Programma di sala Pappanoinweb

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pappano jansen

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Il programma di sala di PappanoinWeb.

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pappanojansen

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ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA

Soci Fondatori

Sponsor Istituzionale

Media Sponsor

ASSESSORATO CULTURA, ARTE E SPORT

Istituzionali

Stato Italiano

Privati

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ORCHESTRA E CORODELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA

BRUNO CAGLIPresidente - Sovrintendente

ANTONIO PAPPANODirettore Musicale

CIRO vISCOMaestro del Coro

e del Coro di Voci Bianche

CONSIGLIODI AMMINISTRAZIONE

BRUNO CAGLIPresidente

ALBERTO BASSOVicepresidente

GIOvANNI ALEMANNOSindaco di Roma - Consigliere

LUIGI ABETEConsigliere

PAOLO BUZZETTIConsigliere

GIOvANNI CARLI BALLOLAConsigliere

fULvIO CONTIConsigliere

AZIO CORGHIConsigliere

GIUSEPPE DALLA TORREConsigliere

vITTORIO DI PAOLAConsigliere

GABRIELE GALATERIConsigliere

GIANNI LETTAConsigliere

COLLEGIODEI REvISORI DEI CONTI

GIOvANNI SAPIAPresidente

ANDREA PIRROTTINAANTONIO SIMEONI

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MECENATIAssociazioni Arte Musica Solidarietà onlus Briguglio Siracusano vaccarella Studio associato Pirola Pennuto Zei & AssociatiTommaso Addario, Tessa Bressi, Antonio Briguglio, Nicola e Beatrice Bulgari, Maite Bulgari, Francesco Carbonetti, Federica Cerasi Tittarelli, Vittorio e Mimma Di Paola, Carla Fendi, Franca Fendi, Paola Fendi, Donatella Flick, Laura Fontanesi Ghella, Andrea e Cecilia Guarino, Luigi Gubitosi, Berardino Libonati, Francesco Musumeci, Yoko Nagae Ceschina, Alexander Rachmaninoff, Ludovica Rossi Purini, Laurel Schwartz, Dino Trappetti, Carla Zaffiri Cappelli

BENEfATTORIMaria Luisa Aglioti, Angiola Armellini, Lorenza Caputi, Claudia Cornetto Bourlot, Cristiana D’Attorre, Anna Fendi Venturini, Giovanni Fiori, Maria Antonietta Leopardi Patrizi di Ripacandida, Maria Cecilia Lazzarini Merloni, Elena Testa Cerasi, Milena Ugolini, Maria Teresa Vincenzi Mastromarino

DONATORI

Associazioni Circolo Canottieri Aniene, Compagnia per la Musica in RomaFondazioni fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, Libera fondazioneGiovanni Aldobrandini, Anna Maria Ambrosini Massari, Giuliana Annoni, Alfonso Archi, Teresa Berry e Gary Goodman, Antonietta Bufano, Marina Cascini, Anna Rosa Cotroneo, Pilar Crespi, Paola De Angelis Campilli, Andreina De Clementi, Valerio Di Gravio, Giorgio Donati, Nicoletta Fiorucci, Ileana Florescu Franchetti, Sabrina Florio, Maria Rita Grassi Lattanzi, Maddalena Labricciosa Amato, Gennaro Lalli, Luisa Laureati, Marina Letta Ottaviani, Gaetano Maccaferri, Franca Mancini, Cornelia Mattiacci, Adalvera Mayro, Camilla Morabito, Federico Nordio, Elena Penta, Mirella Petteni, Antonio Puri Purini, Sonia Raule, Stefania Repaci, Andrea Ripa di Meana, Gabriele Savarese, Giuseppe Scassellati Sforzolini, Nicola Staniscia, Paola Tittarelli

SOSTENITORI

Associazione P.A.A.S.C. - Associazione Culturale Arti CreativeFondazione fondazione Ettore Paratore

Rola Absi Halabi, Oscar Argentieri, Alberto Asor Rosa, Carlo Balzi, Maria Teresa Berruti, Luigi Bianchi, Mario Biritognolo, Jeffrey Blanchard, Daniela Blasutto, Federico Bonoli, Giuseppe Brusone, Giovanna Cadorna, Augusto Carli, Luigi Emanuele Carratelli, Giovanna Casalino, Giulia Catenacci, Giuseppe Chiarante, Domenico Chiaravalloti, Armande Cholette Guerreri, Maria Teresa Ciccone, Loretta Cifone, Paolo e Cristina Cobianchi, Lorenzo Codogno, Ferdinando Corelli, Rosario Cupolillo, Francesca D’Ambrosio, Pasquale De Marinis, Luisa Di Nicola, Claudia Erdmann, Antonio Fekeza, Silvia Genovese, Ada Gentile, Vincenzo Giribaldi, Rosalba Giugni, Matelda Grassi, Nicoletta Jelmoni di Stefano, Alessio Lupoi, Giandomenico Magrone, Flavio Mastrangelo, Noli Mazza, Stefano Monami, Tullio Monini, Carlotta Montefiore Cocchi, Donata Origo, Bruno Orvieto, Cristina Ottieri, Francesco Palladino, Matilde Passa, Maria Grazia Picozzi, Elisabetta Veronica Poli, Davide Poznanski, Bianca Riccio, Terenzio Sacchi Lodispoto, Michela Santoiemma, Raffaella Spaccarelli, Sara Staccioli Chiarante, Carlotta Staderini Chiatante, Mario e Marisa Stirpe, Luisa Todini, Rosita Tordi Castria, Maria Grazia Virzi Scalorbi, Maria Gabriella Vismara Currò, Ugo Zampetti, Gigliola Zecchi

L’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA RINGRAZIA

Per diventare Mecenate, Benefattore, Donatore o Sostenitore: www.santacecilia.it alla voce Sostienil’Accademia o scrivi a [email protected], tel. 06 80 24 25 00-01.Aggiornato al 20 dicembre 2011.

SoStienil’AccAdemiA!

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AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICASala Santa Cecilia

Sabato 3 marzo - ore 18 - Turno A-A1

Lunedì 5 marzo - ore 21 - Turno B*

Martedì 6 marzo - ore 19.30 - Turno C*

ORCHESTRA DELL’ACCADEMIANAZIONALE DI SANTA CECILIA

Sir ANTONIO PAPPANODirettore

jANINE jANSENViolino

STAGIONEDI MUSICA SINfONICA

2011-2012

* Il concerto è ripresodalla Terza Rete Televisiva

e da Radio Tre Rai persuccessive trasmissioni

Il concerto fa parte del ciclo PappanoInWeb ed è trasmesso in streaming live e on demand su www.telecomitalia.com

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Prokof’ev nel 1924 in una foto di Boris Lipnitzki

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jOHANNES BRAHMS(Amburgo 1833 - Vienna 1897)

Concerto in re maggioreper violino e orchestra op. 77

AllegronontroppoAdagioAllegrogiocoso,manontroppovivace

SERGEj PROkOf’Ev(Sonzovka 1891 - Mosca 1953)

Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore op. 100AndanteAllegromarcatoAdagioAllegrogiocoso

PROGRAMMA

Durata: 40’ circa

Durata: 45’ circa

Tournée in Germania

Dall’8 all’11 marzo l’Orchestra, Pappano e la violinista Janine Jansen si esibiranno nelle più prestigiose sale da concerto di Colonia, Düsseldorf, Francoforte e Friburgo.

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Johannes Brahms

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IL CONCERTO PER vIOLINO DI BRAHMSdi Gianluigi Mattietti

Brahms compose il suo unico Concerto per violinoop. 77 nell’estate del 1878, nel suo ritiro estivo di Pörtschach, in Carinzia. Questo pittoresco villaggio sul lago di Wörth, dove l’estate precedente aveva portato a termine la SecondaSinfonia, fu per lui fon-te di grande ispirazione. Descriveva così, all’amico Billroth, le bellezze di quel paesaggio: “Montagne bianche di neve, il lago azzurro, gli alberi ricoperti di un verde tenero […]”; e a Hanslick: “In questo vil-laggio vagano così tante melodie che si deve stare attenti a non calpestarle”.Nello scrivere la parte solistica Brahms lavorò a stretto contatto con Joseph Joachim, il grande violinista che aveva conosciuto nel 1853 e al quale rimase legato da ami-cizia per tutta la vita. Questa collaborazione è testimoniata da un fitto scambio di lettere e manoscritti durante tutto il periodo della stesura del Concerto. Durante la lavorazione Brahms inviò a Joachim la parte del violino solo insieme ad una lettera in cui gli chiedeva di segnalargli le correzioni ne-cessarie: “[…] Sarei contento anche di poche parole; se mi scriverai qualche indicazione sulla partitura: difficile, scomo-do, impossibile”. Joachim prontamente spedì la copia con le proprie correzioni, accompagnata da queste parole: “Ho esaminato immediatamente quanto mi hai inviato, e ho già segnato qualche suggerimento. Nel complesso il materiale è eseguibile e, per buona parte, assolutamente originale dal punto di vista violinistico. Ma non mi sentirei ancora di di-re – senza averlo provato prima tutto, senza fermarmi – se è agevolmente eseguibile in una sala da concerto”. Alla fine dell’estate Brahms e Joachim si incontrarono a Pörtschach per risolvere gli ultimi dettagli tecnici ancora irrisolti, e con-tinuarono a scambiarsi pareri fino alla prima esecuzione, anche se Brahms alla fine apportò pochi cambiamenti alla parte del solista.

Data di composizione1878

Prima esecuzioneGewandhaus, Lipsia1 gennaio 1879

DirettoreJohannes Brahms

violino solistaJoseph Joachim

OrganicoViolino solista,2 Flauti, 2 Oboi,2 Clarinetti, 2 Fagotti, 4 Corni,2 Trombe, Timpani, Archi

CONCERTO PER vIOLINO

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Dedicato dunque a Joachim, il Concertoperviolinofu da questi eseguito per la prima volta al Gewandhaus di Lipsia il 1° gennaio 1879, sotto la direzione del-lo stesso compositore. La parte del violino, scritta su misura per Joachim, presentava un virtuosismo esasperato, per i repentini cambi di posizione, gli ampi intervalli, le lunghe sequenze di corde doppie, tanto che il Concerto fu ritenuto a lungo “antivio-linistico” da molti grandi solisti. Ma il Concerto di Brahms è caratterizzato anche da un grande respi-ro sinfonico e da un’estrema elaborazione formale, nella sua forma classica in tre movimenti (inizial-mente Brahms ne aveva progettati quattro, forma che adottò, qualche anno dopo, per il suo SecondoConcertoperpianoforteop.83), con molti rimandi sia al Concerto per violino di Beethoven, sia alla pro-pria SecondaSinfonia.

Il primo movimento (Allegronontroppo) è una vasta forma-sonata con tre temi e grandi assoli del violino, tutti ricavati dall’introduzione orchestrale, un motivo dal profilo ampio e pacato affidato a viole, violoncelli, fagotti e corni. Un episo-dio in ritmo puntato prepara l’ingresso del violino solista, che si presenta subito con una linea fiorita e virtuosistica, e che poi introduce un secondo gruppo tematico dal carattere assai più lirico. Nello sviluppo Brahms crea una fitta elabo-razione dei motivi esposti, attraverso un raffinato gioco di modulazioni e una continua contrapposizione tra espansio-ni melodiche ed elementi puntati, conservando questo gioco di trasformazioni anche nella ripresa e nella grandiosa coda che segue la cadenza scritta da Joachim.Una grande compattezza tematica contraddistingue anche il secondo movimento (Adagio) in fa maggiore, una pagina dal carattere estatico, in forma di Lied, e anch’essa piena di rimandi classici. Prende avvio da una melopea dal carattere pastorale, intonata dall’oboe, accompagnato dai soli legni, e poi ripresa dal solista in una serie di variazioni che sviluppa-no anche le parti di accompagnamento, frammentando l’idea

CD

Brahms: ConcertoperviolinoDvorák: Concertoperviolino

Chicago Symphony Orchestra; London Philharmonic Orchestra

Carlo Maria Giulini,Daniel Barenboim direttori

Itzhak Perlman violinoEmi 2012

Brahms: ConcertoperviolinoDvorák: Concertoperviolino

Dresdner Philharmoniekurt Masur direttoreSarah Chang violino

Emi 2010

Brahms: Concertoperviolino;Triploconcerto

Berliner PhilharmonikerHerbert von karajan direttore

Anne-Sophie Mutter violinoMark Zelser pianoforte

Yo-Yo Ma violoncelloDGG 2003

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iniziale e conferendole un carattere libero, quasi improvvisativo. Assai più tesa e drammatica, beet-hoveniana, è la parte centrale, in fa diesis minore, dominata dagli ampi arabeschi del violino che per-corrono tutta la sua estensione.Con un tema fiammeggiante il solista introduce il movimento conclusivo (Allegrogiocoso,manontroppovivace), un motivo insieme rustico ed eroi-co, dal sapore tzigano, che si muove per terze pa-rallele, accompagnato dagli staccati degli archi, capace di imprimere subito una dimensione fe-stosa a tutto il movimento. Altra pagina di gran-de respiro sinfonico, basata sulla forma ripetitiva del rondò-sonata – ma con episodi dal carattere sempre diverso, ora languidi, ora ammiccanti, ora burleschi – e su un continuo serrato confronto tra l’orchestra e il solista, chiamato a uno straordinario sfoggio di bravura, fino alla coda, trascinante e concitata, dove sia il solista che l’orchestra sviluppano il tema principale.

LIBRI

johannes BrahmsAlbumletterariooLoscrignodelgiovaneKreisler.Torino, EDT 2007.

Amedeo Poggi/Edgar valloraBrahms:Signoriilcatalogoèquesto!Torino, Einaudi 1997.

Claude RostandBrahmsMilano, Rusconi 1997.

Theodor BillrothCaroJohannes!Billroth-Brahmslettere1865-1894a cura di Aloys GreitherTorino, EDT 1997.

Christian Martin SchmidtBrahmsTorino, EDT 1990.

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IL CONCERTO PER vIOLINO DI BRAHMS A SANTA CECILIA

1910 Bernardino Molinari direttore, ferenc vecsey violino; Ber-nardino Molinari direttore, Eugène Ysaÿe violino; 1913 Bernar-dino Molinari direttore, fritz kreisler violino; 1914 Bernardino Molinari direttore, ferenc vecsey violino; 1916 Bernardino Mo-linari direttore, Arrigo Serato violino; 1920 Bernardino Molinari direttore, ferenc vecsey violino; 1922 Bernardino Molinari di-rettore, Albert Spalding violino; 1923 Bernardino Molinari diret-tore, Arrigo Serato violino; 1924 Bernardino Molinari direttore, vása Príhoda violino; 1927 Bernardino Molinari direttore, Arrigo Serato violino; 1928 Mario Rossi direttore, Misha Elman violino; Bernardino Molinari direttore, fritz kreisler violino; 1929 Dési-ré Defauw direttore, Nathan Milstein violino; 1931 Bernardino Molinari direttore, Bronislaw Huberman violino; 1932 Mario Rossi direttore, Yehudi Menuhin violino; Bernardino Molinari direttore, Adolf Busch violino; 1935 Bernardino Molinari diret-tore, Bronislaw Huberman violino; 1936 Bernardino Molinari direttore, Bronislaw Huberman violino; 1937 Mario Rossi di-rettore, Gioconda De vito violino; 1938 volkmar Andreae diret-tore, Zino francescatti violino; Bernardino Molinari direttore, Adolph Busch violino; 1939 Bernardino Molinari direttore, Enri-co Campajola violino; 1940 Bernardino Molinari direttore, Gio-conda De vito violino; 1941 Antonio Pedrotti direttore, Giorgio Ciompi violino; 1942 Bernardino Molinari direttore, Gioconda De vito violino; 1944 Willy ferrero direttore, Gioconda De vi-to violino; 1945 fernando Previtali direttore, Gioconda De vi-to violino; 1947 Ermanno Wolf-ferrari direttore, joseph Szigeti violino; 1948 Eduard flipse direttore, Pina Carmirelli violino; Antonio Pedrotti direttore, Nathan Milstein violino; vittorio Gui direttore, Gioconda De vito violino; vincenzo Bellezza di-rettore, Gioconda De vito violino; 1949 Pawel klecki direttore, Carlo Pietrangeli violino; 1950 Roberto Lupi direttore, Arthur Grumiaux violino; 1951 Hermann Scherchen direttore, johan-na Martzy violino; 1952 ferruccio Scaglia direttore, Isaac Stern violino; 1954 Giuseppe Morelli direttore, Henryk Szeryng violi-no; fernando Previtali direttore, Gioconda De vito violino; 1955

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Sergiu Celibidache direttore, Ida Haendel violino; 1957 Charles Münch direttore, Manoyug Parikian violino (tournée in Liba-no); fernando Previtali direttore, Isaac Stern violino; 1959 Carlo franci direttore, Leonid kogan violino; István kertész direttore, Nathan Milstein violino; 1960 fernando Previtali direttore, Pina Carmirelli violino; vittorio Gui direttore, Zino francescatti vio-lino; 1962 Paul Strauss direttore, Henryk Szeryng violino; 1963 fernando Previtali direttore, Ricardo Odnoposoff violino, fer-nando Previtali direttore, Nathan Milstein violino; 1964 Pietro Argento direttore, David Ojstrach violino; 1965 Armando Gatto direttore, Nathan Milstein violino; 1967 Piero Bellugi direttore, Igor Ojstrach violino; 1968 fernando Previtali direttore, Pina Carmirelli violino; 1971 Pierluigi Urbini direttore, David Ojstrach violino; 1972 Herbert Albert direttore, Zino francescatti violino; 1973 Pierluigi Urbini direttore, Masuko Ushioda violino; 1976 Pierluigi Urbini direttore, Uto Ughi violino; 1978 Leif Segerstam direttore, Leonid kogan violino; 1980 Carlo Maria Giulini diret-tore, Nathan Milstein violino; 1981 Peter Maag direttore, Hen-ryk Szeryng violino; 1984 Giuseppe Sinopoli direttore, Salvatore Accardo violino; 1985 Giuseppe Sinopoli direttore, Uto Ughi vio-lino; 1986 Muhai Tang direttore, viktoria Mullova violino; Giu-seppe Sinopoli direttore, Itzhak Perlman violino; 1988 Yoav Tal-mi direttore, Uto Ughi violino; 1990 Wolfgang Dörner direttore, Miriam fried violino; 1991 Michel Tabachnik direttore, Uto Ughi violino; 1994 Daniele Gatti direttore, Uto Ughi violino (tournée in Argentina e Brasile); 1995 Zubin Mehta direttore, Maxim vengerov violino (Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino); 1997 Daniele Gatti direttore, Uto Ughi violino; 2000 Giuseppe Sinopoli direttore, julia fischer violino; Myung-Whun Chung direttore, kyung-Wha Chung violino (tournée in Cina, Corea e Giappone); 2006 valery Gergiev direttore, Nikolaj Znaider vio-lino; 2009 Antonio Pappano direttore, Christian Tetzlaff violino(e in tournée al Festival de Música de Canarias).

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PROkOf’Ev E IL REGIME: LA qUINTA SINfONIAdi Carlo Cavalletti

Accolta con entusiasmo alla sua prima esecuzione – avvenu-ta alla presenza di tutto l’ambiente musicale moscovita nella Grande Sala del Conservatorio di Mosca il 13 gennaio del 1945, con la Filarmonica di Mosca sotto la direzione dell’autore – e premiata poi con il Premio Stalin, la QuintaSinfonia rappresen-ta probabilmente il successo più pieno ottenuto nella Russia sovietica da Prokof’ev e segna il momento del suo maggior av-vicinamento alle aspettative del regime stalinista.Al trionfo della Quinta contribuirono certamente il particolare mo-mento della storia russa in cui vide la luce – la fase decisiva della drammatica e sanguinosa lotta vittoriosa contro il nazismo – e le specialissime situazioni che vennero a crearsi durante la sua prima esecuzione pubblica; situazioni che noi possiamo rivivere grazie al colorito racconto di un testimone d’eccezione, il grande pianista Sviatoslav Richter, amico e collaboratore di Prokof’ev: “La Grande Sala senza dubbio era illuminata esattamente come

Russia in guerra: un vecchio musicista

salva il suo strumento.

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tutte le altre volte, ma quando Prokof’ev si alzò in piedi la luce sembrò riversarsi su di lui da un qualche luogo su in alto. Sembrava un monumento su di un piedi-stallo. E poi, quando aveva già preso posto sul podio e il silenzio regnava nella sala, all’improvviso rimbom-barono dei colpi di cannone a salve. Prokof’ev aveva già alzato la bacchetta; aspettò e attaccò solo dopo che i cannoni ebbero cessato. Ci fu qualcosa di fortemente significativo in questo, qualcosa di simbolico: fu come se tutti noi – compreso Prokof’ev – fossimo giunti a una sorta di momento decisivo comune”.Quei colpi di cannone a salve salutavano la notizia dell’attraversamento della Vistola da parte dell’Ar-mata Rossa nella sua marcia vittoriosa verso Berlino: finalmente si poteva intravedere la fine del lungo e feroce conflitto che aveva provocato alla Russia perdite terribili. Per chi era lì quel giorno, la Quinta di Prokof’ev, quasi emersa da quelle salve di cannone, finì per essere un tutt’uno con esse, con la libertà, la vittoria, la pace. E su questa stessa immagine simbolica della Quinta si mosse subito la propaganda america-na: nel novembre del 1945, dieci mesi dopo la prima moscovita, Sergej Kusevitzkij presentava la Sinfonia al pubblico di Boston, New York e Washington con la Boston Symphony Orchestra, una settimana dopo la foto di Prokof’ev era sulla copertina di “Time”. La Quinta venne poi subito eseguita nelle stagioni della New York Philharmonic da Arthur Rodzinsky, della Philadelphia Orchestra da Eugene Ormandy e della Cleveland Orchestra da George Szell, poco dopo la Victor e la Columbia ne realizzaro-no e pubblicarono due diverse registrazioni discografiche.Al di là delle fortunate coincidenze contingenti, il successo po-litico della Quinta partiva da lontano. Fin dal momento del suo definitivo rientro in patria nel 1932, dopo circa un quindicennio trascorso nel mondo occidentale fra l’Europa e gli Stati Uniti, Prokof’ev aveva capito di dover adeguare il proprio stile musi-cale e le sue opere alle richieste e alle pressioni del regime: i toni graffianti e sardonici che avevano caratterizzato tante ope-re del suo primo periodo si ammorbidirono, così come alcu-

Data di composizione1944

Prima esecuzioneMosca, 13 gennaio 1945

DirettoreSergej Prokof’ev

Orchestra filarmonicadi Mosca

OrganicoOttavino, 2 Flauti,2 Oboi, Corno ingleseClarinetto piccolo,2 Clarinetti, Clarinetto basso,2 Fagotti, Controfagotto,4 Corni, 3 Trombe,3 Tromboni, Tuba,Timpani, Percussioni,Pianoforte, Arpa, Archi

LA qUINTA SINfONIA

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ne durezze del suo linguaggio, mentre vedevano la luce lavori smaccatamente nazionalistici e celebrativi dai toni bombastici e ridondanti come la CantataperilventesimoanniversariodellaRivoluzioned’ottobre (1937, per due cori, orchestra di fisarmo-niche e percussioni) e la Cantata Zdravitsa per il sessantesimo compleanno di Stalin (1939, per coro e orchestra).Quando poi nel 1941 l’Unione Sovietica fece il suo ingresso in guerra, Prokof’ev prese a sfornare decine di canti, marce e altri piccoli brani patriottici: “sentii che ognuno doveva fare la sua parte – spiegò in seguito – e iniziai a comporre canti e marce per il fronte. Ma presto gli eventi assunsero dimensioni talmente gigantesche e di una simile portata da richiedere affreschi più ampi”. È a questo punto che furono portati a compimento due lavori importanti e di vasto respiro come l’opera Guerraepace e la Sinfonian.5: “infine scrissi la mia QuintaSinfonia su cui stavo lavorando già da molti anni raccogliendo temi in un particola-re taccuino. Lavoro sempre così ed è probabilmente per questo che compongo così velocemente. L’intero spartito della Quinta fu composto in un mese durante l’estate del 1944; ci volle poi un

Prokof’evnel suo studio

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altro mese per orchestrarla dopo aver scritto le musi-che per il film di Eizenstein Ivanilterribile”.Con la Quinta Prokof’ev tornava al genere sinfonico dopo una pausa di circa quindici anni – la Quarta è del 1930 – e si ripresentava per la prima volta al pub-blico russo con una nuova Sinfonia dopo quasi tren-ta. Dopo la giovanile Prima, infatti, eseguita a Pietro-burgo nel 1918, le successive tre Sinfonie di Prokof’ev appartengono tutte al quindicennio da lui trascorso in occidente: la Seconda (che lui chiamava “Grande Sinfonia di ferro e d’acciaio”), fu presentata a Parigi nel 1925, la Terza ancora a Parigi nel 1929, la Quarta a Boston nel 1930. Nessuna delle tre aveva ottenuto particolari successi né probabilmente lo aveva lascia-to troppo soddisfatto, visto che nel 1947 Prokof’ev licenziò una nuova versione, profondamente riveduta, della Quarta e che suc-cessivamente aveva progettato una revisione, poi non realizzata, anche della Seconda. Oltretutto la Terza e la Quarta non erano nemmeno Sinfonie nel senso più puro del termine, in quanto riutilizzavano entrambe materiale tematico ed episodi derivati da due precedenti lavori teatrali di Prokof’ev: la Terza dall’opera L’angelodifuoco e la Quarta dal balletto Ilfigliolprodigo.Pur se con questa frequentazione sporadica e un po’ conta-minata del genere della Sinfonia, il Prokof’ev che nel 1944 si accingeva ad affrontarlo per la quinta volta poteva contare però anche su una sicurezza di mano e una maestria nel trattamen-to dell’orchestra infinitamente maggiori rispetto a quindici anni prima e che si erano già pienamente manifestati nelle partiture dei suoi due capolavori ballettistici: RomeoeGiulietta (1938) e Cenerentola (1944).Di tutto questo Prokof’ev era perfettamente consapevole e in alcuni passaggi di interviste dell’immediato dopoguerra e del-la sua autobiografia, scritta nel 1946, riconosceva l’importanza cruciale svolta dalla Quinta nell’ambito della propria attività compositiva: “La QuintaSinfonia fu un lavoro molto importan-te per me, non solo per il materiale musicale confluito in essa, ma anche perché ha rappresentato il mio ritorno alla forma sin-

CD

“Prokof’ev: The Symphonies”Sinfonienn.1-7London Symphony Orchestravalery Gergiev direttorePhilips 2006 (4 cd)

Sinfonien.1,5,6e7London Symphony OrchestraConcertgebouw OrchestraThe Cleveland Orchestravladimir Ashkenazy direttoreDecca 2002 (2 cd)

Prokof’ev: Sinfonian.5Stravinskij:LasagradellaprimaveraBerliner PhilharmonikerHerbert von karajan direttoreDGG 2000

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fonica dopo un’interruzione durata sedici anni. La considero il culmine di un intero periodo della mia attività creativa”.In quelle osservazioni Prokof’ev spiegava anche il significato fon-damentale della Quinta: “L’ho concepita come una Sinfonia sulla grandezza dell’animo umano, [...] un inno all’uomo libero e feli-ce, alla sua forza, generosità e alla purezza della sua anima. Non potrei dire di aver scelto questo tema deliberatamente; era nato in me e chiedeva a gran voce di venire espresso”. Non possiamo sapere con certezza quanto queste parole di Prokof’ev fossero sincere, ma non possiamo non notare che quel “tema” sembra cavato dai discorsi e dai proclami dell’establishment sovietico in tema di politica culturale e che somiglia come una goccia d’acqua al “tema” della SestaSinfonia composta pochi mesi dopo da Pro-kof’ev (“nel comporla mi sono sforzato di esprimere in musica la mia ammirazione per la forza spirituale dell’uomo che si è mani-festata così vivamente nella nostra epoca e nel nostro paese”).Solo che nei pochi mesi intercorsi tra le due Sinfonie le cose ave-vano iniziato a cambiare rapidamente per i compositori sovietici e le furie della politica stalinista, passate temporaneamente in se-condo piano nel momento dell’impegno comune per la “Grande Guerra Patriottica” (come veniva chiamata in Russia la Seconda Guerra Mondiale), erano riprese con nuova virulenza. Se ne era accorto Prokof’ev che in un’altra occasione aveva affermato: “È dovere del compositore – così come del poeta, dello scultore, del pittore – servire il resto dell’umanità, abbellire la vita umana e in-dicare la strada verso un futuro luminoso”. Ma non fu sufficien-te: la Sesta, eseguita per la prima volta a Leningrado nell’ottobre del 1947 fu accolta con evidente freddezza e quattro mesi dopo, il 10 febbraio 1948, Prokof’ev fu coinvolto – insieme a Sostakovic e ad altri colleghi – nel decreto del Comitato Centrale del Partito che accusava “quei compositori che aderiscono pertinacemen-te alla scuola formalistica e antipopolare”. Sette giorni ancora e l’assemblea dei compositori avrebbe messo al bando una serie di sue opere fra cui appunto la SestaSinfonia (1947) e perfino due lavori di tipo celebrativo come Odeperlafinedellaguerra (1945, per otto arpe, quattro pianoforti, orchestra di fiati, percussioni e contrabbasso) e Poemadifesta(o Trent’anni,1947, composto

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per il trentesimo anniversario della Rivoluzione d’ot-tobre), ai quali presto se ne sarebbero aggiunti molti altri, compresi lavori premiati pochi anni prima con il Premio Stalin come la Settima e l’OttavaSonataperpianoforte.Un colpo durissimo per Prokof’ev che nemmeno una pesante e umiliante autocritica pronunciata pubbli-camente poco dopo bastò a ridimensionare e a cui si aggiunse anche un rapido crollo fisico dovuto a ripe-tuti attacchi cardiaci e ad una commozione cerebrale sofferta in seguito a una caduta dalle scale tre setti-mane dopo la prima della Quinta: quel concerto ri-mase così l’ultima sua apparizione come direttore d’orchestra, un’attività che del resto egli aveva sempre amato assai poco.In quelli che sarebbero rimasti gli ultimi cinque anni della sua vita, dal 1948 al 1953, Prokof’ev continuò invece a comporre se-guendo le sue abituali procedure artigiane e quasi impiegatizie (un ferreo orario quotidiano dalle 9 alle 17), ma senza recupe-rare mai pienamente l’appoggio e il consenso del regime e, ciò che più ci interessa, senza attingere più a risultati di indiscuti-bile livello artistico.

Cenni sulla musicadi Sergio Sablich

La Quinta è la più atemporale fra le sue Sinfonie, la meno con-dizionata da uno stile acquisito e riprodotto. L’invenzione si mantiene costantemente alta perché in alto mira la volontà di concentrarsi e di captare le associazioni fra i suoni; l’elaborazio-ne è severa nella variazione delle cellule tematiche (primo mo-vimento, Andante), nitida e vitale nel principio concertante delle famiglie strumentali che dialogano sommessamente e delicata-mente, animate da una serena leggerezza anche nella intensifi-cazione dei crescendo (ultimo movimento, Allegrogiocoso).Prokof’ev alza il tiro della decantazione lirica, dell’eleganza timbrica, dell’iridescenza armonica: mai come nella tersa di-stensione dell’Adagio, aperto da una sinuosa frase dei clarinetti

LIBRI

Piero RattalinoSergejProkof’ev.Lavita,lapoetica,lostile.Zecchino editore,Varese 2005

Maria Rosaria BoccuniSergejSergeevicProkof’evL’Epos, Palermo 2003

Sergej Prokof’evDiario:viaggioinBolscevisiaa cura di Franco Carlo Ricci eValerij VoskobojnikovEdizioni scientifiche italianeNapoli 1991

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arabescata dagli archi, si percepisce la nostalgia di un’intatta purezza, che esiste solo per essere continuamente desiderata. A poco a poco la tensione pare montare, sprofonda nei registri gravi dell’orchestra, si acuisce nella drammaticità delle itera-zioni, per sciogliersi arcanamente in progressiva dissolvenza. E quale gioia nel riconoscere ora la funzionalità degli incastri, il sorriso di un’ironia bonaria, ammiccante, nell’equilibrio della totalità idealmente ricostituita, nella misura delle proporzioni ampliate ma non sfigurate.Solo nell’Allegromarcato questo sorriso diviene ghigno beffar-do e sberleffo. Par di assistere, nelle trovate geniali di questo Scherzo con Trio, a una caricatura che ricorda di quale sarcasmo fosse capace Prokof’ev. Il gesto graffiante, nel rincorrersi osti-nato di frammenti lanciati per aria all’impazzata, nella baldoria da circo o da banda di paese un pò alticcia, o magari di parate militari che sfilano impettite nel loro stupido orgoglio, è quello di chi sapeva guardare il mondo con divertimento misto a orro-re: un umorismo grottesco. L’eco della guerra, e sia pure di una guerra vinta, è tutta nella musica militare di questo movimento, ritmata dalla batteria: un grido lancinante camuffato da insen-sata allegria, un brivido di angoscia che non trova pace neppure quando è passata la paura. Non v’è trasfigurazione in questa musica ebbra di frenesia, rigonfia di artefatta volgarità. Giacché di fronte alla guerra ogni artista riconosce solo la propria impo-tenza e, se può, passa oltre, a reinventare in sogno la vita.

LA qUINTA SINfONIA DI PROkOf’Ev A SANTA CECILIA

1950 Eugene Goossens; 1954 Arthur Rodzinski; 1959 Paul Strauss; 1972 Gaetano Delogu; 1975 Gianluigi Gelmetti; 1981 Zdenek Macal; 1985 Yuri Temirkanov; 1988 Antoni Wit; 1994 Gianluigi Gelmetti; 2004 Paavo järvi; 2008 Tugan Sokhiev.

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GLI INTERPRETI

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Sir ANTONIO PAPPANO

Sir Antonio Pappano è Direttore Musicale dell’Accademia Naziona-le di Santa Cecilia dal 1° ottobre 2005; già dal settembre 2002 è Mu-sic Director del Covent Garden di Londra. In passato ha ricoperto al-tri incarichi di prestigio: nel 1990 viene nominato Direttore Musicale della Norske Opera di Oslo, teatro del suo debutto internazionale, e dal 1991 al 2002 ricopre lo stesso ruolo al Théâtre Royal de la Monna-ie di Bruxelles.Nato a Londra nel 1959 da genitori italiani, studia pianoforte, compo-sizione e direzione d’orchestra negli Stati Uniti. Fra le tappe più pre-stigiose della sua carriera sono da ricordare i debutti alla Staatsoper di Vienna nel 1993, al Metropolitan di New York nel 1997 e al Festival di Bayreuth nel 1999.Pappano ha diretto molte tra le maggiori orchestre del mondo, tra cui New York Philharmonic, Berliner Philharmoniker, Concertgebouw di Amsterdam, Bayerisches Rundfunkorchester, London Symphony. Nel 1997 è stato inoltre nominato Direttore Ospite Principale della Israel Philharmonic Orchestra.

© Musacchio & Ianniello licensed by Emi

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Con i complessi artistici ceciliani è impegnato per 9 concerti ogni sta-gione all’Auditorium Parco della Musica di Roma (la splendida strut-tura creata da Renzo Piano) nella Sala Santa Cecilia che con i suoi 2800 posti è la più grande d’Europa.Pappano registra in esclusiva per la EMI Classics. Numerosi i ricono-scimenti ottenuti dalle sue incisioni. Nel 2005 è stato nominato “Di-rettore dell’anno” dalla Royal Philharmonic Society; è stato inoltre in-signito del Premio “Abbiati” 2005 della Critica Musicale Italiana per l’esecuzione dei Requiem di Brahms, Britten e Verdi realizzati con i Complessi Artistici all’Accademia di Santa Cecilia.Al suo settimo anno da Direttore Musicale dell’Orchestra di Santa Cecilia, ha già guidato la compagine ceciliana in tournée in Spagna, Austria, Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Russia, Giappone, Cina, Olanda, Francia, Grecia e Belgio ottenendo sempre un grande succes-so di pubblico e critica. Con l’Orchestra e il Coro di Santa Cecilia Pappano ha inciso diversi CD per l’etichetta EMI: due dedicati a Cajkovskij (Ouvertures & Fan-tasies e le ultime tre Sinfonie del grande autore russo), uno con la vio-loncellista Han-Na Chang (Romance) con musiche di Lalo, Dvorák, Glazunov e Saint-Saëns e un altro dedicato alle musiche di Respighi. Nel 2008 ha registrato l’opera MadamaButterfly di Puccini che ha vinto il Gramophone Award e nel 2009 la MessadaRequiem di Ver-di “dal vivo”, pubblicata nell’ottobre dello stesso anno, che ha ricevu-to il BBC Music Magazine Award 2010 come miglior disco (settore co-rale) e il Premio della Critica ai Classical Brits Awards 2010. Sempre per la MessadaRequiem di Verdi, ha ottenuto il Gramophone Award nel 2010. Tra le nuove incisioni lo StabatMater di Rossini (appena premiato con il Gramophone Editors’ Choice Award) con un cast stellare: Anna Netrebko, Joyce DiDonato, Lawrence Brownlee, Ildebrando D’Arcan-gelo; lo StabatMater di Pergolesi (registrato nel 2010 per la Deutsche Grammophon, con Anna Netrebko e Marianna Pizzolato), VerismoArias con Jonas Kaufmann (registrato per la Decca), il GuillaumeTelldi Rossini e la SestaSinfonia di Mahler pubblicata dalla EMI.Il 16 aprile 2007 Sir Antonio Pappano è stato nominato Accademi-co Effettivo di Santa Cecilia e nel dicembre 2008 è stato insignito dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Re-pubblica Italiana; recentissima la prestigiosa nomina a Cavaliere nella Queen’s New Year’s Honours List.

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jANINE jANSEN

Star acclamata nella nativa Olanda, janine jansen ha velocemen-te guadagnato fama internazionale e oggi è riconosciuta come una delle più grandi violiniste della sua generazione. Collabora regolarmente con la Royal Concertgebouw Orchestra, Chicago Symphony, Philadelphia e Cleveland Orchestra, London Sympho-ny, Mahler Chamber, NHK Symphony, Berliner Philharmoniker e New York Philharmonic ed è stata diretta da celebri maestri quali Mariss Jansons, Lorin Maazel, Valery Gergiev, Riccardo Chailly, Neeme e Paavo Järvi, Esa-Pekka Salonen, Daniel Harding, Edo de Waart, Gustavo Dudamel e Yannick Nézet-Séguin.Tra gli impegni di questa stagione segnaliamo concerti alla Wig-more Hall, con la London Philharmonic Orchestra (e in tournée negli Stati Uniti) e una tournée in Asia con la Royal Concertge-bouw Orchestra e Myung-Whun Chung; tornerà inoltre a suonare con la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, Staatska-pelle di Dresda, Los Angeles Philharmonic e Finnish Radio Sym-phony Orchestra.

© Felix Broede

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Grande appassionata anche di musica da camera, Janine Jansen in questa stagione, oltre a recital a Londra, Berlino, Amsterdam, Amburgo, Dortmund, Lione ed Eindhoven, eseguirà il Quintet-to per archi di Schubert e Notte trasfigurata di Schönberg. Ha fondato e cura tuttora il Festival Internazionale di Musica da Camera di Utrecht, e dal 1998 partecipa agli Spectrum Concerts Berlin, un’importante rassegna di musica da camera alla Phil-harmonie di Berlino. Tra gli artisti con cui si esibisce ricordiamo Leif Ove Andsnes, Itamar Golan, Jean-Yves Thibaudet, Mischa Maisky, Julian Rachlin, Martin Fröst, Khatia Buniatishvili e Tor-leif Thedéen. Janine Jansen ha un contratto in esclusiva con la Decca; molte registrazioni sono state premiate in Olanda con il disco di platino e hanno raggiunto in più occasioni il primo posto delle classifiche su iTunes. Nel 2003 ha ricevuto il “Premio della Musica” dal Ministero olan-dese della Cultura, il più alto riconoscimento a cui un artista può ambire in Olanda. Ha inoltre vinto tre volte l’“Edison Klassiek Pu-blic”, tre “Echo Klassik Awards”, il “Premio della critica discografi-ca tedesca”, lo “NDR Musikpreis” e nel 2009 lo “RPS Instrumen-talist Award” per i concerti effettuati in Gran Bretagna. Janine Jansen suona un violino Stradivari 1727 “Barrere”, presta-tole dall’Elise Mathilde Foundation. È ospite per la prima volta dei concerti dell’Accademia.

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Sir ANTONIO PAPPANODiRettoRe MuSiCAle

CARLO RIZZARIdirettore assistente

vIOLINI PRIMICarlo Maria Parazzoli*, Ruggiero Sfregola, Marlene Prodigo,Elena La Montagna, Nicola Lolli, Margherita Ceccarelli,Roberto Saluzzi, Fiorenza Ginanneschi, Roberto Granci, Paolo Piomboni,Barbara Castelli, Kaoru Kanda, Jalle Feest, Daria Leuzinger, Tania Mazzetti,Elisa Papandrea, Michele Torresetti, Seo Seo Hee

vIOLINI SECONDIAlberto Mina*, David Romano*, Ingrid Belli, Rosario Genovese,Leonardo Micucci, Lavinia Morelli, Pierluigi Capicchioni, Riccardo Piccirilli,Daniele Ciccolini, Andrea Vicari, Maria Tomasella Papais, Cristina Puca,Giovanni Bruno Galvani, Rocco Malagoli, Brunella Zanti,Svetlana Norkina, Elitza Demirova

vIOLERaffaele Mallozzi*, Simone Briatore*, Sylvia Mayinger, Michael Kornel,Sara Simoncini, Carla Santini, Fabio Catania, Ilona Balint,Andrea Alpestre, Lorenzo Falconi, Stefano Trevisan,David Bursack, Luca Manfredi, Federico Marchetti

vIOLONCELLILuigi Piovano*, Gabriele Geminiani*, Carlo Onori, Diego Romano,Francesco Storino, Bernardino Penazzi, Francesco Di Donna,Matteo Michele Bettinelli, Sara Gentile, Giacomo Menna,Danilo Squitieri, Maximilian von Pfeil

CONTRABBASSIAntonio Sciancalepore*, Libero Lanzilotta*, Anita Mazzantini,Simona Iemmolo, Paolo Marzo, Andrea Pighi, Piero Franco Cardarelli,Enrico Rosini, Paolo Cocchi, Nicola Cascelli

*Prime parti soliste. N.B.: le prime parti del concerto odierno sono evidenziate in neretto

ORCHESTRADELL’ACCADEMIA NAZIONALEDI SANTA CECILIA

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fLAUTICarlo Tamponi*, Andrea Oliva*, Nicola ProtaniOttavino: Davide Ferrario

OBOIPaolo Pollastri*, francesco Di Rosa*, Anna Rita Argentieri

CORNO INGLESEMaria Irsara

CLARINETTIStefano Novelli*, Alessandro Carbonare*, Simone SirugoClarinettobasso:Dario Goracci; Clarinettopiccolo:Leonardo Abbruzzo

fAGOTTIfrancesco Bossone*, Andrea Zucco*, Fabio Angeletti, Elia MastrovitoControfagotto:Alessandro Ghibaudo

CORNIAlessio Allegrini*, Guglielmo Pellarin*, Marco Bellucci,Arcangelo Losavio, Luca Agus, Fabio Frapparelli, Giuseppe Accardi

TROMBEAndrea Lucchi*, Omar Tomasoni*, Ermanno Ottaviani,Vincenzo Camaglia, Antonio Ruggeri

TROMBONIBasilio Sanfilippo*, Andrea Conti*, Agostino SperaTrombonebasso:Maurizio Persia

TUBAGianluca Grosso

ARPACinzia Maurizio*

TIMPANIEnrico Calini*, Antonio Catone*

PERCUSSIONIMarco Bugarini, Edoardo Albino Giachino, Andrea Santarsiere,Michele Camilloni, Cristiano Menegazzo

PIANOfORTEAlessandro Buccarella

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NOTEINVIAGGIO di Alderan srl – via G.Sacconi 4/B – 00196 Romawww.noteinviaggio.it – [email protected] – tel 06.3220657/9

Pasqua in Turingia con Bach

Eisenach, Erfurt, Weimar: un percorso guidato nella

regione che fu culla artistica della Germania,

dove Bach visse la prima parte della propria vita.

Appuntamento con il festival Thüringer Bachwochen:

tra gli interpreti Jordi Savall

4 / 9 aprile 2012

viaggi di musica e cultura

santa cecilia turingia.indd 1 19/02/12 17:56

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sab 10 marzo ore 21 Fuoriabbonamento Sala Santa Cecilia

Philharmonia Orchestra LondraAntonio Puccio direttore

vadim Repin violino

beethoven Coriolano, ouverture

bruch Concerto per violino n. 1

brahms Sinfonia n. 4

Prezzi: da 10 a 35 E

philharmoniaorchestra

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prossimi concertimarzo

Sala Sinopoli

ven 16 ore 20.30 turno V-Z

Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Ciro visco direttore | Enrico Pace pianoforte

dvorák Stabat Mater (versioneoriginalepersoli,coroepianoforte)

dvorákstabat mater

bach iiischiff

Sala Santa Cecilia

ven 9 ore 20.30 turno S-Z

András Schiff pianoforte

bach Sei Suites Francesi BWV 812-817 | Ouverture alla francese

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suonare_pappanoBN 21-02-2012 10:24 Pagina 1

Colori compositi

C M Y CM MY CY CMY K

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suonare_pappanoBN 21-02-2012 10:24 Pagina 1

Colori compositi

C M Y CM MY CY CMY K

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ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA

Ufficio Marketing e coMUnicazione Responsabile Giovanna Maniezzo

PrograMMi di sala Responsabile Emanuela Floridia Collaborazione Clemens Wolken

cover concePt Mauro D’Alessandro; art Marco Sauro

in coPertina: Foto di Musacchio e Ianniello (Pappano), Felix Broede (Jansen)

iMPaginazione e staMPa Tipografia Eurosia

WWW.SANTACECILIA.ITE 5,00

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