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PROGETTO CCM PIANO DI MONITORAGGIO E DINTERVENTO PER LOTTIMIZZAZIONE DELLA VALUTAZIONE E GESTIONE DELLO STRESS LAVORO-CORRELATO LA VALUTAZIONE E LA GESTIONE DEL RISCHIO STRESS LAVORO-CORRELATO: PROGETTO NAZIONALE CCM 2015 IN AMBITO SANITARIO E SOCIO-SANITARIO A.O.SAN GERARDO DI MONZA 25 MARZO 2015

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PROGETTO CCM PIANO DI MONITORAGGIO E D’INTERVENTO PER

L’OTTIMIZZAZIONE DELLA VALUTAZIONE E GESTIONE DELLO STRESS LAVORO-CORRELATO

LA VALUTAZIONE E LA GESTIONE DEL RISCHIO STRESS LAVORO-CORRELATO:

PROGETTO NAZIONALE CCM 2015 IN AMBITO SANITARIO E SOCIO-SANITARIO

A.O.SAN GERARDO DI MONZA 25 MARZO 2015

SCOPO

AZIONI DA EFFETTUARE

PROGETTO CCM Piano di monitoraggio e d’intervento per

l’ottimizzazione della valutazione e gestione dello stress lavoro-correlato

PROGETTO CCM STRESS LAVORO CORRELATO

LA CORNICE NORMATIVA

In Italia il D.Lgs 81/2008 ha individuato lo SLC come uno dei rischi oggetto di valutazione e gestione da parte delle aziende in recepimento di:

Accordo europeo sullo stress lavoro-correlato del 2004

Commissione Consultiva Permanente per la Salute e Sicurezza del Lavoro ha elaborato - Lettera Circolare del Ministero del Lavoro del 18 novembre 2010 - indicazioni procedurali minime utili a condurre la valutazione di tale rischio

Nella suddetta Lettera Circolare è altresì prevista - al fine di verificare

l’efficacia della metodologia proposta e di valutare l’opportunità di

integrarla - una relazione entro due anni a seguito dello svolgimento del

monitoraggio sulle attività realizzate, previsione peraltro ribadita anche nel

documento del 29 maggio 2013 “Proposte della Commissione Consultiva

Permanente per una strategia nazionale di prevenzione degli infortuni sul

lavoro e delle malattie professionali”

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PROGETTO CCM STRESS LAVORO CORRELATO

DEFINIZIONE DI STRESS L-C

L'articolo 3 dell'Accordo Europeo dell'8 ottobre 2004 - così come recepito dall'Accordo Interconfederale del 9 giugno 2008 - definisce lo stress lavoro correlato come:

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“condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o

sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere

alle richieste o aspettative riposte in loro” (art. 3, comma 1)

PROGETTO CCM STRESS LAVORO CORRELATO

DEFINIZIONE DI STRESS L-C

Secondo la tassonomia stilata dall'Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza su Lavoro nel 2000 le principali aree chiave a rischio stress all'interno di un'organizzazione sono relative a due principali ambiti:

contenuto del lavoro (caratteristiche che fanno parte dell'attività svolta)

contesto in cui si svolge il lavoro (variabili prevalentemente attinenti l'organizzazione).

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Secondo il modello della European Agency, ognuno di questi due ambiti contiene al suo interno delle aree chiave di rischio stress lavoro correlato, all'interno delle quali si possono osservare diverse dimensioni di rischio Pertanto, in termini preventivi, il processo di valutazione

e gestione del rischio riguarda gli elementi su cui l’organizzazione datoriale può esercitare un controllo

PROGETTO CCM STRESS LAVORO CORRELATO OBIETTIVI

OBIETTIVO GENERALE

Contribuire all’accrescimento e al miglioramento complessivo del sistema di gestione dello stress lavoro-correlato in Italia, attraverso un piano di monitoraggio sullo stato di attuazione, lo sviluppo di soluzioni pratiche, interventi formativi, realizzazione di azioni mirate e modelli di intervento su misura per la realtà produttiva del Paese.

OBIETTIVO SPECIFICO 1

Verificare l’efficacia del sistema di valutazione e gestione dello stress lavoro-correlato attraverso un monitoraggio specifico e una sperimentazione di azioni con verifica del percorso metodologico proposto

OBIETTIVO SPECIFICO 2

Verificare l’efficacia dell’applicazione dell’obbligo di valutazione SLC a livello regionale attraverso il monitoraggio delle attività di vigilanza e dei fabbisogni dei servizi

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PROGETTO CCM STRESS LAVORO CORRELATO OBIETTIVI

OBIETTIVO SPECIFICO 3

Contribuire all’empowerment delle figure della prevenzione afferenti al Servizio Sanitario Nazionale (Organi di Vigilanza) e di quelle aziendali contribuendo ad un’attività di informazione/formazione specifica, nell’ottica di un miglioramento continuo dell’approccio alla valutazione e gestione di tale rischio

OBIETTIVO SPECIFICO 4

Mettere a punto e sperimentare nuovi strumenti integrativi che tengano conto delle specificità aziendali (ad es. aziende fino a 10 dipendenti) e di comparto (ad es. settore sanitario) e immediatamente fruibili dalle aziende

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Il monitoraggio di Regione Lombardia: come azione primaria di controllo ed anche come tentativo di reclutare Buone Prassi in tema di:

Approccio metodologico per la valutazione del rischio

Soluzioni di gestione del rischio migliorative

In coerenza con l’obiettivo del vigente Piano Regionale per la Tutela della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro di

Sostegno alle imprese tramite adozione di Buone Prassi e aumento accesso premiale INAIL da parte delle imprese.

PROGETTO CCM STRESS LAVORO CORRELATO OBIETTIVI

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La campagna biennale (2014-2015) dell’Agenzia Europea per la salute e la sicurezza sul lavoro «Healthy workplace manage stress»

«Insieme per la prevenzione e la gestione dello stress lavoro correlato», che sarà avviata nella primavera 2014. La campagna porterà avanti il tema della collaborazione, applicandolo alla gestione dello stress lavoro-correlato e ai rischi psicosociali, che costituiscono il secondo problema in materia di SSL maggiormente segnalato in Europa. Il peso della crisi ha indotto l’UE a non pensare alla sicurezza sul lavoro in termini di strategia, almeno per il settennio 2013-2020, pertanto la specifica campagna promozionale assume un peso di rilievo, soprattutto per lo slogan lanciato, ovvero che «le aziende sane presidiano e gestiscono lo stress» Il Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018

Ampio respiro sul rischio organizzativo nel contesto di un Piano che pone al centro la prevenzione delle malattie professionali e del benessere.

PROGETTO CCM STRESS LAVORO CORRELATO

LA CORNICE NORMATIVA

Piano di campionamento

Sono oggetto di rilevazione solo le aziende sopra i 5 addetti.

Il campione di monitoraggio si compone di 1000 aziende con

posizione PAT (database anagrafico INAIL)+100

amministrazioni pubbliche non presenti nell’anagrafica INAIL (ministeri, scuole, asili nido, università, uffici comunali, provinciali, regionali, etc.) Il campione di aziende è

distribuito tra le 16 Regioni e P.A. in maniera proporzionale al n. di

PAT (tabella 1)

Distribuzione aziende per Regione

Regione n.

Basilicata 7

Bolzano 9

Campania 53

Emilia Romagna 92

Friuli Venezia Giulia 28

Lazio 137

Liguria 29

Lombardia 253

Marche 26

Puglia 34

Sardegna 32

Sicilia 44

Toscana 78

Trento 17

Umbria 15

Veneto 115

Totale 1000

CAMPIONE AZIENDE SUDDIVISO PER ASL LOMBARDIA

Asl Totale PAT*

Obiettivi LEA

calcolo ripartizione per ASL per n°addetti

< 10 10-249 250-999

>1000

Bergamo 50.676 2.533,8 6 16 7

10 AZIENDE

Brescia 54.701 2.735,05 7 16 7

Como 26.751 1.337,55 3 9 3

Cremona 14.302 715,1 2 5 1

Lecco 15.512 775,6 2 6

Lodi 8.443 422,15 1 3 1

Mantova 17.365 868,25 3 5 2

Milano 101.123 5.056,15 8 27 8

Milano 1 39.457 1.972,85 3 11 3

Milano 2 24.211 1.210,55 3 9 3

Monza e Brianza

37.396 1.869,8 4 13 4

Pavia 20.242 1.012,1 2 9 2

Sondrio 9.105 455,25 1 3

Varese 38.039 1.901,95 5 13 4

Vallecamonica 5.048 252,4 1 2

23118,55 52 146 45

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1 • INAIL estrae 3000 aziende su tutto il territorio

nazionale

2

• Le aziende estratte mediante codice fiscale (anno di riferimento 2012) vengono trasferite alle ASL con indicazione di indirizzo e numero

di telefono

3

• Le ASL possono controllare su Impre@ eventuali variazioni tra cui le cessazioni,

nonché eventuali controlli effettuati da uno dei Servizi di vigilanza e controllo del Dipartimento di Prevenzione Medico

PIA

NO

DI

CA

MP

ION

AM

ENTO

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1 • presentazione del progetto in sede di comitato

regionale 31 marzo/comitati provinciali ex art. 7/81

2

• azioni di informazione, promozione della campagna tramite materiale informativo che

sarà pubblicato oltre che sul sito dell’INAIL anche su quello delle ASL (brochure, opuscolo,

fact sheets)

3

• altre azioni informative e promozionali da parte delle ASL attraverso iniziative specifiche

(incontri con le associazioni di categoria, con le figure dei servizi di prevenzione interni alle

aziende, ecc.)

4

• sarà inviata una lettera di avviso del controllo in una dinamica di audit, alle aziende individuate da

INAIL che verranno sottoposte a controllo con una tempistica e modalità concordata a livello

nazionale

PIA

NO

DI

MO

NIT

OR

AG

GIO

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Ruolo dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPSAL) nell’ambito del monitoraggio sul rischio

da Stress Lavoro-Correlato

Assistenza e formazione

Vigilanza

L’ASSISTENZA (Regione Lombardia)

Diffusione del Progetto CCM e descrizione delle sue modalità attuative Comitato Regionale di Coordinamento ex art. 7 D.Lgs

81/08 in data 31 marzo 2015

Comitati Provinciali di Coordinamento e libera iniziativa dei Servizi finalizzata alla

diffusione dei contenuti della scheda di valutazione in una logica di “empowerment”

ovvero del “rendere capaci”, come richiamato nel vigente Piano Regionale per la Tutela della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro

2014-2018

L’ASSISTENZA (Regione Lombardia)

REGIONE LOMBARDIA

REGIONE VENETO

REGIONE FRIULI VG

PA TRENTO

PA BOLZANO

FORMAZIONE OPERATORI NORD-ITALIA 12-13 marzo 2015 La Gestione dello Stress L-C: strumenti per

le attività di assistenza e vigilanza

12 MARZO 2015

•Aspetti Generali: lo stress e lo stress lavoro-correlato •La normativa di riferimento: DLgs 81/08, Accordo Quadro ed Indicazioni della

Commissione Consultiva Permanente •Procedure e strumenti per la valutazione del rischio stress lavoro-correlato

•Esercitazione: verifica di una sezione del DVR valutazione preliminare del rischio stress lavoro-correlato

•Ruolo ed attività dei Servizi per la Prevenzione e la Vigilanza: la verifica in Azienda e la lista di controllo per la vigilanza

13 MARZO 2015

•L’obbligo di valutazione del rischio SLC e l’opportunità della proposta metodologica INAIL – Parte I •L’obbligo di valutazione del rischio SLC e l’opportunità della proposta metodologica INAIL – Parte II

•Esperienze di ricerca della piattaforma INAIL •Le misure correttive e le azioni di miglioramento possibili in caso di rischio stress lavoro-correlato

•Esercitazione: verifica di una sezione del DVR relativa alle azioni correttive e valutazione approfondita •La valutazione approfondita: la percezione dei lavoratori. Procedure e strumenti per la valutazione

LA FORMAZIONE (Regione Lombardia)

L’ASSISTENZA (Regione Lombardia)

Il monitoraggio delle attività dei Servizi territoriali per la prevenzione della salute nei luoghi di lavoro: la promozione, l’assistenza e la vigilanza nel percorso di

valutazione/gestione del rischio da stress lavoro-correlato presso le ASL Gruppo di Lavoro Area Monitoraggio (2010/2011) – i Servizi PSAL

All’inizio del 2012 è stato consegnato ai SPSAL e alle UOOML un questionario volto alla Valutazione della ricaduta operativa delle iniziative formative (2010-2011) condotte dal Laboratorio. Di seguito gli elementi indagati:

Il tema stress LC nella programmazione DPM e PSAL Formazione di un gruppo di attenzione Partecipazione a formazione regionale Iniziative di formazione interna

Predisposizione di materiale informativo, disponibile in rete per utenti

Promozione di incontri collettivi per aziende e audit Sistematicità accoglienza e rapporto con UOOML

LA VIGILANZA Requisiti minimi della valutazione del rischio stress lavoro-

correlato

Rispetto art. 28 comma 2 D. Lgs 81/08 Relazione di valutazione Criteri adottati per la valutazione Risultati Interventi correttivi Azioni di miglioramento Piano attuativo (programma delle misure; chi fa che cosa)

Rispetto indicazioni Commissione Consultiva (art. 28 comma 1-bis)

Eventi sentinella, fattori di contesto e contenuto “sentiti” lavoratori e/o RLS

Se rilevati elementi di stress L-C azioni correttive ed eventuale azione approfondita

LA VIGILANZA Contenuti minimi del DVR

Descrizione dell’organizzazione del lavoro Criteri e metodi di valutazione Figure aziendali coinvolte Formazione delle figure aziendali coinvolte (ove effettuato) Azioni comunicative ed informative (ove intraprese) Individuazione dei gruppi omogenei/partizioni organizzative ed esplicitazione del criterio adottato Modalità con la quale sono stati sentiti i lavoratori Analisi del rischio, risultati e sua classificazione Interventi di prevenzione e azioni di miglioramento Il piano attuativo dei suddetti interventi con indicazione dei soggetti aziendali che vi devono provvedere Valutazione dell’efficacia degli interventi adottati (criteri ed esito) Valutazione approfondita, se prevista e risultati Sorveglianza sanitaria se adottata di iniziativa dal DDL quale misura di tutela

LA VIGILANZA Requisiti minimi della valutazione del rischio stress lavoro-

correlato

Le scelte organizzative relative all’individuazione dei gruppi omogenei e alle modalità adottate per sentire i lavoratori sono strettamente interconnesse Nelle attività a rischio noto (ad. Esempio Pronto Soccorso, Call Centre) non vi può essere un rischio “basso” in assenza di misure atte a controllare il rischio esplicitate nel DVR e nel piano attuativo

Possibili diverse fattispecie

LA VIGILANZA

Check per il monitoraggio 1 Quali soggetti sono coinvolti nella valutazione (team di valutazione)?

2 Quale metodo è stato adottato per la valutazione preliminare?

3 Con quale modalità sono stati coinvolti i lavoratori?

4 La valutazione è stata condotta per gruppi omogenei o partizioni organizzative?

5 Come è stata fatta la valutazione preliminare?

6 Sono state individuate le misure di prevenzione necessarie?

7 È stata pianificata/verificata l’efficacia delle misure correttive?

8 Se le misure adottate sono risultate inefficaci è stata fatta la valutazione approfondita?

9 Quali strumenti sono stati adottati per la valutazione approfondita?

10 Sono state intraprese iniziative di informazione/formazione?

11 È prevista la sorveglianza sanitaria?

12 E’ stabilito un piano per il monitoraggio e l’aggiornamento della valutazione del rischio da stress lavoro-correlato?

LA VIGILANZA

Check per il monitoraggio 1 Quali soggetti sono coinvolti nella valutazione (team di valutazione)?

2 Quale metodo è stato adottato per la valutazione preliminare?

3 Con quale modalità sono stati coinvolti i lavoratori?

LA VIGILANZA

Check per il monitoraggio 4 La valutazione è stata condotta per gruppi omogenei o partizioni organizzative?

5 Come è stata fatta la valutazione preliminare?

6 Sono state individuate le misure di prevenzione necessarie?

LA VIGILANZA

Check per il monitoraggio 10 Sono state intraprese iniziative di informazione/formazione?

11 È prevista la sorveglianza sanitaria?

12 E’ stabilito un piano per il monitoraggio e l’aggiornamento della valutazione del rischio da stress lavoro-correlato?

Allegato_1_LEA_prevenzione_collettiva Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica

Il livello si articola nelle seguenti aree di intervento: A. Sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive e

parassitarie, inclusi i programmi vaccinali B. Tutela della salute e della sicurezza degli ambienti aperti e

confinati C. Sorveglianza, prevenzione e tutela della salute e sicurezza nei

luoghi di lavoro D. Salute animale e igiene urbana veterinaria E. Sicurezza alimentare – Tutela della salute dei consumatori F. Sorveglianza e prevenzione delle malattie croniche, inclusi la

promozione di stili di vita sani ed i programmi organizzati di screening; sorveglianza e prevenzione nutrizionale

G. Attività medico legali per finalità pubbliche

AUDIT DEFINIZIONE

L'audit è una valutazione indipendente volta a ottenere prove, relativamente ad un determinato oggetto, e valutarle con obiettività, al fine di stabilire in quale misura i criteri prefissati siano stati soddisfatti o meno. Il concetto di audit può essere applicato a molte attività, come per esempio in sanità (audit clinico). L'auditor (valutatore) è invece la persona che ha caratteristiche personali dimostrate e la competenza per effettuare un audit. Per l'UNI, l'Ente Nazionale Italiano di Unificazione, nel 2005 audit sostituisce ufficialmente l'espressione "verifica ispettiva" (Norme ISO 9000:2005 ).

Necessità di incontrare durante la verifica in azienda tutte le figure del SPP

SALUTE

Premessa L’analisi dei dati che seguono ha diversi limiti: la sola individuazione dei casi risulta essere di orizzonte limitato in

relazione allo scopo di perseguire la sostenibilità del lavoro anche in relazione all’aging e alle differenze di genere; pertanto il contesto socio occupazionale, largamente definito nel vigente Piano regionale 2014-2018 SSL, diventa essenziale;

l’emersione di questi disturbi/malattie e l’interpretazione causale è obiettivo strategico del Laboratorio nel contesto della rete territoriale ASL, UOOML INAIL (*).

(*) In base alle ultime due indagini della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro di Dublino[1], tra i lavoratori dell’Unione europea il problema «stress» risulta al primo posto, assieme ai disturbi muscolo-scheletrici. [1] Eurofound. Fifth European Working Conditions Surgvey. Luxembourg, Publications Office of the European Union, 2012

ANALISI DEL FENOMENO IN REGIONE LOMBARDIA