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Direzione Formazione Professionale – Lavoro AREA LAVORO E SOLIDARIETÀ SOCIALE PROGRAMMA OPERATIVO DELLA PROVINCIA DI TORINO PER LA REALIZZAZIONE DI INTERVENTI DI POLITICA ATTIVA DEL LAVORO - TRIENNIO 2004-2006 IN ATTUAZIONE DELLE DELIBERE DELLA GIUNTA REGIONALE DEL 1 AGOSTO 2005 N. 83-675 E N. 74-566 PER LA REALIZZAZIONE DI INTERVENTI A VALERE SULLE MISURA A2, LINEE 3, 4 E MISURA B1 LINEE 2, 4 E 5 – POR OB 3 – F.S.E. 2000/2006

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Direzione Formazione Professionale – Lavoro

AREA LAVORO E SOLIDARIETÀ SOCIALE

PROGRAMMA OPERATIVO DELLA PROVINCIA DI TORINO PER LA REALIZZAZIONE DI INTERVENTI DI POLITICA ATTIVA DEL

LAVORO - TRIENNIO 2004-2006

IN ATTUAZIONE DELLE DELIBERE DELLA GIUNTA REGIONALE DEL 1 AGOSTO 2005 N. 83-675 E N. 74-566 PER LA REALIZZAZIONE DI INTERVENTI A VALERE SULLE MISURA

A2, LINEE 3, 4 E MISURA B1 LINEE 2, 4 E 5 – POR OB 3 – F.S.E. 2000/2006

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1. PREMESSA

Con la Deliberazione della Giunta Provinciale n 1181-220078 del 16/10/2001 la Provincia di Torino ha approvato il Programma provinciale triennale “Azioni preventive e curative della disoccupazione di lunga durata da parte dei Servizi per l’impiego”, a valere sul POR Ob.3 Regione Piemonte FSE, 2000-2006 L’ammontare complessivo delle risorse, pari a € 23.429.326,76 ha finanziato programmi di intervento, articolati a loro volta in progetti distinti in relazione ai diversi target di utenza, nonché azioni sperimentali nei confronti delle imprese.

Nelle linee strategiche del Programma Provinciale 2001-2003 veniva individuato quale obiettivo primario quello di “garantire servizi diffusi e di qualità”, a partire dalla crescita e sviluppo delle nuove funzioni dei Centri per l’Impiego attraverso la costruzione di una rete provinciale di servizi, in collaborazione e convenzione con le diverse esperienze pubbliche e private operative sul territorio torinese.In definitiva gli indirizzi hanno concorso a sviluppare un sistema a rete dei servizi al lavoro, di cui i Centri per l’Impiego rappresentano il nodo strategico di coordinamento e di controllo governato a livello centrale attraverso programmi di integrazione tra politiche formative, del lavoro, dell’istruzione, di sostegno allo sviluppo locale.

Sul versante amministrativo-gestionale sono stati messi a punto una serie di strumenti di monitoraggio e rendicontazione che hanno permesso di valutare l’avanzamento finanziario della spesa., di verificare il raggiungimento degli obiettivi previsti in sede di programmazione, nonché delineare quelli relativi al triennio 2004-2006.

Con il Programma Provinciale 2001-2003 si è inteso quindi:- contribuire all’entrata a regime dell’organizzazione dei CPI e

delle loro capacità di erogare servizi efficaci a tutta l’utenza di riferimento;

- sperimentare servizi preventivi di contrasto alla disoccupazione di breve durata;

- attuare azioni “curative” rivolte a soggetti disoccupati da lungo tempo e azioni destinate a soggetti deboli del mercato del lavoro e a rischio di esclusione sociale. Le azioni sono state finalizzate in primis ad intervenire sulla condizione di occupabilità e di autonomia dei soggetti, secondo quanto previsto dal Masterplan dei Servizi approvato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 30 - 6460 del 1/7/2002;

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- sviluppare un sistema a rete con gli altri soggetti, pubblici e privati, operanti sul territorio provinciale.

2. Il MERCATO DEL LAVORO PROVINCIALE

Con il nuovo sistema di rilevazione delle forze di lavoro dell’Istat - adottato a partire dall’anno 2004 – risulta poco attendibile il raffronto interannuale 2003-2004. Di seguito, pertanto, si riportano i dati Istat relativi al solo anno 2004. Per quanto attiene invece i dati di provenienza amministrativa dei CPI (avviamenti, cessazioni …) e quelli relativi agli ammortizzatori sociali tali raffronti sono possibili.

Uno sguardo d’insiemeNella nostra provincia le forze di lavoro - ovvero gli occupati sommati ai lavoratori in cerca di lavoro - contano 960.000 unità, 550.000 uomini (il 57,3%) e 410.000 donne (il 42,7%). Il tasso di attività per la popolazione di 15-64 anni è pari al 65,4%, al di sotto della media regionale (66,9%) e all’ultimo posto tra le province piemontesi.I disoccupati sono 58.700 unità, il tasso di disoccupazione è del 6.1% totale, e nel dettaglio rispettivamente 5,1% per i maschi e il 7.4% per le femmine.Gli occupati (a vario titolo, dipendenti e indipendenti) sono 901.500, 522.100 uomini (57,9%) e 379.400 donne (42.1%), per un peso complessivo sull’occupazione regionale pari al 50,2%. Il tasso di occupazione complessivo per la popolazione di 15-64 anni è pari al 61,4% (71,3% per gli uomini e 51,5% per le donne), al di sotto della media regionale (63,4%) e anche in questo caso in coda tra le diverse province.Lo stock di occupati (901.500 unità) vede 665.900 lavoratori con contratti di lavoro dipendente (il 73.9%), mentre quelli indipendenti sono 235.600 (il 26.1%). A fianco dell’occupazione dipendente e indipendente, si colloca il lavoro parasubordinato. Un recente rapporto Istat stima la quantità dei lavoratori parasubordinati effettivi (coloro che traggono dal lavoro parasubordinato reddito primario e non accessorio) in

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407.000 unità a livello nazionale. La distribuzione territoriale attribuisce il 34% al nord-ovest, quindi una serie di ulteriori stime portano a ritenere che nella nostra realtà provinciale i lavoratori parasubordinati (co.co.co, collaboratori occasionali e co.co.pro) siano circa 18-20.000. Una serie di elementi qualitativi nella lettura della condizione di lavoro parasubordinato segnalano: anzitutto che il 61% di questi lavoratori sono donne, quindi c’è un incidenza di genere prevalente. Inoltre la distribuzione per classe di età segnala anche una incidenza prevalente sui giovani, nel dettaglio: il 51% di questi lavoratori hanno 15-34 anni, il 37% 35-54 anni ed infine l'11% 55 anni e oltre. In sintesi il fenomeno del lavoro parasubordinato interessa prevalentemente i giovani e le donne; tale concentrazione di genere e di classe di età segnala quindi una condizione di precarietà ad una soglia allarmante, tenuto conto anche di una permanenza di questi lavoratori nella condizione parasubordinata lunga, ovvero nel periodo tra il 1999 (fonte Inps) e il 2004 (fonte Istat).Sempre a livello provinciale la distribuzione dell’occupazione tra i settori economici risulta la seguente: 15.300 unità (1.7%) nell’agricoltura, 312.200 unità (34.6%) nell’industria e 573.900 (63.7%) nei servizi. È utile segnalare che buona parte del comparto servizi è riconducibile a domanda di servizi da parte delle imprese industriali, quindi il peso occupazionale dell’industria è comunque prevalente nella distribuzione complessiva.

Gli avviamenti al lavoro Un indicatore importante per cogliere la mobilità del mercato del lavoro provinciale è quello dei flussi di avviamento. Nel 2004 i centri per l’impiego in provincia di Torino hanno registrato 245.007 avviamenti al lavoro (di cui il 45,5% avviati donne ed il 54,5% avviati maschi), con un incremento rispetto al 2003 pari a 9454 unità (+ 4%). La relazione tra stock di occupazione e flusso di avviamenti indica una certa dinamicità del mercato del lavoro provinciale, poiché un posto di lavoro su quattro del 2004 è stato oggetto di avviamento; questo nonostante le situazioni di crisi e di sofferenza del nostro sistema produttivo. Un dato importante da mettere in evidenza attiene alle tipologie contrattuali utilizzate dalle imprese per realizzare gli avviamenti: ¾ degli avviamenti sono stati realizzati con contratti a scadenza, ovvero contratti di lavoro “interinale” e contratti a tempo determinato. A ciò si aggiunga che l’ampia maggioranza di questi contratti ha durata inferiore ai 39 giorni e che nel 34% dei casi il rapporto non è superiore ai 5 giorni.

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Poiché risulta che un lavoratore è sovente avviato più volte nel corso dell’anno, i 245.007 avviamenti non corrispondono alla stessa quantità di lavoratori assunti, ma ad una quantità stimabile in circa 100.000 unità.Per quanto attiene infine alle nuove fattispecie contrattuali introdotte dalla recente normativa in materia di mercato del lavoro (la cosiddetta “Riforma Biagi”), sul totale degli avviamenti registrati nel 2004 (245.007) tali avviamenti sono stati 761; in termini percentuali essi rappresentano dunque lo 0,3% degli avviamenti totali. Va peraltro precisato che i Centri per l’impiego non registrano i rapporti di lavoro autonomo e parasubordinato – parimenti interessati dalla riforma – e che pertanto i dati si riferiscono esclusivamente a quelle tipologie di lavoro comunque subordinate: contratto di inserimento, job-sharing, lavoro a chiamata.

Gli ammortizzatori socialiIl ricorso agli ammortizzatori sociali è un indicatore molto importante per cogliere in maniera completa la situazione del nostro mercato del lavoro provinciale. Sotto il nome di ammortizzatori sociali si trovano gli strumenti di sostegno e di tutela al reddito per quei lavoratori che, per vari motivi, si trovano a dover affrontare periodi più o meno lunghi senza lavoro, o in condizione di anticipata uscita dal mondo del lavoro prima di accedere alla pensione. Tra questi strumenti si trova la Cassa Integrazione Ordinaria (sostegno al reddito dei lavoratori a causa di temporanea contrazione o sospensione dell’attività produttiva dell’impresa) la Cassa Integrazione Straordinaria (sostegno al reddito dei lavoratori a causa di ristrutturazione, riorganizzazione, conversione o crisi aziendale), nonché la Mobilità (sostegno al reddito per i lavoratori licenziati). Al fine di una corretta interpretazione dei dati che seguono è opportuno segnalare che i lavoratori in condizione di cassaintegrazione (sia ordinaria che straordinaria) vengono conteggiati tra gli occupati, mentre i lavoratori in condizione di mobilità tra quelli disoccupati.Nel nostro territorio provinciale nel corso del 2004 si sono registrate 16.440.662 ore di Cassa Integrazione Ordinaria e 13.583.164 ore di Cassa Integrazione Straordinaria. Per comprendere la portata di tale utilizzazione della CIG, si può esemplificare che questi milioni di ore possono corrispondere ad una quantità teorica complessiva di 18.764 lavoratori, di cui 10.275 relativamente alla cassa integrazione ordinaria e 8.489 lavoratori per la cassa integrazione straordinaria. La quantità di lavoratori coinvolti è in realtà di molto superiore (poiché il ricorso alla CIG non è necessariamente a zero ore di lavoro); il calcolo della quantità teorica di lavoratori, infatti, è frutto dal calcolo del monte-ore complessivo diviso l’Unità di Lavoro

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Standard (ovvero, ore-uomo in un anno, pari a circa 1.600 ore nel caso del tempo pieno).Nel merito, per quanto riguarda la cassa ordinaria, si registra un dato di incremento, rispetto al 2003, pari al 14,9%; mentre la cassa straordinaria è in contrazione (come numero di ore) del 63,7%. Il settore che ha maggiormente utilizzato lo strumento, sia nella forma ordinaria sia in quella straordinaria, è l’industria della trasformazione, in particolare il comparto meccanico che, da solo, assorbe il 69,4% delle ore di cassa ordinaria e il 76,1% di quella straordinaria. Significativo, infine, il dato sulla cassa straordinaria utilizzata in edilizia, la quale registra una crescita del 208,7%.Per quanto attiene ai lavoratori in mobilità, nel corso nel corso del 2004 si sono contate 9.945 procedure di mobilità (56,5% uomini e 43,% donne) – corrispondenti alla stessa quantità di lavoratori coinvolti - valore che indica un incremento nell’utilizzo dello strumento pari all’11,4% rispetto al 2003.L’incremento di tali procedure avviene a fronte della diminuzione dell’età del lavoratori. Alla diminuzione del peso delle classi di ultracinquantenni corrisponde infatti una crescita, sia in peso sia in valore assoluto, di tutte le altre classi di età. Tale distribuzione determina un insieme che presenta un’età media di 43,7 anni. Confrontando i dati a partire dal 2002, si registra un trend di progressiva diminuzione dell’età dei lavoratori in mobilità che interessa entrambi i sessi.Rispetto al settore di provenienza, il maggior numero di procedure riguarda lavoratori dell’industria, ma sono i servizi a far registrare (in termini percentuali) il maggior incremento interannuale. Infine va segnalato che il settore automotive intercetta quasi un terzo dell’intero insieme delle procedure di mobilità approvate nel corso del 2004.Rispetto alle cause del ricorso alle procedure di mobilità, risulta che i lavoratori sono in prevalenza licenziati per riduzione di personale. Tuttavia, in confronto all’anno 2003, si è in presenza di un incremento significativo di procedure dovute a cessata attività dell’azienda.Si registra inoltre un incremento delle procedure relative a lavoratori per i quali le norme che regolano la mobilità non prevedono indennità.

I disponibili al lavoro registrati dai CpI Nel 2004 il totale dei disponibili registrati presso i CPI è di 78.635 lavoratori, di cui 51.293 femmine e 27.342 maschi. Combinando insieme genere, età e titolo di studio è possibile segmentare l’offerta di lavoro registrata dai CPI e verificare quali modifiche alla composizione dello stock dei disponbili registrati

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(ovvero la quantità complessiva) si possano osservare rispetto al 2002 e al 2003. La notazione più rilevante riguarda il segmento degli uomini con più di 40 anni e con livello di istruzione basso la cui consistenza continua a crescere e a determinare una “risalita” della graduatoria dal settimo posto del 2002 al quarto del 2004. Un po’ meno rilevante, ma comunque significativa è anche la crescita numerica delle disoccupate di 30-39 anni con alto livello di istruzione che si posizionano subito dopo il segmento maschile appena analizzato. I primi tre segmenti di offerta rimangono gli stessi del 2002 e del 2003 (anche se muta l’ordinamento) e caratterizzano i disponibili al lavoro per la presenza di donne adulte (con 30 anni e più) poco istruite e giovani donne con bassi titoli di studio.Analizziamo infine la disponibilità lavorativa espresse dai disoccupati della provincia di Torino.L’orario di lavoro normale (vale a dire di giorno, con un intervallo per il pranzo) è gradito dalla quasi totalità (93,8%) delle persone che hanno fornito almeno una risposta, senza significative differenze in base al genere, all’età o alla cittadinanza. Al crescere progressivo del carattere “disagevole” dell’orario di lavoro diminuisce significativamente la percentuale di individui che si rendono disponibili ad esso. Così solo più il 57,9% di persone accetterebbe il lavoro su turni, con una punta però del 75,8% tra i cittadini extra-comunitari, molto più disponibili dunque a tale tipologia di orario. Decisamente limitata, infine, la percentuale di chi sarebbe disponibile a lavorare di notte, pari al 15,8%. La forma contrattuale che di gran lunga ottiene il maggior gradimento è quella del tempo indeterminato, che nelle risposte dei disponibili viene scelto in quasi il 95% dei casi, a cui si affianca anche l’alta percentuale di chi vorrebbe un lavoro full-time (84,4%).Tra le forme di lavoro atipico, sia subordinato che parasubordinato, la disponibilità al tempo determinato risulta piuttosto ampia, attestandosi intorno all’84% (solo per gli individui over 55 scende al 77,3%), mentre diminuisce in misura netta nei confronti del lavoro interinale (40,0%), del lavoro occasionale (23,4%) e della collaborazione (8,9%). Generalmente per queste tipologie contrattuali i più disponibili risultano essere i giovani e i cittadini extra-comunitari. Sempre nell’ambito del lavoro atipico, i disoccupati mostrano una propensione abbastanza ampia al lavoro part-time (75,2%), che comunque rimane soprattutto una prerogativa delle donne per lo più adulte.Sono invece assolutamente marginali le percentuali dei disoccupati che si sono dichiarati disponibili al lavoro autonomo e a quello derivante dall’attività imprenditoriale. Si può osservare infine come le attività a carattere formativo, gli stage o i tirocini vengano presi in considerazione soprattutto dai

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giovani, ben consapevoli di dover puntare molto su questi strumenti per facilitare e aumentare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro, mentre sono sicuramente meno considerate dai disoccupati più adulti e dai cittadini extra-comunitari, presumibilmente per maggiori necessità immediate di reddito. Il dato più rilevante nell’analisi del flusso (ovvero di coloro che hanno manifestano tale disponibilità presso i CPI) dei disponibili al lavoro registrato per il 2004 è il sensibile calo (-16,6%) rispetto al 2003. La riduzione è principalmente imputabile alla forte consistenza del flusso del 2003, dovuta al regime di transitorietà verso l’entrata in vigore a tutti gli effetti del D.Lgs. 297/02: il termine fissato dalla Provincia di Torino (31/12/2003) ha spinto molte delle persone iscritte fino a quel momento alle liste del collocamento ordinario a presentarsi nei Centri per l’Impiego (CPI) per dichiarare la propria disponibilità al lavoro, in modo da conservare lo status di disoccupato, l’anzianità maturata e gli eventuali benefici connessi. Tale fenomeno non ha invece avuto modo di verificarsi nel 2004.La maggioranza delle persone che hanno dichiarato di essere disponibili a lavorare è rappresentata da donne, le quali, all’interno di un generale calo, aumentano il loro peso superando il 60% del totale. Rispetto all’età dei disponibili, sensibile è la crescita della percentuale degli ultraquarantenni (dal 31,1% del 2003 al 34,0% del 2004), compensata unicamente dalla riduzione della quota della componente giovanile (dal 37,2% al 34,2%). È difficile dire se ciò sia dovuto ad un reale miglioramento nel 2004 delle possibilità di ingresso nel mondo del lavoro per le nuove generazioni, o ad una maggiore presenza di queste ultime nel flusso 2003 dettata dal desiderio di mantenere alcuni dei benefici legati allo status di disoccupato, soprattutto quelli relativi agli incentivi rivolti alle aziende in caso di assunzione.Per quanto riguarda il livello di istruzione rispetto al 2003 si registra un leggero innalzamento, con la quota di disponibili con titolo di studio elevato (diploma o laurea) che raggiunge il 33,6%. Se è vero che un terzo del flusso è almeno diplomato bisogna però osservare che il livello di istruzione più frequente è ancora l’obbligo scolastico (56,1%), a cui va aggiunto un 6,4% di individui (nella maggior parte dei casi extracomunitari) senza alcun titolo di studio. Questa ultima componente di disponibili privi di istruzione formale è comunque in calo rispetto al 2003, principalmente a causa della perdita di peso (dal 12,5% all’11,0%) del flusso di stranieri extra-UE. I disoccupati provenienti dai Paesi dell’allargamento europeo rappresentano ancora una quota del tutto trascurabile.Se consideriamo congiuntamente le informazioni relative al genere, all’età e al livello di istruzione si osserva che i disponibili del flusso 2004 si distribuiscono tra i segmenti così individuati in maniera del

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tutto analoga a quanto registrato nel 2003. Oltre un quarto del flusso è infatti ancora costituito da donne con più di trenta anni e bassi livelli di istruzione (non oltre l’obbligo scolastico), a cui seguono le giovani di 15-29 anni e gli ultraquarantenni poco istruiti. Si segnala infine che in una situazione di generale riduzione del flusso, gli unici due segmenti di offerta in crescita, pur rappresentando ancora una quota relativamente bassa, sono quelli dei disponibili (uomini e donne) con più di quaranta anni e con alti titoli di studio.La maggior parte del calo interannuale del flusso dei disponibili è dovuto alla forte riduzione registrata a Torino (-42,9%). Oltre che nel capoluogo, anche in alcuni CPI esterni, come Pinerolo e Susa, si osserva una sensibile diminuzione, mentre è soprattutto a Ivrea (+39,4%), Cuorgnè (+19,1%), Orbassano (+15,5%) e Chieri (+14,1%) che sembra siano presenti le maggiori tensioni nel mercato del lavoro, a giudicare dall’incremento del flusso di disponibili.Per concludere si segnala che malgrado il 43,3% (14.051 persone) dei disponibili del flusso abbia instaurato nel corso del 2004 almeno un rapporto di lavoro dipendente, a fine anno (31/12/2004) solo il 18,4% del flusso non è più disponibile al lavoro, mentre il restante 81,6% richiede ancora i servizi offerti dai CPI (cioè fa parte dello stock di fine anno).

Collocamento miratoIl 2004 rappresenta un anno di stabilizzazione per quanto riguarda le assunzioni obbligatorie di lavoratori disabili a seguito di un biennio di sensibile calo degli avviamenti a partire dal picco registrato nel 2001. I maggiori effetti dell’entrata in vigore delle L. 68/99 sono visibili non tanto nel 2000 quanto l’anno successivo, perché soltanto a fine 2000 il Ministero del Lavoro ha diffuso la Convenzione-quadro (successivamente recepita dalle Province) per la stipula delle convenzioni (art. 11) che danno diritto alla defiscalizzazione dei contributi. Il numero di avviamenti al lavoro permane comunque ancora abbondantemente superiore a quanto osservato negli ultimi anni in cui il collocamento obbligatorio era normato dalla precedente L. 482/68 (quasi 400 nuove assunzioni in più rispetto al 1999), ed anche il saldo tra avviamenti e cessazioni si mantiene su buoni livelli.Uno degli effetti più vistosi dell’applicazione della L. 68/99 è sicuramente lo spostamento dell’attenzione rispetto alla precedente Legge dalle altre categorie protette (ad es. le vedove e gli orfani di guerra) ai disabili, che ormai coprono la quasi totalità dei nuovi avviamenti al lavoro (il 96,6% nel 2004) effettuati mediante collocamento mirato. Per quanto riguarda il profilo socio-demografico dei nuovi assunti c’è da dire che i lavoratori coinvolti in

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procedure di avviamento al lavoro nel 2004 sono tendenzialmente uomini (circa il 60%), di età compresa tra i 25 e i 44 anni, non sposati e con un livello di istruzione abbastanza basso. Rispetto al 2003 si segnala comunque un discreto aumento di assunzioni di disabili coniugati e di disabili con titolo di studio medio-alto (qualifica/diploma/laurea). Sono ancora numericamente trascurabili gli inserimenti lavorativi che coinvolgono disabili extracomunitari, appena dieci nel 2004.Dal punto di vista delle tipologie contrattuali maggiormente utilizzate si segnala il forte impiego del tempo indeterminato, la cui rilevanza (ben il 74,0% dei nuovi inserimenti) è evidente soprattutto se si prende a riferimento la situazione osservata per gli avviamenti al lavoro in generale. C’è da segnalare che comunque in questi ultimi due anni il peso di tale forma contrattuale si è sensibilmente ridotto a vantaggio dei contratti a termine (passati dal 7,3% del 2002 al 20,3% del 2004).Per concludere osserviamo che la quasi totalità degli avviamenti al lavoro di persone disabili è anche nel 2004 dovuta a ditte private (il 96,3% degli inserimenti, contro appena il 3,7% imputabile ad enti pubblici). Si tratta per lo più di aziende di trasformazione industriale (che assorbono ben il 45,1% delle nuove assunzioni), di aziende che erogano servizi alle imprese (12,5%) e di aziende del commercio (12,4%), tendenzialmente di piccole-medie dimensioni (nel 61,1% dei casi i lavoratori sono stati inseriti in aziende con non più di 150 addetti).

Considerazioni riassuntiveDa quanto sopra esposto appare evidente che le criticità sul mercato del lavoro provinciale sono principalmente dovute ai seguenti fattori:

- elevata presenza di donne disoccupate (giovani ed adulte), con basso livello di scolarità e/o qualifica;

- basso tasso di attività;- basso tasso di qualificazione, in particolare per i soggetti over 34;- necessità di rafforzamento delle politiche di inclusione sociale;- massiccia componente di lavoratori con contratti a termine (i dati

sugli avviamenti dimostrano che circa la metà del numero totale è stata avviata 2 volte nel corso dello stesso anno);

- elevato, anche se in discesa, numero di ore di Cassa Integrazione e mobilità;

- necessità di intervenire sui disabili che hanno difficoltà a beneficiare degli interventi della legge 68/99 e sugli immigrati extracomunitari con particolari difficoltà di inserimento socio-lavorativo.

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3. RISULTATI DELLA PROGRAMMAZIONE 2001 – 2003

Come anticipato in premessa, la Regione Piemonte ha trasferito alla Provincia di Torino per la realizzazione degli interventi previsti per il primo triennio di programmazione, di cui al Programma Provinciale “Azioni preventive e curative della disoccupazione di lunga durata da parte dei Servizi per l’impiego”, un importo complessivo pari a € 23.429.326,76, di cui € 16.375.116,62 per la realizzazione di servizi alle persone e alle imprese nell’ambito di azioni finalizzate a contrastare e prevenire la disoccupazione di lungo periodo (Misure A2-A3) e € 7.054.210,14 per azioni finalizzati a sostenere l’occupazione di persone appartenenti a fasce deboli (Misura B1).

Servizi a favore di personeUna quota pari al 68% delle risorse complessivamente disponibili è stata destinata a programmi di intervento a favore di persone. Di queste, una parte pari al 6% è stata finalizzata all’erogazione di un contributo ai partecipanti ai diversi percorsi, in particolare a coloro che sono stati inseriti in tirocinio formativo. L’ammontare del contributo pro-capite per gli aventi diritto è stato mediamente pari a 360 euro.

L’intervento complessivo si è sviluppato in due fasi.Una prima fase, propedeutica all’avvio dei servizi alle persone, ha previsto la verifica dell’immediata disponibilità al lavoro delle 219.985 persone iscritte nelle vecchie liste di disoccupazione: di queste, attraverso un “censimento” generalizzato, 31.584 hanno dichiarato effettiva disponibilità al lavoro. La seconda fase ha visto l’avvio di una serie di programmi a favore degli iscritti disponibili, consistenti in attività di orientamento, di rinforzo individuale e delle competenze professionali, di sostegno e accompagnamento durante la fase di inserimento in tirocinio o nelle prime fasi di inserimento al lavoro.I diversi programmi di attività per la realizzazione di azioni preventive (A2), curative (A3) e a favore di soggetti disabili e altre fasce deboli a rischio di esclusione sociale (B1), sono stati avviati nel marzo 2003.Le azioni avviate sono state organizzate definendo le caratteristiche dei destinatari ed il numero di soggetti da coinvolgere nell’arco delle tre annualità, tenendo conto:- di quanto stabilito dalla Regione Piemonte in termini di risorse e

modalità di attuazione delle azioni;- delle caratteristiche delle persone iscritte al collocamento;

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- delle necessità rilevate nelle diverse realtà locali della provincia;

Delle attività avviate nel marzo 2003, attualmente, sono concluse quelle riferite alla prima e alla seconda annualità, mentre nella maggior parte delle realtà territoriali si è dato corso all’individuazione degli utenti ed in alcuni casi all’avvio delle attività di primo orientamento relativo alla terza annualità.

Le risorse disponibili sono state ripartite come nella tabella seguente, sulla base del peso percentuale dei diversi target iscritti ai Centri per l’Impiego, nonché in relazione alle diverse specificità del mercato del lavoro provinciale:

DESTINATARI PROGRAMMA 2001-2002-2003Azioni Target Nr. soggetti

previsti

Preventive

- giovani<25 inoccupati/disoccupati.<6 mesi-diploma o laurea debole

- giovani <25 inoccupati/disoccupati.<6mesi adulti inoccupati / disoccupati <12 mesi

6.064

Curative

- fuori Torino: uomini inoccupati/disoccupati >12 mesi con eta' >45 anni, donne inoccupate/disoccupate >12 mesi con eta' >35 anni

- in Torino: uomini e donne inoccupati o disoccupati >12 mesi privi di reddito o con reddito minimo residenti a torino

5.000

Disabili

- psichici o intellettivi disoccupati iscritti nelle liste del collocamento obbligatorio ai sensi della L. 68/99, con disabilità intellettive (categoria K (00)), psichiatriche (categoria 13)

- fisici e sensoriali, invalidi del lavoro disoccupati iscritti nelle liste del collocamento obbligatorio ai sensi della L. 68/99:

986

Altre fasce

- ex detenuti da non più di cinque anni, detenuti in semilibertà, art. 21 Legge ordinamento penitenziario n. 354/75, affidati

- giovani a rischio disoccupati o inoccupati iscritti nelle liste dei CPI della Provincia di Torino, seguiti dai servizi socio assistenziali, che non hanno ottemperato all’obbligo scolastico o formativo

- extracomunitari (giovani e adulti) iscritti nelle liste dei CPI della Provincia di Torino

795

Complessivamente, nel triennio di programmazione, si è ipotizzato di attivare servizi di accompagnamento al lavoro (orientamento, breve formazione, di inserimento in tirocinio) a favore dei target sopra descritti per un totale complessivo di 13.385 soggetti, così distribuiti per anno di attività:

DESTINATARI/BENEFICIARI PREVISTI NEL TRIENNIO

Prima annualità 4.022

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Seconda annualità 4.024Terza annualità 5.339

TOTALE TRIENNIO 13.385

Si riporta di seguito sinteticamente un quadro aggiornato dello stato di avanzamento delle attività sotto il profilo quantitativo. Sono due le fonti dei dati utilizzati: la prima riguarda la all’attività di convocazione delle persone da inserire nei diversi programmi, svolta dai Centri per l’Impiego, la seconda si riferisce a ciascuna delle fasi previste dai percorsi (primo incontro finalizzato all’adesione degli utenti, i colloqui di approfondimento diagnostico, i colloqui di approfondimento valutativo, i percorsi di rinforzo delle competenze, i tirocini formativi) realizzate dai capofila delle diverse partnership territoriali.

In riferimento alle prime due annualità si presenta un quadro aggiornato, suddiviso per i 13 Centri della Provincia, della domanda di servizio distinguendo fra soggetti convocati, soggetti che si sono presentati al primo colloquio informativo ed i soggetti che hanno aderito ai percorsi proposti:

RILEVAZIONE DISPONIBILITA' PRESSO I CPI - 1a e 2a ANNUALITA'

CPI Valori assoluti Distribuzione percentuale

convocati presentatiadesioni p/c a/c a/pTorino 9676 4896 3255 51% 34% 66%

Moncalieri 1984 1044 859 53% 43% 82%Chieri 777 437 313 56% 40% 72%Rivoli 2506 1252 851 50% 34% 68%

Venaria 1123 615 389 55% 35% 63%Susa 808 405 237 50% 29% 59%

Pinerolo 1245 688 388 55% 31% 56%Orbassano 1534 669 481 44% 31% 72%

Ivrea 1184 716 513 60% 43% 72%Cuorgne' 653 383 208 59% 32% 54%

Cirie' 1263 1085 420 86% 33% 39%Chivasso 421 187 158 44% 38% 84%Settimo 1059 498 393 47% 37% 79%TOTALE 24233 12875 8465 53% 35% 66%

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Il 48% dell’attività di convocazione ha riguardato l’individuazione di persone da inserire in attività di tipo preventivo, il 41% in attività di tipo curativo, il 4% in attività a favore di persone disabili, il 7% in percorsi a favore di persone appartenenti a fasce deboli.

Proseguendo nell’analisi, si registra una diminuzione tra il numero di persone che inizialmente hanno dato la loro adesione ai programmi e quelle che successivamente sono state inserite nell’attività di primo colloquio orientativo, con un abbandono complessivo pari a 889 unità (circa l’ 11%). La percentuale degli abbandoni più elevata si registra nei confronti dei soggetti disabili. Si registra invece, tra le altre fasce deboli, una percentuale di inserimento nei percorsi di un 3% in più rispetto al numero previsto.

Azioni

Approfondimento diagnostico

Approfondimento valutativo

Azioni di rinforzo

individuale delle competenze

Tirocini formativi

n sogg prev

n. sogg. coinv.

%n

sogg prev

n. sogg. coinv.

%n

sogg prev

n. sogg. coinv.

%n

sogg prev

n. sogg. coinv.

%

Misura A2 interventi a carattere preventivo

3.964 3294 83% 1.980 1248 63% 1.320 735 56% 1200 221 18%

Misura a A3 interventi a carattere curativo

3.000 2886 96% 1.560 1271 81% 1.428 947 66% 1684 167 10%

Misura B1 interventi a favore di soggetti disabili

592 473 80% 440 321 73% 440 215 49% 588 62 11%

Misura B1 interventi a favore di soggetti appartenenti ad altre fasce

488 502 103% attività accorpata all'approfondimen

to diagnostico

354 187 53% 480 95 20%

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deboli TOTALE 8.044 7.155 89% 3.980 2.840 71%3.542 2.084 59%3.952 545 14%

Complessivamente sono stati coinvolti nei programmi di attività circa l’89% dei soggetti previsti per il primo biennio di programmazione. Le variazioni rispetto al numero di persone che si prevedeva di coinvolgere sono più o meno consistenti a seconda dell’attività presa in considerazione. La variazione minima riguarda l’attività di approfondimento diagnostico (89%), la forbice aumenta per le attività successive di approfondimento valutativo (71%), di rinforzo delle competenze (59%%), di tutoring in fase di inserimento in tirocinio (14%).

Si riscontra per le azioni di orientamento un tasso di abbandono crescente durante ciascuna fase del percorso che riguarda soprattutto i soggetti delle azioni preventive e quelli disabili. Mentre l’attività di tutoring ha scontato le difficoltà riscontrate nella ricerca di imprese disponibili agli inserimenti in tirocinio, dovute principalmente alla situazione di crisi registrata sul territorio provinciale.

Sono stati svolti 9.995 colloqui individuali di orientamento (approfondimento e valutativi), organizzati brevi percorsi di formazione, di durata non superiore alle 100 ore, per 2.084 persone, tutorati 545 tirocinanti, di cui il 31% appartenenti ai target disabili e fasce deboli.

Questo andamento di partecipazione evidenzia una maggiore adeguatezza delle attività proposte alle esigenze dei target delle azioni curative, dei disabili e di altri soggetti appartenenti a fasce deboli. Infatti i percorsi si caratterizzano per la “presa in carico” del soggetto che mira attraverso attività di orientamento individuale e rafforzamento del sé e delle competenze professionali ad accompagnare le persone alla ricerca attiva di un lavoro. Di contro i target previsti nelle azioni preventive, presentano spesso un grado di occupabilità e di autonomia nella ricerca di lavoro maggiore, esprimendo perciò l’esigenza di percorsi brevi e finalizzati direttamente all’inserimento lavorativo, o al rafforzamentodel livello di occupabilità.

Delle 8.465 persone che hanno dato la loro disponibilità a partecipare alle attività proposte risulta che sono state avviate al lavoro complessivamente 1.352 persone di cui 1.014 a tempo determinato e 338 a tempo indeterminato.

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Delle 1.352 persone avviate al lavoro il 64 % ha partecipato a programmi di tipo preventivo, il 29 % a quelli di tipo curativo, risultato per altro interessante se si considera che sono stati inseriti in questi programmi persone disoccupate di lungo periodo con età over 35 se donne e over 45 se uomini, estremamente deboli sul mercato del lavoro. Importante è anche il 7% degli inserimenti al lavoro di persone appartenenti a fasce deboli a rischio di esclusione sociale.

Complessivamente sono stati avviati al lavoro il 16% dei partecipanti ai diversi programmi dove significativa risulta la percentuale degli avviati sul numero dei partecipanti ai programmi a favore di disoccupati di lungo periodo (11%), dei disabili (4%) e altre fasce deboli (17%) target estremamente deboli sul mercato del lavoro.

Azioni Target N partecipa

nti

T d T i

Totale

% sul numero

partecipanti

Preventive

Giovani <=25 anni disoccupati da meno 6 mesi; con diploma o laurea

debole Adulti disoccupati da meno di 12

mesi

3.967 668 193 861 22%

Curative Disoccupati più di 12 mesi donne over 35 anni e uomini over 45 anni 3.619 274 11

8 392 11%

A favore di disabili

Disabili psichici e fisici 404 10 6 16 4%

Altre fasce deboli

Non comunitari, ex-detenuti, giovani a rischio 475 62 21 83 17%

Totale 8.465 1.014

338

1.352 16%

Servizi a favore di imprese

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Il 32% delle risorse complessive del programma è stata finalizzata ad interventi a favore di imprese. Le risorse previste sono state destinate alla realizzazione di “azioni pilota nei confronti delle imprese” e, per il 23%, all'erogazione di incentivi economici a favore delle imprese a fronte di assunzioni a tempo indeterminato dei soggetti coinvolti in azioni curative.A valere sul programma di “azioni pilota con le imprese “ sono state realizzate sia iniziative di ricerca, che specifiche azioni finalizzate a promuovere servizi.Le ricerche hanno riguardato: le modalità di reperimento delle risorse umane da parte delle imprese; i fabbisogni occupazionali in specifici comparti produttivi. Le azioni sperimentali sono state dirette a favorire una rete di relazioni con le imprese attraverso il coinvolgimento delle associazioni di categoria e datoriali in iniziative che, da un lato, hanno contribuito ad una maggiore conoscenza di diversi tessuti produttivi locali, dall’altro hanno consentito di promuovere i servizi offerti dai Centri per l’Impiego, in particolare il servizio di pre-selezione.

Le diverse iniziative sperimentate hanno posto l’accento sulla necessità di svolgere un’intensa attività di ricerca risorse imprese da affiancare a quella di sostegno a favore delle persone inserite nei diversi programmi di attività.

Prime osservazioni conclusiveLa ricostruzione del processo di implementazione dei servizi ha consentito di consolidare alcuni punti di forza del modello adottato dalla Provincia di Torino nel primo triennio.

Gli elementi positivi riguardano:- il coinvolgimento dei territori come strumento di efficacia

rispetto alle condizioni sociali e del mercato del lavoro locale; - la costruzione di una rete di relazioni cooperative tra Centri

per l’Impiego e soggetti che operano nel campo della attuazione di programmi e servizi di politica attiva del lavoro (formazione, orientamento, supporto all’inserimento lavorativo, sostegno alle fasce deboli, ecc.);

- la realizzazione di un’importante lavoro di screening e di raccolta di informazioni utili all’attività di programmazione ;

- la definizione e la sperimentazione di strumenti di intervento individualizzati per specifici target;

- il coinvolgimento di un numero significativo di disoccupati nei diversi programmi di attività;

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- il consolidamento del ruolo dei Centri per l’Impiego nelle attività di progettazione operativa e nelle fasi realizzative;

- lo sviluppo di un modello di valutazione e monitoraggio in itinere delle attività avviate;

I nodi problematici riscontrati, invece, sono riconducibili ai seguenti aspetti::- in alcune aree territoriali si sono riscontrate difficoltà nella

individuazione e nella raccolta di adesioni relativamente a specifici target, in particolare per gli interventi a carattere preventivo (es. giovani, giovani con diplomi deboli, ecc.);

- nella gestione del processo di erogazione dei servizi la sostanziale uniformità delle modalità di approccio ai diversi target di utenza ha diminuito l’efficacia delle azioni di supporto ed orientamento, provocando un tasso di abbandono più alto negli interventi a carattere preventivo dove si riscontra un grado di occupabilità elevato, rispetto agli interventi curativi a favore di fasce deboli. Per i primi, infatti, si propone la necessità di un intervento che concentri maggiori energie nella direzione dell’inserimento lavorativo. Mentre per i target delle azioni curative occorre potenziare la fase di promozione della motivazione e della risocializzazione al contesto lavorativo, poiché un inserimento prematuro in un contesto produttivo, seppure a titolo di tirocinio, può aprire la strada ad un elevato tasso di abbandono;

- procedure di gestione rigide per il “sostegno al reddito”, che spesso si sono rivelate inefficaci dal punto di vista della celerità dell’erogazione del sostegno, che per alcuni target diventa indispensabile ai fini della prosecuzione del percorso proposto. Inoltre l’ammontare del contributo pro-capite è risultato inadeguato a sostenere le persone nel corso delle attività;

- scarsa appetibilità degli strumenti di incentivazione alle assunzioni da parte delle imprese a causa dei vincoli legati all’unilateralità degli incentivi, che non potevano essere concessi in caso di assunzioni a tempo determinato od in caso di trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato;

- difficoltà, nel caso di alcuni target, a reperire imprese per inserimenti in tirocinio e conseguente necessità di integrare le azioni di accompagnamento al lavoro con attività di ricerca risorse imprese.

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4. Altre iniziative di politiche attive del lavoro promosse dalla Provincia di Torino

Diverse sono le iniziative che hanno visto la sperimentazione di servizi a favore dei disoccupati disponibili al lavoro, di lavoratori in CIG e in Mobilità, di imprese (per un ulteriore dettaglio si rimanda all’allegato tecnico)..

Le sperimentazioni sono diventate elementi di orientamento per la formulazione delle scelte programmatiche del presente programma provinciale insieme, ovviamente, a quanto emerso dalla sperimentazione delle azioni a valere sulla Misura A2, POR, FSE Ob 3 del primo triennio di programmazione..

Le iniziative avviate di servizi di orientamento, di incontro domanda e offerta di lavoro, di ricollocazione, di inserimento in tirocini formativi sono state realizzate in sinergia con altre realtà progettuali predisposte nei diversi ambiti territoriali provinciali, in particolare quelle riferite alle iniziative europee Equal, Intereg, ed a valere su risorse programmate dal Ministero del Welfare e dell’Istruzione, dalla Regione Piemonte ed Enti locali.

Attraverso questi percorsi si sono andate rafforzando le reti e le collaborazioni a livello locale con soggetti operanti sui diversi territori quali il terzo settore, agenzie formative, scuole, associazioni di volontariato. I Centri per l’impiego hanno svolto una funzione di snodo e hanno rafforzato il ruolo di regia coordinando in prima persona le attività e collaborando attivamente in fase di progettazione ed in quelle successive di valutazione..

Obiettivo comune delle sperimentazioni avviate è stato quello di sviluppare servizi che siano sempre più rispondenti alle variegate esigenze espresse dalle persone che si rivolgono ai Centri per l’Impiego, attraverso un attento lavoro di ascolto individuale e di analisi delle caratteristiche peculiari dei gruppi-target resesi disponibili. E’ il caso delle sperimentazioni in ambito orientativo che in particolare ha visto l’attivazione di:

- azioni di counseling (bilancio di competenze), di breve durata (16 ore) rivolta a persone con una buona autonomia nella ricerca del lavoro che necessitavano di un accompagnamento per meglio precisare e costruire il proprio progetto lavorativo;

- workshop rivolti a giovani in obbligo formativo ed in uscita dal percorso scolastico al fine di aiutare le persone a costruire un

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corretto bilancio delle proprie attitudini, competenze ed aspirazioni fornendo al contempo informazioni aggiornate e puntuali sull’andamento del mercato del lavoro;

- percorsi finalizzato all’inserimento in tirocinio a favore di persone disabili;

- sportelli di orientamento per giovani in situazione di disagio scolastico ai quali è stata offerta un’attività orientativa individuale;

Emerge dall’attività di programmazione, svolta dai Centri per l’Impiego, una particolare attenzione nel realizzare iniziative a favore di fasce deboli (giovani a rischio di esclusione sociale, disabili, non comunitari, ex-detenuti). Le iniziative sono state accompagnate da azioni di sistema di tipo:

- informativo e promozionale;- di ricerca;- di costituzione di reti attraverso il coinvolgimento dei servizi

socio-assistenziali, aziende sanitarie locali, cooperative, organizzazioni sindacali, ecc.;

- di elaborazione di metodologie e strumenti spesso poi diffusi e adottati nelle diverse realtà dei Servizi per l’impiego.

Particolare attenzione è stata posta nella programmazione e sperimentazione di servizi alle imprese nella logica di incontro domanda-offerta di lavoro (inserimento lavorativo ed in tirocinio) che ha permesso di avviare:

- un processo di maggiore conoscenza del tessuto produttivo locale in termini di richieste di fabbisogni professionali;

- una promozione del servizio di pre-selezione offerto dai diversi Centri per l’Impiego.

Si segnala in questo senso:- l’attivazione di sportelli di incontro domanda-offerta per

reperire particolari professionalità per i comparti edili e dei servizi (turismo, ristorazione);

- la predisposizione dei piani di marketing che ha visto i diversi Centri per l’Impiego impegnati in una attività di reperimento risorse imprese;

- la messa a punto di un’efficace metodologia di visita presso le aziende nonché una modalità di individuazione delle aziende da visitare.

Sono inoltre state realizzate iniziative a favore di lavoratori provenienti da aziende in crisi in CIG e in mobilità. Obiettivi delle iniziative sono stati:

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- favorire e sostenere la ricollocazione di lavoratori esclusi dai cicli produttivi;

- raggiungere in modo efficace l’obiettivo della “ricollocazione” attraverso un processo guidato che accompagni e sostenga il lavoratore in CIGS o in mobilità nella ricerca di una nuova collocazione lavorativa;

- sperimentare tecniche e metodologie di outplacement.

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5. FINALITA’

Il presente Programma Provinciale è predisposto in attuazione delle Delibere della Giunta Regionale del 1 agosto 2005 n. 83-675 “Programma Operativo Regionale del Fondo Sociale Europeo per l’obiettivo 3, 2000/2006. Indirizzi relativi all’attuazione della Misura A2 per il periodo 2004/2006 e ripartizione delle relative risorse a favore delle Province piemontesi” e n. 74-566 “POR FSE Obiettivo 3, 2000-2006. Misura B1: inserimento lavorativo e reinserimento di gruppi svantaggiati. Indirizzi alle Province per la realizzazione delle Linee d’intervento 2, 4 e 5. Modalità di assegnazione delle risorse”.

A tal fine la Provincia di Torino, in linea con quanto previsto dal Complemento di Programmazione del POR OB.3 (D.G.R. 36-13007 del 12/07/04) prevede l’attuazione di interventi di politica attiva del lavoro suddivisi in tre tipologie di azioni:

a. Azioni rivolte a personeb. Azioni rivolte ad impresec. Azioni a favore di strutture e sistemi

6. DESTINATARI DELLA AZIONI

Il presente Programma si rivolge ai seguenti destinatari:

per la Misura A2 - “Azioni finalizzate a contrastare e prevenire la disoccupazione di lungo periodo”:

1) Giovani e adulti disoccupati immediatamente disponibili alla ricerca ed allo svolgimento di un’attività lavorativa;

2) Lavoratori occupati in cassa integrazione straordinaria e lavoratori occupati tramite contratti di lavoro non a tempo indeterminato;

3) Donne in reinserimento lavorativo;4) Imprese alla ricerca di forza lavoro, imprese in crisi con

eccedenze di manodopera;

per la Misura B1 – “Azioni finalizzate a sostenere l'occupazione di persone appartenenti a fasce deboli”:

1) Invalidi civili, di servizio e del lavoro, portatori di disabilità intellettiva e utenti psichiatrici che hanno particolari difficoltà a beneficiare dei meccanismi di collocamento mirato di cui alla legge 68/99;

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2) Detenuti ed ex detenuti; 3) Immigrati extracomunitari con particolari problematiche di

tipo individuale e/o sociale in carico ai servizi socio-assistenziali e sanitari;

4) Adolescenti e giovani a rischio di emarginazione sociale e devianza segnalati dai servizi sociali;

5) Tossicodipendenti e alcolisti 6) Persone oggetto di tratta 7) Imprese in cerca di professionalità.

7. LINEE GUIDA, PRIORITA’ ED AZIONI

Linee GuidaSulla base delle risultanze dell’analisi di contesto, in coerenza con gli indirizzi espressi dalla Giunta Regionale, è possibile definire alcune linee guida per la riprogrammazione del secondo triennio, rispetto alle quali formularne gli obiettivi operativi di intervento.In sintesi, tali linee sono ispirate al principio di sussidiarietà orizzontale e verticale e sono riconducibili ai seguenti aspetti:

A. Assumere la centralità dei bisogni dell’utente come principio di efficacia delle azioni di politica attiva

L’elevata differenziazione dei target di utenza e la diversità delle condizioni che caratterizzano le domande e i bisogni degli utenti (elementi rilevati in modo sostanzialmente unanime dagli operatori impegnati nella realizzazione delle azioni POR), pongono il tema della definizione di un modello di intervento e di strumentazioni metodologiche in grado di rispondere in modo efficace alla esigenza di differenziare i percorsi di supporto all’inserimento e re-inserimento lavorativo. Rispetto al modello adottato nella prima fase della programmazione, infatti, occorre procedere verso la flessibilizzazione e, soprattutto, la differenziazione degli strumenti di intervento.

B. Finalizzare le azioni agli obiettivi di empowerment sociale e di sostegno all’inserimento lavorativo dei soggetti deboli sul mercato del lavoro.

L’attuazione del programma nel primo triennio ha messo in luce la necessità di considerare le azioni previste dalle misure del POR relative alla lotta alla disoccupazione nel più complessivo quadro delle politiche di sviluppo sociale a livello territoriale. Una considerazione che collochi gli strumenti del POR nell’alveo esclusivo delle politiche attive del lavoro, infatti, non consente di cogliere la complessità e varietà delle situazioni che connotano le

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tipologie di utenza prevalentemente coinvolte nel programma. In riferimento al contesto sociale, gli interventi assumono una più generale valenza di “empowerment sociale”, inteso come processo che tende a responsabilizzare e supportare i soggetti coinvolti ad essere attori dello sviluppo personale, anche attraverso la definizione di un progetto di (re)inserimento lavorativo. Al fine di assicurare il coordinamento delle politiche pubbliche il presente Programma viene implementato in stretta connessione con il “Programma Triennale di politiche pubbliche di contrasto alla vulnerabilità sociale ed alla povertà”, che la Provincia di torino sta approntando.

C. Finalizzare gli interventi orientativi all’incontro con il mercato del lavoro e potenziare la componente di servizio alle imprese

Si ritiene opportuno, in questa fase, sottolineare la finalità complessiva delle azioni di politica attiva del lavoro finanziate con il presente programma, e regolarne la struttura in modo coerente. Occorre mettere in campo azioni di servizio alle imprese e di accompagnamento dei percorsi di orientamento che consentano di creare le condizioni necessarie per l’inserimento e/o il reinserimento lavorativo dei soggetti destinatari degli interventi, attraverso esperienze dirette in azienda.Occorre inoltre mantenere all’interno del programma provinciale una quota di risorse destinate a finanziare interventi rivolti alle imprese al fine di potenziare il ruolo che i Centri per l’Impiego hanno nell’ambito delle politiche attive del lavoro. D. Rafforzare il ruolo dei partenariati territoriali per il

lavoroOccorre potenziare lo strumento delle partnership territoriali introducendo alcune innovazioni che ne sviluppino l’efficacia. E’ stato infatti rilevato, in sede di valutazione della prima programmazione, come i partenariati territoriali per il lavoro siano stati letti in prevalenza come generatori di partnership attuative dei progetti. Nella programmazione del secondo triennio dovrà essere maggiormente rimarcato il concetto di partenariato socio-economico territoriale. Ciò potrà essere favorita anche attraverso l’implementazione di azioni di sistema.

E. Prevedere la complementarietà delle risorse Le risorse del presente Programma sono da considerarsi complementari ad altre iniziative di sviluppo locale presenti sul territorio provinciale. Nello specifico delle persone con disabilità all’interno della Misura B1 si sottolinea che la progettualità deve tener conto delle risorse che ricadono su questo target da altre

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fonti. In particolare quelle del Fondo Nazionale Disabili e quelle del Fondo Regionale disabili. La prospettiva per quanto riguarda gli interventi sulle fasce deboli è quella di agganciare la nuova programmazione POR 2004-2006 ai Piani di Zona.

Ambiti di interventoPer quanto attiene all’architettura generale del sistema, si prevede la seguente articolazione di ambiti di intervento prioritari:

1) Servizi e azioni specialistiche a carattere prevalentemente individualizzato (e “a sportello”) a supporto della ricerca attiva di lavoro per soggetti rientranti nei target previsti dalle misure. Questa modalità di intervento si caratterizza come attività a prevalente domanda individuale e per l’adozione di metodologie di supporto alla ricerca di impiego basate su progetti lavorativi individuali. Tali attività si integrerebbero, nelle modalità di gestione, con le attività dei CPI;

2) Progetti integrati di sostegno all’inserimento lavorativo, finalizzati al recupero dell’occupabilità dei soggetti coinvolti e articolati per specifici target e gruppi di utenti con specifiche situazioni di debolezza sul mercato del lavoro, in particolare adulti disoccupati di lunga durata, donne in reinserimento lavorativo, disabili ed extracomunitari con particolari difficoltà di inserimento. Questa modalità di intervento consentirà di definire, sulla base delle condizioni del mercato del lavoro locale, modelli di intervento che, basati sul modello del sostegno orientativo e del supporto al rafforzamento dell’occupabilità, assumano modelli e strumenti adatti ai target coinvolti.Nell’implementazione dei progetti di cui al punto 1) e 2) verranno considerate le possibili integrazioni e sinergie con programmi di intervento attivati a livello locale e saranno caratterizzati sotto il profilo metodologico dall’adozione di un modello di “case management”, oltre che da standard di gestione dei progetti definiti;

3) Progetti e servizi a supporto del placement e dell’out placement degli occupati a rischio di licenziamento (CIGS e lavoratori precari). La rilevanza delle situazioni di crisi aziendali in Provincia pone con urgenza la necessità di approntare strumenti di intervento a sostegno della ricollocazione dei lavoratori espulsi o a forte rischio di espulsione dai processi produttivi. Tali progetti e servizi si caratterizzeranno sia come interventi mirati a singoli o gruppi di lavoratori, sia come interventi a sostegno di situazioni specifiche aziendali e di comparto.

4) Azioni di sistema a supporto dei programmi

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Al fine di garantire la massima diffusione e promozione dei programmi, nonché una progettazione integrata degli interventi, verranno attivate azioni di sistema mirate a sostenere ed attivare una serie di Gruppi integrati interistituzionali ed interprofessionali, nonché azioni per il monitoraggio e la valutazione del Programma. La Provincia promuove inoltre azioni di sostegno alla costituzione ed al consolidamento di strutture integrate di partenariato, anche attraverso l’ausilio di una struttura tecnica-programmatica a supporto della programmazione e gestione degli interventi promossi dal Programma.

5) Presa in conto dell’obiettivo trasversale riferito alle pari opportunità: In coerenza con quanto previsto dal QCS Ob. 3, e dai conseguenti documenti di programmazione regionali (POR e CdP), l’implementazione dei programmi dovrà porre particolare attenzione al problema delle donne in reinserimento lavorativo. Al fine di rispettare la trasversalità suddetta, oltre a ipotizzare azioni specifiche per tale target, si prevede che nell’ambito di ciascun obiettivo prioritario dovrà essere garantita una presenza femminile significativa (cfr. indicatori - Allegato tecnico). I dati di contesto mostrano infatti che il problema della disoccupazione femminile sul territorio provinciale assumono una valenza rilevante (7.4% per le donne rispetto al 5,1% per gli uomini) e pertanto occorre intervenire con un apporto significativo in termini di servizi e risorse. Appare inoltre necessaria la possibilità di poter accompagnare, anche in questo secondo triennio di programmazione, i percorsi rivolte alle donne con carichi di cura familiare con lo strumento del voucher di conciliazione, finanziato dalla Misura E1 Linea di intervento 1. Attualmente le regole di gestione adottate consentono alla Provincia l’assegnazione dei voucher entro il 31/06/2006, lasciando un arco temporale di azione limitato rispetto alla durata del presente Programma.La Provincia si impegna inoltre a realizzare le attività previste dal presente Programma in sinergia con gli indirizzi del programma provinciale 2006-2009 riferito alle pari opportunità.

Obiettivi prioritariNel quadro delle riflessioni e delle linee guida sopra illustrate, è possibile individuare in modo schematico l’articolazione complessiva degli obiettivi prioritari e delle azioni che verranno perseguite nel secondo triennio 2004-2006 in Provincia di Torino.

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Misura A2 Obiettivi Prioritari

Azioni finalizzate a contrastare e prevenire

la disoccupazione di lungo periodo –

(Misura A2)

1. rafforzata autonomia sul mercato del lavoro delle persone in cerca di occupazione;

2. rafforzato livello di occupabilità di persone in cerca di lavoro

3. reinserite al lavoro persone che hanno perso lavoro o a rischio di disoccupazione

4. stabilizzati rapporti di lavoro precari5. specializzati servizi alle imprese 6. finalizzate azioni di sistema

AZIONI - MISURA A2

Obiettivo Target Azioni Destinatari triennio

Tot. Costi/trienn

ioTOTALE

GENERALE

1) Rafforzata autonomia individuale

Tutti i target previsti dalla Misura (ad eccezione delle imprese)

1.01) Informazioni orientative 4.800 134.400,00

2.243.200,00

1.02) tecniche di ricerca del lavoro 2.133 358.400,00

1.03) Consulenza orientativa 4.000 1.232.000,00

1.04) Valutazione individuale e bilancio delle competenze

1.067 518.400,00

2) Recuperata occupabilità

- Soggetti deboli disoccupati da più di 12 mesi- Donne in rientro lavorativo

2.01) Valutazione e individuazione percorso

2.100 444.675,00

4.562.675,00

2.02) Rinforzo competenze individuali 1.100 880.000,00

2.03) Ricerca risorse (imprese) per tirocinio 627.000,00

2.04) Tutoraggio tirocinio 1.100 385.000,00

2.05) Sussidio 795 2.226.000,00

3) Reinserite di persone a rischio di

disoccupazione o che hanno

perso il posto di lavoro

(Ricollocazione)

Lavoratori licenziati o a rischio licenziamento

3.01) Orientamento: (rimotivazione del lavoratore; definiz. Profilo prof; analisi rinforzo competenze; rinforzo competenze; definizione del progetto prof.; acquisizione tecnice di ricerca del lavoro) 2.160 3.240.000,00 5.760.000,0

03.02) Ricollocazione: (ricerca e individuazione delle opportunità professionali, sostegno nella ricerca del lavoro, supporto inserimento)3.03) Sussidio 900 2.520.000,00

4) Sostegno alla

Lavoratori non occupati a

4.01a) Orientamento: (rimotivazione del 876 1.312.217,00 2.434.000,0

0

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stabilizzazione tempo indeterminato

lavoratore; definiz. Profilo prof; analisi competenze; rinforzo competenze; definizione del progetto prof.; acquisizione tecnice di ricerca del lavoro)4.01b) Stabilizzazione: (ricerca e individuazione delle opportunità professionali, sostegno nella ricerca del lavoro, supporto inserimento)4.02) Sussidio 400 1.121.783,00

6) Finalizzate azioni di sistema

6.01) Azioni di monitoraggio e valutazione degli interventi previsti dal programma6.03) Azioni di sostegno alla costituzione ed al consolidamento di strutture integrate di partenariato

1.299.521,49

TOTALE 16.299.396,49

Il presente Programma prevede inoltre, in coerenza con quanto stabilito dalla DGR. del 1 agosto 2005 n. 83-675, la possibilità di intervenire utilizzando anche le risorse residue del precedente triennio di programmazione. Non essendo ad oggi terminate tutte le azioni del precedente triennio è stato possibile contabilizzare solo parte dei residui a valere sulla Misura A2, pari a € 5.300.000,00. Il 74% di tale somma viene pertanto destinata a finanziare gli incentivi alle imprese che assumono i lavoratori rientranti nel presente programma e nello specifico:

Obiettivo Target Azioni Destinat

ari triennio

Tot. Costi/triennio

2) Recuperata occupabilità

- Soggetti deboli disoccupati da più di 12 mesi- Donne in rientro lavorativo

2.06) Incentivi alle assunzioni 310

1.950.000,00 (residui 2001-

2003)

4) Sostegno alla

stabilizzazion

Lavoratori non occupati a tempo

4.03) Incentivi alle assunzioni

433 1.950.000,00 (residui 2001-

2003)

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e indeterminato

TOTALE3.900.000,00(residui 2001-

2003)

Il restante 26% dei residui attualmente contabilizzati viene destinato per finanziare le seguenti azioni a favore delle imprese

Obiettivo Target Azioni Tot. Costi/triennio

5) Specializzati servizi alle

imprese

- Imprese in cerca di professionalità- Imprese con eccedenza di manodopera

5.01) servizi innovativi offerti a imprese

(sportelli specialistici, eventi ad hoc, ecc.)

700.000,00 (residui 2001-

2003)

5.02) azioni rivolte al miglioramento del

matching domanda/offerta di

lavoro

700.000,00 (residui 2001-

2003)

---------------------------

Misura B1 Obiettivi prioritariAzioni finalizzate

sostenere l'occupazione di

persone appartenenti a fasce deboli – (Misura B1)

1. Valutata occupabilità (disabili)2. Rafforzata occupabilità (disabili)3. Ricollocazione (disabili) 4. Rafforzata occupabilità (altre target

deboli)5. Realizzato raccordo interistituzionale

AZIONI - MISURA B1

Obiettivo Target Azioni Destinat

ari triennio

Tot. Costi/trien

nio

TOTALE GENERAL

E

1) Valutata occupabilità

Disabili in cerca di lavoro

1.01) Servizi specialistici standard alle persone disabili

2.000 400.000,00 400.000,00

2) Rafforzata occupabilità

(disabili)

Disabili in cerca di lavoro

2.01) Valutazione, individuazione percorso individuale

900 2.704.500,00

2.704.500,00

2.02) Rinforzo competenze individuali2.03) Ricerca risorse (imprese) per tirocinio

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2.04) Tutoraggio tirocinio

3) Ricollocazion

e

Disabili licenziati o a rischio licenziamento

3.01a) Orientamento: (rimotivazione del lavoratore; definiz. Profilo prof; analisi competenze; rinforzo competenze; definizione del progetto prof.; acquisizione tecnice di ricerca del lavoro) 207 372.008,00 574.200,0

03.01b) Ricollocazione: (ricerca e individuazione delle opportunità professionali, sostegno nella ricerca del lavoro, supporto inserimento)

3.02) Sussidio 72 202.192,00

4) Rafforzata occupabilità (altre fasce

deboli)

- Giovani a rischio -- Detenuti ed ex detenuti- Disoccupati non comunitari- Persone oggetto di tratta- Tossicodipendenti ed alcolisti

4.01) Progetti sperimentali locali 1010 1.490.107,5

03.690.207,

50

4.02) Sussidio 500 1.400.000,00

4.03) Incentivi alle assunzioni 127 800.100,00

5) Realizzato raccordo

interistituzionale

5.01) Assistenza tecnica al Programma5.02) Azioni di raccordo permanente tra i diversi attori che operano nei confronti delle categorie svantaggiate al fine di favorire la definizione di buone prassi e di percorsi integrati di intervento

642.048,94

TOTALE 8.010.956,44

Il presente Programma prevede inoltre, in coerenza con quanto stabilito dalla DGR. del 1 agosto 2005 n. 74-666, la possibilità di

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intervenire utilizzando anche le risorse residue del precedente triennio di programmazione. Non essendo ad oggi terminate tutte le azioni del precedente triennio non è stato possibile contabilizzare i residui a valere sulla Misura B1.Tali residui saranno oggetto di successiva programmazione all’interno del programma.

8. ARTICOLAZIONE TERRITORIALE DELLE RISORSE E DELLE AZIONI

Le azioni del Programma e le risorse necessarie per realizzarle sono distribuite secondo i seguenti territori provinciali1:

1. Torino: territorio cittadino corrispondente al CPI2. Zona Sud: cpi Moncalieri, Chieri3. Zona Ovest e Val Susa: Cpi Rivoli, Venaria e Susa4. Zona Sud-Ovest: Cpi Pinerolo e Orbassano5. Zona Nord: Cpi Ciriè, Settimo e Chivasso6. Canavese: Cpi Ivrea e Cuorgnè

Le articolazioni territoriali passano da 8 della programmazione precedente a 6 (sono accorpati ad altri i territori dei CPI di Orbassano e Ciriè che erano autonomi).Per programmi specifici, od interventi su particolari target potrà essere definita una diversa articolazione territoriale rispetto a quella indicata.

9. INCENTIVI E SUSSIDIPer i soggetti scarsamente occupabili e con gravi difficoltà, oggettive e soggettive, a trovare un’occupazione, è previsto un sostegno al reddito di importo non inferiore a 450 euro mensili per sei mesi, non prorogabili. Le imprese che assumono soggetti che versano in condizioni di particolare difficoltà possono ottenere i seguenti incentivi:

- Euro 6.300,00 per un assunzione a tempo indeterminato;- Euro 1.800,00 per un assunzione a tempo determinato di

durata non inferiore a 12 mesi, in caso di trasformazione del contratto entro i primi 12 mesi di assunzione l’impresa può chiedere l’erogazione della restante parte del contributo pari a euro 4.500,00;

1 Le articolazioni territoriali passano da 8 della programmazione precedente a 6 (sono accorpati ad altri i territori dei CPI di Orbassano e Ciriè che erano autonomi).

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- Euro 4.500,00 in caso di trasformazione di contratti da tempo determinato (o contratti a progetto in contratti) a tempo indeterminato;

La Provincia si avvale per l’attività di gestione amministrativa-contabile dei predetti sussidi alle persone, nel quadro delle possibilità previste dal POR, di un idoneo ente strumentale della Regione ovvero altro ente pubblico, al quale la Provincia fornirà le necessarie indicazioni relative ai destinatari sulla base dei criteri di assegnazione da essa stabiliti. Gli incentivi alla imprese per assunzioni o stabilizzazioni saranno erogati direttamente dalla Provincia.

10. PIANO FINANZIARIO

L’ammontare delle risorse del Programma, sono le seguenti:

MISURA A2 TOTALE RISORSE%

sul totale 2004-2006

Linea di intervento 3: “Servizi di incontro tra domanda e offerta”

Servizi alle persone € 4.194.875,00 25,74%Azioni di sistema € 1.299.521,49 7,97%

Linea di intervento 4: “Progetti integrati di inserimento e reinserimento lavorativo”

Servizi alle persone € 4.937.217,00 30,29%Sostegno al reddito € 5.867.783,00 36,00%

TOTALE € 16.299.396,49 100,0%Linea di intervento 4: “Progetti integrati di inserimento e reinserimento lavorativo”Incentivi alle imprese € 3.900.000,00

(residui 2001-2003) 73,58%

Servizi alle Imprese € 1.400.000,00 (residui 2001-2003) 26,42%

TOTALE € 5.300.000,00 (residui 2001-2003) 100,0%

TOTALE MISURA A2

€ 21.599.396,49 -

MISURA B1 TOTALE RISORSE%

sul totale 2004-2006

Linea di intervento 2: “Servizi di incontro tra domanda e offerta”

Servizi alle persone € 2.264.500,00 28,27%Linea di intervento 4: “Azioni complementari di supporto al raccordo interistituzionale”

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Azioni di sistema 642.048,94 8,01%Linea di intervento 5: “Azioni per l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati”

Servizi alle persone € 2.702.115,50 33,73%Sostegno al reddito € 1.602.192,00 19,99%

Incentivi alle imprese € 800.100,00 9,99%TOTALE MISURA

B1€ 8.010.956,44 100,0%

TOTALE PROGRAMMA PROVINCIALE

€ 29.610.352,093 100%

Eventuali ulteriori risorse residue del precedente triennio di programmazione andranno, in coerenza con quanto disposto dagli indirizzi regionali, ad integrare le risorse del presente Programma e saranno oggetto di successiva programmazione.

11. DISPOSIZIONI FINALI

Gli obiettivi prioritari definiti saranno attuati attraverso l’implementazione di azioni di servizio promosse dai Centri per l’impiego e di seguito descritte.La Provincia realizza tali azioni prendendo quale riferimento minimo il “Catalogo regionale dei servizi e degli strumenti” e si impegna altresì a comunicare alla Direzione Regionale al Lavoro eventuali servizi e strumenti ulteriori che si renderanno necessari nello svolgimento delle azioni al fine di consentire l’aggiornamento dell’esistente repertorio.

Fermo restando il rispetto di quanto previsto nelle linee di indirizzo e nelle relative priorità, il numero dei destinatari indicato per ogni obiettivo potrà subire variazioni derivanti dalla reale incidenza dei costi e delle durate dei servizi, che nel programma sono stati assunti come standard.

La definizione dei provvedimenti di attuazione, che non comportano una modifica ed integrazione degli indirizzi espressi della presente delibera, sono demandati al Direttore dell’Area Lavoro e Solidarietà Sociale.

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