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PROGETTO “A SCUOLA DI DIVERSITÀ” INDICAZIONI OPERATIVE PER REDIGERE UN PIANO DI GESTIONE DELLE DIVERSITÀ Denominazione del Piano IO COME TE Scuola Circolo Didattico Aulla Zona Socio-educativa Massa-Carrara Metodo progettuale 0.1 Gruppo di lavoro. Specificare da quali figure è composto 1

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PROGETTO “A SCUOLA DI DIVERSITÀ”

INDICAZIONI OPERATIVE PER REDIGERE UN PIANO DI GESTIONE DELLE

DIVERSITÀ

Denominazione del PianoIO COME TE

ScuolaCircolo Didattico Aulla

Zona Socio-educativaMassa-Carrara

Metodo progettuale

0.1 Gruppo di lavoro. Specificare da quali figure è composto

1

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Il gruppo di lavoro è stato costituito nel corso del presente anno scolastico (2015-2016) e verràaggiornato a inizio del prossimo (settembre 2016).

0.2 Fasi e responsabilità in cui è stato realizzato il progetto

Nel corso dell’anno scolastico 2013-2014 si sono realizzate le seguenti attività: analisi del contesto (cfr. § 1.1.) individuazione parti interessate dal progetto: si è cominciato a individuarle (genitori e

personale Ata, in primis) e a interrogarsi su come coinvolgerle; non è però ancora avvenuto unconfronto e un incontro con le parti interessate; queste attività verranno svolte nel corso delprossimo anno scolastico

raccolta esigenze e loro analisi/riesame: sono state raccolte e analizzate le esigenze deidocenti

si è proceduto a una prima stesura del piano (contesto e obiettivi) quanto alla divulgazione del piano, si è svolto un incontro (venerdì 13 giugno 2014) nel corso

del quale si è presentato il PGD a un’ampia porzione di insegnanti

Attività svolte nel corso dell’anno scolastico 2014-2015: costituzione del gruppo di lavoro ristretto incontri interni/brainstorming/ricerca soluzioni e azioni il riesame del piano successive stesure del piano nel mese di settembre 2014 si sono svolti due incontri: uno del gruppo ristretto di

programmazione, l’altro plenario con presenza di rappresentanti dei genitori e del personaleAta

il 26 maggio 2015 si è svolto un incontro di monitoraggio, valutazione e programmazione delgruppo ristretto.

E’ stato somministrato un questionario ai genitori degli alunni dell’ultimo anno della scuoladell’ Infanzia e del primo e dell’ultimo anno della Scuola Primaria per una ricognizione deibisogni e delle richieste finalizzate alla stesura del PGD.

Analisi del contesto di partenza

0.3 Contesto in cui la scuola opera

Il Circolo Didattico di Aulla comprende le scuole dell’infanzia e primarie del territorio dei duecomuni limitrofi di Aulla e di Podenzana che si trovano nel territorio della Lunigiana.Aulla si trova in un'ampia piana circondata da colline lungo il corso del Magra, nel punto in cuiconfluisce il torrente Aulella.Sorge in una posizione naturalmente strategica tra i passi della Cisa, il passo del Cerreto, il passodel Lagastrello e sulla strada per Casola e la Garfagnana, storicamente punto di passaggio deitraffici tra il mare e la pianura padana. I bombardamenti della seconda guerra mondiale hannodistrutto quasi completamente il borgo antico e Aulla è oggi una cittadina moderna, con grandicentri commerciali vicino all'autostrada della Cisa. Sulle colline circostanti sono rimasti intattiaffascinanti borghi medioevali.

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Il centro di Aulla si è gradualmente ampliato in forma anulare attorno alla Fortezza della Brunellaconglobando il quartiere periferico di Ragnaia.A 4 anni dalla disastrosa alluvione che ha colpito il centro di Aulla, la scuola primaria di Aulla (200alunni) e quella dell’infanzia di Aulla (80 bambini) sono ancora allocate in locali provvisori,containers ed ex asilo suore, sprovvisti di spazi per attività motorie, laboratori, aule riunioni, spaziinterni ed esterni per attività ludiche e motorie.Il centro più popoloso del comune, Albiano Magra, ha conosciuto negli ultimi anni un notevolesviluppo edilizio e un conseguente aumento demografico scolastico.Il Comune di Podenzana è diviso in due zone prive di continuità territoriale, appoggiate su due latidi un crinale: l'una, nella valle della Magra, di fronte ad Aulla nella Lunigiana interna, l'altra in Valdi Vara. Il comune di Podenzana, non si può definire esattamente un paese, è formato infatti dauna molti nuclei abitati che si estendono fino alla Val di Vara.Nell’ambito dei due Comuni l’ambiente socio-economico è in larga parte di tipo impiegatizio,commerciale e artigianale.I molteplici cambiamenti sociali e culturali avvenuti negli ultimi anni a livello globale hannocomportato trasformazioni anche nella popolazione scolastica del Circolo didattico di Aulla, dovesi è registrato un costante incremento del numero di alunni con storia migratoria, che hasollecitato i docenti a intraprendere e sperimentare nuovi percorsi metodologici didattici e aconfrontarsi con le diverse realtà presenti sul territorio.Per quanto concerne la scuola Primaria la percentuale di alunni stranieri era nell’anno 1999/2000del 2,32%, divenuta, nell’anno scolastico 2006/07 dell’8,46% e ha raggiunto nel corrente anno il12.50%, mentre nella scuola dell’Infanzia la percentuale è passata dal 9% dell’anno scolastico2006/07 all’attuale 18%.Gli alunni immigrati nel Circolo didattico non costituiscono un gruppo omogeneo: appartengono adieci Stati e anche se il paese più rappresentato è il Marocco, nelle singole scuole si costituisce unmicrocosmo su scala locale e si riproducono opportunità, interazioni, tensioni, convivenze globali.Gli alunni non italofoni possono essere ricondotti alle principali tipologie individuate dallaletteratura specifica: bambini nati in Italia, che attualmente costituiscono la maggioranza deglialunni, bambini immigrati con la famiglia, bambini ricongiunti, bambini adottati e nomadi.Alla tipologia corrispondono problematiche di inserimento e inclusione differenti, problematicheche si sommano e/o si sovrappongono a quelle derivate dai diversi gruppi culturali e linguistici diappartenenza.Tra i bambini con storia migratoria sono presenti alunni con bisogni educativi specifici e condisabilità certificata ai sensi dell’articolo 3 della Legge 104/1992.Di recente sono inseriti anche alunni inseriti dal tribunale dei minori in Casa Famiglia e seguiti dall’ASL di competenza .L’accoglienza, l’inserimento e l’integrazione interculturale di tutti gli alunni costituisce da tempoun impegno fondamentale del nostro Piano dell’offerta formativa.Consapevoli che il successo formativo nell’ambito scolastico è tanto più efficace e gratificantequanto più si è in grado di accompagnare l’alunno nel suo processo di “crescita” e di affermazionedella propria specificità, negli anni si sono attuate azioni per favorire l’inserimento e il successoscolastico di tali alunni sia nell’ambito della didattica compensativa: diffusione di strumenti utili afacilitare l’osservazione e l’attuazione di percorsi personalizzati (quaderno dell’integrazione,protocollo per l’accoglienza degli alunni con storia, modello per la stesura di un Piano di StudiPersonalizzato, traduzione del POF genitori in lingue diverse); laboratori linguistici di italiano L2,

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corsi di recupero, corsi estivi di potenziamento linguistico, corsi di lingua per le madri, sianell’ambito della pedagogia interculturale: realizzazione di laboratori, spettacoli musicali eteatrali, feste, l’introduzione nel POF del curricolo di educazione interculturale e la scelta dipercorsi tematici condivisi, elaborazione e diffusione di materiale per percorsi interculturali.Nonostante l’attuale crisi economica non si è registrata una flessione nella presenza degli alunni diorigine straniera, da cui si può dedurre che le famiglie hanno progetti di permanenza in questoterritorio.In tale contesto va visto il processo di alfabetizzazione degli alunni stranieri, inteso non comesemplice acquisizione di strumenti linguistici per comunicare, ma come insieme di elementi checonsentano di essere parte integrante del più ampio contesto sociale.Per raggiungere tale finalità, occorre uno sforzo congiunto della scuola e di tutte le altrecomponenti istituzionali di sistema (Enti locali, Associazioni del territorio, ecc.) in modo dacondividere strategie didattico-educative volte a favorire l’inserimento e l’integrazione deglialunni di altre nazionalità.

0.4 Parti interessate dal progetto

Benché l’allievo sia senz’altro il destinatario e protagonista principale, la scuola non puòtralasciare la famiglia, in quanto parte altrettanto interessata. A ciò si aggiungono le istituzionilocali e nazionali (magari come fonte di risorse), il contesto economico, gli stessi docenti epersonale della scuola, che rappresentano altre parti interessate.A partire dall’anno scolastico 2013-2014 si è cominciato a coinvolgere gli insegnanti, nel 2014/15 igenitori e il personale Ata. Nel corrente a.s.2016 sarà la volta degli Enti Territoriali, Associazioni,ecc.

0.5 Esigenze delle parti interessate e principali criticità

Aggiornamento della ricognizione del fabbisogno (a seguito dell’incontro del GLI del 29 ottobre 2015 e dei risultati del questionario somministrato al termine dell’anno scolastico 2014/15 a insegnanti, genitori , personale ATA):

Bisogni legati alle strutture: - spazi adeguati per attività laboratoriali;- spazi esterni agli edifici;- palestre (la palestra interna alla scuola è presente in un plesso su 14);- aula magna polifunzionale;- miglioramento dell’acustica di alcuni spazi (tra cui la mensa);- collegamento internet funzionante;- strumentazioni multimediali adeguate in ogni plesso/classe (LIM).Bisogni organizzativi e/o relazionali: - considerare le diversità come una risorsa;- ore di compresenza o di contemporaneità tra insegnanti;- richiedere mediatore linguistico-culturale nei momenti di necessità e per ogni tipologia

linguistica;- prevedere la presenza di uno psicopedagogista, psicologo, ecc.;

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- valorizzare la figura del personale ATA nelle scuole;- ovviare ai problemi assicurativi in modo i genitori che possano accedere con facilità alle

scuole per apportare il loro contributo quando si rende necessario;- maggior collaborazione con gli Enti locali.Bisogni didattici e formativi:- tempi, competenze, risorse per garantire una didattica adeguata nel rispetto dei diversi stili

cognitivi e per pianificazione PEI-PDP diversificati;- maggior scambio esperienziale, umano e didattico tra docenti;- cooperazione con il personale dell’Asl, il cui ruolo non dovrebbe limitarsi a essere di sola

natura burocratica. Sarebbe auspicabile, se le norme lo permettessero e se le famiglie deglialunni vi assentissero, un loro intervento di natura osservativa e in situazione. Ciò al fine di comprendere meglio le dinamiche relazionali tra alunni e, non da ultimo, per offrire ai docenti eventuali suggerimenti per la gestione del gruppo classe;

- Aggiornamento delle procedure per l’iter diagnostico;- Incontri sul caso in orario extrascolastico, in modo che possano partecipare tutti i docenti;- Presenza di mediatori linguistici e culturali in tempi adeguati alle richieste e per ogni

tipologia linguistica;- Programmazione di determinati percorsi formativi, come per esempio quelli destinati alla

formazione linguistica dei genitori (specie donne) stranieri;- Collaborazione da parte delle amministrazioni comunali nel soddisfare le richieste di

supporto alla didattica (pulmini, spazi…);- Incentivare e migliorare il rapporto con le Associazioni territoriali.

0.6 Definire le specifiche tipologie di diversità su cui il piano interviene

Benché dall’analisi del fabbisogno degli insegnanti, tra le tipologie di diversità venga evidenziataquella relativa agli allievi che hanno il Piano Educativo Individualizzato, c’è comunque laconsapevolezza che la sfida di una scuola inclusiva richieda di non concentrarsi su alcune diversitàspecifiche. Si ambisce infatti non a intervenire su singoli casi, ma sul contesto nel suo complesso esu tutte le diversità contemporaneamente, per via di elementi trasversali che le accomunano(accettazione da parte degli altri, successo scolastico, inclusività, ecc.).

Stato di partenza

0.7 Definire l’idea di scuola inclusiva che sta alla base della progettazione

L’idea di scuola inclusiva che ispira l’azione educativa di questo istituto scolastico è fondata suiseguenti pilastri:1) Idea di bambino:

- Autonomo, consapevole delle proprie capacità, delle proprie scelte e dei propri limiti;- Soggetto capace di operare delle scelte personali;- Capace di riconoscere, comunicare e gestire le proprie emozioni;- Soggetto attivo, portatore di conoscenze e di competenze;- Capace di pensare e collegare conoscenze;

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- Possiede i codici adeguati alle varie forme di comunicazione;- Interagisce e collabora con gli altri

2) Idea di insegnante:- Assume il ruolo di facilitatore, cioè di una figura di sostegno al processo di crescita della

persona attraverso un atteggiamento di accettazione empatica;- Organizza un contesto adeguato per far conseguire agli alunni un apprendimento

significativo e duraturo;- Rispetta la personalità di ciascun bambino e lo aiuta a crescere con impegno attivo e

personale;- Non trasferisce il suo sapere agli allievi, ma “sa essere con” gli allievi in modo

funzionale al loro processo di apprendimento.3) Idea di scuola:

- Organizza un curricolo formativo per gli alunni;- Attiva percorsi individualizzati e di recupero per le difficoltà di apprendimento;- Predispone attività di arricchimento formativo;- Sviluppa un percorso unitario che favorisca la continuità tra i vari ordini di scuola;- Collega ed integra le diverse discipline;- Progetta percorsi educativi in riferimento al territorio;- Soddisfa le richieste dell’utenza predisponendo modalità organizzative adeguate;- Concorda modalità educative comuni con le famiglie;- Progetta percorsi in rete con altre scuole e con le agenzie territoriali.

0.8 Buone prassi già attive (protocolli, progetti, modalità organizzative)

Al fine di favorire l’inclusione scolastica degli alunni stranieri nel corso dell’anno scolastico2011/12 è stata effettuata l’azione 5 del progetto “I diritti negati” con la Rete di Scuole per la Pacee l’Intercultura e l’Ufficio Cooperazione della Provincia di Massa Carrara, che prevedeval’organizzazione di corsi di lingua araba per alunni arabofoni e non arabofoni. L’iniziativa hasuscitato molto interesse: al corso per arabofoni (venti ore) si sono iscritti diciotto alunni, al corsoper non arabofoni ben quarantanove, suddivisi in due gruppi, per un totale di dieci ore ciascuno;anche se la frequenza di questi ultimi non si è mantenuta costante, la valutazione dell’esperienzaè risultata positiva da molteplici punti di vista.Gli alunni hanno partecipato con interesse e coinvolgimento emotivo e cognitivo alla scoperta diuna lingua nuova o alla riscoperta della propria; le difficoltà hanno stimolato un clima dicollaborazione e di aiuto reciproco; le famiglie marocchine hanno apprezzato una rispostaistituzionale a una loro esigenza collettiva, hanno avuto inoltre anche la possibilità diriappropriarsi del loro ruolo genitoriale, infatti hanno potuto aiutare e sostenere i loro figlinell’apprendimento facendoli esercitare a casa. La brevità del corso non ha consentito tuttaviauna valutazione scientifica della ricaduta positiva del rinforzo della lingua madre sui risultatiscolastici curricolari.Nell’anno scolastico 2012/13 le azioni del Piano Educativo Zonale della Lunigiana hanno permessodi attivare ulteriori ore di laboratorio d’Italiano L2 sia per alunni che per genitori, tenuti dainsegnanti del Circolo.Nell’anno scolastico 2012/13 è stato altresì realizzato il modulo formativo “Italiano L2”nell’ambito del Progetto “A scuola di diversità” tenuto da docenti universitari e formatori, al qualehanno partecipato sia insegnanti della scuola dell’Infanzia, sia insegnanti di scuola primaria.

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I progetti Comenius hanno coinvolto insegnanti e alunni del Circolo in partenariati con diversipaesi europei.Progetti interdisciplinari-interculturali condivisi (“Le Mille e una notte” e “il Milione”) incollaborazione con enti locali, associazioni, volontari, con manifestazione sul territorio.Nell’ambito 2014/2015 la scuola ha aderito al progetto “A scuola di diversità” e molti insegnantihanno partecipato a moduli formativi per un totale di 90 ore sulle tematiche del genere (“Ilgenere nella scuola, che genere di scuola?”) e della gestione interculturale dei tempi e degli spazidell’insegnamento e dell’apprendimento.La nostra scuola ha intrapreso un percorso di riflessione sui disturbi specifici di apprendimento,promuovendo azioni finalizzate all’individuazione preventiva delle aree deficitarie e predisporrestrategie di recupero, attraverso specifiche modalità didattiche e dispensative obbligatorie inambito scolastico:

2006 Formazione MIUR per insegnante referente DSA in presenza (Pisa, 3 maggio) e online sulla piattaforma INDIRE area di formazione Punto Edu Dislessia.

Librissimamente 2006 tra gli eventi collaterali un incontro dedicato ai DSA.

2006/2007 corso di formazione sui processi cognitivi che sottendono l’apprendimentodella scrittura e della lettura e inquadramento generale dei disturbi specificidell’apprendimento.

2006/ 2007/2008 Progetto Leonardo scuole dell’infanzia in collaborazione con l’ASLsuddiviso in: formazione insegnanti sulle diverse patologie DSA, sulla tipologia e modalitàdi somministrazione dello screening, sull’interpretazione dei risultati e sull’attivazione deilaboratori.

2008 in collaborazione con l’Università di Padova, sotto il tutorato del Prof. Cornoldi,implementazione in alcune classi-campione di uno screening per valutare la rapidità e lacorrettezza ortografica in alunni di sei, sette e otto anni.

2008/2009 formazione sull’andamento dei libri di testo e didattica integrata. 2008/2009 in collaborazione con l’Università di Padova, sotto il tutorato del Prof.

Cornoldi, implementazione in alcune classi-campione (3°-4°-5°) di uno screening finalizzatoall’individuazione precoce della discalculia.

Lo screening è diventato buona prassi e viene utilizzato, nel rispetto della libertà diinsegnamento, solo dagli insegnanti che intendono avvalersene.

2012/2013 formazione sui DSA. 2013/2014 adozione protocollo d’intesa ASL-Pediatri-Scuola per la rilevazione di casi

sospetti di DSA.

0.9 Autovalutazione dell’attuale livello di inclusività della scuola

Come già al termine dell’anno scolastico 2014-2015, anche al termine del presente a.s. il gruppodi lavoro ristretto del PGD procederà alla stesura e alla relativa somministrazione di unquestionario di autovalutazione del livello di inclusività della scuola alle seguenti partiinteressate dal piano:- docenti;- personale Ata;- famiglie (il questionario viene somministrato a classi campione [inizio e fine cicli scolastici]).

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Quanto al questionario di autovalutazione somministrato al termine dell’a.s. 2014-2015, se ne riporta sinteticamente l’esito (punti di forza e criticità):a) punti di forza- il numero di questionari compilati pervenuti (225) è statisticamente rappresentativo;- il personale ata, benché numericamente esiguo, rappresenta il gruppo di operatori del mondo della scuola con la più elevata “sensibilità interculturale” (domanda a, le diversità vengono viste come risorsa);- c’è la percezione – condivisibile – secondo cui le bocciature sono poco rilevanti o addirittura ostacolano il processo di inclusione scolastica;- i genitori hanno generalmente una buona “sensibilità interculturale” (maggiore dei docenti, peresempio);- i genitori hanno fornito preziosi suggerimenti nei campi a risposta aperta (domande a e c) e dunque – si ipotizza – siano una risorsa da valorizzare ai fini di una effettiva inclusione scolastica;- c’è generalmente soddisfazione rispetto al livello di inclusività della scuola (domanda b);- la valorizzazione delle diversità è percepita come importante.b) punti di debolezza- ci sono molti genitori che non hanno indicato l’ordine di scuola frequentato dal/la figlio/a;- i container permangono – comprensibilmente – come uno dei maggiori elementi di criticità;- ci sarebbe da fare un lavoro sistematico al fine di promuovere la valorizzazione delle diversità tra docenti e genitori (domanda a: auspicabilmente le diversità vissute come risorsa dovrebbero col tempo totalizzare percentuali superiori);- i genitori della scuola dell’infanzia sono i meno soddisfatti del livello di inclusività scolastica (domanda b), dichiarando in buona percentuale di avere esperienze dirette da raccontare;- i docenti non avvertono come prioritaria l’esigenza di maggiore professionalità e/o autoformazione (domanda c);- sia i genitori sia i docenti ritengono che le famiglie debbano mostrarsi maggiormente disponibili(eventualmente qui si potrebbe ancora svolgere qualche ricerca più mirata rispetto alle aspettative reciproche di scuola e famiglie...);- gli enti locali sono percepiti come lontani e poco in sinergia con il mondo della scuola.

1.4 Risorse disponibili che l’Istituto può mettere a disposizione per il piano

Le risorse materiali disponibili per il Piano sono le medesime già utilizzate nella didattica ordinaria.Come evidenziato dall’analisi del fabbisogno dei docenti, alcuni plessi sono però colpiti dasignificative carenze di risorse materiali (spazi adeguati, aule, internet funzionante, ecc.) carenzadi strumenti multimediali.

Obiettivi del Piano

0.10 Obiettivi strategici: quali cambiamenti si intende realizzare nel medio-lungo periodo

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Alla luce delle esigenze elencate al punto 1.3. si ritiene che gli obiettivi cui lavorare nel medio-lungo periodo siano i seguenti:1. implementare il coinvolgimento del personale scolastico (docente e non docente) rispetto allanecessità di valorizzare le diversità, nonché rispetto all’esistenza del PGD, ai suoi obiettivi e allesue finalità;2. coinvolgimento degli Enti Territoriali e Associazioni per creare una sinergia più efficace;3. coinvolgimento delle famiglie.

0.11 Obiettivi specifici: concreti, attuabili nel breve termine, valutabili

Alla luce degli obiettivi elencati al punto 3.1. si delineano i seguenti obiettivi specifici:- Relativamente all’obiettivo 1: Condivisione del PGD tra tutti gli insegnanti; Realizzazione di

stesure via via aggiornate del PGD; Revisione documenti scolastici di modo che sianocoerenti con le indicazioni contenute nel PGD; Potenziamento di azioni didattiche atte avalorizzare le diversità.

- Relativamente all’obiettivo 2: Prevedere incontri con il GLI; Realizzare attività che rendanopiù efficace e armonica la collaborazione tra scuola ed enti territoriali.

- Relativamente all’obiettivo 3: Prevedere un sistematico coinvolgimento delle partiinteressate, specie delle famiglie.

Descrizione delle azioni relative all’a.s. 2015/16

0.12 Obiettivo 1

Azione 1

Descrizione azione: aggiornamento e revisione del PGD, nonché sua condivisione tra tutti gli insegnanti mediante un incontro ad hoc appositamente convocato

Risorse impiegate: risorse umane ordinarie ed eventualmente consulente intervenuto nell’ambito del follow-up del progetto “A scuola di diversità”

Tempistica: entro giugno-2016

Responsabilità dell’applicazione: funzione strumentale all’intercultura

Risultati attesi: aggiornamento del PGD e sua diffusione tra i docenti

Strumenti e/o indicatori di monitoraggio e valutazione: partecipazione di personale scolastico e non scolastico alla compilazione del PGD

Azione 2

Descrizione azione: nel corso dell’a.s. 2015-2016 organizzazione di almeno un incontro con il gruppo ristretto di progettazione del PGD

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Risorse impiegate: ordinarie ed eventualmente consulente intervenuto nell’ambito del follow-up del progetto “A scuola di diversità”

Tempistica: entro marzo 2016

Responsabilità dell’applicazione: funzione strumentale all’intercultura

Risultati attesi: valutazione circa lo stato di attuazione del PGD e relative proposte per migliorarlo

Azione 3

Descrizione azione: potenziamento lingua L2

Risorse impiegate: insegnanti assegnati al circolo per il potenziamento

Tempistica: intero a.s.

Responsabilità dell’applicazione: dirigente scolastico

Risultati attesi: potenziamento delle competenze di lingua L2 da parte degli alunni non italofoni

Azione 4

Descrizione azione: revisione del Protocollo d’accoglienza e rivalutazione del “Quaderno dell’integrazione”

Risorse impiegate: ordinarie

Tempistica: ottobre 2015

Responsabilità dell’applicazione: funzione strumentale all’intercultura

Risultati attesi: coerenza con il PGD; maggiore leggibilità e comprensibilità del Protocollo; sua più agevole applicazione

Azione 5

Descrizione azione: somministrazione di un questionario di autovalutazione (personale docente e non docente)

Risorse impiegate: ordinarie

Tempistica: giugno 2016

Responsabilità dell’applicazione: funzione strumentale all’intercultura

Risultati attesi: congruo numero di questionari restituiti; risposte qualitativamente significative e atte a migliorare la valorizzazione delle diversità in ambito scolastico ed extrascolastico

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0.13 Obiettivo 2

Azione 1

Descrizione azione: incontri del GLI

Risorse impiegate: ordinarie

Tempistica: primo incontro in data 29 ottobre 2015

Responsabilità dell’applicazione: funzione strumentale all’intercultura

Risultati attesi: ricognizione e analisi del fabbisogno dei docenti e degli enti territoriali rispetto alla gestione delle diversità; proposte volte al miglioramento dei rapporti reciproci

Azione 2

Descrizione azione: riunione rivolta ai genitori di tutti gli alunni (in particolare per quelli stranieri) per presentare e divulgare l’offerta e le misure messe in atto dall'ASL (Centro minori “La fortezza” per attività pomeridiane e “Centro Pollicino”)

Risorse impiegate: ordinarie

Tempistica: da definire

Responsabilità dell’applicazione: funzione strumentale all’intercultura

Risultati attesi: numero di persone presenti; incremento del numero dei fruitori dei servizi presentati

Azione 3

Descrizione azione: incontri di formazione rivolti al personale docente e non docente

Risorse impiegate: ordinarie e collaborazione con enti e persone esterne

Tempistica: nel corso dell’a.s.

Responsabilità dell’applicazione: funzione strumentale all’intercultura

Incontri previsti:

- incontro con il prof. Sarfatti per un’approfondimento della Costituzione;

- corso sulla differenza di genere attuato e promosso dal comune di Aulla con la Società della Salute;

- eventuali altri incontri.

0.14 Obiettivo 3

Azione 1

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Descrizione azione: a fine anno scolastico 2015-2016 si organizzerà un incontro del gruppo di programmazione per incentivare il coinvolgimento delle parti interessate (specie le famiglie) a mezzo disomministrazione del questionario di autovalutazione

Risorse impiegate: risorse umane ordinarie

Tempistica: il questionario verrà somministrato nel mese di giugno 2016 e successivamente verranno tabulati i dati

Responsabilità dell’applicazione: gruppo ristretto del PGD

Risultati attesi: congruo numero di questionari restituiti; risposte qualitativamente significative e atte a migliorare la valorizzazione delle diversità in ambito scolastico ed extrascolastico

Strumenti e/o indicatori di monitoraggio e valutazione: tabulazione dati del questionario

Azione 2

Descrizione azione: progetti e attività varie atte a incentivare l’inclusione delle diversità e il coinvolgimento delle famiglie

Risorse impiegate: risorse umane ordinarie

Tempistica: nel corso dell’a.s.

Responsabilità dell’applicazione: gruppo ristretto del PGD

Risultati attesi: congruo numero di partecipanti (specie famiglie); gradimento in termini qualitativi da parte dei partecipanti

Attività previste:

- Giornata dell’Accoglienza

- attività da realizzarsi in sinergia con il Comune di Podenzana

- eventuali altre attività

Azioni per favorire la condivisone del Piano

0.15 Fase iniziale all’elaborazione del Piano

A inizio di ogni a.s., al fine di far sì che il PGD sia un piano condiviso, si realizzeranno azioni di condivisione e sensibilizzazione con tutto il personale scolastico (docente e non docente) e almeno un incontro con gli enti territoriali. Nel corso dell’a.s. ci si impegna inoltre a realizzare momenti di fattivo coinvolgimento delle famiglie

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0.16 Fase intermedia durante l’elaborazione del Piano

Quanto ai momenti di confronto con le parti interessate volti a verificare l’efficacia delle scelte intraprese, si rinvia agli incontri di cui sopra.

0.17 Fase finale dopo l’elaborazione del Piano

Al termine di ogni a.s. si procederà a valutare l’efficacia del PGD. A inizio di ogni a.s. ci si impegna a presentare il PGD alle parti interessate, illustrando le attività realizzate nel corso dell’a.s. precedente e le modifiche apportate al PGD stesso.

Riesame e miglioramento

Quanto alle modalità con cui il gruppo di progetto raccoglie i risultati ottenuti dalle azioni messein atto, li valuta e propone modifiche sia in termini di obiettivi che di azioni, esse vengonodemandate a un incontro del gruppo ristretto da svolgersi entro il termine di ogni anno scolastico.Nel corso del medesimo incontro si programmeranno altresì le attività mediante cui coinvolgere,sensibilizzare e comunicare l’esito della discussione a tutti gli interessati.

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Tabella di sviluppo degli obiettivi

Obiettivo strategico 1sensibilizzazione

Obiettivo specifico 1 (Condivisione del PGD tra tutti gli insegnanti)

Azione 1 (incontro coninsegnanti)Azione 5 (questionarioautovalutazione)

Obiettivo specifico 2 (Aggiornamento del PGD e Revisione documenti scolastici)

Azione 1 (incontro coninsegnanti), Azione 2 (incontro gruppo ristretto PGD), Azione 4 (revisione protocollo accoglienza e rivalutazione quaderno integrazione)

Obiettivo specifico 3 (Potenziamento di azioni didattiche atte a valorizzare le diversità)

Azione 3 (potenziamento linguaL2)

Obiettivo strategico 2Coinvolgimento enti

territoriali

Obiettivo specifico 1 (incontro con il GLI)

Azione 1 (incontri con il GLI)

Obiettivo specifico 2 (migliorarecollaborazione e sinergia tra scuolaed enti territoriali)

Azione 2 (incontro di presentazione dell’offerta del Comune, “La fortezza”,“Pollicino”)Azione 3 (incontri di formazione personale docente e non docente realizzati in collaborazione con enti territoriali)

Obiettivo strategico 3Coinvolgimento delle

famiglie

Obiettivo specifico 1 (coinvolgimento parti interessate)

Azione 1 (incontro di revisione del PGD a fine a.s.; questionario di autovalutazione)Azione 2 (progetti ed eventi che incentivanoinclusione delle diversità e coinvolgimento delle famiglie)

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CONSUNTIVO 30 giugno 2016Obiettivo strategico 1Azione 1

- Gli obiettivi strategici del PGD sono stati illustrati in sede di Collegio docenti.

Azione 5 (questionario autovalutazione)- Nel mese di giugno è stato somministrato il questionario di autovalutazione per rilevare la percezione del

livello di inclusività nella scuola rivolto a docenti , personale ATA e famiglie di classi campione (inizio efine cicli )

Punti di forza e di debolezza rilevati:

Sono stati restituiti 238 questionari su 414, quindi il numero dei questionari pervenuti è statisticamenterappresentativo.

Rispetto allo scorso anno sono state date meno risposte alle domande aperte e sono state fatte meno osservazioni.

Ci sono molti genitori che non hanno indicato l’ordine di scuola frequentato dal /la figlio/a

Q -Alla domanda A “Quali sono gli elementi chiave dell’ inclusività a scuola?: si conferma anche quest’anno la preminenza della voce “collaborazione e rispetto reciproco” rispetto a quella auspicata “le diversità’ vengono viste come una risorsa per tutti”; piu’ che essere un segnale negativo, questo puo’ essere visto come un’indicazione di percorso, di cui si puo’ monitorare l’evoluzione nel corso dei prossimianni.

R -Rispetto ai docenti, i genitori conferiscono complessivamente minor importanza alla voce “nessuna bocciatura.

Ri -Rispetto a genitori e personale ATA, i docenti sembrano invece piu’ sensibili alla priorita’ della valorizzazione delle diversita’.

D: Domanda B:”Come giudichi il livello di inclusività nella scuola?” La percezione di inclusivita’ e’

considerata buona o addirittura ottima nella maggior parte dei casi.

D Domanda C:”Di che cosa ci sarebbe bisogno per incrementare la qualità dell’inclusione scolastica?” Genitori e insegnanti evidenziano uno spirito costruttivo, indicando la necessita’ di essere piu’ disponibili (le famiglie) e competenti (docenti); dunque non c’e’ stato l’effetto scaricabarile e ciascuno e’ disposto ad assumersi le proprie responsabilita’; tutti sembrano anche evidenziare una certa voglia di fare.

l -Il personale ATA evidenzia in particolare la necessità che i docenti si aggiornino, ecc

Ci Obiettivo specifico 2

(A Azione 4 E’ stato revisionato il Protocollo Accoglienza

Azione 3 (potenziamento lingua L2)15

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