di strutture di pregio compatibili con il contesto architettonico, contribuendo a qualificare la città. Queste cose saranno strettamente regolamentate con un Piano per il Centro Storico e il relativo arredo urbano (insegne, piano colori, strutture leggere per l’accoglienza turistica, etc.);

Vogliamo ampliare la possibilità ai cittadini, non soltanto anziani, di

poter avere accesso a "orti sociali", definendo nuove aree urbane destinate all’orticoltura sociale, sostenendo quindi l'autoproduzione di prodotti alimentari e la diffusione della cultura della filiera corta (si veda, a questo proposito, il punto 18.3 “BiOrti sociali”, nella sezione AGRICOLTURA);

Puntiamo a dotare tutta la città di un nuovo arredo urbano (rastrelliere,

panchine, etc...), non solo nel centro cittadino. Pensiamo che le piazze (e non i centri commerciali) possano tornare ad essere un luogo di incontro, anche definendo l’istituzione di aree pedonali di quartiere;

Una delle poche cose buone (seppur tardive) fatte dall'ultima

Amministrazione Comunale sono le fontanelle dell'acqua alta qualità che, oltre a rappresentare una buona pratica, diventano dei luoghi di incontro che possono restituire al quartiere vitalità. Per questo tale pratica deve essere potenziata e portata a coprire i fabbisogni di ogni quartiere;

Implementazione e ricerca di forme di incentivazione, anche fiscale, per

favorire la buona pratica dei Tetti Verdi (assorbimento polveri sottili, regolazione raccolta acque meteoriche, migliore isolamento, etc.) per le coperture dei capannoni industriali e artigianali o, in alternativa, la copertura completa di tali aree con sistemi produzione di energia fotovoltaica: “un tetto semplice non ci basta”.

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8. PORTO E INFRASTRUTTURE Per far fronte al nervosismo, all'incertezza e alla poca progettualità e sviluppo per il nostro futuro, il Movimento 5 Stelle ritiene che lo scopo della politica livornese sia quello di farsi carico dei cittadini, imbarcarli su una nave chiamata Livorno e condurli all’interno di un porto nuovo, costruito sulle basi della meritocrazia, della progettualità concreta, del basso impatto ambientale e dello sviluppo: il tutto contenuto in un'unica parola chiamata “Futuro”! Come si può far ripartire il Porto? Come possiamo rimettere in moto quel motore che è parte integrante del PIL cittadino? In questo, la politica che l’ha gestito negli ultimi settant’anni ci dà una grossa mano, dimostrandoci chiaramente cosa NON fare. La crisi economica ha avuto una rilevanza importantissima sotto tutti i punti di vista, il rapporto calo consumi/calo trasporti va considerato inevitabilmente ma, oltre a questo, molti errori e ritardi nei progetti infrastrutturali hanno portato la città ad essere estromessa da quasi tutti i traffici importanti che aveva. Questa è un'analisi punto per punto con le soluzioni proposte: Infrastrutture

1) Sviluppo della logistica portuale ed extraportuale ed adeguamento dei fondali: Livorno è un porto naturale che non ha grossi problemi di spazio per lo stoccaggio dei contenitori. Per risolvere la questione nell’immediato è necessario creare le basi per rivolgere il nostro sguardo verso l’incremento dei traffici cosiddetti “di cabotaggio”. In relazione al progetto Autostrade del Mare, proponiamo interventi di dragaggio del lato Darsena Toscana – Calata Lucca, un Piano per il Trasporto su Rotaia (quindi a basso impatto ambientale) che sia operativo per le navi Contenitori e capace di creare una base solida su cui puntare;

2) Porte Vinciane: deve esserne regolamentata l’apertura e la chiusura perché, solo attraverso un lavoro certosino, potremmo tenere sotto controllo i detriti che entrano dallo Scolmatore attraverso queste porte in Darsena Toscana. Sensibilizzazione al completamento dei lavori di allargamento dell’imboccatura della Darsena Toscana in zona Torre del Marzocco;

3) Impegno e sensibilizzazione per l'attuazione del Piano Regolatore, con lo scopo di individuare e differenziare le banchine tra commerciali e crocieristiche;

4) Cantieristica Navale: con lo smembramento del cantiere Luigi Orlando, tra i migliori d’Europa, Livorno non è più riuscita ad imbastire una politica forte e produttiva nel settore, puntando alla delocalizzazione delle aree per garantire la vendita di appartamenti e la costruzione di

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centri commerciali. Con l'avvento Benetti e la realizzazione di progetti che con la cantieristica hanno poco a che spartire, sono stati generati non pochi problemi ai commercianti della zona. Il M5S mira alla promozione di un bando di concorso sulle concessioni della zona del Bacino Grande per ditte che presentino un progetto solido e credibile che getti delle basi concrete per il futuro in termini di sviluppo e lavoro. La cantieristica del futuro sarà volta a creare e a riparare usando le più alte tecnologie sostenibili, nel totale rispetto delle norme ambientali vigenti;

5) Riduzione delle emissioni inquinanti delle navi e Cold Ironing: secondo le stime degli enti certificatori, l'incidenza dell'inquinamento portuale rispetto a quello urbano è del 60%: questo provoca, nelle zone costiere, un alto tasso di ricoveri ospedalieri per problemi all'apparato respiratorio, aumentando il rischi di riduzione sulle aspettative di vita e di danni ambientali. Secondo i dati promossi dall'UE, con l'attuazione delle Direttive 2005/35/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio in data 7 sett.2005, il M5S si impegna allo studio e allo sviluppo di tecnologie di stazionamento a motore spento o cold ironing. L'energia necessaria alla conduzione della nave, in fase di stazionamento, deriva, in alcuni casi, dall'accensione di appositi gruppi elettrogeni (diesel) e, in altri casi, dal funzionamento "al minimo" dei motori della nave, in modo da produrre l'energia necessaria. Più i porti sono affollati e più gli agenti inquinanti emessi dalle navi in stazionamento sono elevati, per cui i piani di sviluppo dovranno concentrarsi verso lo stazionamento a freddo, a motore spento, con la nave direttamente connessa alla rete elettrica. L'elettrificazione delle banchine portuali richiede quindi un intervento coordinato e ben studiato dal punto di vista dell'adeguamento impiantistico;

6) Pianificazione e applicazione dello sviluppo energetico a tecnologia mareomotica: il M5S intende adoperarsi per far sì che la tecnologia mareomotrice per lo sfruttamento di energia pulita, a impatto ambientale zero, sia discussa seriamente anche per il porto di Livorno. Il sistema funziona come una tipica centrale ad energia mareomotrice, dove l'acqua affluisce e defluisce in un vasto bacino riversandosi, attraverso una serie di tunnel che creano il moto, dando impulso alle turbine collegate a generatori. Durante la bassa marea, l'acqua del bacino defluisce verso il mare aperto, mettendo nuovamente in rotazione la turbina, mentre con l'onda di marea sufficientemente alta si fa fluire l'acqua del mare all'interno del bacino, mettendo nuovamente in rotazione la turbina. Per ottenere la produzione di energia, sia con marea crescente che calante, si utilizzano particolari turbine reversibili che funzionano in entrambe le direzioni di flusso. Un generatore AWS eroga 1,25 Mwh, un'energia sufficiente a soddisfare 625 appartamenti e che equivale a una turbina eolica di grandi dimensioni;

7) Sviluppo di servizio pubblico di trasporto su rotaia comprendente l'area vasta, indipendente dalle direttrici nazionali (trasporti integrati) e zone pedonali servite adeguatamente;

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8) Gestione condivisa delle banchine con gli armatori a scopo di promuovere accordi di partnership con il Porto di Livorno per la crescita dei flussi;

9) Divisione area portuale tra “scalo passeggeri/crocieristi” e “commerciale”, in modo da sviluppare entrambi e non farli entrare in conflitto. Qui si apre un'altra pagina amara della nostra economia cittadina. Il fatto di essere la “Porta della Toscana” e di avere, in un raggio di 100km, città vicine come Pisa, Firenze, Volterra e Siena e, nonostante ciò, aver perso quasi tutto il traffico passeggeri in favore di porti come La Spezia, non depone certo in modo positivo nei confronti della vecchia politica. Le problematiche sono quelle ormai notissime, come la scarsità di ormeggi, mancanza di un Terminal Passeggeri vero e proprio ed anche una cattiva gestione da parte del concessionario. La zonizzazione del porto è ormai di vitale importanza. Dobbiamo concretamente far sì che i passeggeri delle navi possano arrivare in centro a piedi, o per mezzo delle navette (si veda, a questo proposito, il punto su TURISMO E COMMERCIO), regalando cosi un’immagine di Livorno diversa e che stimoli in loro la conoscenza della nostra Cultura, delle nostre bellezze in maniera da poter creare un commercio di prodotti tipici Toscani, dando smalto e rilancio al piccolo commercio e al settore artigianale. Per fare questo, necessitiamo della “vicinanza delle navi alla città”, e ciò significa riprogettare la Mappa Portuale. Pur essendo consapevoli che l’amministrazione comunale non è in grado di decidere da sola, pensiamo che attraverso un lavoro concordato con l’Autorità Portuale potremmo realizzare quello di cui abbiamo bisogno. Una delle principali soluzioni necessarie sarebbe inoltre quella della creazione di un Terminal Crociere, magari da sviluppare nella zona Sgarallino, che sia propedeutico alla pubblicizzazione della città. Per essere competitivi oggi c’è bisogno di un Terminal che permetta di diventare Porto Turn Around (di inizio crociera). Durante il Sea Trade di Miami, vediamo spesso i nostri rappresentanti vendere quello che in realtà non hanno: garantire banchine che poi non sempre sono disponibili. Viene fatta apparire Livorno come un’oasi felice: cosa che, in verità, almeno fino ad oggi, non è mai stata. Infatti i passeggeri vengono fatti transitare su banchine commerciali, piene di buche e quindi non proprio sicure per il transito. Anche la costruzione del “Livorno Gate” in Alto Fondale, non è assolutamente sufficiente. Fino a quando non nascerà un progetto concreto tra Autorità Portuale e Comune per riqualificare il porto, magari anche attraverso l’aiuto di aziende leader nel settore, non si creeranno mai le condizioni per una crescita. Noi ci proponiamo proprio di fare questo. Il porto di Livorno ha la possibilità di gestire tutti i traffici, da quello commerciale a quello petrolifero e passeggeri ma, per poterlo fare, si devono mettere da parte le vecchie concezioni politiche ed usare una nuova dialettica: Onestà, Progettualità, Futuro;

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10) Sea Trade è la principale Fiera Crocieristica del Mondo e vi partecipano tutte le compagnie armatoriali e tutte le organizzazioni portuali. È una vetrina importante che però non può essere utile, senza le infrastrutture BASE che un porto come quello di Livorno dovrebbe avere.

9. LAVORO ED ECONOMIA

9.1. Premessa Le condizioni della nostra città, da un punto di vista lavorativo ed economico è quanto mai preoccupante. Abbiamo scattato una fotografia reale della situazione ed il quadro che ne risulta è di seguito ampiamente descritto. Nei vari punti del programma invece, vengono sviluppate le proposte per un rilancio nei vari settori, sia economico che in termini occupazionali.

9.2. Lavoro

Siamo partiti analizzando i dati sulla disoccupazione in Provincia di Livorno (Indagine sulle forze di lavoro nella provincia di Livorno - dati relativi al II trimestre 2013), confrontandoli con quelli regionali. In provincia di Livorno abbiamo rilevato le seguenti percentuali: la disoccupazione totale è pari al 14% (Toscana: 7,9%) contro il 9,6% dell'anno precedente (Toscana: 6,6%). La disoccupazione femminile è molto elevata e pari al 17,9% (Toscana: 9,5%), mentre nel 2012 si attestava al 11,4% (Toscana: 8,0%). La disoccupazione giovanile raggiunge valori enormi: nella fascia di età compresa tra 25 e 34 anni è pari al 23,7% (Toscana: 10,7%), mentre un anno fa si attestava al 15,9% (Toscana: 8,6%). Se consideriamo la fascia di età compresa tra 15 e 24 anni, la disoccupazione addirittura si spinge fino al 53,4% (Toscana: 28,9%), contro il 48,8% dello stesso periodo del 2012 (Toscana: 30,3%). La situazione è ancor più critica nella nostra città. Al 31 marzo 2013, al Centro per l'Impiego di Livorno risultavano iscritte 26.295 persone, con un incremento rispetto all'anno precedente di 3.858 unità (+17,2%). Rispetto al 2012 risultano in calo gli avviamenti in tutti i settori lavorativi: Agricoltura (-25,3%), Industria (-21,7%), Costruzioni (-27,3%), Commercio (-37,7%), Alberghi e ristorazione (-23,5%), Trasporti e immagazzinaggio (-21,6%), Altri servizi (-11,7%). I dati, se confrontati con quelli degli altri CpI, sono i peggiori in tutti i settori. Facendo un passo indietro nel tempo, nel 2009, la città di Livorno guida la “triste” classifica tra i comuni italiani capoluogo di provincia, con una

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variazione in aumento delle ore di cassa integrazione, rispetto all'anno precedente, di +3.607%. Nel 2009 si erano sfiorati i 3,7 milioni di ore e, per la gran parte, si trattava di cassa ordinaria, per affrontare difficoltà transitorie. A fine luglio 2012 si è superata la soglia dei 4 milioni di ore, raggiungendo quella autorizzata in tutto il 2011. Nel 2012 le ore di “cassa ordinaria” sono state la metà di quelle di “straordinaria”, riguardanti crisi aziendali più pesanti. La cassa integrazione non risparmia alcun comparto (industria, settore impiegatizio, commercio, edilizia). Nel candidarsi per la seconda volta a Sindaco, Alessandro Cosimi nel programma di mandato 2009-2014 sosteneva: “... al mondo del lavoro e dei lavoratori continueremo a dedicare gran parte delle nostre energie...” INCOMMENTABILE!

9.2. Economia e risorse pubbliche Il reddito pro-capite medio a Livorno si attesta sui 13.855 euro/anno, contro una media regionale di 20.100 euro/anno e nazionale di 19.660 euro/anno. L'ultima regione italiana, la Calabria, ha un reddito pro-capite medio di 14.230 euro/anno. I dati, forniti dal MEF, sulla base delle dichiarazioni IRPEF, sono relativi al biennio 2010/2011. Esaminando i bilanci comunali degli ultimi anni, il capitolo “tasse e tributi” risulta essere veramente pesante per i cittadini livornesi, che le tasse le pagano. La pressione fiscale è a livelli altissimi (875 euro pro-capite), con un aumento del +67,6% rispetto al 2008 e la pressione dei tributi è più che raddoppiata (+113,7%). La spesa corrente del Comune ha subito una lievissima diminuzione (-2,2%), mentre è crollata del tutto la spesa in investimenti, segno tangibile di un'amministrazione che non pensa affatto al futuro della città e dei cittadini, se non attraverso degli “spot” puramente elettorali. Gli ultimi 5 anni di amministrazione ci consegnano quindi una situazione molto amara e dura da mandar giù: a fronte di un reddito pro-capite bassissimo, registriamo una tassazione da primi posti assoluti. Basta pensare all'IMU prima casa (nel 2012 Livorno è al 5° posto della classifica nazionale con un costo medio per contribuente pari a 410,33 euro contro la media nazionale di 225,00 euro e la vicina Pisa ferma a 295,19 euro) e all'addizionale comunale IRPEF con scaglioni che arrivano fino allo 0,8% senza previsione di fasce di esenzione (Pisa e Firenze hanno aliquota unica allo 0,2%). Nel richiedere per la seconda volta la fiducia ai cittadini Livornesi, nel 2009 Cosimi annunciava: “... l'obiettivo di questo mandato è costruire il bilancio consolidato che diventerà il basilare documento con cui conoscere e comunicare l'andamento della gestione del gruppo comunale, agevolando la necessaria azione di controllo sugli effetti sociali, economici e

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patrimoniali dell'impiego delle risorse pubbliche e consentire al Comune di costruire per i cittadini un'occasione di miglioramento del servizio e certezza delle tariffe e per le aziende, certezza degli investimenti e necessario contenimento dei costi... Nelle aziende partecipate il Comune deve definire le strategie di fondo, gli obiettivi, ma anche coordinare e monitorare attentamente l'attività delle partecipate ...” Oggi possiamo dire che il bilancio comunale è stato costruito facendo pagare un conto salatissimo ai livornesi i quali, come abbiamo visto, vivono già una situazione pesante da un punto di vista economico e lavorativo. Ci permettiamo di avanzare dubbi anche sulla gestione delle risorse pubbliche e delle società pubbliche, con particolare riferimento alle aziende partecipate dal Comune come quelle relative ai trasporti e alla gestione dei rifiuti. Negli anni queste aziende hanno creato buchi notevoli di bilancio (si parla di decine di milioni di euro) e tuttavia le persone incaricate (dalla politica) di dirigerle hanno comunque percepito emolumenti non consoni al reale andamento delle aziende stesse. La stessa AAMPS risulta essere sotto la lente di ingrandimento del Ministero delle Finanze che solleva dubbi di gestione a 360°: dalle indennità degli organi di controllo al compenso dei componenti dell'organo amministrativo, dalla situazione economica-finanziaria alle quote di partecipazione in altre società, dalle assunzioni agli aumenti contrattuali e di produttività, fino ai criteri adottati dall'azienda nel conferire incarichi e consulenze. Il Movimento 5 Stelle ha molto da dire in tutti questi settori che ritiene strategici, nell'interesse prima di tutto dei cittadini, dell'ambiente e del futuro della nostra città. Ci proponiamo di riavvicinare le istituzioni ai cittadini proprio perché saranno questi ultimi ad avere i loro rappresentanti nelle istituzioni e potranno direttamente controllare l'andamento di tutta la gestione delle risorse pubbliche: risorse che sono dei cittadini e che ai cittadini devono tornare, in maniera trasparente, sotto forma di servizi e di benessere collettivo di tutta la comunità.

9.4. Proposte TASSE: Minori tasse a partire dai redditi più bassi. OBIETTIVI: a. Riduzione del carico fiscale sul lavoro e sulle pensioni nel tentativo di

ridare impulso ai consumi e, in ogni caso, di alleggerire la pressione fiscale del Comune sui propri cittadini;

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b. Copertura delle operazioni di riduzione del carico fiscale sul reddito mediante le risorse derivanti dagli accertamenti tributari e dal recupero dell'evasione fiscale.

PROPOSTA: Esenzione addizionale comunale all’IRPEF per i redditi fino a

28.000 euro e diminuzione dell'aliquota per i redditi sopra i 28.000 euro.

Sulla base di quello che è l'ultimo bilancio consuntivo del Comune di Livorno, le entrate derivanti dagli accertamenti e dal recupero dell'evasione fiscale sono sufficienti a coprire la mancata entrata IRPEF. L'eccedenza può essere utilizzata per il piano di sostegno al reddito di cui parleremo più avanti.

COSTI DELLA POLITICA:

Taglio dei costi della politica, lotta agli sprechi, massima trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche. OBIETTIVI: Ottimizzazione dell'impiego delle risorse pubbliche intese come bene comune di tutta la collettività. PROPOSTE: Decurtazione delle indennità di Sindaco e Assessori seguendo le

stesse modalità utilizzate dal Comune di Parma; Studio per una potenziale riduzione degli Assessorati, con

conseguente redistribuzione delle deleghe, senza rinunciare all’efficienza e ai servizi;

Revisione del compenso dei dirigenti del Comune e delle Aziende partecipate per la parte eccedente la retribuzione di posizione;

Bilancio semplificato e trasparente del Comune e delle Aziende Partecipate;

Obbligo di documentazione di tutte le spese sostenute da parte del Sindaco, degli Assessori, dei Consiglieri e dei gruppi politici presenti in Comune;

Riduzione delle spese per consulenze esterne; Corretta gestione delle entrate: ciascuna voce presente al

capitolo entrate deve andare a coprire analoghe voci di spesa; Controllo trimestrale, da parte dei cittadini, di tutte le attività

dell'amministrazione mediante assemblee pubbliche, con spiegazione chiara e semplice dei bilanci e dello stato di avanzamento delle politiche comunali.

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Anche in questo caso, le risorse derivanti dal risparmio generato dalle proposte potranno essere impiegate per il piano di sostegno al reddito di cui parleremo più avanti.

PIU' RISORSE PER LE POLITICHE SOCIALI

Il Movimento 5 Stelle intende destinare molte più risorse alle politiche sociali, rispetto a quanto fatto dall'amministrazione uscente. Il modello da seguire è quello del Comune di Parma, guidato dal Movimento 5 Stelle. OBIETTIVI: A parità di spesa corrente, il comune di Parma spende quasi 13 milioni di euro in più del comune di Livorno in politiche sociali (anziani, giovani, disabili, politiche per l'occupazione, istruzione, ecc.). L'obiettivo è quello di avvicinarsi a quanto fa Parma. Quindi possiamo e dobbiamo fare molto di più, andando a vedere nel dettaglio dove venivano destinate le risorse a Livorno (Amministrazione Cosimi) e decidendo di destinarle in maniera più opportuna nelle politiche sociali, vista la grave crisi economica/occupazionale che sta attraversando l'Italia e Livorno in particolare. PROPOSTE: Il nuovo Welfare della città di Livorno: un piano condiviso da tutta la comunità E' ferma intenzione del M5S dare un segnale chiaro sul futuro della nostra città. Il M5S intende costruire una comunità che sia luogo di relazioni, in cui i cittadini non siano solo portatori di bisogni, ma anche di grandi competenze e risorse. Una comunità che sia sinonimo di partecipazione e cittadinanza attiva, di responsabilità diffusa e condivisa, di ricostruzione di legami sociali solidali. Una comunità in cui le istituzioni sono vicine ai cittadini, con la ferma intenzione di non lasciare indietro nessuno. I primi 100 giorni

LIVELLO TEMPISTICHE NOTE Livello tecnico 15 giorni

Livello portatori di interessi

30 giorni Tavoli di lavoro

Livello partecipazione

45 giorni Tavoli di lavoro

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rappresentativa Esito 60 giorni Definizione della proposta per la

condivisione della “vision” delle politiche del welfare: obiettivi prioritari, scelte strategiche, orientamento interventi

Livello partecipazione allargato

75 giorni Incontri pubblici nei quartieri: presentazione ipotesi di lavoro, raccolta di ulteriori suggerimenti e discussione finalizzata alla costruzione del patto sociale

Esito 90 giorni Definizione nuovo patto fondativo e regole di ingaggio per il welfare nella città di Livorno

Attuazione nuovo patto per il Welfare

100 giorni Provvedimenti e/o delibere di giunta

Visto il gravissimo momento storico di crisi economica, lavorativa, etica-morale che stiamo vivendo, presentiamo il nostro: PIANO ECCEZIONALE DI SOSTEGNO ALL'OCCUPAZIONE E AL REDDITO Sostegno all'occupazione Contando sulle risorse derivanti dalle proposte precedenti (TASSE e COSTI DELLA POLITICA, circa 3 milioni di euro), presentiamo una misura che rientra nella volontà dell’Amministrazione - anche alla luce delle trasformazioni del contesto sociale della città, sulla quale si è “abbattuta” una crisi economico-finanziaria che ha investito fasce sempre più ampie di popolazione - di rafforzare l’impegno a sostegno del reddito e di una politica attiva del lavoro rivolta alle persone più deboli, in quanto in difficoltà per aver perso il posto di lavoro o per essere ad oggi inoccupate. Un provvedimento che può contribuire a prevenire e contrastare la disoccupazione di lunga durata e il cronicizzarsi di condizioni di indigenza. Con 3 milioni di euro di risorse possiamo pensare di dare occupazione a 1.000 lavoratori/lavoratrici per 3 mesi a 1.000 euro lordi/mese (oppure 250

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lavoratori/lavoratrici per 1 anno sempre a 1.000 euro/lorde mese), con impiego:

nella raccolta differenziata “porta a porta” in tutta la città; in lavori socialmente utili quali il recupero, pulizia e custodia dei beni

pubblici come giardini e parchi. Sostegno al reddito attraverso il microcredito a tasso agevolato

Attraverso l'impiego delle risorse derivanti dal risparmio generato dal taglio dei costi della politica e degli sprechi, dal recupero dell'evasione, da una corretta gestione e un corretto impiego delle risorse pubbliche, dal contributo volontario di enti, fondazioni, associazioni, imprese e semplici cittadini, vorremmo istituire un fondo per il sostegno al reddito, per fornire microcredito alle famiglie e alle piccole imprese in difficoltà e per dare opportunità a chi vuole creare impresa. I beneficiari del trattamento dovranno prestare alcune ore del loro tempo in servizi utili alla cittadinanza o sviluppare idee e progetti che abbiano una ricaduta “attiva” per la comunità (imprese che possono operare nei campi sociale e/o culturale).

9.5. Gruppo di lavoro “LivornoEuropea” Per attuare politiche di forte cambiamento in campo ambientale e della vivibilità (smart cities), così come per l’innovazione tecnologica, per la cultura, il turismo ed altri settori potenzialmente strategici e, viste le ristrettezze dettate del patto di stabilità, è necessario tentare di attrarre sul territorio del comune di Livorno risorse dall’Unione Europea. Come per altre realtà virtuose (come quella di Capannori) è quindi necessario che gli uffici comunali lavorino affinché si possa partecipare a bandi europei per ottenere preziosi fondi ed avere capacità di spesa. L’idea è di costituire un gruppo di lavoro intersettoriale dei dirigenti comunali, che, dopo adeguata formazione, possa lavorare in tal senso. Lo step successivo è di dotare lo stesso S.U.A.P. del Comune di Livorno del know-how necessario affinchè ci sia uno “sportello al cittadino” fisico (come ovviamente un luogo sulla rete) per tutti coloro che siano interessati ai bandi europei.

10. BILANCIO E AZIENDE PARTECIPATE

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10.1. Bilancio Bilancio chiaro, fruibile, comprensibile e partecipato: il bilancio comunale, delle partecipate e delle controllate deve essere chiaro, ossia presentato in modo tale da essere comprensibile dalla cittadinanza a qualunque livello, non solo per gli addetti ai lavori. Inoltre i bilanci devono essere esposti in tutti i luoghi istituzionali, oltre che sulla Rete Civica Cittadina. Resoconto semestrale delle attività della giunta: ogni sei mesi la giunta dovrà incontrare i cittadini in assemblee pubbliche, per illustrare lo stato di avanzamento del programma. Questa potrà essere anche l’occasione per dibattiti pubblici, dai quali potranno svilupparsi processi partecipativi.

10.2. Aziende partecipate

Costituzione della figura del “cittadino controllore” nei consigli di amministrazione delle partecipate comunali;

In previsione di spese e opere importanti, stabilire un sistema di partecipazione dei cittadini attraverso assemblee pubbliche e consultazioni online;

Garantire la massima trasparenza nelle nomine attraverso la costituzione di un comitato tecnico consultivo che valuti i curricula dei candidati, privilegiando così la meritocrazia all’attuale sistema clientelare.

10.3. Farmacie comunali

Salvaguardia della farmacia pubblica come presidio sanitario territoriale;

Blocco dell’iter di dismissione parziale/totale già avviato dall’amministrazione uscente;

Valorizzazione economica e professionale dei lavoratori.

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11. POLITICHE SOCIALI

11.1. Sanità Il gruppo regionale M5S Sanità è contrario alla legge di riordino del sistema sanitario pubblico (DGRT n. 1235/12): il Decreto Legge “Balduzzi” (L.158/12) stabilisce una riduzione globale dei posti letto che si attesta così ad un rapporto di 3,15 per mille abitanti, la Regione Toscana riduce arbitrariamente tale valore a 2,76 per mille e, su Livorno, al 2,19 per mille. Lo strumento adottato, il modello “per intensità” di cure (peraltro già abbandonato dai sistemi sanitari europei) è solo un mezzo per accorpare i vari reparti in “aree” di cura (medica o chirurgica), nella quale si mescolano patologie, pazienti e personale. Alcuni esempi: a Livorno, nel tempo, sono spariti i reparti di Chirurgia Pediatrica, una delle due Unità Operative di Rianimazione, una di Chirurgia Generale, la riduzione ai minimi termini di Urologia (con pochi posti letto in Chirurgia Generale), la Pneumologia e la Neurologia, confluite in Medicina Generale. Sono in discussione i destini delle unità operative di Neurochirurgia, Anatomia Patologica e parte dei laboratori di analisi. I posti letto, dagli originari 918, sono passati prima a 774, poi a 614, mentre ne sono previsti solo 440 nel progetto “Nuovo Ospedale”.

Nella delibera di riordino del sistema sanitario toscano, la Regione promette il potenziamento delle attività territoriali a copertura della riduzione dei posti letto; promessa che è tuttora sulla carta. Le “Case della salute” e le strutture per le cure intermedie previste nel Decreto non sono state attivate contestualmente alla riduzione dei posti letto negli ospedali, lasciando di fatto una soluzione di continuità assistenziale che oggi grava esclusivamente sulle famiglie; l’assenza nel territorio di strutture per il trattamento dei cosiddetti “codici bianchi” determina l’intasamento del Pronto Soccorso con conseguente criticità operative dello stesso; la struttura attigua al Pronto Soccorso, dedicata all’osservazione dei pazienti prima del ricovero è diventata essa stessa unità di degenza. Per quanto riguarda le prestazioni ambulatoriali e la diagnostica, le liste di attesa per le prestazioni sono chilometriche e costringono i cittadini a rivolgersi al privato. Il M5S, anche attraverso lo strumento della conferenza dei sindaci, intende invertire la rotta, spingendo per l’attuazione di una idonea rete territoriale che permetta la presa in carico del cittadino dalla fase post acuta a quella del reintegro alle normali attività di vita sociale. Dopo i 4 ospedali voluti dalla Regione, già realizzati con il sistema del “project financing” (Massa, Lucca, Pistoia e Prato), sta per esserne realizzato uno a Livorno. Tale sistema favorisce l’ingresso di privati nella Sanità, senza garanzie di efficienza. Questi gestiranno per 34 anni (20-26 per gli altri 4 ospedali) tutto

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quello che non è “core business” sanitario e cioè mense, parcheggi, forniture di materiali, manutenzione, sterilizzazione, pulizie, etc. Le strutture di Pistoia e Prato stanno già dimostrando la loro inefficienza e di essere solo uno spreco di denaro: a pochi mesi dalla loro costruzione sono già evidenti le carenze nella costruzione e negli impianti. No al nuovo ospedale quindi, sempre più inutile anche alla luce del processo di riordino previsto dalla regione; l’ospedale di Viale Alfieri è più che sufficiente per le necessità del territorio e le risorse già stanziate anni addietro per la ristrutturazione devono essere finalizzate al suo completamento; i posti letto persi in questi anni (oltre 300) devono essere ripristinati per rispondere al fabbisogno della popolazione. Occorre pensare anche alla possibilità di inserire l’Unità Spinale, promessa e mai mantenuta dalla Regione e quanto mai necessaria in un territorio (quello dell’area nord ovest) sicuramente carente. Per questo, come M5S, intendiamo valutare le possibilità e la sostenibilità di recedere dall’accordo di programma sottoscritto con Regione ed ASL e dall’affidamento al concessionario già in essere. Auspichiamo anche la chiusura delle Società della Salute, dichiarate incostituzionali dal 2010 e puntiamo al rafforzamento dei servizi sociali al cittadino (disabili, aiuto a famiglie in difficoltà, genitori single), mediante il passaggio dal concetto di “assistenza sociale” a quello di “dignità sociale”. La dignità sociale è il concetto derivante dalle politiche di welfare, nelle quali il terzo settore svolge un ruolo cruciale ed è un concetto che è sempre più ampio, nel quale entrano in gioco, oltre alle politiche strettamente sociali, anche quelle abitative, educative, economiche e tutto quanto contribuisca a delineare il benessere dei cittadini. Sono utili allo scopo anche una corretta educazione sanitaria ed una particolare attenzione agli stili di vita, per garantire una società più sana e con costi sociali contenuti. La salute è un diritto dei cittadini che va salvaguardato, specialmente attraverso la prevenzione: per questo il M5S spingerà gli Enti preposti (Regione, Asl, Arpat) ad effettuare una indagine epidemiologica che miri ad individuare le cause di malattie legate ad insalubrità ambientale e farà tutto il possibile per provvedere alla loro eliminazione.

11.2. Disabilità Attuazione del progetto “siamo tutti abili, nessuno è disabile”: un progetto di ampio respiro, che porti la città di Livorno agli stessi standard nordeuropei (vedi Svezia), nei quali non si parla di barriere architettoniche, bensì di città a misura umana: una città nella quale qualsiasi punto possa essere raggiunto dal cittadino con disabilità, senza costringere a “gabbie” o limitazioni di accesso anche parziali.

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Livorno è una città di mare e a nessuno deve esserne precluso l’accesso: i gestori degli stabilimenti balneari sono obbligati per legge all’abbattimento delle barriere e l’amministrazione comunale si deve fare carico dei tratti demaniali non in concessione, prevedendo anche la possibilità di imbarcazioni attrezzate con barelle per i non deambulanti. Predisporre una nuova segnaletica stradale (nomi delle vie in braille, semafori sonori, QR code per non vedenti etc…) e, nell’immediato, spingere la ASL per l’attuazione di percorsi preferenziali (per diagnostica, riabilitazione e parco ausili) che snellisca il percorso di erogazione. Prevedere, anche tramite il reperimento di fondi europei, la ristrutturazione, ove possibile, dei vecchi edifici per l’abbattimento delle barriere architettoniche e anche negli esercizi commerciali mediante una variante al Piano edilizio residenziale e commerciale, oltre all’istituzione di un fondo per le famiglie (es. per lavori di ristrutturazione delle abitazioni che necessitino di interventi strutturali per accogliere il familiare con handicap). Adozione di un “fondo per la disabilità emergente e urgente” destinato ai cittadini che si trovano in una condizione di disabilità motoria grave a seguito di “infortunio o malattia”. Il suddetto fondo ha l'obiettivo di coprire le spese conseguenti alle difficoltà per l'accessibilità alla propria abitazione, nel caso in cui il richiedente abbia la propria dimora effettiva in un appartamento posto ai piani superiori e privi di mezzi quali ascensori, servoscala, altro. Il contributo dovrà consentire all'interessato di poter locare, anche in modo temporaneo, un’abitazione idonea alle proprie necessità per un periodo di almeno 24 mesi, a condizione che l'handicap comporti una capacità motoria medio-grave o grave, purchè a carattere “permanente”, progressiva o provocata da infortunio o da patologia. Il contributo opera in deroga ai contributi Regionali e ad eventuali altri contributi previsti dall'ASL (assegnazione di ausili specifici alla salita e discesa delle scale) per interventi di edilizia o per l'installazione di apparecchi tecnologici destinati al superamento delle barriere architettoniche. Il contributo si prefigge l'obiettivo di fornire un'assistenza immediata e diretta alla persona, per consentire una "pianificazione di soluzioni" tecniche-architettoniche da adottare per superare le difficoltà di “accessibilità” alla propria casa, oppure ad una sua sostituzione. Il contributo ha carattere di provvisorietà e ha lo scopo di "proteggere" il disabile dai tempi di "attesa" relativi ai riconoscimenti giuridici e legali dello status d'invalidità ed handicap. Il fondo è erogato anche qualora l'interessato sia in tutto o in parte, proprietario dell'abitazione dove risiede. L'accertamento dei requisiti verrà eseguito da una commissione comunale composta da tecnici e da medici, nonchè da rappresentanti di associazioni di disabili. L’accesso a tale fondo è destinato a cittadini residenti appartenenti a fasce di reddito basse. Il fondo potrebbe essere finanziato da: - Oneri di urbanizzazione;

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- Contributo per gli affitti: le famiglie meno agiate possono beneficiare dei contributi per gli affitti stanziati dal governo. La Legge n.43 del 19 dicembre 1998 prevede infatti la creazione di un fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, il cui importo viene determinato annualmente dalla Finanziaria. Per beneficiare di tale contributo occorre essere in possesso di alcuni requisiti minimi, stabiliti dal decreto del Ministro dei Lavori Pubblici 7 giugno 1999, legati al reddito annuo percepito ed alla presenza, nel nucleo familiare, di ultrasessantacinquenni con disabilità. I contributi vengono elargiti dai comuni, i quali definiscono l’entità e le modalità di erogazione degli stessi ed individuano con appositi bandi pubblici i requisiti dei conduttori che possono beneficiarne. Quindi, per ulteriori informazioni, occorre rivolgersi al proprio comune di appartenenza, ricordando che il contratto d’affitto, per il quale si richiede un contributo, deve essere regolarmente registrato.

11.3. Edilizia popolare Occorre rivedere i criteri di assegnazione degli alloggi popolari alla luce di un accurato censimento degli edifici di proprietà comunale e di un efficace controllo fiscale; se non sussistono più le condizioni viene dato un tempo X per restituire l’abitazione, che quindi non può essere riscattata. Valutazione dei criteri adottati per l’emergenza abitativa, in rispetto della legge regionale, con preferenza ai cambi di abitazione e stop alle nuove costruzioni fino a completo censimento dell’esistente. Possibilità di intesa con i privati per incentivare l'offerta di affitto con contratti concordati con il comune e/o sgravi a vantaggio dei proprietari che affittano. Rivedere il contratto di gestione Casalp per verificare sprechi, avviare un'analisi dei costi manutentivi, uno studio sui criteri di assegnazione alloggi e ottimizzazione degli stessi (gestione dei cambi abitazione). Tale contratto di gestione deve anche prevedere il rispetto dell’art. 1130 del c.c., in quanto Casalp è l’amministratore dei beni immobiliari di cui il Comune di Livorno è proprietario, ma al quale, allo stato attuale delle cose, il Comune di Livorno impedisce di svolgere i compiti previsti per legge. Prevedere un pool di abitazioni da destinarsi a casi di emergenza contingenti (sfratti, homeless etc...).

11.4. Welfare di Comunità: Livorno Bene Comune Di fronte ad una pubblica amministrazione sempre più in difficoltà (per il rispetto del patto di stabilità, per i tagli dei trasferimenti dallo Stato, etc.) ad erogare servizi all'altezza delle aspettative, da tempo i cittadini hanno cominciato spontaneamente ad occuparsi in prima persona dei “beni comuni”, sia a titolo individuale che attraverso l'associazionismo. Si tinteggiano le classi degli edifici scolastici dei figli, si tengono aperti e si

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curano i parchi cittadini, si assistono le persone anziane e/o sofferenti, ci si occupa dei beni e degli spazi riservati alla cultura, etc. Purtroppo la crisi non ha fatto che aggravare questa situazione, anche se certamente non sono venuti meno i bisogni delle famiglie, dei singoli, della città stessa ma, al contrario, questi hanno subito un ulteriore incremento. La risposta non può quindi che arrivare dalla partecipazione dei cittadini che si occupano dei beni comuni, coerentemente con i principi di sussidiarietà previsti dall'ultimo comma dell’art.118 della Costituzione. La nostra proposta di welfare di comunità “Livorno Bene Comune” prevede che al Comune spetti organizzare i servizi, dare una copertura assicurativa e una formazione adeguata, mentre i cittadini ci metteranno la propria passione, il proprio tempo ed il proprio impegno. Chi si impegna lo fa a titolo gratuito: tuttavia riteniamo che, per innescare un percorso di per se già virtuoso, il Comune possa trovare la forma di “incentivare” l'impegno: attraverso una sorta di “Banca del Tempo” potrà essere registrato sulla tessera sanitaria il tempo profuso dal cittadino al servizio per i beni comuni e, al raggiungimento di determinati step, scatterà l’erogazione di alcuni servizi gratuiti (abbonamenti al trasporto pubblico, biglietti per il teatro, etc), piuttosto che l’accesso ad essi con tariffe agevolate. Una premialità che sia un mero incentivo e che, in nessun modo, possa prefigurare una qualsiasi forma di lucro. Gli ambiti di intervento e di impegno dei cittadini riguardano le attività socio assistenziali (in favore di anziani fragili, persone in condizioni di povertà, disagio ed emarginazione; famiglie vulnerabili, rifugiati o richiedenti asilo); attività educative, attività di protezione civile, attività culturali e di tutela e valorizzazione dei beni culturali, attività di tutela e valorizzazione dei diritti (economia solidale; intercultura; pace e diritti umani; solidarietà internazionale), attività di tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e tutela degli animali. Un’area della Rete Civica orienterà il cittadino alle diverse possibilità di impegno.

11.5. Politiche per l’integrazione

Secondo i dati Istat al 2011, i cittadini immigrati regolari presenti a Livorno sono circa 10.000 (circa 1.000 bambini fino ai 10 anni – 700 dagli 11 ai 18 anni – più di 8300 maggiorenni), pari al 7% della popolazione residente. La diversità culturale, religiosa, il tipo di educazione ricevuta, unita alle difficoltà economiche, ai pericoli corsi per la propria incolumità per motivi

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etnici o politici, oltre a mille altri motivi, concorrono a plasmare esseri umani che hanno esigenze e caratteristiche particolari rispetto a chi invece è nato e cresciuto nel nostro paese. Adulti e bambini, in modi diversi, hanno difficoltà ad inserirsi pienamente nella vita sociale livornese ed italiana in genere. Per “pienamente” si intende riuscire a percepire il luogo in cui si vive come la propria casa: un luogo dove sentirsi protetto, che non sia sentito come provvisorio e instabile, in cui riuscire a mantenere, allo stesso tempo, la propria identità. Si creano quindi gruppi divisi tra loro per etnia e/o per nazionalità e/o per religione, che cercano di abitare negli stessi quartieri o nelle stesse vie o vicoli, in modo da essere o sentirsi più vicini: necessità alimentata anche (ma non solo) da un contesto che non incoraggia l’integrazione, quando invece la diversità dovrebbe essere considerata una ricchezza ed una opportunità di miglioramento. Tra i compiti più importanti di un’amministrazione c’è quello di garantire un ambiente adatto alla crescita psico-fisica di ogni suo cittadino. Di fatto chiunque abiti, viva o lavori nella nostra città, indipendentemente dalla propria nazionalità e dai motivi che l’hanno spinto a viverci, è un livornese. Diventa quindi importante domandarsi quali metodi e strumenti l’amministrazione possa utilizzare per promuovere e sostenere un processo di integrazione, ma soprattutto di compartecipazione tra diverse realtà presenti sul territorio. Il primo punto da tenere in considerazione è sicuramente quello di sostenere un dialogo stabile con tutti i gruppi di stranieri presenti sul territorio. Ci sono progetti in essere che ricadono quasi totalmente sulle spalle delle associazioni, fatto che limita fortemente lo sviluppo di competenze che il comune stesso dovrebbe avere, o quantomeno sviluppare, collaborando in prima persona con le stesse associazioni.

Restituire centralità alla Consulta degli Stranieri, sostenendola con risorse e mezzi (logistica, fondi specifici ed altro), che ad oggi una mera carta d’intenti basata sul volontariato di pochi. Tale organismo dovrebbe essere messo nelle condizioni di interfacciarsi con la Giunta ed il Consiglio Comunale, in particolare sulle tematiche dell’immigrazione e dell’integrazione.

Il secondo punto è aiutare i bambini stranieri a superare più velocemente possibile il gap culturale. Dalle scuole elementari in poi la competenza non è del comune, ma il comune stesso non è esonerato dalla responsabilità di progettare e sponsorizzare attività di supporto alla mediazione, all’interculturalità, alla condivisione dei propri cittadini che sono differenti tra loro solo per questioni secondarie, quali il colore della pelle o la lingua. Il terzo punto è il diritto di voto nelle elezioni amministrative.

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L’art. 9 del Decreto Legislativo 286/1998 prevede per i cittadini extra UE, con carta di soggiorno, il diritto di partecipare alla vita pubblica locale tramite l’esercizio del voto. Indicazione, di fatto ostacolata dal Ministero degli Interni e comunque disattesa dal nostro comune. Un punto a parte è la questione dei rifugiati che, anche se di competenza del Ministero degli Interni, di fatto ha una ricaduta sulla comunità locale, con delega alle istituzioni locali e per la quale il nostro comune non ha mai presentato alcun piano. Le esperienze degli ultimi anni sono state disastrose: la permanenza a Livorno non è stata, per queste persone, un’occasione di sostegno, ma di reclusione e di abbandono, venendo, ancora una volta, scaricata sulle associazioni di volontariato, senza operare alcun coordinamento e limitando il sostegno ad un solo minimo contributo economico. Le conseguenze e le implicazioni nei termini di rispetto dei diritti umani, di civiltà e di sicurezza pubblica sono chiaramente immaginabili. 11.6. Politiche LGBT

Premessa È necessario facilitare i punti di incontro e rendere disponibili servizi d’ascolto a supporto dei giovanissimi che chiedono di poter chiarire il loro percorso di identità sessuale, sia nel riconoscimento del genere, sia per il riconoscimento dell’orientamento ed eventualmente accompagnandone il coming-out. Attualmente tali servizi vengono prestati solo da alcune associazioni che presuppongono a priori una collocazione di orientamento sessuale e/o politico: molti giovani vorrebbero invece usufruire di un servizio che li aiuti ad affrontare il loro percorso identificativo nella massima riservatezza. AZIONI

Istituire un vero e proprio consultorio, in collaborazione con l'Azienda USL 6, al fine di tutelare i diritti di coloro che desiderino intraprendere un percorso di consapevolezza e di trasformazione, a difesa della loro salute fisica e psicologica, dove gli utenti potrebbero trovare:

o supporto psicologico; o assistenza psichiatrica; o assistenza legale; o mediazione culturale;

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Creare un tavolo di concertazione permanente tra le associazioni LGBT e il comune, presso l’assessorato che si occupa delle pari opportunità e che coordina le politiche di inclusione sociale;

Modificare lo statuto del Comune con l’inserimento dell’esplicita non discriminazione delle persone per l’orientamento sessuale e l’identità di genere.

12. TURISMO E COMMERCIO

12.1. Premessa Dal secondo dopoguerra in poi, Livorno è sempre stata considerata solo come una città operaia, portuale, a vocazione industriale e, di conseguenza, non è stato mai ricercato (ma, al contrario, ostacolato) uno sviluppo del turismo: questo è accaduto nonostante la città fosse un tempo soprannominata “la Montecatini a Mare”. Nella situazione attuale è innegabile che Livorno stia attraversando una forte crisi industriale: pensiamo quindi che, a maggior ragione adesso, il turismo potrebbe davvero rivelarsi una risorsa reale, anche dal punto di vista occupazionale. Non riteniamo, infatti, che possa essere una scelta politica di buonsenso puntare tutto su un unico settore, senza valutare altre possibili prospettive. Nell’anno 2012 la spesa prevista dal Comune di Livorno (e confermata nel corrispondente rendiconto), per quanto riguarda il turismo, ammontava allo 0,47% del totale della spesa: una percentuale davvero ridicola per un settore che dovrebbe essere considerato strategico. A livello regionale il nostro territorio continua ad essere visto solo come un presente/futuro “polo energetico della Toscana” (citazione dell’assessore regionale all’ambiente Bramerini): definizione che, letta in modo superficiale, potrebbe anche apparire di qualche interesse, ma che, nel concreto delle politiche portate avanti dal PD a livello regionale e locale, si traduce nella solita visione di Livorno come città adatta ad ospitare impianti di incenerimento, rigassificatori, siti industriali inquinanti, in un’ottica che non include in alcun modo uno sviluppo turistico del territorio. Riteniamo invece che possa essere quanto mai necessario iniziare a valutare, in modo determinante, le potenzialità turistiche, ambientali e culturali della nostra città, rivalutando soprattutto gli aspetti di assoluta originalità di Livorno (ad esempio il sistema dei fossi e delle cantine collegato alla valorizzazione delle fortezze). Turismo, commercio, cultura e ambiente, infatti, sono ambiti da valutare in modo sistemico. Dobbiamo renderci conto che abbiamo la fortuna di trovarci in un luogo che le compagnie di crociera adorano, a pochi chilometri da Pisa e da Firenze: quindi dovremmo accogliere le compagnie ed i crocieristi, investendo in professionalità e sviluppando la

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cultura dell’accoglienza (si veda, a questo proposito, anche il punto 8, PORTO E INFRASTRUTTURE). Dobbiamo rendere Livorno un'attrazione, non un luogo dove si capita per sbaglio: la nostra città dovrebbe essere la porta della Toscana per chi arriva via mare. Alla luce di tale situazione locale, dobbiamo fare alcune necessarie considerazioni di carattere generale: 1) Il Turismo è una industria che, per la Toscana ed in particolare per la provincia di Livorno, rappresenta una percentuale importante del PIL. Si parla di un 20% come effetto diretto, senza considerare l’indotto; 2) Il Turismo è, nel sistema globale, l’unica industria che ha margini di crescita notevoli (basti pensare a che cosa possa significare l’ingresso dei paesi emergenti nel panorama turistico: Cina, India, ecc.); 3) Il Turismo è un’industria nella quale i livelli occupazionali sono importanti, ciò in quanto il suo core-business sono le relazioni umane. In questo panorama anche la nostra città può svolgere il proprio ruolo da protagonista, senza complessi di inferiorità nei confronti delle nostre sorelle “città d’arte” toscane, ma presentando la propria identità, unica e non riproducibile, con dignità ed orgoglio. La possibilità di sviluppo del Turismo a Livorno si articola su due aree tematiche che rappresentano due diversi, ma complementari, territori:

AREA CITTA’/PORTO: insiste principalmente sull’asse Fortezza Vecchia – Quartiere La Venezia – Fossi Medicei – Fortezza Nuova.

AREA COLLINE/MARE: interessa tutto il territorio della città compreso

tra Ardenza e Quercianella (lato mare) e che si sviluppa internamente fino al Cisternino Pian di Rota. Costituisce il 50% del territorio del Comune di Livorno.

Altre questioni da porre: Il Turismo è un settore trasversale a tutte le attività dell’Amministrazione, dovrebbe essere quindi tenuto in considerazione per qualsiasi azione l’Amministrazione Comunale abbia in animo di fare. Ciò non perché si voglia entrare nel merito decisionale di questioni che non competono a questo settore, ma semplicemente per portare il contributo alla visione generale dalla prospettiva del turismo (cioè del soggetto esterno), oppure per conoscere le scelte in tempo utile per poterle promuovere adeguatamente. L’assessorato competente deve avere necessariamente rapporti di vera collaborazione con gli altri assessorati. Come abbiamo già evidenziato il Turismo a Livorno è attualmente in prevalenza di passaggio. Ovvero la città viene vissuta come meta da raggiungere per poi imbarcarsi verso le isole, oppure come approdo da cui partire per escursioni nelle città d’arte toscane.

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Nonostante ciò, si è riscontrato un sempre crescente interesse verso la città da parte di chi, in qualche modo, ne è entrato in contatto in maniera più approfondita. Occorre altresì rilevare con forza che un maggiore sviluppo del Turismo ha bisogno di una forte trasversalità e sinergia tra soggetti pubblici e privati che operino nel comune interesse, affinché la città sia ancora più accogliente e fruibile da questo punto di vista. Per quanto riguarda il commercio, uno dei più gravi problemi della nostra città è relativo alle piccole iniziative commerciali nel centro cittadino (anche di tipo ambulante) che vengono osteggiate politicamente da soggetti che probabilmente hanno l’unico interesse di indirizzare la richiesta verso i grandi centri commerciali “amici”, a tutto danno della pluralità dell’offerta. E’ anche per questi motivi che il centro cittadino tende sempre più alla desertificazione: questo triste fenomeno, oltre che nuocere alla qualità della vita dei livornesi, è assolutamente dannoso dal punto di vista turistico. Il legame fra turismo e commercio dovrebbe invece essere percepito in modo molto più stretto. In particolare è da evidenziare il fatto che la tipologia turistica degli “escursionisti giornalieri” (coloro che rimangono in città una giornata, senza pernottare, per poi imbarcarsi), pur non generando ricadute positive sugli esercizi ricettivi, possono avere un’ottima incidenza sulle attività commerciali. Questa categoria di turisti, molto diffusa in città, anche se solo “di passaggio”, può certamente rappresentare una risorsa preziosa, soprattutto per gli esercizi commerciali del centro cittadino, per i negozi di vicinato e per i mercati e potrebbe compensare, almeno in parte, la notevole perdita di fatturato determinata dall’affermarsi della grande distribuzione e dei centri commerciali più o meno periferici, nonché dalla grande contrazione dei consumi, iniziata nel 2007. Dal punto di vista numerico, i dati Istat del censimento 2011, fanno registrare un calo degli esercizi commerciali, ma un aumento degli addetti, rispetto al precedente censimento del 2001. Il dato più impressionante è quello relativo ad un alto turn over delle attività: ci sono esercizi commerciali che chiudono dopo meno di un anno di attività. Parte di queste attività rappresentano purtroppo persone che sono riuscite a fare del commercio la propria professione. Evidentissimo è poi l’aumento dei negozi in franchising che comporta un’omologazione dell’offerta e una perdita delle caratteristiche peculiari dell’identità del commercio locale. Anche per i cosiddetti “ambulanti” la situazione non è affatto semplice perchè, pur avendo una minor incidenza dei costi fissi, risentono molto dei prezzi mediamente più bassi applicati dalla grande distribuzione. Nonostante questo, la loro presenza numerica nel centro cittadino rimane sostanzialmente stabile, a differenza dei negozi in sede fissa. Nonostante i dati generalmente poco incoraggianti, l’aumento delle relazioni con il turismo (ancora deboli e decisamente perfettibili) potrebbe generare notevoli possibilità dal punto di vista dello sviluppo economico. 12.2. Obiettivi e Azioni

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Area Città Storica/Porto Nell’area caratterizzata dalle Fortezze Medicee, dal sistema dei Fossi e dal Porto Mediceo, è presente il Punto d’Informazione Turistica situato in Piazza del Municipio. Nel corso degli anni, attorno a tale struttura, si è sviluppata una serie di servizi turistici, i quali hanno comportato un sempre maggiore “congestionamento” della zona interessata. Il Punto Informazione, infatti, oltre a svolgere le normali funzioni di informazione turistica, è diventato così centro di arrivo degli Shuttle-bus dei croceristi e di partenza dei bus per le città d’arte toscane, nonché centro di prenotazione per i servizi turistici tipo i giri in battello e con il bus scoperto Livorno City Sightseeing. Tali aspetti hanno comportato notevoli problemi sulla mobilità e sul traffico cittadino con aggravio anche sui normali servizi di linea CTT Nord, nonché ovvi problemi di natura ambientale (rumori, gas di scarico). Altro nodo da risolvere riguarda il sistema dei Fossi e delle Fortezze Medicee. E’ stata recentemente riaperta al pubblico la Fortezza Nuova (a ridosso della campagna elettorale), mentre la Fortezza Vecchia, scaduti i tre anni in cui è stata gestita da un soggetto privato, ad oggi, è in attesa di decisioni in merito. Il sistema dei Fossi, occupati per la quasi totalità dagli ormeggi delle barche di privati e di circoli, non consentono eventuali attracchi ai battelli turistici ed uno sviluppo commerciale e turistico dei Fossi medesimi (a questo proposito si veda anche il punto 6 MOBILITA’ E SICUREZZA). Per quest’area si renderebbero necessarie le seguenti azioni:

Qualificazione dell’area circostante la Fortezza Vecchia, finalizzata all’accoglienza dei passeggeri portuali (crociere e traghetti): si ritiene necessario prevedere la realizzazione di una apposita area di accoglienza in zona portuale e quindi l’approfondimento delle questioni relative all’adeguamento dei Fossi e della Fortezza Vecchia alle necessità turistiche e sportive. In particolare attraverso la creazione di un Punto Info Regionale e di un’area di servizi, situata in zona Fortezza Vecchia, per i turisti, definita “Porta della Toscana”, nella quale dovrebbero essere presenti, tra l’altro, il capolinea degli Shuttle-bus, il collegamento bus porto-aeroporto, un sistema di collegamento con navette ai bus per la città, un Punto d’Informazione Turistica, attività commerciali ed espositive, un’area servizio taxi ed ulteriori servizi turistici da definire;

Per quanto riguarda il sistema dei Fossi, occorre regolamentare gli ormeggi e realizzare zone di attracco per i battelli turistici e, inoltre, attraverso il completamento dell’apertura del canale di Viale Caprera, potrebbe essere istituito un sistema di collegamento (sia turistico che commerciale) della città via acqua, prevedendo la possibilità di un uso commerciale dei locali (cantine) situate a livello dell’acqua e di una loro ristrutturazione, almeno esterna, per riportarla alla bellezza e tipicità originaria. Di notevole rilievo, nell’ambito della riqualificazione della

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Piazza del Logo Pio, sarebbe l’attuazione del progetto che prevede la realizzazione del Museo della Città all’interno dei Bottini dell’Olio. Si verrebbe così a creare un itinerario turistico-culturale fruibile sia a piedi che con il battello il quale, partendo dalla cosiddetta “Porta della Toscana”, arriverebbe nel cuore della città storica e proseguirebbe lungo il percorso del Pentagono del Buontalenti;

Apertura, in Fortezza Vecchia, di una mostra-mercato permanente dei prodotti di eccellenza della Toscana, a partire dai prodotti locali e della costa.

Per l’attuazione di quanto sopra occorre, in prima istanza, che si verifichino le seguenti condizioni:

1. Coordinare un dialogo tra Piano Regolatore del Porto (PRP) e Piano Regolatore della Città (PRG) che contenga al suo interno anche le prospettive di sviluppo turistico della città. Riprendere il percorso di riqualificazione dei Fossi Medicei, a partire dai problemi di navigabilità e, quindi, di regolamentazione degli ormeggi, con conseguente definizione di alternative valide e percorribili per le imbarcazioni in sovrannumero, ma anche di qualità delle acque (controlli degli scarichi delle acque bianche e nere). Primo passo: verifica con l’Autorità Portuale della condivisione di questi obiettivi;

2. Creare un Protocollo d’Intesa con i principali soggetti coinvolti (oltre a Comune e Autorità Portuale, anche ASA, Provincia, Sovrintendenza, ecc.);

3. Costituzione di un tavolo tecnico di lavoro; 4. Analizzare quali siano gli impedimenti (contenuti nel Regolamento

Urbanistico?) che ostacolano gli investimenti privati, come sopra descritti, e proporre una loro rimozione per favorire una gestione controllata di questi ultimi, affinché abbiano, oltre all’ovvio interesse privato, anche una valenza di interesse pubblico.

Valorizzazione dei Centri Commerciali Naturali e dei Mercati Cittadini in alternativa alla Grande Distribuzione Abbiamo già accennato in premessa alle molte ed evidenti difficoltà che, sia i negozi in sede fissa che il commercio di natura ambulante, riscontrano nel centro cittadino. La concorrenza dei centri commerciali di periferia e della grande distribuzione, unito al calo di consumi, porta ad un notevole e generalizzato calo di fatturato per gli esercenti del centro, alla chiusura di molti esercizi, ad un turn over enorme e ad una netta diffusione dei negozi in franchising, a discapito del commercio locale. In questa situazione, dal nostro punto di vista, occorre necessariamente potenziare i centri commerciali naturali di quartiere, sperimentando degli strumenti alternativi che favoriscano l’incentivazione del consumo locale e di

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qualità, ma anche la fidelizzazione della clientela. In particolare proponiamo l’introduzione di un circuito Scec (la cartonota alternativa denominata “solidarietà che cammina”) da diffondere e proporre ai clienti degli esercizi commerciali che facciano parte dello stesso centro commerciale naturale. E’ necessario incentivare la realizzazione di attività commerciali nell’area del centro storico al fine di rivitalizzare la zona: attualmente esistono già degli strumenti normativi e formativi ad hoc (fra i quali proprio i CCN), ma occorre creare una reale rete di collaborazione fra gli esercenti all’interno della stessa zona di interesse commerciale e turistica. Il progetto Scec potrebbe essere funzionale anche a questo scopo. E’ inoltre indispensabile valorizzare i mercati cittadini. A partire dal Mercato Centrale, un vero gioiello dell’architettura di fine ‘800, che attualmente sta vivendo un momento molto difficile ma che, grazie alla sua specificità, potrebbe diventare una reale attrattiva turistica della città. In questo senso, serve portare a conclusione il piano per il rilancio del mercato e delle zone adiacenti con programmi di incentivazione per i clienti e gli esercenti. E’ necessario riavvicinare i livornesi ai propri mercati, con programmazioni di iniziative che comprendano l’incontro e l’animazione della vita culturale cittadina, promuovendo spazi di vendita e degustazione dei prodotti tipici locali, aperti anche all’artigianato. Per quanto riguarda l’aspetto legato al turismo, occorre promuovere maggiormente l’informazione e la pubblicità relativa ai mercati perchè (anche se a sorpresa) i settori alimentari ed enogastronomici a Livorno risultano essere attualmente meno ricercati dai turisti, nonostante l’alta qualità dei nostri prodotti ed il fatto che i dati, a livello toscano, siano assolutamente incoraggianti per questo settore. In città il made in Italy più ricercato è quello relativo alla moda, all’abbigliamento ed alle calzature. Il dato relativo all’enogastronomia risulta quindi sorprendente, in senso negativo: é ragionevole pensare che le vetrine e l’assortimento dei prodotti agro-alimentari mercatali possano essere presentati in modo più attrattivo per il turista e con una maggiore pubblicità, a partire dal progetto “Porta della Toscana” già descritto. La nostra proposta è orientata anche a favorire l’insediamento, nel pentagono del Buontalenti e nel quartiere Venezia, di attività commerciali ed artigiane rappresentative del territorio, attraverso agevolazioni ed incentivi e l’attivazione di un tavolo di confronto con i proprietari dei fondi commerciali, relativamente ai costi degli affitti nel centro cittadino. In questo contesto di valorizzazione, si rende necessario riprogrammare il nostro territorio, non rilasciando ulteriori autorizzazioni per la costruzione di nuovi centri commerciali. Occorre inoltre trovare gli strumenti necessari per evitare lo scandaloso “trasferimento in forza” dei crocieristi verso altre città d’arte toscane (con fermata a Porta a Terra), mediante bus privati che prelevano i crocieristi direttamente alle banchine, con capolinea alla stazione, bypassando completamente il centro cittadino. Dopo alcune inchieste giornalistiche ed interpellanze all’assessorato competente, è stata verificata la regolarità di queste procedure: nonostante ciò, risulta ben evidente l’incalcolabile danno economico che questa prassi provoca al commercio e al turismo cittadino.

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Nonostante la sua specificità turistica, di tale situazione ne risente anche il Mercatino Americano. Quest’ultimo ha poi altri problemi per i quali i propri esercenti, comprensibilmente, si lamentano: la poca visibilità, il cancello perennemente chiuso che impedisce il transito diretto dei turisti dal porto verso l’area mercatale e le gravose spese. Unitamente a questi elementi c’è, come in altri casi, la scarsa comunicazione commerciale e turistica: tutti questi fattori hanno generato una vera decimazione degli operatori del Consorzio (che da 74 che erano nei tempi migliori, sono passati a 39). Un vero peccato per un altro mercato storico e ben situato dal punto di vista logistico, che potrebbe rappresentare un’altra fondamentale attrattiva di tipo commerciale e turistico per la nostra città. Per la valorizzazione del Mercatino Americano occorre quindi necessariamente garantire sempre l’apertura del cancello che collega il porto all’area mercatale, almeno in occasione degli sbarchi, un miglioramento della comunicazione e della segnaletica (che deve essere necessariamente plurilinguistica) in uscita dal porto e di una maggiore pubblicità nei punti di informazione turistica (anche in questo caso il progetto “Porta della Toscana” potrebbe rivelarsi di fondamentale importanza strategica).

A rea mare/colline

In questa zona è possibile favorire lo sviluppo del turismo ambientale, rurale, sportivo, marino e balneare: un turismo che privilegi il rispetto per la natura ed una ospitalità con servizi ecosostenibili e di qualità.

La costa di Livorno, per la sua struttura, può essere suddivisa in tre grandi comparti: quello urbano (dove sorgono gli storici stabilimenti balneari cittadini), quello semi-naturale che si sviluppa da Antignano fino al Castel Boccale e quello naturale del Romito. Gli stabilimenti balneari sono appena sufficienti ad accogliere la domanda dei residenti e la quasi totalità delle spiagge che sono di libera fruizione, dovrebbero essere potenziate nei servizi minimi per garantire un loro maggior utilizzo;

L’area collinare comprende 50km2 di aree naturali boscate, delle quali

ben 3.039 ettari formano l’Area protetta dei Monti Livornesi, che si collega con un sistema di aree protette che inizia con il Parco di Migliarino San Rossore e prosegue fino alla Val di Cornia. Zona di particolare bellezza paesaggistica e di alto valore naturalistico, dovrà diventare il territorio di sviluppo per un turismo naturalistico-ambientale, rurale, sportivo-vacanze attive, enogastronomico e dei prodotti tipici. Il piano del Parco Provinciale dei Monti Livornesi potrebbe offrire occasioni di fruibilità ad un ampio ventaglio di visitatori, per soddisfare le più variegate esigenze di carattere culturale, didattico,

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sportivo, legate al relax e al tempo libero. I Comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano, coordinati dalla Provincia di Livorno, attuale gestore del Parco, dovranno creare servizi turistici, attualmente del tutto assenti o molto carenti, per valorizzare e godere di questo patrimonio culturale e naturale del nostro territorio. Oltre all’assenza di servizi turistici, sono da segnalare gravi problemi di mobilità fra aree verdi e costa. Attualmente vi sono ancora “ostacoli” urbanistici all’attuazione del Regolamento di gestione delle ANPIL, zone che costituiscono parte del sistema delle aree protette. L’istituzione di aree protette, anche in Italia, ha sempre comportato motivi di ripresa economica per i territori interessati, con lo sviluppo di attività connesse al parco ed anche di settori delle produzioni tradizionali, attività agricole ed artigianali e positivi ritorni occupazionali in tutti i settori, dall’ospitalità alle guide ambientali. Da valutare anche l’opportunità di proporre la riscoperta dell’antica Via dei Cavalleggeri, nel tratto tra la torre di Calafuria e Quercianella, con un itinerario naturalistico-turistico che si snodi parallelamente alla vecchia Aurelia.

Altre proposte ed obiettivi:

Impegnarsi per ampliare i servizi offerti dalla Livorno Card, rendendola uno strumento sempre più utile e completo per il turista;

Potenziare e pubblicizzare maggiormente i percorsi turistici a tema enogastronomico già esistenti (Itinerari del Gusto) e proporre anche dei percorsi strutturati su altri temi: pittura, musica, Livorno delle Nazioni…;

Incentivare l’economia favorendo i parcheggi con convenzioni e promuovendo, con tariffe ridotte, in caso di manifestazioni, la concessione del suolo pubblico ai commercianti e ai ristoratori, inclusi quelli da asporto;

Tentare di evitare la sovrapposizione di due iniziative rilevanti dal punto di vista commerciale e turistico come la Notte Bianca ed Effetto Venezia;

Creare un circuito pedonale in cui promuovere gli antichi mestieri, la cultura locale, l’integrazione tra le diverse etnie, il cine-turismo, la gastronomia locale. Questo circuito potrebbe essere inserito nel percorso delle “cantine sui fossi” e collegato al più ampio progetto di valorizzazione delle vie d’acqua;

Favorire la nascita di piccoli mercati rionali (utilizzando tensostrutture, tettoie…) per agevolare la commercializzazione di prodotti a Km zero, con la collaborazione dei Gruppi di Acquisto Solidali e del Distretto di Economia Solidale;

Valorizzare i Fossi e le cantine adottando strumenti urbanistici che consentano ai privati di utilizzare le strutture di interesse storico e artistico per la loro fruibilità economica e turistica;

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Studiare un piano per l’uso cittadino delle vie d'acqua costituite dalla rete dei fossi cittadini;

Garantire finalmente il rispetto della Legge del 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 251 che recita: È fatto obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione;

Trovare un’area idonea e possibilmente situata in un luogo particolarmente attrattivo dal punto di vista paesaggistico, dove creare una vera e propria area di sosta per i camper (che rispetti i requisiti descritti dalla Legge Regionale n.42 del 23 marzo 2000), in modo da stimolare e da favorire lo sviluppo del turismo itinerante;

Fornire itinerari, percorsi multimediali ed informazioni turistiche attraverso apposite applicazioni per smartphone e tablet (es. orari degli autobus, mappe, eventi in programma, etc.);

Turismo sportivo: un fondamentale settore di sviluppo; I proventi dell’imposta di soggiorno devono essere finalizzati

esclusivamente ad interventi che favoriscano lo sviluppo dell’economia turistica. Non dobbiamo più permettere che queste risorse finiscano nel calderone indistinto del bilancio comunale: devono essere reinvestite nel Turismo!

13. CULTURA

13.1. Premessa

La nostra città è da sempre teatro di variegati e diffusi fermenti culturali. Non possiamo certamente permetterci di dimenticare la nostra identità storico-culturale, ricordandoci sempre che Livorno ha dato i natali a diversi personaggi passati alla storia per le loro opere d’arte (Modigliani e Mascagni in primis). Anche oggi, nonostante la generale decadenza e l’evidente degrado in cui si trova, la nostra città continua ad avere una grande vitalità artistica, nutrita dall'entusiasmo delle giovani generazioni. Occorre iniziare quindi a valorizzare sia il passato storico-culturale di Livorno (l’aspetto relativo ai beni culturali e al patrimonio storico-artistico), sia il suo presente potenzialmente creativo e innovatore (l’aspetto proattivo della cultura), con particolare attenzione a questa seconda istanza. E’ arcinoto che il nostro paese sta attraversando una crisi sempre più profonda e che le risorse (che per la cultura sono sempre state molto scarse) potrebbero rischiare drammaticamente di diminuire ancora.

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Potrebbe però venirci in aiuto l'Europa: con il programma strategico "Creative Europe", sono in arrivo finanziamenti per un totale di 1 miliardo e 460 milioni di euro, che verranno erogati nel periodo 2014-2020, per lo sviluppo dei settori culturali e creativi. L'idea di fondo è che questi settori contribuiscano alla crescita economica, all'occupazione, all'innovazione e alla coesione sociale. I primi bandi legati al programma europeo sono già usciti sul sito di riferimento, quindi occorre darsi una mossa ed organizzarsi per tempo (a questo proposito potrebbe essere molto utile anche l’idea della formazione di un Gruppo di Lavoro denominato LivornoEuropea, presentato al punto 9.5). Pensiamo che Livorno, in un contesto toscano fatto di città d’arte a grande attrattiva turistica, abbia tutte le carte in regola per rafforzare la propria competitività, oltre che nel settore turistico propriamente detto (si veda il precedente punto 12, TURISMO E COMMERCIO), anche nell'industria culturale e creativa, sviluppando il lato proattivo della cultura, senza il pericolo di diventare una sorta di Disneyland per turisti di massa (rischio che ha attraversato, ad esempio, Firenze, sotto il dominio di Renzi). Bisognerebbe valutare la fattibilità di creare a Livorno un vero e proprio distretto culturale, studiando le varie tipologie distrettuali di questa natura presenti nel mondo. Che cosa manca? Il mondo culturale è in genere frammentato, policentrico, disorganizzato e spesso anche poco trasparente dal punto di vista della gestione finanziaria. Serve una rete virtuosa fra istituzioni culturali, associazioni, professionisti ed imprese che sappia costruire un progetto di ampio respiro per la città. La politica non dovrebbe fare altro che facilitare, coordinare e sostenere il contatto e lo scambio proficuo fra le diverse forze in campo. Non solo promuovere le solite associazioni, legate a noti blocchi di potere, ma facilitare un coordinamento fra tutte le realtà meritevoli, finalizzato ad un progetto che riesca ad intercettare anche i fondi di Creative Europe o altri bandi nazionali ed internazionali che possano contribuire allo sviluppo culturale della città. Uscire dai personalismi e dalle logiche provinciali e di campanile per aprirsi al mondo. Queste, intanto, le nostre proposte di base per migliorare e potenziare i diversi ambiti culturali. I cittadini e gli operatori del settore, ben coordinati, dovranno fare il resto.

AZIONI

13.2. Livorno città d'arte

Prendiamo atto una volta per tutte del fatto che Livorno è una particolare città d'arte. Questo anche se, secondo i modelli standard italici, relativi ai soli beni culturali e non alla produzione di cultura, non sembrerebbe tale. Le sue

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risorse artistiche principali sono infatti la creatività nella musica, nella pittura e nel cinema. - Tanto per iniziare, l’attività artistica può e deve essere considerata come un Lavoro: le persone che svolgono un Lavoro artistico devono quindi necessariamente avere pari dignità rispetto ad altre categorie di lavoratori. Non devono essere sentite come un “peso” dall’amministrazione comunale, ma come una risorsa di estrema importanza per la città. Quindi deve essere effettuato da parte dello specifico assessorato che avrà anche la delega alla Cultura, di concerto con tutte le sigle sindacali competenti, un monitoraggio delle retribuzioni e dei diritti dei lavoratori dell’arte e dello spettacolo (numerosi ma, ad oggi, pressochè invisibili in città); Lotta senza quartiere, quindi, anche contro lavoro nero, illegalità ed evasione fiscale: elementi purtroppo molto diffusi anche nei settori artistici. - Stop alle nomine politiche e para-politiche per le presidenze, le direzioni generali e le direzioni artistiche di teatri e festival. Tali nomine dovranno avvenire dopo l’indizione di un bando pubblico, una adeguata selezione secondo criteri meritocratici e la formulazione di relative graduatorie, da pubblicare su Internet. Questo dovrà avvenire, ovviamente, non solo per il Teatro Goldoni, ma anche per tutte le altre aziende controllate dal Comune. Non vogliamo più vedere vecchi politici da prima o seconda repubblica che ricevono come "contentino" una poltrona in qualche ente culturale. Questo malcostume generale del nostro paese deve finire, pena la morte definitiva della Cultura in Italia. Deve essere premiata la professionalità reale e non solo quella acquisita “per meriti politici”, rispondendo ad un progetto culturale identificato dalle istituzioni pubbliche e valutato da una commissione formata da persone competenti. Pluralità di offerta e non più protettorati elettorali occupazionali.

Teatro Goldoni Occorre innanzitutto studiare l’attuale situazione finanziaria del Teatro. Da fonti giornalistiche abbiamo appreso che la Fondazione sarebbe stata “salvata” grazie all’intervento di un importante istituto di credito (probabilmente la BNL), il quale avrebbe dovuto erogare un mutuo utile a garantire la continuazione delle attività del teatro stesso e a sanarne il debito (pari a circa 680 mila euro). In mancanza di un intervento del genere il teatro sarebbe stato costretto a sospendere la sua programmazione fino a data da destinarsi, oppure a ridurla all’osso. Il mutuo in questione, secondo le stesse fonti giornalistiche (Il Tirreno,19 ottobre 2013), sarebbe stato della modica cifra di 800 mila euro. Da informazioni recepite successivamente, invece, abbiamo appreso che il mutuo, in realtà, non sarebbe stato erogato... quindi

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non siamo in grado di comprendere, ad oggi, in quale altro modo sia stata “risolta” tale questione. E’ necessario prima di tutto chiarire questi aspetti, anche perchè è ragionevole pensare che il teatro ed i suoi lavoratori non siano assolutamente “fuori pericolo” e che la situazione sia stata, al massimo, solo tamponata, mentre la soluzione della stessa sia stata demandata “generosamente” alla futura giunta comunale. Viste le recenti difficoltà finanziarie della Fondazione Goldoni, occorre necessariamente provvedere a tagliare tutte le spese improduttive e ad investire sulla qualità della programmazione spettacolare, incrementando il lavoro delle maestranze artistiche e tecniche. Risanando il bilancio e trovando nuove risorse, saremmo in grado quantomeno in prima battuta, di garantire maggiore regolarità ai lavoratori precari del teatro, creando le condizioni per una loro futura stabilizzazione. L’obiettivo a medio termine, da questo punto di vista, potrebbe essere intanto quello di garantire loro un minimo di giornate lavorative da effettuarsi durante l’anno solare. In questo momento, infatti, diversi lavoratori non godono neanche delle tutele minime: se si taglia la programmazione (magari anche all’ultimo minuto), si tagliano in automatico le loro giornate lavorative ed, in alcuni casi, per loro non è neanche possibile accedere agli ammortizzatori sociali (quali le ormai quasi ex-Aspi e mini-Aspi, che verranno probabilmente a breve “riformate” dal Governo Renzi), a causa dello scarso numero di giornate lavorate. E’ probabile che, ottimizzando in modo intelligente le altre spese e tagliando la spesa improduttiva della Fondazione Goldoni, si potrebbero creare altri spettacoli in teatro (e quindi Lavoro) e dare un contributo dignitoso ad altre realtà culturali cittadine. Questi gli obiettivi. In nome della più completa trasparenza, vorremmo la pubblicazione online (sia sul sito degli enti e degli eventi interessati che sul sito del Comune) dei bilanci del teatro e degli eventi culturali finanziati dal Comune. I bilanci, come già ben evidenziato in altri punti programmatici, devono necessariamente essere chiari e comprensibili ai cittadini. Il Goldoni deve lavorare in collaborazione non solo con le altre realtà che producono cultura in città, ma anche con quelle che operano all’esterno, in maniera organica, reale e verificabile. Riteniamo che questa dovrebbe essere una delle prime mosse di un futuro Assessore alla Cultura 5 Stelle: stimolare la creazione di una rete virtuosa fra le istituzioni culturali, le associazioni e tutti i cittadini portatori di interesse. Bisogna necessariamente che le istituzioni collaborino fra di loro (chi non riesce a collaborare con gli altri, chiudendosi in personalismi e/o pregiudizi di lungo corso, per noi può anche andare a casa…). Si deve potenziare la dimensione internazionale del teatro, rafforzando i collegamenti con scuole di musica, di danza e di teatro, compagnie estere, presentando in cartellone anche nomi di spessore internazionale.

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Il Teatro dovrebbe riacquistare il suo antico ruolo sociale: stare il più possibile aperto, anche quando non ci sono spettacoli e dovrebbe essere sempre visitabile, non solo su richiesta, per molte ore al giorno. Tutte le scuole livornesi dovrebbero visitare il teatro almeno una volta all'anno: i ragazzi delle scuole potrebbero partecipare alle attività del teatro (sia da spettatori che da “attori”), al termine di progetti finalizzati all’informazione e alla diffusione delle varie forme artistiche che si producono e si sviluppano all’interno del teatro stesso. Gli sconti per gli anziani, i giovani e le fasce di reddito basse (fa fede l'ISEE) devono essere consistenti e dovrebbero essere previsti sconti anche in base alla quantità di spettacoli fruiti: conservi i biglietti e, più ne hai, meno spendi. Deve essere dato spazio, in varie proporzioni che si possono stabilire, a tutti gli stili musicali, coreografici e teatrali: per la musica, ogni anno dovrebbe essere presentato un cartellone di rock e pop, di jazz e musiche improvvisate, di musiche etniche, popolari e classiche, con maggiore attenzione alla musica da camera e sinfonica. Deve essere dato spazio anche agli artisti locali, ma sulla base del merito, misurato con criteri oggettivi, e non delle conoscenze personali.

Effetto Venezia Il più importante festival cittadino deve essere ripensato nella stessa direzione: efficienza, trasparenza, nomine a concorso tramite bando pubblico ben pubblicizzato, apertura, internazionalismo, contenimento delle spese, ma lavorando con qualità. Quello della popolarità è un falso problema: l'arte e lo spettacolo non sono mai classisti e la qualità artistica è sempre riconosciuta e apprezzata. Occorre organizzare incontri musicali e selezioni, a cadenza annuale, di giovani artisti e gruppi con esibizione finale ad Effetto Venezia. Istituto Mascagni Grande sostegno all’Istituto Mascagni, a livello nazionale, nella battaglia per la sua statalizzazione. Occorre portare a pieno compimento la Legge 508 del 21 dicembre 1999, che avrebbe voluto trasformare tutti i Conservatori di musica, l'Accademia nazionale di danza e gli Istituti musicali pareggiati (come il Mascagni) in “Istituti superiori di studi musicali e coreutici”. Non devono più esistere quindi scuole musicali “di serie A” (i Conservatori) e scuole “di serie B” (gli ex Istituti Musicali pareggiati) anche perchè, con l’entrata in vigore di questa legge, tutte queste realtà diventano istituzioni dello stesso tipo, con il medesimo nome che, dovrebbero, a rigor di logica, avere le stesse garanzie. La legge prevede anche la graduale presa in carico da parte dello Stato di quelli che erano gli “Istituti Musicali Pareggiati”, i quali invece continuano attualmente ad essere finanziati principalmente dagli enti locali (soprattutto Comune e Provincia): dopo quasi 15 anni purtroppo la riforma prevista da tale

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legge non si è ancora completamente realizzata, con tutti i problemi finanziari, organizzativi e di programmazione che ne conseguono. Come abbiamo evidenziato in premessa, l’arte rappresenta necessariamente anche una opportunità lavorativa: sarebbe opportuno quindi, da parte dell’assessorato competente, garantire un servizio di orientamento lavorativo per gli studenti neo-diplomati. Il Mascagni è un ottimo Istituto di Studi Musicali, ma deve aprirsi maggiormente, diventando ancor più efficiente e disponibile verso la città. Ci piacerebbe una scuola aperta ogni giorno fino alle 24: possibili accordi con delle cooperative per la gestione degli orari serali e limitazione dell'accesso, messa a disposizione delle aule per studiare la sera (con la mancanza di spazi che c'è in città, ci sono 44 aule attrezzate vuote ogni sera, all'interno di una istituzione pubblica pagata dai cittadini: è un vero peccato...). In alternativa, su modello del Conservatorio di Lugano (aperto tutti i giorni fino a tarda notte), si potrebbe proporre ad alcuni allievi dell’Istituto di vigilare durante gli orari serali, offrendo loro una retribuzione minima per il servizio svolto per la scuola e per i cittadini. L’Istituto Mascagni, per il perseguimento delle proprie finalità didattiche e culturali, può stabilire convenzioni con qualsiasi soggetto pubblico o privato come il Nuovo Teatro delle Commedie, la Fondazione Goldoni, la Banda Città di Livorno, le associazioni corali. Attualmente pensiamo che, anche e soprattutto a causa delle difficoltà economiche e della precarietà generata dalla mancata riforma descritta in precedenza, non stia lavorando al massimo delle proprie potenzialità, a volte arroccandosi su modelli superati. Possibili idee e ambiti su cui poter migliorare, in proiezione futura: laboratorio orchestrale permanente, attività corale gratuita per tutti i cittadini residenti, maggiore dimensione internazionale, studio di registrazione a disposizione, creazione di una Big Band stabile e registrazioni annuali pubblicate, creazione di un archivio e centro studi sul jazz livornese, sul cantautorato locale e su altri generi di interesse, rafforzare la biblioteca anche come centro di produzione (ricerche, pubblicazioni); apertura al mondo del rock e del pop (momenti di studio, masterclass, confronto, discussione), anche in collaborazione con The Cage e altri soggetti simili della zona. Suggeriamo, in particolare, la collaborazione con la Banda “Città di Livorno” che è una realtà storica del nostro territorio. Tale istituzione avrebbe bisogno anche di un minimo contributo economico annuale da parte del Comune e di una sede dignitosa. Un vero e proprio sogno, un progetto da costruire gradualmente nel lungo periodo (dopo aver ben risolto le difficoltà contingenti), sarebbe quello di poter creare un vero e proprio “Dipartimento per la ricerca musicale”: esistono molti centri di questo tipo in moltissimi conservatori europei. Dal momento che il Mascagni è diventato un centro universitario di alta formazione a tutti gli effetti, questo potrebbe essere un obiettivo alto, ma coerente con la sua natura. Tale progetto potrebbe essere inserito in un progetto più ampio, da portare avanti anche a livello nazionale e da presentare per l’intercettazione di bandi europei, come quelli già citati in premessa.

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Alla pari di altre istituzioni culturali finanziate con contributi pubblici, occorre analizzare nel dettaglio i bilanci del Mascagni (che già risultano pubblicati online, sul sito dell’Istituto), per verificare se ci siano eventuali elementi da poter migliorare ed ottimizzare, analizzando poi la situazione finanziaria nel suo complesso.

Proposte e azioni per Livorno-Città d’Arte

Attivare collaborazioni con tutte le Istituzioni Culturali cittadine e con il Comitato Promotore Pietro Mascagni di Roma per la valorizzazione della figura di Pietro Mascagni, con apertura a tutti i generi musicali, ai giovani e alle più svariate forme artistiche (su modello del Festival Mozartiano di Salisburgo). Con una gestione intelligente della programmazione artistica, si potrebbero inserire gli appuntamenti musicali legati alla figura di Mascagni anche nei pacchetti turistici dei tour operator, in abbinamento (come minimo) alle date del Festival Puccini di Torre del Lago, tentando la non sovrapposizione con le date di altri festival musicali della zona (es. Bolgheri Melody). “Mascagni è ormai superato e bisognerebbe fare cose diverse?” Noi crediamo che la figura di Mascagni (come quella di Modigliani) non sia mai stata valorizzata a sufficienza nella nostra città. Non si capisce perchè Lucca e la piccola frazione di Torre del Lago riescano ad investire su Puccini mentre, a Livorno, non dovremmo farlo su Mascagni. Potremmo trovare i soldi per istituire un vero “Festival Mascagni”? Pensiamo che si possa anche iniziare con piccole iniziative, da organizzare però con cadenza regolare, sempre nello stesso periodo dell’anno: con la reale collaborazione di tutti i soggetti interessati, pensiamo che sia possibile raggiungere un risultato di qualità e con buone ricadute economiche sul turismo e sul commercio. Crediamo che il nostro meet up, collaborando alla realizzazione del Mascagni Day nel settembre 2013, abbia dimostrato che, con pochi soldi e molte idee, si possa già fare molto, dando un piccolo esempio di quello che un futuro Festival Mascagni potrebbe essere. Un evento che riesca ad abbracciare varie forme artistiche (delle quali Livorno può garantire piena espressione) e che sia aperto alle giovani generazioni ed alle innovazioni;

Attivare collaborazioni con tutte le Istituzioni Culturali cittadine (e non solo) per la valorizzazione della figura di Modigliani. E’ notizia recente che, nel prossimo autunno, verrà allestita una mostra dedicata al grande artista livornese presso il Palazzo Blu di Pisa: al di là delle polemiche campanilistiche, non riteniamo giusto che la nostra città, ancora una volta, non si sia dimostrata in grado di valorizzare una figura così importante. La nostra intenzione è cambiare totalmente rotta da questo punto di vista;

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Prendere atto della grande risorsa culturale rappresentata dai molti gruppi rock di Livorno: crediamo che i gruppi rock livornesi siano uno dei cuori pulsanti della città e che rappresentino pienamente un esempio virtuoso di produzione culturale, anche ad alti livelli, supportati da validi riconoscimenti nazionali ed internazionali. Le band nascono da sempre spontaneamente in città e continuano a formarsi ed a creare, anche in assenza di reali supporti da parte dell’amministrazione comunale. Occorre quindi, come minimo, rendere disponibile ogni spazio pubblico possibile per favorire l’esibizione dei gruppi, valorizzando al massimo le eccellenze. Verificare la fattibilità di una inclusione dei ragazzi delle band in processi partecipativi di gestione di strutture da recuperare e l’ideazione di Festival Rock autogestiti dalle band;

Creazione di Music Performance Areas (aree di esibizione musicale) in vari

punti del centro cittadino, in cui gli artisti (musicisti, ma anche attori e mimi) possano esibirsi liberamente tutto l’anno, in orari prestabiliti, anche effettuando attività di busking (richiesta di libere offerte in denaro agli ascoltatori), su modello della città di Trento. Si tratterebbe anche di una regolarizzazione delle jam session non autorizzate, organizzate dal basso, alla quale hanno partecipato molti musicisti livornesi, ravvivando in modo inedito anche luoghi storici e importantissimi per la città, come la Terrazza Mascagni. Con un regolamento serio, quindi, autorizzare musica sul lungomare. Limitare orari e emissioni sonore, ma mai vietarla: è un elemento fondamentale della cultura livornese, giovane (ma tradizionale al tempo stesso) e rappresenta, se fatta bene, ancora una volta, un importante stimolo per il turismo e il commercio. Autorizzare quindi, sempre regolamentandola, la musica per strada. Non sarebbe male fare come a Monaco di Baviera: istituire una commissione che ascolti i musicisti che si propongono e che conceda l'autorizzazione, in base alla qualità valutata. In caso di eventi di grande rilievo culturale, concessione di agevolazioni (es. suolo pubblico, sostegno alla pubblicità, sconto sulla tassa rifiuti...) ai gestori e agli organizzatori di tali eventi;

Potenziare la Consulta delle associazioni cittadine, in modo che riesca ad

essere rappresentativa anche dei diversi movimenti culturali presenti in città e ad interfacciarsi continuamente e sistematicamente con l’Assessorato con delega alla Cultura;

Rivedere le regole sulle emissioni sonore, identificando luoghi dove si può

fare musica a volume alto senza disturbare. Occorre quindi analizzare la Mappatura Acustica Comunale, avviando nuove AIA e VIA per la realizzazione di queste aree;

Stimolare l’organizzazione di iniziative e Festival dedicati al cinema

livornese e non solo: eventi nei quali, ad esempio, si proiettino film che siano stati girati a Livorno. Stimolare l’avvio di attività didattiche e di educazione all’immagine attraverso concorsi per la realizzazione di filmati e

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corti cinematografici che promuovano o che siano stati realizzati sul territorio livornese;

Tentare, con ogni mezzo a disposizione dell’amministrazione comunale, di

recuperare gli spazi dell’ormai ex Kino Dessè e del vecchio Cinema Jolly (evitando che, al suo posto, vengano costruiti degli appartamenti, tanto per cambiare!). Riteniamo altresì necessario avere almeno un Cinema d’Essai in città. E’ necessario incoraggiare i pochi cinema rimasti nel centro cittadino a stipulare delle convenzioni con gli esercizi commerciali vicini, organizzando iniziative culturali che abbraccino anche altre forme artistiche e collaborando con le istituzioni pubbliche;

Il Museo civico “G. Fattori” e i Granai di Villa Mimbelli dovrebbero essere

maggiormente aperti alla società civile, uscendo dall’ottica della sola conservazione del bene culturale, costituendo un luogo di incontro e di scambio per la vita artistica del territorio. Ci piace l’idea di “museo diffuso”, anche come possibile prospettiva occupazionale per i giovani laureati nel settore dei beni culturali e nei settori artistici in generale;

Potenziare il sistema bibliotecario cittadino, rendendolo un centro

fondamentale per lo sviluppo della coscienza civile; è necessario aggiornarne i mezzi, puntando al massimo sulle nuove tecnologie;

Promuovere Via Roma come “Strada dell'Arte”.

Realizzare un semplice opuscolo in distribuzione gratuita che segnali la presenza della casa natale di Modigliani in Via Roma e di tutte le gallerie d’arte cittadine, creando uno specifico percorso turistico (oppure inserire questi contenuti nel depliant sugli eventi livornesi, ma in evidenza); realizzare dei cartelloni fissi in via Roma apponendoli su pareti esterne di case i cui proprietari siano d'accordo, a tema artistico, che esalti ed evidenzi la presenza delle gallerie; far realizzare un'altra installazione artistica moderna nel piccolo spazio all'incrocio Via Cecconi – Via Roma che faccia pendant con la A di Attias, promuovere piccoli eventi musicali acustici in concomitanza con delle specifiche ricorrenze (es. anniversario della nascita di Modigliani, Fattori, Cecconi, Ulvi Liegi, Natali ecc.), concedere il suolo pubblico gratuito per chi dipinga o realizzi installazioni artistiche all'aperto, regolamentando tale concessione. In occasione di manifestazioni artistiche di rilevanza per la città, chiudere la strada al traffico;

Impegnarsi per organizzare delle mostre cittadine nelle quali esporre le

molte opere d’arte di proprietà comunale, che sono state donate, in passato, all’ex Museo di Villa Maria;

Individuare strutture fatiscenti abbandonate da adibire a centri di

sperimentazione, ricerca e spettacolo, utilizzando sistemi energetici e tecnologie di recupero a basso costo, sempre incentivando le opportunità di lavoro per i giovani, coadiuvati da soggetti anziani esperti (per esempio

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insegnanti in pensione) e disponibili a certe iniziative sociali. Tali strutture, atte a sviluppare l’aggregazione fra i giovani e lo scambio culturale, oltre alla possibilità di divenire anche un ritrovo studentesco, potrebbero avere lo scopo di promuovere e divulgare al massimo tutte le forme di espressione artistica da parte dei giovani cittadini. Tali strutture dovrebbero essere soggette a piani di recupero studiati da equipe di giovani laureati assistiti e coadiuvati dalle strutture ingegneristiche comunali e dovranno utilizzare metodologie energetiche alternative ed ecocompatibili per la loro ristrutturazione. Una proposta concreta può essere la riqualificazione e recupero dell’esistente area ex-Pirelli, cosicché da eliminare totalmente l'attuale degrado, compresi i pericoli derivanti da incendio o crollo;

Promuovere eventi quali mostre d’arte e fotografiche, concorsi di narrativa

e di poesia, manifestazioni teatrali, utilizzando spazi comunali; Attivare canali di scambio con le produzioni artistiche nazionali ed estere

per permettere agli artisti della città occasioni d’incontro e di visibilità, indirizzati sia alla formazione che alle necessarie occasioni professionali (visionando i bandi di Creative Europe, citati in premessa). Creare una rete culturale cittadina al fine di promuovere e far conoscere le collezioni private.

13.3. Proposte per Livorno - città antica Procedere con il recupero della meravigliosa struttura delle Ex “Terme del

Corallo”: lo stabilimento Acque della Salute costruito, a partire dal 1903, su progetto dell'ingegnere Angiolo Badaloni (si veda, a questo proposito, anche il punto 6.3 “Infrastrutture” nella sezione MOBILITA’ E SICUREZZA);

Collaborare con le case editrici locali per la redazione di una seria, completa, articolata ed esaustiva Storia di Livorno, anche riunendo le numerose ricerche e pubblicazioni esistenti, approfondite e spesso di alto profilo scientifico, ma mai complete. Realizzarla anche in inglese;

Realizzare dei seri percorsi turistici storici con la collaborazione delle

guide turistiche di Livorno, a prezzo agevolato per i residenti. Attivare percorsi culturali, anche allo scopo di riscoprire le tradizioni dialettiche e gli usi e costumi livornesi;

Realizzare (e revisionare quelle già esistenti) indicazioni stradali, affinché

segnalino ogni edificio e luogo storicamente rilevante, compresi quelli della storia antica, con brevi spiegazioni anche in inglese;

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Creare un appuntamento storico in relazione all'elevazione di Livorno a città (il “compleanno” di Livorno, il 19 marzo, legato ai riti antichi della fecondità e della primavera);

Stimolare le scuole a realizzare ricerche, produzioni artistiche e

spettacolari, progetti sulla storia di Livorno; Occorre intervenire sulla segnaletica stradale, riordinando anche i cartelli

indicatori della toponomastica, in modo più logico, comprensibile e ben visibile. Ogni cartello indicatore dei monumenti e dei siti di interesse culturale e turistico, oltre ad essere in inglese, dovrebbe essere anche comprensibile per i non vedenti, utilizzando i QRcode;

Istituire la settimana annuale del decoro urbano, coinvolgendo associazioni

ed enti di volontariato, ma offrendo dei riconoscimenti per stimolare l'emulazione e gratificare gli sforzi (si veda il nostro progetto “Welfare di Comunità: Livorno Bene Comune”, al punto 11.4 del programma);

Stimolare i cittadini ad adottare un monumento o un luogo storico del

proprio territorio (azioni di semplice vigilanza e divulgazione di informazioni, presenza fisica).

13.4. Progetto “La vecchia Livorno” La proposta nasce dalla consapevolezza che sotto una vasta area prospicente la Fortezza Nuova esiste ancora parte della Vecchia Livorno, sopra la quale è stata costruita la città che conosciamo. Nel passato esistevano diversi accessi alla parte sotterranea della città, attualmente ne sono rimasti solo uno o due. A causa di alcuni crolli verificatisi a seguito dei bombardamenti dell’ultima guerra mondiale la sua esplorazione è possibile solo fino ad un certo punto e, per quanto ci risulti, solo grazie ad alcuni interventi di bonifica effettuati da uno dei proprietari di un fondo soprastante. Coloro che nel passato hanno avuto la possibilità di inoltrarsi in questi locali sotterranei hanno riferito di strade e lampioni (parzialmente immersi nei liquami), di negozi e insegne ancora presenti, e di altro ancora. Pensate cosa potrebbe voler dire per la nostra città, per il turismo, per la nostra economia, poter recuperare, anche solo in parte, questo piccolo pezzo di storia. Allo stato attuale nessuno è in grado di stabilire se, come e quando sarebbe possibile realizzare questo progetto. Tuttavia, sarebbe nostra intenzione, promuovere uno studio di fattibilità (cosa mai nemmeno pensata da nessuna delle amministrazioni precedenti), che dovrebbe vedere coinvolti storici, urbanisti, ingegneri... per verificare le condizioni di manutenzione di questi spazi, la sua estensione territoriale e la possibilità di un eventuale utilizzo a fini turistico-culturali. Un sogno? Forse, ma a volte anche i sogni si realizzano. Niente è realmente impossibile. Spesso è solo questione di fondi, di finanziamenti e di tanta volontà e perseveranza. I finanziamenti si potrebbero ricercare a livello

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europeo (come abbiamo già sottolineato anche in premessa), nazionale, regionale, locale e coinvolgendo capitali privati, dentro i confini nazionali e anche oltre. Ovviamente, qualora si riscontrasse l’effettiva possibilità di un qualche utilizzo di questi spazi, sarebbe necessario rivedere alcuni regolamenti regionali e locali, modificare radicalmente l’urbanistica per realizzare punti di accesso strategici… e tanto altro ancora! La sfida è notevole, la voglia di migliorare questa città … lo è ancora di più.

13.5. Progetto per la Valorizzazione del Palio Marinaro

Pensiamo che sia possibile una reale valorizzazione del Palio Marinaro, inteso come evento legato alla storia e alle tradizioni popolari di Livorno e come ambito su cui investire, non solo per salvare la nostra identità e la nostra cultura popolare, ma anche per promuovere l'immagine della città. In ogni luogo in cui esista un palio o una giostra, a sfidarsi nella competizione, sono i rioni e non società sportive slegate dalla realtà del rione. Oltre a questo, la festa (perchè di questo si tratta), è composta da 3 fasi; la prima riguarda il periodo pre-gara, che presuppone dei necessari preparativi nei rioni partecipanti: questi hanno lo scopo di aggregare gli appassionati e gli abitanti del rione (ad esempio la settimana del quartierista ad Arezzo, che precede il giorno della giostra, è ricca di cene all'aperto e di eventi che coinvolgono il quartiere ogni giorno, per 7 giorni). La seconda riguarda la gara propriamente detta, che comunque non può essere “nuda e cruda”, cioè anche questa deve essere preceduta da un evento pre-gara, da svolgersi il giorno stesso, così come accade in altre manifestazioni simili e, quindi, parate (anche storiche). In seguito abbiamo la fase della gara stessa e, alla fine, i festeggiamenti nel rione vincitore.

Ora possiamo esaminare, punto per punto, gli argomenti da trattare: 1) il periodo pre-gara: questo può essere valorizzato organizzando nei rioni alcuni eventi: ad esempio coinvolgendo i comitati che già svolgono (o svolgevano) festeggiamenti nei rioni, come ad esempio a Colline, a Le Sorgenti, in Piazza Mazzini, in via Garibaldi, al Gabbiano di Ardenza, potenziandoli e programmandoli nella settimana del Palio e aggiungendo a questi eventi, delle cene all’aperto, con attività culturali finalizzate a portare il Palio nei rioni e a coinvolgerli maggiormente nel Palio stesso.

2) Pre-gara e gara: anche nella fase pre-gara che si può svolgere nel medesimo giorno del Palio, possiamo valorizzare in modo efficace l’evento, ad esempio, in un Viale Italia completamente chiuso al traffico ed allestito con i pavesi di bandiere dei rioni, dovrebbe svolgersi la parata che potrebbe essere anche storica. Si potrebbe aprire la parata facendo portare il palio dall' associazione della Livornina; inoltre in città disponiamo di bande musicali che

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potrebbero essere coinvolte nella parata, a sottolineare come il palio sia la festa della città (ad esempio la già citata Banda Città di Livorno). Potrebbero ovviamente essere coinvolte anche altre associazioni di importanza sociale come la SVS, la Misericordia ed anche associazioni sportive ed inoltre, naturalmente, le rappresentanze dei rioni che, come nel palio dell'Argentario, sfilano organizzati nella più ampia libertà.

13.6. Livorno città delle Nazioni

E' un’altra fondamentale dimensione di Livorno. Lancio di un progetto per porre sotto la protezione Unesco un sito

livornese: la Livorno sotterranea? Le Ex Terme del Corallo? Il sistema dei Fossi e la Venezia (dopo una loro riqualificazione)?

Obbligare tutti i soggetti istituzionali culturali e artistici ad acquistare

una dimensione internazionale, attraverso iniziative istituzionali ordinarie e non: musei, teatri, istituto musicale, scuole. Si deve saper parlare inglese!

Porre un cartello d'accesso alla città con su scritto “Livorno città delle

Nazioni”. Questo concetto deve essere un vero “cavallo di battaglia” dello sviluppo turistico e culturale della nostra città;

Stimolare i teatri (obbligando quelli istituzionali) ed i soggetti privati a

organizzare manifestazioni collegate alle ricorrenze proprie delle minoranze straniere e delle varie confessioni religiose presenti in città: capodanno russo, pasqua ebraica, momenti legati alla cultura cinese, araba, armena, africana, concedendo suolo pubblico e sostegno almeno logistico e visibilità e ovviamente imponendo correttezza e rispetto delle regole;

Restaurare e valorizzare tutti i luoghi legati alle nazioni (cimiteri, chiese,

ecc.); I direttori artistici dei teatri e i direttori dei musei devono parlare

necessariamente inglese; Invitare ristoranti e simili a offrire sempre menù anche in inglese,

sistematicamente, come in Trentino per il tedesco.

14. ISTRUZIONE

14.1. Situazione generale

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Da tanto, troppo tempo, la scuola italiana versa in una condizione di totale abbandono da parte dello Stato. Negli ultimi 16 anni i ministri che si sono avvicendati alla guida del dicastero della Pubblica Istruzione, hanno utilizzato la scuola come una specie di cavia istituzionale, esposta ai loro scellerati esperimenti “riformistici” che si sono rivelati assolutamente devastanti. Prima fra tutti il ministro Mariastella Gelmini, un vero e proprio flagello della cultura italiana, che ha oltraggiato profondamente la scuola pubblica attraverso una riforma, o forse dovremmo definirla una “controriforma”, che ha portato avanti con decisione unilaterale, senza confrontarsi non solo con le varie componenti del mondo della scuola, ma neanche con il Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione, senza alcun tipo di riflessione giuridica o pedagogica, tagliando decine di migliaia di posti di lavoro tra docenti e personale A.T.A.. Ovviamente sul piano occupazionale le conseguenze sono state pesantissime, tanto che si prospetta, nei prossimi anni, una vera e propria macelleria sociale a danno, soprattutto, dei lavoratori precari. Il governo Berlusconi ha infatti perseguito un volontario regresso culturale, riscuotendo introiti dalla già malconcia scuola pubblica, con il fine di dirottare in altri settori, ad esso più graditi, le risorse finanziarie. Scimmiottando (con 30 anni di ritardo) il modello anglo-americano, cioè la politica neoliberista e ultraconservatrice che aveva ispirato la Thatcher in Gran Bretagna e Reagan negli USA, il suddetto governo ha deciso di subordinare la scuola al servizio del mercato del lavoro con il fine di giungere allo smantellamento della scuola pubblica, per concedere una formazione d’eccellenza ad una platea elitaria e procurare manodopera a basso costo proveniente dalle scuole pubbliche. Tuttavia, i continui tagli nei confronti della scuola pubblica non hanno minimamente sfiorato la scuola privata, la quale, nell’ultimo anno, è stata finanziata con un contributo aggiuntivo di 223 milioni di euro! Questa politica dissennata e retrograda nei confronti dell’istruzione ha creato un enorme danno sul piano nazionale con ovvie ripercussioni anche a livello locale.

14.2. Analisi delle problematiche e proposte Il tema Scuola è un tema vastissimo che può essere diviso in due grandi macro-tematiche:

1. Scuola come struttura; 2. Scuola come istruzione.

1. Per quanto riguarda la prima tematica, quella della Scuola come struttura, un enorme problema è il mancato rispetto delle norme di sicurezza, problema in gran parte determinato dalla sciagurata Riforma Gelmini, che ha portato a 27 il numero di alunni nelle singole aule, non tenendo conto del DM del 1992 sulla prevenzione incendi nelle scuole, che stabilisce che le classi devono essere formate da un massimo di 25 alunni (20 in caso di presenza di alunni portatori di handicap) e stabilisce, per quanto

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riguarda lo spazio, 1,80 mq netti per alunno per le scuole materne, le elementari e le medie e 1,96 mq netti per alunno per le scuole superiori. Nelle scuole livornesi si verificano frequenti casi di mancata osservanza delle norme di igiene e di sicurezza, ma i dirigenti scolastici affermano di non potere ovviare a tali problematiche per mancanza di fondi che, nel caso delle scuole superiori, vengono erogati dalla Provincia, mentre per ciò che riguarda nidi, scuole materne, elementari e medie vengono erogati dal Comune. Il problema da analizzare e da risolvere è dunque quello di una più razionale ed equa gestione dei fondi economici da parte del Comune, che molto spesso dimostra di non sapere gestire in maniera trasparente e assennata il denaro pubblico. Si ritiene indispensabile l’effettuazione di sopralluoghi in tutti gli edifici scolastici livornesi al fine di individuare problematiche connesse con la manutenzione e la sicurezza sismica di tali edifici. Bisogna ovviamente distinguere tra edifici pubblici (statali e comunali) e privati, dal momento che i nidi e le Scuole Primarie di primo grado appartengono al Comune, mentre le Scuole Secondarie di primo e secondo grado sono di competenza della Provincia. Sarà necessario destinare una parte importante del bilancio comunale alle spese di sicurezza sismica e manutenzione degli edifici scolastici e ci si chiede se tale budget possa essere talmente alto da preferire, al posto di un deciso intervento di ristrutturazione, magari la costruzione ex novo di una vera e propria Cittadella Scolastica con la possibilità di creare edifici a impatto-zero che siano anche in grado di soddisfare i bisogni delle diverse utenze, quindi per esempio un servizio mensa adeguato e differenziato a seconda delle necessità o spazi utilizzabili per laboratori artistici culturali/musicali. Un altro importante problema che viene messo in luce è quello della mancanza di strutture e di posti per i bambini delle scuole materne e degli asili nido, problema che appare particolarmente grave in alcune zone della nostra città, a differenza di altre. Ci sono dunque strutture insufficienti mentre, in quelle esistenti si rilevano spesso difficoltà legate alla mancata osservanza delle norme di sicurezza e alla cattiva manutenzione. Sarebbe importantissimo effettuare un censimento e una mappatura del nostro territorio al fine di individuare edifici non utilizzati che potrebbero essere sfruttati per ospitare nuovi asili. Un altro punto importante sarà quello di ridurre o di eliminare le onerose quote di pagamento per asili nido e scuole materne in caso di comprovate e reali difficoltà economiche. Ci si chiede inoltre se la sempre crescente tendenza all’esternalizzazione dei servizi possa rivelarsi un altro aspetto negativo del settore scuola, dato che le gare per l’esternalizzazione dei vari servizi avvengono sempre più alla ricerca del ribasso economico a scapito della qualità (per esempio nelle mense). Occorre regolarizzare queste gare di appalto che si sono ormai trasformate in veri e propri monopoli di determinate ditte. Bisogna quindi controllare le delibere di spese riguardanti le forniture di beni e servizi all’amministrazione comunale.

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Ovviamente, nelle gare di appalto delle mense scolastiche, la nostra proposta sarà quella di utilizzare, come principi fondamentali per l’esternalizzazione di tali servizi, i criteri di produzione a Km 0 e della filiera corta per favorire le imprese locali ed evitare inutili sprechi. 2. L'altra grande tematica è quella della Scuola come Istruzione. Uno dei punti fondamentali del programma nazionale del M5S è la copertura WiFi gratuita, che permetterebbe anche un minor utilizzo di materiale cartaceo a favore della consultazione del materiale didattico on-line. Uno dei punti centrali del nostro programma sarà dunque quello di piazzare dei modem WiFi vicino a tutte le scuole della città e di stanziare maggiori fondi da investire in apparati tecnologici da destinare ad uso scolastico. Sarebbe poi importante creare un documento che metta in evidenza l’importanza dell’e-learning nella didattica e nella metodologia, con conseguente coinvolgimento delle famiglie nella vita scolastica dei propri figli e di istituire un database on-line in cui inserire progetti scolastici accessibili a tutti i cittadini e agli enti privati, al fine di far circolare le idee e le proposte provenienti sia dalle istituzioni scolastiche che dall'esterno. Occorrerà inoltre potenziare maggiormente la collaborazione Scuola – Comune tramite una serie di servizi e progetti che vengano inseriti nei POF (Piani di Offerta Formativa) delle varie scuole, utilizzando i servizi del CRED ossia il Centro Risorse Educative e Didattiche del Comune di Livorno che si occupa di:

1. Corsi di formazione e aggiornamento per insegnanti;

2. Laboratori e sperimentazioni per classi;

3. Ricerca per l'innovazione didattica;

4. Consulenze educative;

5. Produzioni e prestiti di materiali didattici;

6. Videoteca e Mediateca;

7. Sportello per Circoli di Studio e per l'Educazione degli adulti.

Ci si chiede se questo tipo di attività, per quanto importanti e necessarie nell’offerta formativa, non vengano spesso organizzate seguendo interessi che non sempre rispondono ai necessari criteri di trasparenza e meritocrazia, quindi un altro nostro obiettivo deve essere quello di vigilare su questo tipo di servizi offerti alle scuole, affinché vengano effettivamente osservati e seguiti i suddetti criteri nel funzionamento dei servizi, nel bilancio e nelle nomine delle persone a cui tali servizi saranno affidati.

La scuola deve riappropriarsi dell’importante compito di educare, liberandosi da schemi vetusti e rigidi, aprendosi completamente a tutto ciò che il territorio può offrire dal punto di vista culturale, rendendosi quindi aperta e permeabile ad un totale scambio educativo con le varie realtà già esistenti,

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secondo una logica di interscambio e modularità, collaborando magari con scuole musicali o artistiche di vario genere, anche se mancano spazi che possano essere adibiti a scuole artistiche. Quindi, un'altra proposta sarà quella di creare a Livorno una struttura, magari utilizzando capannoni dismessi, in cui realizzare un centro di Arte e Cultura, in parte sovvenzionato dal Comune, in grado di venire incontro a tutti i tipi di utenza. Si pensa alla possibilità di creare un centro di coordinamento per l’arte e la cultura che ospiti, oltre ad un ufficio competente, anche gruppi e attività artistiche attualmente privi di sede. Viene immaginato come posto ideale l’ex macello, luogo molto ampio, non adiacente a nessuna abitazione e, nello stesso tempo, facilmente raggiungibile con mezzi pubblici. Tale scelta rientrerebbe inoltre in un progetto di valorizzazione del quartiere Venezia. Un altro problema che viene invece rilevato è quello della mancanza di spazi di studio per gli studenti. A tal proposito una proposta potrebbe essere quella di rivalutare le sedi delle Circoscrizioni, che non possono e non devono essere usate esclusivamente a scopo politico. Si pensa inoltre alla possibilità di apertura serale di biblioteche, musei cittadini, scuole comunali e anche dell’Istituto Mascagni (si veda il relativo punto 13, CULTURA). Per quanto riguarda la parte più squisitamente pedagogica altre proposte sono:

la generalizzazione dello screening volto ad individuare, nei bambini da 5 anni di età, problematiche connesse con la sfera dell’apprendimento e dell’emotività;

l’obbligatorietà di frequenza di corsi sui DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) per tutti gli insegnanti;

il ripristino delle visite pediatriche nelle scuole; l’inserimento nel POF di progetti sulla educazione ambientale e di

approfondimento della storia locale; l’attuazione di percorsi conoscitivi guidati e di corsi di auto-aiuto per

genitori sul tema della comunicazione genitori-figli da effettuarsi nelle scuole;

la presenza di psico-pedagogisti in tutte le scuole di ogni ordine e grado;

la creazione di corsi pomeridiani con dei laboratori artistico-creativi oltre l’orario scolastico;

la possibilità di sviluppare dei progetti di alternanza scuola-lavoro per gli Istituti Superiori in base agli specifici indirizzi e competenze.

Sarà poi opportuno studiare anche il bilancio regionale, visto che ogni anno la Regione Toscana continua a destinare fondi importanti per la realizzazione di progetti didattici o pseudo-didattici in realtà inutili e costosi, trascurando invece necessità vitali per la Scuola, quali il pagamento degli stipendi per il personale precario, il potenziamento di ore per gli studenti portatori di handicap, l’acquisto di materiale didattico necessario per il buon funzionamento delle varie scuole.

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Quindi, un altro nostro intento deve essere quello di costituire una rete di contatti e collaborazioni con i vari gruppi regionali al fine di una gestione più razionale e trasparente dei fondi erogati dalla Regione. Il M5S deve necessariamente compiere un’incessante opera di informazione nei confronti della cittadinanza per mettere in luce le enormi lacune e la dissennata gestione a cui è sottoposta da ormai troppo tempo la scuola pubblica che, non dimentichiamoci mai, rappresenta il futuro dei nostri figli e quindi il nostro più grande patrimonio!

14.3. Sintesi delle proposte

Proposte generali

Controllo e revisione del bilancio comunale al fine di destinare maggiori fondi possibili all'istruzione e alla manutenzione degli edifici scolastici;

Osservanza obbligatoria della normativa di sicurezza e igiene nelle scuole;

Stanziamento di fondi comunali solamente a favore delle scuole pubbliche;

Studio del bilancio regionale e costituzione di una rete di contatti e collaborazioni con i vari gruppi regionali al fine di creare una gestione più razionale e trasparente dei fondi erogati dalla Regione Toscana;

Esternalizzazione dei servizi in base a gare d'appalto improntate sui principi di qualità, trasparenza e meritocrazia. Nel caso di servizi mensa dovranno essere favorite le aziende la cui produzione si fondi sui criteri della produzione a km 0 e della filiera corta;

Coordinamento di progetti e laboratori da parte di uno specifico ufficio di dipendenza comunale.

Proposte in dettaglio

Censimento e mappatura del territorio al fine di individuare edifici non utilizzati, che potrebbero ospitare nuovi asili nido e scuole materne;

Eliminazione di quote per asili nido e scuole materne in caso di comprovate difficoltà economiche;

Studio di un edificio o di un villaggio scolastico a impatto zero, qualora si rivelasse eccessivamente oneroso il recupero di strutture già esistenti, utilizzando materiali eco-sostenibili e fonti di energia alternativa e rinnovabile;

WiFi gratuito e presente in tutte le scuole di ogni ordine e grado con il fine, tra l'altro, di abbattere gli eccessivi costi dei libri di utilizzo scolastico a favore dei testi in formato digitale;

Stanziamento di maggiori fondi da investire in apparati tecnologici e creazione di maggiori spazi di condivisione e di collaborazione in rete per gli studenti e le loro famiglie, e creazione di un database che contenga tutti i progetti scolastici da condividere fra le varie scuole;

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Fondi da destinare alle famiglie disagiate per l'acquisto di materiale scolastico;

Presenza di psicologi e sportelli d'ascolto in tutte le scuole di ogni ordine e grado;

Visite pediatriche periodiche per asili nido, scuole materne e primarie; Screening volto ad individuare, nei bambini a partire dai cinque anni di

età, problematiche connesse con la sfera dell'apprendimento e dell'emotività;

Apertura di corsi pomeridiani con laboratori artistico-creativi e attività di supporto alle famiglie per lo svolgimento quotidiano dei compiti assegnati per casa da organizzare oltre l'orario scolastico;

Collaborazioni e convenzioni con scuole artistico-musicali del territorio per ampliare l'offerta formativa;

Creazione di un centro di Arte e Cultura sovvenzionato dal Comune che possa fungere sia come centro di coordinamento per l'arte e la cultura sul territorio, sia come sede per gruppi e attività artistiche di vario genere;

Individuazione di spazi di studio per studenti anche rivalutando le sedi delle Circoscrizioni e apertura serale di biblioteche, musei cittadini e scuole comunali utilizzando il personale di cooperative locali;

Sviluppare progetti di alternanza scuola-lavoro per Istituti Superiori in base agli specifici indirizzi e competenze.

15. SPORT 15.1. PREMESSA

La pratica dello sport è un DIRITTO DELL’UOMO. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticare lo sport SENZA discriminazioni di alcun genere e nello spirito olimpico che esige mutua comprensione, spirito di amicizia, solidarietà e fair play. Chiunque abbia conosciuto lo sport, come impegno individuale o di squadra per ottenere un obiettivo prefissato, è un individuo in grado di lavorare per ottenere obiettivi comuni e in grado di rispettare i risultati ottenuti con l'impegno e la volontà di altri (comunque concittadini ed appartenenti alla stessa "squadra"). Sport è sinonimo di salute e socialità e, non ultimo, anche occasione di sviluppo economico, turistico e lavorativo: nonostante la grande tradizione sportiva cittadina (Livorno è prima in Italia per numero di medagliati olimpici e di impianti pro capite), negli ultimi anni questo ambito è finito, come tutto il resto, nell'immobilismo e nell'incuria. Il M5S si impegna a risollevarne le sorti a tutti i livelli. 15.2. AZIONI DI PROGRAMMA

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Il ruolo del Comune è principalmente quello di favorire la pratica sportiva di base prima che sostenere lo sport professionistico, tuttavia diffondere una cultura di sport tra i cittadini favorirà poi anche tutte quelle strutture e società che fanno dello sport un lavoro. Proposte:

Introduzione di un sistema di valutazione dell'uso degli impianti sportivi e ricreativi comunali dati in concessione, con possibilità di annullamento della concessione in caso di mancata valorizzazione o speculazioni e di introduzione di tariffe calmierate;

Riqualificazione delle aree di verde pubblico con semplici impianti (porte, canestri, attrezzi) e manutenzione di quelli esistenti;

Promozione delle collaborazioni tra scuole e società sportive; Promozione e incentivazione di grandi eventi sportivi nelle strutture

esistenti (Campionati Italiani anche giovanili di Atletica, Campionati Italiani anche giovanili di Nuoto, Campionati Mondiali/Europei arti marziali, scherma, surf) e verifica delle ricadute sulla città (si promuove il turismo con gli eventi sportivi);

Promozione dell’attività sportiva per il mantenimento delle autonomie e delle capacità funzionali e aerobiche (ballo, ginnastica soft e posturale, camminate e/o nuotate e/o gite in bici collettive) nei centri diurni per anziani;

Per quanto riguarda le attività sportive organizzate:

Calcio: fa piacere avere una squadra nel massimo campionato, ma non possiamo dimenticare che, secondo la legislazione odierna - cattiva reazione, a nostro parere, ad un basso livello di civiltà - questo è permesso solo con la deturpazione di un intero quartiere e a spese della libertà di movimento dei cittadini i quali, in occasione delle partite, non possono usufruire degli impianti sportivi vicini allo stadio e non possono circolare, ne parcheggiare in tutta la zona. Ci proponiamo di verificare con la prefettura misure alternative di sicurezza che consentano la necessaria libertà ai cittadini.

Basket: le due squadre in serie A1 sono un lontanissimo ricordo eppure

a Livorno non mancano praticanti né passione e abbiamo il palazzetto più bello d'Italia (e tra i più belli in Europa). Purtroppo, a spese dei contribuenti, una parte del parcheggio, per fare posto al nuovo centro di cui non si sentiva la mancanza, è stata trasformata in area per circhi e giostre, con i clienti che parcheggiano sul marciapiede e un contratto di gestione che consente di tenere chiusi gli altri parcheggi. Non è certo

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una situazione che possa invogliare qualcuno ad investire sulla struttura. Ci proponiamo quindi di:

o verificare il contratto di gestione del Modigliani Forum per liberare i parcheggi e consentire un uso pubblico della struttura;

o attrarre nuovi investitori per le società cittadine; o modificare la viabilità di accesso alla struttura.

Atletica: rispetto al numero di praticanti e ai risultati conseguiti, il

campo scuola è in condizioni vergognose, con la pista in disfacimento e la mancanza di una minima tribuna coperta. Il divieto di utilizzo del campo scuola in occasione delle partite di calcio, che possono subire spostamenti di data a poca distanza dall’evento, impedisce la programmazione e l'organizzazione di gare di livello regionale e nazionale. Ci proponiamo di:

o ripristinare completamente la pista di atletica e le pedane dei lanci;

o costruire una tribuna coperta; o garantire l'utilizzo del campo scuola anche durante le partite di

calcio; o realizzare un impianto indoor.

Sport motoristici: a Livorno non ci sono impianti, ad eccezione della pista per minimoto realizzata con moltissime difficoltà per iniziativa privata, anche se il clima ci consentirebbe di usare gli impianti per 12 mesi all'anno. Negli anni scorsi, grazie ancora a un'iniziativa privata, si è andati vicinissimi alla realizzazione di una pista di motocross che avrebbe potuto ospitare gare europee, ma le sabbie mobili della nostra amministrazione ne hanno impedito la nascita. Ci proponiamo di:

o destinare, nel piano strutturale, un'idonea area fuori città alla realizzazione dell'impianto di motocross e altre aree in previsione della realizzazione di altri impianti come un'area per il trial;

o valutare con la provincia la realizzazione di percorsi per praticare lo sport dell'enduro nei boschi, nel rispetto della natura. L'enduro è utile, per esempio, a riaprire e tenere puliti sentieri ormai in disuso o nelle stagioni invernali.

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Hiking e Mountain Bike: le colline livornesi sono un territorio ottimo per passeggiate anche lunghe a piedi e in bicicletta ma, da questo punto di vista, sono completamente trascurate. Ci proponiamo di:

o verificare con il CAI la praticabilità di tutti i sentieri livornesi; o promuovere l'organizzazione di competizioni.

Pesca: progetto di fattibilità per l’individuazione di un’area, priva di barriere architettoniche ed adatta alla pratica della pesca sportiva con canna, per consentire agli anziani residenti facile accesso e libera pratica di questo sport.

Tradizione remiera e Palio Marinaro: l’anno scorso è stata varata una riforma che ha sconvolto la tradizione remiera a Livorno - che stava vivendo comunque anni di crisi - nonostante le molte proteste dei vogatori e di altri cittadini.

Ci proponiamo intanto di: o verificare i risultati della riforma dal punto di vista sia dei

praticanti che dei cittadini con sondaggi; o dare importanza ai rioni promuovendo iniziative locali quali fiere,

feste e centri commerciali naturali (si veda, a questo proposito, il punto 13.5 “Progetto per la Valorizzazione del Palio Marinaro” nella sezione CULTURA).

Occorre inoltre recuperare il rapporto delle sezioni nautiche con il territorio. A questo proposito proponiamo: o un progetto di coinvolgimento delle scuole cittadine dalle

elementari alle superiori in un percorso di conoscenza delle tradizioni e della storia della città (elementari più medie) e proposta di lanciare una “leva del remo” rivolta ai ragazzi in età adatta a provare lo sport remiero (medie/superiori) seguiti da allenatori professionalmente adeguati al ruolo;

o il coinvolgimento degli enti e delle istituzioni che hanno rapporto con il lavoro marittimo per presentare le opportunità di professionalizzazione marittima.

Altri sport: il M5S Livorno è disponibile ad accogliere le istanze di tutti

gli sportivi, praticanti e organizzatori, tecnici e presidenti di società che sono invitati a partecipare.

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16. CONNETTIVITA’

16.1. Premessa Parlare di Connettività è come parlare di strade, rotaie o comunque di infrastrutture che ci permettono di muoverci intellettualmente. Il M5S considera l’accesso garantito al web un obiettivo da perseguire affinché la Rete diventi realmente accessibile a tutti i cittadini. L’amministrazione di Livorno ha scelto di aderire al progetto Free ItaliaWiFI ideato dalla Provincia di Roma, affidandone la realizzazione attraverso bando telematico a Tiscali, dal costo oggettivamente troppo oneroso per i contribuenti livornesi. La realtà dei fatti è che gli hotspot presenti sul nostro territorio, quando funzionanti, coprono una superficie effettiva limitatissima, con velocità di download molto basse e di upload inutilmente alte e la copertura non prevede punti strategici, quali ospedale e scuole. In ultimo non sono presenti sulla Rete Civica cittadina statistiche relative alla quantità e tipologia di utenti del servizio.

16.2. Proposte

Recedere dal contratto di appalto con il gestore Tiscali per il WiFi; Ampliare gli hotspot presenti prevedendone anche presso ospedali, case

di cura ed in prossimità di scuole pubbliche oltre che nei punti di attrazione turistica, compreso il lungomare, aumentandone la qualità e contestualmente sganciandosi dal progetto Free ItaliaWiFi;

Incrementare il numero di cittadini capaci di usare, anche in modo elementare, le nuove tecnologie informatiche, attraverso progetti di formazione ed eventi con il coinvolgimento delle associazioni di promozione del software libero;

Sviluppare una rete proprietaria WiFi che copra integralmente il comune di Livorno; tale rete permetterà l’integrazione di servizi di telegestione, telecontrollo e connettività per la cittadinanza con un vantaggioso rapporto costi/benefici;

Borse di studio e progetti con premio per incoraggiare gli studenti di ogni ordine e grado ad analizzare, progettare e sviluppare software utilizzando linguaggi di programmazione di alto e basso livello e piattaforme, puntando sul software Open Source;

Realizzazione di una piattaforma per l’interazione tra cittadino e giunta sulle scelte programmatiche;

Manifestazioni per agevolare il confronto con diverse realtà nazionali, europee e mondiali;

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Creare un “laboratorio permanente” per la ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di quanto inerente al software;

Servizi interattivi ad alto valore aggiunto per una città intelligente (smart city), per mezzo di una rete di telecontrollo e telegestione presente sul territorio, estesa fino al singolo punto luce sui pali della pubblica illuminazione, che consenta la fruizione di servizi aggiuntivi di facile implementazione, per lo sviluppo di un progetto gratuito di OpenWifiLivorno, mediante installazione di quadri di comando control panels e modem/ripetitori sul Viale Italia, attivo per tutti i fruitori, i residenti, i bagnanti e operatori del mare compresi.

La struttura del sistema è illustrata nell’immagine seguente:

Migrazione del software della P.A. verso l’Open Source, che consente, oltre al risparmio economico indubbio a medio termine, di avviare un processo di condivisione tra P.A. di software di alto livello autoprodotto o prodotto localmente, che interessi altre realtà nazionali. L’open source

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non obbliga il cittadino, nell’ottica di una digitalizzazione dei documenti della P.A. all’acquisto di onerosi software proprietari. Il primo software interessato sarà necessariamente quello che permette la creazione dei documenti, cercando di effettuare la migrazione come è stato fatto in Umbria con Libreoffice;

Accorciare la distanza tra P.A. e il cittadino, favorendo l’utilizzo di piattaforme informatiche attraverso il WEB che consentano di istituire un rapporto più diretto tra loro. Alcuni esempi:

o Streaming video (con archivio per ricerche successive) di ogni attività all’interno del comune: le riunioni di giunta, delle varie commissioni o dei vari tavoli di lavoro etc…;

o Portale di proposte del cittadino dove lo stesso può dare suggerimenti, portare idee o effettuare segnalazioni all’amministrazione pubblica e vederne l’iter ed il risultato in tempo reale;

o Aumentare la quantità dei servizi on line e potenziare i già presenti così da rendere più semplice e snello il lavoro degli uffici preposti così da rendere il rapporto con il pubblico più qualitativo dove necessario;

o Integrare le banche dati dei differenti servizi comunali, delle partecipate e delle agenzie che lavorano sul territorio. Questo permetterà ad esempio di evitare atti di ingiustizia sociale che molto spesso vengono compiuti per mancanza di informazioni.

17. TUTELA DEGLI ANIMALI

Potenziare il regolamento comunale e lo sportello per i diritti degli animali;

perseguire con la massima severità qualsiasi tipo di maltrattamento e malgoverno degli animali;

attuare la vigente normativa sull’emergenza randagismo; immediata messa in funzione del Canile Municipale del Vallin Buio; potenziare le aree attrezzate per la sgambatura dei cani di proprietà, il

cimitero per gli animali domestici (già previsto nel progetto originario del canile) e le Bau Beach (spiaggia con ingresso libero ai cani);

tutelare le colonie feline riconoscendo e sostenendo la figura del "gattaro" e le sue attività, e destinare risorse alla sterilizzazione dei gatti liberi;

migliorare la situazione di canili e gattili pubblici, affidandoli soltanto alle associazioni animaliste senza scopo di lucro; creare un gattile aperto presso il canile rifugio del Vallin Buio;

realizzare una struttura dedicata agli animali feriti o abbandonati, anche selvatici, che non possano trovare ospitalità nel canile/gattile

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municipale, potenziando la struttura di pronto intervento prevista presso il canile;

mantenere i servizi inerenti il monitoraggio del territorio e della tutela degli animali già attivi in città;

effettuare campagne informative riguardanti la realtà delle colonie feline e dei canili con lo scopo di incentivare il volontariato verso queste attività e l'adozione degli animali;

incrementare le aree per cani e manutenzione di quelle già esistenti, garantendo la disponibilità di sacchetti compostabili e cestini per le deiezioni;

istituire apposite aree cittadine per passeggiate e svago degli animali domestici;

prevedere corsi di formazione per i volontari o aspiranti volontari dei canili pubblici per far loro acquisire le competenze necessarie alla gestione dei cani e delle varie situazioni che si presentano nei canili;

promuovere campagne di affidamento dei cani potenzialmente pericolosi, con specifici corsi dedicati a chi è intenzionato ad adottarli;

incentivare l’adozione da parte di privati cittadini degli animali presenti nelle strutture per animali abbandonati e/o randagi.

vietare spettacoli ed intrattenimenti con l'utilizzo di animali come già deliberato dal comune di Carrara su proposta M5S locale vietando anche l'uso di animali come vincita o premio;

bandire i prodotti testati su animali come clausola nei contratti di fornitura al Comune;

prevedere menu vegani e vegetariani nelle mense comunali; promuovere progetti didattici nelle scuole sulla tutela e sul rispetto degli

animali in collaborazione con le associazioni animaliste; creare, all'interno dei parchi e giardini pubblici, aree riservate ai colombi

(le cosiddette "colombaie") per la cura e la somministrazione di mangime antifecondativo al fine di contenerne il numero;

potenziare l'Ufficio Tutela Animali del Comune, e istituzione di una Sala Operativa di pronto intervento formata dal personale della Polizia Municipale specializzato in normative di tutela degli animali;

effettuare controlli più stretti e campagne educative sul rispetto delle regole di igiene relative agli animali negli ambienti pubblici (escrementi lasciati per strada);

tutelare tutte le specie di fauna selvatica presenti nel territorio comunale per effetto del cosiddetto “urban sprawl” o “crescita urbana” - nuova regolamentazione della gestione del verde pubblico tale da evitare di danneggiare i fragili habitat urbani;

promuovere pratiche alternative alla sperimentazione sugli animali attraverso borse di studio riservate ai ricercatori antivivisezionisti, rendendo i risultati di pubblico dominio;

realizzare una campagna informativa, rivolta ai cittadini e agli operatori del settore, per far conoscere il nuovo Regolamento di tutela degli animali e di conseguenza farlo applicare anche con la collaborazione delle associazioni animaliste;

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istituire una consulta animalista che coinvolga le associazioni per quanto riguarda le proposte riguardanti la tutela degli animali, la gestione del randagismo e dell’abbandono degli animali, la cura delle strutture e la gestione delle risorse.

18. AGRICOLTURA

18.1. Premessa Mentre la burocrazia e gli interessi globali stanno bandendo dal mercato migliaia di piccoli produttori, il consumatore, spesso inconsapevolmente, continua a subire modelli di produzione del tutto inadeguati a garantire genuinità ed affidabilità dei cibi. Decine di coltivatori, allevatori, pastori e artigiani devono essere messi in grado di proteggersi dall’attacco delle logiche economiche e dalle regole di un mercato globalizzato cucite sull’agroindustria, al fine di difendere e sviluppare la libera lavorazione dei prodotti, l’agricoltura contadina, l’immenso patrimonio dei saperi e dei sapori della nostra meravigliosa terra, di potenzialità e qualità uniche al mondo. Questo è un problema che riguarda tutto il territorio italiano, perciò anche la nostra città e provincia. Per tali motivi quindi, l’Amministrazione locale dovrà risultare sia lo strumento propositivo e attuativo per un accesso alla Terra, tutelandola come “Bene Comune” al pari dell’acqua, e ad una Agricoltura “genuina” più libera e a km zero secondo metodologie naturali come il “biologico”, la “biodinamica” e la “permacultura”, sia quello di divulgazione per una vera democrazia del cibo come per un sostenibile sviluppo economico a salvaguardia dell’ambiente. Quanti giovani hanno il desiderio di iniziare un’attività Agricola, ma ne sono tagliati fuori, a causa dell’impossibilità di accedere ad un adeguato contributo economico che permetta di acquisire terreni, casolari, moltissimi spesso abbandonati, da poter recuperare e far rinascere. Con questo concetto di Agricoltura il nostro Movimento intende stimolare e contribuire per una saggia rilocalizzazione e rivitalizzazione della nostra Comunità, mettendo al centro il Lavoro dei Campi, l’Economia locale, e soprattutto la Socializzazione, promuovendo il ritorno ad uno stile di vita più sano e solidale. Questa nostra proposta pertanto, da considerarsi certo una nuova rivoluzione culturale, forte e necessaria, potrà creare migliaia di posti di lavoro ed una

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nuova spinta ad un consumo locale più consapevole e genuino, scongiurando l’invadenza delle multinazionali agroalimentari.

18.2. Agricoltura amatoriale Definizione di agricoltura amatoriale: insieme di produzioni agricole e zootecniche destinate esclusivamente o prevalentemente ad uso personale o ricreativo. Operatori dell'agricoltura amatoriale e/o del tempo libero: privati cittadini e/o soggetti che svolgono attività agricole a livello amatoriale e/o per autoconsumo. Obiettivo: Attraverso questa attività potrebbe partire la riqualificazione delle colline livornesi, mediante la valorizzazione dei suoli agricoli e ortivi, per prevenire il rischio idrogeologico e soprattutto per valorizzare pratiche di qualità e indipendenza alimentare, oltre alla risoluzione dei problemi legati agli annessi e baracche abusive, che fanno scempio del nostro paesaggio, attraverso l'opportunità di realizzare semplici manufatti in legno propedeutici all'attività qui definita AMATORIALE.

Definizione di manufatto agricolo precario: Costruzione con struttura interamente in legno ancorata al suolo. Questa struttura non dovrà prevedere opere di fondazione, basamenti e/o opere permanenti in muratura, bensì potrà avere una copertura a falde a capanna con pendenza del 30% e manto di copertura in legno o laterizio.

Materiale ed altre caratteristiche:

Tutte le strutture e tutte le finiture compresi gli infissi dovranno essere in legno trattato;

Il manto di copertura dovrà essere in laterizio (tegole e coppi o portoghesi) oppure in elementi lignei opportunamente trattati;

La pavimentazione interna potrà essere in terra battuta, in assito di legno, in pietra o piastrelloni in materiale cementizio, semplicemente appoggiata sul terreno e non potrà avere un dislivello maggiore di 3 cm dalla quota esterna;

Le dimensioni massime consentite dell’annesso variano in funzione della dimensione dell’area ortiva o comunque utilizzata a fini agricoli;

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L'annesso dovrà essere costituito da unico locale al cui interno potrà trovare alloggiamento un locale igienico che però dovrà avere accesso unico dall'esterno;

E' ammessa la realizzazione di pergolati o loggiati aperti su tre lati e quarto lato coincidente con il lato lungo del manufatto e avente profondità massima di 4m. In alternativa è ammessa la realizzazione di strutture tipo “tende”e“gazebo” mobili a patto che risultino compatibili con i valori e le caratteristiche del paesaggio;

E' vietato l'impiego di manti impermeabili continui, come asfaltatura e simili;

Gli annessi in questione per le loro caratteristiche precarie non sono computabili come SLP (Superficie Lorda di Pavimento) e per tanto non sono generati da alcun indice edificatori;

E’ vietato aprire nuova viabilità per raggiungere tali annessi. Requisiti degli impianti di smaltimento delle acque:

Gli scarichi delle acque delle cucine e dei WC che non possono essere

convogliate nella fognatura comunale dovranno essere trattati con autonomi e/o comuni impianti di depurazione e smaltimento, nel rispetto delle norme vigenti, privilegiando sistemi ecocompatibili naturali;

Le acque bianche che vengono intercettate dalle coperture degli annessi dovranno essere convogliate, ad un sistema di raccolta per il successivo riutilizzo irrigatorio.

Titolo abilitativo e atto d'obbligo: La realizzazione degli annessi è soggetta a rilascio di autorizzazione comunale, previa presentazione di un’istanza e di un progetto che dimostri l’effettiva necessità delle realizzazioni e le finalità ad esse correlate. L'istanza deve essere prodotta dal proprietario del fondo o da chi ne abbia titolo e deve essere corredata da: 1. una relazione dettagliata sulle motivazioni della realizzazione

dell'annesso in relazione all'attività prevista; 2. la verifica della conformità dell'intervento; 3. l'individuazione degli eventuali edifici esistenti e le relative superfici di

pertinenza e fondiarie; 4. dimostrazione della legittimità della lottizzazione del terreno; 5. elaborati grafici di dettaglio con le caratteristiche, le dimensioni e

l'ubicazione dei manufatti da realizzare;

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6. le opere finalizzate al recupero delle acque meteoriche e delle acque nere.

La realizzazione del nuovo annesso è consentita, previa sottoscrizione di un atto unilaterale d'obbligo, da registrare e trascrivere a cura del Comune e a spese del richiedente, riferito all'intera superficie di proprietà. La durata dell’atto sarà di dieci anni. L'atto d'obbligo dovrà contenere:

1. l'impegno a mantenere in ordinaria coltivazione i terreni cui l'annesso è

riferito, fatte salve eventuali situazioni di evidente impossibilità ad adempiere a tali impegni per problematiche indipendenti dalla propria volontà personale;

2. di non modificare la destinazione d’uso agricola dell’annesso; 3. di non alienare separatamente dall’annesso il fondo cui si riferisce; 4. l'impegno alla rimozione dell'annesso o manufatto al cessare dell'attività

agricola o in caso di trasferimento di proprietà anche parziale del fondo, ovvero in caso di modifica dell'assetto colturale del fondo stesso ovvero nel caso che vengano meno i minimi previsti dalle precedenti tabelle;

5. le relative forme di garanzia e polizze fidejussorie; 6. la verifica di conformità alle norme generali e del presente regolamento; 7. di assoggettarsi alla rimozione dell’annesso nel caso di inadempimento o

trasferimento parziale di proprietà delle superfici agricole. Nel caso di trasferimento totale, ai fini del mantenimento dell’annesso agricolo, dovrà essere stipulato un nuovo atto d’obbligo da parte del proprietario subentrante. In caso di manufatti realizzati in modo difforme dai punti sopra indicati il proprietario sarà invitato a ripristinare la situazione preesistente e, qualora la stessa perdurasse, trascorsi 30 giorni dal primo avviso, l'amministrazione provvederà a comminare la relativa sanzione e ad emettere una Ordinanza Sindacale, imponendo il ripristino delle condizioni originarie, anche direttamente qualora si rendesse necessario e addebitando ogni costo sostenuto al trasgressore. 18.3. BiOrti Urbani

Favorire, promuovere e appoggiare la creazione dei ‘BiOrti Urbani’. Livorno ha sperimentato da tempo i cosiddetti “orti per anziani” e più recentemente in alcune scuole il progetto “orto in condotta”. Oggi l'autoproduzione alimentare va estesa anche alle persone più giovani, sempre più sensibili al cibo sano, a km zero, ma pure con un occhio al risparmio, visto il perdurare della crisi. La promozione e la nascita dei nuovi ‘BiOrti Urbani’ rappresenta un mezzo efficace per salvaguardare aree verdi minacciate dal cemento e da possibili speculazioni edilizie, prevenendo così il degrado. Optando per la scelta

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biologica l'adesione al progetto è subordinato alla frequenza di un corso di formazione.