Progetto EGO Enterprise Gender Oriented) 2012 pc.pdf · Linguaggio sessuato: nuova coscienza...
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Studi di genere
• il sesso (sex) è un corredo genetico: caratteri biologici, fisici e anatomici che differenziano maschio/femmina
• il genere (gender) è una costruzione culturale: un insieme di comportamenti che danno vita allo status di uomo/donna
• Il genere è un sistema di ruoli storicamente determinati dal contesto sociale, culturale, politico ed economico e attribuiti a donne e uomini
• Il genere è un carattere appreso e non innato.
• La diversità, quando non produce discriminazioni, genera integrazione e ricchezza.
• La differenziazione tra ruoli maschili e femminili è spesso influenzato da stereotipi e luoghi comuni
• Contrastare gli stereotipi è l’obiettivo della politica di genere
Il concetto di ruolo
Contrastare gli stereotipi =
PARI OPPORTUNITA’ • Nella legge • Nella famiglia • Nello sport • Nel lavoro • Nella lingua
• Costituzione Italiana - Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
• Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (2000) Art. 21 È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul
sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali.
• Trattato di Amsterdam (1997) (stralcio) Art. 2 “La Comunità ha il compito di promuovere ….la parità tra uomini e donne,
• E' giusto fissare un 30%, un 20% o un 50%?
QUOTE ROSA = quote minime di presenza femminile all'interno degli organi politici istituzionali elettivi e non
A fronte di un’ascesa in ruoli, carriere, professioni e visibilità delle donne non esiste un’adeguata trasformazione della lingua, che usa il maschile attribuendogli una falsa neutralità.
DIRETTIVA PRODI
1997
Linguaggio sessuato: nuova coscienza linguistica finalizzata a
riconoscere la piena dignità, parità, importanza del genere femminile
ORIENTAMENTO NAZIONALE
LINGUAGGIO QUOTIDIANO La grammatica italiana è chiara. I nomi che indicano esseri viventi sono mobili: hanno cioè una forma maschile e una femminile. La forma femminile si presenta con la desinenza a – essa – trice –ina per es. maestra – dottoressa – attrice - eroina.
E’ solo questione di ABITUDINE alle parole nuove.
maestra, monaca, deportata suonano bene, Perché
ministra, sindaca, prefetta, questora, deputata
suonano male?
si declina al femminile un contenuto semantico per tradizione associato al maschile
questo crea sconcerto
Alma Sabatini: «Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana» (1986; 1993) Promosso dalla Presidenza del Consiglio e dalla Commissione per la parità e per le pari opportunità.
Il termine “uomo” o “uomini” è ammesso quando è sinonimo “genere umano”
Sono dunque ammesse espressioni come:
a passo d’uomo, a misura d’uomo
il cane è il migliore amico dell’uomo il lavoro nobilita l’uomo
l’uomo è un animale sociale l’uomo di Neanderthal.
TERMINE UOMO
MA SOSTITUIRE
uomini d’affari = imprenditori uomini politici = politici
uomini di scienza = scienziati uomini di lettere = letterati
uomini primitivi = popoli primitivi
il corpo dell’uomo = il corpo umano l’uomo della strada = la gente comune
EVITARE
l’uso del maschile come genere non marcato No «i diritti dell’uomo» - ma «i diritti della persona o diritti umani»
No “caccia all’uomo” – Meglio “caccia all’individuo” No «i Romani» – Meglio “il popolo romano”
L’articolo con i cognomi femminili
Hack e non la Hack, Così come Rubbia e non il Rubbia
La duplicazione i cittadini e le cittadine
i lavoratori e le lavoratrici
FORMAZIONE DEL FEMMINILE:
- i termini -o, - aio/-ario, -iere mutano in -a, - aia/-aria, -iera es. architetta, avvocata, chirurga, ministra, primaria, notaia, portiera, ecc.
- i termini in -sore mutano in –sora. es. assessora, difensora, evasora, oppressora, ecc. Evitare il suffisso -essa, in molti casi ancora negativamente connotato (avvocatessa); Si può fare un’eccezione per professoressa, dottoressa, che ormai vengono usati non in senso dispregiativo. - i termini in -tore mutano in –trice. es. ambasciatrice, direttrice, ispettrice, redattrice, senatrice, accompagnatrice (eccezione questora)
NEI SEGUENTI CASI SI HA SOLO
L’ANTEPOSIZIONE DELL’ARTICOLO FEMMINILE:
- termini in -e o in –a. es. generale, maggiore, parlamentare, preside, ufficiale, vigile, interprete, presidente, etc.; poeta, profeta, ecc.
- forme italianizzate di participi presenti latini. es. agente, inserviente, cantante, comandante, tenente, ecc.
- composti con capo-. es. capofamiglia, caposervizio, capo ufficio stampa, ecc.
CACCIA ALL’ERRORE
‘Il giudice di Parmalat: siamo più brave’ (Corriere della Sera, 8.12.07)
‘Il marito dell'assessore sarà presidente’ (La Repubblica, 10.3.2005)
‘Il Sindaco di Cosenza: aspetto un figlio! (La Repubblica, 10.8.2005).
Riferimenti
h8p://it.wikipedia.org/wiki/Studi_di_genere h8p://it.wikipedia.org/wiki/Pari_opportunit%C3%A0 h8p://www.pariopportunita.gov.it/index.php/norma4va-‐nazionale h8p://ec.europa.eu/dgs/transla4on/rei/documen4/rete/neutralitagenere.pdf h8p://www.funzionepubblica.gov.it/media/.../linguaggio_non_sessista.pdf h8p://www.noidonne.org/ar4colo.php?ID=01578