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Genova, 7/09/2013 PROGETTO DI RICERCA SUI MECCANISMI MOLECOLARI DELLA FIBRODISPLASIA OSSIFICANTE PROGRESSIVA: aggiornamenti e proposte Con il contributo dell’Associazione FOP Italia Gruppo di Ricerca Dott.ssa Renata Bocciardi, ricercatore universitario, Università di Genova Dott.ssa Francesca Giacopelli, assegnista di ricerca, Università di Genova Dott.ssa Laura Tonachini, assegnista di ricerca, Università di Genova Serena Cappato, dottoranda, Università di Genova DiNOGMI - Università di Genova e CEBR U.O.C. Genetica Medica - Ist. G. Gaslini Direttore Prof. Roberto Ravazzolo

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  • Genova, 7/09/2013

    PROGETTO DI RICERCA SUI MECCANISMI MOLECOLARI DELLA FIBRODISPLASIA OSSIFICANTE PROGRESSIVA: aggiornamenti e proposte

    Con il contributo dell’Associazione FOP ItaliaGruppo di Ricerca

    Dott.ssa Renata Bocciardi, ricercatore universitario, Università di GenovaDott.ssa Francesca Giacopelli, assegnista di ricerca, Università di Genova

    Dott.ssa Laura Tonachini, assegnista di ricerca, Università di GenovaSerena Cappato, dottoranda, Università di Genova

    DiNOGMI - Università di Genova e CEBR

    U.O.C. Genetica Medica - Ist. G. Gaslini

    Direttore Prof. Roberto Ravazzolo

  • � FOP, infiammazione e sistema immunitario innatoRegolazione dell’espressione del gene ACVR1 nelle cellule del sistema immunitario

    (sia in vitro in modelli cellulari selezionati che in vivo)Studio del differenziamento delle cellule del sistema immunitario innato (iPS pz vscellule di controllo)

    � Screening di composti con potenziale effetto farmacologico, messa a punto saggi funzionali

    � Studio dei fattori e dei meccanismi molecolari cheintervengono nella regolazione dell'espressione del gene ACVR1

  • Studio della regolazione genica di ACVR1

    Regione del promotore

    ATG STOP

    5’UTR 3’ UTRRegione codificante la proteina

    mRNA 1

    mRNA 2

    trascrizione

    traduzione

    proteina

    Regolazione trascrizionale• Sequence 5’UTR• Promoter• Enhancers/silencers

    Regolazione Post-transcriptionale�Splicing�mRNA stabilità�Small RNA�Effetto sulla traduzione

    Ruolo del 3’UTR e dei microRNA

    Identificazione del promotore & analisi funzionale

    Ruolo delle sequenze5’UTR in corso

  • Progetto ENCODE

    UCSC Genome Browser, http://genome.ucsc.edu

    EGR1

    PU.1/SPI1

    ZBTB7A

    HEY-1

  • Genova, 7 Settembre 2013 - Laura Tonachini

  • Effetto sull’attività del promotore di ACVR1 (luciferasi)

    � Abbiamo generato una linea cellulare stabilmentetrasfettata esprimente il gene reporter dellaluciferasi sotto il controllo dell’intera regione del promotore di ACVR1.

    � Linea cellulare utilizzata: ATDC5 (topo).

    � Selezione di diversi cloni.

    � Sistema adattato alle piastre da 96.

    � Screening library Enzo-Life Sciences-The Screen-WellTMEpigenetics Library (43 composti in 10mM DMSO – a 80°C)

    “Allenamento tecnico” indispensabile per affrontare lo screening su larga scala (Prestwick Chemical Library® 1200 composti)

  • Effetto sull’attività del promotore di ACVR1 (attività luciferasica)

    Molecole candidate(curve dose- risposta)

    Saggi di secondo livello(effetto sul differenziamentocellulare in coltura e sullaformazione di osso ectopicoin vivo in modelli murini)

    Effetto sull’mRNA endogenodi ACVR1 (RT-qPCR)

    Effetto sul BRE-LUC reporter gene (+/- BMP)

    Schema di lavoro :

  • PROTOCOLLO EPI LIBRARY : CLONI ATDC5-Pr2.9 ACVR1

    � Giorno 0 - Piastratura in terreno di deplezionesenza siero in piastra multi pozzetto da 96

    � Giorno 1 - Trattamento:

    Dalla piastra della library (conservata -80°C) prelevo 2 µl per ciascun composto (alla concentrazione scelta) e li aggiungo alla piastra da 96 pozzetti contenente 200 µl di terreno (diluizione 1:100).

    Per ciascuna fila di composti preparo due file (ogni composto in doppio).

    Rimuovo il terreno dalle cellule e lo sostituisco con quello fresco contenente i composti della library alla diluizione scelta. Lascio incubare i composti con le cellule per 24h.

    � Giorno 2 - Lavo con PBS e liso con “Cell culture Lysis Buffer” (Promega) per il saggio luciferasico

    Lettura luminometrica con Glomax

  • TrichostatinA

    Pyridinecarboxylic acid

    GarcinolSplitomi

    cinBML-210

    Apicidin

    Suberoyl bis-

    hydroxamic acid

    Scriptaid

    Nullscript

    Azadeoxycytidine

    Zebularine

    SAHA

    Isonicotinamide

    ITSA-1Phenylbutyrrate

    -Na

    Tranylcyprominehemisul

    fat

    Valproicacid

    EX-527Resvera

    trolM-344

    Nicotinamide

    BML-266

    Piceatannol

    FluoroSAHA

    Valproicacid

    hydroxamate

    AGK2Salermi

    deMC-1293

    Anacardic Acid

    B2BIX-

    01294-3HCl

    Butyrolactone 3

    CTPBOxamfla

    tinSirtinol

    Suramin-6Na

    BML-278

    NCH-51 CI-994NSC-3852

    Aminoresveratrol sulfate

    BML-281

    Triacetylresvera

    trolDMSO DMSO DMSO DMSO DMSO

    Come si presenta la piastra…

  • Grafico risultati trattamento con Epigenetic Library

    (20 µM)

  • Lista dei composti aventi un effetto sul nostro promotore

  • Molecole candidate(curve dose- risposta)

  • I composti da noi selezionati hanno un effetto sulla vitalità cellulare?

    Sono tossici o ben tollerati dalle cellule?

  • One Glo + Tox (Promega)

  • ONE GLOControllando effetto sulla vitalità cellulare, API e TSA non hanno confermato effetto inibitorio mentre RESVERATROLO confermato sempre attivatorio :

    Ci siamo concentrati su quest’ultima sostanza!

  • Effetto sull’attività del promotore di ACVR1 (attività luciferasica)

    Molecole candidate(curve dose- risposta)

    Saggi di secondo livello(effetto sul differenziamentocellulare in coltura e sullaformazione di osso ectopicoin vivo in modelli murini)

    Effetto sull’mRNA endogenodi ACVR1 (RT-qPCR)

    Effetto sul BRE-LUC reporter gene (+/- BMP)

    Schema di lavoro :

    TOSSICITA’

    RESVERATROLO

  • Curva dose risposta resveratrolo 3 cloni promotore (ONEGLO+Tox)

    I tre cloni mostrano massimo effetto del resveratrolo sull’attività del promotore a 20µµµµM

  • Effetto sull’attività del promotore di ACVR1 (attivitàluciferasica)

    Molecole candidate(curve dose-risposta)

    Saggi di secondo livello(effetto sul differenziamentocellulare in coltura e sullaformazione di osso ectopicoin vivo in modelli murini)

    Effetto sull’mRNA endogenodi ACVR1 (RT-qPCR)

    Effetto sul BRE-LUC reporter gene (+/- BMP)

    Schema di lavoro :

  • Effetto del trattamento del RESVERATROLO sull’mRNA di ACVR1

    Riassunto esperimenti RT/qPCR

    In media 100µM attiva 3 volte, 10µM attiva 5/6 volte.

  • Anche il T-resveratrolo sembra promettente : curva dose risposta 3 cloni promotore (Kit ONEGLO+Tox)

    Attivatorio da 10 a 200µM di circa 2 volte : proveremo l’effetto sull’endogeno

  • ResveratrolResveratrolA A PhytochemicalPhytochemical With Health Benefits With Health Benefits

    Found in Red WineFound in Red Wine

    ��AntoxidantAntoxidant activityactivity

    ��Cancer inhibitionCancer inhibition

    ��CholestrolCholestrol regulation regulation

    ��AntiAnti--inflammatoryinflammatory

  • Osteogenic effects of resveratrol in vitro: potential for the prevention and treatment of osteoporosis

  • BRE : CASCATA DI SEGNALAZIONE DELLE BMP

    Inibitori

    extracellulari

    Pseudo

    recettori

    BRE

    LUCIFERASE

    Inibitori intracellulari

    Sono state generate ATDC5 stabilmente trasfettate con l’elemento BRE (BoneResponsive element) a monte del gene Luciferasico.(Serena)

    Dei 52 cloni generati, 5 sono stati selezionati per:

    �L’attività luciferasica in condizioni basali

    �Il livello di attivazione in seguito a trattamento

    con BMP2 (50 ng/ml)

    �Segnale stabile nel tempo

    BRE-Luc clones

    0

    1

    2

    3

    4

    5

    6

    7

    8

    9

    10

    11

    12

    13

    14

    NT

    + BMP2

    NT 1 1 1 1 1 1

    + BMP2 3,59033831 6,01812938 2,91624767 9,39345709 4,74670565 6,09387091

    H13 F2 H7 B3 g9 E7

    I cloni H13 e B3 sono stati utilizzati per gli esperimenti successivi

  • Effetto sul BRE-LUC reporter gene (+/- BMP)Anche con il “sistema BRE”si conferma realmente attivatorio (kit ONEGLO) solo il RESVERATROLO !

  • Le modulazioni inibitorie o attivatorie che osserviamo sul promotore di ACVR1 corrispondono

    ad effetti biologici sul differenziamento condrogenico?

    Necessario avvalersi di test di secondo livello per verificare una correlazione tra la modulazione del promotore del nostro gene e una reale modifica

    del pattern differenziativo atteso.

  • Differenziamento condrogenico

    Da provare : Pellet (tridimensionale)

    � Cellule coltivate in adesione, si staccano con tripsina e si trasferiscono in provette da 15ml.

    � Si centrifugano per favorire la formazione del pellet.

    � Si coltivano in 1 ml di terreno condrogenico : DMEM/αMEM, 5%FCS, TGFβ3, dexametasone, ac.ascorbico, ITS per 21/28 giorni (in presenza/assenza sostanze selezionate)

    � Estrazione RNA e valutazione espressione marker condrogenici

    Saggi di secondo livello(effetto sul differenziamento cellulare in coltura e sullaformazione di osso ectopico in vivo in modelli murini

  • Blu di Blu di

    toluidinatoluidinaCollageno Collageno

    tipo IItipo II

    COLORAZIONI ISTOLOGICHE/

    IMMUNOISTOCHIMICA

    REAL TIME PCR : espressione mRNA

    marker condrogenesi

    COLLAGENO II

    SOX9

    ALP

    TEST

  • Serena Cappato

    Dottorato di Ricerca in Genetica, Indirizzo: Clinica, genetica e Immunologia delle Malattie dell’Età EvolutivaProgetto

    “Fibrodisplasia Ossificante Progressiva: meccanismi di regolazione del gene ACVR1 e approccio terapeutico”

    � Screening di composti con potenziale effetto farmacologico

    � FOP e sistema immunitario innato: generazione di cellule iPS da pazienti affetti da FOP e individui di controllo

  • Prestwick Chemical Library - 200 composti approvati dalla FDA (15 piastre da 96 pz alla concentrazione di 10 mM in un volume di 100 µl)

    Obiettivo:Individuare composti chimici con potenziale effetto farmacologico

    sull’espressione di ACVR1

  • COME ABBIAMO LAVORATO?

    - Screening su cellule ATDC5 trasfettate stabilmente con il promotore di ACVR1 (PromACVR1/Luc)

    - Analisi effettuata a due concentrazioni (20 µµµµM e 2 µµµµM)

    - Valutazione della tossicità dei composti

    Obiettivo:Individuare composti chimici con potenziale effetto farmacologico

    sull’espressione di ACVR1

  • 20µµµµM

    DMSO

    RESVERATROLODMSO

    2µµµµM

    DIPYRIDAMOLE

    Schema di lavoro

    Luc + Fluo

  • Z’ Factor

    Lo Z’ factor è un parametro statistico utilizzato per valutare la qualità di un test HTS.

    Nel nostro test abbiamo utilizzato il Resveratrolo come controllo positivo e il Dipyridamole come controllo negativo

    z’= 1- (3σc+ + 3σc- )|µc+ - µc-|

    σ = µ =

  • Z’ factor

    Dipyridamole (c-)

    z’ factor: 0,650 ± 0,127Resveratrol (c+)

    z’ factor 0.631±0.104

  • � Parametri scelti:

    � Normalizzazione

    • Tutti i composti della libreria sono stati normalizzati con questa formula:

    Composti individuati:

    208 inibitori 61 attivatori

    Composti attivatoriComposti inibitori

    100Attività Luciferasica normalizzata su DMSO

    Fluorescenza (AFC) normalizzata su DMSO *

    ≥≥≥≥ 190

    ≥≥≥≥ 130

    ≤≤≤≤ 50

    ≤≤≤≤ 75

  • � Classi farmacologiche

  • 19 � ≥25%8 � ≥30%1 � ≥40%0 � ≥50%

    Cortisonici35 � ≥25%28 � ≥30%

    8 � ≥40%4 � ≥50%

    25 � ≥25%9 � ≥30%0 � ≥40%0 � ≥50%

  • Classi farmacologiche a confronto

  • Dexamethasone e i suoi derivati, dexamethasone sodium phosphate e dexamethasoneacetate, sono glucocorticoidi di sintesi che vengono utilizzati per le loro proprietàantiinfiammatorie o immunosoppressive.

    Halcinonide viene utilizzato per uso topico nel trattamento di patologie cutanee.

    Fluticasone propionate è un derivato corticosteroideo del fluticasone utilizzato per il trattamento di asma, riniti allergiche ed esofagiti eosinofiliche.

    Medrysone è un corticosteroide utilizzato in optometria e oftamologia .

    Dipyridamole è un medicinale che usato cronicamente inibisce la formazione di trombi e usato ad alte dosi ma per brevi periodi determina vasodilatazione (Persantine).

    Chloroxine è un antibatterico utilizzato per patologie infiammatorie intestinali, diarrea, giardiasi. E’ utile anche per il trattamento della dermatite seborroica .

    20 uM SD 2 uM SD

    Dexamethasone acetate 66.7490 7.247298 55.67851 5.448318Halcinonide 55.23587 2.478615 70.17471 8.591271Fluticasone propionate 68.79206 0.426305 53.8373 3.466701Medrysone 55.07056 3.362713 68.5204 6.504571Dypiridamole 42.07355 2.510112 62.41078 4.868173Chloroxine 52.39477 5.534526 117.7919 2.669508

    Gli inibitori più forti

    4 cortisonici 1 vasodilatatore1 antibatterico

  • Gli Attivatori più forti

    Nabumetone è un farmaco antiinfiammatorio non steroideo che viene utilizzato come in processi infiammatori di rilevante entità, soprattutto di origine articolare: ad esempio nella artrite reumatoide, nell'osteoartrosi, nella spondilite anchilosante, nella artropatia gottosa e nel reumatismo extrarticolare.

    Rabeprazole Sodium salt è un inibitore delle pompe protoniche e viene utilizzato per il trattamento di ulcere gasstriche, duodenali e reflusso gastroesofageo.

    Niclosamide è il farmaco di scelta per la maggior parte di infezioni da cestodi (tenie). La sua azione è stata attribuita alla capacità di inibire la fosforilazione mitocondriale anerobia dell'ADP che fornisce energia disponibile sotto forma di ATP.

    Methiazole è un antielmintico ad ampio spettro efficace nei casi di poliinvasione, soprattutto contro Echinococcus.

    Nocodaziole è un farmaco antineoplastico che a livello cellulare interferisce con la polimerizzazione dei microtubuli.

    Tenatoprazole è un inibitore di pompa protonica non ancora in commercio con un’emivita 5/7 volte superiore agli altri PPI, utilizzato nel trattamento del reflusso esofageo e ulcera peptica .

    20 uM SD 2 uM SD

    Nabumetone Analgesic/FANS 240,0790 86,8879 169,8117 13,8166

    Rabeprazole Sodium salt Antiulcerative 177,0269 38,6214 197,0995 15,2066

    Niclosamide Anthelmintic 265,1190 177,2035 196,1296 47,4797

    Methiazole Antiparasitic 290,5379 5,2073 194,4665 40,4670

    Nocodazole Antineoplastic 242,5110 33,7128 127,1633 14,8248

    TenatoprazoleReflux oesophagitis and

    peptic ulcer treatment 204,7247 8,1037 151,5978 16,0624

    Nalmefene hydrochloride Narcotic antagonist 294,4446 237,0054 99,0473 33,6878

  • Analisi degli inibitori individuati

    I composti emersi dall’analisi HTS sono i candidati per analisi successive

    1. Analisi dose-risposta

    2. Analisi dell’effetto del trattamento sull’intera cascata di segnalazione delle BMP

    3. Analisi dell’effetto dei trattamenti sull’espressione del gene ACVR1 endogeno

    4. Analisi dell’effetto del trattamento sulla capacità differenziative delle cellule (saggi secondari � ATDC5/condrogenesi; C2C12/osteogenesi)

    Un esempio………….. il DIPYRIDAMOLE

  • 120

    100

    80

    60

    40

    20

    0

    Effe

    ct o

    n P

    rom

    2.9

    DMSO 0.5 1 2 5 10 20 50 70 100 150 200 µM

    Dipyridamole

    120

    100

    80

    60

    40

    20

    0

    Effect o

    n B

    RE

    -Luc

    DMSO 0.5 1 2 5 10 20 50 µM

    Dipyridamole Il Dipyridamole ha un’azione inibitoria sia sul Promotore di ACVR1 che sull’intera cascata BMP (BRE-Luc)

    Seguiranno i saggi funzionali di secondo livello (saggi differenziativi)

    Dipyridamole: curva dose-risposta

  • Serena Cappato

    Dottorato di Ricerca in Genetica, Indirizzo: Clinica, genetica e Immunologia delle Malattie dell’Età EvolutivaProgetto

    “Fibrodisplasia Ossificante Progressiva: meccanismi di regolazione del gene ACVR1 e approccio terapeutico”

    � Screening di composti con potenziale effetto farmacologico

    � FOP e sistema immunitario innato: generazione di cellule iPS da pazienti affetti da FOP e individui di controllo

  • Cellule staminali pluritpotenti indotte o “Induced pluripotent stem cells ( iPS cellsor iPSCs)” sono cellule pluripotenti derivate artificialmente da cellule di tessuti adulti(cellue somatiche, es. Fibroblasti cutanei, cellule del sangue etc) mediante diverse metodiche basate sulla Ri-espressione forzata di alcuni specifici geni

    Le iPS sono simili per alcuni aspetti alle cellule staminali vere e proprie (staminali

    embrionali)� Espressione di geni e proteine cosiddetti di “staminalità”� Profilo di metilazione della cromatina� Tempo di replicazione� Capacità di formare teratomi

    � Capacità differenziative in tipi cellulari diversi

    Dr G. Uzan – M.C. LeBrousseINSERM U972

    Hôpital Paul BrousseVillejuif (France)

    Cellule iPS

    Serena ha presentato un progetto ad hoc e ottenuto una Borsa di studio EFIS

  • Riprogrammazione cellule somatiche

    Oct3/4

    Sox2c-M

    yc Klf4

    Cellule iPS�possono essere coltivate�espanse indefinitamente�differenziate verso diversi tipi cellulari

    Fibroblasti cutanei� 2 pz affetti da FOP

    � 3 individui di controllo

    iPS cells for Fibrodysplasia Ossificans Progressiva: a tool towards understanding the role of the innate

    immune system

    Studio del differenziamento mono/macrofagicoa partire da iPS dei pazienti

    Cellule midollo osseo

    Neuroni

    Osteoblasti

    Adipociti

  • Congresso Annuale della Società Europeadi Genetica Umana - ESHG 2013

    8- 11 Giugno 2013, Parigi

    Study of ACVR1 gene expression regulation: a way to discover a “druggable” target

    towards Fibrodiysplasia OssificansProgressiva (FOP) treatment (Poster)

    Congresso Annuale della Società Italianadi Genetica Umana - SIGU201325-27 Settembre 2013, Roma

    Transcriptional regulation of the ACVR1gene: a target to drug discovery for

    Fibrodysplasia Ossificans Progressiva(FOP)

    Comunicazione orale

  • Identification and characterization of regulatory elements in the promoter of ACVR1, the gene mutated in Fibrodysplasia OssificansProgressiva

    Francesca Giacopelli1, Serena Cappato1, Laura Tonachini1, Marzia Mura1, Simona Di Lascio2, Diego Fornasari2,3, Roberto Ravazzolo1,4

    and Renata Bocciardi1,4

    1Università degli Studi di Genova2Università di Milano3CNR- Istituto di Neuroscienze, Milano4Istituto Giannina Gaslini, Laboratorio Genetica Molecolare, Genova

    Journal: Orphanet Journal of Rare Diseases

  • Che cosa abbiamo capito?

    �Una regione genica nel DNA , definita promotore, regola

    l’espressione del gene e della proteina ACVR1

    �Nella regione promotore esistono elementi che legano

    proteine il cui legame al DNA potrebbe essere modificato da

    eventuali farmaci

    �Il sistema HTS (Laura, Serena) di ricerca di composti chimici che

    è stato messo a punto sulla regione genica regolatrice è

    assolutamente valido e promettente

    �Le proteine capaci di regolare l’espressione di ACVR1 sono

    altresì interessate nella regolazione di diversi processi:

    infiammazione differenziamento osteogenesi

  • Quale sarà il nostro prossimo obiettivo?

    Le conoscenze acquisite ci consentono di approcciare

    altri aspetti importanti nella FOP, mediante:

    •L’analisi dell’espressione di ACVR1 e delle proteine

    regolatrici durante i processi di infiammazione e

    osteogenesi

    •La verifica dell’effetto dei composti ottenuti dallo

    screening su questi processi

  • FOP -Infiammazione-Risposta Immunitaria

    Domanda:

    Quali stimoli causano i flare-up e la conseguente

    ossificazione eterotopica nei pazienti che portano la

    mutazione di ACVR1?

    Risposta: infiammazione e risposta immunitaria

    Numerose evidenze suggeriscono che l’infiammazione e la

    risposta immunitaria hanno un ruolo determinante nella

    progressione della malattia scatenando le riacutizzazioni post

    natali.

  • Analisi tissutale delle lesioni di pazienti FOP

    • Comparsa di gonfiori dolorosi

    •Fase 1 infiammazione e distruzione del tessuto

    •Fase 2 formazione nuovo tessuto (osso eterotopico)of

  • • Le riacutizzazioni episodiche della malattia possono essere innescate da traumi, infezioni virali ed immunizzazioni.

    • Compaiono segni influenzali durante I processi di riacutizzazione (Flare Up) della malattia.

    • Gonfiori, edemi sono presenti nella regione del flare-up.

    • Presenza di infiltrati leucocitari ( Linfociti B, T, mastociti, macrofagi) nel muscolo affetto durante le fasi precosi della malattia.

    • Distruzione tissutale del muscolo scheletrico durante il flare-up

    • Intensa risposta clinica ai corticosteroidi nelle prime 24-36 ore dall’insorgenza del flare-up

    • Variazione stagionale della progressione della malattia.

    • Lunghi periodi di quiescienza tra I flare-up, reminescenti dei cicli di esacerbazione-remissione deipazienti con sclerosi multipla.

    � Lunghi periodi di quiescienza in presenza di agenti immunosoppressivi usati in seguito a trapianto

    del midoloo osseo.

  • EMATOPOIESI

  • Infiammazione e monociti-macrofagi

    I monociti sono cellule mononucleate del sangue la cui percentuale varia tra il

    2-10% della popolazione leucocitaria.

    I monociti svolgono un ruolo molto importante nelle risposte immunitarie

    naturali e specifiche. La loro funzione principale è la fagocitosi cioè la capacità

    di inglobare nel loro citoplasma particelle estranee, compresi i microrganismi, e

    di distruggerle.

    La cellula progenitrice dei monociti, come peraltro di tutte le altre cellule ematiche, è la cellula staminale

    multipotente. Nel midollo osseo questa cellula si differenzia in vari stipiti cellulari tra cui quello che dà origine al

    monoblasto; maturando questa cellula lascia il midollo e si riversa nel torrente circolatorio sotto forma di

    monocita.

    I monociti migrano dal torrente circolatorio nei tessuti siti dell’infiammazione o nel tessuto leso, dove

    differenziano (polarizzazione) seguendo un processo specifico, a seconda degli stimoli a cui il microambiente li

    espone.

    Esistono due distinte popolazioni di macrofagi, definiti attivati classicamente o alternativamente, M1 o M2 con

    funzioni biologiche differenti.

    Gli M1 invadono il tessuto danneggiato e hanno funzione infiammatoria e di fagocitare.

    Gli M2 hanno funzione antiinfiammatoria . Producono citochine antiinfiammatorie IL-4/16/12 e attivano la

    componente staminale.

    L’esito dell’evento infiammatorio è strettamente dipendente da uno sbilanciamento tra le due differenti

    popolazioni, la loro attivazione e un differenza temporale nella loro comparsa.

  • Infiammazione e monociti-macrofagi

    I monociti sono cellule mononucleate del sangue la cui percentuale varia tra il 2-10% della popolazione

    leucocitaria.

    I monociti svolgono un ruolo molto importante nelle risposte immunitarie naturali e specifiche. La loro funzione

    principale è la fagocitosi cioè la capacità di inglobare nel loro citoplasma particelle estranee, compresi i

    microrganismi, e di distruggerle.

    La cellula progenitrice dei monociti, come peraltro di tutte le altre cellule

    ematiche, è la cellula staminale multipotente. Nel midollo osseo questa cellula

    si differenzia in vari stipiti cellulari tra cui quello che dà origine al monoblasto;

    maturando questa cellula lascia il midollo e si riversa nel torrente circolatorio

    sotto forma di monocita.

    I monociti migrano dal torrente circolatorio nei tessuti siti dell’infiammazione o nel tessuto leso, dove

    differenziano (polarizzazione) seguendo un processo specifico, a seconda degli stimoli a cui il microambiente li

    espone.

    Esistono due distinte popolazioni di macrofagi, definiti attivati classicamente o alternativamente, M1 o M2 con

    funzioni biologiche differenti.

    Gli M1 invadono il tessuto danneggiato e hanno funzione infiammatoria e di fagocitare.

    Gli M2 hanno funzione antiinfiammatoria . Producono citochine antiinfiammatorie IL-4/16/12 e attivano la

    componente staminale.

    L’esito dell’evento infiammatorio è strettamente dipendente da uno sbilanciamento tra le due differenti

    popolazioni, la loro attivazione e un differenza temporale nella loro comparsa.

  • EMATOPOIESI

  • Infiammazione e monociti-macrofagi

    I monociti sono cellule mononucleate del sangue la cui percentuale varia tra il 2-10% della popolazione

    leucocitaria.

    I monociti svolgono un ruolo molto importante nelle risposte immunitarie naturali e specifiche. La loro funzione

    principale è la fagocitosi cioè la capacità di inglobare nel loro citoplasma particelle estranee, compresi i

    microrganismi, e di distruggerle.

    La cellula progenitrice dei monociti, come peraltro di tutte le altre cellule ematiche, è la cellula staminale

    multipotente. Nel midollo osseo questa cellula si differenzia in vari stipiti cellulari tra cui quello che dà origine al

    monoblasto; maturando questa cellula lascia il midollo e si riversa nel torrente circolatorio sotto forma di

    monocita.

    I monociti migrano dal torrente circolatorio nei tessuti siti dell’infiammazione

    o nel tessuto leso, dove differenziano (polarizzazione) seguendo un processo

    specifico, a seconda degli stimoli a cui il microambiente li espone.

    Esistono due distinte popolazioni di macrofagi, gli M1 o M2 con funzioni

    biologiche differenti.

    Gli M1 invadono il tessuto danneggiato e hanno funzione infiammatoria e di

    fagocitare.

    Gli M2 hanno funzione antiinfiammatoria . Producono citochine

    antiinfiammatorie IL-4/16/12 e attivano la componente staminale.

    L’esito dell’evento infiammatorio è strettamente dipendente da uno sbilanciamento tra le due differenti

    popolazioni, la loro attivazione e un differenza temporale nella loro comparsa.

  • Monocita Macrofago

  • Infiammazione e monociti-macrofagi

    I monociti sono cellule mononucleate del sangue la cui percentuale varia tra il 2-10% della popolazione

    leucocitaria.

    I monociti svolgono un ruolo molto importante nelle risposte immunitarie naturali e specifiche. La loro funzione

    principale è la fagocitosi cioè la capacità di inglobare nel loro citoplasma particelle estranee, compresi i

    microrganismi, e di distruggerle.

    La cellula progenitrice dei monociti, come peraltro di tutte le altre cellule ematiche, è la cellula staminale

    multipotente. Nel midollo osseo questa cellula si differenzia in vari stipiti cellulari tra cui quello che dà origine al

    monoblasto; maturando questa cellula lascia il midollo e si riversa nel torrente circolatorio sotto forma di

    monocita.

    I monociti migrano dal torrente circolatorio nei tessuti siti dell’infiammazione o nel tessuto leso, dove

    differenziano (polarizzazione) seguendo un processo specifico, a seconda degli stimoli a cui il microambiente li

    espone.

    Esistono due distinte popolazioni di macrofagi, gli M1 e M2 con funzioni biologiche differenti.

    Gli M1 invadono il tessuto danneggiato e hanno funzione infiammatoria e di fagocitare.

    Gli M2 hanno funzione antiinfiammatoria . Producono citochine antiinfiammatorie IL-4/16/12 e attivano la

    componente staminale.

    L’esito dell’evento infiammatorio è strettamente dipendente da uno

    sbilanciamento tra le due differenti popolazioni, la loro attivazione e un

    differenza temporale nella loro comparsa.

  • L’infiammazione, attraverso l’attivazione dei macrofagi può :

    • determinare il destino delle cellule staminali• coordinare il riparo tissutale• favorire il coinvolgimento dei macrofagi nel processo di ossificazione

  • Nostra ipotesi:

    La proteina recettrice ALK2 mutata sulla superficie dei

    monociti/macrofagi può

    1.determinare una diversa risposta a citochine o fattori di

    crescita secreti inizialmente nel sito dell’infiammazione?

    2.influenzare la polarizzazione dei macrofagi e

    conseguentemente la formazione di osso eterotopico.?

    Esperimenti suggestivi…

    Gli esperimenti della Dottoressa Brunelli e Zordan, del

    Dipartimento di Scienze della Salute,Università di Milano-

    Bicocca di deplezione di monociti sono a tal proposito molto

    indicativi.

  • In breve……Effetto del clodronato sulla formazione di osso in un modello

    murinoIl clodronato riduce la popolazione circolante di monociti (70% ca) determinando uno

    sbilanciamento delle due popolazioni M1-M2

    In seguito a deplezione la formazione di

    osso nel muscolo in presenza di BMP2 è >

    nei topi trattati.

  • Nostri prossimi obiettivi

    1) Esperimenti in vitro, su monociti umani ottenuti da donatori e pazienti FOP

    Scopo:

    verificare il differenziamento a macrofagi (M1/M2)

    analisi espressione ACVR1 e delle sue proteine regolatrici

    2) Esperimenti in vitro, su linee cellulari stabili monocitarie (THP1, U937)

    Scopo:

    analisi funzionale della regione regolatrice di ACVR1

    analisi espressione ACVR1 e delle sue proteine regolatrici

    analisi di espressione in seguito a differenziamento

    3)Caratterizzazione dell’immunofenotipo dei pazienti FOP

    Scopo:

    analisi delle popolazioni leucocitarie coinvolte nella risposta immunitaria

    correlazione tra la popolazione leucocitaria e le diverse fasi della patologia

    identificazione di marcatori cellulari

  • 1 Donatori e Pazienti

    3 Coltura Monociti

    4 Differenziamento M1-M2

    2 Selezione Monociti

    5 Analisi popolazione differenziata e profilo espressione

  • Caratterizzazione dell’immunofenotipo dei pazienti FOP

    Dott.ssa Genny Del Zotto Dott.ssa Francesca Antonini Dott.

    Andrea Petretto

    Dipartimento di Medicina Sperimentale

    Core Facilities

    Direttore Lorenzo Moretta

  • Cosa è?

    Immunofenotipo : insieme di molecole espresse sulla superficie delle cellule appartenenti al

    comparto emopoietico.

    Ogni tipo di cellula del sangue (es: linfociti T, linfociti B, monociti, etc.) può essere riconosciuto e

    distinto dagli altri proprio in base al suo corredo caratteristico di molecole di superficie (fenotipo).

    Il codice che permette di identificare univocamente ognuna di queste molecole è chiamato “Cluster

    Differentiation” (abbreviato in CD seguito da un numero progressivo che identifica ogni molecola).

    Come si determina?

    Mediante anticorpi diretti contro le molecole sopra citate che servono per distinguere in modo

    inequivocabile le popolazioni cellulari.

    Su quali campioni si esegue?

    L’immunofenotipizzazione può essere effettuata su: sangue, midollo, tessuti. E’ una tecnica che ha

    permesso di compiere notevoli passi avanti nella diagnosi e terapia di molte malattie e attualmente

    rappresenta la metodica d’elezione per la diagnosi di malattie ematologiche e autoimmuni.

    Caratterizzazione dell’immunofenotipo dei pazienti FOP

  • ESEMPIO DI IMMUNOFENOTIPO

    I linfociti sono divisibili in tre filiere (popolazioni) principali:

    LinfocitiT

    Linfociti B

    Natural Killer

    Ognuna di queste filiere è riconoscibile per l’espressione unica di molecole di superficie:

    Esempio: i linfociti T sono tutti caratterizzati dall’espressione del CD3 .

    Le due sottopopolazioni di T , i T helper e i T citotossici si distinguono in base

    all’espressione di CD4 o CD8.

    TIPO CELLULARE SOTTOPOPOLAZIONI MOLECOLE CARATTERIZZANTI

    Linfociti T Citotossici CD3 e CD8

    Helper CD3 e CD4

    Linfociti B CD19 CD20

    Natural Killer CD56 e CD235

  • Scopo

    Poiché la tipizzazione completa della popolazione leucocitarie nei pazienti

    FOP ad oggi non è stata mai fatta, si intende verificare :

    1) se le caratteristiche delle cellule dell’immunità dei pazienti hanno o meno

    caratteristiche diverse da quelle dei controlli

    2) se esistono variazioni del fenotipo in relazione alle diverse fasi della

    malattia (quiescienza-riacutizzazione)

    Metodo sperimentale

    Se possibile, la tipizzazione andrà effettuata a cadenze regolari, (per esempio

    3 volte all’anno) per:

    • correlare le variazioni del fenotipo a fasi di quiescienza e riacutizzazione• rendere le variazioni del fenotipo il più possibile indipendenti dalla terapia effettuata

    Prelievo di un campione di sangue (circa 5ml in EDTA) di pazienti - donatori

    Marcatura del campione con anticorpi fluorescenti (previsti nel nostro studio

    l’uso combinato di anticorpi >30!!)

    Lettura al citofluorimetro

  • Strumenti e Reagenti in maggior dettaglio

    Le cellule presenti nel sangue vengono marcate con anticorpi (legati a molecole

    fluorescenti) diretti contro le varie molecole presenti sulla superficie cellulare.

    La lettura del campione viene effettuata mediante un citofluorimetro, in grado di analizzare

    le cellule sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.

    Lo strumento presente in Istituto è in grado di studiare in contemporanea la presenza sulla

    superficie di una cellula di 10 molecole (legate a dieci diversi anticorpi con diverse

    fluorescenze) più le caratteristiche fisiche delle cellule (dimensioni e granulosità)

    Esempio di studio fenotipico effettuato al citometro:

    i risultati di un analisi compaiono in un piano cartesiano come quello sottoriportato dove

    sono evidenziate le percentuali delle diverse popolazioni.