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PREMESSAPREMESSAPREMESSAPREMESSA

Nell’ambito del Progetto di catalogazione dei campanili nell’Arcidiocesi di Udine, l’Associazione "Scampanotadôrs

Furlans - Gino Ermacora" ha schedato, mediante una ricognizione sistematica, molti campanili appartenenti a chiese che vengono abitualmente utilizzate dalle comunità e che sono situate dentro gli abitati oppure fuori porta, comprendendo chiese cimiteriali, chiesette campestri e padronali.

Il progetto, finanziato dalla L.R. 2/2006, è stato realizzato dal 2008 al 2010 in collaborazione con il Centro regionale di catalogazione e restauro del Friuli Venezia Giulia secondo le modalità della “catalogazione partecipata” via web, attraverso il Sistema Informativo Regionale del Patrimonio Culturale (SIRPAC). Il gruppo di schede che ha per Oggetto (OGTD) “CAMPANILE” supera le 600 unità, tutte consultabili on line, a molte sono allegati file sonori delle relative campane.

Gli appunti contengono informazioni,

analisi e considerazioni raccolte e sviluppate dal Centro durante lo svolgimento della schedatura, in particolare nella fase di in cui è stata esaminata la configurazione esterna dei campanili scelti dagli Scampanotadôrs. Allargando lo sguardo sull’intera regione FVG, gli appunti presentano alcune osservazioni e valutazioni da cui emerge che, tranne qualche eccezione,

la gamma di situazioni riscontrabili nel nostro territorio mostra sostanzialmente caratteri di omogeneità e ripetitività. I riferimenti e le immagini costituiscono un ristretto ventaglio di esemplificazioni, che sono ampliabili collegandosi al sito SIRPAC e visionando il PROGETTO CAMPANILI e le SCHEDE dei CAMPANILI.

� vai al PROGETTO CAMPANILI

e alle SCHEDE CAMPANILI

nel SIRPAC all’indirizzo:

http://www.sirpac-fvg.org

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L’ORIGINE DEL CAMPANILE L’ORIGINE DEL CAMPANILE L’ORIGINE DEL CAMPANILE L’ORIGINE DEL CAMPANILE

FunzioneFunzioneFunzioneFunzione

La nascita del tipo architettonico denominato campanile avviene in relazione all’esistenza di edifici di

culto cristiano, quando si diffonde l’usanza di utilizzare un manufatto destinato specificamente ad alloggiare le campane, che vengono impiegate per trasmettere ai fedeli diverse comunicazioni, mediante differenti tipi di rintocchi e scampanii; l’esatta datazione resta ad oggi non precisamente identificabile. Se nei primi tempi, come affermano gli storici, per radunare i credenti si battono assi di legno poste alla quota del terreno, più tardi, per riunire la popolazione e diffondere messaggi di varia natura, vengono impiegate campane di piccole dimensioni, riprendendo consuetudini in uso già nell’antica civiltà greco-romana. Secondo la tradizione, San Paolino (vescovo di Nola, 355-431) sancisce per primo l’uso delle campane in ambito religioso cristiano per il richiamo alle adunanze. Del loro impiego è fatta menzione in numerose fonti dal VI secolo ed è famoso il documento di San Gregorio (vescovo di Tours, 538-594) che ne attesta

l’utilizzo.

Le campane di San Giusto a Trieste

FormaFormaFormaForma

Dapprima viene costruita una modesta struttura in elevazione ove posizionare le campane; successivamente anche in conseguenza all’aumentare delle dimensioni degli strumenti usati, il manufatto viene ampliato in altezza. Le caratteristiche edilizie sono simili a quelle della torre di cui viene adottato lo

schema costruttivo; il fabbricato viene poi sviluppato con la creazione di una cella, così che il suono si propaghi meglio tutt’intorno.

Spesso il campanile deriva dalla trasformazione di torri civili e militari di avvistamento e di difesa dei luoghi che, collocate su alture o su siti emergenti, sono ottimamente funzionali non solo per il controllo visivo ma anche per la diffusione delle onde sonore. Altri tipi architettonici da cui deriva sono le torri faro di segnalazione e le torri scaligere o scalari, così dette perchè contengono i sistemi di collegamento verticale dei corpi edilizi, le scale. Nel corso dei secoli oltre alla forma a torre ( e alla sua variante a torretta che ha dimensioni ridotte ed è spesso incorporata nella chiesa) si sviluppa quella detta a vela (costituita da un muro, posto sulla copertura, che presenta aperture entro cui sono appese le campane) molto diffusa per la semplicità costruttiva e

l’economicità; in tempi più recenti si assiste all’elaborazione di nuove caratterizzazioni riconducibili a forme compositive libere proprie dell’architettura moderna e contemporanea.

Colle di Artegna (UD)

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LocalizzazioneLocalizzazioneLocalizzazioneLocalizzazione

In Italia, la torre campanaria è inizialmente un organismo autonomo, separato dalla chiesa e situato in posizione laterale rispetto ad essa. Questo si verifica non solo perché spesso deriva dalla modificazione delle torri di avvistamento isolate, ma anche per ragioni strutturali, di rappresentanza o predominanza e, in particolare, anche per il diffondersi di alcune specifiche disposizioni dettate a metà del 1500 dall’arcivescovo Carlo Borromeo per la costruzione dei campanili, secondo cui questi devono essere distaccati dai muri della chiesa e posti in prossimità del suo ingresso, sul lato destro di chi entra.

Tale caratteristica viene persa con l’andar del tempo: i manufatti risultano spesso integrati nel corpo della chiesa in conseguenza a frequenti ristrutturazioni e ricostruzioni o, più in generale, a rimaneggiamenti edilizi realizzati nel corso dei secoli per molteplici ragioni, tra cui cedimenti, crolli e ampliamenti degli edifici di culto. In epoca medievale è usuale la presenza di torri scalari, che mettono in comunicazione tribune o terrazze, o di torri funzionali all’articolazione architettonica del fronte anteriore della chiesa, per questo dette di facciata, o di torri poste sul transetto. Nei paesi del Nord Europa i campanili isolati sono rari, mentre prevale la conformazione meno diffusa in Italia denominata Westwerk, consistente in due torri simmetriche (binate), che formano corpo unico con la parte centrale della facciata della chiesa, di solito la principale posta a Ovest.

Il Westwerk della chiesa di Sant’ Ignazio a Gorizia

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L’ETIMOLOGIA: DA “TORRE SACRA” A “CAMPANILE”L’ETIMOLOGIA: DA “TORRE SACRA” A “CAMPANILE”L’ETIMOLOGIA: DA “TORRE SACRA” A “CAMPANILE”L’ETIMOLOGIA: DA “TORRE SACRA” A “CAMPANILE”

Il manufatto edilizio in cui sono poste le campane, associato al fabbricato in cui si svolgono i riti cristiani ,agli inizi è chiamato in latino turris sacra da cui torre sacra. In seguito viene anche detta torre nolare, prendendo come riferimento il vescovo di Nola, San Paolino, che secondo la tradizione nel V secolo ratifica per primo l’uso ecclesiastico delle campane e che per questo è anche venerato come patrono dei campanari. Solo più tardi vengono introdotti i termini torre campanaria e campanile, che probabilmente derivano

dall’espressione latina vasa campana che è utilizzata per definire un recipiente in bronzo modellato a forma di campana ed adoperato nella zona di Napoli. Lo strumento musicale campana è invece denominato col termine latino onomatopeico tintinnabulum.

Vaso, scorcio con il campanile e il duomo di Gemona del Friuli - Ceramica Pezzetta (coll. privata)

I MANUFATTI CAMPANARI I MANUFATTI CAMPANARI I MANUFATTI CAMPANARI I MANUFATTI CAMPANARI

DEGLI DEGLI DEGLI DEGLI EDIFICI CIVILIEDIFICI CIVILIEDIFICI CIVILIEDIFICI CIVILI

Anche alcuni edifici civili sono dotati di manufatti

campanari, con forma a torre e a vela, utilizzati soprattutto nel passato per funzioni civiche, ad esempio per convocare riunioni pubbliche o per chiamare a raccolta il popolo in occasione di eventi straordinari. Per citarne ad esempio, tra i numerosissimi, nella capitale la torre del Palazzo Senatorio in Piazza del Campidoglio e la vela del Palazzo Montecitorio e del Quirinale, mentre in

regione le torri dei palazzi municipali di Pordenone, Trieste, la vela del palazzo comunale di Muggia, la torre dell’arengario con la piccola incastellatura campanaria metallica a Udine, la torre portaia settentrionale a Cordovado. All’estero torri civiche famose sono i beffroi fiamminghi.

Municipio di Muggia (TS) Municipio di Udine

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IL TIPO ARCHITETTONICO CAMPANILEIL TIPO ARCHITETTONICO CAMPANILEIL TIPO ARCHITETTONICO CAMPANILEIL TIPO ARCHITETTONICO CAMPANILE

Definizione

Nell’ambito dell’architettura sacra il campanile è un manufatto edilizio posizionato in prossimità di una chiesa. Serve a contenere le campane in modo che il loro suono venga trasmesso a distanza nel territorio circostante per diffondere diverse comunicazioni in ambito cristiano ed in particolare annunciare le funzioni religiose.

La funzione è ottimizzata quando le campane vengono collocate in alto e in un apposito vano, detto cella campanaria, costruita con caratteristiche atte a fungere da cassa di risonanza. Descrizione

Per quanto concerne gli aspetti spaziali, il campanile è una costruzione connotata dalla predominanza della dimensione verticale. Ciò si verifica in due situazioni: quando la misura della sua altezza (H) è maggiore rispetto a quella dei lati (larghezza = L, spessore = S) considerati in pianta oppure quando la sua collocazione è in posizione prominente cioè si innalza sopra alla struttura della chiesa.

La localizzazione del campanile rispetto al corpo della chiesa è un aspetto importante da considerare nell’esame del campanile. Vi sono casi in cui è : isolato, addossato, inglobato (totalmente o parzialmente nell’edificio di culto o ad altri fabbricati) oppure è costruito in elevazione sulla chiesa. Le principali componenti edilizie del campanile sono:

• il fusto, che può ergesi su un basamento,

• la cella campanaria,

• la cuspide,

• gli elementi architettonici strutturali, funzionali e decorativi in facciata o in sommità,

• gli oggetti decorativi e funzionali apicali. A lato un esempio di campanile con tipologia a torre, addossato al corpo della chiesa e caratterizzato da: fusto su basamento a corpo unico con base quadrata (muratura in pietra a vista) con feritoie; cella campanaria a pianta quadrata (muratura in mattoni

di laterizio a vista e intonacata), con monofore ad arco a tutto sesto, quadranti di orologio (cifre arabe) in facciata con soprastanti lunette; sommità formata da cuspide di copertura a bulbo (manto in lamiera metallica), impostata su tamburo a pianta ottagonale (muratura in mattoni di laterizio a vista); elemento apicale costituito da croce poggiante su sfera metalliche.

S. Antonio da Padova a Zampis (UD)

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I l fustoI l fustoI l fustoI l fusto

La parte edilizia del campanile che ha dimensioni maggiori rispetto all’insieme e predomina per lo sviluppo in altezza è detta fusto. Viene anche denominata canna nel caso in cui la struttura racchiuda uno spazio vuoto all’interno, dove generalmente sono poste le scale. A volte si eleva sopra un basamento che costituisce una porzione ben differenziata dell’intero fabbricato.

San Martino vescovo a Nogaredo di Prato (UD) San Tomaso apostolo a Villaorba (UD)

Santi Pietro e Paolo apostoli a Majano (UD)

Se la struttura ha uno spessore contenuto ed è costituita da un semplice setto murario con pianta rettangolare è detta vela, perché ne ricorda la forma. Le caratteristiche della configurazione esterna del fusto dipendono dalla pianta e dallo sviluppo volumetrico. La pianta del fusto, in genere è: quadrata (raramente quadrangolare o rettangolare),

poligonale (ottagonale, esagonale, pentagonale), circolare. Alla forma della pianta del fusto, di solito è conforme quella del basamento (non sempre è presente come parte a sé stante) e quella della cella campanaria. Sant’Andrea a Mels (UD)

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Lo sviluppo volumetrico del fusto, che va esaminato quale fattore significativamente qualificante dell’intera costruzione, può essere considerato individuando il rapporto tra le dimensioni dei lati (larghezza = L, spessore = S) e dell’altezza (H) del campanile, per cui si riscontrano le situazioni in cui L/S può essere :

• 1 < L/S < 2 , in genere con H > L

• L/S > 2 , in genere con H = L Pertanto in relazione a tale rapporto dimensionale, i campanili vengono contraddistinti a seconda della forma che è denominata: - a torre se L/S è compreso tra 1 (base quadrata) e 2 (rettangolare) con altezza variabile, in genere con H>L; l’altezza

prevale rispetto alla larghezza e allo spessore; - a torretta se si tratta di una piccola torre, cioè se ha dimensioni contenute, non raggiunge grandi altezze, emerge

spesso dalla copertura della chiesa ed è collocata perlopiù sul corpo della stessa; - a vela, se L/S > 2 (base rettangolare) con altezza contenuta rispetto alla larghezza, spesso di dimensioni analoghe ad

essa (H = L). Nelle architetture ecclesiali moderne e contemporanee, vale a dire nelle configurazioni innovative rispetto alla tradizione, il rapporto sopra indicato non risulta significativo. Alcuni campanili moderni e contemporanei si distinguono per assumere forme simili a tralicci, pinnacoli, piloni, archi, ecc. oppure per costituire un unicum con il corpo della chiesa, spesso innalzandosi da parti centrali della stessa.

Santa Lucia a Gemona del Friuli (UD) San Luigi Gonzaga a Trieste

San Silvestro a San Salvatore (UD)

San Giacomo apostolo a Udine

Santa Margherita del Gruagno (UD)

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In Friuli Venezia Giulia si può rilevare che nella maggior parte dei casi la misura dell’altezza (H) del campanile prevale rispetto alla misura in pianta dei lati del manufatto, larghezza e spessore (L, S) come riscontrabile nei numerosi esempi con tipologie dette a torre, a torretta e quasi sempre nella tipologia identificabile in forme “libere” delle architetture moderne e contemporanee. Inoltre si nota che la gran parte dei campanili ha fusto con pianta di forma quadrata; vi sono rari casi in cui la pianta è poligonale; qualche esempio: rettangolare (Forame di Attimis), ottagonale (Duomo di Udine), pentagonale (Monte di Buia) o circolare (San Giorgio a Pordenone).

Immacolato Cuore di Maria a Trieste San Giorgio martire a Pordenone

San Lorenzo martire a Buja (UD)

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Duomo di Udine Duomo di Gemona del Fr. (UD) SS. Gervasio e Protasio a Nimis (UD) Sant'Andrea apostolo a Basiliano (UD)

San Pietro martire a Udine Buon Pastore a Trieste S. Maria Assunta a Buttrio (UD) Madonna del Mare a Trieste Gesù Buon Pastore a Udine

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Nella tipologia a vela, lo spessore, ovvero la profondità del campanile, è inferiore rispetto alle altre dimensioni, inoltre spesso la larghezza predomina rispetto all’altezza. Esso è posto al di sopra della copertura della chiesa, il più delle volte in asse della facciata principale in prossimità dell’ingresso della chiesa, di rado su un lato/fianco o in corrispondenza dell’abside. Spesso appartiene a una chiesetta campestre o comunque a una chiesetta minore, in quanto per le

chiese principali sicuramente il clero e la collettività si sono adoperati per realizzare edifici più grandi, maggiormente rappresentativi.

Duomo di Gemona del Friuli (UD) San Giacomo apostolo a Biaicis (UD)

San Silvestro a San Salvatore (UD) Sant’ Andrea a Mels (UD)

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La cel la campanariaLa cel la campanariaLa cel la campanariaLa cel la campanaria La cella campanaria propriamente detta è un piccolo locale, in genere in buona parte aperto, praticabile e coperto in cui su apposite strutture sono appese le campane; la cella oltre che a contenerle ha la funzione di costituire una cassa di risonanza per la maggior diffusione del suono. Di solito è delimitata da balaustre in muratura piena o da parapetti costituiti da materiali e

forme molteplici e può avere ampie e varie aperture, quali monofore, bifore o polifore di molte fogge, particolari sono le “serliane” di cui si riscontrano numerosi esempi. Esistono molti campanili con celle sovrapposte.

S. Maria d. Purificazione a Campoformido (UD) S. Lucia Gemona del Friuli (UD) Santa Maria ad Nives a Osoppo (UD)

S. Antonio di Padova a Udine S. Francesco a Udine S. Daniele profeta a Paluzza (UD) Immacolata Concezione a Bressa (UD) San Marco evangelista a Pordenone

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In molti campanili non c’è la cella ma un semplice vano, privo di caratteristiche tali da aumentare l’intensità sonora delle campane. In quelli costituiti da tralicci, l’incastellatura reggente le campane è posta prevalentemente in uno spazio

aperto delimitato da strutture verticali, che servono anche a portare, se presente, la copertura dell’intero manufatto.

San Michele a Trieste San Giusto a San Giovanni al Natisone (UD)

Nei campanili a vela, che hanno misure assai ridotte rispetto alle altre forme, le campane sono posizionate in un’apertura, che per la conformazione è detta finestra campanaria; frequentemente ve n’è una per strumento. Le dimensioni tra campana e finestra sono commisurate . Numerosissime sono le monofore e le bifore campanarie, ma non mancano esempi di polifore, che possono anche essere disposte in ordini sovrapposti.

Sante Eufemia e Tecla a Grignano (TS)

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La cuspideLa cuspideLa cuspideLa cuspide La sommità del campanile è detta anche cuspide, normalmente ne costituisce la copertura, e può essere inclinata o piana. Sotto il profilo percettivo è l’elemento maggiormente riconoscibile; quasi sempre connota l’intero manufatto in quanto è ben caratterizzata dalla conformazione volumetrica, più che dalla forma della pianta; quest’ultima, può essere quadrata, ottagonale, esagonale, circolare indipendentemente dalla forma del fusto o della cella. La cuspide del campanile può essere: ٠ piana

٠ a una falda inclinata ٠ a due falde (detta a capanna) ٠ a quattro o più falde (detta a padiglione o piramidale, che può essere bassa o alta ) ٠ conica ٠ curvilinea Nella stragrande maggioranza dei casi riscontrati, la forma spaziale della parte sommitale è costituita da una struttura a padiglione a quattro falde simmetriche aventi altezza molto contenuta, che richiamano in toto il tipo della antica torre di guardia medievale (piramidale bassa). Numericamente, il secondo gruppo, è quello dei campanili con copertura piramidale aguzza (piramidale alta), formata da quattro o più falde (frequentemente otto), che presentano anche varianti particolari, quali ad esempio timpani ribassati,

falde formate da due piani con diversa angolazione, ecc. . Molto rare sono le cuspidi coniche. Le coperture dei campanili a vela sono genericamente a due falde o a falda unica piana o inclinata. Questi gruppi possono essere associati in un insieme che presenta la sommità a sezione rettilinea inclinata e in un altro a sezione rettilinea piana. Le sommità piane sono quasi sempre corredate da elementi architettonici funzionali e decorativi quali balaustre, merlature, guglie, ecc. . Un ulteriore insieme è costituito da campanili aventi sommità inclinata a sezione curvilinea, con forme derivanti da variazioni della struttura a cupola, con curvature aventi vari raggi, anche policentrici: - sferica, parabolica, a pigna, a bulbo, a pagoda, a campana, a carena, ...

La documentazione storica, soprattutto iconografica, attesta che anche molte cuspidi sono state modificate nel corso dei secoli, per forma e dimensione. Ad esempio si riscontrano frequentemente basi di cuspidi piramidali basse a quattro falde sopralevate con cuspidi poligonali slanciate (spessissimo ottagonali). L’innalzamento è funzionale ad accrescere l’importanza della chiesa e della comunità.

San Lorenzo martire a Buja (UD)

Duomo di Udine

Sant’Andrea apostolo Basiliano (UD)

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San Nicolò a Paluzza (UD) San Martino vescovo a Terenzano (UD) Sant’Antonio piccolo a Gorizia Santi Pietro e Paolo a Majano (UD)

San Marco a San Marco (UD) Beata Maria Vergine Assunta a Monrupino (TS) San Michele arcangelo a Sgonico (TS) San Pietro apostolo a San Pietro al N. (UD)

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Sant'Antonio di Padova San Marco evangelista Santi Ilario e Taziano San Marco evangelista

Udine Pordenone Gorizia Fossalon (GO)

San Lorenzo martire Santi Primo e Feliciano m. San Daniele profeta Santa Maria Assunta San Giacomo apostolo Santissima Trinità

Sauris (UD) Vernassino di Sopra (UD) Paluzza (UD) Gemona del Fr. (UD) Azzida (UD) Magnano in R. (UD)

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San Leonardo Immacolato Cuore di Maria S. Nicolò v. e S. Giorgio m. San Bartolomeo San Giorgio

Sammardenchia (UD) Trieste Colloredo di Prato (UD) Opicina (TS) Pordenone

San Martino vescovo Sant'Andrea apostolo San Tomaso Sant’Ignazio Santa Dorotea

Nogaredo di Prato (UD) Basiliano (UD) Moruzzo (UD) Gorizia Ponteacco (UD)

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Numerosissime sono le situazioni in cui nel tempo il campanile è stato sopraelevato, ad esempio, per motivi di rappresentanza, mediante la realizzazione di uno o più elementi edilizi, quali un lanternino oppure una cupoletta a volte posta su un tamburo. In regione non mancano esempi in cui sono state abbassate, in particolare in conseguenza a rischi di cedimenti strutturali, spesso a seguito degli eventi sismici.

Santa Maria Maggiore a Martignacco (UD) Sant'Osvaldo re e martire a Sauris di Sotto (UD)

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Gli elementi architettonici struttural i , Gl i elementi architettonici struttural i , Gl i elementi architettonici struttural i , Gl i elementi architettonici struttural i , funzional ifunzional ifunzional ifunzional i e decorativi in facciata o in sommità e decorativi in facciata o in sommità e decorativi in facciata o in sommità e decorativi in facciata o in sommità Altre componenti edilizie del campanile, strutturali e non, che assumono rilevante valenza decorativa, tanto che spesso contribuiscono a caratterizzare fortemente l’insieme del manufatto conferendogli un aspetto distintivo, sono: � elementi in facciata: nicchie, statue, quadranti di orologio, iscrizioni, capisaldi, modanature, cornici, lapidi, feritoie, finestre, archetti, paraste, lesene, marcapiani, balaustre,

merlature …. � elementi in sommità: guglia, cupoletta, lanterna, tamburo, ….

S. Maria Maggiore a Martignacco (UD) S. Michele arcangelo a Mereto di T. (UD) S. Maria Assunta a Gemona del Fr. (UD) Immacolata Concezione a Bressa (UD)

Il caposaldo è punto di riferimento geografico ed è costituito da un centrino metallico. Nelle planimetrie delle carte tecniche è indicato con un triangolo rosso. I campanili sono importanti elementi funzionali per le operazioni di rilevamento topografico, in cui si utilizzano ad esempio capisaldi posizionati sulle loro facciate.

S. Cecilia vergine e martire Pietà S. Giorgio m. e S. Nicolò v.

Pradamano (UD) Udine Colloredo di Prato (UD)

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Tra i più significativi oggetti decorativi e funzionali della facciata è l’’orologio; elemento un tempo molto importante dal momento che poche persone lo possedevano, segna il tempo e assieme alle campane ritma la vita religiosa e civile. Può presentare uno o più quadranti posti sui diversi lati del campanile, anche visibili di notte; le ore possono essere indicate con numeri romani, arabi o altri segni

grafici (interessanti le variazioni per le ore quattro: 4 - IIII - IV).

S. Maria Assunta a Basagliapenta (UD) S. Lorenzo martire a Buja (UD)

S. Michele arcangelo a Rivolto (UD) Santa Maria Assunta a Buttrio (UD) San Nicolò vescovo a Sagrado (GO) Santa Margherita d.G. (UD)

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Elementi apical iElementi apical iElementi apical iElementi apical i In sommità si riscontrano con maggiore frequenza croci a più bracci, spesso poste sopra acroteri, solitamente costituiti da colonnine e plinti in pietra con varie sezioni o corpi ellissoidali metallici.

San Marco a San Marco (UD) San Michele arcangelo a Rivolto (UD)

Sommità singolari di un campanile e di un faro a Pordenone e Trieste.

San Giorgio (PN) Vittoria alata (TS)

S. Andrea a Venzone (UD) S. Margherita d. G. (UD) S. Maria di Castello a Udine

Elementi apicali ricorrenti oltre alla croce sono: gallo, angelo, globo, bandierina, calice, raggiera, fiore, solido geometrico, ecc. Molti di questi hanno funzione di banderuola o segnavento, ovvero un tipo di anemoscopio, strumento che serve ad indicare la presenza e la direzione del vento.

Si trova una ricca varietà di tali elementi, che si ripetono con ricorrenze riferibili ad ambiti territoriali o all’epoca costruttiva, spesso riproponendo situazioni prese a modello. San Tomaso a Moruzzo (UD)

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IL CAMPANILE E LA CHIESAIL CAMPANILE E LA CHIESAIL CAMPANILE E LA CHIESAIL CAMPANILE E LA CHIESA

La localizzazione planimetrica del manufatto rispetto al corpo della chiesa è una significativa componente d’analisi. Vi sono casi in cui è: - isolato, - addossato alla chiesa o ad altri fabbricato, - inglobato, totalmente o parzialmente nell’edificio di culto, - in elevazione sulla chiesa. L’osservazione di questo fattore consente di valutare da subito alcune questioni inerenti allo sviluppo

storico dell’insieme. Rarissime volte in Friuli Venezia Giulia i campanili sono coevi alla chiesa, sovente mostrano tracce che li identificano per essere stati torri difensive isolate di epoca medioevale. Inoltre, nella maggior parte dei casi, risulta evidente che, se oggi molti risultano inglobati in parte o del tutto nell’edificio di culto religioso, ciò è avvenuto a seguito dell’ampliamento planimetrico e volumetrico della stessa chiesa. In molte situazioni, per ragioni economiche, il campanile viene edificato in posizione isolata e dopo la realizzazione della chiesa, infatti le collettività molto impegnate finanziariamente per la costruzione dell’edificio di culto, solo in tempi successivi riescono ad accantonare nuove risorse per innalzare la torre campanaria. Ed, ancora, in alcuni casi il campanile non è coevo alla data di realizzazione della chiesa poiché si tratta di ricostruzioni attuate in seguito a crolli o abbattimenti dovuti a danni strutturali verificatisi per vari motivi;

particolare rilevanza nei secoli è stato il ripetersi di eventi sismici. Tra i campanili che risultano planimetricamente incorporati nella chiesa, non in conseguenza di ampliamenti, rientrano tutti quelli detti a vela, essendo collocati sopra la sua struttura, spesso oltre alla copertura in corrispondenza dei muri perimetrali.

San Tomaso apostolo a Villaorba di Basiliano (UD) San Canciano martire a Risano di Pavia di Udine (UD)

V punto di ripesa

Sant'Andrea apostolo a Basiliano (UD)

V punto di ripesa

Santo Stefano a Ruda (UD)

Non è raro trovare a servizio di una stessa chiesa due campanili, costruiti in tempi diversi, distanti tra loro e con forme differenti, di cui il più recente ha sempre

un’altezza maggiore rispetto a quello antico. A questa elevazione corrisponde anche una maggiore rappresentatività dell’edificio di culto e della comunità dei fedeli. Qualche caso: a Basiliano e Ruda.

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RICONOSCIBILITÀRICONOSCIBILITÀRICONOSCIBILITÀRICONOSCIBILITÀ`̀̀̀ DEI CAMPANILI DEI CAMPANILI DEI CAMPANILI DEI CAMPANILI

NEL CONTESTO NEL CONTESTO NEL CONTESTO NEL CONTESTO AMBIENTALEAMBIENTALEAMBIENTALEAMBIENTALE

Da viste a breve raggio, gli aspetti e i fattori distintivi che risultano connotare

un campanile in se stesso e nel contesto circostante sono principalmente: la localizzazione rispetto al corpo della chiesa, e tra le componenti edilizie: la forma planimetrica del fusto la forma volumetrica della cuspide, gli elementi architettonici e i dettagli decorativi. Se non si considerano i campanili di chiese moderne” o “contemporanee”, che hanno forme nuove rispetto a quelle classiche e che per questo sono originali in se stessi assieme all’edificio di culto a cui appartengono, si nota che i campanili di fogge tradizionali classiche sono caratterizzati soprattutto dalla

cuspide, essendo ben percepibile da viste a lungo raggio.

San Pietro al Natisone (UD)

Santuario mariano sull’isola di Barbana (GO)

Da sinistra esempi di cuspidi, in sintesi: piana con merlature di coronamento, piramide bassa, padiglione

ottagonale, cupola sferica, bulbo, piramidale alta, piramide alta a timpani ribassati, piramide alta

ottagonale, conica, cupola paraboloide.

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Anche la cella campanaria contribuisce a contraddistinguere i campanili per configurazioni particolari dovute soprattutto alle aperture di molteplici tipi e alle balaustre. Ad esempio da sinistra: monofora ad arco ribassato, bifora ad arco a sesto acuto, trifora ad arco a tutto sesto, bifora ad arco trilobato, serliana.

Invece la forma del fusto è meno qualificante il manufatto in quanto raramente ha pianta circolare o poligonale mentre spessissimo ha pianta quadrata (“a torre” e “a torretta”) o rettangolare (soprattutto “a vela”) e perché percettivamente non è facilmente distinguibile senza un’azione intenzionale, da punti di osservazione prossimi al fabbricato in aree aperte, che di solito è rivolta soprattutto ai particolari decorativi. Le forme dei campanili risentono di influenze connesse all’ubicazione geografica (posizione orografica e materiali locali, influssi storici e culturali), ma ciò non può essere considerato una norma fissa. Ad esempio In montagna sono frequenti quelli con svettanti cuspidi a sezione curvilinea policentrica o rettilinea con timpani ribassati e invece sono rare quelli con cuspidi basse a padiglione e mancano quelli con copertura piana. Ma anche in pianura si riscontrano numerose torri campanarie con sommità aguzza; pertanto tale particolarità è esclusiva delle zone montane e non è connessa alle condizioni climatiche,

non deriva da una risposta alle condizioni climatiche per ottimizzare l’allontanamento di pioggia e neve, ma enfatizza la funzione di “rappresentanza” del campanile rispetto ad un ambito più esteso. Altro aspetto interessante deriva dal cogliere, mediante viste d’insieme a medio e lungo raggio, il rapporto spaziale ed insediativo tra campanile, chiesa e loro contesto ambientale. In particolare, osservando la posizione dei campanili nel territorio rispetto ai nuclei abitati, possono trovarsi al centro del tessuto edilizio o al margine oppure lontani, isolati in aperta campagna, in pianura o su terrazzi naturali, cocuzzoli e creste sui pendii di zone collinari o montane. In molte condizioni orografiche, sia in aree di pianura che sui rilievi, col loro svettare fungono

da validi elementi di riferimento ed orientamento, indubbiamente più in passato vista la diffusione dei moderni sistemi satellitari.

San Paolo apostolo nel comune di Stregna (UD)

Sanguarzo nel comune di Cividale del Friuli (UD)

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Per quanto riguarda gli aspetti paesaggistici, il campanile rimane un’emergenza significativa, seppure non sia più come un tempo il manufatto che, assieme alle torre, predomina in altezza su tutti gli altri edifici. Molto spesso nello skyline oggi costellato da strutture alte non di pregio (tralicci, pali, gru, serbatoi, ciminiere, silos …), che possono essere qualificate come interferenze visive del paesaggio, il campanile continua a caratterizzare inconfondibilmente il contesto in cui si colloca: gli abitati e i territori. Questo è dovuto sia alla qualità architettonica sia al fatto che le collettività gli riconoscono notevole valore in riferimento alla propria storia e gli attribuiscono una forte carica simbolica, facendone un’immagine identificativa in moltissime situazioni sia in ambito religioso, sia civile.

Cividale (UD)

Premariacco (UD)

Disegno _ riproduzione di stampa sec. XVII

Cartolina _ riproduzione di incisione sec. XV

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ARCHITETTURE ECCARCHITETTURE ECCARCHITETTURE ECCARCHITETTURE ECCLESIALI MODERNE E CONTEMPORANEELESIALI MODERNE E CONTEMPORANEELESIALI MODERNE E CONTEMPORANEELESIALI MODERNE E CONTEMPORANEE

Una trattazione specifica va svolta per le architetture sacre moderne e contemporanee; infatti numerosi campanili realizzati dal XX secolo ad oggi non ripropongono le forme classiche della tradizione costruttiva, che presentano pianta quadrata e rettangolare, ma elaborano varietà di tralicci, pilastri, pinnacoli oppure sviluppano composizioni architettoniche complesse per cui il campanile viene progettato insieme al corpo della chiesa a formare planimetricamente “un unicum” che si differenzia soprattutto in elevazione, spesso con sezioni aventi forme singolari. Ad esempio, si riscontrano situazioni in cui il corpo ove sono alloggiate le campane è parte integrante

della facciata principale o di altre porzioni edilizie/volumi della chiesa.

Santa Lucia a Gemona del Friuli (UD) Le due chiese di San Silvestro papa a Premariacco (UD)

Nella maggior parte dei casi, l’altezza del campanile è ragguardevole; ciò è dovuto a motivi funzionali (favorire la diffusione del suono) e di rappresentanza (mostrarsi) ed è possibile grazie all’impiego nel corso del ‘900 delle nuove tecniche e dei materiali costruttivi (in particolare calcestruzzo armato e acciaio) che, com’è noto, consentono

più facilmente rispetto al passato l’innalzarsi delle strutture. Principe è il campanile di Mortegliano, che con i suoi 113,20 metri è il più alto d’Italia. Tra i campanili realizzati negli ultimi decenni Si citano, a titolo esemplificativo, ci citano quelli nei comuni colpiti dal sisma del 1976, oggetto di ricostruzioni (Gemona del Friuli, Montenars, Magnano in Riviera, Resia, Resiutta, Moggio Udinese, Majano, ecc.) aventi a volte anche forme diverse rispetto alle preesistenti, quelli appartenenti a nuove chiese costruite nelle aree urbane di espansione o a chiese di maggiori dimensioni rispetto alle esistenti, di cui spesso mantengono l’intitolazione.

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(foto G. Soravito)

Il duomo di Gemona del Friuli (UD) dopo la ricostruzione e dopo il sisma del 1976 .

(foto Di Leno)

La demolizione della torre campanaria della parrocchiale Santi Pietro e Paolo di Majano (UD) e Il nuovo campanile che mantiene parte dell’antico basamento.

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PROGETTI E RILIEVI PROGETTI E RILIEVI PROGETTI E RILIEVI PROGETTI E RILIEVI

Riguardo alla documentazione grafica inerente al progetto per la costruzione dei campanili per la stragrande maggioranza dei casi (ad esclusione di alcuni frutto di progettazione ex novo risalenti soprattutto tra la fine del XIX

secolo e l’inizio del XX e naturalmente di quelli recenti) è molto difficile reperire disegni tecnici, anche atti e a volte solo notizie. Vi sono svariati casi in cui iscrizioni e lapidi, per lo più apposte in facciata, indicano l’anno dell’edificazione o della ristrutturazione del fabbricato e specificano gli esecutori o i committenti. Oltre a quelli redatti in occasione di studi e pubblicazioni di carattere storico - artistico, sono

numerosi i rilevi tecnici realizzati da professionisti nell’ambito della stesura di progetti di ristrutturazione. I manufatti antichi di frequente necessitano interventi che derivano dall’esigenza di risolvere problematiche di natura statica: su questo tipo di costruzioni, spesso ardite per le condizioni in cui sono state realizzate, si creano ad esempio cedimenti strutturali dovuti a fenomeni sismici, di instabilità del terreno o a molteplici rimaneggiamenti ed innalzamenti eseguiti in

tempi successivi sulle strutture verticali e su quelle di copertura. In particolare sono reperibili numerosi elaborati inerenti agli interventi edilizi eseguiti nel territorio friulano su torri campanarie a seguito del terremoto del 1976.

Duomo di Udine disegno di R. Fiorini

San Giovanni Battista a Remanzacco

rilievo di F. Beltrame

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RESTAURI E RISTRUTTURAZIONIRESTAURI E RISTRUTTURAZIONIRESTAURI E RISTRUTTURAZIONIRESTAURI E RISTRUTTURAZIONI

Tra gli interventi più interessanti in regione Friuli Venezia Giulia, recentemente sono stati eseguiti nel centro storico di Udine impegnativi lavori di restauro e manutenzione straordinaria in particolare su due campanili cittadini: quello della chiesa del Redentore, dove le strutture portanti erano state danneggiate dal peso eccessivo della cuspide in calcestruzzo, per cui si è provveduto alla sua rimozione e sostituzione con un manufatto in rame che, compresa la croce ora misura 20

metri, pertanto è diventato il più alto della città. Quello della chiesa di Santa Maria di Castello, dove l’imponente e slanciato angelo segnavento (è alto ben 5 metri) ha riacquistato brillantezza a seguito di un delicato ripristino della doratura originaria risalente al 1777.

Redentore Santa Maria di Castello

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LA CATTEDRALE DI SAN GIUSTO A TRIESTELA CATTEDRALE DI SAN GIUSTO A TRIESTELA CATTEDRALE DI SAN GIUSTO A TRIESTELA CATTEDRALE DI SAN GIUSTO A TRIESTE

Il campanile di San Giusto è un esempio molto interessante in cui sono ben apprezzabili modifiche e rimaneggiamenti: la pianta fu

ampliata e la cuspide aguzza fu ridotta nel 1421 togliendo il “melon”, l’acroterio con sopra l’alabarda; anche in facciata si legge la trama formata da componenti lapidee disomogenee e da parti edilizie sovrapposte o integrate tra loro nei secoli. Presenta due canne concentriche; nel vuoto tra le due sono posizionate le scale che portano alla cella campanaria.

pergamena del 1508

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IL CAMPANILE DELLA CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA A BASAGLIAPENTA DI BASILIANOIL CAMPANILE DELLA CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA A BASAGLIAPENTA DI BASILIANOIL CAMPANILE DELLA CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA A BASAGLIAPENTA DI BASILIANOIL CAMPANILE DELLA CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA A BASAGLIAPENTA DI BASILIANO

A Basagliapenta si trova un esempio che assomma in sé molti aspetti. Il campanile infatti è costruito

presumibilmente sulla struttura dell’antica torre di difesa medievale posta all’interno della cortina (insediamento fortificato) del sec. XI. Tale ipotesi è desumibile dalle mappe storiche e dalla la disomogeneità della tessitura muraria, ben apprezzabile nelle facciate. Esse testimoniano i molteplici interventi susseguitisi nei secoli. Salienti quelli

che hanno portato alla creazione della cella campanaria tra il ‘400-‘500 e alla modifica della cuspide. Questa, innalzata alla fine del sec. XVIII (1691 compare sulla bandierina segnavento) a forma di guglia piramidale, è stata ribassata nel 1979 in conseguenza ai lavori di consolidamento e ristrutturazione, visti i danni riportati dalle strutture in

seguito al sisma del 1976. Sono apprezzabili all’esterno del campanile alcuni reperti lapidei murati, databili tra l’VIII e il XII secolo. La torre è stata inglobata nella nuova chiesa realizzata ampliando la preesistente attorno alla metà del sec. XIII.

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La carta tecnica regionale indica il campanile come punto di riferimento geografico e sulla canna è apposto il caposaldo.

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Nella torre, oggi parzialmente inglobata nella chiesa a seguito dell’ampliamento di quest’ultima, è ben visibile la pietra angolare su cui sono scolpiti i due volti funebri.

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L’orologio risale al 1929, il quattro è indicato con la con la cifra IIII . E’ dotato di illuminazione notturna; il suo posizionamento, avvenuto forando la muratura da parte a parte, contribuì ad

indebolire la struttura della canna.

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Nel Sistema Informativo Regionale del Patrimonio Culturale (http://www.sirpac-fvg.org) sono presenti numerose schede, di diverse

tipologie, che riguardano i campanili. Ad esempio, sotto il campanile della chiesa di San Tommaso a Codromaz di Prepotto (UD) in una scheda F (fotografia) e A (edificio).

Scheda F: ID 52465 Foto di Giacomo Bront (anni 1950)

Scheda A: ID 8767 Foto di Mauro Coffieri (anno 2010)

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LA CATALOGAZIONE DI UN CAMPANILE NEL SIRPACLA CATALOGAZIONE DI UN CAMPANILE NEL SIRPACLA CATALOGAZIONE DI UN CAMPANILE NEL SIRPACLA CATALOGAZIONE DI UN CAMPANILE NEL SIRPAC

Alcune indicazioni per la catalogazione nella scheda A – edificio per CAMPANILE (campo Oggetto OGTD):

Localizzazione rispetto alla chiesa

isolato rispetto al corpo della chiesa addossato al corpo della chiesa

inglobato totalmente nel corpo della chiesa

inglobato parzialmente nel corpo della chiesa (attiguo - incorporato nell’edificio di culto) Tipologia del fusto

torre / torretta (Westwerk: due torri poste simmetricamente alle estremità della facciata principale della chiesa)

vela incastellatura forme libere dell’architettura moderna / contemporanea

Pianta /Sezione del fusto

(indicazione se presenza di basamento)

quadrata rettangolare

poligonale circolare all’esterno presenza di: cornici, marcapiani, lesene decorative, paraste portanti , archi, decori, iscrizioni, fregi, feritoie, finestrelle, finestre,ecc. all’interno presenza di:

sistema di collegamento verticale (scale, rampe in muratura su archi, solai a volta interpiano, ecc.) Cella o Finestra campanaria

aperture semplici (su tutti i lati, su n. lati) monofora polifora (bifora, trifora, quadrifora,) serliana con arco (a tutto sesto, a sesto acuto, trilobato ecc.) con lunetta superiore cornici, fregi, decori, ecc. Materiale in facciata di fusto, basamento, cella campanaria

pietra intonaco calcestruzzo

laterizio Orologio Numero quadranti in facciata, tipo quadrante, materiale di finitura, ecc. Grafica delle ore: cifre romane, cifre arabe, asticella, nessun segno (caso particolare relativo al quattro: 4 - IIII – IV)

Tamburo / Lanterna di forma

poligonale ottagonale esagonale …..

quadrata

circolare con decorazioni, ecc.

Tetto/Copertura/Cuspide

a sezione rettilinea

copertura piana o a terrazza (con balaustra, merlatura…) a n. falde (a falda unica, a capanna, a padiglione)

(piramidale a base quadrata, esagonale, ottagonale, dodeca..)

a timpani ribassati conica a sezione curvilinea

a cupola: sferica parabolica a pigna a bulbo a pagoda a campana

a carena Materiale manto di copertura metallo, (piombo) cemento, laterizio (coppi) Pietra (scandole) Pinnacolo

Edicola

Guglia

Acroterio

Segnavento gallo, angelo, bandierina, … ME 2009-2012

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AAAAPPENDICEPPENDICEPPENDICEPPENDICE

Quanto il campanile e le campane siano stati elementi essenziali nella vita delle comunità è ben rappresentato

da molti artisti, tra scrittori, poeti e musicisti alcuni esempi di Bindo Chiurlo, Fabrizio d’Andrè, Enzo Bianchi.

AL TAIAMENT … Di là de grave miec scuindût tra i pôi un cjampanil al cuche e a cui cu ven al bute vie pe gnot l’Ave Marie… … dan dan dan … … Bindo Chiurlo INVERNO Sale la nebbia sui prati bianchi come un cipresso nei camposanti un campanile che non sembra vero segna il confine fra la terra e il cielo. … Fabrizio de Andrè

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Tratto da IL PANE DI IERI di Enzo Bianchi - Ed. Einaudi 2008

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BIBLIOGRAFIA BIBLIOGRAFIA BIBLIOGRAFIA BIBLIOGRAFIA PROGETTOPROGETTOPROGETTOPROGETTO DI CATALOGAZIONE DEI CAMPANILI DELL’ARCIDIOCESI DI UDINE DI CATALOGAZIONE DEI CAMPANILI DELL’ARCIDIOCESI DI UDINE DI CATALOGAZIONE DEI CAMPANILI DELL’ARCIDIOCESI DI UDINE DI CATALOGAZIONE DEI CAMPANILI DELL’ARCIDIOCESI DI UDINE

TEMATICA

- Chinellato Francesco, Il rapporto fra campanili e paesaggio, in Campane e campanili in Friuli: atti del convegno di studio, Udine 7 novembre 1997, a cura di Bortolotti Massimo, Udine,

Accademia Udinese di Scienze Lettere ed Arti, 1998.

- Cuscito Giuseppe, Alle origini del campanile nell’architettura cristiana, in Campane e campanili in Friuli: atti del convegno di studio, Udine 7 novembre 1997, a cura di Bortolotti Massimo,

Udine, Accademia Udinese di Scienze Lettere ed Arti, 1998.

- De Re Monica, I campanili del Friuli nella storia dell’arte, in Campane e campanili in Friuli: atti del convegno di studio, Udine 7 novembre 1997, a cura di Bortolotti Massimo, Udine,

Accademia Udinese di Scienze Lettere ed Arti, 1998.

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Lettere ed Arti, 1998.

- Marchetti Guiseppe, Le chiesette votive del Friuli, Udine, Società Filologica Friulana, 1971.

- Rivista Diocesana Udinese, LXXVI ,5, 1986.

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GENERALE

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… n el r a c c og l i ere q ue st i app unt i n on h o p ot ut o n o n pe n sar e e d edi c are

a i c a mpa na r i ,

a B a ba, G uar in , T i te e B e ppi n o

c he ha n n o s u on at o

” i c o m p on o ns de l g n o b ie l S an D en êl ”

e a n c ora

G RAZ IE a Fra n ce s c o C h i ne l l at o, Car l a P eder o da,

a i c o l l ab or at or i e a i c o l l e gh i de l Ce ntr o r eg i on a le d i Cat a l o ga z i o ne e R est a ur o de l FV G,

spe c ia l me nte a G ia nn i B e ned ett i , M L ui sa D o m en e gh in i , D an ie le F ant i n e

a R o ss e a l l e S q uin z ie .

Pa ss ar i a n o ( U D) , 2 0 1 2 Ma b el E n gl ar o