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40 4 PROGETTO DI DANZATERAPIA IN UNA SCUOLA DELL’INFANZIA L'arte del movimento Le fiabe appartengono al mondo dell'arte e dell'infanzia ma sono utili per tutta la vita come la pratica dell'arte del movimento... poiche` l'immaginario e il simbolico sono forme d'espressione di quel processo, in continuo divenire, che e` l'esistenza umana. Partiro` da una fiaba per parlare della danza: “C'era una volta un castello incantato e la` al suo interno, in una delle sue grandi e suntuose stanze, una bella principessa addormentata da piu` di cent'anni, Aurora. C'era una volta anche un principe, l'eroe, che sapeva dell'esistenza della bella principessa e desiderava ridestarla. C'erano anche le forze contrarie: malefici, streghe, draghi, foreste incantate apparentemente inestricabili...” Immaginiamo il castello come il nostro corpo, le sue alte mura, le porte, le finestre, le differenti stanze interne e la`, nascosta, la bella principessa Aurora la nostra psiche o se vogliamo chiamarla con un termine piu` poetico e forse piu` pertinente, la nostra anima. L'anima di ogni bambino come di ogni adulto, puo` essere destata o ridestata alla meraviglia, allo stupore, all'incanto della vita, intesa e vissuta come un'opera d'arte, in continuo divenire, squisitamente personale, ricca di luci e di ombre nei suoi piccoli e grandi momenti. Aurora, dicevamo e` l'anima. E il principe chi e`? Il principe e` l'eroe, e` il punto di raccolta, il centro propulsore del movimento, colui che va e viene e non cessa di battere. Ritmo vitale. Il castello e` il nostro corpo, la principessa la nostra anima e il principe e` l'arte che ridesta tutto il castello, questo mondo fisico e psichico sommerso da troppa educazione cognitiva e razionale, ricco invece d'immense possibilita` creative, che sono risorse indispensabili per la salute e la capacita` di districarsi nelle foreste della vita. La danza ha una caratteristica importantissima che e` quella di riunire in se` tutte le arti, poiche` e` al contempo architettura, scultura, pittura, musica, poesia e teatro. Come in uno scrigno il corpo le racchiude tutte. E la danza che e` movimento del corpo le ridesta tutte. La persona appare come un'opera unica, non scindibile, formata dall'armonia di tutte le parti. “La struttura scheletrica diviene architettura, uno slancio gotico o un basso romanico. La

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PROGETTO DI DANZATERAPIA IN UNA SCUOLADELL’INFANZIA

L'arte del movimentoLe fiabe appartengono al mondo dell'arte e dell'infanzia ma sono utili per tutta la vita comela pratica dell'arte del movimento... poiche` l'immaginario e il simbolico sono formed'espressione di quel processo, in continuo divenire, che e` l'esistenza umana.Partiro` da una fiaba per parlare della danza:“C'era una volta un castello incantato e la` al suo interno, in una delle sue grandi esuntuose stanze, una bella principessa addormentata da piu` di cent'anni, Aurora.C'era una volta anche un principe, l'eroe, che sapeva dell'esistenza della bella principessae desiderava ridestarla.C'erano anche le forze contrarie: malefici, streghe, draghi, foreste incantateapparentemente inestricabili...”Immaginiamo il castello come il nostro corpo, le sue alte mura, le porte, le finestre, ledifferenti stanze interne e la`, nascosta, la bella principessa Aurora la nostra psiche o sevogliamo chiamarla con un termine piu` poetico e forse piu` pertinente, la nostra anima.L'anima di ogni bambino come di ogni adulto, puo` essere destata o ridestata allameraviglia, allo stupore, all'incanto della vita, intesa e vissuta come un'opera d'arte, incontinuo divenire, squisitamente personale, ricca di luci e di ombre nei suoi piccoli egrandi momenti.Aurora, dicevamo e` l'anima. E il principe chi e`?Il principe e` l'eroe, e` il punto di raccolta, il centro propulsore del movimento, colui cheva e viene e non cessa di battere. Ritmo vitale.Il castello e` il nostro corpo, la principessa la nostra anima e il principe e` l'arte che ridestatutto il castello, questo mondo fisico e psichico sommerso da troppa educazione cognitivae razionale, ricco invece d'immense possibilita` creative, che sono risorse indispensabiliper la salute e la capacita` di districarsi nelle foreste della vita.La danza ha una caratteristica importantissima che e` quella di riunire in se` tutte le arti,poiche` e` al contempo architettura, scultura, pittura, musica, poesia e teatro.Come in uno scrigno il corpo le racchiude tutte. E la danza che e` movimento del corpo leridesta tutte.La persona appare come un'opera unica, non scindibile, formata dall'armonia di tutte leparti.“La struttura scheletrica diviene architettura, uno slancio gotico o un basso romanico. La

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colonna vertebrale ci appare come la colonna del tempio greco che si erge sulla terra. Alto-basso, destra-sinistra, davanti-dietro: costituiscono le forme primitive del corpo nellospazio. La conformazione muscolare con i suoi concavi e i suoi convessi, le sue curve, lelinee, diviene una scultura unica e irrepetibile. Poi si possono osservare i colori: occhi,capelli, incarnato ed appare una pittura con sfumature che nessun'altra possiede. La vocenella sua tonalita` e nei suoi ritmi, il respiro, la cadenza dei passi, la melodia del pianto, laripetizione ritmica del riso: ascoltiamo la musica. Il senso delle parole, le immagini, idrammi, le speranze che le parole contengono sono l'arte della poesia.”

La via dell'educazione attraverso la danza e` un percorso che richiede tempo poiche` tuttocio` che ci struttura fisicamente e psichicamente richiede tempo per agire in profondita`.La base di ogni educazione e quindi anche dell'educazione attraverso il movimento stanella profondita`, nella ripetizione e nel respiro dell'esperienza e non nella diversificazionedi esperienze molteplici e frammentarie.Educare, formare, curare danzando e` possibile.

La danza come strumento educativoLa danza e` nell'uomo, in qualsiasi uomo; tuttavia essa continua a essere considerata unprivilegio dei cosiddetti dotati. La conoscenza che si ha della danza e` generalmente legataai modelli classici e televisivi e solo pochi conoscono i principi pedagogici della danzamoderna e contemporanea. Essa, una volta spogliata delle sue vesti di balletto classico,diviene uno strumento prezioso nell'educazione di ogni individuo.La danza ha origine dalla realta` interna ed esterna: nasce dai gesti quotidiani, dallepassioni, dalle emozioni, dai sentimenti. Insegnanti di tutto cio` sono i bambini: essiimparano a conoscere il mondo attraverso il proprio corpo e solo in un secondo tempoassegnano nomi e parole alla realta` che percepiscono. Tutti i bambini sono dei grandanzatori, lo sono mentre saltano, corrono, rotolano, scivolano. Essi conoscono gia` labellezza della danza e del movimento, ma la disimparano presto perche` il nostro sistemaeducativo e sociale tende a imbrigliare il loro movimento libero e creativo. La scuolastessa pone le basi per la costruzione di un corpo fisico staccato dalla sfera delle emozionie delle percezioni.Considerare le emozioni significa affidarsi a canali di comunicazione non verbale e, inquesto senso, entra in gioco il corpo e il movimento. Le emozioni sono “impulsi ad agire”;la parola stessa emozione e` composta dal verbo latino moveo, che significa “muovere” edal prefisso “ex” movimento da, che sta ad indicare la tendenza ad agire, implicita in ogniemozione. Daniel Goleman riferisce il termine emozione “a un sentimento e ai pensieri,alle condizioni psicologiche e biologiche che lo contraddistinguono, nonche` una serie dipropensioni ad agire”. Pensiamo alla stessa parola emotion in inglese, che contiene laparola motion. Coltivare un'intelligenza emotiva rappresenta la possibilita` di svilupparecompetenze indispensabili nella vita di un uomo, a partire dall'infanzia.Per un bambino, cosi` come per un adulto, andare “a scuola di emozioni” significa divenireconsapevole dei propri sentimenti nel momento in cui essi si presentano, saper controllarequelli piu` negativi, sviluppare un ottimismo realistico, essere perseveranti nonostante lefrustrazioni, entrare in sintonia emozionale con gli altri, aumentare, quindi, la propriacapacita` di essere empatici, cooperare e stabilire legami sociali.

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La “giusta” educazione non e` quella che inculca nozioni su nozioni nella mente deglistudenti, bensi` quella che li accompagna in un percorso che va verso la fiducia in se stessi,la conoscenza del proprio corpo, del proprio comportamento e del proprio mondo;l'esplorazione e la scoperta di aspetti sempre nuovi, la perseveranza, l'autocontrollo, lacapacita` di comunicare idee, sentimenti e concetti, la capacita` di ascoltare e comprenderequelli altrui, la capacita` di cooperare, equilibrando le proprie esigenze con quelle deglialtri in un'attivita` di gruppo.Queste finalita` non appartengono ai programmi scolastici tradizionali, i quali pretendonodi misurare l'intelligenza dei bambini e considerano l'apprendimento a prescindere dai lorosentimenti. Lo scopo dell'educazione e` di aiutare il bambino a dare senso al proprio Io e isuoi rapporti con gli altri. Occorrono programmi innovativi, cosi` come nuovi strumenti enuove discipline e proprio perche` le emozioni si servono della comunicazione nonverbale, risulta necessario creare gli spazi dove il corpo possa parlare di se`.Esistono discipline che piu` di altre offrono una visione intera della persona: una di questee` proprio la danzaterapia.La danzaterapia applicata al campo educativo si basa sulle seguenti attivita`:

• una maggiore enfasi sul processo piuttosto che sul prodotto: l'attenzione e` rivoltaall'esperienza soggettiva del creare e dell'esprimersi durante l'atto della danzapiuttosto che all'oggetto della creazione, comunque importante. Per Laban stesso ladanza e` un mezzo attraverso il quale l'individuo diventa consapevole di se stesso esviluppa abilita` creative, espressive e sociali perche` promuove il lavoro digruppo;

• lo sviluppo di creativita`, immaginazione e individualita` e` stimolato dallapossibilita` di fornire risposte personali ai “compiti” assegnati nella danza. Inrealta`, pero`, bisogna ammettere che la danza e` soggetta, cosi` come ogni altrofenomeno, all'influenza delle convenzioni, degli stili e dei significati comuni;

• un'enfasi sull'esperienza unica e personale dell'atto creativo. Viene posta grandeattenzione all'impatto psicologico della danza sull'individuo e la danza e` vistacome espressione creativa di sentimenti soggettivi. In un certo senso si acquisiscela conoscenza di se` attraverso l'esperienza del sentimento nella danza.

La danzaterapia e` un'esperienza unica e i bambini ne traggono gran giovamento perche`puo` essere realizzata al di fuori di altre discipline e perche` coinvolge simultaneamente lostato interiore e il fisico. I bambini non sono sollecitati a gareggiare o a confrontarsi con unoggetto o un'altra persona: la loro concentrazione e consapevolezza e` fissata sull'atto delmuoversi. Proprio per questa focalizzazione, i bambini scoprono molto sul loro corpo,sulla loro mente, sui loro pensieri, sull'immaginazione. Imparano cosa il corpo puo` fare,quale forza ed energia hanno, proprio perche` mentre saltano, per esempio, sentono cosasignifica saltare. Inoltre, acquistano consapevolezza di se`, del tempo, del ritmo e delladurata. Diventano padroni dello spazio, delle direzioni, delle misure e dei livelli. In questomodo possono scoprire che gli elementi della danza sono presenti anche nella pittura, nellascultura, nella musica, nella letteratura, e questa consapevolezza puo` aiutarli adapprezzare le linee, il disegno e la forma nella pittura; la melodia, l'armonia, il ritmo e ilfraseggio della musica; la fluidita` e l'immaginario nella letteratura.Inoltre sviluppa un' autostima silenziosa, lenta, ma efficace, poiche` si incarna nel corpo.

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La danza sviluppa un'autostima basata sul gusto di esserci nel momento presente e di osareun “si posso”.

Educazione e prevenzioneIl fattore intrinseco terapeutico della danza e` sorprendente e potente: per il bambino, ilcorpo e` il primo strumento del sentire, del conoscere, del comunicare e del relazionarsi.Migliorare le abilita` di movimento significa migliorare la capacita` di comunicare e nelladanzaterapia l'atto, viene prima della tecnica e dell'abilita`, l’individuo e` la prima risorsa.Insegnando danzaterapia si cerca di raggiungere la parte dell'individuo che e` compositorepiu` che musicista, regista piu` che attore, creatore piu` che interprete, coreografo di sestesso.Per ogni bambino e` importante essere consapevole di se` come essere che cresce e checambia e il movimento riveste un ruolo importante in questo processo di costruzionedell'autoimmagine. Il Se` non e` soltanto corpo, non e` soltanto testa, ne` soltantosentimenti: e` tutto l'essere del bambino e la danzaterapia lo mette in relazione con sestesso esplorando, imparando, maneggiando e usando. Crescere e` movimento e i bambinihanno bisogno di muoversi molto, sia mentalmente, sia fisicamente, sia spiritualmente.Venendo a conoscere, nella memoria del proprio corpo, le diverse risposte fisiche che ha adisposizione, il bambino puo` compensare o sostituire diverse modalita` di movimento: ilbambino ipotonico, che forse non ha avuto abbastanza stimoli nel suo ambiente culturale,potra` imparare che il suo corpo e` portatore di vitalita` e potenziali cambiamenti; ilbambino iperattivo, che forse non e` stato abbastanza contenuto, che non conosce i suoilimiti corporei e che sfida continuamente se stesso e gli altri, potra` scoprire la possibilita`di controllare i propri impulsi e le proprie agitazioni nell'affrontare la propria immobilita` ela propria forma corporea, oppure incanalare l'aggressivita` senza esserne spaventato.L'esperienza di movimento all'interno della giornata scolastica, inoltre, favorisce nelbambino la concentrazione su materia “mentale”. L'azione fisica sembra avere il potere difar lavorare il cervello, che spesso, saturo di informazioni cognitive, ha bisogno disciogliere tensioni e dinamicizzare le nozioni. I bambini, ho potuto notare, migliorano leproprie capacita` motorie semplicemente muovendosi, anche senza esercizi definiti e unprogramma tecnico specifico. Ma possono ampliare la loro gamma di movimenti eaumentare l'immaginazione e la fantasia in un programma di danzaterapia: con uncoinvolgimento completo, uno spazio accogliente, un ascolto e uno sguardo rassicurante, ilbambino migliorera` in controllo, liberta`, estensione, equilibrio, ritmo, sicurezza di se`.Permetteremo al bambino di usare lo spazio e il tempo, che per ognuno sono diversi eunici, dandogli la possibilita` di costruirsi il suo stile.Normalmente si pensa alla danza come a una combinazione di passi da imparare. Ho vistola gioia nei visi sorpresi dei bimbi, quando capivano che non e` cosi`. Nella danzaterapia ilmovimento e` abbandonato, selvaggio, libero ma allo stesso tempo espressivo,sperimentato e incanalato. Un gioco serio. Inoltre ha un importante effetto terapeutico nelsenso di sciogliere le tensioni, ma soprattutto di esprimere dei sentimenti: possonoarrabbiarsi, possono sentire calma e pace o esprimere quello di cui hanno paura. Letensioni possono essere scaricate quando sono di troppo, ma possono essere incanalate eriutilizzate a fini creativi quando sono essenzialmente energie vitali che riattualizzanocostantemente l'affermazione di se`. L'aggressivita`, in visibile aumento nelle nostre scuole

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e nel contesto mondiale, e` un'importantissima energia vitale che non puo` semplicementeessere buttata via o ignorata, non puo` essere solo scaricata come delle pile che poi nonhanno piu` la forza di fare andare avanti il sistema. Necessita di essere integrata e utilizzataal servizio della fiducia in se stessi e della capacita` di credere di avere forza, caratteri evalori, che poi il tempo e delle buone esperienze svilupperanno nella dimensionedell'autorevolezza piuttosto che dell'autorita`, del carisma piuttosto che del narcisismo.Un'energia potente che e` bene i bambini imparino a non abusare.E` molto importante per i bambini crescere sapendo che sentire le emozioni ed esprimerlee` un modo di modularle, quindi gestirle e controllarle, che l'immaginazione non e` solouna fuga dalla realta` o una dimensione infantile, ma una possibilita` di crescita e dirimanere in contatto con se stessi. Con il movimento si accorgeranno che e` possibileincanalare le pulsioni trasformandole in atto creativo.

Progetto di danzaterapia alla scuola dell’infanzia di MarchiroloDurante l'anno scolastico 2006/2007 ho svolto il mio lavoro di tirocinio presso la scuoladell'infanzia di Marchirolo (Varese). Il tirocinio si e` svolto nell'arco di 5 mesi, da gennaioa maggio, con la frequenza di un laboratorio a settimana per ogni classe.Sono stata affiancata in quest’avventura dalla danzaterapeuta Eleonora Speroni, la quale hafatto supervisione al mio lavoro.Il lavoro consisteva in un progetto di danzaterapia basato sul metodo Maria Fux, studiatosui bisogni dei bambini che frequentano la scuola dell'infanzia. Nella stesura del progettoe` stato dato notevole rilievo agli aspetti del senso di se` e di se` in relazione agli altri; lapresa di coscienza del proprio corpo e delle proprie emozioni, le capacita` comunicative edesplorative.

Ho individuato sostanzialmente 4 aree di bisogni da parte del bambino:

1. il se` e l'altro: il bisogno di autonomia, autostima, identita`, rispetto altrui, lavoro digruppo;

2. il corpo, il movimento e la salute; rientrano in quest'area la consapevolezzacorporea, le abilita` motorie, l'espressivita`, la cura del corpo, la rielaborazionedell'affettivita` e delle emozioni attraverso il corpo e il movimento;

3. fruizione e produzione di messaggi (narrazione, descrizione, ascolto);4. esplorare, conoscere, e progettare (coltivare interessi, inclinazioni, sviluppare la

fantasia, osservare per imparare, giocare e sperimentare le potenzialita` del propriocorpo per misurarsi con gli altri, per divertirsi, per riconoscersi in un gruppo).

Successivamente, e` stato importante precisare prioritariamente le finalita` che hannoorientato le mie scelte metodologiche e organizzative:

1. fornire ai bambini uno spazio di espressione, comunicazione, gioco, benessere,relazione;

2. sostenere una visione positiva del bambino, come soggetto competente, creativo,attivatore di connessioni importanti per la propria evoluzione personale;

3. favorire una pedagogia dell’ascolto e dell’accoglienza corporea, all’interno della

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realtà scolastica e educativa;4. fornire uno spazio che sostenga lo sviluppo dell’identita` di ogni bambino; tra

difficoltà e potenzialità, tra maschile e femminile, tra dipendenza e autonomia, traemozione e razionalita`;

5. fornire agli insegnanti e d educatori strumenti di lettura e gestione del gruppoclasse e delle dinamiche interpersonali, sostenendo l’integrazione di tutti i bambiniall’interno della realtà scolastica.

Dopo aver individuato i bisogni dei bambini e le mie finalita`, ho fissato degli obiettivi sucui fondare il lavoro:

• educare l'espressivita` tonica e motoria• favorire la consapevolezza corporea• favorire la coordinazione e sincronizzazione di azioni e movimenti• favorire le relazioni col gruppo• uso e rispetto dello spazio proprio e collettivo• riconoscimento della propria capacita` espressiva• favorire l'acquisizione dell'autostima

Il primo scopo del progetto e` stato la comunicazione: guidare i bambini all'uso creativo efantasioso del proprio movimento. Questo lavoro comprende molti livelli, prima si esplora,poi si sperimenta, quindi si esprime e comunica, attraverso la comprensione e il controllonello strumento degli aspetti del movimento. Per far si` che si costruisca nel tempo questoapprendimento, e` bene avere un piano di lavoro con lezioni strutturate che pero`mantengano la flessibilita` per adattarsi alle dinamiche dei gruppi che si incontrano. Ognigruppo classe e` diverso; cosi` come ogni bambino ha una sua personalita`, cosi` ognisingolo gruppo incarna una sua energia.In ogni incontro, ho constato, e` importante che ci sia un inizio e una fine: la presentazionedi un elemento, la possibilità e l'opportunita` di sperimentarlo, la richiesta di usarequell'elemento individuato in una forma semplice. E` molto importante, come insegnante,avere le idee chiare in testa e nel corpo e sapere cosa si andra` a fare. Ho potuto provareche la liberta` da sola non aiuta la creativita`, mentre una struttura, con la sua flessibilita`,si. L'uso degli elementi del movimento serve per portare il bambino a creare cambiamentie varieta`. Per questo e` stato utile e importante tenere degli appunti scritti, per ricordarsicosa hanno imparato i bambini.L'ora in cui si svolge la sessione, il luogo, l'assenza o la presenza delle insegnanti, ilcontenimento della struttura stessa, le caratteristiche dei bambini, la sinergia unica delgruppo stesso, giocano un ruolo molto importante nelle scelte da fare giorno per giorno.Il luogo dove si e` svolto il lavoro, nella scuola di Marchirolo, era la palestra; un luogosicuro, senza spigoli pericolosi, che i bambini hanno subito associato al movimento(solitamente vengono svolti esercizi legati alla ginnastica). Sono stata fortunata, nellapalestra c'era un buon impianto hi-fi per la musica.Poiche` ogni gruppo e` diverso e funziona in modo differente, e` fondamentale chiedersi dicosa hanno bisogno i bambini, a quale stadio evolutivo sono, che non sempre coincide conl'eta` anagrafica, e il tipo di richiesta che si puo` porre al corpo-gruppo. E` molto utileinfatti vedere il gruppo come un corpo le cui parti rispondono spesso in modo diverso eche tende verso il senso di unita` e armonia. La costruzione di questa armonia e unita` deveessere iscritta nella base relazionale, tra il danzaterapeuta e i bambini, che ha bisogno di

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tempo per essere fondata e riconosciuta. Il mio suggerimento e`: avere una strutturadell'andamento delle proposte che si vogliono fare ai bambini, ascoltare chi si ha di fronte,capire velocemente la situazione e ricorrere alla propria creativita` anche, nel caso, percapovolgere la situazione o la struttura presa in considerazione.

La conduzione

E` come essere un portatore di chiavi. Tu tieni le chiavi per aprirecerte porte al bambino, ma una volta passata la porta, e` la suaavventura. Questo tipo di amore insegna ad essere se` stessi, ad

essere il meglio che si puo` essere. Queste buone sensazioni disana confidenza interiore viaggeranno nella crescita insieme a lui.

Diane Fraser

Condurre un laboratorio e` un lavoro faticoso e importante, dopo le mie prime conduzionimi sono chiesta se davvero potevo svolgere questo lavoro e cosa potevo fare permigliorarmi e dare il meglio di me stessa. Ecco perche` la conduzione e` un argomento ame molto caro. Durante questi anni di formazione e i vari tirocini ho imparato molto sullamia conduzione.Essere conduttori e` semplice ma allo stesso tempo e` una grande responsabilita`A volte pensiamo che insegnare sia trasmettere cio` che sappiamo, in realta` insegniamocio` che siamo, questa e` la prima cosa che ho imparato.Il ruolo di chi conduce e` quello di mantenere la sfida, di comprendere e stimolare ibisogni per aprirsi al movimento come possibilita` espressiva. I bambini imparano asaltare, cadere e ruotare muovendosi e sperimentando e non perche` qualcuno glieloinsegni bensi` naturalmente, ritrovando spontaneamente le loro funzioni motorie. Quindi,per un danzaterapeuta l'abilita` di condurre e accompagnare e` piu` importante dell'abilita`tecnica del movimento, ma e` necessario che sappia cosa va a proporre, avendo praticatoegli stesso il movimento e la danza nell'esplorazione dei loro aspetti.Una relazione educativa dinamica e` a doppio senso, poiche` impariamo costantemente daibambini; il presupposto principale e` che il maestro continui ad affinare sensibilmente tuttele facolta` che va affinando nell'allievo. Il maestro non insegue risultati, ma in un clima dicreativita` ed entusiasmo avvia e sviluppa un processo.Cio` che ho imparato dalla conduzione dei laboratori e` che quando educhiamo e ciprendiamo cura di un altro essere umano, non possiamo esimerci dall'intraprendere unaprofonda ricerca su noi stessi.Uno dei principali requisiti del terapeuta non e` quello di essere un grande artista, ma unessere umano libero che si mette continuamente alla prova e si dedica all'autoeducazione.L’amore e la comprensione per gli altri, che vanno al di la` di simpatia e antipatia, il caloredel cuore, l'immaginazione e il senso dell'umorismo sono qualita` necessarie che creanol'atmosfera positiva in cui la terapia artistica puo` essere svolta.La sensibilita` e l'intuito del conduttore, cresciuti nella sua pratica personale, serviranno daguida nelle attivita` con i bambini che, attraverso la loro gioia e il loro coinvolgimento,trascinano in un'avventura meravigliosa dove possono metterti in condizione di seguire laloro crescita.E` indispensabile fornire uno spazio sia fisico sia mentale in cui il bambino si sentasostenuto; occorre che l'ambiente sia adeguato per dare al bambino la possibilità di

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esprimersi in tutta la sua potenzialita`. Credo che siano essenzialmente due le cosefondamentali che si possono fare: insegnare gli elementi della danza e strutturarel'insegnamento in modo che i bambini possano sperimentare e crescere. Il mio lavoro neilaboratori di danzaterapia e` quello di fornire condizioni e stimoli appropriati affinche` ilbambino possa percepirsi entita` corporea, oltre che intellettiva e spirituale, e condurloverso una conoscenza piu` chiara degli elementi che strutturano il movimento cosi` daaiutarlo a scegliere consapevolmente cio` che andra` a comporre la sua danza originale.Non trasmetto dei dogmi ma pongo dei quesiti da risolvere, sui quali il bambino deveragionare e confrontarsi. La metodologia didattica che applico e` dunque quella delproblema da risolvere, il percorso scelto per trovare la soluzione diventa obiettivo didatticopiu` importante del risultato stesso. Chiedere, quindi, ai bambini: “Come fa una foglia acadere dall'albero e arrivare fino a terra?” e` un falso problema, ma attiva in loro unprocesso di osservazione delle dinamiche di una caduta stimolando riflessioni, intuizioni einvenzioni personali che porteranno a trovare gesti, movimenti e dinamiche soggettive.Tutti questi anni di lavoro con i bambini e la creativita` mi hanno fatto capire che il primolavoro va fatto su se stessi, in piu` mi hanno donato degli strumenti che penso tutti iconduttori debbano avere:

• una coscienza corporea: sapere cosa sente il proprio corpo, saper ricevereinformazioni dalle sensazioni, conoscere i propri limiti e potenzialita`;

• la conoscenza diretta degli elementi della danza, per fare una valida analisi delmovimento: sapere cosa si prova nelle differenti qualita` di movimento, averedimistichezza con tutti i tipi di movimento e saperli distinguere;

• la conoscenza di valori e metodi pedagogici: conoscere le priorita` riguardo a cio`che si vuole comunicare individualmente ai bambini identificando e riconoscendola loro tipicita` di movimento;

• la conoscenza delle fasi evolutive infantili: identificare le fasi psicomotoriedell'essere umano e riconoscerle nel movimento dei bambini;

• la conoscenza dei cambiamenti cui i bambini vanno incontro ogni giorno; avere uncontatto diretto con la realta` dei bambini, il loro mondo familiare e istituzionale.

Inoltre il conduttore deve essere:

• capace di mettersi in discussione;• capace di rivedersi e ripensarsi bambino;• capace di stabilire un rapporto adulto-bambino piu` equilibrato;• attento ai bisogni che individui e gruppo manifestano, di volta in volta, con le

parole e con il corpo;• capace di prestare un ascolto autentico ai messaggi che i bambini trasmettono;• pronto a variare se qualcosa non funziona.

Il danzaterapeuta ha la grande responsabilita` di condurre i bambini per mano fino aquando, da soli, impareranno a danzare la vita.

Dalla teoria alla praticaOgni incontro, avvenuto durante il progetto alla scuola dell'infanzia di Marchirolo, haavuto la durata di un'ora. E` sempre meglio evitare luoghi troppo ampi, poiche` i bambini

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tendono a preoccuparsi piu` dello spazio che di loro stessi e del gruppo. Con i gruppi piu`piccoli (10 bambini), ho dovuto restringere lo spazio, delimitandolo con dei tappetini.Ho diviso in cinque momenti la struttura di ogni incontro:

1. saluto;2. presentazione dello stimolo che si andra` ad incontrare;3. esplorazione delle sue possibilita`4. dare forma all'esperienza;5. conclusione: saluto finale.

1. Come momento di accoglienza, all'inizio di ogni laboratorio, sono partita dalcerchio. Il cerchio (foto 1) e` la struttura perfetta per cominciare perche` permetteai partecipanti di comunicare tra di loro; i bambini possono guardarsi negli occhi ericonoscersi l'uno con l'altro. Questa fase serve a creare un clima positivo e dicollaborazione; inoltre trasmette informazioni sull'atmosfera del gruppo, sul tipo disensazione dominante e sulle caratteristiche dei singoli: timidezza, capacita` disocializzare, ecc.

Foto 1

2. Come ho gia` detto prima, e` molto importante avere le idee chiare su quello che sifara` durante l'incontro. Per presentare lo stimolo occorre utilizzare termini chiari,

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semplici, i bambini devono capire di cosa si sta parlando, cosa si sta facendo. Nellapresentazione dello stimolo ci si puo` servire di immagini, parole che chiariscanocosa si andra` ad esplorare. Vengono posti dei quesiti, spesso pero` si corre ilrischio di mostrare ai bambini la soluzione al quesito, si propone un modello daimitare (i bambini a quest'eta` tendono a imitare cio` che fa l'adulto).

3. La fase di esplorazione e` il momento di rielaborazione degli argomenti messi indiscussione. La sperimentazione puo` avvenire in vari modi, stando sul postooppure nello spazio. Si possono utilizzare differenti parti del corpo o una sola parte;si possono esplorare i diversi livelli dello spazio: basso, medio e alto; si puo`cambiare la forza e la velocita`. Cio` che conta e` fornire spunti, spronare a provarenuove forme; occorre dare la possibilità di utilizzare nuove parti del corpo e quindidi creare movimenti insoliti.

4. Quando il momento di esplorazione e` giunto al termine, i bambini devono cercaredi mettere insieme le ricerche fatte e le soluzioni trovate per strutturare una piccoladanza.

5. La fase finale e` importante quanto quella iniziale. Nei nostri incontri, dei bambinie miei, abbiamo utilizzato due rituali finali diversi. Di nuovo in cerchio, fa la suaentrata un piccolo amico “Bunny” (un coniglio di peluche che e` stato presentatonel primo incontro), quando il bambino ha nelle mani Bunny puo` parlare e se neha voglia dire come si e` sentito durante la danza. Il momento della verbalizzazionee` molto importante nella formazione di un gruppo, perche` vede progressivamentedelinearsi, attraverso la somma dei racconti individuali, i diversi ruoli agitiall’interno della danza, le dinamiche interpersonali, i processi di identificazione, iconflitti di potere; in definitiva, una strutturazione progressiva del gruppo,all’interno di un percorso di narrazione condivisa. L'altro rituale finale e` statol'attraversamento della sala, i bambini hanno imparato la diagonale, ogni volta ibambini attraversano la stanza con un movimento che ha avuto a che fare con iltema del giorno.

La struttura degli incontri prevedeva quattro gruppi di lavoro: un gruppo di bambini di 3anni, uno di 4 e due di 5 anni. Il successo del progetto e` dipeso da diversi fattori, tuttimolto importanti. Innanzitutto e` stata fondamentale la presenza di alcune insegnanti, nonsolo fisica: questo e` un punto molto delicato, perche` non tutti gli insegnanti sono dispostia mettersi in gioco, non tutti hanno un ottimo rapporto con il proprio corpo, non tutti sonoin grado di fornire attenzione ai reali bisogni dei bambini e un ascolto autentico aimessaggi che il gruppo classe trasmette, non solo a parole, ma anche e soprattutto con ilmovimento.Ho notato come la presenza significativa delle insegnanti fornisca un ottimo supporto allafigura esterna dello specialista. I bambini si avvicinavano con piu` sicurezza e fiducia alnuovo adulto (cioe` io) e accettavano piu` volentieri le proposte di movimento, senzacontare che le insegnanti sono ascoltate maggiormente dai bambini perche` hanno lapossibilita` di trascorrere piu` ore con i piccoli e, quindi, di conoscerli meglio. Ci sonostate presenze molto positive che non hanno mai smesso di venire incontro alla propostadel movimento creativo e di credere nel senso del lavoro che tale progetto comporta.Laddove invece la presenza e` stata rigida e distaccata, sono emerse delle difficolta`.La buona riuscita dell'incontro e` dipesa moltissimo quindi dalla presenza valida delleinsegnanti, ma anche dalla presenza o meno nel gruppo di problematiche individuali edall'orario in cui si e` tenuta la lezione. I 50 minuti che precedevano il momento del pasto

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sono stati i piu` difficili, come quelli che seguivano la ricreazione. In particolare questoorario si e` dimostrato difficoltoso, i bambini sono prelevati dal caos della ricreazione,durante la quale urlano, corrono, giocano con assoluta liberta`. Io stessa dopo unamattinata di lavoro, sono piu` stanca e faccio fatica a mettermi in ascolto reale deimessaggi dei bambini. E` stato importante prestare attenzione alle esigenze del gruppo, chevariano anche in base all'eta` dei bambini. A 3-4 anni prediligono le forme, comprendono ilivelli e le direzioni. Amano rotolare, strisciare, gattonare, poiche` sono i movimentievolutivi piu` vicini a loro. Hanno ancora difficolta` con la comprensione dello spazio, delritmo e della lentezza, mentre riescono abbastanza a sentire la forza. Data la loro eta`,alcuni sembravano spaventati dal movimento: e` il caso di una bambina che aveva bisognodi essere presa per mano per attraversare lo spazio della sala, a volte rimaneva ferma,seduta nella sala, per tutta l'ora. Dopo qualche incontro, mostravano di avere in gran partesuperato le difficolta` iniziali e partecipavano piu` attivamente agli incontri. E` anche ilcaso di altri bambini, che, quando erano da soli, correvano senza meta, mentre se liaccompagnavo si calmavano e rotolavano piu` lentamente.I bambini di 4-5 anni, invece, possono gia` isolare le parti del loro corpo e praticaremovimenti che richiedono l'esplorazione della qualita` del peso e dell'energia. Amanospostarsi da un punto all'altro della sala camminando, correndo, scivolando e un po` anchesaltando. Per i bambini disabituati a muoversi in modo creativo, muoversi ha significato,inizialmente, correre all'impazzata per la sala.Un tema che ha richiesto autocontrollo da parte dei bambini e` stato quello della qualita`del peso, dove si sono misurati con la propria forza. Il primo legame che essi stabilisconoe` quello fra quest'ultimo e la violenza e si stupiscono quando si parla, invece di forte eleggero. Ha funzionato bene la proposta della danza del guerriero: i bambini attraversanolo spazio con una camminata forte e pesante e, quando si trovano davanti a un foglio digiornale teso, lo spaccano in due con decisione. Alcuni accettano la proposta come unasfida, altri si divertono, altri ancora si mostrano spaventati. I pezzetti di carta rimastiservono, poi, per comporre dei movimenti leggeri. L'uso del materiale sembra esserefondamentale per lo svolgimento di tale tema, poiche` facilita la comprensione da parte deibambini.Per cio` che riguarda i livelli dello spazio, ho potuto notare come i piu` piccoli preferivanoi movimenti e le forme a terra, mentre i piu` grandi, proprio per il loro avvicinamentoall'eta` in cui si desidera sempre piu` assomigliare agli adulti, tendevano a rimanere nellaverticalita`.

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PRIMO INCONTRO (17 gennaio 2006)Nei primi incontri, occorre ricreare l'atmosfera vissuta nel mentre materno e fornirel'occasione di ripercorrere tutto il tragitto che l'essere umano attraversa fino alraggiungimento della verticalita`: fluttuare, spingere, rotolare, strisciare, ecc.Oltre a cio` per favorire la regolazione del laboratorio, che si basa sull’azione spontaneadei bambini, e` necessario porre dei confini molto precisi, costruire un patto tra loro e me.Io credo che l’uso delle regole, nel laboratorio di danzaterapia, favorisca la sicurezza delmovimento dei bambini e il rispetto reciproco. Vi sono regole unanimemente condivise,come la regola di non far male a se stessi e agli altri, e altre che sono state inserite duranteil percorso, anche con l’apporto dei bambini, in base alle problematiche emergentiall’interno del gruppo. Con le regole si aiuta il bambino a mettersi al centro del proprioagire, responsalizzandolo su cio` che e` insieme agli altri e su cio` che sta realizzando. Laregola lavora sul limite necessario da porre all’espressivita` personale, aiutando i bambinia essere maggiormente coscienti delle proprie azioni.E` fondamentale quindi garantire un’attitudine all’ascolto all’interno del gruppo: dando unritmo agli interventi, dando uno stimolo preciso su cui verbalizzare, impedendol’accavallarsi degli interventi, favorendo il rispetto reciproco, integrando i diversi apporti esottolineando quanto un bambino ha detto.

Inizio la prima lezione in cerchio, preparando i bambini al setting(2). Chiedo loro cosaserve per danzare: occhi ben aperti per non andare a sbattere, orecchie per sentire lamusica, naso per respirare, la bocca dobbiamo usarla poco perche` non c'e` bisogno diparlare e naturalmente dobbiamo tenere sveglio il corpo.Il primo incontro e` iniziato con un lavoro a terra:

siamo come piccoli animali che si risvegliano nella loro tanasi stiracchiano, fanno tutti quei movimenti che li fanno stare benese vogliono possono strisciare oppure rotolarefino a che non si troveranno in piedi, nella posizione eretta, dove si striracchianoancora un po`

(2) Questa parola e` presa dalla psichiatria, il setting e` un luogo idoneo in cui avvengono abitualmente gli incontri, chesia confortevole, in cui il paziente possa sentirsi al sicuro, realmente ascoltato o capito.

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Foto 2

Foto 3

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Foto 4

E` difficile che l'adulto moderno abbia una concezione del corpo nella sua interezza,poiche` molte attivita` attuali richiedono l'utilizzo specifico di piccole parti di esso. Ilbambino, al contrario, e` in grado di percepire, piu` facilmente, il movimento di tutto ilcorpo e questo gli permette di cogliere l'essenza della danza.Il corpo va rispettato, conosciuto ed esplorato per acquistarne la giusta padronanza econsapevolezza; quest'ultima racchiude in se` l'insieme di conoscenze ed esperienzecorporee, quali ad esempio la capacita` di riconoscere e nominare le varie parti del corpo,cosi` come le diverse zone (parte alta, bassa, davanti, dietro).Ho cercato di coinvolgere i bambini direttamente nella scoperta del funzionamento delproprio corpo.Le due principali categorie di movimento che l'elemento “corpo” include sono:

1. le parti del corpo: le parti esterne come la testa, le spalle, le braccia, la cassatoracica, i fianchi, le gambe, i piedi e la sensibilita` delle parti interne come ilbattito del cuore, i muscoli, le ossa, e le articolazioni;

2. i movimenti del corpo: piegarsi, allungarsi, ruotare, dondolare, oscillare, sollevarsi,cadere, scuotersi, vibrare, ecc.

In piedi, torniamo in cerchio, cerchiamo di scaldare il nostro corpo (per aumentare laconsapevolezza). Possiamo cominciare dall'alto:

• testa e collo: sperimentare e provare tutti i possibili movimenti che il collo puo`fare per muovere la testa

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• spalle: isolarle, anche una dall'altra, e provare a muoverle a diversa velocita`• braccia: tutti i possibili movimenti• mani: danzare con le mani di fronte al viso, quali forme nascono? Possono

danzare anche nello spazio intorno, dietro il corpo, per terra?• ecc...fino ai piedi, ricordandosi anche del cuore

Svegliare la schiena da soli, per i bambini, e` difficile, cosi` ognuno ha cercato dirisvegliare la schiena del proprio compagno.

Una terza categoria di movimento e` rappresentata dalle azioni di locomozione e, quindi,dai passi, i quali permettono di spostare il corpo da un punto all'altro dello spazio. I passideterminano differenti modi di movimento. La camminata consiste nel trasferire il propriopeso da un piede all'altro sulla terra. La corsa consiste, invece, nel trasferire il proprio pesoda un piede all'altro, questa volta sollevandolo da terra. I salti comportano l'elevarsi daterra, con la possibilita` di atterrare su entrambi i piedi, su un piede solo, scivolando da unpiede all'altro, saltando in lungo, saltando da un piede e atterrando su due, saltando su duepiedi e atterrando su uno.

impariamo a camminarelentamente, velocementepoi corriamo nella sala, sempre provando a farlo in modo veloce o lentoora saltiamo, mentre camminiamo, sul posto, ecc

- il movimento puo` essere anche dolce duro, pesante, aiutiamoci con gli animali: “comefa una mosca?” “e la farfalla?”In questo primo incontro l'uso della musica e` stato limitato, per far si` che i bambini siconcentrassero sul proprio corpo, e` stata usata nel riscaldamento iniziale a terra e alla fineper il riposo, dove ho usato una ninna nanna.

SECONDO INCONTRO (24 gennaio 2006)L'incontro e` iniziato nuovamente a terra, spronando i bambini a cercare un proprio luogonello spazio. (I bambini tendono a stare tutti insieme, quasi attaccati, come si puo` notarenelle foto 3 e 4).Il modo di utilizzare lo spazio e` un aspetto importante che permette di infondere unsignificato particolare alla propria azione corporea.

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Foto 5

Lo spazio deve essere, prima di tutto, pensato e vissuto come volume dotato di consistenzae profondita` e tale tipo di percezione dello spazio e` strettamente collegatoall'acquisizione o al risveglio della percezione corporea. Cosi`, ho spiegato ai bambini cheesiste uno spazio personale, che puo` essere immaginato come una bolla d'aria checirconda il corpo. Lo spazio generale e` costituito, invece, da tutte le azioni corporee,all'interno del quale la persona puo` spostarsi, direzionarsi, livellarsi e orientarsi.Durante gli spostamenti nello spazio, il nostro corpo esegue, infatti, un movimento che hauna direzione, un'estensione, un percorso, un livello. Quando una persona si muove nellospazio assume una forma, con una sua dimensione e un livello preciso dello spazio.Una volta arrivati alla posizione eretta ho chiesto ai bambini di inventarsi delle forme nellospazio, ognuno al livello preferito. Il livello puo` essere alto (verticalita`), medio (seduto oin ginocchio), basso (orizzontalita`). (Foto 6)Per questa danza ho usato la musica, nel momento in cui la musica si spegneva i bambinidovevano finire la danza nella forma preferita e nel livello scelto.

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Foto 6

La cosa piu` difficile per i bambini e` rimanere in una forma, chiedevo loro di precisarla,mettendo i muscoli ben forti dentro quella posizione, senza cambiare niente, anche sescomoda o di squilibrio. Contavo fino a sette: durante questo tempo dovevano tendere tuttii muscoli del corpo, sempre di piu`, fino a raggiungere la massima tensione. Passavo fraloro per toccare i loro muscoli, non solo delle braccia, ma anche della pancia, delle gambe.E` divertente scoprire che i bambini pensino alle braccia, quando si parla di muscoli,mentre si meraviglino quando si chiede loro di provare a stringere i muscoli della pancia edel sedere.Come si puo` notare dalla foto numero 6, i bambini faticano a trovare una forma al livellomedio, cosi` l’ho chiesto esplicitamente.Un esercizio di questo tipo, da` la possibilita` di aprire ai bambini il mondo della fantasianella ricerca di forme, da assumere di volta in volta: forme della natura, geometriche, dinumeri o di lettere (per es. per i bambini che stanno imparando a scrivere), o anche dimostri e dinosauri.E` importante supportare sempre i loro sforzi e riconoscere le forme che sono veramentestrane o nuove, insegnando loro a non commentare in negativo le forme altrui, ma alcontrario a vedere cosa c'e` di bello nella stranezza e nell'asimmetria.

TERZO E QUARTO INCONTRO (7 e 28 febbraio)In questi incontri ho introdotto lo stimolo del “ritmo e la melodia”. Ho cercato di utilizzarebrani musicali in cui entrambe le componenti, ritmica e melodica, fossero facilmente

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distinguibili.I bambini sono stati invitati a prendere posto nello spazio, in piedi, immobili, comesottofondo una musica abbastanza ritmata.

- sentiamo il ritmo solo nei piedi, li muoviamo al ritmo di questa musica- il ritmo sale nelle gambe, poi nel bacino- in tutte le parti del corpo- ora ci muoviamo liberamente nello spazio perche` il ritmo e` entrato nel nostro

corpo

Foto 7

Negli incontri sul ritmo e` stato usato, oltre alla musica anche un tamburello, ad ognibattito i bambini rispondono con dei movimenti spezzati tra di loro.Tutto l'esercizio viene riproposto, ma questa volta con una musica melodica, per far capireloro la qualita` e la differenza tra ritmo e melodia.Con la melodia abbiamo iniziato il lavoro da terra:

la melodia si diffonde nelle braccia, nelle spalle (via via si elencano le varie parti delcorpo) la melodia scorre nel mio corpo e mi sollevail mio corpo disegna nello spazio la melodia

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Foto 8

I bambini hanno potuto sperimentare all'interno di un unico stimolo sonoro due elementidistinti e diversi: il ritmo e la melodia. La melodia aiuta a sviluppare una qualita` dimovimento fluida, avvolgente, dolce, fatta di linee continue dalle forme rotonde, cherimandano all'archetipo femminile. Il ritmo, al contrario, produce un movimento forte,potente, costituito da linee spezzate, da punti, da angoli, movimenti legati all'archetipomaschile.Abbiamo fatto il gioco dello stregone, prima con il ritmo; quando la musica si fermava,tutti dovevano fermarsi come statue. Lo stregone deve svegliare tutte le statue con il ritmo,cioe` toccando energicamente tutto il corpo della statua. Se la musica e` melodica, non e` iltocco energico a svegliare le statue ma un tocco lieve, come una carezza. La difficolta` peri bambini e` stata nel riconoscere un brano ritmico da quello melodico.Questo stimolo e` stato riproposto in due incontri consecutivi per far si che i bambini lomemorizzino dentro di loro maggiormente.

QUINTO INCONTRO (28 febbraio)Nel quinto incontro lo stimolo non e` piu` rappresentato dalla musica ma ho introdotto unoggetto, la stoffa. Questo stimolo , data la duttilita` del materiale, offre una serie infinita dipossibili variazioni. La scelta dei brani musicali era legata all'esperienza che ho proposto aibambini.Ho iniziato il lavoro a terra, raccontando la storia di due semini, Gigina e Gigietto, i quali

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si trovano sotto terra, al caldo, rannicchiati.I bambini si sono immedesimati nel seme:

i due semini ogni tanto cambiano posizionesentono tutti i rumori sopra di loro, sopra la terrastrisciano nella terraad un certo punto spuntano le loro radici (i bambini muovevano le braccia verso l'alto)si muovono verso l'altopoi si riposanopoi si muovono ancoradopo un po’ nasce un alberoun albero con delle belle radici nella terra (i bambini incollavano i piedi al pavimento)e nascono i rami e tante foglie (i bambini tentavano di muovere la parte superiore delloro corpo)e infine nascono i fiori (passavo tra i bambini e ad ognuno lasciavo un foulard nellamano tesa verso l'alto)si e` alzato il vento, l'albero oscilla insieme ai suoi rami e ai suoi fioriil profumo dei fiori si spande in tutta la stanza

I bambini a questo punto si sono trasformati in fiori portando il profumo in giro nellospazio.

i fiori, per il vento, si staccano dai rami e profumano lo spazio intorno a loro (foto 9)il vento si fa piu` forte, i fiori portati dal vento sembrano danzareil fiore cade per terra e si riposa

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Foto 9

In cerchio, con il coniglio Bunny, ho chiesto ai bambini in che albero si erano trasformati eche profumo emanavano i loro fiori.Oggi e` rimasto un po` di tempo prima della fine della lezione, cosi` i bambini si sonodivisi in coppia e hanno “colorato” i compagni davanti a loro con i propri foulards. (foto10)Ho detto loro:

- colorate la pancia, le orecchie, il viso

I bambini si sono divertiti molto e in piu` e` stato utile per riconoscere le parti del corpo.

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Foto 10

La stoffa e` uno degli stimoli coreografici piu` potenti e piu` significativi dellametodologia; e` basato sull'uso di un oggetto e quindi risulta fortemente proiettivo. Lostimolo puo` essere sviluppato secondo numerose varianti e il suo significato simbolicopuo` di conseguenza assumere sfumature diverse a seconda degli elementi che ilconduttore decide di enfatizzare.Le caratteristiche preponderanti sono: la capacita` insita sia nel percorso coreografico chenella materialita` dell'oggetto di adattarsi all'interlocutore (sia esso il bambino che danza oil danzaterapeuta che conduce e introduce le varianti); la disponibilita` a ricevere leproiezioni di tutti; la facilita` nel mettersi in relazione con qualsiasi genere di alterita`.Il tratto distintivo di questo oggetto-stimolo e` la sua duttilita` e la conseguentedisponibilita` all'incontro. Danzare con la stoffa significa entrare in relazione con un“altro” in grado di accogliere le nostre caratteristiche, di valorizzare i nostri movimenti, distimolarli ed ampliarli rendendoli piu` belli, piu` appariscenti, piu` interessanti. Si tratta,dunque, di una relazione “facile” e gratificante.Dal punto di vista del conduttore proporre un percorso con la stoffa, significa relazionarsicol gruppo, potendo contare su un oggetto mediatore, in grado di gratificare l'altro.La stoffa, in quanto elemento esterno, dovrebbe aggiungere la difficolta` della relazionerispetto al lavoro svolto nella danza da soli. Invece, costituisce un'eccezzione: la duttilita`del materiale non solo facilita, ma puo` gratificare a livello narcisistico il gruppo oincoraggiarlo.Per queste caratteristiche lo stimolo della stoffa e` un'ottima proposta per i primi incontricon un gruppo, e` perfetto per inaugurare percorsi con altri oggetti, puo` essere utilizzatoper incoraggiare chi e` sfiduciato dalle difficolta` incontrate con oggetti piu` “ostici”.

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La sua duttilita` in particolare, lo rende capace di accogliere e dare forma con facilita` almondo interiore. Puo` inoltre veicolare contenuti affettivi grazie alle emozioni che suscitaal tatto: la stoffa (o perlomeno la stoffa utilizzata per questi lavori, generalmente in lycra,fodera o seta) e` morbida, leggera, in grado di adattarsi alle forme del corpo, diaccarezzarlo, di accompagnarlo, proprio come una carezza che puo` portare con se` ladimensione sensuale o quella tenera della cura.Un altro aspetto importante e` dato dal fatto che la stoffa puo` nascondere chi danza,proteggendolo dallo sguardo altrui, allo stesso tempo, puo` esporlo, ampliando l'estensionespaziale del suo movimento in ogni direzione. In questo modo il soggetto vive la suaaffermazione nel mondo, proclama il suo esserci, prende lo spazio, si mostra.

SESTO INCONTRO (14 marzo 2007)Iniziamo l'incontro seduti a terra in cerchio, ogni bambino ha davanti a se` un foulardscolorato appallottolato.

lentamente aiutiamo il foulard ad aprirsicon delicatezza e cura

Foto 11

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lentamente lo aiutiamo a muoversi nello spaziogli facciamo sentire la musicadanziamo insieme a lui in tutta la stanzafacciamo conoscere alla stoffa il luogo in cui ci troviamola stoffa vuole conoscere la forma del nostro corpo (foto 12 e 13)

Foto 12

Lavorare con la stoffa e` piaciuto molto ai bambini; e` un momento bellissimo vederliprendersi cura del proprio pezzetto di stoffa, stanno attenti a farlo danzare nello spazio condelicatezza.

ci riposiamo insieme al nostro foularddanziamo un altra volta colorando la stanzacoloriamo i muri, il calorifero, le finestre, il pavimento,…i foulards hanno voglia di incontrare altri foulardse danzare tutti insieme (foto 14)

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Foto 13la stoffa conosce il corpo dei bambini

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Foto 14i foulard danzano tutti insieme

In questo esercizio il proprio oggetto stimolo (la stoffa), viene conosciuto ascoltandolodelicatamente attraverso le dita, senza cambiare la sua forma. Il gruppo di bambini hal'opportunita` di essere trattenuto sulla soglia dell'incontro, di sperimentare un approcciograduale, lento. Si tratta di una capacita` da insegnare ai bambini, presi, invece, dallafrenesia del tutto e subito.La danza con la stoffa puo` essere finalizzata all'esplorazione di vari livelli di relazione:

• “io faccio danzare la stoffa che non si puo` muovere” (relazione d'aiuto in cui ildanzatore si prende cura dell'altro);

• “la stoffa prolunga il mio movimento” (relazione d'uso, la stoffa e` funzionale almovimento del danzatore);

• “io e la stoffa danziamo insieme” (relazione paritaria in cui le risorse di entrambiconcorrono alla creazione della danza).

In questo incontro ho cercato di far diventare la stoffa un “pennello”; si tratta di un lavoroche si svolge su un livello di stimolazione cromatica, con una forte componente ludica. Ilbambino dapprima colora con il suo pennello se stesso e lo spazio, simbolicamente porta ilproprio contributo al gruppo, impregnando della sua sfumatura emotiva lo spaziocondiviso.

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SETTIMO INCONTRO (21 marzo 2007)Oggi i bambini hanno sperimentato le qualita` del peso; una volta nel cerchio ho introdottoil tema, dando un forte pugno sul pavimento, invitando i bambini a fare lo stesso. Hochiesto poi di riprovare senza toccare la terra con la mano, ma sentendo la tensione nelmovimento, senza fare il minimo rumore, ma usando la stessa forza come per colpire. Inun successivo momento abbiamo sperimentato il pugno nella lentezza, come se sipremesse qualcosa, come se l’aria fosse pesante e provassimo a premerla, con lo stessosenso del peso. Ora si prova il contrario, col pugno si sperimentano movimenti leggeri,come se la mano galleggiasse nell'aria. Dopodiche` abbiamo esplorato la stessa sensazionecon le altre parti del corpo, provando a sollevare o spingere qualcosa di molto pesante, conle braccia, le gambe, la schiena, le spalle.Dopo questi esperimenti ho introdotto la musica, due musiche diverse. I bambini hannodanzato nel mondo leggero e in quello pesante, utilizzando diverse andature, per esempiola camminata, corsa, salti, cambi di forma, usando in ciascun mondo la qualita` suapropria.Per esplorare la qualita` del peso abbiamo usato anche degli oggetti: per es. con la carta,abbiamo sperimentato sia il colpo forte per spezzarla in due, sia la leggerezza per farlavolare senza che toccasse il pavimento. Ancora abbiamo danzato con i palloncini,lasciando che si posassero su tutte le parti del corpo e di farli volare sospingendoli percreare danze e movimenti leggiadri.

Questo tema si e` rivelato molto importante per far integrare nei bambini quel senso diaggressivita` e competitivita` che spesso fa confondere la forza con il potere e la violenzacon la potenza. Da` la possibilita` di essere diretti e di concentrare le energie piu` chedisperderle, cosa che succede spesso nei bambini ipercinetici che non riescono a centrare laloro potenzialita`. Li aiuta a sentire dentro come si puo` canalizzare questa forza. Infatti lafatica e` quella di incarnare l'aspetto forte, che spesso si perde in una leggerezza senzavolonta` o in una rabbia sopita che non trova via d'uscita. E` stupefacente notare il senso disoddisfazione personale quando la distinzione diventa chiara ai bambini., all'interno delloro corpo.E` molto importante osservare se il bambino coglie la distinzione tra forte/leggero,soprattutto se e` in grado di mantenerla nelle forme e nei diversi passi. Ho dovuto subitochiarire, all'inizio dell'incontro, la differenza tra forza e velocita`, che possono noncoincidere.

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Lo stesso giorno, con la classe dei grandi, ho svolto un lavoro diverso, su richiesta delleinsegnanti. In aula stanno lavorando, su un brano dell'opera “The Fairy Queen” di HenryPurcell. Sulle note e le parole di un brano dell'opera, i bambini hanno dato libero sfogo allaloro fantasia e al proprio movimento.

“Raduniamo e incastoniamo comeperle la rugiada, colta all'alba

sulla strada, sui cespugli, i rovi, i fiori.Cento primule, mille viole si dischiudono

ai nostri passi, piu` leggeri della lunasopra i colli ci libriamo.Sia qualunque la fortuna,la regina noi seguiam.”

Senza che io dicessi nulla, con i tappetini hanno costruito una strada e con un po` di teatroe un po` di danza hanno rappresentato la canzone.La scena si svolge in un bosco popolato da fate.

Foto 15

I cespugli sulla strada

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Foto 16

i rovi

Foto 17

le fate raccolgono le perle

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Foto 18

le primule e le viole chiuse sul ciglio della strada

Foto 19

le fate arrivano

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Foto 20

i fiori si dischiudono al passaggio delle fatee tutti insieme si librano sui colli

OTTAVO INCONTRO (28 marzo 2007)Per questo incontro ho deciso di usare un altra volta la stoffa, questa volta in mododiverso, lavorando sulla forma.Appena entrati i bambini trovano nella sala un cerchio formato da stoffe di colori diversi.Ognuno sceglie la stoffa del colore preferito e trova un posto nello spazio.

prendo la stoffa e la lascio cadereche bella forma hala guardo da vicino e da lontano, da sopra e da sottose cambio posizione ha tante formecontinuo a guardarla e con il mio corpo faccio le sue formeora con le mani faccio sentire alla stoffa la musicapoi la faccio danzare, da seduto oppure in piedi

Per questi esercizi avevo scelto delle musiche lente, i bambini hanno avuto difficolta` aseguirle, cosi` ho cambiato con una musica piu` ritmata.

proviamo a dare alla stoffa la forma che ci piace di piu`, tante forme

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Foto 21

elefante

Foto 22

specchio

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Foto 23

serpente a sonagli (i nodi sul foulard sono stati fatti dal bambino)

Foto 24

di nuovo con il corpo provo a fare le forme della stoffa

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Foto 25

Durante tutto l'incontro ho accompagnato i bambini a scoprire le forme della stoffa: formedapprima statiche e poi in trasformazione (grazie al corpo di chi le modella), forme dellapropria stoffa e forme delle stoffe altrui. La stoffa diventa la pelle che cambia, che cresce oavvizzisce e i cambiamenti della sua forma diventano uno stimolo per la danza. Ho invitatodapprima a osservare le forme della stoffa da ogni angolazione, mantenendo con essa uncontatto visivo costante. In questo modo il bambino impara a conoscere la conformazionedella stoffa. La conoscenza della stoffa, di un oggetto estraneo, avviene gradualmente,attraverso i canali sensoriali.E` attraverso lo sguardo che si crea un primo legame con la stoffa (“guardo le forme”),cioe` il senso piu` vicino alla dimensione mentale; poi la vista viene riscaldata attraverso ilmovimento; in seguito la conoscenza passa per il tatto, quando i bambini attraverso le manimettono la musica nella stoffa.

NONO INCONTRO (2 maggio 207)Il tema dell'incontro e` ancora una volta la forma, questa volta pero` i bambini sono statiaiutati dall'acqua e dalla stoffa a sacco.I bambini ed io abbiamo fatto degli esperimenti: 4 contenitori di diverse forme, unsacchetto di plastica e dell'acqua. Se mettiamo l'acqua nei contenitori, questa prende la loroforma, mentre se versiamo l'acqua nel sacchetto di plastica e` l'acqua che decide la forma.Ora sono i bambini a provare questa magia, con i loro corpi.In coppia, un bambino era il contenitore, l'altro l'acqua. Il primo bambino decideva unaforma, mettendo i muscoli ben forti in quella posizione, senza cambiare niente, anche sescomoda o di disequilibrio.

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Foto 26

L'altro bambino, lentamente, prendeva la stessa forma.Per provare il secondo esperimento (acqua e sacchetto di plastica) abbiamo usato la stoffaa sacco; tutti i bambini si sono trasformati in acqua ed entravano in un sacco, dandogli leforme piu` strane (foto 27).

Foto 27

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Foto 28

La classe ha voluto provare un ultimo esperimento, tutti insieme, come una un fiumed'acqua, hanno provato a dare forma ad un grosso lenzuolo.

Foto 29

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L'esercizio si e` presentato subito abbastanza complesso, anche se i bambini si sonodivertiti molto. E` difficoltoso anche per un gruppo di adulti trasformare il lenzuoloattraverso il proprio movimento. Cio` che si poteva vedere, guardando da fuori l'esercizio,era una situazione ambivalente, dove da un lato, i bambini provavano piacere aconfondersi con la stoffa, dall'altro hanno dovuto affrontare una serie di difficolta`pratiche. La stoffa infatti sfugge, crea disagi legati alla temperatura corporea, vienecondivisa con altri e magari involontariamente sottratta. Il lavoro e` servito per far si` che ibambini relazionino tra loro, e con il movimento altrui, condividano uno spazio tuttiinsieme, dove ognuno possa trovare il proprio. E` bello vedere come attraverso la danzaprendono vita le dinamiche solite della classe; qualcuno si e` lascito strattonare e non hatrovato il proprio spazio, al contrario, altri hanno imposto a tutti i costi le proprie immaginicoreografiche.Rispetto al lavoro con “la stoffa grande” quello con “la stoffa a sacco” ha messo insecondo piano l'aspetto gruppale per favorire un'esperienza piu` introspettiva e personale,per esempio non sono emerse le frustrazioni legate alla condivisione in gruppo di un unicotelo o alla difficolta` a mantenere il contenimento dovuta alla stoffa che sfuggiva. Sonoemerse la paura della solitudine e il senso di soffocamento, infatti alcuni bambini hannolavorato con la testa fuori dal sacco, oppure il piacere del contenimento e delle sensazionitattili date dalla natura dell'oggetto.Inoltre ha avuto una funzione inibitoria, anche i bambini piu` timidi si sono lasciati andare,il sacco nasconde l'identita`, offre rifugio a chi si sente inibito dallo sguardo degli altri.Consente di lavorare senza che intervenga la vista, quindi la possibilita` di esserericonosciuti e giudicati.

DECIMO INCONTRO (9 maggio 2006)“Ti ho portato una piuma...ti piace? Qualcuno mi ha insegnato che questa piccola piumasa parlare di tenerezza, vuoi provare ad ascoltarla?”

Per salutare i bambini con tenerezza, nell'ultimo incontro ho usato la piuma. Ho introdottol'oggetto raccontando la storia di un uccellino.Ad ogni bambino e` stata data una piuma.

prendiamo tra le mani la piuma, la accarezziamo, la custodiamotenendola sempre tra le mani, proviamo a farla volarepiano, piano, poi un po` piu` velocementeora proviamo a farla volare da sola, senza il nostro aiutola facciamo volare senza farla cadere per terra

Con le piume l'attenzione e` stata migliore rispetto agli altri incontri; e` stato un incontroemozionante, da come i bambini curano le proprie piume si e` visto chiaramente cio` che siportano dentro, la storia di ognuno. I bambini con situazioni familiari difficili, hannocurato amorevolmente la propria piuma, hanno dato alla piuma tutte le attenzioni di cuihanno bisogno.

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ci trasformiamo in una piuma e danziamo nella stanzaleggeri come una piumaora proviamo a prenderci cura dei nostri compagni (foto 30)

Foto 30

Osservazioni conclusiveVorrei parlare brevemente della musica e delle sue caratteristiche; nel momento in cui nonl’ho utilizzata come stimolo coreografico, e` stata molto utile, per esempio, per riempiredolcemente il silenzio iniziale, durante l’arrivo dei bambini nel cerchio.Spesso l’ho usata per rallentare il livello di eccitazione oppure per sostenere la creazione diuna dimensione gruppale armonica.Ho notato, poi, che facilita i bambini piu` inibiti, mentre una musica molto lenta, come unaninna nanna favorisce il rilassamento dopo momenti vissuti intensamente. Ancora, puo`accentuare una dimensione di avventura, facendo pregustare l’arrivo di eventuali pericoliimminenti.La musica ha aiutato a stimolare e ad attivare i bimbi molto lenti ma allo stesso tempo, hapermesso di contenere i bambini che tendevano a perdersi in un’azione continua e nonfinalizzata. Ha accompagnato i bambini attraverso l’evoluzione di ogni incontro.

In ultima analisi vorrei presentare le schede utilizzate per la valutazione e la verifica delprogetto, ritengo necessario disporre di indicatori che mi permettano la valutazionedell’efficacia degli interventi che ho attuato. Cosi` la mia verifica si e` basata sulle schedee sulle opinioni delle insegnanti, in merito all’arricchimento di ogni bambino. Questeschede mi ha permesso:

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• di analizzare le singole sedute e l’evoluzione del percorso complessivo;• di comprendere i significati delle dinamiche relazionali all’interno dei gruppi;• di ritrovare immediatamente, nel laboratorio successivo, una sintesi del passaggio

precedente, per inserirmi con piu` precisione, nei desideri e nei bisogni che ibambini hanno elaborato nel tempo dell’attesa tra un incontro e l’altro;

• di analizzare le singole situazioni problematiche, per meglio valutare le possibiliscelte educative;

• favorire il passaggio delle informazioni e il confronto con gli insegnanti, anchequando i tempi di comunicazione erano stretti o le relazioni non sempre fluide.

Cio` che e` emerso, da questo lavoro di valutazione e verifica, e` che il progetto e` andatoa buon fine, realizzando buona parte degli obiettivi prefissati. In particolare per cio` checoncerne l’utilizzo dello spazio, del proprio corpo in relazione con lo spazio e gli altri,dell’ascolto del compagno e del proprio corpo. In piu`, l’espressione creativa delladanzaterapia, ha accresciuto la fantasia dei bambini.

Esempi di schede di valutazione e verifica utilizzate

Scheda inerente la conduzione ed il setting

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Scheda sull’osservazione del gruppo

Scheda sull’osservazione del singolo bambino

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Scheda sull’osservazione del singolo bambino in movimento