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Allegato B)

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PROGRAMMA DI SVILUPPO DEL DISTRETTO DEL

COLTELLO 2012-2014*

*L.R. n. 27 d.d. 11/11/1999 art. 7 come modificata dalla L.R. n. 04 d.d. 04 marzo 2005 art. 19 e successive modifiche e integrazioni

042199
Casella di testo
ALLEGATO ALLA DELIBERA N. 1945 DEL 9 NOVEMBRE 2012

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INDICE INDICE ..............................................................................................................................................................................2

PREMESSA ........................................................................................................................................................................3

PRESENTAZIONE DEL DISTRETTO ..........................................................................................................................4

PROGRAMMA DELLE AZIONI DEL DISTRETTO 2012 – 2014 .......................................................................26 AZIONE 1. SISTEMA INFORMATIVO DISTRETTUALE .............................................................. 27

Intervento 1.1. Realizzazione di un osservatorio permanente su temi socio economici rilevanti per il distretto ......................................................................................................28 Intervento 1.2. Elaborazione di strategie necessarie per il superamento delle criticità e il miglioramento del posizionamento competitivo delle imprese del Distretto ..............................................................................................................................................................30 Intervento 1.3. Sviluppo della Rete di partenariato .................................................................32 Intervento 1.4 Coordinamento e gestione del programma ..................................................34

AZIONE 2. INNOVAZIONE QUALITATIVA E TECNOLOGICA DEL DISTRETTO........................... 35 Intervento 2.1 Valorizzazione del laboratorio di metallurgia e realizzazione delle condizioni necessarie per il suo utilizzo come centro di controllo, ricerca e innovazione.......................................................................................................................................................37 Intervento 2.2. Sviluppo di iniziative di progettazione innovativa di prodotto o processo o gestionale .................................................................................................................................43

AZIONE 3. PROGETTI DI SVILUPPO COMPETITIVO INTERAZIENDALE ................................... 47 Intervento 3.1. Sostegno alla progettazione e sviluppo di aggregazioni/cooperazione di imprese e/o avvio di nuove imprese associate per lo sviluppo di tecnologie di produzione innovative/competitive e/o di approccio al mercato che necessitano di investimenti non assorbibili da singole imprese....47 Intervento 3.2. Progettazione di una rete di sviluppo delle filiere produttive insistenti nel distretto per favorire lo scambio localizzato attraverso la creazione di strumenti di gestione dei processi di subfornitura che minimizzino i costi ..........51

AZIONE 4. PROMOZIONE E MARKETING TERRITORIALE ........................................................ 54 Intervento 4.1.Promozione generale del distretto dei suoi prodotti e del suo contesto territoriale e storico ................................................................................................................56 Intervento 4.2. Progetti di co-marketing e valorizzazione dei prodotti del distretto ad alto valore aggiunto..........................................................................................................59 Intervento 4.3.Promozione del distretto a livello internazionale anche in mercati emergenti ...........................................................................................................................................................61

AZIONE 5. INTERVENTI INFRASTRUTTURALI DI CARATTERE AMBIENTALE, ENERGETICO E DI

COMUNICAZIONE.................................................................................................................. 64 Intervento 5.1. Mappatura della situazione ambientale e del fabbisogno energetico del distretto e individuazione di progetti pilota da realizzare...................65 Intervento 5.2. Interventi di struttura relativi al miglioramento delle vie di comunicazione del distretto ....................................................................................................................66

AZIONE 6. FORMAZIONE ....................................................................................................... 67

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PREMESSA

L'Agenzia per lo sviluppo del distretto industriale del coltello, è una società consortile a capitale

misto pubblico e privato; coinvolte sono le imprese appartenenti al settore del coltello e del

metallo (codici attività: 27.4 produzione di metalli di base non ferrosi. 27.5 fonderie. 28.1 fab-

bricazione di elementi da costruzione in metallo. 28.2 fabbricazione di cisterne, serbatoi e con-

tenitori in metallo; fabbricazione di radiatori e caldaie per il riscaldamento centrale. 28.4 fuci-

natura, imbutitura, stampaggio e profilatura dei metalli; metallurgia delle polveri. 28.5 tratta-

mento e rivestimento dei metalli; lavorazioni di meccanica generale. 28.6 fabbricazione di arti-

coli di coltelleria, utensili e oggetti diversi in metallo. 28.7 fabbricazione di altri prodotti metalli-

ci. 29.1 fabbricazione di macchine e apparecchi per la produzione e l’utilizzazione dell’energia

meccanica, esclusi i motori per aeromobili, veicoli e motocicli. 29.2 fabbricazione di altre mac-

chine di impiego generale. 29.3 fabbricazione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura.

29.4 fabbricazione di macchine utensili. 29.5 fabbricazione di altre macchine per impieghi spe-

ciali) aventi la sede sociale o unità produttiva nei Comuni di Arba, Cavasso Nuovo, Fanna, Ma-

niago, Meduno, Montereale Valcellina, Sequals, Vajont, Vivaro, alla Provincia di Pordenone, ai

Comuni del distretto; alla C.C.I.A.A., ai Consorzi ed Enti di sviluppo operanti ai sensi della L.R.

Friuli Venezia Giulia 18 gennaio 1999 n. 3 compresi nell'area distrettuale, alle associazioni im-

prenditoriali, alle organizzazioni sindacali, alle società bancarie e finanziarie, agli Enti, alle asso-

ciazioni, alle società ed ai Consorzi che svolgono attività rilevanti a favore delle imprese inse-

diate nel distretto industriale.

L’ASDI eredita le attività già avviate dal Comitato del distretto del Coltello con particolare ri-

levanza l’attività del marchio di Qualità “QManiago.”e amplia le proprie competenze a tutte le

attività previste dai nuovi codici merceologici inseriti nel distretto.

Da questa integrazione nasce il presente piano di sviluppo del Distretto per il triennio 2007-

2009.

Va ricordato che l’ASDI non ha una propria struttura tecnica ma si avvale dal supporto tecnico-

operatvo della società Montagna Leader S.car.l. , detta società e anche la proprietaria del mar-

chio “QManiago”.

Infine viene sottolineata la stretta collaborazione con l’ Ente Camerale sia nella fase di condivi-

sione delle strategie che di attuazione degli interventi di promozione, di internazionalizzazione

e di formazione delle aziende del distretto.

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PRESENTAZIONE DEL DISTRETTO

1. L’IDENTIFICAZIONE DEL DISTRETTO

1.1 L’ATTUALE DELIMITAZIONE SETTORIALE E TERRITORIALE DEL DISTRETTO

Il distretto industriale di Maniago – riconosciuto con deliberazione di Giunta Regionale n. 169

del 2.2.2007 - fa attualmente riferimento a una concentrazione di imprese operanti in diverse

specializzazioni tecnologiche, di prodotto e di mercato, localizzate a Maniago e nei comuni limi-

trofi. Pur nell’eterogeneità interna che lo contraddistingue, all’interno del distretto la (storica)

filiera produttiva del coltello (e degli articoli affini) unitamente alle lavorazioni-produzioni mec-

caniche rappresentano una componente rilevante, così come la metallurgia costituisce una

componente sicuramente significativa del sistema distrettuale. Per comprendere l’articolazione

di questa realtà distrettuale, è necessario descrivere il contesto di riferimento e l’evoluzione re-

gistrata dal relativo quadro normativo.

La legge regionale n. 27 del 1999 “Per lo sviluppo dei distretti industriali” e la successiva deli-

berazione di Giunta Regionale n. 460 del 2000 avevano individuato il distretto del coltello sulla

base dell’incrocio di due variabili, una variabile merceologica e una variabile territoriale. Il di-

stretto faceva quindi riferimento alle imprese operanti nei Gruppi ATECO 2007 DJ 28.4 “fucina-

tura, imbutitura, stampaggio e profilatura dei metalli, metallurgia delle polveri”, 28.5 “tratta-

mento e rivestimento dei metalli”, 28.6 “fabbricazione di articoli di coltelleria, utensili, ed og-

getti vari in metallo”, in nove comuni della provincia di Pordenone, precisamente i comuni di

Arba, Cavasso Nuovo, Fanna, Maniago, Meduno, Montereale Valcellina, Sequals, Vajont, Vivaro

(cfr. figura n. 1).

In questo settore (ATECO 2002 DJ 28.4, 28.5 e 28.6) si concentra il nucleo storico delle coltel-

lerie. Sulla base degli studi effettuati, si può affermare che il comparto delle coltellerie non è

semplicemente un’area di specializzazione produttiva, ma un vero e proprio distretto industriale

per come questa entità è stata concettualizzata nella letteratura economica1. Il comparto delle

coltellerie attualmente si contraddistingue per un portafoglio prodotti articolato, composto da

1 Grandinetti R., Il distretto maniaghese delle coltellerie, Comune di Maniago, 2000; Zolli A., Il Sistema Infor-mativo Distrettuale del distretto industriale di Maniago, Rapporto SID 2007 del 28.1.08.

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coltelli ma anche da un’ampia gamma di altri prodotti, da taglio e incisione o dotati di lama in

acciaio, piccoli oggetti in acciaio, destinati al consumo, all’utilizzo professionale o industriale2.

2 Coerentemente con la metodologia adottata dal Prof. Grandinetti (consulente scientifico dell’ASDI) e dai progettisti del Q Maniago.

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Figura n. 1 – Il distretto industriale di Maniago

I comuni del distretto: Arba,

Cavasso Nuovo, Fanna, Mania-

go, Meduno, Montereale Valcel-

lina, Sequals, Vivaro , Vajont.

Fonte: elaborazione su carto-grafia della Regione FVG.

La nuova definizione di distretto industriale (L.R. n. 4 del 2005) si è resa necessaria per tenere

conto:

1. dei processi evolutivi dei distretti che possono portare alla diversificazione delle filiere pro-

duttive e dei prodotti finali;

2. delle limitazioni imposte dalle categorie ISTAT che non permettono di tracciare con esattezza

la filiera della specializzazione distrettuale;

3. dell’estensione interprovinciale o interregionale dei distretti.

Il capo II della sopraccitata legge consente di ridefinire i confini geografici degli attuali distretti,

che possono estendersi sul territorio di più province o regioni, e anche i loro confini settoriali,

ossia le attività che identificano la specializzazione produttiva di ciascuna area distrettuale.

La deliberazione di Giunta Regionale n. 169 del 2.2.2007 ha allargato i confini settoriali del si-

stema distrettuale maniaghese, includendo ulteriori sezioni dei settori metallurgico e meccanico

rispetto all’originario settore di “specializzazione 28.4-6”3, precisamente i gruppi ATECO 2002

DJ 27.4, 27.5 28.1, 28.2, 28,7, DK 29.1, 29.2, 29.3, 29.4, 29.5.

3 Con la presente abbreviazione si intendono i Gruppi ATECO 2002 DJ 28.4, 28.5 e 28.6.

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Di seguito si elencano i Gruppi ATECO 2002 relativi all’attuale delimitazione settoriale del di-

stretto (DGR n. 169 del 2007).

SEZIONE D – ATTIVITA’ MANIFATTURIERE

SOTTOSEZIONE DJ - METALLURGIA, FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO

27.4 Produzione di metalli di base non ferrosi, compresi i semilavorati

27.5 Fonderie

28.1 Fabbricazione di elementi da costruzione in metallo

28.2 Fabbricazione, installazione e riparazione di cisterne, serbatoi e contenitori in metallo di

capacità superiore a 300 litri; fabbricazione di radiatori e caldaie per il riscaldamento centrale

28.4 Fucinatura, imbutitura, stampaggio e profilatura dei metalli, metallurgia delle polveri

28.5 Trattamento e rivestimento dei metalli; lavorazioni di meccanica generale

28.6 Fabbricazione di articoli di coltelleria, utensili, serrature e simili

28.7 Fabbricazione di altri prodotti metallici

SOTTOSEZIONE DK - FABBRICAZIONE, INSTALLAZIONE, RIPARAZIONE E

MANUTENZIONE DI MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI

29.1 Fabbricazione, installazione, riparazione e manutenzione di macchine ed apparecchi per la

produzione e l’utilizzazione dell’energia meccanica, esclusi i motori destinati ai mezzi di traspor-

to su strada e ad aeromobili

29.2 Fabbricazione, installazione, riparazione e manutenzione di altre macchine di impiego ge-

nerale

29.3 Fabbricazione, installazione, riparazione e manutenzione di macchine per l’agricoltura e la

silvicoltura

29.4 Fabbricazione, installazione, riparazione e manutenzione di macchine utensili ed accessori,

escluse le parti intercambiabili

29.5 Fabbricazione, installazione, riparazione e manutenzione di altre macchine per impieghi

speciali, compresi parti e accessori

Con la finalità di sviluppare l’analisi statistica funzionale agli obiettivi del distretto, nel presente

lavoro la popolazione delle imprese è segmentata in due cluster, il cluster A e il cluster B. Preci-

samente il cluster A corrisponde con le imprese operanti nei Gruppi ATECO 2002 DJ 28.4, 28.5

e 28.6, ossia la classificazione ante allargamento dei confini settoriali del distretto in cui si con-

centra il nucleo delle coltellerie (DGR n. 460 del 2000).

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Il cluster B corrisponde con le imprese operanti nei Gruppi ATECO 2002 DJ 27.4, 27.5 28.1,

28.2, 28,7, DK 29.1, 29.2, 29.3, 29.4, 29.5. In questo caso si tratta delle imprese oggetto del

sopraindicato allargamento dei confini settoriali operanti nei settori metallurgico e meccanico.

La somma del cluster A e del cluster B corrisponde all’attuale popolazione delle imprese del di-

stretto (DGR n. 169 del 2007).

Nel cluster A si concentra il nucleo delle coltellerie, piccole imprese a carattere prevalentemen-

te artigianale, tuttavia la classificazione ATECO 2002 non è sufficiente a individuare tale specia-

lizzazione. Il cluster A include infatti anche imprese di maggiori dimensioni specializzate, ad e-

sempio, nella produzione di pezzi di acciaio stampati, pale per turbine, zincatura a caldo di pro-

dotti complessi. D’altra parte ulteriori imprese operanti nella filiera produttiva del coltello (e ar-

ticoli affini) non sono incluse nel cluster A. Inoltre tali classificazioni non sono in grado di de-

scrivere i processi evolutivi di diversificazione delle filiere produttive e dei prodotti finali e il si-

stema di relazioni tra le imprese.

Per ovviare (in parte) a tali limitazioni, nell’effettuare l’analisi statistica si ricorre anche

all’analisi del solo Gruppo ATECO 2002 DJ 28.6, “ Fabbricazione di articoli di coltelleria, utensili,

serrature e simili”.

Per superare le limitazioni imposte dalle categorie ISTAT, durante la ricerca SID svolta nel

2007, è stata operata una prima segmentazione su base documentaria (grezza) delle imprese,

finalizzata a tracciare le diverse specializzazioni distrettuali (cfr. Rapporto SID 2007 del

28.1.2008). Il progetto SID 2008 si pone come obiettivo la definizione di una metodologia fina-

lizzata a segmentare la popolazione distrettuale in relazione alle principali specializzazioni tec-

nologiche distrettuali, di prodotto e di mercato, ivi insistenti. Ciò consentirà tra l’altro di testare

una metodologia di lavoro utile a tracciare le future linee di azione del Sistema Informativo Di-

strettuale (SID 2009).

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1.2 LA CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITA’ ECONOMICHE ATECO 2002 E 2007

Dal primo gennaio 2008 è in vigore la nuova tabella dei codici di classificazione delle attività

economiche - denominata ATECO 2007 (a 6 cifre) - che per la prima volta uniforma le classifi-

cazioni precedentemente utilizzate dall’Istat, dall’Agenzia delle Entrate e dalle Camere di Com-

mercio. Tale classificazione costituisce la versione nazionale della nomenclatura europea, NACE

rev. 2, pubblicata dall’Official Journal il 20 dicembre 2006 (Regolamento CE n.1893/2006 del

PE del Consiglio del 20.12.20064).

Per quanto riguarda il mondo camerale, il passaggio ai nuovi codici ATECO 2007 non sarà in

tutti i casi immediato. Infocamere ha avviato un progetto di aggiornamento ed adeguamento ai

codici ATECO 2007 per le imprese iscritte nel Registro Imprese. Di seguito le scadenze di mas-

sima:

1. entro il primo trimestre 2008: revisione degli archivi del Registro Imprese e predisposizione

dei sistemi di passaggio (transcodifica) della classificazione ATECO 2002 ed ATECO 2007;

2. a partire dal secondo trimestre 2008: avvio graduale della nuova classificazione delle attivi-

tà (ATECO 2007) per le sole posizioni nuove iscritte;

3. entro la fine del primo semestre 2008: conversione massiva degli archivi del Registro Im-

prese e gestione della nuova codifica;

4. entro fine del secondo semestre 2008: adeguamento ai codici ATECO 2007 di tutti i servizi

che “pescano” dati e informazioni dal Registro Imprese, quindi visure, elenchi, statistiche ecc.5.

Per quanto riguarda la tavola di raccordo (a 5 cifre) Istat ATECO 2002-2007, si confronti il do-

cumento pubblicato sul portale web dell’Istat6. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti durante

lo svolgimento dell’incarico professionale.

4 Fonte: sito dell’Istat in data 17.07.2008 - http//www.istat.it/strumenti/definizioni/ateco. 5Fonte: sito della Camera di Commercio di Vicenza in data 30.05.2008 -http://www.vi.camcom.it/a_ITA_1834_1.html. 6 Fonte: sito dell’Istat in data 30.05.2008 - http//www.istat.it/strumenti/definizioni/ateco/.

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2. LA DINAMICA DELLA POPOLAZIONE DELLE IMPRESE DEL DISTRETTO

2.1 LA POPOLAZIONE DELLE IMPRESE E LA DIMENSIONE OCCUPAZIONALE NEL

PERIODO 1991-2001

I dati che seguono fanno riferimento alle rielaborazioni dei dati provenienti dai Censimenti uffi-

ciali ISTAT dell’industria e dei servizi del 1991 e 2001. Tale rielaborazione è volta a monitorare

l’andamento della popolazione delle imprese e della dimensione occupazionale relativamente al

distretto così come individuato nella sezione precedente (cfr. § 1.1).

Le tabelle n.1-3 rappresentano la popolazione delle imprese e degli addetti alle imprese distret-

tuali nel periodo 1991-2001. Nel 2001 la popolazione delle imprese distrettuali è pari a 245 uni-

tà, cui corrispondono 3.041 addetti (cfr. tabella n. 1).

Il numero di unità locali risulta superiore a quello delle imprese sia nel 1991 che nel 2001. Il

fenomeno è correlabile sia alla plurilocalizzazione delle imprese aventi sede nel distretto che al-

la presenza di unità locali di imprese aventi sede all’esterno dal distretto (cfr. tabelle n.1 e 4).

L’andamento delle imprese, delle unità locali e degli addetti nel periodo1991-2001 evidenzia un

andamento differenziato in corrispondenza del distretto e dei due cluster individuati, A e B7

(cfr. tabella n. 7).

Tabella n. 1 - Numero di imprese e di addetti del distretto, dati 1991-2001.

Comuni 1991 2001 Imprese Addetti Imprese Addetti Arba 5 12 1 3 Cavasso Nuovo 2 3 2 6 Fanna 2 11 4 20 Maniago 232 2.145 194 2.491 Meduno 3 23 7 53 Montereale Val-cellina 8 80 13 132 Sequals 15 115 16 271 Vajont 6 25 2 5 Vivaro 7 74 6 60 Totale 280 2.488 245 3.041

Fonte: elaborazione su dati Istat 2001, 7° e 8° Censimento dell’industria e dei servizi.

7 Cfr. § 1.1.

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Tabella n. 2 - Numero di imprese e di addetti del cluster A, dati 1991-2001.

Comuni 1991 2001 Imprese Addetti Imprese Addetti Arba 3 5 - - Cavasso Nuovo 1 2 1 1 Fanna 1 10 4 20 Maniago 209 1.393 166 1.244 Meduno 2 22 2 46 Montereale Val-cellina 3 58 5 106 Sequals 7 91 7 132 Vajont 3 9 1 4 Vivaro 4 49 2 25 Totale 233 1.639 188 1.578

Fonte: elaborazione su dati Istat 2001, 7° e 8° Censimento dell’industria e dei servizi. Tabella n. 3 - Numero di imprese e di addetti del cluster B, dati 1991-2001.

Comuni 1991 2001 Imprese Addetti Imprese Addetti Arba 2 7 1 3 Cavasso Nuovo 1 1 1 5 Fanna 1 1 - - Maniago 23 752 28 1.247 Meduno 1 1 5 7 Montereale Valcelli-na 5 22 8 26 Sequals 8 24 9 139 Vajont 3 16 1 1 Vivaro 3 25 4 35 Totale 47 849 57 1.463

Fonte: elaborazione su dati Istat 2001, 7° e 8° Censimento dell’industria e dei servizi.

In particolare in corrispondenza del distretto, nel periodo 1991-2001 le unità locali presentano

una variazione negativa (-10,3%), mentre gli addetti presentano una variazione positiva

(+21,9%). Nel 2001 la dimensione occupazionale media è pari a 11,5 addetti, rispetto a 8,5

addetti nel 1991 (cfr. tabelle n. 4 e 11).

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Tabella n. 4 – Numero di unità locali e di addetti del distretto, dati 1991-2001. Comuni 1991 2001 Unità locali Addetti Unità locali Addetti Arba 5 12 1 3 Cavasso Nuovo 2 3 3 7 Fanna 3 16 4 20 Maniago 240 2.119 206 2.448 Meduno 3 23 7 53 Montereale Valcelli-na 8 80 13 131 Sequals 16 116 16 271 Vajont 6 17 2 5 Vivaro 8 81 9 70 Totale 291 2.467 261 3.008 DM 8,5 11,5

Fonte: elaborazione su dati Istat 2001, 7° e 8° Censimento dell’industria e dei servizi.

La medesima analisi riferita al cluster A, nel periodo 1991-2001 registra una variazione negati-

va in corrispondenza delle unità locali (-17,7%) e degli addetti (-4,4%). Nel 2001 la dimensio-

ne occupazionale media è pari a 7,8 addetti, rispetto a 6,7 addetti nel 1991 (cfr. tabelle n. 5 e

11).

Infine in riferimento al cluster B, nel periodo 1991-2001 si registra una variazione positiva in

corrispondenza delle unità locali (+27,1%) e degli addetti (+73,4%). Nel 2001 la dimensione

occupazionale media è pari a 23,7 addetti, rispetto a 17,4 addetti nel 1991 (cfr. tabelle n. 6 e

11).

Il ridimensionamento della popolazione delle imprese distrettuali ha sostanzialmente riguardato

le microimprese (imprese che non raggiungono la soglia dei 10 addetti) operanti nel cluster A

(cfr. tabella n. 12). L’analisi della distribuzione delle unità locali per classi di addetti nel periodo

1991-2001, registra un saldo negativo pari a 39 unità locali in corrispondenza della classe di

addetti 1-9 e una ridistribuzione delle unità locali verso le classi dimensionali superiori. Nel pe-

riodo 1991-2001 il numero degli addetti alle unità locali del distretto registra un saldo pari a

+541 addetti (cfr. tabella n. 11), nel 2001 la DM è pari a 11,5 addetti rispetto a 8,5 addetti nel

1991 (cfr. tabella n.4), questo conferma che il processo di selezione nel tessuto imprenditoriale

ha colpito le imprese meno strutturate per competere.

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Tabella n. 5 – Numero di unità locali e di addetti del cluster A, dati 1991-2001. Comuni 1991 2001 Unità locali Addetti Unità locali Addetti Arba 3 5 - - Cavasso Nuovo 1 2 2 2 Fanna 2 15 4 20 Maniago 217 1.381 176 1.219 Meduno 2 22 2 46 Montereale Valcelli-na 3 58 5 106 Sequals 8 92 7 132 Vajont 3 9 1 4 Vivaro 4 48 3 31 Totale 243 1.632 200 1.560 DM 6,7 7,8

Fonte: elaborazione su dati Istat 2001, 7° e 8° Censimento dell’industria e dei servizi. Tabella n. 6 – Numero di unità locali e di addetti del cluster B, dati 1991-2001. Comuni 1991 2001 Unità locali Addetti Unità locali Addetti Arba 2 7 1 3 Cavasso Nuovo 1 1 1 5 Fanna 1 1 - - Maniago 23 738 30 1.229 Meduno 1 1 5 7 Montereale Valcelli-na 5 22 8 25 Sequals 8 24 9 139 Vajont 3 8 1 1 Vivaro 4 33 6 39 Totale 48 835 61 1.448 DM 17,4 23,7

Fonte: elaborazione su dati Istat 2001, 7° e 8° Censimento dell’industria e dei servizi. Tabella n. 7 – Variazioni 1991-2001 delle imprese, unità locali e degli addetti.

Descrizione Cluster A Cluster B Distretto

Imprese - + -

Addetti alle imprese - + +

Unità locali - + -

Addetti alle unità locali - + + Legenda: + significa variazione positiva; - significa variazione negativa.

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La suddivisione della popolazione delle imprese distrettuali in due cluster, A e B, soddisfa una

finalità di tipo statistico, tuttavia la classificazione ATECO 2002 non è sufficiente a individuare le

specializzazioni tecnologiche, di prodotto e di mercato distrettuali, si confronti a questo proposi-

to il § 1.1.

Appare utile sottolineare il fatto che nel cluster A si concentrano piccole imprese operanti nella

filiera del coltello (e articoli affini) a carattere prevalentemente artigianale, rispetto alle imprese

di maggiori dimensioni presenti nel cluster B (>199 addetti). Si consideri che il cluster A include

anche imprese di maggiori dimensioni rispetto alle imprese operanti nella filiera produttiva del

coltello, specializzate, ad esempio nella produzione di pezzi di acciaio stampati, pale per turbi-

ne, zincatura a caldo di prodotti complessi. D’altra parte ulteriori imprese operanti nella filiera

del coltello non sono incluse nel cluster A, inoltre tali classificazioni non sono adatte a descrive-

re i processi di diversificazione e il sistema di relazioni tra le imprese. Appare utile estendere

l’analisi al Gruppo ATECO 2002 DJ 28.6 “Fabbricazione di articoli di coltelleria, utensili, serratu-

re e simili”, la classificazione in cui si concentra una parte significativa delle coltellerie. La tabel-

la n. 8 evidenzia nel 2001 154 imprese cui corrispondono 859 addetti alle imprese. Nel periodo

1991-2001 si registrano delle significative variazioni negative in corrispondenza delle imprese,

unità locali e degli addetti (cfr. tabelle n. 8-11).

L’indicatore delle dimensione occupazionale media (DM) costituisce uno strumento sufficiente-

mente grezzo, tuttavia in questo caso può essere utilmente adottato con la finalità di compren-

dere la dualità distrettuale. Nel cluster A, nel 2001 la DM è pari a 7,8 addetti, significativamen-

te inferiore rispetto alla DM registrata nel cluster B, pari a 23,7 addetti (cfr. tabelle n. 5-6). In-

fine la dimensione occupazionale media riferita al solo Gruppo DJ 28.6 nel 2001 è pari a 5,3

addetti, sensibilmente inferiore alla DM del cluster A, pari a 7,8 addetti (cfr. tabelle n. 5 e 9).

Tabella n. 8 - Numero di imprese e di addetti del Gruppo DJ 28.6, dati 1991-2001. Comuni 1991 2001 Imprese Addetti Imprese Addetti Arba 3 5 0 0 Cavasso Nuovo 1 2 1 1 Fanna 1 10 2 13 Maniago 194 1.132 149 816 Meduno 0 0 0 0 Montereale Valcelli-na 2 3 1 13 Sequals 2 19 1 16 Vajont 2 4 0 0 Vivaro 0 0 0 0 Totale 205 1.175 154 859

Fonte: elaborazione su dati Istat 2001, 7° e 8° Censimento dell’industria e dei servizi.

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Tabella n. 9 - Numero di unità locali e di addetti del Gruppo DJ 28.6, dati 1991-2001.

Comuni 1991 2001 Unità locali Addetti Unità locali AddettiArba 3 5 0 0 Cavasso Nuovo 1 2 2 2 Fanna 2 15 2 13 Maniago 201 1.126 157 814 Meduno 0 0 0 0 Montereale Valcelli-na 2 3 1 13 Sequals 3 20 1 16 Vajont 2 4 0 0 Vivaro 0 0 0 0 Totale 214 1.175 163 858 DM 5,5 5,3

Fonte: elaborazione su dati Istat 2001, 7° e 8° Censimento dell’industria e dei servizi. Tabella n. 10 - Variazioni 1991-2001 delle imprese e degli addetti alle imprese, per Gruppo DJ 28.6, Cluster A e B e per Distretto.

Descrizione DJ 28.6 Cluster A Cluster B Distretto

Imprese 1991 205 233 47 280

Imprese 2001 154 188 57 245

Var. v.a. 91-01 -51 -45 +10 -35

Var. % 91-01 -24,9 -19,3 +21,3 -12,5

Addetti (imprese) 1991 1.175 1.639 849 2.488

Addetti (imprese) 2001 859 1.578 1.463 3.041

Var. v.a. 91-01 -316 -61 +614 +553

Var. % 91-01 -26,9 -3,7 +72,3 +22,2 Fonte: elaborazione su dati Istat 2001, 7° e 8° Censimento dell’industria e dei servizi. Tabella n. 11 - Variazioni 1991-2001 delle unità locali e degli addetti alle unità locali, per Gruppo DJ 28.6, Cluster A e B e per Distretto.

Descrizione DJ 28.6 Cluster A Cluster B Distretto

Unità locali 1991 214 243 48 291

Unità locali 2001 163 200 61 261

Var. v.a. 91-01 -51 -43 +13 -30

Var. % 91-01 -23,8 -17,7 +27,1 -10,3

Addetti (unità locali) 1991 1.175 1.632 835 2.467

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Addetti (unità locali) 2001 858 1.560 1.448 3.008

Var. v.a. 91-01 -317 -72 +613 +541

Var. % 91-01 -27,0 -4,4 +73,4 +21,9 Fonte: elaborazione su dati Istat 2001, 7° e 8° Censimento dell’industria e dei servizi. Tabella n. 12 - Distribuzione delle unità locali per classi di addetti, dati 1991-2001.

Unità locali per classi di addetti

1-9 10-19 20-49 50-99 100-249 250 o più Totale

Cluster A 193 30 16 3 1 0 243 Cluster B 38 5 3 0 1 1 48 v.a. 231 35 19 3 2 1 291

Unità locali 1991 % 79,4 12,0 6,5 1,0 0,7 0,3 100,0

Cluster A 151 32 13 3 1 0 200 Cluster B 41 10 6 1 2 1 61 v.a. 192 42 19 4 3 1 261

Unità locali 2001

% 73,6 16,1 7,3 1,5 1,1 0,4 100,0 v.a. -39 +7 - +1 +1 - -30 Var.

91-01 % -16,9 +20,0 - +33,3 +50,0 - -10,3

Fonte: elaborazione su dati Istat 1991 e 2001, 7° e 8° Censimento dell’industria e dei servizi.

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2.2 LA DINAMICA DELLE IMPRESE NEL PERIODO 2000-2011

I dati che seguono fanno riferimento alle rielaborazioni dei dati Infocamere. Si tratta pertanto

di una fonte diversa da quella utilizzata in precedenza (Istat) e per tale motivo i dati non risul-

tano sempre tra loro comparabili. Prima di proseguire con l’analisi appare opportuna una preci-

sazione di ordine metodologico. I dati Infocamere a partire dall’anno 2007 potrebbero non ri-

sultare omogenei con le annualità precedenti. Questa (eventuale) disomogeneità potrebbe de-

rivare dalle cancellazioni d’ufficio praticate dopo il 2007 presso il Registro Imprese della Came-

ra di Commercio di Pordenone. A partire dal 2005, in applicazione del D.P.R. 247 del

23.07.2004 e successiva circolare n. 3585/C del Ministero delle Attività Produttive, le Camere di

Commercio possono procedere alla cancellazione d’ufficio dal Registro delle Imprese di aziende

non più operative da almeno tre anni8. Per quanto riguarda la Provincia di Pordenone, delle 116

imprese del settore metalmeccanico cessate nel 2007, 32 sono cancellazioni d’ufficio9. Non so-

no disponibili i dati (di estremo dettaglio) necessari per depurare il dato 2007 da tale effetto. Di

conseguenza, i confronti intertemporali vanno effettuati con cautela, privilegiando un’analisi di

andamento complessivo, per non incorrere in interpretazioni non in linea con la congiuntura e-

conomica.

Per quando concerne la dimensione della popolazione distrettuale, alla data dell’ultimo aggior-

namento del 31.12.2011, i dati indicano un contrazione del numero delle imprese nel periodo

2000-2011, registrando una variazione negativa pari a 62 imprese (-26%). Alla fine dell’anno

2011 la banca dati Infocamere registra una popolazione di 174 imprese rispetto alle 236 impre-

se attive riscontrate a fine 2000 (cfr. tabella n. 13 e grafico n. 1).

Circoscrivendo l’analisi al cluster A, alla fine del 2011 si riscontrano 123 imprese attive rispetto

alle 182 alla fine del 2000 (cfr. tabella n. 13). Il saldo negativo ammonta a 59 imprese, pari a

una contrazione del 32% (cfr. grafico n. 2 e tabella n. 13). La stessa analisi riferita al cluster B

registra un saldo negativo di 3 imprese (cfr. tabella n. 13), pari a un decremento del 5,5% (cfr.

grafico n. 3 e tabella n. 15).

Il decremento delle imprese attive può essere imputato a diversi fattori: variazioni dei codici at-

tività ATECO utilizzati per stabilire in che cluster un’impresa è inquadrata, fusioni per incorpora-

8 Unioncamere, Infocamere, Comunicato Stampa, MOVIMPRESE, Natalità e mortalità delle imprese italiane registrate presso le Camere di Commercio. “Imprese: +46.000 nel 2007 ma le chiusure accelerano il passo”. 9 Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura Pordenone, Rapporto Pordenone 2008, L’economia reale dal punto di osservazione delle Camere di Commercio, 6° Giornata dell’Economia, 9 mag-gio 2008, tabella n. 5, pag. 11.

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zione, trasformazione di imprese in unità locali in caso di acquisto e quindi non conteggiate ai

fini statistici, e ovviamente cessazione dell’attività per motivi fisiologici o decisioni aziendali.

Tabella n. 13 – Andamento 2000-2011 delle imprese attive.

Cluster A

Cluster B Distretto Anno

v.a. var.% v.a. var.% v.a. var.%

2000 182 … 54 … 236 …

2001 178 -2,20 60 11,11 238 0,85

2002 167 -6,18 63 5,00 230 -3,36

2003 159 -4,79 60 -4,76 219 -4,78

2004 150 -5,66 65 8,33 215 -1,83

2005 148 -1,33 63 -3,08 211 -1,86

2006 141 -4,73 64 1,59 205 -2,84

2007 132 -6,38 60 -6,25 192 -6,34

2008 133 +0,76 59 -1,66 192 ----

2010 124 -6,76 51 -13,56 175 -8,85

2011 123 -0,01 51 -- 174 0,01 Fonte: elaborazione su dati Infocamere

Grafico n. 1 – Andamento 2000-2011 delle imprese attive del distretto.

236 238

230

219215

211205

192 192

175 174

160

170

180

190

200

210

220

230

240

250

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

anni

impr

ese

attiv

e

Fonte: elaborazione su dati Infocamere.

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Grafico n. 2 - Andamento 2000-2011 delle imprese attive del cluster A.

182178

167

159

150 148

141

132 133

124 123

100

110

120

130

140

150

160

170

180

190

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Imprese attive

anni

Fonte: elaborazione su dati Infocamere.

Grafico n. 3 - Andamento 2000-2011 delle imprese attive del cluster B.

54

60

63

60

6563

64

6059

51 51

40

45

50

55

60

65

70

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

anni

impr

ese

attiv

e

Fonte: elaborazione su dati Infocamere.

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Di seguito si riporta il totale delle imprese e delle localizzazioni al 31.12.2011 per comune e per

distretto (cfr. tabella n. 14).

Tabella n. 14 – Numero delle imprese e localizzazioni attive per comune, dati al 31.12.2010.

Cluster A Cluster B Distretto

Arba 0 0 0

Cavasso Nuovo 1 1 2

Fanna 1 0 1

Maniago 105 28 133

Meduno 0 3 3

Montereale Valcellina 7 8 15

Sequals 5 8 13

Vajont 1 0 1

Vivaro 3 3 6

Totale 123 51 174 Fonte: elaborazione su dati Infocamere.

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2.3 LA DIMENSIONE ARTIGIANA E LA FORMA GIURIDICA DELLE IMPRESE NEL

PERIODO 2000-2010

Per quanto riguarda la dimensione artigiana complessivamente gli anni 2000-2010 sono con-

trassegnati da un rilevante ridimensionamento della popolazione delle imprese stesse. Alla fine

del 2010 la banca dati Infocamere registra 124 imprese artigiane rispetto alle 181 alla fine del

2000 (cfr. tabella n. 15). Il saldo negativo ammonta a 57 imprese, pari a una contrazione com-

plessiva del 31,5%.

Circoscrivendo l’analisi al cluster A, alla fine del 2010 si riscontrano 102 imprese artigiane ri-

spetto alle 148 alla fine del 2000. Il saldo negativo ammonta a 46 imprese, pari a una contra-

zione complessiva del 31,1%. La stessa analisi riferita al cluster B registra un saldo negativo di

11 imprese (-33,3%) (cfr. tabella n. 15).

Tabella n. 15 - Andamento 2000-2010 delle imprese artigiane attive.

Fonte: elaborazione su dati Infocamere.

L’incidenza delle imprese artigiane sulla popolazione delle imprese distrettuali si contrae, pas-

sando dal 76,7% alla fine del 2000 al 70,85% alla fine del 2010. Nel cluster A l’incidenza delle

imprese artigiane sul totale delle imprese passa dall’ 81,3% alla fine del 2000 al 82,25% alla

fine del 2010. Nel cluster B l’incidenza delle imprese artigiane sul totale delle imprese passa dal

61,1% alla fine del 2000 al 43,13% alla fine del 2010.

Cluster A Cluster B Distretto

Anno

v.a. var.% v.a. var.% v.a. var.%

2000 148 … 33 … 181 …

2001 141 -4,73 37 12,12 178 -1,66

2002 132 -6,38 40 8,11 172 -3,37

2003 127 -3,79 36 -10,00 163 -5,23

2004 116 -8,66 38 5.56 154 -5,52

2005 110 -5,17 33 -13,16 143 -7,14

2006 103 -6,36 35 6,06 138 -3,50

2007 99 -3,88 30 -14,29 129 -6,52

2008 106 +7,07 31 3,22 137 6,20

2010 102 3,77 22 -29,03 124 -9,49

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La forma giuridica è una variabile correlata alla dimensione occupazionale ed economica

dell’impresa. Nulla vieta ad un’impresa individuale o ad una società di persone di raggiungere

performance di crescita (dimensionale e qualitativa) considerevoli. Rimane indubbio che la for-

mula della società di capitali normalmente corrisponde con superiori livelli di organizzazione in-

terna delle imprese e la sua adozione si accompagna, assai spesso, ad un processo evolutivo

delle stesse. Tuttavia la forma giuridica costituisce un indicatore organizzativo sufficientemente

grezzo, che singolarmente considerato, non può fornire una interpretazione esaustiva dei pro-

cessi di trasformazione in atto.

L’analisi dell’andamento 2000-2011 delle imprese del distretto per tipologia giuridica, registra

una variazione positiva in corrispondenza delle società di capitali rispetto alle variazioni negati-

ve registrate in corrispondenza delle società di persone e individuali (cfr. tabella n. 21).

In una situazione di ridimensionamento della popolazione distrettuale, la distribuzione delle im-

prese attive per tipologia giuridica negli anni 2000- 2011 evidenzia una ridistribuzione delle im-

prese distrettuali tra le tipologie giuridiche, a favore delle società di capitali, mentre si registra

una lieve contrazione dell’incidenza delle società di persone e una significativa riduzione

dell’incidenza delle imprese individuali (cfr. tabella n. 16). La visualizzazione grafica permette

una migliore interpretazione del fenomeno (cfr. grafico n. 4).

Tabella n. 16 – Distribuzione delle imprese attive del distretto per tipologia giuridica – Anni 2000-2010.

Tipologia giuridica 2000 2011 Var. %

v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. 2000-2011

Società di capitali 46 19% 61 35% 33% Società di persone 89 38% 65 37% -27% Imprese individuali 100 42% 47 27% -53% Altre forme 1 0% 1 1% 0% Totale 236 100% 174 100% -26%

Fonte: elaborazione su dati Infocamere.

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Grafico n. 4 – Distribuzione % delle imprese attive del distretto per tipologia giuridica – Anni 2000-2011.

Distribuzione % imprese del Distretto per tipologia giuridica

0,00%

5,00%

10,00%

15,00%

20,00%

25,00%

30,00%

35,00%

40,00%

45,00%

50,00%

società di capitali 19,50% 20,20% 20,00% 21,00% 23,70% 26,50% 26,80% 29,70% 35,00% 35,00%

società di persone 37,70% 36,10% 37,80% 36,50% 36,30% 37,00% 35,60% 35,47% 37,00% 37,00%

Imprese individuali 42,40% 43,30% 41,70% 42,00% 39,50% 36,00% 37,14% 34,40% 27,00% 27,00%

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2010 2011

Fonte: elaborazione su dati Infocamere. Tabella n. 17 – Distribuzione delle imprese attive del cluster A per tipologia giuridica – Anni 2000-2011.

Tipologia giuridica 2000 2011 Var. % v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. 2000-2011 Società di capitali 26 14,3 32 26,0% 23% Società di persone 76 41,8 55 44,4% -28% Imprese individuali 79 43,4 35 28,2% -56% Altre forme 1 0,5 1 0,8% 0% Totale 182 100 123 100% -32%

Fonte: elaborazione su dati Infocamere.

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Grafico n. 5 - Distribuzione % delle imprese attive del cluster A per tipologia giuridica – Anni 2000-2010.

Distribuzione % delle imprese del cluster A per tipologia giuridica

0,00%

5,00%

10,00%

15,00%

20,00%

25,00%

30,00%

35,00%

40,00%

45,00%

50,00%

società di capitali 14,30% 14,60% 14,40% 14,50% 17,70% 20,30% 20,60% 22,70% 26,60% 26,02%

società di persone 41,80% 40,40% 43,10% 42,10% 42,70% 41,20% 41,10% 40,90% 44,40% 44,72%

Imprese individuali 43,40% 44,40% 41,90% 42,80% 39,30% 37,80% 37,60% 35,60% 28,20% 28,46%

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2010 2011

Fonte: elaborazione su dati Infocamere. In conclusione si propone l’analisi riferita al cluster B, premesso che si tratta di numeri modesti,

appare comunque utile interpretare le differenze riscontrate rispetto alla sopraindicata analisi.

L’analisi dell’andamento 2000-2011 delle imprese del distretto per tipologia giuridica, registra

una variazione positiva in corrispondenza delle società di capitali, una diminuzione delle società

di persone, una variazione negativa delle imprese individuali (cfr. tabella n. 18).

Dal grafico n. 6 si riscontra che alla fine del 2011 le società di capitali hanno superato le altre

due tipologie giuridiche. L’andamento della frequenza relativa delle società di persone e impre-

se individuale è in modesta contrazione.

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Tabella n. 18 – Distribuzione delle imprese attive del cluster B per tipologia giuridica – Anni 2000-2010.

Tipologia giuridica 2000 2011 Var. % v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. 2000-2011 Società di capitali 20 37 29 56,9% 45% Società di persone 13 24,1 10 19,6% -23% Imprese individuali 21 38,9 12 23,5% -43% Totale 54 100 51 100% -6%

Fonte: elaborazione su dati Infocamere. Grafico n. 6 - Distribuzione delle imprese attive del cluster B per tipologia giuridica – Anni 2000-2011.

Distribuzione % imprese del cluster B per tipologia giuridica

0,00%

10,00%

20,00%

30,00%

40,00%

50,00%

60,00%

società di capitali 37,00% 36,70% 34,90% 38,30% 38,50% 41,30% 40,60% 45,00% 56,90%

società di persone 24,10% 23,30% 23,80% 21,70% 21,50% 27,00% 23,40% 23,30% 19,60%

Imprese individuali 38,90% 40,00% 41,30% 40,00% 40,00% 31,70% 35,90% 31,70% 23,50%

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2010

Fonte: elaborazione su dati Infocamere.

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PROGRAMMA DELLE AZIONI DEL DISTRETTO 2012 – 2014

Dalla lettura dell’analisi sopra descritta, si evidenzia in particolar modo come la popolazione del

cluster delle coltellerie (identificata nella precedente definizione di distretto) abbia subito negli

ultimi anni un pesante ridimensionamento. I dati confermano i risultati di indagini precedenti e

in particolare i punti di debolezza che hanno caratterizzato le politiche messe in atto (con risor-

se limitate) nella prima fase di L.R. 27/1999.

Le seguenti linee di azioni sono il risultato dell’esperienza maturata negli ultimi anni, che ha

portato ad una conoscenza approfondita delle imprese locali e a intraprendere alcuni progetti

per i quali i riscontri sono sicuramente positivi.

Illustrato di seguito il programma delle attività dell’ASDI del Coltello di Maniago per il periodo

2012-2014. Le attività sono suddivise in azioni e interventi.

AZIONE 1. SISTEMA INFORMATIVO DISTRETTUALE

AZIONE 2. INNOVAZIONE QUALITATIVA E TECNOLOGICA DEL DISTRETTO

AZIONE 3. ATTIVITA’ DI SVILUPPO COMPETITIVO INTERAZIENDALE

AZIONE 4. PROMOZIONE E MARKETING TERRITORIALE

AZIONE 5. INTERVENTI INFRASTRUTTURALI DI CARATTERE AMBIENTALE, ENERGETICO E DI

COMUNICAZIONE.

AZIONE 6. FORMAZIONE

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AZIONE 1. SISTEMA INFORMATIVO DISTRETTUALE

Quest’azione è finalizzata alla conoscenza e monitoraggio dei trend socio economici del distret-

to, fondamento per l’ elaborazione di tutte le strategie di sviluppo dell’ASDI stessa. Dalla suc-

cessiva analisi se ne evidenzieranno i punti di forza e le criticità Sarà soprattutto dal supera-

mento di queste ultime che attraverso la concertazione con gli Enti e Istituzioni di riferimento

(Camera di Commercio, Amministrazioni pubbliche, Associazioni, ecc.) e le aziende stesse, sca-

turiranno percorsi di progettazione partecipata. Interessante sarà poi anche lo scambio di in-

formazioni, dati, esperienze con le altre realtà distrettuali provinciali (distretto della meccanica

e della componentistica, futuro distretto del mobile), regionali e extraregionali per analizzare le

criticità potenzialmente superabili attraverso intersezioni di filiera. I dati e i risultati di ogni ope-

razione, saranno poi messi a disposizione dell’intero distretto e favoriti gruppi discussione omo-

genei di aziende.

Il Sistema Informativo risulta cruciale dal momento che il Distretto intende allargare le proprie

competenze ampliandosi strategicamente alle attività del settore metallurgico. Le conoscenze

sulle consistenze e sulle dinamiche di quest’ultimo sono ancora incomplete e richiedono un ap-

profondimento finalizzato non ultimo a comprendere appieno le sinergie potenziali fra le impre-

se e quindi le opzioni strategiche per lo sviluppo e promozione integrata del Distretto.

L’Azione troverà un importante supporto nella partecipazione delle expertise locali e regionali

(Università, Centri di ricerca, ecc.).

Lo sviluppo della base conoscitiva sul distretto nonché la concertazione strategica locale verrà

perseguita anche attraverso il partenariato con la Camera di Commercio di Pordenone che faci-

literà la condivisione delle informazioni nonché l’opportuno collegamento con gli altri attori dello

sviluppo locale (Associazioni di categoria, Enti, Istituzioni, ecc.).

La Camera di Commercio, oltre a detenere informazioni di cruciale importanza per

l’osservatorio (Registro delle imprese, banca dati Italiancom, registro dei protesti, statistiche

socio-economiche, ecc.), opera – attraverso la sua Azienda Speciale ConCentro e il Centro Re-

gionale Subfornitura (confluito dal 1.1.2007 nella ConCentro) – specificatamente nella promo-

zione delle imprese del settore coltello e metallurgia. Il Partenariato con il sistema camerale è

stato di seguito indicato con il nome “CamerASDI” e indica la condivisione di informazioni,

strutture e azioni finalizzate al miglior perseguimento degli obiettivi del programma del distret-

to.

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Intervento 1.1. Realizzazione di un osservatorio permanente su temi socio economi-

ci rilevanti per il distretto

Obiettivi

L’obiettivo principale è quello di creare una base conoscitiva sulle dinami-

che del distretto che consenta l’identificazione di opzioni strategiche di svi-

luppo che favoriscano il posizionamento strategico delle imprese del di-

stretto e l’evoluzione qualitativa degli approcci ai loro mercati.

S’intende promuovere il monitoraggio distrettuale permanente e lo svilup-

po di un “sistema informativo distrettuale” (SID).

Il sistema verrà strutturato sulla base conoscitiva esistente cercando di in-

tegrare e sviluppare le banche dati esistenti con l’intento di perseguire

l’economicità, la condivisione di metodi e risultati evitando duplicazioni o

sovrapposizioni.

La conoscenza cosi acquisita diverrà elemento cruciale per delinera

l’identificazione chiara e precisa della realtà distrettuale e quindi favorire la

“cultura e identità” del distretto medesimo.

In questo ambito, risulterà strategico il partenariato CamerASDI.

Questo obiettivo verrà attuato attraverso le seguenti azioni:

• monitoraggio dell’andamento dei principali indicatori socio-

economici del distretto;

• raccolta e realizzazione di ricerche, analisi e indagini conoscitive

approfondite su temi ritenuti rilevanti dall’ASDI;

• analisi dell'evoluzione del distretto con l'ampliamento all'interno

settore del metallo, determinazione della modifica della filiera pro-

duttiva, tecnologica e delle esigenze di comunicazione;

• ricognizione delle attività svolte nel e a favore del distretto;

• ricognizione dei fabbisogni delle imprese distrettuali in termini di

investimenti e risorse umane;

• creazione di una banca dati strutturata per l’elaborazione delle in-

formazioni raccolte e la diffusione dei risultati;

• concertazione delle azioni e condivisione dei risultati per

l’individuazione di buone prassi e l’elaborazione di eventuali piani

di sviluppo integrati.

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Modalità di at-

tuazione

Per raggiungere i sopraindicati obiettivi si ricorre ad una ricerca su base

documentaria e ad una ricerca sul campo. Per la ricerca su base documen-

taria si ricorre allo spoglio della letteratura esistente, ai dati censuari Istat

e camerali, alla sitografia, ecc.. La ricerca sul campo comporta lo svolgi-

mento di un sondaggio preliminare finalizzato a verificare la traccia di in-

tervista, a seguire la rilevazione presso le imprese oggetto di indagine. Lo

sviluppo del progetto segue una logica di tipo incrementale, il sistema in-

formativo distrettuale (SID) è aggiornato annualmente, mentre ogni fase

ne sviluppa in modo incrementale il sistema informativo. Ogni fase si con-

clude con la redazione di un rapporto di sintesi dei risultati ottenuti, la

condivisione con gli attori distrettuali, eventuale presentazione dei risulta-

ti.

La fase successiva riguarda l’elaborazione e archiviazione delle informazio-

ni così raccolte in un Sistema Informativo costituito da banche dati inte-

grate, sia già esistenti che di nuova realizzazione, organizzate in diversi

archivi legati tra loro tramite relazioni logiche

Le spese sono correlate all’utilizzo di personale, consulenti, alla struttura-

zione/sviluppo di un sistema informatico per l’archiviazione, elaborazione e

diffusione dei dati, ecc.

Risultati attesi

• Realizzazione di un Sistema Informativo del Distretto, comprensivo di

strumenti e procedure per la raccolta, elaborazione, ricognizione e dif-

fusione di informazioni strategiche sul distretto;

• condivisione e diffusione di una cultura e identità più precisa, forte e

radicata del distretto

• Input per la realizzazione delle strategie di sviluppo dell’ASDI.

Budget Euro 150.000,00

Durata 3 anni

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Intervento 1.2. Elaborazione di strategie necessarie per il superamento delle critici-

tà e il miglioramento del posizionamento competitivo delle imprese del Distretto

Obiettivi

L’obiettivo è quello di migliorare il posizionamento strategico sui mercati

delle imprese del Distretto nonché superare criticità e barriere al loro svi-

luppo attraverso la elaborazione e condivisione di strategie, programmi e

progetti.

In particolare, l’azione è finalizzata a:

• Identificare opportunità e minacce, punti di forza e debolezza del

distretto attraverso approfondite analisi SWOT;

• Identificare le variabili strategiche caratterizzanti l’offerta delle im-

prese del distretto;

• Identificare le variabili strategiche caratterizzanti la domanda dei

prodotti delle imprese del distretto;

• Identificare le variabili strategiche caratterizzanti il contesto am-

bientale e operativo delle imprese del distretto;

• Identificare le variabili strategiche caratterizzanti il contesto micro-

economico (tecnologie, lavorazioni, risorse, ecc.) delle imprese del

distretto;

• Identificare strategie e delineare coerenti programmi e progetti di

intervento;

• Incentivare e sostenere un approccio partecipato da parte delle im-

prese del distretto attraverso l’incentivazione e il sostegno a dina-

miche aggregative fra aziende che condividino questioni competiti-

ve comuni;

• Diffondere una “cultura partecipata” del distretto;

Questo intervento si propone di utilizzare i risultati conseguiti dall’analisi

del distretto attraverso il Sistema Informativo del Distretto di cui all’Azione

1.1, per creare dei tavoli di lavoro e di concertazione con le aziende del

Distretto e gli stake-holder del territorio per condividere la risoluzione ot-

timale delle criticità. Le analisi sopra descritte dovranno servire per attiva-

re iniziative che tendano anche a individuare/creare delle aggregazio-

ni/cooperazione tra imprese che lavorino sinergicamente per superare lo

stesso tipo di problematiche.

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Questa attività verrà sviluppata in particolare anche nell’ambito del parte-

nariato CamerASDI che favorirà la concertazione con i partner locali non-

ché l’analisi e elaborazione di ipotesi strategiche condividendo esperienze

e progettualità. Vi si affiancheranno i contributi di altri importanti attori di

interesse per lo sviluppo strategico del distretto nonché di specifiche

expertise.

Modalità di at-

tuazione

• Incontri tecnici con gruppi omogenei per filiere;

• Incontri tecnici con stakeholder del territorio;

• Consulenza per l’elaborazione di strategie necessarie per il supera-

mento delle criticità;

• Diffusione e messa in rete dei risultati raggiunti

• Predisposizione di progetti

Risultati attesi

• Definizione di documenti strategici, programmi e progetti concertati

e condivisi

• Creazione e sviluppo di sinergie tra le imprese del territorio, con la

identificazione di precise aggregazioni di imprese su questioni com-

petitive comuni

• rafforzamento nelle aziende del distretto del senso di appartenenza

allo stesso,

• Rafforzamento della identità e della cultura del distretto sul territo-

rio

Budget Euro 150.000,00

Durata 3 anni

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Intervento 1.3. Sviluppo della Rete di partenariato

Obiettivi

Le precedenti Azioni 1.1 e 1.2 evidenziano come sia cruciale per il Distret-

to una quanto più ampia condivisione e concertazione con molteplici attori

che possono contribuire all’identificazione e attuazione delle opzioni stra-

tegiche di interesse per le aziende distrettuali.

E’ necessario presidiare dunque lo sviluppo di una adeguata rete relaziona-

le con gli attori di riferimento a diversi livello (Istituzioni, Centri di Ricerca,

Associazioni, ecc.) e su diversa scala (provinciale, regionale, nazionale,

comunitario e internazionale).

La concertazione, lo scambio di informazioni, la condivisione di esperienze

e prassi, la diffusione dei risultati, la trasparenza e la valutazione delle a-

zioni attuate sono componenti fondamentali per favorire lo sviluppo e

promuovere il distretto e le sue imprese.

La creazione di una adeguata rete di partenariato è finalizzata dunque alla

condivisione di informazioni ed esperienze delle reciproche attività nei

campi di interesse del programma, con particolare riferimento alle risul-

tanze delle azioni di informazione, feedback, innovazione, cooperazione

imprenditoriale e internazionalizzazione.

La condivisione delle informazioni consentiranno di sfruttare reciprocamen-

te i risultati e i vantaggi conseguiti da questo programma con analoghe i-

niziative svolte dai “partner”.

La partecipazione alla rete di partenariato consentirà, non ultimo, di con-

dividere nuove ipotesi strategiche congiunte per l’avvio di ulteriori iniziati-

ve progettuali a valere sui programmi di azione regionali, nazionali e co-

munitari d’interesse (es. nuova programmazione comunitaria sui fondi

strutturali, VII Programma quadro di ricerca, LIFE+,…)

Modalità di at-

tuazione

• identificazione e sviluppo dei contatti con gli attori di inetresse per

lo sviluppo strategico del distretto;

• ricognizione e adesione alle reti di partenariato di interesse per il

distretto

• riunioni di coordinamento e altre azioni di partecipazione attiva dei

partner;

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Risultati attesi

• Acquisizione e condivisione di informazioni, prassi e esperienze;

• Sviluppo di una adeguata rete relazionale con gli attori chiave per

lo sviluppo strategico del distretto;

• ricognizione e adesione alle reti di partenariato di interesse per il

distretto

• Rafforzamento della identità e della cultura del distretto sul territo-

rio

• Promozione del distretto e delle sue imprese

Budget Attuato nell’ambito delle altre azioni del programma

Durata 3 anni

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Intervento 1.4 Coordinamento e gestione del programma Obiettivi

Il programma triennale richiederà la predisposizione di una adeguata

struttura gestionale che garantisca l’opportuna amministrazione delle atti-

vità, il loro coordinamento nonché il monitoraggio e valutazione degli in-

terventi.

Si tratta di individuare le risorse, strutturare procedure e condividere me-

todi di lavoro con i diversi partner del progetto (in primis la Regione, i

membri istituzionali dell’ASDI, i partner del programma, ecc.) nonché ga-

rantire la necessaria trasparenza con tutti gli stakeholder.

Modalità di at-

tuazione

• Riunioni di coordinamento

• Reporting

• Segreteria organizzativa

Risultati attesi

• Attivazione delle procedure per il coordinamento e la gestione ope-

rativa del programma;

• Attivazione delle procedure per il monitoraggio (fisico, finanziario,

procedurale) del programma

• attivazione della struttura e delle procedure amministrativo-

contabili per la gestione economico-finanziaria e rendicontazione

del progetto;

• attivazione delle procedure per la valutazione degli interventi.

Budget Euro 100.000,00

Durata 3 anni

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AZIONE 2. INNOVAZIONE QUALITATIVA E TECNOLOGICA DEL DISTRETTO

L’ASDI del distretto del metallo può usufruire di un nuovo laboratorio prove metallurgiche che è

stato di recente inaugurato e può già prestare servizio a favore delle imprese del Distretto. La

disponibilità di apparecchiature di prova può essere considerata elemento indispensabile, ma

non sufficiente per lo sviluppo tecnologico dell’area.

Il sistema imprenditoriale ha basato per un lungo periodo la propria conoscenza su elementi

empirici di valutazione, sostituendo l’esperienza alla disponibilità di dati, informazioni tecniche e

risultati di misurazioni.

Per far sì che la disponibilità di strumenti tecnologici diventi elemento di conoscenza e che ciò

favorisca la ricerca verso prodotti innovativi è necessario integrare tale laboratorio, e la rete di

altri laboratori disponibili sul territorio regionale, con il tessuto imprenditoriale.

Risulta quindi necessario agire secondo step ben definiti che possano accrescere la cultura della

ricerca tra le imprese:

1. messa in rete del neo nato laboratorio, con laboratori e parchi scientifici già esistenti per

permettere la crescita e la valutazione di progetti di ricerca;

2. diffusione della cultura del laboratorio e delle prove come strumento di controllo, ricerca

e innovazione;

3. sviluppo di iniziative di progettazione innovativa di prodotto e/o processo.

La qualità del prodotto non riguarda le sole caratteristiche fisiche e le prestazioni funzionali del

prodotto stesso, ma l’intero spettro dei suoi attributi, tangibili e intangibili. In particolare, il fat-

tore design rappresenta a pieno titolo un attributo del prodotto che contribuisce a formare il

giudizio di qualità da parte degli acquirenti. Nel contempo il design costituisce un importante

fonte di differenziazione e rinvia al problema più ampio di una funzione di progettazione e svi-

luppo dei nuovi prodotti, sorretta da un’adeguata capacità di decifrare il mercato.

Infine si vuole integrare il valore aggiunto dato dalla sostenibilità ambientale del prodotto e dei

processi di lavorazione, con quanto sopra descritto per portare alla ricerca dell’innovazione di

prodotto e di processo.

Rispetto al Piano di sviluppo 2007-2009 le variazioni di questa azione, sono legate soprattutto

all’accorpamento dell’Intervento 2.1 (Messa in rete in rete dei laboratori e conoscenze a livello

locale, transfrontaliero, europeo e cooperazione con parchi scientifici e tecnologici per lo svilup-

po di progetti di ricerca (attraverso convenzioni, accordi o accedendo a programmi europei e/o

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inserendosi anche in reti già costituite)) e dell’ Intervento 2.2. (“Realizzazione delle condizioni

necessarie per l’utilizzo del laboratorio di metallurgia come centro di controllo, ricerca e innova-

zione”) in un unico Intervento 2.1 “Valorizzazione del laboratorio di metallurgia attraverso la

messa in rete e la realizzazione delle condizioni necessarie per il suo utilizzo come centro di

controllo, ricerca e innovazione”.

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Intervento 2.1 Valorizzazione del laboratorio di metallurgia e realizzazione delle

condizioni necessarie per il suo utilizzo come centro di controllo, ricerca e innova-

zione.

Obiettivi

La necessità di un uso diffuso del Lab. Met (Laboratorio Metallurgico di

Maniago) è di interesse prioritario per il Distretto di Maniago non solo per

raggiungere volumi di attività che contengano i costi di esercizio e, di con-

seguenza, di prova, ma anche perché l’incremento di attività è direttamen-

te collegato con un aumento di casistiche, di esperienza, di conoscenza.

Questo sviluppo può offrire un livello di conoscenza scientifica dello stesso

prodotto oggetto di fabbricazione, in grado di valorizzare il contenuto tec-

nico in termini di materiali e lavorazioni, così da soddisfare l’evoluzione

della richiesta del mercato. Testare il prodotto individuando le caratteristi-

che costruttive e misurarne la funzionalità è una modalità operativa essen-

ziale per offrire il prodotto migliore al costo minore. Più questa analisi en-

tra in profondità e maggiore sarà la capacità delle aziende di Maniago di

supportare scientificamente la qualità delle proprie produzioni, siano essi

utensili da taglio che componentistica industriale.

Inizialmente si intende fare una mappatura dei laboratori esistenti prima

sul territorio regionale, poi esternamente ad esso, per assicurare successi-

vamente la capacità di azione del laboratorio prove di Maniago e renderlo

punto di riferimento per le aziende del distretto.

Le imprese hanno necessità di poter utilizzare al meglio tutte le conoscen-

ze esistenti, per l’individuazione di soluzioni innovative da applicare nelle

diverse realtà. Ne consegue che un laboratorio prove conosciuto e operati-

vo su diversi settori industriali potrà disporre di un bagaglio di esperienze

capace di arricchire ogni contesto di misura, offrendo un valore aggiunto

supplementare al proprio cliente. Parallelamente l’appartenenza ad una re-

te, può aiutare il Lab. Met ad offrire un sistema di prove integrato per una

risposta più esaustiva alle informazioni ricercate dalle imprese.

Oltre che a favorire l’elaborazione di progetti transnazionali per la ricerca e

il trasferimento tecnologico e finanziabili anche con risorse comunitarie,

regionali o nazionali (es. VII Programma Quadro, L.R 4/2005).

Questa fase di progetto, partendo dalla situazione di eccellenza del settore

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coltello, deve trovare gli spazi per risultare punto di riferimento delle misu-

re sui prodotti da taglio per tutto il territorio nazionale e internazionale,

almeno a livello di Alpe Adria.

L’attività del laboratorio dovrà relazionarsi con il distretto per la ricerca di

soluzioni tecnico-tecnologiche che portino dei vantaggi competitivi alle a-

ziende. Si attiveranno gruppi di studio tra tecnici di laboratorio e tecnici

delle imprese per una valutazione e interpretazione dei risultati di prova

sulle diverse problematiche inerenti la qualità dei prodotti e dei materiali.

Coerentemente con quanto anticipato, questo intervento di progetto deve

costruire un sistema di informazioni sulla rete di laboratori del territorio in

grado di:

• poter indirizzare le imprese alle strutture più adatte alle diverse ti-

pologie di prova, garantendo l’avvio alle organizzazioni locali, logi-

sticamente più vantaggiose ;

• poter supportare le imprese nella individuazione delle prove possi-

bili/necessarie per le diverse necessità di ricerca e sviluppo;

• far conoscere le proprie potenzialità di prova anche fuori dal Di-

stretto di appartenenza sia come supporto al settore distribuzione e

consumo, sia come struttura di prova per altre realtà imprenditoria-

li operanti nel settore del coltello, sia come struttura di conoscenza

allargata a necessità di prova estese al metallo in genere per usi

diversi.

• Partecipare attivamente a reti già esistenti di laboratori di ricerca e

parchi scientifici per l’elaborazione di progetti di ricerca e trasferi-

mento tecnologico

La disponibilità di apparecchiature di prova può essere considerata ele-

mento indispensabile, ma non sufficiente per lo sviluppo tecnologico

dell’area.

Il sistema imprenditoriale ha basato per un lungo periodo la propria cono-

scenza su elementi empirici di valutazione, sostituendo l’esperienza alla

disponibilità di dati, informazioni tecniche e risultati di misurazioni.

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Per far sì che la disponibilità di strumenti tecnologici diventi elemento di

conoscenza e che ciò favorisca la ricerca verso prodotti innovativi è neces-

sario integrare tale laboratorio, e la rete di altri laboratori disponibili sul

territorio regionale, con il tessuto imprenditoriale.

Il progetto del Marchio Collettivo di Qualità ha attivato, negli anni trascor-

si, tutta una serie di iniziative verso le imprese per sviluppare questa evo-

luzione tecnica e gestionale, ma la mancanza di un punto di “conoscenza”

locale è pesato su tutte le iniziative. Non si può dimenticare, al proposito,

che le attività di prova specifica sulle caratteristiche di taglio dei prodotti

sono state effettuate raccogliendo i prodotti per gestire la spedizione al la-

boratori prove di Sheffield, in Inghilterra, per mancanza di strutture sul

territorio nazionale.

Questa nuova opportunità, quindi, ha necessità di essere valorizzata e re-

sa operativa portando le imprese al corretto utilizzo di risorse verso le

quali non vi era l’abitudine di fare affidamento. La presenza del laboratorio

non rende automatico il suo corretto utilizzo, che invece deve essere co-

struito attraverso iniziative di informazione, sollecitazione e proposte pro-

gettuali sviluppo.

Il lavoro fatto in questi anni dal Distretto del Coltello, con la collaborazione

ed il cofinanziamento di Montagna Leader, deve entrare nel patrimonio di

conoscenze da cui far partire una capacità di analisi basata sulla correla-

zione tra i diversi rilievi eseguiti. In questo senso i risultati di prove ese-

guite in Italia ed all’estero devono diventare informazione storica su cui

fondare le conoscenze del laboratorio, in stretto legame con le imprese del

Distretto.

La realizzazione di modelli di misura e analisi dei risultati di prova costitui-

scono l’elemento necessario per la necessaria comparazione delle diverse

soluzioni oggetto di studio. Questo è possibile attraverso la realizzazione di

banche dati relative a test documentati.

In particolare sui coltelli e sui prodotti da taglio in genere (appartenenti ad

una gamma estremamente ampia di impieghi), diventa fondamentale la

capacità di valutare l’equilibrio tra elementi tecnici spesso contraddittori. Il

prodotto finito ottimale è sempre il risultato di una combinazione di fattori

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inerenti il design, i materiali e le lavorazioni. L’esecuzione del singolo test,

quindi, non è sufficiente se non vi è la possibilità di confronto e correlazio-

ne con verifiche fatte su diverse soluzioni, per la determinazione del risul-

tato ottimale.

Nelle annualità precedenti si è costruita una banca dati di risultati di prova

sul coltello sportivo che verrà utilizzata come base di confronto per ogni

misurazione e per ricercare elementi di raffronto qualitativo di prodotto e

di corrispondente funzionalità. Il proseguo del progetto prevederà la co-

stante implementazione della banca dati esistente (coltelleria sportiva) e la

creazione di una banca dati anche per la coltelleria da cucina (sia profes-

sionale che casalinga).

Questa base di riferimento deve rappresentare la conoscenza indispensabi-

le per fornire un servizio utile ad un distretto impegnato a valorizzare i

propri prodotti nei confronti di quanto offerto dal mercato di produzione a

basso costo e ad alto contenuto tecnico.

Il progetto deve creare i presupposti perché il laboratorio diventi un centro

di conoscenza e di innovazione, a tal fine si possono identificare i seguenti

obiettivi:

• portare sul territorio del Distretto la conoscenza delle disponibilità

di prova e misura del laboratorio e del sistema di laboratori regio-

nali allo stesso collegati;

• promuovere l’acquisizione di parametri tecnici misurabili attraverso

prove come elemento di valorizzazione del prodotto anche nel con-

fronto con la concorrenza, sia essa di prestigio, che di basso costo;

• attivare la costruzione di strumenti di confronto qualitativo di pro-

dotto basati su valori oggettivi di caratteristiche tecniche e di fun-

zionalità;

• realizzare e rendere disponibili di banche dati di prova dei diversi

prodotti/componenti come elemento di raffronto delle scelte tecni-

che e tecnologiche di processo

• Perseguire l’individuazione e la documentazione di procedure di

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prova e misura per situazioni/prodotti privi di normativa di riferi-

mento secondo i criteri di qualità previsti dalla normativa interna-

zionale (ISO International Standard Organisation) per le prove non

normate (tale modalità operativa può, se tecnicamente valida e a-

deguatamente sostenuta, diventare norma di riferimento come, ad

esempio, la ISO 8442 derivante dalle prove procedurate dal labora-

torio di Sheffield nel 1996).

• individuare strumenti di comunicazione della qualità dei prodotti at-

traverso l’impostazione di schede tecniche in grado di collegare le

specifiche funzionali del prodotto alle caratteristiche di fabbricazio-

ne (materiali, lavorazioni);

• sostenere le iniziative di ricerca di nuovi prodotti o di nuovi compo-

nenti, anche attraverso la combinazione di elementi qualitativi le-

gati ai materiali ed ai processi di lavorazione.

L’intervento verrà attuato anche avvalendosi di personale interno che sarà

caricato quota parte nelle spese dell’intervento stesso.

Modalità di at-

tuazione

• Mappatura dei laboratori esistenti.

• Attivazione di seminari per la diffusione della cultura della ricerca;

• Attività di marketing del laboratorio stesso, anche attraverso orga-

nizzazione di convegni e iniziative scientifiche a carattere nazionale

e internazionale;

• Inserimento delle strutture di prova presenti sul distretto nella rete

di laboratori insistenti sul territorio;

• Verifica di disponibilità di collaborazione dei professionisti e indivi-

duazione di figure di spicco funzionali al progetto;

• Attività di animazione per favorire la diffusione della cultura della

comparazione caratteristiche tecniche e di valori funzionali;

• Esecuzione di piani di prova su prodotti acquistati/ottenuti dal mer-

cato(di produzione locale, nazionale e di importazione) per creare

banche dati su campionamenti di prodotto strutturati;

• Favorire l’attivazione di gruppi di studio tematici su famiglie di pro-

dotto o caratteristiche di impiego di famiglie di prodotto di interesse

comune;

• Completamento dell’offerta di testing in seno al laboratorio Lab Met

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per pacchetti di prova.

Risultati attesi

Questo intervento è stato pianificato per ottenere le seguenti ricadute sul

territorio distrettuale:

• generare una disponibilità di strutture di prova superiore a quella

esistente nell’ambito del Distretto senza ricorso ad investimenti non

giustificati;

• Aumentare l’informazione sulle potenzialità di prova al di fuori del

Distretto del Metallo;

• Aumentare l’utilizzo del laboratorio esistente nel Distretto e delle

sue apparecchiature. Creando un maggior volume di attività, ma

anche un aumento di esperienze e conoscenze specialistiche

• Portare lo sviluppo tecnologico verso le imprese con l’impiego di

strumentazione scientifica in affiancamento alla conoscenza empiri-

ca.

• Dotare il laboratorio di un archivio prove adeguato al supporto tec-

nico di valutazione dei risultati di misurazione

• Far crescere il grado di conoscenza scientifica del prodotto da parte

delle imprese

• Realizzazione delle condizioni necessarie per l’utilizzo del laborato-

rio di metallurgia come centro di controllo, ricerca e innovazione

• Incrementare il livello competitivo dei marchi del Distretto valoriz-

zando la qualità dei prodotti

• Aumentare la capacità di progettazione innovativa da parte delle

imprese

Budget Euro 230.769,23

Durata 3 anni

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Intervento 2.2. Sviluppo di iniziative di progettazione innovativa di prodotto o pro-

cesso o gestionale

Obiettivi

Questo progetto risulta essenziale per lo sviluppo competitivo dell’area, sia

per il “tradizionale” prodotto da taglio, sia per le nuove frontiere del com-

ponente o prodotto in metallo.

Il Distretto del metallo deve vivere una evoluzione del mercato sia

nell’individuazione di attrezzi da taglio innovativi per de-

sign/ergonomia/prestazioni, sia nell’utilizzo di materiali capaci di aumenta-

re le prestazioni dei prodotti esistenti o di individuare nuovi utensili in me-

tallo, sia nell’aumento della sicurezza di prodotti con pericolosità intrinse-

ca, sia nella individuazione di nuovi prodotti/componenti grazie alla cente-

naria esperienza della lavorazione del metallo unita alle moderne tecniche

di progettazione.

Il Distretto ha il compito di stimolare le imprese a far evolvere i propri

prodotti, uscendo dai canoni di utilizzo tradizionale, per cogliere le oppor-

tunità che il mercato e gli stili di vita dei consumatori generano continua-

mente, sia nel versante del consumo, sia in quello dello sviluppo delle pro-

fessioni.

Già con il Marchio Collettivo di Qualità il Distretto ha cercato di contribuire

ad una apertura culturale agli aspetti progettuali, ora si vuole favorire la

cooperazione tra imprese per lo sviluppo di iniziative progettuali che chie-

dano conoscenze più ampie, risultanti da esperienze tecnologiche diverse

per utilizzo di materiali (ad esempio combinazioni di tagliente e impugna-

tura) o per ergonomia e sicurezza (come ad esempio la realizzazione di at-

trezzi per nuove professioni). Per concretizzare questo aspetto risulta ne-

cessario un percorso che favorisca il collegamento delle imprese, tutte di

piccole dimensioni, con il mondo della ricerca (università in primis) e con i

fornitori di strumenti di progettazione innovativa.

La creatività degli imprenditori maniaghesi è nota e dimostrata dalla loro

lunga storia, il progetto di innovazione deve offrire gli strumenti per ren-

derla attiva anche in un contesto in evoluzione per necessità funzionali,

prescrizioni di sicurezza ed ergonomia, impiego di nuovi materiali, interna-

zionalizzazione del mercato di utenza.

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Nello stesso contesto si vanno ad inserire le importanti attrezzature di pro-

totipazione e prototipazione rapida disponibili sul territorio e le possibilità

di impiego di nuovi materiali sia per i componenti di taglio, sia per i com-

ponenti accessori come manici e elementi di chiusura e protezione.

L’ASDi intende inoltre incentivare la progettazione e realizzazione di nuovi

prodotti ad alto valore aggiunto nella progettazione, design e utilizzo di

materiali da realizzarsi poi all’interno del distretto, per immettere nel mer-

cato prodotti che identifichino il distretto come un’eccellenza.

La creatività degli imprenditori del Distretto ha permesso di realizzare una

continua evoluzione dei prodotti e l’inserimento di alcune diversificazioni di

prodotto ad alta tecnologia (componenti per turbine. Strumenti medicali

etc).

L’ASDI intende inoltre realizzare e rafforzare la competitività delle imprese

stimolando la nascita di progetti a partire da idee non ancora realizzate

sostenendo in particolare lo sviluppo di percorsi di innovazione di prodotto,

di processo e gestionali con servizi di trasferimento tecnologico, assistenza

specialistica e un supporto economico all’avvio di un progetto in particola-

re per le aziende del comparto della meccanica e metallurgia.

In dettaglio, i servizi forniti alle imprese attraverso la collaborazione con

istituti di ricerca e di trasferimento tecnologico sono:

- analisi dei fabbisogni di innovazione e definizione dei percorsi possibili;

- reperimento di informazione brevettuale e documentale;

- individuazione delle competenze tecnico-scientifiche più adeguate;

- stesura dello schema di progetto

Un intervento di sostegno allo sviluppo progettuale delle imprese deve:

• Far crescere la capacità di dare contenuti tecnologici alla creatività

innata dei referenti del Distretto attraverso l’introduzione di: mo-

delli matematici di progettazione strutturale, modelli FMEA, Risk

analysis.

• Far crescere la proposta delle imprese del Distretto di prodotti in-

novativi verso il mercato del consumo.

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• Favorire la diversificazione di prodotto, soprattutto verso settori di

produzione di apparecchiature in cui possa risultare un notevole va-

lore aggiunto l’acquisizione in outsourcing di componenti metallici

ad alto contenuto progettuale specifico, da inserire in macchinari

e/o impianti complessi.

• Progettazione, produzione e immissione nel mercato di prodotti ad

alto valore aggiunto

L’intervento verrà attuato anche avvalendosi di personale interno che sarà

caricato quota parte nelle spese dell’intervento stesso.

Modalità di at-

tuazione

• Favorire processi di conoscenza reciproca e interazione tra imprese,

designer industriali e mondo della ricerca scientifica;

• Progettazione e realizzazione di nuovi prodotti;

• Sviluppo di collaborazioni scientifiche verso nuovi materiali e/o

l’inserimento di modelli di progettazione strutturata destinati alla

sicurezza dei prodotti da taglio e/o della componentistica industria-

le.

• Supporto alle imprese per analisi dei fabbisogni di innovazione

e definizione dei percorsi possibili; reperimento di informazione

brevettuale e documentale; individuazione delle competenze tecni-

co-scientifiche più adeguate; stesura dello schema di progetto;

Risultati attesi

• Inserimento sul mercato in fornitura di componenti ad alto valore

aggiunto.

• Inserimento sul mercato di prodotti a maggior impatto verso il con-

sumatore e di maggiori prestazioni funzionali/di sicurezza

• Diversificazione di prodotti acquisendo nicchie di mercato tecnologi-

co dove la progettazione rappresenti un elemento rilevante in raf-

fronto al puro costo di trasformazione.

• Incremento della marginalità dei fatturati delle imprese.

• Emersione di progetti di innovazione di processo, prodotto e ge-

stionale

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Budget Euro 1.076.923,08

Durata 3 anni

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AZIONE 3. PROGETTI DI SVILUPPO COMPETITIVO INTERAZIENDALE

Nell’attuale contesto economico è importante la continua progettazione e ricerca di potenziali

modifiche che possano portare miglioramenti ai prodotti processi o servizi. L’obiettivo è favorire

nel distretto le condizioni necessarie per la realizzazione di progetti pilota e dimostrativi anche

con gruppi di aziende della filiera.

Intervento 3.1. Sostegno alla progettazione e sviluppo di aggregazio-

ni/cooperazione di imprese e/o avvio di nuove imprese associate per lo sviluppo di

tecnologie di produzione innovative/competitive e/o di approccio al mercato che

necessitano di investimenti non assorbibili da singole imprese

Obiettivi

Il sistema distrettuale del metallo, in particolare l’area del coltello, è for-temente strutturato su aziende di dimensioni particolarmente contenute, ovvero di micro-imprese che hanno grandi difficoltà a rispondere adegua-tamente alla sfida dell’innovazione di prodotto e di razionalizzazione della distribuzione verso mercati sempre più globalizzati. La frantumazione del nostro tessuto produttivo e la bassa patrimonializza-zione rappresentano un freno alla crescita e al mantenimento di una com-petitività internazionale impedendo uno sviluppo dei singoli brand sia nell’individuazione di nuovi prodotti che conquistino il consumo e combat-tano i prodotti di basso livello qualitativo provenienti dai mercati emergen-ti, sia nella capacità di incidere sulla distribuzione attraverso azioni di co-municazione e di distribuzione adeguati. In questo contesto un numero sempre maggiore di imprenditori acquisisce la consapevolezza dei limiti delle attività tecniche, tecnologiche e commerciali sviluppate singolarmen-te. Nasce così il bisogno di fare “rete”, di attivare strumenti sinergici in un network che consenta di realizzare progetti e reperire risorse economiche. Fare “rete” nel mondo della PMI friulana non è però un passaggio privo di difficoltà culturali e organizzativa, in particolare nei sistemi distrettuali in cui convivono sullo stesso territorio competenze molto spesso simili e con-correnziali tra loro. Il sistema percepisce questa necessità, ma fa fatica a guardare all’aggregazione senza preconcetti sulla condivisione di elementi tecnici che generalmente derivano dalla conoscenza tramandata per tradi-zione familiare. In questo passaggio si trovano gli obiettivi principali dell’intervento che vuole creare strumenti adatti ad aumentare la competitività delle imprese, diffondendo tra le aziende del distretto un diverso atteggiamento nei con-fronti dell’aggregazione e inducendo le stesse a ricorrere a meccanismi as-sociativi per raggiungere dei miglioramenti della capacità produttiva e commerciale attraverso sinergie ed economie di scala.

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Il territorio del distretto è composto da aziende che lavorano seguendo i medesimi processi produttivi spesso utilizzando fornitori in comune. Spes-so la tecnologia di lavorazione non riesce ad evolversi perché i volumi della singola unità produttiva non giustificano investimenti rilevanti, altrettanto frequente è la situazione di scarsa capacità contrattuale nell’acquisto per i limitati volumi di approvvigionamento. È nostra priorità spingere le azien-de ad adottare strategie di fornitura uniche per più aziende che consenta-no di contenere i costi di acquisto e di conseguenza essere più competitivi sul mercato finale. L’attenzione si concentrerà inoltre in aggregazioni per la realizzazione di sistemi integrati di processo con l’utilizzo in ”rete” di tecnologie avanzate. Ci attendiamo un netto miglioramento delle condizio-ni produttive favorite soprattutto dalle economie agglomerative che si an-dranno a creare all’interno del tessuto locale. Sarà nostro obiettivo agire anche sul fronte della commercializzazione, punto particolarmente debole delle aziende distrettuali, attraverso delle a-zioni a supporto strategie commerciali sinergiche per assicurare adeguata presenza sui mercati di sbocco. I costi delle iniziative di comunicazione per la penetrazione nei nuovi mercati di consumo sono fuori dalla possibilità di investimento delle singole realtà, l’attività aggregata può accrescere le performance del marketing sia verso il consumatore, sia verso i diversi si-stemi distributivi spinti sempre più all’ottimizzazione delle forniture con una razionalizzazione delle fonti. Mercati in crescita di consumi ce ne sono ed è proprio in questi che il Made in Italy ha maggiori possibilità di succes-so, ma solo se presente con strutture consolidate, cosa per le microimpre-se possibile solo attraverso sistemi di aggregazione. Questo intervento di progetto si rende maggiormente necessario a seguito dei buoni risultati ottenuti dalla presenza delle nostre aziende presso fiere internazionali del settore dove i clienti importatori confermano la richiesta di strutture importanti come requisito fondamentale per il business, non-ché la presenza in loco di magazzini. Da un punto di vista economico i benefici che le aziende del distretto ot-terrebbero da una razionalizzazione dei costi di produzione e da una rior-ganizzazione del sistema di commercializzazione sarebbero sicuramente rilevanti ed indispensabili per il mantenimento e l’incremento dei propri volumi di attività. Paradossalmente una rinuncia ad alcuni valori marginali di fatturato realizzato dalle proprie linee di produzione tradizionali a favore di un sistema di rete porta sicuramente ad un incremento non marginale dei volumi complessivi di ogni singola impresa operante in “rete”. A ciò si può sicuramente aggiungere un certo aumento di marginalità uni-taria, con conseguente aumento della capacità di partecipare ad investi-menti di comune interesse.

Modalità di at-

tuazione

Fase 1: Animazione La prima fase del programma riguarderà l’attività di animazione con la quale l’Asdi porterà a conoscenza di tutte le aziende del distretto il proget-to. Risorse e tempi: Per l’attuazione dell’azione 1 sarà utilizzato il dipendente per un totale di 5 mesi

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Fase 2: Definizione gruppo di aggregazione Successivamente le aziende interessate saranno coinvolte in incontri sia individuali che di gruppo (sono ipotizzabili 2 incontri di gruppo) in cui ver-ranno individuate le aggregazioni di imprese da supportare: per tipologia di prodotto, per tecnologia di processo, per canale distributivo. Si affian-cheranno le imprese per la definizione di queste possibili attività:

• attività di servizi comuni per la ricerca e l’innovazione e il trasferi-mento tecnologico delle imprese;

• azioni tese allo sviluppo di prodotti/servizi innovativi per design, ergonomia e funzionalità che consentano l’ampliamento del merca-to e favorendo l’internazionalizzazione;

• strumenti atti alla valorizzazione dei sistemi di gestione della quali-tà dei prodotti/servizi;

• funzioni avanzate condivise dall’aggregazione (promozione, anima-zione, consulenza, produzione, progettazione, logistica, approvvi-gionamento comune, servizi unificati);

• strategie di consolidamento, sviluppo e creazione di reti di vendita o accordi di subfornitura;

• azioni per la creazione, tutela e promozione di marchi e brevetti re-lativi alle attività comuni dell’aggregazione.

Risorse e tempi: Per questa seconda fase si prevede di impiegare persona-le interno dell’Asdi (totale mesi 8) e un consulente esterno. Fase 3: Supporto alle aggregazioni L’utilizzo di piani di sviluppo e business plan consentiranno una pianifica-zione dello sviluppo di sistemi virtuosi nell’ambito del Distretto. Si favorirà, attraverso interventi di coaching e counselling, l’individuazione dei leaders di progetto cui fornire strumenti di condivisione delle attività e dei risultati con tutti gli stakeholders. Considerata la rilevanza del progetto il supporto che l’Asdi intende offrire riguarderà anche degli eventuali potenziali piani di start up. Mediante suc-cessivi accordi di collaborazione con aziende si garantirà la quota di co-finanziamento privato e si potrà anche prevedere l’acquisto di eventuali beni e servizi necessari per il completamento del processo aggregativo. Risorse e tempi: La fase 3 prevede l’impiego di personale interno a sup-porto delle aziende e il ricorso a consulenti esterni. La tempistica deve tener conto della complessità della fase; si ipotizza un periodo di 14 mesi per la completa realizzazione. Fase 4: Divulgazione dei risultati raggiunti In ultima fase, per sensibilizzare l’opinione nei confronti del tema, i risulta-ti del progetto saranno divulgati attraverso un incontro pubblico al quale prenderanno parte tutti gli stakeholders. Risorse e tempi: si prevede di organizzare una giornata impiegando per-sonale interno dell’Asdi (dipendente, coordinatore, presidente)

Risultati attesi I risultati attesi dal progetto sono: ‐ Diffusione della cultura dell’aggregazione e dell’attività di “rete

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d’imprese” e dei vantaggi competitivi che può apportare; ‐ Emersione di processi in cui l’aggregazione possa portare ad economie

di scala, di due o tre realtà aziendali complementari tra loro e consen-tire l’utilizzo di tecnologie improduttive su piccoli volumi di attività;

‐ Riduzione dei costi di filiera; ‐ Aumento del grado di internazionalizzazione del distretto per effetto

dei vantaggi derivanti dalle economie agglomerative; ‐ Procedere ad una progettazione di ipotesi di aggregazione;

Budget Euro 428.571,43

Durata 3 anni

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Intervento 3.2. Progettazione di una rete di sviluppo delle filiere produttive insi-

stenti nel distretto per favorire lo scambio localizzato attraverso la creazione di

strumenti di gestione dei processi di subfornitura che minimizzino i costi

Obiettivi

Il settore produttivo del Distretto del Metallo parte storicamente da una

grande conoscenza del fare, con scarsa propensione al comunicare ed al

vendere. Il rapporto di subfornitura è insito nella storia del Distretto di

Maniago come in quella di tutti i distretti, ma tale caratteristica ha subito

una profonda modificazione con l’avvento della globalizzazione e della de-

localizzazione. L’avvento sul mercato di paesi a basso costo mano d’opera

ha portato ad una ricerca di subforniture a basso prezzo che non sempre

hanno coinciso con una reale riduzione del costo, in particolare nei prodotti

di alto standard qualitativo e/o di nicchia.

Il Marchio Collettivo di Qualità del Distretto (QManiago) ha fatto proprio

questo problema inserendo un concetto di origine che ha voluto essere in-

novativo rispetto ai normali contesti di mercato. QManiago, infatti, non in-

tende l’origine come un valore assoluto, indifendibile per un territorio pri-

vo, ad esempio, di materia prima, ma ha voluto anche staccarsi da inter-

pretazioni economiche (ad esempio valore del prodotto interno rispetto al

valore di importazione) troppo facilmente eludibile facendo ricorso al basso

valore di acquisto. L’origine imposta da QManiago deriva dalla individua-

zione di quali lavorazioni, all’interno di processi di fabbricazione, risultino

critiche per la qualità del prodotto finale; le stesse lavorazioni sono

l’espressione della secolare competenza del territorio che consentono il

mantenimento della qualità del prodotto. Queste, e solo queste lavorazio-

ni, devono essere eseguite all’interno del Distretto, segno distintivo della

qualità QManiago.

Questo approccio ha consentito il mantenimento della fabbricazione rile-

vante, intesa come importante, in Maniago e l’arricchimento della filiera

della subfornitura del Distretto. L’evoluzione di questa caratteristica di

Marchio Collettivo porta ora alla necessità di meglio definire gli strumenti

di gestione di questa filiera al fine del miglioramento dello standard quali-

tativo e, parallelamente, del conseguimento della riduzione dei costi. Il si-

stema ha infatti salvaguardato il rapporto storico e diretto tra fornitore e

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committente di filiera, ma la oggettivazione richiesta dei parametri di qua-

lità prodotto richiede un impegno gestionale non di secondaria importanza.

È necessario ora sostenere le aziende nell’applicare strumenti di gestione

snelli ed efficaci, capaci di ridurre i controlli sul prodotti perché già struttu-

rati ed oggettivati da procedure di filiera, riconosciute e validate da tutti i

componenti la filiera stessa.

Tale sviluppo deve avere anche un secondo obiettivo, meno diretto ma

non meno importante: la possibilità di valorizzare la subfornitura degli e-

lementi non critici di provenienza sempre locale, anche se non distrettuale,

che, attraverso un modello di gestione strutturato e ottimizzato, sappia

valorizzare la qualità della produzione e abbattere i costi di passaggi ope-

rativi senza valore aggiunto. Perseguendo tale obiettivo si riduce conside-

revolmente il divario di costo tra il prodotto di importazione e quello di

produzione locale.

Questo intervento di progetto ha, come finalità, quello di costruire un si-

stema di filiera della subfornitura interna al Distretto per le lavorazioni

specialistiche del coltello, frutto di secolare esperienza, e locale anche se

esterna per le subfornitura “non critiche” ma di alto standard qualitativo.

Il lavoro deve quindi:

• strutturare processi di subfornitura individuando tutti i punti senza

(o con minimo) valore aggiunto e fornendo modelli di gestione a-

datti ad ottenere il risultato qualitativo a costi minimi;

• sostenere le imprese nell’attuazione di questi modelli di gestione

adeguando le proprie procedure operative alle necessità della filie-

ra;

• attivare tutte le necessarie sinergie con il Distretto della Compo-

nentistica per estendere i modelli di gestione alla subfornitura loca-

le.

L’intervento verrà attuato anche avvalendosi di personale interno che sarà

caricato quota parte nelle spese dell’intervento stesso.

Modalità di at-

tuazione

• analisi dei modelli produttivi e identificazione di best practice

• check-up aziendali

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• realizzazione di progetti pilota

• diffusione dei risultati

Risultati attesi

• Supporto all’avvio di relazioni di subfornitura supportate da “piani

di fornitura” e/o capitolati in grado di ridurre i costi di trasferimento

dei semilavorati tra le imprese della filiera.

• Incremento del ricorso alla subfornitura “non critica” comunque lo-

cale

• Riduzione dei costi di filiera e aumento della competitività rispetto

all’importazione di componenti /semilavorati, di alto livello qualita-

tivo, dai tradizionali paesi di delocalizzazione.

Budget Euro 428.571,43

Durata 3 anni

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AZIONE 4. PROMOZIONE E MARKETING TERRITORIALE

Le nuove frontiere della competitività e della sostenibilità dello sviluppo passano necessaria-

mente attraverso adeguate politiche territoriali di promozione economica e sociale che puntino

ad incrementare la qualità della vita e l'attrazione di investimenti e capitali. In questi scenari il

marketing territoriale rappresenta uno strumento necessario per raccordare offerta territoriale

e domanda territoriale. In particolare l’impegnativa azione dell’ASDI del Coltello sarà giocata in

gran parte sul binomio prodotto-territorio, sulla capacità cioè di rafforzare la differenziazione

della produzione a partire dalle specificità del territorio, di sostenere la competitività delle im-

prese attraverso un sistema di economie esterne di localizzazione, comunicare il sistema locale

grazie a forme di marketing d'area. Si intende quindi valorizzare il sistema attraverso la con-

nessione tra tecnologia e storia locale, cultura produttiva e ambiente, infrastrutture e "spirito

del luogo".

L’obiettivo è quello di sfruttare il capitale sociale insistente nel territorio dell’ASDI ( il know-

how, le tradizioni, l’ambiente; tutto ciò che rende il territorio unico) per rendere di conseguenza

competitivo tutto il sistema imprese.

Un approccio marketing oriented diventa allora indispensabile, senza pensare che l’azione di

marketing di un territorio si riduca ad una semplice operazione di immagine. La promozione è

una componente indispensabile del marketing-mix, ma prima di tutto occorre analizzare il con-

testo territoriale per capire se possiede delle competenze distintive che lo rendano unico sul

mercato e gli diano il vantaggio competitivo. Non bisogna limitarsi a generici vantaggi di costo

(incentivi, minor costo del lavoro) che pur essendo importanti sono di breve periodo, ma biso-

gna puntare allo sviluppo di reti di relazioni tra attori esterni ed interni che aumentano la capa-

cità di apprendimento del contesto locale.

Il carattere distintivo del Distretto del Coltello è la tradizione pluricentenaria nella lavorazione

del ferro e di conseguenza nella lavorazione delle lame.

Si vuole quindi sfruttare questo importante carattere distintivo del territorio, come volano per

la promozione e comunicazione dell’intero distretto.

Nella promozione e nelle azioni di marketing territoriale, ci si vuole integrare sinergicamente

con gli stakeholders già presenti (Amministrazioni, Camera di Commercio di Pordenone, Asso-

ciazioni di categoria, ecc.) che da anni operano in tal senso.

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Infine tra gli interventi di promozione trovano ampio spazio la ricerca di opportunità di mercato

legate alla penetrazioni in nuovi mercati emergenti o al rafforzamento della presenza in mercati

già presidiati dalle aziende del distretto.

In tale ambito risulterà particolarmente strategica la collaborazione in partenariato della Came-

ra di Commercio di Pordenone (anche attraverso la sua Azienda Speciale ConCentro e quindi

del Centro Regionale della Subfornitura) che consentirà una adeguata concertazione con gli altri

attori del territorio, il supporto alla identificazione delle opzioni strategiche per lo sviluppo di i-

donei piani di marketing territoriale del distretto e di azioni promozionali delle aziende ivi inse-

diate e lo sviluppo e condivisione di progetti e iniziative di comune interesse finalizzate a per-

seguire la massimizzazione dell’efficacia promozionale e l’economicità sinergica degli interventi.

Il sistema camerale Pordenonese, inteso anche quale momento di concertazione stretta con le

Associazioni imprenditoriali locali e con l’Amministrazione regionale, è sicuramente

l’organizzazione più attiva ad oggi nella promozione economica provinciale (e non) e consentirà

una focalizzazione degli interventi nonché una omogeneizzazione della strategia promozionale

del distretto con la più ampia strategia di marketing territoriale dell’economia provinciale (e re-

gionale).

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Intervento 4.1.Promozione generale del distretto dei suoi prodotti e del suo conte-

sto territoriale e storico

Obiettivi

Si intende promuovere il distretto sia al suo interno che al suo esterno fa-

vorendo iniziative di promozione tese a trasmettere i valori principali

dell’area e necessari anche a creare una identità distrettuale.

Il numero di iniziative di animazione economica realizzate dalle strutture

camerali e il target differenziato di imprese partecipanti a queste attività

sono alcuni degli elementi che contribuiranno all’efficacia delle azioni pro-

mozionali.

Tale attività risulteranno di estrema importanza alla luce dell’ampliamento

dell’ambito di intervento del distretto anche al settore della metallurgia. Si

tratta dunque di creare e rafforzare anche una cultura e identità del di-

stretto presso le imprese stesse, coinvolgendole nell’informazione e of-

frendo servizi comuni.

In tale ambito s’intende promuovere un “Desk informativo e di orienta-

mento” per le imprese del distretto e per l’utenza in generale finalizzato a

fornire informazioni e promuovere le attività del progetto condotte dal Di-

stretto.

La collaborazione CamerASDI consentirà di localizzare un punto informati-

vo del desk anche presso la Camera di Commercio al fine di favorire la più

ampia diffusione delle informazioni.

Il desk promuoverà l’iniziativa distribuendo materiale informativo del pro-

getto e del Distretto, fornendo informazioni e orientamento alle imprese

nonché gestendo una procedura di first contact con l’utenza interessata

che, successivamente ad una prima mappatura dei fabbisogni, provvederà

ad orientarlo verso gli uffici di competenza del Distretto.

Il desk opererà anche come punto informativo su internet, con la pubblica-

zione di un portale web accessibile su dominio dedicato o dai siti camerali

e che consentirà di richiedere informazioni e orientamento anche on-line,

facilitando così il primo contatto con i partner di progetto e la consultazio-

ne di banche dati e documentazione di interesse per le imprese del distret-

to o per l’utenza esterna.

A titolo d’esempio, il desk provvederà a fornire informazioni e assistenza

relativamente alle iniziative in corso e programmate, alle expertise dispo-

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nibili (banca dati consulenti, ecc.), ai bandi di finanziamento, analisi e ri-

cerche di mercato, ecc.

Lo sviluppo di un portale del distretto perseguirà due importanti finalità:

- strutturare una rete relazionale interna fra il distretto, le sue imprese e

gli altri partner del programma (intranet) per agevolare la condivisione di

informazioni e la comunicazione interna;

- promuovere all’esterno il Distretto, le sue iniziative (vedi ad es. azioni di

co-marketing) e le sue imprese.

Tali strumenti informativi e di assistenza alle imprese costituiranno una

importante leva per presidiare e ampliare una adeguata politica promozio-

nale interna, rivolta alle imprese del distretto, ed esterna.

Quest’intervento si propone altresì di promuovere il distretto anche attra-

verso i suoi marchi, nella fattispecie il Marchio Collettivo di Qualità del Di-

stretto del Coltello “QManiago” (compreso il mantenimento dello stesso).

E’ previsto inoltre l’acquisizione del Marchio “Qualità Maniago”

Obiettivi dell’intervento sono dunque:

• trasmettere e diffondere l’identità del distretto al suo interno anche

attraverso la realizzazione o partecipazione di manifestazioni e ini-

ziative di rilevante interesse per il distretto (Festa del Coltello, Can-

tine aperte, mostre di cavatappi, esposizioni temporanee o perma-

nenti sia sul territorio che al di fuori di esso, …);

• comunicare e promuovere l’identità del distretto al suo esterno;

• stringere forme di collaborazione con altre realtà distrettuali anche

internazionali

• valorizzare le eccellenze e maggiori potenzialità del distretto;

• realizzare attività di promozione e comunicazione congiunta con al-

tre realtà distrettuali;

L’intervento verrà attuato anche avvalendosi di personale interno che sarà

caricato quota parte nelle spese dell’intervento stesso.

Modalità di at-

tuazione

• sensibilizzazione periodica, rivolto alle aziende del distretto e ai

principali stakeholders (attraverso ad es. bollettini, etc. …)

• realizzazione di manifestazione di rilevante interesse per il distretto

• organizzazione e partecipazione alle attività svolte da reti distret-

tuali nazionali e internazionali (es. Distretti Italiani) e da vari enti

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ed istituzioni di promozione del made in Italy;

• organizzazione di meeting e convegni con altre realtà distrettuali

nazionali e internazionali.

• ideazione realizzazione e/o acquisto, e diffusione di materiali pro-

mozionali, che si riveleranno più opportuni nei singoli contesti;

• creazione di un desk di informazione assistenza alle imprese

• acquisto e mantenimento del Marchio di Qualità QManiago

• realizzazione e installazione di punti di promozione (vetrine esposi-

tive) dei prodotti del distretto (QManiago).

Risultati attesi

• conoscenza diffusa della realtà distrettuale all’esterno;

• rafforzamento del senso di appartenenza al distretto da parte delle

aziende insediate;

• aumento della partecipazione attiva alle attività del distretto (iscri-

zioni alle banche dati, partecipazione agli eventi, ecc.)

• maggiore attrazione di investimenti verso il distretto (es.: nuove

imprese insediate, …)

Budget Euro 500.000,00

Durata 3 anni

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Intervento 4.2. Progetti di co-marketing e valorizzazione dei prodotti del distretto

ad alto valore aggiunto

Obiettivi

A fine del 2005 è nato il Marchio Collettivo di Qualità del Distretto del Col-

tello di Maniago “QManiago”, marchio riferito al prodotto “lama”, che ga-

rantisce qualità della lama, origine dei processi produttivi, e attenzione per

l’ambiente. Come Marchio che rappresenta la tradizionalità e peculiarità

più importante del distretto, riteniamo necessario valorizzarlo e comuni-

carlo all’esterno nella misura massima possibile, anche attraverso iniziati-

ve di co-marketing. Negli ultimi sono state attivate importanti iniziative di

promozione congiunta, con il Consorzio di Tutela del Formaggio Montasio,

l’altra con la Scuola di Restauro di Villa Manin, con i Ristoranti del Buon Ri-

cordo, con Friuli Venezia Giulia Via Dei Sapori.

Si ipotizza di realizzare nuove operazioni di co-marketing sia con altre re-

altà produttive regionali che con distretti nazionali e transnazionali e in

particolare nel 2011 si attiverà una collaborazione con il Consorzio per il

radicchio rosso di Treviso e si prevede la possibilità di effettuare manife-

stazioni congiunte con turismo FVG e con il marchio “Tipicamente friula-

no”.

Con questo intervento si intende inoltre promuovere i prodotti ad alto va-

lore aggiunto che verranno progettati dall’ASDI e prodotti e immessi nel

mercato dalle aziende del distretto.

Obiettivi dell’intervento sono dunque:

- valorizzare l’immagine del Marchio Collettivo di Qualità “QMania-

go”;

- diffondere “QManiago” come valore aggiunto della produzione del

distretto anche in mercati internazionali;

- diffondere le peculiarità storiche produttive del distretto

- creare il valore aggiunto territoriale

L’intervento verrà attuato anche avvalendosi di personale interno che sarà

caricato quota parte nelle spese dell’intervento stesso.

Modalità di at-

tuazione

• supportare le iniziative di co-marketing e co-branding collettive ad

alto valore aggiunto a livello regionale, nazionale e internazionale;

• ideazione realizzazione e diffusione di materiale promozionale sia

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cartaceo che mass mediale, che si riveleranno più opportune nei

singoli contesti;

Risultati attesi

• supportare le iniziative di co-marketing e co-branding collettive ad

alto valore aggiunto a livello regionale, nazionale e internazionale;

Budget Euro 1.000.000,00

Durata 3 anni

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Intervento 4.3.Promozione del distretto a livello internazionale anche in mercati

emergenti

Obiettivi

I mercati di riferimento delle imprese del distretto sono distribuiti in un

contesto internazionale variegato. Questa globalizzazione e il dinamismo

talvolta schizzofrenico dei mercati impone un presidio dedicato

all’internazionalizzazione nelle politiche di sviluppo del distretto.

La competitività sempre più aggressiva dei paesi emergenti risulta inoltre

una variabile sempre più di attualità che le aziende del distretto si trove-

ranno ad affrontare.

Viene dunque proposta una azione precisa nel programma atta ad affron-

tare tale problematica e ad offrire alle imprese distrettuali adeguati stru-

menti e sostegni per il presidio di questi importanti mercati esteri.

L’obiettivo è quello di aumentare la quota di commercializzazione all’estero

dei prodotti delle imprese del distretti ovvero di identificare strategie di-

fensive rispetto all’aggressività di concorrenti esteri (soprattutto dei mer-

cati del medio oriente e asiatici) sia sul mercato locale che sui mercati e-

steri consolidati.

In tale contesto si cercherà di rafforzare la visibilità dei prodotti del di-

stretto attraverso una forte connotazione nazionalistica che faccia leva sul

concetto della qualità “made in Italy” dei prodotti, riconosciuta all’estero

non solo sui prodotti finiti di design (coltelli) ma anche sulle lavorazioni e

sulle produzioni di semilavorati (metallurgia).

Si provvederà a tal fine ad effettuare una costante ricognizione delle di-

namiche dei mercati di interesse per le imprese del Distretto (tenute ben

presenti le differenziazioni produttive interne) al fine di identificare oppor-

tunità e minacce e attuare idonee strategie di approccio o consolidamento

in questi mercati (tale azione si consoliderà con il Sistema informativo di

cui all’Azione 1).

In questa azione diverrà cruciale l’identificazione di aggregazioni di impre-

se con comuni interessi su mercati di riferimento (sia in strategie di sell

che di buy) al fine di condurre azioni promozionali collettive coerenti con

un approccio di marketing complessivo del sistema economico distrettuale,

che comprenda anche le eccellenze dei laboratori di ricerca, ecc.. Alla luce

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della dimensione relativamente piccola delle imprese tale approccio risulte-

rà strategico per massimizzare le azioni promozionali al minor costo e per

ridurre il rischio gravante sulle singole imprese derivante dall’approccio a

mercati esteri non consolidati.

L’azione verrà sviluppata in stretto coordinamento con l’Ente camerale (Si-

stema CamerASDI) al fine di garantire la piena sinergia con le politiche

promozionali attuate dall’Ente attraverso la concertazione con le altre real-

tà economiche locali, con l’Amministrazione regionale nonché con partner

nazionali e comunitari.

Obiettivi dell’intervento sono dunque:

- individuare di opportunità e minacce nei mercati internazionali

- aumentare la visibilità del Distretto anche a livello internazionale

- aumentare le relazioni commerciali delle imprese distrettuali con

l’estero

- presidiare i mercati locali e esteri di riferimento a contrasto di stra-

tegie aggressive di competitors esteri

- migliorare le competenze e capacità di internazionalizzazione delle

imprese

L’intervento verrà attuato anche avvalendosi di personale interno che sarà

caricato quota parte nelle spese dell’intervento stesso.

Modalità di at-

tuazione

• ricerche di mercato (schede paese)

• iniziative di outgoing / missioni istituzionali e imprenditoriali nei

mercati esteri;

• iniziative di incoming (accoglimento delegazioni) di rappresentanti

istituzionali/imprenditoriali esteri

• partecipazione ad eventi e fiere internazionali

• organizzazione di workshop “paese”

• check up aziendali per valutare le competenze e le opportunità di

internazionalizzazione

• organizzazione di eventi di business matching (in incoming o ou-

tgoing) fra imprese del distretto e partner commerciali esteri

• ideazione realizzazione e diffusione di materiale promozionale sia

cartaceo che mass mediale multilingue finalizzati alla promozione

nei specifici mercati esteri

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Risultati attesi

• identificazione del prodotto del distretto come made in Italy

• agevolare e stimolare l’aggregazione tra aziende di filiera per la

promozione;

• partecipazione attiva e delle imprese ad eventi promozionali inter-

nazionali;

• aumento del grado di internazionalizzazione del distretto (im-

port/export)

Budget Euro 1.416.666,67

Durata 3 anni

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AZIONE 5. INTERVENTI INFRASTRUTTURALI DI CARATTERE AMBIENTALE, ENERGETICO E DI COMUNICAZIONE.

L’analisi del distretto come fenomeno di localizzazione in un territorio di piccole imprese specia-

lizzate in un’unica tipologia produttiva, è caratterizzato da:

- effetti ambientali cumulativi derivanti da processi produttivi simili (sostanze inquinanti

nelle acque, produzione rifiuti ...)

- possibilità di utilizzare infrastrutture comuni per la gestione di determinati impatti am-

bientali (impianti di deduzione, acquedotto consortile …);

- interrelazione con gli stessi interlocutori locali in caso di problemi ambientali (comuni,

provincia, regione)

Inoltre, le deboli interrelazioni socio-economiche tra le attività produttive, le organizzazioni e le

istituzioni locali già esistenti nel distretto rappresentano un buon punto di partenza per lo svi-

luppo di “economie a ciclo chiuso”.

L’eco-distretto industriale è una realtà economica in cui aziende e attori della comunità locale

collaborano per migliorare performance economiche e ambientali del territorio sviluppando un

sistema di simbiosi eco-industriale, attraverso l’uso efficiente delle risorse e l’incremento degli

scambi di materiale di scarto tra le imprese per ridurre l’impatto ambientale e il consumo ener-

getico dei processi produttivi a livello distrettuale. La creazione di un EDI dovrebbe permettere

un o sviluppo sostenibile costruendo un equilibrio tra gli obiettivi economici , sociali e ambien-

tali, in linea con gli appelli comunitari al mondo economico e imprenditoriale, affinché consideri

la componente ambientale non più un ostacolo ma una delle variabili strategiche del processo

decisionale aziendale.

L’importanza sempre più marcata che in questi anni ha assunto il problema energetico da un

lato e la sostenibilità ambientale dall’altro inducono a ipotizzare una serie di interventi .

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Intervento 5.1. Mappatura della situazione ambientale e del fabbisogno energetico

del distretto e individuazione di progetti pilota da realizzare

Obiettivi

È necessaria una politica energetica integrata in linea con le indicazioni

contenute nel Libro verde della Commissione europea, in cui si parla di

un’energia “sostenibile, competitiva, sicura”.

È necessario pertanto coniugare il miglioramento dell’efficienza con lo svi-

luppo delle fonti rinnovabili.

L’iniziativa ha come obiettivo monitoraggio dei fabbisogni energetici del di-

stretto, fondamentale per l’elaborazione di tutte le strategie di approvvi-

gionamento energetico, verrà completata dalla ricognizione delle “perdite”

di calore e di energia all’interno dell’ASDI.

I dati e i risultati di ogni operazione, saranno poi messi a disposizione

dell’intero distretto.

Obiettivo del progetto è l’individuazione di una idonea strategia energetica

che possa condurre a risparmi dei consumi e ad un approccio ecosostenibi-

le e ecocompatibile delle modalità di assunzione di queste risorse.

L’intervento verrà attuato anche avvalendosi di personale interno che sarà

caricato quota parte nelle spese dell’intervento stesso.

Modalità di at-

tuazione

• realizzazione di una indagine conoscitiva dei bisogni energetici

dell’ASDI

• realizzazione di piani di fattibilità e progetti pilota per la realizza-

zione di soluzioni/impianti di recupero energetico

• realizzazione di piani di fattibilità circa l’introduzione di un Emas di-

strettuale

Risultati attesi

• elaborazione delle strategie di risparmio energetico per le aziende

del distretto

• elaborazione di un piano ambientale per il distretto

• realizzazione di impianti pilota e sperimentali per il recupero e ri-

sparmio energetico

Budget Euro 307.692,31

Durata 3 anni

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Intervento 5.2. Interventi di struttura relativi al miglioramento delle vie di comuni-

cazione del distretto

Obiettivi

Nell’area distrettuale, sia la Comunità Montana del Friuli Occidentale che il

Consorzio di Industrializzazione della Provincia di Pordenone stanno inve-

stendo per completare il tratto di rete a fibra ottica utilizzando i tracciati di

Via Venezia nella zona industriale di Maniago. Al completamento dei lavori

l’ASDI intende supportare la creazione di una sala server che attraverso la

connettività a banda larga possa erogare servizi alle imprese insediate

nell’area distrettuale quali ad esempio wi-fi, sistemi di telefax comuni,

housing e hosting, etc. …

Obiettivo del progetto è quello di migliorare la comunicazione interna ed

esterna delle imprese e quindi la loro capacità di sfruttare tutti i benefici

della Società dell’Informazione.

L’intervento verrà attuato anche avvalendosi di personale interno che sarà

caricato quota parte nelle spese dell’intervento stesso.

Modalità di at-

tuazione

Supporto per la realizzazione di una sala server e l’individuazione di servizi

utili alle aziende per sfruttare al meglio la connettività a banda larga.

Risultati attesi

• fornire connettività in fibra ottica alle sedi dell’ASDI , Laboratorio di

Metallurgia, Sede NIP e alle aziende presenti lungo il tracciato della

zona industriale interessata;

• fornire servizi alle aziende insediate nel distretto per possano sfruttare

la connettività a banda larga

Budget Euro 461.538,46

Durata 3 anni

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AZIONE 6. FORMAZIONE I Distretti industriali si riproducono e si evolvono grazie al patrimonio di competenze diffuse

nell’insieme delle imprese ed inoltre in virtù di meccanismi generativi di nuove imprese partico-

larmente dinamici, in grado di sostituire le imprese che cessano l’attività e quindi di mantenere

o anche incrementare nel tempo la popolazione delle imprese distrettuali. Nel Distretto del Col-

tello e d el Metallo, i problemi di reclutamento di operai qualificati e specializzati incontrati dalle

imprese sono stati iscritti tra le minacce competitive. Inoltre, l’accresciuta complessità

dell’ambiente competitivo richiede lo sviluppo di competenze aggiuntive rispetto a quelle tradi-

zionalmente presenti nel sistema locale. Il dato della complessità competitiva rende infine più

difficoltosa la creazione di nuove imprese, anche per gemmazione da imprese esistenti (In un

tipico distretto industriale la creazione di nuove imprese avviene per spinoff di lavoratori dipen-

denti da imprese esistenti. Il Distretto del coltello si conferma “distretto” anche per quanto con-

cerne questo connotato distintivo, in quanto in più della metà delle imprese l’imprenditore-

titolare ha avuto una precedente esperienza lavorativa in altre aziende del distretto).

Per questi motivi la formazione delle risorse umane distrettuali rappresenta una fondamentale

direttrice strategica per lo sviluppo del distretto, dove il termine “Formazione” va interpretato

nella sua accezione più ampia. Questa deve considerarsi un’azione trasversale a tutto il pro-

gramma triennale delle attività da attuarsi in piena sinergia con gli enti e organismi formatori

del territorio, per accedere anche a percorsi formativi incentivati dall’obiettivo cooperazione ter-

ritoriale e dai fondi messi a disposizione dalla regione in tal senso.

Gli interventi attraverso i quali si articola questa azione sono cinque:

1. percorsi di formazione e incontri tecnici con specialisti del settore per ogni area di in-

tervento del presente piano (analisi e superamento dei punti critici; qualità, innovazio-

ne, aggregazioni di filiera, promozione etc…)

2. Individuazione delle necessità formative delle aziende del distretto e delle offerte degli

istituti scolastici (domanda e offerta di figure professionali adeguate alle esigenze delle

imprese)

3. sviluppo di attività orientate a stimolare i fabbisogni formativi latenti e a soddisfare le

esigenze formative esplicite;

4. attività di sostegno alla creazione di nuova imprenditorialità;

5. seminari di informazione sulle opportunità derivanti dalla finanza agevolata;

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L’identificazione delle strategie formative così individuate consentiranno l’elaborazione di preci-

se progettualità che verranno proposte per l’accesso alle agevolazioni esistenti per il settore

(FSE, l. 236, ecc.)

I piani degli incontri tecnici e informativi verranno realizzati sulla base delle esigenze delle a-

ziende del distretto. L’intervento verrà attuato anche avvalendosi di personale interno che sarà

caricato quota parte nelle spese dell’intervento stesso.

Intervento 6.1. Formazione delle risorse umane

Obiettivi

• migliorare la comprensione sulle dinamiche occupazionali del di-

stretto e sui fabbisogni di risorse umane

• identificare opzioni strategiche nel settore formativo

• migliorare le competenze e capacità del personale che opera nelle

imprese del distretto

• formare personale qualificato;

• favorire la creazione dell’identità di distretto attraverso la parteci-

pazione delle aziende ai processi di superamento delle criticità rile-

vate

• favorire gruppi di lavoro omogenei per filiere;

• fornire attività formativa per l’inserimento di modelli innovativi ed

oggettivi in grado di ridurre il gap di costo, a parità di alto standard

qualitativo, rispetto alle produzioni delocalizzate;

• favorire la diffusione di una cultura di distretto e imprenditoriale;

Modalità di at-

tuazione

• incontri tecnici con soggetti qualificati per tutte le aree di intervento

del presente piano;

• seminari informativi circa le novità in tema di materiali e gestione

dei processi della catena del valore;

• creazione di piani di formazione in sinergia con gli enti di formazio-

ne presenti sul territorio;

Risultati attesi

• predisposizione e presentazione (presso le sedi competenti) di piani

di azione formativa per lo sviluppo del personale delle imprese del

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distretto

aumento della cultura distrettuale

Budget Euro 428.571,43

Durata 3 anni

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PROGETTO PRIORITARIO ANNO 2012

L’Agenzia per lo Sviluppo del Distretto del Coltello scarl individua come progetto prioritario per

l’anno 2012 l’intervento denominato “Sostegno alla progettazione e sviluppo di aggregazio-

ni/cooperazione di imprese e/o avvio di nuove imprese associate per lo sviluppo di tecnologie di

produzione innovative/competitive e/o di approccio al mercato che necessitano di investimenti

non assorbibili da singole imprese”.

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PROGRAMMA DI SVILUPPO DEL DISTRETTO DEL COLTELLO 2011-2013

cod. AZIONE costo totale pub-

blico % sul tot coofinaz. Totale Azioni

1 SISTEMA INFORMATIVO DISTRETTUALE € 400.000,00 9,1% - 400.000,00

1.1 Realizzazione di un osservatorio permanente su temi socio economici rilevanti per il di-stretto € 150.000,00 3,4% 0,00 150.000,00

1.2 Elaborazione di strategie necessarie per il superamento delle criticità e il miglioramento del posizionamento competitivo delle imprese del Distretto € 150.000,00 3,4% 0,00 150.000,00

1.3 Sviluppo della Rete di partenariato € - 0,0% 0,00 0,00

1.4 Coordinamento e gestione del programma € 100.000,00 2,3% 0,00 100.000,00

2 INNOVAZIONE QUALITATIVA E TECNOLOGICA DEL DISTRETTO € 850.000,00 19,3% € 457.692,31 € 1.307.692,31

2.1 Valorizzazione del laboratorio di metallurgia e realizzazione delle condizioni necessarie per il suo utilizzo come centro di controllo, ricerca e innovazione. € 150.000,00 3,4% 80.769,23 230.769,23

2.2 Sviluppo di iniziative di progettazione innovativa di prodotto o processo € 700.000,00 15,9% 376.923,08 1.076.923,08

3 ATTIVITA’ DI SVILUPPO COMPETITIVO INTERAZIENDALE € 600.000,00 13,6% € 257.142,86 € 857.142,86

3.1

Sostegno alla progettazione e sviluppo di aggregazioni/cooperazione di imprese e/o av-vio di nuove imprese associate per lo sviluppo di tecnologie di produzione innovati-ve/competitive che necessitano di investimenti non assorbibili da singole imprese € 300.000,00 6,8% 128.571,43 428.571,43

3.2

Progettazione di una rete di sviluppo delle filiere produttive insistenti nel distretto per favorire lo scambio localizzato attraverso la creazione di strumenti di gestione dei pro-cessi di subfornitura che minimizzino i costi € 300.000,00 6,8% 128.571,43 428.571,43

4 PROMOZIONE E MARKETING TERRITORIALE € 1.750.000,00 39,8% € 1.166.666,67 2.916.666,67

4.1 Promozione generale del distretto dei suoi prodotti e del suo contesto territoriale e sto-rico € 300.000,00 6,8% 200.000,00 500.000,00

4.2 Progetti di co-marketing e valorizzazione dei prodotti del distretto ad alto valore ag-giunto € 600.000,00 13,6% 400.000,00 1.000.000,00

4.3 Promozione del distretto a livello internazionale anche in mercati emergenti € 850.000,00 19,3% 566.666,67 1.416.666,67

5 INTERVENTI INFRASTRUTTURALI DI CARATTERE AMBIENTALE, ENERGETICO E DI COMUNICAZIONE € 500.000,00 11,4% € 269.230,77 769.230,77

5.1 Mappatura della situazione ambientale e del fabbisogno energetico del distretto e indi-viduazione di progetti pilota da realizzare € 200.000,00 4,5% 107.692,31 307.692,31

5.2 Interventi di struttura relativi al miglioramento delle vie di comunicazione del distretto € 300.000,00 6,8% 161.538,46 461.538,46

6 FORMAZIONE € 300.000,00 € 300.000,00 6,8% € 128.571,43 428.571,43

TOTALE € 4.400.000,00 100,0% € 2.279.304,03 6.679.304,03

72

2012 2013 2014 G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D 1 SISTEMA INFORMATIVO DISTRETTUALE

1.1 Realizzazione di un osservatorio permanente su temi socio economici rilevanti per il distretto

1.2

Elaborazione di strategie necessarie per il supera-mento delle criticità e il miglioramento del posizio-namento competitivo delle imprese del Distretto

1.3 Sviluppo della Rete di partenariato 1.4 Coordinamento e gestione del programma

2 INNOVAZIONE QUALITATIVA E TECNOLOGICA DEL DISTRETTO

2.1

Valorizzazione del laboratorio di metallurgia e rea-lizzazione delle condizioni necessarie per il suo uti-lizzo come centro di controllo, ricerca e innovazio-ne.

2.2 Sviluppo di iniziative di progettazione innovativa di prodotto o processo

3 ATTIVITA’ DI SVILUPPO COMPETITIVO INTERAZIENDALE

3.1

Sostegno alla progettazione e sviluppo di aggrega-zioni/cooperazione di imprese e/o avvio di nuove imprese associate per lo sviluppo di tecnologie di produzione innovative/competitive che necessitano di investimenti non assorbibili da singole imprese

3.2

Progettazione di una rete di sviluppo delle filiere produttive insistenti nel distretto per favorire lo scambio localizzato attraverso la creazione di stru-menti di gestione dei processi di subfornitura che minimizzino i costi

4 PROMOZIONE E MARKETING TERRITORIALE

4.1 Promozione generale del distretto dei suoi prodotti e del suo contesto territoriale e storico

4.2 Progetti di co-marketing e valorizzazione dei pro-dotti del distretto ad alto valore aggiunto

4.3 Promozione del distretto a livello internazionale anche in mercati emergenti

5

INTERVENTI INFRASTRUTTURALI DI CARATTERE AMBIENTALE, ENERGETICO E DI COMUNICAZIONE

5.1

Mappatura della situazione ambientale e del fabbi-sogno energetico del distretto e individuazione di progetti pilota da realizzare

5.2 Interventi di struttura relativi al miglioramento delle vie di comunicazione del distretto

6 FORMAZIONE

042199
Casella di testo
IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO GENERALE